Fingerprints

di _Haru__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rapina ***
Capitolo 2: *** Fuga ***



Capitolo 1
*** Rapina ***


Capitolo 1
- Rapina -


- Ci siamo, l'ostaggio è pronto. - disse Nick ad uno dei suoi compagni che stava osservando la scena da un palazzo lì vicino. - E' tempo dello spettacolo, ragazzi! - rispose l'altro. I restanti due componenti della banda costrinsero l'ostaggio ad aprire la porta del negozio d'armi con la propria Impronta Digitale ed entrarono bloccando in un attimo il proprietario e iniziando a minacciarlo. Uno dei due banditi tratteneva il venditore mentre l'altro buttava armi a caso nella sacca. Intanto entrò anche Nick e aiutò il suo compagno a far tacere il prigioniero e Rave, dal palazzo, controllava che l'ostaggio usato per entrare nel negozio non scappasse. Terminata la rapina, i tre fuggirono lasciando legati e imbavagliati le due povere vittime. 
- Il tuo piano ha funzionato, Nick! Sei un grande! - urlò John mentre guidava entusiasta il furgone rubato prima del furto al negozio. L'altro rispose con tono sarcastico: - Avevi dubbi a riguardo? - e sghignazzò. 



La notte a New York era davvero splendida. Le luci, la musica e la vivacità delle persone rendeva meravigliosa quell'atmosfera. Nick e i suoi compagni ammiravano la scena dal terrazzo di casa loro: - Guarda, Nick, quella gente sembra essere contenta che lo Stato controlli le loro vite in ogni momento. - disse Max ridacchiando e spegnendo l'ultima sigaretta che gli era rimasta nel pacchetto. John interruppe la conversazione senza dar tempo a Nick di rispondere: - Ma quand'è che iniziamo a sparare?! Voglio vedere quelle dannate pallottole bucare qualunque cosa! -. Tutti lo guardarono male e Rave prese parola: - Inizieremo quando sarà il momento. Non possiamo permetterci di sprecare munizioni solo per divertirci. - 



La vita nel 3000 non era bella come mille anni prima si pensava sarebbe stata: le Impronte Digitali di ogni bambino vengono registrate immediatamente dopo la nascita. Ogni individuo deve essere obbligatoriamente registrato poiché possa, in futuro, usufruire tramite la propria Impronta Digitale i mezzi di trasporto, di comunicazione e qualunque altra cosa tecnologica esistente. Tutte queste informazioni riguardo le Impronte viene monitorata da un computer centrale avanzatissimo nella città di Washington. Ciò, oltre ad aiutare l'organizzazione e l'ordine mondiale, danneggia anche il settore del crimine e infatti le Impronte Digitali di ogni furfante vengono bloccate così da non permettere all'individuo di utilizzare armi (le armi si attivano con le Impronte Digitali del possessore solo la prima volta che vengono usate) o di spostarsi con ogni tipo di veicolo. Un sistema perfetto che però limità la libertà dei cittadini Americani e non. 



- Dobbiamo fermare questo schifo. - disse Nick, mentre controllava che la registrazione illegale delle armi rubate fosse stata eseguita correttamente da John. - Ora che abbiamo le armi dobbiamo fare solo il colpo grosso a Washington. - terminò Rave. Intanto Max stava cercando altre sigarette impazzendo all'idea di non poter fumare per soli cinque minuti. - Non ho ancora terminato il Virus, ragazzi. - disse John provando a far calmare Max con un medicinale che aveva creato apposta per la sua mania delle sigarette. John era una specie di genio, amava creare e lo sapeva anche fare in modo eccellente; il suo Virus infatti, una volta inserito, avrebbe dovuto danneggiare il sistema e dare la libertà a tutti i cittadini precedentemente registrati. - Non so se stiamo facendo la cosa giusta... - disse sottovoce Nick, che era da un po' che rifletteva sulla situazione. - Per colpa di questo sistema stiamo diventando dei criminali, anzi, lo siamo già. Non darà la libertà assoluta, ma almeno il crimine è quasi inesistente. - proseguì, esitando a continuare ad occuparsi di tutta quella faccenda. Rave, suo vecchio amico sin da prima che si unissero a John e Max, si alzò e appoggiò le mani sulle spalle di Nick: - Amico, capisco cosa provi ma dobbiamo andare avanti! Fra poco tempo John terminerà il Virus e potremmo irrompere a Washington per inserirlo e dare la libertà a tutti quanti! Ti rendi conto che quelli sanno cosa una persona sta facendo in un esatto momento grazie a queste stupide Impronte Digitali?! Non esiste più la Privacy! Noi siamo fortunati ad avere John che ci procura un isolamento parziale dal controllo di questo sistema, ma gli altri sono tutti spiati! Dobbiamo agire anche rischiando la vita. - disse Rave cercando di spronare il compagno. 
Quella notte di dubbi si chiuse con un silenzio tombale e dopo qualche ora l'alba si fece avanti. Tutti dormivano a differenza di John che continuò imperterrito a lavorare con il Virus ricalcando sempre più le occhiaie dalla stanchezza.



