love dream

di BrunaJB Bloom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Fuga ***
Capitolo 3: *** Omissioni ***
Capitolo 4: *** Secret place ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


14 Gennaio, Inghilterra.  Gli alberi erano spogli, il vento gelido rendeva tutto più cupo e le nubi avevano oscurato la piccola città di Canterbury.
Erano circa le due del pomeriggio, quando la campanella che segnava la fine di un’altra dura e noiosa giornata di scuola, suonò, portando serenità e pace nell’animo degli studenti, tranne in quello di Summer.
Summer era la tipica ragazza dolce e taciturna che parlava solo se strettamente necessario, almeno a scuola. La ragazza afferrò la cartella e l’appoggiò su di una spalla; avvolse la sua lunga sciarpa colorata intorno al collo, cercando di coprire anche il volto, accese il suo Mp3, infilò gli auricolari nelle orecchie e si incamminò verso l’uscita, sognando modi meravigliosi, accompagnata da una dolce melodia.
Summer aveva preso una decisione quella mattina; non sarebbe tornata a casa. Era stufa della solita routine, stanca di sentire le lamentele di sua madre, stanca di essere sola, ma soprattutto era stanca di se stessa, di quello che, col passare del tempo, era diventata.
Credeva che stando lontana da casa, forse avrebbe imparato ad amarsi, e poi…non desiderava altro che starsene da sola, senza nessuno che l’assillasse  con domande stupide e irritanti, senza che nessuno la toccasse, senza che nessuno le rivolgesse sorrisi falsi. Mentre camminava decisa , senza avere una meta,
un vestito esposto in una vetrina, richiamò la sua attenzione. Così si avvicinò e lo osservò con aria sognante,
ma appena vide il riflesso della sua immagine, il suo sguardo si rabbuiò. Ed eccola, lì, la piccola Summer; una ragazza di diciotto anni, con i capelli arruffati, le sopracciglia folte, occhi grandi e verdi e….grassa.
Summer soffriva per questo, non potete neanche immagine , quanto il suo peso, la facesse sentire diversa. Tirò un lungo sospirò e si allontanò, Era diventata triste, ma poi le venne in mente lui. Il suo lui, il suo idolo, il suo Orlando Bloom. Era una sua grande fan; le bastava pensare al suo sorrise, e le sembrava di poter toccare il cielo con un dito. Per lei Orlando, era molto più di “un idolo”, era il suo migliore amico.
Quei dolci pensieri, furono però interrotti dal rumore di uno sparo. Summer si voltò di scatto e vide due giovani ragazzi col volto coperto da un passamontagna, uscire furi correndo da una banca. Uno dei due ragazzi ,appena si fu allontanato abbastanza, se lo sfilò.  Summer  era a pochi metri di distanza e poté vederlo bene. L’uomo però si accorse della  sua presenza, e assieme al suo complice, corsero verso di lei; lei fuggì via impaurita, ma i due ragazzi la raggiunsero. Il più giovane dei due, si mise di guardia, mentre l’altro aveva già bloccato Summer contro un muro, e le teneva la guancia, premuta sulla fredda  pietra. La ragazza era in trappola; cercò di divincolarsi, ma il ragazzo strinse ancora di più la morsa, e urlò: << Lurida cagna, non muoverti! Io ti ammazzo se racconti a qualcuno quello che hai visto! Io ti ammazzo! >>. Summer, fra le lacrime rispose: << L…lasciami…ti prego>> Il ragazzo l’afferrò per i capelli e strusciò con violenza , il volto della ragazza, contro il muro, procurandogli ferite, abbastanza profonde. Il sangue colava dalla guancia di Summer e le lacrime le rigavano il volto. Ad un tratto però, Summer udì l’altro ragazzo gemere e cadere a terra con un tonfo sordo, e colui che fino a quel momento l’aveva bloccata contro il muro, mollò la presa e fuggì via. Qualcuno alle sue spalle, la fece voltare velocemente e l’abbracciò; poi disse>:
<< Stai tranquilla, è tutto finito, sono andati via. Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? >> Summer riconobbe la voce della persone che l’aveva soccorsa. Scostò il volto dal petto dell’uomo, lo guardò e impallidì. Improvvisamente le mancò il respiro e perse completamente la capacità di parlare. L’uomo che l’aveva soccorsa era, Orlando. Il suo più grande idolo; colui che le aveva sempre tenuto compagnia. Non poteva crederci! Come poteva essere vero. Rimase a fissarlo, in silenzio, con la con gli occhi sgranati.
