L'Ultima Battaglia di Heron

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli Eroi delle Guerre Oscure ***
Capitolo 2: *** Ashazer il Traditore ***
Capitolo 3: *** Il Consiglio dei Maghi ***
Capitolo 4: *** La scelta di Heron ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Gli Eroi delle Guerre Oscure ***


Drakan è un videogioco action-adventure, sviluppato da Surreal Software e ambientato in un universo High-Fantasy, semplicemente definito come Drakan dai giocatori. Finora, solo due titoli sono stati pubblicati:

DRAKAN - Order of the Flame ( 1999, gioco per PC )
DRAKAN - The Ancient's Gates ( 2002, gioco per PS2 )

INTRODUZIONE:
Arokh è l'ultimo degli antichi dragoni che facevano parte del leggendario Ordine della Fiamma, dove cavalieri e draghi si univano in un Vincolo per garantire la pace in un mondo devastato dalla guerra. Dopo essersi addormentato per più di seicento anni, Arokh viene risvegliato dalla coraggiosa guerriera Rynn. Entrambi stabiliscono una sorta di legame spirituale, attraverso l'antico rituale dei Cavalieri dell'Ordine, per poter affrontare e sconfiggere le orde dei mostri e salvare il mondo di Drakan da ogni sorta di minaccia.

 

L'Ultima Battaglia di Heron

L'incubo delle Guerre Oscure andò avanti per anni, senza che nessuno riuscisse ad intravederne la fine. Le armate dell'Alleanza Nera colpirono con violenza il Grande Continente Centrale, con l'unico scopo di distruggere il cuore dell'Ordine, ma coloro che pagarono il prezzo maggiore furono le vittime dello scontro. Dovunque le città e i villaggi venivano dati alle fiamme, e le donne e i bambini massacrati...
Il nero vessillo di Navaros portava con sé una scia di morte e distruzione che non risparmiava nessuno. Quando il suo esercito arrivava, il cielo si copriva di creature dalle ali nere e la terra sembrava rigurgitare i Wartok dalle proprie viscere; le grida di paura e disperazione venivano soffocate dal secco vibrare di un'ascia o da una spada conficcata in gola; e la strage proseguiva ininterrotta, mentre le truppe si riversavano sul continente come un fiume in piena.

- Non risparmiate nessuno - urlavano i Wartok, con le loro voci gutturali. - Morte agli umani!

Gli unici suoni che giungevano in risposta erano le urla eccitate dei mostri alle loro spalle, che si accanivano sulla gente terrorizzata con ancor più ferocia. Coloro che erano troppo vecchi o deboli per scappare venivano schiacciati come insetti; le mani contratte verso il cielo in segno di supplica, prima di giacere a terra immobili in una pozza di sangue; i corpi straziati delle madri, chine nel tentativo disperato di proteggere i propri figli; e gli occhi sbarrati di chi vedeva la morte in faccia, nello stesso momento in cui un Wartok sollevava la propria arma, prima di calarla con forza e proseguire oltre il suo cadavere squarciato...

- Aiuto, aiutatemi...
- Correte, scappate!
- Aaaahhhhh !!!

La situazione stava precipitando, ormai. Le nere creature alate volteggiavano intorno come degli avvoltoi, gettando fiamme e incenerendo ogni cosa; sotto di loro invece, i Wartok completavano l'opera, stanando e uccidendo i sopravvissuti. Uno di loro infatti aveva appena adocchiato un giovane ferito; costui cercava disperatamente di trascinarsi via da quel luogo con la sua gamba zoppa ma, grazie alle sue zampe arcuate, il Wartok gli fu addosso in men che non si dica.

- Dove credi di scappare, umano ? - ghignò il Wartok, fissandolo crudelmente.

Il giovane rimase paralizzato nel vedere il suo aggressore. Il Wartok aveva un corpo muscoloso e un torace possente, ma la cosa più spaventosa era la sua testa, simile a quella di un grosso cinghiale; le orribili zanne sporgenti agli angoli della bocca, le fauci spalancate e la lingua disgustosa leccava la lama di un'enorme ascia a doppio taglio... Quel mostruoso essere sembrava già pregustare il sapore del sangue, nel momento in cui i suoi occhi porcini si incrociarono con quelli della vittima.

- Sei morto - ululò il Wartok, sollevando l'arma sopra la testa.

In quella però, la parte superiore del Wartok fu avvolta dalle fiamme e, gridando di dolore, la creatura crollò a terra con un odore acre di peli e carne bruciata. Senza capacitarsi di essere ancora vivo, il giovane alzò gli occhi e vide un possente Dragone color rosso vivo atterrare a pochi metri da lui. In groppa al gigantesco animale sedeva un guerriero in armatura, col volto segnato dalle battaglie ma dai bei lineamenti; e sopra di lui decine di cavalieri si libravano  in aria, a bordo di creature dalle ali possenti e dal corpo ricoperto di scaglie scintillanti.

- I Cavalieri dell'Ordine - gridò subito qualcuno.
- Sia lodato il cielo... Lord Heron è venuto a salvarci!

Subito i Dragoni dell'Ordine e i loro Cavalieri si gettarono addosso al nugolo di mostri dalle nere ali squamose, e il cielo si riempì di raggi luminosi e spruzzi di fiamma. Sul campo di battaglia sottostante invece, Heron e il suo Dragone Arokh osservarono la miriade di nemici davanti a loro, senza battere ciglio.

- Bah - sbuffò Arokh, fissando i resti bruciacchiati del Wartok ai suoi piedi. - Emanano un puzzo persino peggiore, quando bruciano...
- Hm - sorrise Heron. - Dovresti sentire il "profumo" che hai tu, dopo mangiato!

Arokh scrollò la testa infastidito.

- Non c'è tempo per i commenti, vecchio mio - proseguì Heron, riferendosi ai Wartok e ai Grull che sciamavano verso di loro. - C'è una battaglia da portare a termine!
- Battaglia - fece Arokh sorpreso. - Due... contro mille ?

Heron batté un leggero colpetto sul collo dell'animale.

- Chi credi di prendere in giro ? - esclamò. - Come se non sapessi che ti piace "vincere facile"...

Senza rispondere, Arokh attese immobile che i Wartok si facessero avanti urlando, per investirli con una potente fiammata incandescente. I mostri urlarono in modo atroce, tuttavia quelli alle loro spalle si fecero avanti, cercando di attaccare la bestia e il suo Cavaliere con le armi appuntite. Ancora una volta però il Dragone rese vani i loro ridicoli tentativi, sferzando l'aria con le zampe e la coda, e seminando il panico tra le fila nemiche.

- Uccidetelo - gridò un Wartok più grosso degli altri ( probabilmente il capo! ). - Morte ai Dragoni dell'Ordine!

Purtroppo il Wartok non fece in tempo a finire di dare il suo ordine, che la fiamma di Arokh lo avvolse interamente da capo a piedi.

- Delle creature così stupide - brontolò Arokh seccato.

Vista l'inutilità dello scontro frontale, i Grull ( creature basse di statura, con un aspetto simile a quello degli orchi: orecchie a punta, zanne sporgenti e la pelle butterata da qualche malattia ) si accinsero a scagliare sfere infuocate dalle mani, tenendosi a debita distanza. Sia Arokh che Heron accusarono duramente l'impatto: nonostante il carapace del Dragone fosse in grado di assorbire qualsiasi danno fisico, il fuoco magico gli provocava un intenso dolore e, a causa del Vincolo tra Drago e Cavaliere, anche Heron soffriva in egual misura.

