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di _jobroslovato_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio Londra. ***
Capitolo 2: *** Via da Boston. ***
Capitolo 3: *** Glifford ***
Capitolo 4: *** Fisrt Date. ***
Capitolo 5: *** Why me?! ***
Capitolo 6: *** We are infinite. ***
Capitolo 7: *** My Life. ***
Capitolo 8: *** Goodbye old Boris. ***
Capitolo 9: *** Welcome to Boston. ***
Capitolo 10: *** Now and forever. ***
Capitolo 11: *** Together we can. ***



Capitolo 1
*** Addio Londra. ***


Erano le 11 in punto quando mi svegliai. Primo Lunedí della mia prima settimana di vacanza.
L'anno scolastico era finalmente finito e adesso mi aspettava solo l'estate.
Tutto sommato l'anno era andato bene. Avevo recuperato le insufficienze in tempo ed ero sicura di essere stata ammessa senza debiti.
Ne ero sicura fino a quando non andai a vedere i quadri.
Una volta arrivata a scuola di corsa e incuriosita, notai un cerchio di persone che riconobbi subito. Erano i miei compagni di classe. Così mi avvicinai e guardai i risultati.
Scivolai con l'indice sulla lista dei nomi della mia classe fino a quando non arrivai al mio. Nicole Edwins sospensione del giudizio. SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO? Scherziamo?
 
Io e mia madre salimmo in auto. Io arrabbiata con la voglia di dare fuoco alla scuola, mia mamma furiosa con la voglia di dare fuoco a me.
-Nicole, che significa questo?? -disse mamma.
-Senti non lo so okay? Mi sono fatta un sedere cosí per recuperare tutto in tempo e cosa fanno? Mi sospendono il giudizio e mi rovinano l'estate. Maledizione. Chissà chi è quella stronza della prof. - risposi.
Per tutto il tragitto rimasi in silenzio, tanto sapevo già che la storia non si sarebbe chiusa li. Nel frattempo  il cervello mi frullava. Non facevo altro che pensare alla prof che mi aveva potuto fare questo e le tiravo tutte in ballo, cercando ancora di spiegarmi il perchè di quanto accaduto.
Scesi dall'auto con velocitá, mamma aprì la porta di casa e io salì dritto in camera mia sbattendo la porta dietro di me mentre mamma mi diceva: "sai bene che dovrai raccontare tutto a papà una volta tornato dal lavoro?!".
-si. - risposi io sotto voce pur sapendo che non lo aveva sentito.
 
Arrivò ora di cena ed io imbronciata e silenziosa mangiavo la mia fettina di carne.
-Allora? Sei andata a vedere i risultati a scuola? - disse papà.
- Voleva parlarti proprio di questo, vero Nicole?_ disse mamma.
- bhe si. Purtroppo... ho lasciato qualche materia. – Risposi impaurita.
- cosa? Qualche materia? Come sarebbe a dire? Non eri quella che qualche settimana fa mi disse "sta tranquillo papà ho recuperato tutto."?? Credi di potermi prendere in giro? Ti sei rovinata l'estate e di certo non la rovinerai a noi.
- papà lo so..è stata una sorpresa anche per me non credevo..
- senti, chiudiamola qui ok? Quel che è fatto è fatto ormai. - mi interruppe lui.
Mia madre intanto seguiva la nostra conversazione in silenzio mentre gustava il suo contorno di spinaci, poi si rivolse a mio padre e gli disse:
- Luke cosa abbiamo intenzione di fare? -
- è semplice!! - rispose lui- Le sue vacanze saranno annullate. Niente Londra. Noi invece andremo In Germania come organizzato. -
- ma papà..scherzi? Sogno Londra da una vita e adesso che potevo finalmente andarci mi annulli il viaggio?! Per favore papà...recupererò le materie...dopo Londra mi metto sotto a studiare. Niente feste niente uscite. Niente. Solo studio.- rimbattèi io.
- Nicole, la decisione è stata presa ormai...domani annullerò il viaggio punto. Non voglio discuterne più. - concluse lui alzandosi dalla sedia con in mano il piatto che mise dentro la lavastoviglie.
Una volta finita la discussione salii in camera mia, senza parole per quanto accaduto.
Mi sdraiai sul letto e poco dopo accanto a me squilla il cellulare. Non guardo neanche il nome che subito rispondo con voce abbattuta:
-si? Pronto?
- ei ei Nicooo hai preparato le valigie??? Dai che fra pochi giorni si parteeee. Oddio non riesco ancora a crederci. È il nostro sogno da quando abbiamo 10 anni. Sarà un'estate fantastica.- rispose Cris.
- Cris. Senti..non vengo più a Londra.- le dissi io.
- Ma che dici Nico. Dai che manca poco, non scherzare.- disse lei.
- È la verità. Domani mio padre annullerà il viaggio. È finito il divertimento.- le dissi.
- ehy frena cosa stai dicendo? E il college estivo? E le lezioni di inglese e tutte quelle cose? Andiamo Nicole...che è successo? - mi chiese
- senti..ne parliamo domani non sono dell'umore giusto. Ciao. - riattaccai e mi addormentai presa dalla rabbia.
L'indomani mi svegliai presto e mi accorsi di aver dormito con i vestiti della scorsa notte, così entrai in bagno mi lavai, mi preparai ed inviai un messaggio a Cris: 'fra 5 minuti da Pepe'.
Pepe è una gelateria famosa qui a Boston io e Cris ci andiamo sempre.
Arrivata da Pepe vidi da lontano Cris, la salutai e ci sedemmo su un muretto lì vicino dopo aver ordinato due frappè al cioccolato, i nostri preferiti.
-Allora?- mi chiese Cris.
- Allora non vengo perchè...perchè qualche prof stronza mi ha sospeso il giudizio. -
- cosa?? No aspetta. Cosa? - urlò.
- hai capito bene. E poi, conosci mio padre, dopo averlo saputo ne ha fatto un dramma e cosi mi sono giocata Londra.- risposi.
- ma non è possibile. Hai tempo per recuperare la materia. Intanto vieni con me. Ti prego. Non mi puoi lasciare da sola.- disse Cris piagnucolante.
- Sai bene che non dipende da me..non c'è più niente da fare..mio padre avrà già annullato tutto.- risposi con gli occhi rivolti verso il basso.
- Accidenti- disse lei con una espressione dispiaciuta.
- oggi vado a vedere chi è stato a farmi questo. Vieni con me?- dissi a Cris.
- volentieri- rispose- non vedo l'ora.

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Capitolo 2
*** Via da Boston. ***


Nel pomeriggio come d'accordo andai con mamma a prendere Cris e poi dritto a scuola a firmare delle stupide carte e scoprire l'artefice di tutto questo.
 
- non ci credo. Ti rendi conto Cris??- dissi io con il foglio in mano- quel farabutto del prof di scienze. Lui. Sono senza parole.- misi via il foglietto e salii in macchina.
-te lo dovevi aspettare. Sappiamo come è fatto il prof Glifford.- rispose Cris.
Mamma rimase in silenzio, convinta del fatto che la colpa era solo la mia.
Una volta arrivata a casa, io e Cris ci chiudemmo in camera mia a discutere sulla materia, su quanto fosse stato stronzo il prof e lo prendemmo anche in giro per alcune gaffe fatte da lui, poi Cris cambiò discorso.
-Nico, sei la mia migliore amica lo sai, vorrei poterti restare accanto questa estate ma...
-Cris lascia stare. Non devi rovinarti la tua vacanza per me. Vai e divertiti anche per me. - la interruppi.
- Grazie Nico. Ti voglio tanto bene. - disse Cris
- Anche io te ne voglio.- risposi.
Cris era in punto di andarsene quando le dissi al volo: fai tante foto e non combinare guai. Al ritorno ti voglio sana e forte perchè dovrai raccontarmi tutto.- le accennai un sorriso e lei ricambio con un bacio al volo.
Mentre dentro di me avevo una grande angoscia.
 
