La Stella del Mattino

di Joy27_
(/viewuser.php?uid=525179)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Premonizione ***
Capitolo 2: *** - Inizio ***
Capitolo 3: *** - Amicizie ***
Capitolo 4: *** - Una normale giornata ***
Capitolo 5: *** - Intensa Alchimia ***
Capitolo 6: *** - Uno Strano Comportamento ***
Capitolo 7: *** - Una notizia e una donna ***
Capitolo 8: *** - Rivelazione ***
Capitolo 9: *** - Doppio Pericolo ***
Capitolo 10: *** - Sentimenti ***
Capitolo 11: *** - Dichiarazione ***
Capitolo 12: *** - Una conoscenza familiare ***
Capitolo 13: *** - Il ballo ***
Capitolo 14: *** - Freddezza ***
Capitolo 15: *** - La Stella della Sera ***
Capitolo 16: *** - L'inizio della fine ***
Capitolo 17: *** - L'inizio della fine (parte due) ***
Capitolo 18: *** - L'inzio della fine: morte ***



Capitolo 1
*** - Premonizione ***


Prologo
 
Premonizione

 
1 settembre 2012
 
Oggi era il 19° compleanno di Ashley: una ragazza semplice, simpatica, ma molto timida e introversa. Aveva sentito delle voci che i suoi amici più stretti le stavano preparando una festa a sorpresa. Non sempre le voci erano vere.
Erano le 17: 00 e, alle 21, la madre Nicole e il padre Ian l’avrebbero portata a festeggiare al ristorante.
Era a casa da sola ed era immersa nella noia. Spesso la noia la portava a mangiare cibo, ma doveva resistere se voleva dimagrire. Non era né magrissima né grassissima. Era di fisico normale, con le curve al posto giusto, ma si sentiva di buttare giù qualche chilo.
Fuori c’era ancora il sole che splendeva, che si stagliava onnipotente nel cielo azzurro limpido. Con i mesi avanti, le giornate si sarebbero fatte più corte e l’idea che se ne starebbe stata il pomeriggio, a casa, da sola, al buio, la impauriva. Si, aveva paura del buio. Una cosa che aveva fin da piccola.
 
31 ottobre 1997 – Halloween
Ore 23: 00
 
Ashley era a casa insieme alla babysitter Kate. I genitori erano andati a festeggiare il loro 25° anniversario. Si, erano stati dei genitori egoisti. Ma una bimba di soli quattro anni, buona e innocente, non avrebbe aperto bocca al ristorante.
Kate era nel salone a guardare la televisione mentre Ash era nella sua camera a giocare con le Bratz.
La bambina avvertì che c’era qualcuno in casa. Ma come poteva una bambina così piccola percepire queste cose?
Voltò la testa verso la porta perché sentì dei passi, e vide passare un’ombra. Quest’ultima si fermò sul ciglio della porta. La figura era tutta nera. Nella mano sinistra aveva un machete mentre, con la sinistra, si portò l’indice sulla bocca per fare il gesto del silenzio.
Ashley annuì sorridente.
L’essere sparì.
Curiosa, Ashley lo seguì. L’ombra era nel salone dove si stava rilassando Kate. La sagoma nera si posizionò dietro la ragazza, silenziosamente. Alzò il machete e glielo conficcò nella testa.
Spruzzi di sangue saltarono dal capo della povera babysitter.
Ashley emise un urlo e iniziò a piangere.
Poi la persona scappò.
 
1 settembre 2012
 
Quel ricordo ancora vagava nella mente di Ashley. Da quel giorno pensò sempre che in casa sua potesse esserci qualcuno, pronta ad ucciderla.
Ashley percepì che la temperatura della casa s’ era fatta molto calda. Andò subito ad aprire le finestre per far circolare un po’ d’aria, ma non servì a nulla.
Ash cominciò a sentirsi debole, barcollava e svenne.
Si svegliò dopo un’ora e, di fronte a sé, avvistò una forte luce accecante.
Poi due splendidi occhi azzurri come il cielo.
<< Ehi, svegliati. >>
La voce era quello di un bambino. Dolce e innocente.
<< Mmh… >> seppe dire Ashley.
Il bambino la stava scotendo, dolcemente.
La ragazza aprì bene gli occhi e, intorno a sé, vide tutto bianco.
Ma dov’era finita? Un attimo fa era in casa sua ed ora nel nulla?
Poi si accorse che quel bianco era emanato da due minute ali. Soffici come la piuma e bianche come le nuvole di un cielo sereno.
Erano le ali del bimbo.
<< Chi sei tu? >> domandò Ashley all’essere buono davanti a sé.
<< Sono l’Arcangelo Gabriele e devo dirti una cosa. >>
La voce docile del bambino le echeggiava dolcemente nelle orecchie.
<< Dimmi. >>
Ash si resse su un gomito mentre con la mano sinistra si spostava indietro i capelli neri dalle punte biondo platino.
<< Tu sei la Prediletta per quel ruolo. >>
<< Cosa? Di che parli? Quale ruolo? >> chiese Ashley molto perplessa.
<< Sta a te scoprirlo. Ci vediamo . >>
<< No, Arcangelo! Aspetta! >>
Il bambino stava sparendo piano piano mentre la luce abbagliante si era ridotta in una piccola sfera.
Svanì silenziosamente.



Spazio autrice:
salve a tutti, sono nuova! :D
Sono una grande appassionata di Fallen e questa è la mia prima FF.
Amo il personaggio di Cam.
Vi dico subito che ci sarà qualche personaggio nuovo e una nuova trama (beh ovviamente visto che non abbiamo il seguito di Rapture XD) :D
Il tutto si svolge dopo che Luce e Daniel sono rinati umani.
Buona lettura, spero di avervi incuriosito, recensite (se vi va u.u mi farebbe piacere) e al prossimo capitolo! 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** - Inizio ***


PRIMO CAPITOLO
INIZIO

Ashley si trovava di fronte all’enorme cancello che la separava dalla Shoreline. Dopo il liceo artistico, doveva andare all’ Accademia di Belle Arti per specializzarsi in archeologia e il pensiero che non è potuta andarvi, la tormentava. 
I genitori, Nicole e Ian Blackburn, la mandarono in quest’ istituto perché la credevano pazza. Ashley aveva detto a loro che le si era presentato l’Arcangelo Gabriele, dicendole che era la prediletta di un qualcosa. Tutta la famiglia era molto credente, ma i genitori non arrivarono mai al punto che un angelo si manifestasse in carne ed ossa ad un umano!
Nel mondo tutto può succedere.
<< Io ancora non capisco perché mi fate questo! >> brontolò Ash, seduta in macchina che giocherellava con le cuffiette dell’iPod.
<< Tesoro, è per il tuo bene. Non vogliamo che diventi…ecco…pazza>> le disse dolcemente il padre.
<< Papà! Ma ti rendi conto di quello che dici? >>
Ashley aveva un bel caratterino. Nonostante era timida, introversa e buona, quando qualcuno le faceva un torto, dubitava di lei e cose simili, diventata molto permalosa.
<< Ash, la Shoreline saprà educarti bene. >>
<< Se volete che mi educhino bene, dovevate mandarmi alla Sword & Cross! Lì si che ci stanno regolamenti e professori rigidi. Soprattutto delle spie! >>
<< Non ci sembrava adatta a te. E, comunque, alla Shoreline frequenterai delle normalissime lezioni >> commentò Nicole.
<< Non voglio discutere un attimo di più! Scendo, altrimenti mi becco una nota il primo giorno di scuola! >>
Ashley aprì la portiera e la chiuse delicatamente (anche se voleva sbatterla con tutte le sue forze!).
Il tempo non prometteva nulla di buono: c’erano ammassi di nuvole grigie, pronte a scatenare un diluvio. Era strano perché si trovava in California e doveva esserci un sole bellissimo.
<< Ci mancherai tesoro. Ti vogliamo bene! >> gridò Ian.
<< Anche io vi voglio bene. E, papà, starò in questo deprimente istituto per solo un anno! >>
<> commentò la madre.
Ian accese il motore della macchina e sfrecciò a tutto gas.
Ashley toccò il cancello che subito scricchiolò; lo aprì e lo richiuse immediatamente, fregandosene del rumore fastidioso che faceva.
Si ritrovò davanti un grande complesso con un ampio cortile che, anziché essere di un verde smagliante, sembrava marrone smorto.
Perlustrò un po’ la zona e vide persone normali che sembravano non aver compiuto atti di pazzia.
Sono i miei genitori che sono fissati che io sia scema. C’è gente normalissima qui. Almeno mi fa così pensare la loro apparenza, pensò. Fece un lungo sospiro e si avviò verso l’entrata principale.
C’erano numerosi gruppi di studenti. Come in una scuola normale, c’era il classico gruppo delle “amiche-ochette”, quello dei più belli della scuola e quello dei secchioni e sfigati. Tutti gli altri gruppi sembravano composti da persone civili.
Uno in particolare attirò l’attenzione di Ashley. 
Era composto da quattro persone, due ragazzi e due ragazze.
Una ragazza aveva i capelli neri cortissimi e aveva delle cicatrici sul collo; l’altra ragazza aveva i capelli rosa e gesticolava con grande euforia. Gli altri due ragazzi sembravano immersi nei discorsi delle due femmine: uno era di carnagione scura con una lunga cascata di dred marroni scuro; l’altro aveva i capelli neri arruffati. Il tipo di capelli che piaceva ad Ash.
Quest’ultimo si girò e Ashley fu ipnotizzata dai suoi occhi verdi brillanti: l’unico colore che splendeva in mezzo a quel grigiore.
Ash rimase immobile, ma subito spostò il volto perché troppo imbarazzata. Con la coda dell’occhio voleva accertarsi se quel ragazzo la stava ancora guardando, ma il gruppo non c’era più.
Tutto il brusio di voci degli studenti venne troncato dall’apertura dell’entrata principale. Si presentò un signore di circa 30 anni con capelli marroni cortissimi, gli occhi nocciola con striature verdi. Aveva uno sguardo magnetico e, al tempo stesso, misterioso.
Suscitò molta curiosità in Ashley.
Accanto all’uomo vi erano due professori: una donna dai capelli biondi, lunghi fino alle spalle, occhi grandi e incantatrici, gli zigomi arrotondati e i lineamenti morbidi; l’altro, un uomo, dai capelli scuri con qualche ciocca grigia e uno sguardo che seduce.
<< Benvenuti alla Shoreline. Io sono il preside, Damon Stryker. Qui, seguirete corsi normali di una scuola normale. Spero vi troviate bene e che la scuola non vi deluda. Loro sono i vostri insegnanti: la professoressa Francesca e il professore Steven Filmore. >>
Il preside allungò gli occhi su tutti gli allievi, interrompendoli su Ashley. La ragazza fu molto attratta da quello sguardo e le sembrava un volto familiare.
L’uomo la guardò con attenzione, poi lei distolse lo sguardo. Due sguardi in 20 minuti erano troppi!
<< Ehi, non lasciarti incantare dallo sguardo ipnotico del preside. Ok che è un signore di classe e affascinante, ma non perderti nei suoi occhi. >>
Un ragazzo le si era accostato furtivamente e Ashley fece un balzo.
<< Ahaha ti ho spaventata! Che buffa! >> continuò il ragazzo misterioso.
<< Per caso il gatto ti ha mangiato la lingua? >>
<< Spiritoso >> disse Ashley.
<< Aaah, ma allora ce l’hai! >> il ragazzo vide che Ash aveva fatto una smorfia << Scusa il disturbo. Me ne vado >> continuò.
<< No, aspetta! Scusa. Mi hai colta alla sprovvista. >> 
<< Lo sapevo che non saresti riuscita a resistere alla mia bellezza. >>
Oltre che antipatico, pure vanitoso… commentò Ashley, tra sé e sé.
<< Lo so, parlo troppo. Io sono Victor Smiles. Tu? >>
<< Ashley Blackburn. >>
<< Nome divino. >>
<< Grazie >> disse Ashley, arrossendo.
Ashley girò completamente il volto verso Victor. Il ragazzo aveva i capelli gelatinati all’indietro (altro tipo di capelli che ad Ash piaceva), di un castano chiaro bellissimo; gli occhi erano nocciola scuro; gli zigomi erano pronunciati e i lineamenti spigolosi. 
Lo sguardo era da cattivo ragazzo, farfallone ma molto sexy.
<< Beh? La mia bellezza ti ha abbagliata? >>
<< Ma sei sempre così simpatico? >>
<< Con le ragazze che m’interessano sì! >>
Ashley arrossì.
Suonò la campanella.
Tutti gli studenti si affrettarono ad entrare nella scuola. Ashley si sentì schiacciare, ma qualcuno le venne addosso bruscamente. 
<< Scusami. >>
Era il ragazzo dagli occhi verde-smeraldo.
<< Fa niente… >> disse Ashley, mostrando il palmo della mano.
La ragazza ebbe una scossa dentro di sé. Come se avesse preso un colpo di fulmine.
No, per adesso non voleva avere nessun ragazzo.
Aveva intenzione di passare subito quest’anno e poi uscirne!
<< Allora che lezione hai, bella mora? >>
Victor la prese per il polso e si diressero verso il corridoio che ospitavano gli armadietti e le classi.

Spazio autrice:
eccomi con il primo capitolo!
Non è un granché, ma è solo per introdurre qualcosa,
Fatemi sapere cosa ne pensate di Victor, a prima vista.
Buona lettura e commentate ^^
Al prossimo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** - Amicizie ***


SECONDO CAPITOLO
AMICIZIE
 
Le prime quattro ore della mattina passarono subito, ma non erano niente di speciale: solo un orientamento per far conoscere la scuola ai nuovi arrivati.
Ashley era appoggiata sul davanzale della classe di letteratura. La testa era retta, sotto il mento, dalle mani e aveva gli occhi marroni persi nella natura intorno alla Shoreline.
Pensava.
Le piaceva tanto pensare. Farsi tanti viaggi immaginari, pensare al suo futuro e trovare ispirazione.
Da una parte detestava la solitudine, ma quando c’erano quei momenti di assoluta pace, adorava stare da sola.
Si ricordò di quando era piccola. Aveva cinque anni. Era passato un anno dal misterioso assassinio della sua babysitter Kate. Prima di andare a dormire, mamma Nicole le faceva sempre compagnia. Si sdraiavano a pancia in giù sul letto della stanza di Ashley e studiavano il cielo. Ash si ricordava che c’erano un’infinità di stelle luccicanti e che, lassù, da qualche parte, la vegliava un angelo custode.
Erano davvero dei bellissimi ricordi.
Il suo momento tranquillo fu interrotto da dei passi.
Lei s’immaginò subito che era Victor.
Si girò, ma non era lui.
Era il preside Damon Stryker.
<< Preside. Come sta? >> domandò Ashley, gentilmente ma allo stesso tempo sorpresa.
<< Oh, che gentile. Io tutto bene. Lei? >>
<< Mr. Stryker, mi dia del tu. Anch’io tutto apposto. >>
<< Allora, ti sei ambientata? >>
<< Diciamo di sì. >>
Sul volto di Ash si materializzò un sorriso imbarazzato. Si sentiva gli occhi addosso di Mr. Stryker. Lei posò lo sguardo su di lui e notò quanto era dannatamente affascinante [non prendetela per maniaca!]. Quegli occhi nocciola dalle striature verdi potevano rubare il cuore di qualsiasi donna.
<< Ashley! >> la chiamò il direttore mentre le sventolava una mano di fronte al viso.
<< Ehm, sì? >>
<< Beh, ti vedo molto vaga. Ti lascio da sola. Ci rincontreremo in giro. >>
<< Va bene Mr. Styker. Buona giornata. >>
<< Anche a te. >>
Mr. Stryker era sul ciglio della porta, si girò e fece l’occhiolino alla studentessa.
Poi se ne andò.
Ad Ashley un uomo del genere non poteva interessare e anche perché era troppo grande per la sua età. Ma si sa, l’amore è cieco.
Ed era sempre più convinta che l’aveva visto da qualche parte.
 
Ashley era seduta su un tavolo nel cortile della Shoreline. Era tardo pomeriggio e stava quasi arrivando il tramonto. Era immersa nella lettura del libro Insomnia di Stephen King.
Il vento soffiava debolmente e qualche ciocca dei capelli neri di Ash le accarezzava il viso.
Fuori non c’erano tanti studenti, anzi la maggior parte era rintanata nelle loro camere a fare qualche festino.
Anche se era il primo giorno di scuola, Ash non aveva ancora conosciuto nessuno, a parte Victor che ci provava spudoratamente con lei.
Parli del diavolo, spuntano le corna.
La ragazza alzò il viso e verso di lei stava venendo Victor.
No, Dio, ti prego. Tutto, ma non lui, supplicò disperatamente.
Ashley stava quasi per andarsene, ma il ragazzo la bloccò alle gambe.
<< Ash, per favore, non andartene. Devo parlarti. >>
<< Cosa vuoi Victor? >>
<< Ti prego, non usare quel tono. Mi sono reso conto che sono stato troppo soffocante questa mattina e ti chiedo scusa. Non volevo essere come la colla. Ti starò meno addosso. >>
Le parole di lui sembravano sincere.
Ashley annuì.
<< Dì qualcosa. >>
La ragazza posò gli occhi sul viso di Victor. Gli occhi di lui, nocciola scuro, sembravano dire la verità.
<< Non ho niente da dire. Apprezzerò il tuo cambiamento solo se lo dimostrerai. >>
<< Victor! Stai importunando questa deliziosa ragazza? >>
Arrivò una ragazza dai capelli neri cortissimi e due stupendi occhi blu.
Era davvero bella.
<< No, Arriane >> mormorò Victor, infastidito.
<< Se starai con me, non ti assillerà più! >> commentò sarcastica Arriane, facendo l’occhiolino ad Ashley. << Io sono Arriane Alter. Piacere >> continuò la ragazza dai capelli corvini, allungando una mano ad Ashley.
<< Piacere mio. Io sono Ashley Blackburn. >>
Arriane sembrava una tipa molto stravagante e scherzosa. Il vero opposto di Ashley.
<< Ah, Victor! Il professor Filmore ti stava cercando. Va’ >> disse Arriane, agitando la mano destra.
Il ragazzo non disse niente. Era solo seccato dalla presenza di Arriane. Poi, se ne andò.
<< Ti è molto simpatico eh!? >>
<< Tantissimo. Io e lui formiamo una coppia perfetta. Per carità, lo odio da  morire! >>
<< Perché? >>
<< Passato burrascoso. Comunque, tra poco arriveranno altri tre miei amici. Sono molto simpatici. Una volta eravamo in otto. Quattro di noi se ne sono andati per motivi personali >> mentì Arriane.
Se avesse detto ad Ashley che Gabbe e Molly, due angeli magnifici, erano morte per proteggere Daniel e Luce da Miss Sophia, la ragazza sarebbe scappata a gambe levate.
<< Erano ottimi amici? >>
<< Si, tanto. Molto speciali. >>
Il volto di Arriane si rabbuiò.
<< Ho detto qualcosa che non dovevo dire? >>
<< No, niente! Tranquilla, ehehe. >>
Affianco a loro sbucò un ragazzo. Ashley balzò.
<< Troppi infarti sto prendendo! >> disse sarcastica.
<< Lui è Cameron Briel, ma chiamalo semplicemente Cam. Vero, bel giovanotto? >> scherzò Arriane mentre pizzicò la guancia dura del ragazzo.
Ashley rimase rapita da quei due incantevoli occhi verdi come lo smeraldo. E brillavano.
La ragazza non aveva mai visto due occhi così magnifici.
Ritornò in sé.
<< Molto piacere. Sono Ashley Blackburn. >>
<< Aspetta, ma a te già ti ho vista! Aah sì! Ti ero venuto addosso questa mattina. Mi dispiace ancora. >>
<< Non preoccuparti. Succede. >>
<< Oltre che bellissima, è anche molto gentile >> affermò Arriane, alzando un sopracciglio e indicando Ash con l’indice.
Quest’ultima arrossì.
<< Grazie >> rispose imbarazzata Ashley.
<< Ascolta! >> intervenne Cam. << Daremo un festino tra due giorni, perché non vieni? >>
<< Si, sarebbe magnifico! >> urlò gioiosa Arriane. << Ti prego, ti prego, ti prego! >> la scongiurò.
<< Se vi fa piacere, d’accordo! >>
Ashley mostrò un bellissimo sorriso smagliante a trentadue denti. Cam e Arriane ne rimasero stupiti.
A loro sembrava già di averlo visto. Quel sorriso raggiante era uguale e identico a quello di un’altra persona.
Di una donna che fu molto importante.
<< Hai un sorriso meraviglioso >> commentò Cam, affascinato. Gli occhi che luccicavano, la bocca semiaperta.
<< Grazie mille. >>
Wow, un primo complimento.
<< Tesoro, hai già fatto breccia in qualcuno >> disse Arriane, mentre con il gomito dava dei colpetti al fianco di Ashley.
Cam e Ashley arrossirono insieme.
<< Arriane! La smetti di annoiare la gente! >> dissero in coro due ragazzi.
<< Va bene, la smetto! >>
<< Lasciatela fare. È simpatica! >> prese parola Ashley.
<< Io sono Roland e lei Annabelle >> disse il ragazzo dalla carnagione scura e dai dred infiniti.
Ashley si sentì molto a suo agio quel pomeriggio. Non si era mai sentita così dai tempi del liceo. Quelle persone fantastiche la facevano sentire bene.
Ogni tanto tra Ashley e Cam c’era qualche occhiata magnetica.
Il pomeriggio passò così: chiacchiere e risate.
Ashley tornò in camera sua. Il preside aveva annunciato le camere durante le lezioni.
Quella di Ash era la 43.
<< A quanto pare siamo vicini di stanza. >>
Era Cam. Quella di lui era la 44.
<< E anche noi due. >>
Victor. La sua la 42.
Ashley era in mezzo a due ragazzi incantatori e, in quel momento, si sentì in forte imbarazzo.
Ash vide che Cam guardò fulmineo e minaccioso Victor. Quest’ ultimo ricambiò con un sorriso beffardo.
Tra i due non sarebbe nato un bel legame di amicizia.
 
Qualcuno bussò alla camera di Ashley.
Andò ad aprire.
Si era presentata una ragazza alta 1.70 mt. Aveva i capelli biondo cenere, molto lunghi e lisci. Gli occhi erano di un nero profondo e caloroso.
<< Sono Melissa Karen. >>
<< Io sono Ash… >>
<< Sì, lo so chi sei >> continuò Melissa, come irritata.
<< Oggi ti ho vista con Cam. Ti avverto, sta lontana da lui. Non sai di che cosa sono capace. >>
Ashley non si fece piccola piccola, tirò fuori il carattere.
<< Ma chi ti crede di essere. E chi sei per dirmi che lo devo lasciare stare. Smorfiosetta. >>
<< Come osi rivolgerti in quel modo. Lui sarà il mio futuro ragazzo e ho notato come lo guardavi interessata! >>
<< E a te cosa importa? >>
<< M’importa perché me lo vuoi rubare. >>
<< Ma vai a farti fottere. >>
Ashley sbatté furiosamente la porta della camera.
Diventata una furia con chi la importunava continuamente o la minacciava.
Melissa si stava lamentando da fuori la stanza, ma ad Ash non importò.
Si avvicinò alla finestra, l’aprì e una fresca brezza le vezzeggiava le gote che si erano fatte rosse dall’irritazione di cinque minuti.
Chiuse gli occhi per assaporare l’aria notturna.
Li riaprì e avvistò che qualcuno la stava guardando.
Dalla corporatura sembrava un ragazzo. Portava un lungo cappotto nero col cappuccio che gli copriva il capo.
Ash non riusciva a identificarlo. Poi, la persona alzò la testa.
Victor.
Cosa voleva? Perché aveva uno sguardo minaccioso e misterioso?
Sembrava uno di quei tizi bellissimi che potrebbe nascondere un orribile segreto.
                  

Spazio autrice:
come promesso un nuovo capitolo!
Ok, cosa vorrà Victor? Cosa nasconde? Lo scoprirete nei prossimi capitoli u.u
E chi sarà questa “donna molto importante”? u.u
Lo saprete nei capitoli MOLTO avanti.
Buona lettura e recensite ^^
Alla prossima :D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** - Una normale giornata ***


TERZO CAPITOLO
UNA GIORNATA NORMALE

 
Qualcuno bussò bruscamente alla porta di Ash e lei si alzò di soprassalto. Le venne subito un terribile giramento di testa.
Dannazione, ringhiò dentro sé.
Guardò l’ora dell’orologio sulla parete di fronte a sé: erano solo le 7.30
Ma chi diamine è a quest’ora!?, borbottò fra sé e sé.
Quel qualcuno batté ancora.
Si alzò scocciata dal letto, fregandosene dei capelli in disordine e del pigiama che indossava.
Aprì la porta, strofinandosi l’occhio destro con il pugno.
<< Preside Stryker… >> disse con voce debole.
<< Mi dispiace averti svegliata all’improvviso. C’è questa ragazza che sarà la tua nuova compagna di stanza. In realtà, ormai è tardi per assegnare le stanza perché la signorina, qui presente, doveva presentarsi ieri, ma non ho avuto scelta. >>
Ash fece fatica ad aprire gli occhi per poter focalizzare ben la sconosciuta.
<< Vedo che sei mezza addormentata. Te la lascio in camera così, quando sarai ben sveglia, ti presenterai. Devo scappare che ho delle cose urgenti da fare. >>
Il preside spinse la povera ragazza dentro la stanza. Ad Ashley fece pena. Sembrava un cane abbandonato dal padrone.
Ashley andò di corsa in bagno per sciacquarsi la faccia e ritornò subito dalla sua futura amica.
<< Io sono Ashley Blackburn. Piacere. >>
Quest’ ultima le porse gentilmente la mano. L’altra ragazza ricambiò.
Aveva le mani lisce, come quelle dei bambini, e delle unghie molto curate, colorate di Magenta.
<< Io sono Beatrice Roxan. Piacere mio. >>
La voce di Beatrice era molto dolce. Aveva lunghi capelli castano chiaro, gli occhi verde chiaro e i lineamenti dolci.
Era una ragazza dalla bellezza divina.
Ashley quasi quasi provò invidia.
<< Non sei di molte parole >> commentò Ash.
<< No, infatti. Sto cercando di aprirmi. >>
<< Beh, abbiamo una cosa in comune! Da dove vieni? >> le domandò Ash, curiosa.
<< Sono di origini italiane, nata a Firenze. Mi sono trasferita qui con mio padre, ma l’ ha fatto solo per la sua compagna che è californiana. >>
<< Io vengo da Los Angeles. Mi manca tanto la mia città >> disse Ashley.
<< Anch’io ho nostalgia della mia. >>
<< Quanti anni hai? >>
<< 20. Tu? >>
<< Anche io >> rispose Ash, felice. << Non so dirti molto su com’è questa scuola. Sono arrivata solo ieri, ma posso dirti che ho conosciuto persone fantastiche. Te le presento! >> continuò
<< No, io… >>
<< Non preoccuparti, andrà tutto bene! >> la rassicurò Ash.
 
 
Come la mattina del primo giorno, anche quella del secondo passò subito.
Ashley e Beatrice ebbero modo di conoscersi meglio. Tutti e due avevano la stessa passione per la pittura, ma a differenza di Ash, Beatrice prese il liceo linguistico.
In fatto di relazioni sentimentali, avevano avuto pochi ragazzi, e non una vera e propria storia. Per loro doveva ancora venire il primo bacio, quello vero e proprio, e la prima volta.
Chiacchierano e si divertirono tantissimo.
Poi arrivò il momento che Ash doveva far conoscere a Beatrice i suo nuovi amici.
<< Adesso, devo farti conoscere delle persone stupende. Anche per me c’è stato l’imbarazzo all’inizio, ma dopo ti sciogli perché ti fanno sentire veramente bene! Fidati. >>
<< D’accordo >> disse Bea, esitante.
Cam, Arriane, Roland e Annabelle erano sdraiati sotto un albero che fioriva gardenie.
Il cuore di Ash fece i salti di gioia nel vederli.
<< Ragazzi! >> urlò, alzando il braccio destro per salutarli.
Beatrice era nascosta dietro di lei, con due guance rossissime.
<< Ecco la mia ragazza preferita! >> parlò, scherzosa, Arriane.
<< Voglio presentarvi Beatrice Roxan. È una ragazza molto timida, quindi non fatela sentire a disagio. >>
<< Tranquilla Ash, ci penso io! Con me non si sentirà assolutamente in imbarazzo! >>
Ashley adorava la simpatia e la spontaneità di Arriane. Voleva essere come lei. Arriane non temeva di essere giudicata. Si buttava e basta.
<< Io sono Arriane Alter. Lui, Cameron Briel. Quello con centinaia di dred, Roland Sparks e lei, Annabelle. >>
Ash notò che Cam stava guardando interessato Beatrice. Ashley provò un pizzico di gelosia, ma vide che Bea aveva puntato su Roland che si guardavano come due teneri innamorati. A quella vista Ash si risollevò.
Entrambi arrossirono.
Annabelle fece cenno a Beatrice di sedersi. Ashley si sedette accanto a Cam e lo studiò meglio.
Aveva un’aria tenebrosa e quel verde smagliante, che aveva visto il giorno prima, era opaco.
Chissà perché quest’aria preoccupata. Ashley glielo voleva domandare, ma preferì non impicciarsi.
 
 
Dopo due ore che Ash stette insieme ai suoi amici, li lasciò, andandosi a fare una passeggiata.
Il cielo era sereno e il sole picchiava.
Si rilassò.
<< La disturbo? >>
Victor.
<< Cosa vuoi Victor? >>
<< Eri proprio bella davanti alla finestra, ieri sera >> le sibilò all’orecchio.
<< Mi spiavi? >> domandò Ashley, girandosi di scatto e adirata.
<< Mi era capitato di passare sotto la tua finestra. >>
<< Si, certo. Cosa stavi facendo? >>
<< Non ti fa nemmeno piacere che la gente ti guarda? >>
<< Che mi fissa, vorrai dire. >>
Victor non disse niente. Si guardarono per qualche istante, poi Ash se ne andò.
Sul volto di lui si stava per disegnare una smorfia seccata.
Cosa voleva da lei? Perché le stava tanto incollato?
Non ho mai avuto un assillo così continuo, pensò Ashley, ancora irritata.
Fece il giro di tutta la scuola. Una volta. Due volte. Alla terza si fermò, girò la testa a sinistra e, dopo tutto quel cammino, non avvistò che vi era un bosco.
Curiosa, vi si avviò.
Si addentrò nella foresta, tenendo gli occhi ben aperti.
Sotto la luce del sole pomeridiano, le fronde degli alberi erano di un verde scuro brillante.
Fra gli arbusti si alzò un venticello fresco ed Ash rabbrividì.
Perlustrò il bosco dagli alberi altissimi e, dritto di fronte a sé, uno di essi attirò la sua attenzione.
Vi si avvicinò pian piano e individuò che da quell’albero nascevano delle orchidee rosa bellissime e molto profumate.
Ashley s’incantò davanti a quella vista.
All’improvviso scorse un bagliore che proveniva oltre la pianta di orchidee.
Superò due alberi e si nascose dietro al terzo
Fece capolino con la testa e vide il preside Stryker.
Cosa ci faceva lì?
Notò che egli stava parlando con qualcuno. Anzi, qualcosa.
Davanti all’uomo c’era un grande ovale fatto di luce. Il preside bisbigliava qualcosa, ma Ash non riuscì a sentire molto bene. Allungò un piede per avvicinarsi solo che questo ruppe un ramoscello.
Al rumore provocato, il preside girò la testa, guardando scrutatore la foresta. Ash ne approfittò per scappare.
Ritornò alla Shoreline con il cuore impazzito, il sangue rapido e un fiatone infinito.
Camminò per calmarsi un attimo.
<< Ma cosa cavolo era quel… bagliore? >> disse, spalancando gli occhi.
Arrivò all’entrata principale e assaporò l’aria fresca un’ultima volta.
Ispezionò la zona intorno a sé per accertarsi che nessuno l’avesse vista, ma qualcosa le fece fermare il cuore.
Davanti a un albero c’erano Cam e Melissa che stava chiacchierando. Lei parlava animatamente mentre lui era disinteressato.
Ashley aveva una gran voglia di andare lì e prendere a cazzotti Melissa, ma almeno si rassicurò del fatto che Cam non era interessato alla conversazione.
Entrò dentro la scuola e si avviò verso la sua camera.
La porta era semiaperta. Ash si accostò furtivamente, la aprì leggermente e notò che c’erano Beatrice e Roland persi in risate e chiacchiere.
Beatrice aveva già fatto breccia in qualcuno.
Ashley emise una risatina.
Balzò quando Cam si posizionò accanto a lei.
<< Perché non entri? >> le domandò.
<< Abbassa la voce! >>
<< Che succede? >> bisbigliò lui.
<< Ci sarà prossimamente una nuova coppia >> rispose sarcastica.
Ashley si sentì addosso il respiro di Cam e il suo profumo di colonia. Il suo alito sapeva di menta.
La ragazza si sciolse a quegli aromi, ma subito si spostò altrimenti le avrebbero anche dato alla testa.
<< Ho notato, oggi, come mi guardavi >> affermò Cam, convinto delle sue parole.
<< C- che vuoi dire? >> balbettò Ashley.
<< Questa mattina quando ci avevi presentato Beatrice. E prima, che stavo parlando con Melissa. Non m’interessano, ma tu sì. >>
Cam posò lo sguardo su quello di lei. Il ragazzo osservò che il marrone degli occhi di Ash era molto profondo e brillava. Li esplorò con molto interesse.
Ashley rimase immobile. Quello sguardo irresistibile la fece sciogliere.
<< Dovrai aspettare che se ne andranno per poter entrare. >>
<< Non ti sfugge niente Cam! >>
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
<< Vieni da me. Ti voglio far vedere come suono la chitarra. >>
<< D’accordo. >>
Ashley accettò volentieri l’invito. Si sentì avvampare le guance e il cuore martellò all’impazzata.
Anche se lo aveva conosciuto da solo un giorno, si sentiva bene in quel momento. Con lui.
Ma era ancora troppo presto per far nascere qualcosa, ma Cam provava un’ interesse per lei.
Attrazione fisica o…. un sentimento?
Solo col tempo Ashley lo avrebbe scoperto.
 