- Arokh - ruggì Heron, impugnando la spada. - Portati sopra di loro a bassa quota, e se qualcuno osa portarsi sotto di te "arrostiscilo!"

Il Dragone annuì e, sollevandosi in aria per un breve tratto, si portò esattamente sopra le teste dei Grull. Heron si lanciò dalla sua groppa, atterrando in mezzo a quelle orribili creature e falciandole con la sua spada; mentre Arokh si occupò di fare arretrare gli altri, eruttando sfere infuocate in ogni direzione. Intanto la battaglia aerea, tra i Dragoni dell'Ordine e i Rinnegati di Navaros, si faceva sempre più intensa: nessuno intendeva cedere la posizione e le fiamme avvolsero completamente il cielo, portando con il loro bagliore scarlatto l'odore intenso e inconfondibile della morte.
Decisi a proteggere la fuga degli abitanti terrorizzati, Heron e Arokh si battevano entrambi come leoni: nessun Wartok riusciva ad oltrepassarli di un solo passo, e coloro che ci provavano morivano senza nemmeno accorgersene; i colpi rapidi e precisi della spada del Cavaliere o le fiamme roventi del Dragone erano impietose, non a caso i due erano conosciuti come gli Eroi delle Guerre Oscure...
All'improvviso però accadde qualcosa di inaspettato. Le espressioni di panico e incertezza sul volto dei Grull si tramutarono in sorrisa di giubilo, quando riconobbero le insegne dell'Alleanza Nera sventolare sul dorso degli enormi Dragoni neri che giungevano loro in rinforzo. Sia Arokh che Heron osservarono preoccupati quelle creature, ben sapendo cosa significasse il loro arrivo.

- E' l'armata di Kerkeross - esclamò Arokh. - Questo significa che Navaros ha deciso di mandarci contro il meglio di cui dispone...
- Dannazione - imprecò Heron. - Muoviamoci allora, c'è bisogno di noi lassù!
- Certo, andiamo!

Senza perdere tempo, Heron balzò in groppa ad Arokh e il Dragone spalancò le sue enormi ali per alzarsi in volo. I due eroi si avvicinarono coraggiosamente al nemico, schivando i colpi che gli venivano scagliati addosso e rispondendo al fuoco con il fuoco. Questa volta i loro avversari non erano semplici ibridi: si trattava del fior fiore delle truppe di Navaros, coloro che in passato avevano combattuto tra le fila dell'Ordine e avevano adempiuto al "Grande Tradimento"... In pratica costituivano l'elite dell'Alleanza Nera e il loro capo, Kerkeross, era un Cavaliere di Dragone esperto e malvagio. Non ci volle molto perché Arokh riuscisse ad individuare il suo drago, Ashazer; costui era proprio alla guida degli altri, ma l'eroe dell'Ordine lo avrebbe ugualmente riconosciuto tra mille.

- Ashazer - gridò Arokh.
- Bene bene - fece il Dragone nero con un orribile sogghigno. - Quanto tempo che non ci vediamo... Arokh!

 

( continua )

 

Nota dell'Autore:

Con questa fanfic raggiungo il minimo richiesto di DUE STORIE per poter chiedere all'Amministrazione di EFP l'inserimento della serie di "DRAKAN"...

Ovviamente NON mi fermerò certo qui, ho ancora molto da scrivere riguardo questa avvincente saga di fantasy, perciò invito chiunque sia interessato a scrivere qualcosa sull'argomento. Ancora una volta ringrazio:

- Erika la Webmistress
- lo Staff di EFP e tutti coloro che collaborano col sito
- tutti i lettori e i recensori delle storie
- gli amici e le amiche che seguono la mia Pagina-Autore

 

 

Grazie ancora di tutto, appuntamento al prossimo capitolo!

 

DADO

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

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Capitolo 2
*** Ashazer il Traditore ***


I due Dragoni si fissarono per alcuni istanti in silenzio. Era chiaro che si odiavano a morte e, a giudicare dall'espressione di Arokh, doveva esserci sotto qualche vecchia storia.

 

- Allora, Arokh - esclamò Ashazer. - Sprechi sempre energie per difendere gli umani ?

- Hrumpf - ruggì Arokh. - Un tempo anche tu facesti lo stesso giuramento...

- Per questo l'ho rigettato - rispose l'altro con rabbia. - Perché non faceva che stomacarmi!

- Ed è per questo che divoravi donne e bambini ?

- E chi ti dice che non lo faccio ancora ?!?

 

Per tutta risposta, Arokh eruttò una violenta fiammata, tuttavia Ashazer riuscì ad evitarla facilmente.

 

- Kerkeross - urlò Heron, tenendo alta la lama davanti a sé. - Un tempo eri un Cavaliere dell'Ordine, non puoi aver dimenticato il motivo per cui impugnasti la spada...

- Non dire sciocchezze, Heron - rispose l'altro, in tono sprezzante. - L'unica cosa che mi interessava era il potere, e "vincolarmi" con Ashazer mi ha permesso di ottenere ciò che volevo!

- Anche Navaros ti ha promesso qualcosa, non è così ?

- Complimenti Heron, sei perspicace!

 

I due Cavalieri sollevarono entrambi le proprie spade e si lanciarono in avanti, tuttavia il secco clangore metallico delle armi che cozzavano l'una contro l'altra si risolse con un nulla di fatto. Arokh schivò il Ratto dell'Anima di Ashazer ( un colpo infernale, capace di risucchiare l'anima di chiunque se messo a segno ), e rispose con un getto infuocato; tuttavia il rinnegato era un veterano delle battaglie al pari del suo avversario, e non si lasciò cogliere di sorpresa. In groppa alle loro cavalcature alate, Heron e Kerkeross continuavano a scambiarsi colpi violenti, fino a che i loro volti quasi si sfiorarono.

 

- Che cosa ti ha promesso Navaros ? - domandò Heron. - Rispondi!

- Quello che l'Ordine non ci avrebbe mai dato - rispose Kerkeross - Potere sopra ogni cosa e il diritto di "governare" sulle stesse terre che abbiamo difeso per secoli... Pensi che sia sbagliato reclamare ciò che ci appartiene ?!?

- Pazzo!

 

Scartando di lato, Heron evitò il fendente di Kerkeross e rispose con un colpo di taglio verticale, dal basso verso l'alto. Ashazer addentò l'aria, nel tentativo di chiudere le proprie fauci su Arokh; quest'ultimo invece artigliò l'ala dell'avversario, facendolo ruggire di dolore.

 

- Hai commesso un grosso errore stavolta, Arokh - ringhiò Ashazer con rabbia.

- L'unico errore che ho commesso è stato quello di fidarmi di te... E ancora oggi mi pento per averlo fatto!

 

***

 

Le truppe di Navaros avevano attaccato un villaggio nella zona nord del Grande Continente. Heron e Arokh volarono immediatamente in soccorso della popolazione, ma arrivarono ormai troppo tardi: il villaggio era completamente distrutto, le case devastate; la maggior parte degli abitanti erano stati fatti a pezzi; alcuni perfino scuoiati dai Grull, e poi appesi sulla cima di lunghi pali di legno, in attesa di essere arrostiti... Sia il Dragone che il Cavaliere non erano preparati ad un simile spettacolo. La rabbia e un furore incontenibile si impadronì di entrambi, davanti a quello scempio e alle risate di trionfo dei Wartok, non furono più capaci di trattenere la propria collera. Il soffio di Arokh riversò su quei mostri un inferno di fiamme, Heron incitò Arokh contro le vili creature in fuga, nessuno di loro scampò alla furia del Dragone.

