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di justanothergirl_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***



Prologo.

Ero sola in una strada; buia, stretta e tortuosa.
Correvo nella notte, spaventata.
Un'ombra correva dietro di me, tentavo di correre più veloce, ma l'ombra era sempre più vicina.
Caddi, e qualcuno, probabilmente l'ombra, mi tirò sù.

Volevo urlare, ma era come se la mia voce fosse sparita, sparita del tutto. 
Una mano mi tappò la bocca. 
A quella mano sul mio viso, potei sentire le lacrime iniziare a scendere e rigarmi il volto.
Lentamente la punta affilata di un coltello si avvicinò al mio collo.

Spalancai gli occhi, ormai in lacrime.
E senza che me ne rendessi conto, la lama era poggiata a me. 
Di fronte a noi spuntò un'altra ombra, e a causa del buoio non riuscii a vedere chi fosse.
"Scarlett!" Urlò il mio nome, respirando affannosamente.
L'ombra conosceva il mio nome, chi era? Come poteva sapere chi fossi?
Tutta d'un tratto, quell'ombra, che senza sapere come, mi conosceva, si scagliò su di noi. 
Era un ragazzo, che sembrava a dir poco bellissimo. 
Gli occhi erano di un color azzurro cielo, mentre i capelli neri come la pece. 
Non riuscii a scorgere altri tratti del suo viso, ma quando mi svegliai,
con ancora il suo viso impresso nella mia mente, sentii con un profondo 
dolore alla gola, come se fossi stata ferita. 
La sfiorai.. E bruciava. 
Mi alzai di scatto e corsi davanti allo specchio, ma non avevo nulla.
***

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.

Quel sogno, così reale, mi fece tornare alla mente la volta in cui, a 15 anni, io e il mio migliore amico andammo nella biblioteca di Wellton, piccola cittadina dell' Arizona, che ammontava a circa 2.000 abitanti. 

*inizio flashback*
"Scarlett, sta notte, io e te, andremo in biblioteca. Dicono che di notte, il settore dei libri proibiti, diventi un covo di fantasmi." Rise dicendomi quella frase, e io scoppiai a ridere a mia volta.
"Ma dai, sai che sono solo fandonie." Continuavamo a ridere.
"Si, lo so, ma sono curioso. Dai, non tirarti indiero Scarlett, non sei poi così fifona." Divenni seria all'improvviso, odiavo le sfide, perchè non riuscivo mai a tirarmi indietro.
"Ok, alle 23:00, sono da te." Non dissi altro e tornai a casa mia.

***

Tirai una pietra alla finestra di Stefan, che dopo circa 5 minuti scese. 
"Andiamo." Mi fece l'occhiolino iniziando ad incamminarsi, e io dopo di lui. Dopo circa 10 minuti arrivammo lì, all'entrata della biblioteca. 
Tutto era buoio, solo qualche piccola luce illuminava la strada e l'ingresso.
Stefan uscì dalla tasca la chiave della biblioteca e io lo guardai compiaciuta. "Come hai fatto?" Sorrise.
"Mh, mi sono intrufolato nella casa della signorina Thomas." Sorrisi guardandolo, e dopo aver aperto la porta camminammo all'interno di quei corridoi pieni di libri coperti di polvere.
L'aria era tetra e soffocante, era buoio, e l'unica luce che si intravedeva era dovuta alle torce che avevamo portato da casa. Camminavamo piano facendo attenzione a non fare casino. 
D'un tratto arrivammo a quello che era il corridoio dei libri proibiti.
Stefan uscì dalla tasca un indice tutto spiegazzato, quando arrivò a leggere il titolo di un libro. 
"Nightmare". Sussurrò quella parola a bassa voce, e senza rendermene conto, rabbrividii appena. 

"Di che parlerebbe?" Dissi curiosa, ma allo stesso tempo indecisa della domanda appena posta.
"Non lo so, ma ho sentito dire che certi libri parlano della storia della città, e di tutte le cose brutte successe."
Mi morsi appena il labbro iniziando a sentire come se ciò che stavamo facendo era sbagliato. "Non ci credo, sono solo stupide storielle inventate per far paura, tu ci credi?"
"Beh, si.." Sussurrò quasi imbarazzato, ma lasciai stare.

Davanti al corridoio c'era un cartello, "don't enter", ma lo scopo era proprio l'opposto, così entrammo. 
Camminavamo, d'un tratto mi fermai alla lettera N.
Guardai i vari titoli, ma di "nightmare" nemmeno l'ombra. Sbuffai. 
"Step, te l'avevo detto, quell'indice è sbagliato, non esiste nessun nightmare." Lo guardai seria, ma allo stesso tempo compiaciuta, lui si girò volendo ribadire ciò che avevo detto, ma ci limitammo a guardare fissi l'uno gli occhi dell'altra.

Un rumore ci portò alla realtà, sussultai appena e mi girai di scatto; a terra c'era un libro. 

"Stefan, sei stato tu?" Dissi indietreggiando, spaventata, verso la sua direzione.
"Ma se stavo fissanto te." Sbuffò seccato.
"Andiamo a vedere." Lentamente si avvicinò al libro, e io con lui. Prese il libro, che si era aperto in una pagina ben precisa. 

* "Scar, you haven't believed in me, and I will be your nightmare. -21" 

Leggendo quella frase, il mio respiro si fece più affannato, mentre il petto si alzava e abbassava velocemente a causa dell'agitazione, i miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, mi girai verso il mio migliore amico, sperando di trovare in lui conforto, mentre nei suoi occhi non c'era un minimo di emozione. 
"Scarlett, andiamo via." Buttò il libro a terra e mi prese la mano iniziando a camminare a passo svelto.
*Fine flashback*

Il rumore del cellulare che suonava mi riportò alla realtà.
Andai a controllare, mia madre. Non avevo voglia di risponderle, così bloccai il telefono in modo tale da non far sentire la suoneria. 

Notai l'ora, erano le 08:00 e avevo ancora 3 ore prima dell'inizio della lezione, ma dopo l'incubo avuto, e dopo il ricordo ri-vissuto, preferii evitare di tornare a letto. 

La mia compagna di stanza dormiva ancora, e senza svegliarla andai in bagno per fare una doccia. 
Mentre l'acqua calda scorreva lungo il mio corpo, mille pensieri mi giravano in testa. 
Ero sempre stata il tipo che faceva sogni strani, e spesso spaventosi, ma non mi ero mai svegliata con la sensazione che quella 'fantasia' potesse essere reale.
Lentamente, passai la mano sul mio collo, sfiorandolo appena, la sensazione di bruciore era passata, ma il solo ri-vivere quel sogno, o meglio dire incubo, mi turbava parecchio.

Lasciai per un bel po' che l'acqua mi avvolgesse col suo calore, finito, mi preparai per uscire.
Mi truccai leggera, mettendo solo l'eyeliner e un filo di matita.
Come outfit scelsi dei semplici jeans e una canotta nera. Lasciando che i capelli rossi scendessero lunghi sulle mie spalle.

Si erano fatte le 09:30, e la fame iniziava a farsi sentire. Così ucii, senza fare rumore, e iniziai a camminare indirizzata a uno dei bar del campus per fare colazione.
Per essere ottobre il sole era abbastanza caldo, ma allo stesso tempo piacevole. 

Camminavo tra gli alberi spaesata, la mia mente era impegnata a pensare a troppe cose, davvero troppe.

Senza rendermene conto, finii in una piccola strada, stretta e tortuosa.
I battiti del mio cuore iniziarono ad accellerare quando, camminando, iniziai a sentirmi come se stessi rivivendo l'incubo avuto la notte precedente. 
Mi voltai su me stessa, ma il sentiero dietro era come sparito. Iniziai a respirare affannosamente, spaventata.

