Changing Destiny

di Liviuz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capter 1 - Sunshine & City Lights ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 - Obsession ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 - I Love LA ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 - Please Don't Stop The Rain ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 - Sempre Sarai ***



Capitolo 1
*** Capter 1 - Sunshine & City Lights ***


 

Chapter 1 – Sunshine & City Lights
 
 
" Now we're stuck in midtown 
Surrounded by people and nothing but sound
And we're going nowhere      

We are the lost and found "
- Greyson Chance - Sunshine & City Lights


Di bene in meglio. Biglietti esauriti per tutto il tour. Possibile? Solo a me poteva accadere una cosa simile. Mi tirai ancora più giù il cappuccio della felpa. Stava piovigginando. Avrei dato di tutto per vederlo cantare, anche solo cinque fottutissimi minuti, solo per ascoltare, anche solo per l’unica volta in tutta la mia esistenza, la sua voce. Sarei andata in capo al mondo per sentire quella voce. Quella che mi dava la forza di andare avanti ogni schifoso giorno, in questo schifoso mondo.
 
- Tesoro, perché indossi quei luridi vestiti? – chiese mio padre facendomi una faccia disgustata. Certo, lui nel suo impeccabile smoking, pronto ad andare ad una cena, con la sua amante, invece che starsene con sua figlia a casa, a guardare un film, con una pizza per cena. Avevo ancora i vestiti gocciolanti per la pioggia, le scarpe imbrattate di fango e i jeans stracciati.
- Non devo andare da nessuna parte. – ribattei riluttante.
- Dovresti vestirti un pochino più da signorina. – disse, quella che, per ora, era la fidanzata di mio padre, scendendo le scale. Anche lei vestita perfettamente.
- E tu dovresti comportarti meno da puttana. – mormorai, facendomi sentire solo da lei, mentre salivo le scale. La vidi impallidire per una frazione di secondo, per poi ritornare indifferente, come prima.
 
Accesi lo stereo e misi la musica a tutto volume, lasciando che le note mi inebriassero completamente il corpo e la mente. Mi distesi sul letto e fissai il poster sul soffitto. I capelli rossicci, gli occhi chiari, quel sorriso da lasciarti senza respiro. Sold out. Con due semplici parole erano andate in fumo milioni di sogni e speranze. La possibilità di vedere quegli occhi brillare di entusiasmo, a pochi metri da me, invece di vederlo solo attraverso uno schermo, e di toccarlo, invece di sfiorare con le dita uno schermo di cristalli al plasma.
Fanculo a tutto e tutti.
 
 
“You can take,
My heart,
Like a criminal,
Won’t you make,
Me believe,
I’m the only one...”
 
Stupida sveglia! Adesso anche te cerchi di compatirmi? Mi basto io ad autocommiserarmi.
- Cheryl svegliati! – urlò mio padre da dietro la porta. Mi girai nel letto e misi il cuscino sulla testa, come se potessi far sparire i suoni. Magari! Peccato che non ho questo superpotere.
- Cheryl! – gridò nuovamente.
- Che caz… diamine vuoi?! – urlai di rimando.
- È ora di alzarsi, tra un’ora devo andare ad una conferenza, e tu devi venire. –
Io devo dormire e devo restare a casa da sola a mangiare quintali di gelato guardando film strappalacrime come “Segui il tuo cuore”. È diverso.
- Non mi sento bene! – dissi. E stranamente non stavo mentendo.
- Sbrigati Cheryl! – fece lui come se non mi avesse sentito.
- Mi sento male! – ripetei alzando di più la voce.
- No, Cheryl. Questa volta non ammetto repliche! Tu vieni anche se avessi la febbre a 41°! –
Sbuffai. Lo odiavo proprio quando faceva quelle scenate del cazzo, che non ammettevano repliche. Tanto valeva alzarsi. Passai davanti allo specchio. Che faccia di merda. Occhiaie inguardabili, pelle più pallida del solito, capelli arruffati e guance chiazzate di rosso. Un inizio di giornata per-fect, no?
 
- E quindi… -
E quindi che palle! Come cazzo facevano quegli idioti a stare a sentire le stronzate di cui stava parlando mio padre?! Cioè lo so io che sono sua figlia che è meglio non ascoltare quello che dice, e qui ci sono almeno una cinquantina di dementi che lo ascoltano prendendo pure appunti! Inammissibile una cosa del genere!
Mi alzai in piedi sotto lo sguardo indagatore di una decina di uomini e uscii dal salone.
 
Entrai nella prima porta che trovai nel corridoio e tirai fuori il cellulare. Dovevo andarmene da quel posto. Pazienza se mio padre si fosse preso un accidenti, perché se fossi rimasta io là, lui sarebbe dovuto andare al mio di funerale.
Chi chiamare allora?
Janet
Alan
Joel
Jessica
Christine
James
James. Sì, il candidato ideale per le fughe impreviste.
- Non si può usare il cellulare qui, signorina. – mi disse una voce maschile.
Alzai gli occhi dal messaggio che stavo scrivendo. Mi trovai davanti un ragazzo della mia età, capelli scuri e occhi chiari. Ma chi diavolo era? O meglio… Che cazzo voleva da me?