O : << Mio Dio! Ma tu sei ferita! Vieni ti accompagno in ospedale! >>
Non so, se fu per il trauma o per l’emozione, ma Summer svenne, cadendo sull’asfalto.
Dopo circa quattro ore, Summer si risvegliò in ospedale, distesa su di  un lettino, coperta da un lenzuolo caldo e bianco.
Si mise, lentamente seduta, e si guardò attorno. Accanto al suo lettino, non c’erano però i suoi genitori, ma lui. Orlando.
O: << Ben tornata fra noi. * disse accennando un sorriso*. Sei svenuta  per diverse ore, ma tranquilla, i medici han detto che si è trattato di un mancamento, causato da uno shock, ma non hanno saputo dire a caso potrebbe essere dovuto, questo “shock”.
Summer lo guardò incantata per qualche secondo, poi rispose: << Credo che sia stata colpa…dell’emozione>>
O: << Emozione? >>
S: << Non accade tutti i giorni, di essere salvati, dal proprio idolo, no? >>
O: << Hhahaha Sei una mia fan? Perdonami, non lo avevo capito. Ecco perché non mi rispondevi! Allora sono io la causa del tuo shock…oh…ora mi sento in colpa *disse ridendo*
S: << ahahha Già! È tutta colpa tua ;) . Figurati, come avresti potuto capire che ero una tua fan.
O: << Ora parliamo di cose serie. Cosa ci facevi in quel postaccio tutta sola?
S: << Voglio essere sincera con te. Stavo scappando. >>
O: << Stavi scappando? Perché? >>
S: << Sono stanca, voglio stare sola; non sopporto più  niente e nessuno >>
O: << Ti capisco, ma penso sarebbe meglio restare qui e cercare di capire cosa c’è che non va. Andrà tutto bene, le cose si risolveranno presto tranquilla. Sono solo dei momenti, e credo che a volte facciano bene.
S: << Ti ringrazio di cuore…ma…tu non puoi capire >>
O: << Prova a spiegarmi, potrei sorprenderti >>
S: << Non hai mai voluto fuggire da te stesso? Non hai mai provato odio nei tuoi confronti? Ti è mai capitato di voler fuggire via da te stesso? >>
O: << Non sai quante volte…. >>
S: << Vorrei solo andare via, stare sola e provare a cambiarmi. Non ci sarebbe più nessuno a d influenzarmi e a dirmi ciò che devo fare. Se restassi sola con me stessa…forse imparerei a d amarmi… >>
O: << Perché ti odi così tanto? >>
S: << Perché sono diventata tutto ciò che di più odio al mondo; Ma ora basta parlare di me! Sono qui con il mio idolo cavolacci! Non voglio passare tutto il tempo a lamentarmi! Parlami di te. Cosa ci facevi qui a Canterbury? Pensavo abitassi in America con Miranda e Flynn.
O: <<  Non preoccuparti, non ti stavi lamentando; ti ho chiesto di io di parlarmi, ti stavo ascoltando con piacere. Comunque, si io abito in America con Miranda e Flynn, ma ogni tanto mi piace tornare qui, e poi, era da tanto che non vedevo i miei genitori e mia sorella.
S: <<  Ti mancano molto? >>
O: << A volte si, davvero tanto. Sai tesoro, stiamo parlando da circa due ore; tu te ne eri accorta?