Sentendo che qualcuno mi stava seguendo, aumentai il ritmo dei miei passi, quando delle mani, grandi e forti, mi presero per i fianchi. Urlai dal terrore e mi girai di scatto.
"Stefan!" Urlai appena e tirai un sospiro di sollievo quando di fronte a me non c'era un ombra sconosciuta, ma l'idiota del mio migliore amico. 
Scoppiò a ridere guardando la mia aria spaventata. "Non pensavo di essere così brutto." Sbuffai appena guardandolo.
"E' solo che.." Continuavo a guardarlo. "Nulla." Dissi infine riprendendo a camminare, cercando l'uscita. 

Stefan era il ragazzo più bello che avessi mai visto, non perchè era il mio migliore amico, ma perchè il suo aspetto, e ciò che aveva dentro, erano qualcosa di unico.
Era alto, occhi meravigliosi, e un sorriso che avrebbe potuto fare invidia a chiunque. Era dolce, sapeva come far sentire importanti e speciali, era semplicemente Stefan. 

Uscita da quella strada, mi guardai intorno, tutto come al solito. 
Chi correva per il campus, in ritardo per la lezione. Chi chiacchierava, chi scherzava, chi limonava. 
E poi c'ero io. Che stavo per commettere un omicidio.

Mi girai verso di lui. "Perchè l'hai fatto?" Dissi infine. 
"Ma dai, perchè te la sei presa tanto? Stavo solo scherzando." Disse continuando a ridere, ma vedendo la mia espressione, si fece seria anche la sua.
Sbuffai nuovamente e decisi di ignorarlo, dirigendomi verso la caffetteria.

***

Fine della lezione, tutti ci dirigemmo verso la porta d'uscita, quando il professore disse il mio nome.

Era uno di quei professori così sexy, che la sua materia si studiava solo per ricevere un complimento. Aveva circa 30 anni, ed era semplicemente perfetto. 
Ogni sfaccettatura del suo viso sembrava voler dire qualcosa, come voler attirare ogni minima attenzione su di essa.
La forma degli occhi, il sorriso, le sue labbra carnose ma non troppo. Tutto di lui era perfetto. 

"Signorina Brayton, vorrei parlarle un attimo." Sospirai e mi avvicinai a lui.
"Si professore, mi dica." Gli sorrisi, e senza rendermene conto, spostai lo sguardo dai suoi occhi, alle sue magnifiche labbra.
"Oggi ho notato che è stata parecchio distratta. Qualcosa non va?" Disse infine inumidendosi le labbra. Un gesto involontario fu quello di mordermi appena il labbro inferiore.
"Oh no professore." Qualche secondo di silenzio. "Va tutto bene." Dissi infine, con un sorriso ancora stampato sul volto.
"Va bene, ricordi che per qualunque cosa può anche parlare con me." A quella risposta, non potei che continuare a sorridere, e senza dire altro annuii.
"Beh, può andare, a lunedì." Sorridemmo entrambi.
"Arrivederci professore." Senza dire altro, con le guance che involtariamente avvamparono, uscii dalla classe. 

***

Passata l'ora di pranzo e il resto delle lezioni, tra una cosa e l'altra, arrivò finalmente il tanto e atteso venerdì sera. 

***

Dopo esserci sistemate, io e Debby, la mia compagna di stanza nonchè migliore amica, uscimmo dalla camera dirigendoci a una qualsiasi festa. 
Non le avevo raccontato del sogno, ripensarci mi faceva venire voglia di urlare. Ero paranoica da una giornata, e il pensiero di ri-vivere il tutto.. Beh.. mi faceva paura.

*** 

Eravamo entrambe con dei jeans scuri stretti, tacchi, e magliette che evidenziavano abbastanza le nostre curve, ma non rendendoci volgari.

Tra una cosa e l'altra si fecero le 23:00, arrivammo a una festa, e subito andammo al bar per bere qualcosa.
Con la speranza che l'alcol mi avrebbe fatto smettere di pensare, almeno per un po'.

Dopo che bevemmo un paio di drink, iniziammo a ballare e a divertirci. 
D'un tratto qualcuno iniziò a strusciarsi su di me. Non avevo idea di chi fosse. Ma dopo l'alcol che avevo bevuto mi lasciai andare, ridendo, ballando, e strusciandomi a mia volta su di lui. 
Non ero ubriaca, solo, volevo divertirmi. 

Tutto sembrava andare per il verso giusto, d'un tratto una mano mi tirò, e iniziammo a correre fuori dalla festa, ridevamo e correvamo, come voler scappare via per divertirci insieme, ma senza rendermene conto, mi ritrovai sola, in un posto completamente buio, potevo però sentire il fruscio delle foglie, dovuto al vento che c'era quella notte.
I battiti del mio cuore accellerarono velocemente e potei iniziare a sentire le lacrime scendere e rigarmi il volto. 
Tutto ciò che temevo stava succedendo. 
Passai velocemente le mani sul mio collo. Ero terrorizzata. 
Sentivo dei passi attorno a me, ma l'unica cosa che vedevo era un'ombra che mi gironzolava attorno.

"Hei Scar." Una voce bassa e rauca sussurrava il mio nome, come una maledizione. 

"Scar, sono qui." Giravo su me stessa, ormai in lacrime, spaventata. Mentre l'ombra girava attorno a me, sempre più vicina.
D'un tratto sentii il suo respiro pesante su di me.

"Scaar, piccola, non avere paura." D'un tratto una mano passò di sfuggita accanto a me sfiorandomi collo. Sussultai appena, senza riuscire ad urlare. 
La voce tremante mi impediva di gridare aiuto. Portai una mano sulla mia bocca, piangendo a singhiozzi. 

"Hei scar, piangi?" Una risata al quanto malefica si fece spazio tra le mie orecchie, rimbombava nella mia mente, ormai terrorizzata.
Barcollavo per via dell'alcol, e la voce sembrava allontanarsi, ma poi avvicinarsi sempre di più.

"Shh, non piangere." Disse infine, scaraventandosi velocemente su di me. E sfiorandomi nuovamente il collo, per poi allontanarsi velocemente.

"Non-non devi toccarmi.." Balbettai quella frase a bassa voce e insicura come mai prima. L'ombra approfittò della mia debolezza scarventandosi ancora una volta su di me. 
Sta volta mi spinse violentemente contro un albero, facendomi sbattere con forza la schiena. 
Tratteni un urlo di dolore, continuando a piangere. 
Potevo sentire l'ombra godersi la mia paura, sentire che assaporava il mio dolore; le lacrime calde che fuori uscivano dai miei occhi si raffreddavano subito dopo esser uscite per via del vento che era sempre più forte, rumoroso e tagliente. Ma venivano, in men che non si dica, riscaldate dalle lacrime che continuavano ad uscire e rigarmi ripetutamente il volto. Quel fenomeno, sembrava infinito; una catena senza fine.

"Chi-chi sei?.." Quella fu l'unica cosa che riuscii a dire tra le lacrime.

Si avvincinò di nuovo a me. ** "I was, I am and I will be your nightmare.-21." Disse quella frase al mio orecchio, e furtivamente si allontanò ancora una volta da me; il mondo sembrò come fermarsi, il pensiero degli avvenimenti passati, il pensiero che forse tutto era connesso, il pensiero che probabilmente la mia vita era giunta alla fine, tutti quei pensieri, mi fecero capire quanto la vita in realtà sia breve, che forse, niente va mai come deve andare, che non è il destino a comandare la nostra vita, ma chi non vuole darci l'opportuntà di averne uno.