Spazio autrice:
terzo capitolo!
Bene, bene u.u
Cosa nasconde questo preside? Io lo so ahuhahua. Voi lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Cam passa subito al sodo con le parole.
Ma sarà attrazione fisica o ci sarà un sentimento?
Solo i capitoli ce lo diranno.
Alla prossima :D

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** - Intensa Alchimia ***


INTENSA ALCHIMIA
 
Ashley seguì Cam fino alla sua camera, la 44. La stanza era accogliente: entrata, dritto davanti a sé, c’era una scrivania con sopra una borsa nera da DJ; c’era una sola finestra; l’armadio era accanto alla finestra, sulla sinistra e il letto al lato opposto dove si trovava la scrivania. Cam raggiunse il letto, s’ inginocchiò e, da sotto di esso, prese una grande scatola nera a forma di chitarra. La aprì e prese con maestria una classica chitarra color terra di siena bruciata.
Si sedette sul letto e dalla tasca sinistra prese un plettro color verde petrolio, che si accoppiava perfettamente con il verde smeraldo dei suoi occhi.
<< Dimmi una canzone che ti piace >> le chiese il ragazzo con voce sensuale.
<< Ce ne sono tante >> affermò la ragazza. Ash si mise a dondolare sui talloni e, con gli occhi rivolti al vuoto, si mise a pensare. << Summer paradise dei Simple Plan ft. Sean Paul >> disse.
<< Perfetto. >>
Cam cominciò con la base e iniziò a cantare. Le parole gli uscivano dalla bocca come se fosse un cantante esperto. La sua voce era così vibrante e sensuale. Iniziò a battere il piede sinistro a tempo della musica.
Era davvero bravo.
Ashley sarebbe rimasta ore ed ore ad ascoltarlo. Quella voce era così angelica.
Dentro si sentiva molto calma e felice. Chiuse per un attimo gli occhi. Quando gli riaprì, quelli di Cam la fissavano. Dio quanto erano intensi e magnetici. Erano di un colore molto brillante e per di più accentuato dai capelli corvini arruffati.
 
But someday I will find my way back to where your name is written in the sand.
[Ma un giorno troverò la mi strada per il ritorno dove il tuo nome è scritto sulla sabbia.]
 
[…]
 
I can’t stop these feelings melting through.
[Non posso fermare queste sensazioni che si stanno fondendo.]
 
Quelle frasi che Cam pronunciò con un tono molto più alto sembravano esprimere i suoi sentimenti per lei. Oppure erano fatte per quel momento. Per loro due.
 
So tell me how to get back to back to summer paradise with you,
And I’ll be there in a heartbeat, yeah oh, oh,
I’ll be there in a heartbeat (summer paradise), oh oh,
I’ll be there in a heartbeat.
[Quindi dimmi come posso tornare indietro al paradiso dell’estate con te,
E sarò lì in un battito, yeah oh, oh,
Ssarò lì in un battito (paradiso dell’estate) oh, oh,
Sarò lì in un battito. ]
 
Il cuore di Ashley batteva ad una velocità intensa. Era felice, gioioso e sorridente. Si sentiva come al settimo cielo.
<< Questa sarà la nostra canzone >> affermò Cam con lo sguardo trasognato.
<< Si! >> esclamò Ashley, offrendo al ragazzo un sorriso raggiante.
A quel sorriso Cam trasalì. Ashley se n’era accorta. Lui rimase immobile e con gli occhi spalancati, ma affascinati. Quel sorriso le ricordava una donna. Non era Lilith o Luce o le sue amiche. Era una donna che fu molto speciale e importante nel luogo da dove proveniva lui, prima di schierarsi dalla parte del male.
<< Sei bravissimo e ha una voce splendida. Ti consiglio di farla sentire molto spesso. Se hai un dono speciale perché non sfruttarlo? >> affermò Ashley. Aveva le guance che andavano in fiamme e si sentì avvampare dentro. Non aveva mai fatto un complimento ad un ragazzo. In genere erano sempre loro che li facevano a lei.
A Cam fecero piacere quelle parole. In quel momento c’era una grande alchimia fra loro.
 

Il giorno dopo era domenica. Il tempo era bellissimo: il cielo non aveva l’ombra di nuvola, ma offrì molto spazio al sole che emanava una luce splendente. Ovviamente non c’erano le lezioni, ma i studenti erano obbligati a frequentare dei corsi extrascolastici: c’ era quello di recitazione, di fotografia, di disegno e di cinema.
Ashley si era alzata di buon umore. Il giorno prima aveva passato una bella serata con Cam. Erano solo loro due. Lui suonava e lei lo ascoltava volentieri e con occhi sognanti.
La ragazza si issò dal letto, si recò alla finestra e vi porse la testa fuori. Non tirava un filo d’aria, ma il clima era molto fresco. In fondo era solo il 15 settembre! In genere per metà settembre c’era ancora aria estiva, ma non quella da giugno ad agosto. Era un’ aria estiva quasi al culmine per dar posto all’autunno. Ashley rientrò la testa e si stiracchiò, inarcando di molto la schiena che la sentì crocchiare. Andò verso la porta della sua camera, la stava quasi per aprire, ma i piedi avevano toccato qualcosa di cartaceo. Infatti c’era un foglietto per terra. Lo prese e lo lesse:
 
Sono stato davvero bene con te ieri. Dovremmo vederci spesso.
Cam.
 
Il volto di Ashley si riempì di felicità tant’è che lei stessa fece salti di gioia, sembrando una bambina che gioiva perché la mamma la aveva comprato la Barbie che era stata mostrata dalla televisione. Ash era così felice che oggi non vedeva l’ora di rivederlo. Non aveva mai provato questo sentimento tanto affettivo verso un ragazzo.
Quando stava alle medie i ragazzi la prendevano sempre in giro, dicendole che non avrebbe mai trovato nessuno per quanto era brutta. Oppure perché portava l’apparecchio e gli occhiali.
Al liceo già qualcosa era cambiato perché ovviamente era cambiata e più “matura”, però i ragazzi della sua classe non erano un granché. Stupidi e bruttini.
Ash aveva deciso che avrebbe fatto una colazione super veloce e indossato quello che le sarebbe capitato prima. Indossò dei leggins grigi, stivali neri non pesanti, una maglietta blu a mezza manica e un cardigan nero. Si mise un po’ di mascara agli occhi e i capelli l’ aggiustò in una coda alta.
Si guardò allo specchio e si sentiva carina.
Le persone le dicevano che era una bella ragazza, ma era lei fissata che si vedeva una spazzatura.
Scacciando subito i pensieri, raggiunse di corsa la mensa e poi l’atrio principale della Shoreline. Si aspettava che ci sarebbe stata una folla inferocita di studenti che si avviano tremendi verso i corsi, ma c’era solo lei. Tutta sola.
Allungò le orecchie perché sentì dei passi. Si girò e vi era il preside.
Era molto elegante e affascinante: indossava un completo da lavoro grigio sofisticato e raffinato che metteva in risalto la corporatura atletica. Spuntava il colletto della camicia bianca e la cravatta nera era perfettamente legata. Aveva i capelli gelitinati all’indietro che mettevano in risalto gli occhi nocciola chiaro dalle striature verdi. Sembrava una sorta di Christian Grey.
<< Ti vedo in gran forma Ashley >> disse il preside per rompere il ghiaccio.
<< Anche lei signor Stryker. Le posso dire una cosa? >>
<< Certo. >>
<< Ieri ero andata al bosco e ho visto lei che stava “parlando” con qualcosa. Era un ovale pieno di luce. >>
L’uomo ebbe un nodo alla gola.
<< Avrai avuto un’allucinazione oppure mi hai scambiato per qualcun altro. >>
Il preside stava cercando in tutti modi di pararsi il sedere perché sapeva che lei aveva ragione.
<< Preside, io sto bene! >>
<< Ok, calma. A che corso pensi di andare? >>
Ashley detestava quando qualcuno cambiava discorso, ma non poteva mettersi a discutere con il preside della scuola.
<< Quello di disegno. >>
<< Ti piace l’arte? >>
<< Tanto. >>
<< Be’, sarà meglio che tu vada. Sta per cominciare. >>
<< Grazie e buona giornata. >>
<< Anche a te Ashley. >>
 
La ragazza raggiunse la classe dove si sarebbe tenuto il corso di disegno. Entrò e vide molti studenti interessati. La campanella suonò e tutti presero posto. Vide un cavalletto vuoto vicino ad una ragazza con i capelli marroni dalle punte bionde e gli occhi scuri.
<< Io sono la professoressa McCourtney. Oggi vi voglio dare un bel tema. Disegnate il vostro protettore. Avrete libera scelta per la tecnica che volete utilizzare. >>
Su un piccolo comodino, accanto ad Ashley, c’erano una matita HB, una gomma, un temperino, penne, pennelli, matite colorate, acrilici, colori ad olio e tanti altri strumenti artistici.
Prese la matita e fece il primo abbozzo. Si ricordò di quando aveva 8 anni ed iniziò a disegnare, ricopiando i cartoni. Man mano che passavano gli anni, migliorava. Giunta in primo liceo, disegnava i personaggi degli anime e dei manga, ma, dopo, il suo stile divenne più realistico, ossia disegnava figure più reali.
Il disegno era quasi completato e lo avrebbe colorato con le matite colorate.
Aveva disegnato il piccolo Arcangelo Gabriele che le apparve nel giorno del suo compleanno.
<< E’ bellissimo! >> commentò la ragazza dai capelli marroni e le punte bionde. << Veramente meraviglioso. E’ così tenero lui >> continuò la sconosciuta.
Tutti gli studenti si alzarono e andarono a vedere il suo capolavoro. Ci fu un coro di “wow”, “che bello”, “meraviglioso”, “ sei bravissima a disegnare” e tanti altri complimenti.
<< Grazie a tutti, ma sia chiaro: non sono “Il nuovo Caravaggio”! >> esclamò, spalancando gli occhi.
Qualcuno le mise una mano sulla spalla.
Si voltò ed era Cam.
Sorrideva e i suoi occhi erano rimasti scioccati (in positivo) nell’ammirare il disegno.
<< Hanno tutti ragione. Hai veramente un bel talento >> disse, applaudendo le mani. << “ Se hai un dono speciale perché non sfruttarlo? >> le sussurrò ciò che gli aveva detto lei la sera prima.
Lei si girò. I loro volti erano così vicini. I loro respiri s’intrecciavano. Ashley si sentì infuocare dentro e riportò lo sguardo sul foglio.
<< Grazie a tutti, di nuovo. >>
 
 
Dopo i corsi, Ash era stata con Beatrice e il resto del gruppo, quindi mattina e pomeriggio passarono alla svelta.
La sera si sarebbe svolto il festino che Cam le aveva annunciato due giorni prima. Ovviamente ci sarebbe andata e per quell’occasione voleva mostrarsi ancora più carina.
Si prese due ore libere prima che la festa iniziasse. Si sarebbe svolta alle 21 ed erano solo le 19.
Ash svuotò l’armadio da capo a piedi. Ammucchiò i vestiti sul letto e, con tanta pazienza e buona volontà, cominciò a prenderne uno per uno e giudicare.
Dopo un’ora trovò il vestitino adatto. Era color verde acqua, spezzato da una cintura blu scuro con un grande fiocco che andava messa intorno al giro-vita. La gonna aveva la parte coprente e sopra adornata dal pizzo. In tono con la cintura Ash aveva un paio di zeppe. I capelli li avrebbe tenuti con il mosso naturale e avrebbe applicato un filo di eyeliner e mascara agli occhi.
Le ci volle una mezz’oretta per essere pronta.
Si vide allo specchio e se mamma Nicole fosse stata lì con lei, le avrebbe detto che era semplicemente perfetta e pronta per far breccia.
Il festino era alla porta accanto e già sentiva la musica a palla. Le si formò un nodo alla gola, ma subito deglutì. Si fece coraggio e aprì la porta.
La stanza era dominata sia da luci a basso consumo sia da quelle colorate. Quando vide per la prima volta la stanza di Cam la sera prima, le era apparsa piccola, ma, quanto sembrava, era molto spaziosa e ospitò tutto e tutti: c’era il piano per il DJ, un buffet e il resto dello spazio della camera riservata agli studenti che stavano ballando.
Ash guardò meravigliata l’atmosfera musicale e notò che Cam aveva da fare come DJ. Ashley percepì che quel lavoro gli piaceva. Si sentiva sé stesso con la musica mentre lei con l’arte. Lo poteva capire. Il ragazzo era molto preso e muoveva la testa al ritmo della musica.
<< Ora vi lascio con un po’ di musica dance >> gridò al microfono e, nel frattempo, aveva adocchiato Ashley.
La ragazza vide che stava venendo verso di lui, ma venne fermato da… Melissa. Quell’odiosa e scorbutica oca. Ashley avvampò dalla rabbia, però non poteva nemmeno permettersi che una persona le avrebbe rovinato la serata. Cam la guardò con aria dispiaciuta. Ashley fece spallucce e gli fecce il gesto che si sarebbero visti dopo.
Perlustrò la stanza e avvistò Roland e Beatrice che ballavano come se fossero fidanzati. Oppure lo erano? Annabelle, subito riconoscibile dai suoi capelli rosa, stava ballando con un ragazzo non male; Arriane aveva adocchiato una ragazza molto carina. Ash non si aspettava che Arriane era di orientamento sessuale diverso. Eppure era una così deliziosa e bella ragazza che avrebbe potuto avere un sacco di ragazzi ai suoi piedi.
Ashley si sentì addosso qualcuno. La stava accarezzando le spalle, le scostò dolcemente i capelli e le diede un bacio sul collo. Al momento pensò che fosse Cam, ma si rese conto che lui stava ancora parlando con Melissa. Si girò con furia e c’era Victor che stava ballando appiccicato a lei.
Ashley gli mollò un ceffone.
<< Porco! >>
<< Ma c’ ho fatto? >>
<< Sei un pervertito! >>
<< Ma mica ti ho portata a letto! T’ ho solo dato un piccolo bacio sul collo. Certo siete proprio strane voi ragazze! Non accettate nemmeno un gesto romantico >> si lamentò lui.
<< Victor ti ho detto che mi devi stare meno incollato. Ma la tua promessa non vale niente! >>
<< Dai, scusami. Ti va di ballare? >>
Ashley era esitante. Per quanto lo detestava, non poteva non accettare l’invito.
<< Solo uno >> gli raccomandò lei.
<< Grande! >> esclamò Victor, entusiasta.
Il ragazzo la prese per i fianchi e si scatenarono sulla “pista da ballo”. La “discussione” di prima era scomparsa dalla mente di Ashley. Si lasciò andare. La musica la sentiva nelle vene, ma, all’improvviso, partì un lento.
Ashley vide il piano del DJ e c’era Roland che aveva cambiato ritmo. L’aveva sicuramente fatto perché voleva ballare con Beatrice.
Ash fece una faccia disperata. Guardò Cam e Melissa che stavano ballando. Provava una grande invidia o… gelosia? Cam ricambiò il suo sguardo ed era quello dispiaciuto di prima.
<< Non preoccuparti >> gli mimò Ashley.
<< Ti tocca il lento >> affermò Victor.
<< Già >> rispose Ashley come seccata.
Victor le cinse la vita con le mani e appoggiò la testa sulla spalla di lei.
<< Sei bellissima >> le sussurrò.
Victor le dava tantissime attenzioni e a lei piacevano. Però lo detestava per quanto era assillante. Se non era così appiccicoso, forse gli avrebbe dato una possibilità.
No, era impossibile.
Ash liquidò subito il pensiero.
<< Sai Ash, mi piaci >> continuò Victor. << Credo che faremo una bella coppia >> continuò.
<< Non farti film Victor. >>
Il ragazzo la strinse a sé e Ash era inchiodata al suo corpo. Lo voleva lasciare, ma avrebbe fatto la parte della stronza.
Il lento finì e attaccò una canzone più movimentata.
<< Si! >> esclamò Ashley, sottovoce.
La canzone era More Than Friends di Inna ft. Daddy Yankee.
Era tra le sue preferite in assoluto. Victor se ne andò quando vide che Arriane raggiunge Ash. Le due si scatenarono pazzamente.
<< Allora chi è quella ragazza con cui parlavi e ballavi? >> le domandò Ashley, curiosa.
<< Si chiama Jenna. E’ davvero simpatica e mi piace tanto >> rispose Arriane, purtroppo alzando la voce visto che la musica era altissima.
<< Siete carine! >>
<< Grazie. >>
Arriane se ne andò per ritornare dalla sua Jenna che la stava aspettando, seduta sul letto.
Ashley cambiò del tutto umore quando le si avvicinò Melissa.
<< Cara mia non mi ci è voluto niente a parlare con Cam >> si vantò Melissa.
<< Va’ all’inferno >> esclamò Ashley, infastidita dalla sua presenza. Melissa fece una smorfia antipatica e se andò.
Ashley continuava a ballare, fregandosene se danzava da sola. Setacciò con lo sguardo la camera da letto per cercare Cam.
Qualcuno le cinse delicatamente la vita e ballava allo stesso tempo di lei.
Per un attimo pensò che era Victor, ma si girò ed era Cam.
Gioia per i suoi occhi.
<< Allora sei vivo >> scherzò Ashley.
<< Si. Quella Melissa non la sopporto. È troppo appiccicosa. >>
<< Lo so >> rispose lei, facendo una smorfia.
Cam e Ashley non parlarono più, ma si limitarono a ballare. Erano veramente asportati dalla musica. In quel momento Ash pensò che c’erano solo lei e Cam. Nessun altro. Il momento era il loro.
Partì il pezzo di Daddy Yankee.
 
She ring my bell and then rush the floor
You might of think that’s cool out!
Everybody in the club was hot
Till I shown my watch, and the cooled out.
Caliente, frio… mio.
Caliente, frio…mio
It’s forever (forever), you could be mine,
It’s whatever, whatever you like,
It’s forever (forever), you could be mine.
And I’m needing you right now,
Baby come and hold me down.
Caliente, frio… mio.
 
Sulle note di questo pezzo ritmico, Cam ad Ashley ballarono sfrenatamente. I corpi così vicini. Gli occhi così attaccati e seducenti di entrambi. I respiri e i cuori veloci si armonizzavano l’uno con l’altro.
Cam posò le mani sui fianchi di Ashley e l’avvicino a sé. I loro corpi erano totalmente incollati.
Il ragazzo posò un dolce bacio sulla guancia caldissima di Ash. Lei spalancò gli occhi e il cuore le martellava ancora più velocemente, come se volesse uscirle dal petto e congiungersi con quello di Cam.
Lei era emozionantissima e felicissima.
Quella sera non avrebbe mai avuto una fine.
 
Spazio autrice:
QUESTO capitolo lo amo in assoluto!
La prima parte e l’ultima le adoro. Mi son troppo superata *__*
Che ne pensate? Vi lascio alla lettura e vorrei anche sapere delle vostre opinioni.
Alla prossima.
 
P.S. Proprio ascoltando la canzone More than friend di Inna ft. Daddy Yankee ho immaginato la scena del ballo tra Ash e Cam :)
 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** - Uno Strano Comportamento ***


QUINTO CAPITOLO
UNO STRANO COMPORTAMENTO
 
La creatura si sentì scoppiare dentro una scintilla, come se era nata una fiamma e stava per prendere a fuoco. Si sentiva contrarre qualcosa all’altezza delle scapole, come se qualcosa le dovesse uscire. Faceva davvero male. L’essere emise un grido, s’inarcò in avanti e urlò ancora.
Quanto era atroce questo dolore?
Poi la figura vide tutto bianco intorno a sé e, dietro la schiena, sentì qualcosa di caldo.
Il dolore era passato.
La creatura toccò con la mano le scapole e sentì che stava nascendo qualcosa di morbido.
Erano due ali. Crescevano pian piano. Terminato il processo, apparve uno specchio di fronte alla figura. Gli occhi erano spalancanti e sorpresi. Dietro di lei c’erano due gigantesche ali: una rossa fuoco screziata d’oro che emanava un alone rosso chiaro; l’altra era di un bianco purissimo mentre la punta delle piume era azzurrina, e sprigionava un alone celestino.
Erano veramente bellissime e in forte contrasto. Nessuno poteva dire qual’era la più bella. Avevano il loro fascino nascosto.
La persona se le sentì pesanti addosso che quasi la stavano facendo cadere.
Automaticamente, le ali batterono dolcemente e la creatura staccò i piedi dal suolo.
Adesso erano più leggere e anche l’essere si sentiva così.
Quando tutto svanì, la figura misteriosa si ritrovò in un bosco, illuminato dalla luce abbagliante che emanavano le due ali.
Insieme alla sagome sconosciuta c’era due persone: due demoni. Uno dei due incombeva sull’altro in maniera maestosa.
Tutti e due avevano l’aria orgogliosa.
Aspettavano da tanto tempo quella trasformazione, ma la creatura avrebbe dovuto scegliere.
 
Ashley si svegliò di colpo, tutta sudata. Era ancora notte fonda e la Shoreline era abbastanza inquietante quando c’erano oscurità e silenzio totali, ma di giorno era molto accogliente.
La ragazza si mise su a sedere e guardò il vuoto. Il battito del cuore era molto accelerato, aveva il fiatone e gli occhi erano spaventati ma affascinati.
Ashley si mise a pensare.
Il sogno che aveva avuto era una visione o una premonizione? La creatura era lei o un’altra persona? E chi erano le altre due persone? Tante domande cominciarono a frullarle nella testa, ma non avrebbe avuto di certo le risposte in quel momento. Non si ricordava bene di come erano fatte le persone. I volti erano offuscati, ma aveva l’immagine nitida delle due ali, quella rossa e quella bianca. Dio, quanto erano meravigliose. Era come se Ashley fosse stata nel sogno e riusciva a percepirle e a toccarle. Come se quelle ali facessero parte del suo corpo. Se le sentiva veramente addosso. Dopo la visione dell’Arcangelo Gabriele del giorno del suo compleanno, questo sogno era molto strano. Come se volesse dirle qualcosa.
Ashley si alzò dal letto, si sistemò i capelli neri in una coda alta, prese la giacchetta grigia che aveva sulla sedia e uscì dalla stanza. Aveva bisogno di un po’ d’aria. L’idea che doveva attraversare il corridoio buio, parzialmente illuminato dalla luce della luna che entrava dai finestroni, la intimoriva. Così si mise a correre, cercando di far meno rumore possibile. Arrivò all’atrio principale e guardò l’ora: le 4 del mattino. Fra due ore sarebbe sorto il sole e una mandria di studenti sarebbero usciti dalle loro camere.
Ash uscì, svoltò a sinistra in direzione dell’oceano. Da quattro giorni che era alla Shoreline, non si era accorta dell’oceano, eppure era proprio davanti alla sua finestra!
Arrivò alla riva e immerse i piedi nell’acqua. Era così ghiacciata che le provocò i brividi, così si mise addosso la giacchetta..
L’oceano di sera era davvero bellissimo. La luna, solitaria e bianca in mezzo al cielo notturno, emanava una meravigliosa luce argentea, illuminando il cielo fin dove poteva. Non c’erano nuvole. La  luna si rifletteva anche sull’oceano ed esso brillava di mille scintillii per il fulgore che mandava il satellite terrestre. Oltre l’oceano c’era il buio totale, anzi pareva stendersi l’infinito. Ashley non si sentì affatto sola poiché in sua compagnia c’era il frinire dei grilli e lo stridere dei pipistrelli.
All’improvviso sentì un rumore di foglie. Il suo cuore balzò e lei si girò di scatto. Dietro la ragazza era tutto buio, si vedeva soltanto qualche foglia, balenata dalla luce lunare. Dritto di fronte ad Ashley stava arrivando una persona. La ragazza trasalì, le sue gambe tremavano e a poco avrebbe emesso un urlo e iniziato a correre, ma la persona era Beatrice. Ashley si tranquillizzò.
<< Oddio, Bea! Mi ha fatto sudare >> si lamentò Ashley.
<< Scusami, non era mia intenzione. >>
<< Tranquilla. Scusami tu che ho alzato il tono della voce. >>
<< Anche io l’avrei fatto. Che ci fai qui? >>
<< Avevo fatto uno strano sogno e avevo bisogno di un po’ d’aria. Tu, invece? >>
<< Non riuscivo a dormire. >>
<< A me è passato il sonno. >>
Le due amiche si sedettero contemporaneamente sulla sabbia nera e fredda. I piedi di Ashley si facevano accarezzare dai granelli sabbiosi. Non si era mai sentita così bene. Si sentiva molto rilassata.
<< Vedo tu e Roland che andate molto d’accordo. Scintilla? >> la schernì Ashley, curiosa.
<< Sono innamorata di lui >> disse Beatrice sottovoce, ma molto imbarazzata.
<< Davvero? Ma… ecco… state insieme? >> passò al dunque Ashley.
<< Si, be’, non è una cosa ufficiale perché vogliamo andarci piano. Ci stiamo frequentando, ma devo ancora conoscerlo bene. Ieri, dopo il festino, mi ha portata qui e si è dichiarato. E’ stato davvero emozionante e romantico. Nessun ragazzo si sarebbe interessato a me. Poi ci siamo baciati. È stato il mio primo vero bacio. In assoluto. Non so se puoi capire… >>
Ashley vide i cuori e le faville negli occhi verdissimi di Beatrice. Il suo sguardo era sognante e innamorato. Era da tanto che non vedeva una sua amica caduta in amore. Deve essere davvero meraviglioso innamorarsi. Si ha occhi solo per quella persona e vorresti passare la vita intera con lei.
<< Non m’importa se ci conosciamo da soli quattro giorno. Io sono innamorata di lui e lui di me. Ci conosceremo a fondo solo frequentandoci. >>
<< Hai ragione. Approvo a pieno ciò che hai detto. >>
<< E tu con quel Cam? Deve essere un tipo molto affascinante e misterioso… >> le chiese Beatrice, molto curiosa.
<< Be’, ecco… credo che mi piace. Non so… dentro ho questa cosa allo stomaco. Ogni volta che lo vedo il mio cuore batte. Ma c’è lei, quella Melissa che non sopporto e che ci prova con Cam. >>
<<  Sei gelosa. >>
<< I-io!? >> sbottò Ashley, guardando stupita Beatrice.
<< Si. Anche io l’ ho provata. Vorresti avere quella persona solo per te e l’idea che qualcuno possa rubartela, ti fa irritare. Non è così? Ammettilo Ashley. Te lo si legge in faccia! >> affermò Bea, schietta.
<< Mi sa che hai ragione. >>
<< Ho ragione. Punto >> puntualizzò Bea. << E sei cotta di lui! >> continuò << hai le guance rosse e gli occhi ti si illuminano di un marrone caldissimo quando parli di lui e lo vedi. Me ne sono accorta. >>
<< Oh… >>
<< Metti i tuoi sentimenti in chiaro. Hai mai dormito in spiaggia? >> le chiese Bea.
<< No. Infatti il sonno mi è ritornato e non mi va di ritornare in camera! >>
<< Bene, sarà la tua prima volta. Ho qui con me un asciugamano. >>
Beatrice si alzò e dalla sua borsa, che Ash non aveva notato, tirò fuori un asciugamano viola. Lo stese per bene sulla sabbia e vi si sdraiò. Ash fece altrettanto.
<< Buonanotte Ash. >>
<< Buonanotte Bea. >>
 
Quando Ashley si svegliò, Bea non era accanto a lei. Ash si sedette e si strofinò gli occhi con le mani. Non sapeva che ore erano, ma avrebbe intuito dall’inizio alba che sarebbero state circa le 6.30. Si issò, decidendo di ritornare in camera per prepararsi per le lezioni del lunedì mattina. Si avviò e, durante il suo cammino, incontrò Melissa.
Dio santo, no!, pensò Ashley.
Ogni volta che vedeva quell’antipatica fanatica, le saliva un’irritazione alle stelle. Aveva tanta voglia di sbatterla al muro e riempirla di cazzotti, o di affogarla o di farla precipitare da un aereo. L’importante è che spariva dalla faccia della Terra.
<< Tiene a bada i tuoi pensieri sguattera >> ringhiò Melissa, mostrando due occhi spalancati e maligni.
Ma cosa? Melissa aveva letto i pensieri di Ashley?
<< Se ti stai domando come ho fatto a capire il tuo pensiero, be’, so leggere la mente. >>
<< E’ un’assurdità. Non esistono cose così al mondo. >>
<< Invece sì. Forse non sai una cosa di questa scuola. Qui vivono i Nephilim. Vengono resi “invisibili” agli occhi dei non-Nephilim, in modo che non lo sappiano e che non danno di testa. >>
<< Scusa, rallenta. Chi sono i Nephilim? >>
<< Mezzi angeli e mezzi mortali. >>
Melissa poteva essere chiunque, ma non un angelo. Non aveva né il comportamento né lo sguardo di un angelo.
<< Che stupidaggine stai dicendo? >>
Ashley fu molto perplessa, ma non doveva esserlo. A lei era capitato l’Arcangelo Gabriele in carne ed ossa. Lo aveva sentito veramente vivo.
<< Allora come te lo spiegheresti il mio leggere il pensiero? >>
<< Giusto. Non ne rimango colpita perché a me è comparso personalmente l’Arcangelo Gabriele. La sua apparizione è stata così improvvisa ma affascinante, che mi convinco sempre di più che in questo mondo ci siano creature sovrannaturali. >>
<< Qui ne hai la prova vivente. >>
<< Senti, tu puoi essere tutto, pure un insulso insetto, ma non hai le caratteristiche di un angelo. >>
<< Un giorno le vedrai. Comunque non sono venuta a parlarti di questo, ma di Cam. Ti avverto ancora: sta’ lontano da lui! >>
<< Lui non ti sopporta! L’ ha detto a me! >>
<< Menzogne! Lo conquisterò! >>
<< Smettila. Non ci riuscirai mai e ne ho abbastanza di te! >>
Ashley ribolliva di rabbia. Intorno a lei si stava come per creare il fuoco. La sua mano destra si alzò da sola. Da essa fuoriuscì una luce fievole che andò addosso a Melissa, mentre Ashley cadde per terra.
<< Ma che… >>
Ad Ashley si mozzarono le parole. Cos’era successo? Come era nata quella palla di luce?
Ash non ne rimase terrorizzata, ma dubbiosa e anche meravigliata.
Allora qualcosa in questo monotono mondo esisteva.
Qualcosa di paranormale.
Sulla faccia di Melissa si disegnò la paura e corse a gambe levate. Almeno se n’era andata.
Un attimo di sollievo, pensò Ash, sospirando.
 
Qualcuno da dietro un albero la spiava.
Era Victor.
<< Allora è lei >> si disse.
Cosa voleva dire? Cosa aveva Ashley di così importante? E perché “è lei”?
 
Ashley non si accorse della presenza di Victor, così rientrò nella scuola.
Le lezioni passarono alla svelta, come sempre. Erano molto interessanti mentre, quando stava al liceo, le materie come italiano, matematica o storia erano alquanto noiose. In questa scuola avevano un loro fascino.
Durante l’ora d’inglese Victor aveva proposto ad Ashley di pranzare insieme. La supplicò tantissimo tant’è che la ragazza aveva dovuto cedere. L’avrebbe aspettato nel bosco dove lei aveva visto il preside Stryker che parlava a quell’ovale abbagliante. Aveva ancora in mente quel ricordo.
Ashley arrivò al bosco e si sedette sotto l’albero da cui nascevano orchidee rosa. Lì avrebbero fatto il pic nic.
<< Trovata! >>
Victor sbucò da dietro un cespuglio con in mano una cesta marroncina molto graziosa.
<< Dio santo Victor! Mi hai fatto prendere un colpo. Non farlo mai più. >>
<< Oggi sei bellissima >> cambiò discorso Victor.
Tutti quei complimenti la facevano sentire speciale, a lei piacevano, ma Victor non era proprio il suo tipo: era il classico playboy della scuola, che corteggiava una per far ingelosire l’altra.
<< Mi dovrei fidare di cosa hai cucinato? >> lo schernì Ashley.
<< Certo. Non ci ho mica messo il veleno! >>
<< Stento a crederci. >>
<< Devi solo assaggiare. >>
Victor aprì la cesta. Prese una vezzosa tovaglia a strisce rossa e bianca e la stese sull’erba fresca. Afferrò una ciotola con uva verde-giallina e il melone di un arancio chiarissimo. Pigliò due ciotole dove c’era una gustosa insalata di riso, due bicchieri e dell’acqua naturale.
<< Possiamo dare il via al pranzo! >> esclamò Victor.
Lo stomaco di Ashley brontolò e lei stessa non vide l’ora di mangiare. La sua bocca avrebbe affogato tutto in un boccone, ma doveva andare piano con le porzioni.
Ashley prese la ciotola con l’insalata di riso, la forchetta e addentò un pezzo. Per la fame avrebbe mangiato anche la ciotola!
<< Vedo che sei affamata, ma con calma! Non voglio che il nostro pic nic finisca subito >> affermò Victor, che guardava con sguardo trasognato Ashley.
<< Aspetta, sei sporca di pomodoro. Proprio qui >> disse, indicando un punto vicino alla bocca sul proprio volto.
Victor allungò una mano al mento di Ashley e con il pollice le levò il rosso di pomodoro. Nel frattempo approfittò di prenderle la guancia con tutta la mano.
La mano di lui era grande e morbida. La prima cosa che Ashley vedeva in un ragazzo erano le mani e quelle di Victor erano tremendamente attraenti.
Victor si avvicinò di più a lei. I loro corpi si sfioravano e i loro volti erano molto vicini. Ashley si sentì addosso il respiro di lui e poté anche studiare il suo volto. I lineamenti erano aguzzi, i zigomi pronunciati, i capelli castani chiaro arruffati e gli occhi nocciola scuro erano molto penetranti. Victor era davvero un bel ragazzo e poteva avere tutte le ragazze del mondo. Ashley si domandava perché proprio a lei doveva fare la corte.
Il ragazzo quasi posò le labbra su quelle di Ashley, ma lei si scostò.
Non poteva. Non doveva.
Qualcosa dentro di lei le aveva detto che non doveva farlo. Forse c’era un motivo, ma lei non lo sapeva. Si sentiva solo che, se lo avesse baciato, avrebbe tradito qualcuno.
<< Scusami Victor… io… >>
Lui si alzò di scatto. Aveva lo sguardo freddo e buio, le mani chiuse in due pugni.
<< Dì qualcosa. >>
<< Mi sono stufato di te. Ti ho dato tutte le attenzioni possibili, ma non sono servite a niente. >>
Ashley lo guardò preoccupata. Si issò anche lei.
<< Tu mi piaci Ashley, anzi mi piacevi >> le disse Victor.
I suoi occhi erano spenti e irraggiungibili. Quel marrone chiaro vibrante che c’era un attimo prima, era scomparso.
<< Adesso basta. Non voglio più niente a che fare con te. >>
Victor se ne andò, lasciando Ashley da sola. Il cuore di lei batteva veloce. Era nervosa. Si era fattA scappare un ragazzo che poteva trattarla bene.
Oppure non si doveva fidare?
 
