Un tocco di un'angelo

di Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'amicizia ***
Capitolo 3: *** Prepotenze ***
Capitolo 4: *** La bellezza non si vede con gli occhi ma con il cuore ***
Capitolo 5: *** La prima mossa ***
Capitolo 6: *** Inaspettato ***
Capitolo 7: *** Una terapia speciale ***
Capitolo 8: *** Accetto tutto, ma non questo! ***
Capitolo 9: *** Domande senza risposte ***
Capitolo 10: *** La differenza tra me e te ***
Capitolo 11: *** La scomparsa di Fine ***
Capitolo 12: *** Pioggia di piume ***
Capitolo 13: *** L'incontro ***
Capitolo 14: *** Misteri ***
Capitolo 15: *** Il suo sorriso ***
Capitolo 16: *** Una uscita in tre ***
Capitolo 17: *** La statuetta ***
Capitolo 18: *** Il bacio ***
Capitolo 19: *** Piume per terra ***
Capitolo 20: *** Ricordi perduti ***
Capitolo 21: *** Avviso ***
Capitolo 22: *** L'eredità di Fine ***
Capitolo 23: *** Passato ***
Capitolo 24: *** L'amore non può essere peccato ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Image and video hosting by TinyPic Stelle come amore....cambiare




Il sole soleva forte è brillante nel cielo azzurro, i gabiani che  si posavano sullo specchio d'acqua. I riflessi provocati dai raggi del sole che  illuminava il mare cristallino, facendo sembrare pieno di diamanti lucchicanti; ogni suo riflesso era unico e speciale.  Una dolce stella si era posata sulla riva del mare, poggiando i piedi sulla sabbia candita e dorata, ogni suo passo veniva impresso nella superfice bagnata dalle onde del mare che provocavano una sorte di schiuma bianca. Un leggero venticello giunse da est e scompigliò i suoi lungu capelli rossi, facendola voltare e trasformarla. Davanti al mare calmo e brillante appariva una dolce  fanciulla dai lineamenti infantili, da due occhi rubino e profondi che trasmettevano serenità e purezza,  le labbre rosee e dischiuse, il corpo di una ragazzina di 14 anni; indossava un leggero vestitino rosa chiaro  e dei nastrini che volavano leggermente di un rosa più scuro. Dietro le spalle aveva due bellissime ali che allo sbattere persero qualche piuma bianca come la purezza che la rappresentavano.
S'incamminò verso la finitoria della spiaggia, fino a giungere a un muretto di pietra per salire i tre scalini.

Ricordava ancora bene le parole dette dal suo superiore.

-Dovrai trovare questo ragazzo e fargli capire che cos'è l'amore - aveva detto l'arcangelo

Si esatto lei era un'angelo, il suo compito era quello di far capire ai umani il vero valore dell'amore; il ragazzo che era stato affidato aveva 16 anni, aveva perso entrambi i genitori in un' incidente e cosi aveva vissuto una infazia dipinta dalla sofferenza. Dopo la morte dei suoi aveva iniziato a  sbagliare strade e per questo era stato in prigione.

La ragazza dopo aver ricordato le parole del suo superiore si mise in viaggio, dove trovarlo a tutti i costi la sua promozione  si basava su questo, tuttavia  non poteva usare  i suoi poteri come angelo, doveva contare solo sulla sua buona volonta.

-Ma come farò a  incontrarlo? Questa città è gigantesca-disse angelo

Ma all'improvviso la sua strada fu bloccata da un gruppo di ragazzi, erano intorno a lei, avevano uno sguardo poco buono, infatti le loro menti pensavano solo ad una cosa: divertirsi.

-Eh, ti sei persa per caso?- disse uno dei ragazzi

-Ti possiamo dare una mano?- disse un altro

la poverina tremava di paura, come poteva togliersi da quel guaio.

-La sciatela!- disse qualcuno avvicinandosi

-E tu chi saresti?- disse  lo stesso ragazzo che aveva iniziato

-Non è importante chi sono. Ma non piaccie le vostre intenzioni- disse il ragazzo

l'angelo lo guardò e scoprì: aveva i capelli cobalto e due magnifici zaffiri  come occhi, si era proprio lui...colui che dova far rinascere  quel sentimento tanto importante: l'amore.

-Sei tu?-disse l'angelo

-Eh?- non capendo

-Sei. Shade- disse l'angelo facendogli un largo sorriso

-Come fai a sapere il mio nome?- Disse Shade sorpreso

-Non ha importanza.-spiegò la ragazza

In tanto il gruppo che aveva circondato l'angelo stava tremando di paura, aveva riconosciuto Shade, lui faceva parte della banda più potente  della  città- i squali neri- in tanto che parlava  con quella ragazza misteriosa  fuggirono a gambe elevate





Allora cosa vi pare questa nuova ff? scstemi per prima. Spero che siate in molti in questa nuova avventura ...Heart

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Capitolo 2
*** L'amicizia ***


Image and video hosting by TinyPic Ciao a tutti scusate per il mio ritardo, spero che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento Heart.


Shade, occhi e capelli della stessa tonalità di colore...Blu, cobalto. Il ragazzo più popolare della città poiché par tenente a uno dei gruppi più pericolosi di tutta la città, i squali neri. Ragazzi senza dignità, in cui cercano di soddisfare la propria rabbia e il desiderio attraverso le persone più deboli...
Shade dopo la morte dei suoi genitori viveva insieme alla sorella Milk  un anno più piccola, ne aveva 15, aveva i capelli lunghi e rosa, due occhi profondi di color blu...anche lei era bella come il fratello ma diversamente al fratello non faceva parte di nessun gruppo , dolce e golosa più che mai.

Shade dopo aver visto che  quel gruppo di ragazzi scappare, diede una occhiata alla fanciulla che aveva d'avanti, la guardò attentamente: Era bella questa non c'è nulla da dirci, occhi e capelli color del rubino...e poi la cosa che gli attirò l'attenzione era uno strano tatuaggio che portava al petto sembrava un cuore con le ali e di color rosa chiaro.

-Scusa ma adesso devo andare- disse lui

-Aspetta- disse lei

-Non so come mai sai il mio nome, ma questo non mi importa adesso vattene non ti voglio più vedere - disse shade

-Mai io...- disse la fanciulla



                                                      ***

In tanto una bella ragazza di 15 anni camminava verso la spiaggia con la sua amica fino a che non si accorse di una ragazza che era seduta sola, si avvicinò e gli diede un fazzoletto per asciugarsi le lacrime.

-Perchè piangi?- chiese dolcemente

La ragazza si girò e la vide...aveva due profondi occhi, capì immediatamente che era una persona speciale, unica.

-Sono arrivata adesso, tra poco si metterà a piovere e io non so dove andare- disse

-Piovere? Ma se non c'è neanche una nuvola- disse l'amica vicino alla ragazza dai capelli rosa

-Comunque io mi chiamo Milk è lei, è la mia amica Mirlo- si presento Milk

-Piacere di conoscervi io sono Fine- disse l'angelo

-Puoi venire a casa mia, tanto per ora non c'è nessuno, mio fratello ritornerà sta sera, può darsi- disse Milk

-Ma Milk non la conosci nemmeno- protestò Mirlo

-Non preoccuparti so che di lei si può fidare- disse Milk con un sorrido

-Ti ringrazio, ma io non posso pagarti- disse Fine triste

-E chi l'ha detto che io voglio essere pagata, dai su...andiamo- disse la giovane

S'incamminarono verso la casa della ragazza fino a che il sole che poco prima soleva sul cielo scomparse dietro dei nuvoloni grigi facendo piano piano oscurare il cielo.

-Avevi ragione- disse Mirlo sorpresa

-Non sbaglio su questo- disse Fine sorridendo

-Allora sbrighiamo prima che ci bagnamo tutte- disse Milk iniziando a correre

Giunsero poco dopo, in una casa bianca composta da due piani; entrarono e la ragazza pose due asciugamano alle due per asciugarsi dall'acqua e poi li condusse verso il salone principale.

-Vi do il benvenuto a casa mia- disse Milk felice

-Grazie, dell'ospilità- disse Fine

-Ben rientrata signorina- disse un uomo tra i 60 anni, con i baffi grigi e senza capelli...portava una divisa di cameriere nera e bianca...

-Alfred porteresti del the per favore?- chiese Milk

-Certamente- disse l'uomo scomparendo

Si Sedettero sul  divano di fronte al camino

- Allora Fine quanti anni hai?- chiese Milk

-16 anni- disse la rossa

-Wow ci leviamo solo un anno...ma dimmi come mai eri sola in spiaggia?- chiese curiosa

"E adesso che gli dico? Che era stata mandata dal suo superiore per far capire il sentimento dell'amore a un ragazzo che l'aveva trattata come un pupazzo? No...si doveva inventare qualcosa" pensò

-I miei genitori sono dei grandi impresari e mi hanno mandato qui perchè...devo trovare un persona fino a che non la troverò non potrò ritornare a casa- disse in poche parole, nessuno avrebbe creduto a una bugia come quella ma si dovette ricredere perchè le due con un attacco a sorpresa l'abbracciarono e diedero il loro appoggio.

-Che crudeltà, non preoccuparti da ora in poi ci siamo noi con te...su di noi ti puoi fidare vero Mirlo?- disse Milk

-Certo, adesso sei una nostra amica- disse con un sorriso

-Ecco a voi signorina il the e alcuni pasticcini- disse Alfred posandoli sul tavolino.

-Wow i miei pasticcini preferiti- disse Milk

-Sono anche i miei preferiti- disse all'improvviso Fine

-Cosa?- disse Milk

-Sono anche i miei preferiti- ri disse Fine

-Wow non aveva mai incontrato una persona che amasse le mie stesse cose...- disse Milk

-Adesso ne hai trovata una, io sono una vera golosona- disse Fine addentando no di essi

-Mi sento sollevata che qualcuno fa qualcosa uguale a me...- disse Milk

-Credo che voi due avrete tante cose in comune- disse Mirlo un poco triste

Lei non era golosona come le due, era più semplice e educata...non amava tanto mangiare ma tuttavia grazie a Milk era cambiata e aveva accettato un poco di più la vita...

-Ehy Mirlo, non fare quella faccia...mangia anche tu- disse Fine prendendo una dei pasticcini e mettendole in bocca

-Oh così mi farai morire- disse Mirlo

-Ma che dici...la vita ti può sorprendere a volte. Guarda la mia, prima ero sola e con nessuno e adesso mi ritrovo con due persone fantastiche e per di più adesso ho delle amiche...lo sapevo il mio sesto senso non mi delude mai, voi siete speciali- disse Fine

-E chi sarebbero le  due persone speciali?- chiese Milk

-Come chi sono?- disse Fine - Siete voi...Milk e Mirlo...vi va che facciamo una promessa...lo so che ci conosciamo da poco ma vi giuro che di me vi potrete fidare sempre...- disse Fine

-E di me... anche- disse Milk

-Pure di me- disse Mirlo

-Allora prego che la nostra amicizia non finisca mai e si potrà evolversi ancora di più- disse Fine

-Brava Fine noi siamo con te- dissero le due



Ecco a voi il secondo capitolo; come avete notato questo capitolo non ha parlato tanto di Shade, infatti il capitolo è centrato su un'amicizia iniziale...Spero che vi piaccia e che mi dite cosa ve ne pare...attenti che ci conto..al prossimo Kiss kIss Heart.

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Capitolo 3
*** Prepotenze ***


Image and video hosting by TinyPic il tocco di un angelo Ciao a tutti, so che non ci sono stata molto con questa storia poichè siamo solo all'inizio ma spero che la concludo ma ce ne vuole ancora di tempo, comq ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di aspettare il mio ritorno ... non dilungo ancora e vado, farò un piccolo riassunto per mettermi anche alla pari.


2°Capitolo-Prepotenze

La notte, le stelle , la luna era fissa nel cielo e la stava guardando con i suoi occhioni grandi e luccicanti.Una ragazza fluttuava nel cielo con le sue bellissime ali bianchi, guardava lo pettacolo di stelle cadenti che stava avvenendo in quell'istante assaporando tutte e sensazioni di pace e di beatitudine. In quel momento una luce argentea comparse di fronte a lei: Arcangelo era apparso lei come abitudine si inchinò.

-Fine, come sta procedendo?- chiese

-Bene anche se ancora non c'è nessuna svolta, siamo solo all'inzio- disse la ragazza restando con  lo sguardo abbassato.

-Conto molto su di te, spero che tu faccia un ottimo lavoro- disse per poi scomparire e la scia di stelle scomparse con egli.

Fine si posò sul tetto della casa che da ora in poi l'avrebbe ospitato, la ragazza che gli aveva dato questa opportunità era molto dolce e allegra, diciamo che la specchiava molto con il suo carattere, un' altro giorno era passato e Fine aveva chiesto a Milk... questo era il nome della ragazza, di far parte anche lei della stessa scuola che frequentava: gli aveva sorriso e abbraciata.


-Credo che sarà facile, hai tutte le cose in regola per entrare, ma ti dico dall'inizio che non sarà facile ... nella scuola ci sono molti tempisti che rompono le scatole e se ti prendono di mira sei finita- disse MIlk

-Starò attenta- la rassicurò Fine

-Ok. Possiamo andare- disse. La prese a braccietto e la portò in segreteria, solo dopo due ore uscirono e gli diedero la divisa.

- Milk, ma devo ritornare a casa?- disse Fine

- NO, ti cambierai qui stessa, vieni che ti indico la strada, le lezioni inizieranno tra quindici minuti, sei fortunata oggi manca un professore e per questo siamo entrate dopo. -disse la ragazza portandola nei spogliatoio.

-Credo che mi piaccia di già questa scuola- disse sorridente la rossa

-Fine che cos'è questa cosa che hai nella spalla?- chiese curiosa Milk vedendo nella spalla destra uno strano tatuaggio a forma di cuore alato ma dentro il cuore due iniziali che non si vedevano molto bene.

-Lascia stare- disse Fine coprendola con la camicia bianca.

Dopo poco uscirono, Fine aveva indossato la divisa della scuola che comjprendeva: una camicia bianca con una cravatta rossa, un gile nero e una gonna a quadretti nera con le finitorie rosse, la giacca non era presente poichè si trovavano in autunno e ancora c'era caldo.

-Stai benissimo con l'uniforme dai andiamo in classe- disse MIlk

-Si - disse Fine seguendo l'amica

Arrivarono in classe e fu presentata ad essa, le lezioni proseguirono fino all'ora della ricreazione che si svolgeva fuori delle classi e questo permetteva ai ragazzi di andare fuori o nei corridoi; Fine e MIlk stavano passegiando in uno dei tanti corridoi della scuola fino a che non si imbatterono in un gruppetto di ragazzi con una fascia rossa sul braccio destro , Milk capendo al volo di chi si trattasse alzò immediatamente Fine e se la portò ditro le spalle come segno che lei era con lei.

-Guarda... guarda, abbiamo una nuova studentessa in questa stupida scuola- disse uno dei ragazzi

-E poi come vedi fratello è molto carina- disse un altro

-C'è la dovremo spassarla- disse un altro

Le due rimasero a guardarli fino a che Fine non rispose indignata di quei argomenti su di sè.

-Non sono una bambola!- disse seria

-Come diamine hai osato parlarci così?- disse uno di loro sbattendo Fine al muro

-Chi siete per parlarmi cosi? Nessuno solo dei stupidi ragazzi che si sentono qualcosa di importante- disse spostandosi

-Fine forse è meglio che non dici più nulla- disse Milk calmando l'amica

-Ascolta la tua amica carina... oggi ti lasciamo ma un giorno di questo te la faremo pagare- disse per poi andarsene

-Mi vuoi dire che cosa ti è preso?- gridò Milk

-Che hai da scaldarti?- chiese Fine

-Non sai chi sono!- disse

-Non mi importa chi sono, ma non voglio che dei ragazzi senza cervello mi dicano cose orribili su di me ...- disse incamminandosi

-Non sapevo che avessi tutto questo coraggio ad affrontarli, sono uno delle bande più forti e potenti della città oltre ai sguali neri ...- disse Milk

-Capito...-

-Comunque dobbiamo andare tra poco iniziano le lezioni- disse Milk


Ecco a voi, non è niente i che ma siamo all'inizio spero solo che le idee mi ritornano e posso dare il meglio. ditemi come vi sembra. Heart.