"Hai paura eh?!" La voce piena di odio dell'ombra mi portò alla realtà, potevo sentirla sorridere e ancora una volta la sua mano mi sfiorò, sta volta il volto.
Non appena mi toccò, mi spostai ritraendomi al suo tocco, a quel gesto, iniziò ad urlare, era un urlo maledetto, un urlo spezzato dall'odio e dalla rabbia, un urlo di vendetta.

"Ti ucciderò Scar!"
Spalancai gli occhi ormai in lacrime, quella frase rimbombava nella mia testa, anche essa, come una maledizione.
La paura e il terrore avevano preso il sopravvento su di me, tutte le emozioni più profonde, oscure e nascoste di me, celate nel mio animo, si stavano facendo spazio nel mio cuore e nella mia mente.

Senza renderme conto, una mano prese la mia iniziando a farmi correre. Correvo velocemente, e, se fosse stata l'ombra, non so cosa sarebbe potuto succedere, ma quella mano, era la mia unica ancora di salvezza. 

***
SPAZIO AUTRICE.

Buoooona sera ragazze! :3
Eccomi qui, dopo una settimana, con il primo capitolo.
L'ho riletto e riscritto davvero tantissime volte, fino ad adesso ho modificato delle cose, non so come vi sembrerà, ma a me piace. 
E' solo l'inizio, ma spero che 'nightmare.-21' vi abbia incuriosite, almeno un po'. 
So che quel '21' sembra messo un pò alla cazzo, ma capirete più in la, e forse qualcuna di voi capirà cos'è.
Non so davvero cosa penserete, se ci sono errori mi scuso, non era mia intenzione. 

Vi ringrazio tutte per le recensioni al prologo, e ringrazio anche voi, lettrici silenziose. 
Presto, quando la storia raggiungerà una svolta, farò fare anche il trailer. 
Mh, non ho altro da dire, lasciate un commento se vi va e spero con tutta me stessa che come primo capitolo vi sia piaciuto. 

Ps: Nightmare non è il film, sta solo a significare che è un incubo, il suo.
*Scar, you haven't belived in me, and I will be your nigthmare: Scar tu non hai creduto in me, e io sarò il tuo incubo.
**I was, I am and I will be your nightmare: Ero, sono e sarò il tuo incubo.
A presto. <3


Twitter: @McKidrauhl_


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Capitolo 3
*** capitolo 2. ***




CAPITOLO 2.

Ormai in lacrime, correndo più veloce che potevo, mi resi conto che, quella che sembrava essere una maledizione incarnatasi in un'ombra sconosciuta, ci stava seguendo. Ci seguiva come fosse assetata di ciò che era la vendetta più oscura, forse, l'unica cosa che l'aveva tenuta in vita fino ad adesso.

La paura, che aveva preso il sopravvento su di me, si faceva sentire sempre di più.. In ogni singolo passo veloce che compievo. Ormai, ero all'apice del terrore e dell'angoscia.

Man mano che le lacrime scendevano calde rigandomi il volto, era come se si ghiacciassero a causa del vento che sembrava venire verso di me, come volermi colpire.. Portando in me sensazioni sconosciute, probabilmente mai provate prima, almeno fino a quel momento. 

Colui che sembrava essere il mio salvatore mi stringeva a sua volta la mano, come per farmi capire che con lui sarei stata al sicuro, e, nonostante la paura e la voglia di svegliarmi, come se tutto quello che stava succendendo non fosse altro che un incubo, quella mano mi faceva capire che mi avrebbe protetta. Realtà o meno.

In men che non si dica la situazione si aggravò, l'ombra riuscì a tirarmi a se, e purtroppo, la forza maledetta che aveva in corpo era troppa, che dovetti lasciare andare la mano del mio salvatore, che venne spinto lontano da me da una forza estremamente violenta. 

Velocemente l'ombra mi strinse forte a se da dietro, come non volermi lasciare andare e, con il coltello che aveva sempre a portata di mano, mi tagliò la gola, o meglio, me la sfiorò con la punta e subito dopo sparì nel buio della notte.

Non fu un taglio profondo, sempre doloroso, ma più che altro, sembrava un avvertimento. 
Non riuscivo a capire bene che tipo di avvertimento o messaggio volesse mandarmi l'ombra, ma sapevo che sarebbe tornata. 

Mi accovacciai a un albero in preda al terrore e alla disperazione, quando qualcuno mi fece alzare e mi sfiorò la ferità che mi era appena stata fatta. 
Spalancai gli occhi, il bruciore iniziava a farsi sentire. 

"Sh, fidati di me." La sua voce.

Non appena sentii quella voce, così calda e coinvolgente, i battiti del mio cuore accellerarono tutta d'un tratto. Respiravo affannosamente.
Ero stanca, spaventata e distrutta. Sia mentalmente che fisicamente.
Mi riprese la mano, e sta volta camminammo lentamente. 
Nessuno dei due parlava, ma ormai, mi sentivo protetta. 

Arrivammo in un palazzo non troppo grande ed entrammo in una stanza buia, ma velocemente qualcuno accese la luce.
Era un piccolo appartamento, che sembrava essere completo di tutto.
Mi girai su me stessa, ma non c'era nessuno.
Subito dopo, di fronte a me, comparve un ragazzo mascherato.
Sembrava bellissimo.
Gli occhi erano azzurri e liberi, ma nascondevano allo stesso tempo paura e tristezza.
I capelli, non troppo scuri, erano lisci, e delle ciocche scendevano morbide sul suo viso andando a coprire appena gli occhi, ma che lui toglieva subito dopo. Le sue labbra, carnose ma non troppo, sembravano come volermi attirare a lui. 
Tutto di lui lo faceva sembrare più un sogno, che qualcosa di reale. 
Sbattei più volte le palpebre, pensando davvero che tutto quello che era appena successo fosse stato solo frutto della mia immaginazione, ma lui era ancora lì.
Non riuscii a trattenermi, sul mio viso sembrò scorgersi la piccola forma di un sorriso, nonostante fossi parecchio turbata; ma la sensazione di sicurezza che emanava il ragazzo di fronte a me, mi faceva stare abbastanza in pace con me stessa.

Lo guardavo come ammaliata, e sorridendo iniziò ad avvicinarsi a me.

Sospirai, volevo sapere cosa stava succedendo, e non riuscendo più a trattenere la curiosità e il bisogno di sapere la verità iniziai a parlare velocemente. "Chi sei? Cosa succede? Perchè mi hai salvata? Perchè sta succedendo tutto questo a me?" Sputai quelle domande tutte d'un fiato, lui spalancò appena gli occhi, e subito dopo sorrise. 
"Calma, non è ancora tempo, quando arriverà il momento sarò disposto a dirti tutta la verità, ma per adesso, Scarlett, fidati di me." 
Non appena disse il mio nome i miei occhi si spalancarono, quasi involontariamente. 
"Come conosci il mio nome?" Indietreggia spaventata e stupita.
"Ti conosco meglio di quanto credi, capirai più in là." Sussurò infine.
Abbassai lo sguardo, non sapendo cosa fare. 
Lentamente iniziò ad avvicinarsi di nuovo a me, mi prese il mento tra il pollice e l'indice e mi alzò il volto. 
Scrutai ogni piccolo angolo del suo viso, sperando di trovare un qualcosa che non mi piacesse, ma tutto di lui era perfetto; subito dopo però, rivolsi la mia attenzione ai suoi occhi, che icrociarono i miei. 
Notando il suo sguardo, limpido e profondo contemporaneamente, riuscii a capire che ciò che aveva detto era la verità, quindi mi sarei semplicemente dovuta fidare di lui. 
Guardandomi negli occhi posizionò la punta del naso sulla mia.
"Chi sei?" Sussurrai infine.
"Terence." Disse a bassa voce, posizionando le labbra sulle mie. 
Non appena le sue labbra toccarono le mie mi staccai velocemente, iniziando a farfugliare parole senza senso.

