We'll be all right. Just not tonight.

di lamialadradilibri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** '1' ***
Capitolo 2: *** '2' ***
Capitolo 3: *** '3' ***
Capitolo 4: *** '4' ***
Capitolo 5: *** '5' ***
Capitolo 6: *** '6' ***
Capitolo 7: *** '7' ***
Capitolo 8: *** '8' ***
Capitolo 9: *** '9' ***
Capitolo 10: *** '10' ***
Capitolo 11: *** '11' ***



Capitolo 1
*** '1' ***


BAND.
 
( 'Scrivere non provoca tormento,
nasce dal tormento' -Cit. )

Capitolo Uno.
"Ad ogni scelta la sua conseguenza".


Che poi io mi son sempre chiesta, ma Ryan, quando passa, sente tutti i nostri commenti? Che poi, non è così difficile sentirle, certe galline... “Oh, oddio, c'è Ryan!” urlano, prolungando così tanto la “y” che a volte mi preoccupo che si incastri là, in gola. Poverette! Urlano sì, e poi, quando se n'è andato (lui cammina sempre a passo sicuro, tranquillo, non ci calcola), mi chiedono: “Oddio, avrà sentito? No, vero?”
Ma dio …! No. Non devo bestemmiare.
Ma perché non si limitano? Cioè, che c'è di difficile nel non starnazzare? E non chiedetemi “ha sentito? No spero!” quando è chiaro che volete che senta! Cazzo!
Io e Mary Jane siamo più tranquille; quando passa ci limitiamo al massimo ad un “wow” sussurrato, basta. In più ne morirei se si voltasse e mi guardasse male, per il mio “wow”. Invece le galline urlano così forte... Così forte! E mi girano sempre attorno.
Penserà che sono una di loro.
La cosa mi rattrista, molto. Ma d'altronde, come dice sempre MJ (soprannome di Mary Jane, ma ne ha molti), “lui avrà sicuramente una Signora. È per questo che non ci calcola”. Già. Lo penso anch'io, altrimenti perché non si è già scopato Clarisse, la più bella del gruppo? Alta, tettona, bionda. Oca, stupida. È ottima.
L'unica spiegazione è quella di MJ. È vero. Devo esserne felice, no? Cla non sarà accontentata. E io odio Cla. Comunque è reciproco.
Ma allora perché, ogni volta che lo vedo (cioè abbastanza spesso, perché vivo nel suo stesso appartamento), mi sento una merda? Perché penso: “Cielo, è stupendo”, se so che non potrò mai averlo?
Sospiro. Anche oggi lo vedrò.
Mi dico che è una cosa buona, poi sveglio MJ che è rimasta a dormire da me dopo una sbronza particolarmente forte.
Mugugna. “Che vuoi?”
“E' ora d'alzarsi. Sono le nove.”
Cosa?!” il suo capo viene coperto da diversi strati di coperte. È novembre e, nel mio appartamento, non c'è il riscaldamento e così, ci scaldiamo come possiamo. Cioè: coperte, maglioni, tè caldi. “E' domenica. Sei pazza.”
Sarò anche pazza (puà! Semmai lei. Sono già le nove!), ma non voglio perdere il mio unico giorno libero così, a poltrire. “Senti, MJ. Non vuoi vederlo?”
Io sì. Dannato! Lo penso, troppo.
“No. Oggi passo.”
“Cosa?!”
“Già! Non è che vivo per...”
Viene interrotta da dei colpi alla porta. Chi diavolo sarà, ora? Spero non uno della Band: fin'ora, in questi sei mesi, mi hanno lasciata sempre in pace. Speravo andasse così per sempre...
Mi tiro su, la testa che gira. Il mal di testa mi si scaglia addosso, prepotente.
Ah! ecco perché. Stavo troppo bene, per una sbronza da venti birre...
Ahimé!
Cerco di avanzare, mentre i colpi si fanno più frequenti. Alla fine urlo: “Arrivo!” e impreco sotto-voce.
“Non dire così.” mi rimprovera MJ, che s'è improvvisamente alzata.
In pigiama apro la porta.
E là fuori c'è... C'è...
Occristo.
“Ehilà. Buongiorno, ragazze! Che faccia, vi siete ubriacate eh? Ahahah beh, ma così va bene.”
Ahahah a chi, James? Guardo il braccio destro (metaforicamente parlando) del ragazzo, seccata. È credo quello di cui si fida di più, Lui.
E Lui è lì accanto.
E io sono in pigiama.
Con un'evidente faccia post – sbronza.
Cazzo!
“Sì.” commento, seccata. Perché l'ha fatto notare? Stronzo. Ora sì che anche Lui l'avrà visto! Ecco. Rovinate le mie possibilità con Ryan... “Che c'è?”
La mia amica, incurabile pettegola, si fa avanti. Ah, ecco. Mi sembrava che ci fosse un po' troppo silenzio. “Già, che c'è? Perché sapete, è domenica mattina!
Io sono terribilmente a disagio. Mi sento addosso i suoi occhi. Alla fine, non sapendo che fare, lo guardo: per un attimo mi scontro con le sue iridi così blu, così blu... Poi lui distoglie lo sguardo, dando un'occhiata dentro casa mia, senz'alcuna espressione. Chissà perché fa parlare James? È di solito Ryan a parlare.
“Oh, mia cara … Ehm, Maria Gianna?”
Ma che cazzo?!
Quasi gli scoppio a ridere in muso. Maria Gianna! Questa me la segno. Dai! Maria Gianna... ma come si fa?
MJ scatta, furibonda. “MARY JANE, coglione!”
“Se non mi dite che volete,” replico io, più seria “vi sbatto la porta in faccia.”
Okay, non è stata una trovata così geniale: in un attimo ritrovo su di me le iridi azzurre di Ryan che, furioso, mi dà un'occhiata violenta. “Non parlarci mai così, intesi? Se vivi è grazie a noi.”
Vorrei dirgli che non m'importa nemmeno un po' della loro faccenda delle 'bande', ma meglio non irritarlo troppo.
Mi sento le gambe di gelatina; dio, quand'è incazzato fa davvero paura.
In un attimo sono di nuovo libera dal suo sguardo. Cosa c'è dentro casa mia che lo incuriosisce così tanto? Stringo le braccia al petto, seccata, mentre mi rivolgo all'altro: “Allora?”
MJ dov'è quando serve?!
Perché non baba più?!
Ryan...” borbotta James, ma il biondo non gli dà retta. Ovviamente. È il capo, decide lui. È il capo, fa come vuole.
“Dài, James. Dicci” continua MJ, molto più sedata, ora.
“Hmmm. Ecco, come dirvelo? Noi... Abbiamo un problema di... stanze. Ma per questa cosa dovrei riferirmi piuttosto a te, Gwen.”
oddio. Ha seriamente detto 'stanze'? Oh, no.
“Ah sì? Dimmi pure. Anzi, volete entrare? C'è un po' di casino ma... sempre meglio che stare sull'uscio.”
James accetta subito, poi si butta sul divano. Lì c'è ancora metà birra e così lui la afferra, ingordo. Ryan invece resta appoggiato allo stipite della porta, serio. Guarda ancora un punto dentro casa mia e così io mi volto, per cercare di capire.
E... Oh. Sta guardando il pianoforte.
C'era già quando sono arrivata e, visto che so suonare, l'ho tenuto. Che sia suo?
“Allora, Gwen. Abbiamo nuove reclute, e... Insomma, non hanno una casa.”
“Ah. Bello. Barboni?”
Un colpo di tosse dietro me. È Ryan. È un avvertimento, immagino.
Ma non demordo. Lo ignoro.
“No... Cioè, sì... Per ora. Ma non barboni .. barboni. Insomma, senza casa.”
“Senza tetto: barboni”. Insisto. Dio, perchè? Fatemi tacere!
Altro colpetto.
“Beh, però potrebbero venire qua, no? Non ci sono tre camere?”
Già. Proprio così.
Ma non dividerò casa mia, che io pago, con dei barboni. Nossignore.
MJ, accanto a James, è atterrita. Col capo mi fa più volte segno di 'no'.
“James. Con tutto il rispetto... è casa mia. Pago io l'affitto, sistemo io e tutto il resto... Non voglio avere per casa dei b... Delle reclute. Cioè, dai. No. Non potrei mai sopportarlo.”
MJ annuisce, soddisfatta. Anche perché lei è quasi sempre a casa mia, anche di notte. Nemmeno lei sopporterebbe mai.
James mi fissa , crucciato. “Sicura? Pagherebbero la loro parte. Potrebbero … Hmmm, fare la spesa? Davvero, aiutaci. È importante! Sennò non batteremo mai i...”
“Taci.”
La voce di Ryan, dietro me , è vicina. Troppo.
Mi volto di scatto.
“Non parlarle delle nostre cose. Non può, né deve.”
James abbassa il capo. Mi fa pena.
“Ryan, mi dispiace... magari potrei, hmmm, conoscerli? Vedere come sono?”
“No, non c'è tempo. Se non vuoi sconosciuti, verrò io. Lascerò loro tutto il mio appartamento, okay? Sì, è okay” dice, senza farmi rispondere. “Perfetto. Così non avrai paura dei coinquilini.” mi deride, è ovvio.
Ciò che vorrei dirgli (ma non posso!) è che tra le due opzioni, quella che m'intimorisce di più è lui.
Se ci fosse Cla, avrebbe sicuramente urlato “Ryan, dai! Vieni da me...”. Sarebbe stato il colmo!
Tutto succede così in fretta che non riesco nemmeno a dirgli 'no, no, vanno benissimo loro!' che Ryan è già fuori da casa mia, i suoi passi pesanti risuonano per il corridoio. Mi volto, lanciando un'occhiata ai due ragazzi sul divano (hanno finito ogni goccio di birra). James mi lancia un'occhiata di scuse, mentre quella di MJ è... a dir poco entusiasmata. Oddio.

 

'ANGOLO AUTRICE'
'Scrivere non provoca tormento -'Nasce dal tormento'
Dovevo iniziarla, questa storia. Dovevo e basta.
E giuro che m'impegnerò al massimo per portarla avanti.
Ma voi aiutatemi, d'accordo? So che per il momento ci sono molte cose che non si capiscono, le bande, ecc. Verranno presto spiegate.
Meme1.


 

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Capitolo 2
*** '2' ***


'2'




'Chi vuol capire ascolta,
'
chi vuol farsi ascoltare urla.'
(citazione)


 


 



“Okay, niente panico.” esclama MJ, alzandosi in piedi. Con quel movimento molto affrettato e dettato dall'eccitazione, fa precipitare a terra (il mio bel pavimento! Pulito!) diverse bottiglie più o meno vuote, che si schiantano in mille cocci di vetro verde, gocciolanti.

Ma bene!

“Quella in panico sei tu!” ribatto, guardandomi attorno. Dove cavolo è la scopa? Ogni volta che la cerco, non c'è! James si alza e, mettendo giù la sua birra ormai finita, inizia a raccogliere il vetro con le mani. Io lo imito: cercare la scopa è inutile, scompare come non so che cosa.

E poi io sono terribilmente in panico. Cioè, Ryan a casa mia? Ma siamo fuori di testa?

Ci sono svariati motivi per i quali non lo vorrei qui: primo, è troppo bello, non riuscirei a stare concentrata; secondo, è il capo di una banda della quale non so il nome che, credo d'aver capito, combatte con altre bande simili (perché?); terzo, è davvero troppo bello. Con tutti quei tatuaggi, quell'aria vissuta e i capelli così biondi... Oddio.

Stringo un coccio troppo forte e me lo ritrovo ficcato nella carne. L'urlo di MJ, già sovraeccitata per l'accaduto ed ora ancor più instabile, tanto più che è domenica mattina, mi trapana i timpani. “Sangue!” urla, prima di strepitare, svenuta.

James scoppia a ridere, guardandola. Dolce. Oddio. No no no no! Un pazzo furioso non ci proverà con la mia migliore amica, no no no!

“Fa sempre così?” domanda, buttando i suoi cocci. Io faccio come lui, gettandoli in un bidone a caso. Come se qui, in questi paesetti sperduti dimenticati da Cristo e dal mondo, la raccolta differenziata sia importante! Macché. Tornando a me: la mia mano sta sanguinando copiosamente. E c'è … Del vetro? … oh cazzo!

“C'è del vetro ficcato nella mia mano!” esclamo, con le vertigini.

Okay, sopporto il sangue ma … Questo no!

James s'avvicina. La sua stazza, imponente, mi incute un po' di timore e faccio per arrertare, ma mi afferra un polso e mi tiene bloccata là. Okay, come vuoi, capo. Mai contraddire uno che peserà sì e no tre volte te, regola numero 1 della sopravvivenza quaggiù. O quassù, dipende dai punti di vista.

“Oh, è vero.” Ma va?! No no no, taci Gwen! Taci! “Dai, ti porto da Ryan. Lui è pieno di roba per curare … e lei? Si riprenderà?” dice, preoccupato, indicando Mary Jane.

Annuisco “Sì, sì. E pure io. Non serve andare da Ryan. Davvero.”

Davvero, non mi interessa incontrarlo ancora. No no.

“Oh, Gwen” mormora. La prima volta che ha detto il mio nome sono stati sei mesi fa, quando sono arrivata quassù – quaggiù. È stato il primo in assoluto a parlarmi, dicendomi – giuro - “Ciao, ragazza! Che ci fa qua, all'inferno? E qual è il tuo nome?”. Bell'inizio. Proprio bello. Guardo i suoi occhi. Così neri. “Ryan può fare paura, ma in realtà, è buono. Capiscilo. In più dovrai conviverci ...”

“Non ricordarmelo”.

Un lieve sorriso gli increspa le labbra fine e rosee. “Già. Scusa. Ad ogni modo, vieni giù. Non ti ammazzerà. Magari sta guardando le repliche della partita.”

“Speriamo” commento, seguendolo fuori dall'appartamento. Prima d'uscire lancio un'occhiata a Mary Jane, che è svenuta sul divano, vicino a qualche bottiglia di birra. Spero che non verrà a cercarmi urlando: “Sangueee!”, quando si sveglierà. Forse dovrei lasciarle un biglietto, ma non c'è tempo.

