Bonjour, ma chérie.

di Flaine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cielo all'albicocca. ***
Capitolo 2: *** Baci. ***
Capitolo 3: *** Non c'è due senza tre. ***



Capitolo 1
*** Cielo all'albicocca. ***


Bonjour, ma chérie.

 

 

* * *




#1. Cielo all’albicocca. [Fideo/Demonio]

Demonio non aveva contato le volte in cui si era svegliato e riaddormentato quella mattina, ma sapeva per certo che non era troppo tardi perché l’Ardena non era ancora passato a svegliarlo.
Però non riusciva a riaddormentarsi, quella volta, e sperava che l’Italiano passasse presto per il rituale mattutino.
Aprì gli occhi, li spalancò. Buio.
Sentiva qualcosa di dolcemente caldo e impalpabile sul polpaccio che scappava alle coperte.
“Presumo sia il sole.” Disse in un filo di voce fra le labbra.
Una piega del lenzuolo gli solleticava la schiena.
Fece scivolare una mano di fianco a sé, strinse la stoffa sul bordo del letto, fece strisciare anche l’altra, tremante, finché non trovò la finestra.
Le diede un colpetto, sentendo l’aria mattutina di Venezia rinfrescargli il viso.
Il piccolo momento di goduria fu interrotto da un certo castano esuberante che sbatteva la porta.
E con lui entrò un sorriso di Demonio.
“Fideo?” lo chiamò, torturandosi un rasta mentre gli tiravano le guance.
“Ah! Buongiorno, Demonio! Scusa se non ti ho svegliato, ma sono uscito presto per prendere questi.”
gli rispose una voce accogliente ed allegra da dietro due pareti, e assieme a quella tintinnavano le chiavi.
“Questi?”
Sentì qualche tonfo confuso ancora lontano –le scarpe, si disse- seguito da dei passi impazienti.
La porta della sua stanza cigolò.
“Sono qui, Demonio – ora la sua voce era vicina – non ti spaventare come l’altra volta se senti una mano sulla spalla.” Risero tutti e due.
Sentì una mano sulla nuca, che si faceva strada fino alla spalla, aiutandolo a mettersi seduto.
Un profumo di marmellata di albicocche lo fece sospirare di piacere.
“Croissant!”
“Ne vuoi uno subito, maiale goloso?”
Lo stomaco di Demonio brontolò piuttosto forte. Quello gonfiò le guance. “Buongiorno anche a te.”
Fideo ridacchiò. “Apri…” Fece toccare alle labbra dell’altro la punta della tanto adorata colazione. “La tua pancia non mi smentisce.”
Demonio diede un morso a quella prelibatezza, sentendo qualche briciola pungergli dolcemente una coscia.
“Oh giusto! – Fideo lasciò la brioche nelle mani dell’altro, mentre in fretta apriva le persiane. – “Oggi il tempo è piuttosto arancione, come quella marmellata. C’è un vento fresco delizioso, ma quello lo senti anche tu. C’è pochissima gente in giro e i ciottoli sono più bianchi del solito. Qualche nuvola più avanti copre il porto.”
Il rasta sorrise.
Fideo era i suoi occhi, dopotutto. Due occhi blu, un blu non tanto particolare, ma che lui amava. Ogni tanto aveva paura di dimenticarsi quel colore, di vederlo in bianco e nero.
Anche se era un po’ improbabile, dopo tre anni l’aveva ancora nitido in mente.
Dopotutto, diventare cieco non era quella gran tragedia che da piccolo si era immaginato spesso – ironico, che ci avesse pensato così tanto.
Oh, non era quella gran tragedia con Fideo.
Sorrise fra sé e sé, aggredendo la brioche con un altro morso.



