DayLight

di MarsBlame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi Rincontri ***
Capitolo 2: *** Forti notizie. ***
Capitolo 3: *** Amori nascenti. ***
Capitolo 4: *** Chiarimenti. ***
Capitolo 5: *** Tutto così velocemente. ***
Capitolo 6: *** Un ritorno di fuoco. ***
Capitolo 7: *** Incontri sgraditi, realtà rivelate ***
Capitolo 8: *** Troppa realtà. ***
Capitolo 9: *** Una fine aperta. ***



Capitolo 1
*** Nuovi Rincontri ***


DayLight


-Mi trasferisco.
Ecco le parole di Cassiedy. Eravamo tranquillamente seduti in tavola per fare colazione e lei sbotta in questo modo.
-Perché?
Chiedo. Ci dev’essere un motivo. Non può decidere così, senza un perché.
-Brì, personale.
Intimò sfiorandomi la mano.
-Cass, sono la tua migliore amica da dieci anni. Niente è personale.
Urlai quasi.
-Vieni di là.
Mi disse prendendomi il polso.
-E Janet? Siamo tre coinquiline. Dobbiamo sapere entrambe perché vuoi andare via.
Imposi.
-Io lo dico a te, tu lo rivelerai quando sarò partita.
Disse spazientita. Annuii, mi girai e ammiccai a Janet. Una volta passata la porta ci sediemmo sul divano.
-Spara.
Dissio. Deglutì rumorosamente, segno di nervosismo. Perché era nervosa?
-Dimmi quale marachella hai combinato. Posso aiutart...
-Sono incinta.
Mi interruppe.
-Questo è più di una marachella...
Ovvio no? Perché stavo sparando cazzate!
-E...di chi...
-Il padre è Josh.
Rivelò.
-Devine?
Sbottai perplessa.
-Devine.
Acconsentì. Proprio Devine?
-Quando?
Chiesi ancora.
-Se...
Non finì la frase. Sta per scoppiare a piangere.
-Sei giorni fa?
Cercai di concludere.
-Sette? Otto? due mesi fa?
-Sette.
Disse con la voce rotta.
-Sette cosa? Giorni?!
-Mesi, Bridgit. Sette mesi.
-Oh cazzo, Cassiedy!
Urlai alzandomi di scatto. Sette mesi?! Tra due mesi partorirà e Devine ne sarà dentro fino al collo, per non parlare di lei.
-Lui lo sa?
Chiesi voltandomi.
-S-si, ma non vuole averne a che fare...
Disse alzandosi e seguendomi in cucina. Camminavo velocemente mordendomi l’unghia del pollice.
-Che fai?
Chiese Janet.
-Prendo altro caffè. Passami una brioche. Veloce. Devo incontrare una persona.
Dissi guardando la mia tazza.
-Oh no, no, no, no. Tu resti qui!
-Oh si, invece. Vado a vestirmi.
Dissi posando la mia tazza di caffè sul bancone, oltrepassando la porta e dirigendomi nel bagno.
-E la tua brioche?
Mi urlò Janet.
-Mangiala.
Suggerii.
 
***
Ero davvero, davvero furiosa. Mi stavo dirigendo a casa dei Devine a passo di marcia, come osava mettere in cinta la mia migliore amica e poi dire di non volere il bambino! Ora c’era dentro anche lui, ora doveva tenersi il bambino e la madre. Arrivai d’avanti quell’imponente porta. Bussai. Mi aprì un ragazzo sulla ventina, moro, con due occhi azzurri.
-Tomli! Qual buon vento!
Urlai abbracciandolo.
-Sono qui direttamente dall’aeroporto.
Disse.
-Posso parlare con Josh?
Chiesi.
-Te lo chiamo.
Disse rientrando in casa.
-Hey Malory!
-Hey, Devine.
-Non sembri tanto amichevole.
Mi intimò.
-Con te? No di certo.
Dissi atteggiandomi un tantino.
-Che ti ho fatt...ah, Everlin...
-Eve- chi?!
-La bambina di Cassiedy.
-Ah, avete deciso anche il nome...
Dissi poi spiegandogli che sapevo che non accettava la bambina.
-Non è un problema mio.
Disse ricevendo subito dopo uno schiaffone da parte mia.
-Come cazzo ti permetti di mettere incinta una ragazza e poi abbandonarla! eh? Come! Senti un po’, ora vai e ti trasferisci con Cassiedy, altrimenti sai cos...
-Bridgit...
Perseverò una voce dietro di me.
-Che vuoi Louis?
Dissi sostenendo lo sguardo su Josh.
-Vieni qui e parla con calma. Non vogliamo far sapere la storia a tutto il vicinato. giusto?
Disse.
-Giusto.
Risposi andando vicino a lui.
-Ok, parlerò con Cassie, ma non schiaffeggiarmi più. Capito?
Mi disse chiudendo la porta di casa e andandosene.
-Cos’è tutta questa scenata?
Mi disse Louis duramente.
-E’ la loro vita, tu non c’entri.
-E la mia migliore amica. Centro più di Lui!
Dissi nervosamente.
-Ora se permetti, vado via.
Feci per andarmene ma mi bloccò il braccio.
-Louis non voglio fare questioni, ciao.
-Bridgit non voglio che tu vada via.
-Ok. Ma non possiamo restare qui.
-Vuoi venire da me? Ti presento gli altri!
-Oh certo, da tre anni non ti vedo, è normale che voglio conoscere la band! Andiamo a piedi?
Dissi entusiasta.
-E’ lontano...
-Bus?
-Macchina.
-La hai?!
-No, uso quella di Harry.
-Ma...hai la patente almeno...
-No.
-Però hai abbastanza soldi per pagare una multa, giusto?
-Giusto.
-Cammina, teppista.
Scherzai facendomi scortare alla macchina.
-Allora, raccontami un po’, cos’hai fatto in questi ultimi anni?
Chiese mentre accendeva il motore.
-Allora, vediamo: ho fatto parte delle cheerleaders per un’anno, poi ho deciso di fare ballo, ho schiarito i capelli, sono stata scaricata tre volte per la mia troppa aggressività, ho vinto due gare di ballo su quattro, ho mandato a ‘fanculo due professoresse, ho fatto due risse, di cui una con un maschio, sono diventata fan della tua band e vi ho seguito in tv e ho quasi picchiato Josh Devine.
Dico tutto d’un fiato.
-Correggo, hai schiaffeggiato Josh.
Osservò.
-Fa niente. Novità?
Curiosai.
-Si, chiederò a Josh se vuole far parte della band.
Sbarrai gli occhi.
-Punto primo: non sa cantare. Punto secondo: non può andare in tour con una figlia a 4025 km di distanza.
Osservai un po’ alterata.
-Oh, giusto...allora dovremo trovare qualcun altro. Comunque tra un po’ arriviamo.
Avvisò concentrato sulla strada.
-Però guidi bene per essere Louis Sono-senza-patente Tomlinson.
Dissi dandogli una gomitata.
-L’allievo supererà il mastestro.
Disse altezzosamente.
-Harry?
Domandai.
-Harry.
Acconsentì.
***
Appena arrivati in quella enorme casa Louis urlò ‘Ragazzi è qui!’
-Allora era tutto pianificato, eh teppistello?
Dissi facendogli il solletico.
-Piacere, Harry.
-Heilà, sono Niall.
-Ciao, mi chiamo Liam.
-Zayn.
Sbucarono dal nulla. Tutti e quattro sorridenti.
-Piacere, mi chiamo Bridgit Malory.
Mi presentai.
-Bei capelli.
Osservo Zayn.
-Oh, grazie.
Dissi imbarazzata.
-Oh, non devi essere timida con noi. Insomma, ci hai visti in tv, no? Sai come siamo.
Disse il ricciolino.
-Coglioni?
Chiesi.
-Hey, hey!
-Harry, lo sembrate davvero in tv!
Dissi ridendo.
-Ok, cambiamo argomento.
Disse Niall prendendomi a braccetto e portandomi in cucina.
-Cucini?
Chiese con una scintilla negli occhi.
-Si.
Risposi.
-Bene?
-Direi di si.
-Mi cucini qualcosa...giusto per testare...
-Ok, muffin?
-E che muffin siano.
-Però, prima devi fare una cosa.
-E cioè?
-Devi darmi un bacio sulla guancia.
Pattuì.
-E che bacio sia.
Disse dandomi un leggero bacio sulla guancia.
***
-Come sono?
Chiesi speranzosa.
-Ottimi.
Disse con la bocca ancora piena.
-Niall, mastica a bocca chiusa!
Lo rimproverò Liam.
-Ragazzi io credo di dover andarmene.
Dissi triste.
-Perché?
Mi chiesero di scatto.
-No, dai resta!
Mi supplicò Niall.
-Devo vedere che succede a casa!
Rivelai.
-Telefona.
Suggerì Louis.
-Ok, dov’è il telefono fisso?
Domandai.
-Di sopra c’è un portatile in camera di Liam.
Disse Zayn.
-E quindi...
-Ti ci accompagno io.
Si offrì Liam.
***
-Ok, ragazzi può rimanere!
Annunciò Liam al posto mio.
-A casa c’è solo Janett e ha detto che lei deve uscire, quindi va bene.
Spiegai.
-Vediamo un film?
Propose Louis. Sapevo qual’era il suo film preferito. E lui sapeva che era anche il mio preferito.
-HUNGER GAMES!
Urlammo in coro agitando le braccia.
 
