We're making all the same mistakes.

di 1direction_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** After nine years. ***
Capitolo 3: *** Forever your prince. ***
Capitolo 4: *** Blood on my skin. ***
Capitolo 5: *** Trying to be perfect. ***
Capitolo 6: *** The past is past. ***
Capitolo 7: *** Flashback. ***
Capitolo 8: *** The truth. ***
Capitolo 9: *** Panting breaths and muffled groans. ***
Capitolo 10: *** Mael. ***
Capitolo 11: *** You can't escape me. ***
Capitolo 12: *** They broke up. ***
Capitolo 13: *** Fuck, I'm sick. ***
Capitolo 14: *** No, Peter, no! ***
Capitolo 15: *** I love when it rains. ***
Capitolo 16: *** Kiss me beneath the milky twilight. ***
Capitolo 17: *** All the dreams become true, nightmare too. ***
Capitolo 18: *** [piccolo avviso] ***
Capitolo 19: *** 'Do you love me?' ***
Capitolo 20: *** Christmas lights. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Mullingar, Irlanda. 9 Settembre 2003.
 
La piccola Giada, scendendo le scale, si stropicciò gli occhi ancora impastati dal sonno. Sentì delle voci provenire dalla porta d'ingresso e si avvicinò ad essa.
Strinse a se il suo orsacchiotto quando vide il padre ed il fratello, con le valigie in mano, salutare la madre. 
"Perché te ne vai? Non mi vuoi più bene?" Instintivamente Giada si avvicinò al fratello, mentre sentì le lacrime rigarle le guance e il fratello sospirò, accarezzandole la testa.
"Giada, è ovvio che ti voglio bene! Ma ora vado a vivere con il papà a Londra. Però giuro che quando crescerò tornerò a prenderti. Va bene sorellina?" Sussurrò Niall, quel bambino di dieci anni che voleva mostrarsi uomo davanti alla sorellina di sette. Quel bambino biondo con gli occhi azzurri che sembravano finti, erano squarci di cielo, proprio come quelli di Giada.
Giada guardò il suo orsacchiotto, per poi stringerlo a se. Esitante, poi, lo passò a Niall.
"Tieni questo. Così non ti dimenticherai di me." Disse asciugandosi le lacrime con la manica del suo pigiama.
"Non potrò mai dimenticarmi di te. E tu tieni questa." Niall le passò la sua adorata chitarra, che era molto più grande di Giada, ma che lei tenne stretta a se. 
"E tu, papà, perché vai via con Niall? Non vuoi più bene a me e alla mamma?" Mugugnò poi, guardando il padre che aveva gli occhi fissi in quelli della madre.
Quando spostò lo sguardo sulla figlia, vide una piccola bambina con i boccoli biondi, come Niall, che le cadevano lungo le spalle. La prese in braccio, lasciando la chitarra alla moglie.
"Beh, piccola. Certe volte accade che due persone non si vogliono più bene come prima, e succede che una delle due persone deve andare via. Tua madre non può controllare sia te che tuo fratello, così lui che è un pò più grande viene con me, da soli. Tu rimarrai qui con la mamma, i nonni, i zii. Ma prometto che tornerò a trovarti presto. Intesi?" 
Per Bobby trovare le parole per spiegare ad una bambina di sette anni il motivo del distaccamento della famiglia era molto difficile. Infatti non gli riuscì tanto bene, ma Giada sembrava aver compreso ciò che il padre aveva cercato di dirle, e annuì leggermente.
"Adesso è ora di andare. Il volo partirà fra meno di un'ora." Bobby mise giù la piccola e si avvicinò a Maura, guardandola di nuovo negli occhi.
"La lontanza forse ci farà bene, ma secondo me stiamo sbagliando." Incalzò lui, ancora speranzoso in un cambio d'idea della moglie.
"No, Bobby. Vedremo che succederà, poi sai già di che idea sono." Rispose poi lei, mentre abbassò lo sguardo guardando i figli che si erano stretti in un altro abbraccio.
Intanto il piccolo Niall sussurrava all'orecchio della sorella. "Quando avrai bisogno, cerca il mio quadernino azzurro fra i tuoi. " 
Lei alzò le spalle per poi staccarsi dal fratello. Si scambiarono un lungo sguardo, fino a quando Bobby aprì la porta che varcò insieme al figlio.
"Andiamo, Giada, torniamo a letto che sono solo le sei di mattina." Mormorò la madre, prendendo in braccio la figlia che teneva stretta la chitarra del fratello, come faceva con il suo orsacchiotto.
Quando, però, Maura mise a letto la figlia, quest'ultima non riuscì a non pensare a quanto la sua vita stesse per cambiare senza il fratello, sebbene avesse solo sette anni e l'unica cosa che doveva pensare era scegliere un orsacchiotto dall'altro, se voleva andare a scuola o no, se voleva rimanere con la madre o riusciva a stare a scuola senza lamentarsi.
Si alzò dal letto e cercò dove le aveva indicato il fratello, fra i suoi quadernini. Ne trovò uno azzurro, ma non con la copertina di plastica. Era di cartone duro, e aveva una stoffa azzurra, contornata da piccoli rilegamenti in oro. 
Per non far vedere che era sveglia, decise di non accendere la luce. Bensì, si avvicinò alla finestra e con quel poco di luce che alle sei di mattina il cielo d'Irlanda regalava, iniziò a leggere quello che le aveva scritto il fratello. Sebbene avesse solo sette anni, sapeva leggere piuttosto bene per la sua età, così non ci volle poco per capire cosa ci fosse scritto nella prima pagina.
'Questo quaderno appartiene a Niall  Giada Horan.
 
Cara sorellina, 
tu non sai niente di quello che sta succedendo, perché mamma e papà hanno preferito non dirti niente.
Loro non si amano più e hanno deciso di non vivere più insieme. Ricordi la nostra maestra? Quella che piangeva sempre e che ci ha raccontato che quando due persone non si amano più, è meglio che non stanno più insieme? Ecco, questo succede a loro. Papà ha trovato un nuovo lavoro a Londra. Una lontana, grande e bellissima città in Inghilterra. Forse queste cose sembreranno strane ora per te, che sei ancora piccola, come me, ma crescendo capirai che sto dicendo la verità.
Non ho mai voluto andarmene da te, sai? Ma papà e mamma hanno deciso così, e io non posso oppormi. Ti voglio lasciare anche la chitarra perché so che ti è sempre piaciuto sentirmi suonare. E a me è sempre piaciuto suonare davanti a te.
Non torneremo presto a trovarti. Lo so perché ho sentito mamma e papà dirlo, ieri sera.
Quindi ho cercato l'indirizzo della nuova casa a Londra. Te l'ho infilato di corsa in una delle ultime pagine.
Quando hai voglia potrai scrivermi, magari se chiedi alla maestra ti aiuta lei, come ha fatto con me per questa lettera.
Io ti scriverò presto. E tu ricorda di non far leggere nulla a mamma.
Ricorda anche che quando sarò grande, avrò una casa e un lavoro importante, ti verrò a prendere e vivrai con me. Tu sarai sempre la mia principessa, e io il tuo principe, ricordi?
Sarai sempre anche la mia piccola sorellina.
Tuo fratello, 
tuo per sempre, 
Niall.
 
 
Giada non capiva molto di quello che le aveva scritto suo fratello, ma sapeva che una volta cresciuta avrebbe capito tutto più in fretta.
 
 
Io sono ancora qua, eh già!
Pensavate che ero morta con Giada dell'altra storia, eh! 
Ed invece no, avevo promesso di tornare e così ho fatto, per vostra sfortuna :')
Se, spero, c'è qualcuno che non capisce di che sto parlando, mi riferisco all'altra storia finita in 30 capitoli. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1002143 (Chi magari vuole leggerla ù.u)
Anyway, qui non succede niente di che, e può sembrare mooooooolto noiosa la storia, ma quant'è vero che mi chiamo Giada, prometto che già dal prossimo capitolo succederanno un pò di cose, se ne chiariranno altre e se ne scopriranno altre ancora (?)
Sì insomma, giuro che quell'altro sarà pieno di colpi di scena e qualcuno magari mi ucciderà subito, ma vabè.
Dicevo, spero che le mie vecchie seguaci(?) ci siano ancora, e spero di trovarne anche altre  nuove!
Ditemi, è troppo grande come è scritto?, è brutto tutto?, insomma, ditemi che pensate di sta cosa altrimenti mi uccido. çwç
Tanto, ma tanto, ma tanto amore.
Giada. xx
 
P.S. Lo so, potevo cambiare nome, ma Giada è semplice e tutte, o quasi, le storie o OS che scriverò (se lo farò) avranno il mio nome perché di uccidermi nel trovarne uno non mi va. #VogliaDiViverePortamiVia :D

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Capitolo 2
*** After nine years. ***


Mullingar, Irlanda. 15 Marzo 2012.
Per tutta la casa echeggiò il rumore di una sveglia.
Giada, ancora ad occhi chiusi, prese la sveglia e la scaraventò dall'altra parte della stanza. 
"Giada..." 
Una voce, dalla porta, sussurrò il suo nome ma lei non gli badò più di tanto, e si portò il piumone fin sopra la testa. Le sue forze erano terminate la notte precedente, e se le erano tornate, tirando la sveglia le aveva già sciupate. 
"Andiamo, Giada. Non puoi rimanere a letto per sempre." La voce della zia Lily si fece più alta e vicina alla ragazza, che sbuffò rumorosamente mentre la zia le tirò via il piumone.
"Eppure i miei genitori rimaranno con gli occhi chiusi per sempre." Sbottò, con un filo di voce. Ma quel filo era spinato, forse.
"Oh, piccola..." Sussurrò poi la zia Lily, accarezzandole i capelli sudati.
"Ho sedici anni, non sono più piccola. Ok?!" Digrignò i denti, e la zia annuì avvicinandosi alla porta. 
"Comunque, volevo ricordarti che alle tre inizieranno i funerali, ma noi dobbiamo essere prima all'obitorio. So che è difficile, quindi se vuoi puoi anche..."
Giada alzò la mano per far zittire la zia e prese a parlare.
"Non rimarrò a casa, mentre tutti staranno salutando mia madre." Strinse i pugni e continuò.
"E mio padre. Quindi, il tempo di vestirmi e scendo." aggiunse infine. 
La zia sospirò ed uscì dalla stanza, lasciandola sola.
Si alzò dal letto e si avvicinò allo specchio della sua stanza, sopra la scrivania. Una foto della sua famiglia felice, anni fa. Forse l'unica foto insieme.
La prese in mano e con un dito accarezzò il volto della madre, per poi ritirare il dito guardando quello del padre. "Se solo foste rimasti insieme..." Mormorò, come se qualcuno potesse sentirla.
Il suo sguardo si posò su un'altra figura della foto. Suo fratello, Niall.
Ah, Niall. Giada socchiuse gli occhi, sentendo una lacrima percorlerle la guancia. Due giorni prima, il 13 Marzo, suo fratello la chiamò di nuovo e le disse di prepararsi. Ma Giada era già pronta per fuggire ed andare a Londra con lui.
Avevano organizzato tutto. 
Crescendo non avevano fatto altro che sentirsi via telefono e spedirsi lettere, ma in segreto. La cosa era semplice, ogni mattina si svegliavano presto ed erano i primi a guardare nella buca delle lettere. Sfogliavano velocemente la posta. Molte volte uno aveva risposto all'altro, altre volte erano solo cose per i genitori. 
E in questi ultimi tre mesi Niall le aveva ripetuto tutto il piano.
Ormai aveva passato i 18 anni, ne aveva quasi 19. E già da un anno viveva da solo, o meglio in una grande casa con altri amici. Ma un posto per la sorella c'era, era ovvio, lo aveva promesso.
Così, lui avrebbe preso un volo per l'Irlanda, sarebbe andato a prendere la sorella sotto casa, di notte fonda, e lei sarebbe scappata dalla finestra, lasciando solo un biglietto alla madre.
Eppure, il destino volle che il 13 marzo, Bobby, il padre dei ragazzi, dovette tornare a Mullingar per le pratiche di divorzio, che in tutti quegli anni passati ancora non si erano decisi a fare. 
Ma il destino non si limitò solo a questo. Volle anche che l'auto dei genitori, mentre si dirigevano dall'avvocato, fu protagonista di un incidente che vide due morti.
Bobby e Maura Horan.
Giada tornò con la mente a quella sera. 
Era sdraiata sul letto a sentire la musica, nel più totale buio. Contava le ore, i minuti, anche i secondi. Mancava poco, avrebbe rivisto il fratello e con lui sarebbe andata via per sempre. 
Quando, ad un tratto, la stanza si riempì di fari della polizia, entrati dalla finestra che dava sulla strada.
Scattò in piedi e nemmeno diede tempo al campanello di suonare che spalancò la porta.
Due poliziotti, dall'aria desolata e triste, le diedero la tragica notizia. 
Lei rimase immobile, a guardare il vuoto. Tornò alla realtà, entrò in casa e prese la borsa con le chiavi di casa.
"Voglio andare da loro." Mormorò poi lei ai poliziotti che, aspettando che chiuse la porta di casa, l'accompagnarono con la loro auto in ospedale.
Rimase tutto il tempo fuori dall'obitorio desolato, le lacrime che continuavano a scorrere lungo le guance. La schiena che era poggiata contro la fredda parete di quel posto.
Prese il telefono che segnava le 10 di sera. Digitò un numero sul telefono, che poi si portò all'orecchio.
"Niall, mamma e papà... Devi venire all'ospedale. Ma, all'obitorio." 
Sì, non erano di certo delle parole appropriate per dire al proprio fratello dell'appena mancanza dei genitori, ma non gli uscì altro dalla bocca, solo qualche singhiozzo.
Erano appena le 10 e 30 circa, che, ormai del tutto adulto, Niall le si parò davanti.
E tutti e due pensarono la stessa cosa l'uno dell'altra.
Che brutto modo per rincontrarsi. 
Come aveva immaginato Niall, lui e il padre non andarono più a trovare la madre. Quindi erano passati ben nove anni dall'ultima volta che si erano visti.
Istintivamente Niall le corse incontro e la strinse fra le sue braccia, e Giada si sentì protetta come da bambina.
 
Scosse la testa per far uscire i brutti pensieri di quella sera, e anche l'unico bello,  dirigendosi verso la poltrona, dove aveva lasciato il cambio. Tutti gli altri vestiti erano messi dentro le valigie, con altri oggetti che doveva portarsi via.
Aveva preparato dei jeans a sigaretta, poi afferrò una felpa nera di almeno due taglie più grande e la biancheria, andando in bagno. 
Si vestì, dopo una veloce doccia rinfrescante, per poi tornare in camera e mettersi un paio di Converse nere, ormai quasi del tutto consumate.
Prese la borsa e scese di corsa le scale, dovendo oltrepassare mal volentieri la sala per uscire da quella maledetta casa. Aveva lo sguardo puntato a terra mentre le voci di molti suoi familiari si abbassavano al suo passaggio. La porta sembrava così lontana, e quando stava per poggiare la mano sulla maniglia, qualcuno la chiamò.
Giada alzò gli occhi al cielo, cercando di non far venire giù nessun Santo.
Voltandosi, gli occhi di tutti erano fissi su di lei. 
Fece due passi avanti per avvicinarsi a degli zii che l'avevano chiamata e, non sussurrando, dissero un poco sentito "Condoglianze.", facendo partire a raffica tutti i familiari che, ovviamente, ripetevano quella parola.
Giada non disse niente, non fece nemmeno un qualunque cenno, si girò solo verso la porta e la spalancò.
"Per me, potete fottervi tutti quanti. Spero solo che questa giornata finisca, che i miei riposino in pace e che io me ne vada presto con mio fratello, perché di parenti o amici non ne voglio proprio sapere niente." Sputò quelle parole voltandosi verso la folla che la guardò allibita. Scosse la testa, aveva perso tutto ormai. I suoi nonni, i suoi genitori. Rimaneva solo Niall. 
Fece sbattere la porta non appena uscì andando nel giardino sul retro.
Aveva bisogno solo di una persona in quel momento, e sapeva dove trovarla. 
Camminò a testa bassa per poi bloccarsi. Alzando lo sguardo, vide Niall seduto sul prato, con le spalle rivolte verso di lei.
Giada sospirò, facendo dei passi avanti. 
Suo fratello teneva in mano una rosa, colta nel roseto che sua madre tanto aveva curato. Se la rigirava fra le mani, la stringeva, non curante delle spine che avrebbero potuto facilmente pizzicargli le mani. Si accorse della presenza della sorella che, silenziosamente, si era seduta accanto a lui, con il vento che scompigliava i capelli di entrambi. 
I loro occhi erano fissi a guardare il vuoto. 
"Sai, se fossero rimasti insieme, magari, non sarebbe successo tutto questo." 
Niall si decise a parlare dopo minuti di straziante silenzio, e Giada annuì, pensando che suo fratello aveva pienamente ragione.
"Sappi che adesso che siamo rimasti senza genitori, ed io sono maggiorenne, non ti lascerò andare in qualche casa famiglia o che ti adotti qualche parente. Ho già parlato con chi dovevo, a breve diventerò il tuo tutore, come avevamo pensato tempo fa. Così potrai venire a Londra tranquillamente, i nostri piani non si distruggeranno." Continuò poi lui, spostando lo sguardo sulla sorella.
Lei sorrise leggermente, non aspettava altro.
Poteva sembrare che loro erano quasi contenti della morte dei genitori, ma ovviamente non era così. Anzi, si sentivano in colpa, perché da sempre avevano pensato che la colpa fosse unicamente loro, del divorzio dei genitori.
Suo fratello era da sempre stato il suo migliore amico, e la distanza non li aveva separati. Adesso sarebbe diventato anche un padre per lei.
"Voglio che questa giornata finisca. Voglio andarmene con te. Mi sei mancato, Niall." Sussurrò poi Giada, poggiando la testa sulla spalla del fratello. Lui sorride, stampando un bacio sulla testa della sorella, per poi avvolgerle le spalle con il braccio.
"Anche tu sorellina, anche tu." Terminò poi Niall, mentre il cielo era diventato grigio e pesante.


Andiam, andiam, andiamo a pubblicar(?)
Yeah, eccomi!
Intanto, grazie a voi che avete recensito :3

Scusate il ritardo, ma ho avuto un nonpiccolo litigio con mia madre e mi aveva tolto il pc, anche se già non lo usavo tanto visto che lei doveva giocarci ._.
Uccidete chi ha inventato il Burraco OnLine!
Bene, dopo che vi ho informate un pò su cose che non vi interessano, vi parlò un pò del capitolo.
Allora, nelle mie storie i morti ci devono essere per forza, quindi dopo Giada (dell'altra storia) ecco Maura e Bobby.
No, poveri, facciamo le corna çwç
Ma la mia mante ha portato a questo, I'm so sorry.
Vi dico subito che nel prossimo capitolo si vedranno i ragazzi.

Non mi convince tanto questo capitolo, anche se tipo l'ho scritto da un mesetto e l'ho cambiato una ventina di volta.
Yeah buddy!
Domani non posto, sono a dormire da un'amica :3 Poi Mercoledì ultimo giorno di scuola e BOOM!
Primo giorno di vacanze pasquali!
Poi sarò tutta per la storia.
Ma anche per gli esami che incomberanno a giugno *Inizia a disperarsi da prima*
Ok, credo sia ora di andare.
E, dato che so che voi pensate che io sia pazza, la risposta è sì!
Tanto amore. xx

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Capitolo 3
*** Forever your prince. ***


I funerali, iniziati alle tre, terminarono verso le cinque, e tra una cosa e l'altra, riuscirono a partire in tempo. Il loro aereo delle nove era appena decollato, e Giada stringeva la mano di Niall. 
"Paura del tuo primo volo?" Sorrise dolcemente Niall, e lei scosse la testa.
"Allora... Parlami ancora dei tuoi amici." Disse Giada che, tirando fuori dalla borsa uno specchietto, cercava di togliersi i residui della matita sbaffata dagli occhi. 
Aveva cercato di non piangere durante i funerali, ma non ci riuscì, così come Niall che non si voleva far vedere debole dalla sorella.
"Beh, sono sicuro che ti piaceranno. Sono veramente simpatici. Ricordati che, il riccio è Harry. Quello con gli occhi azzurri è Louis. C'è Zayn che ha il ciuffo da una parte e la pelle più scura dato che è..." 
"Sì, pakistano, lo so!" Esclamò ridacchiando Giada che, con tutte le volte che si era fatta ripetere dei suoi amici da Niall, ormai aveva imparato quasi tutto a memoria.
"Se lo sai, allora perché mi chiedi di loro?" Il fratello le scompigliò dolcemente i capelli, per poi abbracciarla.
"Momento. Non ne manca uno? Hai detto Harry, Louis e Zayn. Manca La... Li..." Giada si portò la mano al mento per cercare di ricordarsi il nome dell'ultimo amico, ma Niall ridendo disse.
"Se sua maestà mi faceva finire di parlare," ironizzò il fratello, "avrei nominato anche Liam. Lui è quello con gli occhi color cioccolato, i capelli un pò tirati all'insù. Ed ora che sai chi sono, voglio sapere qualcosa da te." 
Niall guardò Giada come un padre guarda la figlia appena trovata a baciare un ragazzo.
E lei lo capì al volo perché, iniziando ad arrossire, scosse la testa.
"Non è che tu hai mai..." Niall era arrossito a sua volta, ma Giada lo bloccò guardandolo allarmata.
"NO!" Urlò, suscitando anche l'irritazione di altre persone sull'aereo.
Scoppiarono a ridere all'unisono, poi Niall tornò serio e le diede un'altra occhiata. "Mai, mai?" domandò.
Giada annuì. "Mai mai. Non mi sono mai innamorata, non ho mai avuto amiche vere, ne amici, ne fidanzati. SONO VERGINE." teneva a precisare. "Ed avevo ed ho un solo ed unico principe azzurro. Che è un belissimo e stupendo ragazzo, che guardacaso è anche mio fratello." 
I due si guardarono negli occhi, per poi sorridere.
Sentirono una voce metallica dire di allare la cintura, era ormai ora di atterrare.
"Benvenuta a Londra." Sussurrò Niall all'orecchio di Giada, che, con gli occhi illuminati, guardava fuori dal finestrino.
 