* * *







 

 

~Mi sono quasi sentita male quando ho scoperto di non aver dedicato nulla a una delle persone a cui mi sono affezionata di più nel fandom, a una delle veterane che c'è ancora, a una di quelle che scrivono meglio -e scrive da Terumi su tutti i generi. Insomma, qui spero che sappiano tutti quanto è geniale la Roby.
Se non lo sapete, andate subito da lei subito dkljshflkjsdhkljh.
Mi sento così inferiore davanti alla sua maestria e poi è fantastica. Fa delle battutine ogni tanto che fanno morire. Ed è dolce, e c'è quando si ha bisogno.
Insomma, come diavolo si fa a non volerle bene.
E come ho fatto a non dedicarle mai nulla mi sento una cacca.
Lei ha fatto fin troppo per me, poveretta, fin troppe Goga.
Alla mia melindah çuç

Ringrazio ancora le due (Camy e Fede) per i filmini mentali che mi hanno ispirata (povere loro e poveri voi che ora dovete sorbirmi) che sono qui.
Sono otto capitoli e otto dediche di otto -ottottottottooo- risvegli diversi.
Oh accidenti, spero di non risultare troppo ripetitiva con le descrizioni nei vari capitoli, insomma, col sole, le coperte, gli occhi, lo stiracchiarsi. Speriamo.
Se no diventano tutte uguali oltre che schifezzuole e non va bene. T_T
E' una cosa abbastanza dolce -da carie- che avevo in corso da un po' e finalmente -era meglio di no- sono riuscita a pubblicarla, di nuovo grazie all'entusiasmo della compareH.
Non avevo mai scritto su Fideo e Demonio, ma mi è venuta l'illuminazione quando ho scoperto che Demonio, nel videogioco di Ie, diventa proprio cieco, non è che gli peggiora solo la vista. Cieco. Mi ha abbastanza sconvolta, ma essendo una raccolta fluffosa ho deciso di metterci del fluff da far vomitare arcobaleni e unicorni. :'D
E beh niente--- spero che vi sia piaciuta :')
Grazie mille a chi legge solo e a chi recensisce ♥
Un abbraccio spaccaossa,
cha.
 

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Capitolo 2
*** Baci. ***


#2. Baci. [Kyousuke/Takuto]

