Bruttiful di Gulliver (/viewuser.php?uid=39681)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** amore e tradimento ***
Capitolo 2: *** l'amante ***
Capitolo 3: *** l'impresa ***
Capitolo 4: *** il re della foresta ***
Capitolo 1 *** amore e tradimento ***
BRUTTIFULL
354 puntata
Pamela
era rimasta a casa quella sera e stava guardando una soap opera alla
TV, consumando in quantità industriali fazzoletti di carta e
pensando al suo grande amore CALOGGERO che era partito il giorno
stesso al capezzale della povera madre malata... Come era dolce ad
preoccuparsi così della salute della povera vecchina... Si
erano conosciuti proprio nella casa di riposo della dolce signora:
lui era andato a trovarla come faceva quasi tutti i giorni, quando
non doveva fare il volontario per la raccolta dei rifiuti o non
doveva partire per pericolosissime missioni in Africa contro le mine
anti-uomo; lei era l'attuale amante di un miliardario novantenne in
punto di morte (e indovinate chi ha ereditato?). E' stato amore a
prima vista, proprio come nei film: lui che le corre incontro per
abbracciarla, lei che gli sorride amorevolmente aspettando di
lasciarsi andare tra le sue braccia, angioletti che svolazzano nel
cielo, sottofondo musicale di flauti e violini, sfondo a cuoricini...
Sarebbe stata una scena veramente romantica se non fosse stato per
una vecchietta che non aveva niente di meglio da fare che passare di
li e che venne letteralmente investita da CALOGGERO e che si fece
tutto il corridoio in carrozzina (al posto della nonnina che stava
raccattando i pezzi della dentiera sul pavimento) a duecento all'ora
andandosi a schiantare, ovviamente, addosso all'unico armadio aperto
contenente esclusivamente siringhe e aghi (risparmio i lettori dalla
descrizione della scena). Pamela si stava abbandonando al dolce
ricordo del loro primo incontro quando squillò il telefono:
“Pronto?”
“Salve
signora... parlo con Pamela Sawinsky?”
“SIGNORINA
prego... Comunque si, sono io”
“Me
scusi; chiamo per avvertire che su figlio CALOGGERO rientrerà
domani mattina perché se ferma da me sta notte...”
Pamela
assunse un colorito giallastro abilmente nascosto da 4 strati di
fondotinta
“Come
prego?” Rispose la poverina ingiallendo.
“Si...
sa com'è... ora sta facendo 'na doccia e non sa che la sto
chiamando, però io volevo avvertirla che non rientrerà
oggi... le madri di oggi sono un po apprensive vero signo'? OPS
scusi.. SIGNORINA??”
Il
giallo si era trasformato in verde pistacchio con una leggera
sfumatura color bottiglia ma il fondotinta faceva bene il suo
lavoro...
“Mi
scusi, non ho capito bene... Lei sta parlando di CALOGGERO
CUCCUREDDU? è li con lei in questo momento?”
“Ma
certo signo'... suo figlio sta con me! Se sta a fas 'na doccia.. Ma
stia tranqui che prennamo le precauzioni, va bene??”
Violetto
tendente al blu.
“A
proposito, me chiamo JESSICA”
Blu
chiaro.
“Con
CALOGGERO ce siamo conosciuti lo scorso sabbato a 'na festa de amici
miei”
Decisamente
blu.
“Oh
signo' sta uscendo!!! La saluto che sennò me scopre! Comunque
carina st'idea de salvare il su numero in rubrica sotto er nome de
“LA VECCHIA”!!! BY-BY!”
CLUNK
Blu
a pallini rosa: nemmeno i migliori fondotinta sarebbero riusciti a
mascherare quel colorito che avrebbe fatto vergognare un quadro di
Pollok.
CALOGGERO?
Doccia? Jessica?
La
brillante mente di Pamela fece due più due, ci mise un po ma
alla fina arrivo al risultato... CALOGGERO aveva una sorella e non
glielo aveva detto! Poi rifece il calcolo e arrivò a un
risultato definitivo: CALOGGERO LA TRADIVA!