Intanto in una casa nei pressi di Londra.
"Hanno svoltato l'angolo della via. Stanno arrivando!" Louis rientrò nella sala dove gli altri erano sdraiati sui divani a guardare la televisione.
Zayn spense la tv e si alzò, seguito a ruota dagli altri.
"Non vedo l'ora di conoscerla!" Harry sorrise al pensiero della sorella di Niall a casa con loro e Louis gli lanciò un'occhiataccia, seguito dal cuscino che, prontamente, il riccio schivò.
"Ehi, che ho detto adesso?!" alzò le braccia, e mentre Louis stava per rispondergli, sentirono un rumore di chiavi e dei passi.
"Ragazzi, siamo arrivati!" La voce di Niall, più sollevata di quanto si aspettarono, si fece più vicina fino a quando non lo videro entrare in sala.
"Amico!" Tutti e quattro lo abbracciarono, sapendo come poteva sentirsi.
Sciolto l'abbraccio si guardarono attorno curiosi.
"Ma tua sorella?" Chiese Zayn guardando il biondo.
"Ah, sì, aspettate che la vado ad aiutare con le valigie." Niall scattò di nuovo verso l'uscita e i ragazzi si guardarono.
Dopo due minuti Niall tornò con tre valigie, seguito dalla sorella, di cui i ragazzi non riuscivano a vedere quasi niente. Nemmeno il viso ed i capelli, dato che erano coperti quasi del tutto da una grande felpa.
Sentivano soltanto la risata, seguita da quella di Niall. 
"Sì, certo! La prossima volta rilasciami fuori, grazie!" Esclamò una voce così dolce che i ragazzi pensarono fosse opera di un angelo.
"Dai che qui stai al calduccio." Il fratello guardò la sorella, poi voltò lo sguardo sui ragazzi.
Rise vedendo le loro facce, che erano leggermente 'confuse'.
"Se hai caldo togliti pure la felpa." Esclamò Niall verso la sorella che, annuendo, si sollevò la felpa, lasciando i ragazzi ancora di più spiazzati.
Niall fulminò i ragazzi che avevano lo sguardo fisso su Giada e sulla maglietta, sotto la felpa, leggermente alzata che scopriva l'ombellico.
La maglietta, essendo leggermente attillata, mostrava anche le sue forme che anche a sedici anni non erano niente male. Sopra la maglietta bianca con in mezzo un quadrifoglio, aveva una camicia a quadri della stessa tonalità della maglietta.
I ragazzi notarono che i suoi occhi, ed i suoi capelli, erano spiccicati a quelli di Niall.
"Wow. Vi hanno fatto con lo stampo? Siete sicuri di non essere gemelli?" Si fece scappare Harry che continuava a guardare Giada.
Louis gli diede uno schiaffo sulla testa e la ragazza ridacchiò leggermente, seguita da Niall.
"Allora, invece di dire stronzate, passiamo alle presentazioni. Lui è..." Niall stava indicando Liam, ma Giada lo fermò.
"Sempre fine tu, eh? Comunque, aspetta. Fammi indovinare." Si avvicinò a Liam e lo guardò negli occhi, poi sorrise. "Lui è Liam." 
"P-piacere." Il ragazzo si sentiva a disagio nel guardare gli occhi di quella ragazza, poi le strinse la mano.
Giada avanzò verso Louis e guardò anche lui negli occhi.
"Lo-Louis, giusto?" Chiese titubante.
Lui annuì contento e abbracciò Giada, stringendola forte a se. "Sono contento che tu sia qui!"
Lei rimase un pò titubante, non è che amasse molto gli abbracci,ma vabbè.
Liberata dalle grinfie di Louis, andò da Zayn e, arrossendo, disse il suo nome. Lo riconobbe subito sia dalla sua pelle ambrata, sia dai suoi lineamenti. 
Lui le fece l'occhiolino esclamando "Piacere!", notando che Niall gli lanciò l'ennesima occhiataccia.
Il biondino non sapeva più che fare con quei quattro pazzi.
"Eh, beh, io chi sono?" Il ricciolino sorrise mentre Giada gli si avvicinava.
Lo guardò negli occhi e lei si sentì sprofondare in quei due pozzi color smeraldo, poi gli scompiglio i capelli.
"Ciao Harry!" Sorrisero entrambi poi Giada si voltò verso Niall che guardava la scena sia divertito che geloso della sua sorellina.
"Scusa Niall," sussurrò Giada che si caricò un'altra volta un borsone in spalla. "sono un pò stanca e ho la testa che mi scoppia." Si avvicinò a lui, poggiandosi una mano sulla testa.
"Oh, sì, ti accompagno subito in camera, aspetta." Niall prese le valigie che mancavano e fece cenno alla sorella di seguirlo.
Lei salutò con la mano i ragazzi, prima di andare con il fratello verso le scale.
Una volta saliti, si ritrovarono all'inizio di un largo corridoio con delle porte bianche e delle cornici sui muri, tra una porta e l'altra.
Avanzando, Giada voltava lo sguardo da sinistra a destra per vedere tutte le foto.
Sorrise vedendo suo fratello felice nelle foto con i suoi amici.
"Spero che non ti dispiaccia, ma la tua camera e davanti alla mia, vicino a quella di Liam e Louis." Niall portò alla realtà Giada, che continuava a fissare le foto.
"Per me va benissimo." Sorrise lei, poi indicò una foto che ritraeva cinque ragazzini, sui dodici anni, con delle tute da calcio addosso.
"Siete voi, vero?" Chiese, riconoscendo il fratello alla destra della foto.
Niall posò lo sguardo sulla foto, poi sfoderò un sorriso bellissimo.
"Sì. Te lo avevo detto, no?, che loro sono stati i primi amici che ho avuto, e che beh, sono durati!" Disse alzando le spalle.
"Dai, andiamo, ti mostro la camera." Lui prese per mano la sorella, per poi aprire una porta quasi alla fine del corridoio. 
Quando Giada entrò, fece cadere con un tonfo il borsone, rimanendo a bocca aperta.
La sua camera, dalle pareti avana e il pavimento color cappuccino, aveva un bellissimo armadio, sicuramente pitturato a mano, sulla destra. Era molto spaziosa come camera.
C'era una scrivania e il letto era come piaceva a lei.
Il letto era all'angolo del muro, attaccato a questo, e sulla sinistra aveva una grande finestra che dava sulla strada.
Fece un passo avanti, guardandosi attorno. Soffermò lo sguardo sopra il letto.
Niall aveva messo delle lucine, come quelle di natale, che fungevano da lucette per la notte, nel caso si fosse svegliata.
C'era anche un computer sulla scrivania.
"Allora, ti piace?" Sussurrò Niall che, vedendo annuire Giada, le prese un braccio e la fece voltare verso la parete che le dava le spalle. 
'Per sempre il tuo principe.'
C'era scritto in lettere cubitali, sopra una menzola dove c'erano delle foto di loro da piccoli. Al parco, nel roseto della madre, sotto il grande albero del loro giardino.
Giada sentì improvvisamente un groppo in gola, e gli occhi riprendere a pizzicare, pronti per versare nuove lacrime.
"Niall... E'.. E'... meravigliosa. Tu sei meraviglioso. Ti adoro." Disse tutto d'un fiato, fiondandosi fra le braccia di Niall.
Intanto, al piano sotto, i ragazzi parlavano fra di loro.
"E' la copia sputata di Niall! Ha gli stessi occhi, gli stessi capelli, è, identica!" Louis parlava di Giada mentre i ragazzi annuivano.
"Dite che si sentirà bene, qui con noi?" Liam si grattò la testa, guardando le scale.
I ragazzi alzarono le spalle e Zayn unì le mani. "Beh, spero proprio di sì. Ma soprattutto spero che Niall e lei possano recuperare tutti gli anni che hanno perso." 
I ragazzi volevano un bene dell'anima a Niall. Erano cresciuti insieme, e stavano anche diventando adulti insieme. E Niall era spesso triste perché non poteva vedere la sorella, da tutti gli anni che loro si conoscevano.
"Ed io adoro te... Ora ti lascio riposare. Ti voglio bene, principessa." Niall sorrise e stampò un bacio sulla fronte della sorella, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Giada ancora non credeva che quella sarebbe stata la sua camera.
Si avvicinò al letto e passò delicatamente la sua mano sulle lenzuola bianche con dei fiori grigi stampati sopra. 
Sorrise sentendo il morbido piumone fra le sue labbra, poi andò verso l'armadio.
L'aprì e pensò che sarebbe stato anche troppo grande per i suoi pochi vestiti. Pensò anche che avrebbe dovuto comprarne altri.
Il mal di testra era quasi scomparso e lei non aveva più voglia di riposare.
Sarebbe stato meglio mettere a posto i suoi vestiti, pensò, così, aprendo i borsoni, iniziò a sistemare le sue t-shirt, i suoi jeans, le sue camicie, felpe ed altro nei vari cassetti e sulle stampelle.
'Beauty queen of only eighteen, she had some trouble with herself'.
Improvvisamente, sulle note di She Will Be Loved, il suo telefono squillò e lei svuotò quasi completamente la sua borsa, prima di riuscirlo a trovare.
'Pronto?' Rispose sedendosi sul letto. Non aveva letto la schermata, e non sapeva chi fosse.
'Scendi per cena?' Dall'altro capo Niall stava apparecchiando, e quando Giada riconobbe la voce del fratello, scosse la testa divertita.
'Tesoro bello, ti pesava il di dietro a salire?!' Chiese ridendo.
'Comunque, scendo subito.' Continuò poi ed attaccò, non sentendo cosa il fratello le rispose.
Non aveva voglia di rimanere vestita così, perché era stanca ed era abituata a cenare con il pigiama, ma dato che non conosceva ancora gli amici del fratello, pensò che era meglio rimanere così.
Mise il telefono nella tasca ed uscì dalla sua stanza. 
Si voltò e si scontrò contro qualcosa...
Anzi, qualcuno.
 
I don't, I don't, I don't what it is, but I need that one thing and you've got that one thing!
Scusate, ma stavo ascoltando One Thing ed ho scritto questo come 'titolo' al mio spazio :')
Scusate, ancora, se ieri non ho pubblicato, ma sono stata a dormire da un'amica, con un'altra amica, per vedere i KCA :3
Che poi è stato peggio di Sanremo, almeno da noi hanno parlato un pò D:
Comunque, io ancora rido da ieri sera, perché una mia amica mi voleva fare uno scherzo mentre eravamo a luce spenta, prima di dormire, ed io ho tirato alla ceca un libro delle dimensioni di Dare to Dream e l'ho presa in testa :'D
Che mira, chiamatemi Occhi di Gatto(?)
Sì, vabbè, ora basta raccontarvi le cose che a voi non interessano proprio.
Anyway, (L'anyway ci sarà ad ogni mio spazio autrice, sicuramente) spero che il capitolo vi piaccia :3
Amo chiunque recensisca, chi ha messo nelle seguite etc ed anche chi legge silenziosamente.
Much love, 
Giada. xx
P.S. Scusate gli errori, ma non ho voglia di rileggere che domani devo svegliarmi presto e ora vado a docciarmi. 

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Capitolo 4
*** Blood on my skin. ***


“Scusami, non ti avevo vis...” Giada alzò lo sguardo, e si bloccò non appena un paio di occhi color cioccolato si fissarono nei suoi, facendola annegare in quelle splendide iridi. Scosse la testa per tornare alla realtà e si allontanò, dato che erano rimasti appiccicati.
Liam rimase bloccato di sua volta, perso in quel viso. 
Si era dimenticato della litigata con Danielle, la sua ragazza, o meglio, la sua ex ragazza, dato che si erano appena mollati.
“No, scusami tu. Non stavo guardando nemmeno io dove andavo…” Mormorò lui, non staccando gli occhi da quelli della ragazza. Non si sapeva spiegare perché, appena la vide, sentì uno strano effetto, nonostante quello che fosse successo poco prima, ma non diede tanto peso a questo suo comportamento.
Giada arrossì leggermente per la situazione, e non riuscì a tenere lo sguardo ancora in quegli occhi dove aveva notato qualcosa che non andava.
“C’è qualcosa che non va?” Sussurrò la ragazza, tornando a guardare Liam che rimase spiazzato.
Voltò lo sguardo da un’altra parte, e deglutì. Aveva pianto, e nemmeno poco, perché aveva saputo che Danielle lo aveva tradito e lei si ostinava a dire di no, mentre la sua ‘fonte’ gli aveva mandato anche una foto. 
Non sapeva nemmeno perché aveva pianto, in realtà non l’amava da un po’, ma non riusciva a lasciarla. 
Forse aveva pianto perché lo aveva tradito con un’amico di vecchia data, pensò lui. O forse perché non voleva sentirsi come quello lasciato, come quello che era stato usato.
Eppure, non capiva come quella ragazza, Giada, era riuscita a comprendere che c’era qualcosa che non andava in lui. Si conoscevano da così poco, anzi, non si conoscevano affatto. Si erano visti per quanto, cinque minuti?
“No. Niente.” Rispose freddamente Liam, dopo un momento di silenzio. 
Giada si voltò e sussurrò a testa bassa “Come vuoi”, poi si diresse verso le scale.
Liam rimase lì, spiazzato. Forse aveva dovuto usare un tono diverso, forse doveva confidarsi con lei, che non sapendo la storia magari avrebbe evitato di fare uscite come ‘Eppure eravate così carini insieme, pensavo che vi amaste.’.
E perché non l’aveva fatto?
Diede una botta alla porta della camera e rimase poggiato di spalle a questa, a riflettere.

Giada c’era rimasta male da come gli aveva risposto Liam, però pensò che aveva ragione. Una sconosciuta gli aveva fatto una domanda che di solito si fa tra amici, ed è normale che lui non le volle rispondere.
Lei stessa avrebbe detto ‘Fatti gli affaracci tuoi’ a qualcuno che gli avrebbe fatto quella domanda.
Appena entrata in sala si era seduta accanto a Niall e con gli altri iniziarono a parlare.
“Allora, la scuola inizierà fra due settimane. Ti ho già iscritta. Domani mattina andiamo ad ordinare i libri e se vuoi andiamo a comprare anche i vestiti.” Niall sorrise a Giada, che aveva uno sguardo da cane bastonato.
“Cosa? Due settimane? Scuola? Perché mi fai questo?!” Esclamò, cercando di far trasparire un tono drammatico.
I ragazzi scoppiarono a ridere e lei non riuscì a trattenersi.
“Va bene, va bene. Però due settimane sono così poche…” Disse lei, prima che Niall l’uccidesse.
Avevano già deciso che, quando Giada si fosse trasferita a Londra, avrebbe continuato gli studi. A lei andava bene perché non le dispiaceva la scuola, ma due settimane erano troppo poche.
Voleva visitare Londra e passare più tempo possibile con il fratello.
“Dai, non ti lamentare!” Le sorrise Niall.
“Sì, la fai facile. Poi devo andare in una scuola dove non conosco nessuno. Come faccio? Lo sai che non mi piace molto fare amicizia.” I ragazzi la guardarono e lei saltò sulla sedia.
“Ops! Volevo dire, non mi piace molto fare amicizia, ma con certe persone. Con voi per me va benissimo! Mi sono spiegata male, ma spero che voi abbiate capito.” Si grattò la testa, e i ragazzi le sorrisero.
“Sì, tranquilla abbiamo capito! Comunque non sei da sola, è la nostra stessa scuola.” Louis le sorrise, poi sentirono dei passi dalle scale e videro Liam sedersi, facendo un accenno di saluto con la mano.
Il silenzio calò sulla stanza, Liam non toccò il cibo e gli altri mangiarono senza proferire parola. Tranne Giada, che smuoveva il cibo con la forchetta, sia perché la fame se n'era andata dopo la discussione con Liam, sia perché era ancora un pò scombussolata.
“Tutto… bene?” Sussurrò Zayn a Liam.
Lui alzò lo sguardo prima su Giada, che teneva gli occhi puntati sul piatto, poi si girò verso l’amico e gli fece vedere la foto che ritraeva Danielle che lo tradiva.
L'amico sbiancò, poi gli poggiò la mano sulla spalla.
Giada capì cosa era successo, infatti alzò lo sguardo su Liam e i loro occhi si incrociarono di nuovo.
Fu di nuovo lei a distogliere lo sguardo, spostandolo sul fratello che rideva con Harry e Louis. 
Si sentì improvvisamente fuori luogo e strinse i pugni, facendo diventare le nocche bianche.
Sospirò, poi si rivolse a Niall.
"Vado di sopra. Prima non ho riposato... Ciao..." Gli mormorò all'orecchio, prima di dargli un bacio sulla guancia.
Salutò i ragazzi, cercando di non incontrare gli occhi di Liam e corse di sopra.


Spalancò la porta e, richiudendola, si fiondò sul letto.
Strinse a se il cuscino che iniziò a prendere a pugni. Smise quando i singhiozzi si fecero troppo forti e dovette soffocarli nel cuscino. Sentì la mancanza della madre come mai da quando era morta. 
Quando le lacrime si fermarono, prese la borsa ed iniziò a svuotarla. Si fermò quando trovò quello che cercava. Una scatoletta, che si nascondeva nel pugno della mano, con una fantasia floreale. L'aprì e ne tirò fuori una lametta.
Si tirò giù la manica della camicia, dove ancora le cicatrici passate erano visibili. Socchiuse gli occhi e si portò la lametta al polso.
Prima che il liquido rosso sporcasse la sua pelle chiara, qualcuno bussò alla porta.
Le cadde la lametta dalle mani, andandosi a nascondere sotto al letto.
Si alzò di scatto e andò alla porta per aprire, anche se evidentemente aveva gli occhi gonfi.
"Disturbo?" Una voce calda sussurrò, non appena Giada aprì la porta.
Di nuovo quegli occhi. Giada stava iniziando a stufarmi, e strinse i denti.
Sospirò e scosse la testa, tornando a sedersi e lasciando la porta aperta, per far entrare Liam. Si andò a sedere accanto alla ragazza, che aveva le ginocchia contro il petto, e aveva lo sguardo perso fuori dalla finestra.
"Non volevo essere scontroso prima... E' che..." Liam giocava con gli elastici della tuta, ma Giada scosse la testa.
"No, tranquillo. Non mi devi nessuna spiegazioni. Sono stata invadente. Non so nemmeno perché te l'ho chiesto. Avrei dovuto farmi gli affari miei, e Stop. E' solo stato un impulso, mi è uscita di getto quella domanda." Disse d'un fiato la ragazza, rimanendo immobile.
"Ho litigato con la mia ragazza. Anzi, la mia ex ragazza. Mi ha tradito, ho avuto le prove, e lei continua a mentire. Però è stato un bene, non l'amavo più, ma non riuscivo a lasciarla." Liam guardò la ragazza che alzò le spalle.
"Non ti dico niente, perché non ho mai amato e non so cosa tu stia passando." Ammise la ragazza, che si girò verso Liam.
Lui sorrise e annuì. "E' proprio quello che volevo. Nessuno commento." 
Il ragazzo prese l'iPod verde di Giada che era rimasto fuori dalla borsa. Lo accese senza chiedere a Giada, che lo guardava curiosa, e sfogliò i titoli. 
Le passò una cuffietta e lei la mise, avvicinandosi un pò di più a Liam.
Partì Jar of Heart, di Christina Perri. Quella canzone per Giada significava molto, dato che era la canzone che stava sentendo prima che a stanza di casa sua si riempisse delle sirene di casa.
Socchiuse gli occhi, quando sentì la testa di Liam poggiarsi sulle sue gambe.
"Non dirò niente, se lo vuoi." Sussurrò poi la ragazza, che iniziò ad accarezzare i capelli di Liam.

Erano due estranei, ma sembrava si conoscessero da una vita.