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Capitolo 4
*** La bellezza non si vede con gli occhi ma con il cuore ***


Image and video hosting by TinyPicSalve: forse vi state chiedendo cosa faccio qui, be’avete tutte le ragioni del mondo. E da un bel pezzo che non mi faccio sentire, quanto meno mi dovreste odiare poiché ho lasciato una storia incompleta, è colpa mia, non ho voluto più continuarla per varietà di problemi e affari diciamo. Ma eccomi qua, a dedicarmi una parte della mia fantasia per questo fandom dimenticato, spero che avrete ancora voglia di leggere qualcosa da parte mia, se non vi interessa o avete perso la stima (forse sto parlando al vento) non fa nulla, ho scritto anche troppo.
Spero che vi piaccia. N.B= i capitolo saranno piccoli ma prossimamente si allungheranno quando il mio pc ritornerà da me.
Grazie di avermi ascoltato


                                                                                                                           4°Capitolo
 
Le lezioni stavano terminando il cielo era pieno di nuvole bianche che viaggiavano lentamente nel mare azzurro.
Fine la dolce piccola, camminava alla scoperta di luoghi ancora in esistenti alla sua geografia, era da poco atterrata in essa che si sentiva l’angelo più fortunato del cielo. Visitò la grande mensa, le diverse aule della scuola tra le quali quella di musica che per poco non si trattenne per toccare quell’immacolato piano forte bianco, la terrazza piena di buchi sul pavimento, la soffitta segreta del preside dove c’era una varietà di documenti impolverati, fino ad arrivare nel giardino.
Un immenso campo smeraldo che brillava di colori: i fiori spuntavano come conigli dall’erba.
Fine cautamente come se ci fossero delle bombe si avvicino a un fiore dolce e bianco.
Un giglio.
Un piccolo tesoro del pianeta terra che cercava di spuntare a sua fatica dalle folti radice dell’albero che aveva accanto.
Fine si avvicinò e con le sue mani calde e delicate iniziò a sfiorarlo piano piano, il suo stelo era verde pino, sottile come un ago. I suoi petali bianchi come le sue dolce infinite ali che nascondeva ai umani, i suoi campanelli erano color dell’arancia matura che traboccavano leggermente da una parte l’altra per il leggero venticello.
Si sedette accanto a lei, tolse le erbacce che l’ostacolavano e sorrise al suo lavoro compiuto.
Il mare si era aperto al sole che ondeggiava come piccole onde e rispecchiava il suo calore con lo specchio sotto di se, il vento battezzava le sue sorelle in quella nuova nascita e vita, il ciclo terrestre era nei suoi germogli.
“Fine, finalmente ti ho trovato” una voce piccola e dolce si sentii, Fine si alzò con un sorriso cristallino e chiese come mai la cercasse.
Milk le spiegò che la professoressa di musica  la voleva conoscere e che dovevano far in fretta. La prese per mano e Fine disse piano “ciao” al suo nuovo amico trovato.
Quando giunsero in classe, i suoi compagni erano li ad aspettarli, il gruppo di ragazzi che prima l’avevano presa di mira e che volevano farla pagare risero alla sua entrata.
I bisbigli rozzi e maleducati di essi non fermarono il piccolo angelo, la voglia di farli stare zitti era palpabile ma doveva stare in riga come tutti gli altri, lei non era un angelo in quel luogo ma una semplice studentessa.
Il suono soave del pianoforte distolse Fine dal gruppo, chiudendo gli occhi iniziò a concentrarsi solamente per la melodia che riaccendeva la sua voce incantevole che era stata ereditata dalla sua creatrice.
Spinta dalla sua aura angelica si alzò in trance e uscii dall’aula senza permesso, ma non importava, doveva spiccare il volo in prima possibile. Trovo un piccolo laghetto oltre la fitta boscaglia e li si immerse nella culla dorata.
Uscii splendente, con il vestito bianco candito di neve, la sua aura sprigionò il suo immenso potere e illuminò la vasta area di  petali e musica.
Le bianchissime ali si aprirono, oro e argento scendevano come campanelle di gioielli … in quel momento Fine era ritornata angelo.
 
 
La sera arrivo lentamente e la magia sparii.
“Fine, dove sei’” Milk la chiamava con gran voce e preoccupata.
Dalla foresta apparse lei.
“Sono qui” disse.
“ Ma dove eri finità? Lo sai che mi hai fatto preoccupare, comunque dai ritorniamo a casa è tardi e tra poco mio fratello ritornerà” spiegò in tutta fretta.
“Fratello?”
“Si, ritorna una volta alla settimana…dai aiutami a preparare la cene se no chi lo sente.”
Le due prepararono la cena, ornarono la tavola con tovaglie colorati e calde e infine posero la cena bella e pronta.
Le nove passarono e del fratello di Milk non c’era traccia, alla fine dopo le 11 la porta si aprì e li apparse un ragazzo con una felpa con il cappuccio nero, i jeans strappata che iniziavano dalla coscia e finiva al ginocchio, li c’era un taglio netto e del sangue secco.
“Shade, ma cosa hai fatto?” Milk raggiunse il fratello e si inginocchiò per vedere la ferita.
“Non è nulla, lasciami in pace” disse scorbutico.
“Dovresti avere più rispetto e comprensione per tua sorella, lei si preoccupa per te” disse infine Fine.
Shade alzò gli occhi e si scontrò con i rubini della sconosciuta.
Magneti come calamite.
Brillanti come la luce del sole e delle stelle.
Bella come un angelo sceso dal cielo.
“E tu che ci fai qui? In casa mia?” si riprese in fretta e balzò in piedi.
“Shade stai seduto e non importunare la mia ospite, non ci sei mai a casa e mi sento sola e così l’ho invitata, lei mi terra compagnia” si scusò ma difese la sua persona.
Lui non disse nulla, annui solamente e dopo che lei avesse finito di medicargli la ferita salii in camera sua e svanii dalla stanza.
“Credo che adesso mangerò, ti unisci a me Fine? E’ una perdita di tempo aspettarlo” si allontanò, ma Fine rimase li a osservare quella porta chiusa, avvolta dal buio.
“Ti farò cambiare idea.”

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Capitolo 5
*** La prima mossa ***


Image and video hosting by TinyPic                                                            Capitolo 5
 
Il sole stava per sorgere.
Il buio scompariva pian piano.
L’acqua vibrava leggermente, ogni piccola vibrazione dei cerchi circolari volgeva un ruolo misterioso. Una testa arruffata sbucò da sotto le coperte. Si alzò senza far rumore e, si precipitò fuori. Il suo superiore la stava richiamando con grande voce, nessuno poteva sentirla oltre a lei, gli umani non avevano quell’udito fino.
Chiuse gli occhi e in un attimo fu li, in quello specchio d’acqua. Al suo cospetto l’arcangelo, che sedeva fluitando nell’aria. Le braccia incrociata al petto, i suoi piccoli occhialini sul naso e il viso serio.
“Fine” la richiamò.
Lei abbassò la testa per portegli risposto.
“Come vanno le cose?” Chiese sapendo già la risposta.
Lei non rispose subito, sapeva che gli angeli potenti, erano in grado di vedere i movimenti e le azioni degli umani… doveva escogitare un piano per intervenire bene e farlo cambiare.
L’arcangelo aspettava ancora una risposta.
Alla fine persa decise di chiarire i suoi dubbi “ La faccenda è seria, Shade non vuole partecipare a nulla… non c’è mai a casa, in quale modo non posso intervenire” disse risolutiva.
Sperava che l’angelo capisse la sua situazione, ma non fu cosi.
“Mi dispiace Fine, ma mi costringi a dichiarare che non sei competente” lei sobbalzò.
No, non gli poteva dire una cosa del genere, ci stava mettendo tutta se stessa…
“Mi dia ancora un poco di tempo, è solo qualche giorno che sono qui” disse.
L’arcangelo la fissò allungo, attimi delicati prima della sentenza.
“Va bene. Avrai altro tempo, ma, se non vedo miglioramento, dovrai cedere il tuo posto a qualcun altro” e scomparse.
Lei era competente e lo avrebbe dimostrato. Shade avrebbe amato e lei si sarebbe presa la ricompensa.
Ma il guaio era che non aveva la minima idea di cosa fare.
Shade era un ragazzo chiuso e arrogante.
Ma sapeva che dentro a quel cuore, era nobile. Bastava farlo aprirlo.
Ritornò a casa.
Quando apri la porta, si ritrovò Shade seduto sul divano, lo guardò attentamente, mentre il ragazzo non dava la minima attenzione.
Esasperata, disse “ buon giorno”.
Si recò al piano superiore per sistemare la sua stanza, mentre Milk sbucava da chi sa dove, spaventarla.
Urlò con tutto il fiato per poi stendersi al suolo, con la mano al petto.
“Ma tu sei pazza!” Disse cercando di regolare il battito cardiaco.
“Scusa, non sapevo che avevi paura” porgendogli la mano.
Fine lo osservò.
“Dove stai andando?” Chiese curiosa.
Milk si guardò per poi rispondere “sono stata invitata a un campeggio, mio fratello non vuole venire e cosi ci vado da sola” disse triste.
Fine si rattristò, doveva fare qualcosa.
Poi gli balenò un’idea.
La raccontò a Milk e lei sorrise.
In fine salutarono Shade e si allontanarono verso l’appuntamento.
Il luogo era meraviglioso, un campo verde era smeraldo.
Il sole che li accompagnava. Montarono le tende, cercando di non romperle e alla fine ci riuscirono.
“Credo che sia arrivato il momento” disse Fine, sperando con tutto il cuore che abboccasse.
Milk fece scattare la chiamata e con le lacrime finte, ma che Shade non sapeva, gli disse che era successo una tragedia e, che doveva correre subito da lei.
Era un poco mischino, ma era l’unico modo per farlo smuoverlo.
Mentre lui arrivava, le due sorridenti iniziarono a divertirsi.
Giocarono a pallavolo, e si resero conto che erano due schiappe, mangiarono tanti dolci fino a scoppiare, fino a che non si ritrovarono uno Shade infuriato.
“Come avete osato ingannarmi!” Disse, mentre sputava fuoco come un drago.
Milk si allontanò e sbatte la testa su un albero, “ adesso me la pagherai” dando un pugno alla corteccia.
“ Dai Shade, “ cercò di calmarlo “ magari adesso sei qui” disse tremando.
“Sei solo una sciocca, una bambina inutile è capricciosa” Milk si misi a piangere.
Fine divenne una furia sentendo quelle parole.
“Sei tu il bambino! “ Affermò.
Shade la guardò.
“ Sei suo fratello, sei la persona che si prende cura di lei, e ancora non hai capito che tua sorella è cresciuta… sei solo un egoista, e” non terminò la frase poiché fu spinta al suolo.
“Tu non sei nessuno per dirmi questo, non sai nulla di me” sbraitando.
Si rialzò.
“ Io so molto di quanto tu creda, a chi vuoi far credere che sei il più forte?” Avvicinandosi a lui senza temerlo “ lei è tua sorella è la dovresti proteggerla e amarla, e invece la tratti peggio di una schiava” i suoi rubini erano fissi sui occhi di Shade.
“Fine smettila” Milk si avvicinò, cercando di calmarla.
“No, non la smetto lui non si può sentire il padrone di tutto. Sei una persona Milk, né un oggetto, né chiunque altra cosa… tu vivi, ma di nascosto soffri per questo ragazzo che non ti bada nemmeno” Sputò con tutto il suo disprezzo.
Shade rimase fermo, si scostò un poco e poi rise.
“Vuoi la guerra? E, guerra avrai” disse per poi allontanarsi.
Fine non si spostò nemmeno per un millimetro, mentre le gambe tremavano.
Milk si avvicinò di nuovo e disse “ adesso dovrai aspettarti la qualunque cosa, si vendicherà” guardando la sua ombra allontanarsi.
“Non ho paura di questo, ma di altro” inginocchiandosi al suolo.
L’aveva fatta grossa, come sarebbe andato?
 
 

***
Allora, prima qualcuno dica qualcosa mi voglio scusare.
lo so, avevo detto che la dovevo cancellarla, ma lo lasciata sospesa.
Ci ho riflettuto molto e poi mi snodetta perchè la dovrei lasciarla incompiuta? Ed eccomi qua. Non so che capitolo ho scritto, ne di cosa ho trattato, ma spero che vi piaccia. Ho in mente il continuo di questa vicenda, ma con calma. Non vi aspettate chi sà cosa.
Grazie per aver ancolra pazienza con me...

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Capitolo 6
*** Inaspettato ***


Image and video hosting by TinyPic                                                Capitolo 6
 
La notte era calata.
Il buio avvolgeva il campo, tutti erano radunati al suo centro. Il grande falò avvolgeva l’ombra di luce, era un bellissimo spettacolo che pochi capivano.
Una di queste era Fine.
Lei non badava a nulla, ma a quello si.
Piccola è indifesa, se ne stava in disparte.
Non le importava, no, solo di una cosa… diventare angelo completo.
In verità lei non era del tutto angelo, ma per metà umana, ecco perché poteva vivere in quelle sue sembianze.
A volte si chiedeva chi fossero i suoi genitori, ma nello stesso tempo non lo voleva sapere, era troppo doloroso.
Si concentrò nelle piccole fiamme che uscivano dai margini e ricominciò a ripensare a quel giorno.
 
La pioggia cadeva incessamente, davanti a un grande portone era adagiata una bambina di quattro anni.
Non aveva altro che un leggero vestitino bianco.
Gli occhi tristi e vuoti.
Due braccia la presero e la portarono al caldo.
Non ricordava altro, né di chi l’aveva lasciata li, né tutto.
Era divisa a metà.
Ma. I suoi ricordi iniziavano con l’inizio del suo addestramento.
Tutto da li.
 
“Ehi Fine, ci sei?” Milk la chiamò.
Sobbalzò.
“Si, certo” disse nervosamente.
“Vieni?” la trascinò dai suoi amici e la fece sedere vicino “ perché t’isoli?” Domandò con un sorriso.
“Non mi stavo isolando, ma pensando”
“Ok” la serata passò lenta, ma passò.
 
Stava camminando sotto il cielo azzurro, quando all’improvviso comparse un’ombra e la fece spaventare. Cadde e si sbucciò il ginocchio.
“Ehi!”
“Ahahah” una voce rise. Fine alzò lo sguardo e si ritrovò Shade davanti.
“Perché l’hai fatto?” Disse.
“Perché mi andava di farlo” Disse semplicemente.
I suoi occhi trasmettevano trionfo, ma non sapeva che Fine non era una ragazza che si faceva mettere i piedi sopra la testa facilmente.
“Senti qua, non so cosa ti passa per quella testa, ma se osi farlo di nuovo mi arrabbio” lo minacciò.
“Fai pure. Tu sei una ragazza ed io un ragazzo, vedremo chi vincerà” aveva ragione lui avrebbe vinta facilmente.
“Non ti mettere in testa che avrai vita facile con me”” Io non sono come le altre!” disse chiaro e tondo.
“Bene a saperlo.” Andandosene.
 
I gruppi erano formati. Milk, Fine, Shade e Rein.
Shade stava rimorchiando Rein, anche se la ragazza cercava di non cadere nel suo tranello; invece Fine e Milk parlavano animamente di dolci.
Il tempo sembrava splendido, ma alcune nuvole coprivano il cielo e il sole.
Il pomeriggio si stava facendo più scuro, di sicura tra breve si sarebbe messo a piovere.
Il gruppo si guardò in giro, di sicuro dovevano trovare la strada per il ritorno.
“Forse è meglio ritornare indietro” disse Rein.
“Si” disse Shade.
Per la prima volta Fine fu d’accordo con lui, ma sentiva qualcosa.
Non diede voce alla sua preoccupazione e continuò a camminare fino a che un tuono si propagò nell’aria.
Le tre ragazze saltarono per la paura.
“Frignone” disse Shade.
“Stai zitto!” lo fecero zittire in un secondo.
Continuare, continuare e finalmente si vedeva la raduna.
Ma ecco che un fulmine si scontrò con una montagna rocciosa.
I massi si sgretolarono e iniziarono a cadere rovinosamente dalla montagna.
Sia Rein e Milk si allontanarono per correre al riparo ma Shade rimase li, come se potesse fermarli.
“Shade spostati!” Gridò Milk.
Ma lui non voleva sapere.
Fine non sapeva che pensare alla fine, spinta dall’impulso fece un lungo balzo e butto di lato Shade, lui in trance cadde al suolo, mentre Fine veniva trascinata dalle rocce.
Le urla non si fecero attendere.
Ma lei con stupore di tutti si alzò.
“Sto bene” disse.
Shade era bloccato al suolo, non sapeva il motivo.
Non sentiva più il suo corpo, una strana energia l’avvolse.
Quando poi qualcosa di caldo lo toccò tutto svani.
Alzo lo sguardo e vide Fine, la ragazza aveva un taglio sulla guancia.
“Stupida” disse sorpreso. Doveva dire grazie ma se usci con quella stupida parola.
Lei lo guardò di traverso, si girò ma ecco il ripensamento.
La sfiorò di spalle e poi… il buio.
Fine e Shade era al suolo.
 

 
Ok, che cavolo ho scritto? Non lo so, mi è venuta questa idea ed eccola su bianco e nero.
Spero che vi piaccia.
Credo proprio che sto ritornando in carreggiata con questa fiction per fortuna, mi dedicherò di più.
Sono triste per il momento uff.
Ditemi cosa ne pensate. :)
 

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Capitolo 7
*** Una terapia speciale ***


Image and video hosting by TinyPic                                                            Capitolo7
 
Fine non sapeva, dove si trovava.
Il luogo era infestato di nebbia fitta, per un momento temette di trovarsi chi sa dove, ma poi, pian piano la nebbia spari…lasciandola sconvolta.
La scena che si presentò era una sola, ed era terribile.
Un bambino piangeva. Un bambino disperato e con gli occhi lucidi per il pianto, accanto ad un neonato che lo guardava con quegli occhi, misteriosi ma pieni di calore.
Fine osservò la scena, mentre un moto di angoscia e paura la terrorizzò.
Che cosa gli era successo? E, perché si trovavano soli? Domande che in breve capi.
Quel bambino che era inginocchiato, quella bambina piccola, soffice che lo guardavano, due sguardi, una sola parola. Milk e Shade.
Ecco, lo aveva capitolo. Erano loro due.
Fine non capì, come mai si trovasse nei suoi ricordi, perché quelli erano ricordi dolorosi del proprietario.
Sotto mille dubbi, iniziò ad avvicinarsi, ma era solo uno spettro, non poteva far nulla.
Guardò attentamente la scena, con sorpresa Shade si alzò, le lacrime rigavano copiose, il forte ed esuberante Shade era crollato.
Prese la piccola in braccio mentre scoppiava in lacrime e apri la finestra, Fine si spaventò notevolmente di quel gesto, cosa voleva fare? Gridò ma era inutile.
Shade si sporse alla finestra e guardo in basso, si voleva buttare, voleva farla la finita.
Cercò di prenderlo, trattenerlo, gridargli contro ma era inutile, alla fine fu invasa di nuovo da quella luce e tutto divenne buio.
 
