Waiting for the end

di Haroldspoo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** This is not the end, this is not the beginning ***
Capitolo 2: *** I know what it takes to move on ***



Capitolo 1
*** This is not the end, this is not the beginning ***


Hm, che dire, ho deciso di iniziare questo "continuo" de "Il pianeta del tesoro" perché ieri ho visto per l'ennesima volta (lol) il film, che ha accompagnato per anni la mia infanzia, e tutt'ora la mia adolescenza. E' un film che amo. Devo ammettere, però, che non so bene quale sia l'evoluzione della storia, tantomeno se avrà una vera e propria fine. Beh, spero vi piaccia. Mi raccomando, una recensione non guasta mai ;) -Vale 

Capitolo 1- "This is not the end, this is not the beginning"

-Mamma, vorrei parlarti-
-Ascolta Jim, ora pensa a ripulire il Benbow Inn e aspettiamo che tutti siano andati via.-
Jim sospirò ed iniziò a sparecchiare i tavoli.

-Oh Delbert, i vostri piccoli sono davvero adorabili-
-Sì, sono già detestabil..a-adorabili- sì corresse, mentre si aggiustava gli occhiali.
Poi, con un tenero sguardo guardò le sue tre figlie -Sono identiche alla madre...spero anche non di carattere!-
Amelia fulminò Delbert con gli occhi -Che siano uguali a me o no, dovrai sopportarci, tutte e quattro.-
L' astrofisico sorrise -Agli ordini, signor capitano- fingendo un inchino. 
Poi si rivolse a Sara, che lavava per terra.
-Ora Sara, noi dobbiamo andare. Sia tu che Jim dovete riposare. E' stato un viaggio lungo e..difficile- mise una mano sulla spalla della donna.
Ricambiò con un sorriso, e poi un abbraccio -Grazie per tutto quello che hai fatto per Jim-
-Figurati, è stato un piacere. Dopotutto, era anche per scopi personali, no?-.
Risero entrambi.
Sara li accompagnò alla porta e si salutarono, dando un bacio sulla fronte a tutti e quattro i piccoli.
Chiusa la porta, si sedette su una sedia e iniziò a guardarsi intorno, ammirando il suo nuovo e appena inaugurato Benbow Inn, gigantesco rispetto a prima. Sorrise al pensiero che tutto ciò era merito di suo figlio, Jim, quello in cui nessuno credeva e lei, invece, non aveva mai dubitato delle sue straordinarie capacità.
Jim venne dalla cucina, asciugandosi le mani con una vecchia asciugamano.
-Mamma, va' a dormire, sarai stanchissima. Tanto Ben mi ha aiutato in cucina e a mettere in ordine, abbiamo quasi finito-
Jim non finì di pronunciare quelle parole che si sentì un rumore di piatti cadere per terra (e finire in mille pezzi).
-Come non detto..- ed entrò nella cucina. 
Sara sentii un "Ben, imbranato ammasso di rottami, ti avevo detto di non fare il giocoliere con i piatti...ora raccogli tutti i pezzi e spazza qui terra!" seguito da un "Jimmy, Jimmy mi dispiace..ci penso io". Sara rise leggermente, era davvero un tipo buffo quel Ben, anche un ottimo cameriere, dovette riconoscere.
Sara andò in camera sua, mise la camicia da notte rosa e aprì il suo ciondolo, guardando la luce che proiettava un piccolo Jim. Sorrise, e sospirò, quasi rimpiangesse che suo figlio ormai era un adolescente e lei non poteva far altro che continuare a crescerlo.
D'un tratto uno "Knock knock" interruppe i suoi pensieri, chiuse il ciondolo.
-Entra Jim..-
Il ragazzo trovò sua madre seduta ai piedi sul margine del letto. Entrò a passo lento e si sedette accanto a lei. Accese la piccola lampadina che c'era sul comodino.
-Mamma, ecco, volevo parlarti...-
-Tesoro, qualsiasi cosa sia successa nel viaggio non fa niente, l'importante che ora tu sei qui.- gli disse sorridendogli dolcemente, Jim ricambiò, ma fu palesemente forzato e breve quel sorriso.
-Si tratta proprio del viaggio, ti chiedo solo di ascoltarmi...-
-Jim, è tardi, siamo stanchi entrambi, ne riparleremo domani, d'accordo?-
Jim sospirò, si alzò dal letto e spense la lucetta. Baciò la madre sulla guancia e le sussurrò -Come vuoi tu. Buonanotte!-.
Si avvicinò alla porta e la madre rispose -Buonanotte James-.