 

- Morirete tutti quanti, maledetti - urlò Heron, levando alta la spada sopra la testa.

 

Alla fine non rimase più niente, tutto andò distrutto nel fuoco, ma per entrambi quella vittoria rappresentava una dolorosa sconfitta.

D'un tratto qualcosa attirò la loro attenzione, una grossa sagoma scura dotata di ali atterrò a poca distanza. Un urlo disperato e il pianto di un bambino spinsero Arokh ad accorrere in quella direzione. Tra le rovine fumanti, un fanciullo terrorizzato giaceva a terra sotto le zampe arcuate di un orribile Dragone nero, in groppa al quale vi era un guerriero in armatura. Arokh sussultò quando riconobbe chi aveva realmente di fronte.

 

- Ashazer - mormorò.

- Finalmente sei arrivato, Arokh!

 

Arokh fissò il Dragone dalle squame color notte, ma non osò avvicinarsi per paura di nuocere al bambino. Ashazer mantenne saldamente la presa sulla sua minuscola preda, mentre il suo Cavaliere sembrava del tutto indifferente alla cosa.

 

- Kerkeross - gridò Heron, rivolto al guerriero nemico. - Come hai potuto fare una cosa del genere ?

- Perché ti stupisci - rispose l'altro con una smorfia. - Non ci vuole molto a distruggere un villaggio di insetti, è stato persino troppo facile...

 

Arokh ruggì minaccioso.

 

- Fermo dove sei, Arokh - lo ammonì Ashazer. - Fai solo una mossa e la mia prossima vittima sarà quella che vedi sotto le mie zampe!

 

Arokh esitò. Il desiderio di vendicare le vittime di quella strage era forte, ma il suo dovere principale era difendere gli innocenti... e anche una singola vita umana veniva prima di qualsiasi vendetta.

 

- Che intendi fare, Arokh ? - lo schernì l'altro. - Ti conviene decidere in fretta...

- A... Aiuto - fece il bambino in lacrime. - Aiutatemi, vi prego! 

 

L'istinto di Arokh gli suggeriva di attaccare, senza alcuna esitazione, ma il Vincolo che lo legava al cuore umano di Heron lo supplicava di cedere. Per quanto desiderasse fare a pezzi entrambi gli avversari, non poteva muoversi di un solo passo.

 

- Vattene Ashazer - sussurrò infine. - Torna pure da quell'infame di Navaros, ma lascia andare il bambino...

- Oh, ma certo - rispose Ashazer, allentando la presa.

 

Per un attimo, Arokh si illuse che Ashazer avesse intenzione di rispettare la parola data... Purtroppo dovette constatare di persona la gravità del suo errore.

 

- Aaaahhhh !!!

 

Con orrore, Heron e Arokh videro il bambino sollevarsi in aria per poi finire inghiottito dalle fauci spalancate di quell'orribile mostro.

 

- Come vedi, l'ho "lasciato andare" - sorrise Ashazer crudelmente, passandosi la lingua tra i denti.

 

Prima che Arokh potesse reagire, Ashazer e il suo Cavaliere si alzarono in volo.

 

- Alla prossima battaglia, Heron - urlò Kerkeross, il Cavaliere di Ashazer, in tono trionfante.

 

L'urlo di rabbia di Heron era allo stesso tempo il grido del cuore di Arokh. Maledicendo sé stesso per la propria ingenuità, il Dragone si lanciò all'inseguimento, avrebbe chiuso i conti con quella coppia di traditori a qualunque costo.

 

- Non sei di parola, Arokh - fece Ashazer, ridendo. - Che ne è dell'Onore dell'Ordine, di cui andate tanto fieri ?

- Un assassino come te non ha il diritto di parlare di "onore"... Ti ucciderò per quell'essere immondo che sei!

 

Arokh non fece in tempo a pronunciare la sua minaccia, che avvertì una terribile fitta di dolore: lo stavano attaccando alle spalle.

 

- Hai bisogno di aiuto, fratellino ?

- Meglio tardi che mai - sbuffò Ashazer, seccato. - Coraggio fratelli, fate il vostro lavoro...

 

Due Dragoni muniti di lunghe corna appuntite, simili come gocce d'acqua ad Ashazer, cercarono invano di colpire Arokh con il "Ratto dell'Anima". Malgrado la ferita però, l'eroe dell'Ordine aveva forza più che sufficiente per rispondere all'attacco.

 

- Muori Arokh - urlò il nemico più vicino.

 

Heron si abbassò il più possibile contro la schiena di Arokh per evitare i colpi dei due avversari. Shaza e Tora ( questi erano i loro nomi ) non erano soltanto i fratelli di Ashazer: entrambi membri dell'Alleanza Nera, il loro incarico era svolgere missioni di assassinio. Sapendo che Arokh e il suo Cavaliere non avrebbero tardato a farsi vivi, insieme ad Ashazer avevano concordato il piano per attirare entrambi in una trappola.

 

- Dannato Ashazer, aveva previsto tutto!

- Non ti distrarre, Arokh - gridò Heron, facendo cenno al compagno. - Questi due ci vogliono morti...

 

Senza farselo ripetere, Arokh si lasciò inseguire per qualche istante dai due sicari, dopodiché virò bruscamente e passò subito al contrattacco.

 

- Attento, Shaza - esclamò uno dei fratelli. - Sta venendo verso di te!

 

Tenendo conto dell'avvertimento, Shaza riuscì ad evitare il soffio infuocato di Arokh ma non gli artigli di quest'ultimo. L'assassino ruggì di dolore quando Arokh lo colpì alle ali, subito dopo però si portò accanto al fratello per sferrare l'ennesimo attacco combinato.

 

- Muoviti Tora, dobbiamo ammazzarlo adesso!

- Eccomi, Shaza!

 

I due sfrecciarono addosso ad Arokh, il quale li evitò per un soffio. A quel punto Heron suggerì al Dragone di portarsi sotto di loro, approfittando del momento in cui entrambi erano distratti. Con un abile fendente a due mani, reggendosi in sella solo con le gambe, Heron ferì una delle due orrende creature, aprendogli uno squarcio profondo nel fianco. Subito però rischiò di venire azzannato dall'altro, per fortuna Arokh riuscì ad anticiparlo.

 

- Assaggia la mia fiamma!

 

Feriti e infuriati, Shaza e Tora furono costretti a battere in ritirata. Tuttavia sia Heron che Arokh dovettero constatare a malincuore che Ashazer e il suo Cavaliere avevano approfittato della confusione per dileguarsi.

 

- Ci rivedremo, Ashazer - promise dentro di sé il Dragone.

 

***

 

Ashazer e Arokh si guardarono negli occhi per un istante. Entrambi capirono che era arrivato il momento di chiudere i loro conti, una volta per tutte. Anche Heron e Kerkeross sollevarono le spade, pronti a sostenere il loro ultimo duello.

 

- E' arrivato il momento, Ashazer - esclamò Arokh. - Questa volta non ti lascerò scappare!

- Mi hai letto nel pensiero, Arokh... Me ne andrò solo non appena mi sarò saziato dei vostri cadaveri!

 

Intorno a loro intanto, la battaglia infuriava tra le truppe dell'Ordine e quelle dell'Alleanza Nera. Gettando fiamme verso il cielo, i due possenti Dragoni si gettarono uno addosso all'altro in uno scontro decisivo.