Una settimana dopo si presentò il solito problema delle scorte di cibo. Essendo stati eitchettati come criminali, i quattro anarchici non potevano acquistare nulla poiché si dovevano obbligatoriamente adoperare le proprie Impronte Digitali per pagare (ogni conto bancario era collegato ad un'Impronta e il loro fu prosciugato dallo Stato dal momento che furono considerati ribelli del sistema). Nick e Rave avevano un amico che lavorava in un negozio di alimentari e quindi, una volta a settimana, si facevano consegnare qualche scorta di cibo per il gruppo. Ogni mossa, ogni singolo movimento in città doveva essere fatto con la massima attenzione: la banda non poteva muoversi troppo perché rischiava di farsi beccare dalla polizia e nemmeno Matt, il compagno di Nick e Rave, poteva rischiare di avvicinarsi all'abitazione di un gruppo di ribelli ricercatissimo dal Sistema. John aveva risolto questo problema costruendo un piccolo mezzo che poteva trasportare fino a cinque chilogrammi di peso e allo stesso tempo poteva viaggiare nei vicoletti più bui e nascosti per non farsi vedere dalle altre persone. Non era però così semplice come può sembrare: il piccolo robot doveva essere telecomandato a distanza e i frequenti severi controlli della polizia non lasciavano scampo ad un singolo errore. Se la polizia avesse scoperto il punto di derivazione del robot, avrebbe anche scoperto l'ubicazione dei ribelli. John era un pazzo e amava il rischio, però questa situazione gli faceva perdere 2 chili di peso da quanto sudava ogni settimana. Una dieta perfetta per il nostro amico, ma rischiosa per il gruppo. Non avevano altra scelta e quindi attivarono il robot di John con il quale, anche quel giorno, avrebbero trasportato per le vie di New York le scorte di cibo. Lo sviluppatore del giochino si mise in posizione e iniziò a telecomandare la sua geniale invenzione. Due telecamere da ogni lato del robot assicuravano una vista a 360 gradi delle strade e questo facilitava di molto l'impresa. 
Nella stanza stavano tutti in silenzio e fissavano i monitor con cui potevano vedere cosa stava succedendo intorno al piccolo mezzo. All'improvviso saltò la comunicazione e gli occhi di John si sbarrarono. Tutti rimasero impietriti. - Cosa è successo, John? Cosa cazzo è successo?! - urlò Nick aggredendo il compagno. Gli altri due lo bloccarono e John si rimise gli occhiali che erano caduti a terra: - Non ne ho idea, ma io dico che dobbiamo sloggiare! Quelli ci identificheranno subito! - e così dicendo si alzò per mettere nella borsa tutto l'occorrente per andarsene. Gli altri lo imitarono e cercarono di togliere ogni traccia della loro presenza, per quanto fosse possibile in quell'Era del Sistema. In pochi secondi sloggiarono e, cercando di non destare sospetti, seppur a passo rapido, si avviarono verso una seconda abitazione. Avevano previsto che prima o poi sarebbe successo qualcosa e quindi avevano già pianificato tutto. Decisero di abbandonare lì il furgone usato per la rapina e finalmente giunsero nella seconda casa.
La polizia raggiunse la prima abitazione e, non trovando nessuno, iniziarono a prendere qualunque tipo di indizio trovassero. Naturalmente capirono che si trattava dei ribelli che stavano cercando, viste le loro Impronte. Intuirono, dal loro numero, che i monitor erano collegati al robot recuperato. Controllarono in giro e trovarono dei pacchetti di sigarette vuote che ormai non erano più in circolazione. Uno degli sbirri capì che quello era l'indizio fondamentale e chiamò il capo: - Signore, abbiamo trovato qualcosa di interessante. Piacciono anche a lei le Marlboro? - 
 