 

James bussa all'appartamento 1A. Bussa più volte, con forza, a dir la verità. Alla fine Ryan viene ad aprire. Mezzo nudo.

Oddio. Non ero pronta a quest'eventualità! Cielo!

Capo.” lo saluta sorridendo James, senza provare ciò che sento io. Beh, dio... se fosse così mi preoccuperei, visto che è un uomo. Ma non lo turba nemmeno un po' Ryan così? “Questa qua s'è ferita!”

“Ah, io?!” commento, alzando i pugni. Argh! Brutta mossa: stringere il pugno destro (ferito … da me), è più doloroso del previsto, così torno indietro come una lumaca, quando le tocchi le antenne. Uffa.

“Beh, sei stata tu...” commenta James, alzando un sopracciglio.

Devo essere buffa.

Nello stesso momento, Ryan mezzo nudo, cazzo!, s'avvicina e mi prende la mano: “Come ha fatto?” commenta, rigirandosela per un secondo tra le sue. È una bella sensazione, ma dura poco, perché subito s'allontana entrando nell'appartamento. Guardo la sua schiena lunga, piena di tatuaggi e … Cicatrici. Ce n'è una enorme, sul fianco. Deve aver fatto parecchio male, ma ora la lascia libera d'essere vista, come se ne andasse fiero.

“Non incantarti!” mi consiglia all'orecchio James. Non sussurra.

Bastardo maledetto.

“Me la paghi.”

“Sì, come no.”

“Smettetela, voi due” ci rimbecca Ryan. Muoio dall'imbarazzo. Perfetto, ora devo pure essere ripresa come a scuola?! Ma guarda te!

Mi guardo attorno: l'appartamento di Ryan è molto più vuoto del mio, molto più moderno. Le pareti sono bianche (bianchissime! Le mie sono bianco-giallino), sono presenti pochi mobili dall'aspetto pulito e semplice e, sulla parete più in fondo, c'è una TV finissima ed enorme. Wow. È fantastica! È la mia casa dei sogni, oddio!

Se poi c'è dentro uno come Ryan... ah! Zitta, mente!

“Dammi la mano.”

Guardo il ragazzo. No, cioè: l'uomo. È un uomo, ormai. Quanti anni avrà?

Senza perdermi in riflessioni, gli passo la mano. Di nuovo quella sensazione di pace, nell'essere toccata da lui.

Con mano esperta, Ryan mi cura. Ha il capo chino ed io, così, mi perdo a guardare i suoi capelli. Sono così biondi – e belli – da parere spighe di grano. Mi ricordano l'estate e la felicità del periodo in cui vivevo laggiù, in Puglia, con gli zii.

Poi sono cresciuta. E scappata.

Il passato però rincorre sempre tutti, eh? Distolgo lo sguardo e noto che James non si è perso i miei movimenti. Burbero, non mi guarda più. Lui è così: un po' lunatico. Non è che sia geloso o altro.. è così, punto.

Un lieve bruciore mi distrae, e tento di ritirare il mio arto. “Ai!”

Oddio, che vergogna. Ma è stato naturale.

Ryan alza lo sguardo.

I suoi occhi, blu, mi investono. Blu come il mare.. Argh!

Passato... lasciami.

“Che cosa c'è? È disinfettante..”

“Sì.. Scusa.” commento, abbassando lo sguardo sulle nostre mani intrecciate. Sulla mia dov'è la ferita c'è un liquido schiumoso.. Che schifo.

“Sta buona, bionda” mi raccomanda, tornando a far bruciare tutto. Cazzo, che male.

Quando sento qualcosa muoversi, là sotto, non oso guardare.

Inizio a contare, per distrarmi. Quando arrivo a cinquantatré, la mia mano viene liberata. “Ecco fatto.” commenta Ryan, con un sorriso sornione. Io non riesco a guardarlo, un po' per la figuraccia, un po' perchè è mezzo nudo cazzo!

“Grazie” bisbiglio, non sapendo cos'altro fare.

Lui mi fissa così intensamente, che torno a intrecciare i nostri sguardi. Che errore.

Che grande errore.

Lui si china su di me.

Il suo profumo, forte, m'investe.

“Non c'è di che...” bisbiglia a un millimetro dalle mie labbra, con voce così seducente che, per un attimo, l'idea di baciarlo mi sembra l'unica alternativa possibile.

Inspiro profondamente, cercando di calmarmi, ma ottenendo soltanto ancor più frenesia.

Alzo un braccio, decisa a passargli una mano sulla cicatrice che ha sul collo... Perché voglio sentire com'è.. Com'è una cicatrice?

Sono quasi arrivata...

E lui si sposta, con un sorriso a dir poco vittorioso.

Cazzo.

Arretro, umiliata. “Grazie, Ryan. Devo andare. Ciao, James.” saluto tutti. Ryan che sta ancora ghignando se ne va in un'altra stanza – probabilmente il bagno – senza degnarmi d'uno sguardo, mentre James muove appena il capo per dirmi che ha recepito. Beh, grazie mille.

Esco, malferma sui piedi.

Oddio, che diavolo è appena successo?!

 

Cosa cosa cosa? Ma è uno... Uno stronzo!”

“Condivido pienamente”.

Mi vien da piangere.

Sei mesi di niente, ed oggi che avevo bisogno d'aiuto mi umilia. Ma grazie, Ryan, grazie!

MJ è davanti a me, vestita e truccata. Ed io sono ancora in pigiama, anche se tra poco il gruppo di oche starnazzanti verrà qua e dovremo uscire, sicuro.

Non m'interessa.

I don't care, ecco.

“Perché? Cazzo, secondo me ce l'ha con te perchè...”

“Per via dell'appartamento? Se è così, è stupido e immaturo!” sbotto, alzandomi in piedi, decisa a darmi una sistemata. Vedrà, vedrà! Gli renderò la vita un inferno, cazzo!

Vado in camera ed inizio a sistemarmi più che posso, quando MJ mi raggiunge, urlando: “Merda! Cazzo! Cazzo di merda!”

“A cos'è dovuta tutta quest'eleganza?” domando, infilandomi un maglioncino. Siamo in montagna e fa freddino.

“Non sai cos'ho appena visto, fuori. Vestiti, veloce”.

“Non vedo perchè...”

“Gwen, non hai capito” m'interrompe, ora serissima. Infilo i jeans, preoccupata. Oddio, Cla è morta? “Giù c'è la gente dell'altra banda!”

Okay. Cazzo. Merda. Cazzo di merda!

Mi preparo in un nano-secondo e la seguo giù per le scale.
n teoria noi non dovremmo saperne niente di queste storie, né dovremmo intrometterci, ma … Insomma, cosa volevano, che in sei mesi non scoprissimo niente di niente?

Col cuore che batte all'impazzata, seguo la mia amica che sgambetta davanti a me.

Oddio. Ryan è laggiù? Si farà male?

“Va' più veloce!” sibilo, terrorizzata.
Non voglio che gli succeda nulla. Sarà anche un inguaribile stronzo, ma ... Ecco, sono sempre stata quella dalla cotta-facile, lo ammetto.

Poco dopo siamo fuori. L'aria è carica di tensione.
Più che altro, la tensione è mia.
Non lo vedo, lo cerco, ma non lo vedo.
Magari è a terra. morto. Oddio, no.
Seguo lo sguardo di MJ, terrorizzata, e... Lui è laggiù.
Terribilmente bello con quelle armi in mano.
Come se avesse percepito il mio sguardo, si volta e per l'ennesima volta mi perdo nei suoi occhi, poi...
Sento le urla.
Sento gli spari.
NO!


 


ANGOLO AUTRICE


Innanzitutto, volevo dirvi che le mitiche citazioni all'inizio dei capitoli provengono direttamente dalle lezioni di religione. A qualcosa allora servono, eh?! :D Personalmente, questa citazione la amo.
Voi cosa fate, ascoltate o urlate?
Comunque non e' di questo che dovrei parlarvi.. bensì del capitolo.. Solo che in teoria la storia dovrebbe raccontarsi da sé, non dovrei dire nient'altro, perciò non commenterò niente.
(Si vede che ho appena scoperto come inserire le righe sotto il testo, eh? xD)
Mi scuso da parte dei protagonisti per il loro linguaggio scurrile :P
Scusateli, son fatti così HAHAH :')
Beh, a parte questo, direi che non c'è nient'altro..
Recensite ! <3 <3 

 


Meme1



 

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Capitolo 3
*** '3' ***


'3'


'Il male viene banalizzato.'


Siamo così abituati a vedere scene bestiali, malvagie, che quando accadono non ci impressionano nemmeno più.


 

Delle urla.

Degli spari.

Ryan cade giù, a terra.

È ferito? No, no! Non può. Non deve.

Subito si rialza, tutto intatto. Sarà sì e no a cento metri da noi e, con destrezza, impugna le armi per poi ferire i nemici.

Solo ora do un'occhiata tutt'attorno: quelli “buoni” (che poi, saranno davvero i buoni? Chi dice che Ryan e co non siano il cattivo della storia?), si stanno facendo avanti da più fronti, mentre i “cattivi”, che distinguo perché non ho mai visto prima d'ora, si stanno raggruppando verso il centro, braccati.

Oh, cazzo. Non vorranno mica … ? Cioè, uccidere è illegale anche qua, vero?

Se puoi ignorare la raccolta differenziata, perche' seguire la legge?, penso, sbarrando gli occhi.

Perciò, Ryan potrebbe sparare e... Uccidere? Oppure essere ucciso.

“Andiamo dentro!” sibila a denti stretti MJ, terrorizzata.

“No!” Devo rimanere, vegliare su Ryan. Anche se è pericoloso.

MJ mi afferra, con violenza. Quando parla, la sua voce è dura, quasi crudele: “Senti. Io sono qua da molto più di te, qua sono nata! So come vanno queste battaglie: se c'è qualche civile, quelli ” indica i “cattivi” con un gesto fin troppo abituale, secondo me. “lo prendono e lo usano come esca! Sanno che Ryan e gli Otto non farebbero mai morire qualcuno...”

“Come sai queste cose?!” bisbiglio, a un millimetro dalla sua faccia.

Perché sa tutto ciò? È vero, non ci avevo mai pensato … Ma davvero Mary Jane mi ha tenuto nascoste così tante cose? Così importanti? Rabbrividisco, tradita; cos'altro sa che io non conosco?

Scommetto che sa benissimo perché Ryan non c'ha mai provato con Cla. Sono sicura ora, al 100%, che Ryan ha una Signora, una donna alla quale lui è fedele.

E MJ sapeva tutto! Da sempre!

Ripenso a quei pomeriggi, quand'ero più giovane e appena arrivata, passati a spiare col binocolo i ragazzi. Per trarne fuori, ogni volta, poche informazioni, pressocché inutili …

E MJ sapeva tutto!

“Mary...”

“Non ora!” urla, “Vuoi una pistola alla tempia?!”

No, certo che no.

Lancio un'ultima occhiata a Ryan, che è intento a sparare. Seguo la direzione della canna e... Vedo un uomo, anzi, un ragazzo, crollare al suolo, colpito. Dal suo petto esce sangue a fiotti, quasi a spruzzi.

È rosso, liquido, veloce.

Mi sembra di vedere un'ombra rosea alzarsi in aria: la sua anima. È ovviamente tutto frutto della mia mente, ma mi volto disgustata e corro, corro via.
Il cuore mi batte veloce, rimbomba nelle orecchie.
Non voglio crederci.
Ryan è normale, MJ non mi nasconde niente e tutto questo non è mai successo!

 

“Dobbiamo parlare”.

Mi volto. MJ è sulla porta del mio appartamento, appoggiata dove prima c'era Ryan, a braccia conserte.

“No. E di che?” commento, acida.

Già. Si è casualmente dimenticata di dirmi ciò che sapeva per il breve tempo di soli sei mesi.

Perché dovremmo parlare, eh? Perché?

“Dai. Non far così. L'hai visto, prima, Ryan. Con James. Non gli ha lasciato dire una parola su di loro...”

“Ma tu” ribatto, avvicinandomi a lei, minacciosa ( o così spero d'apparire ). “Tu sai chi sono loro. Io no. Però sai anche quanto io voglia saperlo...”

“Perché? Cristo, Gwen! Perché è così importante?!” mi domanda, sgranando gli occhi, e battendo un piede a terra, visibilmente seccata.

Stronza. Ecco cos'è. Un inguaribile stronza.

Perché di sì. Tu sai tutto. Ritengo opportuno sapere tutto anch'io.”

Il suo sguardo si fa glaciale. Con la mascella contratta, mi lancia occhiate bestiali, che non riesco a sostenere. Guardo così le piastrelle del corridoio, infuriata con lei e con me stessa.

Perché non ho un carattere più forte e non sono più sveglia?! Avrei dovuto capirlo. Se una sa tutto, si vede.

Cazzo!

“Senti, non farne un dramma-”

“Non ne faccio un dramma.”

“Sì, invece. È così importante, per te, tutto questo?”

Torno a guardarla. Ora, sembra un po' più tranquilla, meno... belva.

“Sì. Lo è.”

“E continuerà ad esserlo?”

ovviamente. Come lo è sempre stato.

Mentre te già sapevi. Tutto.

“Sì.”

Sospira.

Ah, lei è stufa?! Ed io, che dovrei essere?!

Ora il mio sguardo è bestiale, non c'è nulla d'umano. “Avresti dovuto farlo”

“Cosa?”

“Dirmi tutto.”

“Senti. Tornerò quando sarai più matura e capace d'accettare i tuoi limiti” mi informa, come se fosse una persona qualunque e con il tono di una che dice: 'oh, oggi c'è il sole!'.

Cosa..?

Perciò, se ne va?...

E pensa di farmi sentire in colpa!?

Oh, si sbaglia. Eccome!

“Va pure” sibilo, sentendo già il peso dell'abbandono. “Non mi servi.”

Non se lo fa ripetere due volte.

Scompare.

Ed io sono sola. Di nuovo.

 

È sera. Ho passato la domenica, contro le mie aspettative, a bere tè al limone e guardare la TV.

I miei pensieri sono dei più cupi ed ho enormi pesi sulle spalle.

La mia (unica) vera amica mi ha mentito, da sempre. Perciò... Se ha mentito su Ryan e la banda, avrebbe potuto mentirmi su molte altre cose...