S: << Davvero? WOW! Come passa il tempo quando si sta bene! Cioè…ecco...volevo dire…n-no…non me ne ero accorta. >>
O: << Sai, mi è venuta fame! Andrò a comprare qualcosa da mangiare. Cosa desideri? >>
S: << Scegli tu; io mangio di tutto! >>
O: << Hhaha Va bene. Comunque, stai tranquilla, domani ti riaccompagnerò io, a casa>>
S: <>
O: << Grazie! Ma come potrei non aiutare un mia fan in difficoltà? * disse facendo un occhiolino*
Si avviò alla porta, poi Summer lo chiemò:
<< Orlando! >>
O: << Si, dimmi>>
S: << Anche se in ritardo…. Tanti auguri di Buon Compleanno.>> *disse arrossendo*
O: << Grazie Tesoro. >>

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Capitolo 2
*** Fuga ***


Orlando tornò in poco tempo, portando con se almeno tre buste, colme di “cibo spazzatura”, e dolci. Orlando si sfilò la giacca e l’appoggiò su di una sedia, sistemò il cibo, sul tavolino che si trovava vicino al letto di Summer e si sedette accanto a lei. O: << Non hai che da scegliere! Spero ti piaccia questa roba; i supermercati erano tutti chiusi e sono stato costretto a fermarmi ad una tavola calda. >> S: << Certo che mi piace questa roba! Come potrebbe non piacermi? Non potevi fare acquisto migliori. Spero tu non abbia speso un capitale….. >> O: << Hhaha No, tranquilla, e poi i soldi per me non sono certo un problema. >> S: << Beh…allora, grazie. >> O: << Prego! >> Durante la cena, parlarono molto, quasi ininterrottamente. Per sua sfortuna, Orlando si rese, ben presto conto, che Summer era tutt’altro che taciturna; gli fece tantissime domande su le emozioni che aveva provato girando i suoi film, su quale fosse stato il ruolo più “difficile” che si fosse trovato ad interpretare, sulla sua infanzia, sulla sua famiglia, su Miranda e su Flynn. Quando ebbe terminato l’interrogatorio, notò che Orlando, aveva l’aria un tantino frastornata, e si fermò a riflettere sul fatto che, forse aveva un po’ esagerato; probabilmente se Summer gli avesse fatto solo, un’altra domanda, la testa di Orlando sarebbe esplosa. S: << Hai l’aria stanca. Hhahaha perdonami! Sono logorroica, quando inizio a parlare è molto difficile che riesca a fermarmi, ma sai…tu sei qui…ed io anche…e…. non potrei stare zitta! Insomma, sono nove anni che aspetto questo momento, non potrei lasciarmi scappa….. >> O: << Tesoro, lasciami prendere un po’ di fiato ahhahahha >> S: << Hai ragione , scusami. >> O: << Adesso ,posso fartela io, una domanda? >> S: << Certo! >> O: << Come mai non hai ancora chiamato i tuoi genitori ? Saranno preoccupati. >> S: << La paternità ti fa male. *disse ironicamente* >> S: << Comunque tranquillo, li ho chiamati quando sei uscito e gli ho detto, che sarei rimasta a studiare e a dormire a casa della mia migliore amica. >> O: << Bene, adesso sono un po’ più rilassato. Hey…. … Sei pallida. Ti senti bene? >> S: << Si sto bene, sono solo molto stanca. >> O: << Allora ti lascio riposare. Buona notta Summer. >> S: << Buona notte Orlando e ancora grazie mille. >> O: << Lo faccio con piacere. >> Summer si assopì velocemente. Quella notte, sognò l’aggressione subita durante il pomeriggio. Era ormai arrivata mattina; la luce del sole, che trapelava dalle finestre, aveva dato alla stanza un’aria allegra. Summer era sveglia già da un po’ di tempo, ma non aveva avuto il coraggio di aprire gli occhi. Aveva paura di scoprire che tutto quello che fino a quel momento era successo, non fosse stato altro che un sogno, un sogno drammaticamente meraviglioso. Credeva che , aprendo gli occhi, si sarebbe ritrovata nel letto della sua triste cameretta, sola e abbandonata ai suoi pensieri. Poi si fece coraggio, aprì gli occhi e con sua somma felicità, accanto al suo lettino, era seduto Orlando. O: << Buon Giorno bella addormentata! Ben svegliata! >> S: << Buon giorno a te! È da tanto che sei sveglio? >> O: << No, anzi, a dire il vero, mi sono svegliato poco fa. I medici mi hanno già consegnato i documenti di dimissione; finalmente potremo uscire da questo posto. Odio gli ospedali. S: << Lo credo bene! Ci sarai stato un miliardo di volte! >> O: << Per cause che tu ben conosci, mia piccola fan. >> Disse facendo l’occhiolino. Summer si recò nel piccolo bagno, presente nella camera; cercò di fare, tutto ciò che doveva, nel più breve tempo possibile. Non voleva far perdere ulteriore tempo ad Orlando, che le aveva dedicato molto