Si svegliò con un atroce mal di testa. Si guardò in giro ed era in un letto.
Si riappoggiò sul letto e cercò di calmare il respiro, quella scena era troppo per lei.
“Buon giorno” una voce squillante la fece voltare, era Milk.
“Ciao” disse piano.
“Come va?” Chiesa l’amica.
“Bene, anche se mi fa male la testa” confessò.
La ragazza la guardò per bene per poi sedersi su una sedia accanto al letto.
“Non lo fare più!” Disse Fine si voltò verso di lei.
“Cosa?” Chiese spiegazioni.
“Non fare la finta tonta, mi stavi facendo venire un infarto tu e mio fratello. Siete svenuti nel mezzo del nulla, lo sapete come mi sono sentita?” disse al punto di piangere.
“Mi dispiace” mortificata.
Shade, aveva perso i sensi come lei.
Che cosa era successo tra di loro? Si sentiva scombussolata del tutto, qualcosa di quella visone le era rimasto dentro, un sapore amore e poi quell’episodio.
Doveva indagare, ma non adesso.
“Come sta lui?” domandò.
Milk alzò lo sguardo furente “ bene. Anzi benissimo, poiché se ne andato”
Come al solito.
“dai calmati Milk”
“No, mio fratello stava male. Quando siete stati ricoverati, si lamentava, i dottori gli hanno dato un calmante. Non so cosa sia successo tra di voi, ma non può essere una coincidenza.”
“Quale” disse anche se sapeva la risposta.
“Siete svenuti nello stesso istante, un momento fa stavate bene e poi, buf.” Era diventata isterica, non controllava più le parole, alla fine distrutta pianse e Fine la consolò.
 
 
Il cielo era ritornato nuovamente azzurro.
Fine e Milk erano ritornate a casa, ma… Shade non si trovava.
Era scomparso.
Le due ragazze non stavano ferme, passeggiavano avanti e indietro, nel tentativo di calmare le acque dentro di loro, ma con il passare del tempo, l’ ansia aumentava.
Erano seduto fino a che, una scarica elettrica passò dalla mano di Fine.
Lei si alzò di scatto, le prudeva da matti.
Si sedette di nuovo, ma un'altra scarica la colpisse, si rialzò di nuovo e fu invasa da un'altra.
Cercò di capire quella sensazione sgradevole, fino a che un viso comparse nella sua mente: era quello di Shade.
Corse fuori senza dire nulla, come una pazza.
Cercò con attenzione una sua traccia e quando lo trovò spalancò gli occhi.
Shade era malato, perché non ascoltava una buona volta sua sorella.
Cercò di svegliarlo con piccoli schiaffi, ma lui non le rispondeva.
“Shade, svegliati!” disse.
Ed ecco i suoi occhi. Lucidi e vuoti.
“Lasciami!” disse con disprezzo.
“Non dire assurdità, dai ti aiuto “ ma lui la spinse, non voleva essere aiutato.
“Perché” Fine lo guardò, lui intanto si contorceva dal dolore.
Più si avvicinava e più lui si allontanò, alla fine spazientita lo catturò in un abbraccio.
“Adesso tu vieni con me e, non fare i capricci!” a quella autorità Shade rimase in silenzio, lo aiutò per poi metterlo nel letto.
Milk non tardò ad arrivare con l’occorrente, pose un panno freddo sulla fronte di Shade che rabbrividii.
“Ti prego Shade” piagnucolava Milk.
 
La notte arrivò.
Shade peggiorava ogni ora di più, Milk era tentata di chiamare il medico, ma la voce dura del fratello si ritirava.
Fine costatò che lei temeva una punizione del fratello.
Doveva cambiare le carte del gioco, non adesso, ma in futuro.
Si alzò dal divano chiamata con gran voce da Milk, la ragazza era in lacrime, mentre il fratello era rosso in viso.
“Che succede” chiese allarmata.
“Sta male, troppo. Cosa possiamo fare?”
Fine ci pensò su, per poi prendere una decisione.
“Milk, perché non vai di sotto? Ti calmi e poi ritorni, questa agitazione peggiorerà solo le cose” disse con ove calda e calma.
Lei annui.
Fine era rimasta sola con Shade, non le piaceva, ma doveva fare il suo compito.
Si avvicinò a lui, al suo viso. La temperatura aumentò vertiginosamente, ma non si fermò.
“Cosa stai facendo?” Chiese Shade. La voce era sottile.
“Il mio dovere” disse.
“Non ho bisogno di nessuno, me la so cavare” Fine lo guardò per sbieco.
“Si certo”
Era di fronte al suo viso, i loro occhi si incontravano.
“Che diavolo hai in testa?” Urlò Shade, cercò di allontanarla, ma lei gli bloccò i polsi.
Shade non si era mai trovato in una situazione cosi imbarazzante, di solito erano le ragazze, ma sta volta era toccato a lui.
“Non sentirai nulla se non vorrai” rispose Fine.
“Ch..e?”
Le labbra di Fine si posarono dolcemente su quelle di Shade. Un tocco invisibile, unico che riscaldò l’ambiente e il corpo di Shade. Una strana calma lo travolse, il corpo di Fine brillava, ma forse era solo un’allucinazione provocata dalla febbre. Chiuse gli occhi per bearsi ancora di quella sensazione magica, quando all’improvviso senti una voce, la riconosceva era quella di Fine.
“Non avere paura, io starò al tuo fianco se, tu vorrai. Sarò invisibile, ma vicina come un angelo custode” e tutto svenne.
Shade apri gli occhi e si ritrovò Fine dormiente sul suo petto, la rossa esausta si era addormentata.
Il ragazzo costatò che non aveva più la febbre e questo era solo grazie a Fine, in quel momento pensò solo una cosa prima di ritornare nel suo letto.
“Sei veramente un angelo” accarezzandole i capelli.

 
Ok, rieccomi. Vi sono mancata?
Come vi sembra? Niente di speciale. Lo so.
Grz per tutto quelli che si sono fatti avanti, lo apprezzo tantissimo.
Ciau :)
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Accetto tutto, ma non questo! ***


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Capitolo8
 
Fine si risvegliò in camera sua. Non aveva ben chiaro cosa era successo, sentiva solo un forte mal di testa.
Si alzò con cautela, ma ben presto cadde in ginocchio. Il terreno si muoveva e, si chiedeva se era lei o veramente esso.
Dalla porta che nel frattempo era apparsa una figura, la osservava senza dir nulla.
Alla fine si decise di fare la sua mossa, con un passo felpato la raccolse dal pavimento e la depose sul letto. La ricopri con il lenzuolo per poi sedersi accanto.
“Shade” disse.
Non capiva. Non capiva il perché fosse tanto gentile con lei.
“Devi riposare, dormi un altro po’” sussurrò, lei chiuse dolcemente gli occhi, non sapeva spiegare quel calore che la invase, ma sapeva che le avrebbe portato tanti guai.
 
 
Il sole era caldo, si girò e dalle fitte lenzuola comparse una testa rossa.
Fine si era svegliata ma, sta volta la testa era apposto, tutto tranquillo. Appoggiò un piede per terra e osservò l’ambiente, quella era la sua camera terrena.
Usci e varcò la porta del bagno, ma non si rese conto che era già impegnato.
Stava per togliersi la lunga maglietta quando apparse Shade, i due si fissarono per attimi interi senza proferire parola. Tutto di un tratto, Fine divenne un pomodoro, più rossa dei suoi capelli: Shade era solamente con un asciugamano alla vita, dove il suo petto scolpito risaltava e anche le sue lunghe gambe. Si girò di scatto, lasciando il tempo a lui di prendere ciò che era suo e di andarsene.
Quando chiuse la porta cadde a terra con il cuore che le batteva impazzito e con le guance rosse.
“Ma che diavolo…” farfugliò.
Si rese conto che non l’aveva attaccato, non le aveva detto ben nulla di tutto che lei si aspettava, possibile che era cambiato? Ma per cosa?
Alla fine i ricordi di quella notte orribile risalirono la mente: la febbre, il delirio di Shade, i ricordi di un passato lontano e poi, il suo gesto. Forse quei sintomi di stanchezza erano causati da quella pratica, una pratica che non doveva essere usata, ma lei lo aveva fatto senza esitare.
L’acqua calda scivolò dal suo corpo, che pian piano si svegliò.
Una strana sensazione le stava facendo perdere il controllo del proprio essere.
 
 
 
Per le lezioni non le capii molto, quella strana sensazione la torturava molto.
Milk aveva tentato di parlare con Shade, ma di lui nessuna traccia o quando veniva rintracciato faceva finta di non sentire, quel ragazzo si stava comportando in maniera strana.
La ricreazione arrivò per il bene di Fine, ma stranamente non aveva fame, no per nulla. Si allontanò dalla folla e s’inoltrò nella boscaglia che radunava la scuola.
I suoi pensieri erano vacui, non sapeva a che cosa pensare specifico, ma sapeva che c’era qualcosa, qualcosa che a lei sfuggiva.
All’improvviso un’ombra sbucò. Fine alzò lo sguardo e si ritrovò a un’ombra, che dopo formarono altre due. Erano tre ragazzi alti. Uno era biondo, gli altri due erano uno bruno e l’altro rosso. Avevano uno sguardo maligno e Fine se ne rese conto dalla loro aura negativa. Indietreggiò ma non mise conto del burrone che stava avanzando dietro di lei.
“Non aveva paura, ti tratteremo bene” sorrise il biondo.
“Lasciatemi, io non ho nulla” disse Fine terrorizzata.
“Oh…ma vero? Hai molto di più di quanto tu immagini” puntualizzo, la prese per il polso facendola avvicinare al suo corpo.
“Che bel bocconcino” rise di gusto.
“Non mi toccare” Fine colpi il ragazzo sulla guancia. Ma lui la strinse con più forza.
“Cattiva ragazza” le sfiorò il viso mentre lacrime salata uscivano dagli occhi di Fine.
“Preferisco morire, che essere toccata da te” si sporse e quando sembrava che il ragazzo aveva cessato di stringerla forte, un'altra mano la prese e se la portò vicino. Fine in quei secondi di paura, senti solo un cuore forte e veloce. Le sue braccia la stringevano con dolcezza, non aveva il coraggio di alzare lo sguardo e vedere chi fosse il suo salvatore.
“Tu…” senti solo la voce tremolante dei ragazzi.
Il suo salvatore la strinse ancor più forte, per far sapere che lei era sua, e di nessun altro.
I tre lo capirono forte è chiaro e se ne andarono.
Fine tremava ancora, mentre una mano accarezzava i suoi lunghi capelli.
“Va tutto bene” disse la voce.
Era dolce ma forte.
Mielosa come il miele.
Alzò lo sguardo e s’incontrò con due zaffiri lucidi.
Fuoco e acqua.
Acqua e fuoco. Due elementi forti e predominanti.
“Shade!” Gridò per poi lasciare il corpo di Shade.
“Fine” disse lui. I loro sguardi erano incastonati, nessuno dei due capiva quel legame, ma forse ben presto lo avrebbero intuito.
Fine abbassò lo sguardo,” grazie “ disse piano prima di scappare via, via da tutto quello che non era possibile.
Si allontanò, corse velocemente per poi specchiarsi sul piccolo laghetto.
Si tolse le scarpe e si bagnò i piedi.
Una strana luce l’avvolse e dalle sue spalle sotto le scapole apparvero due bellissime ali.
Ali che si spennellavano tra di loro lasciando polvere dorata intorno a se.
I suoi capelli fluttuavano per magia, ma il suo viso era triste e imperlato di lacrime.
Felice, ma nello stesso tempo infelice urlo.
Un urlo pieno di disperazione e di crudeltà.
“Non voglio” disse per poi chiudersi un guscio di piume e di amore.
 




 
Tatam.
Eccomi qua, con un nuovo capitolo.
Che fatica. Molta anche.
Le cose si stanno muovendo, presto succederà qualcosa, ma non rivelo nulla.
Spero che vi piaccia.
:D

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Capitolo 9
*** Domande senza risposte ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo 9
 
Il sole stava rientrando, e le nuvole si stavano dipingendo di rosso.
Un leggero venticello scossò Fine, era rimasta li, immobile.
Le ali spiegate verso l’alto, bastava poco che salisse.
Sospirò e si guardò in giro, si era addormentata. Le sue ali erano uno scudo, magico.
Fece qualche passo, per poi levarsi nel cielo.
Il tramonto era uno spettacolo meraviglioso. I suoi colori fra il blu e il rosso, fra il turchese e l’arancione, sembrava un dipinto.
Per Fine volare le permetteva di svuotare la mente, di liberarsi per un momento del peso che portava dentro, di quel sentimento che stava avanzando verso di lei, quel sentimento che non doveva esistere.
Una lacrima scese, la ributtò in giù, ma, altre ne ricomparvero.
Ormai era sera, Milk aspettava con pazienza l’arrivo do Fine, ma di lei , non c’è n’era traccia.
La sua assenza la metteva in ansia, era preoccupata, per tutto il giorno si era comportata in maniera strana, non parlava e non diceva nulla. Il suo sguardo era altrove, lontano da tutti.
Si chiedeva se fosse normale, non aveva ancora svelato il suo mistero. Era apparsa all’improvviso, era bella è dolce. Aveva un carattere straordinario e per di più dava testa a suo fratello, c’era da applaudirla.
In tanto Shade era nella sua stanza, cercava una risposta a tutte le sue domande. Non capiva il suo comportamento, perché l’aveva difesa? Forse per riscattarsi per averlo guarito?, si forse era per quello.
No, non poteva essere solo per quello.
Dentro di se, aveva sentito uno strappo, una sensazione di terrore.
E, quando aveva visto quei ragazzi che la intimidivano, era scattata una molla dentro di lui.
Tali comportamenti gli fecero paura, mai, e dico mai si era sentito cosi, spaesato.
Fine era diversa, era speciale.
Quelle parole le rimbombavano ancora nelle orecchie, un angelo, e se lo era davvero, come si sarebbe comportato?
Scese di sotto e si ritrovò in una sorella seriamente preoccupata.
“Milk” la chiamò, la ragazza lo guardo per poi ritornare al suo punto.
“Milk, cosa stai facendo? “Chiese più freddamente. Non ricevendo risposte si avvicinò e prese il suo braccio “Mi vuoi rispondere!” tuonò forte.
“Non vedi che sto pensando!” rispose con le rime.
“A cosa” Chiese.
“A Fine” quel nome lo fece agitare, solo adesso si rendeva conto che la rossa non era ritornata a casa, e di lei non c’era nessuna traccia.
“Dov’è?”
“Se lo sapessi non fossi in queste condizioni”
All’improvviso la porta si apri. Fine fece il suo ingresso. Aveva i capelli scompigliati, il volto bianco.
“Fine” Milk si buttò sopra, l’abbracciò forte “ Ma, dove eri finita, stavo per chiamare la polizia!”
Fine annui solamente.
“Scusami per averti fatto preoccupare, ma mi sono messa a camminare e non mi sono accorta che si era fatto tardi.” Disse con un sussurro.
“La prossima volta chiama” disse una voce arrabbiata.
Lei alzò lo sguardo, Shade era davanti a lei.
“…” non gli rispose.
“Il gatto ti ha morso la lingua!” Rigetto con disprezzo.
Fine si allontanò, per poi fermarsi. “ Di certo se fossi andata via, di sicuro a te non ti sarebbe importato nulla. Io, non sono nulla, solo un’estranea” pronunciò parole difficile, il cuore le bruciò.
Shade ne rimase folgorato.
Fine se ne salii di corsa, senza dir più nulla.
Shade non capi, ma quel bruciore che gli trapassava il cuore lo sentii forte è chiaro, cosa stava succedendo? Perché, si sentiva scombussolato, pensò seriamente a quella risposta… cosa sarebbe stato senza quella ragazzina? Si mise una mano sulla faccia, era cambiato cosi tanto, da quando lei era apparsa?
In tanto Milk guardava lo strano comportamento del fratello, sperando, solamente che non facesse soffrire la sua amica, perché sapeva che lo avrebbe fatto.
 
 






 
 

 
Rieccomi, vi sono mancata?
Allora avete letto?, il nostro Shade tra breve si darà un bel pugno perché è un cretino.. ahahha. Lo farò impazzire, e si.
Ci vediamo al prossimo :D
 

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Capitolo 10
*** La differenza tra me e te ***


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Capitolo 10
 
Era rimasto li, per tutta la notta.
Il suo sguardo osservava quella dolce creatura venuta dal cielo.
Aveva scavalcato per intrufolarsi nella sua stanza, lei non se ne era accorta.
Shade si era preoccupato per le condizioni della giovane, per tutta la notte la sua temperatura era alta, forse aveva preso freddo.
Non capiva perché era li, il suo istinto lo avevo condotto in quella stanza, dove lei era.
Forse l’ho aveva capito, ma non voleva ammetterlo, il tenebroso, freddo ragazzo s’inteneriva a una ragazzina.
Fine, anche se non involontariamente faceva uscire la parte più buona, i suoi sorrisi e le sue parole sempre sensate lo aprivano. Lei era la luce, una luce diversa.
Lei brillava, quella notte, lei aveva brillato sotto i suoi occhi.
Tali pensieri furono interrotti da un bussare. Shade si alzò in tempo per uscire, e comparse Milk.
“Ehi, Fine svegliati” la chiamarono.
La rossa si girò dall’altra parte del letto per non essere svegliata.
“Dai dormigliona, dobbiamo andare a scuola” disse e infine Fine si alzò.
Prese i suoi vestiti e uscii.
Shade sorrise era incorreggibile.
 