Notai dalla finestra di camera mia, mamma che mi faceva cenno di scendere da lei in giardino.
Una volta arrivata da lei ci sedemmo su una sdraio.
- sai bene che io e tuo padre andiamo in Germania e che tu rimarrai qui. Bhe, non puoi certo stare da sola!! Così io e tuo padre abbiamo deciso di lasciarti da nonna Kate- disse mamma.
'Woow che bello!' Pensai in modo sarcastico.
-mi ha detto che ti ha già trovato un passa-tempo ideale per te che ti piacciono gli animali. Farai volontariato con la sua amica Jenny e aiuterai tanti animali.- mi disse.
Almeno qualcosa di positivo, pensai.
-Partirai domani sera, sai che è un paesino qui vicino. Non durerà molto il viaggio. Adesso Vai, tesoro. Sali a fare i bagagli- disse dolcemente mamma.
La sera stessa chiamai Cris per avvisarla che sarei partita l'indomani sera e che quindi avrei voluto salutarla prima, così le diedi appuntamento a casa mia nel pomeriggio successivo.
Arrivata l'ora di partire salutai mamma e papà dopo aver ascoltato le loro mille raccomandazioni e presi un taxi che in circa 4 ore mi portò da nonna kate.
-nonnaaa. - le andai incontro sorridendo e abbracciandola.
- sono felice di rivederti tesoro. Sei diventata una bella ragazza- disse lei dolcemente.
-grazie nonna.- le dissi.
Dopo aver parlato del più e del meno, e anche del motivo per cui mi trovavo lì, troncai il discorso dicendo:
-Bhe adesso vado a letto..da domani inizia il mio volontariato giusto?- le chiesi
- esatto-mi rispose- domani ti farò conoscere la mia amica Jenny che se ne occupa. Adesso vai a dormire.- mi diete un bacio in fronte e andai a letto.
 
7 in punto. Il gallo non aveva niente di meglio da fare che svegliarmi così presto. Iniziamo bene, pensai.
-Su su Nicole. Alle 8 ci aspetta Jenny- disse nonna.
-Dio!-esclamai- così presto!?
Scattai dal letto, mi preparai e, ancora un po’ assonnata, uscii fuori casa con nonna e ci recammo in un vecchio casolare.
Era un canile, ma diciamo che all'interno e all'esterno c'erano tutti i tipi di animali. Il mio compito era quello di pulire le gabbie dei cani e anche di alcuni gatti e dare loro da mangiare. All'esterno del casolare c'erano dei cavalli e dovevo dare anche a loro del cibo. Ogni tanto mi era concesso di fare qualche giro con Jenny per il paese per prendere tutti gli animali abbandonati.
Diciamo che pulire e fare la cameriera degli animali, non era quello che mi aspettavo.
Iniziò il mio primo giorno di volontariato.
Qualche ora dopo notai un ragazzo avvicinarsi.
-Buongiorno. La responsabile non c'è, se vuole può iniziare a vedere qualche cane o gatto che le piace e scegliere quale prendere mentre aspettiamo l'arrivo della Signora Jenny.- gli dissi.
Notai una cosa strana in lui, soprattutto nel suo viso, notai che mi rise in faccia.
- cosa c'è? So che non sono di buona accoglienza con questo aspetto ma sto aiutando a pulire.- dissi,mentre pensavo che il suo aspetto non era poi tanto meglio del mio.
-Non so chi tu sia ma io sono quello che aiuta Jenny a pulire le gabbie.-disse lui con un sorrisetto.
-Come sarebbe a dire? Jenny è amica di mia nonna e ha acconsentito di farmi lavorare qui. Come faccio a sapere io se lei non è un lurido manipolatore?!- dissi decisa.
-ei ei non ho mica intenzione di ucciderti.-disse ridendo- Jenny mi ha detto che presto saresti arrivata, volevo solo metterti alla prova. -disse serenamente.
- Nicole. Giusto? Nicole Edwins. Sei tu..la nipote di kate!?- domandò
-si sono io. E lei come fa a conoscere mia nonna!?- chiesi
- innanzitutto puoi darmi del tu..sarò più grande di te solo di qualche anno. E poi qui in paese ci conosciamo tutti.- disse.
Lo guardai attentamente e c'era ancora qualcosa che non andava.
-aah comunque io sono Nicholas Miller. Chiamami pure Nick. Piacere. - mi porse la sua mano.
- piacere. - dissi stringendogliela.
- bhe io allora inizio a pulire i cavalli. Si ci vede in giro,Nicole.-disse con un sorriso.
Questo Nick non mi convinceva abbastanza.

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Capitolo 3
*** Glifford ***


Era ora di cena e parlai alla nonna del mio primo giorno e le accennai anche l'accaduto con Nick.
-è un bravo ragazzo. Ha concluso il liceo quest'anno con il massimo dei voti. Aiuta sua zia con il canile. È sempre gentile e disponibile.- disse la nonna.
La guardai perplessa e poi aggiunsi -Jenny è la zia di Nicholas?? Sul serio?
 Lei annui.
Vorrà dire che dovrò farmi l'abitudine ad avercelo intorno,pensai.
Quella mattina il gallo non cantò ma fu comunque la sveglia a tirarmi giù dal letto, stavolta alle 8.30 del mattino.
Una volta pronta mi recai al canile.
Mi misi subito al lavoro e lo stesso fece Nick. Ci dividevamo i lavori, avvolte io lavavo le gabbie e lui spazzolava i cavalli e avvolte  io spazzolavo i cani e lui puliva le gabbie delle galline.
 
Erano le cinque del pomeriggio ero stanchissima e sporca, cosi mi sedetti ad osservare un cane abbattuto che sembrava stesse per morire.
Nick si avvicinò e mi disse: -è un cane anziano. Si chiama Boris. Temo che nessuno lo prenderà più e che morirà qui.-
-che tenerezza che mi fa..pensi che trovargli un padrone possa farlo stare meglio?- gli chiesi interessata.
- non credo..ha i suoi anni ormai, ma sono certo che con un padrone affianco sarebbe più attivo.- disse
-bhe? Che ci fai ancora qui? Sono le cinque puoi andare a casa- disse porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
-non ho ancora finito il mio lavoro- dissi, aggrappandomi alla sua grossa mano  – grazie – dissi.
-sta tranquilla. So che zia Jenny avrebbe fatto lo stesso, và a casa, qui finisco io- disse accennando un sorriso.
-bhe..allora grazie..sono un po’ stanca oggi. Ti devo un favore- dissi sorridendo. -grazie Nick -.
È davvero gentile come diceva nonna,pensai.
 
Passarono i giorni e dopo una settimana di volontariato iniziai a studiare. Decisi di studiare la mattina e di fare volontariato il pomeriggio. All'inizio mi venne un po’ faticoso ma poi ci presi la mano.
Iniziai a stringere amicizia sempre di più con Nicholas che presto si rivelò una persona carina e gentile. Scherzavamo sempre insieme e spesso ci comportavamo come se ci conoscemmo da una vita. Mi sentivo al mio agio quando ero con lui.
Sentii spesso i miei genitori che dicevano di divertirsi molto in Germania e anche se all'inizio mi rodeva un po’ che loro fossero partiti e io no, adesso mi pesava molto meno.
Sentii anche Cris molto spesso. Mi disse che si stava divertendo tantissimo, che ha conosciuto nuove persone e nuovi ragazzi inglesi e che sono molto diversi dagli americani.
All'inizio volevo davvero andare a Londra con Cris, ma adesso sto imparando a scordare la vacanza e a dedicarmi allo studio, non voglio assolutamente perdere l'anno per scienze ne tantomeno per Glifford. Dovevo assolutamente passare al quarto anno.
 
Erano le 19.30. Avevo finito il mio orario di volontariato e dopo aver salutato Nick mi incamminai per tornare a casa. Il canile non era tanto lontano dalla casa di nonna e poi due passi non mi avrebbero fatto male.
Camminavo serenamente, quasi felice e spensierata quando d'un tratto mi bloccai di colpo.
Non riuscivo a credere a ciò che vedevo, tanto che chiusi spesso gli occhi per alcuni instanti. Era Glifford. Ma che ci faceva lì? Mi chiesi.
-oh ma guarda chi si vede. La Edwins. Buonasera. Che ci fa da queste parti? - chiese in modo amichevole Glifford.
-Buonasera Signor Glifford. Non pensavo di poterla incontrare da queste parti. In un posto lontano da scuola e da Boston intendo.- risposi fredda.
-Esatto sono in famiglia qui. E lei? Ha visto i risultati? Sono davvero dispiaciuto.- disse con tono serio lui.
-Mai quanto me. Si ci vede a settembre Signor Grifford.- risposi con tono disgustato.
- aspetti. Signorina Edwins dove va? Mi permetta di spiegare il motivo che mi ha spinto a prendere una tale decisione.- disse lui.
Lo guardai dritto in faccia con le mani conserte in attesa della sua stupida teoria da tihorovinatolestate.
-Sappiamo entrambi che lei aveva recuperato tutte le insufficienze in tempo, ma vede...considerando il compito scritto la media è scesa di molto cosi sono stato costretto a sospenderle il giudizio.- disse deciso.
Rimasi in silenzio per un po’ e poi risposi:- parlarne non risolverà nulla. Studierò sodo questa estate e recupererò l'insufficienza. Arrivederci.- dissi innervosita pensando dentro di me 'spero di non rivederti più, lurido stronzo'.
Lui senza rispondere mi lasciò andare.