 
.SPAZIO AUTRICE.
E’ noiosa. ne sono consapevole. Ma nel prossimo capitolo c’è una grande svolta. Il prossimo capitolo lo posto domani sera. Ci sentiamo domani, recensite, intanto.

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Capitolo 2
*** Forti notizie. ***


-Dobbiamo partire. Di nuovo.
Annunciò Louis.
-Cosa?
Dissi allibita.
-Non...non potete...
Urlai con la voce rotta.
-Dobbiamo, per forza.
Spiegò Louis.
-Ma li ho appena conosciuti, e tu, ti rivedo dopo tre lunghi anni! Quando ti rivedrò se parti di nuovo!
Implorai piangendo.
-Qu..quando devi...quando dovete partire?
Chiesi subito dopo.
-Abbiamo il tempo di cercare un batterista. Abbiamo un appuntamento con un paio di ragazzi qui.
Disse Harry venendomi ad abbracciare. Lo strinsi forte. Avevo passato solo una notte e anche in bianco in quella casa, ma ci siamo fatti tutti delle gran risate, abbiamo visto fil e cartoni Disney, non poteva finire tutto così presto. Non ero pronta, non era neanche iniziato. Bussò la porta.
-Vado io.
Dissi liberandomi da Harry e asciugandomi le lacrime.
-Chi è?
Urlai all’altro capo della porta.
-Sono Stephan Miller, il batterista che avete contattato.
Risposero.
-Ah, si, Brì lascia a me. 
Disse Liam scostandomi dolcemente.
-Piacere, sono Liam. Lui è Harry, lui è Niall, lui è Louis e lui è...
-Zayn, piacere.
Dissero presentandosi.
-Già lo so, voglio dire...siete la band più famosa al mondo! Sparlano di voi persino oltre oceano!
Urlò esaltato il ragazzo dagli occhi verdi.
-Bravo ragazzo.
Disse Niall dandogli una pacca sulla spalla.
-Dai, facci sentire come suoni!
Disse Harry.
-Benissimo ragazzi.
Disse Stephan saltando su per i gradini, raggiungendo la batteria.

***
-Davvero ottimo, ragazzo!
Erano tutti entusiasti della sua esibizione. Cazzo, era fantastico con la batteria!
-Sei davvero bravo!
Rivelai.
-Oh, grazie.
Disse arrossendo. Arrossii anche io. Bussò nuovamente la porta.
-Dev’essere il secondo candidato. Bridgit puoi portare Stephan sopra mentre ci occupiamo di Josh?
Mi chiese Louis.
-Ancora Josh? Ne abbiamo già parlato!
Urlai.
-Bridgit, non è più incinta.
Disse Louis.
-Cosa?
Chiesi.
-Ha perso il bambino. Ieri.
Rivelò.
-Ieri?
Chiesi.
-Ieri.
Affermò.
-Ok, andiamo sopra Bridgit.
Disse Stephan tirandomi per un braccio. 