La situazione, che era diventata seria e tranquilla, diventò d'un tratto comica. 
Dovevo essere davvero buffa, perchè lui iniziò a ridere di cuore guardandomi.

La sua risata.

Non appena lo sentii ridere, il mio cuore sembrò come bloccarsi, e dopo accelerarò di botto. 

Ridevo tanto, e anche le persone che frequentavo di solito. Eravamo studenti, spensierati e felici, ridere ci faceva capire che quello sarebbe stato il periodo che più ci sarebbe mancato, ma la sua risata era diversa, era calda e avvolgente, sembrava avvolgere il mio cuore in un dolce abbraccio, come per fargli capire che da quel momento sarebbe stato al sicuro. 
Sentivo i battiti sempre più veloci e il cuore sembrava voler esplodere dalla gioia.
La situazione cambiò ancora una volta, quando d'un tratto le sue braccia avvolsero il mio corpo. Il suo viso fu ancora una volta vicino al mio, e le sue labbra sulle mie.
Sta volta, capendo che non l'avrei rifiutato, iniziò un bacio lento e passionale, che io ricambiai.
Le luci diventarono soffuse, con l'aria che sembrava essere piena di magia. 
Le nostre labbra, unite, sembravano comporre una melodia perfetta, sembravano essere state create l'una apposta per l'altra.
Mi strinse più forte a lui continuando il bacio, ma, quel bacio che fu semplice e perfetto allo stesso tempo, mi fece rendere conto di quanto fossi stanca. 
Lentamente mi staccai e poggiai la testa sul suo petto, e subito dopo mi addormentai tra le sue braccia.

***

Mi sveglia d'un tratto nel sonno. "Terence, Terence!" Urlai il suo nome in preda al panico, spaventata di averlo perso. 
Spalancai gli occhi, e mi resi conto di essere nella mia stanza. 
Sospirai. 
Tutto era successo in fretta, l'incubo divenne un sogno, e subito dopo la dura realtà, una realtà dove lo avevo perso, o forse, una realtà dove non l'avrei mai trovato.

Mi alzai delusa, andando verso lo specchio. 
Guardai fisso il mio riflesso, notando qualcosa sul collo. 
Il taglio era lì, ben evidente su di me.

Ma, se era stato tutto un qualcosa di surreale, perchè la ferita non era sparita come il resto, ed era più dolorosa che mai?

Continuavo a guardare fisso il mio riflesso, subito dopo spostai lo sguardo al riflesso del muro, solo, non c'era più il muro, ma l'ombra, che con un sorriso malefico dipindo sul volto giocava con la lama del coltello. Senza avere il tempo di elaborare ciò che avevo visto, l'ombra si scaravento violentemente su di me. "Addio, Scar." 

***

SPAZIO AUTRICE.

Prima di tutto volevo dirvi che mi spiace per il ritardo. 
Non so cosa penserete di questo capitolo.
A me non piace tanto, il primo mi è piaciuto molto di più, ma comunque.
In questo capitolo ho voluto un pò far sbocciare lo spirito romantico della storia, non è solo fantasy o spaventosa, ci saranno anche vicende amorose, che ammettiamolo, piacciono a tutti.
Spero che nel prossimo capitolo riuscirò a scrivere qualcosa di più carino, ma in questa settimana mi è venuto difficile scrivere, e non so perchè.
Ma sono comunque riuscita ad aggiornare. <3
Mi dispiace anche per il fatto sia così corto, mi farò perdonare, I promise.(Y)

Si ok, non è bellissimo, ho scritto di meglio, ma non fa poi così schifo, vero?çç

Oddio, vi prego, ditemi che ne pensate. Ovviamente accetto critiche, consigli e tutto. 

Passando ai ringraziamente volevo ringraziare chi è passato a recensire la storia e anche ai lettori silenziosi, so che qualcuno mi apprezza. (:
Va bè, a presto. lol <3

Twitter: @McKidrauhl_
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***



CAPITOLO 3.

Un brivido atroce mi percosse la schiena, e un urlo di terrore fuori uscì dalla mia gola.
Pensavo seriamente che fosse arrivata la mia ora, di essere morta e di essere finita in quel famoso posto chiamato 'inferno', avrei tanto voluto suppore 'paradiso', ma la mia anima di certo non meritava di passare a miglior vita, e ne ero consapevole.
Vivevo ogni giorno come se fosse l'ultimo, non volevo perdermi nulla, volevo vivere, vivere veramente. 

Nonostante mi fossi fatta convinta che la morte non facesse poi così tanta paura, che prima o poi tutto finisce, non volevo andarmente, almeno non adesso.

Le palpebre dei miei occhi erano tremanti, ma mi feci coraggio e lentamente li aprii. Tutto attorno a me era come sparito. Mi trovai all'interno di un qualcosa di immensamente bianco, di surreale, di magico e piacevole; la paura era come svanita e ogni singola particella del mio corpo contemplava quel luogo a me sconosciuto.

Qualcosa di mai visto priva pendeva dal mio collo, brillava.
Era un ciondolo a forma di bussola, non troppo grande, ma nemmeno così piccolo.
La guardai fissa per circa mezzo minuto, subito dopo l'aprii; era funzionante.
Non capivo come fosse finita appesa al mio collo, ma continuai immobile a guardarla, come se al mondo non esistesse oggetto più sacro di quello, e fissandolo, nella mia mente si fece spazio un ricordo.

Tra le braccia di Terence non sentivo il bisogno di avere nessun altro accanto, lui era l'unico che mi faceva sentire al sicuro, ed era l'unico di cui avevo bisogno.
Avevo sognato i suoi occhi, e d'un tratto tutto era reale, o almeno era ciò che credevo.
Mi prese dolcemente in braccio e lentamente mi poggiò sul letto che c'era in camera. Adagiata su quella base morbida mi misi comoda, volendo solo che il male che mi perseguitava sparisse.

Con calma si avvicinò a me e le sue labbra sfiorarono la mia fronte.
Ero in una fase di dormiveglia, capivo ciò che stava succedendo, ma non ne ero del tutto consapevole.
Potevo sentire le sue mordide labbra prendere la forma di un timido sorriso, le sue mani accarezzarmi e che cautamente appesero qualcosa al mio collo.


Rivivendo quel ricordo capii, più o meno, ciò che era successo. 
Quella sensazione di piacere che sembrava avermi dato all'inizio quell'immensità di bianco, fu come sparita; iniziando ad inculcarmi ansia e terrore.
Però sapevo, che anche se non era li accanto a me, Terence, mi avrebbe protetta, sempre.

Non volendo ricordare altro scossi la testa, tornai alla realtà e iniziai ad armeggiare con la bussola.
Dopo un tempo indecifrabile a cercare di seguire le indicazioni che l'oggetto tenuto in mano mi dava, arrivai in un punto che divideva due strade, entrambe sembravano dare il via a una qualche realtà, reale o sconosciuta che fosse.
La bussola non indicava più nulla. Si era come bloccata.
Potei sentire i miei occhi riempirsi di lacrime.
Le scelte non erano il mio forte, avevo sempre preso la decisione sbagliata, e sarebbe andata ancora una volta così.
Mi guardavo attorno in cerca di aiuto, ma il bianco sembrava come venirmi incontro per inabissarmi.