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Capitolo 4
*** Fisrt Date. ***


Una volta tornata a casa cenai e mi misi a letto e parlai ore al telefono con Cris, nonostante il fuso orario.
–Bhe come ti va “la bella vacanza forzata?”- mi chiese Cris.
-Sinceramente pensavo peggio, invece va bene, dai. Ho conosciuto un nuovo ragazzo che lavora con me, si chiama Nicholas. Sembra simpatico ma sto cercando di concentrarmi solo su scienze quindi non perdo tempo con niente e nessuno.- le dissi decisa- e non sai chi ho incontrato oggi. Qui in questo paese.
-Chi hai incontrato? Spara. – disse lei curiosa
-Grifford.– risposi con voce abbattuta.
- Dio. Quell’uomo non ha intenzione di sparire dalla tua vista- disse accennando una risata.
Nel frattempo sentivo di sottofondo delle urla e delle risatine così decisi di lasciare Cris al suo divertimento. Le diedi la buonanotte, andai dalla nonna feci lo stesso con lei e poi mi misi a dormire.
Sabato mattina. Lavoravo solo la mattina così studiavo il pomeriggio.
-Buongiorno ragazza- disse Nicholas sorridendo.
-Ciao Nick- risposi con un sorriso
-Oggi è sabato. Sei felice?? Stasera puoi uscire e far tardi e l’indomani niente canile.- disse felice.
-Si lo so. Per me purtroppo sarà un giorno normale.-risposi angosciata.
-Ti sbagli. Stasera tu uscirai con me. Sono qui apposta per trasformare i tuoi giorni brutti in giorni fantastici- disse ridendo.
-Divertente. Temo però che questo non potrà funzionare con me oggi- risposi seria.
-Ei che succede? È sabato devi divertirti. Non puoi di certo stare chiusa in casa- disse Nick.
-Mi tocca. Ei non sono un tipo che sta a casa il sabato sera, sia chiaro. DEVO studiare quindi, è giusto così.- risposi.
-Dai. Per un sabato non cade mica il mondo. Hai tempo per studiare. Così mi racconti anche come mai una brava ragazza come te studia d’estate. Ti passo a prendere alle 20.30.- disse deciso
-Ei non posso te l’ho già detto. Ho molto da studiare- risposi
-Mi devi un favore, me lo avevi promesso- disse sorridendo mentre usciva dalla porta.
Accennai un sorriso e riflettendoci su, non potevo perdermi questo appuntamento.
-perché è un appuntamento,no?- domandai io curiosa sperando di essere sentita.
uscii fuori dalla porta e trovai lui già dentro l’auto in punto di tornare a casa e annuì dicendo:
-Certo. Non puoi mica perderti il giro panoramico della città con una guida specializzata come me- sorrise, mise a modo e partì.
Erano le 20.00 ed io ero già pronta e ansiosa di quello che mi aspettava.
Così nel frattempo chiamai Cris e l’avvisai che stavo uscendo al mio primo appuntamento in quel
paesino. Ero davvero felice e in più ero curiosa di scoprire come fosse il carattere di Nicholas veramente.
-Wow!- esclamò Nick- sei bellissima.
-Aw grazie, anche tu non sei male- risposi,dopo averlo salutato con un bacio sulla guancia.
Passeggiamo nel centro del paesino che era pieno di ragazzi e anziani, c’era in corso la festa dell’anno e io non ne sapevo nulla.
-Tutti vengono qui in centro ogni anno per la festa a divertirsi. Non c’è molto qui, però quando ci sono queste piccole feste noi cogliamo l’occasione.- spiegò lui.
Dopo avermi dato tante indicazioni e avermi spiegato ogni monumento storico, strade e vie di quel paese, decidemmo di sederci su delle panchine vicino ad un piccolo parco pubblico.
-Allora? Ti stai divertendo? Il mio lavoro da guida turistica si è concluso qui. Adesso tocca a noi. Raccontami di te..sono curioso- disse dolcemente.
-bhe..non c’è molto da dire, vengo da Boston. In questo momento dovrei essere a Londra a divertirmi con i miei amici, a studiare l’inglese e tante belle cose, invece sono qui, in un paesino vicino Boston, a sorseggiare un frappè con accanto un volontario conosciuto al canile.-dissi con un mezzo sorriso finto.
-Che cosa vorresti dirmi scusa? Che il “volontario conosciuto al canile” non è di tuo gradimento?- disse scherzando.
-Forse la cosa migliore che ci sia in questo posto.-dissi sottovoce.
Chissà se mi aveva sentito.
-E come mai ti ritrovi qui invece che a Londra e per di più a studiare??- chiese.
Da li gli raccontai tutta la storia e continuammo a parlare per ore non più solo di scuola ma anche di noi, di lui, della sua vita.
E’ venuto in questo paese insieme al padre, sono venuti per stare vicini ai loro parenti dopo la grande perdita che hanno avuto. E’ morta Stephany, la sorella della signora Jenny nonché zia di Nick e sorella di suo padre. Così è venuto qui rinunciando al suo viaggio di maturità che farà probabilmente la prossima estate.
-Ci siamo messi a parlare a lungo e non ci siamo nemmeno accorti dell’ora. Forse è meglio che vada, nonna si preoccuperà.- dissi un po’ dispiaciuta.
-Sta tranquilla ti accompagno subito, non siamo molto distanti da casa.-disse tranquillizzandomi.
Ci alzammo dalle panchine e ci incamminammo verso l’auto.
-Spero ti sia piaciuta questa serata un po’ diversa.- chiese incuriosito.
-Certo che mi è piaciuta. Sei stato fantastico. Grazie di tutto.- gli diedi un bacio sulla guancia, ma improvvisamente ci fu come un’attrazione fra di noi, poco dopo le nostre labbra si attaccarono come due calamine.
Ci staccammo poco dopo, salimmo in macchina e mi accompagnò a casa. Prima di scendere dall’auto gli diedi un altro bacio e sorridente e soddisfatta scesi dall’auto.
Rientrai in casa, feci una doccia veloce e poi a letto. Decisi di chiamare Cris e raccontargli della splendida serata.