Cos'è vero e cos'è falso di ciò che mi ha sempre detto?

I miei dubbi mi soffocano, prepotenti.

Presto in più Ryan verrà qua. Chissà se mi farà una ramanzina perché sono uscita durante una battaglia?

E poi... Quel ragazzo.

L'ho visto cadere, ferito.

Mi sento una terribile codarda: sarei dovuta andare là, vedere come stava.

Perchè diavolo non ho chiamato il 118?!

Ora sarà morto.

Morto.

La morte... Non l'ho mai presa davvero in considerazione; nessun mio parente è morto, almeno, non che io sappia. Da quando sono venuta quassù-quaggiù, alla ricerca di una vita nuova, dopo le mie terribili delusioni adolescenziali, non sento più molto la mia famiglia, né loro mi cercano.

Da un po' nemmeno mi arrivano le lettere di mamma, che mi aggiornava sui grandi progressi di mio fratello all'ultimo anno di liceo. Eh già, sono scappata anche perché era sempre lui, lui, lui! E io? Io dov'ero, per loro? Cos'ero?

E poi, beh... C'è stato anche Giorgio, assieme a Martina, la mia ex migliore amica. Io e Giorgio stavamo assieme, prima che partissi.

E mi ha tradita con lei, la ragazza della quale mi fidavo di più.

Se già volevo scappare, quella è stata la spinta finale. Anzi, più che una spinta è stato un calcio in culo, bello forte anche.

Ma ora? Cos'è vero e cosa non lo è, in ciò che ho vissuto fin'ora, in ciò che mi hanno detto fino ad oggi?

Mi sento così... Sola, tradita, delusa.

La cosa peggiore è che è tutto come prima, prima che scappassi.

Il genere umano delude, sempre.

Perché vivo?

Perché continuo a resistere?

È il momento di farla finita.

E io so come.

Vado verso la cucina, spedita. Veloce, veloce. Prima che il coraggio manchi.

Più veloce!

Là li vedo. Sono tutti vicini, scintillano.

I miei coltelli da cucina.

Così belli.

Mi avvicino, umettandomi le labbra. Chissà come sono le labbra d'un morto? Dovrei andar giù, magari c'è ancora il ragazzo.

Ne afferro uno, il più affilato.

Guardo il mio volto, riflesso sulla lama. I miei occhi sono spenti.

Guardo il mio polso sinistro.

Il cuore mi batte così forte.

Si fermerà, lentamente.

Tum – tum – tum – tum. Non ha mai battuto così veloce.

Ma è carino, infondo.

Poi ci sarà il silenzio.

Avvicino la lama alla pelle, rapida.

Umetto ancora le labbra.

TUM – TUM – TUM – TUM.

La appoggio, la lama, sulla carne.

È gelida.
Voglio finirla. Non sono preparata a tutto questo: la morte, le bande, le menzogne. Non di nuovo, cristo!
Perché il passato m'insegue? Cos'ho fatto?!
Sistemerò tutto. E' molto semplice.
Basta una lieve pressione...
Tum. Tum.
Tum tum.
Tumtumtum.
Tum tum tum.

Giro un po' il polso dov'è il coltello...
Ancora un po' di pressione...
Ah, ecco che inizia a far male...
Così va bene.
Ancora un po', dai.
Sento che ora andrà tutto bene.

E poi …

Che cazzo fai?!”

 


Angolo Autrice


Buon buongiorno! :D
Okay, hmmm. Che dire di questo capitolo?
E' bestiale abbastanza?
Hmmm U.U Parlate! 
Allora, io ho una proposta. Se arrivo a 2 recensioni, nel prossimo capitolo pubblicherò le foto dei personaggi <3
Nel frattempo però, stringete i denti e aspettate! Presto vedremo cos'è successo a Gwen.
E poi... Cos'altro? Direi niente .
Beh, ovviamente grazie a chi sta recensendo / leggendo la storia! Ma susu, fatemi sentire le vostre voci, dai! <3
Meme1.


(si, sono ancora innamorata di queste linee:P)
 

 

 

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Capitolo 4
*** '4' ***


'Mai forte con i deboli – Mai debole con i forti.'

Capitolo 3.

Calamita di figure di merda. 

 

 

“Francamente,” dice qualcuno, dietro me, con voce dura e spietata. In qualche modo mi sembra però calcolata, finta. Come se stesse cercando le parole giuste, il tono giusto, come se commettere anche un solo errore portasse alla fine di tutto. “ciò che vuoi fare è stupido e infantile.”

Questa voce, poi. È stupenda. È un motivo per il quale continuare a vivere.

Ryan. È qui. Perché? Perché ora mi vuole fermare, dopo avermi umiliata e trattata come un'idiota che non ha il diritto di sapere, poiché troppo sciocca?

Probabilmente lo fa per pietà. È ovvio. Non che gl'importi di me. Sì, tutto combacia: se io muoio, dovrà pagare da sé il 100% dell'affitto.

Noto stranita come riesca a trattenersi, placare il suo carattere. È passato da un “che cazzo fai?” ad un “francamente” in meno d'un secondo.

Guardo giù, la lama. Non c'è ancora sangue, ma la pelle si sta arrossando, sempre più sottile vicino al metallo.

Presto tutto finirà.

“Non credo che m'interessi ciò che pensi.” borbotto, diffidente.

Infondo Ryan è uno dei motivi per i quali ho afferrato questo coltello, messo la lama sulla carne, insomma... E' già fin troppo importante per me.

Ehi, ragazzi. Guardate un po' chi c'è? Ahahah, Gwendolyn, quella dalla cotta facile! Ma sapete di quanti ragazzi s'è già innamorata? Per me ha tradito Mike già da un bel po'! Eh, Gwen?!”

Mike, Michele, era il ragazzo dell'epoca. Quel giorno una mia amica... cioè, colei che credevo mia amica, con pari importanza di Martina. Insomma, eravamo “il trio”. Poi è divenuto “il duo”.

Quel giorno capii che non c'era niente di bello nell'amore, ma proprio niente. E che ciò che, fino a quel momento, avevo creduto fosse amore, non era che stupido e semplice affetto o anche solo passione.

E poi ci rimasi così male per un semplice motivo: sì, io avevo tradito Michele. Col pensiero, sì, ma pur sempre tradito.

Shanel mi aprì gli occhi, allora.

Ma adesso? Ryan sembra uscire dagli schemi. Avevo soppresso l'amore, cielo! Poi l'ho visto...

E beh, l'amore non si controlla. Ma è amore?

Non credo vivrò abbastanza per scoprirlo.

“Metti giù il coltello.”

La sua voce è sicura. Io non oso voltarmi a guardarlo. Vacillerei sicuramente, cederei.

“Mettilo giù. Conosco almeno dieci modi per farti mettere via quel coltello con la forza, ma credimi, è meglio se fai da te.”

“No. Non lo farò! Vattene!” bisbiglio, per nulla convincente.

Salvami!

“Metti-”

“NO!”

Salvami!

“Ubbidisci agli ordini.”

“Chi sei per me?! Non sono una della tua banda... Com'è che vi chiamate, Otto?” domando, ricordandomi all'improvviso ciò che mi aveva detto, poco prima, MJ. Prima che se ne andasse … “Non devo ubbidire.” concludo.

Salvami!

“Fallo!” la sua voce è più cattiva, ancor più decisa.

Ecco, vacilla. Perderà il controllo.

Morirò, sì, ma prima devo scoprire se perde il controllo.

Dio, è sempre così calmo! Anche quando ha una pistola in mano e fa' fuori vite come nulla. È troppo freddo.

No!

Salvami!

“Bene. Vorrà dire che lo farò io.” Ecco! Ora perderà il controllo, la presa alla sua calma. Perfetto. Mi spingerà sicuramente, così il coltello farà da sé... Ed io morirò in pace.

Non vagherò come un fantasma al suo fianco per l'eternità. Ottimo.

Aspetto che accada.

Aspetto.

Ancora un po'.

Beh, quanto ci mette?

Insomma, quand'è che mi corre incontro, urlando?

E poi, perché dovrebbe farlo? Che gli cambia, che io viva o no? Sono sicurissima che saprebbe benissimo come utilizzare la mia carta di credito (nemmeno così ricca) per pagare l'affitto, perciò …

Cosa ti fa esitare, Ryan?

Dopo un tempo che mi pare infinito, mi volto. E insomma! Quand'è che arriverà?

Il polso mi fa male da morire, penso, cercandolo. Solo che non c'è più.

Ma che diav...?

D'un tratto il peso della lama, soffoccante, nauseante, che mi storisce, non c'è più. Scompare.

Ed è così che capisco d'aver abbassato la guardia, sciocca.

Ryan ha vinto.

Guardo dietro me: l'uomo, stupendo, mi lancia sguardi sempre più divertiti ed io ora non so come comportarmi.

Cioè, prima avrei così tanto voluto morire ma... Ora?

Ora c'è lui. Dannazione.

 

“Ora, spiegami perchè.”

Guardo molto intensamente la mia tazza di tè. È alla pesca e si prepara in davvero poco tempo, come c'è scritto nella confezione. Inoltre può essere comprato anche in altri gusti, quali limone, fragola, menta … In realtà non berrei mai un tè alla fragola, ma perché non provare?

Magari è buono.

“Gwen.”

“Sì?”
Okay, non potrò ignorarlo all'infinito... Cioè, mi ha salvato la vita. E prima mi ha curato la mano... Al pensiero la stringo, ora non mi causa più dolore.

Si è preso cura di me, ed io che faccio?

Lo ignoro per un tè!

“Non essere sciocca” mormora, strappandomi la tazza dalle mani. Guardo le sue, che sono stupende. Su ogni dito c'è un tatuaggio con dei simboli che però non riesco a decifrare. Non posso non notare che, sul palmo della mano destra, è tatuato un “8”.

Il suo simbolo.

La sua famiglia, probabilmente. Quanto sarà importante, per lui, la sua banda? E la sua donna?

Non so perché. È un misto di tutto, okay? Comunque, quando verrai qua? Davvero non hai nessun posto?”

Per esempio, a casa della tua signora?, penso, senza riuscire a censurarmi. Lo penso così forte che sembra uscirmi dal cuore, anzi no, da più giù, dallo stomaco, dai meandri del mio corpo e della mia mente.

Oh, come vorrei dirglielo! Sbattergli in faccia la realtà: non serve che venga da me! Così staremmo tutti più in pace.

Ride sommessamente, ma non ne comprendo il perché.

Insomma, cos'ho detto? Che non ne so il perché. Beh, molti muoiono senza una vera causa, si uccidono così, è il momento in sé a fartelo fare.

E poi ridere di chi è in difficoltà non mi sembra il caso, no?

“Beh, togliersi la vita senza un buon motivo è come... Hmmm, è come” ci pensa su, oppore chissà, magari ha questa similitudine in testa già da tutta la vita. “mangiare la nutella col cucchiaio, non sul pane. Sì, è proprio così”.

Detto ciò, rigira il coltello tra le mani. E poi d'un tratto scoppia a ridere, senza trattenersi. “E comunque, se dovessi andare a casa della mia signora” al che ride ancor più, piegandosi a metà. “sarei un senza tetto!”

Oddio.

Perché lo ha detto? Cioè, io mica gliel'ho chiesto … Vero?

Senza che me ne accorga, lui mi si affianca e butta il coltello nel lavandino. Pam.

“Ehm, l'ho detto davvero?” domando, senza guardarlo. Perché voglio umiliarmi così? Non posso semplicemente non chiedere?

“Sì.” ride.

Oddio.

Perché?

Perchéperchéperché?!

L'ho detto.

L'ho detto!

L'ho detto?!

Come diavolo è possibile?!

“Gelosa che curi un'altra?” domanda, ridendo sempre più. Io mi limito a guardare il coltello, seccata.

Non c'è una traccia di sangue, nemmeno un po'.

E così , oltre che una completa idiota, mi son rivelata pure codarda.

 

“Cos'hai fatto? Oddio, ma sei idiota?!”

“Direi di sì” mormoro, mentre bevo della birra a casa di Mary Jane. È a pochi isolati della mia, davanti a un piccolo bar di paese chiamato 'Da Gino'. Là Gino appunto, fa dei panini incredibili, con speck, maionese e tanto altro. Da leccarsi i baffi!

Certo che sì!” urla nelle mie orecchie Gwen, torcendosi le mani. “E' praticamente una dichiarazione d'amore!

Alzo gli occhi dalla birra, seccata. “Io non lo amo, però. E credevo d'averlo pensato! Perciò-”

“Come, 'non lo ami?' e tutto ciò che abbiamo fatto fin'ora, spiarlo?”

Già, mentre tu mi mentivi. “Mi piace. E basta. Non lo amo.”

Ormai tra me e la parola 'amore' c'è un'enorme distanza.

“Va be... Come vuoi. Comunque sono contenta che non chiederai più nulla delle bande...”

“Non è che non chiederò nulla. È che scoprirò da me” replico ancora, piccata.

MJ sospira sonoramente. Poi tracanna tutta la sua birra. “Va be. È già qualcosa.” commenta con un sorriso.

Passiamo il resto della domenica sera a parlare, guardare un film horror (La casa), e bere. Oh, ovviamente per cena ordiniamo da Gino fin troppi panini.

Non ho detto a MJ che ho tentato il suicidio. Ho un po' manipolato ciò ch'è successo.

Ma d'altronde, se lei mi ha mentito per mesi, perché io non posso farlo?

ANGOLO AUTRICE
mi scuso tanto tanto tanto ma sono di frettissima! Oggi ho dovuto studiare latino, greco, inglese, ora mi manca pure storia e arte! Voglio morire! Se son qui e' un miracolo!
Perciò le foto (anzi, I LINK! AHAH), li metterò nel prossimo capitolo.
Questo lo rivedrò appena posso, scusate x eventuali errori.. oggiè andata così e io per prima me ne vergogno, ma volevo tanto pubblicare per avere un'opinione sul corso della storia! sì, lo so. è imperdonabile. Scusatemi ..
Bene, e allora ora vado.. Scappo! Davvero. Ora vado :c In più pure efp ci si mette e mi dà problemi a pubblicare!! Dio :P ma io lo frego, AHAHAHAH o almeno spero.
Se ho pubblicato,vuol dire che ho fregato tutti u.u
ahahah no bon, ora scappo!
ciau! meme1

 

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Capitolo 5
*** '5' ***


Scendi dall'altare, per una volta si può fare. Liberati dagli impegni e liberaci dal Male.”