Victor camminò a passo molto veloce.
<< Di te non mi importerà più niente. Adesso ci sarà solo il mio obiettivo e nessuno si dovrà mettere in mezzo tra me e te. La prima cosa che farò, sarà sbarazzarmi dei tuoi fasulli amichetti e di quell’odioso Cam, che gli sbavi dietro come un cane. Ti farò vedere io, mia cara. Vedrai la mia ira >> si disse Victor, con lo sguardo minaccioso e adirato mentre varcava il cancello della Shoreline.
 
Spazio autrice:
eccomi con un nuovo capitolo! Finalmente!
Ashley è venuta a conoscenza dell’esistenza dei Nephilim (una prima rivelazione u.u XD dovevo farlo! )
E il sogno? Che potrebbe significare? Io lo so, voi no prrr. Lo scoprirete comunque.
A quanto pare Victor era cotto di Ash, ma lei non ricambiava. Ci sarà un motivo valido, ma non solo per Cam. C’è qualcos’altro sotto che dirò più in là.
Mi dispiace per l’attesa che dovete subire. Io vorrei svelarvi tutto quanto, ma anche l’autrice deve aspettare e andare piano :( (ho troppa voglia di dire tutto xD)
E a quanto pare, Victor se n’è andato u.u
Ritornerà o no?
Lo scoprirete presto.
Buona lettura e vorrei sapere cosa ne pensate :)
Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** - Una notizia e una donna ***


SESTO CAPITOLO
 
UNA NOTIZIA E UNA DONNA
 
 
<< Ashley! Ashley! Svegliati! >>
Qualcuno bussò bruscamente sulla porta della ragazza. Ashley stava sognando e le pareva che il bussare fosse nel sogno. La persona continuò, poi Ash si rese conto che il rumore proveniva al di fuori della sua porta e si alzò di scatto. Le girò immediatamente la testa e intanto si avvia verso la porta.
<< Apri! >> Ash riconobbe che la voce era di Arriane.
<< Che succede Arriane? >> le domandò mentre si massaggiava la testa con la mano destra.
<< E’ giunta questa mattina la notizia che è stato trovato il cadavere di Melissa vicino all’oceano. >>
Il desiderio di Ashley s’era realizzato: Melissa era “sparita” dalla faccia della Terra.
<< Cosa? Ok, io la odiavo, ma non la volevo morta sul serio. >>
<< Non si sa ancora chi sia stato. >>
<< Immagino. >>
<< Tu hai qualche idea? >>
<< Potrebbe essere stato chiunque Arriane! >>
<< Menomale che ci sono le telecamere fuori e hanno ripreso tutto. >>
<< Già, una fortuna! >>
<< A momenti arriveranno anche gli altri. >>
<< Bene, tutti in camera mia! >>
Arriane ed Ashley sentirono un brusio di voci. Era il resto del gruppo.
Entrarono per primi Roland e Beatrice, che si tenevano per mano e, ormai, stavano per diventare una coppia ufficiale; poi Jenna, Annabelle e Cam, con la sua bellezza misteriosa ma affascinante. Quest’ultimo raggiunse Ashley e l’abbracciò.
<< Come va? >> le disse, sottovoce.
<< Bene, diciamo. Tu? >>
<< All’incirca anch’ io. >>
Ci fu una schiarita di voce da parte di Arriane.
<< Vorrei la vostra attenzione >> puntualizzò. << L’assassino potrebbe essere chiunque e dobbiamo avere la massima sicurezza per noi stessi. Tenete gli occhi aperti. E mi raccomando, ogni cosa sospetta, dovete dirla a qualcuno. >>
Per un attimo Arriane sembrava Francesca. Ashley non aveva mai visto l’amica così determinata e decisa. Le era sempre apparsa come la ragazza spensierata e simpatica, ma non la sottovalutava. Aveva un bel cervello.
<< Concordo >> intervenne Roland, che si teneva vicino Beatrice. << E penso che attaccherà ancora. O noi o qualcun altro. >>
<< Scusate, devo uscire >> disse all’improvviso Bea, ad alta voce, lo sguardo assente nel vuoto.
<< Dove vai Bea? >> le domandò Roland, preoccupato.
<< Devo fare una cosa. >>
<< Vengo con te! >> affermò lui.
<< No, resta qui. Farò presto. >>
Beatrice uscì di botto dalla camera. Tutti si domandarono perché questa improvvisa uscita e cosa aveva di così urgente da fare?
<< Voi ci andrete al funerale? >> domandò Cam.
<< No, perché verrà svolto in privato. Solo i suoi genitori avrebbero assistito >> rispose Arriane.
Ashley odiava Melissa, ma non da volere la sua morte. Sì, pensava che doveva sparire dal mondo, ma in modo letterale lo diceva, non sul serio. Se Ashley scoprisse il colpevole, gli lancerebbe quella sfera di luce che uscì dalla sua mano il giorno prima. Tutto il pomeriggio e la sera, prima di andare a letto, del giorno precedente stava pensando come si sia scaturita quella cosa. Quel fulgore circolare era sbucato dalla sua mano all’improvviso. Che Ashley fosse una sorta di maga? O un essere dai poteri soprannaturali? Nemmeno lei si sapeva rispondere. Sapeva solo che era una cosa molto strana e l’avrebbe scoperta.
Ashley si guardò le mani. Le girò e le rigirò in continuazione. Quel potere fuoriuscito la turbava.
<< A cosa pensi? >>
I suoi pensieri furono interrotti dalla domanda curiosa di Cam, che la guardava con occhi preoccupati.
<< Niente. Ieri mi è successa una cosa e ne dovrei parlare con qualcuno. >>
<< Va bene. Faccio uscire tutti. Scusate, potete lasciarci da soli? >>
<< Oooh. La coppietta ha bisogno di intimità >> schernì Arriane, alzando un sopracciglio e guardando maliziosa Ashley.
<< Sei sempre la solita Arriane >> scherzò Ashley, dandole una pacca non tanto forte sulla spalla.
Una volta che il resto del gruppo uscì, Cam ed Ashley si sedettero sul letto.
La ragazza si sentì le guance ardere, le gambe tremare e le mani sudare. Questo effetto le provocava la figura di Cam? Lui era tranquillo, seduto a gambe incrociate e aspettando che Ash aprisse bocca.
<< Allora? >> la chiamò.
<< S-si! >>
<< Oddio, sei rossissima! >>
<< I-io? No, che dici! >>
<< E’ per caso la mia presenza che ti fa arrossire? >>
<< C-cam… smettila! >> avvampò Ashley. La sua faccia stava per andare a fuoco.
Cam posò una mano sulla guancia sinistra di Ash e l’altra sulle sue mani intrecciate. Le mani di lui erano caldissime e, unite con il corpo focoso di Ash, avrebbero fatte tante scintille bollenti.
<< Dio, rilassati. Che ti prende? >>
Ashley era in forte imbarazzo che dovette alzarsi e recarsi alla finestra. Aveva bisogno di raffreddarsi. Aprì la finestra e fece un grande sospiro. Guardò l’oceano, che rifletteva ancora i colori dell’alba che era quasi scomparsa. Quella vista la fece rilassare. Ritornò da Cam e prese il coraggio di parlare.
<< Lunedì notte, erano circa le 4, ero uscita dalla camera che avevo fatto un sogno strano. Andai in riva perché avevo bisogno d’aria. Mi raggiunse Bea, abbiamo un po’ parlato e poi ci siamo addormentate. Quando mi svegliai, mi alzai per ritornare in camera, solo che incontrai Melissa. Mi disse che dovevo starti lontano perché lei era innamorata di te e avrebbe fatto qualsiasi cosa per averti. Io ero furiosa. Era sempre la sua presenza che mi faceva innervosire. Senza auto-controllo dalla mia mano uscì una sfera di luce, che si scagliò contro Melissa e mandandomi a terra. >>
Ashley si fermò e gli occhi, che un attimo prima fissavano il pavimento, guardavano Cam. Lui era attento e curioso nell’ascoltare. Non avrebbe tralasciato nessun dettaglio.
<< E’ da ieri mattina che non faccio altro che pensare a quello che mi è successo. Dentro di me ci sarà qualcosa cha avrà fatto scaturire quella luce. Oppure era il mio sentimento negativo verso di lei. Non saprei spiegartelo. E mi ha detto un’altra cosa… >> continuò la ragazza.
<< Spara >> disse Cam.
<< Che in questa scuola vi sono studenti Nephilim. Una cosa del genere. È vero? >>
<< Si. >>
<< Forse anche io sarò mezzo angelo e mezzo mortale!? >>
<< Lo dovresti scoprire da sola. Oppure potresti essere di più. >>
<< Tipo? >>
<< Un angelo >> rispose Cam.
<< No, un’assurdità. Io penso che gli angeli e i demoni esistano davvero, ma che non vogliono farsi vedere dagli umani. Li vegliano, ma restando invisibili. Non penso che qualcuno sulla Terra sia una creatura soprannaturale. >>
<< Già. Sarebbe un’assurdità! >> mentì Cam. Prima o poi sarebbe arrivato il momento che Ashley avrebbe saputo tutto. Su chi è lui e anche i suoi amici.
<< Se vuoi, posso aiutarti a scoprire questa anomalia in te >> le propose Cam.
<< Davvero lo faresti? >>
<< Certo! >>
<< Sei un tesoro Cam! >> disse Ashley, entusiasta. La ragazza buttò le braccia intorno al collo dell’amico e l’abbracciò forte. Il ragazzo portava il suo profumo di colonia. L’odore delizioso invase le narici della ragazza. Alla vista del collo di Cam, ad Ashley venne voglia di baciarlo.
No, no! Non devo farmi questi pensieri, pensò Ashley.
Qualcosa catturò l’attenzione di Ash. Era un tatuaggio sul collo di lui. Non l’aveva mai notato: un sole nero.
<< E questo? Non l’avevo mai visto. >>
Ashley si staccò da Cam e guardò interessata il tatuaggio.
<< C’è una storia dietro. >>
<< E che aspetti a raccontarmela? >>
<< Sinceramente non mi va adesso. Vorrei un po’ dormire prima di cominciare le lezioni. >>
<< Se vuoi, puoi addormentarti sul mio letto. >>
<< Davvero? >>
<< Si,certo. >>
<< Grazie. >>
Cam si tolse il giacchetto nero lucido e la maglietta grigia, rimanendo seminudo. A quella vista Ashley arrossì subito.
Il ragazzo aveva un fisico da modello: le spalle grandi e curve, i muscoli delle braccia abbastanza pompati, i pettorali scolpiti e una lieve tartaruga. Era perfetto. Era il tipo di ragazzo che desiderava Ashley. Ma lo avrebbe mai avuto per sé? Non sapeva rispondersi. Non doveva lasciarselo scappare: era quello il significato del discorso che le fece Beatrice la mattina precedente.
Ashley si doveva dare da fare.
<< Ehi >> la chiamo Cam, sventolandole una mano di fronte al visto.
Ashley scosse la testa.
<< Dimmi >>
<< Eri rimasta imbambolata. >>
<< Oh. Ehm… ti lascio il letto. Vado al bagno. Ci vediamo quando ti sarai svegliato. >>
<< D’accordo. >>
Ashley si recò al bagno mentre Cam si distese sul letto. La ragazza fece capolino da dietro la porta del bagno. Voleva tanto mettersi vicino a Cam e dormire insieme a lui.
Forse Beatrice aveva proprio ragione: Ashley era cotta di Cam. E lui? Provava qualcosa?
Ash avrebbe avuto una risposta solo dalla bocca di Cam.
Continuò a guardare trasognata il ragazzo mentre lui si era già abbandonato in due ore di sonno. Alla fine decise di entrare in bagno e farsi una doccia.
Prima si guardò allo specchio: la pelle abbronzata dell’estate, quasi al culmine, se ne stava andando per dar posto alla carne pallida; gli occhi erano vibranti; i capelli disordinati in una coda.
All’improvviso sentì un tonfo. Proveniva dalla finestra del bagno.
Si affacciò, ma non c’era nessuna. Di punto in bianco si materializzò una persona.
Nonostante l’alba se ne stesse andando per lasciare posto al cielo azzurro, illuminava parzialmente la figura sconosciuta.
Era una ragazza, forse sui 25 anni. Indossava un cappotto lungo e nero. I capelli erano corvini e lunghissimi. Gli occhi erano ombrati.
Ad Ashley sembrò che quella ragazza le assomigliava tanto. Come se fosse una sua sorella gemella.
La sconosciuta sparì all’istante, proprio sotto agli occhi di Ash, come se si fosse teletrasportata.
Dentro Ash nacque la voglia di sapere chi fosse.
Per adesso aveva due obiettivi: scoprire chi era quella ragazza e l’origine di quella sfera di luce.
 
Spazio autrice:
di questo capitolo che ne dite?
So che non è il massimo, infatti ci ho messo poco impegno L
Però nel prossimo capitolo succederà qualcosa e non vedo l’ora di scriverlo e pubblicarlo! Voglio troppo farvi sapere una cosa, che direte: “ non me lo sarei mai aspettato!”
Chi sarà la misteriosa ragazza? u.u
Alla prossima!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** - Rivelazione ***


SETTIMO CAPITOLO
RIVELAZIONE
 
Cam era rimasto a dormire nella camera di Ashley. Si era alzato due ore più tardi, dopo che Arriane, Roland e company erano venuti nella stanza di Ash per parlare dell’assassinio di Melissa.
I due amici andarono insieme alle lezioni. Per tutta la mattina Ashley fu soprappensiero e molto assente. Le turbava la morte di Melissa e quel potere che le era uscito dalla mano. Stava pensando che forse poteva essere una Nephilim, come gli studenti della Shoreline. Ma lei era puramente mortale. O almeno così credeva. Oppure era veramente qualcuno? Non avrebbe trovato subito le risposte. Se le voleva, doveva pian piano scoprirle da sola. Non aveva la minima idea da dove cominciare.
Cam e il resto degli amici la tartassarono tutta la mattina. Volevano una sua attenzione, una chiacchiera, una risata o quel sorriso. Quello splendido sorriso che ai suoi amici ricordava qualcuno.
Ashley pensava che avrebbe trovato qualche risposta: su chi parlava il preside quel giorno quando lo vide nel bosco, l’assassino di Melissa, quella sfera di luce, chi era lei veramente e quella donna incappucciata. Ancora aveva l’immagine nitida della sua sosia. Che potesse essere un lontano parente? Una sorella gemella? Una sua versione cattiva?
Poteva essere chiunque quella donna. Se l’avrebbe rivista, non avrebbe esitato a domandarle perché l’aveva spiata la mattina stessa, come fece qualche giorno prima Victor. Quel ragazzo era davvero strano. Prima faceva la corte ad Ash ed ora aveva in mente un obiettivo? Era scomparso dopo il picnic. Ash non era pronta a baciarlo. Anzi, non ne aveva l’intenzione. Come se dentro di lei qualcosa le avesse detto che avrebbe ferito e tradito qualcuno. Chi? Un suo amore passato?
Troppe domande frullavano nella sua testa e nessuna risposta avrebbe trovato subito.
Finite le lezioni, Ash non avrebbe pranzato con gli amici, ma se ne sarebbe andata al bosco a pensare.
Stava per uscire dalla classe quando qualcuno la fermò.
<< Ashley, aspetta. >>
Era Cam che le afferrò il braccio e la fece girare verso di lui. Lei indietreggiò di un passo. Aveva lo sguardo assente.
<< Ma che hai? >> le domandò, preoccupato.
<< Cam, lasciami da sola. >>
<< No. Sono preoccupato per te. Sei stata fredda tutta questa mattina! >> le sbottò.
Lui era preoccupato per lei? Ashley ritornò in sé e guardò Cam con occhi dispiaciuti.
<< Cam, io… Ho troppe domande nella mia testa. Scusami, se sono stata distaccata, ma dovevo pensare. >>
<< A cosa? >>
<< Se te lo dicessi, non cambierebbe niente. >>
<< Si, invece. Ti ho già detto che ti voglio aiutare! >>
<< Ma non saprei da dove cominciare! >>
<< Be’, ti aiuterò! >>
<< Grazie per l’aiuto Cam. Però, adesso, devo stare un attimo da sola. >>
<< D’accordo. Dopo passa da me, ok? >>
<< Va bene. >>
Ashley salutò Cam con un bacio sulla guancia e, mentre si avviava, lo guardava ancora dispiaciuta.
 
Ashley arrivò al bosco. Lo stomaco le brontolava, ma non aveva proprio voglia di mangiare. Se avesse mangiato, avrebbe rigettato tutto perché a occuparle lo stomaco c’erano un sacco di domande. Andò a cercare l’ albero con le orchidee rosa. Il suo preferito. Ed eccolo lì, illuminato dai raggi del sole. Il rosa di quelle orchidee era brillante e rendeva i fiori ancora più belli. Si sedette. In quel posto aveva pranzato con Victor. Bastò un solo gesto a farlo “infuriare” e a mandarlo via. La ragazza si sentiva un po’ in colpa, ma non doveva. In fondo non si sentiva pronta e poi non provava niente per lui. Pensava che sarebbero diventati migliori amici, se solo lui fosse stato meno appiccicoso e che non se l’avesse presa per un bacio rifiutato. In fondo era un bel ragazzo e simpatico, ma, forse, era un playboy e sicuramente molto permaloso.
Ashley liquidò il pensiero.
Dallo zaino estrasse un piccolo quaderno e una penna. Aprì il quadernino ad una pagina bianca e iniziò a scrivere:
 
Chi ha ucciso Melissa?
Cosa nasconde il preside?
Che intenzioni ha Victor e fidarmi di lui?
La donna incappucciata.
Lo strano potere che nacque dalla mia mano.
Cosa sono io?
 
Per adesso questi erano i suoi principali obiettivi. Erano troppe domande e non sapeva se avrebbe trovato in tempo le risposte. Lo sperava.
Le lezioni furono abbastanza pesanti, così decise di farsi un sonnellino. Non poté farlo prima delle lezioni poiché un grazioso ragazzo aveva dormito nel suo letto. Però lei gliel’aveva offerto.
Si svegliò dopo quattro ore. Gli occhi e lei stessa erano ben risposati. Prese dalla tasca dei jeans il cellulare e guardò l’ora: le 17.00
Cam le aveva detto di passare e così avrebbe fatto. Prese lo zaino e s’incamminò.
Arrivò alla stanza di lui in un battibaleno e bussò.
<< Chi è? >> gridò lui.
<< Ashley. >>
<< Ah, giusto! >>
Le aprì la porta.
<< Ti sei scordato che mi avevi invitato? >>
<< No è che mi ero addormentato. >>
<< Si vede >> disse Ashley. Fece una risatina.
Il volto di Cam era molto assonnato e sembrava quello di un cucciolo di cane. Si era accostato vicino alla finestra. Aveva i capelli disordinati e, per di più, a petto nudo. La luce del pomeriggio, che arrivava dalla finestra, gli fece risaltare di poco gli addominali, ma rischiarò intensamente i suoi occhi verdi.
<< Se vuoi dormire, vado in camera mia. >>
<< No, resta qua. Voglio la tua compagnia. >>
<< Ah, mi fa piacere. >>
E che piacere! Ashley era felicissima. Si avvicinò a Cam. Gli posò una mano sulla spalla sinistra e dopo gli spostò una ciocca nera che si era posata sull’occhio sinistro.
Cam si girò e si accostò di più ad Ashley. Le prese le guance tra le mani. I loro volti erano vicinissimi e Ashley pensò che l’avrebbe baciata, ma Cam si buttò sul suo corpo. La ragazza, rossa in viso, sentì che il corpo di lui era caldo, specialmente la fronte, molto bollente.
<< Cam! Ma tu scotti! Hai la febbre! >>
Ashley gli circondò la vita con un braccio e lo portò a letto. Lo fece distendere e lo rimboccò con le coperte.
<< Vado a chiedere a Francesca se ha un termometro e uno sciroppo che ti faccia abbassare la febbre. >>
<< Mmmh… >> seppe dire Cam.
Ashley non perse un minuto. Corse subito da Francesca e ritornò nella camera di lui come un fulmine. Aveva portato un kit di pronto soccorso. Aprì la scatoletta bianca e prese un termometro. Nel frattempo che l’oggetto misurava la temperatura corporea, Ash andò in bagno e bagnò una pezza con dell’acqua fredda. Ritornò da lui e gliela poggiò sulla fronte. Prese il termometro che segnava 40.
<< Oh cavolo! >>
Prese subito lo sciroppo e glielo dette.
Cam sembrava proprio un bambino ammalato che riceveva tante cure dalla sua mamma. Alla fine chiuse gli occhi e si lasciò in un sonno profondo.
<< Restiamo noi con lui. >>
Ashley si girò e c’erano Roland ed Arriane sul ciglio della porta.
<< Grazie ragazzi. Siete degli ottimi amici. >>
La ragazza andò da loro e li abbracciò fortemente. Era un abbraccio molto speciale.
Ashley non aveva mai avuto degli amici così fantastici e adorabili. Sarebbe rimasta con loro per tutta la vita, se solo si poteva.
<< Sarà meglio che vai a riposare >> le disse Roland.
<< No, sto bene. Ho dormito prima e sono ben riposata! >>
<< Se lo dici tu. >>
<< Ora vado che voglio stare un po’ con Beatrice >> li avvertì.
<< Va bene. Ciao! >> le dissero in coro.
 
Ashley non trovò Beatrice. La cercò per tutta la Shoreline, ma niente. Come se fosse scomparsa. Arrivò al cortile e finalmente la vide.
Era insieme al preside Stryker, sotto a una quercia.
<< Bea! >> la chiamò Ashley, correndo verso di lei. Arrivò da loro col fiatone.
<< Ti… ho… cercata. Sembravi… scomparsa. Fiuu.>>
<< Ehm, Ash calmati. Poi fai un profondo respiro. >>
Ad Ash tornò il respiro normale. Sospirò mentre Bea e il preside la guardavano.
<< Oh, salve preside. >>
<< Buonasera Ash. >>
Ashley guardò prima l’una e poi l’altro ed entrambi avevano l’aria preoccupata.
<< Qualcosa non va? >> domandò a loro, dubbiosa.
<< Glielo diciamo? >> disse Bea al preside.
<< Credo sia giunto il momento. >>
<< Che succede? >>
<< Dobbiamo dirti una cosa >> l’ammonì Bea.
<< L’avevo intuito. >>
<< Vieni. Andiamo in un posto dove non ci può sente nessuno. >>
Beatrice prese per mano Ash. La mano di Bea era levigata, proprio come il giorno in cui le due amiche si strinsero la mani quando si presentarono.
Si fermarono sotto ad un albero. Ash riconobbe il luogo: era il posto dove vide il preside parlare con quel bagliore ovale.
<< Ash, non so se ci crederai, ma dobbiamo dirtelo per la tua sicurezza. E per il nostro compito. >>
<< Spara Bea. Non farmi stare sulle spine. >>
<< Parlo io >> ammonì il preside della Shoreline.
<< Ecco… da dove inizio? >>
Ci fu un attimo di silenzio, poi l’uomo aprì bocca.
<< Ashley, devi stare molto attenta e con gli occhi ben aperti perché Victor ti darà la caccia. >>
<< Cosa? E per quale motivo? >> sbottò all’improvviso Ashley.
<< Noi ti dobbiamo proteggere. È il nostro compito. >> continuò Bea. Ashley la guardava con aria tentennante. Poi posò lo sguardo sul preside.
<< Mi dite cosa succede? >>
<< Ecco, non siamo le persone che tu credi. >>
<< Cioè? >>
<< Se la fai finire… >> disse il preside ad Ashley.
<< Scusate. Continua Bea. >>
<< Noi siamo Beatrice e Virgilio della Divina Commedia di Dante. >>
Silenzio.
Si sentiva solo il frinire dei grilli e l’ululare del vento.
Ashley percepì che il cuore le sarebbe uscito dal petto in un istante. I suoi occhi erano spalancanti e increduli.
Non riuscì a dire niente. Era come se le avessero tagliato la lingua.
<< Ci siamo reincarnati in questi corpi perché dobbiamo tenerti al sicuro da Victor. Lui vuole ucciderti >> puntualizzò Bea.
Ashley s’impietrì. Il suo corpo vacillava. Una serie di pensieri affioravano nella sua mente e tanti sentimenti si scontravano. Non sapeva come si sentiva.
<< Ash, parla >> la esortò il preside/Virgilio.
<< Io… non so cosa… dire. >>
<< Qualsiasi cosa! >>
<< Bea, io mi fidavo di te. Non ci dovevano essere segreti tra noi. Pensavo che ci dicevamo tutto! >>
<< Infatti è così! Ash, per favore. Non te l’ ho detto fino a quando non abbiamo avuto la prova che Victor è pericoloso e che sa dominare sulle persone. >>
<< Che vuoi dire? >>
<< Ashley, hai ucciso tu Melissa. >>
<< Ma che assurdità stai dicendo!? E’ una follia ciò che hai detto! >>
<< No. Lascia che Virgilio ti spieghi. >>
<< Avanti, parla Signor Doppia Faccia. >>
Il volto di Virgilio aveva fatto una smorfia alla sua battutina antipatica, poi tornò serio.
<< Quel giorno, nel bosco, avevo avvertito che eri tu a spiarmi. Quella cosa di luce che apparve a me era una visione. Mostrava te. Stavi soffocando Melissa. Lei stava cercando in tutti i modi di lasciarsi dalla tua presa. L’ hai stretta più forte e morì >> raccontò Virgilio con un nodo alla gola. Si sentiva addosso lo sguardo disorientato della sua “studente”.
<< No, non è vero. Oddio… >> Ashley singhiozzò.
I suoi occhi s’inondarono di lacrime che cominciarono a scendere. Le rigarono il viso.
Bea abbracciò l’amica disperata. Ash scoppiò in un profondo pianto. Si poteva aspettare di tutto, ma non che lei uccidesse una persona. Non l’avrebbe mai fatto. Ci doveva essere una spiegazione.
<< Continua Virgilio >> gli disse Bea. << Deve sapere la verità… >>
Lui annuì.
<< Il giorno del ritrovamento del cadavere di Melissa, mi venne un’altra visione. Tu dormivi e nella tua stanza c’era Victor che ti guardava. Stava pronunciando un qualcosa di incomprensibile. Dal suo corpo uscì una specie di scia nera luminosa che entrò in te. Era la sua anima oscura. Si era impossessata del tuo corpo e la sua anima ti guidò verso Melissa per ucciderla. Provavi odio per lei e “l’ hai uccisa” per levartela di dosso. L’anima di Victor ti comandava completamente. Tu eri incosciente. E la mattina del ritrovamento del corpo della vittima, non ti ricordavi niente. >>
Ashley aveva smesso di piangere, ma sul suo volto si disegnò la furia. I suoi occhi avvamparono.
<< Sentivo di non dover fidarmi di lui. Qualcosa nascondeva. Ecco tutto questo interesse per me. Mi corteggiava e aspettava il momento che io cedessi alle sue lusinghe per potermi uccidere! Che razza di stronzo. Merita la morte. Dannazione, se solo ritorna io… io… >>
<< Non fare niente di stupido Ash >> l’avvisò Bea. << Ci siamo noi che ti proteggeremo. Puoi fidarti di noi e ne hai la prova dopo che avevi letto la Divina Commedia al liceo. Come Dante si fidava ciecamente di Virgilio ed era innamorato di me, che tralascio come questione, tu potrai fidarti di Virgilio. Stai tranquilla. Sarai al sicuro. >>
Le parole di Beatrice erano molto confortevoli e veritiere. Ash percepiva che di loro si poteva veramente fidare. Avevano un’anima buona, proprio come nella Divina Commedia. Era grazie a loro che Dante viaggiò dall’Inferno al Paradiso. Con la loro presenza si sentiva coraggioso e protetto. Così si sarebbe sentita Ashley.
<< Ma perché Victor vuole uccidermi? >>
<< Questo non lo sappiamo. Sappiamo solo che quella è la sua intenzione e abbiamo il ruolo di proteggerti >> spiegò Virgilio, guardando prima Ash e poi Bea.
<< D’accordo. Terrò gli occhi molto aperti. Quel bastardo non mi fregherà. >>
<< Sappiamo anche che lui ritornerà tra una settimana. Pronto ad ucciderti >> le disse Bea.
<< Non mi farò trovare impreparata. >>
<< No, lascia fare a noi. Sappiamo cosa dobbiamo fare. >>
<< E se vi ucciderà? >>
<< Tranquilla. Ce la caveremo e sappiamo come eliminarlo. >>
Ashley annuì. Era molto convinta dei suoi nuovi protettori e delle loro parole. Sentiva che erano persone coraggiose, fiduciose e con un buon cuore e una buona anima. Non li avrebbe mai sottovalutati.
Di solito quando una persona le si rivelava qualcosa di scioccante, rimaneva  perplessa e si terrorizzava. Ash l’aveva presa molto bene. All’inizio era rimasta sbigottita, ma quando percepì che poteva fidarsi di loro, si ricredette subito e prese tutto al meglio.
<< Ora vattene in camera >> l’avvisò Bea.
<< Aspetta. Questa mattina eri andata via di corsa perché… >>
<< Perché Virgilio mi parlò nel pensiero. Mi disse di cosa aveva fatto Victor e che dovevamo intervenire subito. Ora che te l’abbiamo detto, ci sentiamo sollevati e pronti a qualsiasi cosa. >>
<< Cosa dirai a Roland? >>
<< Gli dirò la verità. >>
<< Davvero? E se la prenderà a male? >>
<< Non penso. Lui è forte. >>
Ashley annuì e andò via di corsa, quando Virgilio le fece cenno di andarsene.
 
Ritornò al cortile della Shoreline. A poco ci sarebbe stato il tramonto. Ad un certo punto vide qualcosa correre al di là di un albero. Andò in quella direzione.
Non vide nessuno. Perlustrò tutta la zona con occhi guardinghi.
All’improvviso, di fronte a lei, si materializzò quella cosa. Anzi, qualcuno.
Era la donna incappucciata che aveva visto la stessa mattina dalla finestra del bagno.
<< Ehi tu! >> le gridò.
La persona non disse niente, ma camminava verso Ashley.
<< Chi sei? >> domandò Ashley.
La figura misteriosa era a qualche centimetro di distanza da Ash. La sconosciuta si tolse il cappuccio e rivelò la sua faccia alla luce.
Era veramente identica ad Ashley: stesso viso ovale, occhi marroni e penetranti, pelle abbronzata, capelli neri, senza punte bionde e leggermente più lunghi rispetto a quelli di Ash.
<< Rispondi >> sbottò quest’ultima, scocciata di aspettare risposta.
<< Sono Christine e sarò la tua rovina. >>
 
Spazio autrice:
eccomi arrivata con il capitolo rivelatore! Non ce la facevo più a tenermi questa rivelazione dentro! Ora mi sento molto meglio :D
Finalmente sappiamo chi sono realmente il preside e Beatrice e la donna incappucciata.
Saprete chi è questa Christine un po’ più avanti.
Ora Ash ha delle risposte da trovare e ha anche intenzione di scorprie chi è realmente [lei stessa].
Che ne pensate? Vi è piaciuto! Spero tanto di si perché sarà uno di tanti capitoli-top! XD
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** - Doppio Pericolo ***


OTTAVO CAPITOLO
DOPPIO PERICOLO
 
<< Pronto!? Terra chiama Ashley >> chiamò Arriane che stava sventolando una mano di fronte al viso di Ashley. Quest’ultima scosse la testa e batté velocemente le ciglia degli occhi, che prima erano persi nel vuoto.
<< Finalmente sei scesa sulla Terra! Tutto bene? >> le domandò Arriane che la guardava preoccupata.
<< Io… ehm…si, tutto apposto. >>
<< Non ci credo. Sputa il rospo Ash >> puntualizzò Arriane.
Era la lezione di filosofia e Mrs. Dawson stava scrivendo alla lavagna. Quasi tutta la classe era distratta e solo due ragazze e un ragazzo, seduti al primo banco, s’interessarono alla lezione. Ashley cominciò a torturare la manica della felpa blu che indossava. Arriane la fermò, poggiandole la mano.
<< Mi spieghi cos’ hai? >> insistesse quest’ultima.
<< Arriane… >> Ashley si voltò verso di lei << … non è il caso che ne parli qui. Dopo te lo dirò. >>
<< D’accordo >> rispose Arriane, arresa.
Ashley portò l’attenzione su un foglio che stava scarabocchiando. La sera prima, martedì, Ash aveva incontrato quella donna misteriosa, Christine. Fisicamente era identica ad Ash e pensò che potesse essere una sua vera sosia, una doppelganger o una sorella gemella. Aveva impressi i suoi occhi marrone scuro che tendevano al rosso. Che fosse una sorta di Nephilim o un altro personaggio della Divina Commedia come Beatrice e il preside Stryker/Virgilio?
Non poteva saperlo.
La rivelazione di Bea e del preside era stata scioccante. Si poteva aspettare di tutto come due guardie del corpo o investigatori privati, ma non che due anime, vissute anni prima, potessero reincarnasi in due corpi del 21° secolo e solo per proteggere Ash dalla minaccia di Victor! Ovviamente la scoperta l’aveva abbastanza impressionata, ma subito ritornò in sé quando percepì in loro una grande fiducia, e anche perché furono al fianco di Dante. Lui non si sentiva intimorito con la loro presenza, ma fiducioso e risoluto.
Nonostante fossero fiduciosi, Ash doveva ancora riprendersi dalla notizia improvvisa. Era da solo cinque giorni che stava alla Shoreline e di punto in bianco nella sua vita ci fu una rivelazione così grande e inaspettata.
Si domandava cosa aveva di così terribile Victor da fare. Perché doveva ucciderla? Chi era lui veramente?
Ash aveva sempre pensato che Victor potesse essere una brava persona e un ottimo amico. Era appiccicoso e poteva sembrare, o era, il classico playboy della scuola, ma se cambiava questi due caratteri, poteva diventare una persona migliore. Era un ragazzo esteticamente attraente con due grandi occhi nocciola scuro che avrebbero fatto sciogliere un sacco di ragazze. Si era rivelato gentile i primi giorni con Ash, un lusinghiero e che dava la massima attenzione ad una ragazza a cui interessava. Fece proprio così con Ash. Ma da quando lei rifiutò il bacio, lui cambiò atteggiamento.
Forse non sarebbe cambiato niente.
Se la corteggiava o meno, aveva sempre l’intenzione di ucciderla. Ma perché? Solo Victor sapeva la risposta e Ash avrebbe fatto di tutto per averla.
Per tutte le lezioni del mercoledì mattina Ash non fece altro che pensare. Più volte i professori la richiamavano e anche Arriane, e Ashley il minimo che faceva era alzare la testa e scusarsi.
La campanella suonò e Ash fu la prima ad alzarsi per correre in camera, ma Arriane la prese appena in tempo per il polso.
<< Ash! Mi vuoi spiegare! >>
<< Cavolo Arriane! Lasciami in pace! >>
<< D’accordo Miss Sono Strana. Ti lascio da sola, ma ti avverto: non venire a sfogarti con me! >>
<< Non mi serve! >>
Arriane superò Ash a cui sbatté la spalla. Ash si sentiva uno schifo. Non avrebbe mai voluto usare quel tono di voce. Si sentiva in colpa. In fondo Arriane le aveva chiesto cosa aveva, perché era così assente, ma per l’insistenza, Ash le rispose male. Erano diventate ottime amiche e di certo non aveva intenzioni di mandar a quel paese un’amicizia per una scemenza. Sarebbe andata subito a chiederle scusa, però non aveva la minima idea su dove potesse essere andata.
Ash andò prima a controllare se fosse in camera. Bussò due volte, ma non aprì nessuno. Raggiunse la mensa, ma non la scovò in mezzo ai numerosi studenti che stavano gustando il pranzo. L’unica cosa era controllare nel cortile. Quando uscì dalla scuola, un’ondata di vento gelido la fece raggelare. Sembrava il vento di novembre, ma era ancora settembre. I giorni sembravano non passare mai.
<< Arriane! >> gridò, portando le mani intorno alla bocca come a creare un megafono. Iniziò a camminare e intanto perlustrava il cortile verde opaco con lo sguardo. All’improvviso vide qualcuno disteso sotto una quercia. Sperò tanto che non fosse Arriane, che non le sia capitato niente.
Raggiunse la persona
Era proprio Arriane.
Alla vista dell’amica svenuta per terra, le venne un colpo. Si precipitò accanto a lei, le prese la testa da sotto la nuca e le scansò la frangetta laterale.
<< Arriane! Arriane, svegliati >> la chiamò preoccupata.
<< Ti prego, apri gli occhi. >>
Ash vide che Arriane strizzò gli occhi.
<< Grazie al cielo! >> sospirò Ashley, tranquillizzata. 
<< Mmh… >> seppe dire Arriane mentre portò una mano sulla testa.
<< Arriane, tutto bene? >> le domandò con la gola asciutta.
<< Si, credo. Mi gira la testa >> rispose Arriane mentre guardava spaesata intorno a sé.
<< Ma cos’è successo? >>
<< Non ricordo tanto. Mi ricordò che di fronte a me c’era un ragazzo, pronto ad uccidermi. Mi sentivo soffocare. Poi qualcuno gridò e lui se ne andò, scaraventandomi a terra. >>
<< Oddio. Sai chi potesse essere? >>
<< No, mi dispiace. È tutto quello che ricordo. >>
<< L’importante è che non ti sei fatta niente. Sicura di stare bene? >>
<< Si. Avevo solo battuto la testa che ora mi gira. >>
Ashley piombò su Arriane, stringendola forte. Ash sentiva che l’amica aveva bisogno di un abbraccio confortante e ne approfittò per scusarsi.
<< Arriane, mi dispiace tanto di averti risposto male. Non era mia intenzione. Perdonami! >> disse Ashley molto dispiaciuta. Strinse ancora più forte Arriane. Quest’ultima le poggiò le mani sulla schiena e gliel’accarezzò per confortarla.
<< E’ tutto apposto. Voglio solo sapere perché eri così nervosa. Ti si leggeva in faccia che qualcosa ti turbava!
Ash si staccò da Arriane e la guardò negli occhi ancora dispiaciuta.
<< Ieri sera ho incontrato una donna. Ha detto di chiamarsi Christine e che sarà la mia rovina. >>
Pronunciando il nome della sconosciuta, ad Ashley vennero i brividi. Percepì che quel nome le era molto familiare.
<< Era sbucata dal nulla e non l’ avevo conosciuta prima d’ora. Non so cosa vuole. >>
<< Ash, tranquilla. Provvederemo. Lo diremo a Francesca e a Steven. Sapranno cosa dirci. >>
<< D’accordo >> disse Ashley molto perplessa. Arriane le prese le guance tra le mani e la guardò. Quello sguardo la tranquillizzò.
<< Sei un tesoro Arriane >> affermò Ashley, buttandosi di nuovo su Arriane.
<< Ti voglio bene >> disse quest’ultima.
<< Anch’ o ti voglio bene >> ricambiò Ashley che si sentiva gli occhi lucidi.
I loro cuori battevano allo stesso tempo. Un pulsare pieno di affetto e amicizia vera.
 

