Rising Moon.

di EliseeDubois
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo - Il ragazzo del Texas. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo - La ragazza amata. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo - La ragazza con due vite. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo - Il ragazzo del Texas. ***


Rising Moon.

Chapter One
Il ragazzo del Texas.

 

Curvo sulla sua maestosa moto, il giovane stava attendendo il verde del semaforo. Quando scattò, lui era già pronto a partire. Percorse il tragitto fino alla vecchia baracca, luogo di ritrovo per il suo gruppo di amici. La baracca si trovava a nord della città ed era una vecchia casa dove nessuno osava entrare. Solo loro vi andavano. Veniva chiamata da tutti “la casa di Jack”, perché Jack era il nome dell’uomo che la aveva abitata per ultimo. Si narrava che Jack fosse morto a colpi di bastonate dategli dalla moglie che non ne poteva più di lui. Questa era una delle favole che le mamme raccontavano ai loro bambini, nella città di Greenville. Se non ubbidivano, il fantasma di Jack sarebbe venuto a bastonarli. Naturalmente gli amici del giovane con la moto non credevano a questa diceria.
La moto si fermò davanti alla baracca. Il giovane scese e si tolse il casco che durante il tragitto aveva lasciato slacciato. Arruffò i suoi capelli biondo cenere e ripose il casco.
Si strinse nel cappotto di pelle ed aprì il piccolo cancello di legno realizzato da loro. L’edera lo ricopriva e donava un aspetto misterioso ed affascinante a quel luogo. Fino all’entrata della casa vi erano delle piccole mattonelle incastrate nel terreno per indicare la giusta via.
Come porta vi era una coperta lurida. La baracca era illuminata da lampade malridotte che rendevano il posto ancora più macabro ed inquietante.
Avanzò di due passi incerto. Sembrava non esserci nessuno. Quando ne fu sicuro si fiondò sul divano quasi completamente sfasciato. Sfilò dalla tasca destra dei jeans il pacchetto di sigarette con relativo accendino.
Aprì il pacchetto e ne prese una. La fiamma andò a contatto con la sigaretta, accendendola. La tenne per qualche secondo sospesa in aria. Poggiò i suoi piedi calzati negli stivali sopra il tavolino davanti al divano. Quando fu sicuro di essere abbastanza comodo, avvicinò lentamente la sigaretta alla bocca, e tirò una boccata. Adorava quando alla baracca non c’era nessuno, aveva tempo per riflettere su se stesso e ciò che gli accadeva. Non era un ragazzo come gli altri, aveva un suo fascino sia esteriore che interiore. I lineamenti del suo viso erano duri, come disegnati da una matita guidata da pugno fermo e deciso. I suoi occhi erano di colore marrone, come le castagne autunnali. Le labbra s’increspavano spesso in un sorriso. Era un ragazzo che amava la vita, sapeva che doveva viverla al meglio finché era giovane. Però il lutto che aveva subito lo aveva reso più fragile, e spesso si chiedeva “perché ridere?”. Lui stesso si rispondeva “la vita è bella!”. Non era così tanto sicuro da quando la sua amata sorellina era morta. Era una bimba generosa e gentile, dolce e simpatica, bella e buona. Dopo la sua morte precoce il fratello cadde in una profonda depressione, da cui riemerse solo dopo essersi ripetuto più volte la risposta alla domanda che lo tormentava – perché ridere?
Aveva conosciuto persone fantastiche che lo avevano aiutato a riprendersi. Abitava in Texas. Ma, quando pensò di essersi costruito una propria famiglia, successe. Dovette trasferirsi a Greenville, Mississippi, per problemi familiari economici. Ed ora si ritrovava lì. Si era trovato nuovi amici e aveva iniziato a frequentare la baracca. Aveva iniziato a fumare. Proprio quello che stava facendo in quel momento. Tirò un’altra boccata, prima di alzarsi. Si diresse verso l’uscita e si rimise a cavalcioni sulla moto.

Si chiamava James e amava stare solo alla baracca perché aveva tempo per pensare. Ma a volte pensare, ricordare… faceva male.