 
***

Sciao Belle! Ahahahah! Allora come va?
Beh, allora... Finalmente mi sono decisa a scrivere questa Fan Fiction su Conny!
Era già da un po' che mi girava per la testa e ora è qui!
Ahahaha!
Ok, uhm... Vi posso dire che non ci sarà solo Conor, ma anche gli One Direction, in parti decisamente minori, ma poichè nella realtà i ragazzi e Conny sono amici e io sono anche una Directioner, non ho potuto farne a meno!
E che altro posso dire? Ehm, che la protagosta sarà interpretata dalla stupenda Ebba Zingmark




e che il ragazzo dai capelli scuri e gli occhi chiari non è Louis Tomlinson, ma qualcuno interpretato dal bellissimo Logan Lerman :)

                            

Ok, beh, ho finito! Fatemi sapere cosa ne pensate dell'inizio!
Bye bye!

 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 - Obsession ***


 

Chapter 2 – Obsession
 
“ Are you only on my mind?
Will someone tell me will you ever be mine?
How can a heartbeat beat so in love?
I gave someone like you all my love. “

- Tich - Obsession
 
 
- Sì piccolino? Dicevi? Hai perso la mamma? – chiesi ritornando con lo sguardo al messaggio che stavo scrivendo a James.
- Signorina. Lei non può usare il cellulare qui. – ripeté, come un disco rotto.
- Uhm, sì piccolo. – risposi non curante.
Aspetta. Uhm, forse bastava scrivere “SOS” nel messaggio, così forse si sarebbe dato una mossa.
- Hey! Che cazzo fai! – urlai al moretto. Teneva in una mano il mio telefono, mentre con l’altra indicava qualcosa dietro di me.
- Non si posso usare apparecchi elettronici di nessun tipo in biblioteca. – lessi ad alta voce.
No, aspettate. Biblioteca? Guardai gli enormi scaffali pieni di libri che si stagliavano dietro il ragazzo, in tutta loro imponenza. Ma da dove erano spuntati fuori?
- Ehm, sì. Ok, beh grazie per l’avvertimento. Se ora magari di ridessi il mio telefono, magari mi tolgo dai piedi. –
Lui mi fisso con un sorriso sfacciato dipinto il volto. Ma che diavolo ci trovava di divertente nella questione?
- Vedo che non sei una grande lettrice. – rispose mettendosi il mio, e ripeto MIO, cellulare in tasca.
- Hey! Ridammelo. – lo minacciai.
Ma lui rimase impassibile.
- Sì! Ok, va bene. Odio i libri! Perché, immagino che in mezzo a quei scaffali si trovi l’amore della tua vita, sotto forma di carta, stampata duecento anni fa, no? Ok, beh, non sono come te, quindi ora ridammi il telefono. Grazie. – risposi acida.
Niente da fare. Una testa di coccio il ragazzo.
- Sì, potrebbe. Ma se vuoi indietro il tuo telefono, prima devi trovare il tuo libro. –
- Il mio libro? Che minchia stai dicendo? –
- Quello che ho detto. – disse voltandosi di lato e alzando il braccio, come per dire “Forza, che aspetti”.
Era una sfida? Beh, andata. Feci qualche passo avanti senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi azzurri e ricambiai il suo sorriso con un ghigno.
- Ti sei messo contro la ragazza sbagliata. – ringhiai ad un centimetro dal suo volto. Poi mi voltai e mi incamminai verso il labirinto.
- Ricordati, dev’essere il tuo libro! Non un libro qualsiasi! –
Mi inoltrai tra quei scaffali ricoperti di polvere. Chissà da quanto tempo la gente non toccava quei libri?
- Il mio libro. Il mio libro. Il mio libro. – continuai a dire come una formula magica, passando con lo sguardo tutti i volumi antichi. Quale poteva essere il mio libro? L’unico libro che avessi mai letto in vita mia era la biografia di Conor. Ok, beh, in mezzo a quella montagna di cartaccia ci doveva essere qualcosa che mi interessasse, no?
 
E ‘sto libro? Non mi ricordavo di averlo preso. Accarezzai la copertina il cuoio consunto.
- Allora? Hai trovato il tuo libro? - mi voltai di scattò, verso la voce. Ma cheMi stava perseguitando quel ragazzo? Posai una mano sul cuore per cercare di calmarmi.
Potrei. - risposi sgarbata.
Lui continuava a fissarmi maliziosamente. Cosa che mi stava facendo saltare i nervi.
- Che hai da fissarmi?! - domandai spazientita.
Lui di tutta risposta prese una sedia, sedendosi al contrario e incrociando le braccia sullo schienale.
- Allora? -
- Che libro hai scelto? - chiese sfilandomelo dalle mani, nonostante le mie repliche.
- Uhm, interessante. Dovresti leggerlo. -
- Tu l'hai letto? -
- No. - rispose continuando a sorridermi.
- No? E allora perché me lo stai consigliando? -
- Perché il libro ha scelto te. Come tu hai scelto il libro. È una cosa logica. -
Ma che stava blaterando? Scossi la testa alzandomi in piedi e prendendo la mia roba.
- Dove vai? -
- Me ne vado da questo manicomio. - dissi ironicamente.
- E non stai dimenticando qualcosa? -
- E cosa? -
- Il libro. - fece lanciandomelo. Lo presi al volo e accarezzai la copertina, poi alzai lo sguardo verso di lui.
- Perché vuoi che lo prenda? – domandai dopo svariati minuti di silenzio.
- Perché quel libro ha scelto te. – rispose facendo un cenno con la testa.
Mi passai il tomo da una mano all’altra, quasi fossi un giocoliere.
- E se non lo portassi indietro, dopo averlo, ipoteticamente, letto? –
- Perché dovresti riportarlo? – fece con non chalance.
Lo fissai sbigottita.
- Come “Perché dovresti riportarlo?”! È il libro di questa biblioteca! –
- Veramente è tuo. –
Scossi la testa. Chissà se quel ragazzo era uscito da un manicomio.
- Non è mio. – affermai, facendo scivolare il libro sul tavolo verso il ragazzo.


