Killing Loneliness

di HIMsteRoxy
(/viewuser.php?uid=553778)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The secret tower ***
Capitolo 2: *** Sweetheart ***
Capitolo 3: *** In Venere Veritas ***
Capitolo 4: *** Heartache every moment ***
Capitolo 5: *** Right here in my arms ***
Capitolo 6: *** The kiss of dawn ***
Capitolo 7: *** Don't close your heart ***
Capitolo 8: *** Lose you tonight ***
Capitolo 9: *** Shatter me with hope ***
Capitolo 10: *** In love and lonely ***
Capitolo 11: *** In Joy and Sorrow ***



Capitolo 1
*** The secret tower ***


I raggi del sole filtrarono dal minuscolo oblò, illuminando la stanza da letto di un piccolo loft di Munkkiniemi, a Helsinki. Da solo un mese si era trasferita lì Tippi, una ragazza che viveva in un piccolo paesino della Finlandia, a pochi chilometri dalla grande capitale.
 
Era successo tutto a settembre, quando stanca della vita di paese si era decisa a trasferirsi e a cambiare vita. Per questo, in un soleggiato giorno decise di prendere il primo treno per Helsinki, lasciandosi alle spalle il proprio passato.
Aveva trovato, quindi, una soffitta vecchia e polverosa, in un palazzo molto antico del quartiere di Munkkiniemi, abitato da gente per bene; come gli aveva detto il proprietario.
Il prezzo era bassissimo, nonostante si trovasse in uno dei quartieri più rinomati di Helsinki.
Aveva accettato quindi l’offerta e si era sistemata il giorno stesso, nella sua nuova casa, insieme a Timo, il suo husky.
Dopo pochi giorni aveva anche trovato il suo primo lavoro nel centro  commerciale di Munkkivuori; esattamente come commessa di un modesto supermercato.
 
Era un pomeriggio di ottobre e Tippi era indaffarata nel rimettere a posto la soffitta. Da quando si era trasferita non aveva trovato neanche un attimo per sistemare il caos che regnava lì dentro.
Tra le sue cose, ammucchiate in un angolo, vi erano anche oggetti e vari gingilli appartenuti al precedente inquilino, che si era trasferito in un lussuoso appartamento. Aveva lasciato lì le sue cose e non era ritornato a riprendersele, ormai appagato dal lusso del suo nuovo appartamento.
Tippi cominciò ad aprire gli scatoloni e a sparpagliare tutta la roba sul pavimento. C’erano diversi libri, gingilli vari comprati in chissà quale mercato e dei cd con dei poster, ovviamente tutta musica americana eccetto dei cd di band finlandesi: The Rasmus, Nightwish, Apocalyptica, Anathema, ecc...
Uno di questi colpì l’attenzione di Tippi: sulla copertina era ritratto un ragazzo dai capelli mossi, con una sigaretta in bocca, su uno sfondo rosa. In mezzo vi era scritto: HIM Razorblade Romance.
Tippi aprì la custodia e lesse le tracce, così inserì il cd nel lettore mp3 e partì la prima traccia: I love you (Prelude to tragedy.)
Sul suono chiassoso di una chitarra elettrica, una voce soave e rauca cominciò a cantare. Timo si destò da terra, abbaiando.
- Troppo caotica, vero Timo?
Disse la ragazza, sorridendo al cane.
- Adesso cambio.
Aggiunse tra sé e sé, premendo la quarta traccia: Right here in my arms.
Questa volta la canzone cominciò dolcemente, accompagnata dopo alcuni secondi dalla chitarra elettrica e dalla stessa voce rauca.
Timo ricominciò ad abbaiare ancora più forte e Tippi spense il lettore mp3, controvoglia. Quella canzone le era già piaciuta e la voce di quello strano cantante l’aveva già ammaliata.
Riprese il cd e lo ripose nella custodia. Guardò ancora una volta la copertina.
- Immagino che questo sia il cantante… mmmh… bel tipo, tu che ne dici Timo?
Disse, guardando il cane.
Ma Timo si era spostato accanto alla porta, scodinzolando. Era segno che voleva uscire fuori a fare una passeggiata.
- Va bene, si esce…
Aggiunse Tippi, rassegnata. Quel pomeriggio non avrebbe finito di sistemare, allora.
 
L’aria fresca e mitigata del Mar Baltico allietava il tardo pomeriggio di Helsinki. I viali della città erano pieni di foglie gialle e rosse, che si depositavano al suolo. Il cielo era nuvoloso e il sole, di tanto in tanto, si nascondeva tra le nuvole.
Tippi e Timo passeggiavano tra le strade trafficate di Munkkiniemi. L’husky era intento ad annusare ogni albero e ogni macchina, mentre Tippi si lasciava andare ai pensieri della propria mente.
Da quando aveva lasciato il proprio paese, non aveva ancora trovato un’amica con cui passare il tempo libero. Al lavoro i suoi colleghi erano schivi e l’unica persona che aveva conosciuto era stata Helmi, una ragazza piuttosto simpatica e sorridente. Nonostante avessero passato quasi ogni giorno assieme, non si era ancora instaurata una vera e propria amicizia. Come le sarebbe piaciuto avere delle amiche…  
 
Nel frattempo, il cielo era diventato piuttosto grigio, segno di un temporale. Un cane abbaiò in lontananza e Timo scappò dalla presa di Tippi, correndo via, trascinandosi dietro il guinzaglio.
- Timo!
Gridò Tippi, ma il cane scomparve tra le strade del quartiere. La ragazza allora cominciò a correre, verso una delle direzioni che aveva preso il cane.
Quando, dopo aver imboccato varie strade, si ritrovò davanti a una torre di stile gotico. Era la famosa torre di Munkkiniemi! Ne aveva sentivo parlare in tv, per via della sua bellezza. La guardò ammaliata; da vicino era un vero e proprio spettacolo!
Intravide, infine, Timo intrufolarsi, attraverso delle siepi, nel giardino in cui era avvolta la misteriosa torre. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sweetheart ***


Un tuono rimbombò e dal cielo cominciò a cadere un’immensa quantità di pioggia. Tippi guardò in alto e decise, istintivamente, di recuperare Timo per poi tornare subito a casa.
Scavalcò le siepi goffamente e si addentrò nel giardino. Era pieno di alberi spogli e di alcune siepi verdi sparse per tutto il perimetro. La torre di mattoni rossi si stagliava imponente di fronte a lei.
La pioggia continuava a battere sulla sua testa e in un attimo si ritrovò tutta bagnata da cima a fondo.
Vide Timo ripararsi sotto il grande portone della torre e lo raggiunse correndo.
- Timo!
Lo sgridò. Il cane si accucciò a terra, guardandola con occhi dolci. Allora Tippi lo prese in braccio e si guardò attorno: tutta Helsinki era circondata dal temporale e non era una buona idea ritornare a casa. Si girò verso il portone e vide che era socchiuso, così entrò silenziosamente.
 
Ville era assorto nella sua stanza, seduto su una vecchia poltrona, mentre con una penna e nell’altra mano un’immancabile sigaretta scriveva le prime parole che gli erano venute in mente.
Staccò lo sguardo dal foglio e guardò fuori dalla finestra: si era messo a piovere! Per fortuna era tornato a casa il giorno prima.
 