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Capitolo 2
*** Fuga ***


Capitolo 2

- Fuga - 


Un tempo, prima che la banda dei quattro ribelli si formasse, Rave e Nick lavoravano nella stessa fabbrica di Armi Digitali, così veniva chiamata una qualunque nuova serie di produzione d'armi da fuoco dopo l'attivazione del Sistema 'Fingerprints', e il loro dovere era immettere un chip 'registra-impronte' all'interno di ogni prodotto. D'altronde non avrebbero potuto avere altro compito lì dentro poiché il resto della produzione era affidata completamente alle macchine di tecnologia avanzata. L'immissione del chip era importantissima e non ammetteva errori, però quest'ultimo richiedeva una pre-registrazione di una qualunque Impronta Digitale per far sì che il chip riconoscesse successivamente ciò che avrebbe dovuto registrare, ovvero l'Impronta Digitale del suo possessore. Una macchina, per quanto veloce e attenta, non godeva di alcuna Impronta e perciò vennero inseriti lavoratori umani. 
I due, in uno dei soliti giorni di routine, cominciarono a darsi da fare mentre il loro capo riempiva le loro teste di urla con tanto di insulti come sottofondo. Il numero di operai non era molto elevato: vi erano quindici file nelle quali passavano le armi pronte per ospitare il chip e queste file erano suddivise a loro volta in due parti e in ognuna di esse vi lavorava un individuo. Insomma, non erano più di una trentina di persone. Le macchine avanzavano rapidissimamente col lavoro e quindi gli operai dovevano essere anch'essi veloci e scattanti. Non vi era tempo né di parlare fra colleghi né di riposare. 
- Ok, basta così stronzi! Per oggi abbiamo terminato, potete andare nelle vostre baracche! - urlò il capo spegnendo parte delle macchine e cominciando ad uscire. Rave e Nick, insieme a tutti gli altri, si dileguarono in un vocìo di lamentele sulla fatica che ognuno aveva fatto in quelle pesanti otto ore. Si dicevano sempre le stesse cose, ma era inevitabile confortarsi con i propri colleghi dopo un inferno passato senza alcun riposo. Quel giorno, prima di andare a lavorare, Nick aveva chiesto ad ogni operaio se a fine lavoro si fosse fermato a parlare di una faccenda importante. Quasi tutti acconsentirono e, quando il capo se ne andò, iniziò la famosa riunione. Si raggrupparono davanti all'entrata della fabbrica e, senza attirare troppa attenzione dagli estranei, Nick prese parola: - Dobbiamo ribellarci, ragazzi. Otto ore consecutive senza nemmeno un secondo di respiro! Siamo fortunati ad avere un lavoro visto lo sviluppo della tecnologia di oggi ma lo sono di più i nostri capi che hanno degli uomini come noi che immettono quei cazzo di chip dentro le armi! Come noi facciamo bene il nostro lavoro loro devono trattarci bene e permetterci di avere almeno due intervalli al giorno! E' il momento di scioperare; e da domani. Siete tutti con me?! - terminato questo discorso intervenne l'amico Rave a dare appoggio alle parole del compagno: - Allora, siete tutti d'accordo? Domani si sciopera finché non ci danno quegli'intervalli?! Io sono con lui, e voi? -. Sguardi timidi vagarono fra gli operai ognuno dei quali sperava che qualcuno iniziasse ad incoraggiare gli altri. Un giovane ragazzo si affiancò a Rave e da lì iniziò la catena di adesioni: uno dopo l'altro avanzarono e diedero una pacca sulla spalla a Nick e Rave come dire - siamo con te, amico -. 