Sorry çwç
Scusate, faccio schifo lo so. Ma io ho un agriturismo e capitemi che durante le vacanze di Pasqua la cosa è stata tragica con tutta la gente che c'era! Ah, e ovviamente come se non bastasse sono stata in ospedale perché ho sbattutto l'Osso Sacro e ho avuto la febbre. 
Quindi non ho ne postato, ne studiato ._.'
In verità avevo scritto un capitolo, ma è andato perso.
Porca Shit!
Comunque, non so se il capitolo vi piace. Cioè, non sapevo se mettere o no la scena dell'autolesionismo, ma l'ho voluto mettere dato che è una cosa che, comunque, mi riguarda.
Vabbè, è una storia lunga.
Ditemi, continuo con questo andazzo(?) o cambio? é.è
Ho bisogno di voi, O CARI MIEI AMORI (?)
Sì, sono fumata, ma vabbè.
Notate che fra poco lo spazio autrice sarà più lungo dei capitoli? :D
Tanto amore,
xx

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Capitolo 5
*** Trying to be perfect. ***


"Giada, svegliati..." Niall accarezzò il viso della sorella, che poco dopo aprì gli occhi.
"Ehi..." Sussurrò sbadagliando.
"Vieni a fare colazione, che poi dobbiamo uscire." Il fratello le stampò un bacio sulla fronte, prima di uscire dalla camera della sorella.
Giada si stropicciò gli occhi e si tirò su, poggiandosi sui gomiti. 
Guardò fuori dalla finestra, ripensando alla notte precedente. 
Nell'altra stanza, Liam stava facendo lo stesso.
Avevano continuato ad ascoltare la musica fino a notte fonda, senza scambiarsi parola. Giada si era addormentata e Liam, dopo averla messa sotto le coperta, era rimasto un pò a fissarla. Pensò che i suoi lineamenti erano perfetti, molto diversi da quelli di Danielle, ed era così bella da sembrar finta. Era una bellezza naturale, che non copriva con chili di fondotinta.
Pensò anche che Danielle invece era tutt'altra cosa. Lei si truccava così tanto che le volte in cui dormivano insieme la mattina quasi non la riconosceva.
Quando decise di andare a dormire gli rimase molto difficile, così passò tutta la notte a pensare, non sapeva nemmeno a cosa.
Giada scosse la testa e si alzò, dirigendosi verso l'armadio. Teneva gli occhi socchiusi e nemmeno fece caso a cosa prese per vestirsi.
 Aprì la porta e si diresse verso il bagno che però era occupato.
"Un attimo!" Urlò una voce da dentro. 
La ragazza sospirò e si guardò intorno, aspettando. 
Dopo poco la porta si aprì ed uscì Zayn, che le sorrise. "Ciao!" Esclamò.
Giada sorrise. 
"Giorno." 
"Scusami, ma quando entro al bagno ci sto sempre un pò per mettere a posto i capelli." Alzò le spalle, mentre Giada fece una faccia strana poi rise leggermente.
"Tranquillo." Rispose. Zayn sorrise e continuava a guardarla, quando Giada indicò il bagno.
"Fatto?" Chiese poi, storcendo la testa.
"Oh, sì, scusa!" Zayn si scansò, per poi scendere le scale. Giada scosse la testa divertita, poi entrò in bagno.
Uscì dopo essersi fatta una bella doccia e essersi rivestita. Si asciugò i capelli che poi raccolse in una treccia, che ricadeva sulla schiena. Si era vestita in modo chiaro, dei calzoni avana e una camicia bianca. Si infilò le ballerine dello stesso colore dei suoi capelli e scese le scale, raggiungendo i ragazzi che facevano colazione.
"Buongiorno a tutti." Disse, sedendosi accanto al fratello che l'abbracciò forte.
"Sorellina! Dormito bene?" Chiese Niall, lasciando respirare la sorella.
Lei annuì sorridendo, poi voltò lo sguardo veloce verso Liam che sorrideva girando il cappuccino.
"Sai, tuo fratello è da stamattina che continua a ripetere 'Ancora non ci credo. Giada qui! Giada qui!'." Disse ridacchiando Louis, poi continuò "Non era così contento dal concerto di Justin Bieber!"
"Lou!" Urlò Niall che era diventato paonazzo.
"Oh, che dolce mio fratello." Giada rise, scompigliandogli i capelli. 
"Ok, lo ammetto. Posso essere contento che mia sorella è qui con me dopo tutti questi anni?" Niall riabbracciò la sorella, che cercava di bere un bicchiere di succo. Sprofondò il viso nel petto del fratello, sorridendo. E, a dir la verità, nemmeno lei riusciva a credere di essere lì, con Niall. 
"Ragazzi, non vorrei rovinare questo stupendo momento, ma è tardi e dobbiamo uscire!" Harry iniziò a sparecchiare la tavola, aiutato da Louis.
"Mi sono dimenticata la borsa, torno subito." Giada si alzò dal tavolo e corse di sopra. Entrò in camera e prese la borsa. Cerco l'iPod, ma non lo trovò. 
"Che palle..." Momorò. Alzò il cuscino, cercò fra le coperte, nel cassetto del comodino, ma niente.
"Cerchi questo?" Liam, che era poggiato allo stipite della porta, teneva in mano l'iPod di Giada.
Lei si voltò di scatto, avvicinandosi titubante. Aprì il palmo della mano, ma Liam non gli rese ancora l'iPod.
"Scusa se l'ho preso, ma era rimasto nella tasca della felpa. Mi ha fatto bene stare, anche se in silenzio, con te ieri. Grazie per non avermi tempestato di domande." Le sorrise, poi poggiò l'iPod nella sua mano, che lei infilò nella borsa.
"Sì, sono stata bene anche io." Ammise lei, guardandolo negli occhi. 
Liam poggiò una mano sulla guancia di Giada, che socchiuse gli occhi. Prese un respiro profondo e disse "Dobbiamo andare...".
Liam annuì, e scesero le scale.
Poco dopo, tutti e sei erano già sulla Range Rover di Harry, diretti verso il centro. Giada era accanto a Niall, gli occhi coperti dai suoi Ray Ban neri. Se non fosse che il fratello non la smetteva di parlare e ridere, lei sarebbe già sprofondata nel mondo dei sogni. 
Sì, peccato che come chiudeva gli occhi rivedeva Liam. Così tenne gli occhi spalancati finché, finalmente, Harry parcheggiò.
"Una domanda così, da quant'è che ha la patente?" Sussurrò a Zayn che era accanto a lei, e che scoppiò in una fragorosa risata.
"Dai, è bravo!" Esclamò il ragazzo.
"Sì, peccato che abbiamo sfiorato l'incidente per ben tre volte." Constatò lei.
Il sorriso le calò, però, quando si rese conto della parola 'incidente'.
Zayn se ne accorse, e le diede un buffetto sulla guancia.
"Ragazzi, dopo guido io." Urlò davanti, poi fece l'occhiolino a Giada, che gli sorrise.
 
"Non sai quanti vestiti mi dovrai comprare per farti perdonare!" Giada sbuffò, mentre spingeva fuori Niall dalla libreria dove avevano ordinato i libri.
"Io non devo entrare con te nei negozi, vero?" Chiese sbarrando poi gli occhi Niall.
Lei fece un sorrisetto, poi annuì. I ragazzi risero e Niall diede una gomitata a Louis che era accanto a lui.
"Guardate che se entro io, voi mi seguite a ruota!" Esclamò facendo diventare seri i ragazzi.
"Evitando figuracce nei negozi, vado da sola." Giada scosse la testa esasperata e, dopo che Niall gli diede i soldi, sparì nel primo negozio.
A dir la verità non amava molto andare a fare shopping, e quando ci andava non trovava mai qualcosa che l'ispirasse, però pensò che di certo a Londra avrebbe trovato qualcosa di carino.
Infatti, un'oretta e mezza dopo, quando le squillò il telefono, aveva già tre buste piene di vestiti.
"Niall!" Rispose, avendo letto lo schermo.
Si fermò davanti ad un negozio, dove aveva visto un vestito a fiorellini che era uguale a quello che sua madre le voleva comprare non molto tempo prima.
"Hai fatto? Se sì, vieni che poi andiamo a pranzo in un posto dove non sai quanto si mangia bene!" 
Per posto dove si mangia bene, sapeva già dove Niall l'avrebbe portata.
"Sì, io posso anche venire, ma mi spieghi dove?" Chiese scuotendo la testa.
Era ufficiale, suo fratello si era rincitrullito del tutto. Che pensava, che lei avesse il radar?
"Ah, giusto. Se aspetti ti veniamo a fare incontro." 
Giada disse al fratello dove si trovava e riagganciò.
Continuò a guardare quel vestito, e si decise ad entrare. Lo provò e si guardò allo specchio. 
Pensò a quando sua madre le diceva 'Ti starebbe veramente bene.', e si avvicinava a lei poggiandole le mani sulle spalle, da dietro mentre si guardavano tutte e due allo specchio.
Chiese alla commessa, che era una donna sulla settantina, se poteva tenerlo addosso. La signora annuì, e dato che il negozio era deserto e Giada aveva comprato anche un paio di pantaloni, le regalò un maglioncino da mettere sopra il vestito.
La ragazza le sorrise ed uscì. 
"Giada!" La ragazza si voltò e c'erano i ragazzi che l'aspettavano dall'altra parte della strada. Attraversò e li raggiunse. Prima che potesse dire qualcosa, Niall le prese le buste e le avvolse le spalle con un braccio.
"Bello il vestito. Ti sta veramente bene!" Disse poi, mentre camminavano per le strade di Londra.
Giada sorrise, anche se pensava che non era vero.
"Aspetta, mi gioco tutti i vestiti che ci porti da Nando's!" Esclamò Giada, guardando Niall.
I ragazzi risero ed Harry esclamò "Come conosci bene tuo fratello!".
Giada rise, vedendo che Niall la guardava con gli occhi socchiusi.
 
Arrivati da Nando's e dopo aver ordinato, Giada prese l'iPod e si infilò una cuffietta nell'orecchio. Partì di nuovo Jar of Heart e Giada sussurrava qualche strofa.
 
I learned to live, half alive. 
And now you want me one more time.
And who do you think you are?
Runnin' 'round leaving scars,
collecting a jar of hearts, 
and tearing love apart.
 
 
Nel mentre che canticchiava, Liam, davanti a lei, la guardava incantato. Lei alzò lo sguardo ed incontrò nuovamente quello del ragazzo. 
Quando Liam le sorrise, lei abbassò lo sguardo, sorridendo e diventando rossa.
"Ecco i vostri ordini!" Esclamò il cameriere che, dopo aver portato le ordinazioni al tavolo, si dileguò.
Giada cercava di mandare giù il cibo senza la voglia di correre al bagno, e ad ogni boccone che ingurgitava, una smorfia di dolore le si formava sul viso. 
Nessuno sapeva cosa Giada facesse ad ogni pasto. Appena finito di mangiare, correva al bagno e, portandosi due dita alla gola, vomitava tutto quello che mangiava. Aveva iniziato quando, a 12 anni, era un pò sovrappeso e i ragazzini la prendevano in giro. Così iniziò a non mangiare, a fare più movimento possibile, e a vomitare anche quello che non c'era nel suo stomaco. Finì solo una volta in ospedale. Poi aveva smesso di vomitare, era dimagrita grazie a varie cure, ma da mesi aveva ricominciato a vomitare. Perché lo faceva? Beh, perché ogni volta che si guardava allo specchio si passava la mano sulla pancia, cercando il grasso che però non c'era. Era sotto peso ormai, e continuando di questo passo sarebbe diventata anoressica.
Con il piatto ancora per metà pieno, Giada si mise una mano sulla pancia, perché si sentiva già piena.
Appena gli altri finirono, si alzarono e tornarono a casa.
Quando varcarono la porta di casa, Giada si scusò e sparì di sopra. Corse in bagno e si chiuse dentro.
Si avvicinò alla tazza. Cercava di non farlo, ma vomitare era diventato come una droga per lei. Così, per l'ennesima volta, si inginocchiò davanti alla tazza e tirò fuori tutto, che, secondo lei, nel suo stomaco non doveva starci.

 
Uh yeah!
Eccola, è tornata! Penserete voi :')
E avete ragione!
Ok, per favore, non uccidetemi. Non so se vi piace il fatto di Giada.
Ma è una cosa che ho vissuto in prima persona, e che sto vivendo anche adesso, sfortunatamente. Quindi volevo un pò scrivere su questa cosa.
Vabbè, lasciamo stare le cose tristi e passiamo ad altro.
Sono stata brava! Stavolta ho postato presto u.u Non è niente di che 'sto capitolo, anzi è una merda, ma vabbè.
Al capitolo precedente solo 4 recensioni D: Mi sento triste così çwç
Comunque,
Tanto amore! 
xx

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Capitolo 6
*** The past is past. ***


Muovere avanti e indietro il piede, sdraiata sul letto a guardare il soffitto, per Giada stava diventando quasi una cosa divertene. Ormai lo stava facendo da un'ora, o forse più, tenendosi le mani sulla pancia, coperta ancora dal vestito a fiorellini.
Il fratello stava giocando con gli altri alla Play, e lei intanto ascoltava ancora l'iPod. Senza musica non avrebbe potuto continuare ad andare avanti. Ce l'aveva nel sangue da quando era piccola, proprio come Niall.
Teneva il volume al massimo, e mentre nelle sue orecchie c'era Rihanna con We Found Love, che lei cantava a voce moderata, non sentiva il rumore di qualcuno che bussava alla porta.
Dall'altra parte di quel legno plastificato bianco, Liam continuava a bussare. 
Non ricevendo risposta, decise di aprire.
 
Shine a light through an open door,
love and life I will divide.
Turn away cause I need you more,
feel the heartbeat in my mind.
 
Fino a che Giada non si accorse di Liam, lui rimase a guardarla praticamente imbambolato. Ogni volta che la vedeva non faceva altro che pensare a quanto fosse così... così lei.
 
It's the way I'm feeling, 
I just can't deny,
but I've gotta let it go.
 
Giada spostò lo sguardo sulla porta e, quando si accorse di Liam, rimase in silenzio e portò di nuovo lo sguardo sul soffitto, mordendosi l'interno delle guance.
Sentiva la faccia andare a fuoco, ed era certa di essere diventata dello stesso colore della felpa che c'era sulla sedia.
Perché Liam era entrato? Per giunta, mentre lei stava cantando, in uno dei suoi momenti di sfogo. 

Stoppò l'iPod e si tolse le cuffiette, rimanendo però sdraiata e con lo sguardo sul soffitto.
Lei non avrebbe detto niente, avrebbe solamente aspettato che Liam dicesse qualcosa.
Lui, vedendo che Giada si era tolta le cuffiette, chiuse la porta dietro le spalle e si avvicinò a lei.
"Scusa se sono entrato così... Avevo bussato ma, evidentemente, non mi hai sentito." Si strinse nelle spalle, aspettando che la ragazza rispose.
"No, non ho sentito." Voltò finalmente lo sguardo verso di lui, che era in piedi e ad una distanza giusta.
"Che volevi?" Chiese poi.
"Ecco.. Volevo chiederti se... Insomma..." Liam si passò una mano fra i capelli, nervoso.
Giada si mise a sedere, guardandolo curiosa. 
Il ragazzo fece un passo avanti.
"Ti... Ti va di uscire con me? Adesso?" Domandò finalmente.
Giada abbassò lo sguardo, arrossendo ancora. Non si sarebbe mai aspettata che un ragazzo le chiedesse mai di uscire, soprattuto che Liam glielo chiedesse.
Non rispose per un pò, e Liam già si aspettava un no. 
Quando, finalmente, Giada risollevò il viso, regalò uno splendido sorriso a quel ragazzo che ancora aspettava una risposta.
"Sì, mi va di uscire con te, Liam." Fu la risposta di Giada.
Liam si dovette trattenere dal saltare di gioia, ma un sorriso che iniziava da un orecchio e finiva all'altro gli fece assumere un'espressione da ebete.
"Oh, per-perfetto! Ti aspetto di sotto, dai." 
Giada annuì, e Liam uscì dalla sua camera. Quando chiuse la porta, saltò per tutto il corridoio, prima di scendere di sotto.
Intanto la ragazza era in piedi davanti all'armadio. Si cambiò infilandosi un paio di shorts di jeans, una casacca a righe e un paio di superga bianche. Prese la borsa e scese le scale.
 
"Noi usciamo!" Esclamò Liam, che insieme a Giada erano andati in salone per salutare i ragazzi.
Niall si girò verso loro due e li guardò confuso. "Uscite? Voi due?"
Giada annuì e prima che Niall potesse proseguire, iniziando a fare domande seguito a ruota dagli altri ragazzi, si girò verso l'uscita e, seguita da Liam, salirono in macchina.
Il viaggio, una decina di minuti nemmeno, fu silenzioso. In effetti non avevano niente da dirsi. Giada guardava fuori dal finestrino, Liam guidava concentrato. Solo una volta distolse lo sguardo dalla strada, per lanciare un'occhiata veloce a Giada, che però non se ne accorse.
Quando furono nel centro di Londra, parcheggiarono e scesero dalla macchina.
"Andiamo a prendere qualcosa da bere, ti va?" Chiese Liam, accennando un sorriso mentre camminavano.
"Mh, sì, certo." Disse Giada, e alzò lo sguardo verso Liam. I suoi capelli erano tirati su forse con un pò di gel, indossava una camicia a quadri e un paio di pantaloni avana. Era così bello da non crederci.
Lui si voltò e le sorrise, lei ricambiò e, avvicinandosi un pò di più a Liam, per sbaglio gli sfiorò la mano.
La ritrasse subito, diventando rossa, ma lui gliel'afferrò e la strinse. 
Giada sorrise, guardando la sua mano e quella di Liam strette insieme. Quella del ragazzo era molto più grande della sua, ed era anche più calda. Si sentivano bene entrambi.
Dopo poco entrarono in un bar che era quasi pieno, e si sedettero all'unico tavolo libero, in un angolo. 
Ordinarono due Coca-Cole, che arrivarono quasi subito.
"Comunque ritieniti fortunata che tu arrivi a scuola fra due settimane. Noi Lunedì ce l'abbiamo di nuovo!" Liam sorrise a Giada, che alzò le spalle vantandosi.
"Sai, quando una è fortunata!" Insieme risero, poi Giada guardò Liam storcendo la testa.
"Allora... Raccontami un pò di te." Gli chiese.
Liam la guardò negli occhi e si portò il bicchiere alla bocca. Bevve un sorso poi poggiò nuovamente il bicchiere davanti a se.
"Beh, che devo dirti? Sai che sono Liam, mi sono appena lasciato con una ragazza che non amavo da un pò, ho l'età di tuo fratello e... ho un solo rene!" Esclamò sorridente.
Giada rise e lo guardò. "Veramente?" 
Liam annuì e indicò la Coca Cola. "Quando andiamo in discoteca bevo solo questa. Non ho mai bevuto alcolici, e sicuramente mai ne berrò uno in vita mia." Alzò le spalle.
La ragazza ne rimase colpita, ed era contenta che Liam parlasse liberamente con lei.
"Ehi, adesso mi parli un pò di te?" Domandò poi il ragazzo che non riusciva a staccare gli occhi da quelli azzurri di lei.
"Uhm... Mi chiamo Giada, che è un nome italiano che ha scelto mia madre. Ho 16 anni. Non ho mai amato nessuno e non sono mai stata con un ragazzo, dato che ero molto sulle mie. Non ho mai avuto nemmeno una vera amica, ma io ero contenta così. Ho due reni," disse, facendo ridere Liam "e sto bevendo una Coca Cola con uno splendido ragazzo, nel bel mezzo di Londra." 
Sorrise, prima di portarsi il bicchiere sulle labbra e bere.
"Beh, non sei contenta?" Chiese Liam, facendole l'occhiolino.
Giada annuì, e sfilò dalla tasca il telefono per vedere che ore fossero. 
Le 19:23. Notò che gli era arrivato un messaggio venti minuti prima, poco dopo che erano partiti. Ed ovviamente era di Niall.
'Devo essere geloso di Liam, sorellina? xx' Giada scosse la testa divertita quando lesse il messaggio.
Liam la guardò e indicò il telefono. "Qualche ammiratore?" ammiccò.
Giada alzò lo sguardo e sorrise. "Oh, sì. Però è un ammiratore speciale. E' il mio principe da quando ero piccola." 
Liam si ricordò della scritta che c'era in camera di Giada, e quindi capì che si trattava di Niall.
"Che ha il mio irlandese preferito?" 
Giada rise per quell'aggettivo e alzò le spalle. "Niente, mi ha chiesto se doveva essere geloso di te." Disse tranquillamente.
Liam arrossì e deglutì. "Credo che quando torneremo a casa tuo fratello mi ucciderà." 
"Probabile." disse infine Giada, sorridendogli.