Per tutto il mese, Ville Valo era stato impegnato assieme ai ragazzi della band, in un tour europeo e l’ultima sera passata a Berlino, nonché ultima tappa del tour, decise di punto in bianco di tornarsene per i fatti suoi a Helsinki. Comunicò la notizia ai ragazzi, raccomandandogli di non dirlo ad anima viva, per evitare folle di giornalisti davanti casa sua, e prese il primo volo per la Finlandia.
La verità era che si sentiva stanco di girovagare per il mondo e che gli serviva una piccola pausa per rilassarsi e scrivere in pace.
Quel pomeriggio, dopo aver disfatto i bagagli e aver dormito un po’, aveva avuto l’ispirazione e si era messo a comporre una nuova canzone.
 
Si staccò dalla finestra e sentì il rumore indistinto di un portone che sbatteva; il portone di casa sua!
Bofonchiò qualcosa e scese le scale. Chi può essere a quest’ora? Qualche giornalista venuto a rompere? Giuro che se è stato Gas… disse tra sé e sé.
- Chi diamine è?
Disse ad alta voce.
La penombra ricopriva l’ingresso e Tippi, sentendo una voce rauca, non poté però vedere il proprietario della torre. Ville, invece, rimase sugli ultimi gradini e vide che si trattava solo di una ragazza, piuttosto bassa, illuminata fiocamente dalla luce artificiale di un lampione, che si rifletteva attraverso una finestra sul pavimento.
- Mi scusi… non volevo disturbarla. Fuori piove e…
Rispose Tippi, imbarazzata.
- Chi sei?
Domandò Ville scocciato. Una fan troppo impertinente; pensò.
- Mi chiamo Tippi.  (NdA: Tippi, nome tipico svedese che significa ‘sweetheart’)
Rispose la ragazza, fissando la sagoma davanti a sé. Un lampo di luce attraversò gli occhi verdi di Ville, che Tippi però non poté cogliere.
Ville rimase in attesa e Tippi continuò a parlare.
- E’ stata tutta colpa di Timo, il mio cane. Si è intrufolato nel suo giardino e sono venuta a riprenderlo.
Ville guardò di nuovo la ragazza, infastidito. Non si era accorto della massa pelosa che teneva in braccio. Bella scusa; pensò poi.
- Nel frattempo si è messo a piovere e…
Ville allora accese la luce; fino a quel momento erano stati in penombra; e vide che Tippi era bagnata fradicia. Si sentì in colpa per averla fatta aspettare tutto quel tempo all’ingresso, così le indico la scala e le fece segno di salire.
 
Tippi guardò il suo interlocutore e rimase subito affascinata da quegl’occhi verdi e profondi. Portava addosso dei semplici jeans e una maglietta nera. Il viso era contornato da dei lunghi capelli castani e da un po’ di barba. In bocca teneva una sigaretta.
Tippi sorrise e seguì silenziosamente Ville per il piano di sopra, fino al soggiorno.
Questo era pieno di libri, cd, dvd, tutti ordinati perfettamente in degli scaffali. La ragazza, allora, ripensò alla propria soffitta ancora in disordine e impallidì. Si accomodò su uno dei due divani, attorno a un piccolo tavolino in legno.
- Vuoi qualcosa da bere?
Chiese Ville fissandola.
- Una birra, grazie.
Rispose gentilmente Tippi.
Ville si diresse dapprima nella sua camera a prendere una coperta e poi in cucina. Aprì il frigorifero e rimase scioccato nel vederlo quasi completamente vuoto. Vi erano tra le altre cose, solo due bottiglie di birra. Le prese entrambi, una per Tippi e l’altra per sé e richiuse afflitto il frigo. L’indomani sarebbe dovuto andare nel primo supermercato per comprare almeno due casse di birra.
Ritornò in soggiorno e porse la coperta e la bottiglia di birra alla ragazza. Timo, intanto, si era sistemato ai piedi del divano e guardava incuriosito attorno a sé.
- Sei un chitarrista?
Domandò Tippi, indicandogli la chitarra appoggiata in un angolo del soggiorno. Ville seguì lo sguardo della ragazza e sorrise.
- No, no… Ma so anche suonare.
Rispose. Non sa chi ha di fronte, o non vuole ammetterlo; pensò Ville.
- Anche? Sai cantare?
Ville annuì.
Un silenzio imbarazzato scese tra di loro.
- Scusa se sono stato scorbutico.
Disse Ville, guardandola attentamente.
- Nessun problema. Sono io a scusarmi per essere entrata in casa di uno sconosciuto.
Tippi arrossì.
- Su questo sono d’accordo.
Rispose Ville, ritornando serio. Era ancora convinto che Tippi fosse una sua fan, intrufolatasi in casa sua da chissà quale scorciatoia. La torre era protetta da alti muri e a parte il cancello, non vi erano altre entrate secondarie.
Tippi guardò Ville, assorto nei suoi pensieri. Poi spostò lo sguardo su una delle grandi vetrate e si accorse che il sole era scomparso e che il buio aveva inghiottito il giorno. Si alzò, quindi, istintivamente distogliendo Ville dai suoi pensieri.
- Devo andare, si è fatto tardi.
Disse, restituendogli la coperta. Ville si alzò.
- Grazie.
Rispose Tippi, giungendo verso le scale. Il cane le venne dietro scodinzolando.
- Aspetta, vuoi un passaggio?
Domandò Ville, sorpreso della sua stessa domanda.
- Non c’è bisogno, abito qui vicino. Grazie lo stesso.
Rispose Tippi, uscendo fuori dal portone.
 
Ville rimase immobile davanti ai gradini, mentre il portone si richiudeva. Chi era quella ragazza? Se fosse stata davvero una sua fan, avrebbe trovato qualche altra scusa per rimanere più tempo possibile con lui. Non gli aveva neanche chiesto un autografo o una foto!
Nel frattempo squillò il telefono e Ville ritornò in soggiorno, intento a rispondere e a dimenticare la faccenda. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** In Venere Veritas ***


Tippi aprì la porta del loft e accese le luci. Per tutto il ritorno non aveva fatto altro che pensare a quel ragazzo che abitava nella torre. La sua voce e il suo viso le erano sembrate così familiari, ma non ricordava dove lo avesse visto. E in quei pochi attimi in cui aveva parlato con lui, aveva provato una stretta al cuore. I suoi occhi verdi l’avevano già stregata.
Guardò rassegnata gli scatoloni. Doveva farlo o sarebbe passato un altro mese in mezzo al caos.
Riprese i cd e li sistemò su uno scaffale insieme ai suoi. Tra le mani ebbe di nuovo quello strano cd, quello degli HIM e guardò la copertina.
Quel ragazzo dai capelli mossi somigliava tanto all’inquilino della torre, forse più giovane dell’età che dimostrava. No, non poteva essere! Era solo uno che ci assomigliava tanto, ma non il cantante di quella band. Eppure le aveva detto che sapeva cantare. Rigirò il cd e lesse di nuovo le tracce, sotto di esse vi era scritto il nome del cantautore: Ville Hermanni Valo.
- Ville Hermanni Valo…
Ripeté ad alta voce.                                                                          
Svuotò un altro scatolone e trovò dei poster. Uno di questi ritraeva una band, composta da cinque membri, tra cui il cantante degli HIM.
In quella foto era evidente che il cantante fosse più grande di età e che assomigliasse ancora di più al ragazzo che aveva conosciuto quel pomeriggio.
- Sono tutte sciocchezze… la stanchezza mi gioca brutti scherzi.
Disse, posando il poster.
A tarda notte Tippi finì di sistemare e sfinita andò a dormire.
 