Guardai la bussola fissa, sperando ricominciasse a funzionare indicandomi la direzione corretta, ma nulla di tutto quello che speravo avvenne.
Tenendola stretta tra le mani e passandola da una mano all'altra più volte, potei sentire sotto la pelle morbida dei polpastrelli qualcosa inciso sotto.
La girai e c'era un messaggio. "Follow your heart, you'll find me."
Sorrisi, forse la fortuna che un tempo sembrava avermi abbandonata, stava tornando.
Non sapevo cosa sarebbe successo, ma il mio pensiero andò subito a Terence.

Sfiorai ancora una volta l'incisione, feci un grosso sospiro di auto-incoraggiamento e scelsi la destra.
Non ne ero del tutto sicura, ma non potevo fare altro.
La destra mi sembrava sbagliata, ma la sinistra mi spaventava ancor di più.

Camminavo a passo lento e cauto girandomi più volte su me stessa, con la paura che qualcuno, o meglio dire l'ombra, sarebbe potuta venir fuori dal nulla.
Sorrisi quando il bianco iniziò a sparire, e finalmente ciò che era la vita si fece spazio tra i miei occhi.
Guardai la bussola, e sembrò come funzionare di nuovo.
Ripresi a seguirla, non avendo altra via di salvezza.
Camminavo e camminavo, ma il tempo sembrava non passare.

Dov'ero finita?

Sembrava tutto reale, ma allo stesso tempo tutto troppo finto per essere una giornata d'ottobre.
Il verde delle foglie sarebbe dovuto essere marroncino, o un verde più sbiadito, e non come se fosse appena iniziata la primavera.
I raggi del sole avrebbero dovuto avere un grado minore di irraggiamento, e non sarebbero dovuti essere così caldi da far sembrare il tutto una calda e piacevole giornata d'estate.

Non riuscivo a comprendere ciò che avevo intorno, e i dubbi presero il sopravvento su di me.

E se la strada presa fosse stata quella sbagliata?

Ero sommersa dall'insicurezza, e odiavo sentirmi così.

Non potendo fare altro ripresi a camminare.
Davanti a me però, si pose un'altra scelta.
Sospirai. Davanti a me c'erano altre due strade che dividevano il sentiero. Avrei dovuto scegliere un'altra volta.
Solo che, a differenza delle entrate precedenti, davanti si trovavano due ombre.

Nuovamente il panico prese il sopravvento su di me.
Cos'avrei dovuto fare? Scegliere di nuovo? Non potevo.

Iniziai a camminare a passo svelto, avanti e indietro, su me stessa, ma senza mai raggiungere le due entrate. 
Camminavo e farfugliavo parole senza senso ad alta voce.
Pensavo a tutto, e in un secondo momento arrivai anche a pensare a cos'avrebbe fatto 'il dottore'. 
Di solito camminare e parlare in quel modo lo aiutava, ma perchè a me invece faceva solo girare la testa?
Beh, forse non ero una signora del tempo, ok, senza il forse.

Le due ombre che si trovavano tra le entrante mi fissavano, non riuscivo a capire quale fosse la buona o quale fosse la cattiva.
Non riuscivo nemmeno a comprendere se ce ne fosse una buona.
Il punto era che non riuscivo a fidarmi di nessuna.

'Un lampo di genio' fu prodotto dal mio cervello. 
Avevo la soluzione, almeno era ciò che speravo. 
Ero agitata, nervosa, arrabbiata, spaventata e frustrata.
Volevo essere libera, e pur sapendo che non lo sarei stata subito, mi sarei avvicinata comunque alla meta più di quel momento.

Strinsi forte la bussola nella mano, avvicinandola di più al mio corpo, fino a poggiarla al petto all' altezza del cuore.
Feci un profondo sospiro, chiusi gli occhi e una lacrima mi rigò il volto.

 "Seguiro' il mio cuore."  Dissi infine, tra me e me. Sperando con tutta me stessa che quel sussurrò arrivasse a Terence.

Senza pensarci due volte, scaraventai con tutta la forza possibile la bussola contro il terreno, un'immensa luce fuori uscì da essa.
Le due ombre, alla vista della luce, sembrarono adirarsi.
Iniziarono ad avvicinarsi minacciosamente verso la mia direzione, era lontane, ma non troppo. 
Mi avrebbero raggiunto in men che non si dica. 
Non potendo fare altro, mi tuffai all'interno della luce, che probabilmente, era l'unica via d'uscita a quell'incubo. 
 
***

SPAZIO AUTRICE.

 
Okkk, buon pomeriggio a tuttee.
Finalmente ecco il capitolo!
Devo dire con molta sincerità che questo mi piace molto più del precedente.
Forse perchè l'ho scritto con volontà e no perchè mi sentivo 'obbligata' ad aggiornare.
Sta volta ho preferito stare tranquilla e scrivere quando me la sarei sentita, e così è stato.
In questi giorni l'ho riletto parecchio, e ho cercato si sistemarlo il più possibile.
Mi scuso per la mancanza di dialogo, ma ho voluto scrivere sopratutto della situazione che sta vivendo Scarlett.
E inoltre la parte del 'dottore' è riferita a 'doctor who', grazie alla mia migliore amica ne sono ossessionata. lol
Comuuuunque, spero vi sia piaciuto. (:

Lasciate una recensione se vi va, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate.

Ringrazio tutti coloro che sono passati a recensire lo scorso capitolo, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite ecc e anche i lettori silenziosi. 
Aggiornerò il prima possibile.(:

A presto.<3

Twitter: 
McKidrauhl_
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***



CAPITOLO 4.

Immersa nella luce, come se fossi stata appena travolta da un tornado, mi ritrovai in un'altra immensa estensione di bianco.

Ero ancora parte di quell'incubo.

Non riuscivo a capire come fosse possibile, pensavo di essere salva, e invece ero ancora intrappolata in una specie di universo parallelo che non mi avrebbe lasciata andare.
Pensavo a come fosse possibile tutto quello che mi stava succedendo, non riuscivo a crederci.
Impegnata a pensare a tutta la situazione spiacevole e irritante, che si era creata nella mia vita, delle grandi braccia mi cinsero la vita.

Non era un abbraccio che metteva angoscia, ma un abbraccio che mi fece sentire come se avessi appena raggiunto la felicità.
Mi girai lentamente, ritrovando di fronte al mio viso quegli occhi che mi avevano già salvata altre volte. 

Terence era lì, che mi stringeva a se.

Ebbene si, gli dovevo la vita.

Avevo immaginato così tanto quell'abbraccio, che adesso sembrava essere l'unica cosa di cui avessi veramente bisogno.
Lentamente avvicinò il suo viso al mio, e i nostri occhi si incrociarono.
Li adoravo, erano così azzurri che mi facevano sentire protetta.
Poggiò appena la punta del suo naso sulla mia e io sorrisi al gesto.

"Mi dispiace di non esserci stato quando avevi bisogno di me." Sussurrò infine, stringendomi un pò più forte.
"C'eri invece, e mi hai salvata." Gli rivolsi un sorriso sperando di rassicurarlo. 
Continuava a guardarmi, come se volesse che io dicessi altro.
"Grazie per la bussola comunque.. anche se ci sono arrivata tardi." Risi di cuore, come non facevo da un pò, guardandolo dritto negli occhi.
Lui rise con me.

I suoi occhi erano profondi e pieni di amore, amore tenuto dentro che sentiva il bisogno di essere liberato.
Occhi pieni di attenzione da dedicare a qualcuno. Occhi però, altrettando bisognosi di ricevere tutto l'amore possibile.