 
***

Sciao Belle! :)
Allora! Finalmente ho avuto il tempo di aggiornare!
Uhm, ok... Beh, che ve ne pare?
Sì, lo so è corto... molto corto, ma volevo mettere un po' di suspance, diciamo che questi due capitoli sono una sorta di prefazione, quindi il bello deve ancora venire, e sta ancora girando nella mia testolina, aspettando il momento in cui la scuola mi darà un po' di tempo libero D:
Uhm, allora, quindi vi dicevo nel capitolo scorso che il ragazzo misterioso era

Logan Lerman



Che però sarà dicamo solo un aiutante/comparsa, quindi non sarà "famoso", come lo saranno Conor ed, eventualmente, perchè sto ancora pensando se mettere, gli One Direction!

 
                

E naturalmente non posso dimenticare la protagonista, interpretata da Ebba Zingmark!



Ok, beh, vi posso solo dire che la nostra bellissima Cheryl POTREBBE incontrare qualcuno di molto speciale, ma non vi posso dire chi è, voi avrete già in mente qualcuno magari, ma non si sa mai che cosa possa accadere ;)
Nel prossimo capitolo scoprirete dove vive, e come farà a scoprire il pezzo forte di tutta la storia, anche se avrete un po' intuito, cosa potrebbe succedere a Conny...
Ok, beh, detto tutto mi dileguo! Bye bye!


P.s: Per chi non avesse capito, i titoli dei capitoli sono i titoli di canzoni, che penso non abbiate, forse, mai sentito, quindi se magari vi va di sentirle, basta cliccare sul titolo della canzone e viene fuori la pagina YouTube
 

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Capitolo 3
*** Chapter 3 - I Love LA ***


 

Chapter 3 – I Love LA
 
Let's take a trip to Sunset Boulevard in the city of stars,
The city of blinding lights and starry eyes,
I said now welcome to the city of angels,
City of angels.
- Emblem3 - I Love LA
 
 
Non sapevo più se ritenermi fortunata alla notizia o una sfigata. Ma ora comunque stavo ancora fissando la porta completamente scioccata.
Los Angeles.
Io a Los Angeles.
Non avevo nemmeno capito il motivo da mio padre, l’unica cosa che avevo afferrato era che dovevo trasferirmi lì. Lontano dai miei amici, lontano dalla notizia che mia aveva fatto impazzire da giorni, lontano dal ragazzo che volevo vedere almeno una volta nella mia vita. Troppo lontano. Se prima avevo una vaga speranza di incontrare il mio idolo, ora la mie probabilità si erano ridotte a meno zero. Abitavo solamente a Londra, lui era di Brighton. Pochi chilometri di distanza, non mezzo mondo.
Forse però sarebbe stato meglio così. Là non sarei dovuta impazzire perché non potevo incontrarlo per il sold out. No, lì potevo benissimo illudermi che non avevo potuto incontrarlo perché era troppo lontano.
 
Mi precipitai giù per le scale, rischiando di rompermi l’osso del collo, nonostante non indossassi nemmeno le calze. Aprii la porta. Il respiro mi si mozzò e richiusi sbattendo la porta e appoggiandomi contro, come se quello dietro ad essa potesse magicamente aprirla ed entrare.
- Ciao Cheryl! – gridò il ragazzo.
- Cosa ci fai qui?! – urlai di rimando. Il cuore stava per scoppiarmi in petto. Lui si mise a ridere.
- Il cellulare! –
Cellulare?! Riaprii lentamente la porta e mi ritrovai a fissare quei turchesi. Il ragazzo della biblioteca. Abbassai lo sguardo fino alla sua mano che stringeva il secondo amore della mia vita. Boccheggiai. Mi porse il telefono, che afferrai senza nemmeno ringraziarlo. Baciai ripetutamente lo schermo con lo sfondo di Conor e lo abbracciai.
Il ragazzo davanti a me tossicchiò interrompendo il momento di riconciliazione con il mio piccolo amore.
- Allora… Hai letto il libro? – chiese rivolgendomi un sorriso ambiguo. All’improvviso mi venne in mente il tomo sepolto sotto la montagna di vestiti che dovevo mettere in valigia.
- No. Ma visto che mi hai ridato il mio cellulare, ti ridarò il libro. -, inarcò il sopracciglio.
- Perché dovresti ridarmelo? –
- Perché non ho intenzione di leggerlo e perché domani parto, quindi devo comunque ridartelo. – risposi entrando in casa. Corsi in camera seguita dal ragazzo. O pedinata.
- Come fai a sapere il mio nome, dove abito? – chiesi tagliente, mentre facevo ancora più casino in camera mia.
- Il telefono. – rispose semplicemente.
- Il telefono te l’ha detto? –
- No, ho cercato sul computer gli ultimi segnali telefonici, la maggior parte venivano da questa zona, per il tuo nome. Beh, sei la figlia di uno degli uomini più in vista del mercato. –
Lo fulminai con lo sguardo a quell’affermazione.
- Comunque tu chi sei? – feci tanto per dire qualcosa.
- Mi chiamo Josh… Josh Cooper. –
- E fai il bibliotecario a tempo pieno? –
- No, mi sono solo offerto vol… -
- Eccolo! – urlai tirando fuori il libro da quel casino e mettendoglielo tra le mani. – Ora siamo pari, Joe! – dissi felice di togliermelo finalmente dai piedi.
- Josh… -
- Sì… Jonh. –
- Ho detto Josh. –
- Oh come la fai lunga, ho capito J… -
- Josh. –
- Sì, Josh. –
Fissò il libro per qualche secondo, poi lo appoggiò sul letto. Lo presi e glielo rimisi in mano.
- È tuo. – disse incrociando i suoi occhi con i miei.
- Non è vero! È della biblioteca. –
- Ti ripeto che è tuo. –
- Che razza di giochetti psicologici stai usando con me, Jay? –
- Josh! E comunque non sto usando nessun giochetto. Il libro ti ripeto è tuo, e anche se lo riportassi in biblioteca, nessuno direbbe che è di sua proprietà. –
 