***
-E’ semplicemente scioccante.
Dissi tra una lacrima e l’altra sulla sua spalla.
-Lo so, dev’essere difficile.
Mi compatì.
-No, no, no Sten, non devi compatirmi!
Dissi lasciando il mio comodo posto tra le sue braccia e l’incavo del suo collo.
-Puoi continuare a sfogarti, se vuoi.
Disse asciugandomi una lacrima sul viso.
-Sei...gentile.
Gli confessai.
-Oh, grazie...
Disse arrossendo e rimuovendo immediatamente la sua mano dalla mia guancia.
-E vedo che se anche timido!
Dissi dandogli una finta gomitata. Rise. Aveva un fantastico sorriso. Non ho mai visto nessuno con un sorriso così solare.
-Hai un bel sorriso, ma non arrossire, hahahaha.
Dissi.
-Come faccio a non arrossire, hahahaha.
Rispose.
-Sai, tu sei molto carina.
Ammise.
-Grazie mille.
Dissi lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.
-Bridgiiiit.
Arrivò un urlo da sotto.
-Louis! Che c’è!?
Urlai.
-Abbiamo deciso che...

 

.SPAZIO AUTRICE.
Saaalvee, domani pubblicherò il terzo capitolo. Intanto aspetto taaante recensioni. Vi prego ragazze, fatemi sapere che ne sapete o mettete la storia tra i seguiti, così vi avviserò via messaggio quando aggiorno la storia. Baci, a domani.

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Capitolo 3
*** Amori nascenti. ***


(Se volete una colonna sonora usate ‘Because of you’ a ripetizione, vi dirò io quando cambiarla.)
-Abbiamo deciso che sarà Josh il nuovo batterista.
Annunciò Louis.
-Scendi!
Continuò.
-Ok, scendo immediatamente.
Risposi perdendo quel bell’istante insieme a Stephan.
***
-Mi mancherai un mondo, bimba.
Disse abbracciandomi.
-Torna presto, Louis. Ti voglio rivedere, non farti montare dalla fama.
Lo salutai stringendomi alla sua calda felpa. Iniziai a lottare con le lacrime, ma come sempre vinsero loro.
-Harry, mi mancherai.
Continuai con la voce rotta.
-Anche tu, piccola.
Disse cingendomi con le sue lunghe braccia.
-Niall. Fatti abbracciare!
Dissi stringendolo forte.
-Liam, non voglio vederti tra altri sei anni, ok?
Dissi andandogli vicino.
-Ok.
Disse lui stringendomi forte. Stava piangendo. Lo conoscevo abbastanza da saperlo.
-E Zayn.
Dissi.
-Bridgit. Non piangere. Per favore!
Disse con una lacrima.
-Zayn, sto bene. Ora pensa solo alla tua carriera.
Dissi asciugandogliela e abbracciandolo.
-E Devine. Torna presto a trovare la tua fidanzata. Mi raccomando.
Raccomandai dandogli una pacca sulla spalla.
-Prometto.
Disse abbracciandomi, gli sarebbero mancate le nostre liti giornaliere? Boh. Sapevo solo che mi stava abbracciando, ed era meglio ricambiare.
***
-Bridgit...stai bene?
Mi chiese preoccupato Stephan.
-Si, puoi andare via. Non preoccuparti.
Risposi. Ero rannicchiata in un angolo a piangere da un quarto d’ora. Non volevo passassero tre anni per rivedere il mio miglior amico e gli altri cinque. Mi ero affezionata, troppo. Non poteva finire di nuovo tutto questo!
-Certo che mi preoccupo. E’ da venti minuti circa che sei lì a piangere.
Disse inginocchiandosi vicino a me.
-Torneranno presto.
Mi sussurrò abbracciandomi.
-No, non torneranno. Non torneranno più. Resteranno in tour fino al duemilaesempre, saranno famosi e si dimenticheranno tutti di noi!
Gli urlai contro scegliendo un altro angolino in cui rannicchiarmi.
-Fino ad adesso Louis si è montato? Si è mai dimenticato di me? Ha mai cessato di mandarti lettere, e-mail o messaggi?
Chiese dolcemente seguendomi. Anche se gli avevo urlato contro voleva consolarmi.
-No...
Rivelai.
-E perché dovrebbe smettere proprio ora?
Disse abbracciandomi nuovamente.
-Sfogati.
Piansi sulla sua spalla per cinque minuti. Bussarono.
-Vado io.
Disse Stephan. Niall sbucò da dietro la porta. Venne vicino a me, mi asciugo una lacrima e mi bacio dolcemente.
-A tra tre settimane, Brì.
Si alzò e uscì dalla porta.
-Sten!
Urlai.
-Sten tornano tra tre settimane!
Urlai alzandomi e andando ad abbracciarlo.
-Che...che bello...
Disse poco convinto. Era diventato rigido.
-Sei fidanzata con Niall?
Mi chiese di botto.
-No...
Dissi eliminando l’abbraccio.
-Perché?
Chiesi.
-No, perché, sai com’è...ti ha baciato...
Disse irritato. Poi salì le scale e andò via. Mi sedetti sul divano a riflettere, potevo mai piacere a Stephan? No, mi conosceva da poco...ma d’altronde anche Niall, e devo ammettere che un po’ mi piaceva...ma dovevo consolare quel povero ragazzo.
-Stephan!
Urlai salendo velocemente le scale.
-Stephan!
Urlai cercandolo in tutte le stanze. Era steso sul letto della camera di Harry, a guardare il soffitto.
-Stephan. Ti piaccio?
Chiesi sedendomi sul letto. Com’era soffice.
-Non dovrebbe interessarti, tu ami Niall!
Disse girando la faccia dall’altra parte.
-Non lo amo, mi piace solamente un po’.
Dissi imbarazzata guardando i miei piedi che si muovevano su e giù. Credo di esser diventata rossa.
-Ah, scusa. Non cambia. Comunque provi sentimenti per lui.
-Sten, rispondimi.
Urlai.
-Abbassa la voce.
Disse continuando a guardare altrove.
-Stephan Miller, dimmi, si o no: ti piaccio?
Dissi prendendo il suo viso tra le mani.
-Stephan Drew Miller.
Disse di tutta risposta.
-E si, mi piaci.
Continuò qualche minutò dopo.
-Ah.
Dissi lasciando di scatto il suo viso.
-Andiamo al bar sotto?
Chiesi per rompere l’imbarazzo. Accettò.
(Ora cambiate e mettete ‘It’s Time’)
***
-Perché mi chiami ‘Sten’? Di solito il diminutivo di Stephan è Step.
Chiese prendendo, poi, un sorso della sua birra.
-Sai perché?
Dissi imitandolo e prendendo anch’io un sorso dalla mia cioccolata.
-Dimmi.
Rispose curioso.
-Beh, è strano da dire, anche perché ti conosco davvero da pochissimo...ma c’è un motivo ben preciso...
-Dai dimmi!
-Beh, perché ti...