 
Ashley era nella sua camera, sdraiata sul letto. Guardava il soffitto e pensava. Non poteva immaginare che qualcuno avesse fatto del male ad Arriane. Se lo avesse acciuffato, lo avrebbe disintegrato.
Un nome passò nella sua mente.
Victor.
Secondo lei poteva essere stato lui, ma non ne aveva le prove. Liquidò quest’ultimo pensiero per farne entrare un altro: si sentiva veramente che era lui.
Chiuse gli occhi e cercò di svuotare la mentre.
Un altro nome arrivò.
Cam.
Oddio, Cam.
L’aveva lasciato il pomeriggio prima nella stanza con Arriane e Roland. Aveva la febbre e loro si sarebbero presi cura di lui, però voleva andare a vedere come stava. Saltò giù dal letto e arrivò alla porta accanto. La porta era semiaperta. L’aprì lentamente e vi affacciò la testa.
Cam era davanti alla finestra con la schiena nuda. La curva delle sue spalle era dannatamente attraente e il fondo schiena era da paura. A quella vista Ash arrossì come un peperone e il suo cuore prese a battere.
Quel ragazzo le provocava questi effetti? Di sicuro ogni ragazza avrebbe avuto i suoi stessi sintomi.
<< Puoi entrare Ash. Non mordo >> disse lui. La sua voce era vibrante. Come aveva fatto a sentire la presenza di Ash?
<< Come facevi a sapere che ero io? >> Ash entrò nella stanza e chiuse la porta. Vi si appoggiò.
<< Avevo sentito che avevi aperti la porta della tua stanza e i tuoi passi. >>
Cam le dava ancora le spalle. Ash detestava che quando parlava con qualcuno, quella persona le dava la schiena.
Come se avesse colto il suo pensiero, Cam si girò.
Il suo sguardo era riposato ma ipnotico. I capelli erano abbastanza arruffati e i suoi occhi smeraldini erano accesi e frementi. Il fisico era da mozzare il fiato. I muscoli del petto, del ventre e delle braccia erano perfettamente scolpiti.
Cam andava verso lei come un modello. Gli occhi di lui non smettevano di fissarla. Non avevano la minima intenzione di staccarsi.
I loro corpi erano vicini e Ash si sentiva piccola. Quegli occhi espressivi l’avrebbero fatta sciogliere all’istante.
Cam poggiò le due mani sulla porta e stese le braccia. Ash era ingabbiata tra le sue braccia e incollata al pavimento. Non riusciva a muovere nessun muscolo. Era paralizzata, ma avvertì l’arrivo dei brividi. Cam le poggiò l’indice e il medio sotto al mento per alzarle leggermente la testa in modo che potesse vederla meglio, poi le cinse dolcemente la vita per avvicinarla di più a sé. Il ragazzo avvicinò il volto a quello di lei. I loro respiri s’intrecciavano. Ash sentiva il cuore tamburellarle all’impazzata. A momenti sarebbe balzato fuori dal petto.
Ash posò la mano destra sul petto di Cam. A quel tocco a lui venne una scossa. Il suo cuore batteva come quello di Ash. Forse più veloce.
Cosa significava?
Cam si avvicinò al collo di lei. Ash inclinò la testa per offriglielo. Lui respirava sul collo della ragazza, poi le dette un lieve bacio lì, che la sciolse completamente. Con la mano destra le accarezzò il collo. I suoi baci salirono fino alla guancia e poi all’angolo della bocca. Non andò oltre. Alla fine le dette un lungo bacio sulla guancia che Cam sentiva caldissima.
<< Vedo che stai molto bene >> bisbigliò Ashley a Cam, abbastanza rossa.
Cam avvicinò la bocca alle orecchie di lei e le sussurrò: << Solo grazie a te >> fece una pausa.<< Mi piaci tanto >> affermò deciso e sicuro di sé.
Lui si era dichiarato e allo stesso tempo poggiò la mano sinistra sul petto di lei.
<< Li senti i nostri cuori? Battono all’unisono. >>
Ashley annuì. Si stava godendo intensamente quel momento. Gli occhi di Cam erano magnetici e micidiali.
<< Anche tu mi piaci Cam >> rispose Ash a un soffio dalle sue labbra. Lei tremava ma era felice.
Ash desiderava tanto baciarlo su quella bocca irresistibile. Se l’avesse fatto, lui ci sarebbe stato o l’avrebbe scansata?
Per non fare una figuraccia, non fece niente. Si limitò ad abbracciarlo.
<< Grazie Ashley per aver preso cura di me ieri. E grazie perché ci sei sempre. Sei speciale. >>
Lei era speciale per lui. Lo sarebbe stata sempre? Sperava di sì.
Ash le offrì uno dei suoi sorrisi ipnotizzatori.
A quel sorriso raggiante, Cam fu scosso. Spalancò gli occhi e subito li semichiuse.
Quel sorriso gli aveva forse ricordato qualcosa?
 

 
Ashley era nel bosco, sotto l’albero delle orchidee rosa. Era poggiata contro il tronco e studiava il cielo sfumato di arancione e azzurro. Era il tramonto. La mattina era stato nuvoloso. Gli occhi di Ashley erano trasognati. Stava pensando al meraviglioso momento che aveva passato con Cam ore prima.
Nessun ragazzo l’aveva mai fatta sentire così bene.
Ad un certo punto sentì che qualcosa le aveva sfregiato il braccio destro. Posò l’attenzione su esso ed aveva un graffio.
La cosa stana era che dal taglio non usciva sangue rosso, ma nero.
Com’era possibile? Che assurdità era questa?
Alla vista del sangue nero Ashley provò un senso di vomito che dovette subito girare la testa dall’altra parte.
Con la coda dell’occhio vede qualcosa brillare sull’ erba.
Era una specie di freccia, ma strana. Aveva il manico sottilissimo e la punta affilata di una freccia.
Era d’argento e luccicava.
Cos’era? E perché aveva sangue nero?
Si guardò intorno per vedere se trovava il nemico. Non c’era nessuno.
Intimorita, si alzò e ritornò alla scuola con il braccio sanguinante.
 
Spazio autrice:
eccomi con questo capitolo!
Mi piace troppo come ho descritto il momento da Cam ed Ash *__* e mentre lo scrivevo, me lo immaginavo davvero!
Oddio!
Secondo voi chi ha fatto del male ad Arriane e ad Ashley?
Provate ad indovinare.
Spero che questo vi piaccia e lasciante una recensione ^^
A presto!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** - Sentimenti ***


NONO CAPITOLO
SENTIMENTI
 
Erano le 8.30 di giovedì mattina ed Ashley era a colazione con Arriane e Annabelle. Nella mensa c’erano abbastanza studenti, alcuni immersi nel loro primo pasto e altri che avevano finito e stavano chiacchierando.
Annabelle aveva detto che stava morendo di fame e, infatti, stava mangiando alla svelta due cornetti farciti di cioccolato con accanto un cappuccino.
<< Vai piano che poi ti rimane sullo stomaco >> l’ammonì Arriane che si stava gustando a sorsetti un latte macchiato bollente.
<< Non m’importa. Ho fame e mangio >> disse Annabelle con un pezzo di cornetto in bocca.
<< E non si parla con la bocca piena >> avvisò Arriane che cercava di essere seria, ma sbottò a ridere.
Ashley era fra loro due e i suo occhi saltavano prima sull’una e poi sull’altra. La sua faccia diceva “non le conosco”, ma scoppiò a ridere. Non rideva così tanto dai tempi del liceo. Si sentiva molto felice nell’aver trovato degli amici così fantastici. Nonostante li conoscesse da sei giorni, le sembrava di conoscerli da una vita. Con Arriane aveva un bellissimo rapporto: si dicevano tutto, parlavano ore ed ore, anche se Arriane parlava più di lei perché aveva sempre tante cose da dire, e si facevano un sacco di risate.
Annabelle non la conosceva tanto però di una cosa era certa: se fosse uscita con lei, non sarebbe passata mai inosservata poiché i capelli rosa di Annabelle davano subito nell’occhio e le avrebbero riconosciute all’istante.
<< Posso farvi una domanda? >> disse Ashley.
<< Spara >> rispose Arriane, strizzandole l’occhio.
<< Il primo giorno che ci siamo conosciute e mi hai presentato gli altri, mi hai detto che quattro di voi vi hanno “lasciato”. Cos’è successo? Se posso saperlo, ovviamente >> disse Ashley mentre guardava Arriane.
La domanda ammutolì Arriane e Annabelle. Sui loro volti si disegnò la tristezza. Annabelle masticava lentamente l’ultimo pezzo di cornetto, come se non le andasse più. Arriane aveva la testa china e girava svogliatamente il latte macchiato con un cucchiaino.
Anche Ashley si rattristò. Alcune volte i sentimenti delle altre persone la influenzavano.
<< Scusate la mia invadenza. Non era mia intenzione. >>
<< No, tranquilla. È tutto apposto >> mentì Arriane che poggiò la mano sul braccio di Ash.
Annabelle e Arriane si guardarono. Annabelle annuì a lei.
<< Si chiamano Daniel, Luce, Gabbe e Molly. Daniel e Luce erano e sono tutt’ora molto innamorati e c’è tutta una lunga storia dietro di loro. Hanno preso la loro strada. Avevano frequentato la Sword & Cross, in Georgia, e anche la Shoreline. Dopo la Shoreline, decisero di restare insieme >> mentì Arriane. Quest’ultima ovviamente sapeva tutta la storia di Luce e Daniel. Che loro due erano angeli e quando Luce scoprì di essere un angelo, l’angelo di Daniel, decisero di rinascere come umani e innamorarsi per la prima e ultima volta.
Arriane e Luce erano molto legate e la sua mancanza le stringeva il cuore. Le mancava vedere i sorrisi e gli occhi luccicanti di Luce quando parlava o guardava Daniel. Le mancavano gli sguardi innamorati di loro due. Lei in ogni vita moriva e si reincarnava in un’altra dopo 17 anni; la distruzione di Daniel nel vederla perdere tra le sue braccia mentre prendeva fuoco, ma la speranza e la felicità nel rivederla sempre. Ogni volta. In ogni vita.
E il loro amore. Loro avevano scelto sempre e comunque l’amore. Non volevano né Inferno né Paradiso. Solo l’amore che sarebbe stato sopra qualsiasi cosa.
Ashley notò che Arriane si rabbuiò di nuovo e si coprì il volto con le mani.
Stava sul punto di piangere.
<< Poi ci sono Molly e Gabbe >> intervenne Annabelle. << Molly era la classica stronza della scuola, ma credo in che fondo aveva un cuore. Se tu l’avessi conosciuta, l’avresti subito odiata a morte. Forse sarebbe stata più antipatica di Melissa. Poi c’era Gabbe, una bambola di plastica maniaca del rosa. Era bellissima e ogni ragazzo le avrebbe fatto il filo >> raccontò Annabelle con una stretta alla gola.
<< Perché parli di loro al passato? >> domandò curiosa Ash.
<< Sono morte. >>
<< Oddio… >>
Ad Ashley venne un colpo al cuore. Non avrebbe mai capito cosa si provava quando moriva una persona cara. Il dolore pensò che era atroce. Non poteva saperlo perché ad Ashley non era mai capitata la morte di una persona importante.
<< Come sono morte? >>
<< Incidente stradale >> mentì Annabelle.
Gabbe e Molly si erano sacrificate per difendere Daniel e Luce da Miss Sophia. Quest’ultima aveva tenute prigioniere loro due insieme a Cam. La loro morte era una morte d’onore. Annabelle e Arriane non potevano raccontarle tutta la verità. Avrebbe mai capito? Le avrebbe prese per pazze? Le avrebbero detto che erano tutti angeli e demoni? Non erano pronte a dirglielo ed Ash sarebbe scappata a gambe levate ad una seconda rivelazione scioccante.
Se fosse venuta a sapere che anche Cam era stato fatto prigioniero e che la sua morte era vicina, Ash non si sarebbe data pace. O sarebbe scoppiata in un pianto o sarebbe avvampata di rabbia. La soluzione era una: non dire niente.
<< Mi dispiace tantissimo. Scusate la mia inopportuna invadenza. Immagino quanto siano state speciali queste persone >> disse Ashley con un nodo alla gola.
<< Non ne hai idea >> le rispose Annabelle. << Formavano un’unica anima, anche se alcuni di noi non andavano d’accordo con altri. Ma tutti erano affidabili, fiduciosi e importanti. >>
Ashley annuì. I suoi occhi erano lucidi, ma non tanto quanto quelli di Annabelle.
Ash sentì che Arriane stava singhiozzando. Abbracciò l’amica, sentendosi un po’ in colpa perché aveva domandato a loro dei loro angeli. Ovviamente nelle due ragazze era riemerso il ricordo. Faceva tanto male.
Arriane era in un pianto senza fine. I suoi occhi scuri che Ash li vedeva sempre pimpanti ed espressivi, erano due fessure tristi e vuote.
Anche Annabella aveva gli occhi lucidi. Le lacrime cominciarono a rigarle le guance, ma subito se le asciugò. Non poteva permettersi che il ricordo prendesse il sopravvento e la distruggesse.
Dopo un po’ le due ragazze si ripresero.
<< Scusatemi ancora. Io non volevo. >>
<< E’ tutto apposto Ashley. Stai tranquilla >> la tranquillizzò Arriane. Ashley percepiva che Arriane stava mentendo. Non era tutto apposto, era uno schifo. Loro si erano ricordate di Luce, Daniel, Gabbe e Molly. Il loro ricordo le aveva distrutte. L’assenza eterna di Gabbe e Molly e un impossibile ritorno di Luce e Daniel. Sicuramente quest’ultimi due erano felicemente sposati e con dei figli.
Se per puro caso Annabelle e Arriane avessero incontrato Luce e Daniel, l’avrebbero subito riconosciuti, sarebbero andate lì ad abbracciarle e a raccontare tutto.
La cosa negativa è che Luce e Daniel non si sarebbero ricordate di loro.
Questo faceva molto male.
Il loro momento drammatico venne interrotto dall’interferenza degli altoparlanti, posti in alto, agli angoli delle pareti della mensa.
<< Recatevi fuori al cortile. Il preside deve farvi un annuncio. >>
All’altoparlante era il professor Steven. La sua voce era calma.
Tutti gli studenti si alzarono e raggiunsero in fretta e furia il cortile.
C’era il sole dai raggi splendenti e l’aria era fresca.
Fece il suo ingresso Virgilio per Ashley e preside Stryker per gli studenti che erano all’oscuro di tutto. Virgilio posò lo sguardo su Ash e la guardava con occhi vibranti. Le sorrise.
Ashley ricambiò.
<< C’è per caso qualche flirt tra te e il preside? >> domandò Arriane. Era ritornata quella sarcastica e pimpante.
<< Arriane, ma che vai a pensare! >> l’ammonì Ashley. Scoppiarono in una risata.
Sulla destra del preside c’era Francesca che indossava un tailleur color crema che le metteva in risalto i capelli biondi, raccolti in una coda. Sulla sinistra c’era Mr. Filmore in un completo grigio metallizzato.
Il preside si schiarì la voce.
<< Volevo annunciarvi che sabato 21 settembre ci sarà Il Ballo dell’ Equinozio d’Autunno. Il tema sarà anni ’60. Sbizzarritevi nel look e divertitevi! Chiunque abbia voglia di allestire la palestra, venga nel mio ufficio. Buona giornata. >>
Il preside e i due professori si congedarono.
Si elevò un gran brusio gioioso. Si vedeva che gli studenti erano elettrizzati. Finalmente una giornata diversa dalle solite in cui gli allievi potevano divertirsi e non pensare a niente.
<< Un ballo!? Figo >> disse Arriane eccitata.
<< Un qualcosa di nuovo! Mi piace questo preside. Mi darò da fare nel vestire. Spero di riuscire a conquistare qualcuno >> puntualizzò Annabelle, entusiasta più di Arriane. << Sicuro non mi occuperò dell’allestimento >> continuò.
<< Nemmeno io >> aggiunse Arriane. Poi guardarono Ash.
<< Non ci penso minimamente >> precisò Ash.
<< Ok, ci penserà altra gente >> chiarì Arriane.
All’improvviso piombò qualcuno su di loro. Era Beatrice. Aveva il fiatone e pareva molto preoccupata.
<< Bea, come mai questa corsa? >> le domandò Ash.
<< Non riesco a trovare Roland. Voi l’avete visto? >> chiese Bea. Aveva la voce rauca.
<< No, per niente >> rispose Arriane. << Nemmeno io >> aggiunse Annabelle. Ash scosse la testa.
<< Quando l’ hai visto l’ultima volta? >> le disse quest’ultima.
<< Ieri sera stavo in camera sua. Poi ero andata via per raggiungere la mia. Stamattina dovevamo fare colazione insieme, ma non si presentò. Pensai che forse era da Cam, ma non c’era con lui. Ho controllato nella stanza di Roland, ma non era presente nemmeno lì. Ho setacciato tutta scuola. Mi sto preoccupando sul serio >> raccontò Bea senza prendere fiato.
<< Ti aiuto a cercarla >> affermò Ash.
<< Grazie. >>
<< Noi andiamo a cercare Cam e Jenna >> disse Arriane.
Ash e Bea annuirono e ognuno prese la sua strada.
 
 
Beatrice ed Ashley camminavano veloci in direzione dell’oceano. Ash vide la paura negli occhi dell’amica che era preoccupata per lui. Beatrice e Roland si amavano veramente. Ash li vedeva sempre felici, si divertivano e lui le dava molte attenzioni. Era veramente fortunata.
<< Hai provato a chiedere a Virgilio di vedere in una delle sue visioni? >>
<< No perché le visioni si manifestavano autonomamente a lui. Voglio dire… Virgilio non è in grado di evocarle >> precisò Bea. << Allunghiamo il passo per favore >> aggiunse.
Arrivarono sulla riva. Perlustrarono la zona con gli occhi, ma non videro nessuno. All’improvviso il sole illuminò qualcosa in mezzo all’acqua.
<< Bea, guarda laggiù >> disse Ash, indicando un punto sull’oceano.
<< Vado a vedere >> precisò Bea.
<< Sta’ attenta. >>
Bea si tolse le ballerine e i vestiti, rimanendo in biancheria intima. Mise un piede nell’acqua che sentì fredda. Rabbrividì, ma decise di buttarsi. Nuotò a stile libro fino a quella cosa illuminata. Ash rimase impressionata su come sapeva nuotare Bea. In quella scuola c’erano i cosiddetti Nephilim e Ash pensò che Bea, oltre ad essersi reincarnata, sia diventata una Nephilim e che a momenti le sarebbe sbocciate le ali.
Bea tornò in un battibaleno. Dava le spalle ad Ash e indietreggiava verso l’amica facendo molta fatica.
Ash andò ad aiutarla. Alla vista del corpo Ash rimase paralizzata.
Era Roland.
Il corpo del ragazzo era adagiato su quello di Bea. La ragazza lo cullava e sperava in un suo risveglio. Gli posò una mano sulla fronte. Ash scrutò l’amica: aveva gli occhi vitrei e non interargiva.
<< Bea… >>
Ashley le posò una mano sulla spalla.
<< E’ freddo. Non sento il suo cuore battere. >>
La voce di Bea era fredda.
<< Santo Cielo… >>
Bea scoppiò in un pianto. Guardava Roland con occhi innamorati ma piangenti. Poggiò la fronte su quella di lui. Era gelida. Gli prese la mano e gliela poggiò sul cuore. Gliel’ accarezzò, poi la strinse forte.
Una lacrima andò sulla bocca di Roland.
Bea si accorse un piccolo movimento delle labbra del ragazzo. Spalancò gli occhi. Forse c’era una speranza.
<< Sento che i suoi battiti stanno ricominciando >> avvisò Bea. La sua voce era vibrante ed emanava gioia. I suoi occhi era sul punto della felicità.
Roland prese a tossire fortemente. Aprì gli occhi e riconobbe subito Bea. Il primo sguardo che voleva vedere era quello di lei. Le sorrise. Bea ricambiò.
Gli accarezzò la guancia e gli spostò un dred dietro l’orecchio.
<< Temevo il peggio >> gli disse, singhiozzando.
<< Sono qui, ora. >>
Roland si mise a sedere, facendo abbastanza fatica.
<< Mi sento un po’ stordito >> affermò il ragazzo.
Bea l’aiutò ad alzarsi. Poi l’abbracciò forte.
<< Ma com’ è successo? >>
<< Non lo so Ash. Ricordo solo che questa mattina ero andato nel bosco a raccogliere dei fiori che volevo portare a Bea, che mi aspettava a colazione. Per il resto, vuoto assoluto. >>
<< Anche ad Arriane è successo qualcosa ieri. La trovai svenuta sotto un albero. Aveva detto che qualcuno la stava per uccidere. Stava soffocando, quindi l’aveva stretta alla gola. Poi lei o lui se ne andò di corsa. Non saprei. Temo… >>
Ashley non continuò la frase. Se avesse detto che temeva che fosse Victor, le avrebbero domandato cosa centrava lui. Da lì, avrebbe dovuto dire tutta la storia.
<< Temi cosa? >>
<< Niente. >>
Roland portò l’attenzione su Bea. Le prese le guance tra le mani e gliele baciò.
<< Ora sono qui e ho deciso di proteggerti. Lui o lei mi ha attaccato e non voglio che capiti a te. >>
<< Anch’io farò del tutto per difenderti. Se ti ricapitasse di nuovo, io… io… >>
Roland ammutolì Bea con un bacio.
Ash assisté alla scena. Si sentiva da terzo incomodo, così dette le spalle a loro.
Roland baciava Bea passionalmente. Lei si sentiva tranquilla e rincuorata tra le braccia di lui.
<< Non temere niente >> sussurrò Roland a Bea.
Ash provava un pizzico d’invidia. Voleva che quel bacio e quell’abbraccio capitassero anche a lei. Ma con Cam.
L’aveva veramente pensato?
Gli occhi di Ashley s’illuminarono quando vide che qualcuno stava venendo verso di loro.
Erano Annabelle, Arriane, Jenna e… Cam.
Tra tutte quelle persone voleva solo vedere Cam. Dirgli che tutto andava bene e che voleva un suo abbraccio.
Cam le sfiorò la spalla mentre andava verso Roland.
L’ aveva ignorata.
Il cuore di Ash sprofondò nell’abisso. Lei si sentì crollare il mondo.
Si girò e vide che tutti quanti erano intorno alla coppia.
Posò gli occhi su Cam che si era staccato dal gruppo. Indossava una maglietta bianca con sopra un giubbotto di pelle nera, i jeans dello stesso colore che ricadevano perfettamente sulle sue gambe, i capelli, come solito, erano arruffati. L’abbigliamento da motociclista gli dava un’aria misteriosa ma attraente.
Si voltò verso Ashley. Come sempre aveva lo sguardo ipnotico. I suoi occhi verdi erano vibranti ed era come se in loro fosse scattata una scintilla nel vedere Ashley.
Quegli occhi smeraldini la fecero rincuorare.
Cam aveva lo sguardo sereno e non imbronciato o che volesse ignorare una persona.
Ashley non ce la fece a star ferma, così corse verso Cam a braccia aperte. Lui fece altrettanto. Sembrava che stessero in un film d’amore.
S’immersero in un abbraccio confortevole e duraturo.
Cam le baciò la fronte. Il suo bacio era delizioso.
Ashley si sciolse.
<< Va tutto bene? >> le domandò, staccandosi da lei. Le circondò il collo con le mani grandi e attraenti, lei gli cinse la vita.
<< Si, ma qui con te sto ancora meglio. >>
Quelle parole uscirono dalla bocca di Ashley fluidamente. Lei si meravigliò nell’averle dette. Non era da lei dire questi frasi e per quanto fosse timida, le sarebbero uscite balbettando. Ma erano sciolte.
<< Mi fa piacere >> rispose lui. << Sai, mi sono posto un compito… >> aggiunse.
<< Quale? >>
<< Il nemico ha colpito Arriane e Roland. Non voglio che capiti anche a te. Ti proteggerò, qualsiasi cosa accada. >>
<< Cam, io… >>
<< Non dire niente >> la zittì Cam, posandole l’indice sulle labbra.
<< Ti voglio bene >> disse lui, dolcemente. I suoi occhi erano luminosi e meravigliosi.
<< Anch’io ti voglio bene Cam >> rispose Ashley.
Il cuore di lei faceva i salti di gioia.
In quel momento Ash capì perché Cam le provocava tutti quegli effetti: il cuore che le tamburellava al massimo, i brividi di felicità dietro la schiena, i suoi occhi marroni che ogni volta che lo vedevano, avvampavano così come le guance.
Con lui si sentiva felice. Le dava tante attenzioni. La faceva sentire speciale.
Dentro di sé Ashley si auto-confermò qualcosa: era innamorata di lui.
A breve si sarebbe dichiarata.
 
Spazio autrice:
che ne dite di questo capitolo? *___*
Ogni volta che ne scrivo uno, mi sento troppo soddisfatta. Quando scrivo le scene o le descrizioni, me le immagino troppo, e spero anche voi.
Il nemico ha attaccato Roland. Secondo voi chi potrebbe essere? Dai, che è scontato XD
Ashley ha capito di essere innamorata di Cam. E lui? Voi pensate si o no? U.U (lo so, anche questa cosa è scontata. )
Si dichiarerà lui o lei.
Lo scoprirete u.u
A presto e buona lettura :D

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** - Dichiarazione ***


DECIMO CAPITOLO
DICHIARAZIONE
 
Giovedì era stato un giorno abbastanza pesante. La mattina era stato attaccato Roland, e Ashley aveva aiutato Bea a cercarlo. L’avevano trovato svenuto nell’oceano. Quando lui si svegliò, disse che non si ricordava di ciò che gli era successo, ma era pur certo che qualcuno lo voleva morto.
Il nemico aveva già attaccato Arriane e aveva messo in allerta tutti quanti. Poteva di nuovo attaccare e poteva essere chiunque. Ashley temeva che il prossimo obiettivo poteva essere Beatrice o Cam o altri suoi amici. Forse lei stessa.
Ashley pensava che potesse essere Victor visto che aveva cambiato del tutto atteggiamento da quel pomeriggio dopo il picnic. Lui voleva ucciderla, ma Ash non sapeva il motivo. Beatrice e Virgilio l’avrebbero protetta a tutti i costi. Forse dovevano proteggerla per un valido motivo? Forse perché lei era una persona importante?
La rivelazione di Beatrice e Virgilio la stava prendendo molto più sul serio. Loro erano sicuri al cento per cento che avrebbero fatto fuori Victor. Ashley, però, era preoccupata per loro perché se Victor li uccidesse, in Ash si scoppierebbe la furia. Avrebbe fatto nascere quel potere che le era fuoriuscito dalla mano, e aveva pensato di rifarlo un’altra volta.
Magari questa volta contro Christine, la ragazza che le somigliava incredibilmente.
Non l’aveva più vista dall’ultima volta. Due giorni passarono, ma si sentiva che l’avrebbe rincontrata di nuovo.
Era curiosa di sapere chi fosse questa sconosciuta, e perché sarebbe stata la sua rovina?
Ashley aveva una voglia matta di sapere tutto quanto sul suo conto e non avrebbe mai esitato. Per di più stava nascendo una nuova Ashley: più coraggiosa, determinata e furiosa.
Sarebbe piaciuta a tutti quanti?
 

 
Le lezioni del venerdì mattina erano sospese perché fu dato ampio spazio ai preparativi per il ballo che si sarebbe svolto il giorno dopo, sabato.
All’allestimento si erano offerti Beatrice e Roland e un’altra coppia sconosciuta.
Roland e Bea si sarebbero occupati di mettere tavoli, sedie, il piano da DJ e la discoball. L’altra coppia avrebbe decorato tutta la palestra per renderla più vivace e colorata in stile anni ’60.
Annabelle, Arriane ed Ashley erano eccitatissime dell’evento. Ashley non era mai andata ad un ballo vero e proprio. Nel suo liceo le organizzavano, ma non aveva mai il cavaliere. Spesso ci andava con le sue amiche, ma erano tutte fidanzate e ogni volta la lasciavano da sola a marcire su una cavolo di panca. Ogni tanto le se avvicinava qualche bel ragazzo, ma quando le provavano a chiedere un ballo, veniva la fidanzata di quel ragazzo e Ash le squadrava da capo a piedi.
Sperava che a questo ballo non fosse così, anzi sperava di andarci con Cam.
Gliel’avrebbe chiesto, ma sperava tantissimo che fosse lui a dirglielo.
Ashley e Arriane si recarono in palestra per vedere che a punto stavano Beatrice e Roland.
<< Non c’è gioia più grande che non fare lezione. Sono felicissima! >> esultò Arriane, applaudendo allegramente.
<< Io non vedo l’ora di andare al ballo. >>
<< E pensi di andarci con Cam, eeeh? >> la punzecchiò Arriane, alzando un sopracciglio.
<< In realtà spero di si >> le rispose Ash, abbassando lo sguardo per l’imbarazzo.
<< E perché non glielo vai a chiedere? >>
<< Proprio io? Vorrei tanto che me lo chieda lui… >>
<< Fai prima tu, mia cara. C’è già una lista di ragazze che glielo vorrebbero chiedere e ci sta una di loro che attaccherà presto. Quindi fai meglio a muovere il culetto. >>
Al solo pensiero che una di quelle ragazze ignote potrebbe chiedere a Cam di andare al ballo, le ribolliva dentro. O meglio, provava un pizzico di gelosia.
Il pomeriggio lui e lei si sarebbero visti. Avrebbe avuto il coraggio di chiederglielo? Lo avrebbe saputo solo quando lo avrebbe visto.
Ashley e Arriane trovarono Beatrice e Roland che stavano ridendo su una panca.
<< Ma bene! Invece di svolgere il vostro compito, fate gli innamorati giocherelloni? >> puntualizzò Arriane, sarcastica.
<< Smettila Arriane. Vorrei vedere te allestire tutta ‘sta palestra! E’ un faticaccia >> ammonì Roland.
<< E allora perché ti sei offerto? >>
Roland fece una smorfia.
<< Ci manca solo da apparecchiare i tavoli e decorare le sedie. Ci siamo presi una pausa. Continueremo oggi pomeriggio >> intervenne Bea con voce dolce.
<< Fate bene. Ogni tanto ci vuole >> disse Ashley.
<< Ma da che parte stai? Dovresti stare dalla mia e costringerli a lavorare! >> affermò Arriane con aria ironica.
<< Anche tu l’avresti fatto, mia cara >> ribatté Ashley, facendole un sorriso beffardo.
<< Lo sapete che il preside ha voluto fare una cosa strana riguardo il ballo? >> domandò Bea.
<< Se lo sapessi, ti risponderei. Spara >> rispose Arriane schietta.
<< Il ballo sarà stile anni ’60, ma la musica che metteremo sarà quella dei nostri giorni. È una cosa strana ma figa. È molto originale, anche se non ci azzecca niente la musica del 2013 con gli anni ’60. Però mi piace l’idea. >>
<< Io la trovo molto fantasiosa >> affermò Ashley.
<< Anch’io. È alquanto originale >> aggiunse Arriane.
<< Già. Penso che ci divertiremo un mondo. Sarà pazzesco! >> gioì Roland.
<< Ma che tipo di musica? >> chiese Ash.
<< Musica dance. Si balla, quindi tutto a gogo! Mi pare ovvio >> dichiarò Bea.
<< Voglio vedere come sarete vestite così da farmi quattro risate! >> precisò Roland, dando poi un bacio a Bea sulla tempia.
<< Senti chi parla! Tu già fai ridere con i dred, figuriamoci vestito anni ’60 >> ribadì Arriane, scoppiando in una risata.
<< Io devo andare a trovare un vestito adatto. Ci rivediamo più tardi >> avvisò Ashley.
<< Scusami tesoro, io rimango qui con questa coppietta >> l’avvertì Arriane, che si era già seduta accanto a Roland ed iniziò a infastidirlo giocando con un dred. Quest’ultimo alzò gli occhi al cielo.
<< A dopo >> rispose Beatrice che la salutò.
 
