The time has come to make things right

di Matthewjames
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Surprise! ***
Capitolo 2: *** London Eye ***
Capitolo 3: *** And if we die, we die together ***
Capitolo 4: *** Pool party ***
Capitolo 5: *** To Rome with love ***
Capitolo 6: *** Let's go back to the start ***
Capitolo 7: *** City of Delusion ***
Capitolo 8: *** Black Holes and Revelations ***



Capitolo 1
*** Surprise! ***


"Buongiorno Fede"
Non le risposi.
"Che hai?"
"Nulla mamma, nulla! Come al solito è stato un giorno di merda a scuola."
Me ne andai in camera sbattendo la porta. Non volevo più sentire nessuno.
Mia madre venne in camera e mi chiese: "Ma si può sapere che hai?"
"Ho detto nulla. "
"C'entrano i Muse, vero?"
"Si, ma non sono la mia priorità ora. Vorrei solo andare a quel fottuto viaggio in Inghilterra."
"Immaginavo, ma non voglio che tu ci vada. Punto e basta. Chiusa la discussione."
Non le risposi. Mi misi le cuffie e mi stesi sul letto. Cavolo avevo 17 anni. Ero quasi maggiorenne.
Ogni volta che una mia discussione toccava l'argomento 'Muse' mia madre si innervosiva. Ancora non capivo perché. Avevo un sogno, un sogno che ogni ragazzo/a ha. Vedere Matthew, Dominic e Chris dal vivo. E non potendoci andare avevo deciso di fare un viaggio a Londra, in un college nella zona Nord, proprio vicino ai loro studi di registrazione. Ma nulla. I miei non mi avrebbero mai mandata.
Mi addormentai per la rabbia.

"The time has come to make things right."

Quella dannata frase mi svegliò. Avevo scordato l'iPhone acceso. Mi alzai, guardai fuori. Era ora di andare a cenare. Avevo una fame da lupi. Mi sedetti a tavola senza salutare papà che era appena rientrato da lavoro. A cena c'era stranamente il mio piatto preferito. Riso allo zafferano. Notai che la mamma aveva messo il sottopiatto solo a me. Perché? Incuriosita alzai il primo piatto e trovai piegato un foglio. Lo aprì e lessi quelle parole che mi fecero scoppiare a piangere. 'Volo da Roma a Londra per il 23 settembre. Ore 12.'
Non ci potevo credere. I miei alla fine mi avevano comprato il biglietto. E la partenza era il giorno dopo. Baciai mamma e papà e corsi in camera a fare le valigie.

"She dreamed of para-para-paradise."
[...]
Era tutto pronto. Ci mettemmo in macchina. Mancava solo mezzo km all'aeroporto.

"Quando sei davvero felice, ci sarà sempre qualcosa che ti rovinerà tutto."

Raccordo anulare bloccato. Le macchine non si muovevano. Eravamo fermi da un ora. Erano le 11 e 20. Il mio volo sarebbe partito a momenti.
Feci la cosa più pazza della mia vita. Baciai mamma e papà, presi la valigia e iniziai a correre fra le macchine.
Non so nemmeno io cosa sembrassi alle altre persone. Un' idiota con una maglia con sopra tre idioti che corre con una valigia perché è in ritardo per il viaggio più bello della sua vita.
Arrivai in aeroporto. Sudata come non mai. Fui l'ultima a salire. Due ore e sarei stata davvero felice. Inviai un messaggio a mamma avvisandola che ero arrivata a Ciampino e che stavo partendo. Finalmente.
Dall'oblò vidi in lontananza alcune persone, ne contai 5, che stavano salendo su un jet nero. Pensai subito a qualche carica istituzionale. Non ci feci molto caso, misi le cuffie e mi addormentai.
"Welcome at the London airport". Questa volta non fu Matt a svegliarmi, ma la voce dell'assistente, che stava mostrando ai passeggeri Londra dall'oblò. Atterrammo dopo pochi minuti. Inviai di nuovo un messaggio a mamma avvisandola che ero finalmente arrivata. Scendemmo dall'aereo. Il jet nero di Roma era accanto al nostro. Possibile fosse lo stesso? Lessi che sull'ala c'era scritto '....amy' non riuscivo a vedere l'iniziale. Incuriosita cercai di avvicinarmi, ma sentì una voce che mi chiamò: "signorina dove sta andando?" Mi girai e vidi una donna sulla cinquantina, insieme ad altri ragazzi. Capì subito che lei dovesse essere la signora Holes. La nostra guida al college. Mi avvicinai al gruppo di ragazzi e due persone mi abbracciarono. Erano Eli e Sara.
"Cosa ci fate qui?"
"Più che altro cosa ci fai tu qui!", risposero.
"I miei mi hanno fatta venire fino alla fine."
"Dio che bello! Staremo in camera insieme noi, peeer forza!"
Amavo quelle ragazze, erano adulte quando si parlava di cose serie e bambine in tutti gli altri momenti.
Chiesi alla signora Holes di chi fosse quel jet nero e lei stizzita non mi rispose.
Perché non mi aveva risposto? Insistetti di nuovo pensando che non avesse capito, ma in realtà aveva capito bene. Rispose scocciata: "Vip."
"Vip chi?"
"Oh quanto rompi, i Muse, ok?"
I Muse? Perché ero stata così stupida da non capire al volo? "....amy", Bellamy. Dopo un primo momento di silenzio iniziai a pensare a cosa mi fosse accaduto nell'ultima ora. Avevo i miei idoli a distanza di pochi metri, ma ero stata bloccata. Non da una guardia del corpo, ma da una befana che con il suo accento british mi aveva fatto perdere l'occasione della mia vita. Forse le stavano antipatici. Lo capì dalla risposta brusca alle domande che le avevo fatto prima.
"Che ci fanno qui?", chiesi.
Lei mi guardò male e mi fece salire sul bus che ci avrebbe portato al college.
Stavo per urlarle in faccia, ma vennero Eli e Sara a fermarmi.
"Tranquilla Fede. È sempre cosi con i nuovi."
"Ah, bene", pensai.
Mia aveva appena rovinato la vacanza... E per questo la odiavo.
Dopo un'oretta di viaggio nel quale conobbi i miei compagni arrivammo al college. Ero troppo nervosa e stanca per andare giù a chiacchierare con gli altri. Avevamo la serata libera. Andai su in camera, mi cambiai, chiamai mamma e le raccontai tutto, tralasciando il fatto del jet le varie imprecazioni contro la signora Holes. Scesi giù forzata da Eli e Sara. Passammo la serata a scherzare con gli altri nel gazebo. D'altronde, pioveva sin da quando avevamo messo il piede fuori dall'aereo e la nebbia non permetteva nemmeno di vedere oltre le mura del college. Poi non so perché ma la signora Holes venne e si mise ad urlare contro di noi. Chi la capiva a quella donna. Iniziò a dire che stavamo facendo caos e che le avevamo dato fastidio durante il suo sonno e ci spedì in camera. Ero ancora più nervosa, mi addormentai sulle note di 'Starlight'.

 

"Hello guys! Today it's a beautiful day!"
Odiavo quella donna.
Odiavo quello schifo di tempo ogni giorno. Sempre e solo pioggia. O se magari eri un po' più fortunata nebbia.
Ricapitolando il mio primo giorno non era stato male. Era stato pessimo!
Ero arrivata ad odiare anche quella vacanza sognata da secoli. Ma in fondo, che importava? Finalmente la vacanza in Inghilterra!
Ma invece, eccomi qui. Perché mi stavo lamentando? Dovevo essere la persona più felice al mondo qui! Lontana da tutti, dagli "amici", dalla gente con la doppia faccia e dallo schifo di scuola che frequentavo. Tutto sommato si stava bene. I compagni non erano male e cavolo, mancava un giorno al mio compleanno. Oggi la signora Holes, o come amava farsi chiamare "Ho" non ci aveva ancora mostrato il programma. Era solo venuta a svegliarci. Come al solito mi ci vollero le urla delle mie compagne Sara e Eli per svegliarmi.
"Fede, eh cavolo Fede svegliatiiiii! C'è Matt che ti aspetta..." Al suono di quelle 4 lettere mi si aprirono di colpo gli occhi. Rimasi un paio di secondi stordita ma poi capì che era solo un modo per farmi svegliare.
Matt, Matthew. Quella persona a cui mi "affidavo" in ogni mio momento buio. Praticamente sempre. Quella persona che avevo quasi incontrato il giorno prima. Ah, che rabbia solo al ripensarci. Nulla andava per il verso giusto. Scuola uno schifo, amici peggio, genitori lasciamo perdere e amore...ah si, l'amore. Quella parola a cui davo la colpa di tutto ciò che mi accadeva. Amavo un ragazzo bellissimo, che tecnicamente mi conosceva appena. C'era solo lui, rifiutavo qualsiasi altro ragazzo.
Ah, e poi amavo Matt. Quella persona che speri di incontrare senza che nessuno ti ostacoli. D'altronde la speranza è l'unica a morire, ma la prima a farti del male. Ma chi è Matt?
Be', Matt è una persona che ascolta le tue "inquisizioni più profonde". Avevo all'incirca 40 canzoni su quel dannato Iphone. 40 canzoni tutte sue, o meglio, della sua band. Un trio di pazzi esaltati. Un trio che ti fa cambiare umore dopo appena quattro secondi di canzone. Bastava solamente sentire il loro nome e mi passavano dalla testa tutti i problemi e la tristezza. Avevo quasi 18 anni. E questa è in breve la mia vita....

 
 
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    Capitolo 2
    *** London Eye ***


    Ci mettemmo pochissimo a prepararci. Mi affacciai fuori dalla finestra. Stranamente c'era il sole!
    Scendemmo a fare colazione. The, the a tutte le ore,4 biscotti ed un caffè fatto più o meno bene. Mi mancava quello della nonna. Dopo la colazione 'saziante' andammo fuori sotto il gazebo.
    Apparve di colpo la signora Ho che ci disse: "ragazzi oggi trascorreremo la mattinata qui, andate a giocare a football" con quel suo accento mezzo argentino. Una Belen inglese insomma. Con 40 chili in più...
    Giocammo come disperati, a 17 anni, ma ci divertimmo molto. Vincemmo noi la partita grazie alle mie prodezze ed a quelle di Luke, un biondino, muscoloso e molto simpatico, con un ottimo senso dell'umorismo e amante di qualsiasi canzone e citazione dei Coldplay. Lo amavo, ovviamente non come il ragazzo di cui ero follemente cotta e nemmeno come Matt, ma mi stava più simpatico degli altri.
    La signora Ho iniziò a sbraitare in tutte le lingue perché non smettevamo di giocare, era ora di pranzo, alias "Tramezzino time".
    Solo 12 ore e sarei stata maggiorenne.
    Wow.
    Nel pomeriggio andammo a fare un giro per la città.
    Cavolo Londra, eravamo nella City. Negozi, guardie inglesi a cui facevamo smorfie e poi? E poi la grande Ruota Panoramica. Facemmo un giro nei negozi, entrammo in quello di spie perché Eli voleva vedere il cappello di Holmes, ed alla fine finimmo per fare amicizia con il cassiere, gran figone, e comprammo una lente d'ingrandimento con la quale ispezionammo il negozio. Il cassiere alla fine ci prese per pazze.
    Poi, come delle bambine che non erano mai andate sulle giostre, decidemmo di fare un giro sulla London Eye, seguite poi dalla signora Ho tutta entusiasta. Pagammo il biglietto e decidemmo di sederci insieme, ma la signora Ho con la scusa di controllare gli altri rimase giù, spaventata dall'altezza, a parer dell'omone alla cassa, che prima di darci il biglietto ci squadrò da testa a piedi e poi disse una cosa che ci fece rimanere scioccate: "Sarà il giro più divertente della vostra vita, attenzione a non stonare." Lo guardammo male, pensai di aver tradotto in modo sbagliato la frase, e per questo salimmo comunque.
    Quello che l'uomo aveva detto lo capì solo pochi minuti dopo quando entrammo nella cabina: non eravamo sole.
    C'era un uomo di circa 28-29 anni con una chitarra accanto. Era seduto nell'angolo in ombra e non riuscivamo a capire chi fosse.
    Lo guardammo incuriosite, convinte in un primo momento di essere su qualcosa del tipo "Scherzi a parte" britannico.
    Ma non era così.
    L'uomo iniziò a suonare le prime note di una canzone che conoscevo bene:'Time is running out', però non iniziò a cantare.
    Finì il ritornello e lo ricominciò, convinto di aver sbagliato un passaggio.
    (E si, aveva sbagliato davvero.)
    Lo reputammo un artista di strada e a fine canzone, eseguita alla meraviglia esclamai un "wonder..." che mi si fermò in gola quando mi invitò a sedersi accanto a lui. Finì lui il "ful" che non avevo detto per lo stupore. Poi come se non fosse accaduto nulla, fece due accordi per riscaldarsi e iniziò ad intonare "sweet child o'mine".
    Amavo quella canzone. Ricordavo di averla studiata per il saggio di chitarra di qualche anno prima. Difficile, ma davvero bella. Fece solo l'introduzione, e poi passò ad un'altra canzone stupenda. 'Supermassive Black Hole'. Questa volta si mise a cantare.

