Miele.

di The Edge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paura. ***
Capitolo 2: *** Preoccupazione ***



Capitolo 1
*** Paura. ***


Jon sedeva sul divano a gambe incrociate, abbracciava il cuscino e il suo sguardo blu vagava distrattamente per la stanza.
Fu così che lo trovò Richie, il quale inarcò un sopracciglio. Quando Jon Bon Jovi rimaneva immobile per più di tre secondi, significava una cosa sola: problemi in vista.


Sambora si dipinse sul viso un sorriso e si sedette accanto all’amico «Quel muso lungo cosa mi significa? C’è qualche problema?»
«Non lo so.» fu la risposta vaga del cantante.
Richie scosse la testa e alzò gli occhi al cielo «Ottimo. E sentiamo, come pensi che io ti possa aiutare se non mi dici niente? Mamma ha fatto un buon lavoro con me, ma non mi ha fornito il potere di saper leggere nella testa.»
Una debole risata uscì dalle labbra rosee di Jon, e Richie ne fu contento, era già un inizio «Adesso non muoverti da qui.» disse mentre si alzava bruscamente dal divano sotto lo sguardo incuriosito di Jon «Dove vai?»
«Sorpresa, non te lo dico.»


Dieci minuti dopo Richie tornò in studio con un barattolo di miele in mano. Jon sorrise a quella vista, Sambora conosceva i suoi punti deboli, così come quelli di forza.
Il chitarrista si accomodò sul divanetto e porse all’altro il vasetto «Mangiane due cucchiaiate e poi sputa il rospo.»
Jon gli lanciò un’occhiata mista di intesa e gratitudine e ubbidì.
Immerse il cucchiaino nel barattolo e con un rapido gesto se lo portò alla bocca per evitare che il miele gli impiastricciasse i pantaloni.
Richie osservò quella manovra e sorrise. Jon gli ricordava un bambino e così come tale lo trattava in quei momenti.


«Richie…» iniziò.
«Dimmi.» lo esortò a parlare con un sorriso d’incoraggiamento.
«Beh… Ti capita mai di, insomma, di sentirti un po’ fuori dal mondo e non capire più nulla? Ho una grande confusione nella testa, e stranamente non riesco a levarmi di dosso questa sensazione di inadeguatezza. Ho provato a scrivere, ma ho fatto fiasco. È qualcosa di superiore, e ti assicuro che sto impazzendo.»
«In parole semplici, hai paura.» concluse Richie.
«Beh, sì. Ma non so di cosa.»
Sambora gli tolse dalle mani il barattolo di miele e lo posò a terra, successivamente gli passò un braccio attorno alle spalle «Ascoltami Jon. Avere paura è normale, mi stupirei se tu, se noi non l’avessimo. Non sei l’unico ad essere spaventato, ci siamo anche noi. L’unica cosa che dobbiamo fare è essere uniti. Il resto si vedrà, la vita va vissuta, non credi?»
«Hai ragione.»
«Mi pare ovvio, io sono Richie Sambora, e ho sempre ragione.»
Jon rise e gli diede una gomitata «Zitto, naso aerostatico.»




Angolo della matta:
Salve! Sono tornata da queste parti.
Tutto è partito da un'idea che mi ha involontariamente suggerito I Am A Yellow Walrus su faccialibro. La mia piccola mente malvaGGia ha partorito ciò, e stando a quello che ho programmato, dovrei scrivere altri due capitoli. Ispirazione permettendo, s'intende. Perché se la mia signora si degna di darmi ulteriori idee, io sarò ben felice di accoglierle con tanto amoreh.
In pratica ruota tutto attorno al miele.
Non dico altro perché sennò rovino la sorpresa, seh.
Lascio a voi i commenti.
A presto!

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Capitolo 2
*** Preoccupazione ***


«Posso uscire oppure ho dimenticato qualcosa, mamma?» borbottò David sbuffando mentre Richie gli sistemava la sciarpa attorno al collo.
Era ormai risaputo che Sambora aveva certe manie da mamma chioccia, soprattutto quando si trattava coi i suoi amici.


«Zitto tu. Che non voglio imbottirti di medicine solo perché vuoi fare la fighetta ad andare in giro senza sciarpa con ‘sto vento. Non sei più un ragazzino, non hai più vent’anni. Adesso sei un vecchio decrepito con la dentiera.» lo rimbeccò stizzito Richie.


