Padrone di me stesso

di Cronus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'acqua spegne il fuoco ***
Capitolo 2: *** Il numero 2 al mondo ***
Capitolo 3: *** Legend Blader ***
Capitolo 4: *** Non ho paura ***
Capitolo 5: *** Bussare alle porte del cuore ***
Capitolo 6: *** La follia che sta dietro l'amore ***
Capitolo 7: *** Solo un numero ***
Capitolo 8: *** Partenze ***
Capitolo 9: *** Un vecchio amico ***
Capitolo 10: *** BS2053 ***



Capitolo 1
*** L'acqua spegne il fuoco ***


Benvenuti lettori e lettrici, questa fan fiction sarà un po’ diversa da quelle che siete abituati a leggere su questo settore  (Beyblade). Prima di tutto in questa storia i personaggi sono quelli di Beyblade Metal Masters, la serie più recente di questo manga che ci ha affascinato con le sue “trottoline” fantastiche. Ma più che questo la particolarità sta nel trattare un personaggio mai trattato prima, ovvero Damian Hart…lo so non ne avete mai sentito parlare prima d’ora o sono davvero in pochi quelli che l’hanno sentito nominare. Allora vi rinfresco un po’ la memoria: Damian lo si vede per la prima volta nell’episodio 36 della serie “Masters” o “Fight Explosion” come preferite, fa parte del team Starbreaker, ovvero la squadra americana che partecipa al torneo mondiale big bang blader, e ne è apparentemente il leader o blader di punta. Presuntuoso e spietato, la sua tattica principale consiste nel terrorizzare l'avversario con la sua devastante potenza. Nella gara preliminare alle finali sconfiggerà da solo Julian, Sophie e Wales degli Excalibur. Nella 3ª sfida della finale mondiale si confronterà invece con Ginka. Il suo bey è Hades Kerbecs, che rappresenta il cerbero che sta a guardia degli inferi e possiede 2 modalità di attacco: una normale, chiamata "strada per l'aldilà" e una speciale chiamata “cancello dell’aldilà”. Viene sconfitto da Ginka dopo un durissimo confronto nella battaglia finale, successivamente da Kyoya in una battaglia al di fuori della competizione del torneo. Di corporatura piuttosto “mingherlina” coi capelli “alla dragonball” AZZURRI!!!e gli occhi grigio-azzurro. E’ il mio personaggio preferito di quest’anime…Beh…credo proprio che sia ora di lasciarvi nelle mani del “Gurdiano” allora buona lettura!e soprattutto LET IT RIP!!!





 
 
 
Guardava il mare con aria assente, in piedi su uno scoglio tra gli spruzzi salati e il rumore delle onde che si infrangevano sulle rocce taglienti per poi ritirarsi. Il cielo ricoperto da un velo di grigie nuvole non lasciava trasparire i raggi d’orati del sole, mentre un profumo si salsedine si insinuava nelle narici lasciandone l’inconfondibile fragranza impressa nella mente.
Si sentiva strano, di solito i luoghi in cui regnava la pace non gli piacevano particolarmente, preferiva di gran lunga posti spettrali come l’Ade, ma in quel preciso momento si sentiva come in tregua con se stesso, come se qualcuno avesse finalmente staccato la spina della sua esistenza. Non sapeva spiegare il perché di quella sensazione di tranquillità che gli pervadeva il cuore, era così e basta..
E proprio in quell’istante si sentiva impotente di fronte all’imperiosità dell’oceano: una forza troppo grande per essere controllata.

“Finché ti lascerai tenere al guinzaglio non capirai mai” quelle parole gli rimbombavano in testa come una ramanzina cantilenante.

Uno schizzo d’acqua gli arrivò ai piedi.
 
Forse, dopotutto, Kyoya non aveva torto, si era lasciato manipolare da Ziggurat senza il minimo contegno, non gli aveva mai negato un esperimento, sicuro che la procedura lo avrebbe fatto diventare il blader più forte al mondo. La domanda che si continuava a porre era “Perché Ziggurat aveva scelto proprio lui?”. Certo perché era in grado di sopportare gli esperimenti…Tutti dicevano così, ma su quale criterio si basava la scelta?
Era diverso dagli altri? Questo voleva sapere, i famosi dolori che tutti i blader riscontravano dopo essersi sottoposti alla procedura, perché lui non ne aveva neanche sentito il soffio?
Cos’aveva lui che non avevano gli altri?
Se prima voleva essere diverso, primeggiare, ora voleva solo tornare un ragazzo normale.
 
Fu assalito da una brezza nostalgica, mentre le goccioline leggere si disperdevano nell’aria:
 
“Lascia che il vento spazzi via le mie lacrime
  Lascia che il mare anneghi le mie paure
  Lascia che il fuoco accenda la mie speranze
  Sento che il male che ho dentro sta svanendo insieme alle nuvole in cielo
  Lascia che il vento ricongiunga le mie due anime
  Lascia che il mare mi guarisca con le sue cure
  Lascia che il fuoco riscaldi il mio cuore freddo
  Perché l’acqua spegne il fuoco e non il contrario”
 
Quei pensieri lo colpirono come un proiettile in corsa.
Era stato annientato psicologicamente: prima Ginka e poi Kyoya.
Non era più riuscito a fissare il suo Bey dopo l’ultima sconfitta, non si sentiva più all’altezza di sostenere lo sguardo dell’aldilà, lo sguardo bruciante del suo Hades Kerbecs.
Aveva fallito, questa era la verità.
Sentiva che il fuoco sacro dell’Ade si stava spegnendo dentro di lui, insieme a lui.

Si porto il braccio destro al collo, slacciando con gesti secchi e sicuri il cordoncino di pelle nero. Lo fissò un’ultima volta prima di gettarlo tra le onde.
Il vento gli scompigliava i capelli, mentre una goccia salata si staccava dalle ciglia scivolando lenta sulla guancia candida, come una nuvola solitaria persa nelle iridi color cielo. Altre perle cristalline seguirono la prima luccicando vicino al bordo delle labbra e poi sempre più giù attraversando la parete ripida del collo.

“Lascia che il vento spazzi via le mie lacrime…” ancora quella voce nella sua testa.

Da piccolo aveva sempre avuto paura dell’acqua, il solo pensiero di non sapere cosa c’era sotto la superficie lo spaventava. Ma crescendo aveva imparato a non avere più paura di niente, neanche della morte. Si sentiva ancora forte fino a pochi giorni fa, capace di nascondere le sue emozioni dietro quella maschera di cristallo che ormai gli copriva il viso da anni e di prendersi gioco del suo stesso destino. Ma ora, ancora stordito da quel che era successo, non riusciva più a ragionare. Gli sembrava di essere ritornato indietro nel tempo, le sue vecchie inquietudini stavano riaffiorando. Ora stava avendo paura di se stesso, di quello che la procedura l’aveva fatto diventare. Fissò il suo Bey tirandolo fuori dalla tasca nascosta dietro il mantello.

“Nessuno mi terrà più al guinzaglio, nessuno ci riuscirà più” le parole uscivano da sole, le lacrime scendevano copiose brillando alla luce opaca che attraversava le fitte nubi, ma il tono era fermo, deciso, non tremo un istante.

Con scioltezza si tolse l’armatura d’orata e il mantello, il metallo risuonò secco sulle rocce alle sue spalle.
 
Era ora di affrontare le sue paure una volta per tutte. Fece un passo in avanti sporgendosi verso l’abisso.

Rimasto con la sola tuta aderente addosso e smanicata fissò gli scogli sotto di lui.
 

“Lascia che il mare anneghi le mie paure..”

Allargò le braccia sentendo le goccioline penetrare anche sotto i guanti.Lasciò andare il capo all’indietro, chiudendo gli occhi, come a mostrare agli dei le lacrime che gli rigavano il viso, come a mostrarsi debole di fronte a loro e ammettere di avere perso, riconoscendo gli sbagli che aveva fatto e rimpiangendo nuovamente quello che era una volta: un bambino semplice, presuntuosetto e un po’ testardo che non si lasciava mettere i piedi in testa; ma, soprattutto, un bambino a cui non si chiedeva niente, solo di vivere la sua vita, non di portare a termine incarichi più grandi di lui.
 
Era stufo.
 
Stufo di essere quello che era.
 
Voleva cambiare.
 
Mai più una cavia da esperimenti.
 
Strinse forte Kerbecs dentro al pugno.
Un balzo e si lanciò in acqua, il cuore cessò di battere per un istante.
 
Il petto gli andava in fiamme, così come la mano che stringeva il Bey.
 
Sentì il cerbero dell’Ade urlare spaventato dentro di lui quando venne a contatto con l’acqua fredda.

“Lascia che il fuoco accenda le mie speranze…”

Riemerse dalle onde tirando un respiro affannato.

Il fuoco dell’Ade si era spento…

“Perché l’acqua spegne il fuoco e non il contrario…”

Damian Hart era rinato, non sarebbe stato più lo stesso di prima, non avrebbe commesso gli stessi sbagli.
 
Damian Hart era un’altra persona adesso.

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Capitolo 2
*** Il numero 2 al mondo ***


 
Padrone di me stesso
 
 
 
 
 
Stava camminando da un paio d'ore senza una meta precisa, aggirando la costa, calpestando solo sabbia e rocce e senza la minima idea di dove andare.
Sembrava un vagabondo, col mantello e l'armatura in spalla.
Il mare sembrava essersi calmato, ma le nuvole grigie persistevano nel cielo.
Era impossibile determinare un'ora ma stando a quello che si ricordava dovevano essere le 8 di sera.
Superò un ammasso di scogli e sentì degli schiamazzi provenire da chissà dove. 
Accelerò il passo e poco più avanti di lui vide un gruppo di ragazzi. Poi sentì quel rumore, quell'inconfondibile rumore di metallo contro metallo, il brusio incessante della rotazione e la punta che tagliava la sabbia alzando polvere dal terreno. No, non si era sbagliato...si avvicinò un po' di più, ma sempre rimanendo a distanza di sicurezza, all'ombra delle palme, per non essere visto. Quei ragazzi stavano combattendo con i loro Bey. Una morsa di nostalgia gli attanagliò il cuore.

- Vai, vai, forza continua ad attaccare, così bravo!!!- urlavano.

- Respingi gli attacchi, ce la puoi fare, vai così!!!-

Un sorriso amaro piegò la labbra sottili del numero 2 al mondo.

"Già il numero 2..." si disse tra se.

- Hey, tu! Cosa ci fai qui?- un ragazzo alto coi capelli blu scuro alzò 
la voce contro di lui.

- Già, che vuoi?- continuò il piccoletto di fianco a lui.

- Se cerchi rogne sei nel posto giusto!- ruggì un grassone afferrando il Bey minaccioso.

Uscì allo scoperto indossando l'armatura col mantello.

- Andiamo ma guardetelo... - un altro ragazzo coi capelli bianchi fermò il suo Bey nel pugno, guardandolo con aria superiore - Ma chi ti credi di essere il principe azzurro, conciato così. Mi fai quasi pena...- 

Con passi lenti e felpati si avvicinò a loro.

- Chi ti credi di essere tu, piuttosto, un pirata ? Con quella benda sull'occhio fai ridere...- rispose a tono.

- Umh..- grugnì irritato quello facendo un passo avanti, ma fu prontamente bloccato dal ragazzo col poncho e i capelli blu.

- Fermo, Dylan!- lo redarguì - Osserva, ha un Bey...- 

- Combatti?- domandò il piccoletto coi capelli viola e la canotta.

- Mmh Mmh...- annuì.

- Bhe se è così allora fammi vedere di cosa sei capace ...- Dylan caricò il Beyblade sul lanciatore.

- Non penserai di affrontarmi da solo, spero...- ecco che sentiva la sua solita sicurezza avanzare dentro di lui, stava tornando il Damian di sempre: spavaldo, orgoglioso e maledettamente bastardo...

Sorrise compiaciuto della sua stessa battuta.

- Forse lo stai sottovalutando...- disse il grassone.

- Eppure io quello l'ho già visto da qualche parte...- sussurrò Capelli Blu a Mr.Pirata .

- No no, forse siete voi che mi sottovalutate...-

- Ti affronterò io...- si tolse il poncho e caricò il Bey, pronto a essere lanciato.

- Mh mh... - scosse la testa - o tutti contro me o niente, non ho tempo da perdere con voi...-

- Ma senti che sbruffone!- il nanetto caricò a sua volta il Bey-

- No ragazzi lo affronto solo io, giù i lanciatori-

- Ma Nyle...- il pirata sembrava contrariato.

- Ma allora sei gnucco...- picchiettò il dito sulla testa - O tutti o niente, perché se ti batto poi gli altri vorranno confrontarsi con me, e io ho detto che non tempo da perdere...-

- Eh va bene, come vuoi, ma quando il tuo Bey sarà ridotto in polvere non venirti a lamentare da noi-

- Tranquillo, sarete voi a tornare dalla mamma piangendo...- tirò fuori il lanciatore e caricò Kerbecs.

Tutti pronti col lanciatore in mano, ancora pochi secondi e si sarebbe scatenato l'inferno, il suo inferno...questa era la solita calma prima della tempesta.

- 3, 2, 1, prontiiii...LANCIO!!!-

I Bey iniziarono a ruotare intorno al suo Kerbecs. Non erano velocissimi, solo il Bey di Capelli Blu sembrava all'altezza, ma comunque troppo lento per stare dietro al suo.

- Forza ragazzi facciamogli rimangiare le parole che ha detto.- urlò Capelli Viola.

- Cosa c'è principino sei rimasto impietrito di fronte alla nostra potenza?- lo sminuì il grassone con la bandana.

- Forza attacchiamolo insieme- a quelle parole i 4 Beyblade gli si scagliarono contro. 

Kerbecs non vacillò suscitando lo stupore generale.

- Accidenti!- sbuffò il Pirata.

- Mhfp..se pensate che questi subdoli attacchi mi spaventino, bhe, avete sbagliato di grosso.-

- Devo ammettere che sei bravo...- Nyle sembrò consapevole a cosa andava in contro.

- Vuol dire che continueremo!- il piccoletto, invece, non aveva ancora capito con chi aveva a che fare, meglio per lui...

Kerbecs venne nuovamente attaccato, ma non accadde nulla.

- Ragazzi così non gli facciamo neanche il solletico...è ora delle mosse speciali, forza tutti insieme!- 

- Dolphin, attacco del delfino reale!-

- Gazelle, tempesta urlatrice-

- Tiger, morso della verità!-

- Wildcat, artiglio squartatore!-

- Principianti...- sussurrò a se stesso.

- E fatta, abbiamo vinto, il tuo povero Bey non credo che lo rivedrai più...- Dylan sembrava proprio convinto che 4 attacchi combinati riuscissero per sconfiggere il Guardiano, che ingenuo...

- Ne sei sicuro, ha me non sembra proprio...-

La nuvola di polvere mista a sabbia che si era alzata si stava assottigliando e la visibilità stava migliorando.

- No, ma come è possibile ...- Nyle non credeva ai suoi occhi il Beyblade di Damian continuava a girare come se non fosse successo niente.

- Come avete visto i vostri attacchi non hanno alcun effetto, ora tocca a me divertirmi un po' ... Kerbecs, Strada dell'Aldilà!-

- Come hai detto scusa? Ke-Kerbecs?- i 4 ragazzi erano allibiti.

- Lo sapevo... - mormorò Capelli Blu - Ecco chi sei... Tu, tu sei Damian Hart...il leader degli Starbreaker...la squadra americana...-

- Aahhhhahhhh....ma bravo, vedo che mi hai riconosciuto finalmente- il tono era spietato, le parole malvagie e crudeli - Avreste fatto meglio a chiedere chi ero prima di affrontarmi spavaldamente. Avete commesso un errore che vi costerà caro! E ora vi condurrò verso un baratro da cui uscirete sconfitti, il baratro dell'Ade!- 

Una spaventosa fornace infuocata si alzò verso il cielo investendo i Bey avversari e carbonizzandoli all'istante.
Afferrò Kebecs fumante tra le dita.
Dolphin, Gazelle, Tiger, Wildcat, tutti distrutti, non rimaneva che l'anima in metallo di quelli che una volta erano Beyblade.

- Bhe a questo punto io tolgo il disturbo...ahahahaaaaa..-

"Malvagio, spietato, terrificante, crudele..." lui era tutto questo, un cocktail mortale.
Stava scendendo la sera doveva trovarsi un posto per dormine, e non aveva la minima di dove andare; guardò all'orizzonte, là dove mare e cielo si univano, era terra quella che vedeva? Un isola?

- Quella è un isola?- chiese ai ragazzi più indietro di lui, anche se a vedere come erano conciati non sembravano troppo affidabili.

- Sì, girano voci che Ginka, Kyoya e altri blader siano lì per allenarsi in preparazione al prossimo mondiale...- annuì il grassone ancora in ginocchio dopo la sconfitta.

- C'è un traghetto che parte ogni mattina e porta la gente laggiù, puoi prendere quello...- continuò il piccoletto.

Tutto sommato dopo la batosta sembravano molto più amichevoli.
Continuò a camminare in riva al mare finché il buio fu così fitto da non riuscire più a vedere a pochi palmi dal naso.
Stese il mantello sotto le palme e ci si coricò sopra. 
Estrasse Hades Kerbecs dalla tasca posteriore e lo fissò alla luce opaca della luna.
- Io e te cambieremo la storia del Beyblade, sarò il più forte nessuno mi batterà perché  io sarò imbattibile!- 
Poi, tutto d'un tratto, come un bagliore proveniente dall'alto. Una luce abbagliante, chiuse gli occhi accecato da quella vista e poi... Più niente, tutto ritornò normale.
Guardò nuovamente il suo Bey e vide come un luccichio intrappolato sotto il metallo, ora Kerbecs emanava come anche una carica nuova, una potenza non sua.
Cosa era successo? 
Perché si sentiva più forte e più potente di prima? Percepiva come una scarica elettrica che dalla ruota di fusione passava al palmo della sua mano.
Non voleva pensare, non voleva capire quello che era successo, non gli importava.
 
- Come fuoco, esattamente come fuoco...- queste furono le ultime parole che pronunciò prima di addormentarsi, queste furono le parole che aprirono le porte dell'incubo.
 