Quando finirono le loro bevande e dopo aver chiacchierato un pò, i due uscirono e fecero una passeggiata in un parco.
"Sai che sei veramente carino e dolce?" Appena Giada buttò fuori quelle parole, si morse subito le labbra e arrossì. Gli erano fuggite mentre lo pensava.
"Non credo... Ma tu sei veramente bella." Rispose Liam, accarezzandole i capelli. 
"Bugiardo..." Disse lei, dandogli un pugnetto sul braccio.
"Ehi! Io non dico bugie!" Esclamò Liam divertito.
"Io dico di sì." Giada annuì convinta e Liam, alzando un sopracciglio, la spinse verso un albero, facendola appoggiare a questo.
"Ah sì, eh?" Domandò il ragazzo con un sorrisetto sulle labbra.
Giada era divertita per quella situazione e annuì ancora più convinta.
"Bene. Quindi se io dico che voglio baciarti, tu penserai che in verità non lo vuoi, quindi mi lascerai fare fino a che non ti bacerò e capirai che non dico bugie." Giada cercava di seguire il discorso molto contorto di Liam e alla fine aveva una faccia confusa.
"Io so solo che non vuoi baciarmi, e se anche volessi non lo faresti mai. Ti ricordi che mio fratello è uno dei tuoi migliori amici, ed è parecchio geloso?" disse lei, con aria strafottente.
Liam rimase spiazzato, ma la prese come una sfida.
Poggiò le mani ai lati delle spalle di Giada, bloccandole una possibile e comoda via d'uscita. Si avvicinò pericolosamente a lei e, quando le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza, le schioccò un bacio sulla fronte.
"Si è fatto tardi adesso, che ne dici di andare a cena? Sono le otto passate..." Giada era ancora imbambolata addosso all'albero, pensava seriamente che lui avrebbe fatto qualcosa di stupido. Quando però sentì la parola cena, spalancò gli occhi.
"C-cena?" chiese sussurrando.
"Sì, dai. Poi torniamo a casa, sicuramente i ragazzi vorranno uscire o guardare un film. E' sabato, non ti va di stare un pò fuori? E comunque insisto, non accetto un no come risposta!" Esclamò, sorridendo.
Oh, certo che mi va di stare un pò fuori, ma di cenare proprio no. Pensò Giada.
"Beh... Se proprio insisti." Disse alla fine. 
Liam la prese per mano e insieme andarono in un locale che si trovava poco lontano da quel parco. Già c'era stato prima, con Danielle, anche se la serata con la sua ex finì con una litigata colossale, però era un locale carino ed accogliente, e pensava che a Giada sarebbe piaciuto.
Infatti era così, dato che lei non faceva altro che guardarsi intorno.
"Wow, è... carinissimo qui!" Disse quando si misero seduti.
Liam ne fu felice e, una volta ordinato, continuò a parlare con Giada.
Però la sua felicità, chiamiamola così, si bloccò una volta che il suo sguardo si rivolse all'entrata del locale. Avrebbe riconosciuto quei capelli ovunque. Danielle, con un ragazzo, erano appena entrati. Quando lui provò a nascondersi in qualche modo, lei si avvicinò al tavolo, dato che aveva già notato Liam.
"Che palle..." Momorò lui. Giada lo guardò torva e seguì il suo sguardo, voltandosi e vedendo una mora dalle gambe lunghe, con dei tacchi vertiginosi, un vestito corto e un trucco che la rendeva quasi finta. Camminava verso di loro molto sicura di se. Sembrava che stesse sfilando su una passerella, invece di essere in un ristorante.
Giada si voltò e si accucciò nella sedia, sentendosi ancora più imperfetta di ogni santissimo secondo. Pensava che sicuramente quella ragazza, quando l'avesse vista, avrebbe sghignazzato di lei. Ma così non fu, anzi.
La riccia, una volta arrivata al loro tavolo, tralasciò l'esistenza della bionda, e sorrise con i suoi bei denti bianchi al ragazzo. "Liam! Che piacere rivederti!"
Lui la guardò e annuì. "Il piacere è tutto tuo, Danielle."
La ragazza rise alla frecciatina appena ricevuta, poggiando una mano sulla spalla di Liam che non si era nemmeno scomodato ad alzarsi. "Mi ero dimenticata il tuo sarcasmo, sai?" Domandò poi, alzando un sopracciglio.
"Comunque, che ci fai qui? Pensavo che non ci avresti messo più piede, dato che l'ultima volta che ci siamo venuti abbiamo litigato." Squittì la ragazza.
"Ti sbagli. E, comunque, avrei dovuto lasciarti proprio quella sera, ma, aimè, quando qualcuno mi fa pena non riesco a lasciarlo." Gli rispose con molta tranquillità Liam.
Danielle lo incenerì con lo sguardo, ma lui non si preoccupò più di tanto dell'occhiataccia appena ricevuta.
"Lei sarebbe?" Svincolò poi la riccia, mostrando un finto interesse verso la bionda e riprendendo a sorridere. 
Liam si voltò verso Giada che era rimasta a testa bassa da quando Danielle li aveva raggiunti. 
"Giada. Vive con noi da ieri. E' la sorella di Niall. Ed è diventata subito una mia buona amica." disse Liam, sorridendo e poggiando una mano sul finocchio della ragazza, sotto il tavolo.
Giada avvampò e alzò lo sguardo, incontrando quello di Liam che gli sorrise ancora.
"Una buona... amica. Eh?" Danielle alzò lo sguardo, e il suo sorriso di allargò.
 "Un' amica... amica? E, sentiamo, anche gli altri sono diventati amici amici con lei, o per adesso è solo il tuo turno?" ammiccò poi.
Liam strinse di nuovo i pugni per quello stupido doppio senso che colse anche Giada.
"Solo tu vai a letto con chi capita subito, e soprattutto con gli amici, Danielle." Sbottò Liam, ma Danielle voleva farlo alterare, e c'era riuscita.
"Ancora a pensare al passato, eh Liam?" La ragazza gli fece l'occhiolino e lui scosse la testa, trattenendosi dal non urlargli in faccia e così facendo, attirare tutta l'attenzione su di loro.
"Ormai il passato è passato." Liam voltò lo sguardo verso il ragazzo che accompagnava Danielle quella sera, e notò che non era Mark, l'amico con cui l'aveva tradita.
"Stai già facendo l'oca con un altro, Danielle? Mark dove l'hai lasciato? Oh, fammi immaginare, sta aspettando una tua chiamata." Ironizzò poi.
Danielle non rispose, semplicemente batteva nervosamente la gamba. Passarono una manciata di secondi da quando gli rispose. "Sì, stai ancora pensando al passato." Sorrise contenta.
Liam accarezzò la gamba di Giada, sperando che capisse che non era così. Stava per rispondere alla mora, ma lei continuò.
"Se ti va fatti sentire qualche volta. Abbiamo ancora qualcosa da dirci, io e te." Lasciò un altro sorriso a Liam, poi girò i tacchi e tornò dall'altro ragazzo. 
Liam allontanò la mano dal ginocchio di Giada e lo riportò sul tavolo.
Scosse la testa, nervosamente, cercando qualcosa da dire a Giada.
"Allora, è lei la ragazza che ci ha fatto scontrare nel corridoio di casa, giusto?" Chiese riprendendo la calma Giada e regalando un sorriso a Liam.
Lui annuì poi alzò le spalle. "Mi dispiace per questa scena. Credimi, per me è morta e vorrei non averla rivista."
Giada gli accarezzò la mano. "Tranquillo, non tutto va sempre come vuoi." 
Liam sorrise. "Già. Beh, devo dire che però grazie a lei abbiamo passato una serata piacevole con la musica nelle orecchie, io e te." 
La bionda lo guardò poi annuì. "Sì, veramente piacevole."
Verso le dieci e mezza tornarono a casa. Giada si sentiva diversa. Si era tanto divertita con Liam che le aveva ripetuto più volte che per lui era molto carina, che stranamente non sentiva il bisogno di andare a vomitare. 
Quando entrarono in salone, i ragazzi erano seduti di nuovo sul divano.
"Ma bentornati!" Eclamò Harry, vedendoli arrivare mano nella mano.
Niall si alzò e li guardò serio. Giada sciolse mal volentieri la presa dalla mano di Liam e si avvicinò a Niall. "Fratellone, che ne dici se mi accompagni di sopra?" Chiese con molta innocenza.
Lui annuì e prese per mano Giada, stringendola a lui e lanciando un'occhiata a Liam e sussurrando un "Io e te parliamo dopo."
Quando furono in camera di Giada, Niall la fece sedere e partì con la strillata.
"Chi ti ha dato l'ordine di uscire? Con Liam poi! E tornare alle dieci e mezza?! Che c'è fra di voi?!" Strillò
Giada roteò gli occhi al cielo. 
"Niall, calmo. Prima cosa, Liam è un tuo amico quindi non dovresti preoccuparti, mi ha portata fuori dato che è sabato e non avevamo niente da fare, voi giocavate alla play e mi stavo annoiando. Poi le dieci e mezza di sera non è tardi. Non arrabbiarti e ti suppliconon dire niente a Liam che non c'entra niente! E, soprattutto, NON C'E' NIENTE E NON C'E' NEMMENO UN NOI!" Sbuffò poi Giada.
Niall incrociò le braccia al petto e la guardò battendo il piede a terra.
"Non c'è niente niente?" Domandò.
Giada scosse la testa e si alzò.
"La pianterai mai di essere geloso e protettivo? E' da quando eravamo piccoli." Sorrise Giada.
"Tu sei mia e di nessun'altro, intesi?" Niall rispose così alla domanda di Giada. 
Lei annuì poi l'abbracciò, divertita dall'atteggiamento di Niall.
Eppure una domanda la tormentava. Non c'era davvero niente fra lei e Liam?
"Comunque credo che noi andremo in discoteca. Tu vieni?" Domandò il fratello.
Giada sospirò e scosse la testa. "No, sono un pò stanca. Però voglio che ti diverti anche per me!" Sorrise e diede un bacio sulla guancia al fratello.
Liam intanto era rimasto di sotto in salone con gli altri. 
"Che c'è fra di voi?" Domandò Louis, seduto accanto a lui.
Liam sbuffò e si alzò.
"Niente, ok? Ora non posso uscire con un'amica?!" Sbottò.
"Sì, certo. Però... Insomma... Siete tornati mano nella mano..." Zayn gli poggiò una mano sulla spalla, facendolo risedere.
Prima che Liam potesse ribattere, entrò Niall che si buttò sulla poltrona dove stava prima.
Louis, Harry e Zayn si lanciavano occhiate, pronti ad uscire di scena nel caso Niall avesse iniziato a parlare con Liam dell'uscita. Eppure così non fu.
Il biondino doveva cercare di non dire niente a Liam, perché sua sorella glielo aveva espressamente chiesto. 
"Che facciamo stasera? Discoteca?" Chiese infine, sorridendo ai ragazzi.
Liam alzò la testa e gli altri sospirarono, sorridendo.
"Perfetto! Ma, tua sorella?" Harry guardò Niall.
"Lei non viene, ha detto che è stanca e preferisce rimanere al letto. Dai andiamo a prepararci." 
Così salirono tutti insieme ed entrarono ogniuno nelle rispettive camere.
Liam si buttò a peso morto sul letto. 
Pensava veramente che Niall gli avrebbe tirato un pugno, o cose del genere, invece non disse nulla.
In veritò non aveva molta voglia di andare in discoteca, ma se avesse detto che fosse rimasto a casa, Niall e gli altri avrebbero sicuramente sospettato qualcosa, che nemmeno c'era, e un pugno non glielo avrebbe tolto nessuno.
Però gli andava di andare a salutare Giada prima di andare in discoteca.
Così si alzò nuovamente dal letto, tanto per lui poteva uscire anche vestito in quel modo, si avvicinò alla porta e l'aprì leggermente, sperando di non trovare nessuno nel corridoio, ed uscì.
Bussò poi alla porta di Giada, che lei aprì sorridendo.
"Liam... Entra, dai." Disse lei, sorridendo, indossando già il pigiama e si stava pettinando i capelli.
Liam sorrise ed entrò. Quando Giada chiuse la porta si avvicinò a lui.
"Sono venuto a salutarti prima di andare in discoteca... E volevo scusarmi se Niall ti ha strillato. Prima di invitarti avrei dovuto chiedere il permesso a lui..." Si grattò a testa nervoso, cercando di non incrociare lo sguardo di Giada.
Lei però gli poggiò una mano sulla guancia e gli fece voltare lo sguardo, guardandolo negli occhi.
"Ehi, no, ho sedici anni e lui non mi deve dare il permesso di niente. E sono stata benissimo anche io, Liam. Sei veramente un ragazzo speciale." 
Detto questo lui abbassò il volto per incontrare quello di Giada, e unire le loro labbra.
La ragazza spalancò gli occhi leggermente, però poi li chiuse.
Quel bacio era innocente, eppure dentro di Liam e di Giada mandrie di cavalli sgaloppavano da tutte le parti.
Quando si allontanarono, tutti e due avevano un sorriso dipinto sulla faccia.
"O-Ora è meglio che vada, altrimenti se tuo fratello mi vede uscire da qui mi ucciderà veramente... Buonanotte, piccola." Liam le sorrise e Giada avvampò di nuovo.
"Notte, Liam." Mormorò prima che lui potesse baciarla di nuovo, ed uscire dalla stanza.
Inutile dire che quella notte Giada non riusciva a chiudere occhio, e Liam stava seduto da una parte in discoteca a sorridere.

 
I'm back, honey!
Ma ciao!
Okey, si, sono tornata, vostro malgrado.
Scusate il ritardo ma ho avuto un pò di problemi con il pc D:
Anyway, spero che il capitolo vi piaccia! Datemi un consiglio é.è 
Per i dialoghi, è meglio così in corsivo o come l'altro, in grassetto? Illuminatemi ù.u
Nel prossimo ci saranno alcune cose che forse complicheranno la storia (?)
o forse no :3
E comunque credo che questa storia non andrà per le lunghe come l'altra.
Però già ho molte altre idee!
Ah, sappiate che a breve sicuramente pubblicherò una OS e spero che la leggiate u.u
Un bacio a tutte e tanto amore!
xx

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Capitolo 7
*** Flashback. ***


"Scansafatiche, vi muovete a venire a tavola?!" Urlò Giada dalla cucina, mentre aggiungeva un pizzico di sale alle patate appena fritte e controllava la carne panata nella padella.
In circa cinque secondi, Niall, Liam, Zayn, Louis ed Harry erano già seduti a tavola e stavano aspettando la cena appena preparata dalla ragazza.
"Dai, abbiamo fame!" Si lamentò Niall, che intanto addentava un pezzo di pane.
Giada si girò e lo fulminò con lo sguardo.
"Se qualcuno mi avrebbe aiutato a preparare la cena o ad aparecchiare, adesso sarebbe pronto!" Esclamò lei, ritornando a girare la carne.
Mentre i ragazzi chiacchieravano, Giada sentì due mani cingerle i fianchi.
"Stasera usciamo?"
Lei riconobbe subito la voce di Liam, e sorrise alzando le spalle.
"E' venerdì. Escono anche i ragazzi, quindi usciamo tutti insieme." Rispose la ragazza, mentre spegneva la fiamma e metteva la carne nel vassoio.
"Dai, stiamo insieme da tre giorni e siamo stati sempre con loro." Sospirò Liam, dando un bacio sulle labbra a Giada.
Lei guardò con la coda dell'occhio Niall, che non si era accorto di niente.
"Va bene, va bene." Sorrise infine, prima di girarsi e portare a tavola le patatine fritte e la carne.
Mentre mangiava, sotto lo sguardo prudente di tutti, Giada ripensò alla sera di tre giorni fa...

*Flashback*
Era passata quasi una settimana dal bacio tra Liam e Giada, e loro erano già usciti altre volte da soli. Quando, però, erano con gli altri, si scambiavano solo sguardi e sorrisi.
Giada, però, continuava a sentire il bisogno di togliere tutto quello che aveva nello stomaco ogni volta che mangiava. Continuava a vedere il grasso che non c'era e continuava a sentirsi grassa e brutta, nonostante Liam continuava a ripeterle quanto bella e troppo magra fosse.
Niall iniziava ad avere dei dubbi, dato che sua sorella spariva dopo i pasti, però non 'indagò a fondo'.
Una sera, mentre Giada era in camera sua, sentì bussare ed andò ad aprire.
“Liam… ehi, entra.” Esclamò lasciandogli spazio per entrare, ma il ragazzo la prese per mano e, senza dire una parola, scese le scale per andare da Niall.
Lo trovarono in cucina, con gli altri, e Liam si schiarì la voce.
“Niall, non uccidermi, ma… io devo dire una cosa a Giada, e voglio che tu sia presente.” 
Niall guardò confuso la sorella che scosse la testa, confusa quanto lui.
Liam le mise una mano sulla guancia, facendole voltare la testa verso di lui e facendo incontrare i loro occhi.
“Ok. Non sarà un discorso di quelli da film, ma non so fare di meglio.” Giada sorrise e gli fece cenno di continuare. “E’ vero, non è tanto che ci conosciamo e che usciamo insieme, ma… Quando, la prima volta che hai varcato la porta, ti ho guardata negli occhi e subito ho capito che tu eri una ragazza speciale, diversa. Oppure dopo che ti ho risposto male nel corridoio, tu la stessa sera mi hai fatto entrare in camera e sei stata lì, in silenzio, mentre mi sfogavo, ho capito che di te mi potevo fidare.” 
Prese un respiro profondo e continuò.
“La prima volta che siamo usciti, poi, sono stato così bene ed ero così contento di stare con te che nemmeno riuscivo a credere a quanto fortunato ero soltanto a parlare con una ragazza come te. E quella sera, la prima volta che ti ho baciato, ho sentito dentro un’intera città di farfalle che facevano un tornado nel mio stomaco. Tu mi piaci, Giada, e…" 
Le prese le mani e accennò un sorriso.
"Vuoi essere la mia ragazza?” 
Giada seguiva il discorso di Liam sorridendo, e quando gli chiese se voleva mettersi con lui, spalancò leggermente gli occhi. Era ovvio che voleva starci, però non sapeva come avrebbe reagito Niall.
"Liam... Io... Io sono senza parole..." Sussurrò sorridendo.
Abbassò lo sguardo, e lo rialzò sul fratello che aveva la bocca spalancata. Si guardarono per pochi secondi, quanto bastava a Giada di far capire a Niall che era quello che voleva. Così il biondino, riprendendosi, sorrise alla sorella, che si voltò verso di Liam.
“Sì. Voglio essere la tua ragazza, Liam.” 
Appena Giada rispose lui la prese in braccio e la strinse a se, tra gli applausi di Harry, Louis e Zayn.
Quando la rimise giù si guardarono negli occhi e, senza preoccuparsi di un probabile oggetto volante che poteva finirgli addosso tirato da Niall, la baciò.
Niall, che si era avvicinato a loro, tossì ed incrociò le braccia al petto. Liam poggiò una mano attorno alle spalle di Giada e si voltò verso Niall.
“So che mi ucciderai, ma questo ed altro per lei.” Disse serio, guardando negli occhi il suo amico.
Niall aveva un’espressione strana, e Liam già si preparava per un pugno in faccia, ma quando poi il biondo sfoderò un’enorme sorriso, lui tirò un sospiro di sollievo.
“Sappi che se lei soffrirà, tu sarai un uomo morto. Sempre con molto affetto, però, sei sempre uno dei miei migliori amici.” 
Liam rise e annuì. “Tranquillo, la tratterò bene.” Disse, stringendo a se Giada.

Però, la stessa sera, Giada era svenuta e, una volta portata all'ospedale per la troppa preoccupazione di Niall, i dottori gli avevano detto che sua sorella era molto disidratata e loro sospettavano che soffrisse di Bulimia.
A queste parole Niall era rimasto quasi paralizzato e non sapeva più che dire.
Quando tornò dagli amici, che erano in sala d'aspetto, sembrava aver visto un fantasma. I ragazzi, preoccupati, si precipitarono da lui.
"Niall, che è successo?" Domandò Zayn, poggiandogli una mano sulla spalla.
Lui ancora non riusciva a parlare, così pensarono fosse successo qualcosa di grave a Giada.
"Che ha Giada? Ti prego, dimmi che sta bene!" Esclamò Liam, scuotendolo per le spalle.
Niall alzò lo sguardo, con le lacrime agli occhi e aprì leggermente la bocca. 
"I-Io non me ne sono mai accorto... Non avrei mai pensato che lei... Insomma è così magra e io non pensavo... E' tutta colpa mia..." Sussurrava a tratti, scuotendo la testa, mentre le lacrime gli rigavano le guance.
I ragazzi lo guardavano confuso e Liam riprese a parlare.
"Non ti sei mai accorto di cosa? Niall, per favore, ti supplico, parla!" 
Si dovette trattenere dall'urlare, ma tanta era la preoccupazione per Giada che di certo non si interessava alle altre persone che erano nell'ospedale.
Niall guardò negli occhi l'amico, e deglutì.
"I dottori hanno detto che Giada..." Non riuscì a terminare la frase, le parole non volevano uscire.
Ma Liam voleva sapere di più e stava per sbottare.
"Che Giada?" Lo intimò a continuare.
Niall sospirò, trovando finalmente le parole.
"Giada soffre di bulimia, Liam. Hanno detto che non gli manca poco nemmeno ad arrivare all'anoressia."
Liam si staccò da Niall e si dovette sedere, prima di svenire anche lui.
Intanto Louis, Harry e Zayn erano rimasti ad ascotare impietriti il biondino che raccontava del problema della sorella.
Poco dopo li raggiunse Giada, a testa bassa. Sapeva che i dottori avevano raccontato tutto a suo fratello, e non sapeva come affrontarlo.
"E' tornata..." Momorò Harry, il primo ad essersi accorto dell'arrivo della ragazza, agli altri.
Liam e Niall non riuscirono ne ad alzarsi dalle sedie, ne a guardare Giada.
L'unico che si alzò fu Louis, che la cinse in un abbraccio. Lei scoppio in un pianto nervoso, stringendosi a lui.
Senza dire niente, poi, tornarono tutti e sei in macchina.
Giada, ancora stretta nell'abbraccio di Louis, si sentiva come una ladra. A farla sentire ancora più male era il silenzio di Niall e Liam, le due persone più importanti ormai.
Infine Niall le disse che non l'avrebbe mandata in un centro di recupero, la paura più grande di Giada, ma lei sarebbe dovuta rimanere con loro tutto il giorno, soprattutto dopo i pasti. Doveva mangiare regolarmente e non doveva saltare nemmeno un pasto. Ovviamente erano i consigli che i dottori gli avevano dato.
E al bagno aveva un limite di tempo per starci.
Sebbene Giada si sentisse come agli arresti domiciliari, dovette accettare tutto senza dire niente. Anche perché, ormai, Niall era il suo tutore e quello che lui diceva, lei doveva fare.