Anche Jim ora era in camera sua.
Tolse gli stivali e salì a piedi scalzi sul letto, raggiunse la mensola e trovò ciò che stava trovando: il libro de "il pianeta del tesoro".
Non riusciva a credere che le "storie" che leggeva da bambino con tanta passione, ora erano diventate parte della sua vita. Che il robot di Flint, ora era con lui e che parte del suo bottino ora era una nuova locanda. 
Continuava a pensare al viaggio, a Silver, alle incridibili avventure trascorse..più ci pensava più capiva che doveva affrettarsi nel parlare con la madre.
-Morph? Morphy dove sei?...Non mi va di giocare a nascondino.-
Ed ecco che il modellino di una nave iniziò a muoversi e fare versetti strani.
Jim si avvicinò di soppiatto e lo prese -Tana per Morph!- disse solleticandolo con l'indice. 
Si stese sul letto e guardò la galassia dalla finestra, mise le braccia incrociate dietro la nuca e, rendosi conto che fosse davvero tutto finito, si addormentò esausto.

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Capitolo 2
*** I know what it takes to move on ***


Capitolo 2- "I know what it takes to move on"

Qualcosa stava tirando i capelli a Jim, che emise uno strano suono, quasi un grugnito.
-Morph, smettila, voglio dormire!- disse scacciando l'esserino rosa e mettendo la testa sotto il cuscino. Jim sapeva, però, che era tutto inutile: ecco che Morph si intrufolò sotto la sua maglia e iniziò mordicchiargli la pelle.
-HEY MORPH!- ringhiò, dandosi dei colpetti lungo il busto e sulla pancia. 
L'esserino rosa smise finalmente di tormentarlo e rise soddisfatto.
-Mi alzo, okay?!- disse mettendosi a sedere.

Sua madre era al piano di sotto a fare colazione. 
-'Giorno mamma-
-Oh buongiorno Jim, dormito bene?-
-Dormire senza i rumori del signor Flatula è già abbastanza, te lo assicuro- le rispose ridendo.