 
 


" Certe paure rinascono dalle proprie ceneri
  Certi incubi non terminano al risveglio
  Nessuna morte si rassegna al silenzio."  (Tratto dal libro "la fenice rossa" di tess gerritsen)
 
Si svegliò con ancora quelle parole che gli rimbombavano in testa.
 
Si stroppiciò gli occhi cercando di ricordare cosa era successo la sera prima.
Ah, sì, ora ricordava, la luce, quel bagliore improvviso.
E istintivamente la domanda che gli vorticava in testa era " Perché? "
Solo dopo parecchi secondi lo collegò al Bey e quello strano brillare che aveva preso appena dopo l'accaduto.
" Nessuna morte si rassegna al silenzio..." quella era la nuova frase.
Questo era il terzo giorno consecutivo che rifaceva lo stesso incubo, ogni notte si aggiungeva una frase. Il primo giorno recitava " Certe paure rinascono dalle proprie ceneri..." il secondo " Certi incubi non terminano al risveglio..." ed infine l'ultimo della notte scorsa " Nessuna morte si rassegna al silenzio " 
Non era la prima che ci faceva un pensierino, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine, quindi non ci faceva neanche più caso. 
Si decise finalmente ad alzarsi scrollando il mantello pieno di sabbia prima di rimetterselo in spalla.
Sapeva che se avesse dormito ancora un paio di giorni in quelle condizioni gli sarebbe venuto un mal di schiena atroce, ma scacciò via il pensiero.
La notte prima aveva intravisto nell'oscurità una specie di penisola che si allungava sull'acqua. Bhe quella che pensava essere un limbo di terra era invece un piccolo molo per attracco barche. Si avvicinò al cartello issato a una parete di legno constatando che in effetti il traghetto avrebbe fatto scalo lì verso le 8:15, osservò l'orologio elettronico di fianco al pannello erano le 8:10 e non si vedeva neanche un'anima in giro. Non fece in tempo a formulare quel pensiero che una signora di età piuttosto avanzata spuntò tra le palme e si sedette sulle panchine in pietra lì vicino.
Lo squadrò da capo a piedi con aria perplessa.
Probabilmente stava pensando che il suo abbigliamento non era dei più comuni, per non parlare della pettinatura.
Ancora piazzato davanti al pannello in legno con le mani sui fianchi cercò lo specchio della sua figura che si rifletteva sulla superficie plastificata, si diede una rapida occhiata.
In effetti la nonnetta non aveva tutti i torti.

- Oh, è arrivato...- sospirò l'anziana signore, mentre con un notevole sforzo si alzava dalla panchina.

Si girò di scatto osservando l'imbarcazione avvicinarsi sempre più.

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Capitolo 3
*** Legend Blader ***


"Quello che devi fare" disse la Scimmia " è attirare il mostro per farlo uscire dalla sua tana, ma stai attento a che sia una lotta al quale puoi sopravvivere".
Wu Cheng'en/ il viaggio in occidente .
 
 
 
- Vai così Pegasus, non lo mollare - 
 
- Forza, Nero Leone muro insormontabile! -

I Bey si scontrarono violentemente, alzando una colonna di polvere.
Ma una scheggia infuocata si intromise nel combattimento dividendo i due contendenti e sbalzandoli uno lontano dall'altro.

- Ma che diavolo...- Kyoya fu investito dalla cappa fumogena.

- Ma guarda un po' chi si rivede...-

- Chi sei?- Ginka non vedeva niente, l'aria era impregnata di sabbia.

La colonna di polvere venne bucata dai raggi del sole, fino a sciogliersi completamente.
I lineamenti di una figura si fecero sempre più limpidi.

- Da-Damian!?-

- Sono venuto a sapere che vi allenavate qui e ho pensato di fare un salto...sai com'è certe conoscenze entrano nel cuore...- una risata sfuggì alle labbra del Guardiano.

- Se sei venuto per vendicarti di qualcuno puoi anche tornartene da dove sei venuto!- il tono di Kyoya non era molto amichevole.

- Vendicarmi?Io? Lo sai che non sono il tipo che fa questo genere di cose...non pensavo dubitassi così tanto di me- disse con la voce più mielosa che gli riusciva.

- Uhm, ti metti pure a fare lo spiritoso Damian, sai non ti riesce molto bene o forse solo non ti si addice - 

- Tranquillo sono venuto solo per regolare un conto personale, niente di che...-

- Immagino...-

- Vediamo se in due riuscite a sconfiggere Kerbecs...-

- Se non ricordo male ti abbiamo già battuto...dimmi senza più procedure come hai fatto a migliorare se non sai neanche in che cosa consiste un allenamento?- 

- Ah, non mi importa!!! Non credo che serva a battervi, è molto più facile a dirsi che a farsi...-

- Fa come vuoi per l'ennesima volta ti manderemo a casa a calci, forza Ginka facciamo vedere a questo sbruffone come si gioca a Beyblade-

- Ne riparleremo tra qualche minuto...-

I Bey cominciarono ad attaccare Hades Kerbecs con tutta la potenza.

- È inutile...questi attacchi non hanno alcun effetto su Kerbecs-

- Ah sì e questi invece? Nero leone muro insormontabile!-

- Pegasus scatenatore di tempeste!-

Diretti a tutta velocità contro il Bey avversario Rock Leone e Galaxy Pegasus non avrebbero mai immaginato che Damian potesse diventare così potente in pochi giorni.

- La spavalderia può essere un arma letale per un avversario, ma anche il peggior sbaglio che avreste mai potuto commettere...- 

Sentì che una potenza disumana si impadronì del suo corpo, mentre l'adrenalina saliva alle stelle, e i suoi lineamenti si circondavano di un'aurea infuocata.

- Ti ricordi Kyoya quando mi dissi che se continuavo a farmi tenere al guinzaglio non avrei mai capito..., beh, adesso credo di aver recepito cosa intendevi quel giorno, non c'è più nessun collare a tenermi a bada, e in effetti avevi ragione, una volta lasciato libero la potenza di Kerbecs è aumentata sempre più, è incontrollabile ora, imbattibile...Sarete i primi a sperimentare sulla pelle la reale potenza di Hades Kerbecs, tenetevi pronti perché vi si spalancheranno le porte dell'Ade...-

- Ma cosa dici..-

Una mostruosa vampata di fuoco si alzò verso l'alto, il terreno tremò sotto i loro piedi, l'onda d'urto li sbalzò indietro di parecchi metri.
 
Ginka fu il primo ad aprire gli occhi dopo le fiamme si furono ritirate, la vegetazione tutta attorno non esisteva più, Desolazione era la parola che più si addiceva.
Kyoya tossì malamente di fianco a lui.

- È tutto a posto?- gli domandò.

- Dov'è Leone?-

I loro Bey giacevano a terra, non giravano, mentre Kerbecs ruotava vacillando.
Kyoya alzò lo sguardo, Damian era in piedi, il suo petto si alzava e si abbassava nervosamente, lo sguardo puntato al suolo, la braccia a penzoloni.
 


Riusciva a dischiudere gli occhi, ma a scatti e per pochi secondi, sentiva il fiato mancargli e la testa gli faceva male, vide Pagasus e Leone fermi a terra, poi il suo sguardo si fermò su Kerbecs, girava, girava ancora.

- Ho vinto- riuscì a sussurrare.

Poi sentì le ginocchia scricchiolare sotto il suo peso, non lo avrebbero retto ancora a lungo, la vista si annebbiò sempre più, finché il buio non prese il comando.
 


Sentirono un tonfo, Damian giaceva a terra, non si muoveva.

- Kyoya...- lo scosse per un braccio- guarda...-

Kerbecs si fermò solo in quel momento.
Si alzarono e raccolsero i loro Bey, non erano messi molto bene, ma il Bey di Damian era conciato molto peggio.
Si avvicinò e lo prese in mano, scottava ancora, ma le crepe al suo interno erano profonde e non promettevano niente di buono.

- Damian?- Ginka lo scosse per una spalla, ma il ragazzo non si mosse.

- È svenuto- Kyoya sentiva che respirava.

- Ragazzi, ragazzi!- Madoka, Benkei, Yuki e Kenta li stavano venendo in contro.

- Che è successo, abbiamo sentito un boato pazzesco e visto una colonna di fuoco alzarsi dalla foresta - Benkei aveva il fiatone.

- Ginka ma quello che hai in mano è...- Madoka non credeva ai suoi occhi.

- Hades Kerbecs!- dissero tutti all'unisono.

- Ma Damian?- domandò Kenta.

Ginka fece segno con la testa qualche metro più in là, indicando il ragazzo disteso a terra

- Non capisco- esordì Yuki - ma come...?

- Ci stavamo allenando quando si è intromesso nel combattimento e ci ha sfidato e..- Kyoya si fermò.

- Da come è ridotto Kerbecs sembra che siate voi i vincitori- disse Benkei.

Ginka e Kyoya si fissarono.

- In verità- continuò Ginka - è stato lui a vincere il combattimento, ci ha sconfitti entrambi...e poi è svenuto.-

- Vuoi dire che vi siete fatti battere da una canaglia come quella! - Kenta non credeva al racconto dei due.

- Anche se mi rode ammetterlo, Damian ha sfoderato una potenza mostruosa, è stato impossibile contrattaccare il suo fendente- 

- Ma Kyoya...-

- Ragazzi, non possiamo lasciarlo qui...- Ginka si avvicinò al ragazzo disteso.

- E cosa vuoi fare?- 

- Lo porteremo in casa, da noi, non possiamo fare altro per ora, almeno finché non si sveglia- 

- Ma Ginka, ti ricordi quello che ha fatto a Tsubasa e Yu? Io non mi sento tranquilla con un soggetto del genere in casa- Madoka puntò i piedi per terra.

- Così è innocuo- 

- Si ma quando si sveglia-

- Non credo che resterà qui a lungo!-

- E va bene...- sospirò - ma quando si sveglia mettetegli le manette, per favore!-
 
 


Dei rumori provenienti dalla stanza accanto lo svegliarono.
Sbatté più volte le palpebre, finché non fu completamente sveglio, la testa gli faceva ancora male.
Si alzò dal letto origliando alla porta.

- Accidenti questo Bey ha una ruota di fusione grandissima!-

- Ci vorrà ancora molto Madoka, per ripararlo?-

- No ho quasi finito-

- Guarda la ruota di fusione! Non ho mai visto niente del genere!-

- Kerbecs è uno dei Bey più potenti che abbia mai visto!-

Aprì la porta di scatto.

Ginka e degli altri ragazzi erano seduti intorno al tavolo, la ragazza aveva in mano Hades Kerbecs.

- Che stai facendo al mio Bey?- il tono era duro e spietato.

- Lo sto solo riparando...era conciato piuttosto male!-

- Ah, ma guarda ti sei svegliato!- Kyoya insieme e Benkei apparvero sulla soglia della porta d'ingresso.

- E quindi sei tu Damian, quella canaglia che ha fatto del male a Yu e Tsubasa- disse il ciccione.

- Non volevo farli del male, semplicemente pensavo che avrebbero retto il mio attacco, volevo spaventarli, ma probabilmente li ho sopravvalutati- le parole furono seguite da una risata malvagia.

- Ah si è, adesso ti faccio vedere io!-

Benkei scattò in avanti ma fu prontamente fermato da Kyoya.

- Fermati Benkei, ti sta solo prendendo in giro, non vedi, il suo scopo è farti andare fuori di testa! Non cadere nella sua trappola!-

- Bravo scimmione, ascolta il tuo amico, è meglio per te...-

- Basta Damian!- anche Ginka era contrariato.

Benkei si decise a mollare la preda.

- Cambiando discorso- Madoka riconsegnò i Bey a Ginka e Kyoya - Ho finalmente capito quali sono state le modifiche apportate ai vostri Bey, Leone ha una ruota di fusione che può essere usata anche alla rovescia, mentre Pagasus ha delle nuove alette seghettate che si scoprono a comando.-

- Quindi i nostri Bey sono diventati più potenti dopo che il frammento di stella li ha colpiti-

- Di cosa state parlando? Il frammento di stella?- Damian era perplesso.

- Oh è una storia lunga...sai com'è Kyoya e Ginka e Yuki sono dei blader 
leggendari perché i loro Bey posseggono al loro interno un frammento di stella!-  si vantò Benkei.

- E come è successo?-

- Siamo stati investiti da una luce proveniente dal cielo e poi...-

- E poi il vostro Bey ha iniziato a luccicare, vero?-

- E tu come fai a saperlo?- Benkei si fece scuro in viso.

- È successo anche me l'altra sera...-

- Cosa?- gridarono tutti.

- Quindi anche tu sei un legend blader...- la voce di Kenta era rotta dallo stupore.

- Ecco perché sei diventato così forte in poco tempo…-

- Ecco, ho finito!- mormorò Madoka – Hades Kerbecs è pronto!-

-  Scusa, ma se anche Damian è un legend blader allora anche Kerbecs dovrebbe essere stato modificato.-

- E’ vero Ginka ha ragione, ma io non ho notato niente di strano durante la riparazione…-

Damian si avvicinò al tavolo prendendo il suo Bey, e fece per andarsene.

- Ehi, aspetta un attimo, dove vai?-

- Lontano da qui- lo liquidò.

- E dove, scusa?Non c’è niente su quest’isola, solo mare e vegetazione, questa è l’unica abitazione- Ginka cercò di farlo ragionare.

- Andiamo Damian, potresti allenarti con noi se resti…-

Si fermò sulla soglia.

-Tutto sommato non è una cattiva idea- ammise Kyoya - anche tu sei un blader leggendario se resti saremmo in quattro, ci si potrebbe allenare bene-

- Kyoya…- lo ammonì Benkei che non sembrava molto contento all’idea.

- Anche se ci rode, ragazzi, dobbiamo ammettere che sarebbe molto comodo avere un altro forte blader tra noi, sarebbe molto utile e costruttivo- poi si girò verso Damian e con tono aspro disse - sempre se qualcuno è disposto ad accettare le regole che vigono in questa casa-

- Resterò solo a una condizione- iniziò - io mi voglio allenare da solo, non ho bisogno del vostro aiuto, quindi…voi continuate pure a fare i vostri giochetti inutili, mentre io mi allenerò in disparte…-

-Ah, ma sentilo, ha anche il coraggio di fare il superiore davanti ai 2 blader che l’hanno umiliato pubblicamente…cosa c’è non li credi all’altezza di allenarsi con te?- Benkei gli si era avvicinato, aveva impugnato la catena dell’armatura e ora a un palmo dal suo naso lo scrutava imbestialito.

-Cosa c’è palla di lardo, hai forse paura che mandi in coma anche i tuoi 2 amichetti proprio come ho fatto con Tsubasa e Yu, stai attento perché anche tu non faresti una bella fine- il ragazzone non si era neanche accorto di avere il lanciatore puntato sullo stomaco.

-Ma come ti permetti!?- gli urlò in faccia facendosi più vicino e sentendo la forma del lanciatore sul ventre, sulle labbra di Damian comparve un sorrisetto sarcastico. Poi il rumore del filo che veniva tirato… cercò di coprirsi istintivamente.

Il lanciatore girò a vuoto.
Il leader degli Starbreaker scoppiò a ridere.

- Stai attento palla di lardo- disse tra una risata e l’altra - perché la prossima volta potrebbe essere carico…!-

Ripose il lanciatore e uscì correndo.
Stava per girare l’angolo della casa quando si scontrò con una persona, caddero a terra entrambi.

- Accidenti, ma ti è saltato il cervello? Guarda un po’ dove vai la prossima volta!- una ragazza coi capelli castani si massaggiava la fronte, un cestino di vimini giaceva rovesciato al suolo, e tutti i frutti che avrebbe dovuto contenere erano sparpagliati lì intorno.

La voglia di risponderle a tono era tanta, ma tacque perché sapeva di avere torto.
Fu il primo ad alzarsi e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.
Lei la prese, sempre tenendosi una mano sul viso e iniziò a raccogliere i frutti per terra.
Lui la aiutò.
Stava per raccogliere l’ultimo, una pesca rossa, quando anche lei fece lo stesso.
Le mani si sfiorarono in un tocco leggero, e subito i due sguardi si incrociarono. 
Rimasero li a guardarsi per un attimo che sembrò non finire mai.
Poi  lui, alzandosi, le porse la pesca.

-Ma tu chi sei?- gli chiese prendendo il frutto.

Il tempo di abbassare lo sguardo per posarlo nel cestino e lui era già troppo lontano, stava correndo via verso la foresta.
Riprese in mano la pesca che gli aveva dato, fissandola intensamente, rivedeva il suo sguardo riflesso sulla pelle del frutto, lo sguardo più bello che avesse mai visto. 

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Capitolo 4
*** Non ho paura ***


 
-Amber?- Madoka richiamò la ragazza che sembrava immersa nei suoi pensieri - Stai bene? Ti vedo strana.-
 
-Si, tutto a posto Madoka…piuttosto, avete avuto visite prima?-
 
- Intenti Damian?-
 
- Non so, prima quando sono tornata ho incrociato un ragazzo…-
 
- Si sarà stato lui, tuta bianca e nera, armatura d’oro, mantello e una gran faccia tosta!-
 
- Sì, mi ricordo solo del mantello…
 
Già, eri troppo impegnata a guardarlo degli occhi per notare come era vestito le ricordò una vocina maliziosa nella sua testa.
 
-Ma chi è?-
 
- Un pianta grane…stagli lontano…è un consiglio!- prese fiato per continuare- Damian era il leader degli Starbreaker, la squadra americana contro cui abbiamo vinto la finale del torneo Big Bang Blader, e lui in particolare a disputato la finalissima contro Ginka, è stato un match duro ma abbiamo avuto la meglio.-
 
-E perché vi sta così antipatico?-
 
- Perché è stato lui a conciare Tsubasa e Yu in quel modo…-
 
-Cosa?? E come a fatto? -
 
- Ci stavamo allenando, più in particolare io e Kenta stavamo testando Eagle e Libra, quando è arrivato lui…ha chiesto se poteva testare anche il suo Bey insieme a Tsubasa e Yu, poi…- Madoka si fermò , l’orrore di quel giorno era ancora vivido nella memoria - poi… un’esplosione devastante, quando il fumo è calato abbiamo visto loro due distesi a terra, lui era sparito, poi la corsa in ospedale, neanche i medici sapevano quando si sarebbero risvegliati, sono stati 3 giorni in coma farmacologico…- con le mani si stropicciò gli occhi.
-Damian è un blader dalle potenzialità disumane, era un cavia di Ziggurat prima del tramonto della Hades Inc, oggi è tornato e ha sfidato Ginka e Kyoya, li ha battuti, ma la notizia che ci ha spaventati  di più è che anche lui è un Legend Blader…!
E’ un essere molto pericoloso e malvagio, da fuori non sembra, ma dentro di sé è un diavolo che veste forme umane. Se lo incontri da qualche parte stagli lontano, non lo sfidare, fa finta di niente…-
 
Era rimasta sbalordita da quelle parole, mai avrebbe immaginato che quel ragazzo fosse così crudele.
 