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Capitolo 5
*** Why me?! ***


Domenica. Dovevo assolutamente recuperare lo studio di ieri sera, così mi misi sotto fino alla tarda sera. Dopo di che iniziai a messaggiare e sentire via telefono Nick. Parlammo del più e del meno, di quanto ci fossimo divertiti la sera precedente, ma non parlammo affatto di noi due, cioè di cosa eravamo diventati ieri sera dopo quel bacio.
Avrei tanto voluto vederlo ma era tornato a Boston per prendere il suo diploma.
-Sai com’è?! Avere un padre professore ha i suoi pro e i suoi contro. Ha deciso di partire oggi. Lui è troppo pignolo così siamo partiti pochi minuti fa per arrivare puntuali a Boston di lunedì mattina. Fa parte del suo carattere. Dovresti conoscerlo. Un giorno di questi ti porto a casa dai miei a conoscerli.- rispose soddisfatto.
-Certo, mi farebbe piacere. Torna presto amore.- dissi, ancora dubbiosa per quell’ “amore”.
-Ci vediamo al canile domani sera. Mi dispiace lasciarti sola, ti aiuterà zia Jenny però. Ti amo.-così dicendo riattaccò. Mi aveva detto TI AMO. Dire che ero felice era poco.
Lunedì sera. Stavo per finire il mio lavoro e di Nick nemmeno l’ombra. Ero ansiosa. Chissà se per qualche inconveniente decide di rimanere a Boston e non lo rivedrò più?
Non feci in tempo di creare altre domande che improvvisamente sentii qualcuno stringermi i fianchi da dietro. Quel qualcuno si chiama Nick. Ci salutammo con un passionale bacio e Jenny vedendoci rimase un po’ sconvolta, poi decidemmo di dirle la verità e fu molto felice per noi.
Passarono i giorni. Studiavo duramente e allo stesso tempo mi dedicavo al volontariato e a Nick.
Raccontai della mia relazione ufficiale con Nick a Cris che ne rimase davvero molto contenta
-Devo assolutamente conoscerlo- mi disse contenta.
A quanto pare anche lei aveva trovato qualcuno lì a Londra. Sono davvero felice per lei.
Annuncia la mia relazione anche ai miei genitori. Inizialmente non ne furono entusiasti, come immaginavo del resto, però una volta informatesi con la nonna riguardo “questo tipo che frequentavo” si rasserenarono un po’.
-Passo a prenderti alle 17, come promesso,ti faccio conoscere i miei.- messaggio di Nick.
Ero un po’ preoccupata. Forse anche troppo agitata. Ero nel panico totale.
Svuotai completamente la mia valigia per cercare il vestito adatto. Dovevo essere più presentabile possibile. Dopo mezz’ora ecco finalmente l’abito adatto. Ne troppo elegante ne troppo sportivo.
Una volta salita in macchina gli diedi un dolce bacio e poco dopo arrivammo nella casa in cui alloggiavano dai parenti.
Avevo il cuore a mille, ma prima di entrare Nick mi strinse la mano e mi tranquillizzò.
Entrammo mano nella mano in quella bellissima casa che apparentemente era molto accogliente.
Era circondata da un grande giardino con fiori di vario colore. Una casa molto grande e davvero bellissima.
Vidi da lontano una giovane signora, tolsi la mia mano da quella di Nick e guardai attentamente la signora avanzare verso di noi.
-Tu devi essere Nicole,giusto?! Piacere, io sono Denise la mamma di Nick. Mi ha parlato davvero tanto di te. – disse sorridendo- Vado subito a chiamare mio marito Paul. Accomodatevi pure. – disse in modo tranquillo Denise.
-Tutto okay tesoro?- disse Nick- sta tranquilla.- mi diede un bacio sulla guancia.
Ecco che anche il padre avanzava verso noi. Scendeva in modo calmo dalle scale che partivano dal piano di sopra. Notai in lui qualcosa di familiare.
Ebbi la stessa sensazione di quando incontrai Glifford.
Maledizione. Era proprio lui.
Ero imbarazzata. Stavo per urlare dal nervoso che mi nasceva dentro.
-Edwins- disse sorpreso Paul, poi continuò -E’ lei la ragazza che vuoi farci conoscere, Nick?
Che fine ha fatto Charlotte??-disse quasi come se mi volesse fare un dispetto.
-Paul. Smettila.- disse Denise imbarazzata per lui.
-Nick possiamo uscire un attimo per favore?- gli dissi infuriata.
-Che cosa significa questo, Nicholas?? Sei un bugiardo, ecco cosa sei!!- dissi io furiosa.
- Ei aspetta. Non credere una parola di quello che ha detto mio padre. Con Charlotte è finita da mesi. Non so perché l’abbia tirata in ballo. Mi dispiace davvero.- disse lui dispiaciuto.
-Nick non capisci?! Tu mi hai mentito. Non sei un Miller, sei un Glifford. Che razza di persona sei? Stiamo insieme, siamo una coppia. Mi hai mentito sul tuo cognome. Su cos’altro mi hai detto una bugia?? Sentiamo…hai anche una relazione con questa Charlotte?? Oddio non riesco a crederci. Mi fidavo davvero di te. - dissi io in lacrime.
-Aspetta Nicole fammi spiegare, non è come sembra, tutto questo ha una spiegazione.- disse dispiaciuto.
- E’ finita,Nick. E’ finita. Basta.- così dicendo scappai piangendo.
Lui chissà per quale motivo, mi lasciò andare anche se notai in lui uno sguardo triste.
Arrivata a casa mi sdraiai sul mio letto ancora con i vestiti addosso. Strinsi a me il cuscino bagnato di lacrime. Non riuscivo a crederci.


Mi svegliai la mattina seguente con gli occhi gonfi e rossi e con un maledetto mal di testa che non voleva andarsene. Dissi a nonna che non volevo andare da Jenny almeno per qualche giorno, lei comprensiva accettò la mia decisione.
Decisi di chiamare Cris e di raccontargli tutto quanto. Anche lei non poteva crederci che Nick era il figlio del prof stronzo e soprattutto che mi aveva mentito.
Intanto Nick si era piantato davanti casa di nonna da troppi minuti ormai, tanto che chiesi alla nonna di dirgli di andarsene subito e lei così fece.
Nick rimase ancora un po’ fuori dalla porta e poi quando notai che se ne era finalmente andato, trovai la sfilza di messaggi e chiamate sul mio cellulare. Spensi il telefono e mi addormentai.
I giorni passarono così, un po’ tristi ed angosciati e lo studio non mi aiutava di certo.

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Capitolo 6
*** We are infinite. ***


Trascorsi due settimane senza andare al canile, così decisi di ricominciare ad andarci, anche perché non mi sembrava giusto nei confronti di nonna e di Jenny.
In quelle due interminabili settimane non avevo ne visto ne sentito Nick.
Così, una volta arrivata al canile mi aspettavo di incontrarlo, ma al suo posto trovai la signora Jenny.
-Salve Signora Jenny. E’ bello incontrarla.- le dissi sorridendo- Non mi aspettavo di trovarla qui.
- Già. Purtroppo devo. Non fraintendermi, non è perché non amo il mio lavoro.-mi disse con aria abbattuta.
Io la guardai perplessa e poi le chiesi- C’è qualcosa che non va Signora Jenny??-
-Bhe si. Si tratta di Nick. Mi stupisce che tu non mi abbia chiesto dove sia.- disse lei.
-Senta, se si riferisce al litigio, è una storia…- non feci in tempo di concludere che lei disse:
-Nick è in ospedale.- disse triste.
-Cosa sta dicendo?? Nicholas in ospedale?? Dove??- le  chiesi agitata.
-Boston. Qui in paese non ci sono ospedali.-disse con tono angosciato.
-Le dispiace se lascio il canile?!- le chiesi, ma lei non fece in tempo a darmi una risposta che io ero già uscita di corsa dal canile.


Tornai a casa di corsa e stanca e andai subito a parlare con la nonna che si trovava in veranda.
-Nonna devo assolutamente andare a Boston.-le dissi con il fiatone.
-Tesoro sai bene che non puoi andarci. Mamma ti ha lasciata qui da me apposta.- disse lei un po’ dispiaciuta.
-Ma nonna, ti prego, si tratta di Nick. E’ in ospedale e devo andarci. Andiamo, anche tu mi hai detto che è un bravo ragazzo, se lo merita.- le dissi supplicandola.
-Nick?? Chissà cosa è successo a quel povero ragazzo?!. Sai che ti avrei mandata, ma questa volta non dipende da me. - disse dispiaciuta e poi aggiunse.- prova a chiederlo a mamma.
Chiamai subito la mamma le spiegai che volevo andare a Boston e lei mi disse subito
-Sono dispiaciuta per Nick ma ne devo parlare con tuo padre e poi ti faccio sapere. Ti richiamo io.-disse velocemente.
-Mamma, forse non mi sono spiegata. E’ in ospedale. Voglio andarci adesso. E poi, andiamo mamma, sappiamo tutte e due che papà non mi manderà mai a Boston da sola.-dissi quasi innervosita.
-Sia chiaro,tu non ci andrai da sola.- disse decisa.- Passami la nonna, le chiedo se se la sente di venire con te a Boston. Mi raccomando, non una parola con papà. - disse con complicità.
In quel momento ero davvero felice del permesso concesso da mia mamma e lo diventai ancora di più quando nonna acconsentì ad accompagnarmi, anche se non ne avevo bisogno.