                                                                       ***
 
Ora di educazione fisica.
Milk e Fine stavano correndo a fila indiana insieme alle altre compagne, tutto procedeva bene.
Fine correva senza degnare uno sguardo a nessuno, i suoi pensieri erano lontano e questo Milk se ne accorse. Era preoccupata, era logico.
Qualcosa turbava l’animo dell’amica.
Forse il problema era il fratello? Può darsi, i due erano in conflitto, ma aveva notato uno scintillio negli occhi del fratello, qualcosa era cambiato.
All’improvviso un tofo senti, si girò e vide Fine a terra.
“Ehi, Fine che ti succede?” Chiese allarmata.
Fine si rialzò a fatica, le gambe le tremavano e gli occhi erano lucidi. Passò pochi istanti prima di trovarsi senza sensi.
 
 
Un luogo lontano, dove l’acqua circolava come una cascata, una figura apparse.
Fine apri gli occhi stanchi e si ritrovò di fronte al arcangelo.
Il suo sguardo era serio, Fine ne fu terrorizzata.
“Fine” la richiamò con gran voce.
“Maestro” disse ubbidente, abbassando la testa come segno di rispetto.
“Sai quali sono le regole del nostro mondo?”
Certo che li sapeva, li avevi imparato tutti a memoria, fin da bambina.
“Allora saprai quale regole hai disubbidito” disse.
Strinse i pugni con forza.
Rimasero un momento in silenzio, fino a che l’ arcangelo prosegui:” Fine, non devi provare affetto per gli umani, né ora né mai. Se lo faresti, saresti esiliata. Ma, nel frattempo hai svegliato la parte dolce del ragazzo che ti avevo assegnata, la tua carità d’animo, l’hanno scosso e adesso sta provando un sentimento nuovo.”
L’arcangelo osservò allungo Fine, si avvicinò.
“So che sarà duro ma devi stroncare il legame, se no, sarà la tua fine.” Disse triste.
“Maestro” lo richiamò prima che scomparisse.
Lui si girò.
“Mi avete sempre detto che l’amore è uno dei sentimenti più puri e immortali, allora perché adesso mi state chiedendo questo?” Disse prima di scoppiare a piangere.
L’angelo si commosso, ma ritornò al suo stato.
“Fine, angeli e umani non potrebbero mai vivere insieme. Il tuo compito è solo di farlo ritornare il ragazzo di una volta”
“Shade non ritornerà mai il ragazzo di una volta”
L’angelo alzò il sopracciglio.
“Lui ha sofferto per la perdita dei suoi genitori, se strapperei questo legame, lui morirebbe”
Continuò “ io ho visto la sua sofferenza, ho visto le sue lacrime, lui era debole no forte. Ciò che è… è solo una maschera. Lui indossa una stupida maschera!”
L’angelo era stupefatto. Tale parole lo portarono a pensare seriamente.
“Fine dimmi una cosa e, rispondimi”
Lei annui.
“ Hai per caso viaggiato nel suo passato?” disse con impeto.
“Si”
L’angelo scomparse abilito.
Fine ne rimase schioccata, tra breve sarebbe successo l’impensabile.
 
Quando si risvegliò era in un lettino. La fronte era bagnata. Si alzò, ma sta volta stava bene.
“Ben svegliata” disse una voce.
Fine non si girò, sapeva a chi appartenesse a quella voce. In quel momento prese una decisione, anche se era difficile.
“Nemmeno un grazie” disse sorridendo.
“E per cosa.?”
“Ti ho portato infermeria”
Fine si alzò e apri la finestra.
“Dove vorresti andare?” La prese.
“Non mi toccare!” disse fredda.
“Fine!” Gridò, scavalcò la finestra e si trovò anch’esso sul giardino della scuola, Fine guardava il cielo.
“Fine perché ti comporti cosi?” Chiese il giovane.
Lei non rispose.
“Guardami quando ti parlo” adesso erano di fronte, gli occhi di Fine fissi negli occhi di Shade.
Blu e rosso.
Rosso e blu.
“Fine, cosa ti succede…” disse dolcemente. Perché aveva quella strana sensazione?
Mi dispiace…
“Non farlo Shade, non farlo” disse mentre le lacrime si facevano strada nel suo viso.
Shade rimase fermo a guardare quello scenario.
“Cosa non devo farlo?” Confuso.
Fine si avvicinò a Shade e pose la sua mano all’altezza del cuore del ragazzo, batteva forte è chiaro.
“Non devi farlo” disse lei mentre tra un singhiozzo e l’altro.
“Fine, perché?”
“Noi due siamo diversi… io non posso” lo lasciò li, mentre il cuore s’infliggeva pene crudele. Mentre un amore appena sbocciato si appassiva …
Come sarebbe andato…?
 
 
 

 
Finito.
Che fatica, bello vero? L
Spero di si J
Cosa succederà adesso? Shade, Fine legati da un destino scherzoso… come andrà a finire?

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Capitolo 11
*** La scomparsa di Fine ***


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Capitolo 11
Shade era li, dinanzi alla stanza di Fine.
Erano tre giorni che la ragazza non si presentava a casa, non l’aveva trovata da nessuna parte, era scomparsa nel nulla.
Apri la porta della sua camera e si sedette nel suo letto.
Profumava di lei.
In quella casa calorosa e piena di colori, adesso si ritrovava cupa e grigia.
Si rese conto che lei aveva ridato vita a uno dei colori più belli che esistevano. L’amore: rosso, rosa…e tutti gli altri che lo seguivano. I suoi sorrisi mettevano di ottimo umore, e aveva tolto, forse all’insaputa quel velo che angosciava la sua famiglia da quel tragico incidente.
Si tuffò in quel letto morbido, strofinando la testa nel cuscino per qualche residuo di profumo, ma non c’era più.
Fine, Fine… ripeté il suo nome all’aria, ma sapeva che non l’avrebbe ridata.
Le sue parole di quel giorno lo avevano colpito, erano diversi… si, lui lo sapeva. Ma, infondo sapeva che c’era qualcosa in lei che lo aveva catturato.
La sua mano al cuore lo fecero svegliare, si alzò di scatto.
Quel sentimento che provava era amore, un amore diverso da quello fraterno… adesso lo capiva, adesso lo accettava…lui amava Fine, forse dalla prima volta che l’aveva salvata.
Si tuffò nell’oscurità della notte, raggiunse la spiaggia, non sapeva il motivo, ma sapeva che ci fosse un collegamento da quelle parti.
Gridò il suo nome, gridò e grido…fino a che si accasciò al suolo esausto.
Una lacrima solcò dai suoi occhi zaffiro…
                                                                      ***
 
In una raduna avvolta dai grandi alberi secolari, un concilio di angeli si era riunito.
I più grandi esponenti del cielo stavano discutendo, di una faccenda grave.
Il giudice chiese silenzio, con il suo grande martello.
“Silenzio!” Gridò e tutti si ammutolirono.
“Maestà, …” iniziò uno di loro.
“Faccia entrare la ragazza” disse severo.
Fine entrò dinanzi al concilio, con la testa abbassata e con uno sguardo vuoto.
Si era indebolita parecchio, anche se non sapeva imporgli un nome del perché.
Doveva stare in perfetta forma, ma non era cosi.
Un angelo era, ma la sua natura umana le impedivano di stare bene.
“Fine, angelo. Il tuo maestro ti ha dato una missione… ma tu hai disubbidito a una delle regole fondamentali.” Disse.
Fine annui.
Non aveva paura, anche se dentro piangeva.
“Amare un umano non è concesso dalla nostra legge divina”
“Lo so, vostra maestà”
“Ma lo avete fatto lo stesso”
“ Non è stata una decisione mia, ma del mio cuore” rispose, in quel momento alzò lo sguardo. Non avrebbe represso i suoi sentimenti. Mai!
“Sei decisa?” disse il capo degli angeli.
Fine ripensò a tutti i suoi ricordi con Milk, quella piccola bambina dal cuore d’oro…alla sua ospitalità e alla sua simpatia. Una lacrima, per poi scoppiare a piangere al ricordo di Shade, un ragazzo tenero infondo… lo amava, ma non avrebbe mai esaudito di dimenticarlo…
Aveva deciso.
Il gran capo annui e disse con voce alta e fiera… “ con il potere conferito io, ti dichiaro colpevole” !
 
 
 
                                                          
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Pioggia di piume ***


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I giorni erano diventati tetri.
Milk non mangiava più dalla scomparsa di Fine. Il suo sorriso era svanito insieme a lei. Tutto si appassiva alla sua mancanza, anche suo fratello era mutato. Aveva visto quel barlume, ma per poco, poiché era scomparso.
Shade si era innamorato, non l’avrebbe detto, ma adesso lo sapeva.
Stava male, forse più di lei.  
La sua mancanza era come ossigeno.
Dove poteva essere Fine? L’avevano cercato da tutte le parti, i giorni passavano e la speranza diminuiva.
All’improvviso un flash le trapassò la mente.
Non sapeva imporgli un nome, ciò che avesse visto era il mare… un luogo immenso.
La spiaggia.
Saltò in aria.
“Signorina!” il professore la richiamò.
Fine si trovava li. Milk si guardò in giro e si accorse che era in piedi davanti a tutta la classe, non pensò troppo, doveva fare in fretta.
“Devo uscire, professore” disse tali parole per poi scappare dalla porta.
La voce del professore la rincorse, ma terminarono quando Sali il piano superiore.
Doveva trovare suo fratello…
A quell’ora la sua classe era fuori, si diresse nel campo e lo trovò appoggiato al solito albero.
“Shade…Shadee!” gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Il ragazzo essendo richiamato si girò e vide sua sorella, si avvicinò con un passo lento, Milk dovette agitare le braccia per farlo camminare più velocemente.
“Che cosa c’è?” disse con un lamento.
Milk riprese fiato.
“So, dov’è Fine!” a quel nome, Shade raddrizzò il suo corpo.
Il cuore iniziò a battere.
“Dove?!” la sua voce era felice… Milk sorrise.
“Andiamo, presto”
 
 




 
 
In tanto in quell’immenso luogo avvolto dalle fronde degli alberi, era calato il silenzio.
Due angeli apparvero, guardarono Fine per poi prenderla.
La stavano portando via, fino a che…
“Aspettate!” il maestro di Fine apparse.
“Micheal” il giudice lo richiamò.
Lui s’inchinò al suo superiore per poi porsi davanti a Fine.
“Che cosa stai facendo?” Chiese.
“Posso esporre la mia opinione?” Attendendo la risposta.
Il giudice annui.
“Attraverso alcune fonti, mi hanno detto che Fine… ha un dono. “Non terminò la frase poiché fu sovrapposta da un nuovo arrivato.
“ Fine è una traditrice!” urlò.
Tutti i presenti si alzarono per guardare lo sconosciuto.
“Come osi interrompere un concilio!” Tuono l’angelo Gabriel.
“Oso, invece” disse fiero.
“quali sarebbero queste prove del suo tradimento?” Disse un altro angelo.
Un chiacchierio si espanse.
Fine non capiva più nulla.
Una brutta sensazione la pervase.
“Silenzio! Silenzio!” sbattendo il martello…” SILENZIO “ alla terza volta il silenzio fu assoluto.
L’ombra di un nuovo pericolo si avvicinava.
“Mostrate le vostre prove” Disse autoritario.
L’uomo si avvicinò alla corte “ la nostra Fine, ha mostrato il suo vero aspetto a l’umano” la sala fu avvolta di nuovo nel caos.
Il richiamo del capo fu devastante sta volta.
Lo incitò a continuare.
“E’ una delle nostre regoli più fondamentali… non mostrare il tuo aspetto angelico agli umani” ripete la regola.
Gli angeli annuirono.
 Continuò “Fine ha disubbidito…e ha usato inoltre il suo potere per guarirlo.”
La sala ormai era incontinente… alla fine, diedero la parola a Fine.
“Ciò che ho fatto è stato solo salvargli la vita, nulla di personale.”
“Bugiarda, meriti una punizione esemplare”
“Shade sarebbe potuto morire” Gridò con le lacrime agli occhi.
“Adesso lo chiami per giunta per nome, il tuo tradimento è più affermativo.”
“No. No!” gridò con tutto fiato che aveva.
“Smettetela. La corte si riunisce…” disse per poi scomparire.
 
Fine era messa in una cella.
Lo aveva fatto per amor suo, non avrebbe mai ceduto all’orgoglio. Lo aveva fatto e lo  riavrebbe fatto di nuovo.
Shade era unico.
Shade era la sua nuova vita…
Pianse.
Un’ombra conosciuta le apparse, i suoi occhi erano velati di tristezza .
“Maestro” sussurrò.
“Mi dispiace Fine… non ho saputo aiutarti. Ma farti forza, tu sei speciale.” Le disse prima che i cancelli si aprissero.
La condussero al centro della sala. Tutti gli angeli del cielo erano riuniti in quel giorno, lo spettacolo tra breve sarebbe iniziato.
“La corte ha deciso.” Disse serio.
Fine si senti al patibolo, guardava ogni viso. Esprimevano terrore, paura, vendetta, odio.
In particolare in due… loro.
Guardò i due angeli che si avvicinarono a lei, per poi afferrargli le sue candide ali.
“ Angelo che è in te, svanirà con le tue stesse ali” disse tagliente, ma nello stesso tempo  spaventato…sapeva che conseguenze avrebbe portato.
Fine si senti afferrata, cercò di dimenarsi ma erano più forti di lei.
Le presero le ali e con un colpo netto le strapparono dalle scapole.
Urlò. Un urlo pieno di dolore.
 
 
 
 
“Milk, qui non c’è nessuno!” Disse Shade.
All’improvviso dal cielo iniziò a piovere piume.
Si alzarono il viso e li videro cadere…
“Ma che cosa ….”
“Sono piume” le prese una Milk.
“Non ho mai visto uno spettacolo del genere” sorrise Milk, ma Shade si sentiva male.
“Shade che cosa c’è?” non le rispose e iniziò a correre.
Superò sua sorella per poi dirigersi verso quel colore. Si fermò, il cuore, gli Sali in gola.
“No, non può essere” Milk si buttò sul corpo della ragazza.
“Fine, Fine svegliati ti prego”  Shade la raccolse  da terra.
Ma fine non rispondeva… il suo cuore era debole.
“Shade sei pieno di sangue” fece notare Milk…
“O Dio mio, non farla morire” se l’abbracciò forte. “ Fine, piccola… non mi lasciare adesso” gridò, mentre le piume si posavano per terra.
Piume vuote.
Piume insanguinate.
Le ali di Fine, dissolte nel nulla.
Che cosa sarebbe successo adesso?

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Capitolo 13
*** L'incontro ***


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Erano passati due giorni dal ritrovamento di fine e quest’ultima non si era ancora svegliata.
Sia Shade e Milk non l’avevano mai lasciata, facevano i turni. In tutto ciò, Shade non se la sentiva di abbandonarla. Lei c’era sempre stata quando lui stava male e adesso toccava a lui.
Fine non si mormorava né si lamentava, il suo dolore era muto.
Ma dentro di se era straziata dal dolore allucinante dello strappo.
Chi sa che cosa le sarebbe successo.
Forse la morte lenta, lenta o qualcosa di peggiore.
Tra le ferite e l’incoscienza vagò lontano. Più lontano dei cieli e della terra.
Si trovava in un luogo di pace con un giardino immenso, al centro una fontana.
Fine si appoggiò a essa, e con l’acqua che scendeva, si bagnò la faccia.
Con i sensi all’erta si accorse di una donna. Indossava un abito lungo e bianco, due occhi vermigli e una lunga chioma del medesimo colore.
Bellissima era.
Fine si alzò di scatto sentendo il cuore tamburellare.
Erano due gocce d’acqua.
“Ti aspettavo da molto tempo, Fine” non si sorprese della sua voce.
Aveva qualcosa di cosi familiari.
Si avvicinò a lei e le pose la mano, lei accettò con un sorriso.
“Abbi cura di te, dolce Fine” e tutto svani.
La donna scomparse con un colpo di vento, le sue ali scomparse e lei ritornò nell’oblio.
Apri degli occhi e dopo un altro.
“Shade, Shade… si è svegliata2 una voce scossa dai singhiozzi, si fece strada. Fine si sentiva confusa e vuota.
Shade a rivederla l’abbracciò d’istinto.
“Fine sei viva, sono cos felice” disse in lacrime.
Milk si sorprese vedendo suo fratello in quelle condizioni.
Fine si girò: guardo il cielo e poi ritornò all’interno.
Si toccò la gola, per poi dire.
“Chi siete voi?”
 
 
 
 

 
Lo so, mi volete uccidere. Capitolo scadente ma dovevo per forza. Transizione, prima di passare alla seconda parte della storia.
Diciamo che mi sn presa più tempo per scriverlo, purtroppo mi è sembrata che non avete apprezzato lo scorso capitolo, ma mi sn detta e va be, è successo.
Cmq il prossimo arriverà presto, forse Lunedi, se non succede nessun imprevisto. Ciau.
 