    "Supermassive Black Hoooole"

    Rimanemmo imbambolate. A fine esecuzione presi coraggio e dissi: "mi ricordi tanto il cantante del mio gruppo preferito."
    L'uomo in ombra che sino ad allora aveva guardato fuori disse:
    "Sembro o sono?"
    E si alzò.

    "Paradise comes at a price that I am not prepared to pay."

    Finalmente avevo capito chi era l'uomo misterioso.
    Non ci potevo credere. Era lui. Che cavolo ci faceva lì, soprattutto con una chitarra? Guardammo fuori, eravamo ancora fermi. Nella cabina accanto alla nostra salì l'omone della cassa che si tolse la parrucca. Era Chris, si proprio quel Chris dal cognome impronunciabile. E alla nostra destra avevamo Dominic. Stavo per urlare.
    Avevo il mio idolo ad un passo, finalmente senza nessuno che mi potesse fermare. Ci sedemmo. Matt fece subito gli onori e con quella sua r sexy chiese come ci chiamavamo e cosa facevamo li.
    Ero eccitata.
    Felice.
    Non so cos'altro.
    Ma perché erano lì? Su una ruota panoramica con gli strumenti?
    Matt mi zittì quando iniziai a chiederglielo con uno "ssh baby, now you look".
    Non so cosa mi eccitasse di più tra il fatto di aver appena parlato con il mio idolo o tra l'essere stata chiamata "baby".
    Rimanemmo qualche secondo in silenzio. Poi la ruota iniziò a muoversi. Matt si era seduto accanto a me. Ed ad un certo punto aveva detto: "Augurami buona fortuna" ed io: "Perché?" Non mi rispose. Mi strinse la mano e guardò Dominic. Eli guardò Chris. Le fece l'occhiolino. Ad un tratto sentì un: "tuck, tuck, tuck, tuck". Quel rumore proveniva da Dominic. Nemmeno il tempo di guardare alla nostra destra che partì di colpo Matt con la sua fantastica voce.

    "You could be my unintended
    Choice to live my life extended..."

    Ad un tratto non so perché, ma, mi guardò e finì la strofa con le ultime parole.

    "You could be the one I'll always love".

    Lo guardai anch'io. E finalmente capì: eravamo in un videoclip! Eravamo nel videoclip di Unintended. Di un Unintended moderno però. Iniziammo anche noi a cantare. Incitate da tre idioti che cantavano e suonavano, cosa ancora più strana su una ruota panoramica.
    Arrivammo con le tre cabine nel punto più alto. Fece gli ultimi giri di accordi e concluse con un vocalizzo da paura.
    Finimmo di registrare, si finimmo. Perché c'eravamo anche noi nel video!

    Scendemmo e trovammo ad accoglierci la Signora Ho, che si mise a parlare con Matt e Chris. Sembrava si conoscessero da una vita. Ma allora perché mi aveva bloccato all'aeroporto?
    La signora Ho andò a prendere gli altri e li riportò al college. Noi rimanemmo con Matt, Dom e Chris, rassicurati da una stranamente gentile signora Ho.
    Non accennai l'accaduto a Matt, meglio non farli litigare, pensai.
    Dom decise di farci visitare lo studio. Era a due km da Londra. Nella zona nord.
    Entrammo in un mega salone con poltrone leopardate e piumate. Sulla porta c'era un grande cartello con una scritta enorme: 'You've arrived at panic station'.

    "Ooh,1, 2, 3, 4 fire's in your eyes
    And the chaos it defies imagination
    5, 6, 7, 8 minus 9 lives
    You've arrived at panic station"

    Ora capivo perché le poltrone avevano quello stile. Ci fecero accomodare sul divano rosso di piume. Due secondi dopo arrivarono gli agenti, che rassicurati da Chris ci lasciarono passare.
    Eravamo nel loro studio.
    Non ci potevo credere.
    Ci fecero mettere davanti alla sala di registrazione, vicino al tecnico audio. E loro entrarono nello studio. Suonarono tutti i brani più belli degli album.
    Durante le ultime tre canzoni (Knights of Cydonia, Animals e Time is running out) ci invitarono ad entrare. Matt prese la sua chitarra, il suo spartito e il suo plettro e li diede a me. Mi disse: "Ora arrangiati , io canterò solamente insieme alle tue due amiche" e facendo un cenno a Eli, Sara, Chris e Dom, li invitò ad uscire con lui. Mi diede un paio minuti per ripetere le canzoni. Mi guardò dallo studio e rincuorato dalla mia conoscenza delle canzoni rientrò nella sala.
    Avevo paura di sbagliare e lui subito mi venne vicino e mi disse: "Vedi che se sbagli non ti mangio. Almeno io no, Chris non so." Scoppiammo a ridere tutti e finalmente presi coraggio e iniziai a suonare. Cantammo, cantammo come mai avevamo fatto.
    Poi quell'idiota di Dom chiese al tecnico audio di far piovere acqua dal tetto. Fortunatamente gli strumenti erano coperti appositamente da un materiale isolante e ci bagnammo solo noi.
    Matt era bellissimo, eravamo fantastici.
    Successe forse la cosa più bella fino a quel momento.
    Matt mi venne vicino mentre stavo per finire le ultime battute e mi abbracciò. Rimanemmo abbracciati per molto, se non fosse stato per il 'and stop' del tecnico del suono.
    Guardai Matt perplessa, ma lui fece finta di niente e ci diede delle coperte. Sara era distrutta e si poggiò sul divano vicino a Dom, che le mise una mano sulla spalla ed Eli e io ci mettemmo a scherzare con l'omone. Era un misto fra un bimbo e un adulto, non so come descriverlo.
    Matt ci richiamò all'ordine e ci invitò ad uscire ed a entrare in macchina, o meglio, in tre Lamborghini.
    Io con Matt in quella rossa, Eli con Chis in quella gialla e Sara e Dom in quella arancione.
    Non parlammo durante il viaggio perché mi addormentai sulle note di 'City of Delusion'

    "Destroy this city of delusion and break these walls down
    And I will avenge and justify my reasons with your blood. "

    Matt mi svegliò appena arrivammo al college. Erano le 11. Di corsa scappai in camera, ero distrutta e fradicia.
    Mancava solo un'ora al mio diciottesimo compleanno.
    I tre si misero a parlare con Eli e Sara.
    Nemmeno il tempo di chiedermi cosa stessero farneticando che mi addormentai, cullata dalle loro voci.

     
     
    Penso che il prossimo capitolo arrivi sabato, o domenica, sempre se il pc smette di fare storie. Mi piacerebbe sapere una vostra opinione sulla storia :). A sabato/domenica

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    Capitolo 3
    *** And if we die, we die together ***


    Aprì gli occhi. Mi svegliai stesa sull'amaca del gazebo. Erano le 4 del mattino. Cosa diavolo ci facevo lì?!? Ricordo solo di essermi addormentata in camera. Qualcuno stava urlando. Mi alzai e ancora confusa guardai di fronte a me, in mezzo alla nebbia c'erano tre persone che vedevo alquanto sfuocate. Mi guardai, avevo addosso una maglia che non ricordavo di avere. La guardai meglio. Sopra c'era una scritta con un pennarello. Ma ero troppo stanca per leggere, iniziai a camminare verso le tre ombre. Due le riconobbi subito, Eli e Sara, e iniziai ad urlare: "Signora Ho cosa diavolo fa a quest'ora?" Ma come risposta ebbi solo una risata. Mi avvicinai alle ragazze, ma non c'era nessuno. Forse avevo confuso l'albero con la signora Ho.
    Cavolo ero così drogata?!?
    Eli con il suo faccino cuccioloso disse:"Auguri idiota!" Poi mi indicò la maglia e mi invitò a leggerla. Non era la scrittura di Eli e nemmeno quella di Sara.

    "Hello Mrs. Bellamy (cosa?!?), oggi è un giorno molto speciale per te. Volevamo farti una sorpresa, così abbiamo organizzato tutto questo a tua insaputa. (Tutto questo cosa?) Fortunatamente ieri ti sei addormentata e ci hai lasciato campo libero. Ci conosciamo da poco, ma sei già importante per noi. Purtroppo non possiamo essere qui con te oggi perché abbiamo un aereo che ci porterà in America per il tour. Ci dispiace molto. Vorrà dire che ci vedremo tra una settimana. Ti amiamo."

    Era firmato
    M.J, C&D

    Matthew James, Chris e Dominic.

    Ricapitolando: avevo incontrato i miei idoli, Matt mi aveva chiamata baby, mi aveva tenuto la mano, avevo cantato e suonato con lui e mi aveva abbracciato. In più mi avevano lasciato una maglia come regalo per il mio compleanno.
    Cosa desideravo di più?
    Mi sarebbe piaciuto averli qui con me, ma pazienza. Avevano il tour, ed il tour non si può rimandare. Peccato però.
    Sara mi prese per un braccio e mi portò su in camera. Salimmo, mi sciacquai la faccia e mi affacciai alla finestra. La nebbia stava scomparendo piano piano, ma stava iniziando a piovere.
    Sentì di nuovo urlare. Ma sta volta non urla di ragazzi. Qualcuno stava cantando. Scesi giù, correndo come una pazza. Conoscevo quella voce. Amavo quella voce.

    "Bury it
    I won't let you bury it
    I won't let you smother it
    I won't let you murder it
    Our time is running out
    and our time is running out"

    Immaginate un prato pieno di nebbia, con una pioggia insistente che ti bagna il viso, tre ombre che suonano e tre ragazze che corrono verso la musica alle 4:30 di mattina.
    Tutto questo mentre gli altri dormono.
    Arrivai tutta bagnata, non so se per il sudore o per la pioggia. Forse un misto tra i due.
    Lo guardai, mi guardò.
    Finì l'ultimo vocalizzo di 'time is running out' ed attaccò:

    "I was searching
    You were on a mission
    Then our hearts combined like
    A neutron star collision"

    Amavo quella canzone, scoppiai a piangere sulla spalla di Sara. Matt mi prese e mi abbracciò.