 

( continua )

 

Nota dell'Autore:

XD innanzitutto alcune precisazioni

- "Ashazer" è un nome inventato di sana pianta ( assieme a quello del suo Cavaliere, Kerkeross ), secondo la storia del Videogioco, presente in "Drakan - The Ancient Gates", Shaza e Tora ( i due sicari dell'Alleanza Nera che compaiono anche in questo capitolo ) desiderano vendicare la morte del loro fratello, ucciso da Arokh durante le Guerre Oscure; fatto sta però che NESSUNA FONTE riporta il particolare dettaglio del "nome" di questo fratello, se non qualche cenno abbastanza evidente sulla sua indole perversa e malvagia ( tipo il fatto di "divorare i bambini" ), ecco perché mi sono permesso di "battezzare" questo personaggio col nome di Ashazer ( che tra l'altro mi suona anche bene! XD )...

- Alcune frasi di Arokh ( "Emanano un puzzo persino peggiore quando bruciano"; "delle creature così stupide"; "assaggia la mia fiamma" ) sono quelle ORIGINALI tratte dal videogioco stesso. Le scene cruenti oltremodo, e i particolari piuttosto "macabri", sono necessarie ai fini della narrazione, ricordando che tra gli avvisi vi è riportato il: NON-ADATTO-A-STOMACI-DELICATI... Purtroppo DRAKAN è un'ambientazione che prevede diverse scene splatter ( anche se la grafica di entrambi i giochi NON eccelle certo per qualità, si tratta pur sempre di un prodotto alquanto "datato" ), mi scuso per chi eventualmente abbia letto questo capitolo omettendo questo particolare dettaglio...

P.S.

ringrazio la mia BimbaInnamorata per le gentilissime recensioni a questa e altre storie e rinnovo il mio saluto a tutti i lettori e al circolo di EFP

^__^ Saluti! 

 

DADO

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Capitolo 3
*** Il Consiglio dei Maghi ***


Nel momento in cui le vampe si dissolsero, Arokh e Ashazer si rirovarono avvinghiati l’uno all’altro in una lotta furibonda. Heron e Kerkeross non erano in grado di controllarli, la furia aveva completamente accecato i due dragoni, in quanto entrambi non desideravano altro che farsi a pezzi. Ashazer colpì Arokh all’addome, ferendolo con gli artigli, mentre questi emise un getto di fuoco dirigendolo negli occhi dell’avversario. Ruggendo di rabbia e dolore, Ashazer sbatté le ali per mantenersi in volo ma Arokh non intendeva mollarlo. Come due possenti leoni alati, entrambi stavano lottando con tutte le proprie forze. Ben presto l’aria diventò rossa di fuoco, il sangue che sprizzava dalle ferite, e solamente uno di loro sarebbe sopravvissuto a quel titanico scontro.

- Arokh, calmati - urlò Heron inutilmente.

Il dragone non lo ascoltò neanche. L’odio verso Ashazer aveva avuto la meglio sul suo proverbiale autocontrollo tanto che ormai, spinto dal desiderio di ucciderlo a tutti i costi, combatteva senza ragionare. Tuttavia Heron non poteva permettere che il drago rischiasse di soccombere all’odio; non solo perché, in quanto vincolate, le loro vite dipendevano l’una dall’altra ma perché lui era il suo più caro amico.
Dal momento però che Arokh era sordo ad ogni richiamo, Heron decise di fare l’unica cosa in grado di attirare la sua attenzione: concentrando il potere magico nel palmo della mano destra, scagliò un fulmine che investì in pieno Ashazer facendolo sussultare.

- Heron, non t’intromettere - ruggì Arokh.
- Ascoltami invece - sbottò Heron in risposta. - Se continui così, finirai per morire assieme a lui… E’ questo che vuoi, pensi che quella carogna possa valere tanto ?

Arokh era accecato dall’ira, il desiderio di uccidere Ashazer era forte, ma sapeva anche che Heron aveva ragione; combattendo a quel modo, rischiavano di morire entrambi per la durezza dello scontro. Intanto Ashazer si era ripreso dal fascio elettrico con cui il cavaliere lo aveva colpito e ululò di rabbia.

- Arokh - urlò. - Ti strapperò il cuore dal petto!
- Vieni a prenderlo, allora - rispose l’altro, in tono di sfida.

Ashazer vomitò un getto di fuoco incandescente contro Arokh. Questi però scartò veloce di lato per evitarlo e, conficcandogli nelle carni i propri artigli, si avventò nuovamente sul nemico. La reazione del traditore fu altrettanto violenta: le sue fauci si chiusero sulla spalla di Arokh; tuttavia questi rafforzò ancora di più la presa e strinse Ashazer in una morsa, fino a che il sangue non cominciò a colare dalla ferita. Ashazer si contorse disperatamente, nel vano tentativo di liberarsi, ma Arokh lo aveva ormai immobilizzato. Vedendo la propria cavalcatura in difficoltà, Kerkeross cercò di colpire Arokh con un incantesimo… Ma Heron aspettava proprio quel momento per cogliere l’avversario di sorpresa. Non appena infatti Kerkeross ebbe abbassato la guardia, Heron si sganciò dalla groppa di Arokh con un balzo per atterrare sopra di lui con la spada in pugno; la lama affondò profondamente nella spalla del nemico, tanto che questi lasciò cadere l’arma nel vuoto e fissò Heron con occhi spenti; senza esitare oltre dunque, Heron vibrò un secondo colpo staccandogli la testa di netto.
Nel momento in cui il suo cavaliere fu ucciso, Ashazer lanciò un lunghissimo grido di morte: il vincolo era spezzato e la sua vita era terminata, assieme a quella del compagno caduto; le grosse ali si fecero improvvisamente di piombo e i rossi occhi fiammeggianti scomparvero dentro due scure orbite fredde. Arokh lo lasciò andare, osservandolo mentre precipitava al suolo, e si affrettò a recuperare Heron prima che anche lui seguisse la sua stessa sorte.
Comunque era destino che dell’immondo Ashazer non rimanesse alcuna traccia: Arokh lo investì con una pioggia interminabile di sfere di fuoco e il corpo del traditore esplose in mille pezzi.

- Uff - sospirò Heron, passandosi una mano sulla fronte, dopo quel preoccupante salto nel vuoto. - Chissà perché, da quando siamo insieme, ho perso ogni interesse per la carne arrosto…
- Scusa - mormorò il dragone, con una punta d’ironia nella voce. - Non era mia intenzione farti passare l’appetito!

Heron abbozzò un mezzo sorriso e gli assestò una pacca amichevole sul dorso. Si conoscevano da troppo tempo ormai, da prima ancora che Navaros scatenasse la sua rivolta, e ogni nuova vittoria era la prova di quanto il loro legame fosse saldo.
La battaglia era finita. Con la morte di Kerkeross, le armate dell’Alleanza Nera furono costrette a darsi alla fuga ma le perdite che avevano inflitto al nemico erano altissime: degli ultimi sopravvissuti dell’Ordine, compresi Heron e Arokh, rimanevano solo dodici cavalieri e altrettanti dragoni. I sopravvissuti al saccheggio dei Wartok erano scappati oltre le colline, in cerca di un rifugio sicuro, e la piana sottostante era cosparsa dei cadaveri di uomini e bestie. Davanti a quello spettacolo orribile, Heron e Arokh non riuscivano a gioire. Stanchi e feriti, entrambi diedero l’ordine di rientro ai compagni e insieme si allontanarono in volo, scomparendo all’orizzonte.