Tico ridacchiò divertito e Jon lo seguì a ruota, quando quei due cominciavano a punzecchiarsi era meglio stare alla larga.
David gonfiò le guance e fece una sonora pernacchia in direzione del chitarrista, il quale si finse offeso «Sei un bambino.»
«E tu sei una madre rompicoglioni. Tua figlia non ti dice niente? Sei petulante ed asfissiante come una vecchia donna in menopausa.»


Tico si portò una mano alla bocca, e tentò inutilmente di soffocare una risata. La descrizione fatta dal tastierista calzava a pennello, e Torres rise ancora più forte quando si immaginò il suo amico conciato come John Deacon nel video di “I Want To Break Free”.


«Dolce ed amorevole mammina, devo andare a prendere delle cavolo di penne. Non devo andare al fronte, oppure su Marte o che ne so. Devo attraversare la strada e andare in cartoleria. Non serve mettersi l’intero guardaroba invernale!» sospirò Dave rivolgendosi al chitarrista, il quale era corso a prendere il cappellino di lana.


«E se dopo prendi freddo? Eh? E se ti ammali? E se muori?» incalzò Jon ghignando come un matto.
David gli mostrò elegantemente il dito medio, mentre con l’altra mano si stringeva i gioielli di famiglia «Jon, non ti ci mettere anche tu. Un genitore isterico lo posso sopportare, due no.»
«Io mi preoccupo per te e tu mi dai del genitore isterico. Sei davvero un ingrato Bryan. Dovresti vergognarti.» lo rimproverò Richie, che nel frattempo era tornato e gli aveva calato sui ricci il cappellino di lana.


«No, quello che si deve vergognare è Bongiovi, visto che il signore si mangia le penne a colazione e dopo non ha più nulla con cui scrivere le canzoni.» biascicò David e aggiunse «E tu piantala di avvolgermi come un salame con la sciarpa! Ribadisco il concetto, non sto per andare in guerra. Se mai dovessi morire, ti lascio in eredità il mio shampoo e il balsamo.»
Richie si grattò il mento interessato «E così anche tu usi il balsamo… Poi dici a me che sembro una fighetta quando sei tu il primo ad usare prodotti per i capelli.»
«Pettinali tu i capelli sotto la doccia senza balsamo!» lo rimbeccò il tastierista «La differenza sta nel fatto che io lo uso per necessità, tu perché vuoi fare il figo, che non sei.»



«IO SONO BELLO.» strillò Jon mettendosi in mezzo al discorso.


Sambora gli diede una manata sulla spalla e lo spinse via «Ma stai zitto tu, che nessuno ti ha interpellato.»
David rise, alzò gli occhi al cielo e congiunse le mani «Perché devo avere a che fare con un chitarrista mamma rompicoglioni e un cantante vanitoso?» -si interruppe per guardare anche Torres, che stava piangendo dal ridere -«Per non parlare di un batterista alto un metro e un plettro?»


Richie si mise le mani sui fianchi e ordinò «Mi sono stufato, vai a prendere ‘ste benedette penne e facciamola finita. Non ci posso credere che non abbiamo una fottuta penna per scrivere. Siamo nel ventunesimo secolo, mica all’era dei dinosauri.» osservò e nel frattempo Jon tirò fuori dalle tasche delle caramelle «Io ho queste, ma dubito fortemente di poterle usare per scrivere.»
«Caramelle al miele. Tu vai in giro con le caramelle al miele nelle tasche?» domandò stupito Dave.
Jon alzò le spalle «Sì, non dovrei?»




Angolo della matta:
Stranamente oggi riesco ad aggiornare, visto che è una giornata, come dire... Particolare.
Insomma, diciamo che per tutti i fan dei Led Zeppelin questa giornata è la più brutta di sempre. 
Ma non sto qui a parlare di cose che non c'entrano un naso di Richie nella storia.
Sì, so che non ha praticamente senso, ma volevo fare un qualcosa di idiota -come sempre- e il riferimento al miele è alle caramelle, e vi anticipo già che le userò nuovamente per un altro capitolo.
Mi sono divertita ad immaginarli in un contensto del genere, dove si prendono amorevolmente per i fondelli.
Perché loro sono così immensamente belli, coccolosi ed essenzialmente stupidi.  Ma li amo appunto per questo.
Lascio a voi i commenti.
Alla prossima!

 

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