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Capitolo 2 *** l'amante ***
BRUTTIFULL
356
puntata
Erano
passati dieci minuti da quando Pamela aveva ricevuto la fatidica
telefonata che le aveva rivelato il tradimento di CALOGGERO, il suo
grande amore che credeva l'amasse perdutamente; e invece era saltata
fuori questa JESSICA! Questi dieci minuti Pamela li aveva passati in
religioso silenzio pensando che forse si era sbagliata, che la
telefonata non era rivolta a lei o...
Oppure
niente perché le prove erano tutte contro CALOGGERO; aveva
visto abbastanza puntate de “il commissario Rex” per
capite che l'assassino è sempre il maggiordomo e che CALOGGERO
la stava prendendo in giro. Una volta capito tutto (e dopo aver
ringraziato Rex) svenne, o meglio fece finta di svenire, con una
mossa così teatralmente perfetta che se Marylin Monrooe l'avesse vista
in quel momento si sarebbe sotterrata. Sfortunatamente per lei, a
differenza di Marylin Monrooe, aveva calcolato male le distanze e al posto di
cadere sul divano come la sua mente da attrice fallita aveva previsto
atterrò sul gatto che, non essendo il divano, non la prese con
filosofia.
Lasciamo
Pamela meditare sul suo triste destino di amante tradita e di attrice
fallita e passiamo a CALOGGERO che nel frattempo non se la passava
tanto meglio.
Puntando
sul fatto che JESSICA quando lo aveva conosciuto non era
completamente lucida e che era miope CALOGGERO era riuscito a
rimorchiarla. Considerato che era da un po' di tempo che non si
faceva la doccia e che i suoi capelli erano così unti che
quando pioveva l'acqua ci scivolava sopra, per non fare brutta figura
con JESSICA, decise di entrare in bagno e di affrontare una volta per
tutte il suo peggior nemico: il SAPONE. Questa volta non aveva
intenzione di perdere! Così assunse l'aspetto il più
simile possibile a Richard Gear e aprì la porta della temibile
stanza... La scena che si presentò ai suoi occhi era
raccapricciante: non solo la stanza era un bagno, ma in più
era completamente ROSA. Dagli asciugamani agli spazzolini, dai
caloriferi alla carta igienica: tutto completamente e orribilmente
ROSA! CALOGGERO alias Richard Gear non aveva calcolato questo
raccapricciante particolare tant'è che appena aperta la porta
dovette far appello a tutte le sue forze per non svenire. Ma la cosa
peggiore CALOGGERO la vide solo una volta messo piede sul tappetino
rosa a forma di fragola vicino all'ingresso: su una mensola vicino
alla vasca da bagno trionfavano spavaldamente decine e decine di
SAPONETTE (ovviamente rosa) di tutti i gusti, dimensioni, forme e
odori! La missione era più difficile del previsto. CALOGGERO
fissava gli orribili mostri che lo aspettavano dall'altra parte della
stanza; fece un passo verso il lavandino ma loro non si mossero:
“Sicuramente
aspetteranno che io vada più vicino per attaccarmi con una
raffica di bolle!” pensò il nostro eroe e con un'abile
mossa si tolse i vestiti (pantaloni e maglia finirono nel water
mentre mutande, calzini e cintura vennero scagliati contro le
saponette) e si infilò nella vasca chiudendo ermeticamente le
tende della doccia per non far entrare nemmeno una saponetta in
avanscoperta.
“Bene!”
pensò il nuovo 007 “le avrò messe fuori gioco!”
ma sbirciando dalla tenda riusci a vedere che con il suo lancio di
vestiti era riuscito solo ad abbattere la metà dell'enorme
massa di sapone che lo osservava minacciosa dall'alto della mensola.