 

***

 

Fin dall’inizio delle Guerre Oscure, il Consiglio dei Maghi di Drakan si era stabilito presso la Torre Volcroft, ovvero il cuore centrale dell’Ordine della Fiamma.  Per secoli la torre aveva retto agli attacchi del tempo e dei nemici ma la situazione precipitava sempre di più. Il potere di Navaros aumentava di giorno in giorno, senza che niente potesse contrastarlo. Heron e Arokh rimanevano gli unici in grado di fronteggiare la minaccia, perciò i maghi riponevano in loro tutte le ultime speranze.
L’eroe delle Guerre Oscure, al comando degli ultimi Cavalieri dell’Ordine rimasti, fece atterrare il drago nel cortile della torre. Qui due anziani lo accolsero benevolmente.

- Salute a te, prode Heron - esclamarono i due, facendo mostra di grande rispetto. - Per favore seguici, il capo del Consiglio deve parlarti immediatamente!

Heron annuì. Una convocazione così urgente poteva significare solo altre brutte notizie… Ma il cavaliere non poteva neanche lontanamente immaginare la gravità di ciò che avrebbe appreso di lì a poco.
Scortato dai due maghi attraverso i corridoi della torre, Heron raggiunse la Sala del Consiglio. Qui il venerabile Rodamus, assieme ad una ventina di saggi avvolti nelle loro vesti druidiche, lo stava aspettando.

- Bentornato, Heron - lo salutò il vecchio. - Ho saputo che la battaglia è stata molto più dura del previsto…
- Abbiamo subito molte perdite - rispose Heron, pensando ai suoi compagni caduti.

Rodamus chinò il capo tristemente.

- Purtroppo non è ancora tempo per piangere i defunti, l’ombra della morte avanza assieme Navaros e, prima che arrivi l’alba del nuovo giorno, Drakan potrebbe non esistere più!
- Che intendi dire, Rodamus ?

Il vecchio sospirò profondamente, prima di incrociare lo sguardo in quello di Heron e metterlo al corrente della nuova minaccia.

- E’ accaduto quello che temevamo, Heron - disse Rodamus in un soffio. - Navaros ha snaturato il Vincolo ed è diventato tutt’uno con il suo drago!
- Ma… Non è possibile…
- E’ così, purtroppo - confermò l’altro. - Attraverso un oscuro rituale magico, Navaros ha inghiottito il cuore di Keiross ancora vivo e pulsante; in questo modo entrambi hanno potuto rinascere come una sorta di ibrido, né uomo né drago; un unico gigantesco corpo mostruoso, per distruggere ciò che resta dell’Ordine e tutto quello che rappresenta!

Heron impallidì di colpo. Navaros era maestro nella magia nera e, in virtù di oscure arti proibite, aveva sottomesso innumerevoli creature al suo servizio. Ma quello che Rodamus aveva appena detto non aveva nulla a che vedere con le schiere dei Wartok o le legioni dei morti viventi contro cui l’Ordine aveva combattuto finora… Snaturando il Vincolo, Navaros era entrato in possesso di un potere micidiale! Heron sapeva che di lì a poco si sarebbe svolta la battaglia finale, lo scontro che avrebbe deciso le sorti di Drakan, ma non aveva assolutamente idea di quali armi avrebbero potuto sconfiggere un simile mostro.

- Non abbiamo molto tempo - aggiunse Rodamus ansiosamente. - Le nostre vedette ci informano che i Ghoul si stanno muovendo sulla piana di Zatrus… E Navaros stesso ha assunto il comando, al posto del suo generale Gothraul!
- Io e Arokh possiamo raggiungere la zona in men che non si dica ma, ammesso di riuscire a distruggere quel mucchio d’ossa ambulanti, come possiamo affrontare Navaros in campo aperto senza disporre di alcuna arma ?

Come in risposta alla sua domanda, Rodamus si avvicinò ad una nicchia nella parete e vi inserì una piccola chiave di cristallo. La nicchia si aprì, rivelando dunque al suo interno una magnifica spada bilama, sormontata da decine di iscrizioni runiche.

- Il Consiglio ha impiegato tutte le sue energie per forgiarla, si chiama Bourne ed è investita di grandi poteri magici - spiegò il mago. - Questa spada è in grado di penetrare le difese di Navaros, ma solamente un colpo in pieno cuore potrà ucciderlo!

Heron strinse le dita attorno all’elsa e sollevò la spada Bourne, rimirandone la lucentezza e l’aspetto finemente lavorato.

- Sai quello che mi stai chiedendo ?
- Non c’è altro modo, Heron - rispose il vecchio. - Sei l’unico che può farlo… Se fallisci, l’umanità sarà condannata!

Il cavaliere non disse nulla. Ciò che si accingeva a compiere era un autentico suicidio: la spada certo gli avrebbe consentito di uccidere Navaros, ma non poteva certo garantirgli protezione contro la forza spaventosa di quest’ultimo; difficilmente sarebbe uscito vivo da quello scontro, tuttavia non poteva tirarsi indietro; anche a costo di morire, affrontare Navaros era dovere dell’Ordine… E solamente un cavaliere dell’Ordine poteva assolvere tale compito.

- Così sia - dichiarò Heron, riponendo Bourne nel fodero al posto della sua vecchia lama. - Succeda quel che succeda, combatterò Navaros con questa spada e lo ucciderò!
- Possano gli dei vegliare affinché la tua missione abbia successo - concluse Rodamus, giungendo le mani in preghiera.

Heron si accinse ad uscire dalla sala, accompagnato dalle mute benedizioni di ognuno dei presenti, qui però uno dei maghi ( un giovane di nome Zilas ) gli fece segno di aspettare.

- Sì, Zilas ? - domandò Heron.
- Ricordi quello che mi avevi chiesto, Heron ? Credo di avere finalmente ciò che può fare al caso tuo…
- Sul serio ?

Il mago tirò fuori da sotto la tunica un lungo cristallo sottile di colore blu intenso e lo porse ad Heron.

- Se sei tuttora deciso a farlo, usa questo al momento opportuno e avrai l’effetto desiderato!

Heron accettò il cristallo con gratitudine.

- Grazie, Zilas - esclamò. - Almeno così potrò proteggere Arokh, qualunque cosa dovesse succedermi…
- Nessun cavaliere ha mai fatto una cosa simile, prima d’ora - osservò Zilas.
- Probabilmente perché nessuno ha mai avuto un compagno come Arokh - fece Heron con un sorriso. - Gli devo molto, non posso permettere che segua la mia stessa sorte!
- Ma Heron…
- E’ così, Zilas! I tempi dell’Ordine volgono alla fine ormai, i draghi non hanno più fiducia negli uomini e nessuno potrà mai dimenticare l’orrore che queste guerre hanno provocato…
- Ma l’Ordine esiste proprio per questo, perché tutto ritorni come una volta - insistette l’altro.
- “Esisteva”, Zilas… Parliamo di qualcosa che non esiste più: l’Alleanza Nera ha dimostrato che la corruzione può rovinare anche le cause più nobili; non è stato Navaros da solo, ma anche Kerkeross, Rastadir, Boroven e tutti i cavalieri che hanno tradito assieme a lui… Questa battaglia segnerà la fine di tutto, Zilas, tutto scomparirà nella polvere!

Zilas lo osservò stupito. Il mago era troppo giovane per concepire la realtà delle parole di Heron, non riusciva a credere che l’Ordine ( da sempre visto come simbolo di grandezza, forza e coraggio ) fosse destinato a scomparire per sempre. Il cavaliere gli posò dunque una mano sulla spalla e lo guardò dritto negli occhi.