    "Our love would be forever
    And if we die
    We die together
    And lie, I said never
    'Cause our love would be forever"

    'Love', quella parola a cui davo la colpa di tutto, quella parola che ora lui mi aveva dedicato.
    Era un sogno. Un incubo.
    Non mi volevo illudere di nuovo.
    Era solo una canzone.
    Non ci poteva mai essere nulla tra una star che poteva avere tutte le donne ai suoi piedi e me, una stupida ragazza.

    "Dicono che l'amore é vita, io per amore sto morendo."

    Non dovevo illudermi.
    Era solo il testo di una canzone.
    Non poteva provare davvero ciò che cantava.
    Rimanemmo abbracciati fino a quando non finì di cantare.
    Piangevo, stavo piangendo davvero. Mi chiese perché lo stavo facendo ed io non trovai le parole per spiegare cosa provavo in quel momento, cosa provavo per loro.
    E soprattutto per lui.
    Era sempre stato il mio sogno.
    Cantò per due ore. Poi arrivò la signora Ho tutta felice per me. Stranamente non fece alcuna storia per il caos, anzi concesse la giornata libera a tutti, che intanto erano scesi a fare colazione.
    Per festeggiare il mio compleanno Sara, Eli, Dom e Chris erano andati a prendere cornetti e caffè, mentre Matt era rimasto accanto a me seduto sull'amaca.
    Avevo sempre provato qualcosa per loro, ma al livello di 'adorazione'. Ma ora quello strano sentimento si stava trasformando in qualcosa che mi stava piano piano bucando lo stomaco, non per tutti. Solo per quel fottuto elfo dai capelli nero pece.

    Li ringraziai per tutto quello che avevano fatto per me in quei due giorni.
    Matt fece una cosa che mi sbalordì. Mi prese e mi portò al centro del prato a ballare. Ballammo sotto la pioggia. Poi di colpo tutta l'allegria che aveva sprizzato da tutti i pori sino a quel momento sparì; mi prese e disse con faccia seria che dovevamo parlare.
    Cosa mi voleva dire?
    Mi stavo realmente preoccupando.
    Lo seguì, ci allontanammo il più possibile dagli altri. Prima di iniziare a parlare mi chiese se avessi qualche domanda particolare.
    Esitai un attimo, ma poi dissi: "Cosa significano queste prime parole sulla maglia?"
    "Lo immaginavo. Sai, non so come spiegartelo. Stai diventando importante per me, come una sorella. Anche se ci conosciamo da poco, posso dire che sei speciale."

    Sorella, sorella, non ragazza.
    Buco nell'acqua di nuovo.
    D'altronde, come avrebbe fatto ad innamorarsi di me?
    Fottuta illusione.

    "Hai altro da dirmi?", risposi.
    "Si, ti..."
    "Matt muoviti!" Era Dom.
    Aveva rovinato il momento.
    Matt corse da lui e disse che avremmo continuato a parlare nel pomeriggio.
    Salì in camera con le ragazze e parlammo. Sara mi aggiornò su tutto quello che era accaduto. Mi spiegò della festa, e di Dom.
    "Dom?!?"
    "Si, stiamo insieme..."
    "E così me lo dici?!"
    "Come così? Ci sei rimasta male?"
    "Cavolo Eli va a prendere un po' di spumante che qua si festeggia!"
    Sara scoppiò a ridere. Risi anche io per non piangere.
    Non parlai loro di Matt. Non volevo dire delle cose di cui non ero certa nemmeno io.

    [...]

    Vennero a bussare alla porta. Erano Dom e Chris. Presero Sara ed Eli e scesero giù. Io declinai l'invito.
    Non ne avevo voglia.
    Arrivò di corsa Matt, che mi prese in braccio e mi portò di sacco giù.
    Eli ci guardò male, poi scoppiò a ridere dopo aver sentito una battuta di Chris. C'era feeling tra i due. Ecco, sia Sara che Eli stavano avendo 'fortuna' con loro. Io e Matt nulla.
    Faaantastico.
    Ma non mi volevo rovinare il compleanno.
    Decisero di portarci in spiaggia.
    Durante il viaggio raccontai a Dom un po' della mia vita. Mentre Chris, stranamente serio, ogni tanto interrompeva il discorso per darmi consigli. Matt era silenzioso. Era seduto accanto a me.
    "Cos'hai?", chiesi sottovoce.
    "Nulla."
    "Ti conosco già bene, Bell, c'è qualcosa."
    "Sono solo stanco. Dai tranquilla".
    E si sforzò di sorridere.
    Rimanemmo in silenzio per il tempo che restava alla spiaggia.
    C'era il sole. Un bel sole caldo.
    Scendemmo dall'auto e andammo a stendere i teli. I ragazzi, di soppiatto, ci tesero un agguato e ci buttarono in acqua. Uscimmo e li spingemmo noi. Sembravamo dei bambini. Bambini troppo cresciuti. Dom baciò Sara sotto i nostri occhi. E noi facemmo un 'ohhh' di approvazione. Scoppiammo a ridere. Eli nel frattempo prese tre gelati e ce li dividemmo.
    Si sedette vicino a Chris, lo guardò e lui la baciò.
    E cavolo. Tutti si stavano fidanzando tranne me.
    "Abbiamo due nuove coppie", disse Matt scherzoso.
    "Ne manca solo una", rispose secco Dom. E Matt lo fulminò con lo sguardo.
    Per sdrammatizzare la situazione me ne uscì: "Mi dispiace, ma sono già impegnata con la mia chitarra, che puntualmente si SCORDA di chiedermi di sposarla."
    Scoppiarono tutti a ridere, anche Matt. Che era sempre più cupo e strano.
    "Quando partite voi?"
    "Domani mattina."
    "Cosa?!"
    "Già, la preside ha chiamato la signora Ho. Bisogna ritornare a casa."
    "Domani mattina? Non dovevate rimanere un'altra settimana?"
    "Si, così credevamo, ma alle 11 abbiamo l'aereo."
    "Cavolo, manco il tempo di conoscervi che già ve ne andate!"
    "Ci rivedremo, tanto qua le coppie resistono, vero?"
    Domanda provocatoria.
    Alla quale risposero con un sonoro si.
    Ci accompagnarono al college per mettere a posto le valigie.

    Italia stavamo ritornando.

    "And you fell wrong, like your life has slipped away."

    La mattina ci vennero a prendere Chris e Dom. Chiesi dove fosse Matt.
    Ma mi sentì uno sgorbutico 'non so perché non è voluto venire'.
    Mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.
    'Ci vediamo tra 10 minuti all'aeroporto. Avvisa gli altri che sono li."
    Era Matt. Arrivammo all'aeroporto, Eli baciò Chris, Sara Dom e salirono sull'aereo. Li salutai anch'io ed aspettai Matt.
    Non arrivava.
    Pensavo mi avesse dato buca, ma alla fine l'uomo dai capelli schizzati venne.
    "Scusa Fede, in questi ultimi due giorni ho pensato molto a noi."
    "A noi come fratelli vorresti dire..."
    "No, a noi come Eli e Chris, come Dom e Sara. Per questo ero sempre scontroso. Non voglio perderti."
    E lo baciai.
    Si, cavolo, baciai Matt. Davanti a tutti.
    La hostess fece l'ultima chiamata per il volo di ritorno. Dovevo scappare.
    Scoppiai a piangere sulla sua spalla. Mi guardò, mi baciò e mi diede tre biglietti.
    "Questi sono per il concerto di Roma del 6 luglio, manca tanto lo so, però sono sicuro di rivederti, tanto ho il tuo numero ora."
    Non sapevo che dire.
    "Sentiamoci in questi giorni, ricorda, tu sei mia ora!"
    Non era un addio, era solo un a presto.

    Salì anche io sull'aereo. Senti qualcuno in lontananza urlare "remember that now you're mine".
    Capi che era lui.
    Ero troppo stanca per pensare e per ricordare.
    Mi misi le cuffie, sparai 'Animals' a tutto volume e tanto per cambiare dormì, sperando di rimettere un po' in ordine le idee.

      

    Penso che il prossimo capitolo arrivi la settimana prossima. Non so bene quando, perchè devo studiare per gli esami... (-.-).
    Sarei curiosa di conoscere il vostro parere sulla storia.
    Preparatevi però , perchè i colpi di scena arriveranno a momenti.
    Ciao a turuturututti!
     
     

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    Capitolo 4
    *** Pool party ***


    "But if you close your eyes
    Does it almost feel like
    Nothing changed at all
    And if you close your eyes
    Does it almost feel like
    You have been here before
    How am I gonna be an optimist about this?"

    Stavamo ballando come pazzi.
    C'erano anche i miei genitori. Altro che motore rotto. Erano solo scuse per la festa.
    Matteo aveva portato con se la sua ragazza. Una bionda scheletrica alquanto antipatica.
    La odiavo non solo perché mi aveva portato via Matteo, ma perché aveva un carattere letteralmente di merda.
    Una fotomodella montata, che stando ai gossip tradiva Matteo con chiunque capitasse. Che stupido a stare ancora con lei.
    Ma infondo, non dovevo preoccuparmi per lui.
    Ero fidanzata, avevo un ragazzo meraviglioso, con un carattere speciale.
    Perché rovinarmi la festa per colpa di quella papera?
    Il dj mise un ballo hip hop. Eli mi prese e mi portò al centro sala. Ballavo da quando ero nata. Mi costrinse ad esibirmi.
    Tutti applaudivano.
    Dopo le foto di rito i miei se ne andarono. Mi avrebbe accompagnata a casa Matteo.
    Era diventato un amico stretto, e questo alla sua ragazza non piaceva.
    Mi cambiai la maglia, non volevo rovinarla.
    Giocammo a nascondino nel bosco, ballammo l'harlem shake (il secondo del giorno) e suonammo e cantammo sui Muse. Le canzoni erano perfette. Anche perché un mio amico sapeva imitare molto bene la voce di Matt. Ma il suo tocco mancava.
    Mi mancava troppo.

    Partimmo con il gioco della bottiglia.
    Matteo e la sua lei uscirono dalla sala.
    Pensai fossero usciti a limonare, ma dopo poco sentì urlare, la bionda entrò, prese le sue cose, blascicò un 'ciao' parecchio forzato e se ne andò.
    Matteo non la rincorse, entrò nel salone e venne a giocare.
    Si sedette accanto a me...
    "Posso parlarti?" Quella domanda mi uscì senza pensare. Non era il momento giusto.
    "Scusa..."
    "No Fede, penso di aver capito cosa mi tu debba dire. Vieni, usciamo. Qua c'è troppo caos."

    [...]

    "Che sta succedendo?" Altra domanda senza riflettere...
    "Abbiamo litigato, forse per la terza volta in tutto il giorno..."
    "Non voglio fare la moralista ne la rovina situazioni. So che ci conosciamo da poco, ma non la vedo adatta a te."
    "Sai, sei la seconda persona ad aver ammesso questo."
    "La prima chi è?"
    "Io..."
    "E allora cosa diavolo ci fai ancora insieme?"
    "Sai, pensavo che i gossip fossero tutte falsità. Ma piano piano sto capendo che non mi merita. Lei mi usa come copertura e io la uso per dimenticare."
    "Dimenticare?...se sono cose troppo personali lascia perdere.."
    "Tranquilla. Ormai sono sulla bocca di tutti dopo questa lite. Uno in meno non mi cambia nulla. Ho amato una ragazza, bellissima, irraggiungibile. Ed ora lei è volata via nelle braccia di un altro."
    "Un po' quello che provo io..."
    "Si, ma per te è diverso, tu hai raggiunto il tuo amore.
    Io no.
    E non penso di riuscirci per come stanno le cose."
    "Diciamo..." Non so perché ma mi venne naturale quella risposta.
    "Diciamo? Non sei felice ora?"
    "Sono felice più che mai. Ma sono a metà tra due scelte più grandi di me. Non penso tu possa capire..."
    "No, posso aiutarti?"
    "Tranquillo...Dai su, rientriamo che fa freddo qua."