Angolo Autrice:
Ringrazio tantissimo Iamsherlocked, che oltre ad essere autrice di bellissime storie -che vi consiglio di leggere- mi ha aiutata molto con la trama.

Grazie per essere arrivati fin qui.

Ps. James è interpretato da Max Irons, il ragazzo al centro dell'immagine in alto. :)

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo - La ragazza amata. ***


Rising Moon.
Chapter Two
La ragazza amata.

 


La ragazza scese dal letto. Si avvicinò alla finestra ancora oscurata dalle persiane ed osservò il paesaggio attraverso uno spiraglio. Il sole stava per sorgere, ma la città era già piena di vita. Greenville pullulava di auto già in moto, nonostante fossero le cinque del mattino. Da quella casa poteva vedere il ponte, in lontananza. Si accomodò ad una sedia, accavallando le gambe nude. Bevve un sorso dalla tazzina di caffè che aveva preso dalla vicina scrivania, ingombra di fogli e quaderni. Prese un pezzo di carta adagiato sopra un libro di cui non lesse nemmeno il nome. La scrittura che ricopriva il foglio era fitta ed elegante, ma non totalmente leggibile. Lo ripose al suo posto. Dopo due minuti fu distolta dai suoi pensieri da una voce.
- Ehi piccola, vieni qui…
Si girò in direzione del letto ed osservò il giovane che era steso su di esso. I suoi capelli castani erano scompigliati, gli occhi azzurri aperti ad una fessura. La ragazza sorrise, si avvicinò a lui e gli sussurrò all’orecchio.
- Il gioco è finito, caro.
Dopodiché si alzò, prese i suoi vestiti e con passi lenti ma decisi, arrivò alla porta.
- E’ stato un piacere.
Sussurrò, alludendo a quella notte, non certa che lo avrebbe sentito. Uscì e scese frettolosamente le scale, per poi rintanarsi nella propria macchina. Impiegò un minuto per vestirsi, accese il motore e si avviò verso la sua casa. Ora, fra quelle auto che viaggiavano di prima mattina, c’era anche la sua. Ma il sole era già sorto.

 

*****
 

La ragazza sbuffò, cercò le chiavi del suo appartamento e, quando le trovò, aprì la porta. Vi entrò e si fiondò in cucina, preparandosi il caffè. Sistemò un ciuffo dei suoi capelli castani scuro tendenti al rossiccio, dietro  l’orecchio destro. Il suo sguardo volò sulla mensola sopra i fornelli. Vi erano, in bella vista, delle foto che raffiguravano due giovani spensierati e felici. La ragazza distolse immediatamente lo sguardo. Da anni tentava di non ricordare, ma non poteva cancellare i suoi genitori dalla propria memoria. Dopotutto non era stata colpa loro. Era stata abbandonata all’ospedale, appena nata. Vicino vi erano quelle foto  e un foglietto, che diceva “Non possiamo tenere la piccola per problemi economici, abbiatene cura e ditele che l’amiamo.” Non era neppure firmato, ma era evidente che era stato scritto dai genitori. Non ne seppe più nulla. La bimba fu stata data in custodia ad una badante, vecchia e buona. Quando la bambina aveva cinque anni, la badante morì. Venne rinchiusa in un collegio, dove passò il resto della sua vita. Era maltrattata, se prendeva un voto basso non poteva giocare per il resto della settimana. Era perfino proibito farsi delle amiche, avere una vita sociale. Lei, però aveva stretto amicizia con un’altra. Il suo nome era Matilde ed era una ragazza dalla carnagione scura, dolce e simpatica. Un giorno, scoprirono le due. Matilde venne cacciata via, inviata in un altro collegio. Lei, invece, dovette trascorrere il resto della sua permanenza in mansarda. Per la poverina, era un inferno, da cui riemerse quando aveva diciotto anni. Lavorò come cameriera in un pub, dove la maggior parte dei consumatori ci provavano con lei. E lei si vendeva, aveva bisogno di soldi per mantenersi.
Non era solo quella la ragione. Alexis, aveva bisogno di amore.
Ogni suo cliente le donava affetto, le diceva che era bella e che la amava. E Alexis ne aveva bisogno.