- Non occorre essere cavaliere, amico mio: “la forza e l’onore sono il cuore di ognuno di noi!”

Quelle furono le ultime parole di Heron ad essere tramandate nelle cronache conosciute dell’Ordine della Fiamma. Quanto in seguito avvenne, è avvolto nella leggenda dell’ultimo giorno dell’Ordine.

( continua )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
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Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

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Capitolo 4
*** La scelta di Heron ***


Le Guerre Oscure avevano precipitato il mondo di Drakan in un incubo senza fine.
L'odore della morte era presente ovunque nell'aria, come il morbo di una pestilenza senza controllo, così come ovunque vi erano appunto testimonianze di stragi ed atrocità senza fine: i corpi di coloro che erano caduti, sia mostri che guerrieri, giacevano abbandonati nella polvere; per la maggior parte bianche carcasse spolpate e mucchi d'ossa, impossibili da distinguere l'uno dall'altro; i corpi straziati e orrendamente mutilati delle vittime più recenti, nella fetida poltiglia rossastra che un tempo era il loro sangue; e il velo del cielo squarciato da fulmini e lampi, mentre i non-morti sorgevano magicamente da quello squallore per unirsi alle armate del generale Gothràul e sterminare ciò che ancora restava dell'Ordine e dell'umanità.


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Volando sopra quel triste spettacolo, Heron e Arokh potevano constatare coi loro occhi quanto fosse vano gioìre per le loro vittorie. Molti erano morti in quelle guerre maledette, soprattutto molti uomini innocenti assieme a donne e bambini, e nessuna vittoria avrebbe restituito loro la vita.

- Se le armate di Gothràul raggiungono il vàlico, per i profughi in fuga verso le colline meridionali non ci sarà scampo - osservò Arokh, rivolgendosi al compagno.
- I Ghoul non raggiungeranno quel punto - ribatté Heron deciso, stringendo il pugno. - Noi li fermeremo prima!
- Siamo già in vista del lago - proseguì il dragone, sbattendo ritmicamente le ali per tenersi in quota. - L'avanguardia di Navaros è già sulla riva opposta...

Infatti davanti ai prodi eroi dell'Ordine vi era schierato un nutrito battaglione di Ghoul ( scheletri umani, imbevuti dell'oscura arte magica della Negromanzìa ). Sopra di loro inoltre, avvolti da lampi e scariche elettriche, volteggiavano minacciosi sei o sette Dragoni di Ossa ( cadaveri di dragoni, anch'essi animati dalla stessa magia dei Ghoul ). Sia Heron che Arokh valutarono attentamente la situazione: a occhio e croce i Ghoul non erano più di mezzo migliàio, ovvero le truppe mandate in avanscoperta per preparare la strada al resto delle armate e a Navaros stesso; il vero problema erano gli scheletri volanti, capaci di emettere fulmini al posto delle solite fiamme, tuttavia non era possibile retrocedere.

- Dobbiamo eliminarli, non abbiamo scelta - esclamò Arokh. - Se li lasciamo liberi di aggirare il lago, non ci metteranno molto a raggiungere la gente in fuga alle nostre spalle!
- Hai ragione, amico mio - si disse d'accordo Heron. - Rischiamo di perdere altri dei nostri, però...
- No, invece - lo interruppe il dragone. - Possiamo sbarazzarci da soli di quel mucchio d'ossa là sotto, gli altri ci copriranno a distanza per colpire quelli che volano, dopodiché proseguiremo per Zatrus!

Heron annuì.
L'idea di Arokh era semplice ma efficace: non potevano permettersi di perdere altri compagni, attaccando stupidamente e alla cieca; era necessaria una tattica, per difendersi dagli sparafulmini volanti, e un Dragone dell'Ordine era più che sufficiente per sistemare un branco di scheletri ambulanti. Il cavaliere sguainò la spada e fece segno agli altri alle sue spalle di aprire il fuoco. Senza farselo ripetere, costoro indirizzarono grosse sfere infuocate contro gli scheletri giganteschi che volteggiavano per aria. Nello stesso tempo Heron e Arokh approfittarono della copertura, per calarsi in picchiata contro i Ghoul ed incenerirli. Purtroppo però accadde qualcosa che né il drago né il suo cavaliere avevano assolutamente previsto...

- Guoooaaarrrggghhh !!!

Dalla acque al centro del lago, con grande sorpresa di entrambi gli eroi, emersero improvvisamente due orribili teste dalla forma vagamente serpentina. Queste erano posizionate sopra dei colli giganteschi e squamosi dal colore verdastro e, tenendo le fauci spalancate, le loro disgustose mandibole sporgenti si pararono davanti al drago come se volessero addentarlo. Arokh si portò abilmente fuori dalla loro portata e, osservando i freddi occhi neri della mostruosa creatura, ricambiò la sua vista con gelido disprezzo.

- Mezzìdrel - esclamò Arokh. - Dovevo immaginarlo...
- Non ti permetterò di passare, Arokh - sibilò la creatura, facendo oscillare minacciosamente le sue enormi teste da rettile. - 
Questo lago sarà la tua tomba!
- Staremo a vedere - ruggì il drago, avventandosi sul mostro.

A causa della velocità dell'attacco, Mezzìdrel fu colto alla sprovvista. Gli artigli di Arokh lo ferirono ad una delle due teste e, con un ruggito di rabbia e dolore, l'orrenda creatura emise un forte fascio di energia elettrica. Il drago fu lesto ad evitare il colpo e, rispondendo prontamente, indirizzò numerose sfere infuocate contro la seconda testa. Alcuni globi si scontrarono inevitabilmente con i fulmini di Mezzìdrel, provocando delle piccole esplosioni accecanti, e il mostruoso rettile rimase momentaneamente stordito. Senza perdere tempo, Arokh approfittò di quell'attimo di distrazione dell'avversario per avventarglisi contro e lo mandò a sbattere violentemente contro l'alta parete rocciosa che costeggiava il lago. Le due teste oscillarono pericolosamente, rischiando di travolgere drago e cavaliere, ma alla fine la creatura crollò semisvenuta sulla riva.

- Cosa credevi di fare - lo rimproverò Arokh con rabbia. - Pensavi forse di potermi sconfiggere? Sei sempre stato un idiota!
- Ooohhh - sibilò appena il mostro, cercando di rimanere cosciente. - 
Non cantare vittoria, Arokh... Non è ancora finita...
- Per te no, infatti - esclamò il dragone solenne. - Non sono così assetato di sangue da volermi prendere la tua vita: sei un essere debole e ipòcrita, Mezzìdrel, per questo ho deciso di risparmiarti; non sei degno di morire per alcuna causa, visto che non ne hai mai servita realmente una; preferisco vederti strisciare sott'acqua, come quel viscido serpente che sei sempre stato!
- 
Arokh... Ti pentirai di... ciò che hai fatto, te lo assicuro!
- Vattene, Mezzìdrel - Sentenziò Arokh. - Torna nell'abisso dal quale sei uscito, e vivi il resto della tua misera esistenza!

Sconfitto, ferito e incapace di reagire contro la superiorità del possente dragone, Mezzìdrel non poté fare altro che lasciarsi scivolare nuovamente sul fondo del lago, sfuggendo così alla sua ira e leccandosi le ferite. Nel frattempo gli altri Dragoni dell'Ordine avevano eliminato tutti i Dragoni di Ossa che costituivano l'ostacolo principale a difesa dei Ghoul. In men che non si dica, Arokh volteggiò rapidamente sopra la fanteria dei non-morti e gli vomitò addosso un getto di fiamme incandescenti.