- Come non è di questa fottut… splendida biblioteca! – mi corressi. La donna che mi stava di fronte inarcò un sopracciglio, e continuò a fare ciò che stava facendo al computer.
- Le ripeto signorina, che non c’è questo libro nel nostro database. Dev’essersi sbagliata. –
Avevo le mani che tremavano mentre uscivo.
- Allora? –
Il mio cuore perse qualche battito, mentre mi voltavo.
- Da dove sei sbucato?! – urlai mettendomi una mano sul cuore. Lui fece spallucce.
- Ero qui nei dintorni. –
- Mi stai perseguitando invece! Ammettilo! – gridai cercando di mettergli le mani sul collo per strozzarlo.
- Non sto perseguitando nessuno, sono solo delle semplici coincidenze. – disse tranquillo, schivando come karate kid i miei colpi.
- Al diavolo le coincidenze! –
- Allora? Com’è andata? – richiese facendo un cenno in direzione dell’edificio dietro a me.
- Perché vuoi tanto che legga questo libro? Scommetto che sei stato tu a farlo scomparire dal database! –
- Io non ho fatto niente. – disse innocentemente. – E comunque il libro ha scelto te. –
- Tu sei uscito da un manicomio! – strillai. Ora avevo una fottuta paura di quel ragazzo. I suoi occhi sembravano degli specchi d’acqua dove saresti potuto annegare da un momento all’altro, se non stavi attento.
- È solo shock iniziale. Tutti hanno sempre fatto così quando mi hanno conosciuto. –
- Cosa? –
- Cheryl. È arrivato il momento che tu scopra chi sei veramente. – disse serio, afferrandomi la mano.
Il paesaggio attorno a me si deformò tutto. Era buio. Forse ero in un tunnel. O in un sogno. Forse in un incubo.
 
***
 
Mi svegliai in preda alle convulsioni. Ero immersa in un bagno di sudore, e mentre cercavo di riprendermi dall’incubo, cercai a tentoni l’interruttore dalla luce. Il bagliore mi accecò per un paio di minuti, ma poi mi abituai e mi sedetti sul bordo del letto, nonostante il contatto con il pavimento mi fece rabbrividire.
- Forza Cher, è stato solo un incubo. – mormorai per darmi coraggio. Afferrai la bottiglietta d’acqua che giaceva sul comodino al mio fianco e ne bevvi un gran sorso, come se in quel modo potessi buttar giù e dimenticare quel sogno orribile. Spostai lo sguardo sulla scrivania. Il libro.
Lo raggiunsi e mi sedetti sulla poltrona accucciandomi, restando a fissare la copertina consumata. Alla fine lo presi e iniziai a sfogliarlo. Girai qualche altra pagina, rimanendo sempre più sconvolta. Nomi di persone, di luoghi, date. Ecco cosa riportava quel libro, tutto scritto perfettamente a mano, senza un minimo di sbavatura. Perfetto, troppo perfetto. Ma cosa volevano significare?
Non erano scritti in ordine alfabetico i nomi, ne tanto meno i luoghi, ma seguivano un ordine di data. Chiusi il libro e andai all’ultima pagina. Riportava la data del “21 novembre 1992 – 1 febbraio 2014”.
21 novembre 1992. Guardai il nome: Conor Paul Maynard.



 
***


Sciao People! Ahahah!
Ok, mi sono accorta solo ora che sono praticamente due mesi che non aggiorno,
e posso dire che ho davvero perso la cognizione del tempo tra la scuola, il compleanno di Conor, l'uscita di Midnight Memories, il 1DDay e altre milioni di cose, tra cui forse un ragazzo... Ma per ora sono ancora libera come l'aria, ahahahah!

Poi ho deciso che oltre ai One Direction, e forse nemmeno tutti gli One metterò, inserirò invece gli Emblem3! OuO
Riguardo al capitolo alla fine tutto il meccanismo si è ingranato e d'ora in poi sarà un susseguirsi di eventi forse un po' bizzarri, ma non vi posso dire niente!
Ahahah! Ok, beh, ringrazio tutte le lettrici silenziose e quelle che hanno recensito!
E posso dire di aver notato che diverse ragazze hanno iniziato a seguire la mia storia, visto che alcune autrici hanno misteriosamente cambiato la protagonista facendola interpretare da Ebba, comunque mi fa piacere! Ahahah!
Ok, beh, detto tutto io mi dileguo! Ciao!