Partimmo subito dal paese e in serata, sul tardi, arrivammo a Boston. Una volta arrivata lì mi accorsi di essermi dimenticata, per la fretta, di chiedere il nome dell’ospedale a Jenny, così le chiamai subito e dopo aver saputo il nome mi recai nell’ospedale in cui era ricoverato.
Chiesi mille informazioni agli infermieri, fino a quando finalmente non mi portarono da lui.
Erano le 23 e quando entrai nella stanza in cui era ricoverato, lo vidi fermo su quel lettino dalle lenzuola bianche. La paura e l’angoscia mi strinsero il cuore e mi portarono a versare qualche lacrima.
Presi una sedia lì vicino e l’accostai accanto al suo letto.
Gli accarezzai il volto, poi le braccia fino a scendere alle mani.
Non riuscivo a smettere di piangere.
Proprio lì, in quel momento, mi accorsi che lui era diventato per me importante, anche se in realtà lo era sempre stato, avrei voluto che nessuno al mondo me lo portasse via.
Improvvisamente aprì i suoi dolci occhi color nocciola e li rivolse verso l’alto.
Poi li chiuse e li riaprì voltandosi verso di me.
-Ei, non piangere.-mi disse sottovoce e dolcemente mentre mi asciugava le lacrime.- non farlo. Non sono morto. Però, come mai un angelo così bello si trova qui davanti a me?-disse accennando un sorriso dolce.
Feci una breve risata e felicemente gli dissi- scusami. Non volevo svegliarti. E scusami anche perché non volevo litigare con te. Sono stata troppo impulsiva me ne rendo conto. Perdonami.- dissi mentre scivolava qualche lacrima ai lati delle mie guancie.
-Non è colpa tua. Non devi scusarti, avrei dovuto dirti sin dall’inizio la verità.
Glifford è il mio cognome. E’ vero. Ma è anche vero che il cognome di mia madre è Miller. Preferisco chiamarmi con il suo cognome perché non ho avuto buoni rapporti con mio padre per un lungo periodo. Solo adesso, da parecchi anni abbiamo iniziato ad essere come eravamo una volta. Per abitudine, mi è rimasto di dire Miller nelle presentazioni. Lo so, ho sbagliato avrei dovuto dirti che mi chiamo Nicholas Glifford in Miller. Non pensavo che questo avrebbe potuto creare problemi fra noi. Per questo ti dico che mi dispiace tanto, tesoro.
Rimasi un po’ perplessa dopo ciò che mi disse e lui vedendomi così, aggiunse
-ei, per quanto riguarda Charlotte te l’ho detto. Non la frequento più. E’ finita da mesi. E’ vero siamo stati fidanzati per tanti anni ma ho chiuso con lei. Mio padre si è comportato in modo sfacciato, ti chiedo scusa ma il problema è che non so perché.- disse.
-Sta tranquillo, io so il perché, ma te lo spiego un altro giorno. Piuttosto dimmi come ti sei ridotto a questo. Che ci fai in un letto di ospedale? Cosa hai combinato?- dissi incuriosita.
-E’ una storia che ti racconterò domani quando saremo fuori di qui. I medici mi hanno sgridano abbastanza.- disse accennando un sorriso poi aggiunse
-Sai? Speravo in una tua visita, dal primo momento che sono entrato in questo posto. Poi pensavo che non lo avresti nemmeno saputo e che mi avresti dimenticato, e invece…
-e invece sono qui con te e sono felice di esserlo, anche se non nel posto giusto- così dicendo gli diedi un dolce bacio.
-Mi farai compagnia questa notte, non è vero?-chiese lui dolcemente.
-certo- risposi io- prima però devo accompagnare nonna a casa mia. Le dico che resto qui con te e le chiamo un taxi, meglio, così resto con te.-dissi decisa accennando un sorriso.
Uscii dalla stanza di Nick con un enorme sorriso. Ero davvero felice di averlo rivisto anche se dentro un letto di ospedale. Questa sarebbe stata la sua ultima notte lì dentro, così decisi di fargli compagnia.
Avvisai la nonna che restavo lì e che domani lo avrebbero dimesso, come detto a Nick, le chiamai un taxi e dopo averla salutata, che mi disse”
-Mi raccomando, tesoro, ti aspetto domani mattina a casa con Nick -“
rientrai da lui e mi sdraiai nel suo stesso letto accanto a lui. Mi mise il suo braccio dietro la mia testa, mi diede un bacio e mi abbracciò dolcemente.
Ci addormentammo insieme e felici come non mai.

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Capitolo 7
*** My Life. ***


Ci svegliò l’indomani l’infermiera che mi cacciò “dolcemente” dalla stanza di Nick, dicendomi che doveva fare gli ultimi controlli prima di dimetterlo.
Lo aspettai in sala d’attesta e dopo alcuni minuti eccolo uscire da quella porta con una grande borsa in mano, contenente lo stretto indispensabile.
Un taxi ci accompagnò a casa mia e come promesso dalla nonna,  lei era li ad aspettarci impaziente.
Feci accomodare Nick come se fosse a casa sua e gli diedi tutto ciò di cui lui aveva bisogno.
-Te la senti di farci una passeggiata in giro?? Così magari mi racconti cosa ti è successo.- gli proposi sorridendo.
Lui accettò di venire, ma notai in lui come se lo dovesse fare con forza.
Usciti da casa ci incamminammo e lui iniziò a raccontarmi
-Posso sembrare un po’ freddo, ma non mi viene facile parlarne con te.-disse angosciato.
-Sta tranquillo, se non te la senti possiamo evitare, va bene così. - gli dissi cercando di confortarlo.
-Sono diabetico.- disse ti colpo.
Rimasi di stucco. Non sapevo cosa dire, poi lui continuò
-Mi è stato diagnosticato alcuni anni fa il diabete di tipo 1. Me ne accorsi perché bevevo tanto, tantissimo e diciamo che non passavo un bel periodo. Sono abituato a conviverci oramai dopo tanti anni. Qualche settimana fa. Una semplice distrazione, più che altro, mi sono lasciato andare, così non ho tenuto sotto controllo la mia glicemia. E’ iniziata a salire. Pensavo stessi per morire. Stavo davvero male in quel momento. Mi hanno portato in ospedale e con alcune cure mi hanno rimesso apposto. Provo imbarazzo a parlarne,soprattutto con te. E’ una malattia, sono malato, puoi anche andare e lasciarmi. E’ quello che ha fatto Charlotte. Se ne è andata via dopo averlo saputo e mi ha tradito con il mio migliore amico. Mio padre non sa niente, ecco perché parla ancora di lei.
Nico, non volevo che lo scoprissi così, mi dispiace. Ma non è facile parlarne..avevo bisogno di tempo.-disse con un tono triste.
-Sta tranquillo amore mio. Io non sono come Charlotte. Io sono qui e ti resterò per sempre accanto. Non sarà certo il diabete ad impedirmi di starti accanto. Insieme siamo più forti di lui. Io sono qui apposta, per te.-dissi io dolcemente con un piccolo sorriso.
Ci baciammo.
-Ti amo. Lo sai!? Grazie di tutto, davvero-disse dolcemente.
-Non devi ringraziarmi, tesoro, ti amo anche io. Andiamo, torniamo a casa a prendere nonna e torniamo in paese.
Una volta tornati in paese, il taxi accompagnò prima nonna a casa e poi me e Nick da Denise e Paul.
Denise aspettava ansiosa il ritorno di Nick, dopo che lui le disse che sarebbe tornato con me una volta uscito dall’ospedale.
Quando entrammo in casa Denise diede prima un caloroso abbraccio a Nick e lo riempii di baci, poi mi venne in contro e mi abbracciò.
Aveva capito che le cose fra noi due si erano sistemate dopo quel giorno in cui litigammo proprio nella loro casa.
Guardai il signor Glifford con uno sguardo diverso dagli altri, diverso da come si guarda di solito un prof che ti ha rovinato l’estate.
Dopo gli abbracci e i baci Denise c’invitò ad accomodarci in soggiorno per chiarire le cose e per aspettare la sorpresa che Denise aveva detto di aver preparato per Nick.
Una volta accomodati in soggiorno..
-Voi due dovete dirmi qualcosa?- disse Nick riferendosi a me e al prof Gliffor.
-Bhe si. Basta dubbi. Te lo dico tutto d’un fiato. Tuo padre è il mio professore di scienze, quello di cui ti ho parlato tempo fa- dissi io liberamente.