    {...}

    Giocammo per altre due ore.
    "Gira la bottiglia daii! Oh, Matteo. Che scegli?"
    "Bacio"
    "Gira di nuovo... ohhhhhhhhhh. Federica..."
    Imbarazzo più totale.
    Ci guardammo.
    'BACIO, BACIO, BACIO', i soliti cori da ultras...
    Eravamo così vicini...ma io girai di scatto la testa e lui baciò la guancia, toccando appena la fine del labbro, sulla destra.
    Si levò un WOOOOW dal pubblico.
    Per sdrammatizzare un amico di Matteo prese la bottiglia e continuò il giro.
    Ci stavamo divertendo da pazzi.
    Alzammo tutti il gomito, gli altri per divertirsi, io per non pensare.
    Sembravamo degli ubriaconi.

    "Le persone più oneste al mondo sono gli ubriachi."

    [...]

    Ricordo solo che quattro ragazzi presero me e Matteo e ci buttarono in piscina.
    Uscì la testa dall'acqua. Matteo era accanto a me. Eravamo al centro della piscina, l'acqua era gelida.
    Cavolo era fine settembre...
    Tremavo, Matteo se ne accorse e mi abbracciò
    "Ti abbraccio anche se non sono il Matt che desideri..."
    "No, dai. Sei perfetto anche tu."
    "E com'è abbracciare questo Matt?"
    "Meraviglioso... Non sei scheletrico tu, fortunatamente..."
    Scoppiammo a ridere. Eravamo così vicini. Troppo vicini...
    "Mena sposini, uscite da quella piscina..."
    Era Eli...mi stava chiaramente avvertendo che così avrei superato il limite. Risalimmo...

    "Che diavolo stai combinando?!?!" Eli era furiosa.
    "Non ho fatto nulla..."
    "Ci mancherebbe altro!"
    "Mi è sempre piaciuto. Ma ora sto con Matthew. Ho 18 anni e non sono una bambina."
    "Si, scusa. Non voglio che qualcuno o qualcosa rovinino il tuo rapporto con Bells."
    Stranamente ci teneva tanto anche lei ai Muse, a Chris, a Matt e a Dom.

    Aveva ragione. Aveva tremendamente ragione. Non potevo innamorarmi di Matteo mentre stavo con Bells. NON DOVEVO!

    "Ho visto che stavi discutendo con la tua amica...", mi prese da bere.
    "Oh, si, tutto risolto..."
    "Dal tono della voce non sembra affatto..."
    "Diciamo che ogni tanto ho bisogno di una discussione per evitare di fare cavolate."
    "Di che cosa avete parlato?"
    "Oh, nulla di importante. Solo che non posso assolutamente dimenticare Matt perché è il mio ragazzo..."
    "Ah, capisco..."

    Come potevo dirgli la verità? Come potevo se non la conoscevo nemmeno io?
    Dovevo essere forte ed aspettare quei cavolo di 2 mesi che mi separavano da lui.
    Non dovevo farmi passare nulla di simile in mente.
    Come avrei fatto? L'avevo sempre amato...
    'Amore', quella cosa che avevo trovato e che ora mi faceva stare ancora peggio di prima...

    'Time has come to make things right'
    Chiamata in arrivo...Matt.
    "Ehi baby ti stai divertendo? Mi maaanchi"
    "Come fai a sapere della festa?"
    "Sara..."
    "Capisco. Comunque si, anche tu...Non immagini quanto..."
    "Fe mi passi Il mio idolo?", era Matteo.
    "Tieni..."
    "Pronto. Sono Matteo, un amico di Fede. Mi dispiace interrompere la vostra conversazione, ma IO TI AMO!"
    "Eh, mi dispiace. Non ricambio perché sono già impegnato."
    "Che simpatico..."
    Scoppiammo tutti a ridere.
    "Dove siete ora?"
    "California... Dio che bello."
    "Ci vedremo a Roma."
    "Si, lo so. Me l'aveva già accennato Fede. A proposito, ripassamela e controllala tu, eh!"
    "Sarà fatto, capo!"

    "Simpatico il tuo amico. Come ha detto di chiamarsi?"
    "Matteo."
    "Come meeee. No lo stimo!"
    "Smettila di fare il bimbo se no non vengo a Londra."
    "Permettiti e ti vengo a prendere io da casa..."
    "Fallo."
    "Va bene. Sto arrivando..."
    "Dai idiota, scherzo..."
    "Ma io no! Verrei sino in capo al mondo a prenderti."
    "Mi sto sciogliendo...che dolce che sei."
    "Dolce o no. Sono Matthew James Bellamy, amo Fede e sfortunatamente devo andare a provare...
    Meno due mesi alla partenza. Woooah. Ci sentiamo Mrs. Bellamy."
    "A dopo Matt..."

    Due mesi. Due fottuti mesi e l'avrei rivisto. Due mesi e avrei capito davvero la persona giusta per me.

    "Siamo definiti dal fatto che nessuno riesce a definirci."


     

    Ciaaao Quinto capitolo. Finalmente. Pronti per ciò che non avreste mai immaginato?
    Scusate se è corto. Ma è un capitolo di passaggio. Penso che il prossimo arrivi sabato prossimo.
    La prima canzone è dei Bastille, Pompeii. La amo.
    Alla prossima!

     
     

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    Capitolo 5
    *** To Rome with love ***


    Feci il punto della situazione di nuovo, forse per la quinta volta in due giorni. Stavo tornando a casa, dopo un viaggio di pochi giorni a Londra dove avevo incontrato i miei Idoli, li avevo sentiti cantare, avevo cantato con loro e avevano cantato per me per il mio diciottesimo compleanno.
    Dom e Chris erano felici con le due ragazze.
    E poi?
    E poi mi ero innamorata anche io. Ero felice.
    Avevo dimenticato l'amore della mia vita.
    Matthew James Bellamy da idolo irraggiungibile era diventato nell'arco di poche ore conoscente, amico e poi compagno. Compagno con il quale trascorreresti una vita, anzi, due, tre, quattro...
    Aveva detto che ero sua.
    Ma ora sapevo di dover stare attenta. Anche Eli e Sara lo sapevano.
    I ragazzi potevano avere qualsiasi donna ai loro piedi, qualsiasi modella, star...
    Invece avevano scelto noi.
    Tre semplici ragazze italiane.
    Ma perché l'aveva fatto l'ultimo giorno?
    Forse non si aspettava la mia partenza anticipata.
    Non trovavo una giusta risposta alle domande che mi balzavano in testa.
    Cosa avrei dovuto fare?
    Chiamarlo?
    Mandargli un messaggio?
    Preferì non fare nulla e aspettare una sua mossa.
    Avevo troppi perché in testa, che tra l'altro stava per scoppiare.
    Eli e Sara erano troppo felici, quasi quasi le invidiavo.
    Senza troppe domande e troppi perché a cui rispondere in così poco tempo.
    A cui non trovavo risposte, forse rimaste lì a distanza di chilometri.

    Mentre ero assorta nei miei pensieri un 'trill' mi distrasse.

    Era Matt.
    'Mi manchi già. Dove siete?'
    Risposi senza aspettare un attimo.
    'Appena scese dall'aereo a Milano. Volo noiosissimo, ho passato il tempo ascoltando tre vostri capolavori. Ora stiamo andando a prendere l'altro aereo per Roma.'
    Due secondi dopo ritrillò il telefono.
    'Scommetto su Animals e Knights of Cydonia. Le hai ascoltate sempre a Londra, volevi sempre che te le cantassi.
    Per la terza sono in dubbio tra Unintended e Time is running out, penso sia la prima...'
    'E no caro, sta volta ti sbagli. Significa che non mi conosci bene, allora. Era Panic Station. Non mi volevo deprimere troppo. La distanza mi sta uccidendo.'
    Sta volta ci volle più tempo per attendere la sua risposta.
    'Ora ti ammazzo! Dai, due su tre non è male. Visto che pazzoidi in quel video?
    Quanto erano bone le giapponesi...
    (Ora mi strozza)... Ti amo! Ah, ho prenotato l'aereo per voi tre. Verrete qui durante le vacanze di Natale, ok?
    Dom e Chris sono stra felici. Di a Eli di eliminare le canzoni superflue dal cellulare. Sa lei...
    Ci sentiamo che stiamo per partire per il tour in California, davvero sta volta.
    Ti amo, tuo Bells'

    Non ci potevo credere. L'avrei rivisto tra due mesi.

    "C'erano questi tre pieni di energia, di rabbia e di divertimento per quello che facevano, senza nessun riguardo, nessun obbligo e nessuna spiegazione o simulazione di ragionevolezza per nessuno."

    Salutammo i compagni e la Signora Ho. Ognuno prendeva aerei diversi. La Ho tornava nella City, gli altri chi a Bergamo, chi a Verona, chi rimaneva a Milano.
    Solo noi tre eravamo rimaste insieme.
    Approfittai del momento per chiedere alla Belen perché mi aveva bloccata all'andata.
    Mi spiegò che non voleva che mi allontanassi, perché non voleva perdermi sulle piste di Ciampino.
    Risi, e quel sentimento di odio che avevo provato sino ad allora finì.
    Ci aveva concesso di saltare tutte le attività senza problemi.
    Dissi a Eli e a Sara del viaggio programmato per Natale. Mi dissero di ringraziare Matt.
    Le ragazze non vedevano l'ora di riabbracciarli.
    Anche io...

    "She dreamed of para-para-paradise,
    Para-para-paradise"

    Avevo foto dei Muse ovunque nel cellulare. Le organizzai nella cartella 'To London with love' e spensi quel dannato marchingegno.
    Il secondo volo fu divertente. Non so ne il perché ne il come, ma venne in testa ad un ragazzo di ballare l'harlem shake.
    Cavolo che risate!
    Soprattutto quando l'assistente di volo iniziò ad urlare che dovevamo sederci.
    Questioni di sicurezza, bla bla bla.
    Fino alla fine venne anche lui a ballare.

    [...]

    Dopo un'ora di volo arrivammo, finalmente. Salutai Eli e Sara.
    Non per sempre.
    Ci saremmo riviste come al solito la mattina dopo per andare a scuola.
    Che brutta quella parola. Mi avrebbe riportato alla vita di merda che avevo prima.
    All'aeroporto non trovai i miei genitori stranamente.
    Perché non erano venuti? Eppure li avevo avvisati. Cosa era successo?
    Trovai una chiamata di mamma ed un messaggio.
    'Si è rotto il motore della Polo sotto casa. Prendi un taxi che poi paghiamo appena arrivi.
    Scusa, baci!'
    Uscì dagli arrivi più sconsolata che mai, pronta a rimanere una notte in aeroporto.
    Non era per niente un giorno fantastico...
    Mentre stavo aspettando un taxi invano mi sentì bussare sulla spalla.
    Era il ragazzo di cui ero innamorata, non Matt, quello che mi reputava una conoscente.
    Si chiamava Matteo.