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Capitolo 14
*** Misteri ***


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I due erano inorriditi. Fine non si ricordava chi erano.
Il dottore la stava visitando, Shade aveva opzionato di farla controllare.
Rimase lì dentro per quasi mezz’ora, alla fine uscii.
“Allora?” Shade era impaziente dei risultati. Non poteva crederci che lei, la sua Fine si era dimenticata di lui.
Il dottore scossò la testa e iniziò “la ragazza sta bene ma, credo che abbiamo avuto uno choc e per questo ha perso la memoria. E’ un’amnesia causata da un forte dolore o per qualcosa che la traumatizzata…” disse.
“Ma cosa potrebbe essere?” Milk avanzò per guardare nella camera, c’era fine spaesata che si guardava in giro.
“Tra una settimana ritornerò… avvolte queste amnesie, durano brevemente” salutò i due e se ne andò.
Shade non cedeva a quello che aveva sentito.
Non entrò più nella camera aveva bisogno di pensare.
“Milk stai tu con Fine” prendendo la giacca.
“Dove stai andando?” Chiese.
“Non preoccuparti” chiudendo la porta dietro di sé.
 
Milk lo guardò uscire per poi dirigersi verso Fine. La ragazza si era alzata dal letto e guardava dalla finestra Shade allontanarsi.
“Stai bene?” chiese Milk alla rossa.
“Si, ma non credo che lui stia bene” riferendosi a Shade.
“Non preoccuparti, starà bene” sedendosi sul letto.
Fine non rispose più. Non ricordava nulla, il vuoto era padrone di se.
Si sedette accanto con Fine e iniziò “ mi dispiace farvi soffrire, ma non ricordo nulla. “
“Devi stare tranquilla, ricorderai tutto” glielo disse con un sorriso.
Fine annui.
 
 
In tanto Shade stava camminando… si ritrovò sulla spiaggia.
Quella spiaggia dove aveva ritrovato Fine, che cosa le era successo? Era scomparsa, senza dir nulla.
Quelle parole di quel giorno lo facevano ancor riflettere, anche se adesso aveva ammesso quei sentimenti… lei non era più con lui. Si era smarrita.
Quel giorno quando il cielo si era ricoperto di piume, aveva sentito la sua voce, in lontananza.
Una voce piena di dolore.
Lei aveva combattuto per lui.
Poi il suo viso smorto, in sabbiato e pieno di sangue.
Che cosa aveva pagato per le sue emozioni?
All’improvviso una donna gli si avvicinò.
Shade fu sorpreso.
Occhi e capelli rubini. Sembrava Fine.
Ma non era lei, impossibile era più grande.
“Salve caro” la sua voce era calma e dolce.
“…” non riusciva a parlare.
“Andrà tutto bene” gli accarezzò la guancia.
La donna s’inginocchiò e prese una piuma bianca, candida e pura.
“prendila… “ Shade la prese come ordinato.
“Una piuma?”
“Non è solo una piuma, ma molto di più…” sorrise.
“Che cosa vuol dire?”
“Lo scoprirai… abbi cura di lei, Shade” gli disse.
Shade si abbassò a guardarla per poi rialzarsi e vedere che la donna era scomparsa… tante domande sorsero, per il primo chi fosse e come mai sapeva il suo nome.
 
 
 

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Capitolo 15
*** Il suo sorriso ***


Buona sera a tutti, rieccomi dopo mesi di attesa. Oggi ho voglia di scrivere ed eccomi qua, spero che ci sarete per leggerla.
Cercherò, m’impegnerò per farla lunga. Ma non vi prometto nulla.
Non allungo e vi lascio la lettura.
Ma prima di lasciarvi voglia ringraziare tutte quelle persone che ci sono state e che mi lasciano sempre quelle recensioni, che mi fanno sorridere, grazie.
Adesso vado, andiamo dai nostri due beniamini :D
 
                                                                       ***
 
Quel sorriso che ti ha fatto battere il cuore.
Quel sorriso che ti donava calore.
Quel sorriso…
Quel sorriso…
Quel sorriso che ogni volta che andava qualcosa male c’era.
Shade si rigirava nel suo letto alla ricerca di risposte.
Tutto era avvolto nel buio fitto, prima di ritirarsi nella sua camera aveva guardato Fine.
Lei se ne stava lì immobile in quella finestra sempre aperta.
Quelle tende che volavano libere.
I suoi capelli, i suoi fili di luce.
Cosa gli nascondeva? Cosa le era successo?
Si alzò e si recò verso la scrivania, nel cassetto aveva deposto quella piuma.
Quella donna misteriosa lo aveva scombussolato.
“Prenditi cura di Fine” aveva detto.
Si sedette con mano la piuma, mentre con le dita toccava ogni piccolo filamento.
Si addormentò con essa.
 
La sua voce riecheggiava, era felice.
Lei correva in un prato verde.
Lei che mangiava.
Lei che piangeva.
Lei che era vestita di bianco.
Lei che volava.
 
Si svegliò di scatto, con una strana sensazione addosso. Guardo accanto a se, e notò con stupore che brillava.
Ma non era possibile, chiuse gli occhi ma la seconda volta la luce strana era smarrita.
La posò al suo posto, coprendola con un leggero lenzuolo.
Dietro alla piuma c’era un mistero e lui lo avrebbe svelato.
 
 
 
 
Da quando lei era spuntata la sua vita, si era colorata, quel colore forte che gli generava la vita.
Il suo carattere era mutato, e le persone che lo circondavano lo avevano avvertito. Aveva abbandonato la strada e aveva cominciato ad andare a scuola e portare buoni voti.
Milk era felice, e finalmente la casa non era più dentro l’occhio del ciclone.
Le loro anime riposavano in pace.
 
Il sole spiccava dalle nuvole, mentre una Milk intenta a fare il bucato lo guardava fino a che senti un rumore. Si precipitò di sotto e trovo Fine accasciata al suolo, con un telo che copriva il suo corpo.
“Fine che hai?” chiese.
Ma la rossa non rispose.
Si avvicinò.
Fine tremava, guardava lo specchio con paura.
“Che cosa è successo!” chiese di nuovo, questa volta rispose.
“Lui è un bugiardo” riferendosi allo specchio.
Milk non capiva.
“Vattene” urlo alla ragazza chiudendosi la porta. Milk rimase di sasso, mentre cercava una risposta a quel suo comportamento strano.
Quando poi Shade ritornò, trovò la sorella a fissa il vuoto iniziò a fare domande.
“Dov’è?” Domandò.
Lei disse nella camera e parti.
La ritrovò sul pavimento mentre i suoi occhi erano colmi di lacrime.
“Fine stai male?” ma lei non rispondeva.
In fine, la prese, ma si accorse che era senza vestiti sotto.
Il cuore di Shade esplose, ma tentò di calmarlo.
“Non avere paura ci sono io qui con te” se la portò vicino, iniziando ad accarezzarle i capelli, mentre con una mano le copriva il corpo.
Pian piano Fine si addormentò con una bambina.
“Voglio sentire nuovamente la tua risata” disse per poi abbondonarsi anche lui.
 

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Capitolo 16
*** Una uscita in tre ***


Buon giorno, rieccomi qua. Vi devo ringraziare tutti quanti del vostro appoggio, cosi di prima mattina mi sono messa a scrivere.
Vediamo cosa posso combinare.
Grazie ancora di esserci.
 
                                                                                                                                                                                                                               ***
 
Il sole era entrato furtivamente nella stanza di Fine. Il primo a svegliarsi fu proprio lei.
Si sedette in una posizione più comoda, e guardò il suo protettore.
I capelli ricadevano elegantemente sul suo viso coraggioso, i suoi occhi temporaneamente chiusi, la bocca semi aperta e il suo respiro caldo che la facevano tremare, di una strana sensazione.
Fine con le mani tremanti si avvicinò a lui, sfiorando le sue labbra con un dito.
Erano morbide.
Poi si toccò le sue; si avvicinò a lui, mentre la mente si svuotava…e quando era già, quasi vicino, Shade si svegliò.
La magia scomparse in un battibaleno, lei si rituffò nel suo telo.
Shade con gli occhi ancora annebbiati non capi un granché, ma soltanto vedere la faccia buffa di Fine lo mise di buon umore.
“Buongiorno anche te” disse. Si alzò mentre si lamentava al dolore, ma era felice. Durante la notte Fine si era abbandonato a lui, e quando la sua mano aveva incontrato la sua tutto, era cambiato.
Fine nel frattempo si era volatizzata e si era nascosta nel bagno tenendo ben saldamente l’asciugamano tra le mani.
Cosa le stava succedendo perché quella reazione?
Qualcosa in lei si stava movendo.
 
La mattinata trascorse in silenzio, nessuno disturbava l’altro, fino a che Milk spuntò dal nulla facendo spaventare i due.
“Che ne dite di uscire? Cosi potremo far ricordare qualcosa a Fine?”
Shade si alzò subito battendo il pugno sulla mano con un sorriso sbagliante.
“Hai avuto un’ottima idea”
Fratello è sorella presero dal braccio Fine e la portarono con sé. Milk la spingeva verso sinistra, attraverso vetrine e negozi, Shade verso i luoghi più sportivi e meno affollati.
Fino a che, Fine si ribellò a entrambi.
“Non sono un giocattolo, e adesso lasciatemi in pace” urlò.
I due la guardarono stupidi.
Fine si allontanò, si avvicinò a una piccola fontana, la quale usciva l’acqua a cascata, il suo viso di porcellana le donava una strana sensazione di pace. Le sue ali, bianche la turbarono all’improvviso. Una fitta di dolore la colse, si piegò in due, mentre le spalle bruciarono.
Milk e Shade sentendo il gemito di dolore di Fine la soccorsero subito, ma lei non sentiva, lei era in un'altra parte.
Shade pose la mano sulla spalla, ma fu un errore. Fine gliela tolse ferocemente, mentre i suoi occhi diventavano due fessure.
Scappò via, senza capire il vero motivo di quel gesto.
Le bruciavano, e quando si trovò nel fiume sotto il ponte, si chinò per raccoglierla.
La calmò, ma qualcosa le era rimasto dentro.
Il sole stava per tramontare, gli uccelli iniziarono a prepararsi per la notte.
Lei invece rimaneva a fissare il pelo dell’acqua con lo sguardo vuoto.
Un piccolo uccellino indifeso si avvicinò a lei, ma non lo senti, solo quando cominciò a cantare, si girò.
“Che c’è piccolo? Anche tu ti senti solo?” iniziarono a cantare all’unisono senza un ritmo preciso.
Si risentiva tranquilla, il suo animo aveva fatto pace con lei.
Tutto il mondo le sembrava diverso.
Quando terminò, si accorse che migliaia di animali l’erano intorno.
Si alzò e fece un inchino, mentre i capelli si ondulavano tra di loro.
“Il vento, il mio amico” si allontano con un passo leggiadro.
Mentre qualcuno la osserva da lontano.
Ritornata a casa, due forti braccia l’avvolsero.
“Non sai quanto sono felice che tu stia bene” disse.
“Già” disse Milk mandando una frecciatina al fratello, lui come risposta si spostò da lei.
“Scusatemi per prima”
“Non preoccuparti, dai adesso a mangiare” incamminandosi verso la cucina.
“Meglio” rispose Shade rosso.
Fine sorrise.
“Ho una grande fame”
“Accomodati principessa” disse Shade facendo il gentiluomo.
“Grazie”
E’ vissero tutti felici.
Ma che, una nuova ombra si stava avvicinando.
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** La statuetta ***


Le stagioni passano e anche il tempo.
Shade si trovava vicino alla finestra a osservare il bianco cadere dal cielo, erano due giorni che nevicava di continuo, per questo era stato tutto sospeso.
La casa era calorosa è piena di tenerezza, mai, lo era stato.
Si guardò in giro per fermarsi su quei corpi sdraiati a terra mentre parlavano e ridevano.
Quale gioia più immensa era di vedere le persone che ami felice?
Non sapeva a chi dovesse questo miracolo o forse si?
Lei era lì ingenua è forte, anche se non ricordava nulla del suo passato, non si era lasciata trascurare, dalla consapevolezza di non poter ritornare indietro.
Lo ammirava.
 
“Fine tra poco è Natale” disse all’improvviso Milky.
“L’odore del muschio, le luci colorate, la felicità della gente è una cosa fantastica. Volare per quelle luci è una cosa che amo di più” sia Milky e Shade si fermarono. Non la distrassero per quel mormorio a occhi chiusi, forse stava ricordando qualcosa.
Ma in quello che disse alcuni dubbi, sorsero, ma non diedero a vedere, volevano sapere e poi la sua voce si era fatta piena di gioia.
Era come se raccontasse una fiaba ai bambini.
“Che c’è?” Chiese Fine quando fini di parlare. I due fratelli la stavano guardando imbambolati.
Loro come risposta rispose “un nulla”.
La mattina dopo Milky prese Fine dal letto dopo averle dato il tempo di vestirsi per  portarla fuori, dopo colazione andarono alla ricerca dei regali.
Non fu una cosa facile, si diedero appuntamento a dopo per trovare i rispettivi regali.
Fine si recò verso ovest del centro e iniziò a camminare.
Non sapeva, dove andare o cosa cercare.
Fino a che non si fermò davanti ad un’bancherella.
Disposti a file indiane c’erano varietà di cose, tra bracciali, pupazzetti e infine statuine.
Ne adocchiò una e la prese in mano. Una sensazione strana, sconosciuta la pervase dalla testa fino ai piedi.
La scarica fu forte e per un secondo cedette alle pulsazioni.
“Stai bene?” disse una donna.
Fine la guardò con attenzione soffermandosi sugli occhi.
Rossi come un rubino incandescente.
La mente divenne vuota ma allo stesso tempo piena, era come se la conoscesse da sempre, ma si chiese se fosse solo uno scherzo della sua immaginazione.
“Tutto bene cara?” la voce mielosa della donna la svegliò.
“Si” disse. Non sapeva descrivere quelle sensazione che la stava scuotendo con cosi ardore.
In fine se ne andò con una busta in mano, non ricordava di aver preso qualcosa.
Dopo aver fatto tutte le altre commissioni, si recò all’appuntamento con Milky che aspettava, per poi ritornare a casa.
Mangiarono serenamente, fino a che non diede la buona notte e si chiuse in camera.
Si era dimenticata della donna, delle sensazioni fino a che qualcuno la chiamò.
La prima volta sembra assurdo ma la seconda volta la spaventò a morte.
Fine.
“Chi sei?”
Fine
“Perché?”
“Fine” questa volta le sembrava che fosse accanto a lei, si guardò in giro ma non c’era nessuno solo la finestra aperta, ed era chiusa.
Si chiuse in un guscio, fino a che si addormentò.
Quando si svegliò, trovò con grande stupore la statuetta accanto a sé.
La prese tra le mani e la fissò: i suoi capelli lunghi, i suoi occhi rivolti al cielo, la sua espressione di beata in fine le sue magnifiche ali.
Era un angelo.
Fine.
Risenti quella voce forte è chiara.
“AHH!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, facendo agitare tutta la casa.
“Che cosa succede?” Shade entrò per guardarsi in giro  quando non vide Fine sul letto.
Un singhiozzo  lo fece guardare in basso, dove in un angolo c’era raggomitolata Fine.
“Fine che ti succede?”
“C’è qualcuno che mi chiama, qualcuno” buttandosi tra le braccia di Shade.
“Una voce?”
“Si”
Shade guardò la stanza ma non c’era nessuno.
“Fine…”
“Shh, ci sono io adesso”
Fece accoccolare Fine più a sé, per poi fissare una statuetta caduta per terra, non credette a ciò che vide, l’angelo raffigurato stava piangendo.
 
 

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Capitolo 18
*** Il bacio ***


Mancava ormai una settimana. Le vie di Tokyo erano affollate di gente.
Fine e Milky camminavano per i negozi alla ricerca di un regalo appropriato per il loro Shade, che come al solito erano un enigma a capire i suoi gusti.
“Milky tu sai già cosa regalargli?” Chiese Fine.
Milky annui con vigore.
“Non è difficile, basta che tu capisca il suo bisogno.” Fine rimase sorpresa da quella frase, quale bisogno aveva Shade?
Di sicuro un paio di guanti per la neve non ci serviva, ne aveva appallate, Milky ogni anno faceva lo stesso regalo e il poverino aveva accumulato diversi tipi di guanti. Lo voleva sorprendere, riscaldarlo, ma non aveva la minima idea.
 