- Ginka gli ha chiesto se voleva restare e allenarsi con loro, anche se io non sono molto contenta all’idea…con Benkei sono state scintille dal primo scambio di parole, ci è mancato poco che non gli piantasse un bey nello stomaco…-
 
A quelle  parole uscì di casa. Quella dichiarazione l’aveva scossa nel profondo. Aveva sempre creduto di poter capire una persona solo guardandola, ma si era sbagliata…non aveva capito niente di Damian, eppure, quando lo aveva guardato, le era parso di sentire un cuore che batteva nella cassa toracica, le sembrava di aver percepito un barlume di bontà dietro quegli occhi di ghiaccio, freddi al primo impatto, ma che scaldavano l’anima se venivano fissati, ovunque quello sguardo si posava lasciava dietro di sé una scia infuocata. 
Si era veramente sbagliata sul leader degli Starbreaker?
 
Si avviò verso la vegetazione, voleva fare un giro.
Sperava con tutta se stessa di rincontrare quel ragazzo, non le importava cosa aveva detto Madoka, non aveva paura, era pur sempre un giovane della sua età…
Aveva un Beyblade, se si stava allenando non sarebbe stato difficile trovarlo.
 
 

Si fermò quando giunse in spazio aperto, libero dalla vegetazione.
Lanciò il Beyblade, Kerbecs era diventato più forte, questo era un dato di fatto…
Si avvicinò ad un albero robusto.
Il Bey iniziò ad attaccarlo, il tronco cigolò, il taglio perpendicolare era profondo e netto.
Un fruscio di foglie e cadde a terra.
Fece la stessa cosa con un altro albero, e poi un altro ancora.
Non voleva allenarsi con Ginka e gli altri, non voleva scoprire così le sue carte, dopotutto tra quasi un anno esatto ci sarebbe stato un altro torneo mondiale, non sapeva come e con chi avrebbe partecipato, Jack era scomparso, come lui, Zeo probabilmente si sarebbe unito a Masamune e Faust (Toby) creando un nuovo terzetto. La squadra Starbreaker non esisteva più.
 
 


Udì un rumore sordo provenire dalla sua sinistra, come un albero abbattuto.
Si incamminò, seguendo quel fruscio, e nuovamente quel tonfo, sembrava che qualcuno stesse disboscando la zona.
Finalmente vide con i suoi occhi un arbusto crollare a terra proprio davanti all’albero dietro cui era nascosta.
Non calcolò però che anche il suo albero era preda del disboscamento.
Le stava crollando addosso, con un balzo riuscì a togliersi dalla traiettoria andandosi a nascondere dietro all’albero adiacente, rannicchiandosi, sapendo di essere stata vista.
 
-Ehi - urlò il ragazzo -Chi sei? Se non vieni allo scoperto sarò costretto ad abbattere anche l’albero dietro cui ti nascondi…!- 
 
 Aveva riconosciuto la sua voce , era lui, Damian…
 
Non sapeva cosa fare, era in trappola.
 
-Mi hai sentito! O esci e ti fai vedere o giochiamo a guardia e ladri-
 
Sentì un brusio avvicinarsi a lei, un Beyblade oro vorticava dinanzi a lei, minaccioso.
Scattò in piedi spaventata, uscendo allo scoperto e dando le spalle al ragazzo.
Con lo sguardo seguiva la trottola, che superandola , si era fermata in mano al proprietario.
Meccanicamente alzò sempre più lo sguardo, squadrandolo in completo: gli stivali, la tuta bianca e nera, una piccola armatura d’orata sulle spalle, i capelli azzurro-cobalto. 
Lo guardò dritto negli occhi, sentendo che la stava scottando nel profondo, ma non si curò di distoglierlo.
 
-Ah, ancora tu, cosa ci fai qui?- fu il primo a parlare.
 
-Io, cioè..non è come credi, sono venuta per..- non riusciva ad articolare una frase di senso compiuto.
 
-Lasciamo perdere…- sbuffò, quella risposta strafottente la mandò in bestia - Non hai visto gli alberi che cadevano?- continuò.
 
-Sì, li ho visti ma…-
 
- E non hai pensato che avvicinarsi sarebbe stato pericoloso?- la squadrò con aria superiore.
 
Per la prima volta abbassò lo sguardo.
 
-Allora…?- era impaziente di sapere la sua versione dei fatti.
 
- Sono venuta a cercarti…- ammise senza paura.
 
- Perché?- chiese a quel punto.
 
- Per chiederti cos’hai intenzione di fare.- fu la prima cosa che gli venne in mente.
 
Lui la guardò perplesso.
 
- Sei un’amichetta di Ginka?- chiese avvicinandosi.
 
- No, cioè sì, ma…non mi hanno mandato loro-
 
- E…in che senso “cosa ho intenzione di fare?”-
 
- Beh…non puoi certo mangiare banane e cocchi per settimane, o dormire sugli alberi come tarzan! A meno che tu non abbia alcune doti particolari…- adesso si sentiva più sicura, iniziava a ingranare le marce.
 
- In poche parole mi stai chiedendo nuovamente se voglio stare con voi. Di la verità ti ha mandato Ginka?- si sporse verso di lei.
 
- No, no- agitò le mani -sono venuta di mia volontà, dopo aver sentito del vostro incontro…-
 
-Provalo…- inclinò la testa sempre più vicino, ora i suoi occhi li vedeva fin troppo bene.
 
- Non posso provarlo, è così e basta…fidati.-
 
- E perché tutta questa buona volontà verso di me?-
 
Ecco la domanda che aspettava, sapeva che prima o poi gliela avrebbe fatta, e adesso cosa rispondeva “ No, guarda,  sono venuta a chiederti queste cose perché prima, quando ci siamo incontrati, mi sono persa nel tuo sguardo e mi sono subito precipitata qui senza motivo, solo per rivederti…” bella risposta, brava, non c’è che dire…di disse da sola.
 
- Così…- 
 
-Ah certo, ora capisco…- mormorò- l’hai fatto così, tanto per…- ora sembrava piuttosto seccato.
 
- Te lo dico io cosa è successo…- iniziò - Soluzione A, la più probabile: Ginka e gli altri ti hanno chiesto di venirmi a cercare. Soluzione B: stavi passando di qui, mi hai riconosciuto e stai inventando tutte queste palle solo per farmi perdere tempo…Soluzione C- si fermò un attimo, come avesse timore di quello che stava per dire- Dopo il nostro incontro di prima hai deciso di venirmi a cercare perché- vide un principio di rossore comparire sulle guance- perché, il perché non lo so…!- finì così. 
- Allora quale delle tre scegli?-
 
- La verità è che io non ho paura di te!- lo sfidò con lo sguardo, le vennero in mente le parole di Madoka: “Se lo incontri da qualche parte stagli lontano, non lo sfidare, fa finta di niente…”
 
Non ascoltò quelle parole…
 
- Come, prego?- adesso la stava sfidando anche lui.
 
- Ho detto che non ho paura di te…- questa volta lo disse più forte -Non mi fai alcun effetto, sei un ragazzo normalissimo…!- 
 
Quelle parole lo colpirono nel profondo. 
Aveva detto che era un ragazzo normale, non era diverso dagli altri…come credeva di essere…
 
- Beh, invece faresti meglio ad averne…-
 
Rimasero lì a fissarsi imbambolati, troppo vicini per non conoscersi neanche.
 
Era la seconda volta a distanza di poche ore che si ritrovavano in quella situazione imbarazzante.
 
Lui indietreggiò di qualche passo, ora visibilmente arrossato in viso.
 
Si girò per andarsene.
 
-Adesso sembri tu quello che ha paura se fai così…- 
 
Quello si rigirò adirato,e in pochi secondi annullò nuovamente le distanze tra loro.
 
- Ah, sì è…sono io quello che ha paura, vediamo tra un po’ chi sarà più spaventato…-
 
Tirò fuori il lanciatore facendo partire Hades Kerbecs.
 
- Cancello dell’Aldilà!- 
 
A quelle parole comparve davanti a loro una grande porta, si aprì, mentre al suo interno comparivano tre paia di occhi rossi.
 
Damian la prese per il polso e la tirò verso di sé, facendola aderire al petto, i visi a pochi centimetri uno dall’altro.
 
- Ricordarti una cosa…- la avvisò -chi entra ne esce sconfitto, sempre…-
 
Non rispose, non sapeva cosa dire, si stava perdendo nuovamente in quelle iridi di ghiaccio.
 
 Una luce bianca li avvolse, mentre insieme si lanciavano dentro.

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Capitolo 5
*** Bussare alle porte del cuore ***


“ L’anima di una persona è nascosta nel suo sguardo,
 per questo abbiamo paura di guardarci negli occhi…”  ( Jim Morrison)
 





Aprì lentamente gli occhi, quasi avesse timore di quello che le si doveva prospettare davanti.
 
Il suolo era caldo, lo sentiva dai palmi delle mani poggiate a terra.
 
Si tirò su, facendo leva con le braccia.
 
Dov'era? C'era stata quella luce, poi più niente. Appena prima di essere investita da quel bagliore aveva sentito la sua presenza vicino a lei, il calore del suo corpo a pochi centimetri dal suo, il braccio sottile a circondarle la vita e l'alito leggero sul viso. Poi quella frase, il tono in cui l'aveva detto l'aveva colpita. Seppur fossero parole dure le aveva pronunciate dolcemente, quasi fosse un dialogo tra innamorati.
 
Si raddrizzò ben bene sulle gambe, guardandosi intorno. 
 
Il cielo era ricoperto di nuvoloni neri, in lontananza eccheggiava il rombo dei tuoni e si intravedevano lampi solcare verticalmente quella dimensione così innaturale.
 
-Se hai terrore fuggi.
 Se hai paura urli voltando le spalle.
 Se hai timore svisceri agitandoti.
 Se taci e sei "fredda" beh allora devo riconoscere che sei coraggiosa-
 
Si voltò di scatto verso la direzione da cui proveniva la voce, Damian la stava guardando con aria sprezzante.
 
- Queste cose le ho imparate osservando tutti gli avversari che sono entrati qui, molti hanno avuto reazioni simili alle prime tre, mentre pochi sono rimasti lucidi di fronte al terrore di questa dimensione- alzò le braccia in segno innocenza.
 
- Allora Ginka è uno di quei pochi se non sbaglio, vuol dire che quello che mi hai detto prima non è del tutto veritiero!?-
 
Il ragazzo a quella risposta grugnì irritato.
 
- È stato un caso, ora non c'è più nessuno che riesca a confrontarsi con me, ora sono imbattibile, nessuno riuscirà più a battermi! Io e Kerbecs siamo stati scelti per vincere, potenziati appositamente per dominare il campionato mondiale, ricordatelo!- adesso stava praticamente urlando quella risposta lo aveva scatenato.
 
- Cosa vuoi dimostrare portandomi qui Damian, che sei più forte di me, bhè è inutile perché non possiedo un Bey, oppure vuoi vedere quanto riesco a resistere qui prima di morire di paura?! Eh, è questo che vuoi veramente! È questo che vuoi farmi credere, che sono debole!?- il suo cuore batteva all'impazzata mentre gli scagliava addosso quelle parole.
 
- Io...- non lo sapeva neanche lui perché l'aveva voluta portare lì dentro, per dimostrare cosa? E soprattutto dimostrarlo a chi? Non capiva più niente, la sua voce faceva eco nella sua testa, quasi fosse rimasta intrappolata e non riuscisse ad uscire
 - Dopo quella sconfitta credevo di essermi ripreso, credevo di aver capito cosa volesse dire non commettere gli stessi sbagli, credevo di essere cambiato dopo tutto questo, ma in verità ho sbagliato un'altra volta. Cerco sempre di impormi sugli altri, di primeggiare senza guardare in faccia a nessuno. Ma in verità ci sarà sempre qualcuno più forte di me, non è vero, anche se dovessi essere il numero uno al mondo - aveva lo sguardo fisso al suolo la mano chiusa a pugno che stringeva sempre di più la pelle. Ora parlava sottovoce, a se stesso...
- La verità è che prima di confrontarmi con Ginka lo vedevo come un bambino, "uno che prende i combattimenti come divertimento non potrà mai vincere", questo mi dicevo, ma ora di quel suo infantilismo quasi ne vado geloso, vorrei essere come lui, Ginka non sbaglia mai, è per questo che vince, lui non ha mai sbagliato nella vita, è così perfetto...d'ora in poi lo dovrò prendere come esempio.
 Il beyblade è divertimento, il beyblade è grinta, passione, spirito combattivo, il beyblade è fatto per quelli che non sbagliano mai...!- le voltò le spalle incamminandosi verso il capolinea dell'altopiano su cui si trovavano. 
 
 
 
 
- Kerbecs è un Bey programmato per vincere, la procedura di potenziamento serve proprio a questo, e io partecipo al torneo per vincere, è tutto molto semplice, non ci sono altri motivi...
Il mio unico obbiettivo è portare a termine l'incarico che mi hanno affidato...-


- Capisco non sei il solo a cui hanno fatto il lavaggio del cervello. 
Ti hanno detto di giocare a beyblade e tu hai ubbidito, ti hanno detto di fare da cavia a un esperimento e tu hai accettato.
Mi dispiace anche se sei solo una vittima io non posso permettermi di perdere!
 Devo assolutamente vincere questo match!-


 
 

- No, Damian, ti sbagli- gli si avvicinò
 -Una grande persona non è quella che non cade mai. Una grande persona è quella che sa reagire, che sa accettare una sconfitta, che sa assaporare una delusione traendone sempre una lezione. Una grande persona la vedi da come si rialza dopo una caduta, da quanto sa stringere i denti per assorbire una botta, per quanto dura. È questa la forza di un vero blader- lui si girò verso di lei, aveva gli occhi lucidi. Ma quella visione la rassicurò, allora non si era sbaglia sul suo conto, anche lui aveva un cuore come tutti.
- Ti possono costringere a cadere, possono impedirti di rialzarti, ma non ti possono privare del coraggio di riprovarci un'altra volta.-
 
Il suo sguardo lo colpì dritto al petto, come una freccia scoccata. Quegli occhi, il modo in cui lo guardavano, se ne era accorto solo ora della luce che emanavano, ora se li ricordava. Il suo cuore mancò un battito, no, non poteva essere, perché stava capitando proprio a lui...
 
 
 
- Lo senti Damian? - 

- Cosa?-

- Il tuo cuoricino, proprio qui...sul petto-

- No, io non sento proprio niente-

- Ma se lo sento io che batte...-

- E perché il cuore batte, mamma?- 

- Perché se non battesse ci sarebbe da preoccuparsi..!-

- In che senso?-

- Se batte è perché sei vivo e stai bene-

- E se non batte?-

- Beh, se non batte è perché sei morto o stai per morire-

- Io non voglio morire, mamma..!-

- Prima o poi tutti dobbiamo morire, Damian, e la legge della vita, ma tu stai tranquillo deve passare ancora tanto tempo!-

- E tu mamma quando è che muori, lo devo sapere perché non voglio che accada, devo impedirlo!-

- Non lo so, ma credo che anche io non morirò a breve, forza dammi la mano, lo senti il mio?-

- Sì lo sento, eccolo qui, sembra quasi che qualcuno stia bussando-

- Si è vero-

- Però non mi piace...!-

- E perché non ti piace, Damian?-

- Perché a me fa paura quando qualcuno bussa alla porta, ho sempre paura che sia uno sconosciuto, e tu hai detto di non aprire mai agli sconosciuti, ma se non apro non saprò mai se è uno sconosciuto o qualcun'altro! 

- Hai ragione Damian, non è per niente facile capire se sia la nonna o il ladro che bussa....-

 
 
 



- Mamma...- sentì le lacrime che chiedevano di uscire, non cercò di frenarle, stavolta aveva bisogno di lasciarle andare.
 
- Damian...- lo vide coprirsi il viso con le mani, e singhiozzare disperato.
 
- Cos'hai, Damian?- si era avvicinata ancora di più e gli aveva poggiato una mano sulla spalla, per confortarlo.
 
- Niente, è...che hai gli stessi occhi di mia madre-
 
- E tua madre dov'è, Damian? Sta bene?-
 
- Sì, lei sta bene, è in paradiso...-
 
 

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Capitolo 6
*** La follia che sta dietro l'amore ***


La guardava perplesso muoversi goffamente tra il fogliame, lei davanti ad aprire la strada, lui dietro.
 
Si vergognava come non mai in quel momento.
 
Si era lasciato andare di fronte a lei, una sconosciuta!
 
Aveva esternato i suoi sentimenti ad una persona estranea, ecco di cosa si vergognava!
 
E ora per di più doveva sorbirsi la compagnia dei suoi amichetti.
 
Il cielo si era fatto buio.
 
Pensò che su quell'isola, in mezzo alla vegetazione, era difficile ritrovare il sentiero del villaggio.
 
Immerso nei suoi pensieri non si era accorto che lei si era fermata, e ora stava quasi per finirle addosso.
 
- E adesso che c'è?-
 
- Sssshhhh...-
 
Rimase in silenzio, all'inizio non sentì nulla, ma poi dietro i cespugli si mosse qualcosa.
 
Un leggero ringhio, e ne uscì un lupo.
 
Gli occhi gialli dell'animale puntati in quelli della ragazza.






 
Il respiro che si bloccava.
 
Indietreggiò di due passi, quasi finendogli in braccio, mentre la bestia avanzava ringhiando.
 
- Da-Damian?- dalla gola uscì un rantolo di voce, invece che un richiamo spaventato.

Vide il lupo caricare la preda, pronto ad attaccarli.




 
Agì d'istinto, fece la prima cosa che gli venne in mente.
 
- Giù! - urlò afferrandola per la vita e buttandosi lateralmente insieme a lei.
 
L'animale andò a vuoto.
 