.SPAZIO AUTRICE.
Scusate se lo faccio finire così, ma devo lasciare suspance, lol. Oggi sono di buon umore e pubblicherò due capitoli, di cui uno questa sera. Ripeto, se mettete la storia nei seguiti vi avviserò quando un nuovo capitolo è postato. A dopo.

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Capitolo 4
*** Chiarimenti. ***


(Mettete ‘Same Mistake’)

-Beh, perché ti sento più vicino...
Rivelai.
-Brì.
Mi chiamò.
-Si?
Risposi.
-Andiamo in giro?
Chiese.
-Andiamo.
Dissi alzandomi e prendendo la borsa.
-Ma...dove?
Chiesi.
-Seguimi.
Disse prendendomi per mano e trascinandomi per le strade e i boschetti più incantevoli che abbia mai visto. il posto diveniva sempre più magico, fino a quando...
-Eccoci.
Disse.
***
Eravamo seduti su di un muretto. Il cielo sembrava zucchero filato, il sole stava calando, era arancio, di un arancio rosato, color dei pompelmi. era seduto con le gambe incrociate e guardava il tramonto incessantemente, non staccava lo sguardo. Io, invece, non staccavo lo sguardo dal suo profilo in controluce. Si girò di scatto verso di me.
-Mi sento osservato!
Rise.
-Beh, invece dovresti sentirti perfetto...
Dissi. Non ho mai avuto peli sulla lingua, ma poi mi sentii in imbarazzo e guardai verso il mare.
-Hey, non arrossire così! Rischi di prendere fuoco!
Sorrise.
-Beh...come posso evitarlo?
Risposi, ripetendo la prima volta in cui abbiamo parlato da soli.
-Allora divamperai quando ti dirò che sei davvero carina?
Confessò.
-No.
Dissi seccata.
-Sexy?
-No.
-Bella?
-...
Aspettai.
-Perfetta per me.
Disse in fine. Sorrisi e gli saltai al collo. Barcollò sul muretto rischiando di cadere e dopo aver ripreso l’equilibrio mi strinse.
-Perché non lo hai detto prima?
Chiesi.
-E’...imbarazzante da dire.
Confessò.
-Io però non ho detto ‘Perfetto per me’.
Osservai.
-Ma non lo sono.
Disse.
-Per...
Tentai di dire.
-Insomma guardami! Io ho piercing, dilatatori e tatuaggi e tu la pelle di un bambino. Io ho tinto i capelli di verde prima di tornare al naturale, tu li hai nocciola dalla nascita. Io non ho fattp quasi nulla di buono nella vita e tu hai spremuto solo il succo buono, quello meno amaro e sudicio dalla vita. Io adoro i discorsi profondi, sono timido, mi apro solo con chi amo. Io Spero di diventare un gran batterista, un giorno. Niall è perfetto per te. Non io.
Ed è così. Io lo avevo conosciuto molto in questi ultimi due giorni. Avevamo parlando un sacco. Ma era cambiato molto da due giorni fa.
-Guardami. 
Dissi.
-Io voglio te e tu me. Non basta?
Dissi lasciandolo senza parole. 
-Non basta che ci piacciamo? In fondo, nell’animo, siamo uguali.
Continuai.
-Ma...a te non piaceva Niall?
Chiese confuso.
-No, Sten. Non più. Ora.
Risposi.
-Beh, tu non mi piaci.
Sputò distaccato alzandosi e andandosene. Odiavo quando faceva così. Non mi importava, non sarei corsa dietro a lui. Non ‘sta volta, almeno. Non m’importava tanto cosa avesse detto, più che altro per come.
-Perché?
Chiesi semplicemente alle mie spalle.
-Perché non è così semplice da spiegare! Ma so che ti voglio...
Confessò.
-Sappi che sono già tua.
Avvisai.
-Vieni qui.
Mi chiamò. andai vicino a lui e mi strinse. Forte.
-Senti.
Disse con la voce rotta.
-Prima o poi spiegherò tutto...ma non oggi, non in questo momento.
Mi avvisò.
-Non preoccuparti. Prendi il tempo che vuoi. Dissi lasciandogli un bacio sull’angolo della bocca. non mi ero avvicinata mai così tanto a lui, ma era una bella sensazione. Iniziò a piovere tutto d’un tratto. 
-Ripariamoci!
Suggerii.
-Seguimi.
Mi disse, ma non fu necessario. Mi strinse una mano in vita e mi sollevò con facilità. 

***
-Ma siamo di nuovo al muretto! 
Borbottai.
-Stai pur certa che non perderò un tramonto per la pioggia.
Mi avviso.
-Ma ci bagneremo!
Dissi. Mi lasciò in piedi da sola, continuando a stringermi, come se avesse paura di perdermi. Si avvicinò a me e mi guardò.
-Sei bellissima.
Sussurrò. Arrossii e abbassai lo sguardo.
-Grazie...
Dissi piano sentendomi divampare. Si avvicinò a me di più. Eravamo fronte a fronte. Mi alzò il viso con il pollice. Le nostre labbra si stavano per sfiorare.

.SPAZIO AUTRICE.
Suspanceeeeeeeeeeeeeeeeeeee. So che mi odierete perché dovete aspettare fino a domani, ma vi do una bella notizia: siamo ad un punto quasi decisivo per Sten e Brì. Adesso devo scappare. A domani, bitchesssss :*

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Capitolo 5
*** Tutto così velocemente. ***


(mettete ‘Love Me Again’)
Le nostre labbra si sfioravano quando enormi chicchi di grandine iniziarono a scendere dal cielo. Sten sbottonò la felpa e mi ficcò velocemente dentro insieme a lui. Corremmo per quelli che mi parvero kilometri, prima di arrivare sotto una baita. Sten doveva conoscerla bene, perché sparì immediatamente all’interno preparando un salottino sistemando una comoda e soffice poltrona di velluto rosso e una vecchia sedia a dondolo di legno e mi invitò a sedermi.
-Puoi prendere la poltrona.
Disse sedendosi sulla sedia e iniziando a dondolarsi.
-Grazie.
Sorrisi sprofondando nel velluto.
-Come conosci questo posto?
Gli chiesi mentre un’incessante scricchiolio iniziava a provenire dalla sedia su cui dondolava.
-La comprò mio nonno quando ero piccolo. Amavo venire qui.
Disse mentre i suoi occhi diventavano lucidi.
-Scusa.
Pronunciai abbassando lo sguardo sulle mie mani. Le stavo torturando stappandoci pellicine, pelle morta e rimasugli di smalto.
-Per cosa?
mi chiese trasformando quel sorriso malinconico in un espressione curiosa.
-Credo ti manchi tuoi nonno.
Risposi alzando lo sguardo.
-Ah, si...
Disse prima che iniziasse a squillare il mio cellulare.
-Permetti?
Gli chiesi indicando il telefono.
-Certo.
Rispose indicando il corridoio.
 