 
Si svegliò tutto ingarbugliato nelle coperte, con le lenzuola rifugiate fra le dita.
Tirò su col naso,  girandosi verso il soffitto; per poi sfiorarsi la guancia e trovare il segno del cuscino che tanto odiava.
Kyousuke.
Come una bomba, quel pensiero. Kyousuke.
Si prese un po’ di tempo prima di muoversi, a pensare come svegliarlo.
Optò per qualcosa di mascolino, nonostante le sue guance pizzicassero come brace, allungando una gamba a sinistra per assestare un leggero calcio.
Ma quello che le sue dita dei piedi trovarono fu solo cotone stropicciato dall’agitarsi dell’altro nel sonno, e un vuoto, come a testimoniare che Tsurugi si era alzato.
Tornò a voltarsi verso il suo lato di letto, stringendo nostalgico un lembo delle lenzuola mentre si ricordava di quando si era fermato a guardare, rapito, il volto di Kyousuke sereno addormentato davanti a lui.
Da dietro le tapparelle aghi dorati rendevano striate le coperte e la stanza.
Shindou si passò le mani fra i capelli, cercando di rimetterli in ordine. Non voleva apparire brutto in alcuna maniera all’altro. Deglutì, a quel pensiero incredibilmente goffo.
Era incredibile la velocità con cui si erano ritrovati nella casa del minore, i vestiti si erano sparsi per terra e le coperte gonfiate e mosse, posate su di loro, e i talloni di Shindou, rigido, finiti sulle spalle dell’altro.
Tutti quegli impulsi, la sera prima, avrebbero dovuto lasciargli un sentore di confusione, quella mattina, pensò, come di solito succede nei film quando due persone fanno l’amore la prima volta.
Non era confuso, Takuto, era solo spaesato dalla stanza di Kyousuke, dall’odore di sesso che c’era ancora nell’aria, terribilmente imbarazzato. Ma era felice. Era davvero qualcosa di bizzarro, da lui che non riusciva a dormire nemmeno nei letti degli alberghi, lontano dal suo, aver trovato così accogliente un materasso che non aveva mai sfiorato.
O forse erano le braccia di Kyousuke.
Solo avrebbe voluto svegliarsi per primo, per sistemarsi, vestirsi – e forse, rinfacciarlo a Tsurugi.
Aprì le tapparelle, solo un po’, solo il giusto per lasciare un po’ di buio fresco nella stanza, per illuminare solo i piedi.
Tornò a letto, accarezzandosi col broncio un segno di denti che aveva sul collo e bruciava un po’, un marchio che gridava ‘mio’.
Quando fece volteggiare le coperte per ricoprirsi le gambe, sentì un tonfo dalla porta.
Era Kyousuke che cercava di spingerla. Quella si aprì con un cigolio e l’ottone della maniglia sbatté contro la parete, rivelando un kouhai che sorrideva sghembo, reggendo un vassoio che profumava di cappuccino.
“La colazione, senpai.”
L’avrebbe definito ballonzolante, quell’avanzare di Kyousuke verso di lui, tutto soddisfatto.
“Ah, fanculo-“ esordì, ma alla vista del pane tostato e della marmellata guardo l’altro e strinse gli occhi nocciola. “Finalmente inizi a capire chi comanda, eh?”
“Non ti credere così dominante, eh.” Ghignò.
Kyousuke si sedette sul letto, affiancando Shindou, guardandolo dritto negli occhi, serio.
Takuto si avvicinò per dare il primo morso della sua colazione, le labbra di Kyousuke.
Le premette dolcemente sulle sue, ottenendo come risposta la lingua dell’altro che già chiedeva in silenzio.
Il moro si staccò lentamente, con due dita sulle labbra dell’altro.
“Kyousuke...”
Quello alzò un sopracciglio.
Abbassò lo sguardo, il capitano, ridacchiando. “Mi stavi mangiando la faccia?”
Il più giovane avvampò, iniziando ad imprecare e balbettare qualcosa come ‘Ma chi ti credi di essere, razza di idiota, io sono più alto’ contro il suo capitano.
Forse Shindou aveva toccato un nervo scoperto.
Kyousuke non baciava bene. Non l’avrebbe detto nessuno dal suo aspetto e atteggiamento così cool, ma non ci sapeva decisamente fare, in situazioni che non scivolavano sotto le lenzuola.
Eppure era solo una delle cose che Shindou adorava di lui.
Lo baciò di nuovo.




* * *







 

 

~Direi che è una delle persone di cui sono più gelosa, e visto che mi fa imbestialire sempre con una classe incredibile -è odiosa- non so nemmeno perché.
Fatto sta che all'inizio mi stava un po' sulle scatole, cosa assolutamente normale perché era un presagio al suo essere stupida e convinta di essere seme universale, ma-- la amo alla follia oh.
E' una di quelle autrici sul fandom che scrivono cose meravigliose e non vengono cagate di striscio, ma dovrebbero. Uno di quegli stili che fa davvero invidia, trasporta, è splendido. Però sono invidiosa sul serio *morde cuscino*
E poi, andiamo, offre i dolcetti a fine fanfiction.
In più, nonostante tutti i battibecchi -che adoro nonostante tutto- ogni singola volta che ho avuto bisogno da quando l'ho conosciuta, si è presentata in men che non si dica. Con cazzate per farmi ridere e abbracci in wifi -sigh la distanza-
E ruola Suzuno benissimo, insomma, lo amo. E mi diverto a far esaurire Shuuya. Perché prima o poi non saprà più come ribattere Ahem-
Andate tutti a conoscerla. Ora. Andate da lei perché vi perdete una meraviglia--
Ultima cosa. UKE SARA' IL TUO CANE. èné
Alla soeur/spieure/diamande ne lu scielu/buouo.