Persa in quell'azzurro così profondo, mi morsi involontariamente il labbro, e lui sorridendo si avvicinò di più a me.
Eravamo l'uno presi dall'altra. Come se non ci fosse altro al di fuori di noi.

Un battito di mani, abbastanza rumoroso, ci riportò alla realtà.

"Heilà, Terence" Rabbrividii appena al suono del battito, ma sopratutto al suono di quella voce. Guardai verso gli occhi di Terence, che ormai si erano direzionati a ciò che avevano davanti, così mi voltai. 
L'ombra era lì, che ci fissava e che lentamente si avvicinava a noi. 
Sussultai appena indietreggiando leggermente, fino a toccare Terence.

"Cosa vuole?" Dissi preoccupata, frustrata e arrabbiata contemporaneamente.
Mi stava rovinando la vita, e non ne aveva il diritto. 

Rise sentendo la domanda che rivolsi al ragazzo dagli occhi desiderosi d'amore.
"Mh, voglio la tua morte, tu mi hai svegliata, e tu ne pagherai le conseguenze." 

Il mio sguardo sembrò prendere l'aria di una sfida, la Scarlett che ero sempre stata stava tornando. 
Per un periodo mi ero persa, ma stavo tornando. 
Feci un passo in avanti, provocando l'ira dell'ombra.

"Non ti permetterò di rovinare la mia vita." Dissi infine, decisa e sicura di me.
 
A sua volta l'ombra si avvicinò a me, ridendo. "Oh, mia piccola Scar." Provò ad accarezzarmi il viso, ma mi scostai prima che potesse anche solo sfiorarmi. 
Potevo sentire nell'aria la sua rabbia e la sua sete di vendetta, sta volta fui io a ridere. 
"Ti distruggerò!" Urlò scaraventandosi addosso a me. Ma prima che potesse farmi del male Terence si mise tra di noi, riuscendo a fermarla. 

Si calmò appena, facendo apparire sul suo volto il solito sorriso maligno. "21 Scar, ricorda." Continuava a sorridermi in modo maligno e andò via, anche prima che potessi chiederle cosa diavolo significasse quel maledetto 21. 

Mi girai verso Terence, stanca.

"Cosa vuole dire? Dimmi che sai la risposta!" Gli urlai contro, in preda alla rabbia e alla frustrazione. 

Si avvicinò a me, volendo solo che mi calmassi. 

"Andrà tutto bene Scarlett, fidati di me.

*inizio flashback*
"Piccola ciao, mi mancavi." Dolcemente Daniel si avvicinò a me, le sue braccia mi strinserò forte a se, e le sue labbra toccarono delicatamente il mio collo. 
Accennai un sorriso al sussurro di quelle parole e passai lentamente le mani dietro il suo collo, sfiorandolo appena con la punta delle dita. 
Iniziò a baciarlo stringendomi di più a se. 
Un brivido di piacere mi percosse la schiena e lentamente avvicinai di più il mio bacino al suo.
Potei sentire sul mio collo un piccolo sorriso scorgersi dalle sue labbra, e le sue forti braccia stringermi ancora di più.

Conoscevo Daniel da anni, non pensavo di esserne innamorata, ma so che per lui avrei fatto di tutto.

Con le mani passò a giocare con il bordo della mia maglietta, sollevandola appena fino a sfilarla.
Mi allontanai appena da lui, e non appena lo feci il suo sguardo si posò su di me.
Guardavo le sue labbra, erano impazienti e desiderose di avermi.
Mi morsi il labbro a mia volta, e lui accolse il gesto come invinto a farmi raggiungere l'apice.
Le sue morbide labbra furono sulle mie; un lento, passionale ed eccitante bacio comiciò tra di noi.

Avevo compiuto da poco 18 anni. Ed ero sempre pià convinta di dover fare ciò che tutte avevano già fatto. 
Ne sentivo il bisogno.
La libertà spesso viene considerata come un valore, e per me lo era. 
E io, io volevo essere libera. Volevo vivere, non sopravvivere.

Giocando con il bordo della sua maglietta, sta volta, furono le mie mani a desidera di poterlo tastare e i miei occhi di poterlo scrutare.
Mi staccai appena da lui, avendo così la possibilità di sfilargli completamente quell'indumento che a me, in quel momento, sembrava inutile. 
Sorrise quando capì che non era l'unico a voler provare emozioni nuove. Capì che anche io ne sentivo il bisogno, e ne avevo il desiderio. 
Indietreggiammo sul letto della sua camera, e lui finì su di me. 

"Fidati di me." Disse infine.

 *fine flashback*

"Mi fido.." Sussurrai infine abbassando lo sguardo, mentre le braccia di Terence mi avvolsero completamente.
Mentre io continuavo a pensare alla mia vita e a ciò che stava succedendo rendendola un disastro. 

Avevo conosciuto tanti ragazzi, tipi stronzi, dolci, di ogni genere.
Eppure Daniel era stato l'unico a non avermi usata per il mio bel corpo o per ciò che rappresentavo.
Con lui non ero il solito giocattolo di cui un uomo in genere ne sente il bisogno, ero il giocattolo senza la quale lui non ce l'avrebbe fatta.
Mi aveva aiutata a crescere e ad essere più forte, credevo in me grazie a lui.
Avevo iniziato a vivere grazie a lui, e adesso ciò che volevo era vivere per lui. 

Chiusi gli occhi, stanca di tutto, quando li riaprii, eravamo nella stanza dove c'era stato il nostro prima bacio. 
In un primo momento fui sconvolta, com'eravamo finiti lì?
Ma poi sorrisi, ripensando a ciò che c'era stato tra noi due in quel luogo.

"Com'è possibile?" Sussurrai guardandolo, curiosa e stupita.
Mi rivolse un sorriso e poi si allontanò da me, andando in un'altra stanza. 
Scostai le spalle e camminai in giro per la casa, curiosando di qua e di là.

Persa tra i miei pensieri arrivai in cucina, c'era un enorme scaffale pieno di libri, ce n'erano tantissimi.
Vedendone così tanti il mio primo desiderio fu quello di prenderne uno.
Guardando i titoli, ne lessi uno, e il mio cuore sembrò come bloccarsi.

"Nightmare." Sussurò Terence, appoggiato al muro, e successivamente indirizzato ad avvicinarsi a me.
Prese il libro dallo scaffale e me lo passò.

"Sapevo l'avresti trovato." Accennò un sorriso.
Guardandolo, un pò spaventata, lo presi.
"Che significa?" Dissi guardandolo.
"Beh, significa che prima o poi troverai la risposta. Io non posso dartela, posso solo proteggerti, ed è ciò che farò." 
Continuavo a guardarlo, senza capirci molto. 
"Leggilo e capirai cosa intendo." Si avvicinò lentamente al mio viso. "Io un attimo devo andare, tornerò prima che tu possa rendertene conto."
Sorrisi, e successivamente le sue labbra furono sulle mie. Ma in men che non si dica si staccò da me e andò via. 

Sola in quella casa, iniziai a fissare il libro.
Forse avrei dovuto fare come mi era appena detto. 
Feci un lungo sospiro, e poi mi decisi, l'avrei letto. Tanto non sarebbe potuta andare peggio di così. 

Mi avvicinai al divano e mi sedetti sopra. 
Aprii il libro. Era diverso da come ricordavo.

"Nightmare." La prima pagina diceva solo questo. 
Mentre all'età di 15 anni, la frase era indirizzata direttamente a me.
Non sapevo se continuare, ma è ciò che feci. 

Passai un tempo indecifrabile a leggere, sembrava un libro come un altro, e nessuna informazione che sembrava potesse aiutarmi. 
Rivolsi però la mia più accurata attenzione a una frase ben precisa, che parlava di numeri. 