Mentre camminava per il corridoio per raggiungere la sua stanza, Ash si sentiva una presenza dietro di lei. Voltò la testa più volte, ma non c’era nessuno.
All’improvviso si fece tutto scuro, come se fosse calata la notte in un batter d’occhio.
Non si fece prendere dal panico. Non doveva farlo. Aveva deciso di cambiare e così doveva fare.
Con le mani cercò un appoggio, poi sentì qualcosa di morbido. Le sembrava che era un vestito.
Ad un certo punto comparvero due occhi rossi come il sangue. Il rosso era l’unica cosa che risplendeva in quel buio totale. Pensava che da quegli occhi uscisse un laser che l’avrebbe carbonizzata. Ricomparve la luce e quegli occhi sparirono.
Stavolta si sentiva davvero qualcuno dietro.
Si girò e c’era lei, Christine.
Indossava un cappotto nero come il buio, i capelli cadevano in lunghe onde sul petto e le incorniciavano il viso pallido e portava degli stivali con tacco a spillo.
L’unica cosa che risaltava nella signora in nero erano i suoi occhi rosso sangue.
La prima volta che Ash li vide erano marroni. Stavolta erano come il sangue e micidiali e minacciosi.
<< Guarda chi si rincontra >> disse Christine, guardando fulminea Ash e mostrando un sorriso malvagio.
<< Cosa vuoi da me? >> domandò Ash, seccata dalla sua presenza. Era la seconda volta che la vedeva e la sua figura le faceva nascere la rabbia dentro.
<< Pensi che io voglia qualcosa da te? >>
<< Te lo si legge negli occhi. Aggressivi e malvagi come te. >>
<< Tesoro, non mi conosci nemmeno. >>
<< Ti sbagli. È come se ti conoscessi da una vita o ti abbia già conosciuto. Ti ho già vista da qualche parte. I tuoi occhi mi sembrano così familiari... >>
<< Hai ragione. Noi ci conosciamo e anche tanto. >>
<< Come fai a esserne così sicura? >>
<< Vuoi davvero saperlo? Se te lo dicessi, diventeresti pazza. >>
<< Si. Non è mica detto che lo diventi. >>
<< Sono tua sorella gemella. Per precisare meglio, la tua parte malvagia. >>
<< Tu, mia sorella? Siamo completamente l’opposto. E non poi non ho sorelle. Sono figlia unica. >>
<< Allora non ti ricordi niente. Meglio. >>
<< Ricordarmi cosa? >>
<< Un giorno ti ricorderai tutto. >>
Ash non fece in tempo a porre una domanda che si ritrovò appiccicata al muro, con lo sguardo fulmineo di Christine addosso.
Quest’ultima strinse il collo di Ash.
Respirava a stento. Pensava che a momenti sarebbe morta.
Christine la raggelò con lo sguardo. Ash vide che i suoi occhi rossi erano avvampati.
La ragazza in nero si accostò all’ orecchio di Ash: << Questa volta ti farò fuori sul serio. Nessuno dovrà essere più forte di me e tu lo sai bene. >>
Ash afferrò la mano di Christine per toglierla dal collo, ma lei strinse ancora più forte. Poi la lasciò e se ne andò.
Ash tossiva e all’improvviso sentì dei passi veloci.
Ti prego, non lei, pensò.
Non era lei, ma Virgilio. L’uomo si buttò in ginocchio di fronte ad Ash e la prese in braccio.
<< Dio santo Ash, che ti è successo? >>
<< Ho rischiato di morire. Credo ci sia una nuova >> tossì << minaccia. >>
<< Chi sarebbe? >> le domandò, guardandola preoccupato.
<< Si chiama Christine. Dice di essere mia sorella e che vuole uccidermi. Io non so… >>
<< Devi essere protetta a tutti i costi. >>
<< Non so cosa succede! Perché mi vogliono morta? Che cosa ho così di speciale? >>
Virgilio si fermò. Il suo volto si rabbuiò.
Ash toccò il pavimento con i piedi.
<< Virgilio… >>
<< Non posso dirtelo… Dovrai scoprirlo da sola. >>
<< Scoprire cosa? >>
Virgilio la guardò per qualche istante. Gli occhi nocciola dalle striature verdi erano nervosi.
<< Chi sei veramente. >>
Ash spalancò gli occhi e rimase fissa al suolo.
Virgilio non disse nient’altro, ma se ne andò, lasciando Bea con tanti dubbi e domande.
Ash pensò subito a Christine.
Cosa voleva dire “un giorno ti ricorderai di tutto”? Era davvero sua sorella gemella? Chi era veramente Ash e cosa sapeva lei stessa?
Per Ashley tutto era davvero strano. Una ragazza che incontrò per puro caso, le rivelò che avevano una parentela e che l’avrebbe uccisa.
Ash era sicura di una cosa: che da qualche parte l’aveva vista o che l’aveva già conosciuta.
Ma come si sarebbe ricordata? Nemmeno lei lo sapeva. E se fosse stata veramente sua sorella gemella, se ne vergognava di esserlo. Christine malvagia e minacciosa, Ashley buona e allettante.
Avrebbe fatto fuori Christine?
Sicuramente.
Poi capita Virgilio che le disse di trovare sé stessa.
Perché? Che ruolo aveva?
Ash pensò che tutti erano fuori di testa. O forse lo era lei?
Con tante domande che si accumulavano giorno dopo giorno, decise di andare in camera sua e dormire, almeno per liberare la mente per qualche ora.
 
 
Erano le 18.00 ed Ashley si trovava in riva all’oceano. Davanti a lei si stagliava un magnifico tramonto dai toni caldi del giallo e dell’arancione e dai toni freddi dell’azzurro. La vista le trasmetteva un senso di armonia e di rilasso. Era proprio quello che desiderava. Davanti al sole passò un gruppo di uccelli che volavano felici verso ovest.
Si alzò un lieve venticello ed Ashley infilò la testa nella sua felpa abbastanza pesante. Posò le mani sulle braccia e cominciò a strofinarle per riscaldarsi.
Però voleva qualcuno accanto.
Ad un certo punto fu percorsa da brividi e le sue dita incontrarono quelle grandi e soffici di una persona.
Quest’ultima si avvicinò al suo collo e gli dette numerosi baci da brivido. Ashley poté sentire sotto le proprie narici il profumo di colonia della persona.
Si voltò e mostrò un sorriso a trentadue denti. Perfino i suoi occhi sorridevano.
Incontrarono quelli smeraldini di Cam che la fissavano incantati e ipnotici.
Ashley si sciolse a quello sguardo da togliere il fiato.
La ragazza non disse niente, ma abbraccio Cam, stringendolo fortissimo. Per quanto era alto, Ash gli arrivava al petto e poté sentire i battiti del suo cuore.
Andavano velocissimi, proprio come quelli di lei.
Quel battito la faceva sentire felice. In quel momento ogni pensiero volava via per lasciare la mente libera.
Ashley si staccò da Cam e lui le prese le dolci guance rosse tra le mani.
Si guardavano dolcemente e lei si sentì in estasi.
Cam le poggiò la mano sul fondoschiena e l’avvicinò di più a sé. Le accarezzò la guancia, spostandole poi una ciocca nera dietro l’orecchio.
Cam vide che gli occhi di Ash erano vibranti e luminosi e si sciolse quando gli regalò il sorriso.
Quel raggiante sorriso di cui Cam non poteva fare a meno.
Era ipnotico per lui.
Ashley si soffermò a guardare le labbra di lui: erano di un rosa intenso e avrebbe fatto di tutte per assaporarle.
Poi venne il momento.
Cam le strinse di nuovo le guance. Lei si sentì divampare dentro. Aveva lo stomaco sottosopra e non ci stava capendo più niente.
Si alzò in punta di piedi. Le loro labbra erano così vicine.
Alla fine s’incontrarono.
Le labbra di Cam erano cosi appetitose e morbide. Il bacio divenne passionale quando le loro lingue s’incontrarono. Una voleva l’altra.
Ashley non si sarebbe mai staccata. Era il suo primo vero bacio. Avvenne in modo speciale e in un’atmosfera romantica.
La ragazza afferrò i capelli neri di Cam e dette una spinta alla sua testa per avvicinarlo a sé. Lui la strinse fortissima e baciava con più vigore.
Era un ottimo baciatore.
Molte ragazze avrebbero voluto stare al posto di Ashley, ma c’era lei.
Lei e lui.
Dopo qualche minuto si staccarono e si fissarono.
<< E’ stato speciale >> disse Cam con voce seducente, gli occhi che brillavano.
<< Anche per me. Ma speciale lo sei tu. >>
Dalla bocca di Ashley quelle parole uscirono sciolte tant’è che ne rimase meravigliata. Non le sarebbero mai uscite prima d’ora.
Cam si avvicinò all’orecchio di lei e le sussurrò romanticamente: << Mi sono innamorato di te. >>
Quelle parole riecheggiavano un sacco di volte nelle orecchie di Ashley. Spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta. Ne rimase stupita. Il suo cuore tamburellava all’impazzata; il suo stomaco andò sottosopra ma dopo lo sentì leggero; il sangue scorreva ad una velocità impressionante e se lo sentì pulsare nelle tempie.
Era giunto il momento che lo dicesse anche lei.
Ashley prese le mani di Cam e fece un grande sospiro. Lo guardò negli occhi.
<< Anch’io sono innamorata di te >> disse finalmente. Il cuore ce l’aveva in gola e a momenti l’avrebbe perso. Coglieva anche come quello di Cam martellava freneticamente. Sarebbero usciti tutti e due per formarne uno più grande.
<< Io lo sono da quando ti ho vista per la prima volta. Non so spiegartelo… ma è scattata una scintilla in me >> affermò Cam, che guardò prima il tramonto e poi gli occhi di Ashley che lo desideravano.
<< A me hai da subito interessato, ma solo dopo mi sono accorta che ero veramente innamorata di te. >>
<< Non sai quanto io sia felice. >>
Gli occhi verdi di Cam sprizzavano felicità da tutti i pori. Si passò una mano fra i capelli neri scompigliati e poi l’abbracciò.
<< Quindi possiamo definirci ufficiali? >> gli bisbigliò lei, che stava morendo dalla curiosità.
<< Si, assolutamente >> rispose Cam felice.
Ashley sorrise di nuovo.
<< Voglio che ci facciamo vedere come coppia ufficiale >> precisò lui.
<< Sono d’accordo. >>
Ashley l’abbracciò forte e premette il volto contro il petto del ragazzo.
<< Un’altra cosa Ash. Vorresti venire al ballo con me? >>
Oh certo che voleva. A quella proposta il cuore di Ash balzò fuori.
<< Assolutamente. >>
Cam annuì. Le prese il mento tra le mani e la baciò di nuovo.
Con tanta energia.
La voleva assolutamente.
Ora che era sua, non l’avrebbe mai mollata.
Per Ashley quel momento fu uno dei più belli della sua vita.
Sperava tanto che ce ne fossero altri.
Sperava anche di stare con Cam fino alla vecchiaia. Fino alla morte.
Questo si sarebbe saputo solo col tempo.
 
Lei era assolutamente innamorata di lui.
 
Spazio autrice:
finalmente il capitolo tanto atteso!
Volevo troppo scrivere del primo bacio ed è stata un’altra cosa che avevo sullo stomaco. Ora sto veramente leggera *___*
E si sono anche dichiarati!
Fa uno strano effetto detto da Cam XD ma lui è veramente cotto e credo sia pronto a tutto in amore, anche se nella saga non sembra, ma mi sento questa cosa :) ♥
Vi giuro mi piace troppo la coppia AshleyxCam *__* ce li vedo troppo bene!
E che dire di Christine! La odio!
Sarà veramente sua sorella gemella?
Ashley lo scoprirà.
Basta, ho già detto troppo
Spero che questo capitolo vi piaccia molto. Buona lettura e vorrei sapere un’opinione (come sempre XD)
Non so quando aggiornerò, ma penso giovedì.
A presto!
 
Joy_

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** - Una conoscenza familiare ***


UNDICESIMO CAPITOLO
UNA CONOSCENZA FAMILIARE
 
Ashley si stava rilassando fra l’aria fresca autunnale di sabato mattina. Era seduta su un asciugamano color pesca e guardava l’oceano, calmo e azzurro, sul quale nascevano tanti scintilli provocati dai raggi del sole splendente.
La ragazza infilò la testa nella sciarpa leggera perché c’era un venticello fresco, ma sembrava quello invernale. Si strofinò le braccia per riscaldarsi, poi decise di circondarsi con l’asciugamano.
Erano circa le 9.00 e a breve sarebbe arrivata Arriane. Avrebbe portato Ashley ad Atlanta, capoluogo della Georgia, per farle comprare un vestitino carino per il ballo che si sarebbe tenuto la sera.
Ashley era così eccitata nell’andare alla festa e per di più con Cam.
Cam.
Quel nome le riecheggiava nella mente.
Ancora non credeva al primo bacio del giorno prima. Pensava di esserselo sognato, ma non era così. Era vero quel bacio. Era proprio reale che le labbra di Cam avevano incontrato le sue, e non era mai stata così felice e con un sorriso radioso.
Era anche tanto gioiosa perché finalmente si era dichiarata. Aveva quelle farfalle nello stomaco che doveva immediatamente dire tutto al suo fidanzato.
<< Fidanzato… >> bisbigliò.
Quella parola le usciva strana dalla bocca. Non si rendeva conto che stava insieme ad un ragazzo, che era così innamorata e quanto sia bello esserlo.
Le prese quasi un infarto quando Arriane si catapultò su di lei, abbracciandola.
<< Buongiorno cara! >> salutò Arriane con voce gioiosa e gli occhi scuri brillanti.
<< Buongiorno scimmia… >> rispose Ashley alzando un sopracciglio.
Già, Ash aveva definito Arriane una scimmia: era pazzerella, simpatica e stravagante.
<< Pronta per la nostra passeggiata da Atlanta? >>
<< Si, tantissimo! Ma come faremo ad uscire da qui? >>
<< Il preside lo sa e ci dà libera uscita, solo per oggi. Sfrutta l’occasione per scegliere bene un vestito e far colpo su Cam! >> puntualizzò Arriane.
<< Ehm… >>
Ashley arrossì. Arriane non sapeva niente di loro due?
Ash offrì le sue guance all’aria fresca per raffreddarle. Poi guardò Arriane.
<< C’è qualcosa che non so? >> domandò curiosa Arriane.
<< Ecco… ieri… >>
<< Avanti non tenermi sulle spine! Voglio sapere e ora finisci! >>
<< Ieri ci siamo baciati! >> disse rapidamente Ash, coprendosi immediatamente il volto con le mani per l’imbarazzo.
Ash non sentì parola da Arriane fin quando le saltò addosso.
<< E brava la mia ragazza! Sono felicissima per te. Mi raccomando, fatti trattare bene e se dovesse fare lo stupido, dillo a me e gliele canto! >> ammonì Arriane.
Ashley scoppiò in una risata.
<< D’accordo, bodyguard! >> disse Ashley sarcastica. << E tu, con quella Jenna? >> aggiunse.
<< Stiamo insieme anche noi! >>
<< Che bello Arriane! Insomma ci sono tre neo-coppie… manca solo Annabelle! >>
<< Di sicuro vorrà fare colpo su qualcuno questa sera. Adesso basta! Non perdiamoci più in chiacchiere perché voglio andare a comprare questo stramaledetto vestito! >> precisò Arriane.

 
 
Le due amiche arrivarono al centro di Atlanta: c’erano una schiera di palazzi sulla sinistra e sulla destra; le strade e i marciapiedi erano grandi e parevano perdersi all’infinito; degli alberi dalle chiome verde scuro decoravano i marciapiedi e risplendevano sotto la luce diurna; c’erano negozi chic e costosi e quelli economi ma sofisticati.
Alla guida c’era Arriane che trovò subito un parcheggio e li vi fermò la macchina.
Fece un grande sospiro, poi guardò Ashley.
<< Eccoci arrivate. Ora scendiamo e andiamo a prenderci qualcosa da bere. >>
<< Sono d’accordo >> disse Ashley in pieno consenso.
Arriane scese dalla macchina rapidamente, si accostò allo sportello di Ashley per farla scendere e andare ad un qualsiasi bar perché stava morendo di sete.
Trovano un bar molto carino chiamato Atlas.
<< Figo il nome >> commentò Arriane. << M’ispira. Entriamo >> aggiunse.
Arriane prese Ashley per la mano e la trascinò fino al locale.
Entrarono e dentro era tutto accogliente: le pareti erano color salmone; vi era un parquet che si sposava perfettamente col colore delle pareti; i tavolini, le sedie e il bancone era in legno scuro.
Ash ed Arriane si sedettero su due sgabelli di fronte al bancone. Arrivò un ragazzo, forse il proprietario del bar: aveva i capelli neri rasati dietro la testa e sopra una folta chioma lisciata all’indietro con il gel, gli occhi marroni intensi ed espressivi, labbra piene di un rosa intenso.
Era il tipo di ragazzo che ad Ash piaceva: capelli e occhi scuri. Ma lei aveva Cam e le bastava. Non avrebbe guardato nessun’altro, forse solo qualche occhiata per la bellezza, ma niente di più.
<< Salve ragazze, sono Chris. Che vi porta da bere? >>
<< A me un succo all’ananas >> rispose Arriane.
<< Io alla pera >> disse Ashley.
<< Bene. Delle belle ragazze come voi cosa ci fanno in giro per Atlanta? >> parlò Chris mentre sciacquava dei bicchieri di vetro.
<< Dobbiamo comprare dei vestiti perché stasera alla nostra scuola ci sarà Il Ballo dell’Equinozio di Autunno >> disse Arriane.
<< Figo. Che scuola fate? >>
<< La Shoreline… >> aggiunse Arriane.
Chris fece cenno alle ragazze di aspettare che andava a prendere i succhi.
<< Perché non dici una parola? Non vedi come ti guarda? >> bisbigliò Arriane ad Ashley.
<< Arriane, lo sai! Sto con Cam… >>
<< Ma ciò non ti vieta a parlare o guardare. E’ un bel ragazzo, ma sai com’è, sono dell’altra sponda altrimenti avrei preso il via. >>
Chris ritornò con due bicchieri della Coca-Cola con dentro il succo. Ashley porse le mani per prendere il bicchiere e quando Chris glielo dette, le sue mani sfiorarono quelle di lei.
Chris le allontanò subito.
<< Grazie >> disse gentilmente Ash.
Chris annuì. La guardò e poi andò da due clienti che erano appena entrati.
<< Non infatuarti mia cara >> chiarì Arriane che si stava gustando il succo all’ananas.
<< Arriane, già te l’ ho detto. Sono innamorata di Cam e la nostra storia è iniziata solo ieri. Non voglio di certo rovinarla e mai lo farò! >> puntualizzò Ash che sembrò alterarsi.
<< Ok, ok basta che non ti alteri >> disse Arriane alzando le mani in segno di arresa.
<< Vado un attimo al bagno >> le disse Ash. Quest’ultima si alzò e si diresse verso il bagno. C’era uno specchio e guardò la sua immagine riflessa: aveva l’espressione seria, gli occhi inespressivi e la pelle pallida visto che l’abbronzatura se n’era andata.
I suoi capelli neri dalle punte bionde e gli occhi marroni opachi la facevano sembrare un cadavere. Si sciacquò la faccia, fece un passo indietro e sbatté contro qualcuno. Si girò e c’era Chris.
<< Ma che diamine…? Che ci fa lei qui? >> domandò Ash.
Il ragazzo non dette niente, ma si limitò a prenderle con forza le guance e a baciarla. Il ragazzo baciò con foga, ma Ash lo respinse e lui fini per sbattere contro il muro. Non si dette per sconfitto e riprese a baciarla. Premette il suo corpo su quello di lei tant’è che Ash sentì il suo membro premere la sotto. La ragazza si dimenava per lasciarsi dalla presa del pervertito, poi un qualcosa lo scaraventò di nuovo contro il muro.
Ash era furiosa. Sentì del calore sulla sua mano destra. Abbassò lo sguardo e sul suo palmo fluttuava la palla di luce, quella che le era uscita quando litigò con Melissa.
Stavolta Ash era cosciente di averla sulla mano. Ne percepiva il calore e la luminosità abbagliante. Riusciva stranamente a controllarla.
Che forse Ash avesse veramente dei poteri?
Chris si lamentava ed Ash non esitò a dargli un calcio al pene.
<< Aaaaaah! >> urlò Chris per il dolore.
Ash gli sputò in faccia.
<< Fottiti porco! >> gli disse aggressiva.
Ash uscì dal bagno, raggiunse Arriane, prendendola per il braccio, e la trascinò fuori.
<< Perché questa fretta di andarsene? >>
<< Quel Chris voleva violentarmi! >> rispose adirata Ash con occhi infuocati e corpo teso.
<< Oh… >>
<< Sono riuscita a sbarazzarmene grazie a una sfera di luce che uscì dalla mia mano… >> aggiunse Ashley.
<< Cosa? Che luce? Hai dei poteri?
<< Ti racconterò strada facendo. >>
Mentre ripresero a camminare, Ashley raccontò ad Arriane quello che le era successo allo scontro con Melissa. Quando Melissa le si buttò addosso, involontariamente fu colpita da una sfera di luce che fuoriuscì dalla mano di Ashley. Quest’ultima non se lo sarebbe mai aspettato, ma non avrebbe mai pensato che avesse dei poteri!
Mentre Ashley le raccontava tutto ciò, Arriane la guardava spaesata ma anche interessata. La guardava come se Arriane sapesse già qualcosa.
<< Oooh, entriamo in quel negozio! Mi sembra carino. Pare che abbia i vestiti che cerchiamo noi! >> disse Arriane, contenta di aver trovato il negozio che cercava(no).
Il negozio si chiamava Night’s . Entrarono ed era il classico negozio carino e sofisticato per ragazze dell’età di Ashley ed Arriane. Le due amiche si separarono per studiare al meglio i vestiti che il negozio offriva.
Quando Ashley si fermò su un vestito che prese per vederlo, le si avvicinò una donna.
<< Ciao, posso esserti d’aiuto? >>
La voce della donna era dolce e seducente.
Ashley si girò e il suo cuore fece un sussulto.
La donna batté più volte le ciglia che incorniciavano gli occhi marroni: lo stesso colore vibrante di quelli di Ash.
Rimasero a guardarsi per qualche minuto. La donna aveva gli occhi spalancati e il respiro accelerato. Ash percepiva che tremava.
La ragazza rimase stupita nel vedere una donna che le assomigliava tantissimo. Sembrava Ash versione adulta oppure una Christine dolce e gentile.
Ashley studiò la sconosciuta: aveva i capelli neri raccolti in un chignon raffinato; gli occhi marroni erano contornati da una spessa linea di eyeliner e tanto mascara; le labbra erano colorate da un rosso vivo ed indossava un camicetta bianca a maniche lunghe, infilata nella gonna grigia a balze, le calze color carne e dei tacchi plateau bianchi.
La donna batté di nuovo le ciglia e scosse la testa.
<< Sono Abigail Johnson, ma tutti mi chiamano Night e sono la proprietaria del negozio. >>
Abigail le porse la mano per presentarsi.
<< Io sono Ashley Blackburn. Piacere di conoscerla. >>
Quando Ash strette la mano alla donna, dei brividi le percorsero la schiena.
La signora rimase bloccata al suolo e così anche Ash. Poi Abigail si sciolse e le offrì un sorriso raggiante.
Per Ash quel sorriso e quel nome le erano tanto familiari.
 
Spazio autrice:
scusate la lunga attesa, ma c’era di mezzo la scuola >__<
So che questo capitolo non è un granché, ma voglio presentarvi questo nuovo personaggio.
Chi potrebbe essere secondo voi?  U.U
Vi dico solo che fu una persona molto importate J
Leggete e recensite ovviamente perché voglio sapere cosa ne pensate.
Se ce la faccio, posterò stasera il prossimo:)
Buona lettura :D
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** - Il ballo ***


DODICESIMO CAPITOLO
 
IL BALLO
 
Ashley scosse la testa e finalmente rispose ad Abigail: << Vorrei provare questo vestitino. >>
<< Certo. In fondo a sinistra ci sono i camerini >> le indicò Abigail.
<< Arriane >> chiamò Ash. << Ho trovato il vestito >> terminò.
<< Anch’io ed è stradelizioso, ovviamente il mio >> scherzò Arriane.
Le due ragazze provarono i vestiti, ma non uscirono dal camerino per tenere la curiosità. L’una avrebbe guardato quello dell’altra al ballo.
Le due amiche presero ciascuna dei tacchi plateau in tono col proprio vestito.
Pagarono subito visto che non c’era molta gente alla cassa.
Quando Abigail dette il resto ad Ashley, le sfiorò le dita. Quella carezza le provocò i brividi lungo la colonna vertebrale.
<< Grazie e arrivederci >> disse la donna.
<< Grazie a te. Ciao! >> rispose Ashley senza degnarle di uno sguardo.
<< Ho visto molta sintonia fra voi due >> commentò Arriane che guardava il vestitino nella busta del negozio.
<< Non so Arriane… è come se l’avessi già incontrata da qualche parte… >> disse Ashley esitante.
<< Forse sarà un tuo parente… >>
<< Non so. Ora non voglio pensarci. Voglio solo ritornare a scuola e preparami per il ballo. >>
<< Sono d’accordo! >>
Mentre camminavano, Arriane si fermò di colpo. Ashley continuò a camminare poi stoppò anche lei. Si girò verso l’amica e la vide inchiodata al suolo con lo sguardo perso nel vuoto. O su qualcuno.
<< Arriane, cos’ hai? >> le domandò preoccupata. << Ehi >> continuò Ash, sventolandole la mano di fronte al viso.
Ashley guardò nella direzione dove guardava Arriane e vide una coppia felice con due bambini. La famiglia stava all’esterno di un bar: la donna stava gustando un cappuccino e cornetto, l’uomo un caffè e i due bambini due succhi di frutta con una ciambella zuccherosa.
<< Arriane… >>
<< Sono Luce e Daniel >> rispose finalmente Arriane. La sua voce era debole e secca. << Con i loro figli, Austin e Charlie >> finì di dire.
Già, erano proprio loro.
Luce era una donna di gran classe: indossava un tailleur color indaco, calze color carne e tacchi a spillo nere; portava i capelli neri in una coda alta che ricadeva sulla spalla destra, aveva un po’ di mascara ma un rossetto rosso intenso.
Daniel era in un completo elegante grigio, i capelli dorati erano lisciati all’indietro dal gel, la pelle abbronzata e gli occhi di un viola intenso.
Austin era un bambino di 7 anni e Charlie una tenera bimba di 10 anni. Austin era uguale al padre: capelli biondi, corti dietro e lunghetti sopra, sistemati in una cresta perfetta; gli occhi riprendevano il marrone vibrante della madre; indossava una felpa verde, jeans e sneakers bianche.
Charlie era la più tenera nel suo vestitino celeste con sopra un cardigan nero e le ballerine in tono col giacchettino. Portava i capelli corvini sciolti che ricadevano in sottili spaghetti sulla sua schiena esile. Aveva gli occhi viola di Daniel.
Arriane vide che Daniel dette due baci profondi sulla fronte dei suoi bambini.
Nel rivederli, scoppiò in un pianto.
Sentiva la loro mancanza più di ogni altra cosa. Aveva bisogno di Luce con la quale aveva un immenso legame. Erano amiche per la pelle e non si sarebbero mai staccate. Le voleva raccontare ogni cosa: com’era continuare la Shoreline senza di lei, come era la sua nuova vita, il suo lavoro, il suo amore per Daniel e le due splendidi creature che aveva dato alla luce.
Tutto sarebbe stato inutile perché Luce e Daniel non si sarebbero mai ricordati di lei. Il solo pensiero la faceva stare male e la faceva sprofondare negli abissi.
Almeno un saluto o un abbraccio voleva per tirarla su di morale. Non sarebbe servito a niente andare da loro e presentarsi senza la speranza che si ricordassero.
Ashley l’abbracciò forte e le offrì la spalla per piangere.
<< Arriane… ora loro hanno una vita, dei bambini e un lavoro. Sono felici. Accettala la cosa. Magari un giorno vi rincontrerete e si ricorderanno di te. >>
Arriane si staccò dall’amica e la guardò con occhi tristissimi. Ash le asciugò una lacrima con l’indice e le mise una ciocca nera dietro le orecchie.
Arriane guardò un’ultima volta Luce e Daniel. All’improvviso il suo cuore sussultò.
Luce le aveva rivolto lo sguardo e offerto un sorriso.
Arriane diventò felicissima.
Le lacrime cessarono e ricambiò il sorriso.
Si sentì risollevata.
<< Andiamo… >> disse infine. << E’ la mattinata più bella che avrei potuto avere >> terminò.
 
 
Arriane ed Ashley ritornarono dopo due ore alla Shoreline. Erano forse le 11 e avevano un sacco di cose da fare insieme: prepararsi per bene, farsi i capelli, il make-up e tante altre cose tipiche da ragazze.
Si recarono nella stanza di Arriane e mentre Ashley si preparava, pensava come sarebbe stato Cam nei suoi vestiti anni ’60. Se lo immaginava con una corta frangia laterale però lisciata con gel e anche i capelli e gli occhi verdi che brillavano sotto quelle mille luci colorate.
Per il rossore si buttò sul letto e si coprì la faccia col cuscino.
<< A che stavi pensando bella innamorata? >> le domandò Arriane curiosa mentre si metteva un paio di orecchini a forma di fiore.
<< Io? A niente >> mentì Ash che era felicissima.
<< Spara chicca >> la istigò Arriane.
<< Non vedo l’ora di vedere Cam questa sera. >>
<< Allora sei proprio innamorata… >>
<< Si, Arriane. Non saprei spiegartelo. Non sono una tipa romantica e mi fa strano dire queste cose e pensare così tanto a un ragazzo, ma sì, sono innamorata troppo di lui. >>
<< Dai che col tempo ti porta pure a letto >> la schernì l’amica.
<< Arriane!! Per quello c’è tempo >> la rimproverò Ashley però scherzando, e le lanciò il cuscino addosso.
<< Dai, non perdiamo altro tempo. Vorrei preparami bene >> ammonì Arriane.
<< D’accordo, ma prima devo tornare in camera mia a prendere una cosa. >>
<< Va bene. A dopo. >>
Ashley uscì dalla camera di Arriane e andò verso la propria.
All’improvviso sentì un scia fredda sfiorarle la pelle. Poi vide un’ombra di fronte a sé che correva velocissima. Seguì quella cosa e sbucò sulla spiaggia. La sagoma scura non c’era più, ma perlustrò la zona con gli occhi per intravederla.
Portò l’attenzione su uno scoglio sul quale vide una chioma rosa.
Subito pensò ad Annabelle.
Sperava che non le fosse successo niente.
Corse verso la ragazza e la vide pallida. Il corpo era abbandonato sulla roccia e parve non respirare.
Iniziò a scuoterla piano.
<< Annabelle, Annabelle… rispondimi! >>
Continuò a chiamarla insistente, ma non rispondeva.
<< Non ti risponderà >> disse una voce.
Proveniva da dietro Ash.
Si girò.
Era Victor.
Gli occhi della ragazza diventarono fulminei.
<< Tu, razza di uno stronzo! So che sei stato tu a far del male ai miei amici! >> le gridò contro. Ashley avvampò dalla rabbia e intorno a lei si stava formando uno strano alone rosso.
Victor indossava un lungo cappotto nero e la guardava con occhi divertiti ma malvagi.
<< Non ne hai le prove mia cara. >>
La sua voce era roca e insopportabile. A breve Ashley sarebbe diventata Hulk e sarebbe stata pronta a eliminarlo.
<< Zitto >> l’ammonì. << Perché vuoi uccidermi? >> gli domandò.
Victor scomparve di punto in bianco, lasciando Ash senza risposte. Per non aver ricevuto parola, la ragazza arrivò al culmine della rabbia.
<< Te la farò pagare stronzetto. Non mi farò prendere in giro da uno come te >> disse Ashley, convinta delle sue parole.
Prese Annabelle in braccio e la portò all’infermeria della scuola.
 