 

NIGHTMARE.

 

5.

 

Faccio più incubi da sveglio che di notte.

 

Continuo a guardare l'orizzonte. È strano, però: dalla terrazza di casa mia non s'è mai visto il mare. Tanto più che è in montagna.

Perché lo vedo?

Per un po' me lo chiedo, ma poi... Be', non m'importa. Uno spettacolo così stupendo non sarà rovinato dai miei pensieri idioti.

Guardo le onde, s'infrangono sugli scogli, rapide, più lente, più forti, a volte meno. Anche io vorrei essere così: un'onda. Incoerente. Potrei andare prima piano, poi veloce, poi pianissimo. E nessuno potrebbe chiedermi: perché? La risposta è ovvia: sono un'onda, vado come mi pare.

Un'onda, così blu. A volte più chiaro. Poi più scuro. E poi rossa. Come il sangue.

Cosa... Rossa?

Perché le onde sono rosso sangue?

Guardo meglio, potrebbe essere un'allucinazione, no? Le onde non sono rosse, né tantomeno il mare lo è.

Eppure... è tutto rosso. Incredibile! Sembra proprio sangue... Eh sì che non è il tramonto, anzi.

Che diamine succede?

D'un tratto il mare si fa piatto. Completamente. Se un surfista fosse appena arrivato in spiaggia, sicuramente avrebbe borbottato, seccato: “Cavolo! Perché proprio ora?!”.

Ma il mare è così: incoerente.

E … Rosso.

All'improvviso, suddenly, proprio davanti alla mia terrazza dalla superficie emergono alcune bolle. Poi di più. E poi tante, tante...

l'acqua s'increspa finché...

Ryan?

Guardo Ryan.

O meglio, il suo corpo. È sempre così bello.

Anche da morto.

 

Morto?!

 

Mi spingo fuori, verso di lui. Ma è troppo in basso.

Così tendo le mani, disperatamente... Tutto inutile.

Il mare si riprende Ryan che, ad occhi chiusi, non fa nulla per difendersi, viene inghiottito semplicemente.

“NO!” urlo, ma dalle mie labbra non esce suono.

L'ultima cosa che vedo è l'acqua, azzurra, increspata da onde...

E poi mi sveglio.

 

Camera mia è vuota.

È buio, tutti dormono. Io no, però. Che razza di sogno ho appena fatto? Ricordo tutto, come se fosse stato reale.

Ed era così reale... Così... Beh, il mare rosso, l'ammetto, è stato molto scenografico, ma il resto? Che significa?

C'è gente che capisce tutto, di queste cose: sogni, allucinazioni, predizioni … Ecco, io non rientro in quel gruppo.

Passo il resto della notte ad ipotizzare.

Il mare. Cosa rappresenta, per me? Di sicuro non ne ho paura, né del mare né dell'Oceano. Però il mare è profondo, misterioso... Ti, appunto, potrebbe inghiottire...

Ho paura del mistero?

E Ryan, che c'entra? Ho paura – forse – che il mistero e i suoi segreti s'inghiottano Ryan?

È plausibile, ma... Insensato. Decisamente.

Penso che il biondo sia la persona più tranquilla a fare quel lavoro.

Eppure … Un senso d'inquietudine s'impossessa di me, fino al mattino.

 

Ore 7.00.

E così, alla fine ho dormito.

Spengo la sveglia, assonnatissima. Per fortuna che è lunedì e, al Bar Passeggeri, vicino alla stazione, non c'è moltissima gente, a pare alle 9.

Potrò riposarmi un po' là, pensare e discutere con MJ.

Sempre che il capo non decida di fare degli sconti improvvisi: in quel caso, arriva gente dalle parti più disparate (tutti vogliono i prelibati pasticcini, purtroppo costosissimi, che io posso avere gratis ogni giorno). Tra queste persone c'è gente di diverse bande. Me l'ha detto MJ, indicandoli con orrore.

D'un tratto sveglia mi viene un'idea. Proporrò al capo di fare sconti (sui pasticcini soprattutto), così da scoprirne di più.

 

Poco più tardi sono in cucina, completamente pronta. Non faccio colazione a casa: ruberò là qualcosina.

Sto uscendo, già con la divisa, quando qualcuno mi chiama. La voce proviene da una camera in fondo al corridoio, dalla quale ne esce Ryan in giacca e cravatta.

Vorrei dire che è ridicolo, perché cavolo, dovrebbe esserlo, lui che è sempre in jeans e T-Shirt sbrindellate. Ma non posso: lui non è per niente ridicolo, anzi, è... Oh, cavolo!

“Com'è che sei già a casa mia? Non ne sapevo nulla.”

“Casa nostra.” mi corregge, e provo un... Brivido? E perché mai? Cazzo, non posso essere così idiota da emozionarmi per un ' nostra ' buttato là a caso! Patetica. “E comunque mi pareva ovvio. Cioè, non sono stato abbastanza chiaro, ieri? Non ho né Signore né altre case, Gwendolyn.”

Oh. Beh, no, non è stato chiaro! Per niente.

“Va be. Non importa, puoi restare.”

“Ci credo!” dice, prendendo del caffè. Uhm, il mio caffè. Pagato coi miei 3,99 euro. “E' casa mia!” continua, imperterrito.

Alzo gli occhi al cielo. È presto, sono un po' in anticipo.. E vorrei passare un po' del mio tempo con Ryan. Così gli chiedo, con nonchalance: ''Allora, com'è che vai in giro vestito uguale a mio nonno?”

Sei troppo bello! - aggiungerei, ma mi guardo bene dal farlo – Dovrebbero renderti illegale! Causa: ''troppa bellezza, rischia di distrarre tutti e causare indicenti''.

“Hmmm, allora hai un nonno molto sexy, Gwen.”

A-ah. Cos'è, una ricerca di complimenti? No, ragazzo. Non ti darò questa soddisfazione!

“Così sexy che è rimasto zitello.” replico, a meno alto. Prendi e porta a casa, Ryan!

“Ma io non sono zitello. Viviamo assieme, Gwen. Siamo quasi sposati!”

Ahahah. Come no. Ignoro il senso di vertigine che mi colpisce, nuovamente. IDIOTA!

Magari fossimo sposati!
Coerenza 100%, ciò!

“Sì, come no. Io vado al lavoro e tu … vedi di non ammazzare nessuno.”

“Contaci!”

Hmmm. È vero: questa frase dovrebbe farmi rabbrividire, terrorizzata. Ed invece non riesco a non ridere.

 

Quando arrivo al lavoro capisco subito che c'è qualcosa di strano.

MJ, davanti alla porta del bar, mi guarda terrorizzata.

“Gwen! Vieni qui” mi urla, gesticolando.

Io accorro, preoccupata.

Cavolo, questa volta è davvero morta una delle ragazze? Che poi non sarebbe così stupida come idea, perché non le sento da un bel po'.

“Che c'è? Chi è morto?” domando, quando le sono accanto.

Lei gesticola ancor più. “Per il momento nessuno!” esclama, con voce eccitata e terrorizzata. si torce le mani, ruota gli occhi, batte un piede a terra e suda, suda tantissimo. Sulla fronte ha già un velo di sudore, brillante, che le sta facendo colare il trucco.

Come?! Che vuol dire “per il momento”?

“Cos-”

“Entra dài! Che sennò...”

Non c'è bisogno che finisca, perché una voce dall'interno mi chiama: ''Gwen!”

oddio. È il capo ed è fuori di sé. La sua voce è roca, potente; però c'è qualcosa di strano: trema.

Quando entro però, capisco che non è per il mio quasi ritardo. O almeno credo, perché... Paolo, il mio capo, è circondato da uomini alti almeno due metri, ammassi di muscoli.

Armati e dall'aria decisa, pieni da tatuaggi enormi e piercing. Alcuni non hanno i capelli e, sulla testa, sono presenti altri disegni indelebili.

Non c'è dubbio. Dev'essere una qualche banda!

Quando si voltano e mi guardano, rabbrividisco.
Mi osservano come se mi stessero aspettando.
Ma non è possibile: non ho mai fatto nulla contro le bande - nemmeno ne so il nome! -, non hanno motivo d'odiarmi. Sono totalmente neutra!

Secondo loro non dev'essere così, purtroppo.

“Oh, eccola. Come hai fatto tardi, Gwendolyn!” esclama uno di loro, dall'aria minacciosa e con diversi piercing in faccia. E' vestito interamente di pelle, ed ha in mano la pistola più grande, nera e lucida, che io abbia mai visto. Terrificante! Mi fa sentire le gambe di gelatina.

Cosa?

Dietro me distinguo chiaramente la voce di MJ: ''NO!''

Poi tutto si fa confuso.


 


ANGOLO AUTRICE.
Giorno! Come state?
Vi sento poco... Anzi, non vi sento più! Com'è che c'erano 0 recensioni, di là? Andiamo, io necessito del vostro aiuto! Questo capitolo lo metto, per incentivarvi a scrivere... Però se non c'è almeno 1 recensione, non pubblicherò.
Giuro! Guardate che ho un carattere forte, io!
AHAHAH XD


E comunque, che ne dite di ciò che è successo a Gwen? Perché c'è una banda?
E poi, Ryan che le dice che son quasi sposati ... è ovvio che scherza, ma... OWWWWW AHAHA.
No va be, basta. 
Questo è il link della foto di un personaggio.
Indovinate chi è? :3
Ryan <3  (:

http://www.cinemonitor.it/wp-content/uploads/2013/03/Come-un-tuono-320x220.jpg
Per quanto riguarda gli altri,sono ancora alla ricerca. Gwen deve essere carina ma non stupenda.. Dall'aria intelligente, furba. La troverò!
Ok, non vi rompo più.
Meme1.



 

 

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Capitolo 6
*** '6' ***



CAPITOLO 6


 

"La scelta più coraggiosa che prendi ogni giorno è di sorridere."

 

"...Scappavo e subivo, perché era più facile che alzarsi e combattere."

 

Meglio scappare e subire, o combattere?

Me lo sono sempre chiesta, sapete. È una domanda che ci si pone ogni giorno: ad esempio, quando prendi un 4 o una nota a scuola per colpa di qualcun altro, ti chiedi "fare la spia (combattere) oppure prendere il 4? (subire)”. Oppure, è come quando vado al lavoro, mi fermo un attimo perché sono totalmente fuori di me dalla stanchezza, ed il capo mi minaccia di licenziarmi, se “non alzi subito il culo da lì!”. Che dovrei fare, “alzare”, appunto, “il culo”, oppure ribattere che la Sarah, una del gruppo delle Oche, se ne sta sempre seduta e lui non dice niente, perché è troppo occupato a cercare di sedurla?

Ecco, questa domanda diventa inutile quando due ragazzi che peseranno 100 chili di soli muscoli ti vengono addosso, bloccandoti. Combattere è un'idea stupida e malconcia, come lo sono io.

In più a togliermi qualunque speranza è MJ: prova a buttarsi su uno di loro, per levarlo di là, ma quello con una sola manata la fa volare via, mandandola a sbattere su un tavolo, che crolla giù con lei.

Mi vengono le lacrime agli occhi, ma non colano giù. Se c'è una cosa che, nella vita, ho capito, è che non devi mai mostrarti debole con i forti.

“Allora, bambina. Com'è che sei diventata la Signora di Ryan, senza nemmeno un po' di tette?”

Eh? Cosa? Io sarei che cosa? Alzo le sopracciglia, visibilmente divertita. “Come, scusa ? No. C'è un errore-”

Non riesco a finire la frase però, che mi arriva uno schiaffo. Più precisamente dal tipo che mi tiene da destra, un biondo alto tre metri. Una sberla così forte che, se non ci fosse stato il tipo alla mia sinistra – che, ora come ora, non so com'è, poiché gli cado addosso – sarei crollata al suolo.

Il dolore mi appanna la vista, la mente, il cervello.

Ma riesco comunque a sentire ciò che dice l'uomo di prima, serio: “Davvero, non mentire. È che a Bob” indica il biondo “non piacciono i bugiardi!”

Avrei più d'una risposta arguta per replicare, ma decido che è davvero il momento di nascondersi. E così, incasso la testa nelle spalle, spaventata più che mai.

“Perché credete che io sia la... Hmmm, Signora, di Ryan?”

Cavolo, è imbarazzante da dire! Perché è proprio ciò che vorrei …

Sono così stupida, in un momento così brutto penso a ciò che voglio?!

“Chissà, forse perché vivi con lui?!” sbotta Bob, sputacchiando. Incasso ancor più il volto, terrorizzata. Non sento i polsi, da quanto vengono stretti.

oh. perciò è così? Credono che io sia la... Insomma, quella cosa là, perché vivo con Ryan?

“C'è davvero un errore.” ritento.

Altra sberla. Sbatto su quello a sinistra, più forte ora.

Lui grugnisce, mi spintona. “E stà su!”

Si, va be, come?!

“Ripeto: non mentire.”

“Non posso nemmeno parlare! È diverso!” urlo, stremata.

L'uomo vestito di pelle – il capo presumibilmente- fa un ghigno, cattivo.

“Bob, sta fermo” ordina. Poi mi guarda, sorridente. “E tu, parla.

Prendo fiato.

Gli dirò tutto. Delle nuove reclute, di tutto.

Però prima ho una domanda.

Già, vorrei alzare la mano, proprio come in classe.

“Come sapete della nuova … Sistemazione, di Ryan?”

Bob s'irrigidisce, qui accanto a me, così provo un moto di panico. Mi colpirà? Ancora? Per la mia … impertinenza?

Aspetto il colpo, che però non arriva.

“Vi pediamo. Da molto” dice, per poi ridere, così divertito da sé.

Quel comportamento mi pare quello d'un pazzo, che crede d'avere il mondo per sé, sotto controllo.

Che crede d'essere dio, che chissà se poi c'è. Che crede di aver potere di vita e di morte su tutti.