 
               

Ebba Zingmark


 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 - Please Don't Stop The Rain ***


 

Chapter 4 – Please Don't Stop The Rain
 
“There'll be good times,
And there'll be bad times,
And everything in between,
And I don't know which ways it gonna go
.
- James Morrison - Please Don't Stop The Rain
 
 
Avevo fatto un po’ di ricerche, e tutte le mie supposizioni e le mie speranze di annullarono, finendo a diventare un’unica inevitabile e spaventosa conclusione. All’inizio pensavo a semplici coincidenze, ma più la lista di nomi che scrivevo si allungava, con al seguito il necrologio a fianco, e più le date che scrivevo accanto erano esatte, e meno andava a venire la mia sanità mentale e fisica. Stavo per avere una crisi isterica.
Ora solo qualche kilometro mi divedevano da Conor, ma tra poche ore sarei stata a mezzo mondo di distanza. Perché avevo aperto quello stupido libro? Perché? La cosa più spaventosa che potesse accadermi, sapere la data della fine della mia esistenza, di tutto il mio mondo e il mondo di altre milioni di ragazze come me… Perché Josh aveva tanto insistito a darmi quel libro? Forse… forse semplicemente era uno stalker che si voleva vendicare di me? In fondo quello di Conor era l’ultimo come nome, tra centinaia di altri nomi sconosciuti.
- Dove cazzo sei, Josh! – singhiozzai facendomi prendere da un attacco isterico. L’unico amore dalla mia vita non poteva sparire dalla mia vita in quel modo, era una tortura interiore a lungo termine, era un modo per uccidermi lentamente e darmi il colpo di grazia quello stupido giorno! Conor era l’unica cosa che mi dava la forza di andare avanti ogni schifoso giorno, senza di lui sarei finita in una bara sotto due metri di terra, senza che nessuno si ricordasse che ero mai vissuta.
 
Niente era servito per convincere mio padre a lasciarmi a Londra. Guardavo fuori dal finestrino senza, in realtà, osservare niente.
- Ciao Cheryl. -. Quella voce scatenò in me un attacco assassino. Agguantai il ragazzo, che era colpa di tutte le mie pene, per il collo e glielo strinsi tanto da farlo boccheggiare come un pesce fuor d’acqua.
Mosse la bocca, ma non stavo a sentire cosa stesse dicendo, volevo solo ucciderlo, come lui stava facendo con me. Le sue mani cercarono di liberarlo dalla presa e mi bloccò al sedile.
- Lasciami! – singhiozzai all’estremo delle mie forze. Avevo la voce fioca.
- Cosa diamine ti è preso? – fece lui serio, come se non si aspettasse una simile reazione da me. Io lo stavo aspettando, stavo aspettando il momento in cui comparisse per ammazzarlo. Non sapevo dove, né quando, ma sapevo benissimo che sarebbe comparso.
Gli sputai in faccia e quando mi liberò una mano per asciugarsi, afferrai il libro che avevo incastrato tra il sedile e me, e lo colpii in faccia.
- Pianta! – sbottò. Mi fermai di colpo rendendomi conto che nessuno ci stava fissando, era come se fossi invisibile.
- Cos’hai fatto?! Perché? – urlai.
- Cosa intendi? Il libro o la gente? – chiese massaggiandosi il viso dolente per il colpo che gli avevo dato.
- Tutto! Per tutto! –
- Il sogno. –
- Eh? – borbottai confusa, per poi ricordarmi di quello spaventoso incubo. – Cosa c’entra? –
- Cheryl, tu sei come tua madre. Lei era una sorta di veggente, tu hai il potere di leggere il futuro. Questo libro l’ha scritto lei. –
Scossi la testa. – No, tu menti! Lei era normale. Non era una veggente, non può essere stata lei a scrivere questo libro! – singhiozzai tappandomi le orecchie. Josh mi prese il viso e incastrò il suo sguardo nel mio.
- Devi smetterla di comportarti così, Cheryl. Tu devi continuare a scrivere il libro, non puoi impazzire solamente perché nella lista c’è un ragazzo che nemmeno conosci. –
Lo fissai incredula. Come potava impormi di smetterla, quando tutta la mia vita stava per finire?! Mia madre era morta quando avevo solo tre anni. Non mi ricordavo nemmeno come fosse, niente. Ero cresciuta senza affetto. E ora che avevo trovato la passione e l’amore per una persona, doveva scomparire.
- Conor non è un ragazzo qualunque! Io lo amo! –
- Tu non puoi amarlo! –
- Sì che posso! Conor è l’unica persona che conosco veramente! –
- Tu non lo conosci! –
- Tu non sai cosa sia l’amore! – urlai. Josh sbiancò per un attimo. L’avevo colpito dritto nel suo punto debole.
- E tu non sai chi sono io. –
 