 
Per tutto il pomeriggio Arriane ed Ashley rimasero affianco ad Annabelle nell’infermeria della Shoreline per aspettare che si risvegliasse. La loro amica cadde in un sonno di cinque ore. Anche Arriane ed Ash si addormentarono, ma si svegliarono in contemporanea con Annabelle. Quest’ultima per fortuna aveva ripreso il suo colorito della pelle, visto che Ashley l’aveva trovata pallidissima, come se fosse morta. Il pensiero andò immediatamente via dalla mente di Ash.
La ragazza era di fronte allo specchio della propria camera. Erano circa le 19 e a breve ci sarebbe stato il famoso ballo.
Ash era pronta: aveva passato tutta la mattina impegnata con Arriane per sistemarsi. Alla fine uscì un bel lavoro.
Studiò la sua figura: alta, magra, indossava un vestitino azzurro a pois bianchi, incorniciato alla vita da una cintura bianca con un fiocco davanti, portava calze color carne e delle zeppe in tono col vestito. I capelli corvini dalla particolarità delle punte bionde erano raccolti in una coda altissima che ricadeva in tanti boccoli. Come make-up s’ispirò alle pin-up: una grande linea d’eyeliner che terminava con una codina lunga, abbondante mascara, rossetto rosso seducente e un tenero blush color pesca.
Si sentiva una ragazza affascinante, felice ed eccitata.
Qualcuno bussò alla porta.
Andò ad aprire. Era Arriane che si presentò in una posizione buffa da modella.
<< Come sto tesoro? >> domandò scherzosa.
Ash scoppiò in una risata.
Arriane era molto carina: indossava una camicetta bianca con lo scollo a V profondo, che lasciava intravedere la forma del seno, infilata in una gonna a tubino color indaco, calze color cane e zeppe bianche. Anche lei optò per il make-up da pin-up.
Così conciate, Arriane ed Ashley parevano gemelle.
<< Sei uno schianto Arriane >> commentò Ash.
<< Anche tu sei figa, chicca >> ribatté Arriane, strizzandole l’occhio.
Arriane le offrì il braccio e Ash lo prese volentieri.
Insieme, si diressero verso la palestra dove si sarebbe svolta la festa.
La palestra era enorme e riccamente addobbata: c’era una grande disco-ball fissata al centro del soffitto; sedie, panche e tavolini erano riccamente colorati; dagli angoli alti delle pareti e un po’ sul soffitto c’erano numerose luci colorate e sui muri si mostravano tanti pallini di colore diverso di cui era ignota la provenienza.
Ciò che colpì di più Ash erano i tanti studenti che ballavano allegri e vivaci, trasportati dalla musica dance dei giorni nostri.
Già, tema anni ’60 ma musica del 21° secolo.
Ashley rimase inchiodata al suolo, meravigliata per l’atmosfera bollente e gioiosa. Le sue gambe non avevano intenzione di muoversi, ma i suoi occhi volevano restare ad ammirare la festa.
Arriane la prese per il polso e la trascinò sulla pista.
<< Avanti, non fare la statuina ma buttati! >> puntualizzò l’amica che si era già scatenata sulla pista da ballo.
Ashley cominciò a ballare rigidamente, poi si sciolse. Si fece trasportare dalla musica. Le scorreva nel sangue. Dominava ogni parte del suo corpo.
Chiuse gli occhi per assaporare il momento.
Li riaprì e scrutò la varia gente. C’erano studenti che non aveva mai visto alla Shoreline e per lei fu una sorpresa vedere tutte quella gente “nuova”: saranno quegli studenti che preferiscono fare i solitari nelle loro camere, ma sciogliersi ed essere egocentrici alla prima occasione.
Ash notò che al piano DJ c’era Roland. In lui la colpì una parrucca piena di riccioli.
Tutti i suoi dread dentro una parrucca del genere?, pensò, alzando un sopracciglio.
Notò che Beatrice aveva raggiunto il suo ragazzo. Era bellissima: aveva i capelli raccolti in una cipollina e indossava un aderente vestito rosa confetto, adornato da una cintura color crema intorno alla vita. Bea posò un dolce bacio sulle labbra carnose e scure di Roland.  Di sicuro l’avrebbe aspettato sulla pista.
<< Ti va di prendere un po’ di punch? >> le chiese Arriane che dovette accostarsi all’orecchio dell’amica per farsi sentire.
<< Va bene >> approvò Ash.
Arriane la prese per mano e la trascinò fino al buffet: era strapieno di dolci, patatine, pizzette, panini e bibite.
Il cuore di Ash gioì a quella vista. Avrebbe mangiato di tutto, ma doveva controllarsi.
Arriane preparò due bicchieri di punch e glielo dette uno.
Ashley si bagnò appena le labbra. Il punch era buonissimo e così lo mando giù tutto d’un butto. Ne prese ancora.
<< Non esagerare >> l’ammonì Arriane.
<< Dai, stiamo ad una festa! Divertiamoci! >> chiarì Ashley sul punto della felicità.
<< Vado a ballare con Jenna. Tu stai qui che sicuramente qualche ragazzo ti verrà a chiedere il ballo! >> scherzò Arriane.
Ash fece una smorfia e seguì l’amica con lo sguardo finché non raggiunse Jenna.
Sulla faccia di Arriane presero forma un sorriso radioso e un’espressione felicissima, tutto il contrario della mattina stessa che aveva avuto un momento triste.
Ash vide che ballavano felici, poi Arriane baciò la sua ragazza mentre ballavano lentamente. Era così tenere insieme.
Ashley era felice per lei: una ragazza così solare, bella e simpatica come lei, meritava l’amore e una persona che l’accettasse così com’era. Prese un ultimo bicchiere di punch e poi si diresse verso la pista. Ballava sola, poi sentì una pacca sulla spalla. Si voltò.
Era Virgilio che le aveva rivolto un grazioso sorriso.
Ash studiò l’uomo: indossava una camicia Oxford, jeans bianchi e scarpe nere; i capelli scuri erano lisciati all’indietro col gel; gli occhi nocciola-verdi brillavano.
<< Posso avere questo ballo? >> le propose Virgilio, porgendole gentilmente la mano.
<< Certo >> rispose Ashley, offrendogli uno dei suoi sorrisi radiosi e familiari.
Virgilio ed Ashley ballavano come se fossero padre e figlia. Avevano una sintonia bellissima ed Ashley si sentiva a proprio agio. Si alzò in punta di piedi per dire una cosa all’uomo: << Oggi ho visto Victor. >>
Ash sentì Virgilio farsi rigido.
<< Ti ha fatto del male? >>
<< No, è tutto apposto. Non ha alzato un dito, ma aveva la faccia maligna e desiderosa di attaccarmi. >>
<< Ti prego, non uscire mai da sola. >>
<< Ero solo andata a prendere una boccata d’aria >> mentì Ash. La verità è che stava seguendo quell’ombra che vide la mattina, portandola sulla spiaggia.
La loro conversazione fu interrotta dall’improvvisa presenza di Francesca, che guardò prima Ash e poi Virgilio.
<< Tesoro, potrei ballare con il tuo caro amico? >> le domandò Francesca, mostrando un sorriso che le rilevò due adorabili fossette.
<< Certo prof. >> disse Ashley, staccandosi da Virgilio per lasciarlo nelle mani della donna affascinante.
Ora la ragazza era davvero sola in mezzo alla pista da ballo. Si guardò in giro e vide che Arriane ancora stava baciando passionalmente Jenna, mentre quest’ultima aveva le mani sui glutei di Arriane, e Roland e Bea stavano ballando energicamente.
Mancava una persona al suo appello.
Cam.
Cominciò a cercarlo con gli occhi. Sperava di incontrare quel verde che la scioglieva, ma niente.
All’improvviso si sentì che qualcuno le cinse i fianchi, da dietro, e che aveva pressato il corpo su di lei. La persona prese a muoversi, seguendo Ash. Le massaggiava i fianchi e ogni tanto glieli pizzicava.
La ragazza non resistette più e si girò.
Levò lo sguardo e quel verde seducente la guardava.
Era sensuale soprattutto il ragazzo che aveva davanti.
Cam portava i capelli lisciati dal gel verso sinistra. Quella pettinatura gli conferiva un’aria dannatamente sexy. Indossava una camicia Oxford, jeans blu e scarpe bianche. I primi due bottoni della camicia erano sbottonati e gli lasciavano intravedere di poco i pettorali.
A momenti Ash sarebbe svenuta per quella vista così magnifica.
Cam l’avvicinò a sé con forza e la ingabbiò fra le sue braccia.
I suoi occhi verdi non smettevano di fissarla. La facevano sentire al settimo cielo.
Il cuore di lei prese a battere fortissimo e la voglia di baciarlo l’assaliva, così prese con forza le guance muscolose di Cam e lo baciò con vigore.
Cam le affondo le unghie delle mani nei glutei, prese ad accarezzarle la schiena e poi il collo, riempiendoli poi di tanti baci.
Ci furono due/tre canzoni dance, poi un lento.
Ashley percepì che Cam ebbe un’illuminazione.
<< Ti porto da una parte >> le sussurrò con voce seducente.
Lei non disse niente, ma si limitò a dargli un bacio a stampo.
Cam l’afferrò per i polsi e se la trascinò dietro.
Si fecero strada tra la folla.
Raggiunsero l’esterno della Shoreline, poi la spiaggia.
Cam si fermò e rimase a contemplare l’oceano, illuminato dalla luce argentea della Luna.
Ash lo guardava affascinata e innamorata.
Era di una bellezza sorprendente quel ragazzo.
<< Sai quante volte sono venuto qui per pensare all’arrivo di questo giorno? >> disse Cam con voce dolce. Il suo sguardo era incantato dalla misteriosa bellezza dell’oceano. << Dalla prima volta che ti ho vista >> terminò.
Il cuore di Ashley martellava velocemente.
Cam si voltò verso di lei e la fissava trasognato. Le prese le mani tra le guance e l’avvicinò a sé.
La guardò intensamente negli occhi.
<< Ti amo Ashley >> affermò lui.
Le sue parole erano vere e profonde. Soprattutto provenivano dal suo cuore. Gli occhi di Ash cominciarono a brillare e rimase fissa al suolo. Ipnotizzata, incantata, soggiogata.
<< Ti amo anch’io Cam >> disse.
Ash si sentiva rigida anziché rilassata. Era in forte imbarazzo, ma non doveva.
Doveva sentirsi sciolta con lui, e lo fu del tutto, quando la baciò.
I due ragazzi si baciarono con foga, le loro lingue s’incontrarono e i loro corpi erano attaccati.
Cam la desiderava tanto.
Era sua.
Fu il primo a staccarsi.
<< Voglio farti sentire e mostrare una cosa. Zitta e guarda >> l’ammonì lui.
Ashley annuì.
Cam si tolse la camicia, rimanendo a petto nudo.
Quella visione tolse il fiato ad Ashley.
Quel ragazzo era maledettamente ipnotico e attraente.
I muscoli del suo corpo erano ben affiorati dalla luce lunare. La luce disegnava i suoi bicipiti, gli zigomi, risplendeva negli occhi verdi e rese più intenso il rosa delle sue labbra.
Cam si girò, dando le spalle ad Ashley.
La ragazza notò due sottili cicatrici all’altezza delle scapole.
Non toccandole, ne sentiva il forte calore.
Istintivamente, si avvicinò a lui e gliel’ accarezzò.
Al tatto della sua mano, Cam s’irrigidì e fu percorso da brividi. Poi si rilassò.
<< Come te le sei fatte? >> gli domandò curiosa Ashley, continuando a sfiorarle e a guardarle interessata.
<< E’ una storia lunga che posso riassumertela subito. >>
Cam si girò e prese le mani di Ashley.
<< Prometti di non arrabbiarti? >>
<< Perché dovrei? Comunque promesso. >>
Quelle parole fecero preoccupare Ashley. Si stava ancora domandando come se l’era procurate: forse da piccolo gli avevano fatto del male? L’avevano forse frustato?
Quelle domande le martellarono il cervello.
Cam le dette di nuovo le spalle. Fece un grande sospirò, poi si rilassò.
Ad Ashley si mozzò il fiato quando intorno a Cam apparve un alone verde.
Era scintillante e abbagliante.
Le due cicatrici cominciarono a risplendere. Da esse uscì una fievole luce, poi più intensa. Da essa stava prendendo forma qualcosa.
Due ali.
Ashley trasalì. Non riusciva a credere ai propri occhi.
Che razza di stregoneria è mai questa?, pensò.
Le due ali diventarono nitide: erano scure ma screziate d’oro, di un oro accecante e magnifico. Nascondevano la figura di Cam: saranno state tre volte lui.
Erano grandi e maestose.
L’oro delle ali faceva a cazzotti con la luce argentea della Luna.
Involontariamente, Ashley le toccò. Le sue mani si mossero da sole.
Le dita accarezzarono le piume, soffici ma grandi. Sembravano dei veli leggerissimi.
Quel tocco scosse Cam. Quest’ultimo si girò, fissò la ragazza, aspettando una sua parola.
<< Dì qualcosa Ash… >>
<< Sono magnifiche Cam… >> disse lei, meravigliata e ipnotizzata.
<< Davvero non ti sei arrabbiata che te l’abbia nascosto? >>
Ashley non fece caso alle sue parole perché troppo concentrata sulle ali incantatrici.
<< Cam… io… sono stupende. Quindi, gli angeli esistono veramente? >> gli domandò per esserne certa.
<< Si Ash e ne hai la prova qua davanti. Come vedi però, sono un angelo dalla parte del male… >> disse il ragazzo a denti stretti.
<< Tu non sei malvagio, Cam. Sei buono e io ne sono sicura. Sono sicura che non ti piace lavorare con Lucifero. >>
<< Come fai a sapere di lui? >>
<< Lezioni di religione al liceo. >>
<< Ah. Quindi sai anche tutta la storia? >>
<< Si, ovvero che Lucifero fu scagliato sulla Terra dall’arcangelo Michele, assieme a tutti i suoi angeli, perché guidò una ribellione contro Dio per provare che lui, cioè Lucifero, fosse più onnipotente di Dio stesso >> raccontò Ash. << E tu sei uno di quegli angeli caduti >> sospirò guardando l’oceano. << Soprattutto, sei il mio angelo caduto >> disse, fissandolo negli occhi.
A Cam parve strano che Ashley ebbe preso bene la scoperta.
Si ricordò di quando Daniel mostrò le ali a Luce e lei ne rimase scioccata. Non se lo sarebbe aspettato.
Ashley era tutta un’altra cosa.
L’opposto.
<< Non capisco perché non ti sembra strano… >> l’avvisò lui con il dubbio che lo attraversò dentro.
<< Cam, sarà l’ennesima volta che te lo dico: il giorno del mio compleanno mi apparve l’arcangelo Gabriele che mi annunciò qualcosa. Lo sentivo veramente vicino a me. In carne ed ossa. Da quel momento ho creduto che gli angeli esistono davvero e ne ho anche la prova davanti. >>
Cam non disse niente.
Le cinse i fianchi con le mani. Cominciò a battere lentamente le ali; i piedi si staccarono dal suolo.
Ashley diventò cadaverica quando vide qualcosa di argenteo trapassare le ali di Cam.
 
Spazio autrice:
ecco l’attesissimo capitolo *___*
Finalmente!
Abbiamo rivisto Luce e Daniel. Povera Arriane :( Sarà stato devastante per lei rivederli e, soprattutto, pensare che loro non si ricorderanno mai di lei.
Ora Ashley sa che Cam è un demone dannatamente sexy e affascinante.
Il loro primo Ti amo. La dolcezza *_*
Ok, basta enfasi u.u
Chi avrà colpito Cam? Oddio D:
Si guarirà?
Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo e quelli avanti.
Ciaooo.
 
P.S. Non so quando aggiornerò, ma spero in settimana :)

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** - Freddezza ***


TREDICESIMO CAPITOLO
FREDDEZZA
 
Cam si accasciò per terra e le sue ali screziate d’oro si spensero d’intensità. Giacevano come un mucchio di ossa sul corpo di lui e sulla sabbia.
Ashley sbiancò e spalancò gli occhi. Si guardò intorno per poter intravedere il nemico.
Era tutto buio e non c’era anima di nessuno.
Ad un certo punto qualcosa attirò l’attenzione dei suoi occhi.
Su un punto non troppo lontano dalla riva, sull’oceano, fluttuava un bagliore bianco sporco che tendeva verso il blu. Era piccolo il folgore, poi divenne grande e scoppiò. Cominciò a formarsi una nube nera vaporosa e prese le sembianze di un umano.
L’umano era un ragazzo, alto, magro, dai capelli e occhi nerissimi. Quest’ultimi erano maligni e avevano striature rosse. Il buio della notte faceva affiorare intensamente due grandissime ali rosse come il sangue. La parte terminale delle piume era nera come la pece. Indossava un lungo cappotto nero in forte contrasto con la sua pelle pallida.
Ashley fece fatica a focalizzargli la faccia, poi arrivò al dunque.
Era Victor in versione demoniaca.
Era del tutto diverso al ragazzo che conosceva.
Il Victor di prima aveva la pelle abbronzata, i capelli castano chiaro e gli occhi nocciola scuro. Quello di adesso sembrava il Signore Oscuro. Come se fosse Lucifero da giovane.
<< Immaginavo che seguendo il tuo caro fidanzatino, sarei riuscito a raggiungerti >> disse il nemico, guardando maligno la sua avversaria.
<< Non capisco perché hai fatto del male ai miei amici! >> sbottò Ashley. Stava divampando dalla rabbia e a momenti voleva diventare Zeus per scagliare tantissimi fulmini a Victor.
<< Non voglio nessun ostacolo che m’impedisca di arrivare a te e di ucciderti. >>
<< Perché vuoi uccidermi? >> ringhiò Ashley.
Ormai era stufa di fare e avere domande. Voleva risposte.
Chi era lei? Perché Victor la voleva uccidere? Che ruolo aveva Ashley in tutta questa storia?
Intorno ad Ashley cominciò a formarsi un alone bianco sfumato verso il nero. Usciva dalle sua pelle, come il fumo di una sigaretta, e cresceva intorno a lei.
Non poté vedere di che colore erano diventati i propri occhi. Erano rossi. Rossi d’ira.
Incosciente, alzò le mani all’altezza del petto e involontariamente cominciò a scagliare una moltitudine di saette bianche e nere contro Victor.
Quest’ultimo le deviava come un concorrente di scherma schiva i colpi dell’avversario.
Ashley continuava ad attaccare e non si fermava. La sua faccia era seria e la sua espressione sembrava assente, come se fosse caduta in uno stato di trance. Era concentrata solo e unicamente su Victor.
Il ragazzo era a pochi centimetri dall’acqua, le sua ali battevano piano, poi velocemente, dandogli una spinta verso l’alto.
Le saette bianche e nere di Ash seguivano il nemico. Una lo colpì all’ala destra. Victor emise un grido di dolore e precipitò verso la distesa d’acqua.
Ci fu un tonfo e tanti spruzzi.
La rabbia di Ash si spense e ritornò in sé. Guardò l’oceano e sperò con tutta sé stessa che non ci fosse più ombra di Victor. Non ne era tanto sicura. Si sentiva che prima o poi sarebbe tornato.
All’improvviso riemerse dall’acqua e Victor andrà dritto spedito verso il cielo notturno.
<< Non finirà qui, stronzetta. Ritornerò tra due giorni e ti farò fuori! Prima i tuoi amichetti e, infine, te >> l’avvertì il demone, la cui figura si disperdeva nel cielo scuro costellato da stelle.
Ad Ash si mozzarono le parole. Alla fine s’accasciò per terra, vicino al corpo di Cam.
Gli occhi di lei erano semichiusi e fissavano il ragazzo-angelo.
<< C- Cam… >> chiamò Ashley a bassissima voce.
Allungò la mano su quella di lui e gliela strinse.
Sfinita, chiuse gli occhi.
 
 
Ashley si svegliò intontita. Quando si mise su a sedere, le venne un lieve capogiro e decise di sdraiarsi di nuovo. Fece fatica ad aprire gli occhi, poi riuscì a studiare la stanza.
Aveva le pareti e il soffitto color crema; sulla destra c’era un tenda azzurrina oltre la quale si vedeva a malapena la sagoma di un letto. Accanto al suo letto, sulla sinistra, c’era un tavolino con sopra un vaso misto di gardenie bianche e orchidee rosa. C’era anche un vassoio con un tazza, dei biscotti e un biglietto.
Si mise di nuovo a sedere e prese il foglietto.
Prima di aprirlo, si alzò e scostò la tendina azzurra sperando che su quel letto ci fosse Cam.
Aveva ancora l’immagine di lui che era stato colpito da quell’oggetto argenteo e si era accasciato per terra, privo di sensi.
Il letto era vuoto e ad Ash venne una stretta al cuore.
Si sedette sul letto libero e aprì il foglietto, sperando che gliel’avesse scritto Cam.
No, era la scrittura di Virgilio.
 
Buongiorno e buona Domenica,
fai una buona colazione e rimettiti in sesto.
Spero che ieri al ballo ti sei divertita, anche se la serata è finita male.
Ti ho portato io nell’infermeria della Shoreline. Eri solo te sdraiata sulla spiaggia, priva di sensi…
 
Ashley smise di leggere. Non voleva andare oltre.
Solamente leggere che era rimasta solo lei accasciata sulla spiaggia, le si strinse il cuore.
Ma com’era possibile? L’ultima cosa che vide era lo sguardo pallido di Cam. Se lui si fosse svegliato e non l’avesse portata lì, ci sarebbe rimasta troppo male. Non se lo sarebbe mai aspettato, oppure non era andata così come lei pensava.
Ash aveva il cuore agitato. Doveva andare a parlare con Cam. Solo così si sarebbe risollevata.
Si tolse il camice bianco che aveva addosso e indossò dei vestiti che aveva trovato sulla sedia, che sicuramente le aveva portato Virgilio.
Appena mise piedi fuori dalla porta, qualcuno le bloccò alle spalle.
Alzò il volto e vide sua madre. Dietro di lei si vedeva perfettamente il padre.
Ashley si buttò tra le braccia di mamma Nicole, stringendola forte. Alla ragazza vennero le lacrime agli occhi. Sentiva tantissimo la mancanza dei genitori e voleva stare solamente tra le loro braccia.
Nicole si staccò e prese le guance della figlia tra le mani.
<< Piccola, come stai? >>
<< E’ un inferno, mamma >> rispose sincera Ashley.
Era veramente un inferno, ma non era pronta a spiegare tutto quanto.
Ash prese per mano la madre e il padre, conducendoli all’interno della stanzetta dell’infermeria.
Nicole e Ian si sedettero sul letto vuoto mentre Ash sul suo. I suoi occhi saltavano prima sull’una e poi sull’altro. Entrambi i genitori avevano lo sguardo preoccupato.
<< Cosa c’è che non va? >> continuò la mamma.
<< Sono successe un sacco di cose. >>
<< Racconta… >>
Beh, una strana tizia di nome Christine mi dice che vuole farmi fuori e che mi ricorderò di tutto. Dice di essere mia sorella gemella.
Un ragazzo, Victor, prima mi fa la corte e poi mi vuole uccidere. Non so per quale motivo.
Ho conosciuto Beatrice e Virgilio della Divina Commedia che dicono di proteggermi da Victor.
Un giorno dalla mia mano uscì una sfera di luce. Credo che io sia una creatura soprannaturale, una strega o qualcosa del genere. C’è qualcosa che non va dentro di me.
Mi sono fidanzata con un demone.
Che altro?
Non ricordo.
Ashley voleva dire a loro tutte quelle cose. Non se la sarebbe mai sentita di dirle, così cambiò discorso.
<< Ieri si è svolto Il Ballo dell’Equinozio d’Autunno… >> raccontò.
<< Oh… e ti sei divertita? >> le chiese Nicole.
<< Si, è stato divertente. >>
<< Mi fa piacere, tesoro. Amicizie e amore? >> aggiunse il padre.
<< Ho conosciuto delle persone fantastiche. >>
Ho conosciuto un ragazzo meraviglioso. Si chiama Cam. È alto, magro, muscoloso, occhi verdi-smeraldo da farti sciogliere, capelli neri come piacciono a me, corti dietro e abbondanti sopra, lisci e lucidi, delle labbra rosa da farti impazzire.
Il tipo di ragazzo che mi piace.
Non gliel’avrebbe detto.
No, doveva assicurarsi se andava tutto bene tra di loro.
Ashley raccontò un po’ di fatti ai suoi genitori.
La mattina passò così, in compagnia dei suoi e si sentì molto risollevata.
Le mancava l’ultimo passò.
Parlare con Cam.
 
 
Era ora di pranzo, ma Ashley non aveva tanta voglia di mangiare. Aveva un peso allo stomaco che doveva assolutamente togliere.
Per l’atrio principale avvistò Arriane e il resto del gruppo, ma non aveva tempo di fermarsi con loro a parlare, anche se voleva tanto. Per fortuna loro non l’avevano vista, così sgattaiolo via rapidamente.
Raggiunse il cortile e cominciò la ricerca di Cam.
Fece tutto il giro della Shoreline, guardò vicino all’oceano e l’ultimo posto che le rimase era il bosco.
L’istinto le diceva di andare lì. Così, s’incamminò.
Superò l’erba alta, saltò delle radici di alberi e raggiunse l’albero dalle orchidee rosa.
Quando si accostò ad esso, un qualcosa dentro di lei le ordinava di raccogliere un’orchidea che l’avrebbe portata da Cam.
Ne raccolse una e da essa uscì una fiammella rosa.
Le bisbigliava qualcosa di indecifrabile, ma Ash stranamente riusciva a capire.
La fiammella le aveva detto di andare diritto davanti a sé e avrebbe trovato un salice piangente.
Ash guardò la direzione che doveva prendere, ma quando si girò per dire una cosa alla piccola fiamma, essa era scomparsa.
Mi sa che sto per diventare matta, pensò la ragazza, poi scosse la testa.
Imboccò la stradina dritta. Era abbastanza lunga, ma riuscì ad arrivare al salice.
L’albero aveva un tronco non tanto alto e da esso cadeva una folta chioma verde cinabro. Dietro di esso, Ash riusciva a intravedere dei capelli neri.
Eccolo lì, finalmente.
Il cuore prese a martellarle e cominciò a torturare la manica della felpa grigia.
Cominciò a pensare che se fosse andata lì, lo avrebbe disturbato o gli avrebbe fatto piacere la sua compagnia? Sarà felice o triste? Malinconico o arrabbiato?
Quei pensieri l’agitavano ancora di più, così li liquidò.
Fece un grande sospiro e s’incamminò verso di lui.
Camminava furtivamente in modo che non la potesse sentire. Ash si nascose dietro il tronco esile e fece capolino con la testa.
Cam era immerso in una lettura e se lo avesse disturbato, lui si sarebbe infastidito.
<< Qualsiasi cosa hai da dire, dilla ora. Non ho tempo da perdere >> parlò Cam all’improvviso.
Ma come si era accorto della sua presenza? Ah già, era un demone e forse aveva i sensi sviluppati?
Quelle parole così schiette trapassarono il ventre di Ashley.
<< Cam… io… >>
La ragazza si sedette vicino a lui, ma Cam si scansò.
Quel gesto la fece raggelare.
<< Vedo che stai bene >> continuò Ash, che guardava le fronde degli alberi che si muovevano per il venticello.
<< Che occhio che hai >> commentò freddo Cam. Ancora non si era staccato dal libro e il fatto che quando Ash teneva una conversazione con una persona, e quella persona non le degnava di uno sguardo, s’arrabbiava.
Con Cam non ci riusciva.
Si voltò verso di lui e notò il suo profilo bellissimo. Lo guardava con aria triste.
<< Insomma, che devi dirmi? Perché sei qui? >>
Il ragazzo chiuse il libro e lo poggiò sulle sue gambe. Si girò verso Ash e la guardò. I suoi occhi verdi erano così lontani.
<< Pensavo che mi avevi portato qui in infermeria… >>
<< Ti sbagli. Me ne so andata dopo che mi sono svegliato. Avevo da fare e non potevo di certo badare a te. >>
Quelle parole erano tante pugnalate per il cuore di Ash.
Perché Cam si stava comportando così? Che le aveva fatto? Per quale motivo cambiò del tutto umore?
Fino a due giorni fa era romantico e gentile, ora schietto, freddo ed egoista.
<< Perché mi rispondi male, Cam? Sei così freddo… >>
<< E’ il mio modo di essere. Accettalo… >>
Ashley tacque, poi disse: << Come stanno le tue ali? >>
<< Una merda. Sono tutte rovinate e insanguinate. >>
<< Ti fa male? >> domandò Ashley preoccupata mentre allungava una mano sulla schiena di Cam. Lui gliela levò di scatto, le prese il polso e glielo strinse forte. Si avvicinò con il viso a quello di lei e la guardava penetrante ma distaccato.
<< Penso sia meglio che tu mi stia alla larga >> puntualizzò lui.
Quella frase fece del tutto sprofondare Ashley nelle viscere della Terra.
<< P- perché? >>
<< Ti porterei nei guai… >> rispose Cam, spostando lo sguardo su un falco che volava libero nel cielo.
Ci fu un po’ di silenzio.
<< Oppure sei tu che porti nei guai le persone? La tua presenza, qui, potrebbe far del male a qualcuno… >>
Parole taglienti dritte al cuore di lei.
Le frasi di adesso e di prima le riecheggiavano nella mente.
Ashley da triste diventò arrabbiata. Si alzò e dette due schiaffi a Cam, il cui viso venne coperto da un’impronta rossissima e dai capelli neri.
<< Allora quel bacio e quel ti amo non valgono più niente? >> ringhiò lei.
Aveva le lacrime agli occhi, il respiro accelerato e il battito cardiaco che martellava.
<< Dimenticale >> rispose lui freddo.
Ashley non si spiegava quel comportamento. Perché da un giorno all’altro aveva cambiato atteggiamento? Cosa gli era successo?
<< Ho un obiettivo da fare e non posso di certo badare a te. Non posso fare due cose contemporaneamente >> aggiunse.
<< Non devi badare a me perché so farlo anche da sola. Di certo non è un peso provare dei sentimenti >> affermò lei con le lacrime che le rigavano il volto.
<< Quindi, questa è la tua vera personalità? Egoista, freddo e crudele. Un ingannatore. >>
Cam annuì. Era troppo orgoglioso da poterle donare uno sguardo e risponderle.
<< Vorrei che fossi nei miei panni per sentire cosa sto provando. La stupidità di essermi innamorata di te e di essere subito cascata tra tuoi occhi ammaliatori, e tra le tue braccia protettive. Solo un uomo schifoso sa illudere così tanto una donna. E tu sei uno di quelli. >>
Cam non disse niente, ma Ash percepì che quelle parole gli arrivarono dritte al cuore perché lo vide irrigidirsi, e stringere i pugni.
La ragazza gli dette le spalle e iniziò a camminare per ritornare alla Shoreline.
Prese a correre.
Le lacrime le pizzicarono gli occhi. Poi aumentarono.
Una serie di fitte dolorose le laceravano il cuore.
Solo una cosa era più dolente di un cuore lacerato: il fatto di essersi innamorata.<
 
Spazio autrice:
ecco un nuovo e intrigante capitolo XD (lo spero)
Ok, non odiatemi ç__ç
Non era mia intenzione far litigare Ash & Cam, ma il cambiamento di Cam è dovuto ad un fatto. Vi sfido a ragionarci, ma so che non ci arriverete muahahaha diabolica *
Comunque, tutto si risolverà. Non vi dico come ;) [beh ovviamente non lo dico qui XD ma tra due capitoli o tre si saprà. quindi tenetevi pronti/e]
Buona lettura e recensite :D
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** - La Stella della Sera ***


QUATTORDICESIMO CAPITOLO
LA STELLA DELLA SERA
 
Per tutta la notte Ashley non era riuscita a chiudere occhio. La sua mente aveva ancora ingabbiato il pensiero del perché Cam aveva cambiato del tutto atteggiamento. Si chiedeva se solo con lei iniziasse ad essere distaccato e freddo.
Quelle parole e quei occhi verdi freddi le trafiggevano il cuore.
Era passata una settimana dalla prima volta che si erano conosciuti. Da quel giorno erano sempre stati insieme, Ashley si sentiva bene, sicura di sé e felice.
Con lui riusciva a essere sé stessa, poteva fidarsi di lui e la rendeva solare tutti i giorni.
Venne il primo bacio.
Ashley si era sentita lo stomaco sottosopra e il cuore a mille. Percepiva che anche quello di Cam era colpito da fitte di sentimento vero.
Lui si dichiarò per primo. Era ufficiale che Cam era innamorato di Ashley. Beatrice e Arriane gliel’avevano sempre detto e alla fine Ash ne aveva avuto la conferma.
Anche lei era innamorata di lui e nessun ragazzo l’aveva fatta mai sentire così speciale.
Arrivò quel bellissimo giorno del loro primo ti amo. Forse erano solo passate 24 ore da quanto si baciarono e si misero insieme, ma Ash si sentiva veramente dentro di dirgli ti amo.
In una settimana aveva conosciuto un ragazzo affascinante, gentile, intelligente e sicuro di sé. Lui le attirava tanto. A volte faceva il misterioso, il sarcastico, il geloso e l’arrogante, ma, alla fine, erano tutte qualità che lo caratterizzavano e lo rendevano particolare agli occhi di Ashley.
Ma dal giorno precedente, tutto cambiò.
Iniziò ad essere freddo, schietto, decisissimo delle sue parole e troppo orgoglioso. Mancava solamente che diventasse spietato e minaccioso.
Ashley iniziò a pensare che forse potrebbe essere stata quella cosa d’argento, che lo ferì alle ali, ad averlo fatto cambiare. Forse quell’oggetto aveva in sé un qualcosa che gli iniettò sentimenti negativi.
La cosa argentea apparteneva a Victor, quindi lui sarebbe stato capace di tutto, pur di far allontanare le persone care da Ash per averla tutta per sé, per ucciderla.
 
Dalla persiana della finestra entravano raggi di luce dell’alba che andarono ad abbagliare gli occhi di Ash, che se li coprì con un braccio. Seccata, si mise su a sedere a gambe incrociate in un angoletto del letto e cominciò a torturare un braccialetto che teneva al polso destro.
Stufata, si guardò in giro.
Sul tavolino un qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Si alzò per andare a vedere.
Era una piccola scatoletta rettangolare celeste, adornata da un nastro blu lungo i lati. Al centro del coperchio vi era un fiocco dello stesso colore del nastro.
Lo aprì e dentro vi era un braccialetto argentato. Ciò che lo rendeva particolare era un ciondolino a forma di orchidea, impreziosito da un diamantino nel centro del fiore.
Ash scorse, da sotto il polistirolo che proteggeva il bracciale, un pezzetto di carta. Lo tirò e uscì fuori un foglietto:
 
Questo è per te.
Il bacio è stato molto speciale, come lo sei tu.
 
