We both knew it, right away.

di JulieTeller
(/viewuser.php?uid=554123)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Complications. ***
Capitolo 2: *** Una mossa azzardata può essere fatale. ***
Capitolo 3: *** Amare a tal punto da morire. ***



Capitolo 1
*** Complications. ***


                                                          WE BOTH KNEW, RIGHT AWAY.

Capitolo 1: Complications.
Jax stava seduto accanto la culla del piccolo Abel, come tutti i giorni da quando era stato rapito. Tara non aveva potuto fare niente, ma Jax non riusciva a capirlo. Stava lì, inerme, a fumare ininterrottamente immaginando il suo piccolino ancora tra le braccia. Tara finalmente entrò nella stanza, non l’aveva fatto prima perché era un momento molto delicato, non voleva disturbarlo, aveva bisogno di pensare. Lo guardò, come una donna guarda il suo uomo soffrire di dolore. Si inginocchiò a mezz’aria e cercò di farlo alzare per quanto meglio poteva, non riusciva e non voleva soprattutto vederlo in quello stato, persino la sua bellissima e lunga chioma bionda era abbattuta. Lui la spinse prontamente, sembrava completamente ubriaco ma aveva bevuto solo una birra, per quanto ne sapeva. “Alzati, Jax. Ho bisogno di te. Combatti, lo ritroveremo.” “Ho fatto un grande sbaglio, Tara.” biascicava, fuori di sé. “Non dovevo chiederti di restare. Dovevi tornartene di nuovo a Chicago, il tuo posto, mi sono reso conto, che non è più qui.” La guardò negli occhi, serio. “Non stai parlando sul serio. Io ti amo, non me ne sono andata via da Chicago per Kohn e non sono rimasta perché l’abbiamo ammazzato. Io sono rimasta qui per te ed Abel..” “Devi andartene!” tuonò con un urlo secco, facendo sobbalzare Tara che ancora stava sperando in un suo cambiamento, lasciandola senza parole. Nel frattempo bussarono alla porta, lei lo guardò con occhi pieni di lacrime che le devastarono tutto il viso. Socchiuse gli occhi disgustata e attraversò velocemente la cucina per andare ad aprire. Clay, Opie, Bobby e Piney. “E’ tutto vostro, adesso.” guardò Clay negli occhi, con un’espressione di donna che ne sapeva più degli altri. “Non avevi ragione, non sono la cosa migliore che gli sia capitata. Lui è la mia maledizione.” le scappò un piccolo singhiozzo disperato, riuscendo a malapena a dire: “Me ne torno a Chicago.” Gli altri la guardarono dapprima stupiti, poi capirono. Devastata dalle parole di Jax, corse in camera da letto per prepararsi mentre lui si alzò con fatica per raggiungere i suoi amici. Amava Tara. Da morire. Ma non voleva metterla nei guai, voleva fosse salva. Voleva non le succedesse nulla, la sua morte non l’avrebbe sopportata. Sentiva i pianti dall’altra stanza, simili a quello che le scoppiò in gola, davanti a lui, quando uccise Kohn. E lui continuava a trattenersi nell’afferrarla e prenderla tra le braccia. Era straziante, ma doveva farlo. Lei si bloccò per un attimo, gettando la borsa ai propri piedi. Si volto verso di lui. “Sei un codardo. Io ho avuto le palle per starti accanto, non me ne sono andata. E questo è il ringraziamento! Hai fatto la scelta giusta.” lo guardò dritto negli occhi per poi afferrare nuovamente la borsa. Clay e Opie si spostarono per farla passare e fissarono Jax, interdetti. “Perché l’hai fatto, fratello? Era la tua signora, non si tratta così una donna.” “Levatevi dai coglioni.” Spinse entrambi per passare e raggiungerla. L’amore che provava per lei era troppo forte, l’avrebbe protetta per sempre. Corre a petto scoperto, in mostra il tatuaggio del club a cui apparteneva fin dalla nascita sulla schiena, i Sons of Anarchy, e il nome del piccolo Abel, suo figlio, tatuato sul petto. “Tara!” urlò per cercare di fermarla. Lei corse più velocemente non appena si accorse della sua presenza, non voleva vederlo, voleva scappare lontano da lui. Aveva sopportato per troppo tempo i suoi sbalzi d’umore, le sue puttane, il club. Poi anche Abel, come faceva a trovare un equilibrio? Jax riuscì a raggiungerla e la afferrò per un polso. Lei non pensava fosse lui, aveva corso così velocemente per