 
"Giada, ci sei?" Zayn riportò alla realtà la ragazza che era rimasta con la forchetta a mezz'aria, troppo presa dai suoi pensieri.
Guardò tutti che avevano lo sguardo addosso a lei, e sorrise.
"Scusate, stavo pensando." Disse, scutendo la testa e mandando già il boccone.
Liam le accarezzò la schiena e lei lo guardò sorridendo ancora.
"Sicura?" Mormorò.
Lei annuì, dato che era la verità, e gli schioccò un bacio sulla guancia.
Passò lo sguardo sul piatto che era ancora mezzo pieno, ma le non ce la faceva più.
Così sfoderò la sua migliore faccia da cucciolo e alzò lo sguardo verso il fratello.
"Niall, a me non va più di mangiare." Disse con la voce più dolce che potesse fare.
Niall la fulminò con lo sguardo e guardò i ragazzi.
"Tu sai" iniziò suo fratello, "cosa succede" continuò Harry, "se non mangi" seguito da Louis, "quello che devi mangiare." e da Zayn.
Giada scosse la testa, sbuffando, e riprendendo a tagliare la carne.
"Odio profondamente il vostro monologo." Sussurrò.
Liam rise, coprendosi la bocca con la mano, per non farsi notare da Giada. Ma lei se ne accorse e gli diede una gomitata.
"E tu non ridere!" Urlò verso Liam, facendo però ridere gli altri.
Alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
"Ah, Niall, io e Giada non usciamo con voi stasera." Disse poi Liam, poggiando il braccio sulla sedia di Giada.
Niall, sebbene non avesse preso poi tanto male la loro storia, era ancora geloso e, quindi, li guardò in cagnesco.
"Voi cosa?" Mugugnò.
Giada sorrise, rilassandosi sulla sedia una volta che ebbe finito il piatto.
"Ecco... Sì, insomma, noi usciamo da soi." Liam si grattò la testa e strinse a se Giada.
"E perché non venite con noi? Cosa dovete fare da soli?" 
'Sì, Harry, metti il dito nella piaga!' pensò Liam.
"Coglione." Disse Giada con molta nonchalance, guardando Harry.
"Comunque, Niall non rompere e lasciami uscire da sola con Liam." Sbuffò poi, guardando il fratello.
Lui guardò negli occhi la sorella, e come sempre si sfidarono a chi riusciva a tenere di più lo sguardo dell'altro.
Dato che Giada era molto convinta di voler uscire con Liam e non avrebbe perso l'occhiasione per nulla al mondo, continuava a guardare il fratello che distolse lo sguardo, mentre era ancora accoccolata al ragazzo.
"E spero che non si ripeta sempre questa storia ogni volta che dobbiamo uscire!" Esclamò poi.
I ragazzi risero e Niall alzò gli occhi al cielo. 
Non riusciva mai a tenere testa allo sguardo di sua sorella, e la cosa che gli faceva rabbia era che era il suo stesso sguardo, quindi era come guardarsi allo specchio.
Finito di mettere apposto la cucina, Liam e Giada uscirono subito.
Mentre erano sulla macchina, chiacchierarono del più e del meno.
"Comunque, dov'è che stiamo andando?" Chiese Giada, con lo sguardo fuori dal finestrino.
"E' una sorpresa." Disse Liam, con un sorrisetto divertito sulle labbra.
La ragazza si voltò verso di lui, alzando lo sguardo.
Chissà dove l'avrebbe portata.

 
#StayStrong.
Sicuramente mi odierete, e fate bene.
Sta volta ho fatto schifo, veramente. E' più di una settimana che non posto, e vi chiedo perdono D:
Solo che non entro più spesso dal pc, di solito entro dal cellulare e quindi non posso postare çwç
Poi scrivere questo capitolo è stato peggio di un parto di tre gemelli(?).
Il famoso blocco dello scrittore (o della scrittrice) è calato su di me (?). 
Seriamente. Le volte che entravo dal pc ho riscritto il capitolo... forse sei volte. Almeno le ho contate solo sei ._.
Una volta lo avevo fatto tragico. 
Una volta era solo sull'inizio della storia tra Liam e Giada.
Un'altra volta era già iniziata la scuola...
Eccetera eccetera.
Alla fine è uscita fuori sta merda, anche perché l'ho scritto in due o tre ore... Ma vabè.
Coooooomunque, me ne vado :3
A presto, spero.
Much love.
xx

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Capitolo 8
*** The truth. ***


"Shh, fai piano, i ragazzi sicuramente sono tornati, e se Niall ci sente ci uccide." Sussurrò Giada, cercando le chiavi di casa nella sua borsa, mentre Liam si stava ammazzando dalle risate, dato che la ragazza quasi non finiva in terra perché aveva preso male un gradino.
"Okey, okey, scusa." Rispose lui, alzando le braccia, con aria divertita.
Giada scosse la testa, entrando e tirando dietro di se il ragazzo, per poi richiudere la porta sempre molto silenziosamente.
Quando si voltarono per andare verso le scale, notarono la luce del salone accesa e sentirono delle voci.
"Saliamo le scale senza farci sentire." Mormorò Giada, in preda al panico.
Liam invece era tranquillo e si dovette trattenere dal ridere. "Poi mi spieghi perché sei così preoccupata per tuo fratello."
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Senza rispondere, prima di andare al piano di sopra, si avvicinò alla porta della sala e sentì che i ragazzi stavano parlando della serata che avevano trascorso in discoteca.
"Chissà a che ora sono tornati Giada e Liam!" Sentì esclamare Niall.
Si dovette trattenere dal ridere per quanto Niall fosse così ingenuo, ma quando sentì suo fratello dire "Vado a vedere se mia sorella dorme.", si voltò verso Liam e corse verso le scale, spingendolo davanti a se.
Intanto aveva tirato fuori il telefono e stava scrivendo un veloce sms al suo ormai migliore amico Louis.
'Trattieni Niall! Io e Liam siamo tornati ora, e stiamo ancora salendo le scale. DEVI ASSOLUTAMENTE FARLO RIMANERE DI SOTTO!' Inviò l'sms ed entrò in camera sua, buttando dentro Liam e chiudendo la porta a chiave.
"Mi spieghi perché tutta questa preoccupazione per ciò che pensa Niall vedendoci arrivati ora?" Domandò, con aria infastidita, Liam.
Giada si avvicinò a Liam e sorrise. "Perché se sa che mi hai riportata a quest'ora a casa, ti castra, caro." 
Liam sorrise ed annuì, alzando le spalle e prendendo per i fianchi Giada.
"Dai, però abbiamo passato una bella nottata." Mormorò lui, sulle labbra della biondina.
Lei annuì, sincera.
 
Liam l'aveva portata fuori Londra, in una casetta in cui nel giardino c'era un laghetto artificiale. Il ponte che gli stava sopra era rosso ai bordi, e le assi erano di un marrone scuro. Almeno era questo che la luce della luna le permettevano di vedere. Avevano passato la serata a parlare, e avevano anche visto un film, di quelli strappalacrime, a cui nessuno dei due dava veramente importanza.
 
Ad interrompere il pensiero di Giada sulla serata trascorsa da poco, fu la vibrazione del suo cellulare.
Era un messaggio, da Louis.
'Sta salendo tuo fratello! Perdonami, non l'ho fermato!' 
"Liam, esci da qui che arriva Nia..." Giada non riuscì nemmeno a terminare la frase che sentì bussare leggermente.
"Giada, dormi?" Sussurrò suo fratello dall'altra parte.
Lei corse alla porta e l'aprì di poco, cercando di fare una faccia insonnolita. Intanto Liam si era fiondato sotto le coperte, il posto peggiore che potesse trovare.
"Niall... Stavo andando a dormire proprio adesso." Disse la ragazza, accennando un sorriso.
Il fratello la guardò negli occhi, sempre con il sorriso stampato in faccia.
"Ti sei divertita con Liam?" Domandò, dondolando sui piedi.
Giada annuì, guardandolo.
"E, che avete... sì, insomma, che avete fatto?" Chiese ancora Niall.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
"Niall, abbiamo solamente parlato e visto un film. Dai, ho sonno. Lunedì dovrò tornare a scuola e questi sono gli ultimi giorni in cui posso dormire come un sasso.
Quindi, buonanotte." 
Detto questo, Giada cercò di chiudere la porta, che però venne bloccata dal piede di Niall.
"Okey, scusa, non dovevo essere così invadente. Comunque sì, dormi. Notte sorellina." Sorrise e si allungò per stampare un bacio sulla fronte di Giada.
Lei lo salutò con la mano e chiuse la porta, poggiandosi contro con la schiena e sbuffando.
"Puoi uscire!" Esclamò a Liam, che si scoprì sorridendo maliziosamente.
"Stavo andando a dormire proprio adesso!" Le fece il verso.
"Ah Ah Ah." Fece Giada, incrociando le braccia.
"Comunque lì sotto fa caldo."
"No, ma dai? Dormo solo con una maglietta di Niall perché non ho un pigiama." Rispose la ragazza, ironicamente.
"Sai che sei leggermente acida?" Disse Liam.
La ragazza voltò lentamente lo sguardo verso di lui, per poi alzare un sopracciglio. "L'acida qui presente vorrebbe dormire. Quindi, puoi anche andartene."
Si voltò di spalle a Liam e iniziò a levarsi le scarpe, si sbottonò la camicia e se la tolse, prendendo al volo la maglietta dell'Hard Rock di Niall e infilandosela.
Gli arrivava a metà coscia, così si levò tranquillamente anche i pantaloni.
"Ancora sei qui?" Disse poi voltandosi verso il ragazzo che era rimasto a bocca aperta.
"Te l'ho mai detto che sei bellissima?" Mormorò.
Giada rise e allungò una mano, la portò sotto al mento di Liam e glielo tirò su di botto, per fargli chiudere la bocca.
"Sì, credo, ma chiudi la bocca altrimenti mi sbavi il piumone! E poi non mi va di sentire e stronzate anche a quest'ora." 
Il ragazzo scoppiò a ridere, mentre lei si sdraiò accanto a lui.
"Posso dormire qui, con te?" Domandò una volta diventato serio Liam, con un tono di voce basso.
Giada lo guardò negli occhi e si strinse nel piumone, annuendo appena.
Il ragazzo si sdraiò accanto a Giada. Erano viso contro viso, a pochi millimetri di distanza. I loro sguardi si erano trovati, come sempre.
"Perché hai così paura che Niall ci veda insieme nella stessa stanza?" 
Giada, quando Liam parlò, ci pensò un attimo. 
"Beh... Lui è l'unica famiglia che mi è rimasta. Ho paura che possa pensare male di me, che possa essere... deluso. E odio che mi imponga le cose, anche se ho 16 anni e lui è il mio tutore, e mio fratello maggiore." Mormorò, abbassando lo sguardo.
Liam annuì e avvicinò Giada a se, poggiando il mento sopra la sua testa. La ragazza gli strinse la maglietta, chiudendo gli occhi e rilassandosi, e sentendo la mano di Liam che le accarezzava dolcemente la schiena.
"Prima, quando eravamo sul ponte, al laghetto, mi stavi raccontando un pò della tua vita a Mullingar... Ti va di continuare a parlarne?" Chiese poi il ragazzo, cercando lo sguardo di Giada. 
"Beh... Te l'ho detto. Niall e mio padre sono andati via quando io avevo sette anni. Sono stata con mia madre fino a... insomma, fino alla sua morte." Sospirò la ragazza. "A scuola stavo sempre sola e quando hanno iniziato a prendermi in giro per il mio peso, ho iniziato a vomitare e a voler dimagrire... e ci sono riuscita. Però, non sono riuscita a smettere. Ero già finita in ospedale... però non ho smesso." Alzò le spalle, degludendo.
"Poi siamo arrivati noi cinque rompicoglioni e ti abbiamo scoperta e fatta smettere." Ironizzò Liam.
Giada fece una smorfia, e diede uno schiaffetto sul suo petto.
"Già." 
"E in amore? Cioè, non sei mai stata con nessuno?" Domandò poi il ragazzo, stringendo a se Giada che non voleva rispondere.
Si vergognava a dire a Liam che era il primo ragazzo. O per lo meno il primo ragazzo serio. Quando aveva detto a Niall, mentre erano sull'aereo, che non era stata mai con nessuno, aveva leggermente mentito.
In verità un ragazzo ce l'aveva avuto, e non era nemmeno più vergine, ma la cosa era finita molto male. Lui l'aveva usata solo per una scommessa con i suoi amici, che avevano anche sparso la voce in tutta la scuola. E da lì, Giada passò per la puttana della scuola.
"Ti sei addormentata?" Chiese dolcemente Liam.
La ragazza scosse la testa, accoccolandosi ancora di più a lui.
"Che ne dici di continuare a parlarne domani? Sono un pò stanca." Mormorò poi.
Liam annuì, capendo che Giada voleva troncare il discorso. "Notte, piccola." 
Poggiò le labbra su quelle della ragazza, e si addormentarono.

A volte ritorno!
Sì, io direi che se avete intenzione di uccidermi, a sta botta non ve lo vieta nessuno.
E' più di una settimana che non posto D: E questo capitolo è mooooooooolto corto.
Però ho avuto molto da fare. Ho fatto la pizzaiola, la lava piatti, la cuoca, la baby-sitter di mia nipote. Ovviamente ho fatto anche la studentessa, e quindi è stata un pò complicata la cosa. Ho potuto scrivere solo sta schifezza, e ho fatto in tempo a postarla oggi perché grazie a Dio ieri non ho fatto in tempo a fare i compiti e oggi mia madre non mi ha mandata a scuola.
Voglio uccidermi! :')
Dopo che vi ho raccontato tutta la mia vita, volevo dirvi anche che spero di postare presto, a differenza di questo capitolo.
Ora vado a cucinare di nuovo per domani che c'è una comunione ._. Voglio bruciare il ristorante!
Tanto ma tanto amore a chi è rimasto.
xx

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Capitolo 9
*** Panting breaths and muffled groans. ***






'Che barile che sei!' Disse un ragazzino, facendo alzare le risate degli altri che avevano accerchiato una ragazzina paffutella, bionda e con i suoi occhi azzurri pieni di lacrime.
'Ma quanto mangi?' Chiese un'altro.
La ragazzina si voltò da tutte le parti, stava quasi soffocando per le risate che la circondavano.
Continuarono a prenderla in giro, così iniziò a correre e scappò via. Via da quel parco, via da tutti. 
Perché non poteva essere come tutte le sue amiche? 
Perché non poteva essere magra e bella? 
Perché doveva essere sempre presa in giro?
 
Un bagno. Una tazza, e una figura inginocchiata davanti a questa. 
Le lacrime che uscivano un pò per lo sforzo un pò perché ormai sapevano fare solo quello.
La ragazza inginocchiata si alzò e andò allo specchio, continuando a piangere.
Prese una lametta, l'unica cosa che forse le avrebbe dato sollievo.
In poco tempo una scritta le comparve sul ventre. 'Grassa'.
Sì, perché era quello che lei pensava di essere.
Grassa e sola. Senza nessuno con cui potersi sfogare, senza nessuno che l'avrebbe consolata.
Il sangue continuava a scorrere, la ferita bruciava, e lei solo ora sentiva che il dolore era la cosa che la consolava.
Poco dopo cadde in un vuoto.
Cercò di arrampicarsi e uscire, ma ricadeva sempre. 
Chiese aiuto, nel silenzio delle sue lacrime. 
Ma chi la sentiva veramente?
 
"Che succede, piccola?" Mormorò Louis, stringendo la sua migliore amica a se. 
Giada si asciugò le lacrime e sorrise.
"Nulla Lou. Solo ricordi." 
Il ragazzo dagli occhi azzurri le accarezzò il viso.
"Sei pronta per domani?" Chiese.
Giada sospirò e annuì, titubante.
Aveva paura.
Paura di essere giudicata di nuovo. 
Di essere derisa.
Di essere il centro delle risate generali.
Non voleva che ricominciasse tutto, non voleva piangere ancora. 
"Hai paura... Vero?" Louis alzò il viso di Giada, che era poggiato sul suo petto, e la costrinse a guardarlo negli occhi.
Però Giada non riusciva a guardarlo ancora.
"Odio il fatto che tu mi conosca bene..." Sussurrò.
Louis rise e la strinse a se.
"Lo so che tanto non è vero. E comunque.. Non devi avere paura. Ci siamo noi. C'è tuo fratello. Ma soprattutto c'è Liam. E poi, mi spieghi di che dovresti avere paura?" Scosse la testa, confuso.
Giada alzò le spalle. Louis ormai era il suo migliore amico, e sapeva tutto. O quasi. 
"Oh, andiamo, lo sai benissimo." Bofonchiò la ragazza.
"E tu sai che credo sia una grandissima stronzata. Andiamo! Sei così magra che se soffia il vento voli via. Come pensi che ti possano prendere in giro, scusa?" Sbottò Louis, che non voleva che Giada si facesse tutti questi film mentali.
"Io..." Sospirò. "Scusa... E' che... non voglio soffrire più." Sussurrò.
Louis le accarezzò la testa e le diede un bacio fra i capelli.
"Dai, andiamo dai ragazzi. Ti ricordi che mia madre ci ha invitati tutti a pranzo, vero?" Le sorrise.
Giada annuì e si alzò dal suo letto, seguito da Louis.
"E comunque, stai tranquilla. Ho più cose per vergognarmi io, non appena mia madre tirerà fuori, per l'ennesima volta davanti ai ragazzi, i filmini o le foto di quando ero piccolo." 
La ragazza scoppiò a ridere, stringendosi all'amico.
 
"Eccoci, siamo arrivati." Disse Louis, parcheggiando l'auto davanti alla casa dove era cresciuto.
Scesero tutti dall'auto e si avviarono alla porta.
Giada si strinse a Liam, che teneva un braccio attorno alla sua vita.
Non appena Louis bussò, la porta si aprì e una donna gli andò in contro.
"Mamma!" Esclamò poi il ragazzo, stringendosi alla madre.
"Lou, come stai?" Sorrise poi la donna, staccandosi dall'abbraccio del figlio.
"Bene, bene." Rispose poi Lou.
La donna si voltò poi verso i ragazzi e sorrise.
"Ciao ragazzi!" 
I ragazzi la salutarono, poi Louis prese per mano Giada e la staccò da Liam, facendola avvicinare a lui.
"Mamma, come ti avevo detto abbiamo un'ospite in più. Lei è Giada, la sorella di Niall." Accarezzò la schiena dell'amica, sorridendo alla madre.
"Oh, piacere Giada. Io sono Johanna!" La donna si avvicinò a Giada e l'abbracciò.
Lei sorrise e ricambiò l'abbraccio.
"Piacere mio." Disse imbarazzata.
"Andiamo, ti faccio conoscere le mie sorelle." Louis prese per mano Giada ed entrò in casa, seguito dagli altri e dalla madre.
Andò in salone dove due gemelle, Phoebe e Daisy, e un'altra bambina più grande, Fizz, erano sedute sul divano.
"Ehi, c'è Lou!" Urlò Phoebe, scendendo dal divano e saltando addosso a Louis, che si era inginocchiato e strinse fra le braccia la sorellina.
Anche Daisy e Fizz andarono ad abbracciare il fratello, poi salutarono gli altri ragazzi che ormai conoscevano bene.
"Ragazze, lei è Giada. La sorella di Niall." Louis sorrise e Giada salutò le tre bambine.
"Ma, dov'è Lottie?" Domandò poi il fratello guardandosi attorno.
"Lottie è di sopra in camera sua. E' sempre lì." Fizz alzò le spalle, e tornò a sedersi sul divano, seguita dalle sorelline.
"Hai un'altra sorella?" Giada si voltò verso Louis e lui annuì.
"Beato fra le donne!" Esclamò poi lui, facendo ridere tutti.
Il pranzo passò velocemente e, tra una chiacchierata e l'altra, Giada fece subito amicizia con Lottie.
Le due bionde si capirono al volo, grazie anche alla poca differenza d'età.
"Mamma, io e Giada saliamo in camera mia." Disse Lottie a Johanna, che acconsentì senza problemi.
Liam diede un beloce bacio a Giada e la lasciò andare con Lottie.
 
"Mi piace la tua camera, sai?" Giada sorrise, guardandosi attorno. 
La camera, di una tonalità rosa, era tappezzata da vari poster e foto di Lottie con le amiche.
Lottie sorrise e si sedette sul letto, facendo sedere anche Giada.
"Com'è vivere con quei cinque esseri?" Domandò Lottie, ridendo.
Giada rise e scosse la testa. "Beh, dai non è tanto male..." Mormorò. 
"Ho visto che con Liam... insomma, state insieme, giusto?" Chiese la più piccola.
Giada annuì. "Sì, ecco, stiamo insieme..." Alzò le spalle e Lottie sospirò.
"Ti avrei vista bene con Lou. E sarei stata molto contenta se tu fossi stata la sua ragazza." 
Giada guardò confusa l'altra e tossì.
"Ehm... No, non credo. Poi, beh, è il mio migliore amico." Sorrise. "Invece tu, in amore?" Domandò poi.
Lottie arrossì di colpo e nascose il viso dietro un cuscino.
"Yeah, ti ho sgamata! Su, su, racconta." Disse Giada togliendole il cuscino dalle mani.
Lottie sospirò e si sdraiò, guardando il soffitto e ritrovandosi a sorridere come una scema.
"C'è un ragazzo nella mia scuola... L'altro giorno mi ha chiesto di uscire, e più tardi andremo al cinema insieme. Avevo paura che lui pensasse che io fossi stupida, perché tanti considerano noi bionde stupide. Mi volevo anche tingere i capelli, però mia madre me l'ha vietato." 
Giada scosse la testa e poggiò una mano sul braccio di Lottie.
"Non devi cambiare per un ragazzo. E' meglio essere te stessa e trovare qualcuno a cui vai bene così. Anche se, ti parla una che non ha mai dato a questa cosa." Alzò le spalle e sorrise amaramente, guardando il vuoto.
Lottie si risollevò e guardò Giada, storcendo la testa.
"In che senso che non hai mai dao retta a questa cosa?" 
Giada voltò lo sguardo verso Lottie e sospirò scuotendo la testa.
"Niente, problemi che sono passati, spero. Comunque è meglio se scendiamo, adesso. Credo che fra poco dovremmo ritornare a casa, con i ragazzi." G­­iada si alzò dal letto, seguita da Lottie.
"Mi sei molto simpatica, lo sai?" Chiese la più piccola.
L'altra sorrise, uscendo dalla camera.
"Anche tu." disse.
 