Cam, 21-09-2013
 
Quelle parole la colpirono dentro. Le vennero le lacrime agli occhi per il gesto dolce.
Quel sabato sera quando vennero colpiti da Victor e Cam perse i sensi, svegliandosi nel cuore della notte, non aveva intenzione di lasciare Ash lì da sola, distesa sulla spiaggia, ma le voleva dare donale questo pensierino.
Adesso si spiegava qualcosa, anche se solo una parte.
Doveva ancora rispondersi sul cambio di carattere.
Ash si tolse il braccialetto che aveva torturato e si mise quello regalatole. Era della misura giusta ed era come se si sentisse il tocco di Cam sulla sua pelle.
La ragazza aveva una voglia di matta di sapere come stava, dove stava, cosa faceva. Il giorno prima l’aveva lasciato sotto il salice e si era sentita uno schifo ad averlo lasciato da solo. Si rese conto che doveva combattere, doveva essere ancora più insistente e ottenere delle motivazioni.
Qualcuno bussò alla sua porta.
<< Chi è? >>
<< Beatrice >>
La persona giusta nel momento giusto.
Ashley aveva urgenza di parlare con qualcuno. Doveva sfogarsi e sentire dei consigli o opinioni.
Aprì rapidamente la porta all’amica, l’afferrò per il polso e la fece sedere sul letto.
Bea non aveva nemmeno avuto il tempo di salutarla che la guardava dubbiosa.
<< Che ti prende? >> disse Bea che seguiva con lo sguardo Ash che camminava avanti e indietro.
<< Devo parlarne con qualcuno… >>
<< Be’, io sono qui. >>
Ashley fece un grande sospiro, poi si sedette affianco all’amica.
<< Ieri ho visto Cam. È strano. È cambiato. Voglio dire… fino a due giorni fa stavamo bene insieme e ieri era distaccato e assente. Non so cosa gli sia preso… >>
<< Per caso gli hai fatto qualcosa? >>
<< No, non penso. Non mi ha detto niente riguardo questo. Il fatto è che dopo il ballo, ci siamo visti sulla riva. Non ci crederai, ma lui è un angelo! O più che altro, un demone. Mi ha mostrato le sue ali. Erano grandi e bellissime. Scure screziate d’oro… >> raccontò Ash con occhi trasognati e la mente che ricordava ogni singolo momento.
<< Non prendermi per pazza. Gli angeli esistono davvero. >>
<< Lo penso anch’io. Comunque, continua… >>
<< Ad un certo punto, un qualcosa d’argenteo lo colpì alle ali. Schizzò sangue dappertutto ed ero sbiancata di fronte a quella vista… >>
<< Una stellasaetta >> si sussurrò Bea che portò lo sguardo altrove.
<< Come dici? >>
<< No, niente! >> svagò Beatrice. << Continua. >>
<< Non saprei spiegartelo, ma mi sentivo strana. Mi sentivo assente. I miei occhi era come se fossero diventati oscuri e si focalizzavano su Victor, che venne a “trovarci”. Vedevo dei bagliori sotto di me, ma non riuscivo a capire cos’erano. Era come se fossi stata in trance. >>
<< Capisco. Pian piano ti stai scoprendo… >> affermò Bea.
<< Mi sto scoprendo? Che vuoi dire? >>
<< Non posso dirti niente, Ash. Non è compito mio e di nessun altro farti capire chi sei veramente. Tu da sola devi scoprirlo. >>
Ashley si sorprese dell’improvvisa schiettezza dell’amica. Non l’aveva mai vista così determinata e sicura delle sue parole.
Ash capì che era inutile continuare con le domande perché Bea non le avrebbe detto niente. Continuò col discorso.
<< Ti stavo dicendo dei bagliori. Alla fine, svenni, accanto a Cam. Quando mi svegliai, domenica mattina, mi ritrovai nell’infermeria della Shoreline. Il pomeriggio trovai Cam, sotto un salice, che stava leggendo e si comportava stranamente. Era così lontano. Così orgoglioso delle sue parole, evitando le mie. Sto supponendo che forse è stata quella cosa ad averlo fatto cambiare. Come se quell’oggetto gli avesse iniettato dei sentimenti negativi. Non saprei… So solo che è colpa di Victor. >>
Bea sbiancava ogni volta a quel nome.
Un nome diabolico e maligno.
Bea sapeva chi era realmente Victor, ma Ashley no e l’avrebbe scoperto a tutti i costi.
<< Mi ha avvertito che lui ritornerà domani, martedì. Non ho intenzione di non farmi trovare pronta. >>
<< Aspetterà a me e Virgilio farlo fuori, Ash! Tu devi essere protetta! >>
<< Ma so anche fare da sola… >>
<< Lui è troppo forte. Non puoi capire quanto sia potente. >>
<< Anche lui ho notato che è un demone, ma non penso sia un demone come gli altri. Sicuramente lavora per qualcuno. >>
<< Questo non saprei dirtelo. Ci faremo dare tutte le risposte che vuoi >> puntualizzò Bea, convinta di ciò che le aveva detto.
In fondo era vero, Ashley doveva avere delle risposte. Doveva essere a conoscenza di qualcosa, altrimenti non si spiegherebbe la sua importanza e il perché Victor la voleva far fuori.
<< Ti senti meglio ora che ne hai parlato? >>
<< Si, grazie mille. Se non ci fossi tu, sarei scoppiata da un momento all’altro. >>
<< Su di me, puoi sempre far affidamento. Non ti deluderò mai. Ti voglio bene, Ash. >>
<< Anch’io te ne voglio tanto. >>
Ash allungò le braccia intorno al collo di Bea e la strinse forte.
Aveva tanto bisogno di un abbraccio di conforto.
Il momento fu troncato dal bussare alla porta.
<< Non finiscono mai queste visite >> brontolò Ash a Bea.
Ashley andò ad aprire e si trovò davanti Roland e Arriane.
Quanto Bea vide Roland, gli andò incontro, catapultandosi su di lui e lo riempì di baci sulle guance.
<< Fatevi da parti innamorati >> commentò Arriane, alzando le sopracciglia.
Poi guardò Ash.
<< Ti hanno lasciato questo bigliettino. >>
Arriane le dette un foglietto che teneva tra l’indice e il medio.
Sopra c’era scritto: “Per la mia adorata Ashley.”
Ash lo aprì immediatamente e lesse a voce alta:
 
Sono Abigail, la proprietaria del negozio Night’s dove sei venuta con la tua amica.
Ho bisogno di vederti.
Vediamoci oggi alle 17 nel bosco.
Ti aspetto.

<< Abigail? Quella tizia strana? >> domandò Arriane.
<< A quanto pare… >>
<< Non fidarti, Ash. Potrebbe essere una trappola >> l’avvertì Bea.
<< Non lo saprò mai, se non ci vado >> chiarì Ash.
<< Potrebbe essere pericoloso >> ammonì di nuovo Bea.
<< Non m’interessa. Saprò difendermi con i miei poteri. >>
Beatrice tacque. Ashley piombò dalla stanza e cominciò a dirigersi verso il bosco.
Superò l’atrio principale e la spiaggia.
Mentre camminava veloce, con la coda dell’occhio scorse qualcosa.
Si voltò e sulla riva c’era Cam in tutto il suo splendore.
Aveva i piedi nudi immersi nell’acqua. I capelli neri gli svolazzavano per il venticello. Indossava un giacchetto di jeans con sotto una t-shirt nera e pantaloni dello stesso colore.
Era bellissimo.
Ash aveva voglia di andare da lui, abbracciarlo e baciarlo.
Era difficile stargli lontano per quanto era innamorata.
Voleva andare lì e combattere con tutte le sue forze. Voleva farsi sentire che sarebbe andato tutto bene e che doveva dimenticarsi delle parole dette.
Il suo cuore si fece piccolo quando Cam le donò uno sguardo, ma ero uno sguardo infastidito e assente. I suoi occhi smeraldini si erano ridotti in due fessure.
Si notava che Cam era seccato dalla sua presenza.
Talmente infastidito, se ne andò, lasciando il cuore di Ash cadere a pezzi.
La ragazza sospirò e, rassegnata, si diresse verso il bosco.
Erano solo le 10. Cosa avrebbe fatto per tutto quel tempo?
 

 
Per tutta la mattina e per metà pomeriggio Ash si sforzò di far emergere i suoi poteri. I tentativi non servirono a niente. La sua mente era distratta e colma di tanti pensieri che non riusciva a integrare anche il suo potere.
Ash guardò l’ora sul cellulare: le 16.58.
Abigail non le aveva detto un punto preciso del bosco e, poi, come faceva a sapere della foresta?
Ashley si assettò sotto l’albero di orchidee.
Due minuti passarono subito. La ragazza sentì i brividi percorrerle, come se un qualcosa di impercettibile l’avesse sfiorata.
<< Ero sicura che saresti venuta >> confermò una voce.
Da dietro un albero sbucò Abigail. Sembrava un’altra persona nella sua tuta grigia, i capelli raccolti in un chignon disordinato e il volto struccato.
Il suo viso sembrava stanco.
Ash la seguì con lo sguardo mentre veniva verso di lei.
Gli occhi marroni di Abigail risplendevano, come se fossero stati contenti nell’aver visto Ash.
Quest’ultima fece cenno alla donna di sedersi accanto.
<< Come stai? >> chiese Abi.
<< Bene, lei? >>
<< Oh, dammi del tu. Sto bene… comunque, volevo parlarti e hai la necessità di sapere >> disse la donna che subito spostò lo sguardo altrove. << Ti sento tremare. Il tuo cuore è agitato. Rilassati. Mica ti mangio! >> commentò scherzosa.
Che essere era la donna che poteva percepire i sentimenti di una persona?
<< Ti ascolto. >>
<< Però, non devi arrabbiarti. Non sai quanto sia difficile dirtelo. >>
Ashley sentiva la voce della donna che si fece rauca.
Abigail chiuse gli occhi, fece un profondo sospiro e disse: << Sono tua madre biologica. >>
Il mondo cascò addosso ad Ashley.
Quindi, era stata adottata? Perché non le avevano mai detto niente?
Non se lo sarebbe mai immaginato, o pensato, di trovare la propria madre biologica. Questa era un’assurdità.
Ashley si sentiva tradita dai suoi genitori perché glielo avevano tenuto nascosto. Ferita, perché la sua vera madre comparve dopo 20 anni.
<< Tu menti. >>
<< No, Ash. Non vedi? Hai miei stessi capelli, gli stessi occhi marroni vibranti, la bocca, il naso, il viso ovale. >>
<< Non ti credo >> sbottò Ash.
Gli occhi vennero invasi dalle lacrime. Esse iniziarono a scendere, rigandole le guance accaldate.
Abigail quasi poggiò una mano sulla spalla della figlia, ma quest’ultima si scansò.
Ash guardava un punto qualsiasi del bosco. La vista le si appannò per le lacrime.
Dentro le passarono diversi sentimenti: felicità, rabbia, serenità, tradimento e tanti altri.
Non si era mai sentita così sprofondata e ferita.
Tante domande le invasero la testa. Le voleva porre alla madre, ma non ne aveva così tanta voglia.
La madre le accarezzò la guancia e la fece voltare verso di sé.
Gli occhi di Abigail erano dispiaciuti e tristi. Lei non voleva che la figlia avesse saputo dopo 20 anni di assenza.
Una goccia di lacrima cascò sul braccialetto datole da Cam e da esso uscì un bagliore improvviso.
Poi, un ricordo.
Ashley si trovava in un posto dominato da nuvole bianchissime e cielo azzurro.
Intorno a lei, tutto si disperdeva verso l’infinito.
Non aveva la minima idea su dove andare. Iniziò a camminare senza una metà, poi avvistò un luce intensa e abbagliante. Corse verso di essa.
Intorno al folgore c’erano una moltitudine di ali bianche.
Mi trovo in Paradiso?, si domandò sbigottita.
Si accostò vicino ad un angelo. Gli dette una pacca sulla spalla, ma questo non si girò, come se non avesse sentito o non si era accorto della sua presenza.
Così era per tutti gli angeli.
Si fece largo tra loro.
Quando li superò tutti, si voltò verso di loro per vedere le loro facce.
Le loro espressioni era incantati e stupite. Gli occhi erano attratti da quella luce a cui Ash dava le spalle.
Si girò verso il bagliore per vederlo meglio.
La luce splendente circondava la figura sinuosa di una donna: aveva splendidi capelli neri, lunghi e lisci; due occhi marroni meravigliosamente magnetici e indossava una lunga veste azzurra.
Dietro la donna s’innalzavano maestose due ali bianchissime che si sfumavano verso l’azzurro e il blu notte.
Ash rimase ipnotizzata dalla creatura meravigliosa.
Quest’ultima la guardava con espressione serena e felice.
Le donò un sorriso smagliante.
Lo stesso sorriso che aveva Ashley.
La donna le allungò la mano e la ragazza la prese volentieri.
Una serie di brividi e scosse piacevoli percorrevano internamente il corpo di Ash. Chiuse gli occhi per assaporare le emozioni che stava vivendo.
Quando aprì gli occhi, dei capelli neri l’attirarono.
Oltre la schiera di angeli, in un punto sulle nubi, c’era Cam che guardava incantato ma serio verso di loro.
Fissava la donna o Ashley?
Quest’ultima notò che il ragazzo aveva le ali bianche. Grandi, soffici e leggere.
Erano del tutto diverse a quelle screziate d’oro che aveva tutt’ora Cam.
La solitudine di lui le fece tremare il cuore. Aveva voglia di andargli vicino e prendergli la mano.
Ma Ashley notò che Cam non stava guardando lei, ma la donna affianco.
Guardava il suo sorriso.
Adesso Ashley si spiegava del perché i suoi amici le facevano i complimenti sul suo sorriso e ne rimanevo incantati, e le ricordavano una donna che fu molto importante.
Quella donna importante era accanto ad Ash.
<< Chi sei? >> domandò la ragazza.
<< Sono Abigail. Per loro >> indicò gli angeli con lo sguardo << sono la Stella della Sera. >>
La Stella della Sera.
Quel titolo la faceva ricordare.
Sua madre era la Stella della Sera nel Paradiso.
Questo però non rispondeva a una delle sue tante domande: chi era Ash veramente? Umana o un qualcosa di più? Se era la figlia di un angelo, era una Nephilim o un angelo?
Ritorno al presente.
Ashley riaprì gli occhi e guardò la madre.
<< Mamma… >>
<< Oh, tesoro! >>
A quella parola, Abigail si commosse. Abbracciò la figlia e scoppiarono in un pianto.
Finalmente Ashley aveva capito qualcosa della sua vita ed era contentissima di aver ritrovato sua madre.
Le due donne non si staccarono. Anzi, Ash non lo avrebbe mai fatto.
Abigail si staccò e guardò la figlia per un’ultima volta.
Le accarezzò la guancia, poi le spostò una ciocca dietro l’orecchio.
<< Sono contenta di averti ritrovata >> disse.
<< Anch’io mamma. Perché ora sei una mortale? Eri così bella da angelo, anche ora lo sei. Ma adesso che ti ho vista per come sei realmente, eri stupenda. Tutti ti guardavano incantati. Ammaliati dal tuo sorriso e dalla tua bellezza eterea. >>
<< Amore, vorrei tanto dirtelo. È una cosa complicata. Un giorno te lo dirò. Ora, devo proprio andare. >>
<< No, ti prego. Non andartene. Ora che ti ho ritrovata, voglio starti accanto. >>
Abigail dette un bacio sulla fonte di Ash.
<< Anch’io tesoro vorrei tanto. Avremo tanti bei momenti insieme >> la rassicurò la madre.
<< E mio padre? >>
<< Lui… è un essere crudele. >>
<< Che intendi dire? >>
<< Tesoro, devo proprio scappare. Vorrei continuare a restare… >>
La donna abbracciò di nuovo la figlia. La strinse fortissima e la riempì di baci sulle guance.
<< Ti voglio bene, Ash. >>
<< Anch’io mamma. >>
Ash salutò la mamma con la mano e la seguì con lo sguardo mentre correva.
 
Dietro due alberi, due persone diverse.
Victor.
<< Questa non ci voleva. Dovrò provvedere diversamente. >>
Dette un cazzotto al tronco dell’albero.
<< Dannazione. Quando il mio padrone saprà di te, mia cara Abigail, ti farà fuori. Lui non vuole intralci nel suo compito. Lo ha affidato a me e lo poterò a termine. >>
 
Dietro l’altro albero c’era Cam che aveva assistito alla scena madre-figlia.
Aveva gli occhi spalancati e meravigliati.
<< Non è possibile… >> disse.
 
Cosa aveva in mente Victor? Chi era il suo padrone?
E Cam? Un qualcosa gli riaffiorò nella mente?
 
Spazio autrice:
ta-daa!
Nuova scoperta!
Non ve lo sareste mai aspettato, eh? u.u
Ovviamente, la Stella della Sera è di mia invenzione ( a meno che non esista nella religione o nella Bibbia ?.?)
Non è che forse ho corso troppo? D:
In fondo, è la seconda di tante altre rivelazioni u.u
Spero che io abbia fatta bene a svelare questa cosa.
I prossimi due capitoli saranno intensi e avrete un’altra scoperta.
Fatemi sapere cosa ne pensate. :D
Credo di aggiornare domani o sabato.
A presto ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** - L'inizio della fine ***


QUINDICESIMO CAPITOLO
L’INIZIO DELLA FINE
 
Oggi, martedì, era il famoso giorno in cui Victor avrebbe fatto la sua ultima e definitiva comparsa. In questo giorno doveva portare a termine il suo obiettivo, o per dire meglio, quello del suo padrone: uccidere Ashley di cui ignote le motivazioni.
Per tutta la notte di martedì, da mezzanotte alle sei del mattino, Ashley non si riposò, ma fece allenamento con i suoi poteri. Beatrice e Virgilio l’aiutarono a fare esercizio e si poteva dire che era quasi diventata un’esperta. Ovviamente, c’era qualcosina da perfezionare, ma stava già ad un buon punto.
La prima volta che Ash vide il suo potere, ne rimase scioccata, ma ci stava facendo l’abitudine. Ormai quel potere era parte di lei e sarebbe andata anche fino in fondo per capire di che natura era lei.
L’unica cosa di cui era sicura Ash era che il potere diventava nero o bianco a seconda dei sentimenti che provava. Un altro fatto era: se era furiosa, il potere le usciva involontariamente; se aveva l’anima in pace, doveva concentrarsi il più possibile per emanarlo.
Ciò che le fece più strano era il colore diverso del sangue. Durante le prove, si era procurata dei tagli dai quali usciva sangue rosso e nero. Rimase impressionata dal sangue oscuro. Com’era possibile? A momenti pensò che non fosse un’umana, ma un alieno o qualcos’altro di soprannaturale.
Be’, non poteva saperlo. A volte la vita ci sorprende.
Anche Virgilio e Beatrice rimasero sbigottiti nel vedere il sangue nero. Qualcosa in Ash sarà mutato, altrimenti non si spiegherebbe il sangue scuro. Forse la sua anima o il suo DNA erano cambiati o cose del genere.
Durante l’allenamento era arrivato un corvo che portò un foglietto arrotolato, attaccato alla zampa. Virgilio lo prese e lesse che Victor aspettava Ashley sulle coste di Los Angeles alle 19.00. Doveva venire da sola.
Il trio non prese niente alla lettera.
Avrebbero escogitato un piano.
Ashley doveva essere difesa e Virgilio e Beatrice si sarebbero occupati della resa dei conti.
 
La mattina Ash saltò le lezioni.
Beatrice le aveva detto che si doveva presentare alla spiaggia alle 8.00 per continuare le prove.
Ashley però si sentiva stanca e le rispose che l’avrebbe raggiunta due ore dopo.
La dormita di Ash passò subito e si svegliò con la fastidiosa luce del sole sugli occhi. S’issò pian piano, altrimenti le sarebbero venuti giramenti di testa, e si stiracchiò, inarcando la schiena che le scrocchiò. Poi fece un grande sbadiglio. Andò dritta in bagno per sciacquarsi la faccia e sistemarsi i capelli neri in una coda alta. Ogni mattina i suoi capelli non avevano pace: alcune volte erano lisci, mossi, gonfi o crespi e l’unica soluzione era legarli in una coda di cavallo.
Il clima stava diventando pian piano più freddo. Ottobre era alle porte. Mancava solo una settimana e mezzo alla fine di settembre.
Il 15 di ottobre sarebbe stato il compleanno di Beatrice ed Ash voleva farle una festa a sorpresa. Non ne aveva organizzata mai una prima d’ora, ma si sentiva di farlo. Bea era la sua migliore amica e la doveva ringraziare per essere un’amica speciale.
Ashley guardò l’ora sul cellulare: le 10.
Bene, era in ritardo.
Si mise addosso la prima cosa che trovo nell’armadio: una felpa nera (già, è ossessionata dalle felpe), leggins grigi e stivali neri.
Piombò dalla camera, corse per il lungo corridoio, superò l’atrio principale e si buttò a capofitto nel cortile. Raggiunse dopo 2 minuti la spiaggia.
Però quando arrivò, non vide Bea. Eppure le aveva detto bene di trovarsi in riva e alle 10.
Ash aspettò 20 minuti, poi prese il cellulare e la chiamò.
Squillava a vuoto, poi attaccò la segreteria telefonica.
<< Ma dove sei finita? >> brontolò Ash.
Rimasta come una statua sulla spiaggia, la ragazza non aveva la minima idea di cosa potesse fare.
Poteva chiamare mamma Abigail che aveva una voglia tremenda di vedere, ma stava lavorando.
Un’altra alternativa erano Arriane o Roland, ma Ash pensò subito che stavano ancora dormendo.
Le mancava un’ultima persona.
Già, Cam.
Erano passati tre giorni dall’ultima volta che ci parlò. Lo vide il giorno prima, lunedì.
Era davvero atroce la sua mancanza. Non averlo vicino, non avere un suo abbraccio, un suo bacio o i suoi occhi verdi addosso.
Ogni volta Ash si scioglieva quando la guardava, o le diceva semplicemente “ciao” o la sfiorava. Le mancava dannatamente tutto di lui e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di averlo in quel momento.
Comunque, non ebbe sue notizie. Non si fece per niente vivo e Ashley non aveva la minima intenzione di andarlo a disturbare, altrimenti, sapeva già, che si sarebbe infastidito della sua presenza.
La ragazza si domandava ancora tutt’ora com’era possibile quel cambiamento.
Le mancava quel Cam dolce, gentile, intelligente e ipnotizzatore che, ogni tanto, aveva quel tocco di stranezza o misteriosità.
Il pensiero di lui le provocava fitte al cuore. Più di tutto, era il suo cuore che soffriva.
Lei era troppo innamorata.
Per una volta che si sentiva di amare qualcuno e che qualcuno l’amava, andava tutto a rotoli.
Ash si promise che non avrebbe perso animo. Si doveva dare da fare per riprenderselo, ma non aveva la minima idea da dove potesse partire.
Un’ impercettibile scia fredda le attraversò per lungo la schiena, facendola rabbrividire.
La temperatura intorno a lei si fece ancora più gelida, come se ci fosse la presenza di tanti fantasmi, pronti a circondarla.
Poggiò le mani sulle braccia e strofinò per riscaldarsi. Non servì a niente. Si maledì per non essersi messa una sciarpa, così inserì la testa nel cappuccio della felpa che tirò su.
Si alzò un fastidioso vento che le scompigliò la frangia laterale. Nonostante avesse addosso vestiti pesanti, il vento li penetrava e circondava la sua pelle pallida.
Si sentì una presenza dietro le spalle.
Ash si voltò, ma non c’era nessuno. Si guardò intorno, ma ancora niente.
Portò lo sguardo sull’oceano: emanava un senso di freddo, era calmo e di un blu opaco. Ash non si rese nemmeno conto che il tempo era cambiato: dal soleggiato di 20 minuti fa, divenne tutto nuvoloso.
Un qualcosa le tolse il cappuccio e le sfiorò i capelli.
Trasalì a quel tocco.
Si voltò di scatto e all’improvviso avvampò di rabbia.
I suoi occhi se li sentiva diventare letteralmente rossi. Erano infuocati, come si sentiva lei dentro.
Davanti a lei torreggiava Christine che indossava un lungo mantello nero, che le copriva il corpo magro. La ragazza avanza verso Ashley, puntandole gli occhi maligni. Si fermò a qualche distanza da Ash. La studiò da capo a piedi, facendo una smorfia di disgusto.
Ash rimase impassibile con i piedi incollati sulla sabbia e gli occhi che scrutavano fulminei Christine.
Quest’ultima fece un giro intorno ad Ash mentre le sfiorava i capelli. A ogni suo tocco, Ashley si scansava o le dava un forte schiaffo alla mano per togliersela di dosso.
Quella ragazza le faceva venire il voltastomaco.
<< Allora, sorellina… è passato tempo dall’ultima volta che ci siamo viste >> cominciò a dire Christine.
<< Per quanto tu non valga niente, non mi ricordo la tua ultima visita. Anzi, no. Ti ho totalmente cancellata >> precisò Ash in un ghigno.
Christine si scansò dalla ragazza e la fissò accigliata.
<< Mi è giunta voce che il mio caro amico Victor vuole ucciderti? >>
Cosa? Christine conosce Victor? E da quando?
A quella notizia Ash rimase sbigottita. Si voltò verso Christine e le mandò un’espressione perplessa.
<< Conosci Victor? >>
<< Si. L’unico amico che ho, ma non mi ascolta. >>
<< Che intendi dire? >>
<< L’ ho avvertito che tu sei tutta mia. Io devo ucciderti e nessun altro. Vuol dire che le mie parole non sono state chiare, quindi dovrò provvedere diversamente. >>
<< Perché mi vuoi morta? >>
<< Oh, tesoro. Ancora non ci arrivi? Ti ricorderai, ma odio profondamente il tuo egocentrismo! >> sbottò Christine.
<< Io egocentrica? Ma di che parli? >>
<< Oooh, bene. Facciamo pure finta di non sapere niente. So quanto sei importante per i tuoi amichetti e per quel povero fasullo di Cam. >>
Ashley non ci vide più dalla rabbia quando Christine pronunciò il nome di lui.
<< Non osare pronunciarlo, Cam! >> ammonì Ash.
<< Altrimenti? >> punzecchiò Christine.
Intorno ad Ash si formò quell’ alone bianco tendente al nero di qualche giorno prima.
Fece un grande sospiro. Il petto le si alzava e abbassava velocemente.
Le sue mani si alzarono involontariamente all’altezza della vita. Intorno a loro si creò un alone scuro e cominciarono ad uscire saette nere, dritte e spedite verso Christine.
Quest’ultima le evitò con un’agilità pazzesca, più veloce del ghepardo o come se avesse i sensi sviluppati dei vampiri.
Quando le saette furono schivate dal nemico, andarono dritte verso l’oceano e, al contatto, esplosero, formando una specie di geyser altissimo.
Ash cominciò a scagliare a raffica saette contro Christine, senza fare una pausa.
L’avversaria le schivava ancora.
Ma che razza di essere era?
Ash non ne aveva abbastanza. Voleva continuare. Si sentiva sicura di avere la situazione a portata di mano.
<< Volevi l’allenamento? Ora ce l’ hai >> disse Christine, che volava a destra e a sinistra nel cielo.
Poi, finalmente, una saetta scura colpì Christine nel ventre ed ella cascò sulla sabbia, battendo la testa.
Ash si sentì soddisfatta e superba. Non si era mai sentita così orgogliosa e potente. Si avvicinò a Christine che parve che avesse perso i sensi.
Ashley era ancora impassibile, ma si sentiva determinata e molto sicura di sé.
Allungò la testa per vedere quella di Christine. Teneva gli occhi chiusi.
Ash non rimase un minuto di più accanto a lei, così si voltò e se ne andò.
Ma, quando fece il primo basso, si sentì una specie di spinta alla schiena, facendola cadere a terra.
Dolorosa, cercò di mettersi supina e di alzare la testa.
Faceva diverse smorfie per il dolore atroce.
Su di lei piombò feroce Christine che la strinse forte al collo.
Ash soffocava gridi e si dimenava per lasciarsi alla presa dell’avversaria. Guardò gli occhi di Christine. Essi erano circondati da un bagliore rosso ed emanarono due raggi affilatissimi.
Erano raggi laser.
Essi ferirono la spalla destra di Ash da cui uscì sangue nero.
Christine smise di colpire la ragazza perché attratta dal sangue scuro. Curiosa, allungò le dita verso esso. Al contatto, le provocò un bruciore.
<< Aaah >> si lamentò Christine mentre si coprì le dita con l’altra mano, e facendo un’espressione dolorosa.
Alla presa mollata, Ash indietreggiò immediatamente.
Com’era possibile che il suo sangue avesse provocato delle bruciature sulla pelle di Christine?
Comunque vada, Ash si sentì orgogliosa e superiore.
Ad un certo punto si sentì fitti capogiri. Tutto intorno a lei sembrava girare.
Debole e senza forze, si accasciò per terra, chiuse gli occhi e si abbandonò in un lungo sonno.
 
 
Ashley si risvegliò sulla sabbia. Subito si rese conto che era coperta da una coperta marrone.
Chiunque sia stato, aveva fatto un gesto dolce.
Pian piano si mise su a sedere e poggiò la testa fra le mani.
I capogiri erano ancora presenti, ma erano deboli.
Cercò di ricordare cosa le fosse successo, ma i tentativi non servirono a niente. Nella sua mente c’era il vuoto.
<< Riposati >> le disse una voce.
La riconobbe subito.
Felice, si voltò e guardò la persona.
Cam era intorno al fuoco che aveva acceso. Stava facendo arrostire degli spiedini di carne che a prima vista sembravano deliziosi.
Ash si sentì lo stomaco brontolare e si portò le mani sul ventre come a farlo azzittire.
<< Vieni qua >> disse Cam, battendo le mani sulla sabbia per farla accomodare.
La voce di lui era fredda e rauca come quella di due giorni fa.
Sentirlo così distaccato, la faceva morire dentro.
Ashley s’alzò e si sedette vicino a lei, mantenendo di poco la distanza.
Il braccio destro di lui sfiorava la gamba di Ash. Rapidi brividi le passarono lungo una schiena ed un semplice tocco le fece battere il cuore.
<< Che ore sono? >> disse finalmente Ash. Non era niente di che quello che disse, ma almeno aveva parlato.
<< Le 17.00 >>
Oh, no! Tra un’ora doveva trovarsi a Los Angeles per incontrare Victor.
<< Tranquilla, arriverai in tempo dal tuo fidanzato >> disse Cam seccato.
<< Fidanzato? >> ripeté Ash.
<< Si, il tuo amato Victor. Non vedi l’ora di vederlo. Te lo si legge negli occhi. >>
No, no, no! Che assurdità stai dicendo Cam? Non sai che Victor è mio nemico? Come ti viene in mente una cosa del genere? Tu sei il mio ragazzo e io amo solo te!, sbottò dentro Ashley. Voleva dirgli quel pensiero, ma di certo si voleva risparmiare una discussione.
<< Cam, è mio nemico. Come pensi che possa essere il mio ragazzo? >>
<< Me l’ ha detto lui. >>
<< E tu credi alle sue parole? >>
Ashley si voltò verso Cam per vedergli il viso.
I capelli neri erano scompigliati, non avevano quel ciuffo che faceva impazzire Ash. La pelle era pallida, le labbra rosa opaco e gli occhi verdi erano tristi e sconsolati.
Non aveva mai visto quell’espressione sulla faccia di lui.
Ash gli prese la guance tra le mani e lo fissò intensamente.
Lui distoglieva lo sguardo, ma si capiva che era più forte di lui dover guardare Ash.
<< Cam, guardami >> ammonì lei.
Il ragazzo guardava il fuoco.
<< Cam… >>
Cam sussultava ogni volta che Ash pronunciava il suo nome. Dalla bocca di lei usciva armonico ed angelico.
Alla fine si girò e la guardò.
Ash aveva una voglia tremenda di baciarlo e di affondare le mani in quei suoi capelli irresistibili e morbidi. Voleva baciarsi a fondo con lui e non pensare a niente. Anzi, dimenticare tutto ciò che era successo e ricominciare da zero.
<< Io amo solo te >> puntualizzò Ash con il cuore in gola e gli occhi lucidi. Si sentì le guance avvampare dall’emozione e il cuore martellare all’impazzata. Notò che gli occhi di Cam s’illuminarono, ma diventarono anche lucidi.
Si era commosso. Questo voleva dire che le parole gli erano arrivate dritte al cuore.
Ash gli offrì il suo sorriso smagliante e Cam si sciolse completamente a quel dono. Gli occhi indugiavano sulle labbra di lei. Si notava che anche lui aveva voglia di baciarla con foga. Averla sua.
Il ragazzo le spostò la frangia dietro l’orecchio e le prese le guance tra le mani. Si accostò di più a lei e giunse il momento.
La bocca di lui si posò su quella di lei. La baciava con passione e poi con tanta foga. La strinse di più a sé. Petto contro petto. Cam si sentiva addosso il seno morbido di Ash e lei la durezza dei suoi pettorali.
Cam allungò le gambe in modo che Ash si potesse mettere a cavalcioni su di lui.
Continuavano a baciarsi. Cam le accarezzò la schiena. La desiderava tantissimo, ma non sapeva se era pronto per il grande passo. Forse lei non era assolutamente pronta.
Nessuno dei due ci pensò.
Ash affondò la lingua e Cam l’accettò senza esitare.
Si staccò dalle labbra di lei e iniziò a baciale il lobo e il collo.
Ash si sentiva in estasi e assolutamente rilassata. Era emozionantissima e tanto innamorata. Si strinse Cam a sé, affondandogli le unghie nella schiena e ad acchiappargli i capelli.
Cam ed Ashley si lasciarono per mezz’ora in parziale passione.
Non andarono oltre.
Solo baci e tremenda voglia l’uno dell’altra.
 
Quando Ash si rese conto che era giunto il momento di andare da Victor, voleva strapparsi i capelli. Cominciò ad innervosirsi e lo maledì tremendamente.
Cam la prese per il polso e l’abbracciò per tranquillizzarla.
<< Sta’ tranquilla. Tutto finirà >> la rassicurò Cam.
Finalmente era tornato quello di prima.
Ash si sentì molto rincuorata e intensamente felice nell’essersi ripresa il Cam che conosceva.
<< Non sai quanto sia stato brutto non averti accanto. La tua mancanza era alle stelle >> disse Ash.
<< Anche per me è stato atroce. Ho capito cos’era stato a farmi provare sentimenti negativi. >>
<< E cosa? >>
<< Quando quella cosa che mi colpì alle ali, m’iniettò un veleno con sentimenti negativi. Quell’oggetto si chiama stellasaetta: non è niente per gli umani, ma è letale per gli angeli. È una fortuna che io non sia morto. >>
<< Santo Cielo! È stato Victor… >>
<< Lo so. Mi ha “voluto” così in modo che, se mi fossi allontanato da te, ti avrebbe avuto tutta sua per poterti far fuori. Lui non vuole nessun ostacolo. Per questo ha tentato di uccidere Arriane, Roland e Annabelle. Per lui erano impicci. Voleva la strada pulita mentre cercava di dirigersi verso di te. Ma ciò che gliel’ ha impedito, è stato l’amore. Lui non conosce questo sentimento e non sa quanto sia forte. >>
<< Oh, Cam. Non sai quanto sia confusa dentro. Non ci capisco più niente e non so perché vuole uccidermi! >>
<< Lo scopriremo solo andando da lui. Sei pronta? >>
Ashley esitò un attimo, poi annuì.
Cam le cinse la vita, avvicinandola a sé. Lui divaricò le gambe e alzò il busto.
Si stava preparando per far sbocciare le ali.
Dietro di lui iniziò a nascere una luce dorata, dalla quale presero forma le ali.
Ashley se le ricordava come la prima volta che le aveva viste.
L’emozione di vederle era tale e uguale a quella della primissima volta: stupore, meraviglia e incanto.
Le ali proteggevano Cam ed Ashley.
La ragazza si sentì davvero al sicuro.
Ora, tutto le sembrò più facile, stando accanto a Cam.
<< Chiudi gli occhi >> le ordinò.
Ash lo fece senza dire parola.
Il ragazzo fletté le ginocchia e si dette una spinta forte. Arrivò in un punto alto del cielo.
La ragazza riaprì gli occhi. Guardò giù e le vennero tremendi vertigini.
Non sapeva a quanti metri di distanza era lontana dalla terraferma.
Si strinse di più a Cam.
Lui emise una risatina, poi la guardò con aria trasognata.
<< Pronta per il tuo primo volo? >>
<< Ehm, io… >>
Ashley non finì la prese che già Cam prese il via.
Insieme sfrecciarono verso il sud della California.
Ash era pronta a qualsiasi cosa e la fine di Victor era alle porte.
 