Ed in effetti ora è un po' così.

Mi sento le gambe ancor più molli, non voglio morire, non così. Voglio vivere, provare vera gioia, sorridere e ridere e...

“Perché la notizia non ti sconvolge, vacca?”

Sarei tentata di dirgli ''non chiamarmi così'', ma sento Bob molto irritabile, qua vicino, così chino ancor più il capo. Guardo le mie Nike, indecisa. Che dovrei dirgli?

Qua c'è uno sbaglio terribile, ed io ne pago le conseguenze!

“Perché...”

Quello però m'interrompe. “Nah, lascia stare! Sei così scema. Probabilmente, non sai nemmeno nulla di questa roba!” esclama, per poi ridere ancora. Anche Bob ride, ma più che per divertimento, lo fa per consenso.

“Capo, sarà la solita ragazza che dura un mese.” dice quello alla mia sinistra.

Bob annuisce, convinto. “Sì! Sarà così.”

“Ora zitti!” sibila il Capo e così fanno.

Inquietante.

“Allora, signorina. Sai cos'è che facciamo alle signore altrui...?”

FERMI TUTTI!

Che...?

Mi guardo attorno, ma riesco a vedere ben poco, perché il Capo mi copre tutta la visuale, coi suoi muscoli. So di per certo che è incazzato, perchè urla: “Che cazzo ci fanno qua?!”

Non sento più i polsi. I polsi, i polsi, i polsi.

La voce del mio capo, ora più sicura di sé, sembra sorridere e ghignare. “Perché MJ, che è così brava” commenta, ridendo “ha chiamato gli Otto. Trema, Tomas.”

Tomas – il Capo, urla di disperazione. I due accanto a me mi mollano i polsi, ma non per loro volere, bensì perché sono appena stati colpiti e uccisi.

Urlo, terrorizzata.

Brutta mossa: Tomas sembra ricordarsi d'improvviso di me, scatta e mi afferra. “Vinco io, Ryan!” sibila, ridendo. Spara poi due colpi al vuoto – dio, avrà colpito Ryan? Lo avrà colpito? - e fa per trascinarmi con sé.

Lui non sa però che nella vita si sopporta ma si combatte, anche. Ed ora che ci sono gli Otto, ed un solo uomo da mettere KO, io scelgo di combattere.

Lo placco, con tutte le forze che ho. Stronzo! Ora la pagherà.

Lui urla, sorpreso. Impreca più volte ed io so soltanto che non sento più il suo corpo sotto me, ma mi sento schiacciata al suolo. Mi vengono tirati i capelli e qualcosa di freddo mi si ficca nel collo.

Provo ad urlare, ma non ho più forza.

“No...” bisbiglio, capendo cos'è quella cosa fredda.

Tomas ghigna, mentre mi punta la pistola. “Muori, vacca” commenta, per poi …

Crollare al suolo.

Guardo delle scarpe dell'Adidas davanti al mio volto, che è schiacciato sul suolo freddo e lurido.

Le guardo così intensamente: sono un appiglio alla vita, a me.

“Alzati.” ordina una voce fin troppo familiare, e così faccio, sentendomi molto come Bob che rispondeva a tutti gli ordini di Tomas, prima che morissero.

Finchè non usciamo, non oso guardare nulla se non Ryan, per evitare di vedere i corpi giù, a terra.

Mj mi si affianca, piangendo. “Dio! Scusa! C'ho messo troppo.” mormora, aggrappandosi a me.

Guardo la luce del sole, che è così strana.

Dopo tanto orrore … C'è il sole.

Segno che il mondo, tutti, nonostante ti capiti qualcosa di brutto, di disperato, vanno avanti, con o senza te.

È un pensiero orribile, ma ora accanto a me c'è MJ, che mi ha salvata.

La abbraccio, sospirando.

“Cazzo.”

“Già. Per questo...” non ho voluto coinvolgerti, prima. Ammicca.

“Sì, sì. Lo so. Grazie.”

“prego.”

Ryan ci dà uno sguardo stranito, poi si rivolge a me, calmo. “Dobbiamo parlare. Devi riferirmi tutto ciò che ti ha detto.”

“Oh, ma va a cagare, Ryan!” urlo , dopodiché, con tutto il coraggio che ho, gli sputo, dritto in faccia.

È colpa sua! È solo colpa sua! Non sarebbe dovuto venire da me, no, oh no, mai.

Capisco d'aver sbagliato quando Mj trattiene un urletto e il ragazzo mi guarda, truce. “Come, scusa?”
E, se prima ho creduto che la voce di Tomas, o Bob, o ancora prima di MJ, fosse inquietante e spaventosa, ho errato. Perché è questa la voce più spaventosa che abbia mai sentito, che sembra venire direttamente dall'oltretomba, per ricordarmi i miei errori più gravi, le mie mancanze e le mie assurdità.
"Ryan, io..."
Ma non c'è tempo per parlare.


 


ANGOLO AUTRICE
Sono un'autrice molto molto stanca, capitemi :3
Allora , questo sesto capitolo (è il sesto vero?) come vi sembra? Vorrei analizzalro, ma come ho già detto, è compito vostro (se ne avete voglia u.u)
Passando ad altro, ho cercato immagini per Gwen, tuttavia... niente. Se trovate una ragazza che possa andar bene, mandatemi il link della foto nella recensione o x messaggio privato ! <3 vi amerei <3
Gwen è un'idiota, lo so. u.u ahahaha :D povera donna!! :')
Vorrei parlarvi molto, ma. .. devo studiare! :c latino.
Perciò scappo <3
Voi però fatevi sentire, eh? ! :3
Hii Meme1


We'll be all right. Just not tonight, STATO CAPITOLI
Capitolo 1 '1'
Capitolo 2 '2'
Capitolo 3 '3'
Capitolo 4 '4'
Capitolo 5 '5'
Capitolo 6 '6' (We're here!)

Questa è una tabella molto molto utile! :D
AHHAAHHAHAH vado u.u

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Capitolo 7
*** '7' ***


"Siamo pazzi, noi due".

'7'

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È passato davvero molto dall'incontro con quelli là. Chissà perché, nessuno ne parla più. Ogni tanto colgo qualche allusione, del tipo << abbiamo sistemato >>, che però sinceramente non capisco né voglio capire. Ora che so cos'è una banda, come si comportano … Be', non ne voglio più sentir parlare!

Il litigio con Ryan è stato … ardente. Abbiamo urlato, sì, tanto. L'ho graffiato, gli ho rinfacciato ch'era colpa sua. Ora me ne vergogno. Come fa ad essere colpa sua, se mi ha salvata? Mi sento una tale merda!

Ryan vive da me, ora. Sempre. Mangiamo assieme, a volte. Cucino io, sempre. Poi talvolta lui entra, dice qualcosa – spesso “mangiamo”. Sempre ordini, sempre, con lui! - e così ci ingozziamo assieme. Senza una parola però.

Questa cosa … la devo sistemare. No, peggio: la voglio sistemare! Sì, perché dopo aver litigato con Ryan, dopo aver urlato senz'avere più voce, dopo averlo graffiato ed abbracciato ed aver pianto perché sì, cazzo, ero scioccata da ciò ch'era successo … Be', dopo sono andata da James – che, ho scoperto poi, ha ucciso lui Bob, l'altro e pure Tomas, anche se non avrebbe dovuto – a dirgli tutto ciò che sapevo. E quando Ryan è entrato, per prendere chissà cosa.. Be, mi sono infuriata perché credevo fosse colpa sua, del mio salvatore.

Mi sento così stupida, ora! Ho mandato all'aria. Tutto. Come al solito. O scappo oppure combatto e poi distruggo ogni cosa.

Oggi è mercoledì. MJ non c'è: i mercoledì sera ha cominciato ad andare da un ragazzo, un certo Marco, che vive più o meno a un'ora da qui e, soprattutto, non sa niente di queste storie, delle bande. È pulito, diciamo così.

Come vorrei che Ryan arrivasse, ora. Gli parlerei … non so bene che direi, perché non sono poi così brava a parlare. Però ci proverei, sperando che lui apprezzi, se non altro, il gesto.

Ormai sono le otto. Penso proprio che non verrà, così poiché non ho fame, mi metto al PC. Guardo un film, ovviamente horror, in streaming. Sì, non dovrei farlo. Ma se si può uccidere, allora si potrà anche vedere un film così, diamine.

Dopo un poco mi assopisco, stanca per la mancanza di sonno – ore ed ore passate o con MJ a parlare di Marco, oppure a pensare a Ryan – così non mi accorgo dell'arrivo del ragazzo.

Me ne rendo conto solo quando mi posa una mano sulla faccia. Non è una carezza, no. È come la mano di un passante stanco, che la ha appoggiata là per risposare. è... strana.

Apro gli occhi, mezza addormentata. Mi getto nei suoi, di ghiaccio. I capelli gli ricandono a ciocche sulle fronte e... beh, come vorrei toccarli! Sistemarli!

Sistemare! Ecco la parola chiave.

Mi tiro su, quando non sento più il peso della mano. Nel farlo lo osservo: è più stanco del solito, gli occhi cerchiati di nero e le labbra tese. È sempre bellissimo, sembra un cavaliere oscuro, quasi.

“Ryan” comincio, titubante.

“Ciao” mormora, buttandosi nell'altro divano, quello più malconcio.

Per un po' mi sento un'idiota, perchè non so che fare. Prima ci penso, rimugino, e poi? Beh, poi non so che dire. Ovvio!

“Io, hmmm, non sono brava con... le parole.”

Lui per tutta risposta alza un sopracciglio, quasi … irritato.

Al che il mio morale crolla ancor più giù, distrutto.

“Allora?”

“Volevo scusarmi.” dico d'un fiato.

Scusarsi. È una cosa che mi è sempre riuscita difficile.

Altroché.

Eppure a lui non sembra importare, no. Anzi, guarda i suoi piedi, le scarpe distrutte. Quindi pesca una sigaretta da chissà dove e l'accende. L'ordine - “mettila giù!” - mi muore in gola. Ormai c'ho rinunciato.

“Ah-ah.” borbotta, ficcandosi la sigaretta tra le labbra. Ed io rimango là, incantata. È così … perfetto!

No! non permettere agli ormoni di rovinare tutto!

Appunto! Ecco, Ormoni! È la conversazione più lunga che abbiamo da settimane. Non butterò tutto all'aria!

“Io-”

“Tu” mi interrompe, rigirandosi la stecca tra le labbra, e mettendo in tasca l'accendino, “pensi che mi importi qualcosa di ciò che è successo. Di ciò che dici e stai per dire, di ciò che hai detto.”

fa una pausa, come se stesse ragionando, come se stesse pensando a ciò che ha appena detto. Vorrei dirgli “sì, è così”, per non sembrare scema, ma poi mi toglie dall'impiccio, proseguendo.

“Il fatto è” prosegue, con voce monotono, tagliente. Non promette bene, anzi. Sento che tra poco rimarrò delusa, da me, lui, tutto. “che non m'interessa un cazzo. Nemmeno un po'. Per me vali meno di zero.

Ahh. Ecco.

Ecco fatto, mio Ryan. Ecco come distruggere una persona con due frasi!

Mi guardo le mani, sento già un vuoto al petto che cresce, prepotente.

“Sai, Ryan” comincio, senza quasi accorgermene, repentina, potente “ti dovrebbe fregare! Perché sai com'è, ti riguarda. È colpa tua” continuo, convinta. Ah-ah! Ecco che ci ricasco. Però ora ne sono sicura, è colpa sua. Non sono più sotto shok, non è più un capriccio, è una fottutissima convinzione! “se sono quasi stata... uccisa? Torturata? Non ne so un cazzo di queste cose!” sbotto alzandomi “nè m'importa! Dovresti crepare, non sei umano, non sei normale! E quelli come te non devono vivere!”

Dopo aver detto tutto ciò ci fissiamo, increduli. Lui ha gli occhi un po' sbarrati, di un celeste ancora più intenso, e mi guarda dal basso, buttando fuori il fumo. Per poco la sigaretta non gli casca giù, a terra.

Ed io … Beh, ho anch'io gli occhi sgranati dallo stupore. È la prima volta che sibilo, incazzata, senza poi scoppiare in lacrime di frustrazione.

“Vorrei solo che mi portassi più rispetto, Ryan” mormoro, un po' più sedata.

Solo un po' rispetto.

Solo quello.

Cos'è, è tanto?

Sono stupita: da me, lui (che non ribatte) e questa stramba situazione del cazzo. Se ci fosse MJ, penso applaudirebbe, brandendo i popcorn.

“Rispetto? Nemmeno sai cos'è. E in più io rispetto chi rispetta me. Tu, fin'ora, non mi hai mai rispettato, prima spiandomi” arrossisco di botto, colpevole “e poi urlandomi giù di tutto, in mezzo ai miei ragazzi.”

Al che si alza, prepotente. La sua figura è prepotente; alto com'è, per guardarlo in faccia devo reclinare il capo, altrimenti posso soltanto fissare il suo collo … Sul quale c'è un taglio, profondo.

Scatto, preoccupata. Già, ho sempre avuto questo … Spirito da Crocerossina.

“Cos'è questo? Chi te l'ha fatto? Ma l'hai disinfettato, coglione? Guarda! È tutto arrossato!” gli grido dietro, in maniera quasi imbarazzante.

Passo una mano sulla sua pelle, lo tocco, finalmente. Mi torna in mente il primo giorno che ci ho parlato davvero, quand'ho provato a toccarlo, e me l'ha impedito. Ora però, si gode quel gesto, inclinando il capo, lasciandomi ancor più pelle libera, da toccare.

La sua pelle è.. calda, ruvida. Accogliente. Senz'accorgemente, faccio un passo avanti, gli stringo il braccio muscoloso con l'altra mano, come per incatenarlo a me, ed inspiro il suo odore, accarezzandolo.

Ad un certo punto sul suo volto appare un sorriso, malizioso e sexy, ma allo stesso tempo dolce. Mi stringe i polsi con le mani, e sempre sorridendo , mi abbraccia.

“Siamo proprio strani, noi, eh?” mormora, con voce dolce, appoggiando il suo volto sulla mia spalla.

Sì, siamo strani e pazzi.