-Woow. Cioè…mi stai dicendo che mio padre è il famoso professore stronzo di scienze che ti ha rovinato l’estate, cioè quello che ha condizionato la scelta dei tuoi a mandarti a Londra??!. Wow sono … stupito..davvero.-disse Nick.
-Esatto. Non si offenda per “lo stronzo”.-dissi in tono di scusa rivolgendomi verso Glifford.
-Figurati. Forse me lo merito. Bhe mi spiace averti impedito di partire.-disse il prof.
- -Ormai…fa niente. Ma, io vorrei dirle una cosa importante- dissi con tono serio.
-Dimmi. Sono qui per questo.- disse gentilmente Glifford.
-Senta signor Gliffor..-venni interrotta.
-Chiamami pure Paul. Dimentichiamo la scuola per adesso.- disse Glifford.
-Okay, Paul. Sono stata davvero scortese con te quando ti incontrai la prima volta qui in Paese. Il problema è che … ero avvilita e provavo tanta rabbia verso di te. Londra è il mio sogno da una vita ed è magicamente scomparso. Capisci come mi sono sentita?? Ti chiedo scusa, credo che per aver fatto un gesto del genere, avrai avuto le tue buone ragioni. Non spetta a me, da alunna, decidere.-dissi desolata.
-Sta tranquilla Nicole. Non devi scusarti. Io sono sicuro di quel che ho fatto perché come ti ho già detto ho preso in considerazione l’ultimo compito. Se non lo avessi fatto saresti passata senza debiti, ma sai, ho dovuto farlo. Sono un professore ho i miei doveri e metodi.-disse quasi dispiaciuto.
-Spero che le cose siano risolte fra voi adesso. Dobbiamo essere tutti felici. Non ci devono essere incomprensioni. Papà, Nicole sta studiando sodo, sono sicuro che recupererà la tua materia-disse Nick deciso.
-Bene. Adesso che è tutto apposto, dobbiamo aspettare solo la sorpresa.- disse Denise e dopo aver finito la frase suonarono al campanello.
-eccoli-   -ci siamo- dissero Paul e Denise.
-Mio Dio. Kevin, Joe,Frankie. Fratelli miei. Quanto tempo. Come state?? Sono davvero felice di vedervi. Mi siete mancati. Danielle, Demi, le mie cognate preferite. Venite tutti qui voglio abbracciarvi-disse Nick al settimo cielo.
Dopo un bellissimo abbraccio di gruppo, Nick si voltò verso di me e con un enorme sorriso..
-Piccola, ti presento i miei 3 fratelli e le mie 2 cognate.
Sono un esercito, pensai.
-piacere ragazzi io sono Nicole Edwins. Sono…-venni interrotta da Nick
-È la mia ragazza. Stiamo insieme. Quindi…vi presento la vostra futura cognata.-disse felice.
Mi stupì molto quello che disse Nick. Più che altro mi stupì la sua decisione nel dirlo. “la vostra futura cognata”. Ero felicissima.
Improvvisamente mi vennero incontro in massa tutti e 5 e si presentarono.
-sta tranquilla tesoro. Sono molto amichevoli e sociali.-mi disse Nick cercando di tranquillizzarmi.
-Io sono Kevin il più grande dei fratelli e lei è mia moglie Danielle.- disse Kev.
-piacere Nicole, sono felice di conoscerti e vorrei presentarti la nostra piccolina- disse Danielle toccandosi il pancino abbastanza grande.
-parla al femminile ma non si sa ancora il sesso-mi disse sottovoce kevin.
-Andiamo, sarà una femminuccia. La piccola di zio Joe -disse Joe.
-piacere, sono Joseph ma chiamami Joe. Lei è Demi la mia ragazza.-disse lui.
-piacere Nicole, sono Demi, felice di conoscerti- mi diede un abbraccio.
-io sono Frankie il più piccolo della famiglia, almeno fin’ora.-disse quasi desolato.
-ei ei ragazzi. Può bastare. Lasciatela respirare.-disse ridendo Nick.
-sta tranquillo tesoro-dissi sorridendo- sono felicissima di conoscervi. Siete davvero simpatici.- Accennarono tutti un sorriso poi Paul aggiunse..
-bando alle ciance ragazzi-
-esatto. Andiamo e ora di cenare. Siete tutti ospiti qui. Le donne in cucina. Uomini in salotto.-disse ridendo Denise.


Dopo la bellissima serata, Nick mi riaccompagnò a casa.
-Siamo arrivati-dissi quasi sconsolata- Amore. Sono stata benissimo. Grazie per tutto questo. Mi fai partecipe della tua vita e ne sono felice. È stata una serata fantastica. Sono felicissima. Un giorno ti farò conoscere anche i miei.-dissi soddisfatta.
-non devi ringraziarmi, amore. Mi rendi felice e.. ti amo.- mi diede un bacio passionale- a domani.

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Capitolo 8
*** Goodbye old Boris. ***


Erano le 11 quando mi svegliai. Era tardissimo e in ritardo. Andai di corsa in cucina e vidi la nonna -nonna- urlai-e tardissimo. Sono in ritardo. La sveglia non è suonata-dissi mentre mangiavo un cornetto al volo.

-lo so tesoro. Ho staccato io la sveglia. Sei stanca dal viaggio ma tu modesta non lo vuoi ammettere, cosi ho pensato di lasciarti dormire. Ho già chiamato Jenny sta tranquilla-disse serenamente.

-Cosa?-urlai e corsi verso la mia camera per prendere il telefono e accenderlo.

Trovai tre messaggi di Nick.

-buongiorno amore. Ci vediamo al canile.<3 <3- 7.30 a.m.

-Ei che fine hai fatto?? Ti aspetto.- 9.00 a.m.

-Ho capito. Non vieni più. Ci vediamo oggi pomeriggio. <3- 10.30 a.m.

Dopo aver letto i messaggi lo telefonai subito.

-Amore. Scusami non sono venuta perché nonna ha deciso di lasciarmi dormire. Mi dispiace avrei voluto vederti.-dissi dispiaciuta.

-Tranquilla amore ci vediamo oggi. Passo da te alle..-

-No tesoro, non posso. Oggi devo studiare. Non prendo in mano il libro di scienze da un po’. Sono alcuni capitoli indietro. Ci vediamo domani.- dissi io dispiaciuta.

-Me lo prometti che vieni??-disse con tono quasi sconsolato.

-Certo amore. Te lo prometto. A domani- riattaccai.

Passai tutto il pomeriggio a studiare. Non ne potevo più. Era già l’inizio di agosto e mi mancavano gli ultimi 10 capitoli. Sentivo di potercela fare se mi mettevo sotto a studiare con costanza.

Il giorno seguente, come facevo solitamente, mi preparai e andai dritto al canile.

Una volta arrivata notai qualcosa di strano. C’era sia Jenny che Nick al canile e anche un team di giovani ragazzi che non ho idea di cosa ci facessero li.

-Nick che succede?-chiesi curiosa.

-Boris. Nico…-disse Nick con tono triste.

-Che succede a Boris?? Gli hanno trovato un padrone?-chiesi felice, ma poi vidi lo sguardo triste nel viso di Nick.

-E’ morto. Questa mattina. Mi dispiace davvero tanto tesoro. So che ti eri affezionata a lui ultimamente ma, lo sai, era vecchio..-disse dispiaciuto Nick.

Era vero. Mi ero affezionata tantissimo a lui soprattutto nelle ultime settimane. Avevo deciso di farlo riprendere in qualche modo. Giocavo con lui, gli stavo accanto e adesso…è morto.

Nick mi strinse a lui mentre io silenziosamente versavo le mie lacrime salate.

-Andiamo ti porto a casa..?!-disse Nick.

-No. No voglio vederlo per l’ultima volta mentre lo portano via.-dissi in lacrime.

Nick mi portò comunque a casa dopo l’accaduto. Rimanemmo per un po’ insieme ed io rimasi silenziosa.

-Ora mi passa. Scusami.-dissi dispiaciuta.

-sta tranquilla tesoro, so bene che ci tenevi molto.-così dicendo mi diede un bacio.

Nel pomeriggio mi arrivò un messaggio.

-Esci. Sono qui fuori.- Nick.

Uscii di casa senza neanche cambiarmi, così com’ero, una t-shirt e dei pantaloncini.

-Chiudi gli occhi e non li aprire fin quando non te lo dico io- disse ridendo Nick.

Mi aiutò a scendere gli scalini e poi aggiunse

-APRILI.-

Non potevo crederci. Avevo davanti a me un cucciolo di Labrador bianco. Era dentro una scatola aperta e intorno al collo aveva un fiocchetto blu.

-Dio Mio è stupendo -dissi io quasi in lacrime per la felicità

-E’ tutto tuo. Descrizione: Cucciolo di Labrador. Colore bianco. Sesso Maschio. Carattere Giocherellone, rosicchia ogni cosa, dà tanto affetto e amore.- ripetè Nick come uno spot pubblicitario.