Spazio autrice:
che ne dite di questo capitolo?
E il riavvicinamento di Cam ed Ash? Oppure ho corso troppo? O.o
Non saprei, ditemi voi XD
Scusate, ma era più forte di me. Dovevo assolutamente farli riappacificare.
Come vedete, siamo giunti alla fine (non della storia) di Victor.
Scomparirà, ma da chi sarà ucciso?
Morirà o succederà qualcosa?
Al prossimo capitolo,
ciaooo! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** - L'inizio della fine (parte due) ***


SEDICESIMO CAPITOLO
L’INIZIO DELLA FINE
(seconda parte)
 
Ashley era abbracciata a Cam che a sua volta la teneva stretta saldamente a sé.
Cam cercava di andare il più veloce possibile, ma temeva che ad Ash venisse il voltastomaco. Guardandola, non sembrava così, e sentiva il battito del suo cuore che pulsava ad una velocità impressionante.
Rallentò il battito delle ali.
Ora volava normalmente, e sentì che Ash si era un po’ rilassata, però si teneva ancora salda e stretta a Cam. Non voleva mollarlo per nessuna ragione al mondo.
Ora che aveva riavuto il Cam che conosceva, si sentiva sicura, protetta e pronta a qualsiasi evenienza.
Ashley aprì gli occhi che li tenne chiusi da quando avevano spiccato il volo.
Si guardò intorno.
Nuvole fatte di sostanza eterea avvolgevano la coppia. Le nubi erano trapassate dai raggi del sole dei quali si poteva percepirne il color oro e tanti scintillii.
L’aria freddissima pizzicava le guance di Ash, invadendola di brividi di ferro.
La ragazza sentì che anche Cam fu scosso e automaticamente si strinsero l’una nelle braccia dell’altro.
Stare vicino a Cam la faceva sentire protetta, coraggiosa e determinata.
Accanto a lui tutto poteva sembrare facile, ma non era così.
Lei sperava nella protezione assoluta di Cam, ma Ash doveva sapere che doveva difendersi anche con le proprie mani.
Ashley si mise a studiare le ali di lui.
Erano molto grandi e alla vista sembravano pesanti. Ashley si domandava se veramente Cam se le sentiva incombere addosso.
La ragazza vide Cam che scosse la testa, come se l’avesse letta nel pensiero e le avesse risposto.
Anzi, era proprio così.
Ash allungò la mano sull’ala destra di lui e accarezzò la parte più vicina alle scapole. La sua mano ne seguiva l’andatura sinuosa ed elegante. Il piumaggio era così soffice, quasi impercettibile, come se fosse un fiocco di neve che non lo senti sulla mano quando si posa su essa perché si scioglie rapido al tatto.
Il colore attirava tanto gli occhi di Ash.
Le ali erano nere. Non era un nero opaco, era brillante e reso ancora più ipnotico dall’oro screziato. Il colore scuro era in forte contrasto con il bianco delle nuvole e l’arancione/rosso del tramonto.
Ashley posò gli occhi sul viso di Cam, che ricambiò subito lo sguardo.
Il ragazzo le accennò un sorriso. Non sembrava un sorriso rassicurante. Mostrava tutto il contrario.
<< Cam, tutto bene? >> domandò Ash, guardandolo preoccupata.
<< Si, ecco… >>
<< Cam, tu non ti fermi mai davanti a nulla. So che sei spietato coi nemici. Non dubitare della tua forza. Sei forte ma violento… e questo lo sai. >>
Le parole di Ashley erano veritiere.
Cam era sempre stato un tipo violento e spietato coi nemici. Nessun avversario l’avrebbe fermato e non avrebbe mai provato compassione per il nemico.
La minaccia esisteva per essere annientata e Cam l’avrebbe fatto volentieri.
<< Si, hai ragione. Che stupido che sono stato di pensare una cosa del genere. Non mi sono mai sottovalutato e mai lo farò >> puntualizzò Cam.
<< Bravo, questo è il Cam che conosco. >>
Il demone si fermò, ma le sue ali battevano pieni in modo da farlo tenere in equilibrio.
Ashley s’avvinghiò al corpo di lui come un koala.
Cam fece una smorfia per quanto l’aveva stretto. Delicatamente le cinse la vita e pian piano la staccò da sé.
Il corpo di Ash tremava, ma Cam la baciò per tranquillizzarla.
<< Rilassati. Ti tengo io. >>
Ashley distaccò le braccia dalle spalle muscolose di Cam e si affidò a lui.
I loro corpi si sfioravano. L’angelo teneva sospesa in aria Ash solamente cingendole la vita.
La ragazza si sentì libera.
Era una strana ma bellissima sensazione.
Forse se lei era un angelo, poteva capire la loro assoluta libertà e il loro essere sé stessi mentre volavano.
Magari un giorno poteva accadere.
Cam se l’avvicinò ed Ash afferrò subito la schiena di lui.
L’angelo la strinse leggermente alla nuca, Ash gettò la testa all’indietro, offrendo il collo al ragazzo.
Cam abbassò il capo e iniziò a inondarla di baci.
Saliva su per il collo e quei baci delicati la solleticavano.
Arrivò al lobo, mordicchiandolo, e giunse alle labbra.
Le labbra di Cam erano un qualcosa di morbido e irresistibile. Ash aveva una voglia matta di mordergliele, ma le andava bene anche gustarsele con un bacio alla francese.
Cam ed Ashley si staccarono.
Lei non voleva per niente ritornare a pensare che doveva vedersi fra 10 minuti con Victor sulle cose di Los Angeles.
<< Siamo quasi arrivati. Ci manca poco, soprattutto manca poco alla fine di Victor >> chiarì Cam.
Ashley annuì. S’avvinghiò a Cam che cominciò a battere più forte le ali, e partì dritto spedito verso il nemico.
 

 
I due ragazzi arrivarono puntuali all’appuntamento di Victor. Entrambi posarono i piedi sulla spiaggia. Il cielo era dominato dal tramonto realizzato con sfumature di rosso e arancione. L’oceano era calmo, di un azzurro freddo, ma che veniva riscaldato dai colori caldi del crepuscolo.
Ashley ammirò il tramonto e il suo corpo fu inondato dal sentimento di stupore. Camminò verso la riva dell’oceano, si tolse le scarpe da ginnastica e mise i piedi nell’acqua fredda. Brividi di gelo le salirono su per la schiena, poi indietreggiò e cascò fra le braccia di Cam. Quest’ultimo la guardava con occhi smeraldini ammalianti e misteriosi.
Ogni volta a quello sguardo Ash si sentiva assolutamente sciogliere.
All’improvviso si alzò un forte vento tanto da scaraventare bruscamente Cam ed Ashley sulla sabbia. Il cielo iniziò a essere sovrastato da nuvole grigissime che non promettevano nulla di buono. Le fronde delle palme battevano l’una sull’altra violentemente. Sembrava che stava per arrivare la fine del mondo.
<< Ma che succede? >> domandò Cam, alzandosi subito in piedi e coprendosi la vista con un braccio, altrimenti granelli di sabbia gli si sarebbero conficcati negli occhi.
<< Penso che la natura ci stia avvertendo che è in arrivo Victor… >> chiarì Ash.
<< Sì, ma non c’è bisogno di fare tutta questa “presentazione” >> disse Cam tra virgolette.
L’oceano stava diventando molto agitato e le onde erano quasi intente a inghiottire Cam ed Ash. Un fulmine squarciò violento le nuvole e ci fu un rimbombo per tutta la costa di Los Angeles.
Ce ne fu un secondo, un terzo e tanti altri.
Tanti fulmini tanti rimbombi.
Cam prese alla svelta Ash per i fianchi e spiccò il volo verso un punto del cielo.
<< Cosa fai Cam!? >>
<< Sarà meglio non stare sulla terra… >>
<< Non credere che sotto il cielo sia meglio… Se una di quelle saette ti colpisce… >>
Cam si vide davanti un fulmine pronto a trafiggerlo alle ali, ma istintivamente si spostò di scatto.
<< Oddio! >> esclamò impietrita Ash.
<< Non dire più niente se non vuoi portare iella. >>
<< Io non porto iella! >>
<< Dai, scherzo… >>
<< Cam, non è il momento di giocare… >>
<< D’accordo… >>
Un altro fulmine si presentò di fronte a Cam e rapidamente lo schivò. Il tempo, anzi le saette, parevano avercela con lui.
<< Ma che tenero. Il piccolo Cam che si salva le penne e protegge l’ingenua e debole Ashley. Fate così pena… >>
Quelle parole uscirono viscide dalla bocca di qualcuno.
Ash era avvinghiata a Cam che fluttuava nel cielo, e si voltò rapida. Avvampò dall’ira e il suo fuoco si trasformò di fuoco solo a guardarlo.
Victor.
Victor fluttuava davanti alla coppia. Dietro di lui si aprivano due imponenti ali nerissime ma meravigliose. Avevano striature rosse e dorate ed illuminavano quasi tutta la costa. Di fronte a quella luce abbagliante Ash si dovette coprire gli occhi con le mani e Cam con le proprie ali.
<< Finalmente siamo alla resa dei conti… >> continuò il nemico in un ghigno fastidioso.
Ashley lo guardava disgustata. Disgustata perché era cascata ai suoi flirt, era stata capace di essergli amica, le piacevano le sue adulazioni e che la faceva sentire per un certo verso importante. In quel momento Ash se ne vergognava: un ragazzo come lui che l’aveva illusa di essere un amico fedele e leale.
Il Victor di adesso mostrava tutto il contrario.
<< Voglio che scendiamo a terra e ci affrontiamo faccia a faccia >> concluse l’avversario.
I tre ragazzi posarono i piedi sulla sabbia. Victor ed Ashley era a 10 metri di distanza, e solamente a vederlo, le dava il voltastomaco.
Victor fulminava Ashley con lo sguardo. Esibì la curva accentuata di un sorriso, poi mostrò i denti.
Bianchi con quattro canini affilatissimi.
Ma che razza di mostro era?
Non era un vampiro, o mezzo vampiro mezzo demone.
Lui era semplicemente un demone.
<< Ho bisogno di sapere cosa vuoi da me. Perché sono tanto importante e perché vuoi uccidermi… >> puntualizzò Ash. Il sangue le pulsava terribilmente nelle venne e a momenti sarebbe schizzato fuori; il cuore era agitato, furioso, spietato e pieno d’ira.
Ashley era invasa da soli sentimenti negativi e violenti verso Victor.
La furia le ribolliva dentro e a poco sarebbe diventata un’ essere infuocato che sparava saette pungenti verso il nemico.
Victor non rispose a ciò che aveva detto la ragazza, ma si preparò all’attacco.
Il demone divaricò le gambe e aprì le braccia. Intorno a lui si stava formando un alone nero tendente al rosso fuoco. La corona luminosa che lo circondava emanava raggi di luce lunghissimi e accecanti.
Ad un certo punto le sue ali presero a battere fortissime e cominciarono a lanciare delle frecce argentate.
Le stellesaette. Sarebbero state mortali per Cam ma non per Ashley.
Miriadi di stellesaette correvano dritte e spedite verso Cam ed Ash.
Quest’ultima si preparò all’attacco, ma non appena tentò di usare il suo potere, le si piombò Cam davanti che la protesse con le ali.
Ash vide l’orrore di fronte ai sé: venti stellesaette avevano trafitto le ali di Cam.
Dalla punta delle frecce argentee erano presenti macchie di sangue caldo e rosso, che scendeva a goccioline sulla sabbia marroncina opaca.
La ragazza portò la vista su Cam. I suoi occhi verdi erano terrorizzati, impauriti, vitrei e dolorosi. Sul volto del ragazzo si era formato un’espressione di intenso dolore atroce.
Cam cadde sul corpo di Ash, facendola cadere a terra.
Il cuore della ragazza prese a battere più forte: era agitato e sgomento.
Ash prese il volto delicato di Cam. Sentiva la pelle di lui fredda come il ghiaccio ed era bianca come un lenzuolo. Le labbra erano viola. Ash desiderava tanto che tornassero con quel rosa che la faceva impazzire. Le ali si erano spente di luminosità; il nero tornò opaco e l’oro scomparve.
Proprio Cam era spento di fulgore.
Ash si staccò dal ragazzo, s’issò e si mise in posa, pronta ad attaccare.
Divaricò le gambe e aprì i palmi delle mani.
I suoi occhi diventarono letteralmente rossi e intorno a lei cominciò a nascere un’aureola bianca tendente al nero. Le mani furono circondate da un bagliore nero e da esse stavano per nascere tanti piccole sfere luminose.
<< La vita di lui dipenderà da te >> disse Victor con uno sguardo serio ma fulmineo.
<< Che intendi dire? >> domandò Ash. La sua voce era rauca e infuocata.
<< Lo sai che le stellesaette solo letali per gli angeli? Le mie contengono un veleno mortale. È appositamente creato per le creature che il mio padrone vuole che spariscono. Il tuo piccolo, debole e invulnerabile Cam è una di queste creature. >> Victor guardò ripugnante Cam << Io devo annientarlo in modo che mi rimanga solo tu e che lui non s’intrometta. Ma se vuoi che viva, dovrai scegliere…>>
<< Farei qualsiasi cosa per lui! >>
<< E sei disposta per un’altra persona? Una persona molto importante della tua vita? >>
<< Non so di chi stai parlando… >>
<< Ah, no? L’ hai ritrovata qualche giorno fa e già ti sei dimenticata di lei? Dovrebbe vergognarsi di te… >>
Victor aprì il palmo della mano destra dalla quale uscì una grande luce, che prese la forma di una sacca bianca. La luce si tramutò in una figura umana.
Santo Cielo.
Abigail.
Ash s’impietrì vedendo la madre sotto le mani di Victor. Quello schifoso l’aveva legata con una corda intorno alla vita e la stringeva.
Abigail non emise nessuna espressione, nessun gesto e nessuna parola.
Ash desiderava tanto avere delle ali, catapultarsi su Victor per ucciderlo, liberare la madre e guarire Cam.
In questo momento le desiderava tanto.
<< Se vuoi che vivano, dovrai consegnarti a me. Poi ti porterò dal mio padrone. >>
<< Io non verrò mai da te, stronzo! Te lo scordi! >> gridò Ash con la furia alle stelle.
<< Allora potrai dire addio alle tue care persone. >>
<< Sei un essere crudele! >>
<< Sono riuscito a celarlo molto bene. Sono stato proprio bravo a fare l’amico, eh? >>
Ash non ce la faceva più a sentirlo.
Aveva il desiderio sfrenato di annientarlo dalla faccia della terra. L’ avrebbe fatto a tutti i costi.
La ragazza abbassò la testa. Si guardò le mani, circondate da un fulgore nero abbagliante.
Ad un certo punto si sentì un qualcosa dentro di lei.
Come se una scintilla fosse scoppiata in sé stessa. Anzi, era proprio così.
Ashley cominciò a sentirsi strana, le girava la testa e percepiva che dentro stava nascendo un qualcosa di forte e di potente.
Sentì del calore insopportabile dietro le scapole.
Poi  una luce.
 
Spazio autrice:
bene, finalmente, eccomi qua con il nuovo capitolo!
Lo so, sono passate due settimane, ma ho avuto tremendamente da fare con la scuola: compiti per casa e compiti in classe.
Oggi ho avuto il mio giorno di riposo e ho ripreso col fare qualcosa.
Bene, siamo vicini alla resa dei conti di Victor (chiarisco che non sta finendo la storia, eh! Quindi, niente timore XD]
Cosa starà capitando ad Ashley? Che ne sarà di Cam e Abigail?
Il tutto, o quasi-tutto, nel prossimo capitolo!
Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate :D

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** - L'inzio della fine: morte ***


DICIASETTESIMO CAPITOLO
L’inizio della fine
(terza parte)
 
Ashley buttò le ginocchia a terra, inarcò in avanti la schiena e poggiò le mani sulla sabbia fredda. La sua espressione si contrasse in una smorfia di dolore: aveva strizzato gli occhi, aggrottato le sopracciglia e si mordeva il labbro inferiore. Il dolore che le stava quasi lacerando le ossa era insopportabile. Faceva male e a breve si sarebbe ritrovata senza spina dorsale, con tutte le vertebre rotte. Il calore che sentiva sulle scapole cominciò a espandersi per tutto il corpo, mandandolo a fuoco. La pressione le era salita alle stelle e Ash si sentì forti capogiri. La luce sulla sua schiena era scomparsa per cinque minuti, poi ritornò più accecante e bollente di prima. La ragazza si sentì che sotto la pelle si erano creati due bozzetto. Li sentiva pesanti e insopportabili.
Poi ci fu uno strappo e il dolore atroce cessò.
Ashley si sentì sollevata, ma solo per dieci minuti.
Il suo corpo si era raffreddato, ma prese di nuovo a divampare.
Colse al volo che dalle scapole stava nascendo un qualcosa di pesante ma al tatto soffice. La ragazza provò a voltarsi per vedere cosa stava nascendo.
Quella cosa stava crescendo pian piano e, ad ogni allungamento, Ash provava rapide fitte dolorose. La cosa aumentava a dismisura e, dopo cinque minuti, aveva terminato la sua trasformazione. Aveva preso forma.
Ciò che aveva Ash non era una cosa, ma due cose, eteree e opalescenti.
Erano due ali. Erano tre volte grandi di Ashley. Una era bianca come un lenzuolo, screziata di celeste, la punta finale delle piume era azzurro cobalto ed emanavano un alone celestino, quasi impercettibile; l’altra era rosso fuoco, screziata d’oro e la punta delle piume erano nere. Le due ali di colore diverso erano una in contrasto con l’altra. Nessuno poteva dire qual’era la più bella perché entrambe avevano il loro fascino e il loro fulgore. Incombevano maestose e luminose sul corpo pallido e quasi fragile di Ashley, mentre lei se le sentiva gravose.
La ragazza si rizzò in piede faticosamente e cercava disperatamente un appiglio per tenersi in equilibrio. Ash aveva la curiosità di vedere le sue ali.
Il fatto più bello era che non ne rimase scioccata o traumatizzata, come se fosse una cosa che vedeva tutti i giorni, anzi era così poiché aveva un fidanzato che era un demone, lo era anche il suo acerrimo nemico e forse lo erano anche i suoi amici. Anzi, erano degli angeli.
Travolta dalla curiosità, Ash si avviò verso lo specchio d’acqua che si stendeva all’orizzonte per vedere la sua figura con quelle splendidi ali. Immerse i piedi nell’acqua fredda, ma balzò indietro e venne percorsa da brividi di gelo. Si fece coraggio e li rimise di nuovo. Fece qualche passo avanti, deglutì, abbassò la testa e vide la sua sagoma.
Ash rimase impressionata dalla grandezza e dal fulgore delle sue ali. Avevano la stessa intensità luminosa, quindi nessuna delle due abbagliava sull’altra. Le ali immacolate erano veramente grandi ed Ash pensava che non sapeva se si sarebbe abituata. Ciò che la colpì di più era il colore diverso: una bianca e una rossa. Perché? Ci doveva essere un motivo. E si poteva definire un angelo, un demone o un misto? Ovviamente Ash non sapeva rispondersi, ma l’avrebbe scoperto. Continuava a domandarsi perché quelle ali non la scioccarono, come se si fosse già vista in quelle vesti in un tempo passato. Magari era così, oppure no. Forse aveva visto un’altra persona con la sua sembianza d’adesso. Sforzò di pensare, di ricordarsi, ma niente. Improvvisamente fu colpita da una saetta nera che le provocò un taglio sul braccio.
<< Aia! >> esclamò, coprendosi la ferita sanguinante con la mano.
Ashley si voltò rapidamente verso Victor.
<< Avevo bisogno della tua attenzione >> puntualizzò.
Il nemico la guardava seccato e minaccioso, ma la sua espressione che fino a poco fa era maligna, si fece “preoccupata”, come se di fronte alla nuova Ashley, con due ali angeliche, Victor si fosse fatto piccolo piccolo perché timoroso della sua forza, della sua potenza, di quello che potrebbe fare Ashley.
<< Perché ti sei irrigidito? Hai per caso paura di me? >> domandò Ashley. La ragazza si fece molto determinata e seria.
<< Non ho paura di te, ma, anzi, ne dovresti avere tu di me >> ribatté Victor. << Aspettavo da tanto questa trasformazione. >>
<< Tu sapevi cos’ero io? >>
<< Certo, mia cara. Il mio compito era quello di ucciderti per evitare che tu diventassi quella “cosa” >> disse Victor, quasi disgustato. << Purtroppo non ho fatto in tempo e, quindi, cambio dei piani: ti consegni a me e ti porterò dal mio padrone, perché lui sa cosa deve fare con te, e se vuoi anche che il tuo piccolo e vulnerabile Cam e la tua cara mammina Abigail vivano. >>
Ad un certo punto un qualcosa trafisse Victor alla gambe. Ash non riuscì a focalizzare in tempo l’arma, ma colse solo che era rossa e molto luminosa.
Per il dolore, Victor emise un grido e si coprì la ferita con entrambe le mani, lasciando Abigail cadere in acqua, ma venne in tempo salvata da sua figlia che, istintivamente, prese il volo e l’afferrò subito. Madre e figlia si schiantarono contro l’acqua fredda, ed Ash prese subito il volo per uscirne. Volò in un punto lontano dal cielo e si voltò per vedere che fine avesse fatto Victor. Scrutò la zona con gli occhi, ma ciò che vide era il corpo senza vita di Cam.
Cam.
Ashley doveva andare immediatamente da lui e sapere se stava bene.
<< Mamma, mamma! Svegliati! >> disse Ash, che scosse il corpo della mamma.
<< Mmh… >> riuscì a dire Abigail. Alla fine aprì gli occhi, che li posò su quelli marroni di Ash.
<< Mamma, come ti senti? >>
<< Mi gira la testa. Ma tu…sei un angelo? >>
<< Io… io non so mamma. È tutto strano per me e ho bisogno di risposte. Adesso mi devo concentrare su Victor. Devo fargliela pagare per aver maltrattato te e Cam >> chiarì.
<< Ok, tesoro. Fammi scendere così potrai fare quello che devi fare. >>
Ash e Abigail ritornarono con i piedi sulla sabbia. Nello stesso momento in cui erano scese, erano arrivati Arriane e gli altri, Virgilio e Beatrice.
Gli occhi di Ashley s’illuminarono di gioia e lei stessa si rincuorò.
<< Ragazzi >> esultò, andando incontro verso di loro.
Arriane l’accolse a braccia aperte, stringendo l’amica più forte che poteva. Abbracciò anche gli altri e riuscì a tranquillizzarsi. Le mancavano tanto quegli abbracci calorosi e confortanti.
<< Ash…ma tu sei… >> iniziò Bea.
<< Bea, io non so. È tutto quanto confuso, ma ora non ho tempo per parlarne. Quando tutto sarà finito, cercherò di scovare qualcosa. Su chi sono. >>
Beatrice annuì e abbracciò l’amica.
Virgilio si posizionò vicino ad Ash, poggiandole una mano sulla spalla. Lo sguardo dell’uomo era determinato e quasi minaccioso. Gli occhi nocciola striati di verde erano infuocati.
<< E’ giunta l’ora che mi dia da fare, Ash. >>
<< Che intendi dire Virgilio? >>
<< A me è stato affidato il compito di uccidere Victor; a Beatrice quello di tenerti sotto controllo. >>
<< No, Virgilio… non puoi! Non puoi rischiare la tua vita per me! >>
<< Come ho protetto il mio caro amico Dante, devo proteggere anche te. Non ho tempo da perdere. Tu raggiungi i tuoi amici. >>
<< Virgilio, ti prego, non farlo. Possiamo batterlo insieme… >>
<< T’ ho detto no! >> esclamò furibondo.
Ash non l’aveva mai visto con un’espressione austera e furiosa. Il Virgilio della Divina Commedia non se lo ricordava così, ma le persone cambiano.
<< Va bene. Sta’ attento… >> lo avvertì.
<< Non preoccuparti per me. Stai insieme a tuoi amici, a tua madre e a Cam. >>
Virgilio l’abbracciò forte, poi le prese le guance tra le mani e le dette un lungo bacio sulla fronte. Ad Ash vennero le lacrime agli occhi. Per lei era come un secondo padre.
<< Per me sei come una figlia. >>
La voce di Virgilio s’ era fatta arrochita, il respiro cominciò ad acceleragli e il corpo a vacillare.
<< Virgilio, sei davvero sicuro? >>
Beatrice si posizionò affianco a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.
<< Si. Lo faccio solo per Ashley. >>
L’uomo abbracciò anche Bea. I due erano stati per un sacco di tempo insieme nell’inferno, nel purgatorio e nel paradiso. Non poteva giungere la loro fine, anzi, il capolinea di lui. Al solo pensiero che lo stava per perdere, a Bea cominciò ad agitarsi il cuore e scoppiò in un pianto. Non voleva farsi vedere piangente di fronte a lui, così si buttò fra le braccia di Roland.
Virgilio indietreggiò, si voltò verso il mare, trovò Victor che, riprese le forze, stava fluttuando nel cielo. Il nemico lo fulminò con lo sguardo e gli fece cenno di affrontarlo. Virgilio divaricò le gambe, si scrocchiò le nocche, si dette una spinta e piombò sull’avversario. I due combattevano rapidissimi, che era impossibile vedere le loro sagome distinte sotto il cielo grigio, ma Ash riusciva abbastanza a focalizzare i contorni dei loro corpi. Ad ogni colpo che Virgilio riceveva, il cuore di Ash veniva preso da fitte di paura, come se qualcosa gli stesse dando piccoli e letali colpi.
Mentre Virgilio e Victor combattevano, Ash stava correndo da Cam. Voleva continuare a vedere se tutto andava bene lassù, se Virgilio stava infliggendo al nemico atroci batoste e se avrebbe avuto la meglio. Lei era una e non poteva fare più stare in due posti contemporaneamente.
Ash si buttò accanto a Cam, poggiandogli delicatamente una mano sull’ala destra. La visione delle ali non era tra le più gradite. Tutte e due avevano numerosi e piccoli fori sanguinanti. Il colore nero era opaco e non c’era traccia delle screziature dorate.
<< Cam… >> sussurrò Ashley, mentre lo scuoteva leggermente. << Mi senti? >>
Nessuna risposta.
Il cuore di Ashley trasalì dal timore.
<< Cam, ti prego, rispondimi. Non puoi lasciarmi… >>
Nessun gesto, nessun respiro e nessuna parola.
Non poteva essere giunta la sua fine. Non doveva essere così.
Ash poggiò la testa sulla nuca di Cam. Iniziò a piangere e gocce d’acqua salata si posarono dolcemente sulla nuca di lui. Ashley percepì che tremò.
<< Cam? >>
Una luce fievole attirò gli occhi della ragazza, che subito portò l’attenzione sul bagliore debole.
<< Ma cosa…? >> mormorò tra sé e sé.
Era la mano di lei, poggiata sull’ala, che emanava quel chiarore bianco sommesso.
Il corpo di Cam fu circondato dalla luce bianca, come se gli stesse dando vita.
Il ragazzo cominciò a tremare, poi Cam tossì e subito si mise a gambe incrociate.
<< Cam! >> gioì Ash.
<< Ashley! >>
<< Avevo temuto il peggio… >>
<< Ma come sono “rinato? >> domandò Cam tra virgolette.
<< Io…non so. Dalla mia mano era uscita una luce debole e bianca. >>
<< Forse hai un dono… >>
<< Che specie di dono? >>
<< Dare la vita o far rinascere qualcuno… >>
La loro conversazione fu interrotta prima da un grido, poi da un tremendo tonfo sulla sabbia, dalla quale si alzò una nube polverosa.
<< Cristo… >> disse Cam. Nonostante era ancora debole, il demone si alzò in piedi, afferrò il polso di Ashley e si diressero verso quella nube.
La vista raggelò il corpo di Ash.
<< No…no… >>
La ragazza si coprì la bocca con entrambi le mani. Le guance presero a divamparle. Gli occhi diventarono lucidi, poi presero a lacrimare.
Sulla sabbia era disteso il corpo di Virgilio, con una stellasaetta conficcata al centro del petto. Il volto era contratto in una smorfia, gli occhi erano spalancati e vitrei, la pelle cinerea. Il petto non si alzava e abbassava e nessun muscolo si mosse.
Ash si piombò su Virgilio, posando una mano sulla sua fronte.
Era gelido come il ghiaccio.
Ashley fu invasa da tante emozioni negativi: ira, furia, rabbia, paura, panico, tristezza, dolore. Tutte erano accumulate in una: l’odio. Si issò in piedi. Il suo volto si rabbuiò e il sangue prese a scorrerle all’impazzata.
<< Ash, non fare stronzate >> l’ammonì Arriane.
<< Non osare combattere con Victor >> aggiunse Roland.
Ash non li stette ad ascoltare. Si dette la spinta e andò dritta e spedita verso Victor, che la stava aspettando a braccia aperta.
<< Ti aspettavo mia dolce e ingenua Ashley. >>
Ash dette un forte pugno al ventre di Victor, che s’inarcò in avanti e portò le mani alla pancia. Emanò un forte urlo, e Vic contraccambiò con un calcio in faccia alla nemica. Dalla bocca e dal naso di Ash schizzarono spruzzi di sangue rosso e nero. La ragazza non badò al volto sanguinante, e non esitò a lanciare raffiche di saette bianche e nere verso il nemico.
Quei dardi luminosi era letali: ogni dardo corrispondeva a ogni cosa che aveva fatto Victor.
Andava punito.
Il demone oscurò riuscì a schivare in parte quei folgori, ma la maggior parte di essi lo colpì alle ali oscure e a varie parti del corpo.
Ashley era furiosa e la sua forza aumentava ogni volta che la sua ira cresceva. Era rapidissima e violenta. Era un’ Ashley del tutto nuova e diversa.
Sotto di lei, i suoi amici la guardavano sbigottiti. Volevano andare ad aiutarla, ma temevano che la disturbassero. In fondo erano i suoi amici e una mano in più non faceva male a nessuno.
Con i riflessi pronti e rapidi, Ashley indietreggiò di tre battiti d’ali, quando vide che Victor fu trafitto al cuore da una stellasaetta rossa.
Finalmente, era arrivata una seconda mano. Ashley guardò intorno a sé per vedere chi potesse essere stato. Riportò l’attenzione su Victor, che si stava agitando di qua e di là per il dolore. Il nemico non riusciva a controllare le ali, che lo portarono a sbattere contro uno scoglio. Ashley non esitò un minuto e gli dette il colpo di grazia con un grande dardo nero.
Dritto e letale al cuore.
In men che non si dica, Victor si trasformò in una nube nera polverosa, che si dissipò nell’aria. Le ultime a dissolversi furono le ali, ripugnanti e nerissime.
Finalmente era tutto finito.
Ashley si sentì leggera dentro e orgogliosa di sé stessa. Ritornò subito dai suoi amici. La prima ad abbracciarla fu Beatrice.
<< Oh, Ashley… è tutto finito. >>
<< Lo so, ma… >>
<< Ma cosa? >>
<< Bea… Virgilio… >>
Le due amiche raggiunsero il corpo senza vita del grande uomo, accanto al quale erano seduti Cam e Roland che lo avevano coperto con le ali.
Ashley non fece caso alle ali di Roland. Forse in un altro momento avrebbe dato importanza. Ora, non era il caso.
<< Cosa facc… >> Roland non riuscì a finire la frase per via di un ghigno.
<< Poveri piccoli e vulnerabili angioletti. Credete che sia tutta finita, ma non è così >> affermò una voce fastidiosa ma familiare.
Ashley si voltò verso destra.
Sotto una palma, era visibile nitidamente Christine. Il corpo di lei era circondato da un alone rosso acceso, in sintonia con il rosso dei suoi occhi e in forte contrasto con i suoi capelli neri. La ragazza diabolica avanzò verso Ash, sulla quale mantenne uno sguardo intimidatorio. Ashley fece lo stesso: sguardo minaccioso ma risoluto.
<< Mia cara Ashley… non dare niente per vinto. Lui è finito, ma io sono la tua vera minaccia. >>
<< Hai ucciso tu Victor? >>
<< Io ti ho dato una mano. Il colpo di grazia gliel’ hai dato te. >>
<< Non avevo bisogno di un aiuto e tanto meno da te, crudele e antipatica. >>
<< Le tue parole mi sono indifferenti. Io dovevo uccidere Victor molto tempo prima. Io devo farti fuori ed ora è tutto più facilitato. Ora, tieniti pronta. Ritornerò e ti disintegrerò >> chiarì Christine. Le sue parole era taglienti e minacciose.
<< Non succederà mai! >> gridò Ashley.
Christine le dette le spalle. Raggiunse un punto della spiaggia. Si fermò e all’improvviso le nacquero due ali.
Una rossa e l’altra bianca, come quelle di Ashley.
Erano maestose, luminose, inquietanti ma stranamente affascinanti.
Christine si girò verso Ash.
<< Alla prossima, sorella. >>
 
Spazio autrice:
ecco il fatidico capitolo che tanto aspettavo e che aspettavate XD (non facevo altro che tenervi sulle spine! Don’t kill me ç__ç )
Allora, che ne pensate?
Finalmente Victor è morto, ma, a quanto pare, la minaccia è ancora presente: Christine.
Cosa vorrà Christine? E lei è come Ashley? Che natura hanno? Lo scoprirete.
I prossimi capitolo faranno parte, diciamo, del “secondo libro” XD
Il primo capitolo ripartirà da qui :)
Alla prossima :D

P.S. Ora che il "primo libro" è concluso, che ne pensate?
Vi è piaciuta fin qui la storia? Spero di sì :)
Ciao!!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2119821