    'E tu cosa cavolo ci fai qui?'
    'Ciao eh, sono appena tornata da Londra, ma nessuno mi può venire a prendere perché si è rotto il motore della macchina. Tu?'
    'Ciaaaaooo. Cavolo che sfortuna, sto tornando da Verona. Se vuoi ti posso dare un passaggio io.'
    'No dai, non ti preoccupare.'
    'Insisto. Anche perché mi devi raccontare della tua avventura con i Muse'.
    'Come cavolo fai a saperlo?'
    'La maglia...'
    Avevo ancora la loro maglia addosso. Quella maglia che aveva fatto iniziare tutto. E che faceva continuare il ricordo all'infinito.
    Prese la mia valigia, da perfetto gentleman e mi accompagnò alla macchina.
    Durante il viaggio gli raccontai tutto, il jet, la ruota panoramica, lo studio di registrazione e via dicendo... Compreso il bacio.
    Era anche lui un fan dei Muse.
    Quello sconosciuto stava diventando piano piano sempre più interessato a me.
    E questo mi faceva piacere.
    Anche se stavo con Matt...
    'Com'è stato cantare con loro? Come ti sei sentita quando hanno cantato per te?'
    'È stato bellissimo. Aspetta che ti faccio vedere una cosa.'
    Aprì youtube e gli mostrai il video della studio, quello nel quale ci eravamo bagnati tutti.
    'Cavolo. Hai anche suonato accompagnata da Dom alla batteria, da Chris al basso e da quel fantastico falsetto! Che fortuna!
    Com'è abbracciare Matthew?'
    Rimasi un attimo in silenzio. Non sapendo cosa rispondere.
    'All'inizio sembra di abbracciare delle ossa, ma poi ti ci abitui.
    È stato spettacolare, peccato che ora siamo distanti tantissimo.'
    Rimase di stucco nel leggere 'Mrs. Bellamy' sulla maglia.
    Era felice per me, ma anche parecchio sconvolto.
    'Era scherzoso, simpatico e dolce?', 'Perché Mrs. Bellamy?', 'E Chris ti ha spiegato come si pronuncia il suo cognome?'
    Sparava domande a raffica...

    'Ehi ehi, calma. Ora ti spiego tutto. Una cosa per volta!'.
    'Per la cronaca, si pronuncia come lo scrivi.'
    'E come si scrive?'
    Scoppiammo a ridere.

    Mi sentivo benissimo.
    Avevo a due centimetri l'amore di una vita.
    E a distanza di chilometri quella persona che mi aveva fatto perdere la concezione della realtà.

    "She burns like the sun."

    Dopo una spiegazione durata più o meno mezz'ora aggiunse:
    'Ah, ho dimenticato di farti gli auguri per il tuo diciottesimo, dato che eri lì a Londra.'
    'Oh, grazie tante!'
    'Senti, ti dispiace se passo da un mio amico, che devo prendere una cosa?'
    'Tranquillo dai, tanto siamo sulla strada.'
    Rimasi lì a pensare fin quando arrivammo ad una sala ricevimenti.
    'Che ci facciamo qui?'
    'Devo prendere una cosa da Manuel, il figlio del proprietario. Scendi anche tu dai.'
    Attraversammo un cortile alberato ed entrammo in una sala buia.
    Di colpo si accesero le luci e...
    'SORPRESA!'

    Nella sala c'erano tutti, Eli, Sara, e tutti i miei compagni di classe.

    'Se Fede non organizza la festa, la festa va da Fede', si misero ad urlare.
    Guardai Matteo con l'espressione 'tu ne sai qualcosa?!?'
    Lui mi sorrise e andò a salutare alcuni suoi amici...
    C'erano tutti. Ed erano lì per me.
    Per quella stupida ragazza italiana che non sapeva cosa fare e soprattutto chi amare...

    La giornata stava migliorando...

    "When you've seen, seen too much
    Too young, young
    Soulless is everywhere
    Hopeless time to roam
    The distance to your home
    Fades away to nowhere"

    Ciao a tutti! Volevo solo far notare ai meno attenti che Matteo-Matt non è stata una scelta casuale.
    Il quinto capitolo arriverà prima  delle prove scritte, penso. Prima dell'invalsi. (-.-)
    Vi sta piacendo? Lo spero tanto...
    Scusate se è corto.
    Le canzoni, tranne eccezioni rare (tipo quella di oggi), sono tutte dei Muse.
    Al prossimo capitolo!

     

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    Capitolo 6
    *** Let's go back to the start ***


    "And my plug in baby
    Crucifies my enemies
    When I'm tired of giving"

    20 dicembre ore 11.

    "Allora ragazzi. Purtroppo la prof di Filosofia non sta bene, quindi potete andare a casa.."
    Urla di approvazione.
    "Calmatevi. Ci vedremo tra due settimane." La preside uscì dalla sala accompagnata dal ticchettio isterico delle sue scarpe...
    Ultimo giorno di scuola, cavolo.
    Questo significava Natale, quindi niente compiti, quindi riposo, quindi Musica, quindi Muse, quindi viaggio a Londra...
    Sarei partita il giorno dopo.
    Uscì da scuola, davanti a me trovai Sara e Eli felici come non mai.
    "Che ci fate qui?"
    "Tutte le scuole hanno fatto assemblea. Tranne voi.."
    "Si, ma la prof non è venuta ed abbiamo due ore libere..."
    "Dai, andiamo a fare un giro."
    "Bu! Ho voglia di gelato." Aggiunse Eli.
    "Andiamo!"
    Andammo in centro, in un bar molto carino, il gelato era buonissimo e ci stavamo divertendo molto a non farlo sbrodolare ovunque...
    (Si, il gelato a dicembre. Siamo malate)
    "Ciao ragazze!"
    "Oh, ciao Matteo. Anche tu qui!" Eli e Sara erano così allegre. Io non avevo tanta voglia di parlare...
    "Si, assemblea... Tutto bene?"
    "Si dai."
    "Fede, che hai?"
    "Oh, nulla. Sono stanca. Ho solo voglia di partire..."
    "Quando andate?"
    "Domani alle 9. E siamo completamente felici, vero Fede?"
    "Uh, ehm, si..." Risposi senza badare...
    "Scusate ma ho bisogno di stare un po' da sola."
    "Vabbe dai facciamo così. Ci vediamo sta sera qui, Ok?", propose Matteo.
    Annuimmo tutte. Presi le mie cose e me ne andai.
    Matteo mi rincorse.
    "Si può sapere che hai? È da un paio di giorni che rispondi male anche ai miei messaggi...Che diavolo ho fatto?"
    "Tu nulla.È solo colpa mia..."
    "Cosa è successo?"
    Cosa potevo rispondergli se non lo sapevo nemmeno io?
    "Nulla, sono stanca ed ho un po' di mal di testa."
    "Ormai ti conosco, sento quando c'è qualcosa che non va."
    Aveva ragione...Era diventato il migliore amico che non avevo mai avuto...

    "I never let you go if you promise not to far away, never far away."

    "È solo che sono molto confusa. Troppo confusa..."
    "Spiegami, così ti posso aiutare."
    "Sai quella sensazione che provi quando sai di essere davvero fortunata e felice?"
    "Quella che provavo con la mia ex..."
    "Appunto, hai usato il verbo giusto. 'Provavo'...Ora è sparita ed ha lasciato il posto a qualcosa di troppo brutto..."
    "Un buco nello stomaco?"
    "Si. Non so come spiegartelo..."
    "Ci provo io. È come se le tue certezze, la tua felicità, fossero crollate. Non hai più nulla in cui credere, da usare per confortarti. È giusto o mi sto sbagliando?"
    Aveva tremendamente ragione.
    "Ho provato la stessa cosa la sera del tuo compleanno. È stata una festa bellissima, per carità. Ma lei ha rovinato tutto, fino a quando..."
    "Fino a quando cosa?"
    "Ne parliamo dopo. Devo andare, scusa."

    Cosa voleva dire?
    'Ma lei ha rovinato tutto, fino a quando...'
    'Abbiamo giocato insieme..' Troppo banale
    'Ci siamo ubriacati.' Questa si, poteva essere
    'Non ci ho pensato più ' ecco, anche questa potrebbe andare bene.
    'Ci hanno buttato in piscina e ci siamo abbracciati. Siamo stati vicini come non mai.'...
    Ecco, questa era la risposta che volevo.
    Questa era la risposta che mi spaventava.
    'Noi', vicini come non mai.
    Io e lui. Non io e Matt. Era tutto sbagliato, dannazione.
    Avevo fretta.
    Ma non di partire.
    Di ascoltare la sua risposta.

    [...]

    Che bella giornata che stavo trascorrendo...
    Il treno aveva fatto buca. Erano le 7 ed avevo appuntamento con gli altri mezz'ora dopo.
    'Mattè, sono bloccata alla stazione. Non posso venire. Pazienza.'
    Scrissi con troppa rabbia quel messaggio.
    Nessuna risposta. Nessuna risposta nell'arco di 15 minuti.
    E, per rovinare ancora di più la situazione, ta daaan la pioggia.
    Presi la saggia decisione di incamminarmi verso casa.
    Misi ad alto volume Plug in Baby, mi misi il cappuccio e mi incamminai.
    34 secondi di un favoloso intro e poi? E poi quel dannato falsetto. Mi misi a cantare, o meglio urlare...

    "Forse è il caso di dimenticare chi abbiamo perso e pensare alle persone che sono ancora nella nostra vita."

    Ed ecco che un urlo mi rovinò il ritornello. Ma non era qualcuno che gridava, era qualcuno che cantava dentro una macchina. Accostò a me. Chi poteva essere se non...
    "Mattè mi hai fatto spaventare. Che ci fai qui?"
    "Sono venuto a prenderti."
    "A prendermi?"
    "Si, ricordi il motto 'Se Fede non organizza la festa, la festa va da Fede'?, bene. Eccomi..."
    "Ti a..."
    "Ti a...cosa?"
    "Ti ammazzo..."
    "Non solo ti vengo a prendere, pure da sopra..."
    "Sei troppo..."
    "Troppo bono, figo, strafamoso, fantastico, meraviglioso?"
    "Si, tranne i primi tre si."
    "Mi sono offeso..."
    "Povero bimbo."
    E mi baciò sulla guancia.
    Accesi la radio. C'era Follow me su Rtl. Ci mettemmo a cantare come pazzi, poi mi zittì.
    "Ti manca vero?"
    "Si, tantissimo, ma..."
    "Ma non è quello il problema, giusto?"
    "Come fai a saperlo?"
    "Ormai ti conosco."
    "Scusa se ti ho assillato con i miei problemi..."
    "Tranquilla, io ci sono e ci sarò sempre, ora scendi che siamo arrivati..."

    [...]

    Trascorremmo tutta la serata scherzando e ridendo.
    Matteo propose di accompagnarci la mattina dopo all'aeroporto, ma Eli e Sara rifiutarono l'invito.
    Avrebbe accompagnato solo me...
    Dopo altre due ore ci accompagnò a casa, era l'unico ad avere la macchina, io salì, mi cambiai e misi tre sveglie, per non fare ritardo.

    "But
    This is your heart.
    Can you feel it? Can you feel it?"

    Altro che tre sveglie. Alle 5 ero già in piedi, un misto tra eccitazione e sonno stavano dominando il mio corpo.
    Aprì l'armadio, mi misi la maglia che mi avevano regalato il giorno del mio compleanno, un jeans ed il plettro dei Muse... Ero pronta.