Il mattino seguente Tippi si svegliò con mezz’ora di ritardo. La stanchezza l’aveva sopraffatta. Si alzò inciampando nelle ciabatte, mangiò qualcosa di fretta, si vestì e uscì di corsa verso il centro commerciale.
La sua collega Helmi la stava aspettando davanti l’ingresso del supermercato, piuttosto seccata.
- Ma che è successo?
Le chiese.
- Il capo?
Domandò Tippi, ansimando per la corsa.
- Ancora non è arrivato, stai tranquilla. Ma devi spiegarmi cos’è successo?
Tippi la guardò incerta. Poteva confidarle cosa le era successo?
- So che ci conosciamo da pochissimo tempo, ma ti ho trovato subito simpatica.
Rispose Helmi, indovinando l’incertezza della ragazza.
- E’ stata tutta colpa di Timo…
- Cos’ha combinato quel povero cagnolino?
- E’ scappato via, tra le vie di Munkkiniemi! E non puoi immaginare in che posto si è andato a cacciare.
- Dove?
- Nel giardino della torre di Munkkiniemi.
- Cosa?
- Oh si! Poi si è scatenato il diluvio e sono entrata dentro la torre.
- Che cosa? Nella torre? Ma allora è tornato!
- Chi?
- Come chi?
- L’inquilino della torre? Tornato? Non sapevo fosse partito... Oh, comunque è stato così gentile… cioè, dapprima mi è sembrato un po’ scorbutico, ma aveva ragione. Ero io l’estranea in casa sua. Poi invece si è addolcito, mi ha anche offerto una birra.
- No, aspetta! Sei stata a casa sua?
- Sì, cosa c’è di tanto strano?
- Nessuno ha mai messo piede in casa sua, senza il suo permesso! Nemmeno i giornalisti più furbi…
- I giornalisti? Cosa c’entrano? Perché chi è il ragazzo della torre?
Chiese Tippi, senza capire. A lei era sembrato un normale ragazzo. O forse c’entrava il fatto che fosse un cantante?
 
Ma Helmi non rispose alle sue domande. Si era, infatti, dileguata verso l’ingresso del supermercato, dove un gruppo di persone curiose si erano accalcate come se fosse appena entrato qualcuno di famoso.
Difatti, Ville Valo in persona, quella mattina decise di recarsi al primo supermercato per fare scorta di birra e quant’altro. Quel giorno portava al collo una sciarpa e in testa un berretto grigio, da cui fuoriuscivano una massa di riccioli.
Si divincolò dalla presa di alcune ragazzine eccitate e sgattaiolò dentro il supermercato, nascondendo il suo viso sotto il berretto, per non essere riconosciuto.
Uno dei giornalisti, che erano in attesa del cantante, riuscì ad entrare, nonostante il divieto di alcune guardie che erano accorse nel vedere tanta confusione. 
Ville intanto cercò infuriato il settore delle bibite e appena lo trovò vi si nascose, guardando attentamente le migliaia di bottiglie di birra.
- Signor Valo? Può lasciare una dichiarazione?
Disse all’improvviso il giornalista, riuscendo a scovarlo. Ville prese una cassa di birra e lo guardò di sbieco.
- Se ne vada al diavolo!
Sbottò, proseguendo verso la direzione opposta. In quel preciso istante si scontrò con Tippi, che curiosa si stava dirigendo verso l’ingresso del supermercato.
I loro sguardi si incrociarono: gli occhi verdi di Ville si spalancarono nel rivedere la ragazza e Tippi lo riconobbe all’istante. Sentì le farfalle allo stomaco e impallidì imbarazzata.
- Signor Valo?
Ville si sentì chiamare di nuovo da quell’insulso giornalista. Alzò gli occhi al cielo e si girò verso di lui.
La parola ‘Valo’ riempì la mente di Tippi. Dove aveva già letto quel cognome? Le ritornarono in mente il cd, la copertina, le tracce e colui che le aveva scritte: Ville Hermanni Valo.
Sentì allora il pavimento caderle sotto: Ville Hermanni Valo e il ragazzo della torre erano dunque la stessa persona.
- Cosa c’è?
Domandò scocciato il cantante. Tippi ritornò alla realtà e continuò a fissare Ville.
- Mi dica soltanto se ha trovato la sua anima gemella?
Rispose il giornalista.
Ville ebbe un attimo di rabbia.
 
Per tutti quei mesi i giornalisti avevano fatto a gara per sapere se finalmente il leader degli HIM si fosse sistemato o no. La sua vita privata era diventata ormai l’argomento centrale dei loro stupidi gossip. La risposta era ovvia: no! Non aveva ancora trovato nessuna ragazza che fosse veramente interessata a lui, come persona e non esclusivamente per la sua fama, bellezza o soldi.
 
Ville posò a terra la cassa di birra, si girò verso Tippi, le prese la mano e le si avvicinò. La ragazza sentì il proprio cuore battere ancora più veloce di quanto non fosse già e tutto accadde in un attimo: le sue labbra furono sfiorate da quelle morbide di Ville; fu un bacio caldo e veloce.
Il giornalista sorrise e scrisse qualcosa sul suo blocchetto, per poi uscire fuori dal supermercato.
Ville si staccò da Tippi, la quale frastornata arrossì di fronte allo sguardo sereno del cantante. Prima che Ville potesse dire qualcosa, però scappò via imbarazzata. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Heartache every moment ***


Tippi sedette ai piedi di un marciapiede, appena svoltato l’angolo. Ville Valo l’aveva baciata! Perché?
Si sentiva confusa ed estremamente arrabbiata con lui. Non era così scema, aveva capito il perché del suo gesto. Ville voleva solo allontanare quel giornalista e per questo l’aveva baciata per dare una risposta alle tante domande che si chiedeva la gente sulla sua vita privata.
Ma se da un lato provava rabbia, dall’altro lato si sentiva ancora le farfalle allo stomaco. Era stata una sensazione bellissima! Il tocco delle labbra di Ville, i suoi occhi verdi che la fissavano e il leggero pizzico della sua barba.
Ma restava il fatto che lui fosse così famoso… Come aveva fatto a non collegare prima le due intuizioni? Era stata così stupida! Ville Valo non si sarebbe fatto più vivo dopo quello che era successo. E non poteva cominciare a farsi castelli in aria, no!
Avrebbe continuato la sua vita come se non fosse accaduto nulla, ma la sua mente la riportava a quegli occhi verdi fissi su di sé.
 
Ville ritornò a casa piuttosto sbalordito. Aveva baciato quella ragazza senza un vero e proprio motivo. L’aveva fatto e basta! E solo per far tacere quell’insulso giornalista. Se l’era cercata e… se non avesse avuto di fronte Tippi, l’avrebbe preso a parole!
Ma quel bacio aveva lasciato una traccia profonda nel cuore di Ville. Quella ragazza, dal primo momento in cui l’aveva vista, gli aveva fatto subito simpatia, anche se non lo voleva ammettere.
Adesso cosa sarebbe successo? Non sapeva nemmeno dove abitasse. Doveva chiederle scusa? O era meglio non cercarla?
Tutte queste domande affollarono la sua mente per giorni, in cui si chiuse in casa a comporre.
 