"Gli incubi non sono pochi; uno, due, tre.. Ma anche tanti altri. Potrebbero arrivare a vent'uno, o potrebbero fermarsi prima, ma potrebbero anche continuare dopo.
Gli incubi sono tanti, e non è facile affrontarli tutti. Ma non è nemmeno difficile affrontarne uno, ma è altrettando difficile affrontarli tutti. Tic Toc. Il tempo finirà."


***

SPAZIO AUTRICE

Okk. So che non aggiorno da secoli, non uccidetemi vi prego.çç
Non avevo ispirazione, e in più la scuola è davvero un'agonia. 
Adesso con questo capitolo spero di essermi fatta perdonare.

Adoro la parte del flashback e di ciò che c'era tra Daniel e Scarlett.
E anche Terence è la dolcezza.
Per quanto riguarda Daniel c'è una storia sotto, a cui sto già pensado, e che scriverò successivamente, perciò non dimenticatevi di lui. lol

Spero il nuovo banner vi piaccia. *-* Io lo adoro.

Scusate ancora per il ritardo. 
Spero davvero vi sia piaciuto. 

Ringrazio tantissimo tutti per le recensioni e anche i lettori silenziosi. 
Siete tutti fantastici. 
Per la ragazza di twitter che scrive
'PIUME DI FUOCO', ecco, finalmente ho aggiornato. AHAHAHA.

Se vi va lasciate una recensione, mi farebbe piacere ricevere la vostra opinione.(:
A presto. 

Twitter:
McKidrauhl_

Ecco il twitter della mia migliore amica, è lei che fa i banner: ShalyCohen

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***




CAPITOLO 5
Ero rimasta li, a fissare la pagina con su scritto quell'enigma. 

"Gli incubi non sono pochi; uno, due, tre.. Ma anche tanti altri. Potrebbero arrivare a vent'uno, o potrebbero fermarsi prima, ma potrebbero anche continuare dopo.
Gli incubi sono tanti, e non è facile affrontarli tutti. Ma non è nemmeno difficile affrontarne uno, ma è altrettando difficile affrontarli tutti. Tic Toc. Il tempo finirà."

Feci un lungo sospiro.

"Il tempo finirà"
Ma cosa significava sul serio?
Ero abbastanza avvilita, non era mai stata brava a superare certi enigmi, e Terence non mi avrebbe mai potuta aiutare, poteva solo proteggermi, eppure io necessitavo più che altro di risposte.
Avevo bisogno di sapere la verità.

Mentre ero impegnata a contemplare il libro, come in cerca di risposte -che probabilmente non avrei ricevuto-, sentii il telefono nella mia tasca vibrare.
Un messaggio da parte di Debby. -Cazzo.-
Non le avevo scritto, e non avevo passato la notte al campus, mi avrebbe uccisa.
Mi feci coraggio e aprii il messaggio.

DA: DEBBY.
Hey stronzetta, sei sparita.. Mh, mi sa che ti sei data da fare. Beata tu. 
Anyway, -10!! 

Accennai un sorriso, anche se non capivo cosa ci fosse di così importante da fare un countdown . 
Mica stava arrivando il giorno della laurea. Risi tra me e me.
Non riuscendo a capire cosa volesse significare andai nell'agenda.
-10. Oh cazzo, tra 10 giorni avrei compiuto 21 anni. 

Un lampo di genio mi arrivò, ecco perchè 21!
L'ombra era arrivata adesso che avrei finalmente compiuto 21 anni. 
Ma perchè adesso? Perchè non prima, o dopo?

Era entusiasta nell'aver trovato la risposta, eppure ancora confusa perchè era l'unica risposta ricevuta, e non mi aiutava poi così tanto.
Mi alzai dal divano, iniziando a camminare avanti e indietro abbastanza agitata  e desiderosa di sapere altro.
Avevo bisogno di Terence.

Terence's point.

Ero uscito di casa, potrei dire disperato, disperato per ciò che stava succedendo alla mia piccola Scarlett.
Non potevo permettermi di lasciarla da sola, non adesso, ma dovevo parlare con la causa di tutti i suoi problemi.

Camminavo a passo abbastanza svelto, il luogo in cui mi stavo recando, che era stata casa mia per molto tempo, non era lontano. 
In circa venti minuti mi ritrovai di fronte a un'enorme porta, era di legno nero, forte e imbattile. 
Nel tempo in cui era stato "prigioniero" in quel luogo avevo imparato delle cose, tante da poter distruggere chiunque mi avesse intralciato, ma poche da poter distruggere l'anima che mi aveva salvato. 
Feci un enorme sospiro prima di farmi coraggio e dire la parola che mi avrebbe permesso l'accesso. 
Non ne ero sicuro, ma se volevo salvare Scarlett, allora avrei dovuto compiere quel passo, altrimenti la sua vita sarebbe sempre stata in pericolo. 

"Demons saviors of my life." Dissi quelle parole quasi disgustato, non ero uno di loro da tanto, e ne ero fiero; anche se dovevo la mia vera salvezza a lei, lei che mi perseguita dal giorno in cui l'ho abbandonata. 
 Avvolto nei miei pensieri, l'enorme porta si aprì. Feci un altro lungo sospiro e iniziai ad incamminarmi nelle tenebre del mio oscuro passato. 
Un tempo indecifrabile passò, prima che riuscissi a raggiungere la stanza dove tutto ha inizio, al mio arrivo, le porte si aprirono, e di fronte a me l'oscuro fece un sorriso maligno. 

"Oh, mio Terence, a cosa devo il suo arrivo, un pentimento per rendermi ancor più felice?" Lo guardai dritto negli occhi, erano neri, oscuri, sembravano cenere mischiata al sangue di poveri ragazzi alla ricerca della felicità. Una felicità irraggiungibile, se non con il solo desiderio di essere liberi, di esserlo davvero. 
Continuava a mostrarmi il suo sorriso pieno di malvagità, unità all'odio e alla disperazione, un'anima persa per sempre, era solo questo.
"Mai, signore. Sa cosa voglio." Dissi infine, la mia espressione cambiò, da preoccupata e inquita, divenne decisa e sicura. "Mostrala ai miei occhi." Il mio tono era sicuro, non lasciai fuori uscire nessun tono che potesse far capire che infondo, avevo paura.
Rise, e il suono della sua risata mi fece sussultare, come poteva essere così malvagio? Lo era sempre stato? In molti anni lì dentro, non avevo mai avuto risposte.
"Eccola." Si spostò sorridendo, e dietro di lui, nella parate nera con appesa dei quadri, che, non lasciavano intravedere nessun tipo di emozione, si aprì un varco, e l'ombra era lì, come in attesa. 
"Grazie." Sussurrai, lasciando intravedere nella mia voce un filo di preoccupazione. Lui rise ancora, ma stavolta, non disse nulla, così mi diressi dentro quel varco, sperando di riuscire a tornare presto a casa. 