“per
il momento le ho sistemate...” disse trionfante lo sterminetor
di saponette, “ora mi concentrerò sull'ACQUA!” e
detto ciò aprì i rubinetti della doccia dalla quale
uscì un getto di acqua bollente che colpì lo
sfortunato. CALOGGERO schizzò fuori dalla doccia con un salto
che se fosse stato alle olimpiadi gli avrebbero dato la medaglia
d'oro. Non contento delle sue performans il nostro
neo-campione-mondiale-di-salto-in-alto atterrò sulle saponette
che erano cadute dopo il suo lancio di indumenti e siccome sia i suoi
piedoni che il pavimento erano zuppi d'acqua, scivolò
andandosi a schiantare sulla mensola con l'altra metà delle
saponette. Come se non bastasse, cadendo, schiacciò
inavvertitamente la leva dello sciacquone del water che, essendo
intasato dai suoi vestiti, rovesciò tutta l'acqua che
conteneva sul pavimento. CALOGGERO si rialzò a fatica da quel
ammasso di mensole e sapone che aveva travolto e si accorse con
terrore che era circondato! Era sommerso in tutte le direzioni in un
mare di acqua insaponata (immancabilmente di colore rosa dato che
tutte le saponette erano delle più svariate sfumature di rosa)
e sarebbe di sicuro annegato se non si fosse agilmente arrampicato su
uno sgabello rovesciato che usò come zattera. Prese lo
spazzolone del cesso e lo usò come remo e zigzagando tra
asciugamano inzuppati, spazzole agonizzanti e rotoli di carta
igienica semi-disciolta andò alla ricerca delle saponette
superstiti. Dopo aver finito il suo sterminio guardò
trionfante quello che aveva combinato al bagno di JESSICA e con uno
sprezzante sorriso di trionfo dichiarò al mondo:
“HO
VINTO IO!” e detto fatto si arrotolò attorno alla vita
l'unico asciugamano ancora asciutto (si era salvato appallottolandosi
sopra un armadio ma non era riuscito a sfuggire allo sguardo-laser
del vincitore della terza guerra mondiale) e uscì dal bagno
cercando di far uscire la minor quantità d'acqua possibile
dalla porta. Considerando di essere ormai pulito e coccoloso (e
vorrei vedere dato che si era immerso in un lago di 50 saponette ),
andò a stendersi come un modello sul letto di JESSICA che
aveva fatto appena in tempo ad attaccare il telefono (e i lettori
sanno chi aveva chiamato). La ragazza andò a stendersi accanto
al “dominatore di saponette” e annusandolo con il suo
nasino incipriato disse:
“come
profumi! Che hai usato una delle mia saponette?”
“una
o due” rispose lui
“Hai
trovato tutto quello che te serviva?” chiese lei ingenuamente
“si,
tutto”
“bravo
il mio zucchinotto!” disse JESSICA cinguettando “ vado un
secondo in bagno a lavarmi i denti e sono subito da te” e si
avviò ignara verso il campo di battaglia.
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Capitolo 3 *** l'impresa ***
BRUTTIFUUL
puntata
578
Jessica
sentiva che c'era qualcosa che non andava solo avvicinandosi al
bagno, il suo sesto senso le diceva che avrebbe avuto una brutta
sorpresa.. E infatti una volta aperta la stanza del campo di
battaglia cacciò un urlo che avrebbe fatto impallidire Tarzan.
La scena che si presentò ai suoi occhi i lettori la conoscono
già, quindi evito di descriverla nuovamente per non turbare
ulteriormente gli animi più sensibili; dico solo che CALOGGERO
aveva dato il meglio di se per distruggere letteralmente la stanza e
che JESSICA una volta aperta la porta si ritrovò addosso 10
tonnellate d'acqua insaponata. Altro che onde della California... lo
tsunami che le si rovesciò addosso sarebbe stato il paradiso
dei surfisti. Non era sopravvissuto un solo oggetto: tutto era
irrimediabilmente rotto, disintegrato, inzuppato e irriconoscibile.
JESSICA si era bloccata alla vista di quello scempio: il suo bagno,
Il suo bellissimo bagno distrutto!!! Dopo un primo momento di orrore
e dopo aver tolto uno spazzolino che le nuotava nelle ciabatte le
entrò in testa un'idea fissa: uccidere colui che aveva
combinato quel massacro e il bagnicida non poteva che essere...
