021 Il buio del non essere.

di Artie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'attivazione ***
Capitolo 2: *** La strage ***
Capitolo 3: *** Panico ***
Capitolo 4: *** IV Buio ***



Capitolo 1
*** L'attivazione ***


Terra 25 anno 2062 gli esseri umani sono riusciti a creare un sistema di colonie spaziali con aspetto uguale alla terra abitabili dal genere umano.

Ormai non si sa più qual'è la Terra originale e alcune colonie sono in guerra fra di loro per capire quale sia la Terra originale che amministri le colonie.

In questi anni cominciano a svilupparsi le più potenti biotecnologie genetiche e le più avanzate organizzazioni stanno elaborando delle vere macchine da combattimento e di distruzione.

I cyborg.

Su Terra 25 nacquero in questi anni le prime organizzazioni e sperimentarono i loro esperimenti su esseri umani...

 

Il mio nome è... non mi ricordo... c'è una profonda confusione in me... perché mi sento così strano... non lo so la mia testa è confusa... chi sono? Dove sono? Perché sono qui in questo luogo?

No, qui riguardava la mia vita, o meglio la mia passata vita oppure la mia futura vita.

Mi sforzo a ricordare e mi viene in mente una giornata di pioggia. Non pioveva quasi mai sul pianeta Terra 25, ma che cosa era Terra 25? Non lo sapevo.

I miei ricordi cominciano a prendere una consistenza e mi viene in mente mi fratello, morto in un incidente stradale e io ero a piangere sulla sua tomba.

Ma chi ero? Questo non mi ricordavo.

C'era un vuoto nella mia mente, ma forse adesso la mia memoria stava prendendo consistenza, cominciavo a ricordare.

Sentivo il rumore dell'acqua piovana e dei miei piedi che passavano per le pozzanghere, correvo, ma dove correvo?

La casa mi ricordo che non ce l'avevo, mia madre e mio padre erano morti quando io ero piccolo, mi dissero che erano morti anch'essi in un incidente sul lavoro , non ci avevo mai creduto , non volevo crederci.

Da quando mio fratello era anch'esso morto mi sembrava di ricordare di vivere in un orfanotrofio , i ragazzi li dentro venivano trattati malissimo quasi incatenati.

Era li che aveva passato i suoi ultimi 5 anni di vita ( così mi sembrava di ricordare ).

Ma c'era ancora una cosa che non sapevo e che non ricordavo. Chi ero?

Apro gli occhi , vedo una stanza con le pareti grigie , sembra una prigione.

Dove ero?

Nel mio corpo avevo una sensazione strana, mi sentivo leggero, ma una sottile rabbia covava in me.

Non era una rabbia passeggera era come se quella rabbia stesse covando in me da tanto tempo, ma che giorno era?

Avevo perso la cognizione del tempo e mi sentivo strano, diverso, ma da chi ero diverso?

Non riuscivo a trovare risposta al quesito più importante.

 

-Buongiorno 021-disse una voce

-Chi sei?- gli risposi con tono dubitativo

-Distruggi!-mi disse la voce

Azionato come un robot vidi uscire una luce dalla mia mano e mi si aprì un varco nel muro grigio.

Non ci credevo. Ero io che avevo azionato quel raggio, da dove era partito??

Sentii il mio istinto che mi diceva di distruggere e di ribellarmi e così feci.

Senza nemmeno volerlo scappai correndo in maniera velocissima e, dieci minuti dopo, ero riuscito a fuggire da quell'inferno.

Mi inseguirono e mi spararono, tentai di evitare i proiettili ma mi colpirono, era la fine , ma il mio corpo stranamente respinse i proiettili.

Chi ero diventato??!

Preso da una profonda cattiveria lanciai un raggio e dopo poco tempo la base militare (o meglio mi sembrava) da dove ero fuggito era già esplosa e tutta la gente fuggiva e gridava disperatamente alcuni piangevano sui morti, ma che senso aveva?

I morti sono morti i vivi sono vivi.

Io in quel momento non sapevo ne se ero morto ne se ero vivo.

Chi ero?

Sentivo l'amaro odore del sangue dei morti e mi compiacevo di ciò che avevo appena fatto.