    7:19:08

    'Driiin'...
    Era arrivato. Scesi di corsa...
    "Buongiorno Mrs. Matt"
    "Matt? A chi ti riferisci?"
    "Oh, vedi te...", e prese i bagagli e mi aprì la portella come un gentleman.
    "Pronta?!?"
    "Si, eccitata al massimo!... Comunque, c'è qualcosa che devi dirmi?"
    "Mmh, naah.." Rispose evasivo..
    "Non abbiamo più continuato il discorso dell'altro giorno..."
    "Ah, si, vero... Ma è una sciocchezza lascia perdere..."

    Matteo cercò di conversare, ma non ci riuscì. Rimasi in silenzio per tutto il viaggio.

    "Tra 200 mt girare all'uscita Ciampino."

    Il navigatore con la voce da Baz mi fece capire di essere arrivata.
    Eli e Sara erano già sul jet.
    Mancavo io, ero in orario.
    Matteo mi accompagnò fino sotto al jet.
    "Finiamo il discorso di prima,vuoi?"
    "Vai..."
    "Bene, cosa dissi?"
    "Lei ha rovinato tutto, fino a quando..."
    "Ah, si...fino a quando non mi sono accorto di una cosa..."
    "Spiegati meglio..."
    "Che non ero davvero innamorato di lei..."
    "E questo lo so!..."
    "Lasciami finire..."
    "Non ero innamorato di lei, perché amavo un'altra..."
    "Tipo?"
    "Tipo te...."

    Una voce interruppe tutto...
    "Ultima chiamata per il jet privato per Londra. Si prega di salire subito a bordo."

    "Ti amo, Fede. Me ne sono accorto alla festa. Ti ho abbracciato e non ci ho capito più nulla..."
    "Anche io ti amo."
    L'avevo ammesso, sia a lui che a me stessa...
    "Ma ora sei fidanzata.."
    "Già..."
    "Ci vediamo allora..."
    "Ti amo...ehm ti ammazzo."
    "Non lo smetterò mai di dire. Lo ripeterò all'infinito. IO TI AMO. E giuro che un giorno sarai mia! Lo giuro su tutto quello che ho."
    "Hai me..."
    "Lo giuro su di te. Ricorda: After all you are my wonderwall"
    Lo baciai sulla guancia e scappai sull'aereo...

    {...}

    "FEDEEEEEE!"
    "Ragazzeeee!"
    "Ci sei mancata!"
    "Ci siamo viste ieri!"
    Scoppiammo a ridere. Mi venne un attacco di sonno, mi misi le cuffie con Whatever sparato a tutto volume e dormii per tutto il viaggio...

    "SIAMO ARRIVATEEEEEE!"
    Eli mi svegliò urlando...
    Mi buttò giù dal divanetto. Scese di corsa le scale e saltò su Chris.
    Scesi giù con le lacrime agli occhi ad abbracciare Matt, ma lui non c'era.
    " sbaglio o manca qualcuno?"
    "Uhm, già, vero..." Rispose vago Chris.
    Sentì un rombo di motori sulla mia testa. Alzai lo sguardo e vidi un aereo che iniziò a scrivere nel cielo "IO TI AMO".
    Il bolide pochi minuti dopo atterrò accanto a noi, da esso uscì un Matt tutto raggiante.
    "Sono arrivato Baby"
    Oooh "Baby", quella parola che aveva usato sulla ruota quando ci eravamo conosciuti. Che bei ricordi...Matthew o Matteo, era giunto il momento di capire e di scegliere. Non potevo far soffrire Bells, ma nemmeno Matteo. Dovevo solo fare chiarezza con me stessa. "solo"...
    Gran bel casino... Ora volevo solo godermi Londra, Matt e i Muse.

    "Dai su forza andiamo!"
    E l'avventura a Londra era appena iniziata.

    Scusate per il ritardassimo. Spero vi piaccia! ultimamente ho avuto parecchi problemi, anche con il pc. Voglio continuare questa storia. Le sorprese arriveranno tra massimo 2 capitoli. Solo un po' di pazienza ancora!
    byeee

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

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    Capitolo 7
    *** City of Delusion ***


    "hopelessly I'll love you endlessly hopelessly I'll give you everything but I won't give you up"

    Il rombo delle Lamborghini copriva il ritornello di questa splendida canzone. Matt cantava coprendo la sua stessa voce.
     Che idiota!
    Eravamo appena arrivati a Teignmouth. Dom, con il volto cuccioloso da bimbo, propose di andare nuovamente in spiaggia... Come si poteva dire di no a quegli occhi angelici? Ci sdraiammo e usammo Chris come ombrellone. Avevamo bisogno di ombra... Le ragazze comprarono un pallone da un signore che passava e iniziarono a giocare con il trio a pallavolo, o meglio, beach volley...
    Non mi andava di giocare, volevo solo del tempo per me...
    Volevo riflettere...
    Chiusi gli occhi.
    Sentì solamente tante braccia che mi stavano alzando. Aprì gli occhi per capire cosa stesse succedendo intorno e vidi 10 braccia che mi presero e mi buttarono di sacco in acqua.
    "COSA DIAVOLO?! IO VI ODIO." Corsi fuori urlando, presi Matt e lo trascinai in acqua. Cadde su di me, avvicinò le sue labbra alle mie e mi baciò...
    Chris, Eli, Sara e Dom ci seguirono a ruota e si tuffarono anche loro... Era inverno, però l'acqua non era molto fredda. I passanti ci presero per pazzi... Dio che figura!
    "Ragazzi, ho bisogno di parlare con Matt. Andiamo a fare un giro qui intorno...""Nel frattempo noi giochiamo!" Aggiunse Dom con la voce da bimbo.

    [...]

    "Che è successo?"
    "Ti volevo un po' parlare in privato."
    "Dimmi tutto! Sono qui pronto ad appoggiare qualsiasi tua scelta."
    "Ti ricordi di Matteo, vero?"
     "Quel tuo amico simpatico! Il mio omonimo. Certo!"
    "Bene, ti devo confessare una cosa...."
    "Dimmi pure!"
    "Quel Matteo è stata una delle persone di cui io ero innamorata davvero, un po' come un amore irraggiungibile..."
    "La tua prima cotta?"
    "No, non era una semplice cotta. Lo amavo alla follia."
    "Capisco..."
    "Non dovevo parlartene..."
    "No, hai fatto benissimo. Ma credo che tu non mi abbia detto tutto.."
    "Mmmh. Riesci anche a capirmi meglio di chiunque altro!"
     "Modestamente, io sono il tuo ragazzo."
    (Ok, stavo crepando a terra..)
    "Allora, diciamo che lui si è fatto molto vivo ultimamente, non solo come amico..."
    "Cioè?" Aggiunse con un tono misto di rabbia e disgusto.
    "Cioè ha ammesso di amarmi."
    "E tu che hai fatto?"
    Stranamente Matt non stava reagendo...
    "Lui ha subito aggiunto 'ma tu sei fidanzata' ed ha sottinteso il 'con il mio idolo', quindi..."
    "Quindi non mi devo preoccupare, suppongo.."
    "Esatto..."
    Eravamo arrivati alla fine del molo.
    "And if we die, we die together, ricordi Matt?"
    "Certo!"
    "Quindi non sei arrabbiato con me?"
    "Perché dovrei? Io mi fido di te."
    "Perfetto, allora..."
    E lo baciai. Fu uno dei baci più belli della mia vita. Ok, stavo baciando il mio idolo, che ora era tecnicamente il mio "ragazzo".
    Non ci potevo credere, non aveva reagito, non aveva fatto una piega, ma, da uomo, aveva intascato il colpo e assorbito tutto senza commenti.
    Come si fa a non amare un uomo così?
    "E se moriamo, moriamo insieme. Vero?" Aggiunse con un ghigno.
    "Certo!"
    Mi prese la mano e si tuffò giù dal molo.
    "Si, moriamo insieme... Ma se continuiamo così moriamo congelati a mo' di Titanic..." Rise.
    Amavo quel dannato sorriso. Amavo perdermi in quel dannato sorriso.
    "Raggiungiamo gli altri che è abbastanza tardi dai!"
    "Ti seguo pwoper a ruota!"

    […]

    "Scusa, ti volevo chiedere una cosa.."
    "Dimmi pure Bells!"
    "E se ti trasferissi qui?"
    "Qui!?"
    "Perché, che c'è di strano?"
    "Oh, è una bellissima città, per carità. ma..."
    "Ma cosa?"
    "Ma non posso lasciare la mia vita precedente e crearne una nuova in un attimo, mi ci vuole del tempo!"
    "Del tempo quanto?"
    "Un mese, due, tre, un anno..."
    "Io aspetterò anche una vita o due per averti qui con me."
    "Ti amo!"

    Free me
    Free me
    Free me from this world
    I don't belong here.


    "Che fine avevate fatto?" Disse Sara preoccupata...
    "Tutto ok! Abbiamo solo fatto una chiacchierata!"
    Squillò un telefono. Era quello di Chris. Era Tom. Mise il viva voce.
    "Ragazziiiii, siete stati nominati per il Grammy! La premiazione è questa sera!"
    "Cosa? Davvero?WOOOOOOAHHH"
    "Preparatevi, alle nove dovete essere lì!"
    Non ci potevo credere. Nominati per il Grammy. Presi il cellulare. Digitai quei dieci numeretti e inviai un messaggio: "sono stati nominati al Grammy. Non ci sto credendo."
    Due secondi dopo mi arrivò la risposta di Matteo."In bocca al lupo a tutti! L'Italia sta incrociando le dita per loro!"
    Stavo quasi per dire che Matteo li augurava buona fortuna, ma evitai ripensando alla faccia di Bells di prima.
    "Ragazze, ovviamente voi verrete con noi alla premiazione!" Aggiunse Dom.
    "Uh, ehm, in che vesti?" Rispose provocatoria Eli.
    "Sara, tu come la mia ragazza." La indìco Dom...
    "Tu Eli come la mia!" Aggiunse il gigante dal cognome impronunciabile..
    "Bene, siamo tutti..." Rispose Matt...
    Chris decise di mettersi nei guai: "Mmmh, manca qualcuno..."
    "Già, chi sarà mai?" Rispose Matt...
    "Ah, si Fede...tu, emh sarai la fan sfegatata che ho conosciuto al concerto. Amica delle ragazze di Dom e Chris."
    "Ah, ok.."
    Due ore dopo eravamo pronti. Arrivammo, sobriamente, molto sobriamente, con le tre Lamborghini...
    Flash e 'cheeeese' partirono ancora prima di mettere un piede fuori dalla macchina. Quella sera eravamo anche noi le star! Uscirono Dom e Chris seguiti dalle ragazze. Ed ecco i paparazzi urlare:" Who are these two girls?""Con l'eleganza di un nobile Chris zittì tutti e le presentò.
    "Questa è Eli, la mia ragazza!"
    Partirono applausi, fischi, commenti e foto.
     Poi toccò a Dom."Questa è Sara, la mia ragazza!"
    Di nuovo applausi e foto. Poi uscimmo io e Matt dall'auto. Sta volta il coro era diverso...
    "Who is she?!"
    Matt rispose secco: "She is Fede, a Sara and Eli's friend."
    Di nuovo foto, ma nessun applauso...
    Partì un altro coro: "Bacio, bacio, bacio!" Diretto a Dom e Chris, che accontentarono subito i fan e i reporter. Entrammo nella sala. Ci accomodammo aspettando i risultati della "gara".L'attesa era interminabile. Matt mi strinse circa 12 volte la mano, così come mi disse 12 volte "I'm gonna win."