Erano passate delle settimane e Tippi continuò con la sua normale vita: casa, lavoro, casa. I giorni passavano lenti e in lei cresceva pian piano il bisogno di rivedere Ville.
Non poteva andarlo a cercare. Non poteva recarsi alla torre. Cosa avrebbe pensato Ville se l’avesse vista da quelle parti?
Decise di non pensarci più e si buttò a capofitto sulle faccende di casa. Quando si accorse di aver dimenticato di svuotare uno scatolone, nascosto in un armadio.
- Oh no! Eccone un altro!
Esclamò disperata.
Era stanca di svuotare scatole e mettere a posto la soffitta ogni volta che tornava a casa, anche per colpa delle marachelle di Timo. L’husky, infatti, amava intrufolarsi in qualsiasi posto e giocare a nascondino con la sua padroncina.
Tippi aprì afflitta lo scatolone e rimase di stucco quando vide cosa conteneva: tra carte e fogli di vario tipo, scritti a penna o al pc, vi erano nascosti pezzi di un manichino.
- Che razza di inquilino è venuto ad abitare in questa soffitta?
Esclamò sconvolta Tippi.
Prese allora i fogli e cominciò a leggerli.
- Sono delle poesie… aspetta, delle canzoni. E cosa c’entra un manichino con il testo di una canzone?
Disse disgustata. Richiuse lo scatolone e lo nascose in fondo all’armadio.
 
Nello stesso momento, Ville era seduto sul letto mentre era intento a suonare la sua chitarra.
- Mmmh… mi manca un foglio!
Esclamò all’improvviso, alzandosi dal letto.
- Deve essere qua…
Aggiunse, frugando tra le sue carte.
In una settimana era riuscito a ridurre il suo appartamento in un vero e proprio caos: la sua stanza da letto era piena di vestiti buttati su alcune sedie e sul pavimento, il soggiorno e le altre stanze erano ridotte nello stesso modo e passare da una stanza all’altra era ormai diventata un’impresa impossibile anche per lo stesso Ville.
Andò in cucina a prendere un’altra bottiglia di birra e si sbigottì del caos che c’era pure lì: migliaia e migliaia di bottiglie vuote, il lavabo era pieno di piatti da lavare e la credenza era di nuovo vuota!
Come aveva fatto a ridurre il suo appartamento in quel modo? E se fosse venuto qualcuno a trovarlo?
Scosse la testa e ritornò a cercare quel foglio mancante, contenente i suoi appunti. Ma era come cercare un ago in un pagliaio!
Quando squillò il telefono.
- Sì?
Rispose Ville, indaffarato nella ricerca del suo amato foglio.
- Vecchio furbacchione, è da tempo che non ti fai sentire!
Disse Gas, ridendo.
- Sono stato molto impegnato e lo sono anche in questo momento!
Rispose ‘gentilmente’ Ville.
- Sarò breve… Potevi anche dirmelo che volevi tornare subito ad Helsinki, perché ti eri sistemato!
- Di cosa stai parlando?
Si fermò Ville, spalancando gli occhi.
- Oh non essere sciocco! I giornali parlano solo di te e della tua misteriosa ragazza!  
- Quale ragazza? Non ho nessuna ragazza! A proposito Gas! Sei stato tu ad avvertire i giornalisti?
- Io? No, che vai a pensare?
- Perché allora me li sono ritrovati in giro per Munkkiniemi?
- Forse ci hanno visto tornare in città e si sono chiesti che fine avesse fatto ‘Sua Maestà Ville’…
Rispose scherzando Gas.
- Certo… Bè adesso devo lasciarti, ci sentiamo appena posso.
Concluse Ville, gettando il telefono sul letto.
Ricominciò a cercare quel dannato foglio ma senza successo. Poi si ricordò della vecchia casa che aveva affittato per un paio di settimane prima di partire per il tour europeo.
Aveva deciso di lasciare la torre per scrivere in santa pace in una soffitta di un vecchio palazzo, sempre nel quartiere di Munkkiniemi. Non sopportava più gli appostamenti dei giornalisti sotto casa sua e in segreto si era trasferito.
Aveva portato con sé un po’ di roba, che però al ritorno da Berlino si era dimenticato di prendere. Chiamò allora il proprietario del locale e si accordò con lui per riprendere la propria roba.
- Verrò nel tardo pomeriggio.
Disse, salutando il proprietario e buttandosi sfinito sul letto.
 
Verso le 8 Tippi sentì il campanello suonare. Chi poteva essere a quell’ora? Non aspettava di certo visite. Aprì la porta sbalordita.
- Salve.
Disse il proprietario.
- Oh, è lei. Prego.
Rispose Tippi, facendolo entrare. Stava per richiudere la porta quando qualcuno la bloccò. Tippi si affacciò e vide di fronte il viso nervoso di Ville Valo.
- Tu?
Esclamò senza pensare.
- Prego signor Valo.
Aggiunse il proprietario.
Ville Valo alzò gli occhi verso la ragazza e sentì una fitta allo stomaco.
- Tippi?
Domandò imbarazzato.
- Vi conoscete?
Chiese il proprietario, ma nessuno dei due rispose.
- Allora sei tu l’inquilino dai gusti un po’ particolari…
- Cosa vuoi dire? Spiegati meglio!
- Cosa ci fa un manichino insieme a dei fogli di canzoni?
Ville sorrise, poi tornò di nuovo serio.
- Sono venuto solo a prendere quello scatolone. Ho dimenticato di riprendere la mia roba, appena tornato da Berlino.
- Ci sono anche dei cd e…
- Non mi interessano, puoi tenerli.
Rispose Ville, brusco.
Il proprietario si dileguò dalla soffitta e lasciò i due da soli. Tippi guardò ansiosa Ville, il quale fissava il pavimento.
Era ovvio che si sentissero entrambi a disagio, poi Ville si decise a parlare.
- Per quella faccenda… ecco io… ti chiedo scusa.
Disse, evitando lo sguardo della ragazza. Tippi imbarazzata non rispose.
- Quel giornalista non voleva andare via e… non avrei dovuto farlo.
Aggiunse, cercando di giustificarsi.
- Sì, ho capito.
Rispose la ragazza afflitta. Aveva sperato fino all’ultimo che fosse andata in un altro modo.
- Ma… non mi è dispiaciuto quel bacio, a dirti la verità.
Disse Ville guardandola negli occhi. Tippi sussultò e sentì di nuovo quelle dannate farfalle allo stomaco.
- Neanche a me.
Rispose, arrossendo. Ville sorrise e l’abbracciò teneramente.
- Allora per farmi perdonare, stasera sei invitata a casa di Ville Valo!
Concluse, fissandola ancora una volta.
- E’ un ordine?
Domandò ridendo Tippi. Ville annuì e l’abbracciò di nuovo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Right here in my arms ***


Ville aprì il portone della torre e fece entrare Tippi. Accese le luci e salirono insieme le scale, quando Ville si ricordò del caos in cui era avvolto il suo appartamento. Impallidì all’improvviso. Non si aspettava di ricevere visite e ovviamente di portare a casa una ragazza!
- Tippi… ti dispiace se ci accomodiamo di sopra? Devo fare prima una cosa.
Disse imbarazzato. Tippi lo guardò senza capire.
- Una sorpresa... Vieni andiamo di sopra.
Aggiunse.
- Sopra? Pensavo fosse l’ultimo piano questo.
Domandò Tippi.
- Oh no, c’è una terrazza. Tu comincia a salire arrivo subito!
Concluse Ville, entrando nel suo appartamento.
 