CALOGGERO
appena sentito l'urlo ad ultrasuoni che JESSICA aveva lanciato appena
varcata la soglia del bagno non ci pensò due volte e con uno
scatto felino raggiunse la porta dell'appartamento e si lanciò
in corridoio sfuggendo per un pelo all'ondata d'acqua che intanto
stava invadendo l'appartamento. Era completamente nudo a parte un
tanga leopardato che aveva comprato per il suo incontro “romantico”
con JESSICA. Dove poteva andare? Doveva assolutamente nascondersi da
quella neo-assassina che lo inseguiva. In quel momento pensò a
PAMELA. Di sicuro lei lo avrebbe accolto a braccia aperte: lo amava
troppo! L'unico problema era che non poteva presentarsi a casa della
sua donna così vestito. Allora decise di intrufolarsi in un
appartamento attraverso la scala anti incendio e cercare qualcosa di
un po' più coprente da mettersi addosso. E così il
nostro eroe si calò dalla scalinata esterna e cercò di
entrare dalla finestra nell'appartamento del piano di sotto.
Interrompo
un minuto la narrazione della storia per ricordare ai lettori meno
accorti che CALOGGERO era quasi completamente nudo e che si stava
calando con la leggerezza di un elefante da una scala antincendio
visibilissima dalla via affollata sottostante. Quindi immaginatevi la
scena perché non dovrebbe dovuto essere molto bella da vedere.
Detto
ciò, torniamo a noi...
CALOGGERO,
malgrado avesse il cervello delle dimensioni di una nocciolina,
riuscì a uscire dalla porta di sicurezza e a raggiungere le
scale; intanto un piccolo gruppetto di persone si ammassò ai
piedi del palazzo pensando che il nostro intrepido eroe si volesse
suicidare. Senza accorgersi del suo numeroso pubblico il nostro
super-man leopardato con i suoi occhi-laser, individuò una
finestrella aperta al piano di sotto e vi si lanciò ad angelo
mancandola di soli 10 centimetri. Dopo aver lasciato la sua sagoma
sul muro vicino, prese meglio la mira e, questa volta, centrò
la finestra e atterrò urlando GOOOOOLLLL sopra il letto di una
candida vecchina che stava riposando (o meglio, atterrò
direttamente sulla vecchina). Quest'ultima, che aveva frequentato un
corso di autodifesa personale contro i molestatori si alzò di
scatto in piedi sul letto e fece a CALOGGERO un corso accelerato di
tutte le mosse che aveva imparato negli ultimi anni. E' inutile
precisare che CALOGGERO era la vittima. Poi però per il troppo
sforzo la vecchietta svenne e si accasciò ai piedi del letto.
Dopo qualche minuto il nostro protagonista, che aveva un aspetto poco
umano, riuscì a ricomporre tutti i vari pezzettini che la
vecchietta gli aveva staccato e ad alzarsi in piedi.
LA
GRANDE RICERCA:
A
questo punto dovrebbe partire la musichetta di Super Quark e voi,
cari amici lettori, dovreste immaginarvi la voce di Piero Angela che
dice...
E'
la stagione della caccia nella grande prateria. L'ultimo esemplare
rimasto sulla terra di homus deficentibus
si aggira nel suo habitat alla ricerca di qualsiasi capo
d'abbigliamento capace di ricoprilo. Con passo lento compie ampi giri
di perlustrazione del territorio in attesa di trovare una preda...