    Race, life's a race
    And I'm gonna win
    Yes, I'm gonna win
    And I light the fuse


    L'ansia era palpabile nell'aria...Sul palco comparve una bellissima Rihanna.
    "Buonasera Genteeee! Finalmente siamo giunti a questo punto! La consegna dei Grammys! Siete carichi?""Yeeeeaaaah" C'erano circa 60 mila persone alla premiazione, più tutto il mondo davanti alla tv."Bene. Tra un po' arriva la busta. Chi sarà il vincitoreeeee?"
    Il pubblico iniziò a fare tutti i nomi possibili ed immaginabili.
    Si spensero le luci di botto. Una busta volò giù dal tetto e cadde precisamente nelle mani di Rihanna. Bellissimi effetti speciali.
    Suspance.
     "Oooooooooooooooooooooooooohhhhh oooooooooooooooohhhhh oooooooooooooooooh. Ed il Grammy quest'anno va a..."
    Non ci speravo più. Ormai ero convinta che non ce l'avrebbero fatta. Non erano i migliori in quella sala, erano delle "divinità" per noi fan, ma non potevano essere amati da tutto il mondo...
    "Devo dire, che personalmente la vittoria è più che meritata, perché anche io amo ascoltare questo genere di musica, e soprattutto, spero in una collaborazione..ma vabbe..Il premio va a........"
    Stavo sudando. Sudando freddo.
    "Ai Museeeeee! Un applauso gente!"
    La sala si riempì di applausi e fischi di approvazione. Ce l'avevano fatta! Li trascinarono sul palco.
    "Questo era il nostro sogno, ed ora l'abbiamo realizzato. È stato il frutto di un lungo lavoro, ora voglio solo ringraziare i miei compagni, Chris, Dom, Morgan e Tom e le rispettive compagne...Ma, personalmente, il merito va a quella persona che mi ha reso felice ultimamente, che non è qui, purtroppo..."
    Si riferiva forse a suo padre, o a sua madre...
    "È lì tra il pubblico...""Dov'è?! Dov'è?!"
    Matt scese, pensavo stesse venendo da me, ma invece andò alla fine della sala... Io non mi voltai. Non volevo proprio vedere. Intanto i giornalisti fotografavano...Non ero più la sua ragazza...Avevo sbagliato a dirgli di Matteo.
    " Perché se ti innamori, ma parlo di amore vero, non importa se tu ami quella persona da un giorno o da cento anni. tu l'amerai sempre e comunque nella stessa maniera."
    Presi il cellulare ed invia un messaggio a Matteo."Li hanno premiati."Rispose subito. "Come stai?" Forse convinto di sentirsi dire felicissima, eccitata e robe del genere..." Palle piene, cuore rotto, pazienza esaurita." La risposta non si fece attendere.
    "Perché?""Poi ti spie..."
    Non feci nemmeno in tempo a continuare la frase che mi sentì toccare la spalla.
     Era Matt, che tutto affaticato dalla corsa, mi prese e mi baciò davanti a tutta la platea. Mi prese e mi invitò a salire sul palco. Guardai il cellulare ed inviai quella frase spezzata a Matteo...
    "Questa è la persona alla quale devo tutto."
    "Ma non era una fan?" Rispose serio un giornalista...
    "Ma ti pare che porto una fan trovata in giro ai Grammy?"
    Risero tutti. Alla fine risi anche io. Uscimmo dalla sala eccitati e felici. Andammo a cena, Sara aveva una fame tremenda. Alzammo parecchio il gomito. Loro felici della vittoria, io del mio ragazzo. Dovevo ancora abituarmi a chiamarlo "ragazzo".Tutti quei poster che avevo in camera non erano più del mio idolo e della sua band, ma del mio ragazzo. Era troppo bello da dire. In più ora tutto il mondo o quasi mi conosceva. Non volevo essere popolare, non volevo essere conosciuta come "la ragazza di Bellamy", ma semplicemente Fede. Non mi interessava il successo o la fama, volevo solo essere felice...I dubbi stavano scomparendo. Anzi, erano scomparsi del tutto. Era Matt che amavo ora, non Matteo. Lui lo sapeva e doveva solo mettersi l'anima in pace ed aspettare e sperare nel futuro. Chissà cosa sarebbe accaduto da li ad un mese, due...

    Il tempo renderà vere le cose

    Il nostro viaggio a Londra era iniziato con il piede giusto. Erano circa le cinque di mattina. I ragazzi ci accompagnarono in hotel. Eravamo troppo stanche e ubriache per ridere e scherzare ancora, se ne accorsero e decisero di fermare i festeggiamenti. Salì di corsa in camera. Dovevo assolutamente chiamare Matteo. Avevamo prenotato tutte stanze singole, quindi avrei parlato con tutta tranquillità."Posso chiamarti?" Inviai di corsa. Non mi stava rispondendo, cavolo erano le sei in Italia, c'erano di mezzo le vacanze. Era normale dormisse. Andai in bagno a sciacquarmi un po'. Ero inguardabile. Occhiaie, sbornia e alito da paura. Ero un mostro...Mentre contemplavo la mia immagine al specchio il telefono squillò. Riconobbi subito quel numero. Era di..
    "Matteo!"
    "Fedeee! Mi manchi."
    "Anche tu tanto."
    "Davvero?"
    "Si, mi manchi più di tutti. Anche più di me stessa..."
    "Mmmh...cosa intendevi prima con quel messaggio?"
    "Nulla...sono stremata, ho occhiaie e puzzo di alcolici."
    "Bel modo di festeggiare!"
    "Insomma! Mi sento tutta rimbambita."
    "Quando torni?"
    "Presto."
    "Comunque ti volevo parlare.."
    "Dimmi tutto Matté!"
    "Allora, volevo chiarire tutto quello che è successo..."
    "Tranquillo. Solo amici, vero?"
    "Uh ehm si, solo amici...comunque ti devo lasciare purtroppo. Rischio di svegliare i miei."
    "A dopo!"
    "Ti amo. A dopo Fede." Chiusi la chiamata. Non credo volesse un'amicizia. Ma intanto, ora stavo con Matt, anche se in fondo mi dispiaceva.
    "Alla fine cosa rimane, se non il peso dei ricordi?"

    No-one is going to take me alive
    The time has come to make things right


    "Ma che diavolo!?" Mi svegliai di soprassalto. Era circa l'una. Mi stavano chiamando. Trovai 21 chiamate senza risposta. Mamma, Zia, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo,Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo, Matteo,Matteo.
    Mi richiamò per la ventesima volta.
    "Pronto!"
    "Fede, mi hai fatto prendere un accidenti."
    "L'accidenti me l'hai fatto prendere tu quando ho trovato 21 chiamate senza risposta."
    Rise."Mi volevo scusare per ieri."
    "Perché? Che hai fatto Matté?"
     "Nulla, ho sbagliato a dirti 'ti amo'."
    "Nulla è sbagliato se ti rende felice. Per carità, ognuno può fare quello che vuole, però anche io ti amo."
    "Davvero?"
    "Si. Chi non amerebbe quel ragazzo che ti viene a prendere all'aeroporto, che ti organizza la festa, che ti viene a prendere sotto la pioggia e che c'è sempre stato..."
    "E sempre ci sarà. Promesso."
    "Non so come farei senza di te."
    "Quindi ti manco?"
    "Eh si, caro mio."
    "So che sei impegnata con Matt. Ti sembrerò stupido, ma..." E si fermò.
    "Dimmi pure!"
    "Esisterebbe un 'noi', se non ci fosse Matt?".
    "Certo... Ma esiste anche ora e continuerà ad esistere fino a quando...." E mi stoppai.
    "Fino a quando cosa?"
    "Esisterà un noi fino a quando non ci separeremo."
     "Ti giuro che non lo farò mai. Non ti lascerò mai."
    "Nemmeno io. Ora ti devo lasciare migliore amico!"
    "Ciao migliore amica."

    [...]

    Corsi fuori. Corsi ad abbracciare Matt, che era giù ad aspettarci. Ero l'unica pronta oltre ai tre.
    "Da quanto aspettate?"
    "Uno, due secoli."
    "Uh, ehm si vede l'età che avanza."
    "Simpatica." Rispose un Dom più o meno sobrio.

    Change everything you are and everything you were.

    "Oggi vi portiamo allo zoo."
    "Allo zoo?" Rispose Sara appena arrivata.
    "Si, vi dobbiamo far vedere le vostre sorelle scimmie." Disse Dom.
    "Simpatico." Risposi io, completamente sobria. Le tre Lamborghini ci stavano aspettando.
    La visita allo zoo fu bellissima. Una scimmia rubò il cappello di Chris e mi toccò rincorrerla e rispondere ad una estenuante trattativa. La scimmia ebbe una banana, io il cappello. Chris mi guardò come un bimbo tutto contento dopo avergli restituito il palloncino perso. Sulla strada per l'hotel mi arrivò una chiamata che mi gettò nel panico più totale.
    "La nonna non sta bene."
    "Sto tornando."
    "Ma Fede, il tuo viaggio. Il tuo ragazzo..."
    "Mamma sto tornando."
    Matt mi accompagnò di corsa in aeroporto. Eli e Sara mi pregarono di tornare a casa con me. Ma io le obbligai a rimanere li e godersi la vacanza.

    [...]

    "Tutto bene" fu il messaggio che inviai a Matt.
    "Mi manchi."
    "Anche tu. Tanto. Troppo. Ci vediamo a Roma!"
    "Ti amo. A presto."
    "A presto."



    Meno uno! Pronti?! Da ora in poi solo colpi di scena! Keep calm and stay mused ! vi piace?

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    Capitolo 8
    *** Black Holes and Revelations ***


    "Fede, Fede cavolo c'è Matt ad aspettarti."
    Sembrava di essere ritornata al college, con Eli e Sara e con i Muse.
    Invece no, quella era la voce di mamma.
    Era passato tanto tempo da quel giorno.
    Era il sette gennaio.
    Erano passate due settimane.
    Eravamo in pieno inverno.
    Mi preparai ed andai a prendere il pullman per andare a scuola. Mi sedetti accanto a Eli e Sara. Con Chris e Dom andava tutto bene. Mi raccontarono il seguito del viaggio. Erano andate all'acquario, a pesca, a fare rafting e a fare compere.

    "No-one's going to take me alive, The time has come to make things right."

     

    Amavo quella suoneria. Era Matt.
    'Buongiorno Amore", dissi con un tono allegro.
    "Ti devo parlare". Lo disse in modo troppo serio per pensare che stesse scherzando.
    "Scusa Bells, ma sta suonando la campanella e devo entrare."

    Ora di latino, la prof spiegò a più non posso, non capì nulla. Ero troppo distratta dal pensiero di Matt. Uscimmo alle 10 perché avevamo assemblea. Amavo quella scuola. Andai a prendere Eli e Sara.
    Avevano tutte delle facce cupe.
    "Ti devo parlare urgentemente!" (Eh cavolo tutti oggi mi devono dire qualcosa?!?)
    Sara aveva con se un giornale. Eli lo prese e me lo fece vedere. Ci misi due secondi per leggere tutto.

    "Matthew Bellamy e la sua nuova ragazza. Colpo di fulmine in casa Muse. Bellamy ha conquistato la bella modella Kate Hudson. È subito amore tra i due."