Sconvolto e preso dal panico fissò per un attimo il caos che ancora regnava lì dentro.
- Stupido, stupido!
Si disse, mentre in fretta e furia ammucchiava ogni cosa per nasconderla nel ripostiglio. Dette una sistemata alla sua camera e alla cucina, buttando nella pattumiera tutte le bottiglie di birra.
Ritornò quindi da Tippi, che si era già sistemata sulla terrazza appoggiata al davanzale.
- Era questa la sorpresa?
Domandò Tippi, indicando la vista mozzafiato che si intravedeva dalla torre. Tutta la città Helsinki era illuminata e da quell’altezza era visibile buona parte di essa.
- Sì. E’ davvero bello!
Rispose Ville, baciandola sulla guancia.
Su un tavolino Ville posò due birre e si sedette su una sedia, mentre si accendeva una sigaretta.
- Ancora non abbiamo parlato di noi due.
Disse rivolta a Tippi, la quale arrossì.
- Tu non mi hai detto cosa ci faceva quel manichino dentro quello scatolone?
- Sono un collezionista…pazzo.
Rispose Ville ridendo.
- E tu non hai risposto alla mia domanda. Mi conoscevi già o è stato il destino a farci incontrare?
- La cosa strana è che quel pomeriggio ho rovistato tra le tue cose ed ho trovato i tuoi cd e un tuo poster… ma davvero, non sapevo chi fossi.
- I miei cd? Li hai ascoltati?
Tippi non rispose, imbarazzata.
- Li hai ascoltati. Allora posso considerarti una mia fan.
Disse Ville annuendo e ridendosela. 
- Non mi prendere in giro! Perché allora mi hai baciata?
Rispose Tippi, arrossendo.
- Tu perché non mi hai respinto? Ma… se potessi lo rifarei di nuovo.
Disse Ville, maliziosamente.
- Ne sei proprio sicuro?
- Oh si!
Ville si avvicinò al suo viso e la baciò. Tippi si lasciò andare al suo bacio e al suo abbraccio. Lo fissò un attimo e vidi i suoi occhi verdi.
Il telefono squillò in quel preciso istante e Tippi sussultò, ma Ville non la lasciò andare.
- Non devi rispondere?
- Saranno i soliti scocciatori… e poi sono impegnato in questo momento.
Rifletté sorridendo.
Ma Tippi si scostò da lui e abbassò lo sguardo. Si sentiva confusa: tutto questo era impossibile! Stava sognando, di certo. Ville Valo non poteva sprecare il suo tempo con una ragazza come lei. Lei non conosceva la musica metal e in particolar modo gli HIM, perché allora il Valo si ostinava a passare del tempo con lei?
- Cosa ti è preso?
Chiese Ville preoccupato. Il telefono terminò di squillare e Ville alzò gli occhi al cielo. Poi abbracciò Tippi, ma lei si allontanò.
- Tippi?
Le prese il mento tra le dita e la fece girare verso di lui. Aveva le lacrime agli occhi.
- Hey, sweetheart…
Disse Ville asciugando le lacrime con un bacio. Ma Tippi non rispose nemmeno quella volta. Allora Ville si accese un’altra sigaretta, ancora più nervoso.
- Sto sognando, vero?
Domandò tremando Tippi. Si era accorta del nervosismo che stava nascendo nello sguardo di Ville e si decise a dire qualcosa.
- Certo che no! Dal primo momento che ti ho vista… da quando sei capitata per caso qui, mi sei subito piaciuta. Sì, pensavo fossi una mia fan, ma il fatto di non sapere chi fossi… mi ha fatto vedere la cosa in un altro modo.
- Ma io… non ascolto nemmeno le tue canzoni, non sono bella e sono una ragazza…
- Normale, ed è così che mi piaci.
- Ma… tu sei Ville Valo!
- Grazie per avermelo ricordato.
Rispose Ville ridendo. Tippi sorrise.
- Sono anch’io una persona normalissima. Magari con strani hobby, come quello di collezionare un manichino… Ma, in queste settimane mi sei mancata tanto e il destino ci ha fatto incontrare di nuovo.
- Vuoi un’altra birra?
Domandò infine Ville. Tippi annuì.
 
Passarono la serata a bere e a scherzare. Chiacchierarono della loro vita, delle loro passioni in comune e della vita amorosa di Ville.
- Vedi, i giornalisti mi stanno alle calcagna ogni volta che torno da un tour. I gossip fanno vendere molto e… io sono il loro guadagno preferito.
- Sì, ho letto i giornali. Dicono che hai trovato un’altra fiamma…
Disse malinconicamente Tippi.
- E non voglio crearti problemi… Ti ho messa in mezzo, senza volerlo. I giornali, poi scrivono tante di quelle scemenze… Ma questo non vuol dire che non potremmo vederci più, anzi… E per qualsiasi cosa puoi sempre contare su di me. Ormai sei diventata la ragazza di Ville Valo!
- Bè se questo vuol dire che sono la tua ragazza…perché non mi fai vedere dove abita Ville Valo?
- Ma hai già visto la mia casa!
- La tua casa non è solo il soggiorno…
 
L'alcool aveva già fatto effetto sia su Tippi che su Ville. Si sentivano così spontanei che non si accorsero delle domande che si ponevano. Se i due fossero stati più sobri si sarebbero sentiti piuttosto imbarazzati. Ville, dal canto suo, si sentiva già stordito, così portò Tippi al piano di sotto.
- Sapessi com’era ridotto il mio appartamento poche ore fa… Comunque questa è la mia stanza.
Disse Ville, voltandosi verso Tippi. Ma la ragazza sfinita e confusa si era distesa sul divano e aveva già chiuso gli occhi. Ville la guardò dolcemente e le accarezzò i capelli. Tippi sorrise beatamente.
- Buonanotte sweetheart.
Le sussurrò infine Ville. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** The kiss of dawn ***


Le prime luci del mattino illuminarono la stanza da letto di Ville Valo.
Per tutta la notte non era riuscito a dormire. Si era seduto ai piedi del divano, dove Tippi dormiva, e l’aveva fissata. L’avrebbe voluta abbracciare, accarezzare e baciare. Quella era l’unica cosa bella che gli era capitata in quel periodo e che doveva proteggere a tutti i costi. Ma la paura di rovinare ogni cosa era grande. E questo non doveva accadere!
In tutti quegli anni Ville aveva avuto tante delusioni ed era stanco di sentirsi deluso o in colpa. Era anche stufo delle solite battute stupide di Mige e degli altri. Questa volta sarebbe stato diverso!
Solo all’alba decise di andare a dormire nella sua stanza. Era stanco e non valeva la pena perdere tutte queste ore di sonno.
 