seminarlo! Si voltò con il fiato corto e con il viso inguardabile. Lui la guardò attentamente senza dire una parola e infatti Tara era in procinto di andarsene. Ma Jax non le diede il tempo. “Perdonami, Tara. Ti amo da quando avevo 16 anni. Non posso permettermi di lasciarti andare. Sono un coglione. Mi manca tanto Abel, lo sai. E in qualche modo ho dato la colpa a te.” la guardò negli occhi a lungo, non erano necessarie altre parole. Le prese il viso tra le mani improvvisamente, unendo le labbra alle sue e baciandola con passione. Avevano bisogno l’uno dell’altra, si erano mancati e quel gesto ne era una prova chiara. Però Tara pianse e Jax non ne capì il motivo. Le aveva aperto il suo cuore, era difficile che lo facesse, infatti capitava di rado. “Cosa c’è? Che succede?” “Perché mi fai questo? Ti piace farmi star male? Ti piace calpestarmi? Ogni volta che fai così, sono io che devo rimettere tutti i pezzi di me al loro posto. Sai benissimo che ogni volta che torni, io torno sempre da te. Perché ormai ti appartengo. Ma così mi uccidi, lo capisci porca puttana?” Jax non azzardava una parola, aveva ragione ma non poteva smettere di amarla. Ci aveva provato con qualsiasi cosa, ma non c’era nessuna soluzione! “Allora ti lascio libera, Tara. La scelta è tua, è questo che vuoi, no? Non voglio più intromettermi nella tua vita, è giusto così.” “Dici sul serio, Jax? Lo pensi davvero?” lo afferrò per un braccio con tutta la forza che aveva, furiosa e stufa marcia dei suoi discorsi inutili. “Pensi che io me ne stia andando perché voglio scappare? Ho sopportato e ho tenuto testa a tutte le tue stronzate, la droga, le donne, tua madre, Non me ne sono mai andata. Secondo te perché? Perché?” via via alzava la voce contro le sue labbra, voleva che quelle parole gli entrassero in quel cuore di pietra. “Volevo solo proteggerti! L’hai visto cosa hanno fatto ad Abel? E a te? Chissà cosa potrebbe succederti se ti lasciassi al mio fianco! Anche se, credimi, lo vorrei da morire. Ma non voglio e non posso in nessun modo immaginabile perderti.” Lei commossa, lo strinse tra le braccia piangendo subito dopo. Jax riuscì a prenderle il viso in tempo per baciarla di nuovo, in maniera disperata. La voleva con tutto sé stesso, il povero Jax non poteva farci nulla. Si staccarono nello stesso momento, guardandosi negli occhi. “Voglio eliminare tutte le cose che ti spaventano. Se rimani con me, ti prometto..che riusciremo a farcela.” Un brivido di freddo gli percorse la schiena, era una giornata piuttosto fresca a Charming e lui non aveva nemmeno la maglia. Il calore di Tara però gli donava conforto. “Entriamo in casa, adesso, piccola.”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una mossa azzardata può essere fatale. ***


Capitolo 2: Una mossa azzardata può essere fatale. Stretti l’uno all’altra si avviarono verso casa dove i Sons li stavano aspettando, erano rimasti lì. “Quel cazzo di irlandese!” Gemma uscì dal bagno furiosa, avendo appena appreso la notizia del rapimento da Clay. “Di che cazzo parli?” disse Jax, rivolgendosi alla madre. “Quello che ha medicato Tara 2 mesi fa. I Mayas gli hanno ucciso il figlio e allora ha pensato bene di colpire te, Jackson. Sapeva bene della vostra alleanza con loro e, dato che né lui, né suo figlio avevano le palle di attaccarli, hanno attaccato te in questo modo. Sapevano di Abel, sapevano molte cose.” Si bloccò per un momento guardando Tara, per poi rivolgersi nuovamente al figlio. “Mi sorprende vederla ancora viva, poteva uccidere lei e farti tanto male.” Non voleva pensarci. Abel e Tara erano le persone che amava di più al mondo. “Dobbiamo scoprire dove cazzo si trova quel figlio di puttana e infine farlo a pezzi.” “Calma, Jax. Ha Abel, dobbiamo stare cauti. Non dobbiamo attaccare subito, potrebbe anche ucciderlo.” “Cauti? E’ mio figlio, non si può stare né calmi, né cauti! Tu non puoi capire Clay, non hai figli.” Clay sorrise, uno di quei suoi soliti sorrisi infastiditi che a Jax davano ai nervi. C’erano stati diversi scontri tra Jax e Clay ultimamente. Non si