Il cuore cessò di batterle per qualche secondo, sentiva le forme morbide del suo corpo sotto di lei, le sue braccia che la stringevano ancora dopo l'urto, i respiri l'uno sulla faccia dell'altro, gli occhi intrecciati a squadrarsi stupefatti.
 
L'ululato li riscosse.
 



- Spostati! - disse freddo staccandola da sé e alzandosi in piedi.
 
La belva si avvicinò ancor di più a lui, per un attimo temé il peggio.
 



Ma all'improvviso il corpo del blader si circondò di un'aura infuocata, il lupo indietreggiò spaventato, mugolando.
 
Sentì l'energia di Damian diffondersi nel terreno, nell'aria, dentro di lei, e fu come essere percorsa da una scarica elettrica, mentre percepiva uno strano calore salire dai piedi a contatto col suolo, e arrivare dritto al cuore, scottandola nell'anima.
 
Le sembrò di assaggiare tutto il dolore che aveva provato quel ragazzo: la perdita della madre, la sconfitta nel campionato mondiale...tutto il rancore che aveva dentro adesso lo avvertiva anche lei. Doveva aver sofferto molto, ma la sua storia era scritta in quegli occhi di ghiaccio, bastava sapere leggerli, ma ormai lui era come un libro aperto per lei.
 
L'animale scappò via, avvertendo la potenza che stava sprigionando il ragazzo.
 
- Ehi, il tuo braccio!- grondava di sangue, dal gomito fino alle dita della mano destra. Si avvicinò per constatare la gravità della cosa.
 
- Non mi toccare!- grugnì irritato - Sto bene, e ora muoviti, prima arriviamo al villaggio, e meglio è-
 
 Rimase sconvolta da quella parole.
 
" Ma che ho fatto di male...?" si chiese mentre lo vedeva incamminarsi dentro la foresta.
 
 








- Accidenti Amber, eravamo preoccupati!- esordì Madoka.
 
- Già Ginka aveva avvertito il capo villaggio e stava preparando un spedizione per ritrovarti, mentre Kyoya stava per venirti a prendere di persona!- Benkei aveva l'aria ancora preoccupata.
 
- Sapere che eri lì fuori con quell'essere in giro ci ha fatti spaventare tutti...- Kyoya bevve un sorso di tisana dalla tazza a motivi floreali - Poi quando ti abbiamo vista arrivare con lui abbiamo pensato al peggio...-
 
- Quell'essere a un nome...- Damian fece la sua entrata nella casa di legno.
 
- Non c'era motivo di preoccuparsi ragazzi, non mi ha fatto proprio niente, anzi mi ha salvata se devo essere sincera.- 
 
- In che senso salvata?- il viso di Kyoya si illuminò.
 
- Un lupo...nella foresta...- intervenne Damian.
 
- E come è successo?-
 
A quella domanda si guardarono negli occhi, non sapendo come rispondere.
 
- Mi stavo allenando, quando ho sentito chiamare aiuto, erano le sue urla, sono corso sul posto e poi il resto....- Damian sbloccò la situazione, lei abbassò il capo, come a ringraziarlo.
 
- È tutto vero, si è anche ferito per salvarmi...- accennò con la testa al braccio ancora grondante del liquido vermiglio.
 
- Comunque ero al sicuro con lui, per tutto il ritorno mi è stato vicino...-
 
- Mmhh, confortante...- sbuffò Kyoya guardandolo male.
 
- E così gli ho chiesto se voleva restare con noi...- si rigirò il bicchiere tra le mani -E ora se scusate, ma devo medicarlo, la ferita non guarisce da sola...- si alzò dalla sedia uscendo in cortile, Damian le stava venendo dietro, ma fu prontamente bloccato da Kyoya contro la parete del muro.
 
Il ragazzo dai capelli verdi lo squadrò con aria superiore.
 
- Giuro che se ti azzardi anche solo a sfiorarla con un solo dito ti smonto pezzo per pezzo con le mie mani...- gli sussurrò vicino puntellando l'avambraccio nello stomaco dell'americano.
 
- Mh mh mh, cos'è gelosia nelle tue parole...?Sei forse geloso di me? Perché io l'ho salvata dalla bestia feroce e tu no? Perché per una volta sono io l'eroe...?-
 
- Mmhpf, tu non me la conti giusta, sbruffone; te lo ripeto, prova a toccarla e giuro che fai una brutta fine, questo vale anche per Madoka e Kenta....-
 
- Oh, che paura, sto tremando come una foglia...- sogghignò malvagio.
 
Lo spinse via e si incamminò sul retro della casa.
 


- Oh, ce l'hai fatta finalmente...- Amber aveva già preparato i tamponi e il disinfettante.
 
- Il tuo amico mi ha appena fatto una bella ramanzina, sembrava piuttosto preoccupato per te...- si sedette sul tavolo, sfilandosi l'armatura e il mantello.
 
Lei non fece una piega, rimase impassibile mentre gli medicava il braccio con una fasciatura.
 
Ogni tanto incrociava il sua sguardo, ma si curava di distoglierlo velocemente.
 



- Ecco fatto!- lui senza fiatare si rimise addosso le sue cose.
 
- Potresti almeno ringraziarmi, visto che ti ho medicato....- cercò il suo sguardo, e lo trovò, trovò due perle di ghiaccio che la scrutavano irrequieti.
 
- E così sarei io quello che deve ringraziare....- si sistemò il tessuto bianco che scendeva fino al ginocchio.
 
Amber si incamminò verso la soglia, dandogli le spalle.
 
- Se non sbaglio sei tu quella in debito con me, mi devi un doppio favore, prima ti salvo la vita, e poi ti copro le spalle.- incrociò le braccia al petto.
 
- Ah ma sentilo, li offro ospitalità, metto una buona parla su di lui e ha anche il coraggio di dirmi che lo devo ringraziare....! Bella questa, davvero esemplare....complimenti!-
 
- Mhpf, sei fortunata sai, perché se avessi un Bey a quest'ora sarebbe ridotto in mille pezzi, insieme al tuo orgoglio...e, fidati, non ti anniento, non perché il tuo amichetto mi ha raccomandato di fare il bravo ragazzo, ma perché ho pena di te, ricordalo...- aveva detto avvicinandosi.
 
Quelle parole la mandarono in bestia, come si permetteva? Lui aveva pena di lei? No,piuttosto era il contrario...!
 
- Semmai sono io ad avere pena per te Damian! Qualche ora fa piangi perché ti senti debole e insicuro, adesso ti senti figo perché hai fatto l'eroe. Mi fai proprio schifo, ora capisco perché Ginka e gli altri ti trattano con le pinze...- agitò la mano in segno di nervosismo mentre lui avanzava ancora e lei indietreggiava con la scatola di medicinali stretta al petto.
 
- Ahahahahah...- scoppiò a ridere - Quanto sei ingenua, forse non hai ancora capito con chi hai a che fare!- indietreggiò ancora, ma trovò il muro a bloccarla.
 


- Mh mh mh mh mh- ancora una risata diabolica - Sei trappola...-
 
Ripensò alle parole di Kyoya.
 
 Se c'era una cosa che amava fare era trasgredire le regole,
 " Giuro che se ti azzardi anche solo a sfiorarla con un solo dito ti smonto pezzo per pezzo con le mie mani...". 

Schiuse le labbra in un sorriso malizioso.

" Sì....si può fare..." pensò tra sé, ogni secondo che la guardava in più erano mille pensieri che gli affollavano la mente.
 


Vide le sue iridi prendere fuoco, diventare rosse quanto il sangue; mentre sentiva un potere disumano impossessarli di lui.
 
Adesso le stava facendo paura, e non le piaceva, non le piaceva per niente...
 
Con violenza le afferrò i polsi, spaventandola.
 
La scatola le cadde di mano, seguì il rumore del vetro infranto.
 
- Fermo, ma che fai- urlò dimenandosi, ma lui era troppo forte, non la mollava - Ahi, mi fai male!-
 
Si fece ancora più vicino, soffiandole sul viso, come a prendersi gioco di lei.
 
Col dorso della mano le accarezzò una guancia, mentre lei annegava in quel mare di fiamme che erano i suoi occhi, si sentiva come immobilizzata, come se delle catene l'avessero imbrigliata.
 
Lui inclinò il capo lateralmente, e si passò la lingua sugli incisivi e poi sui canini.
 
Le sembrò di essere il pasto di un lupo, come se con quel gesto volesse significare che si stava leccando i baffi prima di assaggiarla.
 
- Sarai la mia preda d'ora in poi...- un sorriso malvagio gli si dipinse sul volto, mentre con l'indice le sollevava il mento.
 
Poi...
 
Le sue labbra calde premute su quelle di lei,
 
le dita intrecciate all'altezza dei visi,
 
la passione di un gesto non voluto,
 
la rabbia di un momento passato....
 


Così,
 la follia che sta dietro l'amore...
 
 
 
 
 



Eccomi sono tornata!!!
finalmente ho aggiornato questa storia, lo so, lo so un po' cortino questo cap, ringrazio artellpinklove e giu giu dark per le recensioni, spero vivamente che questa fanfic vi viacca, grazie ancora e bye bye cronus!
 

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Capitolo 7
*** Solo un numero ***


Padrone di me stesso






 
Fuori il vento soffia forte, ulula e grida come un animale ferito; la pioggia batte imperiosa fuori dalla finestra.
Lui è nel suo lettino, dorme tranquillo, non ha paura né del buio né del temporale, sembra un bambino piccolo e indifeso, ma è coraggioso per avere solo 6 anni.
Tutta un tratto si sente il rombo di una macchina, le luci dei fari attraversano le persiane e si proiettano sulle pareti buie della sua cameretta creando come tanti fili dorati che si muovono da una parte all'altra.
Apre gli occhi, il rumore l'ha svegliato e con aria incantata guarda i bagliori muoversi da destra a sinistra, da sinistra a destra.
Poi, torna l'oscurità.
Il motore dell'auto che si spegne, la portiera che sbatte.
Con aria assonnata si tira su dal letto e sposta le coperte azzurre.
Guarda le lancette fosforescenti dell'orologio a parete; le maestre gli hanno insegnato da poco a leggere l'ora, e così, senza vedere i numeri non riesce a ritrovarsi, ma per sua fortuna sul comodino di fianco al letto c'è un orologio elettronico.
Le 3:42 lampeggiano colorate sul petto possente di Optimus Prime, il suo Transformers preferito.
Allunga la mano e prende il giocattolo, lo stringe al petto, quasi chiedesse di proteggerlo.
Sente ancora dei rumori nel vialetto, e finalmente si decide ad alzarsi.
Le gambe gli tremano, mentre si avvicina alla camera da letto della madre, sempre con il fedele Optimus in mano.
-Mamma...- chiama la donna, -Mamma!- chiama più forte scuotendola per una spalla.
- Mmh, che c'è Damian, hai fatto un incubo, non riesci a dormire?- chiede con voce roca per il sonno.
- No- risponde con voce ferma -ho sentito dei rumori fuori dalla porta- parla piano.
- Non ti preoccupare amore e adesso torna a dormire, domani devi andare a scuola...-
Ubbidiente torna a dormire, si stende e sistema il giocattolo nell'incavo del collo, i rumori non si sentono più.
Aspetta qualche minuto, e poi li sente ancora, sono più lontani adesso, sembra si siano spostati vicino all'ingresso della villetta.
Pensa sia papà che è tornato da lavoro, papà lavora lontano, sono 3 giorni che manca, e in questo momento si ricorda che forse doveva tornare proprio in questi giorni, probabilmente la mamma non si è spaventata perché sa che è lui.
Ma arriva dall'altra parte della strada solitamente, e i fari dell'auto non entrano nella sua camera, perché girati dall'altra parte.
Cerca di dormire, ma non ci riesce, ormai il sonno è andato a farsi benedire!
Prende coraggio e senza farsi sentire si avvicina alla finestra, guarda attraverso le persiane: quella che credeva fosse un'auto è invece un furgone nero, è parcheggiato davanti all'ingresso e sembra non ci sia nessuno all'interno.
Non può essere il padre si dice, papà ha un Audi bianca...
Sente l'adrenalina scorrergli nelle vene, lo paralizza, ma acutizza anche i sensi.
Corre giù per la scale facendo il minimo rumore possibile.
È ad un passo dalla porta, e sente come una presenza vicino a lui, appena al di là.
Improvvisamente si sente un tonfo, la porta trema, qualcuno le ha dato un pugno, la serratura della porta che viene forzata, ora è impossibile che la mamma non abbia sentito!
Spaventato fa un passo indietro adesso sta tremando, tremando come una foglia.
La madre è dietro di lui, impugna un coltello da cucina, non se n'è neanche accorto della sua presenza...
- Nasconditi!- gli sussurra.
Subito corre sotto il tavolo, ma Optimus gli cade, sta per allungare la mano e prenderlo, ma proprio in quel momento la serratura scatta, e la porta si apre...
Ritira il braccio giusto in tempo...
Due uomini entrano all'interno dell'abitazione: sono vestiti di nero, portano un passamontagna del medesimo colore e dei pesanti scarponi da trekking.
Vede sua madre alzare il coltello...
Ma l'uomo si scaglia contro di lei, le stringe così forte la mano che l'arnese cade per terra.
Le grandi mani del ladro si stringono sul suo collo, vorrebbe urlare ma il grido gli muore in gola.
- Dov'è?- mormora l'uomo, la voce lo fa rabbrividire, sembra quella di Batman, pensa dentro di sé, una voce baritonale, sicuramente sta usando un falsificatore.
- Chi?- risponde sua madre cercando di liberarsi.
- Lo sai perfettamente, donna!- stringe più forte.
- Lui non è qui!- urla dimenandosi, si libera dalla presa, ma lui la riafferra per i polsi.
- Non dire palle!!!- le molla una ginocchiata in pieno stomaco che la fa piegare in due e poi le da uno schiaffo a mano piena.
- Dico la verità! È a dormire dagli amici!- dice inginocchiandosi sul pavimento.
- E questo come lo spieghi!- urla l'altro con una voce acuta, abbassandosi e raccogliendo il giocattolo.
La mano dell'uomo è a meno di 50cm da lui.
Caccia giù la saliva e trattiene il respiro.
Un altro calcio le sfigura il volto.
Sua madre cade definitivamente a terra in un gemito.
Lo sguardo incrocia il suo, si guardano per un momento che sembra non finire più: vede chiaramente il labbro rotto, i lividi sul collo, le occhiaie e lo sguardo implorante, gli stessi occhi grandi e simili ai suoi si aprono e si richiudono, finché una forza bruta non la tira su.
Sente le lacrime che chiedono di uscire e un nodo salire per la trachea.
I due uomini gesticolano, si dicono qualcosa e poi il più basso, quello che regge Optimus in mano, corre su per le scale.
Pochi secondi ed è di ritorno.
- Sopra non c'é...- dice e si avvicina.
- Allora lo troveremo da soli...- risponde il più alto che regge ancora sua madre.
- Tempo scaduto!- aggiunge poi lasciandola.
Il suo cuore manca un colpo quando lo vede estrarre una pistola.
- Bye bye- sussurra piano, prendendo la mira.
Poi...
Il tempo si ferma.
Il respiro si fa regolare.
Il rumore è solo un eco lontano adesso.
Tutto rimbomba,
il battito del suo cuore rimbomba...
Il contorno delle cose è meno definito.
Gli oggetti sembrano contorcersi su sé stessi.
E poi, poi uno sparo squarcia, rompe tutto.
Chiude gli occhi, si tappa le orecchie...
Non vuole vedere, non vuole sentire...
Rifiuta la verità.
Rifiuta di crederci.
Il destino a fatto il suo corso, così ha voluto, così è stato...
I due uomini corrono via, pestano Optimus Prime, uscendo.
È partita la sirena dell'allarme, ma non quella della loro casa, è quella della villa accanto.
Sguscia fuori dal suo nascondiglio.
Ha la bocca asciutta e non riesce a respirare.
Si avvicina al corpo e singhiozza, ma non piange.
Non ha più lacrime dentro di sé, le ha consumate tutte, prosciugate dall'accaduto.
Dentro di lui regna il vuoto più totale.
Scuote il corpo di sua mamma, la chiama a gran voce, urla con tutta la forza, ma lei non risponde...
Neanche se ne accorge di sguazzare in un bagno di sangue.
Un foro fa capolino dal ventre, da li esce il fluido vermiglio, ancora caldo.
Le mette una mano tremante sul petto e resta in ascolto.
Non c'è più nessuno a bussare alle porte del cuore...
Il tempo si ferma. Nuovamente...
Il respiro si fa regolare.
Il rumore è solo un eco lontano adesso.
Tutto rimbomba,
il battito del suo cuore rimbomba...
Ma quello di sua madre no, il cuore di sua madre non batte più...