Si alzò e si diresse in soggiorno. Tippi stava ancora dormendo. Si avvicinò a lei e la sfiorò con le punta delle dita. Tippi si svegliò e la prima cosa che vide furono gli occhi verdi di Ville.
- Buongiorno, tesoro.
Disse Ville, baciandola.
- Giorno…
Farfugliò Tippi, toccandosi leggermente la testa.
- Ti fa male? Ieri hai esagerato un po’ troppo…
- Sì, hai ragione. Ma che ore sono?
- Le 7.00
- Devo andare a lavorare!
Esclamò, sussultando Tippi.
- Oggi è domenica.
Obiettò Ville, rimandandola giù. Tippi si guardò attorno e si rese conto di essere a casa di Ville. Fino a quel momento le era parso tutto un sogno.
- Ma perché sono a casa tua? Pensavo mi avessi accompagnato a casa…
- Avrei voluto farlo, ma dormivi così bene. Sai che sei tanto bella quando dormi!
Tippi lo guardò incerta. Ville capì i suoi pensieri e cominciò a ridere.
- Non preoccuparti! Ho dormito in camera mia. Non penserai certe cose, spero.
- Non so. Sei sempre Ville Valo.
- Non mi permetterei mai sweetheart.
All’ennesima volta che Ville pronunciò la parola ‘sweetheart’, Tippi arrossì.
- Bene, visto che oggi è domenica… Cosa ti andrebbe di fare?
Chiese Ville, sorridendo.
- Ehm… non so… sei tu il padrone di casa. Cosa fai di solito?
- Dormo, scrivo ascolto musica…
- Sì, sì ho capito. Non intendevo questo.
- Hai sbagliato domanda allora.
Sorrise di nuovo e Tippi sentì le farfalle allo stomaco.
- Sì… ehm… cosa fai quando sei in compagnia?
- In compagnia di amici?
Domandò scherzando Ville, mentre il suo sguardo sempre di più malizioso.
- Mi arrendo. Non riesco a formulare nemmeno una domanda decente se il qui presente signor Valo continua a guardarmi in quel modo.
- Ti faccio questo effetto? Hai detto di non essere una mia fan e le mie fan sbavano dietro di me, urlano e piangono appena mi vedono e… soprattutto non dicono mai cose tanto sensate.
- Ho l’impressione che il tuo ego abbia troppo sicurezza in sé…
- Può darsi. Rimango sempre Ville Valo, Sua Maestà Infernale…
Rispose Ville, dandosi delle arie.
Il telefono cominciò a squillare e Ville rispose prima di finire la frase.
- Sì?
- Ville Hermanni Valo?
- Sono io, mi dica.
- La chiamo per conto di una tv finlandese. Abbiamo saputo del ritorno degli HIM a casa e vorremmo averla con noi per un’intervista.
Ville brontolò qualcosa, poi rispose.
- Va bene. Quando?
- La settimana prossima.
- Va bene. Arrivederci.
Concluse, guardando Tippi.
- I soliti giornalisti. Stavolta mi tocca andare.
- Non ti preoccupare.
Il telefono squillò di nuovo.
- Sì?
- Eccoti finalmente!
Disse Mige, il bassista degli HIM.
- Ciao Mige, dimmi!
- Hai saputo dell’intervista?
- Sì, ho finito ora di parlare con quella giornalista.
- Non dimenticare che prima dell’intervista, domani abbiamo un servizio fotografico e dopodomani un’intervista per un giornale.
- Che stai dicendo?
- Hai la settimana impegnata. Perciò mi dispiace per la tua fiamma…
- E tu che ne sai?
- Gas me l’ha detto! E poi devi spiegarmi, perché non mi hai detto nulla? Sono o non sono il tuo amico preferito? Com’è? Bionda? O di nuovo mora?
- Mige, fatti gli affari tuoi! Stavolta è una cosa seria.
Rispose Ville, sorridendo a Tippi.
- Sì, sì, hai detto così pure le altre volte. Quando me la fai conoscere?
- Mige, ci vediamo domani.
- Sì, ho capito. A domani!
 
- Scusami Tippi.
Ville le diede un bacio.
- Sono ricominciati gli impegni?
- Eh già. Questa settimana sono troppo impegnato. Due interviste, un servizio fotografico e… Scusami.
- Non fa nulla. Ho il mio lavoro comunque, sopravvivrò.
- Sei sicura?
- Sì.
Mentì Tippi.
- Io invece so che mi mancherai tanto. Vieni qua.
Concluse abbracciandola.
 
Passarono tutta la giornata a passeggiare per le strade di Helsinki, mano nella mano, assieme alla compagnia di Timo. Ville la portò nel suo bar preferito e nei che posti che frequentava di solito.
Fu il giorno più bello per Tippi. Ancora non credeva di essere la ragazza di Ville Valo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Don't close your heart ***


La settimana passò velocemente e Tippi ritornò al suo lavoro, mentre Ville era impegnato nei servizi fotografici e nelle interviste.
- Allora Ville Valo ha trovato finalmente la sua anima gemella!
Disse un sabato Helmi.
- Così pare.
Tippi sorrise.
- E’ da settimane che sei davvero felice! E dicono anche che Ville sia cambiato molto, da quando ti ha conosciuto.
- Non faccio altro che pensare a lui.
- Ed io sono felice per te! Vi siete sentiti oggi?
- Sì, mi ha chiamato stamattina per il buongiorno.
- Che carino! E’ davvero innamorato! Magari l’avessi io un fidanzato così.
- Stai attenta a quello che dici… comunque mi manca molto.
- Quando vi vedrete?
- Non so. Per ora è impegnato con le interviste. Quella di stasera dovrebbe essere l’ultima.
Rispose Tippi sospirando.
 
Quel pomeriggio, quando Tippi tornò a casa accese distrattamente la tv. Il conduttore di una trasmissione finlandese stava intervistando i cinque membri degli HIM, compreso Ville Valo.
- Sta scrivendo altre canzoni?
Chiese il conduttore, rivolto a Ville.
- Per ora niente di pronto, ma io scrivo in qualsiasi momento.
Rispose Ville. Tippi, sentendo quella voce familiare, si girò di scatto verso lo schermo del televisore. E fissò attentamente il viso di Ville: sorrideva! Aveva ragione Helmi, era felice anche lui! Sembrava però un’altra persona. Aveva assunto l’aria del cantante e non quella della persona normale di cui era abituata Tippi.
- E della sua vita privata cosa ci dice?
Domandò il conduttore, a sua volta. Ville attese qualche attimo per rispondere. Ville odiava quella domanda e Tippi lo sapeva bene.
- Non amo parlare della mia vita privata.
Rispose Ville, prendendo dalla tasca una sigaretta. Il conduttore gli fece segno di no e Ville la posò contrariato.
- Questo vuol dire che è di nuovo da solo?
- Non ho detto questo.
- Allora è felicemente impegnato! Chi è la fortunata? Un’attrice o…
- Preferisco non aggiungere altro.
- Le ultime canzoni sono dedicate alla sua ragazza?
Ville non rispose e il conduttore si sentì in imbarazzo. Per fortuna intervenne Mige.
- Le canzoni degli HIM sono sempre centrate sull’amore, in tutte le sue sfumature.
- E qual è la reazione degli HIM di fronte ai giornali?
Domandò allora il conduttore.
- Credo che alcuni si limitino a scrivere assurdità.
Rispose convinto Ville.
- La sua presunta storia, quindi, è solo un’invenzione per vendere? E’ così?
Ville diventò serio, poi cominciò a ridere per nascondere il nervoso che stava salendo dentro di sé.
- Noi non usiamo questi trucchi per vendere.
Intervenne Mige. Il conduttore annuì e mandò la pubblicità.
Tippi si sentì mancare. Il conduttore stava facendo perdere le staffe a Ville, in qualsiasi modo. Ma la cosa più brutta era negare, in un certo senso, l’evidenza. Perché Ville evitava di rispondere a certe domande? Perché non dire a tutto il mondo che era felicemente impegnato?
Tippi in quelle settimane si era sentita esclusa dalla vita di Ville per via del suo lavoro. Forse il destino non esisteva e lei si era ritrovata tra le braccia di Ville, solo per uno scopo del cantante. Il fatto è che era gelosa e non tollerava più quella lontananza. Cos’era lei per Ville Valo? Una delle tante ragazze che aveva avuto?
 