***
Era Veronica. Vecchia amica d’infanzia. Voleva andassi al suo ‘DrinkParty’. Non volevo certo ubriacarmi fino a rimettere, ma Veronica era stata la mia migliore amica. Dovevo andarci.
***
-Chi era?
Mi chiese Sten appena vide sbucarmi dalla porta.
-Veronica.
Dissi. Già sapeva chi era. Era nella mia stessa scuola e nella mia scuola tutti conoscevano Veronica.
-Che voleva?
Continuò. Sapeva che Veronica non era una tipa affidabile.
-Voleva invitarmi ad una festa...
Risposi cercando argomenti per cambiare discorso.
-Che tipo di festa?
Ecco fatto. Ero nei guai.
-Un party...
Dissi.
-Pigiama Party?
-No...
-Piazza Party?
-No...
-Film Party?
-Drink Party.
Confessai.
-Vuoi andarci?
Mi chiese.
-Forse.
Risposi. Lo scricchiolio cessò per un momento, per poi riprendere piano. Non se lo aspettava? Eppure mi conosceva. Sapeva che avrei reagito d’impulso.
-No.
Disse semplicemente.
-No?
Chiesi.
-Non ci vai.
Rispose.
-Sten, decido io.
Imposi.
-Tu non bevi.
-Si, Sten.
-No.
-Si.
-No.
-Si!
Urlai.
-Tu non bevi e basta!
Sfuriò.
-Sten, è la mia...
-E’ la tua vita, fai ciò che vuoi, bla bla bla...No! Fai ciò che è giusto.
M’interruppe.
-Perchè? Tu hai sempre fatto ciò che è giusto?
Domandai. Sapevo già la risposta. No. Mai dai dodici anni fino ad adesso. Perché allora io ora dovevo farla? Cosa mi avrebbe impedito di sbagliare? Di certo non lui. Nonostante ciò, non rispose alla mia domanda.
-Che fa se sbaglio una volta?
Riempii quel silenzio.
-Fa che se sbagli una volta non ti fermi più.
Lo scricchiolio cessò una nuova volta. Questa definitivamente.
-Tu! Tu, Sten! Tu hai commesso solo sbagli! Non puoi insegnarmi questa lezione. Non ‘sta volta, Sten.
Sputai arrabbiata.
-Beh, almeno qualcosa di buono l’ho fatta!
Quasi gridò.
-Amarti.
Sussurò. Ma questa volta ero troppo presa per sentirlo. Proprio come voleva.
Andò via distaccato. Si alzò dalla sedia e camminò piano con le mani lungo i fianchi fino al corridoio. Stava andando a piangere, forse lo stava già facendo. Perché lo so. Lui è come me. Una lacrima mi rigò la guancia destra. Addio trucco. Ma non me ne importava, avevo ferito Sten, avevo impedito che mi proteggesse. E per lui questo conta. Motlo. Fin troppo, forse.
-Sten!
Urlai.
-Stephan!
Questa volta la mia voce era rotta. Diedi un calcio al muro e mi lasciai cadere a terra. lasciai liberi i singhiozzii. Sentii dei passi pesanti, veloci. Quasi correvano, quegli agili piedi. Ma certo! Era Sten! Che stesse fuggendo da me? Iniziava ad odiarmi così tanto? No. Gli piacevo. Non poteva. Si era solo allarmato per il tonfo. Si accovacciò. Prese il mio viso tra le mani. Vidi i suoi occhi bagnati, le sue guancie rigate. Vidi le sue lacrime secche e i suoi capelli scompigliati. Tutto era per colpa mia. Perché non volevo che mi proteggesse. Singhiozzai più forte.
-Shh
Sussurrò. Lui sapeva come calmarmi.
-Non sono arrabbiato, tanto meno deluso da te.
Mi rassicurò dolcemente.
-Ma sei ferito.
Dissi cercando una risposta. Un appiglio, una verità che sicuramente mi avrebbe mandato in frantumi.
-Un po’.
Disse senza eccedere. Sapevo che lo avevo ferito. E non poco. Guardai in basso. Le mie mani. Allora notai di avere ancora addosso la sua felpa. Cercò di dirmi di non preoccuparmi, ma lo zittì.
-Sh! Zitto! Sono solamente una povera illusa! Credono che sia così innocente...invece ferisco chiunque! Chiunque incontro!
Dissi ripensando a come abbia fatto piangere Zayn l’ultima volta, mentre ci salutavamo. Dissi pensando a come abbia deluso stesso Sten dicendogli che Niall mi piaceva. Dissi pensando a come abbia ferito Louis con le mie parole, raccomandandogli di non montarsi e farsi sentire qualche volta, quando non faceva altro che mandarmi messaggi, e-mail, lettere. Dissi pensando a come avrei ferito Niall al ritorno. Quando avrebbe saputo che amo Sten. Perché è così. Io ora lo amo.
-Brì, io sono troppo possessivo. Non addossarti tutte le colpe.
Disse con tono fermo. Stavo cedendo ero inginocchiata di fronte a lui. Aveva poggiato la sua fronte sulla mia. I suoi occhi verdi penetravano i miei, più le mie ginocchia cedevano. Non so cosa mi stesse accadendo. Calo di zuccheri, sensi di colpa o panico, ma stavo svenendo.
-Bridgit.
Pronunciò. Lei mie ginocchia cedettero di colpo, ma le sue braccia cinsero immediatamente i miei fianchi.
-Bridgit, stai bene?
Chiese. Quanto avrei voluto rispondere di no. Che stavo per svenire, o per morire. Non so. Ma non potevo. Ero come paralizzata, ed era un incubo per me.
-Bridgit!
Urlò scuotendomi. Vidi la gli occhi offuscarsi lentamente.
-Ascoltami.
Disse. ma io l’ascoltavo. Era quel maledetto ‘no’ che non mi usciva da bocca.
-Rispondimi per favore, mi  sto preoccupando!
Sentivo la sua voce sempre più lontana. Io intanto mi preoccupavo per lui, sarebbe andato in panico.
-Vuoi stenderti?
Tutte parole al vento. Ormai tutto girava vorticosamente. Anche la sua voce era storpiata. Capivo solo il mio nome. Poi vidi nero.
 