 
 
 
 
 

Spavento. 
Angoscia.
Terrore.
È ciò che prova quando si sveglia dall'incubo.
Sbatte gli occhi più volte per abituarsi alla luce che entra dalla finestra.
Si tira a sedere e si prende la testa tra le mani.
Se chiude gli occhi può ancora vedere lo sguardo vitreo e senza vita di sua madre.
Rabbrividisce al solo pensiero, certo che ormai la memoria stia ritornando.
Quella notte, era stata la loro vicina di casa, Madelaine, ad attivare l'antifurto di casa sua; aveva sentito dei rumori, lo sparo, le sue urla...
I due uomini se l'erano data a gambe.
Poi lei era corsa a vedere...
Aveva sentito subito l'odore della morte quando aveva varcato la soglia della porta e l'aveva visto lì, sporco di sangue, chinato sul cadavere che singhiozzava disperato.
Chiude nuovamente gli occhi e quasi sente ancora le braccia forti della donna che lo trascinano via, lontano da quell'orrore.
Subito si pente di quello che fa.
Sono anni che teme questo momento, che teme di ricordare.
Quante sedute, quanti psicologi hanno cercato invani di fargli dimenticare?
Ne ha consultai così tanti che non ricorda nemmeno i loro volti.
Tutti tranne uno...
Il Dr. Ziggurat.
Neurologo di fama mondiale.
La prima volta che lo vide fu alla centrale di polizia.
Aveva appena finito una seduta con lo specialista in casi tragici.
Anche quella volta aveva fatto scena muta, rispondendo a monosillabi, o meglio annuendo o scuotendo la testa.
Era da giorni che non riusciva a dormire.
La stanchezza si faceva sentire.
Quell'uomo alto, col naso aquilino aveva catturato la sua attenzione offrendogli una caramella.
- Ciao, tu devi essere Damian, vero?- aveva esordito con voce tranquilla e un sorriso sulle labbra.
- Si, ma come fai ha sapere il mio nome?- aveva risposto sbalordito, sgranando i grandi occhi azzurri.
- Oh, io so molte cose su di te...sei famoso sai!-
- Davvero?-
- Certo, ma io sono qui per aiutarti...-
- E come?-
- Non ti devi preoccupare, affidati a me e vedrai i miglioramenti, voglio solo una cosa in cambio da te!-
Da quel giorno aveva iniziato a frequentare l'accademia HD, era stato arruolato come una semplice matricola, insieme a tanti altri bambini della sua età.
Ogni giorno vedeva dei suoi compagni fare le valige e andarsene, mentre lui rimaneva lì, ogni giorno doveva sottoporsi a dei test: lo facevano correre su un tappeto scorrevole con dei fili attaccati a tutto il corpo, gli facevano tante tante domande e delle verifiche scritte come a scuola, gli facevano domande stupide come "qual è il tuo colore preferito?" o " quale tra questi animali ti piace di più?". Per non parlare di prelievi del sangue e ventose attaccate ovunque.
Molti bambini gli dissero che erano lì perché volevano imparare a combattere con il Beyblade.
Lui a quella risposta annuiva e poi taceva, non sapeva cosa fosse un Beyblade...
Passarono i mesi, e i bambini della sua età erano sempre di meno, fino a quando lui e i pochi rimasti non furono messi insieme a ragazzi più grandi.
- Siete stati selezionati tra centinaia, complimenti a tutti voi...- avevano detto loro.
 Quando aveva quasi 8 anni quando il Dottore gli diede in mano il suo primo Beyblade.
Da quella volta iniziò a frequentare dei corsi di teoria, e finalmente gli spiegarono cos'era quell'oggetto di cui si parlava tanto.
Successivamente si ritrovò insieme a ragazzi che avevano anche il triplo dei suoi anni.
- Questa è stata solo una preparazione, Damian, la vera cura inizia adesso...- ricorda ancora quelle parole.
Era il 18 ottobre....
Il giorno in cui lo sottoposero alla sua prima procedura...
Erano in cinque, lui e altri quattro ragazzi, i migliori 5 di ogni corso, ed era il più giovane ovviamente.
Tutti quelli che l'avevano già provata dicevano che era dolorosissima.
Infatti era un po' spaventato all'idea...
- Devi entrare in quella capsula- gli aveva detto il dottore - Quella ti aiuterà a dimenticare...-
Aveva obbedito, scacciando via la paura.
Lo avevano chiuso dentro, e poi tutto si era illuminato di blu.
Non sentiva proprio niente quando la voce di Ziggurat rimbombò all'interno chiedendoli come stava.
- Sto bene- aveva risposto in tono neutro.
Subito dopo il macchinario aveva iniziato a fare rumori strani, sempre più forti.
Ma ancora niente, chiuse gli perché la luce iniziava a dargli fastidio.
- Ora hai male?- chiese ancora.
- No, non sento niente...-
Poi si erano dimenticati di disattivare il microfono, e aveva sentito tutte le conversazioni.
- Signore, il test è stato superato.- aveva detto un'inserviente.
- Sì, ma voglio vedere fino a che punto riesce a resistere, alzate il livello!- urlava il dottore.
- Ma, signore, forse...-
-Fatelo e basta!-
- Livello di potenziamento 78, 79,80 percento-
Aveva iniziato a sentire un fastidio alla testa, ma non era niente di insopportabile.
- Fatelo arrivare a 95- un altro ordine.
- Dottore, se alziamo il livello c'è il rischio che il ragazzo riporti danni cerebrali irreparabili.-
- I test non sbagliano, è compatibile al 100%, resisterà!-
Il cuore aveva iniziato a battergli forte a quelle parole, mentre adesso la macchina iniziava a fare Bip Bip e sul monitor sopra di lui comparivano delle percentuali.
90,91,92,93,94 e 95.
Percepiva il dolore farsi più intenso, sentiva come tanti aghi conficcarsi nella pelle.
Ma stringeva i denti.
- Signore...-
- Fantastico! Lasciatelo proseguire da solo, ci dirà lui fino a dove resiste.-
Dopo il 95 aveva iniziato a gemere.
96,97,98,99 e 100...
La capsula si aprì e appena mise un piede per terra la gamba cedette.
Delle persone in camicie bianco lo aiutarono ad alzarsi, mentre da una porta usciva il Dr Ziggurat.
- Il livello di potenziamento sufficiente per superare il test era 65%, Damian.-
Si sentiva leggero come un piuma e aveva le gambe molli.
- Tu hai raggiunto il 100%....-
- Lo so...- aveva detto semplicemente.
 
 
Gli hanno detto di giocare a Beyblade e lui ha ubbidito.
Gli hanno detto di fare da cavia ad un esperimento e lui ha accettato.
Gli hanno detto di dimenticare e lui ha dimenticato...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Giuro che se si azzarda anche solo a sfiorare qualcuno, lo ammazzo!- il tono di Kyoya non lasciava repliche, duro e tagliente come una lama.
Sbatté forte il pugno sul tavolo, facendo traballare tutto.
La notte era passata tranquilla, fin troppo per le sue aspettative, come la calma prima della tempesta...
- Questa situazione non mi piace- si intromise Yuki - Non mi piace per niente, è la classica persona con la puzza sotto il naso, non mi fido...-
- Lo so, lo so ragazzi, neanche a me fa impazzire l'idea, ma ormai è così, abbiamo deciso dopotutto, e non si torna indietro!- Madoka girava lenta il suo tè col cucchiaio.
- Gli basta un passo falso e giuro che lo rispedisco a New York a calci...-
- Non metto paura neanche a un gattino, leone dei miei stivali.- l'interessato fece la sua comparsa all'interno della stanza, sfoderando un'ironia sicuramente invidiabile.
- Ahh, parli del diavolo e spuntano le corna...- 
- Che ironia del cavolo!- rincarò la dose.
- Damian...basta adesso, controllati!- lo rimproverò Ginka.
La reazione di Kyoya non tardò ad arrivare, gli si avvicinò e lo prese per il colletto.
- Kyoya!- 
Tutti si girarono verso la voce, Amber aveva un'espressione che non prometteva niente di buono...
- È possibile che tutte le volte arriviate alle mani? Sbaglio o tra blader le questioni si risolvono in altro modo?- adesso era piuttosto arrabbiata.
Kyoya  mollò la presa.
- Tu non capisci Amber, è un tipo pericoloso, non dimentichiamoci quello che ha fatto a Tsubasa e Yu, potrebbe tranquillamente ripetere la cosa su di voi...-
- Non lo farà...- rispose in tono fermo - non è pericoloso come credete!-
- Cosa!?- tutti sembravano basiti dalle sue parole.
- Non ne avrebbe il coraggio...- con passo felino gli si avvicinò -è troppo codardo per rifare una cosa del genere, ora non c'è più nessuno che gli copra le spalle...- gli puntò l'indice contro il petto e il ragazzo trasalì al quel contatto.
Tutti assistevamo alla scena con occhi sbarrati.
- Cosa intendi dire?-
L'indice birichino risalì la giugulare pulsante con estrema lentezza provocandogli un brivido che salì dalla schiena, danzò ancora per qualche secondo sul collare metallico e poi si fermò sul mento portandolo sulla rotta del suo sguardo - Di un po', sbaglio o adesso non c'è più paparino Ziggurat a farti da baby-sitter?-
Damian ringhiò a denti stretti, mentre i suoi occhi si riducevano a due fessure.
-Non scatenare la bestia che c'é in me, è un consiglio, per il tuo bene, per il VOSTRO bene...- biascicò stuzzicando con le dita il lanciatore, con un gesto calcolato e fulmineo le afferrò il polso abbassandolo.
La tensione nell'aria si poteva tagliare con un foglio di carta.
Damian pensò che il comportamento della ragazza era dovuto a ciò che la sera prima avevano fatto, adesso si stava solo vendicando...
- Non fare il gradasso, non baci neanche bene!-
Tutti i presenti alzarono le antenne, basiti...
- Cosa? Cioè, tu...No, aspetta vuoi dire che ieri sera voi due vi siete...- Kyoya sbarrò gli occhi.
- Proprio così, sai a fare l'eroe si guadagna sempre qualcosa...- si pavoneggiò.
Poi, un sibilo nell'aria...
Il vetro alle sue spalle che si rompe.
Una freccia che si conficca sul tavolo di legno.
Un biglietto attaccato...
Lo prende lo apre...
Subito nota la calligrafia elegante e curata.
 
 
Credi nel Destino?
Io sì, perché ero sicuro che non ti avrei mai più rivisto, e invece, un bel giorno, eccoti là. Davanti a migliaia di spettatori, a disputare la finale del torneo mondiale dello sport più popolare del mondo. Non avrei mai pensato che un pivellino come te potesse diventare quello che sei adesso.
Ti sei nascosto per anni, sfuggendomi ogni volta.
Ma non puoi continuare a fuggire in eterno...
Tu hai qualcosa che mi appartiene, e io lo rivoglio indietro.
Quel qualcosa è dentro di te, ti scorre nelle vene.
Forse è troppo tardi, o forse no...
Ma dimentichi una cosa Guardiano:
Io conosco i tuoi pensieri, ogni tuo battito di ciglia.
So dove sei stato.
So dove sarai.
Io e te abbiamo un conto da saldare.
Mr 625.


 
Ad ogni riga che legge il suo cuore perde un battito.
625?
No, non poteva essere...
625, il suo numero di matricola all'accademia, il numero con cui era stato ammesso e registrato.
Si proprio così...Ammesso e Registrato.
Perché lì non conta chi sei o come ti chiami, per loro sei solo un numero...












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Olaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Salve bladers eccomi qua, sono tornata con un nuovo, nuovissimo capitolo di "padrone di me stesso"
Cri Cri Cri
Ok, bene  vedo che mi ascoltate in tanti...
alluora:
faccio i complimeti a tutti coloro che avranno il coraggio di recensire una cosa del genereXDXDXD
lo siete abbastanza basiti, vero?
ho deciso di cambiare , semplicemente, adesso nelle note c'è scritto THRILLER anzichè NESSUNA!
beh, non so più che dire, al prossimo capitolo (che sarà tra tre anni) eeeeee LET IT RIP!!!
 

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Capitolo 8
*** Partenze ***


 
 Hades Inc. Nuova sede in New York

 
 


- E così l'operazione non si è conclusa con successo?- domandò un uomo alto con voce stridula.

- L'operazione vera e propria non è mai iniziata, è finita ancor prima che cominciasse...- rispose l'altro stravaccandosi poco graziosamente sulla poltrona di costosa pelle.

- Un buco nell'acqua, insomma...- versò dello champagne in un bicchiere e lo porse all'uomo col ciuffo.

- Sì, se così si può definire. Abbiamo avuto delle complicazioni, non siamo riusciti a convincere Rago; almeno però abbiamo risvegliato Diablo Nemesis, ci mancava solo che perdessimo anche quello!- 

- E adesso come hai intenzione di riparare il tutto?-

- Lo sai Ziggurat, la soluzione ha un solo nome: Ryuga Kishatsu!- accompagnò le parole con un repentino gesto della mano, mentre con l'altra si portava il liquido ambrato alle labbra.

-È l'unico in grado di controllare Nemesis.- aggiunse poi poggiando con stizza il bicchiere affusolato sul ripiano di cristallo.

- Pensi davvero che dopo quello che è successo con la Hades Inc. sia ancora disposto a collaborare con noi, Doji?- l'uomo seduto sulla scrivania di fronte a lui alzò un sopracciglio, perplesso.

- Ammetto che non sarà facile riconquistarsi la sua fiducia, ma almeno potremmo provare...-

- Non credo cugino...la sua reazione sarebbe qualcosa di apocalittico!-

- Beh, tu conosci qualcun altro in grado di domare Nemesis?- chiese con una punta di rimprovero -Te l'ho detto solo Ryuga può farcela-

- Veramente...- il dottore abbassò il capo, le lenti degli occhiali, per pochi secondi, rifransero la luce - una persona ci sarebbe...-

L'uomo che gli era di fronte si portò una mano alla tempia, massaggiandola convulsamente, come cercando di ricordare.

- E sentiamo chi sarebbe?- chiese infine battuto dal compagno.

- Sono sicuro di avertene già parlato, è stato un mio paziente agli albori dell'Accademia, parecchi anni fa, il suo nome è Damian Hart.-
 
 
 
 





- Non dimentichiamoci il motivo per cui siamo su quest'isola!- ribadì Yuki.

- Già, dobbiamo trovare il 5^ blader leggendario- aggiunse Madoka.

- Esatto, quindi ascoltami bene Damian, i tuoi problemi personali te li risolvi da solo, a noi non interessano- disse freddo Kyoya.

- Certo, come a me non importa seguirvi nelle vostre stupide ricerche-

- Ricordatevi che anche lui è un legend blader, avete bisogno del suo aiuto se volete sconfiggere Nemesis.- gli ricordò Amber.

- Che c'è adesso lo difendi, ah no dimenticavo che è il tuo "fidanzato"!- Tategami sottolineò l'ultima parola.

- A) non è il mio fidanzato
   B) a quanto mi risulta vi ha sconfitti entrambi, quindi è LUI l'elemento finora indispensabile!- rispose all'offesa marcando volontariamente la parola LUI.

- Amber ha ragione - ammise Kenta.

- Damian, devi seguirci. Dobbiamo trovare tutti i blader leggendari rimasti. Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto...- esclamò Ginka guardandolo dritto negli occhi.-

- Stupidaggini...Voi non avete bisogno di me, ve la caverete da soli, ho altri piani in mente.-

- E sentiamo quali altri piani vengono prima della salvezza del mondo!- sbottò Yuki sul piede di guerra.

- Non sono affari tuoi, ragazzino!- 

In un attimo la situazione degradò. Adesso Damian teneva fermo l'astronomo per il colletto della camicia, sollevato pochi centimetri da terra.

- Di un po', vorrai mica fare la fine dei tuoi due amichetti, Tsubasa e Yu?- gli sibilò minaccioso in un orecchio.
 
 
 








- Cosa?! Hart??! Di un po' sarai mica impazzito? Intendi proprio quel bambino che assistette all'assassinio della madre?-

- Sì, proprio lui. Te ne avevo già parlato se non mi sbaglio-

-"Il Prescelto"- sussurrò Doji - Era così che lo chiamavate ad Hades City, vero?-

- Già, è anche grazie a lui se esiste il sistema di accordo...-

- E secondo te, sarebbe capace di domare Diablo Nemesis?-

- Beh, sì, ne sono quasi sicuro! È stato sottoposto a molte più procedure di quanto serva...-

- Rimembro a fatica, ma mi sembra di ricordare che me ne avevi parlato piuttosto bene, anzi forse elogiavi la sua completa disposizione ai sistemi, mi dicesti "Quel ragazzo sembra nato per sottoporsi a procedure!"- imitò il tono dell'uomo con fare civettuolo -inoltre sarebbe molto più facile convincerlo, in fin dei conti è ancora in debito verso di te per quella faccenda della madre...-

- Già - sul viso del dottore comparve un velo di malinconia mentre si alzava dallo studio e si avvicinava alla grande vetrata, il suo tono cambiò radicalmente, tanto che Doji non riconobbe più l'uomo forte e convincente che era una volta: - Quando ti dissi quelle parole non conoscevo fino in fondo la sua storia, non ero a conoscenza di dettagli molto importanti. Per esempio, non mi ero curato di sapere chi fossero i suoi genitori...in particolare chi fosse SUA MADRE!- Ziggurat si girò, guardando il cugino negli occhi -È una storia molto lunga...in seguito dovrei trovare il tempo per raccontartela. Ma ora abbiamo una precedenza: dobbiamo riportarlo qui al più presto! Ogni ora che passa potrebbe essere decisiva, l'effetto della procedura non dura in eterno, forse potrebbe essere già troppo tardi, dobbiamo muoverci! -

- Di cosa stai parlando Ziggurat?- domandò Doji in un sussurro -Non capisco tutta questa fretta!- gesticolò irritato, mentre il cugino tornava a guardare fuori, finendo il suo bicchiere in un sorso. - Non vedo dove sta il problema! È vero, ormai sono due mesi che quel ragazzo non fa procedure; ma basta prenderlo, portarlo qui e metterlo dentro a quella cazzo di macchina e tutto tornerà come prima! Sempre tu l'anno scorso mi dissi: "Sottoporsi a una procedura è un po' come andare in bicicletta, una volta che hai imparato non ti scordi più!"-

- Non è questo il punto, Doji! C'è anche un altro "piccolo" problema- si portò due dita alla tempia - Non siamo gli unici a cercare Damian Hart...-
 
 
 





Il sole era tramontato velocemente.
Aveva già cenato e ora si apprestava alla riparazione dei Bey.
Con un panno pulente prestatogli da Madoka stava lucidando Kerbecs, lo aveva smontato pezzo per pezzo minimo una dozzina di volte alla ricerca di quelle "modificazioni" tipiche dei blader leggendari.
Non ne aveva trovato traccia.
Era il solito Hades Kerbecs: modalità normale o modalità boost.
Come era sempre stato.
"Magari mi sono sbagliato" pensò "Forse ho avuto un'allucinazione"
Quel pomeriggio non si era allenato, dopo  aver ricevuto quella missiva aveva preferito non uscire allo scoperto.
Chiunque lo stesse cercando sapeva dove trovarlo.
Lo citava la lettera stessa: "So dove sei stato. So dove sarai."
Doveva andarsene da lì. La situazione era diventata troppo pericolosa, avrebbe potuto coinvolgere qualcuno. E questo non se lo sarebbe mai perdonato, come diceva Kyoya, i suoi problemi non erano di dominio pubblico, doveva tenerseli per sé.

- Ehi, che ci fai qui fuori tutto solo, è pericoloso!- udì una voce fin troppo familiare rimproverarlo.
Rispose con un alzata di spalle, senza neanche voltarsi.

- Sai- continuò quella voce - prima sparlavano di te, dicevano che ultimamente ti comporti in modo diverso-

- In che senso?- domandò freddo avvitando per l'ennesima volta il bullone.
Amber si sedette di fianco a lui, accavallando le gambe.