Quando i ragazzi tornarono a casa, andarono a sedersi in salone e, mentre Niall, Louis, Harry e Zayn giocavano alla play, Liam e Giada chiacchieravano su un'altro divano.
"Stasera dormi con me?" Chiese il ragazzo, accarezzando la schiena dell'altra che teneva poggiata la testa sul suo petto.
"Domani c'è scuola... credo sia meglio di no." Sospirò, passando una mano fra i capelli di Liam.
"E rimarrai da sola, al freddo, con il pericolo che qualcuno entri dalla finestra e ti rapisca?!" Disse drammaticamente poi il ragazzo.
Giada alzò la testa e guardò Liam, socchiudendo gli occhi.
"Fanculizzati, Payne!" 
Liam scoppiò a ridere e strinse a se la ragazza, che iniziò a dare dei leggeri baci sul collo al ragazzo.
"Giada..." Mormorò lui, socchiudendo gli occhi.
Si sentì tossire, e Liam e Giada si voltarono verso i ragazzi che li stavano guardando.
"Vi volevo ricordare che ci siamo anche noi." Harry rise e ripresero a giocare alla play.
Giada guardò Liam, diventando rossa e scoppiò a ridere.
"Andiamo, va." Disse poi Liam, alzandosi e prendendo per mano Giada.
 
Liam prese in braccio Giada e la fece sdraiare sul letto, dopo aver chiuso alle sue spalle la porta della camera della ragazza.
Si mise sopra di lei e le accarezzò il viso. Poco dopo iniziò a baciarla.
Lei passò la mano fra i capelli del ragazzo, mentre il bacio diventava sempre più passionale.
In poco tempo tutti i vestiti erano a terra, e loro continuavano a baciarsi.
Si guardarono negli occhi, e Liam accarezzò il viso di Giada.
"Hai paura?" Domandò, dolcemente.
Lei scosse la testa. 
E da lì, i loro corpi, che erano illuminati solo dalla poca luce che usciva dalla finestra che dava al cielo nuvoloso, si mossero al ritmo dei respiri affannati e dei gemiti soffocati.

 
Yeah!
Scusate il mio solito ritardo, ma io sono così. 
Poi in questi ultimi penti ho iniziato a studiare di più per recuperare, e il tempo mi è mancato.
Posto così tardi altrimenti domani vinisco a postare la sera, dato che ho il corso di musica pomeridiano a scuola.
CHE PALLE! ._.'
Il capitolo è una merda, però non sapevo che scrivere, perché ci saranno altre cose più impotanti nei capitoli a venire (?)
Anyway, ora mi dileguo.
Tanto amore.
xx
P.S. Quella nella foto che non credo si veda, sarebbe Giada. :')

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Capitolo 10
*** Mael. ***


"Cristo Santo, avrei scommesso la vita che il mio primo giorno di scuola qui a Londra avrebbe piovuto."
Giada poggiò a testa contro il finestrino della macchina di Harry, con la quale stavano andando a scuola, mentre guardava le goccioline scivolare e sbattere lungo il vetro.
Liam pose un braccio attorno alle sue spalle, per stringerla.
"Andrà bene, dai." la rassicurò poi, stampandole un bacio sui capelli.
Lei socchiuse gli occhi, annuendo.
 
Poco dopo Harry parcheggiò davanti ad un grande edificio, che con il grigio del muro si adattava al coore del cielo che, nonostante avesse smesso di grondare pioggia, rimaneva cupo. Nel cortine una folla di ragazzi, divisi in vai gruppi, aspettavano la campanella per entrare.
Giada, scendendo per ultima, capì di aver fatto una cavolata a non aver messo qualcosa di più pesante. Aveva messo una maglietta a maniche lunghe bianca, un giubbino di pelle e una sciarpa grigia. Però indossava un paio di short con una fantasia floreale, e un paio di calze che terminavano poco sopra le ginocchia.
Sentì un braccio cingerle i fianchi e si voltò verso Liam, sorridendo.
"Andiamo?" domandò lui, facendo un cenno con la testa al cancello.
Giada guardò ancora una volta il cortile, poi sorrise.
"Andiamo."
 
Non appena i ragazzi varcarono il cancello, tutti si voltarono verso di loro, che però sembravano non averci fatto tanto caso, e continuarono a  scherzare.
Solo Giada sembrava aver notato i sguardi confusi e curiosi di tutti, e si strinse ancora di più a Liam. Grazie a Dio la campanella suonò subito e Giada si ritenè salva, entrando dentro la scuola.
 
Una volta passati in segreteria, Giada aveva tutti i suoi orari.
"Ci vediamo fra due ore, quindi..." disse ancora guardando il foglio.
"Sì. Tu aspetta fuori dalla tua classe, io credo che ho lezione due classi più in là." 
Liam, poi, le diede un bacio veloce a fior di labbra e insieme agli altri si diressero nelle rispettive classi.
"Oh, un attimo, mi sono dimenticato di dare questo a Giada!" Esclamò Niall, indicando un fascicolo, agli amici, e tornò indietro.
Chiamò sua sorella e le porse quei fogli.
"Devi darlo al tuo professore." Le disse, per poi posarle un bacio sula fronte e sparendo con gli altri nelle rispettive classi.
Giada sollevò le spalle e lanciò un'altra occhiata veloce all'orario.
 
Una volta arrivata davanti all'aula di letteratura, che era già chiusa, bussò esitante.
Quando sentì un 'avanti', aprì la porta.
"Lei è?" il professore, nella sua aria da solito insegnante di letteratura, in un maglioncino smanicato sopra la camicia e dei fantastici mocassini beige, lanciò un'occhiata da dietro agli occhiali a Giada, per poi portare lo sguardo sul registro.
"Giada... Horan." rispose la ragazza, stringendo la presa sul fascicolo di cui non sapeva nemmeno il contenuto. Si chiese il motivo del fatto che, quando disse il cognome, un mormorio si sollevò su tutta la classe.
"Oh, certo. La ragazza nuova." Il professore le fece cenno di avvicinarsi, e Giada gli porse il fascicolo, deglutendo.
"Mio fratello mi ha detto di darle questo." Disse con un tono di voce basso.
"Suo fratello è il suo tutore, giusto?" Domandò il professore che evidentemente era stato messo al corrente di tutto quello che era successo ai loro genitori.
Lei annuì, e lui poggiò il fascicolo davanti a se.
"Prego, si vada a sedere. Oh, io sono il professor Grinn, insegno anche Inglese, Storia e Geografia."
Giada sorrise appena e, voltandosi, passò a testa bassa, facendo attenzione a non sbattere contro niente, fra i banchi per raggiungerne uno infondo alla classe. Si sedette accanto alla finestra. L'altro banco era vuoto e lei fu sollevata del fatto di non dover stare vicina a nessuno. Poggiò la borsa sul banchetto e tirò fuori un quaderno. Intanto alcune ragazze della sua classe la guardavano, e lei voleva sprofondare sotto il banchetto.
"Bene, riprendiamo da dove ci siamo interrotti a scorsa settimana." 
Il professore cominciò a parlare di qualcosa a cui Giada cercò di porre un pò d'attenzione, ma le riuscì difficilmente.
Mentre era sovrappensiero, qualcuno bussò alla porta e l'aprì.
"Professore, buongiorno!" Esclamò un ragazzo. Giada alzò leggermente lo sguardo, e vide che il ragazzo aveva gli occhi marroni, i capelli sparati all'insù ed era vestito anche lui di grigio e jeans.
"Alla buon'ora, Cohen. Su, vada a sedersi." Il professore ricominciò a parlare e Giada ripose lo sguardo sul quaderno dove aveva preso qualche, e dico qualche, appunto.
"Ciao." Sentì mormorare vicino a lei, così si girò. Il ragazzo le sorrideva e lei fece un cenno con la mano.
"Sono Mael." Continuò.
"Giada." Rispose lei, tornando con lo sguardo al quaderno.
Lui sorrise ancora, e voltò lo sguardo verso il professore.
Lei roteò gli occhi a cielo. La sua felicità di non aver nessuno vicino era stata distrutta da quel ragazzo.
 
"Come sono andate queste due ore?" Liam, che l'aspettava davanti alla sua classe, spalancò le braccià per poi stringere a se la sua ragazza.
Lei sorrise, poggiando la testa sul suo petto.
"Beh, diciamo che ho faticato a restare sveglia." Sospirò poi e sollevò la testa, guardando negli occhi Liam.
Lui sorrise e le accarezzò la guancia, per poi baciarla dolcemente.
"Quanto abbiamo di pausa?" domandò lei, ancora attaccata alle sue labbra.
Liam si staccò e la prese per mano, iniziando a camminare nel corridoio.
"Un quarto d'ora. Andiamo in cortile, tuo fratello e gli altri saranno sicuramente lì." disse poi.
Giada annuì, e camminò di fianco a lui.
 
Intanto, però, nessuno dei due si era accorto che c'era qualcuno che li stava fissando e aveva preso il telefono per fare una chiamata.
"Peter, le voci che giravano sono vere. Giada è qui a Londra. Vive con il fratello e i suoi amici. E a quanto pare, è anche fidanzata." la voce di quel qualcuno parlò al telefono.
Dall'altra parte, rispondeva un ragazzo.
"Non scapperà mai da me. E' ora che io mi rifaccia sentire." Detto questo, agganciò.
Però non era un semplice ragazzo. 
Perché lui abitava a Mullingar.
Perché lui amava le scommesse.
E 'giocare' con le ragazze.
E Giada lo sapeva bene, oh, se lo sapeva.
 
Le tre ore, poi, passarono così in fretta che Giada nemmeno si rese conto che a breve sarebbe già suonata la campanella dell'ora di pranzo.
Il professore di algebra era dovuto uscire dieci minuti prima, e loro erano liberi di uscire dalla classe.
"E, tu, qui conosci qualcuno?" Mael, con il quale bene o male aveva scambiato altre parole, le sorrise alzandosi dal banco.
"Sì. Mio fratello e i suoi amici, con i quali vivo anche io, vengono nella stessa scuola.." rispose Giada, mettendo i libri nella borsa.
"Tuo fratello?" 
"Sì, Niall Horan. Non so se lo conosci." 
"Non lo conosco? Ma scherzi?! Il gruppo di tuo fratello è quello più visto e chiacchierato di tutta la scuola! Non sai le feste che hanno dato l'anno scorso e..." Quando Mael si accorse che Giada sul volto aveva un'aria parecchio confusa si grattò la testa titubante.
"Oh, aspetta. Non ne sapevi niente?"
Giada alzò un sopracciglio e scosse la testa. "Sono particolari che si sono dimenticati di dirmi. Però, dimmi di più." 
"Ehm... oh, senti, mi stanno chiamando. Ciao!" Mael cercò di uscire dalla classe ma Giada lo prese per mano e lo bloccò.
"Non ti lascio andare finché non parli." 
Sentenziò lei, sedendosi sulla cattedra.
Lui sospirò e le poggiò le mani sulle gambe. "Io però non ti ho detto niente, eh!" esclamò, prima di iniziare a raccontare tutte le scappatelle di Harry, di Zayn, di Louis, e anche di Niall. L'unico che rimaneva a poche ragazze e che non beveva era Liam. E già questa cosa la sollevò.
Rimasero a chiacchierare fino a che non suonò la campanella dell'ora di pranzo.
"Grazie, Mael. Sei mitico!" 
Giada gli stampò un bacio sulla guancia ed uscì di corsa dalla classe, lasciando Mael rosso in volto.
 
Quando lei vide Liam aspettarla, decise di non dire ancora niente e lo prese per mano.
"Su, andiamo, voglio andare a pranzo." Esclamò poi, sorridendo.
Liam la guardò confuso, ma scrollò le spalle e la portò in mensa.
Niall, Harry, Louis e Zayn già erano seduti ad un tavolo e, appena Giada arrivò, abbracciò suo fratello per poi stampargli un bacio sulla guancia.
Quando si sedettero lei li guardò uno ad uno, incrociando le braccia.
"Allora..." cominciò lei, mentre i ragazzi la guardavano sorridendo.
"Quando avreste pensato di dirmi delle belle feste che avete organizzando l'anno scorso, delle vostre non poche scappatelle, o dei litri di alcool che avete mandato giù?" 
Queste parole lasciarono di stucco i ragazzi e divennero rossi, abbassando la testa.
"Almeno potevate continuare a farle! A Mullingar le facevano una ogni morte di papa!" Esclamò lei, facendo ridere i ragazzi.
"Noi volevamo sembrare bravi ragazzi!" Disse Harry.
Giada li guardò uno ad uno e scoppiò a ridere.
"Tranquilli, non l'avrei creduto nemmeno a vedervi andare ogni giorno in chiesa!" 
Continuarono a parlare fino a che non suonò nuovamente la campanella e loro dovettero tornare alle ultime due ore di lezioni.
"Ci vediamo in cortile, allora." Disse Giada, alzandosi e prendendo la borsa.
Diede un bacio a Liam e salutò gli altri, tornando in classe.
 
"Da che parte di Londra vivi?" Mael, mentre il professore di chimica spiegava, poggiò una mano sulla spalla di Giada, per richiamare la sua attenzione.
"Verso ovest... non molto lontana dal centro." sussurrò lei.
"Io vivo poco lontano da qui..." sorrise lui.
Prima che potesse fare un'altra domanda, il professore alzò lo sguardo e diede una botta alla cattedra.
"Cohen, Horan, smettetela di parlare!" Urlò poi.
Giada spalancò gli occhi e si cercò di difindere, ma il professore non ne voleva sentire.
"Basta, fuori. TUTTI E DUE!" Disse, indicando la porta.
Lei sbuffò e prese la borsa, uscendo dalla porta.
"Arrivederci, prof!" Disse Mael, salutando il professore con un cenno di mano.
Giada scosse la testa e si poggiò al muro.
"Mi spieghi adesso che facciamo?" 
"Io esco, tanto fra meno di un'ora suona." Alzò le spalle Mael, con il zaino in spalla.
Giada guardò il telefono, poi Mael.
"Mio fratello se non mi trova nel cortile mi uccide."
Il ragazzo sorrise e le pose la mano.
"Vuol dire che torneremo al cortile. Dai, andiamo!" 
 
"Da quanto fumi?" Disse Giada, che camminava sotto braccio verso la scuola con Mael.
"Bo, ma non lo faccio di solito." Scrollò le spalle e buttò fuori il fumo.
"Senti, ma non è che il tuo ragazzo è geloso?" Chiese poi, guardando Giada.
Lei scosse la testa. "Non credo."
Poi guardò l'orologio e spalancò gli occhi. "Mael, la campanella suona fra meno di un minuto! Mio fratello mi uccide. Corri!"
Detto questo iniziarono a correre mano nella mano, cercando di arrivare ad un orario decente.
Ci misero circa cinque minuti e quando arrivarono, tutti erano già usciti.
Giada scorse Niall e si avvicinò, tirando dietro di se Mael che continuava a ripetere che non era il caso.
"Ragazzi, eccola." Disse Harry, indicando Giada.
"Scusate, c'è stato un piccolo problema e..." i ragazzi non la fecero nemmeno finire che iniziarono ad attaccare Mael.
"Cohen, ti era stato detto di non avvicinarti più a noi, o sbaglio?" Ringhiò Zayn.
Liam prese Giada e la tirò verso di se, facendo così staccare le sue mani con quelle di Mael.
"Il che vuol dire che non devi avvicinarti nemmeno a mia sorella." Niall non era mai stato così serio, mentre si parava davanti a Giada.
"Non è colpa mia se ci hanno messi nella stessa classe." Mael lo guardò, facendo un passo avanti.
"Non devi ne parlarle ne toccarla. Sono stato chiaro?" Ringhiò poi il biondino. 
Giada guardò Liam che però teneva lo sguardò fisso su Mael e si allontanò da lui, tornando dal suo nuovo amico.
"Niall, smettila." Disse Giada, poggiando una mano sulla spalla di Mael.
"Torna subito da Liam. Adesso." Niall la guardò negli occhi e lei la colse subito come una sfida, un modo di fare quello che lui non voleva.
"Mael, andiamo." Giada fece un passo indietro e tirò a se Mael, prendendolo per mano.
"Giada, non provarci." Il fratello fece un passo avanti, seguito da Liam.
"Ci vediamo." 
La ragazza girò i tacchi e uscì di nuovo dal cancello, stringendosi a Mael.
"Non dire niente, per favore." Mormorò.
Il ragazzò annuì e la strinse a se. 

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Yeah!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo.
Okey, non so se vi piace, ma non sapevo che scrivere.
La prima parte, fino a quando lei entra in classe, l'ho scritto durante le ore di arte mentre spiegava :')
Bene, non so quanti di voi hanno mai visto Lol (Laughing out Loud) la versione francese, ma io lo adoro e quindi per Mael e Giada ho messo quella foto.
Ora mi dileguo.
A presto!
xx

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Capitolo 11
*** You can't escape me. ***


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"No, scusa, tu hai diciannove anni e vieni in classe con me?" Giada era sconvolta e divertita allo stesso tempo, vedendo Mael che sollevava le spalle tranquillamente.
"Io e la scuola non siamo mai andati veramente d'accordo. E ho avuti diversi problemi." Spiegò lui, poi sospirò.
"Lo sai che domani tuo fratello e i suoi amici mi uccideranno?" 
Giada scosse la testa, passandosi una mano sul volto.
"Non faranno niente..." ì
"Però mi spieghi perché cazzo non sei tornata a casa con loro? Saranno preoccupati e incazzati." 
Lei roteò gli occhi al cielo. "Non mettertici anche tu, okey?" 
Mael annuì e la guardò. I capelli le ricadevano sul viso, e si mordicchiava nervosamente il labbro mentre guardava il telefono.
"Ti hanno cercata?" Domandò.
Erano passate due ore ormai dalla fine della scuola, e loro erano seduti su un bar dopo una passeggiata per Londra.
Lei fece una smorfia, rimettendo il telefono in tasca.
"Oh, solo una ventina di messaggi e una trentina di chiamate perse. La maggior parte da mio fratello e Liam." 
Mael sollevò un sopracciglio. "Liam era parecchio stranito dal fatto che sei andata via da lui per tornare da me." Constatò.
Lei ci pensò su, e rivide il viso di Liam sconvolto quando riprese la mano di Mael.
"Sì, credo di sì."
"Senti, non voglio mettermici anche io, ma credo sia meglio andare a casa. Sono le sei e tuo fratello sarà in pensiero." Mael si alzò e le porse la mano.
Giada lo guardò e gli afferrò la mano.
"Però che palle." Ringhiò poi, usciti dal locale.
 
Quando arrivarono poco prima della casa di Giada, lei si voltò verso il suo nuovo amico.
"E' meglio se ci fermiamo qui. Non vorrei che mi vedano." 
Lei sorrise, scuotendo la testa. "Come sei paranoico." 
Lui ricambiò il sorriso e la strinse in un abbraccio. Giada poggiò la testa appena sotto il collo di Mael, socchiudendo gli occhi.
"Grazie di avermi fatta stare libera per un pò." Mormorò.
Lui la allontanò appena, per guardarsi in faccia. Erano a pochi centimetri di distanza e si guardavano negli occhi. 
Ma Giada ripensò a Liam e fece un passo indietro.
"Ci... ci vediamo domani a scuola. Ciao, Mael." 
Lui annuì, poi si voltò e sparì nella strada.
Però, Giada che avrebbe detto appena tornata a casa, quando sicuramente sarebbe stata tempestata di domande?
Si passò una mano sul volto, scuotendo la testa e camminando verso la porta.
Tirò fuori le chiavi ed entrò in casa.
I ragazzi erano seduti in cucina. Stavano parlando del più e del meno, con i telefoni davanti a loro.
Giada li guardò dalla soglia della porta, e quando loro si accorsero della sua presenza si zittirono.
"Vado in camera mia." Si voltò verso le scale, ma venne bloccata dalla voce di suo fratello.
"Non ci provare nemmeno. Vieni qui. ORA." Urlò, serio come quando a scuola gli aveva detto di tornare da Liam.
Lei sbuffò ed entrò in cucina, sbattendo la borsa sul tavolo e buttandosi sulla sedia dove di solito si metteva per mangiare.
"Sono le sei e mezza. Dove sei stata? Immagino, in compagna di Cohen." Disse Niall.
Giada stava per rispondere ma il suo telefono squillò.
Niall le avrebbe sicuramente urlato contro se avrebbe risposto, ma il numero che apparve sul suo telefono non lo conosceva e decise di rispondere, avvicinandosi alla finestra della cucina.
"Sarà quel coglione." Scosse la testa Zayn, poggiando una mano sul braccio di Niall.
 
"Pronto? Chi è?" Disse Giada, sollevata dall'avere ancora una tregua prima della canata di Niall.
"Come 'chi è?'. Non dirmi che ti sei già dimenticata di me, bambolina."
A quella voce Giada rabbrividì. L'unica cosa che gli uscì dalla bocca, in un sussurro, fu "Peter...". Aveva una faccia scossa e impaurita. Questo fece incuriosire i ragazzi.
Dall'altra parte del telefono si sentì una fragorosa risata.
"Cosa vuoi ancora?" Lei sussurrò, mentre usciva dalla cucina, sotto gli occhi ancora confusi degli altri che l'avevano vista con una faccia sconvolta.
"Te." Tornò serio lui.
Giada socchiuse gli occhi, in poco tempo ripensò alla sera in cui la scommessa di Peter ebbe la vincita e le lacrime le scivolarono lungo le guance.
"Scommetto che stai piangendo, adesso. Oh, ho saputo che te ne sei andata a Londra. Sappi che però non potrai mai sfuggirmi. Tornerai ad essere mia, piccola puttanella che non sei altro." 
Giada iniziò a singhiozzare e diede una botta al muro.
"Smettila!" Urlò, così forte che la sentirono anche gli altri in cucina.
"Ci sentiamo, bambolina. Stanne certa." 
Fu questa l'ultima cosa che disse Peter, prima di riattaccare.
Giada strinse il telefono nella mano, con un pò più di forza sarebbe riuscita a disintregarlo, tanto era il nervoso che provava in quel momento.
I singhiozzi si placarono, e anche le lacrime smisero di scendere. Dovette fare due profondi respiri, prima di riuscire a tornare dai ragazzi.
 