Non avevamo più aperto bocca. Josh era sparito tra la gente, mentre stavo uscendo dall’aeroporto e io non ero intenzionata a cercarlo. Presi un taxi fino alla mia nuova casa. Una villa su una collina nei dintorni di Hollywood. Se mio padre pensava di fare colpo su sua figlia pensando che una semplice casetta sfarzosa sarebbe bastata, beh, si sbagliava. Non avrei potuto odiare di più quella villa.
Preparai un borsone per andare in spiaggia, certamente una giornata di riposo in riva all’oceano sarebbe stato meglio che usufruire della piscina nel retro. L’unica cosa a cui potessi essere grata a mio padre era la moto che mi aveva comprato. Sentii dei fischi, mentre mi stavo mettendo il casco in testa, pronta a partire.
- Hey Dolcezza! – urlò qualcuno. Tolsi occhiali da sole per vedere chi mi stesse chiamando dolcezza. Un ragazzo ricciolino biondo si stava sbracciando per attirare la mia attenzione, mentre altri due ragazzi stavano scherzando tra di loro, lanciandomi degli sguardi maliziosi ogni tanto. Sbuffai irritata e rimisi gli occhiali. Già odiavo anche i ragazzi Californiani.
- Hey-hey! – mi richiamò il ricciolino correndo verso di me, e prima che potessi sgommare, per andarmene, il ragazzo di piantò davanti alla moto. Tirai via rabbiosamente il casco e lo scagliai a terra incazzata nera. Calò il silenzio e il ricciolino spalancò la bocca sorpreso dalla mia reazione. Odiavo i ragazzi che mi rompevano il cazzo, solo per il piacere di vedermi uscire dai gangheri.
- C-ciao, io sono Keaton. – balbettò lui, osservandomi inquieto, forse pensando che avrei anche potuto travolgerlo in quel istante con la moto. Cosa che in quel momento avevo preso in considerazione.
- Quindi? – risposi acidamente. Non ero in vena di amicizie. Non in quel momento.
- Sei appena uscita da quella casa, no? Sono il tuo nuovo vicino di casa… beh… noi. Loro sono Wesley e Drew. –
Non accennai a sorridere in apprezzamento, o a voltarmi verso di loro.
- Quindi? – ripetei.
- P-pensavamo, ehm… pensavamo se volessi aggregarti a noi per una festa stasera. C’è tipo un mini concerto all’Under 24. –
- Under 24? -. L’avevo già sentito: un locale notturno dove solitamente andavano i VIP a divertirsi.
- Già. Ci saranno anche dei nostri amici. –
- E voi cosa ci andate a fare in un locale riservato ai VIP? – chiesi spazientita dei dettagli inutili. Lui sorrise eccessivamente.
- Dolcezza, noi tre siamo gli Emblem3. -, alzai gli occhi al cielo spazientita. Che fantasia con il nome del gruppo: come se non si capisse che erano in tre. Alzai le spalle, non capendo dove stavano andando a parare.
- Già… - risposi “sbalordita” dalla notizia.
- Non dirmi che non sai chi siamo! – sbottò lui stupito. Come se avessi avuto davanti Conor.
- Uhm, fatemi indovinare… Siete dei pagliacci, vero? – risposi fingendomi pensierosa. Lo vidi diventare rosso dall’umiliazione. Un rimorso mi prese il cuore. Decisamente ora stavo esagerando, dopo l’incontro con Josh non ero ancora riuscita a gestire il furore che mi aveva pervaso. Sospirai afflitta, cercando in qualche scomparto del mio cervello, se avessi mai sentito parlare di loro.
- Ok, scusami, ma oggi non esattamente la mia giornata. – dissi scendendo dalla moto e mettendo il cavalletto e avvicinandomi a Keaton che aveva abbassato lo sguardo. – Sono Inglese, non Americana, quindi non conosco bene le tendenze di qui. –
Un fugace lampo passò sul suo viso facendolo rischiarare un po’, nonostante fosse ancora un po’ a disagio.
- Siamo dei cantanti. Siamo usciti da X-Factor, come gli One Direction, ma noi eravamo un gruppo già da prima delle audizioni. –
Annuii, sorridendogli. Certamente conoscevo gli One Direction, alcuni erano dei grandi amici di Conor, gli altri si conoscevano.
- Capito. –
- Quindi vuoi venire con noi, stasera? Ci saranno un po’ di amici. –
- Quali amici intendi? –
Si grattò la nuca nervosamente e si avvicinò al mio orecchio. – Tra una settimana è il compleanno di Harry, Harry Styles, gli faremo una festa a sorpresa. Oggi ci sarà come una prova. Abbiamo invitato un po’ di gente. – rispose scostandosi. Un sorriso ambiguo di dipinse sul suo volto. Si girò e lo vidi camminare verso i suoi amici. Tra una settimana. 1 febbraio 2014.
- Ci sarò! – urlai.




 
***


Sciao People! Ahahah!
Ok,Sono mesi che non aggiorno, questa FF, ma sono stata presa da un blocco dello scrittore, quindi non sapevo più cosa scrivere :/
Ma più o meno mi sono ripresa e ora ho la testa inondata da idee strepitose!!
Ok, togliendo il preambolo che non potrà interessarvi più di tanto, torniamo alla storia :)
Non so se c'è qualche
Directioner tra di voi, ma se ce n'era qualcuna, dev'essere scattato qualche campanello nella vostra testolina, riguardo la data di "morte" di Conny! Non so come posso pensare che Conor potrebbe "morire" al compleanno di Haz, quindi non chiedetemelo u.u
Ok, poi vi avevo avvertito che gli
Emblem3 avrebbero fatto la loro comparsa, ed eccoli a fare i festaioli, mentre Keaton cerca anche di rimorchiare Cheryl ;)
Ahahahah!
Ok, beh, non credo ci sia altro da aggiungere, quindi se il capitolo ve gusta non siate timide e recensite!
:D





 
               
 
Ebba Zingmark
 


Ps: Ritornando agli One Direction, se ci sono delle Directioner tra di voi, se avete tempo, voglia, o altro, passate alla mia Fan Fiction sugli 1D, dovete solo cliccare sull'immagine e arriverete direttamente alla storia, avrei bisogno di un po' di opinioni sull'ultimo capitolo, quindi non siate timide! ;)


 

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Capitolo 5
*** Chapter 5 - Sempre Sarai ***


 