.Spazio Autrice.

Ragazze questa era la mia parte preferita in assoluto. Quando amo questa nuova FF! Non riesco a smettere di scrivere e postare...il che per voi è un bene...hahahaha. Sfruttate questa occasione che poi con lo studio non posterò più ogni giorno. Un bacio a tutte. 

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Capitolo 6
*** Un ritorno di fuoco. ***


(Mettete 'Save You Tonight)
Al mio risveglio mi trovavo in un enorme sala bianca, distesa su di un letto. Era tutto piuttosto luminoso e strano. Probabilmente perché non ero mai stata in una sala d’ospedale. Non aprii subito gli occhi, sentivo soltanto un costante ‘Bip’. Beh, non aprii gli occhi subito, ma ad un certo punto ebbi un lampo: Sten. Dove poteva esse?
-Sten!
Urlai. Ma arrivò una signorina.
-Scusi, al momento il signorino Baxster non può venire.
Disse. Chi era Baxster?
-Scusi, ma io cerco Miller...
Dissi.
-Stephan Drew?
Chiese confusa.
-Si! Si Stepahn! Stephan Drew! Stephan Drew Miller!
Urlai.
-Ma quello è il cognome della madre.
Rispose l’infermiera.
-Ah...dov’è?
Chiesi un po’ rintontita.
-Non possiamo rivelare informazioni sui pazienti.
Disse distrattamente mentre prendeva una flebo e la sostituiva.
-Pazienti? Oh, cazzo...
Dissi tra me e me. Ma evidentemente Sten gli aveva detto di non dirmi che era ricoverato, perché si portò immediatamente la mano alla bocca.
-Dov’è? Devo vederlo!
Urlai disperata con le lacrime.
-Signorina, deve promettermi di non disturbarlo.
Disse, e io urlai che non l’avrei fatto. Volevo solo vedere il mio Sten, solo quello. Cosa era successo dopo il mio svenimento? Forse sono morta e questo posto bianco pieno di gente con camici bianchi non è un ospedale ma è un posto temporaneo per accogliere in paradiso. Ma perché Sten dovrebbe essere qui, sono io la morta. Non lui. La signora mi caricò su una stupida e lenta sedia a rotelle. Io volevo correre. Volevo correre a vedere come stava l’unico uomo che amavo. Volevo vedere come stava il motivo delle mie fossette, delle mie rughe sotto gli occhi. Volevo solo abbracciarlo e dirgli che lo amo. Volevo essere cullata dalle sue braccia, dai suoi sussurri che mi dicevano di non preoccuparmi. Che trovavano mille buoni motivi, sempre e ovunque. Volevo rannicchiarmi in un angolo. Se dovevamo morire volevo morire nelle sue braccia. Ma per avermi staccato da quei fili devo star bene. Ma tutte le mie speranze si annullarono sotto la vista di lui, disteso su di un letto con un respiratore attaccato.
-Cos’è successo?
Chiesi.
-Pressione alta, troppa preoccupazione per lei, alcool...
Rispose. Ma quella frase era da finire. Mancava qualcosa.
-Alcool e...
Dissi.
-E droga. Pressione alta, troppa preoccupazione per lei, alcool e droga.
Sten si drogava? Perché? Proprio lo Sten che conoscevo?
-Mi può lasciare sola?
Chiesi.
-Se vuole parlargli...
-Voglio.
Mi lasciò sola. Con Stephan. Non con Sten. Mi avvicinai. Era privo dei suoi percing, e i capelli non erano ammassati sul cusino. Avevo sentito che non era affidabile, ma credevo si riferissero ai piercing, aiu tautaggi, alle serate in discoteca...non alla droga. Perché lo faceva? Perché si drogava? Era per colpa mia? O lo faceva da prima? Quel ‘ti racconterò tutto deve accadere al più presto. Mi avvicinai al suo viso.
-Sten.
Sussurai.
-So che senti. Devo dirti una cosa. Una cosa seria. Io...
Prima che potessi finire, prima che potessi dire che l’amavo una schiera di medici entrarono in sala. Il ‘bip’ divenne sempre meno costante. Mi presero in braccio e mi trascinarono sulla mia sedia. Non lo potevo accettare. Sten, il mio Sten stava andando via! Picchiavo sulla porta urlando il suo nome. Almeno finche non mi anestetizzarono.

***
Mi svegliai in un buio pesto. però ero in un letto. Voglio dire: in un vero letto. Uno di quelli soffici e matrimoniali degli alberghi. Quanto ho dormito? Uno, due giorni? Comunque mi svegliai nel buio. Intanto la sua voce ed il suo volto mi inondavano la mente come un fiume di lacrime dopo un temporale. Piansi un pò. Nel buio nessuno mi poteva vedere.
-Bridgit?
Sentì una voce.
-Sten!
Urlai. Ma era Niall. Era tornato prima. Per me. Lui credeva che Sten fosse il mio migliore amico. Non sapeva fosse il ragazzo che amo. Ecco un’altra persona da ferire? Non posso farcela. Fingerò fino all’arrivo di Sten. Niall accese la luce e lo abbracciai, forte. Forse davvero troppo. Forse amavo anche lui. Riuscì a farmi ridere. Finchè non arrivò una telefonata. Era di Sten. Risposi.
-Sten!
-Bridgit.
Risposero dall’altro lato del telefono.
-Sei in sua compagnia?
-Sten, stai bene!
-Sono uscito dall’ospedale. Rispondimi.
-Si...è venuto.
-Dov’è?
-Nel letto, qui affianco a me.
Sussurrai per non farmi sentire da Niall.
-Perché è nel letto con te?
-Non sapevo manco fosse qui, Sten.
-Ok, capito...domani vengo a prenderti e andiamo a fare un giro. Oggi mi rimetto un po’ in sesto.
-Ok, un bacio Sten.
-Un bacio Brì.
Attaccammo. Già mi mancava.
-Bridgit...
Disse Niall.
-Ricordi quel bacio a stampo che ti diedi...
Continuò.
-Io...non volevo dartelo a stampo. Ecco.
Confessò.
-E che aspetti?
Dissi.
-A far che?
Chiese.
-Niall: segui il cuore.
Dissi. Non credevo avesse in mente di baciarmi, né avrei dovuto stuzzicarlo, ma non sapevo se lo amavo ancora. E se l’uomo della mia vita fosse stato Niall, ma ero troppo fifona per capirlo? Non volevo che le cose andassero così. Non volevo che Cenerentola si separasse per sempre dal principe, che si tenesse stretta la scarpa al piede. Non volevo che Ariel non potendo rivelare al principe il suo amore diventasse schiuma. Non volevo che Biancaneve rimanesse senza principe per risvegliarsi. Così proprio mentre stava per perdere le speranze il mio, di principe,  mi lasciai baciare. Era un lungo bacio, e lui ne era complice. Stavo tradendo Sten? Ma forse Sten non era in mio principe, forse lo era Niall. Niall era il mio principe.
 