Angolo Autrice:
Benritrovati!

Scusate il ritardo, a dir la verità il capitolo era pronto già da un po'... ma mancava la voglia di pubblicare! LOL

Ringrazio i 36 lettori silenziosi ma in particolare Fantine_ , FlyMoon che mi hanno deliziato con una recensione, Iamsherlocked che ha letto i capitoli in anteprima e mi ha aiutata nella correzione e xJama che ha inserito la storia nelle seguite e che sprono a dirmi la sua su questo capitolo.

Ultima cosa, ma non per importanza, quella gran persona che è Fantine_ (link al profilo efp sopra) ha realizzato una fanart su Alexis.
Grazie mille, è fantastica!

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo - La ragazza con due vite. ***


Rising Moon.


 


Chapter Three.

La ragazza con due vite.



Alzò gli occhi al cielo. Quella notte le stelle erano ben visibili, e costellavano il mantello blu, dando l’impressione che fosse bucherellato.

Distolse lo sguardo. Non poteva perdere tempo, la macchina parcheggiata oltre il vialetto l’attendeva. Dando un’ultima occhiata alla bellezza di quella nottata, si diresse verso il luogo d’appuntamento.

I tacchi delle alte scarpe rosse picchierellavano sull’asfalto. Abbinate a quelle, aveva indossato un tubino del medesimo colore, stretto ed attillato. I suoi occhi incredibilmente splendidi, del colore dell’acqua limpida, erano cerchiati da una pesante matita nera. Le labbra erano state rese innaturalmente rosse grazie ad un rossetto.

I capelli mori erano lasciati liberi, ed ora la brezza di Greenville li stava sollevando, come giocandoci.

Alla vista dell’auto, la giovane sorrise. Adesso si poteva dare inizio al divertimento. Aprì la portiera ed entrò. Poi guardò la ragazza bionda affianco a lei, che si mise a ridere.


-Ehi, ti sei già sballata senza di me? – domandò con una finta espressione incredula e delusa la mora.


-No, non ancora almeno. – rispose l’altra, lanciandole una fugace occhiata, per poi andare ad accendere il motore.


-Oh, davvero? Non so se crederti. – scompigliò la propria chioma e poi finì l’intervento – dai, vedi di partire e di non fare un incidente. – aggiunse un ghigno scherzoso – Voglio arrivarci viva in discoteca.



****



La mora si chinò a terra, intenta nel raccogliere i libri che le erano caduti mentre cercava di riporli nell’armadietto. I capelli erano raccolti in una treccia disordinata. Non c’era traccia di trucco nel suo viso, e le sue forme non erano affatto valorizzate dentro quella divisa grigia.

Dopo aver sistemato tutto, chiuse l’armadietto e si diresse velocemente a mensa. Osservò il cibo e decise di prendere solo una mela ed un succo, rivolgendo uno sguardo di disgusto alle pietanze.

Si sedette ad uno dei pochi tavoli vuoti. Attorno a lei c’era un gran vocio, tante persone che camminavano e si scambiavano frasi.

Una bionda, la stessa di ieri sera, si avvicinò a lei.


-Ti ho vista ieri mentre limonavi con Simon, eh! Brava, datti da fare – le disse con un occhiolino.


-Io… io non ho dato limoni proprio a nessuno. – tentò di difendersi.


-Se le tue tette le chiami “limoni”… oh, allora non ci sei proprio. Non sai in quanti te le hanno palpeggiate. Forse hai preso troppa roba e non ti ricordi nulla. Be’, ottima qualità. La prossima volta non essere egoista e passamene un po’. – la ragazza si alzò e lei rimase seduta ad osservarla allontanarsi.


Ora era sola, a quel tavolo della mensa, mentre ieri era circondata da bei ragazzi in una discoteca.

America aveva due vite. Quella notturna le dava molte soddisfazioni, ma quella vera era proprio quella. Un’esistenza fatta di goffaggine di paura e soprattutto di solitudine.

 

 








Angolo autrice:

Scusate per il ritardo, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Un bacione ;)

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