Sarah gli portò una tazza di latte e gliela porse.
-Grazie mamma...ascolta, possiamo riprendere il discorso di ieri, prima di aprire il Benbow?-
-Coraggio, sono tutt'orecchie.-
-Beh..sulla nave, ho conosciuto un Cyborg...responsabile sia della distrutta che della nascita del nostro Benbow...-
-Spiegati meglio!-
-Il cyborg di cui parlava Billy Bones, quella vecchia salamandra, era Silver. Che io ho conosciuto sulla nave e che, ci ha distrutto la locanda, ma che ci ha aiutati a costruirne uno nuovo, in modo migliore..-
-Sì, me ne hai già parlato, capisco. Dunque?-
-E' dovuto scappare quando noi siamo rientrati, per sfuggire alle forze dell'ordine ed una vita in prigione, ma non ho idea di dove sia...-
-E..?-
-Ed io, beh ecco, vorrei partire per cercarlo. Sento che una parte di me è con lui, il mio posto anche lo è...io voglio viaggiare per lo spazio, che la mia vita sia un'avventura, voglio rischiare, conoscere..ma soprattutto voglio rivederlo.-
Sarah guardo con gli occhi pieni di lacrime il figlio e senza respiro riuscì a malapena a dire -JAMES PLEIADI HAWKINS!-. 
Poi calmò il suo tono.
-Perché? Perché vuoi farmi una cosa simile?-
-Mamma, il mio posto è accanto a Silver! Io ho bisogno di lui.- sospirò, abbassò lo sguardo, e si tirò i capelli all'indietro, per aggiustarli. Riprese. 
-Lui, mamma, è l'unica persona, dopo te, che ha fiducia in me. Capisci? LUI E' STATO IL PADRE CHE NON HO MAI AVUTO!- a queste parole, gli occhi di Sarah si spalancarono, lasciando grosse gocce d'acqua salata rigarle il viso. -Mi ha insegnato ad affrontare la vita, a dimostrare quanto valgo, a non arrendermi. Ha fatto, in poco tempo, ciò che avrebbe dovuto fare mio "padre" in tutti questi anni!-.
Senza dire parola, la donna si alzò e andò in cucina, Jim sentì che singhiozzava e ogni tanto tirava su col naso. Poi ritornò e si sedette di fronte a lui.
-Jim... Già so che sei abbastanza grande da capire cosa è meglio per te.-
-Mamma, io devo tracciare la mia rotta!-
-Lo so, ma se tu parti, seguirai la tua "rotta", come la chiami tu, e non tornerai più-
-Io non sono come Papà! NON SONO QUEL TIPO DI UOMO E NON LO SARO' MAI! Io non potrei mai lasciarti alle spalle. Tu non sei il mio passato mamma, sei il mio presente e lo sarai anche fra cent'anni, anche a mille anni luce di distanza.- 
Sarah sorrise leggermente e asciugò con la manica della camicia da notte le poche lacrime che non era riuscita a trattenere.
-Devi fidarti di me- Jim prese le mani di sua madre e le strinse forte, sentii che tremavano.
-Io non voglio perderti...-
-Queste parole me le hai già dette una volta, e come dimostrato non mi hai perso..- Jim portò con la mano il volto della madre a guardare il suo. Guardandola fisso negli occhi le disse -Tu non mi perderai! Io non ti abbandonerò. Non sarai sola-
Sarah sorrise, era così orgogliosa di suo figlio. Lo abbracciò forte. 
-Mamma, ti prego, staccati o affogherò..-disse Jim con la voce tremante e gli occhi lucidi, ma con tono ironico.
Dopo che anche Sarah si fu calmata, Jim le spiegò di quante ne avesse passate con Silver, e di quanto fosse stato importante per lui.

-Jim, tu da solo non parti. Chiaro?-
-Potrei chiedere al professore di accompagnarmi!-
-Di nuovo? Jim, ora lui ha dei figli a cui badare, non può sempre stare ai comodi tuoi.-
-Anche il capitano potrebbe venire con noi..-
-TU SEI IMPAZZITO!-
-Ma mamma...-
-Jim!-
-Ben, Ben verrà con me!-
Sarah sospirò.
-E anche Morph!-. A quelle parole, invece, sorrise leggermente, al pensiero del dolce esserino.
-...Spero tu sappia badare a te stesso, James Hawkins!-
-Tranquilla, Silver mi ha insegnato a scegliere con chi battermi.- le disse sorridento, raggiante.


-Ben, ehi Ben. Voglio essere chiaro e diretto con te: vorresti venire con me e il piccolo Morph alla ricerca di Silver?-
-ANDARE PER LO SPAZIO ALLA RICERCA DI UN CYBORG?!...TU MI STAI CHIEDENDO DI VENIRE CON TE?-
Con una faccia quasi disgustata nel sentire l'eccitazione nel tono di Ben, Jim annuì.
-QUESTO E' IL PIU' BEL GIORNO DELLA MIA VITA!..Beh a parte quello in cui ci siamo conosciuti, ovviamente-.
Ed ecco che Ben si "scagliò" contro Jim in un forte abbraccio, che gli fece quasi perdere l'equilibrio.
-Ricorda Ben, parlare e toccare: i due grandi "Non si fa"!- gli disse, scrollandoselo di dosso, ma ridendo leggermente.
-PEEERFETTO JIMMY! HO GIA' LE VALIGIE PRONTE. QUANDO SI PARTE? QUANDO SI PARTE?-
Jim si gratto la nuca e abbassò lo sguardo, sembrava stesse riflettendo. 
-Dopodomani, ti va?- disse d'un tratto ritornando a guardarlo.
-PERFETTO JIMMY. SONO COSI' ENTUSIASTA!-
Jim gli sorrise, poi andò nella sala principale del Benbow ad apparecchiare i tavoli.

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