.Spazio Autrice.
Scusate. Ma oggi proprio non avevo voglia di scrivere. Domani mi farò perdonare. Baci, ragazze. Lasciatemi le vostre recensioni. Magari se vi piace lo continuo stesso oggi.

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Capitolo 7
*** Incontri sgraditi, realtà rivelate ***


-Successo qualcosa?
Mi chiese Sten afferrando la birra sul bancone.
-No.
Risposi sorseggiando la mia, di birra.
-Che hai?
Disse soffermando lo sguardo su una mia ciocca di capelli dissociata dal resto della treccia.
-Niente.
Dissi spostando lo sguardo sulla lattina. Sten mi prese per un braccio e mi trascinò fuori.
-La mia birra!
Protestai.
-La berrai dopo.
Disse porgendomi la sua e facendomi sedere.
-Allora.
Continuò sedendosi di fronte a me.
-Che hai combinato?
Terminò.
-Promettimi che...
Cercai di dire.
-Dimmelo e basta, Brì.
Mi interruppe serio.
-Ho baciato Niall.
Confessai.
-Lo ami?
Mi chiese preoccupato. Per tutta risposta bevvi un sorso dalla lattina.
-Bridgit.
Mi chiamò più volte, finchè non si avvicinò a me e prese il mio viso tra le mani.
-Bridgit!
Urlò.
-Non lo so. Forse.
Confessai perdendomi nel verde dei suoi occhi.
-Merda.
Imprecò.
-Ti sei offeso?
Chiesi con l’innocenza di una bambina.
-‘Fanculo.
Disse mentre correva verso la macchina. Che succedeva?
-Dove vai?
Urlai mentre andava via.
-Niente. Seguimi.
Disse sparendo nella macchina.
***
-Mi spieghi dove cazzo vai!?
Urlai dimenandomi.
-Zitta!
Disse innervosito.
-Io ho il diritto di sapere dove mi trascini!
Dissi.
-Ti fidi di me?
Suddurrò.
-...Si.
Dissi rassegnata al fatto che non lo avrei mai saputo.
-Adesso rilassati e scegli la una stazione radio.
Disse intasando lo stereo nell’apposito buco.
***
Era una discoteca. Piena di fumo, musica alta e corpi sudati. Io odiavo le discoteche.
-So che farai forza ad entrare. Ma fallo per me.
Disse porgendomi la mano. Accettai la sfida. Era da quando avevo 14 anni che non rientravo in una discoteca del genere. Optavo per le poco conosciute.
-Aspettami qui.
Disse lasciandomi in un angolino e sparendo dietro un tendone. Un ragazzo si avvicinò.
-Hey.
Ammiccò.
-Ciao.
Feci per andarmene ma mi blocco il braccio e si avvicinò eccessivamente. Il suo petto guardava il mio viso. Il solito morto di figa.
-Vuoi ballare?
Mi disse ovviamente alitamdomi sul collo. Grazie ma no, non volevo un succhiotto.
-Dovresti lavarti i denti.
Dissi seria.
-Non fa ridere.
-Non deve far ridere.
Dissi cercando nuovamente di andarmene.
-No. non vai da nessuna parte.
Ringhiò stringendomi il braccio.
-Mi fai male. Lasciami.
Implorai.
-No.
-Lasciala!
Urlarono. Era la voce di Sten! Corse veloce attraversando la sala in un batter di ciglio, sppinse via il ragazzo e mi strinse al suo petto.
-Tranquilla.
Sussurrò vedendo i miei occhi lucidi.
-Vuoi fare a botte!?
Urlò il ragazzo dimenando i pugni all’aria.
-No.
Disse Sten girandosi e andando via, sempre con me stretta al petto. Mi portò in un angolo del locate anteponendosi avanti a me.
-Stai bene?
Mi chiese alzando le sopracciglia. Era preoccupato.
-Si.
Sussurrai liberandomi dall’abbraccio iperprotettivo.
-Sicura? Del tutto? Non ti ha stretto troppo il braccio? Puoi dirmelo, eh!
Chiese d’un fiato.
-No, Sten. Sto benone.
Dissi dolcemente abbracciandolo. Mi faceva sentire come se non fossi la cosa più sbagliata del mondo, per questo lo amavo.
-Ecco perché ti amo.
Dissi senza pensare.
-Che?
Disse pietrificandomi, credo di aver anche sbarrato gli occhi.
-Cioè...per ciò mi piaci. Amo il mondo in cui ti prendi cura di me. Nessun’altro lo ha  mai fatto. sai? Sono quel tipo di libro che nessuno legge perché la copertina è brutta.
Rivelai.
-La tua copertina non è brutta. Il contenuto, il testo, però è molto più interessante.
Disse prendendomi il mento tra l’indice e il pollice. Mi diede un bacio sul naso e sorrise- Aveva il sorriso contagioso, di chi aveva sofferto tanto. Era dannatamente bello, vestito dei suoi sbagli.
-Adesso andiamo.
Disse porgendomi un braccio al quale aggrapparmi.
***
-Perché non hai fatto a botte?
 

.SPAZIO AUTRICE.
Scusate, non riuscivo ad entrare nel mio account. Recensite. A 5 recensioni pubblico il prossimo capitolo. BESOS.