sopportavano. “Chiama Tig, fagli fare qualche telefonata. E’ nostro compito trovare quel bastardo” Dopodichè prese Tara per mano e si avviarono insieme in bagno. Lui aveva voglia di una doccia calda e rilassante, tra le braccia della donna che amava. Si spogliò del tutto e in pochi secondi era già nudo, quindi si infilò dentro il box doccia e aprì il rubinetto, attendendo la sua donna. Lei si spogliò lentamente, mostrando oltre che la sua nudità candida che Jax amava, anche i lividi che quel mostro le aveva procurato per afferrare e portare via il piccolo. Ormai nuda, entrò anche lei e gli si avvinghiò addosso. “Andrà tutto bene, piccolo. Lo troveremo, te lo prometto.” Gli sussurrò Tara all’orecchio, accarezzandogli la schiena. Jax sorrise, uno di quei sorrisi tristi e dolci che Tara conosceva bene. Erano entrambi consapevoli di essere necessari l’uno per l’altra, erano innamorati da quando erano ragazzini. Un amore così non si poteva uccidere facilmente. Le prese il viso tra le mani e la baciò con passione, godendosi le sue labbra di nuovo. I loro corpi erano come un’unica cosa e se non fosse entrata Gemma in quel momento, molto probabilmente avrebbero fatto l’amore. “Mamma!” la guardò Jax furioso, attraverso il vetro del box mentre teneva ancora tra le braccia Tara. “Tig ha trovato un contatto. Hanno avvistato quel bastardo in Svizzera, ma non ne sono sicuri al cento per cento.” Jax sgranò gli occhi incredulo, baciò Tara scusandosi e uscì dalla doccia, avvolgendosi con un asciugamano. Raggiunge i Sons nella camera da letto di Tara, e mentre lui si rivestiva e borbottava piani il più possibile realizzabili, Tara finiva la doccia calda, sola e inerme. Avrebbe voluto di più da Jax, ma non voleva rendersi monotona. Dopo una decina di minuti si avvolse con un accappatoio bianco e soffice e raggiunse la sua camera. Proprio lì si stava svolgendo una discussione accesa, ultima goccia che fece traboccare il vaso. Tara lanciò un urlo che fece voltare di scatto tutti i partecipanti, lasciandoli senza parole. “Questa è casa mia, tutti fuori!” le facce dei presenti erano all’inizio allibite, poi il disgusto fece parte di loro. Stavano discutendo di qualcosa di importante, di Abel. Clay senza dire una parola si alzò e uscì dalla stanza, con il capo basso. A turno tutti seguirono il capo, tranne Jax e Gemma. “Cosa cazzo ti prende? Discutiamo di Abel, è importante Tara! Lo riesci a capire?” le grida di Gemma non sfiorarono minimamente Tara. Lei lo capiva, Abel era come un figlio per lei. Ma per lei la situazione stava via via diventando insostenibile. A causa del silenzio e della non risposta di Tara, che si era solo limitata a guardare Gemma con strafottenza, ricevette da parte di quest’ultima un ceffone sonoro in piena guancia. Jax non poteva prevederlo, per questo non era intervenuto. Tara aveva lo sguardo basso, la mano sul viso arrossato a causa dello schiaffo. Improvvisamente le salì una rabbia tale da spingere la donna che aveva davanti, purtroppo non facendole nulla a causa dei suoi riflessi, abbastanza pronti grazie all’esperienza. Tara quindi le urlò in faccia, non le importava se era presente Jax. “Jax è la mia vita, Gemma! Come anche lo è Abel, loro sono tutto per me! Devi stare al tuo posto e non devi permetterti di toccarmi!” le parole le uscirono dalle labbra come un treno in corsa e Gemma si era ritrovata in mezzo alle rotaie. Senza proferire parola, esce dalla stanza disgustata, quella piccola ragazza era sveglia e ci sapeva fare. Era perfetta per suo figlio. Non appena uscì di casa, sbattè forte la porta. Jax rimase a lungo in silenzio, incapace di trovare parole sensate da pronunciare. “E’ abbastanza per essere la tua signora?” si rivolge a lui con un tono di voce abbastanza alto. Mentre stava facendo la doccia da sola, nonostante i baci e le carezze, aveva ricordato quello che Jax le aveva detto qualche settimana prima, dopo il rapimento di Abel. “Vuoi essere la mia donna? Allora fai come le altre! Fa come ti ho detto!” lei non aveva avuto nemmeno la forza di parlare. Si sentiva