Chapter 5 – Sempre Sarai
 
“Sempre sarai,
Nella tasca destra in alto,
In un passo stanco,
Dentro un salto in alto,
Che mette i brividi,
Per sempre sarai,
In un sorriso inaspettato,
O in un appuntamento col mio destino.
- Moreno ft. Fiorella Mannoia - Sempre Sarai
 
 
I ragazzi non si sorpresero più di tanto quando, suonato il campanello, uscii di casa con il casco. Avevano capito l’aria che tirava e si erano adeguati.
- Comunque non ci hai ancora detto come ti chiami - disse Keaton, mentre mi chiudevo il giubbotto di pelle nera. I suoi amici lo raggiunsero in strada con una mustang con il tettuccio abbassato.
- Nemmeno loro. – feci indifferente, indicando con un cenno della testa i due ragazzi seduti in macchina e mi misi i guanti in abbinamento con la giacca e senza le dita.
- Loro sono Wesley… -, il ragazzo alla guida fece un cenno con la mano. -… e Drew. -, l’altro stava messaggiando al telefono.
- Mi chiamo Cheryl. Cheryl Smith. – risposi facendo partire il motore.
- Non vieni con noi in macchina? – domandò Drew alzando il suo sguardo cristallino su di me. Aveva un’espressione negli occhi che avevo visto ben poche volte nella mia vita, quell’occhiata inquisitoria e restia. In pratica mi stava studiando.
- Preferisco la moto. – feci ricambiando lo sguardo.
- Dovremmo fare un bel pezzo fino ad LA, piccola. Non sei più in Inghilterra, quello che per voi è lontano, per noi è vicino. – commentò Wesley. Sbuffai riluttante, prima di ricordarmi tutti i commenti dei miei amici che erano stati qui, certamente non potevo ribattere. Spensi il motore e Keaton mi aprì la portiera posteriore.
- Quindi ci sarà anche il festeggiato? – chiesi dopo un silenzio straziante, passato tra le occhiate curiose del riccio e quelle ciniche di Drew.
- No, ci saranno solo Niall e Zayn, dei cinque. Abbiamo pensato non fosse opportuno portare Harry. – mi informò Keaton. Non ero mai stata una vera appassionata degli One Direction, ma sapevo almeno distinguere la facce, visto che avevano fatto delle foto con Conor.
- E gli altri amici che avete invitato? –
- Voi ricordate l’intera lista ragazzi? – scherzò Wesley incrociando i miei occhi nello specchietto retrovisore.
- Non vi ho chiesto l’intera lista, volevo solo qualche nome. – dissi acidamente, facendo sparire il suo sorriso idiota dalla faccia. Drew si voltò verso di me e mi fissò qualche istante.
- Non ti cambierà la vita sapere chi ci sarà. –
Non capivo se dovesse risultare una domanda, un insulto, una provocazione, od un’affermazione.
- Suppongo di no. Immagino che non saprò nemmeno chi saranno la metà di loro. –
 
Non so cosa mi aspettassi a quella festa, ma decisamente con avrei creduto di dovermi trovare in un club di bitchers.
- Questa sarebbe la festa organizzata per Styles? – domandai a Keaton. Lui rise divertito.
- Cosa ti aspettavi? Una festicciola con i cappellini e un clown? – rispose Wesley. Alzai gli occhi al cielo. Lo odiavo più della fidanzata attuale di mio padre, quel ragazzo.
- Certo che magari qualche troia in meno, potevate mettercela, no? – dissi tagliante.
- Stiamo parlando di Harry Styles, Dolcezza. – mi sussurrò all’orecchio qualcuno. Mi voltai di scatto ritrovandomi degli occhi nocciola fissarmi divertiti.
- E tu saresti? –. Gli avrei mollato volentieri un ceffone.
- Zayn! – lo salutò Keaton al mio fianco. Rimasi ad osservarli senza che nessun campanello suonasse nel mio cervello.
- Cher, lui è Zayn Malik. Zayn, questa è Cheryl Smith. – ci presentò Wesley. Drew rimase a fissarmi per seguire ogni mia mossa.
- Piacere, mon chérie. –
Sbuffai annoiata, da quello stupido gioco di parole, che mi aveva accompagnata per il mio unico mese di permanenza in Francia qualche anno prima.
- Non fingerti Francese, hai un accento pessimo. – arricciai il naso infastidita. Vidi un sorriso accennarsi sulle labbra di Drew, mentre Zayn mi fissò allibito.
- Tu invece devi essere Inglese, se non sbaglio. – affermò lui.
- Beh, se non sei palesemente sordo, il mio accento inglese deve sentirsi parecchio. – ribattei seccata.
- Bel tipino che avete portato ragazzi. – approvò il moretto dandomi una veloce occhiata dalla testa ai piedi.
- Avete abbastanza puttanelle, mi sembra, per questa festa. Io non lavoro per voi, capito? – ringhiai puntando un indice sul suo petto, facendolo indietreggiare. – Sono venuta perché dovevo controllare una cosa e basta. – sibilai.
Cazzo! Mi ero lasciata sfuggire una parola di troppo
- Controllare cosa? – chiese indagatore Keaton. Gli altri mi stavano fissando torvi… tranne Drew.
- Non avrete portato un maledetto paparazzo?! – esclamò Zayn guardando Keaton. Le cose si stavano mettendo di male in peggio. Dire che stavo cercando Conor Maynard avrebbe segnato la mia condanna. Fan o paparazzi facevano la stessa fine in quel locale.
- Non è un paparazzo, Zayn. – lo tranquillizzò Drew. I ragazzi lo fissarono interrogativi. – È semplicemente una delle ragazze più ricche del mondo. – continuò pacatamente.
Feci una smorfia disgustata. – Preferisco essere ritenuta un paparazzo, che definita figlia di quello là. – ringhiai. Drew certamente aveva fatto parecchie ricerche sul mio conto, e questo mi stava infastidendo parecchio.
- Quindi sei un paparazzo, o una ricca ereditiera? – chiese Malik. Gli avrei tirato volentieri uno schiaffo, se Drew non mi avesse afferrato il braccio.
- Teoricamente è una ricca ereditiera, ma praticamente è un maschiaccio molto suscettibile. – spiegò Drew. I muscoli di tutto il mio corpo erano tesi come una corda di violino.
- Avete invitato Conor Maynard? – sbottai stanca di essere paragonata ad un paparazzo o dichiarata una ricca ereditiera.
- Cosa? – domandò Wesley frastornato dal cambiamento di discussione.
- Avete sentito bene. – replicai gelida incrociando le mani al petto.
- Hai davanti Zayn Malik e gli Emblem3, e chiedi di Conor? – domandò ironicamente Malik.
- Per me puoi essere anche il primo ministro. Non me ne fotte un cazzo! –
- Dio, qualcuno chiami la sicurezza! – sbottò Zayn irritato. Alzai gli occhi al cielo. Quanto sarebbe bastato a corrompere un bodyguard? Dieci o venti centoni? Forse anche meno.
- La sicurezza non basterà a portarmi via di qui, idiota. Come ti ha già spiegato Drew, io sono ben più ricca di voi quattro messi insieme. – risi acidamente.
- Ok, mi arrendo. – rispose Zayn vinto alzando le mani al cielo e scuotendo la testa sconsolato. – Conor oggi non c’è. Non sai che sta incidendo un nuovo disco? –
- Certo che lo so. Solo che pensavo lo facesse la settimana prossima e questa si prendesse una pausa. –
- È solo un giochetto dei manager. –
- Quindi mi stai dicendo che ci sarà per il compleanno di Styles? – chiesi inarcando un sopracciglio.
- Non lo sappiamo. E comunque tu non saresti invitata alla festa. È solo per gli amici intimi di Harry. –
- Allora sono diventata una nuova amica di Harry. – conclusi con un sorriso provocante.
 