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La tempesta di fiamme generata da Arokh purificò il suolo sottostante, incenerendo completamente ogni essere che aveva la sfortuna di trovarsi lì. Nessuno dei Ghoul riuscì a sfuggire a quell'inferno e, quando drago e cavaliere planarono dall'altra parte del lago, tutto ciò che rimaneva dei nemici era un mucchio di ossa carbonizzate.

- Ci siamo - fece Arokh, osservando la pianura che si estendeva davanti a loro. - La Piana di Zatrus, l'esercito di Navaros è a poca distanza ormai, la nostra ultima battaglia...
- No, Arokh - lo interruppe Heron. - Certo, Navaros è vicino, la battaglia di oggi deciderà le sorti del nostro mondo... Ma non combatteremo insieme questa volta!
- Che cosa intendi dire, Heron? - domandò il drago stupito.

Per tutta risposta, Heron sollevò il capo al cielo e sospirò fortemente.

- Questi luoghi - mormorò. - Queste montagne erano un luogo sacro, prima ancora che l'Ordine nascesse... Gli antichi Dragoni lo avevano eletto come loro dimora, elevando ogni giorno preghiere e benedizioni alla Madre-Dragone Mala Shae!
- Che stai cercando di dire, Heron? Spiegati...
- Arokh - gli occhi di Heron erano fermi e decisi, come si addiceva al rude guerriero che era, ma allo stesso tempo tristi e carichi di dolore. - Io e te abbiamo combattuto insieme per anni, il nostro Vincolo ci ha reso fratelli, e nessuno meglio di te può capire il cuore di un essere umano... Il mio cuore, intendo!

Così dicendo, Heron tirò fuori dalla tasca l'azzurro cristallo che il mago Zilas gli aveva dato prima che entrambi partissero per la battaglia. Arokh osservò le sfaccettature scintillanti della pietra e, grazie al Vincolo che gli permetteva di comprendere ogni più intimo pensiero del suo compagno, subito comprese le intenzioni di quest'ultimo.

- Heron - esclamò, sgranando gli occhi per lo stupore. - Non vorrai davvero...
- Per il potere di questo cristallo - disse Heron, tenendo la pietra alta sopra la testa. - 
Io sciolgo il patto che ci unisce... Che le nostre due anime tornino ai corpi cui appartengono... E che lo spirito di Mala Shae riabbracci libero questo suo figlio!
- Heron, no !!!

Troppo tardi.
Nello stesso attimo in cui Heron ebbe pronunciato la formula, il suo corpo e quello di Arokh vennero avvolti da un fascio di energia luminosa. La luce brillò con intensità crescente, proprio all'altezza dei cuori di entrambi, e pochi istanti dopo la loro energia spirituale si sciolse in due spirali avvolgenti che vennero risucchiate ciascuna nel suo rispettivo corpo... Il segno che il Vincolo, che fino a quel momento li aveva uniti, era ormai sciolto.
Arokh si sentì come svuotato, completamente privo di forze, e si accasciò a terra svenuto. Heron invece puntò la lama di Bourne a terra per sostenersi e respirò a fatica. 
I cavalieri e i dragoni atterrarono pochi istanti più tardi e, vedendo Arokh steso immobile al suolo e il loro capo Heron in evidente stato di affanno, per un attimo temettero che lo scontro con il mostro del lago avesse deciso la loro sorte.

- Edwin - gridò Heron, rivolgendosi ad uno dei cavalieri più giovani.

Subito il cavaliere in questione smontò dal suo drago e si avvicinò ad Heron per inginocchiarsi rispettosamente davanti a lui ed attendere i suoi ordini.

- Comandi, mio signore!
- Prendi questo - disse l'altro, porgendogli il cristallo. - Riportalo al mio castello... Assicurati che sia nascosto con cura, in modo che nessuno possa impadronirsene, dopodiché fai sigillare l'entrata del maniero al tuo drago... Lui saprà come fare!
- Mio signore, ma la battaglia...
- La battaglia finale riguarda solo Navaros... e me - puntualizzò Heron, sotto lo sguardo stupito degli altri.

I Cavalieri dell'Ordine non credevano alle proprie orecchie. Come poteva Lord Heron chiedere loro di rimanere in disparte, proprio quando l'ultima battaglia li attendeva a meno di un tiro di freccia dal punto in cui si trovavano?

- Non state dicendo sul serio - esclamò Glàinter, uno dei veterani. - Non posso credere che...
- Questo è un ordine, Glàinter - tagliò corto Heron, recuperando d'un tratto le proprie forze. - Voialtri attenderete qui, in modo da arrestare l'esercito nemico... Se io dovessi fallire nel mio compito, voi rimarrete l'unica speranza!
- Ma è follìa, mio signore, non potete affrontare Navaros da solo - obiettò ancora Glàinter. - Il vostro drago è ferito e...
- Arokh non è ferito - sottolineò Heron, rinfoderando la spada e voltando le spalle al cavaliere e agli altri. - E' libero, adesso!

Ciò detto, Heron sollevò coraggiosamente lo sguardo davanti a sé e si diresse incontro al destino che lo attendeva sul campo di battaglia.

( continua )

 

Angolo dell'Autore:
Questa storia è sicuramente una delle più difficili ricostruzioni che abbia mai inteso scrivere; in quanto non esistono elementi più precisi che possano spiegare correttamente COME Arokh sia riuscito, a dispetto del vincolo che lo univa al suo antico cavaliere Heron, a sopravvivere ugualmente... Prima di arrivare al Sonno dei Saggi, il destino di Heron e Navaros si sarà già compiuto, ma questa parte è pressoché "abbozzata" nella storia del videogioco. Non giudicate troppo povera di contenuti questa fanfiction dunque, perché gli autori del gioco stesso non hanno certamente inteso sforzarsi di più per rispondere a tanti dubbi e domande... Io ho inteso cercare una risposta quantomeno riconducìbile ai fatti che legano i due capitoli di DRAKAN finora conosciuti.
Ad ogni modo, la prossima e ultima parte ci svelerà ( spero! ) quanto allora accadde e cosa successe, ad Arokh, ai Dragoni dell'Ordine e ai cavalieri sopravvissuti...
A presto dunque!

DADO

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Pur immaginando quello che lo attendeva aldilà del lago e delle montagne circostanti, Heron non era tuttavia preparato ad un simile spettacolo. Davanti a lui, l'immensa distesa pianeggiante era pressoché sommersa da orde inferocite ed ogni genere di creature mostruose: i Grull e i Wartok erano dappertutto, brandendo le loro mazze chiodate e le grosse asce arrugginite; da dove si trovava, Heron poteva vedere quella enorme maramaglia brulicante come un'orribile onda nera pronta a lanciarsi in avanti da un momento all'altro; qua e là, le enormi teste dei troll svettavano come gigantesche verruche purulente; ovunque Heron guardasse, non vedeva altro che esseri assetati di sangue e ansiosi di pascersi con carne umana...
Il Cavaliere deglutì.
Dietro quell'orda infernale, dominante l'intera valle con le sue tre nere teste squamose e l'immenso torace rivestito di scaglie, Navaros annunciava al mondo la sua potenza, vomitando ovunque grossi getti di fuoco.
Ormai non aveva più nulla di umano.
Solo contro praticamente l'intero esercito del male, Heron pareva non avere alcuna possibilità. La spada runica vibrò nella sua mano, emanando una lucentezza a dir poco sovrannaturale, e nello stesso momento Heron comprese la vera natura del suo potere.
La luce emanata da Bourne, la spada creata dai Saggi di Drakan, non sfuggì all'occhio attento di Navaros. Malgrado fosse ancora parecchio distante, infatti, l'oscuro comandante dell'Alleanza Nera percepì chiaramente la presenza del Cavaliere nascosto. Troppe volte lui ed Heron avevano combattuto insieme, fianco a fianco in passato e uno di fronte all'altro dopo, perciò era palese che nessun altro potesse emanare la stessa aura né tantomeno lo spirito combattivo dell'eroe più coraggioso ( o incosciente! ) che le Guerre Oscure abbiano mai conosciuto.
Le teste di Navaros sorrisero crudelmente, già pregustando la soddisfazione di veder cadere l'odiato Heron una volta per tutte, e il loro ruggito assunse tosto la forma di un ordine chiaro e perentorio per le truppe in attesa.