tempo, standole vicino e restituendole un po’ di buon umore. Summer uscì velocemente dal bagno. O: << Vai piano, non abbiamo fretta. >> S: << Hai ragione, ma sai… non volevo farti aspettare… >> O: << Tu, Summer, ti fai troppi problemi. >> Summer tacque. Una volta usciti dall’ospedale, raggiunsero la macchina di Orlando e si misero in viaggio. Si persero almeno due o tre volte, prima di imboccare la strada che conducesse a casa di Summer; Orlando non andava a spesso a Canterbury, o almeno non abbastanza d potersi ricordare le strade e Summer dal conto suo…. Aveva un pessimo senso dell’orientamento. Sembrava essere tutto tranquillo, ormai mancava poco; presto Summer sarebbe riuscita ad intravedere gli alberi presenti nel suo giardino…e questo le metteva una grande tristezza. Ma poi accadde qualcosa di inaspettato, qualcosa che le avrebbe cambiato la vita, anzi, a dire il vero, l’avrebbe cambiata ad entrambi. Ad un tratto, il cellulare di Summer squillò; a chiamarla fu uno sconosciuto. Summer , come se avesse saputo che stava per accadere qualcosa di spiacevole, rispose impaurita. S: << Chi è? >> La voce era quella di un giovane ragazzo, che risposa, in un primo momento, in tono pacato. X: << Ciao Sam, da quanto tempo! Passato una bella giornata ieri? >> A Summer parve di riconoscere la voce del suo interlocutore; sperava di sbagliarsi…lo sperava con tutto il cuore. S: << Chi sei? Come fai a conoscere il mio nome? Cosa vuoi? >> Orlando preoccupato , si accostò accanto ad un marciapiede , e cercò di sentire ciò che , il ragazzo diceva, dall’altro capo del telefono. X: << Ma come non ti ricordi di me? Non dovresti rispondere così al tuo migliore amico; un amico che fino alla fine ti ha dimostrato la sua fedeltà! >> Summer non si era sbagliata! Era il suo migliore amico Jacob, o meglio, il suo ex migliore amico. Summer rispose rabbiosa. S: << Cosa intendi?! Cosa vuoi da me?! >> J: << Intendi dire, che ieri ,mentre Max, ti teneva bloccata contro il muro, io avrei potuto picchiarti e poi sputarti addosso! Invece mi sono limitato a stare di guardia! Sappiamo dove abiti e sappiamo che hai parlato con la polizia! Sai troppe cose Summer…. Non possiamo lasciarti in vita. >> E riattaccò. Orlando aveva sentito tutto, e fu allora che prese una decisione! Fece retromarcia e imboccò una strada diversa. O: << Figli di puttana! Non lascarti intimorire, ti porterò in un luogo sicuro. >> S: << Dove stiamo andando? Dove vuoi portarmi? >> O: << Hanno detto di sapere dove abiti tu, non dove abito io. >> S: << Questo vuol dire che….. >> O: << Si! Ti terrò con me finché non sarà tutto risolto. Rischieresti troppo tornando a casa tua. Non uscirai per almeno una settimana ed io sarò la tua guardia del corpo. Se durante questa settimana, non dovesse accadere nulla, ricomincerai a frequentare la scuola. Ma fino ad allora, sarebbe meglio che tu non ti facessi vedere in giro. >> Summer non riusciva a credere, a ciò che stava succedendo. Era terrorizzata e allo stesso tempo felicissima. Non aveva mai provato una simile sensazione. Giunsero presto a casa di Orlando; una casa a due piani, molto spaziosa e ben arredata. Si recarono al piano di sopra e Orlando le diede degli abiti comodi da indossare, poi le indicò la sua stanza. Summer si cambiò velocemente, e scese le scale di corsa, rischiando di inciampare nei pantaloni, che erano decisamente troppo lunghi per lei. Si avvicinò timidamente ad Orlando, e gli disse, con voce sommossa: S: << Adesso posso fare una cosa che desidero fare da quando sono una tua fan? >> O: << Certo tesoro. >> Summer scoppiò in lacrime e lo abbracciò. Lo strinse così forte che per un attimo, credette di fargli male. Orlando la strinse teneramente. Carezzandole i capelli. O: << Come sei dolce! Nessuna mia fan aveva mai avuto una simile reazione e poi, solitamente, al massimo mi chiedevano un autografo! >> S: << Tutto ciò che ho sempre desiderato era un tuo abbraccio e un tuo sorriso. >> Orlando l’abbracciò di nuovo e la strinse forte a se. O: << Ricordati che questi abbracci e questi sorrisi, saranno sempre qui, quando ne avrai bisogno. Non ti lascerò da sola. >> Dopo quel dolce momento entrambi si sedettero sul divano e discussero a lungo, su ciò che avrebbero fatto. Nessuno dei due, poteva immaginare , che fra loro sarebbe nata una grande amicizia, destinata a durare per sempre.