Come sia finita con le spalle al muro, mentre Josh mi stava urlando in faccia, non riuscivo ancora a capirlo.
- Stai giocando con il fuoco! Maledizione! È un suicidio mettersi contro il fato! – gridò lasciandomi i polsi bloccati.
- Bene, allora preferisco morire io. La mia vita non conta come quella di Conny. – parlai tranquillamente, massaggiandomi i segni rossi sui polsi. Lui mi fissò con gli occhi sbarrati.
- Non puoi dire una cosa simile! Tu sei la predestinata! Tu sei quella che sa leggere il futuro! –
- Cercatene un’altra con la mia stessa maledizione! – sbottai irritata.
- Maledizione?! È così che chiami il tuo potere? Maledizione!? Questa è una benedizione! Sei fortunata a possederlo. –
- Fortunata?! Mia madre è morta quando avevo tre anni! Come puoi dirmi che lei era in grado di leggere il futuro, se poi non è riuscita a salvarsi! –
- Per lo stesso motivo per i cui morirà anche quel ragazzo! Ciò che è stato già scritto non può essere cambiato! È la legge del destino, chi le va contro riscriverà solo il suo di futuro e non sarà luminoso come credi! –
- E chi è che regola questo gioco? –
- Destino, ecco chi! Destino, Dio, Brahaman, Tao… come diavolo lo vuoi chiamare, è lui che decide! –
- Tu sei solo un pazzo! Non credo nel destino io, e poi sono atea! Dovresti saperle certe cose su di me, maledetto stalker! –
- Tu non sei atea, tua madre ti ha battezzata. Sei una credente. –
- Non lo sono mai stata. Da quando lei è morta! Come può Dio onnipotente, Colui che tutti credono buono, avermi portato via l’unica persona che teneva a me?! – alzai la voce. Josh provò a dire qualcosa, ma subito richiuse la bocca, guardando a terra. – Vedi. Lui non esiste. – sussurrai con voce fioca.
- Quando capirai il tuo errore, verrò da te. -





 
***


Sciao People! 
Come va? Ok, mi sono sbrigata ad aggiornare questa volta, spero vivamente che questo capitolo sia di vostro gradimento, perchè credo sia quello principale in cui si capisce perchè tra tutte le ragazze di questo mondo (parallelo *lol*) ha la fortuna (o sfortuna, dipende dai casi) di incontrare
One Direction, Emblem3 e Conor ( in un futuro molto prossimo quest'ultimo):3
Comunque credo che in fondo questa fan fiction sia nata dalla mia impossibilità attule di non poter incontrare nessuno di loro, ma solo attuale...
Voi li avete già incontrati? Beh, se
, siete fortunate ;)
Io mi accontenterò di vederli ancora attraverso uno schermo al plasma, o nei pixel di una loro immagine :)
Ok, beh, spero davvero molto che il capitolo vi piaccia, e ringrazio tutte le ragazze che stanno leggedo, recensendo, che hanno inserito la FF tra preferite, seguite e ricordate!
Ora mi dileguo, alla prossima e...


Buona Pasqua!!!






 
               
 
 
 

 

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