- Beh! Sei lunatico, quando combatti sei quello di sempre: spavaldo, sicuro di te, sadico, malvagio; insomma come eri qualche mese fa al Big Bang Blader!
Poi, invece, quando si parla del tuo passato torni ad essere...beh, non dico timido, ma riservato. Per esempio quando ti sei messo a piangere e quando mi hai bac...sì dai hai capito! Insomma per dirti: sembravi due persone diverse!!!-
Damian sbuffò scocciato smettendo di occuparsi del Bey e guardandola per la prima volta in faccia.

- Non ho bisogno di uno psichiatra, tanto meno di una seduta sui miei problemi caratteriali con te...!- rispose alzandosi e recuperando il mantello che aveva momentaneamente appeso alla maniglia di una finestra.

- Hey, aspetta! - la ragazza scattò in piedi, afferrandolo per un polso.

- Almeno rispondimi!-

- Non ti devo dire proprio niente, che diritto hai tu di conoscere il mio passato! E soprattuto come fai a dire che TORNO ad essere RISERVATO! Tu che ne sai di com'ero prima?! - si divincolò quasi facendola cadere per terra. Adesso stavano urlando.

- E comunque, se proprio ti interessa, la doppia personalità è dovuta agli effetti della procedura...!- si incamminò verso la foresta, voltandole le spalle.

- Tu non vai proprio da nessuna parte!- gridò la giovane.
Seguì il rumore metallico per eccellenza, quello stridio inconfondibile...
Il Guardiano degli inferi si fermò, come pietrificato.
Non ci avrebbe mai creduto se non si fosse girato.
Amber era lì. Ferma. E-e gli stava puntando addosso un lanciatore carico...

- Che stai facendo?- furono le uniche parole che riuscì a formulare.

- Combatti, se non sei un codardo!-

- Spero vivamente che tu stia scherzando!- mosse un passo verso di lei.

- Dove hai preso quel Bey?- strizzò gli occhi per vedere meglio la sagoma metallica, essendo notte fonda.

- Non sono affari tuoi!- 
Lentamente, passo dopo passo, si era avvicinato a lei muovendosi in cerchio, mentre lei lo teneva sempre sotto tiro.

- Forza co-combatti!- stava tremando e dalle ciglia iniziavano a staccarsi gocce grandi come diamanti.

- Ti prego...- disse con la voce rotta da singhiozzi.
Damian era a un metro da lei.
Allungò il braccio con moderata lentezza, la mano agguantò il lanciatore e con gesti calibrati glielo tolse di mano.
Tutto questo lo fece penetrandola con lo sguardo.

- Non mi devi dimostrare proprio niente- sussurrò con dolcezza lasciando cadere per terra il lanciatore.
Poggiò il palmo della mano sulla sua guancia bagnata, accarezzandola in un gesto di infinita tenerezza.

- Perché mi fai sempre questo effetto?- domandò Amber quasi a sé stessa.
Silenzio.
- Dimmi almeno che Damian sei in questo momento...-

- Nessuno dei due...- mormorò prendendole il viso con entrambe le mani.
E lei si perse in quegli abissi grigi e azzurri che erano i suoi occhi, due perle di luce nell'infinità dell'oceano.

- Damian...- riuscì solamente a dire prima che le sue labbra vennero a contatto con quelle di lui. 
POI, IL FUOCO.
 Il fuoco sacro degl'inferi esplose dentro di lei come un accendino in una camera a gas.
Parole disconnesse percorsero le vie più oscure della sua mente: 
" Se hai terrore fuggi.
Sarai la mia preda d'ora in poi.
Se hai paura urli voltando le spalle.
Sei in trappola.
Se hai timore svisceri agitandoti.
Hai gli stessi occhi di mia madre..."
Non capiva più niente, la testa le doleva.
Eppure era così inevitabilmente innamorata di lui...
Perché non reagisci! Si diceva da sola.
Mentre il blader la baciava con ardore.
Non riesco lui, lui è troppo forte. Si rispondeva. È così affascinante...
Ma anche così terrificante...
Una parola prese posto nei suoi pensieri:
Odialo...
Subito dopo un'altra le venne urlata nel suo subconscio: 
Amalo...
Gli gettò le braccia al collo aggrappandosi a lui come una flebile speranza.
Il Blader di Hades Kerbecs non ebbe esitazioni. Guidando con sopraffina maestria le redini del gioco.
Con la lingua aprì finalmente quel bacio, tanto voluto, quanto cercato.
Alla ricerca di emozioni uniche quanto rare.
Sentendo la passione fluire nel cervello come una droga.

- Io devo partire.- l'avvisò parlandole sulle labbra. -questa notte stessa...-
Si staccò definitivamente da lei.

- La verità deve avere un nome...-













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Ok, ok lo so sono lenta come una capra svizzera ad aggiornare, ma, insomma, perdonatemi...in fondo vi voglio bene, ed è uno strazio non vedere questa storia finita. (mi fa un po' pena dire che siamo circa a metà)
Sto allungando un po' questi capitoli, perchè mi sto rendendo conto che se non mi do una mossa non la finisco più.
E' adesso che viene il bello...ah ah *risata malefica*
i prossimi cap saranno un po' più spinti (spero). E darò alla storia la classica connotazione da thriller/giallo.
Da qui in poi mi divertirò a scrivere, perchè fin'ora abbiamo scherzato...E sarà allora che vedrete cosa ha pensato per così tanto tempo il mio cervellino bacato da scrittrice pazza. spero solo di essere all'altezza, perchè gli argomenti non saranno per niente facili da trascrivere...
non vedo l'ora di aggiornare!!!!
infine ringrazio chi mi recensisce da sempre (rebell e giu giu dark), o chi l'ha semplicemente letta o messa nelle ricordate/preferite.
al prossimo capitolo (che spero non sia tra vent'anni)
Bye bye Cronus 
 

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Capitolo 9
*** Un vecchio amico ***


La prima cosa che fece, quando arrivò in un centro abitato, fu andare in un negozio e comprarsi dei vestiti nuovi.
New York era a parecchi chilometri da lì. Lo sapeva per certo. Doveva viaggiare un po' per raggiungere la sua destinazione, e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era essere riconosciuto.
Optò per abiti comodi e non appariscenti, il tutto per passare inosservato. Diede sempre la schiena alla telecamera piazzata vicino all'entrata, facendo attenzione a non voltarsi, anche per il più semplice dei gesti.
Qualcuno lo stava cercando.
Qualcuno che ancora non conosceva, ma che non sembrava avere scopi pacifici...
Era in pericolo, lo sapeva...
La situazione gli stava sfuggendo di mano. E questo non gli piaceva per niente.
Aveva come la strana sensazione di essere lui la preda stavolta, di essere lui incatenato nell'oblio, senza via d'uscita.
Comprò dei jeans leggermente sdruciti, una canotta bianca e una felpa grigia col cappuccio. Un classico.
Subito cercò il bar più vicino per andarsi a cambiare.
Entrò con indifferenza attraversando l'intero locale per recarsi in bagno.
Un gruppo di cinquantenni che puzzava di fumo e alcol, seduti ai tavoli davanti al grande schermo di un televisore, smisero per un attimo di guardare la partita di baseball e lo squadrarono dal basso verso l'alto.
Una volta da solo si cambiò e mise i suoi vecchi vestiti nella sacca bordeuax.
Uscì dopo neanche un minuto, e si andò a sedere in fondo al locale, lontano da tutto e da tutti, calandosi il cappuccio sulla testa.
Immediatamente, dai tavoli opposti a lui, si alzò un uomo col codino: aveva i capelli rossi, la barba incolta e la pancia pronunciata.
Gli si avvicinò strisciando i piedi e chiese: - Hey, tu! Vuoi qualcosa da bere?-
- No grazie- rispose alzando di poco lo sguardo -piuttosto sai dove posso trovare una cabina telefonica?-
L'uomo alzò un sopracciglio -sì, qui fuori a sinistra- 
- E sai anche se c'è qualcuno che va a New York, qui?- chiese ancora.
- Tutti vanno a New York qui!- rispose quello -Sono tutti camionisti...- aggiunse poi andandosene.
Fece per alzarsi a andare a fare la sua telefonata, quando improvvisamente dal gruppo di alcolizzati si alzò un borbottio di lamentele.
Puntò lo sguardo sul televisore che era diventato tutto azzurro...
Subito l'inquadratura si proiettò nello studio di un telegiornale locale.
-Interrompiamo i programmi e le trasmissioni in diretta per dare una notizia di primaria importanza: il blader vice campione mondiale in carica, Damian Hart, è ricercato dalle forze dell'ordine per volere del governo americano, riunitosi questa mattina al Pentagono- sullo schermo iniziarono a comparire in sequenza sue immagini e poi un breve filmato della finale con Ginka. - Il ragazzo; infatti, potrebbe essere in possesso di un'ordigno appartenente all'esercito e facente parte di un'operazione top-secret i cui dettagli ci sono sconosciuti. Chiunque lo avesse visto o rintracciato, è pregato di contattare la polizia locale. Ricordiamo; inoltre, che il soggetto è pericoloso e potrebbe essere armato. Vi consigliano la massima cautela... Detto questo grazie per l'attenzione e buona continuazione a tutti.-
Il suo cuore iniziò a battergli forte, e le gambe a muoversi senza il consenso del cervello.
Uscì quasi correndo dal bar, precipitandosi sulla cabina e digitando il numero a memoria.
Al terzo squillo finalmente rispose..
- Pronto?- esordì una voce squillante dall'altro capo del telefono.
- Jack? Sei proprio tu?- riuscì solo a dire.
- Da-Damian????- subito l'intonazione cambiò -che accidenti vuoi?-
- Hai sentito il telegiornale, vero?- domandò con voce piatta.
- S-Sì, cioè...voglio dire....CHE CAZZO STAI COMBINANDO????- staccò la cornetta dall'orecchio per non rimanere sordo.
- Io, io...proprio niente, insomma, ti devo parlare è successo un casino!-
- Beh, me ne sono accorto, parla ti ascolto...-
- Non in quel senso, ti devo vedere! Le linee non sono sicure, fissiamo un appuntamento: ti va bene tra un'ora al East Park di New York?-
- Hey, frena frena frena! Tu adesso dove sei?-
- A tre quarti d'ora da NY.-
Damian sentì che l'amico faceva un respiro profondo.
- Va bene- sbuffò -ma vedi di non farti prendere!!-
- Tranquillo ho Kerbecs...-
- Un motivo in più per preoccuparsi...- furono le sue ultime parole prima di riattaccare.
 
 
 
 
 
 
 




- In che senso "è partito"?- domandò Kenta sbarrando gli occhi.
- Se n'è andato, l'ho già detto tre volte!- rispose Amber incrociando le braccia al petto -questa notte è uscito e non è più tornato...non ho potuto fare niente per fermarlo!-
- Beh a me non dispiace affatto- esclamò Benkei addentando una fetta di pane.
- Vuol dire che dovremmo trovare gli altri blader senza il suo aiuto.- mugolò Ginka.
- Io non lo definirei aiuto, ci avrebbe solo intralciato i piani- sputò freddo Kyoya -E ora diamoci una mossa, abbiamo 5 blader da trovare...-
 
 
 
 
 
 
 




Attraversò Central Park e poi si diresse verso la parte Est della città.
Il camionista a cui aveva chiesto il passaggio, l'aveva lasciato da tutt'altra parte e ora era costretto ad attraversare le vie più affollate di New York per raggiungere la sua destinazione.
Camminava con passo veloce, il lanciatore dorato, in parte nascosto dalla sacca che pendeva sulla schiena, che tintinnava contro il metallo dei bottoni dei jeans; e il viso nascosto sotto il cappuccio.
Le strade del centro erano imbottite di telecamere, ma questa volta non poteva farci niente. I colori delle insegne pubblicitarie sui grandi schermi, potevano far venire il mal di testa, se fissate troppo insistemente. L'aria condizionata che fuoriusciva dalle boutique d'alta moda, era un vero toccasana in mezzo ai gas di scarico del traffico e all'afa di quel giorno di luglio.
Alzò di poco lo sguardo da terra, fermandosi, e riconoscendo una costruzione di sua conoscenza.
Senza neanche accorgersene era arrivato davanti alla sede americana della WBBA, il grattacielo spiccava in mezzo a tanti altri grazie all'architettura insolita e alle gradi lettere che capeggiavano davanti all'entrata principale.
Un sorriso amaro gli increspò le labbra mentre fissava le porte scorrevoli da cui un paio di mesi fa era uscito insieme a Jack rincorrendo Ginka.
" Mi sembra sia passato un secolo" pensò.
Forse quelli della WBBA avrebbero potuto aiutarlo, in fondo era l'organizzazione che proteggeva i blader....
Certo blader di ogni tipo, ma non quelli che hanno aiutato uno psicopatico a cercar di distruggere il mondo...
Si era fermato come di colpo, preso dai suoi ricordi, in una dimensione lontana da New York e il suo traffico.
Una persona dietro di lui gli arrivò addosso, risvegliandolo dai suoi pensieri, mentre il cappuccio gli si sfilava dalla testa nel cercar di recuperare l'equilibrio.
Si voltò di scatto per scusarsi, ma gli si gelò il sangue vedendo la divisa da poliziotto.
- Scusa, non ti ho visto- disse subito quello, sfilandosi i Rayban e aggiustandoli sul cappello in pandan con l'uniforme.
Mantenendo la calma, fece per tirar sù il cappuccio, ma l'uomo gli sbloccò il polso a mezz'aria.
- Hey - disse squadrandolo meglio, subito riconoscendo i tratti inconfondibili del viso, i capelli azzurro cobalto e la solita frangia spruzzata di verde - tu sei...- inclinò il capo di lato scorgendo il lanciatore dietro la schiena.
Damian fece impercettibilmente un passo indietro, sempre tenuto fermo dalla presa salda del poliziotto; che diventò più professionale chiedendogli: - Hai un beyblade, posso vederlo?- 
A quella domanda non sapeva cosa rispondere, era sicuro che ormai l'avesse riconosciuto. Se rispondeva di NO l'uomo avrebbe continuato a tenerlo fermo, forse ammanettandolo. Se rispondeva di SÌ avrebbe dovuto lasciare la presa per permettergli ti tirarlo fuori... 
Sapeva che era pericoloso, ma era l'unica soluzione per poter scappare...
- Sì, certo...- rispose.
Come previsto l'uomo lo lasciò.
"ORA!" pensò.
Con uno scatto tirò fuori simultaneamente il lanciatore e Kerbecs, puntandolo contro l'uomo in divisa.
- È meglio se ti giri e inizi correre più forte che puoi, amico...- sibilò, mentre le persone intorno a loro già urlavano e scappavano.
E fu esattamente quello che fece il poliziotto.
Il Guardiano avviò Hades Kerbecs mentre un boato faceva tremare i vetri dei grattacieli e fuoco e fumo mettevano in panico la città...
 
 
 
 
 
 






Quando arrivò all'East Park di New York mancavano due minuti all'appuntamento.
Passeggiò avanti e indietro nervosamente: passò dentro lo stadio, constatando che i segni neri dell'esplosione durante l'assalto a Tsubasa e Yu non se n'erano ancora andati completamente; il grande parco dove lui e Zeo avevano cercato Ryuga, ma senza successo.
Si appoggiò alla ringhiera che da sul campo di atletica.
- Non pensavo che ti avrei mai visto senza il tuo abbigliamento da gara...- una voce alle sue spalle lo fece sussultare.
Si girò guardando dritto negli occhi il suo vecchio amico, nonché ex compagno di squadra.
- E io non pensavo ti avrei mai visto senza trucco!- ribatté avvicinandosi e stringendogli la mano all'altezza del viso.
- Oh, non è vero, un po' di mascara ce l'ho sempre!!!!- rispose Jack inviperito, mentre a entrambi scappava una risata.
- Non cambierai mai, scemo!-
- Cambiando discorso: molto furbo trovarsi all'East Park, non c'è mai nessuno qui a quest'ora....- il ragazzo dai lunghi capelli rosa si guardò intorno. - Allora, mi voi dire che cosa è successo!?- Damian si riappoggiò alla ringhiera.
- E va bene- sospirò Damian estraendo un foglio dalla tasca dei jeans -Tutto è iniziato con questa...- gli porse la lettera che aveva "ricevuto" qualche giorno prima.
- Mmh, che paroline dolci- commentò Jack dopo averla letta -E chi è costui? Cosa c'entra il 625?-
- Sono qui per scoprirlo, 625 era il mio numero di matricolo all'Accademia.-
- Quindi questo tizio ti ha tenuto d'occhio anche quando eri in prova. Anche se non capisco cosa voglia da te...- 
- Beh, a me sembra piuttosto chiaro!- sbottò strappandogliela di mano - Mi vuole morto...- aggiunse poi guardandolo di sottecchi.
- Non è mica detto! Qui scrive che vuole quel qualcosa che ti scorre nelle vene, magari...-
- Sì, magari un prelievo del sangue...- lo prese in giro - è una metafora, mi vuole morto...- fece segno di puntarsi una pistola alla testa.
- Secondo me ti sbagli, forse ti vuole ANCHE uccidere, ma prima vuole qualcosa di ben preciso da te, non ti viene in mente niente che possiedi di non tuo?- 
- Tutto quello che ho, è quello che vedi!- 
- Forse lui e il governo vogliono la stessa cosa...-
- Non penserai veramente che possieda un ordigno militare!- sgranò gli occhi -Magari l'Hades Inc. c'entra qualcosa, a proposito, esiste ancora?- continuò.
- Sì, lavora sotto falso nome come azienda di forniture elettriche, ma dietro tutto c'è ancora Ziggurat...Non so cosa stiano tramando ultimamente, me l'ha riferito Zeo non molto tempo fa. Ogni tanto lo incontro per strada, è sempre in giro.-
Tra i due calò il silenzio.
- Beh! Ora che hai intenzione di fare?- smosse la situazione il blader di Evil Befall.
- Non lo so Jack, n-non ci capisco più niente...- si prese la testa fra le mani - Io non ho fatto proprio nulla di male...Ma sono sicuro che c'entra con la storia di mia madre...-
- Forza, non piangerti addosso e datti una mossa- si incamminò il compagno.
- Hey, dove vai?- 
- A casa mia, no? Non ti lascerò mica in pasto ai poliziotti, hai già fatto troppo casino, adesso chiuderanno le strade e...-
Non fece in tempo a finire la frase che...
- Fermi, prendete il ragazzo...- esclamò una voce alle loro spalle.
Quando si girarono una decina di uomini li stavano puntando contro dei lanciatori carichi, erano in uniforme verde, non erano poliziotti, in testa spiccava un berretto rosso scuro e le iniziale "HD" erano stampate sul petto.
- È meglio se non opponi resistenza Damian, ci servi solo tu...- uno di loro squadrò Jack.
- Oh, merda...- esclamò quest'ultimo.
- Ci mancava solo questa, adesso sono uni tre a cercarmi...- sospirò Damian.
"Ma che diavolo ho combinato per meritarmi tutto questo?" si chiese mentre gli mettevano le manette.