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Capitolo 3
*** Omissioni ***


Summer e Orlando, discussero a lungo sul da farsi. Le cose sarebbero andate esattamente in questo modo: Orlando avrebbe vegliato su Summer, trattandola come fosse stata sua figlia. Ma, una domanda, continuava a tormentare la ragazza: “perché Orlando, aveva preso così a cuore la questione?” Avrebbe potuto abbandonarla, o semplicemente riportarla dai suoi genitori. E invece aveva scelto di tenerla con se, pur sapendo che, così facendo avrebbe corso dei rischi. Perché perdersi sulle spalle, questa ulteriore responsabilità? Summer era confusa, ma decise di smetterla di porsi tante domande e di godersi, nonostante la tragica situazione in cui si trovasse, quei momenti, che sapeva non sarebbero più tornati. Quelle forti emozioni l’avevano travolta, come un’onda donandole adrenalina, forza e voglia di amarsi. Erano circa le cinque del pomeriggio quando, Orlando disse a Summer, che si sarebbe assentato per circa due ore e si raccomandò con la ragazza, di non uscire per nessun motivo al mondo. Summer rispose, in tono ironico: S << Certo, tranquillo, non uscirò. >> Orlando si appoggiò al muro e si mise con le braccia conserte e poi rispose: O: << Summer? Non mi convinci affatto! Vedi di non fare casini. Ci vediamo dopo. >> Così disse, e uscì, chiudendo la porta alle sue spalle. Summer si affacciò alla finestra, e non appena vide Orlando, salire in macchina e allontanarsi, si rivestì e si truccò velocemente. Forse dovrei spiegarvi, però, il motivo per cui Summer decise di uscire nonostante , così facendo sarebbe uscita alla scoperto. Pochi giorni prima, era stato il compleanno di Orlando. Summer avrebbe tanto desiderato regalargli qualcosa di speciale; lì ni dintorni c’era un piccolo negozietto che aveva attratto la sua attenzione, durante il viaggio verso casa di Orlando. Dato che la casa in cui si trovava, era situata al paino terra, Summer decise di uscire dalla finestra; d'altronde non avrebbe potuto fare altrimenti, non possedendo una copia delle chiavi; prima di farlo però rovistò nell’armadio d Orlando, trovò una giacca larga e un berretto e li indossò, in questo modo forse sarebbe passata inosservata. Una volta uscita si diresse verso il negozietto , con passo diretto; arrivò velocemente. Il proprietario del negozio era un simpatico vecchietto grassottello, con degli enormi baffoni e leggermente stempiato. N: << Buon giorno signorina! Posso aiutarti? >> S: << Si grazie, gradirei molto il suo aiuto, anche perché non ho molto tempo. >> N: << Regalo dell’ultimo minuto eh? >> S: << Eh già, signore. >> Rispose sorridendo. N: << Stai cercando qualcosa in particolare? >> S: << No, a dir la verità sono a corto di idee. >> N: << Troverai sicuramente ciò che cerchi, qui abbiamo di tutto. >> Trascorsero diversi minuti, e Summer non sapeva cosa acquistare, in fin dei conti lo conosceva troppo poco per poter comprare qualcosa senza temere di fare una figura pietosa. Il tempo scorreva velocemente e Summer doveva sbrigarsi a tornare a casa. Se Orlando non l’avesse trovata, chissà cosa sarebbe successo; si era già occupata fin troppo di lei, non poteva deluderlo. Senza perdere ulteriormente tempo, Summer, optò per un soffice e tenero peluche a forma di orso, che reggeva un enorme cuore, con su scritto “love you my hero”; le sembrò perfetto per Orlando. Dopo aver pagato corse verso casa, posò il regalo sul letto di Orlando, risistemò la giacca e il berretto nel suo armadio e indossò gli abiti che Orlando le aveva dato prima di uscire. La ragazza si stava annoiando davvero molto e quell’enorme casa vuota, le metteva tristezza; era troppo silenziosa. Summer decise dunque di fare un giro turistico e scoprì, con suo grande stupore, che in una delle tante stanze, vi era un computer. Senza perder tempo lo accese e accedette al suo indirizzo e-mail, per controllare se ci fosse qualche novità. Quel che trovò, le fece raggelare il sangue nelle vene; c’era un messaggio da parte Jacob, che diceva: << Lurida cagna, scopriremo presto dove ti trovi, non puoi nasconderti. >> Al messaggio era allegata