    Foto, baci, stavo per sclerare. Urlai, scoppiai a piangere sulla spalla di Eli, che mi prese e mi abbracciò. Raccontai della telefonata e mi consigliarono di non rispondere più ad alcuna sua chiamata/messaggio. Che, a quanto pare, non si fece attendere. Alle 12 chiamò di nuovo. Questa volta fu Sara a rispondere. Mise il viva voce, cosicché potessi sentire tutte le stronzate che si stava inventando.
    "Mi hanno costretto. Io ti amo. Non amo lei. Sui giornali tutte montature. Sei speciale per me. Prendi il primo aereo e vieni qui, così chiariamo tutto. Ti prego dì qualcosa. "
    Eli non riusciva più a sopportare quella presa in giro.
    "Sai cosa, lurido bastardo? Ora sta bene senza di te, qui con me. Sei un uomo di merda. Ci vediamo al concerto a Roma. E là saranno cazzi tuoi."
    Chiuse la chiamata, mi abbracciò e mi guardò negli occhi. Ecco perché amavo così tanto quelle ragazze, perché c'erano sempre state per me e continuavano ad esserci.

    Tornai a casa distrutta. Me ne andai in camera e non parlai con nessuno per tutta la giornata. Altro che "our love would be forever..." Pensai a come mi avesse cambiato la vita e come in così poco tempo me l'avesse distrutta. Roma stavo arrivando. E lì mi avrebbe sentito.

    [...]

    Trill. Sta volta non era Matt. Era Matteo. Mancava poco al concerto.
    "Pronta?"
    "No..."
    "Cosa diavolo è successo sta volta?"
    "Non hai letto i giornali?"
    "No..."
    "Bene, quando ti è possibile leggili...oppure apri internet. Sarà una delle prime notizie."
    "Vedo e ti richiamo."

    Due minuti dopo mi squillò di nuovo il cellulare. "Dove sei?" "Davanti alla mia scuola." "Sto arrivando."

    [...]

    Una figura abbastanza alta si notava in lontananza. Correva. Correva con una tracolla in mano. Faceva alquanto ridere, ma non ero dell'umore giusto per essere felice. Corse a più non posso quando mi vide. Era un misto tra un Bolt chiaro di pelle ed un pagliaccio. La prima cosa che fece non fu salutare le altre, ma corse da me e mi abbracciò.
    "Ora sei tutto ciò di cui ho bisogno..." Dissi trattenendo le lacrime.
    "Ricordi quella promessa, quella del non ci lasceremo mai? Bene, eccomi qui. Di cosa hai bisogno?"
    "Di una spalla su cui piangere."
    "Puoi usare la mia."
    "Si, volentieri, ma mi ci vuole una scala mobile per arrivarci." Finalmente risi...
    "Vieni, andiamo a fare un giro. Scusate ragazze..."

    "Every teardrop Every teardrop E-Every teardrop is a waterfall."

    Parlammo per due ore. Mi sfogai. Non riuscivo più a trattenere le lacrime.
    "Ma, ma tu stai piangendo. Forza, vieni qui." Mi abbracciò.
    "Grazie di tutto Matté."
    "Grazie di che?"
    "Di esserci."
    "Io ho rispettato la promessa. Sono qui per te."
    "Non so che dire."
    "Non dire nulla, non piangere però, perché muoio vedendoti così."
    "Io sono già morta."
    "Allora cosa aspetti a rivivere?"
    "Aspetto solo la persona giusta."
    "E se quella persona fosse più vicina di quanto immagini?" Avevo capito dove voleva arrivare, ma non volevo una nuova relazione ora.
    "Se fosse vicina e si facesse avanti sarei disposta ad ascoltarla, anche se adesso non sono proprio dell'umore giusto."
    "Peccato, te la volevo far conoscere."
    "Dai, sono curiosa."
    "Come vuoi, ora te la presento... Si chiama Matteo, ha 22 anni ed è follemente pazzo di te."
    "Basta, non voglio più sentire nulla."
    "Perché?"
    E lo baciai.

    "Is this Is this Is this the end?"

    "Scusa Mattè, non avrei dovuto.."
    "Tranquilla."
    Ritornai a casa.

    [...]
    "Buongiorno Fede!"
    "Buongiorno Mamma!".
    Mi alzai saltando dal letto. Andai in cucina. 25 giugno 2013. Mancavano 11 giorni al concerto. Accesi il cellulare. Trovai 14 chiamate e 3 messaggi, ma non avevo ne la forza ne, soprattutto, la voglia di leggerli. Squillò il telefono. In un primo momento non risposi. Insisteva, così risposi, ma non era Matthew... "Matteo!"
    "Mi hai fatto spaventare Fede!"
    "Scusa, pensavo fossi qualcun altro."
    "Dobbiamo parlare."
    "Eh cappero, tutti in questo periodo volete parlare?"
    "È urgente, tra 10 minuti al Colosseo, ok?"
    "Arrivo."

    [...]

    "How am I gonna be an optimist about it?"

    "Finalmente! Come stai?"
    "Meglio dai..."
    "Adesso ti rovinerò io l'umore..."
    "Perché?"
    "Ti ricordi della mia ex?"
    "Pff, come non dimenticarsene.."
    "Bene, non è più la mia ex."
    "Cosa?!?"
    "Non avrei dovuto dirtelo..."
    "'Avevi detto che mi amavi.."
    "Io ti amo, ma vedi... Lei è quella persona che, anche dopo mille guai e litigi è ancora qui."
    Stavo per aggiungere un 'per sfruttarti', ma poi cambiai idea. Presi ancora quel minimo di orgoglio che mi rimaneva e gli urlai in faccia...
    "Ricordi la promessa? Quella che hai definito 'inviolabile'? Quella che mi hai ribadito nemmeno una settimana fa?" Rispose a testa bassa un si farfugliato. "Bene, ora non esiste più. E fidati, se avrai bisogno di qualcuno, non rivolgerti a me. Anche se sarò l'ultima persona su questo pianeta." E me ne andai.

    Era da tanto che non facevo un punto della situazione e non riordinavo le idee. Prima ero a metà tra due amori. Ora entrambi mi avevano scaricata. Sono cose che capitano, continuavo a ripetermi sempre meno convinta. Era colpa mia se avevo rovinato tutto? Avevo qualcosa che non andava? Cosa avevo sbagliato? Forse a dare fiducia alla gente...

    "And our time is running out"

    I giornali, le pagine sui social continuavano a pubblicare foto di Matt e Kate. Andai a letto. Avevo un dolore tremendo alla testa. Ormai ero pronta a rivedere entrambi a Roma. Uno sul palco ed uno accanto a me. E mi avrebbero sentito. Cappero se non mi avrebbero sentita. Misi la sveglia presto. Il giorno dopo sarei dovuta andare in un negozietto vicino al Vaticano a comprare cose per il concerto.

    [...]

    Mi svegliai di soprassalto alle tre di notte. Mi erano arrivati due messaggi.

    "Vieni comunque all'Olimpico ? Ti amo, ti ho sempre amata." Era il primo.
    "5 lettere: Scusa. Al concerto chiariamo" il secondo. Matthew e Matt. Mi domandai se si fossero messi d'accordo, ma poi mi accorsi che quello di Matteo era delle undici. Risposi con un si ad entrambi. Mi riaddormentai.

    [..]

    Qualcuno mi svegliò.
    "Buongiorno eh."
    Quella non era casa mia. Non c'erano i miei genitori. Vagai per il piano superiore. Vidi il bagno ed entrai. Mi guardai allo specchio, non ero io quella persona. Dimagrita tantissimo, alta, truccata. L'unica cosa che riconoscevo erano i capelli. Mi sciacquai il volto, convinta di aver preso un abbaglio. Invece no, ero ancora in quel corpo non mio.
    "Ti vuoi muovereeee?" Scesi le scale di corsa.
    "Buon anniversario amore!" Davanti a me trovai Matthew.
    "Ma cosa?"
    "Come cosa? Oggi è il primo settembre 2028. Dieci anni fa ci siamo sposati." Mi prese e mi baciò.
    Di colpo sentì urlare:"Mammmmmmmmaaaaaa...la canzone di papà alla radio!"
    "Arrivo Luke!" Disse Matthew. Ricordo solo che mi prese per mano ed andammo in una sala grande, credo fosse il soggiorno. Vidi al centro della sala un bimbo, di circa 5 anni. Occhi ghiaccio come il padre, capelli neri come i miei ed un faccino dolce con due nei.

    Di colpo mi si offuscò la vista. Mi ritrovai in una macchina. Non ricordo il modello. Eravamo in 5. Guidava Chris. Accanto a lui c'era una donna che non avevo mai visto in vita mia. Poi c'eravamo io, Dom e Sara. Dopo una corsa arrivammo in luogo dalle mura alte. Saltai fuori dalla macchina. Iniziai a correre. Era appena tramontato il sole. Faceva molto freddo. Qualcosa mi bagnò il viso. Piangevo. Questa volta non ero la protagonista, ma osservavo me stessa da esterna. Vidi la me correre a più non posso, singhiozzare, fermarsi, correre, fermarsi, guardarsi intorno. La vicenda a volte ritornava in prima persona. Questa volta ero io a singhiozzare. Ero di nuovo la protagonista del mio sogno. Le gambe correvano da sole. Volevo fermarmi, ma non ci riuscivo. Mi fermai di colpo. Guardai sotto di me. C'era una scritta. "Qui riposa..." Urlai.

    [...]

    "Fede che hai?" Aprì gli occhi.
    "M-m-mamma?" "Si, sono io. Stavi facendo un incubo vero?"
    "Si..."
    "Dai su tranquilla. Forza alzati! Io vado a lavoro. Il pullman passa tra un ora! MUOVITI!" Era finito tutto. Non ricordavo nulla dopo. La scritta... Dopo l'urlo non avevo più capito nulla. Forse non era nemmeno successo nulla... Andai in bagno. "Calma Fede, era un incubo. La persona giusta la riuscirai a trovare. Devi pazientare." Continuavo a dirmi... Dopo una mezz'oretta ero pronta. Scesi alla fermata ad aspettare il pullman. Nei cinque minuti di attesa controllai cosa stava succedendo sul web. Notai una notizia che riguardava i Muse e Vasco Rossi... Rischiavano di annullare i concerti. Onestamente ero troppo nervosa e stanca per arrabbiarmi contro Torino o contro Vasco Rossi. Intanto le pagine web continuavano ad aggiungere foto all'album "Matt&Kate". Decisi di guardarle. Non per autosuicidio, per pura curiosità. Sembrava una finta barbie. Cioè, era di un triliardo più bella di me, ma era così..Finta. Ecco, finta era la parola giusta. Ma d'altronde, come potevo sognare e credere di avere un ragazzo famoso ai miei piedi, soprattutto quando lui può avere milioni di modelle ai suoi piedi... Come potevo illudermi? Era quasi tutto scritto. Me lo sentivo.

    "...to join the black parade"

    "Prossima fermata Ottaviano, Musei Vaticani" recitava la voce metallica della metro. Ero arrivata. Caldo inimmaginabile. Turisti ovunque. Ne scansai un paio ed entrai di corsa. Quel negozio era il mio mondo. Vans, magliette e tracolle. Tutto ciò che un adolescente può desiderare. Non potevo crederci. Provai milioni di maglie. Muse, Mars, MCR, Green day.. Alla fine presi quattro maglie dei Muse ed una dei Chem. Ero pronta fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Olimpico stavo arrivando.

    Meno uno al concerto! Sono felice che la storia vi stia piacendo! Se avete consigli, dubbi o magari volete solo dire il vostro parere usate le recensioni, molto utili per me! Cheers.

     

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