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Capitolo 2
*** La strage ***


Pioveva, la pioggia mi era estranea, che cos'era? La pioggia lavava quel poco che rimaneva dei miei ricordi, restava la domanda più importante. Chi ero? Avanzavo sui morti, era bella la sensazione che provavo nel vedere il sangue che colava giù dai corpi dei morti e più lo vedevo più mi veniva in mente di volerlo vedere di nuovo, quel colore dal sapore amaro. Preso da un pensiero folle il mio corpo si teletrasportò. Arrivai in città, la gente era stupita dalla mia comparsa improvvisa e gridavano come degli idioti, sciocchi umani. Sparai un raggio e un palazzo crollò, scoppiò un incendio, la gente gridava molti piangevano, correvano di qua e di la come delle formiche a cui avevano distrutto la tana, ai miei occhi erano effettivamente stupide formiche smarrite ed io per loro ero il classico bambino che con uno sputo ricopre l'entrata della loro tana. Mi piaceva questa sensazione. Udii grida di bambini che piangevano sul sangue dei loro genitori morti con il crollo del palazzo, un attimo dopo vidi anche loro morti, colpiti dal mio raggio, niente di più. La zona della città bruciava, intervenivano le forze dei vigili del fuoco per calmare l'incendio, le autoambulanze portavano in ospedale i pochi sopravvissuti ed io ero l'autore di tutto ciò, mi compiacevo. Io ero lì, impassibile senza fare niente, ciò che avevo fatto lo avevo già fatto e ora dovevo cambiare territorio di “caccia”.

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Capitolo 3
*** Panico ***


Era bello. Almeno, percepivo che era bello e continuai a fare così, tutto il giorno. Tutti i superstiti della mia follia non sapevano più che cosa fare, un continuo incendio avanzava sul pianeta, si erano addirittura formate bande di saccheggiatori che depredavano le case rimaste vuote, vuote per causa mia, ero indifferente a ciò. Un tuono rimbombò nel cielo, cominciò a piovere, di nuovo. La pioggia mi fece calmare, svenni. Mi risvegliai in una baracca, china su di me c'era una ragazza. -Come stai?- mi chiese Non risposi, mi portò un bicchiere d' acqua,bevvi. Mi disse che si chiamava Takaiko e che viveva nella baracca da quando il giorno prima qualcuno aveva ucciso i suoi familiari, quello era quel che restava della sua casa, chi sarà mai stato a fargli questo? Poverina...(...) Due minuti dopo non era più fra noi e ad ucciderla ero stato io... Mi alzai, mi teletrasportai ed ero ancora nella città, camminavo con aria soddisfatta e in certi momenti facevo partire altri raggi, i saccheggiatori rimasti morirono in poco tempo. Molti mi chiesero cosa ci facevo lì, la legge la facevano loro nella città distrutta, loro, i pochi superstiti, la loro vita dipendeva dalla mia volontà. Dopo 2 giorni della colonia era rimasta poca gente in vita e il terrore si respirava nell'aria, in un mondo che non aveva più valore ad esistere, un essere faceva valere la sua giustizia, quello ero io. Ancora mi ritornano in mente quei momenti ed a volte vorrei riviverli ancora, non sono per niente cambiato da quando sono sulla vera terra, questo mi dispiace un po', ma a volte mi rallegra il sapere che non sono cambiato per niente, la mia storia potrebbe essere narrata in un libro o in un film, peccato che questa sia la realtà e la terra non la vuole accettare. Ritornando alla mia storia, ho perso il conto di quante persone ho ucciso e di quante colonie ho distrutto, ma la distruzione di Terra 25 destò sospetti in molti investigatori, ma non seppero che la catastrofe più grande doveva ancora arrivare.

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Capitolo 4
*** IV Buio ***


IV Buio

 

Avanzavo per Terra 2, la colonia che diede inizio a tutto, compresa la mia fine, provavo un profondo odio per questo pianeta pieno di verde e di vita.

Non era niente in confronto alle altre colonie, questi sciocchi umani nascondono la guerra alla gente, fanno finta di niente, bastardi.

 

Preso da una furia incontrollabile saltai in aria e, un attimo dopo, del verde che avevo visto non ne era rimasto niente, solo odore di bruciato misto all'odore del sangue della mie vittime e le urla dei bambini.

 

Mi si avvicinò una bambina mi chiese di aiutare sua madre, piangeva, bella sensazione quella di sentire piangere i bambini.

Lascio a voi immaginare cosa feci.

 

Mi spostai in città, una enorme città piena di negozi, grattacieli, bel posto in confronto a terra 25 e alle altre colonie da me distrutte.

Senza neanche avere il tempo di pensare sparai un colpo di energia contro i grattaceli che crollarono e fecero un rumore che mi fece balzare i timpani fuori dalle orecchie.

La solita scena, gente che gridava aiuto, rumori di ambulanze e di sirene dei vigili del fuoco per spegnere l'enorme incendio che si era creato.

 

Passai per le fiamme e uccisi tutti i superstiti della mia strage, molti mi imploravano pietà, non ne risparmiai uno.

 

Distrussi definitivamente quello stupido pianeta il giorno dopo, ma sentivo dentro di me un buio.

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