Avvista un branco di mutande intente a brucare vicino al
Fiume-Vortice (lavatrice) ma sono in troppe per un homus
deficentibus solo (e poi le
mutande sono l'unica cosa che ha già)... Sorpassa una coppia
di gonne che fanno un pisolino sui rami di un albero (stendino) ma
fino a prova contraria lui è un maschio e quelle gonne non
rientrano nel suo menù... Aveva ormai perso la speranza e
stava quasi per abbandonare la caccia quando, al riparo in una
macchia di vegetazione, scorse in lontananza una canottiera a fiori
mimetizzata nell'erba. Bene... era sola e a una distanza fattibile...
il predatore si acquattò nella macchia e avanzò
lentamente cercando di non fare il minimo rumore... si avvicinò
il più possibile alla preda... la distanza tra predatore e
preda diminuiva... a questo punto l'homus deficentibus
scattò e si mise a rincorrere la canottiera che, essendosi
accorta di lui, scappò a tutta velocità... Ma il
predatore era più veloce e la raggiunse nel giro di pochi
minuti, vicino a un corso d'acqua
dove la sfortunata cercava di raggiungere per salvarsi (è
risaputo che gli homus deficentibus amano
poco l'acqua). La canottiera venne azzannata e indossata in un sol
boccone. A questo punto bisognava trovare un paio di pantaloni; il
nostro predatore si nascose dietro a un grosso masso vicino alla riva
(divano) e osservò il fiume: un gruppo di piumini era
tranquillamente immerso nel fango e con le lunghe maniche si
rinfrescava il dorso, una coppia di calzini si era appena posata su
un masso mentre nel cielo passava in quel momento uno stormo di
cappellini rumorosi... Due grosse ciabatte avanzavano lentamente
verso il corso d'acqua, popolato da piccoli guanti multicolori che
nuotavano nei mulinelli del fiume; lacoppia di gonne intanto aveva
raggiunto la sponda opposta e osservava timorosa tra paia di
pantaloni verdi che nuotavano minacciosi nel fiume mentre un altro
paio era a rive con le fauci aperte intento a farsi pulire le
cuciture da una coppia di calzini rossi... Il nostro intrepido
predatore valutò bene la difficoltà dell'impresa, fece
un grande respiro, assunse l'espressione più feroce che riuscì
a fare e.....
Il
capitolo finisce così... ci vuole un po' di SUSPENS no?
Volevo
ringraziare tutti i miei fans (mi sto esaltando troppo forse...) per
le recensioni ricevute... Siete
pochi
ma buoni e vi ringrazio tanto... in particolare LEPTY, HIKARY E
TEMPERANCE_BOOTH
Grazie
a tutti!!! Gulliver
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Capitolo 4 *** il re della foresta ***
BRUTTIFUUL
puntata
1596
CALOGGERO
saltò sopra il paio di pantaloni disteso al sole sulla riva
del fiume; questi non si aspettava il terribile attacco del re della
savana e quindi cedette quasi subito all'assalto. Dopo qualche minuto
di lotta CALOGGERO uscì vincitore (anche se con qualche ferita
di guerra): aveva conquistato i pantaloni ed era soddisfatto della
caccia; ora era provvisto di una canottiera a fiori e un paio di
pantaloni di velluto verde marcio a righine verticali (esemplare
molto raro in via di estinzione, ma CALOGGERO non aveva il tempo di
mettersi a giocare al “piccolo animalista”).
Ora
doveva assolutamente trovare un paio di scarpe, un cappello e un
cappotto entro il tramonto, altrimenti il terribile Yeti della
Prateria (la vecchietta) si sarebbe svegliato e allora sarebbero
state botte...
Riprese
così la caccia, alla ricerca dei vestiti che gli mancavano...