un’immagine…Summer l’aprì lentamente. Il cuore iniziò a batterle tanto forte che temette potesse lacerare la tassa toracica e uscir fuori, era terrorizzata. Era una foto di lei e Orlando, in macchina, mentre percorrevano la strada che portava alla casa in cui si trovava ora. Nella foto, anche se sbiadita, poteva intravedersi il nome della via. Summer sapeva che non avrebbero impiegato troppo a rendere leggibile il nome della via. La ragazza spense il computer, si trascinò lentamente al piano inferiore e si sedette sul divano. Rimase in silenzio. Dopo cira trenta minuti, Orlando fece ritorno. O: << Ciao Sammy! Come stai? >> S: << Alla grande OB! E tu come stai? Dove sei stato? >> Disse, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. O: << Meravigliosamente, cara! Sono stato in giro. >> S: << Pensi di cavartela con un “sono stato in giro”? >> O: << Hahahah per oranon posso dire nulla. >> S: << E va bene, lo scoprirò da sola. >> O: << Perdonami se ci ho messo tempo, non credevo avrei fatto così tardi. >> S: << Tranquillo, no problem. >> O: << Cosa hai fatto durante la mia assenza? >> S: << Ho fatto un giro turistico e ho scoperto che c’era un computer e, ho fatto un giretto sul web. Spero non ti dia fastidio…. >> O: << No, non mi da affatto fastidio, anzi, scusami se non te l’ho detto ma sai, aveva la testa altrove; me ne ero completamente dimenticato. >> S: < < Sono felice che tu non me l’abbia detto! È stato più divertente >> O: << Lo sai che sei strana vero? Hahaha >> S: << E ne vado fiera! >> S: << Senti…scusami se te lo dico…ma…. Mi è venuta un gran fame! >> O: << Pizza? >> S: << Oh yeah! >> Dopo aver ordinato la pizza, Orlando salì al piano superiore, e si recò in camera sue, per indossare abiti più confortevoli. Solo dopo essersi sfilato la maglietta, notò il pacchetto regalo sul suo letto: O: << Summer! >> Summer salì lentamente al piano superiore, per prendere tempo. Doveva inventarsi una scusa plausibile e credibile. Quando entrò nella camera di Orlando, divenne rossa dalla vergogna e non riusciva a guardarlo negli occhi; lui era lì, davanti a lei, a torso nudo. I pettorali di Orlando avrebbero fatto invidia a chiunque. Summer dovette fare affidamento a tutta la sua forza, per resistere alla voglia di sfogare la propria libido. O: << Summer ti avevo detto di non uscire! Ti rendi conto dei rischi che corri?! >> S: << Ma…… >> O: << Mi sono preso questa responsabilità, non posso lasciare che ti accada qualcosa! >> S: << Volevo solo…. >> O: << No Summer! Non devi mettere in pericolo la tua vita! So bene cosa volevi fare, ma….oh, dannazione! >> S: << Perdonami…io ora non dovrei nemmeno essere qui. Perché non mi hai lasciata in ospedale? >> O: << Perché volevo tenerti con me, non potevo lasciarti affrontare tutto quello che stava succedendo, da sola. Ti ringrazio peril tuo affetto e la tua dolcezza, ma io devo potermi fidare di te. Devi giurarmi che non uscirai mai più da questa casa per almeno una settimana. >> S: << Te lo prometto. >> Orlando abbracciò Summer e la strinse forte a se; la ragazza sentiva il profumo della pelle di Orlando invaderla e il battito del suo cuore donarle una pace ed un tranquillità mai provate; Summer si sentì improvvisamente travolgere da un immenso calore, e voglia….di provare sensazioni proibite, ma quei pensieri si interruppero di colpo, lasciando spazio alle dolci fantasie di una ragazza di diciotto anni, che non desiderava altro che abbracciarlo ed essere la sua migliore amica. Quelle che le stava succedendo era meraviglioso e non voleva rovinarlo facendo qualche stupidaggine. O: << Scusami se ho alzato la voce, ma cerca di capirmi, mi sono preoccupato. >> S: << Perché ti sto tanto a cuore? >> Chiese Summer . O: << Non esiste un perché. >> O: << Comunque, grazie mille per il regalo, sei dolcissima. >> S: << L’ho fatto con amore. >> O: << L’amore di una dolce e piccola amica. L’ho apprezzato davvero molto. >> Dopo qualche minuto, la pizza che avevano ordinato, finalmente arrivò. Summer non disse nulla ad Orlando, di ciò che le avevano scritto, ma non ce ne sarebbe stato bisogno. Ben presto, lo avrebbe visto, con i propri occhi.