“Molto.” bisbiglio.

Mi godo ogni particolare di questo istante, rimandendo immobile, per paura di romperlo. Così, quando finirà, portò ripensarci.

Lui sembra così fragile tra le mie braccia. Ryan, fragile? È strano … è bello.

Inspiro, sentendomi finalmente di nuovo a casa. Oppure più semplicemente, trovandola per la prima volta.

 

''COSA?! COS'HAI FATTO?!”

Deja-vù.

Sorrido a MJ, alzando le spalle. “Non lo so neanch'io.”

“Oddio! È stupendo, lo sai questo?!” urla ancor più.

Siamo a casa sua, meno male. Non riesco nemmeno a immaginare la figura di merda se fossimo da me ed entrasse qualcuno della sua banda, o peggio ancora, se entrasse proprio Ryan.

“ODDIO! Sai che vuol dire?!”

“Ehm, che sono folle?”

“No, peggio! Che ti sceglierà! È così... pericoloso e romantico!”

“Pericoloso? Sceglierà? Che...”

“Come sua signora! È ovvio!” urla sempre di più MJ. Penso che, per qualche giorno, non parlerà più.

“Oddio, non dire così! Mi metti... ansia da prestazione! E poi, sai che non succederà mai” mormoro, tornando alla realtà, sconsolata.

“Ma che dici? Ryan non ha mai avuto né una ragazza né una signora, solo puttane!” m'informa, felicemente. Poi butta giù birra. Io nemmeno tocco la mia, troppo emozionata.

“Davvero? Che...” triste? No, per niente. Avere un ragazzo è stato triste. Se non l'avessi avuto, sarebbe stato meglio. Perciò non posso compatire Ryan, ma solo approvare la sua scelta. Fino ad ora, però. Ora... Cambierà. Spero . Se non altro io sono cambiata, poco ma sicuro.

“Sì. Però è pericoloso perché, come sai” a quel “come sai” incasso la testa nelle spalle, imbarazzata “le altre bande, anche se non dovrebbero, prendono di mira le signore così da distrarre i nemici.”

“Che...” deglutisco. “intendi per prendere di mira?

“Non lo so. Non voglio” bisbiglia, bevendo di più.

Oddio.

Sono pronta a rischiare tutto ciò?

Forse prima avrei detto ''no, certo che no! È della mia vita che parliamo!'', ma ora...

Sì, sono pronta. Almeno credo.

La domanda è: Ryan mi sceglierà?

 


ANGOLO AUTRICE 
Oilà! Sorpresa, rieccomi di già! E' vero, dovrei studiare ma...sono ispirata oggi :3 Ringrazio chi recensisce! Yep, parlate allora! xD
Em, allora... Uh, sapevate che cartella in latino si dice "capsa"? e pure astuccio se non sbaglio :P Ok, problemoni oggi! u.u
 E insomma, questo capitolo è particolare... Gwen e Ryan lo sono, d'altronde!
http://www.daringtodo.com/wp-content/uploads/2013/01/ryan-gosling-50-sfumature-di-grigio.jpg OHOHOH ma cos'abbiamo qua?! <3 TUTTI DEVONO AMARLO! è un ordine! :')
In ogni caso... io dovrei finirla qua.. però poi dovrei studiare.. hmm .-.
Forse è meglio che vada! Allora ciao, gentaglia! <3 Amate Ryan <3 
Lol

Meme1 (è passata di quàà) <3

 



 

 

 

 

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Capitolo 8
*** '8' ***



Cos'è peggio, deludere o essere delusi?



'8'
 


 

E' quasi come una formula matematica, questa: prendere una ragazza, aggiungerle un sogno e delle illusioni, sottrarre il tutto con un'apparizione improvvisa.

Esatto, va sempre così.

E' un martedì qualsiasi (sì, lo ammetto, da quando sono qua tutti i giorni sono “qualsiasi”, tranne quelli in cui c'è lui. Quelli là, li tengo bene a mente, sono cosi belli e rari) e sto andando al lavoro. Sì, lavoro ancora, sebbene sia stata quasi ammazza e/o rapita e/o non voglio pensare a cos'altro sarebbe potuto succedermi, proprio là. Non ho ben capito perché il capo abbia permesso tutto ciò, non più. Da quando ho scoperto cos'è la realtà, la dura realtà, la mia curiosità è un po' calata. Giusto un po', e solo in alcuni argomenti...

Per altre cose, è aumentata. Dov'è andato quel giorno Ryan, vestito tutto elegante, per esempio? Non gliel'ho ancora chiesto perché, beh, lui non è ancora venuto da me. O meglio, sì, ci siamo visti, ma mai veramente.

Il nostro rapporto è tornato in modo drastico, radicale e doloroso, al “che c'è per pranzo?”. A volte, l'ammetto, dice anche “Gwen” alla fine della domanda. Allora io preparo cibo più buono.

È stupido, lo so. Soprattutto il mio star zitta, è stupido. Dopo ciò che mi ha detto Gwen, la presa di mira, la scelta che forse Ryan farà … E dopo ciò che è successo con lui, beh, pensavo che almeno un “ciao, come va?” me lo potessi permettere!

Ed invece no.

Prendo le chiavi dalla borsa per chiudere a chiave. In realtà non so se Ryan è dentro casa, forse lo sto chiudendo là, ma non m'interessa. È chiuso dentro? Peggio per lui. Quando mi tratterà meglio, non “bene”, ma meglio, non chiuderò la porta.

Mentre infilo con velocità le chiavi nella toppa, mi sento proprio come Annie (si chiamava così?) che tiene in ostaggio Paul, in “Misery”, quel libro di Stephen King. Non è ovviamente una buona cosa, né è ciò che voglio, ma... Insomma, è solo un po' di vendetta. Mica lo costringerò ad una sedia a rotelle, né gli taglierò un piede, andiamo!

Sto già girando la chiave, quando qualcuno, dietro me, dà un forte colpo di tosse. La prima cosa che penso è: oddio, questo è proprio Ryan che mi chiede perché sto chiudendo. Poi però mi rendo conto che Ryan, quando tossisce, è molto più silenzio e curato ed in più, questa è una tosse femminile. Ma non è nemmeno quella di MJ, no: lei tossisce come un cavallo, poi aggiunge “Porca merda!”.

Così mi volto. Magari è Annie, oddio.

Invece è una ragazza dai tratti insignificanti, ma con delle gambe (l'ammetto!) stupende, che porterà almeno una quarta. Abbondante.

È una … Hmmm, Signora?

“Scusa?” domando, più per educazione che per altro.

Lei alza un sopracciglio (rifatto) e mi lancia un'occhiata carica d'astio. “Non ti scuso. E ora su, aprimi.”

ecco, queste sono cose che mi fanno montare la rabbia, l'odio, il nervoso. In più questa puttana ha una voce acuta e nasale (non credevo fosse possibile!) e, dio mio!, l'erre moscia!

È terribile. Ma mi concentro, dio solo sa quanto!, per non ammazzarla. Domando, sicuramente più cortese di lei: “Perché dovrei? È casa mia.” Già. E dentro, forse, c'è la mia quasi ragione di vita. Okay, esagero sempre.

Lei alza anche l'altro sopracciglio. È ridicola, brutta. Grottesca. Nei suoi occhi passa un'espressione veloce, è insicurezza, dubbio. Poi però torna strafottente, come al solito. “Come? Questo non è l'appartamento...?”

“Sì, lo è.”

“E allora, fammi entrare!” scalpita, mi sembra una cavalla pazza.

Sorrido. “No. È casa mia.”

Quante rotelle non ha?

Si avvicina di più. Ma è pericoloso, per lei: da quando sono stata... Hmmm, assalita, voglio più distanza tra me e le persone e così, con una piccola (ma neanche tanto!) spintarella, la sposto.

“Non toccarmi!” sibila come una serpe. “Devo andare da Ryan! È la mia giornata!”

E' … Cosa?

Oh, no. Questo proprio no.

Un odio mi cresce dentro, forte, tremendo. Sembro sempre più Annie. Dio.

Prima, è venuto a vivere a casa mia, con insulse preteste e stupide pretese.

Poi, ha mangiato ciò che io ho cucinato, a me ha rotto il cazzo perché “dov'è il pranzo?”.

E ora, vuole dentro le mie mura una troia? Stupida, baba, ignorante, brutta, con la voce nasale e acuta e la erre moscia?

Ma scherziamo?!

E poi, un momento. Ryan non s'era affezionato a me? Pensavo, santo dio, che non mi parlasse molto perché era lui di per sé così! E invece, è perché proprio non voleva parlarmi!

Mi sento così... Delusa, sì.

È come tornare al passato.

Lancio un'occhiata di fuoco a questa troia, quest'insopportabile vacca, quindi la supero, destabilizzata.

No, no, no, non doveva succedere! Perché a me? Perché di nuovo? Cos'ho fatto?

Sto per arrivare alle scale, quando una mano unta e disgustosa mi affera. “Aspetta!” sibila, con voce alta “Aprimi! È il mio lavoro!”

Oh no. Non posso sopportare un attimo di più tutto questo delirio, tutto questo tradimento … Anche se in realtà, di vero tradimento non si può parlare.

Mi avvicino a lei, disgustata. Sta qua ancora mi tiene il braccio ed è... ributtante! Chissà cos'avrà toccato con quella mano, e quante volte...

OH NO!

“Primo, non toccarmi mai più” sibilo, con una voce che potrebbe far gelare tutto, che potrebbe spaventare anche il più coraggioso o violento degli uomini. Lei indietreggia, mollandomi, potrandosi poi la mano al petto, neanche l'avessi scottata o morsa o graffiata.

“N-no...” bisbiglia, arretrando finché, col suo bel culo finto, non va a sbattere contro il muro. Vorrei che quel muro ti crollasse addosso, troia.

Muori, troia, penso. Mi avvicino a lei, quasi correndo, con il volto che è una maschera, non trapela nulla ma dentro sto bruciando, ardo, vado a fuoco, scotto e faccio a pezzi, a brandelli, in cenere.

“Cos-” comincia, ma la interrompo, con lo sguardo.

Se gli sguardi potessero uccidere, penso, divertita adesso, tu saresti già sotto terra!

sì. con Ryan, però. Come può avermi … tradita?

È che non mi ha tradita, cazzo.

“Non so perché vuoi entrare là” mormoro, sentendo ancora dentro me tutta questa marea d'emozioni che mi travolge, tutte spingono per uscire, facendo cadere le altre. E allora è: un attimo odio, poi divertimento, ilarietà, poi rabbia, violenza, poi incredulità, poi depressione... Tutte emozioni che non arrivano solo dal presente, ma anche dal passato, dal mio passato.

Probabilmente starò sembrando pazza a questa qua, ma io devo sfogarmi, devo, perché non l'ho fatto per anni. Lei è semplicemente la mia valvola, il mio capro espiatorio... Insomma, su di lei lascio tutto il mio peso, le mie emozioni.

Che se le tenga pure: non sono gelosa.

Che si tenga pure quell'attimo di bontà con Ryan: non m'importa.

“Anzi, so perché devi andarci” continuo, imperterrita. Ed è odio, è divertimento, è depressione. “Ma il fatto è... che non m'importa un cazzo.

Aggiungerei altro, molto altro, ma è già tardissimo.

Così corro al lavoro, lasciando quell'essere là, disorientato, spaventato, in preda al peso di tutto ciò che ho vissuto e che le ho passato con uno sguardo.

Magari cadrà dalle scale e morirà, chissà. Ops, che peccato. Quanto piangerò, se morirà. Tanto.

 

Quando torno a casa lei non c'è più. Non è sulle scale e non è sul pianerottolo, in attesa di fare il suo lavoro. Ma che schifo!

La giornata è stata pessima: c'era poco lavoro, c'era molto tempo per pensare. Così ho ragionato, pensato, deciso … Ho deciso che Ryan, ahimé, non mi ha scelta.

Nonmihasceltanonmihasceltanonmihascelta. Né mai lo farà. Non-mi-ha-scelta.

Quando entro nell'appartamento lui non è in casa, o almeno, io non sento rumori, cosi arrivo alla conclusione che non c'è.

Chiamo MJ. Non ho fame, non ho sete, non ho sonno.

Non provo niente.

Il passato tornerà, sempre. E questa volta l'ha fatto con stile.

“MJ?”

“Sì? Tesoro, che c'è?” domanda, percependo il mio stato d'animo.

“Non mi ha scelta...” bisbiglio pianissimo, così piano che nemmeno io lo sento.”

“Che? Che hai detto, Gwen? Il delta?

Io avrò parlato piano, ma MJ è pure mezza sorda, eh..

“Non mi ha scelta!” ripeto a voce più alta.

È doloroso.

Nah, non lo è. È più che doloroso, è la morte!

“Cosa?!”

“NON-MI-HA-SCELTA!” urlo. Cazzo, quant'è sorda!?

“Questo l'ho capito! Ma perché?”

“Perché-”

Che vuol dire tutto questo?” domanda una voce dietro me.

Una voce, ho detto?

Ho davvero detto così?

Beh, non è una voce. È la voce.

“Cazzo” prorompo, visibilmente alterata.

Da una parte c'è Ryan, mezzo nudo , che chiede spiegazioni, appoggiato alla porta. Dall'altra c'è MJ, che pure chiede più informazioni, ma con la sua solita eleganza, e cioè: ''cazzo! Merda, cos'hai? Porca merda!”. Penserà che ho avuto un attacco cardiaco.

Ed in effetti non escludo l'idea.

Sono totalmente in balia degli occhi di Ryan che, gelidi, mi scrutano. Sarà sicuramente fuori di sé per ciò che ho fatto, per ciò che gli ho fatto.

Ma chissene.
 


(https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRBBuBBm13dpcTPMWQeQ1cFqGKcOdLU6foV1VPhuFoANnzn8mxYbw, Annie). 

Misery è un romanzo di Stephen King, scritto nel 1987. Si tratta di un thriller psicologico ambientato in Colorado, dal quale è stato tratto un film, nel 1990. Con questo libro S. King ha vinto il premio Bram Stoker.
http://it.wikipedia.org/wiki/Misery_(romanzo).