In quel momento si ricordò che poco prima aveva avvistato un
paio di ciabatte che avanzavano verso la riva del fiume, allora andò
alla loro ricerca e le trovò mentre stavano iniziando a
guadare il corso d'acqua per portarsi sulla riva opposta. Si avvicinò
in silenzio e le sorprese poco prima che le sfortunate raggiungessero
l'acqua e quindi la salvezza. Le ciabatte non opposero resistenza e
si lasciarono indossare senza troppi tentativi di fuga, visto che
avevano visto cosa era successo al paio di pantaloni verdi poco prima
e non volevano fare la stessa fine dolorosa. Il nostro eroe,
soddisfatto più che mai, ma preoccupato per il tramonto che
stava per arrivare, accelerò i tempi di caccia e spiccò
una corsa diretta alla Grande Caverna (armadio), dove era sicuro di
trovare il soprabito. Una volta arrivato entrò di soppiatto e,
una volta abituatosi all'oscurità osservò la grande
varietà di specie di cappotti, giacche, mantelli,
impermeabili, scialli, sciarpe, giacconi, pellicce che aspettavano
solo di essere indossate.... il nostro homus deficentibus
valutò i diversi gradi di difficoltà di caccia delle
varie specie di esemplari presenti nella caverna e, dopo una lunga
riflessione, decise di attaccare una mantella nera con i bordi di
pelliccia che se ne stava in disparte a sistemare le sue provviste.
CALOGGERO si accorse inoltre che vicino alla sua preda dormiva ignaro
un cappellino di pelliccia (tipo quello delle Giovani Marmotte) che
faceva proprio al caso suo. Bene... due prede in un colpo solo!
Strisciò
lungo il bordo della caverna lontano da sguardi indiscreti e si portò
il più vicino possibile al suo obbiettivo... Ma qualcosa andò
storto... Infatti CALOGGERO non aveva visto
che nell'ombra della parete c'era un ferocissimo piumino
invernale imbottito con tanto di cappuccio e tasche interne che
faceva la guardia alla caverna. Quando se lo ritrovò faccia a
faccia era troppo tardi e quindi, dopo un primo momento di terrore
cercò di fuggire verso l'uscita. Ma il mostruoso giaccone gli
bloccò il passaggio e lo prese a colpi di cerniera. La lotta
continuò per un buon quarto d'ora con colpi bassi, botte,
graffi e ferite da tutte e due le parti... Infatti CALOGGERO benché
fosse in netto svantaggio riuscì a infliggere all'avversario
abbastanza colpi da distrarlo giusto il tempo di poter scappare dai
suoi colpi violenti. Intanto nella grotta era un fuggi fuggi
generale: c'era chi si aggrappava agli appendini in cerca di riparo,
chi cercava di fuggire per lo spavento, chi cercava di mimetizzarsi
per non farsi vedere ecc..
E
si... CALOGGERO aveva creato un bel casino...
Il
nostro eroe a questo punto decise che forse era meglio togliersi di
torno e quindi, con uno scatto felino che avrebbe fatto impallidire
Clark Kent, raggiunse l'entrata della grotta poco prima che un branco
incazzato di giacconi militari (cosa se ne faceva la vecchietta di
giacconi militari nell'armadio poi non si sa...) lo raggiungesse.
Durante
la corsa supersonica agguantò al volo un cappottino rosa tutto
payette e fiocchetti che si trovò nel posto sbagliato al
momento sbagliato e un vecchio scialle di pelliccia che cercava di
nascondersi dietro un sassolino.
CALOGGERO
si vestì velocemente e si mise in salvo in una radura, lontano
dalla terribile grotta... In fondo non era uscito da li a mani vuote
e, tutto sommato era soddisfatto della caccia. Il feroce predatore
anche questa volta era uscito vincitore e, dall'alto di una roccia,
gridò alla savana il suo urlo di vincitore: “GERONIMOOOOOOO”.
Ringraziamo
la voce di Piero Angela per la gentile collaborazione; la puntata per
oggi termina qui, vi ringraziamo per la gentile attenzione e vi
auguriamo buona serata...
Mi
scuso per avervi fatto aspettare... Ci ho messo un po' a scrivere il
capitolo.. Ho avuto tantissimo da fare: d'altro canto ci vuole pur
qualcuno che mandi avanti il mondo no?? Lo so lo so... è un
compito un po' difficile... nel tempo libero ho una vita normale
però... l'umanità grava sulle mie spalle... che ci
volete fare...
Ok,
lasciamo stare la mia megalomania... comunque grazie a tutti per le
recensioni!!! prometto che non vi farò più aspettare...
GRAZIE
A TUTTI!!!
Gulliver
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