 
 
Tre giorni dopo come consueto della tradizione di famiglia, Shade scese dalla soffitta l’occorrente per fare l’albero. Fine li aiutò con sorriso, farlo pallina dopo pallina la facevano stare bene, una strana sensazione la prendeva fino all’anima. Quando in fine misero la stella in alto all’albero, era pronto.
Milky Sali subito in camera sua e portò un grande sacchetto contenente vari regali depositandoli sotto, anche Shade lo fece, tranne Fine che tristi usci dalla casa.
Doveva trovare quei regali. Girò tutti i negozi, tutte le bancherelle fino a che si scontrò con quella bancherella. Sta volta non c’era l’anziana signora ma un uomo con i baffi .
“Posso essere d’aiuto bellissima signorina?” Chiese.
“Vorrei qualcosa per la mia amica, ma non ho trovato il giusto regalo. Nessuno esprime il suo carattere” disse tristemente.
Il vecchio la guardo per poi porgergli una statuetta.
“Ma è un angelo”
“È chiamato l’angelo dell’ascolto. “ le sue ali erano ripiegati, ma la cosa che la colpi era il suo sguardo pieno d’amore e coraggio. Guardava i suoi pellegrini con fascino e li ascoltava.
“Si narra che una volta in un paese lontano una famiglia aveva bisogno di un dottore, ma poiché non esisteva uno, iniziarono a pregare nella piccola cappella e un giorno apparse lui. Da quel giorno ogni volta che hanno bisogno, si rivolgono a lui e lui li ascolta” la leggenda entusiasmò Fine che lo prese.
“Grazie” regalando al vecchio un suo sorriso.
“E’ stato un piacere angelo” Fine corse per poi fermarsi, ritornò alla bancherella ma non c’era più.
Corse fino a casa e quando arrivò, lo depose sotto, ne mancava solo uno.
“Fine” si girò vedendo Shade che si strofinava i capelli con un asciugamano.
Divenne rossa al suo sguardo magnete.
“Perché stai scappando, ti ho fatto qualcosa?” chiese in tempo.
“No e che sono stanca” si svincolò dalla sua presa e Sali in camera.
Chiuse la porta e si abbassò fino a cadere per terra, perché quella reazione e perché il cuore gli batteva talmente forte?
Rivolse il suo sguardo alla finestra per poi all’angelo sul comodino, pian piano si tranquillizzò.
 
Il rintocco delle chiese circostanti facevano festa. La vigilia di Natale era appena iniziata già dalle prime luci dell’alba. Fine stava aiutando Milky con le pietanze per la sera, proprio per quell’occasione i nonni di Shade e di sua sorella venivano a festeggiare la festa con loro. Almeno per quel giorno non erano soli.
Mentre Milky sistemava tutto Fine si recò al piano di sopra per sistemarsi, voleva essere carina in quella notte.
 Qualche giorno prima si era comprata un bel vestitino rosso con le bordature bianche.
 Si lavò con calma per poi mettersi il vestito che le donava un aria misteriosa ma estraneamente dolce.
Con un filo di trucco completò il quadro.
 I capelli le donava un aria più matura.
Quando il campanello suonò Shade abbracciò suo nonno e Milky sua nonna per poi farsi gli auguri reciprocamente, Fine avanzo dopo con discrezione.
“Tu chi sei?” Chiese la nonna.
“Lei è una persona speciale” disse in coro sia Shade e Milky guardandosi per poi scoppiare a ridere.
La nonna li guardò per poi salutare la dolce Fine.
“Benvenuta in famiglia” gli strinse la mano il nonno.
La serata trascorse in armonia, giocarono a carte. Fine li batte tutti.
Arrivati alla mezza notte, tutti si riunirono intorno all’albero e iniziarono a formare un cerchio, girarono su di esso cantando una canzone, per poi farsi gli auguri e scartare i regali. Milky vedendo il suo regalo abbracciò Fine, ricoprendola di baci, facendola ridere.
Anche i nonni diedero i regali, tutto sembrava un grado pieno d’amore.
A notte inoltrata, quando ormai la stanchezza del giorno arrivò tutti si ritirarono nelle proprie stanze.
Fine era rimasta di sotto, usci fuori e osservò il cielo.
Il blu notte era magnifico e poi le stelle.
Senti freddo, per poi coprirsi con le mani.
“Lo credo anch’io” una voce alle sue  spalle comparse, si girò e vide Shade.
Rimasero a fissare il cielo fino a che Fine stranuti.
“Stai prendendo freddo, rientra” disse.
“Sto bene”
“Fine e da qualche giorno che mi eviti, ti ho fatto qualcosa per caso?”
Lei fece segno di no.
“Allora perché?” si girò verso di lei.
“Sai Shade non lo credevo, ma è successo. I miracoli esistono.”
“Hai ricordato?” disse speranzi oso.
“No, ma ho scoperto qualcosa di più grande”
“Che cos’è?”
Fine  si avvicinò al viso di Shade e lo baciò. Il suo tocco era dolce. Shade apri gli occhi.
“Buon Natale Shade” gli sorrise. Un sorriso che gli riscaldò il cuore.
S’incamminò verso l’interno ma Shade ripreso dallo choc la prese dal polso per poi abbracciarla.
“Buon Natale anche a te Fine” le diede un bacio.
Un bacio che cos’è?
Un bacio è un attimo di magia. Dove tutto può accadere.
 
 
 
 
Buona sera ragazzi sono ritornata, spero che vi piaccia. Ditemi come vi sembra, la scorsa volta sono rimasta con la bocca amara Lho bisogno del vostro Sostegno.
 
 
 

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Capitolo 19
*** Piume per terra ***


Buon pomeriggio ragazze dopo un’assenza voluta sono qui per ritornare a scrivere.
Manca poco ormai alla conclusione di questa storia e già.
Se non mi volete, potete dirlo chiaramente, toglierò le tende.
Se invece mi vorrete, finirò questa storia più velocemente possibile, poiché devo concluderne altre.
Ok non mi prolungo oltre perché mi sembra una minaccia, ma io non voglio costringere nessuno: mi auto censuro, scusate del disturbo.
Buona lettura.
 
 
 
 
 
Il Natale era passato in fretta e con sé tutte le feste. Il nuovo anno era iniziato meravigliosamente per la nuova coppia dell’anno.
Fine e Shade finalmente si erano chiariti e adesso stavamo quasi 24 ore attaccati.
Shade era un ragazzo molto geloso e pervertito, non vedeva l’ora di rimanere solo con la sua bella Fine per allungare la mano ma ogni volta riceveva una punizione.
E cosi aveva imparato a tenere freno ai suoi bisogni da maniaco.
Ma non era solo questo che lo ossessionavano, no. Shade aveva paura di perdere Fine, credeva che un momento all’altro sarebbe svanita nel nulla.
Fine era una creatura speciale e lui se ne  era accorto subito, ma non per questo si era lusingato.
Era una bella giornata soleggiata che uscirono insieme mano nella mano.
Fine sorrideva come non mai, e Shade felice la riempiva di coccole.
“Come stai?” chiese.
“Bene, solo che questo raffreddore non mi vuole proprio lasciare” si lamentò.
“Forse non è stata una buona idea uscire” disse preoccupato.
“Shade sto bene che cosa mi dovrebbe succedere?”
“Spero nulla”
“dai andiamo musone. Sento freddo” attirando la sua attenzione.
“Ti posso riscaldare io” ma con una spinta lo buttò per terra.
“Se ti prendo, questa volta non te la faccio passare liscia” iniziarono a rincorsi, come due bambini piccoli.
Non si stancavano mai. Girarono tutto il parco, girando intorno a un albero secolare, poi nelle panchine e in fine nella fontana.
Fine era esausta e si appoggiò un attimo vicino alla fontana, in quel preciso istante una scossa la pervase e la fece traballare. La vista divenne nera, i suoi si amplificarono per tre volte. Più i là c’era qualcosa, un rumore strano. Qualcosa stava sbattendo con vigore, con naturalezza.
Si mosse e si avvicinò a quel rumore.
Quando giunse non trovò nessuno, stava per ritornare indietro ma una piuma bianca s’incastro tra i suoi stivali. La raccolse e la toccò con delicatezza.
Un brivido la trapassò il cuore e poi un’onda calda.
Si senti sollevata da terra.
Ma si risvegliò e si ritrovò tra le braccia di Shade.
“Presa” baciandola la guancia.
Fine era un altro mondo, solo dopo si accorse di cosa aveva fatto.
“Fine stai bene?” Shade abbassò e toccò la sua fronte “ sei calda, andiamo a casa”
Non parlò per tutto il tragitto rimanendo al calduccio tra le sue braccia.
Erano passate tre ore e Fine si trovava nel suo letto a dormire.
Quello che aveva provato la mattina era qualcosa di strano, all’improvviso si alzò di scatto per poi grattare le scapole. Le bruciavano, prudevano fortemente.
“Ahi” gridò.
A casa non c’era nessuno.
Milk e Shade erano a fare la spesa.
Si alzò da terra e si tolse il pigiama di sopra si guardò allo specchio per poi gridare.
Due cicatrice si stavano alzando dalla sua pelle.
Gridò fino a che aveva voce, guardava con sgomento la propria schiena quando poi apparvero due piccole ali ormai stroncate perse l’equilibro atterrando sul pavimento.
Strisciò verso la porta ma non ci arrivò mai, poiché una forte luce invase la stanza.
Un angelo con un paio di ali bellissime apparse e la strinse tra le sue braccia.
 
 
 
 
 

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Capitolo 20
*** Ricordi perduti ***


                              *Ricordi perduti*






Ciò che vede quando si rialza, è solo una distesa di bianco infinito.
Non capisce.
“Dove mi trovo?” nessuno le risponde.
S’incammina verso l’ignoto.
A un tratto una folata di vento la fa vacillare e cade in ginocchio.
Ma non si ferma, il bianco che la circonda svanisce pian piano lasciandola in sgomento.
Il cielo si sta formando sotto di lei.
“Sto cadendo!” grida forte e chiaro. Precipita come una cometa.
Va giù, giù.
Vede la terra vicina.
Ma non riesce a fermarsi. Le sembra un brutto sogno ma non lo è.
Poi qualcosa di lumino appare nel cielo mira verso di lei per poi schiantarsi contro. La luce la sta accecando perde i sensi.
 
 



“Ciao come ti chiami?” una piccola bambina sorride a un’altra.
Lei la guarda con paura per poi sussurrare il suo nome” Maya” .
“Ciao Maya io sono Fine!” regalandogli uno dei suoi sorrisi. Un sorriso che ti da forza.
Fine prese dalla mano la piccola Maya e la condusse verso una vetrata.
“E’ anche per te la prima volta?” “ Chiese.
La bambina annui.
“Non preoccuparti ci sarò io con te, lo faremo insieme se vorrai” la piccola Maya disse di si.
“Adesso sorridi e andiamo “correndo verso l’ingresso.
Un signore con la tunica bianca guardò le due bambine per poi sorridere.
“Benvenute siete qui per il privo volo?” accarezzando le testoline di entrambe le piccole.
“Si” dissero.
“Allora seguitemi”
Chiamò l’ascensore per poi farle accomodare all’interno. Il mezzo salì lentamente per poi suonare quando raggiunsero la destinazione.
I loro occhi s’illuminarono quando videro tanti altri pargoli intimoriti e tremanti.
“Benvenuti al primo volo piccole, qui vi aiuteranno a capire cosa dovrete fare. Vi lascio in mano al nostro istruttore. Fate del vostro meglio” ritornando al suo posto.
Fine e Maya si avvicinarono a un uomo con la barba lunga e bianca. Con una tunica avorio.
“Mi scusi” chiese Fine sorridente.
“Voi due dovete essere Fine e Maya” disse aggiustando gli occhiali sul naso.
“Si”
“Venite qui bambine, mettetevi in fila e aspettate il vostro turno” e come aveva detto il vecchio, fecero.
Si guardavano in giro, c’era una fila di bambini che tremavano.
Verso la balconata due uomini spiegavano cosa fare, e poi il volo.
Ogni angelo all’età di sei anni doveva fare il suo primo volo, le ali si allungavano e da lì tutto iniziava.
Dopo di esso c’era la preparazione a diventare un vero angelo di onore, ma non era facile come bere un bicchiere d’acqua, no. Dovevo affrontare prove e poi dopo gli esami potevano proclamarsi angeli.
“Fine “ qualcuno la chiamò.
Avanzo di un passetto e si presentò.
“Avanti piccola vai…”
“Può venire maya con me? Vogliamo affrontare il volo assieme” chiese con rispetto.
L’anziano la guardò per poi rivolgere lo sguardo su Maya” va bene, buona fortuna” passando all’altro.
Un angelo più giovane dai capelli biondi li accolse.
“Ragazze aprite le ali e volate. Non temete ci siamo noi se qualcosa va male”
Le due avanzarono verso il balcone, salirono grazie a dei piccoli gradini e guardarono in giù.
“Non guardare.” La incoraggiò.
“Ho paura” indietreggiando.
“Non sarai sola, io sarò accanto a te” presero una lunga rincorsa per poi cadere.
“Maya muovi le ali, pensa di volerlo.” Gridò Fine mentre cadeva.
“Devo crederci, crederci” e mentre cadevano in picchiata, successe il miracolo. Due sfavillanti ali immacolate planarono nel vuoto.
“Ci sei riuscita” sorridendogli.
“Anche tu “ridendo per l’esperienza.
Galleggiarono ancora per un po’ verso l’infinito per poi atterrare con poco classe sul terreno. Fine si arrotolò su se stessa per poi coinvolgere altri angioletti.
“Stai più attenta” gridarono i coinvolti.
“Scusate” inchinando come segno di scuse.
“Fine stai bene?” Maya si avvicinò.
“Certo” i suoi capelli rossi ondeggiarono al vento “sai non ho mai provato una sensazione cosi bella, voglio riprovarla” disse con occhi sognanti.
“Lo faremo insieme”
“Certo” abbracciandosi.
 
 


Il ricordo svanì lasciando una Fine stupida.
Che cosa voleva dire? Forse stava ricordando qualcosa del suo passato.
Mille domande giunsero, ma non poteva pensare adesso doveva trovare un modo per non morire.
Cercò di concertarsi.
“le cicatrici” ripensò a quei tagli alle scapole.
“Vi prego ali che siete nati con me apparite. Ho bisogno del vostro aiuto “urlò.
Ma non apparse nessuna ala.
Si stava per schiantare al suolo quando una luce esplose dentro di lei.
Un paio di ali luccicanti apparvero come in canto.
Atterrò in un giardino.
“Dove sono?”
“Bentornata Fine” una donna apparse ai suoi occhi.
“Chi sei tu?” chiese.
“Sono le tue risposte”.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota:
Rieccomi.
Scusate il ritardo, le idee scarseggiano. Spero che non vi abbia deluso con questo piccolo capitolo, chi sarà realmente la donna? E cosa le rivelerà?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo se riuscirò.
Grazie per chi è rimasto o si aggiunto.
Ditemi come vi sembra :D
Heart
 
 
 
 

 

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Capitolo 21
*** Avviso ***


Mi dispiace comunicarvi questa notizia. 
La storia sarà sospesa o cancellata.
Non riesco più a scrivere come una volta, non trovo più l'armonia che mi faceva battere il cuore.
Mi dispiace tanto, perchè quando scrivo ci metto il cuore e nel sapere che ho compito la mia missione, o nel far ridere e piangere i lettori, sia qualcosa di molto importante.
Ogni autore vorrebbe una cosa del genere, ma per adesso non riscontro nulla di ciò, e per questo la chiudo.
Mi scuso .
Heart
:(

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Capitolo 22
*** L'eredità di Fine ***


L’eredità di Fine
 







Fine guardava quella figura avanzare, il suo passo era molto leggiadro ed elegante.
La donna in cui le aveva rivolto la parola era coperta da una tunica bianca, con delle bordature dorate. I loro sguardi non si divisero mai, attratti da quella magia speciale ed elettrizzante, tuttavia Fine nel suo profondo, forse all’interno del suo cuore sapeva chi fosse quella figura così giovane è perfetta.
Scostò lo sguardo dalla donna e si guardò in giro, quel giardino le ricordava qualcosa di familiare, qualcosa che lei sapeva dove si trovasse, ma la sua mente non le dava mente locale.
Gli alberi erano alti è selvaggi, con le fronde arruffate dal vento dolce, gli arbusti che se ne stavano immobile sul terriccio pieno di erbe singolari, i fiori che spuntavano dal prato immenso come coniglietti e poi quei rampicanti su quella fontana, lì al centro di tutto, dove sorgeva una nicchia di ali scolpite, il quale fuoriusciva dell’acqua. Sembrava un giardino incantato.  Fine avanzò di un passo, si avvicinò a uno dei tanti rovi di quel giardino strano, lo accarezzò senza aver paura di spinarsi, quando poi una scia di sangue uscì dal dito, si risvegliò da quel trance .
“Chi sei?” ridisse, risvegliandosi da quella magia. Era solo un’illusione.
“Seguimi” disse solamente, per poi voltarsi e allontanarsi; Fine non si mosse, ma solo dopo incoraggiata da una strana energia, venuta dal suo interno, si precipitò dalla donna. Si era fermata vicino alla fontana, dove degli arcobaleni traboccavano al suo interno, spruzzando la sua circonferenza d’acqua.
“Che cosa vedi?” chiese, accarezzando l’acqua con la mano.
“Che vuol dire?” domandò.
“Tu rispondimi, e ti risponderò” .
Fine rimase allunga a osservare la scena.
L’acqua che traboccava da quelle ali dorate, i piccoli arcobaleni che cascavano come gemme, e poi… come se non avesse notato prima, si spose meglio per vedere intorno a quelle ali dei rovi che lo tenevano saldamente e al suo interno, custodivano , una rosa multicolore. Non l’ho aveva notato prima, ma adesso che lo aveva individuato non riusciva a non pensare a quella rosa, piccola e sola.
“E’ sola” disse senza pensarci.
“Si fine, come te, ma adesso non lo sarai più” la donna le accarezzò la guancia.
“Non capisco”
“Vai da lei” e come se fosse ipnotizzata, si avventurò tra le acque, ma non fu facile. La fontana reclamò la sua purezza, abbattendola e buttandola fuori. Ma non si scoraggiò, lottò con determinazione fino a che non raggiunse le ali, capì solo alla fine che doveva mettere la mamo dentro quel gruppo di rovi e prendere quella rosa speciale. Chiuse gli occhi per il dolore, poiché i rovi si difesero a quella intrusione, e in fine riuscì a prenderla.
La guardò e nemmeno il tempo di riguardarla nuovamente che scomparse.
“Che cosa…?” disse allarmata, per poi rivolgersi alla donna.
“Che il tuo destino si compie” alzando le mani, un grande vento si abbatté in quel giardino, per poi su Fine.
“Ah” gridando.
“Non avere paura piccola Fine, io ci sarò sempre”
Fine aprì un attimo gli occhi ma dovette chiuderli nuovamente, poiché una grande luce dorata l’accecò.
 