 

 

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Capitolo 8
*** Troppa realtà. ***


-Perché non hai fatto a botte?
-Ti avrei spaventato.
Disse secco.
-E se mi avesse fatto male?
Chiesi ancora.
-Allora si. Avrei fatto a botte.
-Perché?
-Perché mia mamma mi insegnò una cosa.
-Prima di andarsene, intedi?
-Si.
Disse continuando a guardare avanti.
-Scusa.
Dissi.
-Niente.
-Cosa t’insegnò?
-Che bisogna lottare per ciò che vuoi.
-E tu mi vuoi?
-Si.
Lasciai la sua stretta  e mi posizionai d’avanti a lui.
-Posso andare al DrinkParty?
Chiesi come solo una bambina può fare.
-Con me.
Disse dubbioso.
-Adiamo, allora.
Dissi dirigendomi verso la macchina.
-E’ oggi? Proprio ora?
Chiese furtivo.
-Sì. Perché?
-Devo andare un minuto a casa.
-...Sten?
-Si?
-Vieni in macchina.
-Ok.
Disse posizionandosi per poi accendere il motore.
***
Eccoci. Disse girando le chiavi nella serratura e aprendola.
-Vado un secondo di là.
-Ok.
Dissi guardandomi intorno. Sentìì dei passi veloci e poi qualcosa cadere. Mi avvicinai alla stanza senza farmi sentire.
-Sten?
Dissi alle sue spalle vedendolo chino sul comodino.
-Brì.
Disse voltandosi. Era agitato.
-Stephan?
Continuai con tono interrogativo avvicinandomi sempre più a lui.
-Sten. Mi nascondi qualcosa?
Dissi ormai arrivata sotto il suo mento.
-Niente che t’interessi.
Disse continuando a tenere le mani lungo i fianchi.
-Sten.
Dissi congendolo con le braccia e controllando le tasche del pantalone.
-Sten!
Urlai. Aveva dell’erba nella tasca destra.
-Bridgit senti...
-Senti un cazzo! Mi avevi detto di esserne uscito! Sten...
-Sten? Continua. So che vuoi fare. Abbandonarmi come fanno tutti.
-Ci credo che ti abbandonino. Non te ne frega un cazzo della gente. Ti droghi di nascosto facendo pensare alla gente di essere un tipo apposto e poi li pugnali alle spalle. ‘Fanculo Baxster. Ci tenevo a te.
Dissi andandomene. Uscendo da quella porta ed infine lasciando l’appartamento. Colevo solo tornare a casa e sfogarmi sul mio cuscino. M’innamoro sempre delle persone sbagliate. Di quelle a cui non gliene fotte un cazzo di me.
-Sai, Stephan, credevo di poter avere un futuro con te, ma morirai prima dei quarant’anni se ti fai e se ti coinvolgi in sparatorie come fai sempre.
Sussurrai a me stessa. Non ce la facevo. Non ce l’avrei fatta. Non poteva continuare così la mia vita.
 
***6 mesi dopo***
-Brì!
Urlo Stephan. Mi aveva incontrato per strada. Merda.
-Sten.
Dissi fredda per poi correggermi.
-Stephan. Stephan.
-C-chi è questo ragazzo?
Disse Matt.
-Si chiama Stephan Baxster. Un...
-Una sua fiamma.
Disse Sten.
-Una mia vecchia fiamma.
Corressi.
-Andiamo.
Dissi prendendo a braccetto Matt per continuare la passeggiata.
-Brì. Ho smesso. Grazie a te.
Urlò Sten prima che mi allontanassi troppo.
-C-come?
Dissi fermandomi.
-Sono andato in un centro. Mi hanno aiutato a smettere. Del tutto.
Confermò.
-Del tutto tutto?
Chiesi?
-Del tutto tutto.
Riconfermò.
-Oh, Sten!
Dissi girandomi per gettare le braccia al collo di Sten.
-Oh. Bridgit.
Sussurrò.
-Matt!
Mi ricordai.
-Matt ascolta...
-Sono di troppo?
-No. Matt. Non farti saltare in mente idee stupide!
Dissi per poi baciarlo.
-Io ti amo ancora.
Gli sussurrai.
-Tu cosa?
Urlò Sten.
-Io lo amo!
Gli urlai contro. Se ne andò.
-Cosa pretendi? Che dopo sei mesi ritorni tutto come prima? Che dopo un semplice abbraccio possa amarti come ti amavo una volta?
Urlai seguendolo.
-Tu non hai mai smesso!
Disse infastidito.
-Ti dà fastidio la realtà?
Dissi fermandomi per incrociare le braccia.
-A te, casomai, da fastidio la realtà.
Disse fermandosi anche lui.
-Sai una cosa?
Dissi.
-Cosa?
Chiese.
-...
.SPAZIO AUTRICE.
Ho fermato per troppo. Lo so. Per questo voglio finire tra uno o due capitoli. Ragazze: Daylight sta per arrivare al termine. Però ne inizierò un'altra, di ff. So come si chiamerà e i personaggi li ho già. Vi avviserò la data di uscita del prologo nel nono capitolo di Daylight. Cioè o domani o tra due giorni. Baci baci ragazze. 

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Capitolo 9
*** Una fine aperta. ***


-Hai ragione.
Rivelai. Mi prese velocemente in braccio e corse veloce. Non so bene il motivo, ma lo fece, e amai quel gesto. In quel momento mi dimenticai di Matt, di Niall, di quello che era successo. mi dimenticai del mondo. Eravamo solo io e Sten. O almeno fino ad oggi. E’ partito in missione. E’ un soldato. Aiuta la gente. Non potrei essere più fiera del mio uomo. E’ partito per la sua ultima missione di pace, ma non ritornerà, e se lo farà sarà quando io avrò oltrepassato i sessanta. Per questo mi ha fatto sposare Niall. Ora viviamo un felice matrimonio con due figli e tre nipoti...cinque, se contiamo anche quelli da parte di Stephan Junior. Ah, Josh si è sposato con Cassiedy e lei non ha mai perso il bambino.
-Niall...
-Brey?
-Posso chiederti una cosa?
-Dimmi.
-Sai se...
-Brì...
Urlarono dietro di me. Solo una persona mi chiamava così: Sten.
-Sten!
Urlai voltandomi. Era lui. Era tornato prima!
-Sten, ti amo!
Dissi correndo ad abbracciarlo.
-Anche io, Brì.
Sussurrò.
-Anche io ti amo, e ti amerò sempre, Brì.
 

.SPAZIO AUTRICE.

Non so quanto mi odierete per questo finale, ma dovevo, lol. Comunque la seconda FF la pubblico alle 19:30. Leggetela anche se non siete Larry, please. Fatemi sapere se la storia vi è piaciuta, vi scongiuro. Baci baci.

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