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Ok, come promesso stavolta sono stata abbastanza veloce, no?
Magari il capitolo fa schifo, ma intanto ho migliorato i tempi di aggiornamento...
Lo ammetto non mi piace proprio questo cap e se l'altra volta vi avevo detto che le cose sarebbero cambiate, mi scuso, perchè ho fatto qualche errore di calcolo!!!
Con questo vi dico che dal prossimo capitolo le cose cambieranno ( e stavolta spero di essere di parola)
Ma vabbe almeno qualche lato positivo c'è, c'è JACK!!!! Quanto adoro quel ragazzo, solo lui mi capisce come pochi, spero di averlo fatto più possibile al manga, perchè lui è perfetto così come lo hanno creato!!! (il mio strapazza-amico!XDXD)
ora vi saluto, mancherò una settimana, ma not preoccupation, e a voi che ve ne frega???
Bye bye Cronus

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Capitolo 10
*** BS2053 ***


Hades Inc. Nuova sede.





Quello che sente rombargli nelle orecchie è solo un rumore di sottofondo, percepisce voci di persone che parlano intorno a lui, ma non comprende il reale senso delle parole; riconosce dettagli molto più insignificanti quali rumori metallici, BIP meccanici in sequenza e tanti altri ancora...
Tutto ad un tratto il suono si fa più nitido, e subito dall'avambraccio destro sente diramarsi un dolore uncinante che sale fino alla spalla.
Spalanca gli occhi di scatto, ma il suo cervello gli rimanda un'immagine sfocata di macchie colorate e sparpagliate.
Li chiude e li riapre più volte finché i contorni delle cose iniziano a definirsi.
Vede un guanto verde di lattice armeggiare vicino alla zona del braccio, proprio dove sente l'indolenzimento che è causa del dolore.
Alza di poco lo sguardo, sforzandosi di tenere gli occhi aperti, poiché la luce gli dà fastidio; e riconosce una persona in camicie bianco.
Solo quando scorge una macchia di liquido vermiglio vicino alla mano dell'uomo capisce  che gli è appena stato infilato l'ago di una siringa nel braccio.
Ruota il capo di 180 gradi e sussulta vedendo una decina di persone vestite nello stesso modo ronzargli attorno.
Fa per alzarsi dalla posizione supina in cui si trova, ma una mano ferma gli si poggia sul torace, impedendogli di muoversi.
- Il ragazzo si è appena svegliato! - esclama qualcuno.
- Bene, intanto mandate il campione in laboratorio, la verifica deve essere fatta il più presto possibile.- risponde una voce che sembra provenire da un altoparlante.
Si agita sempre più su quello che sembra essere un lettino d'infermeria, come un'animale in gabbia.
Adesso è completamente lucido.
Consapevole di dove si trova e di cosa gli sta accadendo.
- Lasciatemi!- si divincola mentre ben due scienziati in camicie cercano di placarlo.
Finalmente si drizza in piedi, ma subito quattro persone lo circondano.
- Non c'è bisogno di passare alle maniere forti...- si leva una voce - ritengo che senza il suo Bey questo ragazzo sia del tutto innocuo. È un po' come un cowboy senza pistola...- continua avvicinandosi.
I lineamenti di un uomo alto compaiono dalla penombra del corridoio, la sua figura imponente si staglia a pochi passi da loro.
É una persona che non ha mai visto prima d'ora, ma molto somigliante a Ziggurat.
- Ciao, tu devi essere Damian Hart, vero? - chiede allungando la mano in gesto di saluto - mi presento, mi chiamo Daidoji, ma tu puoi chiamarmi semplicemente Doji...-
Il blader di Hades Kerbecs non si muove di un dito, rimane lì, fermo, ignorando la sua mano tesa; ma trafiggendolo con i cristallini occhi grigi.
La verità è che non si fida di nessuno, da sempre è stato abituato a guardare con diffidenza le persone che gli sono nuove.
- Beh, posso immaginare che non sia facile per te comprendere il reale significato di tutto quello che ti sta accadendo...- procede l'uomo in evidente imbarazzo, notando la sua totale assenza di loquacità - insomma prima ti cercano le forze dell'ordine, poi subentriamo noi e ti "rapiamo"...- 
- Con che diritto mi da' del TU se ammette di non conoscermi.- Damian lo interrompe bruscamente: da quel poco che comprende, capisce chi ha difronte. Non è una persona dalla fredda, forte e distaccata personalità come può essere il Dottore, ma bensì un uomo che non è per niente abituato a trattare di persona faccende di grosso calibro.
" Con un po' di astuzia, lo posso smontare da capo a piedi..." pensa dentro di sé.
- Oh, beh io non volevo assolutamen...-
- Come vede io le sto dando del LEI, poiché è un persona sconosciuta per me.- inclina leggermente il capo - quindi mi aspetto lo stesso trattamento... Non sono inferiore a nessuno che si trovi in questa stanza, tanto meno a lei...-
Doji indietreggia stupito quanto spaventato dal comportamento del ragazzo.
- Ora può continuare se ci tiene...- lo sfida Damian - ...parlando correttamente però!-
Vestito con un'appariscente giacca viola e gialla, lunga fino ai polpacci, l'uomo manda giù la saliva; maledicendo mentalmente il cugino per non averlo avvertito del carattere particolarmente insolito del ragazzo dai capelli azzurri.
"Poteva almeno avvisarmi che questo Damian era un osso duro" pensa formulando la frase che sta per dire " e poi mi chiedo come un scricciolo del genere riesca a domare una belva feroce come Nemesis..." .
- Allora, se non le dispiace la pregherei di seguirmi...- fa un sorriso più falso che vero e si inchina come un cameriere facendogli strada attraverso i lunghi corridoi dal design futuristico.
" Messo a tacere da bambino un po' cresciutello..." si autocommisera Doji " ma tra non molto non sghignazzerai più, mio caro principino di Camelot....!"





Nella grande sala in cui si trova, il Dr. Ziggurat non si è perso neanche un istante della scenetta appena conclusasi.
"Non cambierai mai Damian..." si mette un mano sulla bocca per coprire un mezzo sorriso.
"A breve lui e Doji arriveranno qui" si dice "devo essere molto convincente, calibrare bene le parole; è essenziale che Damian si fidi di noi..."
Ziggurat sa bene quanto è importante il discorso che sta per fare. Dovrà spiegare tutto d'accapo, come a fatto con suo cugino, raccontare tutti i dettagli che conosce, nei minimi particolari di quella "lunga storia".
Pensa alla sua infanzia felice, e pensa a quella del ragazzo che tra poco varcherà quella porta.
"Poveretto... Ha già perso la madre nel più brutale dei modi, e adesso che dovrò dirgli la verità, come si sentirà?
Tra poco dovrebbero anche arrivare i risultati dei test.
A noi della Hades Inc. non cambia poi molto sapere che il dispositivo abbia già passato il punto di rottura o no, è irrilevante fino a un certo punto, più che altro è il governo a volere indietro la capsula integra, come anche quel pazzoide che sicuramente si sarà già messo in contatto con Damian, in qualche modo...
Dovrà essersene accorto, no? Il punto di rottura deve essere piuttosto doloroso!"
Improvvisamente qualcuno bussa alla pesante porta di metallo.
"Eccoli!"
Con l'indice inserisce un codice per accesso sul tavolo touch in cristallo, e la porta scorre di lato.
Sembra siano passati anni, in verità sono trascorsi solo pochi mesi.
Ziggurat lo vede ancora più magro di come lo ricordava, ma forse è quella canotta così aderente a fare quell'effetto.
- Benvenuto!- allarga il sorriso mentre si alza in piedi per accoglierlo.
-Dopo due mesi finalmente sei tornato a casa!-




Damian non comprende l'ironia di quella frase.
 "Questa non è casa mia, e tu non sei mio padre..." pensa.
La stanza in cui è appena entrato è fredda e spoglia: le pareti sono tutte bianche, non una macchia di colore.
"Jack ne sarebbe spaventato...
Jack... Già Jack? Chissà che fine a fatto?"
Al centro sta un grande tavolo trasparente, probabilmente un marchingegno di alta tecnologia, con delle sedie grigie intorno. A parte una scatola di cartone non vi è poggiato niente sopra.
Non c'è neanche una finestra, e questo gli provoca un senso di claustrofobia.
Non risponde alla provocazione a si siede.
Di fianco a lui Doji prende posto con uno sguardo torvo.
" Si starà chiedendo come mai non può darmi del TU se Ziggurat invece può farlo."
- Non devi tenere rancore cugino, io sono anni che conosco Damian, devi sapere che è molto astuto, e con me ormai ha un rapporto confidenziale...- il Dottore ha intuito quasi subito.
- Allora!- continua - sicuramente ti starai chiedendo come mai sei qui.-
- Già, in effetti mi sto anche chiedendo come mai mi avete infilato un ago nel braccio senza il mio permesso!? Comunque questa situazione è caduta a fagiolo, avevo intenzione di farvi una visitina prima o poi.- esclama spregevole - sono sicuro che lei sa delle cose molto importanti sul mio conto di cui io non sono a conoscenza!-
- Beh, capisco, però vedi Damian, se vuoi la verità allora dovrai fare qualcosa in cambio per me...- gesticola - ed è proprio per questo che ti abbiamo portato qui!-
Gli occhi di Damian si riducono a due fessure, avrebbe dovuto immaginarlo: Ziggurat non fa mai niente a caso; si ricorda di Zeo, di come lo aveva ricattato sulla faccenda di Toby.
Ziggurat è un ricattatore.
Un ricattatore nato.
Si era ripromesso di non farsi più manipolare da nessuno, che non era più una cavia da esperimenti. Ma ecco che tutto si capovolge nuovamente. Dentro di sè è uno scontro continuo. Chi ascoltare? Il cuore o la mente?
"Voglio la verità!" urla in silenzio "Ho aspettato troppo tempo!"
-Di cosa si tratta?- chiede infine con un rantolo di voce.
-Di questi dettagli me ne occupo io- dice Doji alzandosi -Penso che tu abbia già sentito parlare dei blader leggendari, no?-










Isola nel pacifico.





La ragazza arrivò in cima al vulcano.
Quello era considerato terreno sacro per li abitanti dell'isola ma niente e nessuno poteva fermarla, era partita dal villaggio con un idea chiara e tonda in testa, e non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Eppure sapeva a quale rischio stava andando incontro... Ginka e Kyoya a momenti ci lasciavano le penne!
Com'era d'aspettarsi lapilli infuocati solcavano il cielo turchese di quel caldo pomeriggio estivo, ma non era il vulcano ad emetterli, bensì un certo blader, famoso per il suo modo di fare piuttosto scorbutico ed egoista.
- Ryuga! - urlò più forte che poteva - so che sei qua intorno, non non fare il finto tonto!!! -
Nessuna riposta.
- Ehi!!! - riprovò.
Proprio quando stava per perdere la speranza una colonna i fuoco si alzò dal cratere, facendo tremare il terreno. E la causa di tutto questo era un beyblade: L-Drago Destructor; lo osservò roteare dinnanzi a lei, per poi prendere la rincorsa e fermarsi dritto nella mano del proprietario.
Alzò gli occhi quel tanto che bastava per squadrare interamente la figura slanciata che le si prospettava davanti.
- Cosa vuoi? E chi sei tu, ragazzina?! - domandò infastidito.
La giovane mandò giù la saliva.
- Mi chiamo Amber e sono venuta per chiederti un favore. - 
- Un favore?!? A me??? - chiese stupito - Non sono la persona che fa al caso tuo, e ora tornatene da dove sei venuta, hai interrotto il mio allenamento! - le voltò le spalle, facendo svolazzare la giaccia bianca che pendeva sulla schiena.
- Aspetta! Almeno fammi spiegare il mio problema... Sono sicura che ti potrebbe interessare. - cercò di fermarlo.
- E sentiamo, allora, che problemi potresti mai avere? -
- Mi serve il tuo aiuto, Ryuga, devi aiutarmi a trovare una persona...- smorzò i toni senza badare all'ironia del blader - Sono anche sicura che lo conosci, lui si chiama Damian Hart...-
- Ah, quel puffetto che si crede Dio solo perchè possiede una potenza e un bey ricevuti da altri...- ironizzò il ragazzo dai capelli bianchi come il latte e il ciuffo rosso.
- Sì, proprio lui; ma...-
- Non ti aiuterò a trovare quello sbruffone. - la interruppe bruscamente - Lavorava per Nebula Oscura...- si giustificò poi.
- Cosa?!? Per Nebula Oscura? - Amber fece istintivamente un passo indietro.
- Ma dico caschi dalle nuvole? L'Hades Inc ha sempre avuto legami con la società di Doji. Ziggurat era un suo superiore...-
- M-mi dispiace non lo sapevo...-
- Beh, ora che lo sai faresti meglio ha cambiare idea e lasciarlo lì dove si trova...-
- No, tu non capisci lui è pericolo! -
- Mhp, perché non è capace di difendersi da solo? Ha un beyblade e non mi sembra che abbia paura di usarlo...-
- È ricercato dal governo statunitense e dalle forze dell'ordine! - alzò la voce.
- Mmmm, ma che bravo, chissà che cosa ha combinato? - si chiese il possessore di L-Drago.
- Te lo chiedo per favore, è importante...- lo scongiurò - Ho saputo che cerchi i frammenti di stella, lui...Damian...è un blader leggendario, ti prometto che se mi aiuterai a trovarlo ti darà il suo frammento! E poi...- si bloccò.
- E poi cosa? - chiese Ryuga spazientito.
- E poi se trovi lui, trovi anche l'Hades Inc.-
- L'Hades Inc non esiste più, Amber, o come caspita ti chiami...-
- Ti sbagli, ne sono sicura al 100%. Potresti approfittarne per vendicarti una volta per tutte.- provò l'ultima volta.
- Sei astuta, sai? E va bene, ti aiuterò a trovare quel bamboccio, anche se non capisco cosa ci trovi in un tipo così...- borbottò facendosi strada davanti a lei.










Hades Inc. Nuova sede.








- Ne-Nemesis? - riesce solo a sussurrare - Cioè, voi...volete che io...- gli sembra quasi impossibile, tanto che per qualche secondo pensa di aver capito male.
- Noi vogliamo che il Sole Nero rinasca. E tu sei perfetto per questo compito, sei il degno blader di Diablo Nemesis...-
Si passa una mano tra i folti capelli.
In questo momento sudori freddi attraversano il suo corpo come tante piccole scariche elettriche.
Sente dei brividi salirgli per la schiena e continuare fino alle spalle.
- Io non credo di essere all'altez...-
- Oh, non serve farsi tante storie, io e il dottor Ziggurat ci siamo consultati e abbiamo deciso insieme che tu fai proprio il caso nostro!-
Damian abbassa lo sguardo.
- Beh, forse non lo sapete, ma credo di essere diventato un blader leggendario...-
Doji e il Dottore si scambiano uno sguardo perplesso.
- E da cosa lo deduci?- chiedono.
- Una notte, sono stato colpito da una forte luce proveniente dal cielo, Kerbecs sembrava brillare, ed è diventato molto più forte...La cosa strana è che non ha riportato modifiche a differenza dei Bey di altri.-
- Questo è impossibile Damian, Cerbero non è una costellazione, o almeno, non lo è più...Comunque lo scopriremo tra non molto se sei o no un blader leggendario...- esclama Ziggurat - in questo momento il tuo Bey sta per essere analizzato dalla mia equipe di scienziati, ci svelerà molte informazioni utili: dove sei stato, con chi hai combattuto...-
- Cosa?!- con uno scatto si alza in piedi - Ridatemi indietro Kerbecs, non avete il diritto di fare queste cose!-
- Oh, ce l'abbiamo eccome il diritto. Ricordati che il tuo Bey, Hades Kerbecs, è stato creato dalla Hades Inc. quindi appartiene, anzi è sempre appartenuto a noi...- osserva Doji.
- Non c'è bisogno di surriscaldare l'atmosfera più di quanto non lo sia già.- lo interrompe Ziggurat - stavamo parlando di un'altra cosa e ho bisogno di sapere da che parte stai Damian...puoi collaborare, sapere tutto quello che vuoi, e tirarti fuori dai guai. Oppure puoi fare di testa tua, non otterrai niente e le forze di autorità ti prenderanno in poco tempo...-
- Lo sa che è sleale! - ringhia risedendosi e stringendo i pugni.
Ziggurat sembra non sentirlo e continua - Comunque non c'è alcun problema: anche se fossi un blader leggendario non cambierebbe niente, anzi sarebbe un alleato in meno per i nostri avversari.-
- Allora?- lo incita Doji - Da che parte stai?-
Damian intreccia le dita sul tavolo, abbassa ancor di più lo sguardo, non vuole far vedere la sua espressione.
Ora vorrebbe tanto piangere, si sente inutile.
"La mia esistenza non è servita proprio a nulla, sono un incapace! Non sono mai stato in grado di guadagnarmi qualcosa con la forza delle mie sole mani...Ho sempre avuto bisogno di qualcuno che mi stesse dietro. La mia potenza, nel beyblade, è dovuta alla procedura, senza quella non sarei mai andato da nessuna parte... Se avessi dovuto fare affidamento sulle mie reali capacità, non sarei quello che sono! Lo spirito del blader, come lo chiama Ginka, non so neanche cosa sia...
Solo una cosa sono davvero bravo a fare: la cavia. Quello mi riesce particolarmente bene, e la proposta che sto per accettare è l'inconfutabile prova...
Ma la domanda che mi assilla è 'Cosa m'importa realmente di mia madre? O della mia storia?'
Se accetto la proposta non avrò più modo di sistemare le cose.
'La mia vendetta personale!'
Sì, certo. A chi la do' a bere?
Se anche trovassi quelle due persone, cosa farei? 
Le ucciderei? 
Macchiarmi di un delitto del genere? Non ne sarei comunque capace... Uccidere un essere umano..."
...Uccidere un essere umano...
...Uccidere un essere umano...
...Uccidere...
Quelle parole rimbombano nella sua testa, intrappolate ancora una volta, mentre cercano una via d'uscita.
Dopo un po' non assumono più alcun significato, non provocano più alcun sentimento nel suo cuore.
Sterile.
Si sente sterile.
Dentro di sé: il vuoto più totale.
Buio negli occhi, e cuore di pietra.
È una macchina.
Una macchina.
Non prova sentimenti.
Lascia che il mondo gli scivoli addosso.
Che cos'ha da perdere in fondo?
Il dolore l'ha provato sulla pelle.
- Accetto - dice con voce piatta - Sono a vostra completa disposizione -
- Bene - annuisce il Dottore sorridendo raggiante - Io sono un uomo di parola quindi ora è giusto che tu sappia tutto quello che c'è da sapere...-









Isola nel Pacifico.