Camminavo, eppure sembrava che non raggiungessi mai la meta, mentre l'ombra continuava a stare lì, sempre in attesa, sta volta, adagiata appena su un letto, coperto da un lenzuolo nero. 
Dovevo evocarla, era l'unico modo. 
"L'ombra non esiste." Strinsi i pugni, sapendo a cosa stavo andando in contro.
Una voce assordante, quasi palpabile, mi passò attraverso il corpo, e un urlo di atroce dolore uscì dalla mia gola.
Dopo di che, udii una risata, ancora più malefica dell'ultima che i miei timpani avevano percepito.
Sussultai appena, e rabbrividii quando delle fredde mani sfiorarono il mio collo. 
"Hei straniero, ti sono mancata così tanto che hai sentito il bisogno di evocarmi?" L'ombra era arrivata. Posò le sue fredde labbra, che non lasciavano trasparire nessun emozione, sul mio collo, e potei sentirla sorridere su di me. 
"Lascia stare Scarlett." Dissi infine, sicuro e deciso, anche se quelle emozioni mi sarebbero costate care. 
"Il mio eroe!" Urlò con voce stridula, a mo di presa in giro. Iniziò a compiere vari giro attorno a me, mentre il mio respiro si faceva sempre più affannato. 
"Oh Terence, eppure tu mi manchi così tanto." Si fermò davanti a me, e le sue labbra stavolta, furono sulle miei. 
Al suo tocco, il mio cuore sembrò come gelarsi. Sensazioni di vuoto e di disgusto mi trapassarono il corpo. Deglutii appena. E lei sorrise.

*Inizio flashback* 

Camminavo con lo sguardo basso e cupo, senza meta, e una voce angelica mi distrasse dai miei pensieri. 
"Hei straniero, non ti ho mai visto prima, chi sei?" Alzai lo sguardo, ma non c'era nessuno, d'un tratto, una delle ragazze più belle che avessi mai visto, saltò giù da un albero e si posizionò di fronte a me.
"Io sono Chiara." Mi sorrise. E sorridendo, era ancora più bella. 
Lunghi capelli biondi le scendevano lungo la schiene, e due occhi azzurri penetrarono i miei, altrettando azzurri, ma pieni di paura e odio. 
"Terence." Dissi secco, come voler scappare. 
Continuava a sorridere, non aveva paura di me, ne di ciò che ero ne di ciò che rappresentavo.
"Bel nome, davvero. E' originale." Disse infine, guardandomi, e alla fine alzò gli occhi, incrociando i miei. Sussultò appena, fancendo poi un passo all'indietro. 
"Non ti farò del male, però, lasciami in pace, è la cosa migliore, per te." Continuai a dire, facendo cenno di andare via, iniziando a camminare. La sua mano mi accarezzò la spalla coperta da un mantello nero. Al suo tocco, il mio cuore riprese a battere.
Spalancai gli occhi, la sensazione più assurda che avessi mai provato, non ero ancora un'anima maledetta, Chiara mi aveva salvato.
Mi girai di scatto, e i suoi occhi incrociarono di nuovo i miei, era bellissima, e il mio cuore non desiderava altro che averla.
Portai le mie braccia attorno al suo corpo attirandola a me, era spaventata, le si poteva leggere negli occhi, ma allo stesso tempo felice, come se si fosse resa conto del miracolo che aveva appena compiuto.
Non ce la feci, volevo resistere, ma il desiderio prese il sopravvento su di me, posai le mie labbra sulle sue, iniziado a baciarla. 
Un bacio lento e dolce iniziò tra di noi, lentamente schiuse le sue labbra, e io ne approfittai, le nostre lingue iniziarono a scontrarsi, come un combattimento divenuto infine una danza lenta e sensuale. 
Finita la magia, mi staccai da lei, sorridevamo entrambi, ed io, ero felice.
La mia natura non era cambiata, eppure mi sentivo come se qualcosa di nuovo in me stesse tornando, prendendo il sopravvento. 
Le accarezzai il viso, portando lo sguardo sui suoi occhi, che incrociarono ancora una volta i miei. 
"Devo andare." Sussurrò infine, si lasciò andare alla mia stretta, e sparì tra gli alberi. 

Erano passati circa due mesi dal nostro incontro, eppure, non l'avevo ancora rivista, il suo viso impresso nella mia mente sembrava come non voler sparire.
Mi mancava, e ogni giorno, ricordando quel bacio, sentivo il mio cuore battere sempre più forte. E l'amore che ormai, sembravo aver dimenticato, era tornato in vita.
Il mio cuora batteva forte e veloce, senza mai placarsi, pronto ad amare, ma purtroppo, l'unico che voleva amare era lei. 

Ancora una volta, come tutti i giorni, camminavo perso nei miei pensieri, recandomi nel luogo a me più caro. 
"Hei straniero."
Al tono di quella voce sorrisi, la mia Chiara era tornata. Alzai lo sguardo e la vidi saltare giù dal solito albero arrivando così di fronte a me. 
Portai le miei mani attorno ai suoi glutei, facendola saltare appena e facendole mettere le gambe attorno a me. "Ciao straniera." Sorrisi ancora, e lentamente, poggiandola al tronco di un albero, presi a baciarla. 
Fu diverso dal nostro primo bacio. Questo conteneva passione, desiderio, e amore. 
La baciavo con foga, spingendo di più il bacino contro il suo, la volevo, ma non potevo averla, non adesso. 
Le nostre lingue si intrecciarono lentamente tra di loro. E una scossa piacevole, ma altrettando dolorosa mi percosse la schiena. 
Mi staccai da lei. "Ti amo." Dissi infine, con il respiro spezzato e affannato. Si calmò appena. "Ti amo anche io." Sorridemmo entrambi. 
Dopo quelle parole, il cielo sembrò come oscurarsi. 
L'antica profezia si stava avverando.
La lasciai andare. Tutto l'odio che avevo in corpo era sparito, ma purtroppo, i suoi bellissimi capelli biondi diventarono color cenere, mentre i suoi meravigliosi occhi si incupirono immediatamente.
Divenne come un'ombra.
Il mio oscuro destino era adesso diventato il suo. 
Sentii come una coltellata al cuore, avevo rovinato la vita dell'unica persona che avessi mai amato.

*Fine flashback*

L'ombra sorrideva contro le mie labbra, d'un tratto iniziò a baciarmi e lentamente iniziò a prendere le sembianze che una volta amavo tanto. 
"Chiara." Sussurrai infine. 
A quell'angelica visione i miei occhi si spalancarono, non riuscii a resistere, portai le mie braccia sotto i suoi glutei, sollevandola appena da terra e le feci avvolgere le gambe attorno a me. 
Mi era mancata, quasi da farmi mancare il fiato. 
"Straniero." Sussurrò contro le mie labbra. La sua dolce e soave voce tornò e mi percosse il cuore. Iniziai a baciarla. La passione prese il sopravvento su di me. 
Tenendola tra le braccia la portai sul letto, e mi stesi tra le sue gambe, continuando il bacio e facendo intrecciare le nostre lingue. 
Lentamente spinsi il bacino contro il suo. 
D'un tratto, la sensazione di vuoto provata prima mi percosse la schiena, aprii gli occhi, l'ombra era tornata. 

"Scarlett." Sussurai in preda al panico alzandomi di scatto mentre l'ombra continuava a fissarmi soddisfatta, con il suo solito sorriso malvagio stampato sul volto. 

Cosa cazzo avevo fatto? 

***

SPAZIO AUTRICE.

SALVE A TUTTI, ECCOMI QUI, SONO TORNATA!
SCUSATEMI PER L'IMMENSO RITARDO, ma non ho proprio avuto ispirazione, ho scritto il capitolo tutto oggi. 
In realtà l'avevo iniziato, ma poi ho cancellato tutti e ho riscritto.
L'inizio lascia un po' a desiderare, ma amo tutto il flashback e la storia di Terence, madò. 
Spero vi sia piaciuto!
Ringrazio tutti. E non vedevo l'ora di aggiornare. 
Oh, buon natale a tutti. <3

Se vi va lasciate una piccola recensione sotto, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. (:
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo.


Twitter: 
McKidrauhl_
Twitter creatrice banner:
ShalyCohen

A presto. <3
 

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