- Uccidetelo!

Non appena Navaros ebbe pronunciato quell'ordine, l'intera orda si riversò addosso ad Heron come una sorta di enorme muro compatto. Se Arokh si fosse trovato lì al suo fianco, certo non gli sarebbe stato difficile aprire vuoti nelle fila nemiche.
Questa volta, però, Heron era solo.
La sola forza di cui disponeva risiedeva ora nei muscoli delle sue braccia... e nelle virtù della lama incantata tra le sue mani.
Un Wartock gli fu addosso, levando l'ascia verso l'alto come per decapitarlo, ed Heron strinse Bourne tra le dita con maggior decisione. L'ascia del Wartock lo ferì leggermente alla spalla ma, come Heron squarciò il petto della creatura con un unico colpo, il potere dell'arma magica non tardò a manifestarsi.
Le rune impresse sulla lama, oltre a renderla indistruttibile, avevano anche il compito di risucchiare tutta l'energia vitale presente nell'aria per restituirla al suo possessore.
Ogni volta che Heron sferrava un colpo mortale, e che i mostri cadevano giù stecchiti uno dietro l'altro, il sangue andava magicamente a risanare il corpo di Heron e ad infondergli sempre nuova energia
.
Sebbene da solo, grazie al potere di Bourne, Heron seminò una formidabile scia di morte. Le truppe di Navaros non riuscivano ad ucciderlo e, man mano che questi si faceva largo nel muro di corpi, l'oscuro dragone tricipite si rese conto di doverlo annientare personalmente.
Spingendo mortalmente da parte i suoi inutili soldati, con una singola zampata, Navaros si ritrovò dunque ad attendere che Heron venisse proprio incontro alle sue immense fauci.

- Sei un pazzo, Heron - esclamò Navaros. - Qualunque diavolerìa ti abbiano dato i Maghi dell'Ordine, non riuscirai neppure a scalfire il mio nuovo corpo... Io sono immortale!
- Tu non hai neppure il diritto di esistere, maledetto - urlò Heron di rimando, correndo incontro a Navaros con l'arma in pugno. - In questa spada c'è la punizione del cielo, la stessa che gli dei hanno stabilito per te!
- Gli dei, dici ?!? - la risata di Navaros era quasi più spaventosa di tutto l'insieme. - Povero sciocco, io prenderò il posto degli dei e l'Ordine finirà nella polvere, è scritto!
- MAI !!!

Heron spiccò un leggendario balzo verso l'alto, la spada ben alta sopra la testa, e nel contempo Navaros emise un getto di fuoco per distruggere il suo corpo a mezz'aria.
Nessuno sa cosa accadde con precisione.
Che la crudeltà di Navaros o l'immensa volontà di Heron, quale di queste fosse più forte, fatto sta che lo scontro non ebbe alcun esito positivo per nessuno dei contendenti.
Al termine della battaglia, infatti, il corpo di Heron non esisteva più ( certo consumato dalle fiamme che lo avevano avvolto ); e ciò che restava di Navaros giaceva immobile, con la spada Bourne profondamente conficcata nel petto.
Con la morte del loro invicibile comandante supremo, prese dal panico, le orde infernali abbandonarono i neri vessilli sul campo di battaglia e si diedero alla fuga, nascondendosi in grotte e caverne disseminate lungo tutta la vallata. Quando di lì a poco giunsero sul luogo, i Cavalieri dell'Ordine si resero conto che c'era ben poco che potessero fare.
Navaros era morto.
Lord Heron non esisteva più.
Con la fine dei loro due più grandi protagonisti, le Guerre Oscure erano finalmente giunte al termine. Ciò che rimaneva ormai, tra lo stupore e l'amarezza generale, rappresentava infatti la definitiva caduta dell'Ordine e degli ultimi Cavalieri sopravvissuti.

***

Quando finalmente riprese conoscenza, dimodoché potesse assistervi con i suoi stessi occhi, Arokh quasi non riusciva ad accettare la realtà che gli si presentava davanti. Il suo cuore era gonfio di dolore, tanto per la triste sorte di Heron che per il rimorso di non aver potuto combattere l'ultima battaglia al suo fianco.
Ma il vero problema era un altro!
Il tradimento di Navaros aveva gettato onta e disonore, non solo sugli esseri umani, ma anche e soprattutto sulla stirpe degli Antichi Dragoni discendenti dalla divina Mala-Shae.
Non potendo riparare in alcun modo a ciò che era stato, sconvolti e profondamente scossi dalla vergogna, tutti i Draghi superstiti decisero che non avrebbero mai più combattuto per nessuna causa. Anche Arokh si disse d'accordo con tale decisione: ora che il suo compagno era morto, non aveva più alcuna causa da perseguire; tutti i Dragoni dell'Ordine sopravvissuti, non potendo sciogliere il Vincolo coi loro Cavalieri, avevano solo un modo per separarsi da loro... quello di ritirarsi volontariamente in un sonno artificiale che non poteva essere interrotto.
Arokh stesso decise di unirsi alla volontà dei suoi fratelli, ritirandosi anch'egli nelle viscere della montagna, e fu così che gli ultimi Draghi Antichi si congedarono dalla razza umana e dal mondo per sprofondare in ciò che le cronache avrebbero in seguito definito il Sonno dei Saggi.
Da allora, e per tutti i secoli successivi, la storia dell'Ordine cadde nel dimenticatoio.
Ciò che un tempo doveva servire a proteggere la pace e la giustizia, e proprio a causa dei suoi stessi fondatori, non aveva più ragione di esistere.
Gli uomini avrebbero continuato a combattere.
Le guerre avrebbero lasciato il posto ad altre guerre.
Ciononostante, nel cuore e nella mente, le leggende dell'Ordine e dei suoi Cavalieri avrebbero sempre mantenuto accesa la fiamma della speranza...
In attesa del loro ritorno!

FINE

 

Angolo dell'Autore:
E con la morte di Heron, la storia delle Guerre Oscure termina dunque qui. Spero che la mia versione, per quanto semplice e riduttiva, sia riuscita nell'intento di affascinarvi nell'approfondire un po' meglio la storia dietro questo bellissimo gioco. DRAKAN è decisamente un titolo un po' vecchiotto, se paragonato alle grandi saghe fantasy che sono uscite nel frattempo, eppure riesce ancora ad appassionarmi come quando l'ho scoperto. Se, come me, siete curiosi/e di vedere altre avventure su Arokh e i Dragoni dell'Ordine, fatemelo sapere.
^__^ A presto dunque!

DADO

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