ANGOLO AUTRICE.
Spero di non aver turbato nessuno con "Misery" :P In ogni caso, se qualcuno è interessato e/o vuole vedere un bel bel bel film, su cineblog01 si può trovare tranquillamente 'misery' e guardarselo direttamente. :3
Ebbene, tornando alla storia. E' vero, non pubblico da un bel bel bel po'. Però non è che voi siate cosi' attive nell'aiutarmi, recensire... :c
In ogni caso questo capitolo mi è uscito di getto, perciò... eccoci qua.
Spero che recensirete. se proprio non avete nulla da dire, fa schifo ma nemmeno avete voglia di tirarmi pomodori, pazienza: vi capirò. Non è sto granché la storia.
Comunque tornerò a scrivere, tra un po'. Se vi va, aspettatemi. Sennò ancora vi comprenderò! :3
Hi, meme1.
(ecco qua...Ryan!)

Bene, ora scappo davvero.
Spero sinceramente che nessuna di voi, adesso, chiuderà chi odia in una stanza e lo costringerà a scrivere insulsi romanzetti XD per poi tagliargli un piede! ahahah, è stato un momento epico e rivoltante del libro, ammettiamolo. Annie è ammattita! :')
Byebye
 

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Capitolo 9
*** '9' ***



'9'
Non solo tradita, 
ma anche delusa, umiliata.


 



Okay, la cosa sta ovviamente degenerando.

Due persone umane, civili, educate, non possono andare avanti così, con dei botta e risposta stupidi e inutili.

Devo fermare tutto ciò. È vero, il ritorno del passato fa male, mi fa vedere Ryan come un traditore bastardo. Solo che non lo è. Quindi mi rimbocco metaforicamente le maniche e, interrompendo senza cerimonie la chiamata di MJ – lei sta ancora dicendo “Ei! Cos'è successo, là?” e spero vivamente che non faccia la sua apparizione alla mia parola, bianca come un lenzuolo e curiosa – e lancio un'occhiata di fuoco a Ryan.

Che sarà ovviamente incazzato con me perché l'ho chiuso qua dentro – che poi lui, le chiavi, non le ha? - senza lasciare che quell'altra entrasse.

Tante cose sono ovvie. Troppe invece, non lo sono per niente.

“Ciao, Ryan.” Dico, stupendomi della mia voce elegantemente seria, forte, decisa. So che durerà poco, così sparo subito, senza lasciargli tempo: “Perché quella faccia? Sembra quasi che” tu sia stato rinchiuso in una casa, con la tua troia là fuori. “non abbia dormito per niente.”

Pian piano la mia voce si fa più lieve. È imbarazzante.

In più non riesco a guardarlo. È così bello. Fin troppo. Vorrei soffermarmi sui suoi tatuaggi, decifrarli, ma farmi beccare a fissarlo come chissà cosa – come una Annie – non sarebbe proprio la mossa più giusta, no. Così guardo fuori dala finestra, stringendo le mani al petto ed appoggiandomi al ripiano della cucina.

“Ti ho chiesto perché urlavi.”

Va bene. Va bene. Devo sistemare questa cosa. Ora sono io quella che gioca, come una bambina.

“Perché ne avevo voglia.” Cos'è, ora devo giustificarmi con lui?! Non è mio padre, anzi, non è proprio nessuno.

Non più.

Non è più nessuno.

“No. Non è questo” commenta quasi seccato – seccato!? - e lo sento poi avvicinarsi, ma non oso guardarlo. “In più non mi hai mai parlato bene di ciò che volevano al bar quelli, da te.”

Okay, ora che m'incazzo.

Io dovrei parlargli e dirgli tutto, quando lui, dopo che lo ho pregato, non mi ha detto nemmeno chi diavolo erano!?

Lo guardo. Lui mi trafigge con quel blu, quel mare sempre più in tempesta. Mi chiedo se i miei occhi rispecchino i suoi, ora. Probabilmente è così.

“E tu dimmi chi erano quelli là, allora!”

Come ho detto, la mia curiosità non si è spenta del tutto.

Va e viene, come la luce di una lampadina mezza bruciata.

Nei suoi occhi leggo, per un secondo, tormento. Quindi stringe con le mani, quasi spaspodicamente, il telefono.

“Te lo dirò.” borbotta, ed io già sorrido per la mia piccola vittoria: s'inizia così, con un piccolo particolare; poi due, poi tre; poi tutto. Saprò tutto, finalmente! “Quando tu mi dirai perché mi hai chiuso dentro. Sai che ho perso le chiavi.”

distolgo lo sguardo proprio quando inarca le sopracciglia, curioso e seccato. Un mix che non mi piace per niente, perché rispecchia esattamente ciò che provo anche io.

Mi tormento le mani, imbarazzata.

Gli dovrei dire che sono andata fuori di testa quando quella là ha urlato che “quello è il mio lavoro!”? Dovrei dirgli che l'ho quasi picchiata, che ho corso fino da lei pronta già a ucciderla, chissà come, poi?

Dovrei dirgli che ho fatto tutto ciò perché sono pazza di lui?

“Non sapevo che le avessi perse” bisbiglio, guardando il pavimento di casa mia, che non è più lindo come una volta. Qua e là ci sono mozziconi di sigarette, macchie di caffè e chissà dio cos'altro.

E, comunque, non mento. Non mi ricordavo proprio che mi avesse detto d'aver perso le chiavi, anzi, sono sicurissima che non l'ha fatto. Me ne sarei accorta, perché avrebbe variato il discorso dal suo solito “pranzo?” a “ho perso le chiavi”. Sì, me ne sarei decisamente resa conto.

E in quel caso … beh, non mentirò dicendo che non l'avrei comunque chiuso dentro, anche sapendo che l'avrei imprigionato.

“Forse avevo da lavorare, oggi”. Mi fa notare, con voce tagliente.

Beh, quella mattonella è terribile. Anzi: il mio pavimento lo è. Inutile che io cerchi di pulirlo, sempre brutto resterà.

Forse sarei dovuto andare a-”

Okay, ora basta! “Senti! Non lo sapevo, d'accordo?!” ulro, con voce alterata. “Non sapevo che il tuo lavoro” marco quella parola, massì! Dai, rigiriamo il coltello nella ferita! “fosse andare a puttane” urlo ancor più. Qualcuno mi sentirà? Non. Mi. Interessa. Non mi può importare!! “e poi venire qua e lamentarti, prendermi in giro e-”

non parlo più. Non perché non voglia: una mano mi tappa la bocca.

La mano di Ryan è grande, calda. Molto grande. La mia sarà sì e no metà della sua, neanche.

Il suo viso, fin troppo vicino, mi fa paura. Nei suoi occhi leggo soltanto astio e sorpresa, ma non è una sorpresa felice, per niente. Aggrotta le sorpacciglia, come scioccato.

Lo sono anch'io. Perché cazzo ho detto quelle cose?!

“Smettila di dir cazzate, Gwen.”

Non replico. Come potrei? Non me lo lascia fare.

E poi, quel contatto mi piace. È così vicino, come non lo è quasi mai stato.

Mi mancava, realizzo con orrore, mi mancava da matti.

“Io non mi sono legato a te in nessun modo … e sì, se vuoi una risposta chiara” accosta il viso al mio orecchio, ed io brucio, fremo. “No, non ti ho scelta. Né lo farò mai.

Okay, questo è un colpo basso.
Penso che abbia finito, ma non è così.
Se devi ferire e torturare il tuo nemico, fallo bene: non lasciare il lavoro a metà.
Ryan la deve pensare proprio così.
"Non ti ho scelta né lo farò mai, perché non sei il mio tipo. In più sei così curiosa, un po' una palla al piede. E non t'azzardare mai più a intrometterti nei miei affari, oppure a interrompere delle indagini perché sei così viziata che non vuoi fornire informazioni. Poveretta. "

Vorrei urlare, piangere, morderlo fino a farlo sanguinare, prenderlo a pugni per la sua sfacciataggine e acidità e cinicità, ma non faccio nulla perché mi tiene immobile lì, a sentir il suo respiro sul mio collo innocente.

In più il campanello si mette a trillare e la voce furibonda di Mary Jane arriva dal pianerottolo.

Scavatemi una fossa e seppellitemi viva, ora.

Non mi ha scelta, né lo farà. Posso morire? Posso?

Ora non solo mi sento tradita, ma anche inutile, stupida, inguenua, umiliata come non mai. Mi sembra di rivedere John e Martina a ridere di me, dicendomi che comunque sia non andrò da nessuna parte.

La mano di Ryan ed il suo sguardo cinico sono John e Martina.

Ed io, purtroppo, non andrò da nessuna parte.

Seppellitemi, ora.

 


ANGOLO AUTRICE.
Già, Ryan da un po' era un'incognita, mezzo buono mezzo cattivo. Ma ora eccolo che salta fuori per com'è veramente, e cioè: cinico
Credo vivamente che così sia peggio.
Più che cinico credo che sia anche malvagio. Vorrei dirvi altro, ma non posso, se non che dovete continuare a leggere per capire com'e' sotto sotto.
Ognuno ha una corazza. Bisogna solo abbatterla, no?
"Semplice a dirsi!".
Va be', ora scappo.
Non ammazzatemi, eh! :')
Meme1.



 

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Capitolo 10
*** '10' ***


Non sopporto i falsi traditori e quindi me ne andrò.

E tu per chi vivi?

Per chi muori?

Anche se fosse l'ultima parola, dilla ora

e forse un giorno tornerò.



 

'10'

 


"We'll be all right. Just not tonight."
"Staremo bene. Solo non questa notte."


 

Gwendolyn POV.


“Aprite! Aprite questa fottutissima porta, cazzo!”

Oh, MJ. Come vorrei aiutarti, come vorrei.

Ryan è troppo forte, troppo prepotente, troppo gelido, troppo tutto. È troppo per me, semplicemente. Non dovrei dire così, non dovrei nemmeno pensarlo, abbattermi nell'animo non è mai stato un atteggiamento mio, eppure ora, in questo momento, mentre sono appoggiata con forza al piano della cucina, con una mano premuta sulla bocca … Mi chiedo: perché combattere, perché vivere? Perché morire per Ryan? Perché?

Tento disperatamente di ringhiare, di combattere, mentre Ryan utilizzando soltanto una mano e lo sguardo, mi tiene inchiodata là. Dai suoi occhi esce il gelo, un gelo d'inverno, un gelo che ti penetra nelle ossa e lì resta, per tutta la vita.

È un gelo tormentato, come se stesse pensando, come se stesse valutando … Oh, cielo. È davvero troppo!

“Ryan! Gwen! Che succede là?!”

Già, che succede qua?, penso, muovendomi come un'anguilla. È inutile. Alla fine sono solo sudata e stanca, mentre Ryan a mezzo metro da me mi scruta, imperturbabile.

No, no, no basta! Non guardarmi così! Non ti parlerò più, non ti dirò mai più ciò che penso, ma non guardarmi così!

“Gwendolyn. Non so perché tu abbia potuto pensare una cosa...” esita. Esita, sì, questo è il termine giusto. Mi scruta il volto. I miei occhi sono spalancati e prudono, le lacrime che combattono per uscire. La sua voce è così... Adulta. Sembra un'altra persona, un altro Ryan, i suoi tratti stupendi sono trasformati dall'odio. NON GUARDARMI COSI'! “...Ma non accadrà. Mai. Scusa se prima ti ho parlato così.”

E semplicemente, mi libera.

“Parlato, Ryan!?” attacco subito, come scottata. No, no, no! Non mi tratterà più così, mi sono stufata!! lui mi dà le spalle, guardo la sua schiena lunga e tatuata, ma cazzo, non m'importa niente di cosa sono quei disegni di merda! Voglio solo che la paghi! Per bene!

“Sì.”

“RAGAZZI! Che succede!?” sibila MJ, che probabilmente non sa che la porta è aperta, così non entra.

MJ! Entra cazzo!

Mi tormento le mani. Do un pugno al piano della cucina. Il boato è forte, come lo è il dolore che parte dalle dita ed arriva fino al cuore, facendomi agognare di morire subito.

Ryan si volta, un'espressione perplessa sul viso. “Hmmm?”

Ryan! Ryan, perché devi essere così?!” urlo, quasi un'ottava più in alto del normale. No, no, cazzo NO! “Io … Io non so perché ci tengo così a te” sibilo e vado sempre più su, più su con la voce “però! Però smetterò di pensarti anche! Meriti la morte, sei inutile!”

sul suo volto appare un ghigno quasi felice.

“Non pensari più, Gwen” sussurra, con voce così dolce che sembra pregarmi di fare l'opposto.

“Ryan! Perché!”

perché sei così?

Perché sei così difficile?

Perché sei così dannato?

Perché sei così bello?

Perché sei così deciso?

Perché sei così coerente?

Coerente nel rendermi la vita un inferno,

coerente nell'odiarmi,

coerente nel farmi morire dentro!

Lui non dice niente.

Con una scrollata alle grandi spalle, se ne va nella sua stanza che nemmeno so bene qual è.

Lo seguo, imperterrita. Basta!

“Non posso andare avanti così” perché io ti amo, tu mi odi totalmente. “Devi andartene.”

Ryan, che sta aprendo la porta, s'immobilizza.

“Come?” domanda spiazzato, inarcando sempre più le sopracciglia.

“Devi. Andare. Via.”

“Sai bene che non è possibile.”

“Ryan, io sono solo una stupida bambina che si affeziona” s'innamora! “troppo velocemente e facilmente. E tu sei solo uno sporco assassino, bastardo per di più.”

“Lo so.”

taci! Con sguardo omicida, lo ignoro. “Io ti dovrò odiare. Ma avendoti qua … con pure quelle … No. Capisci da te, no?, che è impossibile. Devi. Andartene.”

Lui si passa una mano tra i capelli, come se stesse valutando se prendere un caffè o un tè. Così, normalmente cinico.

Basta!

“Ryan! Non m'importa di ciò che pensi. Te ne andrai.”

“Non capisci chi comanda-”

“E' casa mia. Comando io.

Soppesa ciò che ho detto e alla fine, senza una parola, entra nella sua stanza e chiude la porta dietro sé.

Oh, al diavolo!

“Sappi che se non te ne andrai tu,” sussurro, perché voglio dirlo, ma senza che mi senta. “me ne andrò io.”