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Capitolo 4
*** Secret place ***


Orlando e Summer non proferirono parola quasi per tutta la sera, se non per fare commenti su quanto fosse buona la pizza che stavano divorando. Non appena ebbero finito di cenare, Summer si salì al piano superiore, e andò in camera sua, lasciando la porta semichiusa; si sfilò la maglietta e tirò giù i pantaloni. Accanto al suo letto, vi era un lungo specchio, Summer ci si avvicinò lentamente e non appena vide la sua immagine scoppiò a piangere; odiava se stessa più di quanto odiasse qualsiasi altra persona in tutto l’universo. La ragazza stava per indossare nuovamente la maglietta, quando Orlando entrò improvvisamente in camera sua: S: << Ahhhhhhhhhhhhhhh! O Mio Dio! >> Urlò Summer coprendosi, con la maglietta stessa. Orlando rischiuse la porta ancor prima che Summer terminasse la frase. O: << Scusami tesoro. Però che diamine! La prossima volta chiudila questa porta! >> S: << Avresti anche potuto bussare. >> O: << Quando sei pronta avvisami, voglio parlarti. >> S: << Ok idolo, dammi un minuto. >> Summer aprì la porta e fece cenno ad Orlando di entrare. O: << Scusami se prima ho alzato la voce, ma non voglio che ti succeda qualcosa. Mi sono preso questa responsabilità e se dovesse accadere qualcosa, qualunque cosa non me lo perdonerei mai. >> S: << Non sei tu a doverti scusare; sono stata una stupida ad uscire, sapendo che i giro ci sono due ragazzi che vogliono uccidermi e uno di loro e un mio ex migliore amico. >> O: << E’ strano, come una persona che prima era tua amica, arrivi ad odiarti a tal punto da volerti uccidere >> S: << Ci siamo detti “addio” in modo brusco, ma non credevo sarebbe arrivato a tanto. >> O: << Adesso ci sono io, qui con te, ti difenderò e ti aiuterò a superare questo momento. Te lo devo, come “idolo” e come amico. >> S: << Le mie certezze sono state confermate. >> O: << Quali certezze? >> S: << Quelle che riguardavano te e il tuo modo di essere. Hai un cuore grande; lo sapevo, l’ho sempre saputo. >> Orlando le diede un bacio sulla fronte e le scompigliò i capelli. O: << Mi ha fatto piacere parlare e riappacificarmi con te, anche se in un certo senso l’avevamo già fatto. Ora forse dovremmo andare a dormire; buona notte Sammy. >> S: << Buona Notte caro. >> Trascorsero tre giorni e tutto sembrava star andando per il verso giusto. Durante questo breve periodo, Orlando e Summer ebbero modo di conoscersi e scoprire che in realtà avevano molte più cose in comune di quanto immaginassero. Quel giorno pioveva e Summer presa dalla noia, si era gettata sul suo letto godendosi il relax, ascoltando un po’ di musica, avvolta nel dolce calore di una felpa color zaffiro. Ad un tratto Orlando bussò alla porta. S: << Prego, entra pure! >> O: << Sammy, ascolta dovrò stare via di nuovo, per circa un paio d’ore; posso fidarmi? >> S: << Vai tranquillo, non ho alcuna intenzione di farmi rimproverare di nuovo da te. >> O: << Vuoi farmi credere che è solo per questo il motivo per cui non esci? Guarda che voglio solo difenderti! >> S: << Lo so , lo so; vai pure, non voglio che quei due mi trovino e facciano di me carne da macello. Immagino che anche questa volta vorrai tenermi allo scuro di tutto? >> O: << Immagini giusto Sammy. Mi fido di te; non deludermi. A dopo. >> S: << A dopo. >> Summer si sentiva molto sola senza Orlando e continuare a stare distesa sul suo letto ad