... E' la prima KyouTaku che scrivo e ho taaaanta paura di essere sfociata in un oceeeano di OOC T_T
Ma comunque.
Di nuovo un pezzo della flash mi è stato ispirato dalla Fede -è una geniaccia-, ovvero quello in cui Kyousuke entra in stanza tutto ballonzolante con la colazione e Shindou lo manda a quel bel paese di Fanculo. :'D
Insomma, lei non aveva specificato i personaggi nella scenetta, ma a me sembrava carina per loro :')
Odio odio odio i personaggi descritti come perfettjdkhsflkjsdhf ma l'avevo già detto quindi-- in sostanza-- Kyousuke a letto è una bomba e in situazioni tenere è l'impacciato della coppia.
Ammetto che per questi due non sapevo proprio cosa scrivere :'D
E' difficilissimo trovare terimini per descrivere persone che si svegliano diversi ogni volta, ma mi sto divertendo :')
Sono felicissima che nel fandom l'amore per la KyouTaku si stia diffondendo nel fandom. -cimancavisolotuarovinarla-
E-- beh-- spero tanto che vi sia piaciuta.
Un abbraccio spaccaossa, grazie mille a chi legge e recensisce :')
cha.

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Capitolo 3
*** Non c'è due senza tre. ***


#3. Non c’è due senza tre. [Hiroto/Haruya]

 

Sentiva appena il respiro dell’altro sul collo, soffiava, e dei piccoli brividi lo seguivano.
Si ritrovò piacevolmente ingarbugliato all’altro, così tanto che non riusciva a stiracchiarsi. Sgranchì le dita intorpidite e si strinse attorno all’altro, svegliandolo con dei colpetti al mento.
Chi l’avrebbe mai detto che fra battaglie e battaglie per chi fosse il migliore si sarebbero ritrovati a dormire avvinghiati nello stesso letto, sullo stesso piano?
Hiroto sorrise al mugolio che fece tremare le labbra di Burn sul suo collo.
Si ricordava i pianti della sera prima, e il litigio finito in un inusuale e goffo abbraccio, tentativo di confortarsi l’un l’altro come non facevano quasi mai.
Forse quella della sera prima era stata la tempesta, le onde nere e minacciose, e quella mattina fresca il mare tranquillo, il filo teso dell’orizzonte.
Chiuse gli occhi, alzando il busto.
Se si concentrava abbastanza, poteva sentire la voce incrinata di Nagumo dirgli ‘ti voglio bene’.
Il ricordo gli pizzicò un angolo della bocca, che si incurvava tremolante verso l’alto.
Si sentivano soli. Entrambi. Era quel sentore di vuoto pesante, di buco nero, che forse li aveva spinti a riempire gli spazi del letto la sera prima.
Era il cinismo di Fuusuke che tornava, ogni tanto, anche dopo tutti quegli anni, l’arroganza di Shuuya, le menzogne di Maki, la paura di Miura e la diffidenza di Ryuuji.
Haruya fece scivolare le coperte, interrompendo il filo di pensieri di Hiroto, che gli sorrise.
Forse qualcosa era cambiato davvero, in una mattina come tutte le altre; Kiyama sentiva tirare aria di novità.
Il sensto senso, pensò guardandosi la punta dei piedi e sorridendo, quello a cui l’altro dava retta troppo spesso.
“La calma dopo la tempesta, eh?”
Sussurrò Nagumo assonnato, rimandando senza accorgersene un pensiero di Hiroto di qualche secondo prima, ghignando un po’ come faceva spesso. Ma quel sorriso un po’ storto aveva una punta di agrodolce, una traccia della tristezza della notte.
Forse qualcosa era cambiato.
“Sai che se non ci muoviamo Hitomiko ci ammazza. I bambini sanno che non li sorvegliamo e fanno disastri.”
L’altro ringhiò, ricascando all’indietro fra i cuscini mentre borbottava contrariato.
Forse qualcosa era cambiato davvero.
Hiroto si irrigidì un po’ al timido, stanco abbraccio che Haruya gli offrì di sorpresa – Kiyama non aveva sentito le coperte frusciare – affondando il viso nella sua schiena. Espirò, allegro, spalancando la finestra che dava sul Sun Garden. Non aveva proprio voglia di fare le cose in fretta, in quell’abbraccio, quella mattina, per andare a far giocare i bambini.
Ma si incuriosì quando distinse un caschetto di capelli aranciati che fra i marmocchi dell’orfanotrofio non aveva mai visto.
“Haruya… chi è quello?”
“Sei così svampito che ti scordi i nomi dei bambini? O sono io che ti faccio questo effetto?”
Hiroto fece una smorfia, indicando il piccoletto. Al che Nagumo rispose stringendosi nelle spalle, ma gli fece segno di fare silenzio per sentire il nome del nuovo arrivato.
Amemiya Taiyou.
Forse qualcosa era cambiato davvero.
“Haruya. – Lo chiamò, come se fosse un ordine. – Ti ricordi quando giocavamo alla famiglia?”
Indicò secco Taiyou, che correva in giro come un tornado, libero dalle grinfie della Hitomiko.
A Nagumo venne in mente una frase sola. ‘Non c’è due senza tre.
E in tre, il numero perfetto, forse sarebbero stati tutti un po’ meno soli.