- Infatti non ci trovo niente di straordinario in lui...- sbottò incrociando le braccia al petto.
- Oh, già... Perché io ti sembro scemo, no?- rispose il blader di L-Drago Destructor.
- Ma che...? Non ho detto questo! -
- No, ma l'hai pensato. E comunque l'hanno capito anche i sassi...- proseguì con voce piatta.
- Di cosa stai parlando? Non ti seguo.-
- Ah, lascia perdere...- 
- Ehi! Aspetta, stai forse insinuando che ci hai visto...-
- ... -
- Rispondimi! Cribbio! - puntò piedi la ragazza.
- Beh, diciamo che ho intravisto qualcosa. -
- Cosa!? Non ci credo, possibile, questa storia sta diventando di dominio pubblico! -
- Gli vuoi molto bene, vero?-
- Mmh, smettila i fare domande!!!- scoppiò diventando tutta rossa - Da quando ti interessi di queste cose?-










Hades Inc. Nuova sede.





- Penso che le cose ti siano abbastanza chiare fino al tuo arrivo qui alla Hades Inc: tua madre è stata assassinata e tu sei stato reclutato all'Accademia...
Saprai anche che la versione dei giornali citava: "Donna uccisa in casa, si ribellava ai due rapinatori."
I giornali, giustamente, credevano che fosse stata una rapina a mano armata e tua madre avesse cercato in tutti i modi di respingerli; ma ovviamente, io so che non è andata così.-
- Sta dicendo che quella notte non erano due ladri venuti per rubare?- chiede sgranando gli occhi.
- No, in verità l'obbiettivo di quei due non erano i soldi tantomeno i gioielli, ma eri tu Damian...- Ziggurat si alza dalla sua postazione e gli da' le spalle.
- Si, ora capisco tutto...- si prende la teste fra le mani - Ora ricordo...-
La sua mente fa un salto all'indietro, ritorna a quella notte piovosa:


- Dov'è? -
- Chi? -
- Lo sai perfettamente, donna! -
- Lui non è qui! -
- Non dire palle!
- Dico la verità! È a dormire dagli amici...
- E questo come lo spieghi?-    - Sopra non c'è! -
- Allora lo troveremo da soli! -
- Tempo scaduto! Bye bye...-


- Prima di continuare devi sapere un'altra cosa...- si volta - Tua madre non era la persona che conoscevi.-
- In che senso?-
- Tua madre non era una giornalista, cioè sì lo era, ma...non era il suo vero lavoro! Lei era un agente segreto della CIA, lavorare per il "New York Times" era soltanto una copertura!-
- Cosa!? Lei...lei mi ha mentito per tutti questi anni...- adesso è ancora più confuso.
- Proprio così...- annuisce l'uomo seduto al suo fianco - ma in fondo lo faceva per proteggerti...-
- Non correre Doji ! - lo stoppa Ziggurat.
- Perché mi voleva proteggere? E da cosa? - chiede Damian.
- Questa è la domanda giusta! - ancora Doji.
- Devi sapere che il mondo che sta venendo punta tutto sulle nuove tecnologie, più in particolare per farsi le guerre i Paesi tecnologicamente più avanzati hanno sperimentato armi-robot che funzionano da sole. In questo modo un Paese che attacca un altro con queste armi non rischia di far perdere la vita ai propri militari, mantenedo intatta la crescita demografica. -
- E questo che c'entra?-
- Sai che cos'è il transumanesimo Damian? - 
- No, ma non capisco, questo non è quello che voglio sentire! -
- Abbi un po' di pazienza, è invece importantissimo per capire tutta la storia...
Riprendendo da dov'ero rimasto: il transumanesimo è un movimento intellettuale e culturale che sta prendendo velocemente piede nella comunità scientifica. In sostanza afferma che l'uomo dovrebbe usare la tecnologia per superare le debolezze insite nel proprio corpo e aumentare le proprie capacità fisiche e cognitive quali: resistenza, forza, velocità, intelligenza e perfino astuzia. O, come voler si dica, modificare geneticamente noi stessi. -
- In poche parole creare una super razza umana... - interrompe Doji.
- Il governo americano ha molti fronti aperti in tutto il mondo: basti pensare al Medio Oriente: Afghanistan, Iran, Iraq ecc. oppure la Russia, la Belva Dormiente che apparentemente non sembra voler entrare in conflitto, ma che in verità non ha mai messo da parte un pensiero di riscatto contro di noi.
Da circa vent'anni l'America ha investito milioni se non miliardi sulla ricerca di un qualcosa che appianasse tutti questi problemi internazionali.
Ne ha trovato la soluzione in quest'uomo - sul tavolo compare l'immagine di una persona in camice bianco, un brillante sessantenne coi capelli brizzolati - Bernard Shooto...
Quest'uomo sembra che abbia trovato la soluzione: una meraviglia dell'ingegneria genetica che lui stesso a progettato, in grado di amplificare le capacità di un essere umano.
Si chiama BS2053, più semplicemente chiamato Horcrine; ed è il motivo per cui quegli uomini ti cercavano e ti danno tutt'ora la caccia. -
- Oh, accidenti! Anche lei con questa storia dell'ordigno militare, io non possiedo nessuna bomba, mi guardi dove potrei tenerla? - si alza in piedi allargando le braccia.
Ziggurat continua senza ascoltarlo - A tua madre fu affidato l'incarico di rubare questo marchingegno, in quanto Shooto era risultato positivo a dei test sulla schizofrenia impostigli dalla CIA.
- Quindi era un pazzo...- osserva Damian.
- Più o meno, quello che preoccupava un po' tutti era che lui era in possesso dell'Horcrine e avrebbe potuto usarlo a suo piacimento. - puntualizza Doji.
- L'operazione Horcrine non andò a buon fine, tua madre riuscì a sequestrarlo, ma quando lo portò alla centrale della CIA il governo americano venne a reclamarlo in quanto sostenevano che i test non erano stati effettuati a dovere e ritenevano Shooto una persona sana e con la testa sulle spalle.- Ziggurat scosse la testa.
- Il BS2053 fu riportato nei laboratori di Bernard e completato... - continua Doji.
- Ma dopo poche settimane la CIA decise di fare una mossa azzardata, visto che erano sicuri della pazzia di Shooto e poiché dopo il furto ricevettero una lettera intimidatoria da lui stesso; decisero di andare contro il governo americano...
Inscenarono una rapina nei laboratori di Shooto, di cui fu sempre tua madre l'autrice, solo che lei non poteva di certo riportare il marchingegno alla centrale della CIA, il governo avrebbe subito pensato a loro, quindi dovette tenere l'Horcrine in casa sua. Subito come c'era d'aspettarsi le forze dell'ordine americane fecero irruzione alla CIA, setacciarono tutto, ma non trovarono l'Horcrine.
Non contenti emisero un mandato di perquisizione degli appartamenti sotto copertura degli agenti.
Tua madre fu subito avvisata, nascondere l'Horcrine da qualche altra parte era pericoloso, quindi trovò una soluzione migliore...
- Che soluzione? - chiede Damian.
Ziggurat non accenna a rispondergli.
- Dottore che soluzione??! - urla.
- Una soluzione molto difficile da prendere Damian...- Daidoji gli poggiò una mano sulla spalla. Improvvisamente i due avevano cambiato espressione.
- Non sappiamo come fece, ma l'Horcrine fu impiantato su di te, dentro di te...
- C-Cosa? - quelle parole non sembrano vere - State scherzando, vero? Mi state prendendo in giro! -
- No Damian purtroppo è la verità... Tutto quello che volevi sapere... -
- N-No i-io non ci credo, siete dei caccia balle! - grida sbattendo i pugni sul tavolo.
- È importante che tu ora stia calmo...- lo tira per un braccio facendolo sedere.
Il ragazzo si porta due dita alle tempie - So come hanno fatto ad impiantarlo...- sussurra con un fremito nella voce - un giorno, qualche mese prima che fu uccisa, mia madre mi portò in uno studio dentistico, disse che era un normale controllo, non mi avrebbero fatto niente. Me lo ricordo bene perché quando mi chiamarono per la visita, lei non venne con me, mi aspettò fuori dalla porta e... piangeva.
Fu strano perché mi svegliai a casa mia.
Mia madre mi disse che quando il dentista aveva tirato fuori le pinzette ero svenuto...
Ma io ricordavo perfettamente che mi avevano addormentato.-
- Il motivo per cui "ti abbiamo infilato un ago nel braccio" è per vedere se il dispositivo ha passato o no il cosiddetto "punto di rottura". -
- E questo che vuol dire? -
- Vedi non sappiamo se l'Horcrine si sia già aperto... Mi sono dimenticato di dirti che dal momento in cui viene impiantato nel corpo, l'Horcrine ha bisogno di tempo, e di trovare 'suolo fertile' dove fermarsi e iniziare a 'immagazzinare dati'.
- Immagazzinare dati?-
- Sì, ed è proprio questa caratteristica che lo rende unico al mondo. Il BS2053 'sceglie le persone' dentro cui si annida. Se non trova condizioni favorevoli, può anche decidere autonomamente di non aprirsi mai. È come dotato di una mente propria...-
- È spaventoso...- commenta Damian passandosi una mano sul volto.
- Può sembrare spaventoso - prosegue Doji - in verità è un miracolo dell'ingegneria genetica. Con la 'procedura' il dottor Ziggurat non ha fatto nient'altro che ritardare questo processo, non sapendo che cosa poteva provocarti.-
- E che cosa cambia se si apre o no? -
- Beh vedi, Shooto ha bisogno del dispositivo chiuso, aperto è irrecuperabile perchè entra in circolo col sangue della persona.-
- E cosa succede se questo dispositivo si apre?-
- Non sappiamo che effetti abbia sul corpo umano, come ti ho detto prima, potrebbe potenziare delle tue caratteristiche... Ma dobbiamo ricordarci che è stato progettato per combattere una guerra...-
- State dicendo che se è già entrato in circolo divento tipo una macchina per uccidere persone? -
Doji e Ziggurat tacciono silenti senza saper più che dire.
- Deve finire di raccontare... - lo sprona con gli occhi lucidi, mai avrebbe creduto che ci fosse dietro un storia del genere.
- Di questa faccenda fa parte anche tuo padre. Lui ha sposato una donna senza saper del suo vero lavoro. Pochi giorni prima che venisse uccisa ha trovato la pistola nascosta in casa e ha scoperto tutta la verità. -
- Si, mi ricordo che hanno litigato. - annuisce convinto.
- Tuo padre ha sequestrato la pistola a tua madre, dicendole che non era un buon esempio per te e che prima o poi l'avresti trovata. Quindi è partito per il viaggio di lavoro, senza sapere che non avrebbe mai più rivisto sua moglie. Il continuo lo sai meglio di me. Tua madre non aveva calcolato gli scagnozzi di Shooto, e le è costato caro.
- Forse se avesse avuto la pistola....- sospira il blader di Hades Kerbecs.
- Non devi farne una colpa a tuo padre Damian... Lui ha fatto quello che avrebbe fatto ogni papà...-
- Non capisco una cosa Dottore, perché se l'Horcrine mi è stato impiantato dieci anni fa il governo e Shooto si mobilitano solo adesso? -
- Semplicemente perché tu da quando è morta tua madre sei sempre stato sotto mia tutela qui alla Hades Inc, al riparo da ogni pericolo. E poi Shooto sapeva che l'Horcrine era al sicuro fino a quando ti fossi sottoposto al potenziamento.-
- Questo vuol dire che la lettera che ho ricevuto è di Bernard Shooto in persona - dice tirandola fuori e rileggendola.
 


Credi nel Destino?
Io sì, perché ero sicuro che non ti avrei mai più rivisto, e invece, un bel giorno, eccoti là. Davanti a migliaia di spettatori, a disputare la finale del torneo mondiale dello sport più popolare del mondo. Non avrei mai pensato che un pivellino come te potesse arrivare così in alto.
Ti sei nascosto per anni, sfuggendomi ogni volta.
Ma non puoi continuare a fuggire in eterno...
Tu hai qualcosa che mi appartiene, e io lo rivoglio indietro.
Quel qualcosa è dentro di te, ti scorre nelle vene.
Forse è troppo tardi, o forse no...
Ma dimentichi una cosa Guardiano:
Io conosco i tuoi pensieri, ogni tuo battito di ciglia.
So dove sei stato.
So dove sarai.
Io e te abbiamo un conto da saldare.
Mr 625.



Tutti i tasselli del puzzle vanno al loro posto, adesso la minaccia ha un nome, finalmente conosce la verità...
- Quest'uomo ti ha tenuto d'occhio per anni, ha persino cercato di entrare a far parte della mia equipe di scienziati, ci è riuscito: le abilità non gli mancavano di certo, ma sono riuscito a fermarlo in tempo, per questo conosce il tuo numero di matricola.-
È come un flashback, uno schizzo di passato che si intrufola nei suoi ricordi:

 
- Matricola numero 625 un passo avanti! -
Indossa una tutina leggera nera e marrone come tutti, i tre numeri 6, 2, 5 capeggiano sul suo petto scintillando alla luce artificiali dei neon appesi al soffitto. Fa un passo avanti come richiesto.
Un signore vestito col camice bianco, i capelli marroni a tratti bianchi per l'età, e uno smagliante sorriso gli fa segno di avvicinarsi.
Ubbidisce.
- Nome? -
- Damian.-
- Damian? Scritto come?- alza un sopracciglio.
- Con la A signore -  a scuola gli chiedevano spesso di precisare, in America è molto diffuso anche Damien.
- Che bel nome Damian, lo sai da dove proviene e cosa significa?-
- N-No...- sibila spiazzato dal fare amichevole dell'uomo.
- Beh, non è facile da spiegare. Non si è mai capito da dove provenisse il nome Damian: molti pensano che derivi dal verbo greco Damao " sottomettere", "domare" altri che sia relativo all'antica dea Damia, e da qui la nascita dell'omonimo verbo, in questo caso assume il significato di "colui che sottomette", "colui che doma". E poi c'è l'ultima teoria che lo collega a "Damos" " Popolo". Quindi si potrebbe dire "Colui che sottomette o doma il popolo." È interessante non pensi? In qualche modo sei destinato a comandare, ti chiameranno "il Prescelto" e diventerai una grande persona Damian ne sono certo. I nostri nomi ci dicono chi siamo... Penso che diventeremo grandi amici...-


Era rimasto stupito dal comportamento dell'uomo e dalla sua gentilezza.
Disse che sarebbero diventati grandi amici, ma quella era stata l'ultima volta che lo aveva visto.
Per questo si ricordava di lui.
Quell'uomo era Bernard Shooto...



- Un'ultima cosa Damian.- Ziggurat compie un giro intorno al tavolo -Tuo padre ha sempre avuto un ruolo molto passivo nella tua vita, è stato un genitore poco presente a causa dei suoi impegni lavorativi; ma mentre eri all'Accademia ti ha mandato numerose lettere.- avvicina lo scatolone.
- Ovviamente non le hai mai viste perché le abbiamo prelevate noi.
Ci sono dei dettagli abbastanza significativi che possono esserti utili.- estrae dei fogli ingialliti. - Questi sono tutti i tuoi effetti personali, li abbiamo tenuti da parte per te...- dice porgendogli il contenuto.
Improvvisamente il piano di cristallo emette un rumore, attirando l'attenzione di tutti.
Ziggurat clicca sullo schermo, compare il viso di una persona.
- Dottore sono arrivati i test. Abbiamo fatto una nuova scoperta analizzando il sangue.- esplica una voce piatta - Il BS2053 non si apre istantaneamente come credevamo, rilascia poco per poco la sostanza in circolo...- prosegue.
- Questo vuol dire che si è già aperto? -
- Sì signore, il punto di rottura è stato superato, non possiamo fare più niente...-











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Ed eccomi qua, trallallero trallalà!!!!
Fiù, che faticaccia per scrivere questo capitolo!
Anche se pensavo venisse meglio, mi devo convincere che non è niente di speciale.
Ok ok più o meno adesso le vostre facce saranno queste 'o', o queste +o+ e non avete tutti i torti...
Le cose sul transumanesimo sono tutte vere compresa la definizione, ma l'Horcrine è inventato, anche se il suo nome scientifico BS2053 prende le iniziali di Bernard Shooto, B & S e 2053 sta a significare 100 anni in più rispetto alla data di nascita della persona a cui appartengono le iniziali (questo metodo viene usato veramente per il nome in codice dei trasumanisti convinti...)
Lo so questa storia sta diventando sempre più incasinata, però so dove voglio arrivare, e spero di farcela, sarebbe un peccato lasciarla incompleta...
Damian: in verità sarebbe meglio lasciarla incompiuta perché sta diventando una schifezza... :-P
Taci tu!!! Se no chiamo Ryuga e poi so' cazzi...
Damian: uhhh che paura!!!
Comunque questo era un po' il mio asso nella manica, (ah, dimenticavo ne caso non l'aveste già capito che si legge Orcraine), non chiedetemi da dove mi è saltata fuori l'idea perché non so cosa dire.
Spero di tornare il più presto possibile.
Ringrazio ancora i soliti recensitori, e tutti quelli che la leggono o mettono questa immonda schifezza nelle preferite/ricordate/seguite.
Bye bye Cronus

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