ascoltare musica le metteva una grande angoscia; allora decise di controllare se le erano arrivate altre e-mail minacciose. Aveva il terrore di accendere il computer, non le era mai successa una cosa del genere. La mano le tremava, ma doveva sapere se i ragazzi erano sulle sue tracce. Ciò che lesse, la terrorizzò ancor più della volta precedente. << Ciao Summer, non mi è sembrato affatto corretto non rispondere al nostro messaggio; una ragazza educata come te avrebbe dovuto farlo. Sai che non dimentico nulla Summer, davvero nulla. E poi tu conosci il volto del ragazzo, che fuggendo dalla banca dopo averla rapinata, ha sparato ad un uomo, perforandogli il cranio. Nonostante il legame che per anni ci ha uniti mi hai ugualmente denunciato! Lurida stronza! Te la farò pagare. La prossima volta sarò io a tenerti ferma contro un muro, e ti pugnalerò, più e più volte finché non ti vedrò distesa in un lago di sangue. >> Summer iniziò a tremare e a respirare affannosamente. Poi improvvisamente le arrivò un altro messaggio istantaneo che diceva: << Bella la tua felpa color zaffiro. >> In quell’istante Summer sobbalzò, si diresse verso la finestra per assicurarsi che non ci fosse nessuno. La strada era deserta, sembrava non esserci nessuno. Corse in salotto, afferrò il cordless, si sedette sul divano, si avvolse in un enorme piumone e piangendo, attese in silenzio il ritorno di Orlando. Orlando tornò dopo circa mezz’ora dall’avvenuto, si sedette accanto a lei sul divano. O: << Buona sera principessa, come stai? >> S: << Mi sei mancato; mi sento sola e…non so...perché ma ho avuto tanta paura. >> O: << Hey, tranquilla tesoro. Adesso sono qui. Mi dispiace che ti sia sentita così. È successo qualcosa Sammy. S: << S-si… è successo…qualcosa di molto brutto…. >> O: << Sammy, COSA?! >> Summer stava per raccontare tutto, quando udirono un rumore assordante, proveniente dal piano superiore, precisamente dalla camera di Summer. Orlando afferrò un coltello da cucina, prese Summer per mano e le disse di restare dietro di lui. Si diressero in camera di Summer ed entrarono. La porta cigolava. Lo spettacolo che si ritrovarono dinnanzi li fece rabbrividire; vi era un manichino di una donna, impiccato al soffitto, con un pugnale conficcato nello stomaco. Sul pavimento c’era un messaggio, scritto con della vernice rossa, color…sangue: << Farai la stessa fine, soffrirai puttana! >> Summer urlò e cadde in ginocchio piangendo, le mani le tremavano. S: << Perché?! Perché?! Perché sta succedendo? >> Disse Summer stringendo le braccia al petto e portandosi le mani al volto; le lacrime le rigavano il volto….singhiozzava e urlava. Orlando la strinse così forte a se, che per attimo temette di poterla soffocare. S: << Aiutami ti…..ti prego . >> Summer piangeva sempre più forte. Orlando iniziò ad accarezzarla e a stringerla sempre più forte. O: << Nessuno ti farà del male tesoro, nessuno. Questi figli di puttana la pagheranno, avranno ciò che meritano. Non lascerò che ti tocchino nemmeno con un dito! Non ti succederà nulla, capito? Capito? >> Orlando le prese la testa fra le mani e le carezzò le guance, bagnate dalle lacrime. O: << Hey devi fidarti di me. Andremo via da qui, lontano. L’Inghilterra non è più un luogo sicuro. >> Orlando e Summer sarebbero fuggiti via di li, in un luogo lontano, dove nessuno li avrebbe trovati, o almeno, così credevano.

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