Quella sera Ville la chiamò e la invitò a casa sua. Tippi accettò pur essendo nervosa, ma aveva voglia di vederlo e in più voleva chiarire quell’assurda situazione che si era andata a creare.
- Tippi, come stai?
Chiese Ville, appena la vide arrivare. Le diede un bacio, ma lei si limitò a sorridere.
- Come è andata l’intervista?
Domandò invece Tippi.
- Uh, bene… l’hai vista?
- Sì. Quel conduttore aveva voglia di scherzare con voi, eh?
- Già. Per fortuna è intervenuto Mige. Ecco perché odio i giornali! Ma adesso non ci pensiamo, questa sera voglio stare con te e non pensare ad altro.
Concluse abbracciandola.
 
Per tutta la serata Tippi cercò di comportarsi il più normale possibile, abbracciando Ville e lasciandosi andare ai suoi baci. Ma quel pensiero fisso le ricordava in ogni istante le sue insicurezze e i suoi dubbi.
- Perché alla fine, ti sei limitato a ridere?
Domandò, alla fine della serata, Tippi.
- Di che parli?
- Dell’intervista di oggi.
- Ero nervoso, quel giornalista continuava a fare domande sullo stesso punto e… non sapevo più che dire.
Si giustificò Ville, alzando le spalle.
- Non sapevi che dire? Bè, stai con me oppure non è vero?
- Che stai dicendo? Certo che sto con te!
- Perché allora non l’hai detto?
- Per evitarti problemi… Lo sai come sono i giornalisti, si appostano sotto casa tua, ti pedinano, ti scattano foto e scrivono ciò che vogliono loro e non la verità.
- Sono solo scuse, Ville.
- Tippi, perché dici questo?
- Perché è tutta una farsa, dillo Ville! Tu vuoi solo vendere di più!
- Hai frainteso le mie parole e quelle di Mige! Non ho detto questo, è stato quel giornalista a farlo intendere…
Ville alzò il tono di voce; era nervoso.
- Scusami, ma non voglio litigare con te.
Disse dispiaciuta Tippi.
- Lo stiamo già facendo e per uno stupido motivo!
- Non è uno stupido motivo! E’ una questione importante!
- Tu per me sei importante…
- Non abbastanza! 
Disse Tippi alzandosi.
- Che stai facendo?
Si alzò anche Ville, senza capire il comportamento della ragazza.
- Vado via…
Rispose lei con le lacrime agli occhi.
- Perché? Tippi aspetta!
Tippi non rispose e scese le scale della torre.
- Tippi! Non scappare via! Sei tutta la mia vita!
Ma Tippi fuggì nella notte. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Lose you tonight ***


Tippi era andata via. Ville si sentì tremendamente in colpa per averla persa, per aver litigato con lei, per il suo ego e per quella stupida intervista.
Aveva ragione lei! Avrebbe dovuto dire la verità e non fare finta di niente… ma per la prima volta si era sentito una persona nuova e non voleva perdere Tippi, come invece era successo con tutte le altre ragazze che aveva avuto.
Loro sì che l’avevano tradito in un modo o nell’altro! Fingevano di volergli bene, di amarlo solo per la sua fama e i suoi soldi. Ma con Tippi era tutto diverso: lei teneva alla propria relazione, lei lo amava veramente…
Avrebbe dovuto rifiutare quell’intervista, come aveva fatto il più delle volte!
 
Vide Tippi allontanarsi tra le strade deserte e buie di Helsinki. Il suo istinto l’avrebbe seguita fino a casa, per spiegarle la situazione… ma che senso aveva ormai? Lei era scappata e non voleva parlare con lui, almeno non in quel momento. Forse l’indomani Tippi avrebbe cambiato idea e…
Come faceva ad aspettare?? Ville voleva chiarire subito, la paura di perderla per sempre era troppo forte…
 
Provò allora a chiamarla al cellulare, ma Tippi non rispose. Aveva tutte le ragioni del mondo per non voler rispondere, ma Ville voleva parlarle!
Doveva dargli almeno una possibilità, solo una…
Perché il destino doveva essere così crudele con lui? Ora che aveva trovato la persona giusta, tutto doveva andare a rotoli?
 
Riprovò ancora e ancora, per tutta la notte, senza successo. Una lacrima solcò il suo viso e pianse disperatamente, fino a quando i suoi occhi divennero rossi.
Allora cominciò a bere e a fumare per il nervoso. Non poteva finire così!
Si accoccolò sul pavimento freddo e ricominciò a piangere. Urlò dentro di sé, ma la paura di perderla non svanì.
Era stato uno stupido! Ma il suo ego era ancora forte… Non aveva mai provato dei sentimenti così forti per qualcuno. E solo in quel momento si accorse della sua imprudenza… ma voleva proteggere Tippi! Se avesse detto tutto i giornalisti non avrebbero esitato a perseguitarli e così l’avrebbe persa lo stesso…
Affranto passò la notte a piangere tra le lenzuola, disperandosi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Shatter me with hope ***


Tippi si pentì subito di essere scappata via. Sarebbe voluta ritornare indietro, ma la notte era già calata su Helsinki e la sua rabbia era ancora forte.
Si sentiva abbandonata, esclusa dalla vita di Ville e presa in giro. Ma non aveva nemmeno dato modo a Ville di spiegarsi. Era fuggita, presa da un impulso.
Per quelle settimane le era mancato così tanto ed ora avevano litigato per quella dannata intervista.
L’aveva illusa! Ville Valo era e rimaneva un cantante, un personaggio famoso di Helsinki e di tutto il mondo. Si era illusa che Ville Valo potesse essere una persona normale… Il suo ego era più forte di lui, che riusciva a trasformarlo di fronte alla vita sfarzosa e lussuosa del mondo dello spettacolo.
Passò la notte ad ascoltare l’unica voce che riusciva a tranquillizzarla: quella di Ville. Perché nonostante in quel momento non volesse più vederlo, lei si sentiva tranquilla ascoltando le sue canzoni e immaginando qualcosa che non c’era. Sì, la sua vita insieme a Ville!
 