Intanto loro erano rimasti in silenzio, volevano cercare di capire con chi stesse parlando e di che cosa. 'Smettila!' fu la cosa che sentirono più chiaramente, per quanto aveva urlato.
Quando la videro tornare e sedersi dove era prima, la guardarono.
"Chi era?" Domandò Niall, notando il viso arrossato di Giada.
"Nessuno." Rispose semplicemente. Avrebbe preferito che Niall continuasse con la sgridata per essere stata tutto quel tempo con Mael.
"Allora, che stavi dicendo? Non devo più vedere Mael? Beh, sappi che non lo farò. Viene nella mia stessa classe, è mio amico e sto bene con lui." 
Teneva la testa bassa mentre parlava, e non notò i ragazzi che si scambiavano diverse occhiate.
"E comunque mi ha anche detto che ha la vostra età. E gli errori li fanno tutti..." sospirò.
Niall annuì, non capiva il comportamento di Giada.
"Adesso, scusate ma vado in camera mia. Non ho intenzione di cenare. Non mi manderai in clinica per questo, no?" 
Sussurrò, prendendo la borsa e dirigersi verso la porta.
"Comunque, ciao eh, Liam." Detto questo, i ragazzi sentirono i passi di Giada lungo le scale e la porta della camera chiudersi.
"Io, sinceramene, non capisco tua sorella..." Zayn si grattò il mento, guardando Niall.
"Me lo dici a me? Prima se ne va con Mael, quando torna va al telefono dove urla, e poi torna qui senza nemmeno sentire quello che le volevo dire. E poi la cosa della clinica... Ma chi ha parlato?!" 
Niall scosse la testa, confuso.
"Liam, tu non dici niente?" Louis lo guardò e lui alzò lo sguardo che era rimasto incollato, tutto il tempo da quando erano tornati a casa, in un punto indefinito.
"Riguardo cosa?" Fece il vago.
Louis si alzò e scosse la testa. "Peggio dei ragazzini, veramente." 
Detto questo si diresse verso le scale, e una volta arrivato al piano superiore, bussò alla porta di Giada.
"Non ho voglia di parlare con nessuno!" urlò.
Louis aprì la porta e sorrise dolcemente. "A parte me, giusto?" 
Giada sorrise leggermente e gli fece cenno di avvicinarsi. 
"Liam mi lascerà, vero?" Tornò cupa, guardandolo.
Louis fece una smorfia divertita. "Non dire stronzate, su. E' ovvio che non ti lascerà. E se lo farà è un coglione. Adesso farà un pò l'offeso, ma tornerà a coccolarti anche adesso, se non ci fossi io qui."
Giada aveva gli occhi lucidi e Louis la strinse in un abbraccio. 
"Perché oggi te ne sei andata con Co... ehm, con Mael?" Domandò poggiandole le labbra sulla testa.
"Io... volevo ribbellarmi a Niall. Odio il suo modo di dirmi quello che devo e non devo fare. E' stressante." Giada sospirò, prima di continuare.
"E comunque ci avevano sbattuto fuori dalla classe, così siamo andati a fare un giro... Però adesso mi dispiace un casino per essermene andata da Liam." 
Poggiò le mani su quelle di Louis che, seduto con le spalle al muro, abbracciava Giada e teneva le braccia attorno alla sua vita.
"Mh... aspetta, chi era al telefono?"
Eccola, la domanda che non voleva sentire.
Abbassò la testa e Louis la guardò confuso.
"Ehi..." disse, facendola voltare e alzandole il mento con un dito.
"Sai che con me puoi parlare, no? Sono o non sono il tuo miglior amico?" Sorrise, e Giada sospirò.
"Giura di non dirlo a nessuno." Disse guardandolo negli occhi.
Louis si poggiò una mano sul cuore, in segno di giuramento, e Giada deglutì.
"Ecco... ti ricordi che ti ho detto che ho fatto l'amore con Liam? Beh, non è stata la prima volta. Lo avevo già fatto con un ragazzo di Mullingar, Peter. Ed era lui al telefono... Ho urlato perché... ecco... ti racconto tutta la storia dall'inizio." 
Louis annuì e Giada continuò.
"Peter veniva nella mia stessa scuola. Era un ragazzo veramente bello. Occhi azzurri e capelli castano chiaro. Più o meno come te. Un giorno mi ha chiesto di uscire... Siamo usciti anche altre volte e poi... mh..." deglutì "lo abbiamo fatto. Io mi ero innamorata di lui, purtroppo, invece, nei giorni dopo la nostra prima volta non si era fatto più sentire. Non capivo perché, non mi salutava nemmeno quando mi vedeva a scuola. Un giorno, mentre ero nel bagno della scuola, ho sentito delle ragazze che dicevano che Peter aveva vinto una scommessa con i suoi amici, riuscendo a portarmi a letto. Poi nella scuola girò la voce che ero quella facile, molti mi consideravano una puttana. Non so perché si è fatto risentire, e non so neanche come abbia fatto a sapere che sono tornata a Londra. Ha detto che mi vuole... e che non potrò mai sfuggirgli."
Ormai aveva gli occhi colmi di lacrime, mentre guarda il suo amico.
"Ho paura Lou, ho paura che possa tornare." Mormorò, stringendosi a lui e iniziando a singhiozzare.
Louis era rimasto scosso da quello che era successo a Giada, e la strinse più che poteva.
"Ci sono io qui... e i ragazzi. Stai tranquilla, non ti accadrà niente." Le accarezzò la schiena, cercando di farla calmare.
"Giada..." Liam bussò alla porta, mentre lei era sotto le coperte e guardava fuori dalla finestra.
Ormai era sera, e le nuvole coprivano quasi del tutto la luna.
"Stai dormendo?" Chiese lui, entrando in camera e chiudendo la porta alle sue spalle.
"No." Rispose secca lei.
Liam sospirò e si sedette sul letto. Giada strinse i pugni.
"Mi dispiace di non averti salutata, prima. E' che... oggi quando te ne sei andata con quello... insomma, permetti che ci sarei anche rimasto male? Sei pur sempre la mia ragazza." 
Lei si voltò verso di Liam, tirandosi su.
"Liam, per favore, ma che discorsi sono? Mael è un amico, cazzo. Poi mi avete fatta innervosire quando avete iniziato ad urlargli contro, più di tutti mi sono incazzata con Niall, ecco perché me ne sono andata con lui." Giada lo guardò negli occhi.
"E' un amico, però vi tenevate per mano." Alzò un sopracciglio lui.
Giada scosse la testa.
"Fammi il favore, se devi rompere le palle e farmi una scenata di gelosia, la porta è quella." La indicò, incazzata come non mai.
Liam la guardò. "Stai scherzando?"
"Ti sembro una che scherza?" 
Il ragazz si alzò ed andò alla porta.
"Non pensavo che tu fossi così." Fu l'ultima cosa che disse Liam, poi richiuse la porta alle sue spalle.
Giada corrugò la fronte, che voleva dire?
Non ci pensò due volte e si tolse le coperte di dosso, uscendo dalla sua camera ed entrando in quella di Liam.
"Così come?!" Sbraitò, mentre lui si stava togliendo la maglietta.
"Lascia perdere." Disse, per poi slacciarsi la cintura.
Lei sollevò un sopracciglio e si avvicinò a lui, facendolo voltare e buttandolo addosso al muro, mentre gli teneva una mano sul petto.
"Non lascio perdere proprio. Adesso tu mi dici che volevi dire." 
Liam rise, scuotendo la testa.
"Sembri Danielle, sai? Ti sei già baciata anche tu con quello, o aspetti prima di mettermi le corna? Tanto ci sono abituato."
Ora, paragonate la rabbia di Giada ad un fuoco che già era acceso. Ecco, Liam ci aveva appena buttato un litro di benzina, e lei non ci pensò due volte a stampargli una bella manata sulla guancia.
"Non. Lo. Dire. Mai. Più." Scandì bene le parole e si voltò, rossa in viso.
Liam sospirò e la bloccò per il polso.
"Okey, okey, scusami." Mormorò, stringendola in un abbraccio.
Lei scosse la testa e lo allontanò.
"Come pensi che mi possa sentire ad ascoltare il mio ragazzo che dice che gli ho messo le corna, e peggio, a paragonarmi con la sua ex?!" Ringhiò.
Liam le accarezzò il viso e sorrise.
"Danielle non si sarebbe mai arrabbiata così tanto. Volevo solo vedere la tua reazione. So che tu non mi metteresti mai le corna." 
Giada incrociò le braccia al petto e Liam si abbassò per poggiare le labbra sulle sue.
"Sei un fottuto stronzo." Disse lei, mentre indietreggiava spinta da Liam.
Lui la sdraiò sul letto e la iniziò a spogliare.
"Lo so." Sussurrò sulle sue labbra.
Lei gli tolse i pantaloni e, rimasti in intimo, si misero sotto le coperte continuando a baciarsi.
"E io adesso tornerò in camera..." Giada, fra un bacio e un altro, cercò di essere convincente.
Liam annuì, accarezzandole i fianchi e scendendo sempre di più.
"Sai dov'è la porta..."
"Magari dopo."
Sorrisero tutti e due e, come
 era già successo, fecero l'amore, fra i gemiti che riempivano la stanza.


Yeah!

Stavolta ho postato presto, quindi amatemi(?)
No, a parte tutto, ho postato perché oggi non ho avuto scuola che era festa nel mio paese, quindi ho scritto :')
Il capitolo non so se vi piace, però me lo direte nelle recensioni.
La foto sopra ovviamente riguarda l'ultima scena.
Bene, ora vado a prepararmi che dovrei andare al cinema con una mia amica.
Uh, yeah!
Much love.
xx

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Capitolo 12
*** They broke up. ***


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“Se va a finire così, litighiamo più spesso.”
Giada sorrise e scosse la testa, stringendo la mano di Liam, mentre erano ancora sdraiati sotto le lenzuola.
Era notte fonda, ma loro ormai avevano perso il sonno.
“Stai attento, potrei reagire diversamente.”
Liam scrollò le spalle, ed accarezzò la schiena nuda di Giada. “Perché di giorno va tutto male?” domandò.
Giada ci pensò un attimo, poi sospirò.
“Forse siamo destinati a vivere nel buio.”
“Come vampiri?” Chiese Liam, facendo ridere Giada.
“Oh, ma per favore.” Esclamò, dando uno schiaffetto sul petto del ragazzo.
Liam la strinse di più a se, e lei pose la testa nell’incavo del suo collo.
“Domani dovrò vederti con Mael?” Liam iniziò a giocare con i capelli di Giada.
“Stare tutti insieme è una cosa impossibile, vero?” Lei teneva lo sguardo poggiato sulla sua mano e quella libera di Liam, che erano poggiate sul suo ventre.
“Non ti hanno mai detto che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?”
Giada rise e socchiuse gli occhi.
“Non starò sempre con lui. Lui ha i suoi amici, io ho voi. Lo vedrò per tutte le ore di lezioni, questo sì. Poi, però, starò sempre con voi. Non voglio scenate, però.”
Liam annuì e tirò su il piumone.
“Dormiamo, altrimenti domani non ci svegliamo.”
Giada si sollevò leggermente e poggiò di nuovo le labbra su quelle di Liam.
“Notte, Liam.” Disse poi, poggiando la testa sul suo petto e chiudendo gli occhi.
“Notte, piccola.”
Chiuse anche lui gli occhi e in poco si addormentarono.

“Via libera.” Sussurrò Liam, facendo cenno a Giada di avvicinarsi alla porta.
Lei, nella maglietta con cui aveva dormito che le lasciava scoperte le gambe, si sporse dalla porta ed uscì, seguita da Liam che era senza maglietta.
“Sei sicuro che…” Giada non finì si parlare che Niall, Louis, Zayn ed Harry uscirono dalle loro camere.
“Ma cazzo…” mormorò lei, arrossendo e coprendosi il viso con la mano.
“E voi che state facendo?!” esclamò Niall una volta che ebbe messo a fuoco le due figure in mezzo al corridoio.
Giada roteò gli occhi al cielo.
“Ho dormito con Liam e stavo andando a prendere i vestiti in camera mia. Problemi?” Disse acidamente, poi andò in camera sua e chiuse la porta.
Niall intanto era rimasto con la bocca semi aperta e gli occhi sgranati. Quando Giada chiuse la porta, scosse la testa.
“Ho una sorella pazza.” Disse, mentre andò verso le scale. Poi si bloccò e si voltò verso Liam.
“Spero per te che abbiate solo dormito.”
Liam deglutì ed annuì.
“Ovvio.” Rispose solamente, mentre guardava Louis, Harry e Zayn che cercavano di trattenere le risate. Quando Niall scese le scale, però, scoppiarono a ridere e guardarono Liam.
“Ovvio.” Lo canzonò Harry.
“Sì sì. Avete solo dormito.” Disse Zayn, facendogli l’occhiolino.
“Già le occhiaie dicono tutto.” Esclamò Louis, indicando Liam e riprendendo a ridere.
Giada uscì dalla stanza con i vestiti in mano e li guardò. “Siete simpatici quanto un moscerino in un occhio.”
I ragazzi si asciugarono le lacrime e sbuffarono, raggiungendo Niall al piano inferiore.
“Ovvio, eh? Hai paura a dire a Niall che abbiamo fatto l’amore, già due volte?”
Liam non rispose e Giada scosse la testa. Andò in bagno e si vestì.

Giada bevve un bicchiere d’arancia e prese la borsa.
Quando i ragazzi furono pronti, salirono in macchina. Giada si mise davanti con Louis che guidava e muoveva nervosamente il piede.
“Che hai?” Sussurrò Louis, una volta che si fu accertato che nessuno dei ragazzi li stesse guardando.
“Liam si vergogna di me.” Giada abbassò lo sguardo e sospirò.
Louis scosse la testa e le poggiò la mano sulla gamba.
“Sai che non è vero.” Si girò verso di lei e sorrise, poi tornò con lo sguardo alla strada. “Lui sa come è fatto Niall, e lo sai anche tu. Ed è sempre un fratello maggiore. Potrebbe incazzarsi leggermente. Te lo dice uno che ha 4 sorelle minori. Quando cresceranno mi prenderà un infarto.”
Giada rise e sollevò le spalle.
“Hai ragione.”
Si voltò e vide Liam che parlava con Zayn. Quando lui si voltò verso di lei, Giada gli sorrise dolcemente e mimò con le labbra uno ‘scusa’.
Lui si avvicinò e pose le labbra sulle sue.

“Ehi, buongiorno!” Disse Mael appena vide Giada varcare la porta della classe.
Lei sorrise e poggiò la borsa sul banchetto accanto a lui, stampandogli prima un bacio sulla guancia.
“Giorno.”
Si poggiò al banchetto, guardandolo mentre lui era seduto sopra il suo.
“Allora, quante te ne hanno dette quando sei tornata a casa?” Domandò poi Mael.
Giada lo guardò e scosse la testa. “Niente. Ho ricevuto una chiamata due secondi prima che Niall iniziasse ad urlare e quando sono tornata gli ho detto che non m’interessava ciò che avrebbe detto… poi sono andata di sopra.”
“E… Liam?”
domandò ancora lui.
Giada sorrise al ricordo della sera precedente. “Oh niente, è salito dopo cena e stavamo per litigare. Ma… ehm…” si grattò la testa arrossendo “abbiamo… parlato e quindi… abbiamo chiarito.”
Mael socchiuse gli occhi e sorrise. “Oh… quindi le occhiaie sono perché avete parlato?”
Giada scoppiò a ridere e lo guardò.
“Si vede così tanto?”
“Nooo, sembri solo uno zombie.”

Giada gli diede un pugnetto sul braccio e lui poggiò le mani sui suoi fianchi, attirandola a se.
“Sei lo zombie più carino che abbia mai visto, però.” Sussurrò Mael al suo orecchio, facendo arrossire Giada che gli pose le braccia attorno al collo, per abbracciarlo.
Mael la allontanò di poco e le accarezzò la guancia, avvicinandosi leggermente.
Giada voltò lo sguardo e appena vide un ragazzo dalla camicia a quadri verde e bianca andarsene, sbiancò e si allontanò da Mael.
“Scusa…” mormorò per poi correre fuori dalla porta.

“Cazzo, tua sorella si è dimenticata il libro di chimica nel mio zaino.” Esclamò Liam a Niall, mentre stavano andando in classe.
“Glielo porto e torno.” Liam diede una pacca sulla spalla a Niall e si girò, andando verso la classe di Giada, tanto mancavano ancora una decina di minuti al suono della campanella.
Una volta arrivato davanti alla porta della classe di Giada, la vide abbracciata a qualcuno.
A Mael.
Lui la teneva per i fianchi, e lei aveva poggiato le braccia attorno al suo collo.
Poi Mael le accarezzò la guancia e le si avvicinò.
Giada voltò lo sguardo, ma Liam già si era voltato e se ne andò; ne aveva abbastanza di quella scena, non voleva vedere altro.
Sentì qualcuno bloccarlo per la spalla e si voltò, incontrando lo sguardo di Giada.
“Liam, non è come pensi.” Lo guardò negli occhi, ma lui era troppo arrabbiato e la fulminò con lo sguardo.
“Perché, cosa penso?! Forse che avevi detto che eravate solo amici, e vi trovo a baciarvi?!” Liam quasi urlò, infatti molti ragazzi che passarono si voltarono a guardarli.
“Non ci stavamo baciando! Io mi stavo allontanando e lo sai!”
“Non dire stronzate, se tu non mi avessi visto lo avresti baciato senza problemi…”
Liam scosse la testa, cercava di non urlargli ancora
“Cristo, Liam, te l’ho già detto, non ti tradirei mai!” Giada ormai piangeva, non voleva che Liam pensasse cose non vere. Lei non avrebbe mai baciato Mael, ne era certa.
“Fra noi è finita.” Ringhiò Liam a bassa voce. Le buttò quasi addosso il libro e se ne andò, lasciandola a piangere sempre più forte.

Ancora una volta qualcuno li guardava da lontano e digitò di nuovo il numero di Peter.
“Giada adesso è libera.” Mormorò il ragazzo, rientrando nella sua classe.
“Bel lavoro. Avrai i tuoi soldi presto. Ci sentiamo, Mael.” 
“A presto, Peter.”
Disse lui, rimettendo il telefono in tasca e sedendosi al banchetto.
Vide Giada rientrare e prendere la borsa, così si dovette ricementare in quella scenetta.
“Giada, ma dove vai?” Disse bloccandola per il polso.
Giada si asciugò le lacrime e si allontanò. “Non ce la faccio...” Mormorò soltanto lei, riuscendo dall'aula.
Mael sorrise e si risedette, avrebbe avuto i suoi soldi fra poco.
 

Yeaaah!
Okay, eccomi tornata.
Sapete che nelle ore di lezioni ho più ispirazione? :’) Infatti, anche per questo capitolo, la prima parte è stata scritta a scuola.
 
Beene, torno al capitolo.
Partendo dall'inizio... 
GUARDATE QUELLA FICONA DI CASSIE NELL'ICON!
Io amo Skins, ma soprattutto Cassie. 
Pooi...
Si è capito, finalmente, chi è ‘la talpa’ di Peter.
Sì, quello stronzo di Mael è quello che fa il casino per Peter.
Nel prossimo capitolo si capirà meglio, credo.
Non mi chiedete perché scrivo ste cose, ma il mio cervello comanda alle mani di scrive ste schifezze.
Okay, me ne vado.
Ringrazio tutte quelle che leggono, recensiscono, hanno messo nelle seguite etc. :D
Mi dileguo veramente.
Tanto amore!
xx

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Capitolo 13
*** Fuck, I'm sick. ***


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Louis aveva da poco iniziato la sua lezione di Geografia e, mentre era impegnato a fare scarabocchi sul quaderno, sentì il telefono vibrare.
Lo tirò leggermente fuori dalla tasca e vide che aveva ricevuto un messaggio da Giada.
‘Ho combinato un casino… sono nel bagno adesso.’
Louis strabuzzò gli occhi.
Ora che è successo? Pensò.
Doveva andare per forza da Giada. Era la sua migliore amica, era come una sorella, si sentiva in dovere di farlo.
Si alzò, prese la sua roba e si avvicinò alla professoressa.
“Professoressa… mia sorella è finita all’ospedale, devo assolutamente raggiungerla…”
La professoressa gli sorrise dolcemente. Era una brava donna, e sulle questioni familiari non aveva niente da ridire.
“Certo, Louis. Poi quando ci rivediamo voglio sapere come sta.”
“Sì, prof. Grazie, veramente.”
Esclamò Louis, poi uscì dall’aula.
Quasi gli dispiaceva aver mentito alla professoressa, soprattutto usando una delle sue sorelle, ma adesso la cosa importante era andare da Giada.
Iniziò a correre per arrivare ai bagni. Si guardò intorno e, dopo essersi accertato che nessuno lo vedesse, entrò in quello delle ragazze.
Quando sentì dei singhiozzi provenire da dietro una porta, bussò leggermente.
“Giada… Sono Louis.”
Giada si asciugò le lacrime e aprì la porta. Louis la guardò dolcemente e le porse le mano.
“Vieni qui…” Mormorò.
Giada non se lo fece ripetere due volte e si scaraventò fra le braccia di Louis, riprendendo a singhiozzare.
“Andiamo, dai…”
Louis prese per mano Giada ed uscirono dalla scuola.