Sì, ma per sempre.

 

 

 

Due giorni più tardi.

MJ POV.
 

MJ, sei stata un'amica favolosa. Non è colpa tua, non lo è affatto.

Mi sono legata a Ryan in maniera troppo forte, quindi me ne vado almeno per un po'. Magari così ciò che provo sparirà.

Lo amo.

Lo odio! Mi ha detto che non mi ha scelta, né mi sceglierà mai. Non voglio lagnarmi, no: solo farti sapere ciò che mi ha detto, come mi ha ferito, quando lo affronterai.

Perchè lo farai, vero?

Mi ha detto che sono una bambina, MJ.

Tu non sai poi cosi' tanto del mio passato. Devi sapere che la mia migliore amica Martina se l'è fatta con John, il mio ragazzo. È stato terribile, quando li ho scoperti.

E cosa mi hanno detto? “Tanto tu non combatterai, non andrai da nessuna parte!”

Proprio così. Ma io me ne sono andata: è per questo che sono capitata qua! Catapultata in questa realtà che non mi appartiene, purtroppo.

Cosa mi ha detto Ryan, oltre a tutti gli insulti? Che tanto non farò nulla, che sono una buona a nulla appunto.

Me ne vado. È un errore?

Oh Mj, io non lo so.

Spero di tornare viva, almeno.

Spero di tornare senza più alcun sentimento, nessuno.

Davvero, sei favolosa.

Ciao, Gwen.

 

Cammino più veloce che posso.

Oh, Ryan me la pagherà.
Ho trovato proprio oggi questa lettera, di Gwen, nella cassetta della posta. E n
é oggi né ieri si è fatta vedere al lavoro. Tutto ciò può voler dire solo qualcosa di male.

Gwen non ha mai voluto andarsene da qua, mai.

Lei ha paura di scappare!, penso, entrando nell'appartamento della banda, degli Otto, dove purtroppo è capitata anche lei. Ricordo che, quando mi hanno detto tutti sorridenti, 'arriverà una ragazza nuova, qua!', ho pensato che sarebbe stata la vacca di turno.
Ed invece no, eccola là, Gwen che varcava la soglia, trafelata, con mille valigie. E' stata amicizia a prima vista per noi. 
Come per lei è stato amore a prima vista con Ryan. L'ho capito fin dal primo sguardo che gli ha lanciato, davvero. E' stato terribile capire che tutto, tra loro, sarebbe andato male, e non poter fare nulla. 
Così, per mesi, ho finto di non saper nulla. Bande, armi, droga. Niente di niente.
Speravo che la sua curiosità diminuisse, ma niente.
Vero amore?

James mi viene quasi addosso, portando con sé delle pile di scatoloni. Mi sposto un po' in là, seccata.

Ci mancava solo lui!

Lui, che per così tanto tempo ho pensato silenziosamente.

Che non mi ha mai cercata.

Basta.

La mia pazienza ha un limite.

“Oh! Ciao, MJ.”

Aspetto che faccia qualche passo più in là, così da lasciarmi libere le scale. Poi lo supero, con sguardo piatto.

Al diavolo, James! Va' al diavolo!

“Ehi! Ma cos'hai? Prima, Gwen. E ora tu! Ma cos'avete? Che è successo?”

Lo guardo. È così bello, con il suo volto un po' ingenuo, ignaro del male che c'è tutt'attorno, eppure così pieno di conoscenza sulla morte, che è un'incognita pericolosa.

“Gwen...” bisbiglio. “Sai dov'è?” Non voglio dirgli della lettera, nè di ciò che è successo. Ovviamente lui non sa un cazzo; è, come al solito, trattato come "facchino" della banda, lui lavora lavora lavora, ma non ha mai ricompense. Sono degli stronzi!
Ryan è il più bastardo.

“No. Mi dispiace. Perché?” 
Ecco, appunto. Totalmente all'oscuro.

“Sono giorni che non la sento più!” borbotto soltanto, con l'odio che cresce sempre più dentro me verso Ryan, impetuoso.

Per un po' lui sta zitto, quindi fa' uno scatto improvviso, lasciando cadere giù lo scatolone, sul quale c'era scritto, bello grande: ''fragile''.

“Quelli dell'altra banda! L'avranno-” inzia, con voce fuori di sé.

“NO. È per Ryan.” mi lascio sfuggire, per fermare il suo attacco d'isteria. Ci manca solo che vada su, da Ryan, a urlargli che il Blood's hanno rapito Gwen!

“Cosa?”

Scuoto il capo seccata, e quindi volo su per le scale.

La porta dell'appartamento di Gwen e Ryan è aperta, e lui è dentro, con un'espressione tetra, vestito di nero.

“Ryan!”

Si volta, ha in mano una pistola che sta amabilmente caricando.

Già, gli importa solo di due cose: pistole e sesso!

Gwen c'è rimasta malissimo e, quando al telefono me l'ha detto - '' non mi ha scelta!'' - la sua voce sembrava quella d'un cadavere.

“MJ.”

Più che un saluto, è una constatazione.

Lo odio.
Con tutta me stessa.
Mi ha tolto un'amica, la spensieratezza e la felicità.
Per sesso e armi.
Muori Ryan, muori in modo lento e doloroso.

“Gwen è scomparsa.”

“Sì, lo so.”

Sto già per iniziare a fargli il terzo grado, proprio come una poliziotta, ma...

Come...?

“Lo sai!?”

Lui annuisce. I capelli color del grano si scompigliano un po', e nei suoi occhi rimane immutata l'espressione di totale cinicità .

“Sì, me l'ha detto.”

Un. Momento.

Non riesco più a controllarmi: gli salto addosso, come una belva affamata.

Ha una pistola?

Non me ne frega un cazzo!

Mi sparerà?

Meglio! Cazzo, la mia migliore amica è scomparsa, lui lo sa, ma non fa nulla per aiutarla?!

Non mi ha nemmeno avvisata!

Lo odio!

Lo odio!

E mi odio!

Quando ho visto Gwen, dopo essere piombata nel suo appartamento come una furia, aveva un'espressione distrutta.

Avrei dovuto capirlo che se ne sarebbe andata, prima dell'arrivo di quell'insulsa lettera! Sono un'amica indecente, inutile!

Avrei dovuto …

BUM!

Sento uno sparo, forte, vicino a me.

Forse, su di me.

Che?...


ANGOLO AUTRICE *scappa*
HAHAHAHA, non fatemi fuori, giuro che sistemerò tutto!!
E' che dovevo fare questo capitolo, scusate. Tra Ryan e Gwen non può andare tutto rose e fiori ... Insomma, ecco qua il capitolo 10, nonché capitolo di svolta!
Che ne pensate?
Ringrazio chi recensisce sempre, nonostante tutto! (: 
Grazie belle ! :3
Come avrete visto lassù, a inizio capitolo, c'è un po' della canzone "Amore Puro", dell'Amoroso, che calza proprio a pennello <3 :d
Ecco qua tutta la canzone, per salutarvi.
Non dimenticatevi di lasciarmi una recensioncina! Ed ecco pure il link per sentire la canzone: http://testicanzoni.mtv.it/testi-Alessandra-Amoroso_455163/testo-Amore-puro_31784061. Davvero ciao, popolo di EFP! <3 
Meme1

 

Puro amore mio

Sepolto da mille valanghe

Ho smarrito la felicità

La cerco combattendo

Fuggo da questa città perché non possa guardarmi

Perché non possa fotografare le condizione del mio cuore

Che ora danza lenta immobile tra gli scogli dei ricordi

Che ora è qui deriso e stanco tra il ricordo e l'illusione

Di ciò che era puro amore

 

Questa notte è nostra

Corri forte angelo mio

Come fosse l'ultimo motivo

Per rimanere vivo e se sarà amore

Trattalo come un segreto

Come il più prezioso dono ricevuto e che racconta perché vivi

Perché muori

Non sopporto i falsi traditori

E quindi me andrò e tu per chi vivi

Per chi muori

Anche fosse l'ultima parola dilla ora e forse un giorno tornerà

 

Puro Amore mio

Ti ho cresciuto nei miei sogni

E ti ho tatuato sul mio cuore

Dando fede anche agli sbagli

Lascio solo a te l'amore mio di cavaliere errante

E cammino allontanandomi

Da noia anche se grande

Il dolore che mi invade ma di cui non temo i danni

La mia anima fu consegnata a te e solo a te e rimane tua

 

Questa notte è nostra

Corri forte angelo mio

Come fosse l'ultimo motivo

Per rimanere vivo e se sarà amore

Trattalo come un segreto

Come il più prezioso dono ricevuto come me e te

 

Puro amore mio

Forse hai vinto e sto morendo

Ma sarà il nome di tutta una vita

Spesa ai margini di un sogno

Per la musica, la gente che curò le mie ferite

E quella gente quella musica mi indicarono il futuro

E fu soltanto amore puro

 

Na, na, na, na...

 

 

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Capitolo 11
*** '11' ***




'11'

"Non posso più amare, è il prezzo da pagare; scusa."

"Scappo, come un'idiota. 
O un'eroina ferita e coraggiosa."

Scappa, finchè puoi!










GWEN.
Le foglie cadono a terra e sembrano volermi abbracciare, stringere. È da ormai una giornata intera che me ne sono andata, che sono scappata come un'idiota o come una coraggiosa eroina ferita, non lo so. Non so più che pensare di me, di questa vita, in realtà.

Una cosa di cui sono sicura c'è: questo mondo non mi appartiene, non posso starci. È come costringere un pesce d'acqua dolce a vivere nel mare. Morirà, inutile indorare troppo la pillola.

Ed io? Che mi succederà?

Girovago a caso per i quartieri, mi allontano sempre più da casa, da Ryan, e fin'ora mi è andata bene. Non ho incontrato né una banda né anima viva, perciò posso ritenermi fortunata, almeno un poco.

Ma quanto durerà?

Quand'è che cadrò, che morirò, che verrò trovata?

Che quell'uomo, quella macchina assassina, sorridendo mi sparerà, perché “non si dicono le bugie”?

Quest'idea mi terrorizza ma, poiché ho ancor più terrore di tornare sui miei passi e affrontare Ryan, continuo per la mia strada.

Presto le case si fanno sempre più rare finchè non mi ritrovo in una specie di Nulla Totale. Non c'è proprio … Niente. Solo prati verdi resi neri dall'oscurità e infiniti cieli su di me.

Questo luogo mi terrorizza, mi rende una facile preda. Non c'è niente dove nascondersi, non c'è un albero. C'è solo montagna, ripide salite e discese di manto erboso, qualche fiore qua e là.

Lascio che le mie gambe cedano, finalmente. Cado giù, a terra.

Era ora, sembrano urlare quelle, che poi si spengono: non le sento più. Eh già, non sono mai stata brava a fare trekking, neppure quand'ero scout.

Oh, scout. È là che ho conosciuto John! Non posso negarlo, è stato un periodo stupendo. Ringrazio quel ragazzo per ciò che ha fatto, mi ha dato sicurezza e felicità per un po'.

Poi mi ha tolto tutto, ma … insomma, la vita non è forse sempre così? Dà e toglie.

Nulla è eterno, ahimé.

Neppure la mia permanenza qua.

Ho deciso: tornerò a casa, prenderò la mia roba, la impacchetterò e inivierò una mail ai miei (Mamma, papà, io torno). Saranno felici, non lo so. Sì? Bene, meglio. No? Va bene uguale, non mi frega un cazzo. Né di loro né di John né di Martina né di ciò che la gente penserà.

Ripenso, tentando d'alzarmi, alla lettera che ho dato a MJ.

Sarà morta dalla paura.

Questo pensiero mi fa alzare e così torno a quella che pensavo fosse casa mia.

 

RYAN POV.

Esco di casa. Ho costretto MJ a star nel mio appartamento e, se la conosco bene, farà così.

Non ho idea di dove possa essersi cacciata quella ragazzina, quella Gwen. Pure il nome è da bambina, Cristo!

Come può aver pensato … Oh, cazzo. Che ingenuità! Quasi odiosa.

Prendo una pistola, la impugno. Calibro 44. lascerò un bel buco in testa a chi si metterà tra me e Gwen, oggi.

Spero di trovarla.

Spero che sia scappata cosi lontano, magari in un altro mondo, dove sarà felice, finalmente.

MJ mi ha fatto leggere quella lettera … è stato raccapricciante leggere quella roba. Insomma, sembrava un po' una tele novela, con quei tradimenti... Ma allo stesso tempo, capisco la ragazzina. Anche a me è successo, d'essere tradito.

È per questo che non posso più amare. Il pegno da pagare per la troppa fiducia nell'essere umano è questo, d'altronde. Non amerò mai più.

Non potrò mai amare Gwen, nemmeno se lo volessi con tutto me stesso, corpo, cuore e anima.

Che poi, un'anima ce la ho?

Ci penso, mentre cammino verso le vie più fuori dal paese. È sicuramente andata di là. Magari ora, nella notte, sarà stanca e buttata su un prato verde.

Ho un'anima? L'idea di non possederla più non mi spaventa, anzi, mi rassicura.

Insomma, che uomo normale che ha un'anima e un cuore pulsante, delle emozioni, potrebbe mai uccidere quanto faccio io, senza provare alcun rimorso?

È vero, lo faccio perché chi muore deve morire. Ma non siamo costretti tutti a farlo?

E allora, perché non mi sparo un colpo in testa?

Sento un urletto sorpreso. Proviene da davanti a me.

Poi, una figura tenta di sottrarsi al mio sguardo: ma non può, non c'è nascondiglio quassù. Per questo amo i monti, l'unica cosa che posso amare sono loro.

I monti. Amo i monti. Che stronzate vado dicendo!

“Gwen. Esci di là.”

Ho l'amaro in bocca. Dovrò dirle ciò che ho fatto a MJ.

È stato istintivo.

E se succedesse ancora?

Una figura le si avvicina da dietro.

Cazzo!

“GWEN! Giù!” urlo.

Ma è tardi.

Cazzo, cazzo, cazzo.

 


ANGOLO AUTRICE.
L'autrice buona vi propone questa fotoo :O
Morite dal ridere con me! ahahha :')
Bom, io devo scappare! Ciao!

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