-Grazie amore mio. Grazie. E’ fantastico. Voglio chiamarlo Boris in onore del suo vecchio coetaneo. Lo amo.-dissi felicissima.

-Si certo. Lo ami. Ma non scordarti di me però.-disse scherzando quasi offeso.-Sarà il simbolo del nostro amore.

-E’ perfetto. Come te. Ti amo. Grazie.-così dicendo gli diedi un grande bacio.

*Parte dello scrittore*

Ciao lettori/lettrici, spero vi piaccia la mia storia. Sarei felice di ricevere tante recensioni con critiche costruttive e consigli.
So bene che questo capitolo è corto, così ho deciso di pubblicarne un altro adesso. :D Grazie tante a tutti. KISS

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Capitolo 9
*** Welcome to Boston. ***


Passarono i giorni e le settimane. I capitoli di scienze diminuivano e gli esami per il recupero si avvicinavano.
Ultimamente ci siamo trascurati un po’ con Nick. Fra canile, Boris e studio non sapevo più dove dividermi, così Nick ha deciso di portarmi a cena fuori il sabato sera.
Una volta pronta Nick passò a prendermi e mi portò in un club.
-Sei bellissima. Te l’ho già detto?-chiese ridendo
-Si. Ma solo cento volte- dissi io ridendo.
-Bhe…parlando di cose serie, sai che fra una settimana parto. Quando parti invece tu??- disse quasi spaventato per la mia risposta.
-Presto. Credo fra qualche giorno. Volevo proprio parlartene. Mi hanno chiamato i miei. La loro vacanza in Germania è terminata. Posso tornare a casa. Gli ho chiesto ancora alcuni giorni, ma dovrò partire al più presto. Mi mancherai tantissimo, ma ci rivedremo in a Boston no?-chiesi ansiosa.
-Si. Certo. Tornerò a Boston ma..solo per qualche settimana- disse cambiando tono.
-Perché tesoro?? Non hai intenzione di viverci?-dissi io.
-No. Vedi Nico…sono stato ammesso ad una Università Musicale di New York.-disse quasi triste.
-Come?? Ma Boston è piena di Università musicali. Perché proprio lì? Così lontano..-dissi angosciata.
-Tesoro, per la nostra famiglia è come una specie di tradizione. Quasi tutti i miei parenti sono usciti con una laurea da lì. Da mio nonno all’ultimo dei miei fratelli. Adesso tocca a me. Non posso rifiutare, la prenderebbero a male, e inizieranno a dire cose del tipo “Sai che zia Stephany credeva in te, prima di morire ti disse che avrebbe voluto vederti con una laurea in mano, da lassù dove si trova adesso, non darle questo dispiacere, per lei sei il figlio che non ha mai avuto”. Tutto questo è vero, ed è proprio per questo che non posso rinunciare.- disse desolato.
-Senti Nick, è tutta una bella storia, una favola in cui io sono solo una semplice lettrice, non posso entrarci dentro e fare una delle protagoniste insieme a te. Capisci cosa intendo?! E’ la tua vita, loro sono la tua famiglia, io sono una semplice ragazza che chiedeva il tuo amore. Capisco adesso che è impossibile..-dissi con occhi lucidi.
-Ei non ho detto che mi trasferirò per sempre a New York. Sto lì per studiare, ma durante le vacanze stagionali vengo da te e stiamo insieme. Io ti amo non ti lascerò andare.-disse dolcemente.
-Nick, scusami, non ci riesco. Non riesco a stare lontano da te per mesi, io non ti vedrò, tu non sarai accanto a me ed io a te, che senso ha stare insieme? Restiamo amici.-dissi triste.
-Nico, smettila, non dire così, io ti amo, e tu ami me, non possiamo essere solo amici..-disse lui.
-Riaccompagnami a casa, ti prego.-disse con voce bassa.
Lui non disse altro. Pagò il conto e mi riaccompagnò a casa. Una volta arrivati..
-Ei vogliamo parlarne un secondo. Voglio spiegarti..-disse Nick.
-Tranquillo, non c’è nulla da spiegare, il concetto è chiarissimo. Voglio solo dirti una cosa.
Mi mancherai. Mi mancherai tanto, Nicholas. Divertiti a New York e sii sempre forte come sei adesso. -in lacrime gli diedi (presumo) l’ultimo bacio e scesi di corsa dall’auto.
Lui rimase in silenzio, incredulo di ciò che gli avevo detto, ma notavo nel suo viso un’espressione che per poco lo portava a versare qualche lacrima.
Passarono i giorni e io e Nick ci incontravamo solo al canile. Niente più uscite extra. O almeno lui ci provava ma ero io a rifiutare. Ci sentivamo via messaggi e chiamate, come fanno due buoni amici.
Intanto arrivò il giorno della mia partenza.
Salutai tutti. Nonna, Jenny, Denise, il prof. Paul, tutti. E..anche Nick.
-Allora..ci si vede a Boston. Ti chiamo quando sarò in città.-disse Nick.
-Si. Okay -risposi dubbiosa-Gli diedi un bacio nella guancia, ma improvvisamente mi blocco il braccio e mi bacio romanticamente. Non posso nasconderlo, ma mi viene difficile ammetterlo. Credo sia stato il miglior bacio dei tre mesi.
-E’ tutto così difficile..- gli dissi- vado.-
Mi lasciò andare e poi aggiunse urlando
-Ti amo, Nicole.-
-Anche io ti amo. - dissi sottovoce consapevole che non mi aveva sentito.
Arrivata a casa salutai i miei, che iniziarono subito a raccontarmi la loro splendida avventura in Germania, dopo di che crollai nel mio bel lettone, mi era tanto mancato.

Mancavano solo 2 giorni all’esame e 5 all’arrivo di Cris. Non vedevo l’ora.
Decisi così di studiare sodo in quei giorni e così feci.
Arrivò il giorno dell'esame di recupero di scienze.
-In bocca al lupo tesoro.-mi disse mamma- ce la farai-
Dopo l'esame tornai a casa al settimo cielo.
-Mammaaaaa. Mammaaaa- urlai per tutta la casa.
-Ce lo fatta. L’ho superato. Mi hanno dato i risultati subito. Sono stata ammessa all’esame e promossa per l’anno successivo. Si va al quarto superiore, gente.-dissi felicissima.
-Tesoro sono davvero orgogliosa e felice per te. Te lo meriti. Nonna mi ha detto che hai studiato sodo, questo è quello che hai ricevuto in cambio. Ottimi voti. Brava tesoro, corri a dirlo a papà.-disse orgogliosa.
Dopo averlo detto a papà chiamai subito Cris per darle la bella notizia.
Era felicissima per me, ma poco dopo cambiò tono.
-Nico devo darti una brutta notizia. Non vengo più fra 3 giorni, ma verrò a metà settembre. Ci sono dei problemi e quindi non posso scendere prima. Mi dispiace, non sai quanto mi manchi, siamo lontane da più di 2 mesi, non so se ce la farò ancora.-disse dispiaciuta.
-Cosa? Cris. Dai, scendi. Prendi il primo volo. Ti prego ho bisogno di te.-dissi triste.
-Lo so. Anche io di te. Senti adesso devo scappare. Ti chiamo io. Ciao. Ti voglio bene. -riattaccò.
E’ uno strazio. Ho davvero bisogno di lei. Lo sapevo. Dopo ogni bella notizia ce n’è sempre una brutta pronta a coglierti di sorpresa.

Passarono tre giorni dall’ultima volta che mi chiamò Cris. Aspettavo ancora la sua chiamata e io non ho voluta chiamarla perché questa sua lunga sosta a Londra mi sembrava una cosa seria quindi aveva avuto sicuramente da fare.