 

 

* * *










~Anche stamattina mi sono svegliata con un po' di amaro in bocca, quindi mi sono messa sotto per aggiornare questa.
E, parliamo di questa donna.
Ci siamo viste tre volte di persona, già tre, e ci conosciamo tipo dalla fine dell'anno scorso - e ci siamo avvicinate grazie alla GuraBan.
Che dire- è incredibile.
C'è sempre sempre sempre quando ho bisogno di qualcosa e le rompo costantemente le cosiddette con problemi di ispirazione, di ship e altro. Troppo altro. Penso di non averle mai dedicato nulla tranne un disegno, e mi fa sentire davvero in colpa sta cosa D:
Ricordo ancora quando soffocava le risate nel cuscino, un mese fa, mentre le parlavo di quanto da piccola ritenessi maestosi i Rattata e di quanto ci fossi rimasta vedendo la sua evoluzione che sembrava "una supposta marrone con le zampe e la faccia da sgorbio".
E poi venusaur, i coco pops -ho ancora quella confezione nello zaino-, i tavolini dell'ikea, le chat notturne con disegni molto equivocabili e i maiali con le tette, i tuberi, le crackship nate a muzzo ma che amiamo così tanto, le role, le mie battutine che non si possono sentire e le sue risate nel parlare di r18.
Non si può parlare di r18 con lei, lo sapevate? Ride. :'D
Ah e i suoi interventi a caso quali Kimono, mamma e bunjee jumping.
E. Il suo. Stile. Di. Scrittura.
E' assolutamente un mito e volevo tramutare una delle nostre otp condivise (la santa dopo che le ho scassato tutto ciò che aveva shippa pure goga amore mio) in una famiglia.
Alla conpere, a cui chiedo una cosa sola. Come fai a sopportarmi ancora? :')

Bene- cioè male- cioè eccola.
Questa è quella con cui ho litigato di più haha bastardi. çuç
Non so esattamente cosa non andasse ma al diavolo oh. (?)
Fatto sta che Ho avuto un'illuminazione quando mi sono rivista Go ed è comparso Taiyou. E gli ho guardato un attimo gli occhi. Allora. Hanno la forma e il colore di quelli di hiroto, ma l'interno come quelli di Nagumo e hanno pure le ciglia verso il basso del tuliponcio.
Idem per l'acconciatura. Per fortuna il tulipano si è confuso fra i ciuffi :'') Ma comunque ha la frangia di Hiroto e lo stile spiky (?) di Nagumo li ha resi un po' più selvaggi. -cosastoaddi'-
Unica cosa che non c'azzecca è il colore ma per l'otp tutto :')
Comunque, spero che vi sia piaciuta. *inchino*
Grazie mille a chi legge e recensisce ♥
Un abbraccio spaccaossa,
cha.

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