Il giorno dopo quella piccola massa si posizionò davanti al portone d'entrata con vecchi cartelli e scritte d'ogni tipo. Il capo arrivò in una lussuosissima automobile e non credette ai propri occhi: era ormai raro vedere scioperi, tutti si accontentavano del lavoro che avevano e non osavano di certo opporsi allo Stato poiché sapevano che non avrebbe avuto pietà. A quanto pare questo non spaventava gli operai di quella fabbrica che subito fischiarono e urlarono alla vista del loro superiore. Quest'ultimo fece cenno al proprio autista ed egli capì subito che doveva chiamare la polizia. Non si fece attendere più di tanto e la polizia giunse sul luogo: i fischi e le urla si fecero più intense. Il comandante di quel gruppo di poliziotti ordinò ai suoi di circondare i manifestanti e di puntare contro loro le armi. Gli altri alzarono immediatamente le braccia dichiarando che era una manifestazione pacifica. I due ideatori dello sciopero, al centro della massa degli operai, si guardarono preoccupati e immaginarono già cosa sarebbe potuto succedere. Il comandante sembrò ignorare quelle parole innocenti e ad un suo quasi invisibile cenno i suoi spararono sugli operai. - Vedo che non siete a conoscenza della Legge imposta dallo Stato: chiunque rallenti la produzione e lo sviluppo del nostro paese è considerato un ribelle del Sistema. - detto questo ormai quasi tutti gli operai erano morti mentre quelli più al centro erano riusciti a sopravvivere facendosi scudo dietro i cadaveri dei propri compagni. Nick e Rave corsero contro un poliziotto: lo buttarono a terra con una violenta spinta e, calpestandolo, corsero via per la prima via di fuga visibile. Fortunatamente, i due stavano fuggendo verso la direzione opposta degli altri e quindi la polizia si concentrò maggiormente sul gruppo più folto. Trovarono un ingresso sotterraneo e decisero di stare lì finché gli sbirri non avrebbero smesso di cercarli. Si udirono degli spari seguiti da delle grida di sofferenza: erano i loro compagni che stavano morendo. - E' stata una pessima idea, Nick, una pessima idea... - disse Rave agitandosi come un bambino.



Il giorno successivo uscirono da quella fogna puzzolente e si guardarono attorno spaesati, come se fossero capitati in un luogo estraneo. Furono abbagliati dall'intensa luce solare e respirarono finalmente aria fresca. 
Intanto, lì vicino, Max e John stavano fuggendo con un camioncino da una volante. Sentendo le sirene, Nick e il suo compagno rientrarono nuovamente nel sotterraneo. Uno dei poliziotti riuscì a bucare una ruota del camioncino e quest'ultimo sbandò nel vicolo sotto il quale i due ribelli si stavano nascondendo. I due sbirri scesero dall'auto puntando le armi contro i fuggitivi: - Arrendetevi! Siete in trappola, non avete vie di scampo! - urlò uno dei due. John e Max rimasero nel veicolo riflettendo su come potessero agire: - Max, io scendo e fingo di arrendermi e ,quando uno dei due viene ad ammanettarmi, tu corri verso l'altro e usalo come ostaggio -. Max rimase stupito dal rapido ragionamento di John e fece cenno di sì con la testa. La porta del camioncino si aprì e John scese con le mani in alto. Uno dei due gli si avvicinò e fece cenno al compagno di tenere d'occhio l'altro. Max uscì e si catapultò verso il poliziotto più lontano. Quest'ultimo se ne accorse in tempo e sparò un colpo alla gamba del ribelle facendolo cadere a terra. - No, Max! - urlò John che venne subito ammanettato. Intanto nel sotterraneo si sentiva tutto e i due decisero di entrare in azione: avevano capito che sarebbero stati quattro contro due e che sarebbe stato un gran bel vantaggio. A quel punto il portellone si aprì e la coppia Nick-Rave si divise. Nick sgozzò con un coltello il poliziotto che aveva ammanettato John mentre Rave colpì nelle parti basse l'altro e gli spezzò il collo. Il primo cercò subito la chiave delle manette nella tasca del cadavere e liberò John. Tutti si misero intorno a Max che era ancora a terra in preda al dolore. I tre lo caricarono sul retro del camioncino e John decise di stare con lui: - Guidate verso West 72nd Street New York, lì c'è una piccola abitazione dove potremo rifugiarci e curare Max. -.
Da quel giorno i quattro rimasero uniti dall'odio comune per il Sistema: Rave e Max avevano perso il lavoro e degli importanti compagni mentre John e Max si scoprì che scappavano da un centro di ricerca segreto. - Io sono uno scienziato e non potevo sopportare che delle cavie umane fossero utilizzate per delle futili ricerche. - disse John, poi si schiarì la voce e continuò: - Il mio amico Max era una di quelle cavie e dopo una ribellione comune di tutti noi scienziati, prima di scappare, l'ho liberato e devo dire che mi è stato anche molto d'aiuto là fuori. - Max gli diede un'occhiataccia e dopo essersi controllato le tasche il suo viso impallidì: - Dove cazzo sono le mie sigarette?! - 

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