 
 
Quando si risvegliò si trovava in un luogo diverso, si alzò, per poi camminare.
“Dove mi trovo?” si disse.
Un uomo le rispose.
“Londra” rispose.
Fine divenne pallida, “ che anno siamo?” disse ancora più pallida.
“1890” rispose il vecchio.
E in quel momento Fine, vide in una carrozza se stessa.
 
 
 
Nota:
Buon giorno a tutti, per chi ancora non mi conosce, sono Heart, era di molto che non aggiornavo, e adesso eccomi qua.
Siamo ormai agli sgoccioli, pochi capitoli e finisce.
Ringrazio tutte le persone che si sono fatte sentire e mi hanno dato una mano con questo periodo nero, anche solo un commento mi fa tanto.
So, che questo capitolo non è nulla, ma mi volevo mettere in carreggiata, nel prossimo ci saranno nuovi sviluppi.
Grazie ragazzi non sapete quanto mi fate felice.
Spero che vi piaccia e al prossimo :D
Heart 

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Capitolo 23
*** Passato ***


Dopo sette mesi ritorno, perdonate il mio immenso ritardo. So, che molti di voi adesso non seguiranno più la storia, e capisco il motivo, ma scusatemi lo stesso. Non voglio dilungare molto e così inizio questo nuovo e misterioso capitolo. A presto a dire che questo capitolo sarà narrato in prima persona, Fine sarà un fantasma. Con questo vi lascio, buona lettura.



 
Passato






 
Il cielo è grigio sta mattina, come il mio animo.
Non credo di essere così diversa dalle mie coetanee o almeno lo penso io.
Mio padre è accanto a me, con lo sguardo lontano, probabilmente sta pensando a ciò che è successo, sta mattina, con la mamma e poi con me.
Non riesco ancora a capacitarmi di ciò che ho fatto. Mi sono guardata in quel momento tanto le mani, che in fine mi sono messa a ridere per lo stupore.
Io Elza sono un angelo.
La mamma me lo ha detto con una voce appena percettibile, ma lo sentito, perché ho udito speciale, più fino.
Papà ha sgranato gli occhi per poi mettersi a ridere, lui non crede a questo e particolarmente a queste cose divine.
La mamma si è avvicinata a me, è mi ha parlato.
La sua voce era piena di rammarico, ma anche di felicità.
Non ho mai visto i suoi occhi così luminosi.
In quel momento dentro di me si apriva un nuovo mondo.
In quello stesso giorno, papà mi rinchiuse in collegio.
Non volle sapere nulla, io ormai non ero più sua figlia.
Mi abbandonò in quell’edificio vecchio e da quel giorno non lo vidi più, più tardi seppe che la mia mamma era svanita nel nulla, grazie a mio zio.
Le mie giornate erano grigie, ma non per questo non mi godevo la vita. Pian piano inizia a conoscere più me stessa e la mia capacità. Gli anni passavano e una notte, capii che potevo volare, le mie ali erano bellissime.
Ma la serenità non poteva durare per sempre, infatti un mese a distanza dal mio diciottesimo compleanno un uomo comparve e mi chiese di sposarlo.
In quell’epoca era consueto un matrimonio del genere, ma la mia testardaggine e determinazione riuscì scappare.
Fu in quella notte che lo conobbi,l’amore della mia vita, con quegli occhi immensi.
La nostra storia era travagliata, e quando gli raccontai chi ero e cosa ero, lui mi sorrise e mi abbracciò forte.
Ci sposammo di nascosto e dopo due anni nacque il frutto del nostro amore:Fine.
Era una dolce creatura …io e il mio amato non potevamo avere un attimo di tregua, il cielo mi reclamava e come tale anche la mia bambina, per un breve tempo ci fu la pace, ma tutto stava svanendo. Un terribile evita stava abbattendo tra il cielo e la terra, e quando iniziò a piovere il mondo, si trovò a collassare.
La paura di perdere la mia bambina era tanta, ma grazie al mio amato sconfiggemmo il male.
Come ogni guerra ci sono delle perdite, lui l’aveva protetta. Gli donò il suo ultimo bacio alla nostra bambina per poi svanire.
Il quel momento decisi.
Abbracciai Fine e la condussi vicino a un palazzo che ormai conoscevo bene, depositai la piccola e la lasciai una piuma dorata, come segno del mio amore immenso.
Lei sarebbe stata la salvezza di tutti, un giorno, quando avrebbe imparato i valori della vita.
Lei sarebbe stata speciale.
 
 
Fine rimase a fissare quella porta, solo dopo si accorse che era quella della sua tutor.
Aveva vissuto per anni con una domanda, chi erano i suoi genitori e perché l’avevano abbandonato? Adesso comprendeva le gesta e capiva cosa si poteva provare.
La sua mamma era quella donna, adesso ne era sicura.
Avanzò verso quel giardino a la vide.
“Oh piccola Fine” disse.
“Sei la mia mamma? Non è vero?” Chiese ancora come conferma. Lei disse di sì, e in breve Fine si era lanciata verso di lei, abbracciandola e a piangere sul suo petto. Le due rimasero a lungo in quell’abbraccio eterno, ma entrambe sapevano che non era il momento.
“Fine. Adesso devi ritornare sulla terra, devi proteggere le persone che ami, non spaventarti per ciò che provi …”disse con fare materno.
“Come farò?” Chiese.
“Con il cuore. Amore mio tu hai un grande dono, forse non l’hai visto, ma sei speciale … ho capito in quel momento in cui ti ho abbandonato che la tua vita sarebbe stata difficile, ma sapevo che qualcosa di speciale di avrebbe aiutato. L’amore è un dono e con quello puoi sconfiggere le ombre” donandogli un angelo.
Fine aveva in mano un angelo che sorrideva.
“Quest’angelo con gli altri due ti proteggeranno, disporli a triangolo e il loro potere si accenderà” baciandola sulla fronte.
“Io e tuo padre siamo sempre con te” disse per poi aprire la mano e farla svanire.
“Abbi fiducia in loro, mia piccola”
 
 
 
Shade era seduto sulla finestra, la sua mente non riusciva a capire.
Aveva cercato in ogni modo di svelare quel mistero, dalla sua prima comparsa, delle sue parole, i sorrisi e poi di quella notte. La notte in cui vide per la prima volta quel bagliore vicino, quel calore che ti riscalda l’anima.
Fine era qualcosa di bellissimo, una creatura angelica?
Cosa possibile?
Poi le piume in terra, la sua amnesia e tutto il resto.
Fine era un mistero.
Chiuse gli occhi per la stanchezza, all’improvviso sentì un rumore, si alzò e vide qualcosa.
Dal cespuglio apparve Fine con un sorriso carico di calore.
“Fine?” disse piano, avendo paura che fosse solo un’illusione.
“Son qui, Shade.” Avvicinandosi a lui.
“Non sto sognando” chiudendo gli occhi per poi riaprili, ma era ancora lì.
“Sei abbastanza sveglio. Scusa per averti fatto preoccupare, ma ho avuto delle questioni da risolvere. Ti ringrazio di tutto”
Shade non ci pensò minimamente e l’abbraccio con amore, quanto l’era mancata, lei lo ricambiò.
“Oh mia piccola Fine, tu mi fai impazzire” disse a gran voce.
“Lo stesso per me. Ecco perché sono qui, non voglio andarmene, non voglio più scappare. Io mi sento a casa con te” piangendo.
“Mi rendi felice” alzandole il vaso per poi incontrare le sue labbra.
“Ti amo Fine”
“Ho combattuto contro i miei simili per averti e non mi spaventa dirlo che ciò che provo per te è così forte. Una persona mi ha detto che con l’amore posso sconfiggere tutto e lo farò, perché  tu e Milk siete le cose più importanti”
Shade era commosso.
“Ti ringrazio mio piccolo angelo”
Fine si spaventò.
Lui capendo il suo turbamento l’abbracciò forte “non avere paura di dimostrami chi sei realmente, io amo ogni parte di te”. Fine sorrise mentre lacrime le rigavano il viso.
Sua madre aveva ragione, quando è vero amore, tutto passa in secondo piano.
L’aria e il mare erano di nuovo insieme, e forse questa volta per sempre.

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Capitolo 24
*** L'amore non può essere peccato ***


“L’amore non può essere un peccato”



 
Fine era ritornata sulla terra, erano già passati tre giorni da quell’evento.
In casa di Shade e di Milk la serenità era all’apice, niente poteva distruggere quel momento di pace e tutti se ne accorsero. Fine aveva portato una nota nuova in quella famiglia distrutta, tutti si chiedevano come avesse fatto, ma i sorrisi e l’occhiatacce di Shade faceva indietreggiare tutti. Nessuno la doveva toccare, per troppe volte si era spaventato per le sue scomparse, ma sta volta lei sarebbe rimasta lì, con loro due. Per Shade era una buona occasione per tenersela tutta per sé, ma Fine sapeva che il ragazzo non lo faceva per possessione, forse solo un poco, ma sapeva che doveva aiutare anche gli altri. Il suo animo buono lo donava a chi se lo meritava e chi soffriva, ogni volta il suo cuore si riempiva di gioia nel vedere un sorriso dal cuore.
Quel pomeriggio era uscita con Milk per fare la spesa per la cena.
Erano uscite presto, così al loro ritorno avrebbero iniziato a cucinare.
“Fine dimmi una cosa” disse la piccola pensierosa.
“Si?” Sorrise fine.
“Dove sei finita? Ti avevamo cercato in ogni parte possibile, ma nulla, non e che eri un’altra dimensione?” disse, per poi guardarla.
Bella domanda, Fine era proprio sorpresa.
Non era del tutto bambina, avevano la stessa età. Ma ne dimostrava così pochi che a volte se lo dimenticava.
“Be…’ è difficile, ma si può dire di sì. Il mio viaggio è stato duro, ma alla fine ci sono riuscita”
Sembrava che stesse parlando più a se stessa che con la sua amica.
“Non ti capisco” disse Milk alzando le spalle.
“Meglio” disse Fine.
Arrivarono a casa e si misero subito a cucinare, quando sarebbe tornato Shade avrebbe trovata il paradiso.
E così accadde, il giovane appena ritornato si trovò con una tavola  bandita di squisitezze.
“Tutte per me?” chiese con gli occhi luminosi.
“No!” urlò Milk.
“E per chi?” chiese curioso.
“Per me!” Rise Fine sedendosi.
“Eh, non puoi mangiare tutto tu se no, diventi grassa” rispose con enfasi e con il sorriso sulle labbra.
“Ehi, non mangiate tutto” si lamentò Milk prendendo qualcosa prima che quei due la lasciassero a digiuno.
 
Quella sera si stava trascorrendo, Fine aiuto Milk a pulire tutto, mentre Shade si guardava la tv, quando era il momento di andare a letto la più piccola precedette i due, per lasciarli un poco soli.
Infatti Shade si avvicinò a Fine che era alla finestra che guardava la luna.
“Che guardi?”Chiese avvicinandosi a lei e poi cingerle la vita.
“la luna, domani ci sarà tutta” disse con un filo di voce.
“T’importa?” chiese.
“Si” disse quasi senza voce.
Shade la girò e la guardò negli occhi, era lontano con la testa.
“Che succede?” chiese preoccupato.
“Domani con luna piena, …” non continuò, non lo voleva preoccuparlo. “nulla, andiamo a letto?” chiese, lo trascinò in camera sua.
“Vorresti dormire con me?” chiese schioccato Shade che aveva in mente.
“Non ti va? “
“Oh certo che mi va” era un sogno averla accanto.
“ A una sola condizione, non ti fare venire strane idee…” gli disse.
Lui di canto suo era già partito in quarta, ma l’avvertimento di Fine era stato chiaro, così con tutta la sua volontà aveva represso quella voglia infrenabile.
La ragazza si accoccolò  al suo petto per chiudere gli occhi, ma nemmeno il tempo che sentì le mani di Shade addosso.
“Attento a quello che fai, se in quella testa vuota hai qualcosa di losco, ti faccio fuori” disse minacciosa” sai che ti dico, me ne vado”
“No, no. Starò calmo, ma rimani qui con me”
“Ok”
E così rimasero stretti.
Shade si era addormentato, mentre Fine si rigirava nel letto, non ci riusciva proprio.
Scese dal letto e uscii fuori dalla casa.
Aveva una strana sensazione, la luna la richiamava.
Non si accorse che camminava sul pelo d’acqua, ma in quel momento poco importava. La luna era proprio davanti a lei.
“Mi hai chiamato?” Chiese.
“Si2
Una figura miliare si smaterializzò davanti a lei.
“Ciao amore” disse dolce Elza.
“Ciao mamma” le sorrise.
“tesoro ti devo avvisare per domani” disse seria.
Fine ricordava bene le parole della madre prima che fosse trascinata dal vortice che l’aveva riportato sulla terra.
 
Fine quando la luna sarà piena, accadrà esattamente tra cinque giorni, il male ritornerà. Lì il tuo destino si compierà.
Ciò che loro ti avevano tolto ritorneranno al loro vecchio splendore, non preoccuparti non sarai sola. Io e tuo padre saremo al tuo fianco.
Che il destino sia con te.
 
so, mamma”
“Tesoro ho una grande paura che ti succeda qualcosa” abbracciando la figlia.
“Andrà tutto bene”
“Lo spero, ma non sono qui solo per questo. Devi trovarmi una piuma dorata,è vicino a te. Potrò combattere con te, piccola.”
 
 
L’aveva lasciata con quell’espressione preoccupata ma con un amore immenso per lei, per sua piccola bambina.
Si era addormentata subito, anche se la paura per la notte successiva le spaventava.
 
 
La giornata si era aperta abbastanza bene, solo per lo strillo di Milk che aveva svegliato i due giovani ancora dormienti.
“Che succede?” chiese Shade.
Sopra il tavolo c’era Milk con lo sguardo terrorizzato.
“Che c’è?” disse un'altra volta.
“C’è un mostro dietro lo sportello.” Shade si avvicinò allo sportello indicato dalla sorella e ci trovo un verme nero.
2E tu hai urlato per questo piccolo insetto?” guardando la sorella con due occhi.
“Ma mi fanno schifo” urlò.
“Che poppante!”
“Che succede qui?” chiese Fine, ma nemmeno il tempo di dire una cosa che il suo sguardo si posò su quel coso nero, non ci penso un secondo e fece la stessa cosa che aveva fatto Milk.
“Porta via quel mostro!” urlò.
Shade lo tolse, ma senza prima di spaventare spaventare per bene quelle due che gridavano come se li uccidessero.
“Siete proprio delle bambine” buttandolo fuori, accorgendosi che quattro paia di occhi lo stavano uccidendo.
“Se per te noi siamo solo delle bambine, oggi non mangerai. Cavatela da solo!” urlano le due ragazze furiose.
L’aveva fatta grossa! E già!
 
 
 
Le due ragazze lasciarono il povero Shade a digiuno per tutto il giorno, erano furiose.
Non si erano fatte vive quel giorno a casa, avevano camminato per tutto il giorno per la città. In fine esauste presero una bella pizza e la portarono dentro. Come pensavano Shade non si era mosso, neppure per cucinarsi qualcosa per se.
“Siamo a casa” disse la padrona di casa.
“Shade ci sei?” chiese Fine non vedendolo nel salone, cos’ si spogliò della giacca per cercarlo al piano superiore.
Lo trovò a fissare un oggetto che aveva tra le mani.
“Che cos’è?” chiese, guardandolo bene e in quel momento si accorse che era la piuma dorata. “ Dove l’hai trovata?” disse velocemente. Il ragazzo accorgendosi di quel cambiamento la guardò.
“Me la dato, una donna…” .
“Ecco perché diceva che l’avevo vicina” gli occhi iniziarono a illuminarsi, adesso capiva.
“Stai bene?”
“Sì. Adesso andiamo c’è la pizza di sotto.”
Il ragazzo pose la piuma sul comò, ma Fine lo richiamò.
“Non te ne devi mai separare da questa piuma, è speciale” la prese con gentilezza e la pose sulla sua mano “ti proteggerà” alzandosi in punta di piedi per poi baciarlo.
“Adesso andiamo” sorrise.
 
 
 
La notte era calata. Come appuntamento la luna sorse e abbagliò la terra con la sua splendida luce.
Fine aspettò che tutti se ne andassero a letto per uscire, il giorno fatidico era arrivato.
Arrivò dinanzi all’oceano e con calma iniziò a camminarci sopra.
La sensazione era bellissima, era come se ci camminasse per la prima volta, ma non lo era.
Dinanzi alla luna s’inchinò per darle omaggio.
“Sono qui” sussurrò.
 