piccola piccola, si era tenuto tutto dentro fino ad ora. Poi dal rapimento, si parlavano praticamente di rado e quella, per Tara, era l’occasione buona per uscire fuori da quel muro di indifferenza per qualcosa che, in realtà, era importante per lei. Non riusciva più a sopportare tutta quella tensione. E poi, portava un segreto troppo importante dentro di sé. Jax si avvicinò a lei comprendendo finalmente ciò che aveva urlato con rabbia. “Ho detto che ti amo, Tara. Capisco che è un momento difficile. Ma riusciremo a superarlo. Il club mi sta solo dando una mano, combatteremo con tutte le nostre forze per riportarlo a casa, sano e salvo. Il mio bambino. Il nostro bambino.” La guardò intensamente negli occhi, attirandola a sé, facendo scontrare il petto con il suo. Tara si rilassò alle sue carezze, era così nervosa che non riusciva mai a stare tranquilla. “Ti amo Jax, tanto. Ma c’è una cosa che devo dirti. Tua madre già lo sa. Io..” Stava proprio per scrollarsi di dosso quel peso meraviglioso quando qualcuno buttò giù la porta con un calcio. Aveva il viso coperto e una pistola in mano. Jax osservò la scena cercando di rimanere lucido, l’unica cosa fondamentale da fare era proteggere Tara, a tutti i costi. Ma l’uomo, purtroppo, lo precedette: era più furbo. Corse contro Jax molto velocemente e cadde a terra. Tara urlò come mai aveva fatto e si avventò contro l’uomo per proteggere il suo amore, era una donna estremamente coraggiosa. Ma, inaspettatamente, entrò un altro uomo all’interno dell’abitazione, pure lui incappucciato. Corse per afferrare Tara e portarla via, urlante e piena di paura. Jax riuscì ad alzarsi, usando tutte le proprie forze per far cadere l’altro bastardo a terra. Gli fece battere la testa con un sonoro pugno allo stomaco che gli procurò la caduta. Corse a gran velocità per raggiungerla, sentiva le sue grida terribili e disperate. Non poteva e non doveva perderla. Era la sua famiglia. Estrasse la pistola e prese la mira per colpire le gomme del furgoncino che stava partendo con la sua donna dentro. Grazie alla sua preparazione riuscì a bucare la gomma posteriore, correndo come una furia verso il veicolo. Trovò Tara sanguinante, avevano cercato di violentarla, non aveva più addosso il suo accappatoio, anch’esso sporco di sangue. Colpì con uno sparo quel figlio di puttana che si era permesso di toccarla e, dopo aver chiamato in fretta un’ambulanza, prese Tara tra le braccia. Piangeva, disperato. Non doveva inseguirla, doveva semplicemente lasciarla andare. L’ambulanza arrivò dopo pochi minuti e Tara, incosciente e apparentemente senza vita, viene trasportata dentro il veicolo. Jax dovette lasciarla agli infermieri, che gli assicurarono che sarebbe andato tutto bene. Nel frattempo si sentì da lontano il rombo delle Harley da lontano, Jax aveva avvertito sua madre che a sua volta chiamò Clay, chiamando nuovamente a raccolta tutto il club che ritornò nel luogo dell’accaduto. Quando l’ambulanza partì, Jax si inginocchiò per terra e cominciò a piangere disperato, urlando al cielo. Gemma raggiunse il figlio con aria preoccupata, stringendolo immediatamente tra le braccia. “Che è successo? Chi cazzo ha potuto fare una cosa del genere, figliolo?” sussurrò Clay ad un Jax profondamente angosciato, bianco come un lenzuolo. “L’hanno attaccata. Erano grossi come armadi, erano in due. Quei figli di puttana!” si dibattè sulle braccia della madre piangendo, per poi alzarsi ed asciugarsi gli occhi, doveva essere forte. Non guardò nessuno, era troppo sconvolto. Afferrò dalla tasca le chiavi della sua Harley e vi montò sopra, passandosi una mano tra i capelli biondi. Mise in moto e si diresse verso il St. Thomas Hospital, non aveva nemmeno il casco. Gemma saltò immediatamente sull’Harley di Clay e tutti i Sons lo seguirono a ruota.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Amare a tal punto da morire. ***