*Suona il campanello*.
-Vado io- urlai.
Aprii la porta e davanti a me comparve una bandiera inglese tenuta in mano da qualcuno che era nascosto dietro essa.
-Good Afternoon Girl.-disse la voce misteriosa.
Così scostai con la mano la bandiera per vedere la faccia. Chi era?!
-Criiiiis. Dio mio che ci fai quiii?? Quanto sono felice. Non dovevi restare a Londra fino a metà settembre?- chiesi dubbiosa.-Che stronza migliore amica che c’ho.-dissi ridendo.
-Bhe? Non mi fai entrare?-disse ridendo.
Si accomodò e iniziò a raccontarmi tutte le sue avventure lì. Mi disse che si era divertita tantissimo e che mi aveva portato pure dei regali.
-Era una balla comunque. Volevo farti una sorpresa ed eccomi qui. Mi sei mancata un sacco.-mi abbracciò.
-Andiamo portami un po’ in giro. Ho scordato la mia vecchia Boston.-disse ridendo.
Mi preparai e andammo in giro per la città.
-Allora? Come va con Nicholas?? Voglio assolutamente vederlo.- disse felice.
-E’ finita. Ma se posso te lo farò conoscere lo stesso. E’ un bravo ragazzo e un buon amico.-dissi con uno sguardo strano nel viso.
-Che cos’è quella faccia?? Guarda che ti conosco, sai? Ti piace ancora, non negarlo.-disse decisa.
-Già. Che posso farci? La prossima volta andrà diversamente. Mi rassegno. Ma basta parlare di me. Tu hai tante di quelle cose da raccontarmi, vero??- chiesi con un sorriso incuriosito.
Parlammo e passeggiammo per ore per la città, fino a quando decidemmo di tornare a casa da me per cenare.
Aprii la porta con le mie chiavi, entrai in casa e alla vista m’imbambolai e mi caddero le chiavi per terra.

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Capitolo 10
*** Now and forever. ***


-Cosa ci fai qui? L’università? New York? Nick.. -dissi incuriosita.
-Basta domande. Sono qui per te. E’ questo quello che importa.-disse lui sorridente.
All’improvviso scomparvero tutti dalla mia vista. Eravamo solo io e Nick nel mio soggiorno.
-Voglio parlarti di una cosa importante.-disse lui.
-Ho deciso che non andrò più a New York, cioè all’università musicale . Sai, forse avevi ragione. Questa è la mia vita, loro sono la mia famiglia e tu sei solo una spettatrice. Ma io ho deciso di farti protagonista di questa mia favola e lo saremo insieme. Sono libero. Posso fare ciò che voglio. Per questo ho deciso di trasferirmi qui a Boston e studiare qui. Vicino a te. E poi qui in città c’è mio padre ed il suo lavoro. Ho pensato molto a questo, ed è la mia decisione definitiva. Nessun rimpianto. E’ vero. Avrebbe fatto piacere a zia Stephany, ma io sono sicuro che l’unica cosa che le fa piacere più di tutte è la mia felicità. Avrebbe voluto vedermi felice. E io lo sono. Solo se al mio fianco ci sei anche tu. -
Rimasi senza parole per un po’. Gli occhi lucidi per la commozione e poi aggiunsi
-Dio, Nick. Ti amo così tanto. Hai detto delle parole bellissime e mi hai fatto pure piangere, stupido.- dissi ridendo mentre gli diedi una pacca sul braccio.
-Sono felice che tu abbia preso questa decisione. Non so se ce l’avrei fatta senza di te tutto questo tempo. Sei importante per me. Voglio stare al tuo fianco per sempre. Non mi lasciare mai.- lo abbracciai in lacrime- MAI.-
-Mai, Amore- disse lui.
Ci staccammo e mi diede un bacio. Cambiò argomento.
-Ho conosciuto i tuoi genitori. Sono simpatici e molto accoglienti.-disse felice.
eccoli sbucare dalla cucina.
Come promesso decisi di fare una cosa -Amore voglio presentarti una persona importante per me. Lei è Cris ed è la mia migliore amica.-dissi sorridente.
-Piacere Cris io sono Nicholas, ma chiamami pure Nick-
-Aaah. Finalmente ti conosco. Mi ha parlato tanto di te, Nico. Non immagini quanto. Felice di conoscerti.-disse felice.
-E’ proprio un bel ragazzo oh.-mi disse sottovoce.
-Restate a cena?! Abbiamo una grande rimpatriata, è il caso di festeggiarla tutti insieme- disse mamma.
Ci divertimmo molto tutti insieme, io,Cris,Nick, i miei. Trascorremmo una serata fantastica, e poi avevamo anche soperto che Nick e Cris hanno delle cose in comune che mi lasciarono molto sorpresa.
Dopo la splendida serata salutai Nick e Cris che tornarono a casa loro ed io crollai nel letto. Troppe emozioni in un giorno solo, pensai.
   PARTE DELLO SCRITTORE.
Perdono... è troppo corta lo so D: Recensite se c'è qualcosa che non va e provvedo ad aggiustarla subito. Grazie a tutti, spero vi piaccia. C:

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Capitolo 11
*** Together we can. ***


Passarono i giorni, le settimane e io e Nick diventammo sempre più uniti. Uscivo spesso da sola con lui, ma anche con Cris e “la sua nuova fiamma”, diciamo un’uscita a quattro.
Spero per lei che duri con questo Jonah. Sembra un ragazzo per bene.
Intanto si avvicinavano sempre di più i rientri a scuola.
Io avrei dovuto affrontare il quarto anno del liceo linguistico insieme a Cris e Nick il primo anno di università musicale.
-Stavo pensando ad una cosa, tesoro-mi interruppe i pensieri Nick.
-Potremmo far conoscere i nostri genitori. Vorrei proporre un cenone a casa mia unendo la tua e la mia famiglia. Magari si conoscono meglio -disse felice.
_mmm-dissi dubbiosa- potrebbe essere una buona idea ma..forse è un po’ imbarazzante. Glifford, tuo padre, è ancora il mio professore di scienze. Credo che per i miei sarà imbarazzante trovarsi a chiacchierare del più e del meno, della vita e dei loro due figli, a cena. Posso solo prometterti che glielo chiederò. Il problema è che dovrò dirgli che sei il figlio di Glifford, visto che non lo sanno ancora- dissi impaurita.
-Sta tranquilla tesoro, glielo diremo insieme, vedrai che la prenderanno bene, ho questo presentimento.-disse baciandomi affettuosamente.
Come promesso, nel pomeriggio Nick venne a casa mia e parlammo con i miei.
-Non ci posso credere. Ti sei fidanzata con il figlio del tuo professore. E per di più non un professore qualunque, ma proprio quello che ti ha rovinato, come dici tu, l’estate.-disse mamma con tono semplice, ma poi la buttò sul ridere e intuii che la prese in modo scherzoso.
Che sollievo, pensai.
-Sai mamma, forse devo ringraziarvi a te e papà. Si, perché se voi non foste andati in Germania io sarei rimasta qui con voi, e avrei trascorso l’estate lontano da Londra, lontano dalla nonna e Nick, lontano da tutto. Invece voi mi avete stravolto tutto, anche la mia vita. Se non fossi mai andata da nonna, non avrei mai conosciuto Nick. E forse, devo dire grazie anche a nonna e alla signora Jenny, che mi hanno proposto il volontariato. La verità è che credo nel Karma. Questo era tutto scritto.
Sono così felice di questa estate. Penso sia stata la più bella della mia vita, in assoluto.-dissi felice quasi in lacrime.
-Non direi.-disse Nick.
-Come sarebbe a dire?? Nessuna estate sarà mai paragonabile a quella che ho vissuto con te.-dissi io.
-Questo lo vedremo.-disse ridendo Nick, quasi prendendomi in giro perché sapeva che io non capivo.
-Bhe allora, mentre siamo qui, in tema di cose belle, vorrei invitarvi personalmente a casa mia la prossima domenica. La mia famiglia è onorata di invitarvi a cena, magari per conoscerci tutti di più, e creare un’unica grande famiglia.-disse Nick.
Colsi negli occhi dei miei una sfumatura di insicurezza ma poi non so come mio padre rispose
-Certo. Non possiamo non accettare questo invito. Conoscerci meglio sarà solo un piacere. Non vediamo l’ora.-
Aaaaah, urlai dentro di me. Non può essere. Ditemi che è un sogno. Tante notizie belle una dietro l’altra, pensai.
-Perfetto. Ne sono davvero felice- disse Nick – adesso vado. Annuncio subito la notizia ai miei.-
-Amore passo a prenderti domani. E’ sabato. Come sai già non puoi rinunciare ad un’uscita con me soprattutto qui a Boston.-disse ridendo.
-Vabbene tesoro.-dissi ridendo- sarò pronta per le otto- gli diedi un bacio e, dopo aver salutato i miei genitori, Nick tornò a casa.
 
PARTE DELLO SCRITTORE.
Scusatemiiii. Mi sono fermata per un bel po', ma ho avuto tanti impegni :( Spero di poterla finire al più presto.
Grazie a tutti.(recensite se vi va) <3

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