Nel frattempo Shade si svegliò, scese di sotto per poi ritornare sopra, ma deviò, invece di ritornare in camera sua si recò in quella di Fine, ma la sorpresa di non vederla dentro si preoccupò.
Non ci pensò due volte, si vesti e uscii.
Non sapeva, dove cercarla, ma gli venne in mente la luna.
Il mare.
In pochi minuti fu lì.
Non sapeva come fosse arrivata lì, ma Fine era sul pelo dell’acqua inginocchiata.
Non parlò e aspettò che cosa facesse.
Lei rimaneva in quella posizione, ma dopo un poco qualcosa successe.
Dal nulla apparve una distorsione, diversi individui uscirono e circondarono Fine. Lei non rimase a far nulla, si alzò con quel viso serio e potente.
“Che ci fai qui Fine?” era stato il suo maestro a richiamarla per la sorpresa.
“Sono qui per deperire il mio destino” concluse.
Uno dei tanti esseri presenti rise e buttò al suolo Fine.
“cosa potresti fare? Non sei più nulla” rise ancor più forte, per poi essere seguito dagli altri.
“Maestro lei è con loro?” chiese, mentre si rialzava.
Lui non le diede una precisa risposta, ma dentro quegli occhi azzurri notata una frustrazione e rabbia verso di loro.
“Capisco” concluse.
Shade rimaneva in disparte, non capiva nulla, ma per il momento non era successo nulla. Solo quando quell’uomo l’aveva spinto, avrebbe avuto staccargli la testa, ma si trattenne.
La luna si stava alzando ancor di più e tra breve l’avrebbe immersa della sua luce, ma ancora mancava del tempo.
“Allora che ci fai qui?” chiese l’uomo che l’aveva buttata a terra.
Lei come risposta gli sorrise.
“lo vorresti sapere, ma mi dispiace non lo saprai mai… forse un giorno” lo stuzzicò.
“Non scherzare con me ragazzina, non sei nessuno e poi non ne hai più potere”
“Forse hai ragione, ma il potere non risiede nella forza, ma nel cuore” ormai era decisa, non le importava di cosa avrebbero detto, lei aveva un solo obiettivo, lo doveva alla sua mamma e al suo papà che si era sacrificato per loro due. Lei era speciale, dentro il suo sangue defluiva quell’antico sangue.
La luna stava occupando posto al suo posto nel cielo.
“Adesso vattene, abbiamo da fare”disse l’angelo.
“non ho nessuna intenzione di spostarmi di un centimetro.” Rispose secca.
Con una mano schiaffeggiò Fine buttandola al suolo.
“Non osarmi parlarmi in questa maniera” urlò.
“Non mi fai paura. Ti sembro così stupida di non aver capito che sei stato tu a farmi buttare fuori dal congresso? Ti sembro stupida di non aver capito il tuo gioco e che tu sia realmente un demone?” urlò forte e lo senti anche Shade.
Lo stupore di tutti presenti si fece vivida, tutti lo guardarono.
“Non dire idiozie ragazzina” iniziò a balbettare.
Tuttavia lo guardavano tutti, ormai scoperto prese Fine dalla gola.
“Che stai facendo?” chiese il maestro.
“La ucciderò” rise, per poi trasformarsi in se stesso, ciò in un demone.
“Impostore!” urlano gli altri.
“Sciocchi siete così fragili” strinse ancor di più il collo a Fine che la poverina non sentiva più nulla.
“FINE!” urlò qualcuno. Shade apparve correndo e si buttò contro quell’uomo.
“Fine?” l’aveva preso, ma adesso lei era svenuta.
“maledetto, me la paghi”
“Inutile essere umano che vorresti farmi, non e che questi qua siano più forti di te. Siete solo degli insignificanti creature. “ dalla sua mano apparve una sfera di fuoco.
La lanciò verso Fine e Shade, ma qualcosa le difese, infatti la piuma si era attivata per proteggerli.
“Quella è” uno degli angeli disse.
“Non ci credo, mi sembra che era stata persa” disse un altro.
“Meglio avvisare l’arcangelo” e scomparve.
 
Le cose erano due per Shade, scappare o rimanere lì e capire che diavolo stava succedendo.
Non ebbe il tempo di riflettere che Fine si svegliò.
“Ehi piccola va tutto bene?” disse preoccupato.
Lei gli sorrise “sto bene” rispose.
Si alzarono.
“Il tuo nome” pronunciò Fine diretta verso il demone. Lui sorrise.
“Yhan”
“Bene Yhan chi è che ti manda? Il tuo padrone deve pagare per ciò che ha fatto ai miei genitori e questa volta non fallirò”disse decisa. Nessuno l’aveva vista così determinata neanche il suo maestro.
“ Mica te lo dico, “ sbuffò.
In breve e chissà come tra i due iniziarono a combattere, Fine grazie alla piuma ricevette un arma, una spada che sembrava più vecchia di quanto, tutti pensassero e Yhan la sfoderò una spada nera. I due erano alla pari, e i presenti si chiedevano come mai Fine c’è la faceva a fronteggiarlo, ma era un mistero.
In fine il demone vinse, spazzando Via Fine.
“Adesso non la fai più la prepotente?” domandò, ma la ragazza non ci dava conto. La luna l’aveva appena avvolta e in lei si stava svolgendo qualcosa di stradina rio. Infatti il demone le volle attaccarla, ma in quel momento una luce accecante  lo avvolse facendolo gridare dal dolore.
 
Shade guardava quello spettacolo come tutti i presenti, Fine si stava trasformando?  I suoi capelli risplendevano di forte colore rosso, erano più lunghi di prima, i suoi vestiti erano spariti lasciandola in una tunica bianca dalle sfumature dorate, e la cosa più bella e sorprendente le sue ali stavano rinascendo. Due magnifiche ali con piume colme di cristalli. Quando esse si aprirono la luce si dissolve, lasciando quel corpo avvolto da una aura potente e divina.
Fine era rinata.
 
 
In quel preciso momento fece la comparsa dell’arcangelo vedevo quella scena s’inchinò d’istinto a quell’autorità.
Tutti si domandavano per quale motivo, ma nessuno ebbe la risposta. L’arcangelo rimaneva inginocchiato.
“Che diamine sta succedendo?” Chiese Yhan.
Fine riaprì gli occhi.
Il mondo adesso aveva una nuova luce ed era lei a emanarla.
“Yhan!” una voce forte apparve dal nulla, con una scia di fumo si materializzò  il diavolo in persona.
“Vostra maestà” s’inchinò quest’ultimo.
“Che cosa sta succedendo? La sotto c’è il caos!” tuonò forte.
“Ci sono stati dei problemi imprevisti” disse.
Il diavolo si guardò in giro per poi notare la figura di Fine.
Non parlò dapprima, dalla sua espressione si capiva che era in serie difficoltà. Fine se ne accorse.
“Finalmente ti sei fatto vedere e da tanto che vorrei parlare con te” chiese direttamente al diavolo, tutti si stupirono anche l’uomo inchinato dinanzi a lui.
“Tu. Tu … non può essere!” blaterava il diavolo.
“Invece sì. Sono sua figlia” dichiarò.
Adesso capiva tutto, quella era la figlia di Elza, si era fatto sfuggire quel dettaglio. Il mondo sotterraneo era nel caos per colpa sua.
“Dovresti essere morta, ma non lo sei. Ti hanno protetta molto bene”
“Grazie”
“Ma adesso ti ucciderò”.
“Non farai nulla, lucifero!” egli si girò all’istante riconoscendo quella voce. Una figura si avvicinava impetuosa a esso.
“Siamo al completo come vedo.” Disse con un sorriso “almeno sta volta vi elimino tutti!” e in quel momento Yhan sferrò diverse palle di fuoco, ma Fine non si fece trovare in preparata, la sua barriera di luce li difese.
“Mamma”
“Fine. E’ arrivato il momento che tu faccia ciò che io tanti anni fa non riuscii a fare” e così con l’approvazione della mano creò una sfera di energia.
“per favore distraetelo, mentre io preparo quest’attacco” e come ordinato gli angeli attaccarono sia Yhan e lucifero, mentre Fine e la madre creavano quell’attacco.
Shade rimaneva lì a osservarli, ma in un istante fu catturato.
“No, Shade!” urlò Fine.
“Che farai adesso?” chiese il demonio.
Fine era nei guai.
La madre le appoggiò la mano sulla spalla.
2Non avere paura dei sentimenti che provi, l’amore che provi per questo umano lo proteggerà.”
“tz…l’amore Elza. L’amore non esiste!” gridò il demone.
“Ti sbagli Lucifero, l’amore rende le persone più forti” urlò anch’essa.
“Sciocchezze, l’amore rende fragile e lo provato di persona”
“Il tuo non era amore, ma possessione, tu non sai che cosa significa realmente.”
“Stai zitta, io ti amavo, ma mi hai rifiutato per un insulso umano!”
“Non ti amavo, non riuscivo a vivere in quella bugia”
“Noi eravamo legati”
“Il cuore non ti ha scelto, mi dispiace Lucifero, io ho amato e amerò per sempre mio marito”
“Questa sarà la tua condanna”
Sferro un attacco potente verso Elza, ma qualcosa la difese.
“e adesso che diavolo succede.”
Una nuova figura apparve in quel gruppo, un uomo dai capelli e occhi blu.
“Toulus…” Elza piangeva.
“Oh amore mio, stai bene?” chiese.
“Mi sei mancato tanto” abbracciandolo.
Tutti erano sbigottiti e in quel momento Shade colse occasione di scappare, spinse il gomito verso il demone per farlo urlare dal dolore, si protrasse davanti a Fine.
“Stai bene?” Domandò, accarezzandole la guancia.
“Adesso si”
“parlate solo di questo stupido sentimento, che alla fine è solo peccato” iniziò a buttare sfere di potere. I presenti iniziarono a schivarli, ma erano molto veloci gli attacchi e pian piano caddero al suolo.
“L’amore non può essere un peccato, io credo che sia la cosa più bella che possa succedere” disse Fine alzandosi.
“L’amore ti fa conoscere cose che non sapevi di avere o di capire” sussurrò Shade abbracciando la sua rossa.
“l’amore mi ha donato quella vita che tanto desideravo” rispose Toulus.
“ L’amore mi ha donato ciò che adesso possiedo” disse Elza.
“l’amore è uno dei sentimenti più belli che ci sono al mondo, non lo sconfiggerai mai” disse l’arcangelo e poi il maestro. E così fu, che una sfera di energia, con tutti quei sentimenti buoni si creò.
La sfera si prostraste sulla mano di Fine, lei aveva il compito di mandar Via Lucifero e le tenebre dalla terra.
“Adesso con il potere conferito dalla terra e dagli angeli io ti riporto nel sotto suolo, dove ci rimarrai per l’eternità!” urlò, mentre la sfera sfrecciava verso la sua direzione. Il demone cercò di difendere il suo padrone, ma fu scagliato via per poi colpire direttamente il diavolo e indirizzarlo al suo posto:agli inferi!
 
 
Una grande voragine si aprì risucchiando il diavolo per poi chiudersi definitivamente.
 
 
L’alba si stava facendo spazio, per cedere posto al nuovo giorno.
“Abbiamo vinto” risposero in coro gli angeli.
“Grazie vostre maestà” s’inchinò, per poi essere seguito dagli altri.
Madre e figlia si sorrisero, per poi “fine questo è il tuo papà” disse Elza e in un momento i due si abbracciarono.
“Ci sono tante cose di cui vorrei parlarti tesoro” disse comprensiva la mamma.
E Fine capì.
Sorrise di cuore e si rivolse a Shade.
“so cosa mi dirai,ma so che ritornerai. Ma promettermi di non sparire per sempre, non credo che potrò aspettarti cosi tanto” abbracciandola, per poi darle un dolce bacio sulle labbra.
“Ritornerò più presto di quanto tu pensi” e scomparve insieme con tutti.
 
 
 
 
Quella notte mia madre mi raccontò tutta la storia.
Lei era l’ultima principessa del cielo, e con questo mi lasciò basita. Voleva dire che lo ero anch’io. Ma non tutte va come programmato, non ero abbastanza forte e così dopo la tua nascita mi promisi di proteggerti da lontano e regalarti i miei poteri. Un giorno avresti salvato il mondo.
Fine l’ultima principessa del cielo.
 




 
 
 
Buon pomeriggio a tutti.
Sono ritornata per darvi questo bellissimo capitolo, lo spero con tutto il cuore. Ringrazio tutti per avermi seguito in questo viaggio.
Non è proprio la fine della storia, ma dopo questo ci sarà l’epilogo e così si terminerà anche questa storia.
Non mi voglio allungare troppo, perché sono stanca e da stamattina che scrivo, e la spalla mi sta dando i primi segnali che vorrebbe riposare anche lei.
Per gli eventuali errori li correggerò presto, adesso vi lascio e all’ultimo capitolo.
N.B: l’ultimo pezzetto è narrato dalla madre di Elza, quando gli rivela chi è in realtà, ciò la sua mamma. Non ho voluto metterlo prima per dare un poco di mistero. E con questo vi saluto al prossimo.
Heart

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Epilogo
 
Il cielo si sta facendo più chiaro, l’alba è ormai prossima.
E’ il momento di ritornare alla mia vera casa.
Sono passati due anni da quella notte.
Ho vissuto momenti indimenticabili, con loro, con i miei genitori. Gli devo molto, ma questo cielo non è per me. Anche sé, sono un angelo, il mio cuore non qui.
Non riesco a stare ancora lontano da quei due fratelli, e da lui, mi mancano troppo.
Ho promesso a Shade che dopo la scuola sarei stata tutta sua, è il momento di deperire la mia promessa.
Sono un angelo a tutti gli effetti, ho il rispetto di tutti, ma poco m’importa.
Dico ciao con la mano ai miei genitori e mi trascino verso il precipizio che m’immolerà la nuova vita.
Perché il nostro futuro lo creiamo noi.
Apro le ali e dopo tre secondi sono di sotto.
L’aria mi schizza in faccia, sento la natura accogliermi, non e che prima non lo facessi, ma adesso sono entrata a far parte di essa.
Dopo la battaglia io e miei genitori siamo rimasti soli, abbiamo parlato tanto, di tutto e un po’. Dopo di esso ho finito l’accademia angelica e sono diventata il primo Angel Special, come dicono loro “speciale” che in fine non ho molto.
Ma da quando l’arcangelo mi ha visto in quella veste, mi ha sempre voluto accanto a sé.
E’ stato un onore, ma adesso basta.
Il cuore mi sta scoppiando, li voglio rivedere.
Atterro sul pelo dell’acqua e come la prima volta mi guardo intorno.
Gli farò una sorpresa.
Anche sé gli anni sono passati, non mi sento diversa, ma forse loro mi vedranno in un'altra prospettiva.
I miei lineamenti sono diventati più maturi, i capelli li ho voluto accorciare, ma del resto sono rimasta la solita Fine.
Chiudo gli occhi e prendo un grande respiro, il momento è giunto.
Non so come potrei comunicare la buona notizia, così mi appresto a entrare casa e mettermi a cucinare.
Credo che loro si siano svegliati con il frastuono che ho provocato poco, fa, con il fare incapace ho fatto cadere tutte le pentole del ripostiglio, sarò un ladro.
Ed ecco la prima sagoma, seguita da un'altra più piccola.
“Sarà un ladro Shade?” riconosco la voce di Milk e un groppo in gola si fa presente.
“Se è un topo, questa volta smonto tutta la casa” a sentire la sua voce mi fa venire voglia di saltargli sopra, ma così rovinerei la sorpresa, rimango zitta zitta in silenzio, solo quando loro appaiono io sbuco come un coniglietto e mostro la padella dove ci sono le crep.
I loro sguardi sono sotto choc e mi preoccupo.
“Devo chiamare un’ambulanza?” Chiedo.
Ho poco tempo a capire cosa succede che me li ritrovo tutte e due addosso.
“FINE!” Urlano.
Piangiamo come fontane, ma la cosa più bella che rivedo quei sorridi.
“ma quando sei ritornata?” dice Milk.
“Sta mattina, vi volevo fare una sorpresa” dico, non riesco a smettere di piangere.
“Sono cosi felice che sei ritornata, e un per sempre?” chiede timorosa.
“Sì. Un per sempre” e mi salta di nuovo addosso.
Parliamo per tutto il tempo del più e del meno, di cosa ho fatto in tutti questi anni e lei mi spiega che ha un ragazzo favoloso, e cose del genere.
Si è fatto sera, e con passo felino mi allontano di casa.
Non riesco a vivere senza la luna ch emi guarda.
Ripenso alla prima volta che sono approvata in questo mare, in quel giorno di luce.
La mia missione era di far sorridere e portare Shade alla dritta via, e infine me ne sono innamorata.
“Perché non ti avvicini?” i miei sensi sono più sviluppati, e avevo percepito la sua presenza già da un po’.
“Come posso venire? Stai camminando sull’acqua!” Mi fa lui, così mi avvicino a lui e gli pongo la mano.
“Su. Dammi la mano ti porto in un posto da togliere il fiato” lui mi dalla mano e in breve il suo viso è accanto al mio, con il respiro che accelera.
“Io sono già in un posto meraviglioso e sei tu” mi bacia. Un bacio che mi mancava da morire.
“Fine voglio rivederti splendere” acconsento.
Mi concentro e apre le mie sfavillanti ali, gli pongo la mano e lui accetta.
Ci muoviamo piano, con lentezza, per poi alzarci in aria. Il mondo è tutta un'altra cosa da qua su. Ma lo è ancor di più insieme a te.
Lui mi sorride e mi sento a casa.
Ti amo Shade.
 
Fine
 
 
Buona sera.
Finalmente questa fiction si è terminata.
Be’ che dire, lo doveva essere già da prima, ma le idee se ne vanno per di qua e di là!
Voglio ringraziare voi lettori che non mi avete abbandonato mai e mi avete supportato e sopportato. Ci vuole tanta pazienza e lo so.
Grazie.
E con questo chiudo.
Heart

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