Capitolo 3. Ore 15.00, ospedale St. Thomas di Charming. Jax era seduto su di una di quelle sedie bianche e fredde della sala d’aspetto, con lo sguardo vuoto e privo di reazione. La madre era in piedi, al suo fianco, una mano affondata nella chioma bionda del figlio. Voleva molto bene a Tara, nonostante i soliti scontri intensi che si creavano la maggior parte del tempo tra le due. Infatti era molto preoccupata, non voleva finisse così. Clay stava parlando con l’infermiera per essere aggiornato sulle novità della situazione, Jax era troppo sconvolto per farlo. Il club era diviso in quel tragico momento: i più sensibili, come Opie, Bobby e Tig erano accanto a Jax per consolarlo. Gli altri, che non riuscivano a sopportare la tensione creata, anche a causa di ricordi che affioravano alla mente, erano fuori a fumarsi una sigaretta. Tutti tenevano a Tara, ormai faceva parte del loro mondo. Clay scoprì dall’infermiera che la ragazza aveva subito un trauma cranico, aveva una mano rotta e una gamba a pezzi. Era molto grave, ma si sarebbe salvata. Immediatamente riferisce tutto quello che seppe a Jax, che si rese conto della situazione. “Posso vederla? Ne ho davvero bisogno.” Non poteva rimanere lì in attesa di qualcosa che non conosceva. Aveva bisogno di guardarla, di tenerle la mano. “Non lo so. Vuoi chiedere tu stesso, figliolo?” Jax annuii. Si alzò con il craneo pesante e compresso, e si avvicinò al bancone. “Salve, posso esserle d’aiuto?” La donna alzò gli occhi incrociando lo sguardo di Jax. Aveva capito chi fosse e dallo sguardo del ragazzo, così distrutto e bisognoso, non c’era stato bisogno che Jax parlasse. “Per ora la signorina Knowles non può ricevere visite. E’ in uno stato critico, la prego di non insistere.” “Io la amo. Come può pretendere che io me ne stia lì, seduto come un coglione ad aspettare qualche notizia da parte sua?” La guardò dritta negli occhi e si allontanò dal bancone, volgendo lo sguardo verso il proprio club, incazzato nero. Fece di no con la testa, alzando gli occhi facendo capire agli altri il proprio stato d’animo. Ci volle un attimo per capire cosa passasse nella mente di Jax, infatti i suoi compagni, lentamente, con aria non troppo minacciosa, si avvicinarono alle infermiere vicine. Jax con un piccolo cenno del capo scattò verso il corridoio per raggiungere la camera di Tara. Le infermiere, non appena videro la scena, cercarono di inseguire il “fuggitivo”, ma prontamente vennero bloccate dai corpi abbastanza forti di Opie e Clay, mentre Bobby si metteva nel mezzo per non fare passare nessuno. Jax era grato ai suoi amici, ai suoi compagni di vita che lo aiutavano e lo sostenevano in tutto. Arrivato davanti la porta, prese una breve pausa prima di entrare. Prese un profondo respiro ed entrò, chiudendo la porta a chiave. Si avvicinò alla sua donna, era malridotta e ancora qualche traccia di sangue era rimasta sul suo bel viso. Si sedette di fronte a lei, in una di quelle sedie-poltrona e le prese la mano. “Amore mio..devi svegliarti. Non mi puoi fare questo. Io e te siamo fatti per stare insieme, dobbiamo trovare Abel. Non ce la faccio senza di te. Ti prego, non lasciarmi. Dovevo lasciarti andare, non dovevo rincorrerti.” Una lacrima gli solcò il viso e si alzò per distendersi accanto alla sua amata. Intanto davanti al vetro si erano appostati tutti quanti, comprese le infermiere, in lacrime. Jax alzò lo sguardo e un filo di rabbia gli salì in gola. “Cosa piangete? Lei si risveglierà, certo che lo farà! Per me, per noi! Smettetela e lasciatemi solo con lei!” Mentre gridava queste parole, un desiderio di morte, forse più grande dell’amore che provava per lei, si faceva strada in lui. Ma non poteva permettersi di pensarci. L’unica priorità in quel momento era Tara, doveva a tutti i costi svegliarsi. Forse pregare era l’unica alternativa, in quel momento. “Avrai una vita meravigliosa, te lo prometto.” Sussurra al suo orecchio, dopo le sussurrò altre parole dolcissime, degne di lei. La strinse a sé mentre cominciò a singhiozzare, disperato, sperando in un suo risveglio. Era un uomo ed era fragile. Anche il più forte dei leoni, diventa un agnello per la donna che ama.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2261731