Le lacrime cominciarono a sgorgare e si sentì presa dal panico. La voce di Ville la circondò…
Su una cosa lei e Ville erano d’accordo: l’amore non era altro che il funerale dei cuori, sì. Un’arma che uccide e separa. L’amore era un sentimento di possesso verso l’altro, non esisteva la protezione; era solo egoismo e crudeltà.
L’amore perfetto, quello elogiato dai film, non esisteva. Era solo un’utopia, per vivere un angolo di paradiso inesistente.
 
Immersa tra le canzoni degli HIM, si accorse delle chiamate perse da parte di Ville. Non aveva voglia di rispondergli, cosa gli avrebbe dovuto dire?
Era ancora arrabbiata e aveva solo voglia di essere lasciata in pace per un po’ e piangere…
 
Cosa sarebbe successo ora? Lui avrebbe ripreso la sua vita, tra musica e interviste. Ne era sicura! Ville Valo era fatto così, avevano litigato e allora? Chissà quante volte aveva giù litigato con le precedenti ragazze… Tutti gli uomini erano gli stessi, presi dal loro ego e basta!
 
L’amarezza non svanì per tutta la notte e Tippi si addormentò sfinita verso l’alba. Che importanza aveva? Non sarebbe andata al lavoro, ormai aveva perso tutto…
L’apatia prese il sopravvento e si richiuse in casa per giorni, piangendo e ascoltando la sola voce di Ville. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** In love and lonely ***


Ville rimase sveglio per giorni. Non riusciva a prender sonno e passava ogni secondo a disperarsi. Continuava a chiamarla, ma lei non rispose a nessuna chiamata.
Aspettava un suo ritorno, un suo messaggio, un suo segno… ma nulla di tutto ciò avvenne.
Mige e gli altri cominciarono a preoccuparsi davvero per Ville e lo convinsero a uscire con loro per svagarsi un po’ e per dimenticare Tippi.
Ville uscì con loro per un paio di sere, tornando a casa ubriaco fradicio. Ma i suoi sentimenti per la ragazza non cambiarono: voleva rivederla!
- Ville, lascia perdere… non ti merita.
Disse una sera Mige al cantante.
- E tu cosa ne sai?
Gli rispose Ville, afflitto.
- Ti avrà già dimenticato… e ha preso la decisione giusta.
- La decisione giusta? Io non voglio dimenticarla!
- Ma ci sono tante ragazze che vorrebbero essere al posto di quella… non sai quante! Tu sei Ville Valo, il cantante degli…
- Non aggiungere altro! Non hai passato tutto quello che ho passato io in questi anni… cosa nei sai tu dell’amore vero? A me non me ne frega nulla di tutte le fan che mi girano attorno!
- Ma il nostro successo è dovuto anche a loro, non puoi buttare la tua carriera per una stupida ragazza che nemmeno sa chi siamo.
- Non chiamarla stupida!
Rispose Ville, andando via.
- E adesso dove vai?
- Non sono affari tuoi!
Ville uscì, vagabondando per le strade di Helsinki.
 
Erano passati troppi giorni e non poteva sprecare ancora altro tempo. Doveva andare da Tippi!
Si diresse alla soffitta e aspettò qualche minuto prima di entrare. Doveva chiederle scusa, doveva dirle che l’amava, che senza di lei lui non era nulla!
Prima di bussare, sentì una musica provenire dalla stanza di Tippi: riconobbe quella melodia a lui molto familiare; era In Joy and Sorrow!
Ebbe un sussulto e si sentì in colpa, cominciò a piangere. Le asciugò frettolosamente e bussò. Tippi non rispose.
- Tippi! Sono io, Ville! Apri, ti prego!
Gridò Ville, bussando più forte.
 
Tippi si destò e sussultò nel buio più assoluto. Era Ville! Da giorni non l’aveva più visto e non aveva parlato con lui. Rimase immobile ad aspettare.
Ville continuò a bussare, ma Tippi non si decise ad aprire. Scivolò allora fino al pavimento e rimase lì, a singhiozzare.
- Tippi!
Gridò, piangendo.
Tippi si accorse dei suoi singhiozzi e cominciò anche lei a piangere. Ville non meritava di piangere per lei. E nemmeno lei; era stanca di quella situazione così andò ad aprire.
Ville si scostò all’improvviso e la guardò ad occhi sgranati. Le lacrime gli avevano rigato il viso, che avevano assunto un colorito roseo. Tippi lo fissò imbarazzata.
- Tippi…
Disse Ville e l’abbracciò. Tippi cercò le sue labbra e Ville la baciò.
- Tippi… sei tutta la mia vita…
Aggiunse accarezzandola.
- Mi sei mancato così tanto… scusami, avrei dovuto rispondere alle tue chiamate…
Cominciò a giustificarsi, Tippi vedendolo ridotto in quello stato. Ville le fece segno di zittirsi e l’abbracciò.
- E’ stata tutta colpa mia… Adesso che ti ho ritrovato, non ti lascerò più!
- Nemmeno io, Ville…
- Vieni, andiamo a casa mia…
Concluse Ville richiudendo alle loro spalle la porta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** In Joy and Sorrow ***


- Tippi, innanzitutto devo chiederti scusa per come mi sono comportato. Sono stato uno stupido, lo so. Avrei dovuto dirti che tu per me eri e sei importante…
Ville iniziò il discorso, che in quelle ultime ore si era preparato per riconquistare la fiducia di Tippi.
Tippi lo ascoltava sorridendo, seduta davanti a lui, sul divano dove avevano parlato per la prima volta.
- Da quando ti ho conosciuto, hai lasciato una traccia indelebile nel mio cuore. Prima non facevo altro che passare i giorni in solitudine, tra le mie bottiglie di birra e il fumo delle mie sigarette. La musica era l’unica compagnia che avevo e dove potevo essere me stesso sfogando tutta la mia rabbia. Con te ho scoperto veramente cosa vuol dire amare!
Ville fece una pausa e guardò dolcemente Tippi, per poi darle un bacio.
- Mi dispiace averti fatto soffrire… non era mia intenzione. Ho aspettato in un tuo ritorno, ma…
- Pensavo non mi volessi più vedere… avevi i tuoi impegni e…
- Da quando sei scappata non ho avuto impegni… mi sono rinchiuso in casa, a bere e a… piangere.
Ville abbassò lo sguardo, dispiaciuto.
- Mi dispiace. Ti ho fatto del male.
- Ma adesso non ci pensare. Adesso sei qua, con me. Tippi, io e te siamo due anime gemelle. Abbiamo vagato per tutto questo tempo alla ricerca della nostra metà. Siamo ancora giovani, persi in questo mondo crudele che ci sta uccidendo e così spaventati del futuro. Ma ti prometto che d’ora in poi resterò al tuo fianco, qualunque cosa succeda; nella gioia e nel dolore.
- Nella gioia e nel dolore; per sempre?
- Per sempre. Tippi…
Ville si alzò dal divano, di fronte a Tippi e si inginocchiò.
- Tippi, vuoi sposarmi?
Le chiese prendendo la sua mano. Tippi sorrise, mentre le lacrime cominciarono a scendere.
- Sì, Ville!
Rispose, abbracciandolo.
- Ville Valo, ti amo!
Aggiunse, baciandolo.
- Ti amo anche io, sweetheart!
 
In joy and sorrow my home’s in your arms

The End

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2211098