“Allora, mi vuoi dire che è successo?” Louis porse a Giada la tazza con il thè caldo, mentre lei era sdraiata nel letto della sua camera.
“Un casino…” mormorò, e le lacrime ripresero a scendere.
Louis annuì e le accarezzò i capelli.
“Ho capito che è successo un casino… ma cosa, precisamente?”
Giada prese un lungo respiro e gli raccontò tutto. “Ma io non avevo intenzione assolutamente di baciare Mael. L’unico che voglio è Liam. Per me… è solo lui.” Mormorò infine.
Louis scosse la testa. “Io non voglio essere rompi palle… ma ti rendi conto che questo casino è successo solo per colpa di Mael?”
Giada annuì e riprese a piangere.
Louis sospirò e le accarezzo un braccio, cercando di farla calmare.
Il cellulare gli squillò e si alzò dal letto.
“Aspetta qui…” disse sorridendo.
Giada annuì e, tremante, si portò la tazza alle labbra.
Louis si avvicinò alla finestra e rispose.
“Pronto?”
“Lou, ma che fine hai fatto?”
Era Harry dall’altra parte del telefono.
“Oh, Hazza. Senti… è successo un casino. Sono tornato a casa con Giada, ti racconto tutto dopo.”
“Sì, okay, ma noi come torniamo a casa? Oggi usciamo prima di pranzo.”

Louis si portò una mano sulla fronte.
“Cazzo, è vero. Vabbè, passo io.”
Harry lo salutò e Louis ripose il cellulare in tasca.
“Giada, fra mezz’ora i ragazzi escono e devo andare a prenderli… ma non mi va di lasciarti da sola.” Louis si grattò la testa e Giada gli sorrise debolmente.
“Io credo che mi metterò a dormire. Stai tranquillo…” Louis le si avvicinò e la strinse a se, dandole un bacio sulla testa.
“Appena torno vengo da te.”
Giada scosse la testa e si ranicchiò sotto le coperte. “No, tranquillo. Però devi dire a Niall che sto male. Non voglio che sappia nulla.”
Louis provò a ribattere ma Giada lo fulminò con lo sguardo.
“Okay, non saprà niente. Ci vediamo dopo.”
Così lui se ne andò e Giada guardò fuori dalla finestra, con la testa sul cuscino.
Chiuse gli occhi, ma l’unica cosa che gli passava per la mente era la sera che, per la prima volta, avevano fatto l’amore, lei e Liam.
Così riaprì gli occhi e prese il suo iPod dalla borsa. Si infilò le cuffiette e partì la riproduzione casuale.

I know I can’t take one more step towards you,
cause all thats waiting is  regret…


Quando sentì le prime note di Jar of Hearts, le lacrime presero a scendere sempre più dai suoi occhi.
Quella era la loro canzone. Tutti e due la consideravano così, perché era la prima canzone che avevano sentito, una sera, nella sua stanza, su quel letto.
"Ma è tutto finito..." sussurrò, come se qualcuno fosse li e avesse letto i suoi pensieri.
Giada era esausta, gli occhi si facevano pesanti e la musica sempre più lontana.

Il picchiettio della pioggia si faceva sempre più pesante, e un lampo illuminò la stanza.
Giada aprì gli occhi, sentendo una fitta alla testa.
Si tolse le coperte di dosso e si mise a sedere sul letto. Vide che c’era un post-it sulla porta.
Si alzò dal letto e passò davanti allo specchio.
Aveva due occhiaie profonde e il viso pallidissimo.
Scosse la testa e si avvicinò alla porta, prendendo il bigliettino e leggendolo.

Dormivi così bene che non mi andava di svegliarti. Ho poggiato l’iPod nel comodino. Niall sa che stai male, se scendi cerca di fare una faccia da malata!
Ti voglio bene xx  -Louis

Giada poggiò il bigliettino nel comodino e si sistemò i jeans. La casacca che aveva sopra le arrivava fino a poco più giù della vita.
Si tirò su i capelli in una cipolla improvvisata ed uscì dalla stanza, mentre stringeva nella mano il telefono.
Buttò un’occhiata sullo schermo e vide che c’era un messaggio. Non aveva voglia di leggerlo, ma preferì scendere in sala.
I ragazzi stavano guardando la tv, mentre mangiavano dei pop corn.
“Ehi, sorellina. Che brutta cera che hai.” Niall si alzò e si avvicinò a lei.
Giada guardò per un attimo Liam, che non la degnò nemmeno di uno sguardo, e abbassò la testa.
“Non mi sento bene.” mormorò poi.
Niall le chiese che c’era che non andava, ma lei scosse la testa.
“Niente…” Accennò un sorriso e diede un bacio sulla guancia al fratello.
“Vado a farmi un thè.”
Si voltò e si diresse verso la cucina.
Mise su un pentolino con l’acqua e si poggiò al muro, socchiudendo gli occhi e poggiando la testa contro la parete.
Sentì dei passi e aprì gli occhi, che poco dopo incontrarono quelli di Liam.
“E’ colpa mia?” mormorò lui.
Giada si voltò ed andò ai fornelli. “Cosa?” Chiese, la voce era ancora roca. Spense il fuoco e mise l’acqua calda in una tazza, per poi metterci dentro anche una bustina di thè verde.
“Te ne sei andata via prima da scuola… non hai mangiato niente…  e non ti vedo bene.” Liam, che aveva socchiuso la porta della cucina, si sedette al tavolo.
Giada si voltò e, bevendo un sorso di thé, si andò a sedere di fronte a lui.
“Che te ne importa? Fra noi è finita, no? Perché credi che io stia così male per te? Se veramente pensi che io ti abbia tradito, non me ne dovrebbe importare niente.”
La ragazza si voltò di nuovo verso la finestra, e si poggiò al bancone vicino al lavandino.
Socchiuse gli occhi, mentre delle lacrime le percorrevano di nuovo il viso.
“Mi spiace… è stato un momento di rabbia. Non volevo dire quello che ho detto.” Liam si alzò dalla sedia e si avvicinò a Giada.
Lei deglutì e si voltò, trovandolo a pochi centimetri da lei.
“Un momento di rabbia? Mi hai lasciata, nel corridoio di quella fottuta scuola. Io mi fidavo di te, ma tu non ti sei fidato di me. Non ti sei fidato di quello che ho detto.”
Liam le asciugò le lacrime, ma lei si allontanò.
“Giada, ti prego…” mormorò Liam, tendendo la mano verso di lei.
“Ti prego un cazzo, Liam!” urlò lei, deglutendo e riprendendo a piangere.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e fece un passò verso di lei, mettendole un braccio attorno al suo fianco e attirandola a se.
Lei strinse la sua maglietta, cercando di placare le lacrime, ma niente.
“Fanculo, sto male.” Mormorò lei. Si allontanò da Liam, guardandolo negli occhi.
Liam non riusciva a non sentirsi in colpa per gli occhi di Giada che erano diventati di un azzurro più scuro, quasi blu, ed erano anche rossi per il pianto.
“Io mi sarei fidata di te.” Giada si voltò e si avvicinò alla porta. “Mi sarei fidata per sempre di te.” Continuando a dargli le spalle, uscì di corsa dalla cucina, precipitandosi nella camera.

Zayn entrò in cucina e si avvicinò a Liam. Aveva visto uscire di corsa Giada, piangendo.
Si avvicinò all’amico, in silenzio. Lo abbracciò, in silenzio.
Liam scoppiò in un pianto nervoso, Zayn non l’aveva mai visto così.
“L’ho persa, Zayn, l’ho persa.” Disse.
Zayn scosse la testa. “No, non l’hai persa. Ti ama, tu la ami. Passerà.”
“Non le ho creduto quando dovevo. Non mi sono fidato, lei invece l’avrebbe fatto, per sempre.”

Zayn non rispose, rimase soltanto in silenzio, facendolo sfogare.
 

Yeah.
okay, eccomi tornata.
ho terminato il capitolo adesso, e l’ho scritto in due o tre giorni.
non l’ho riletto, quindi capitemi se trovate cose senza senso. :’)
da quando sono in cucina alla fine, non doveva essere così. Cioè, avevo scritto altre varianti, in alcune c’era Mael, in altre lei scopriva che la colpa era solo sua.
però non sapevo come continuare, e ho preferito scrivere così.
vabbè, mi dileguo.
Oh, grazie per le recensioni dell’altro capitolo :]
xx
-Giada.

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Capitolo 14
*** No, Peter, no! ***


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Voglio dedicare questo capitolo al mio Procione preferito :’) E sono sicura che capirà!
































 
 
Venerdì, 10 pm.
 
Erano passati quattro giorni da quando Giada e Liam si erano lasciati, e lei non era uscita più dalla sua stanza se non per andare in bagno, dove ogni volta che faceva la doccia, le lacrime si mischiavano alle gocce d’acqua. Non voleva nemmeno mangiare, ma Niall la obbligava. Lui, probabilmente, ancora credeva che aveva l’influenza, mentre tutti gli altri in casa sapevano che non era così.
Toc toc.
Giada sussurrò un “Avanti”, senza preoccuparsi di distogliere lo sguardo dal soffitto che ormai conosceva a memoria.
Una testa bionda si affacciò dalla porta e sfoderò il suo solito irradiante sorriso.
“Sorellina, come va?”
La ragazza si voltò verso Niall e sospirò.
“Sto meglio…” mormorò.
 Il fratello si sedette sul letto e le accarezzò i capelli. 
“L’ho capito, comunque.” Disse il ragazzo, guardando la finestra mentre stringeva la sorella fra le braccia.
“Cosa?” domandò Giada confusa.
“Tu e Liam non state più insieme. Ed ho chiesto conferma a Louis… mi ha detto la storia di te e Mael…” 
Niall sospirò e la sorella scosse la testa.
“Il bello è che non c’è nessuna storia di me e Mael. Non l’avrei mai baciato. Per me… per me è solo Liam, cazzo.” 
“Lo ami?” 
Giada rimase spiazzata dalla domanda. In quel piccolo periodo che erano stati insieme, ne Liam ne lei aveva mai detto ‘Ti amo’ all’altro, ma ovviamente l’amore nella loro storia c’era.
Per lei era troppo presto, sarebbe stato il suo primo Ti amo, dato che nemmeno a Peter l’aveva detto, e non sapeva quando sarebbe stato giusto dirlo.
Invece Liam aveva paura di correre troppo.
“Io… credo di sì.” Rispose infine Giada, mordicchiandosi il labbro.
“Allora cre-”
“Niall, muoviti!” Il ragazzo fu interrotto dalla voce di Harry dal piano di sotto che lo chiamava.
“Giada, con i ragazzi abbiamo deciso di andare a ballare. Credo che tu non abbia voglia di venire… giusto?” 
Giada annuì e Niall le diede un bacio sulla fronte.
“Andrà tutto meglio. Ne sono sicuro.” La rassicurò poi.
Lei sorrise e lo salutò, rimanendo di nuovo da sola.
 
Giada non ce la faceva più a stare sdraiata in quel letto, quella stanza era diventata una prigione.
Sì alzò dal letto e si infilò una felpa, dato che aveva solo un paio di leggins neri e una maglia lunga a maniche corte rossa, e non faceva molto caldo.
Scese le scale e sentì che nella sala c’era la tv accesa.
Pensò che fossero stati i ragazzi a lasciarla accesa, così entrò in sala, ma vide che in casa non era sola.
Infatti, sul divano, c’era Liam seduto a fare zapping con il telecomando.
Si girò verso Giada e lei deglutì, avanzando e sedendosi dall’altra parte del divano, tenendo lo sguardo fisso sullo schermo.
Liam finì su Mtv Music, e proprio in quel momento era iniziata Jar of Heart, la loro canzone.
Giada fece una smorfia e abbassò lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime.
“Ricordi quando l’abbiamo sentita, insieme, per la prima volta?” 
Finalmente Liam parlò.
“Come potrei dimenticarlo?” mormorò Giada, voltandosi verso Liam.
Lui sospirò e si avvicinò a lei.
“Mi dispiace, okay? Io… non avrei mai voluto lasciarti. Cristo, Giada, io pensavo che tu avresti baciato Mael perché… non mi sentivo e non mi sento abbastanza per te.”
Giada si voltò verso Liam e scosse la testa. “Non ti sentivi abbastanza per me? Oh, Liam, ma… andiamo! Tu sei anche troppo per me. Sei la miglior cosa che mi sia capitata. Devi credermi, non avrei desiderato altro. Nessuno potrebbe sostituirti.” 
Liam accarezzò la guancia di Giada e la guardò negli occhi. “Sono stato un coglione a non crederti. Mi perdonerai mai?” 
Giada sorrise e mise le braccia attorno al collo di Liam, che mise le mani sui suoi fianchi e la strinse a se. “Certo che ti perdono. Mi sei mancato così tanto, Liam.” 
Il ragazzo l’allontanò leggermente e la guardò negli occhi. 
“Ti amo, Giada.” 
Quando la ragazza sentì quelle parole uscire dalla bocca di Liam, sentì i fuochi d’artificio come sottofondo. Era così contenta che lo strinse ancora di più a se e dovette trattenere le lacrime.
“Ti amo anche io, non sai quanto.” 
Liam sorrise e si alzò dal divano, prendendola in braccio. Giada allacciò le gambe ai suoi fianchi e si strinse a lui, baciandolo.
Intanto il ragazzo avanzava verso il piano superiore. Entrò nella sua camera e la fece sdraiare sul letto. Poi, come si dice in questi casi, si amarono per tutta a notte.
 
Giada aprì gli occhi, e la luce di quel sabato mattina illuminava tutta la stanza. Si voltò verso la sua destra e vide che Liam ancora dormiva. Sorrise guardandolo. Gli era mancato così tanto che non riusciva a credere di stare di nuovo con lui.
Si voltò verso il comodino e cercò il suo telefono. Si ricordò che era da diversi giorni che non lo trovava ma non gli importò nulla e si rigirò verso Liam che si stiracchiò.
“Buongiorno…” sussurrò Giada, sorridendogli.
Lui aprì gli occhi e le accarezzò il viso. “Grazie al cielo non era tutto un sogno.” 
“No, mi spiace per te, ma hai deciso di rientrare nella mia vita.”
Liam si mise su di lei e le accarezzò la guancia.
“La più bella scelta che abbia fatto in questi ultimi quattro giorni.” 
Giada sorrise e lo baciò dolcemente.
“Scendiamo?” domandò poi.
Liam annuì, e, mano nella mano, scesero in cucina, raggiungendo gli altri.
“Buongiorno!” esclamarono tutti che li videro scendere insieme. 
“Come state?” domandò Niall che stava bevendo un succo d’arancia.
“Benissimo.” 
Liam mise il braccio attorno al fianco di Giada e lei si strinse a lui, sorridendo.
“Oh, fanculo. Siete dolcissimi insieme! Non provate a lasciarvi mai più perché vi uccido.” Urlò Harry, facendo ridere tutti.
“Amore, sai essere dolce anche tu quando ti ci metti?” Louis si mise una mano sul cuore, e guardò Harry sbattendo le ciglia.
“Certo, se non ci credi possiamo salire e ti faccio vedere in camera.” Harry fece l’occhiolino all’amico, che scosse la testa ridendo.
Niall si alzò dal tavolo e abbracciò sua sorella. “Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto meglio.” Le sussurrò all’orecchio.
Si sedettero tutti a tavola e Zayn abbracciò Liam. “Sono contento per te, amico.”
Liam sorrise e prese una fetta biscottata.
“Ah, ragazzi, stasera uno della scuola da una festa. Andiamo, vero?” chiese Zayn.
Tutti erano d’accordo e continuarono a fare colazione.
 
“Okay, vado a prepararmi ora che finalmente QUALCUNO è uscito dal bagno!” Esclamò Giada alzandosi dal divano e guardando Zayn.
“Lo sai, piccola, non è colpa mia!” Lui sorrise e Liam lo guardò. “Piccola a chi?!”
Giada rise e scosse la testa, correndo al piano di sopra.
Entrò in bagno e si fece una doccia veloce. Lasciò i capelli ancora un po’ umidi e li legò in una veloce cipolla. 
Si strinse nel grande asciugamano che le avvolgeva il corpo ed andò in camera.
Qualcuno bussò alla porta e Giada aprì l’armadio. 
“Avanti.” 
Niall richiuse la porta alle sue spalle e la guardò. “Ancora così sei?” 
Giada scrollò le spalle e si strinse nell’asciugamano cercando qualcosa da mettere.
“E comunque dovresti chiudere la porta a chiave quando devi cambiarti. Devo ricordarti che Harry è da una settimana in astinenza?” 
La sorella rise e annuì. “Stavo per chiudere.”
“Sì sì, come no, biondina.”
“Biondina?”
Niall fece un gesto con la mano in senso di lasciar perdere. “Dai, ora scendo. Oh, il telefono.” 
Il ragazzo si avvicinò a lei e le allungò il suo telefono.
“Ah, l’hai trovato.” Disse.
“Sì, muoviti che fra dieci minuti ce ne andiamo.” Niall uscì e Giada chiuse la porta a chiave.
Si rigirò verso l’armadio e tirò fuori un paio di leggins blu, una maglia rossa non troppo scollata e una giacca blu, di quelle che portava sempre Harry.
Una volta vestita sciolse i capelli che rimasero pomposi e mossi. Li sistemò un po’ con la mano, si spruzzò un goccio di profumo e si passò del rimmel e della matita sugli occhi.
Prese il suo iPhone e lo infilò nella borsa. 
‘Devo ricordarmi di leggere i messaggi.’ Si appuntò mentalmente.
Guardò i suoi piedi nudi, poi si voltò lentamente verso le scarpe.
“Avete vinto, ma solo stavolta.” Si rivolse alle scarpe con il tacco rosse e nere. 
Se qualcuno l’avesse sentita sicuramente l’avrebbe presa per una pazza. 
Si infilò le scarpe e fece una smorfia di dolore. Era così abituata alle sue Vans e alle sue Converse che quei maledetti tacchi da 12 cm già si facevano sentire.
Scosse la testa ed uscì dalla stanza.
 
“Dov’è Giada, e che fine le hai fatto fare?! Però, tranquilla, rimani, che ti faccio vedere la mia collezione di magliette!” Harry, che era con gli altri davanti alla porta, quando vide Giada non la riconobbe nemmeno.
Louis gli diede uno schiaffetto sul collo. “Lascia stare la mia migliore amica!” 
Liam glielo diede un altro. “Lascia stare la mia ragazza.”
Harry gli lanciò un’occhiataccia e Giada sorrise.
 “Andiamo, che è tardi!” Zayn aprì la porta e Giada lo prese per braccetto. 
“La prossima volta stai meno tempo al bagno.” 
“Ma guarda che pezzo di figo che sono grazie a tempo trascorso davanti allo specchio!” 
Giada rise e si staccò da Zayn, dato che Liam l’aveva presa per mano e attirata a se.
“Sei stupenda.” Mormorò sulle sue labbra lui, facendola arrossire.
“Piccioncini, in macchina!” Zayn li richiamò.
"Vaffanculo!" Urlarono e salirono sulla macchina di Louis.

 
“Wow, che casa.” Esclamò Giada, mentre scendeva dalla macchina seguita dai ragazzi. Si guardò attorno, vedendo già sparsi per il prato gruppi di ragazzi dove c’era chi parlava, chi pomiciava e chi… vomitava. Già avevano iniziato a bere. 
Giada scese dalla macchina e, quando furono davanti alla porta, bloccò il braccio di Zayn che stava per suonare il campanello. “Non vi farò da balia, quindi bevete quanto vi pare, ma sappiate che io non ho la patente e uno di voi deve mantenersi sobrio per guidare!” 
I ragazzi risero e annuirono. Zayn suonò il campanello e poco dopo un ragazzo aprì la porta. 
Quando entrarono, Giada dovette sventolarsi la mano davanti al naso. Nell’aria già si sentiva odore di alcool, fumo di vario tipo ed era sicura che c’era anche altro. 
“I ragazzi già sono scappati.” Rise Liam, che la teneva per un fianco.
“Lasciamoli divertire.” Sorrise Giada guardandolo.
Entrarono nell’enorme sala dove c’era parte della festa e Liam si avvicinò all’orecchio di Giada per farsi sentire sopra la musica.
“C’è un mio amico che mi ha chiamato. Torno subito.” Giada annuì e sorrise.
Non aveva voglia di fare la gelosa e di fare le scenate dicendo ‘mi lasci sola’ o cose del genere.
“Fa la brava eh!” Giada annuì.
Si guardò intorno e vide suo fratello scherzare con una bellissima ragazza. Capelli castani, occhi azzurri e un sorriso dolcissimo, come quello di Niall. Sorrise e voltò lo sguardo, intravedendo Zayn ed Harry con delle ragazze, e Louis che parlava con un suo amico. 
Si avvicinò al banco delle bevande e prese un bicchiere di Coca Cola. Notò una vetrata che dava su un vasto balcone, dove c’erano poche persone. Decise di andare a prendere una boccata d’aria.
Si poggiò alla ringhiera, dando le spalle alla vetrata, e bevve un sorso del suo bicchiere.
“Non ti ho vista più a scuola, pensavo fossi sparita.” Giada si voltò di scatto e vide Mael che si stava avvicinando a lei.
“Però questa pausa devo dire che ti ha fatto bene. Sei bellissima.” Continuò lui, accarezzandole la guancia.
Giada si scansò e abbassò lo sguardo.
“Mael… Senti, per me sei solo un amico, e non potrai essere niente di più. Non dovevi provare a baciarmi. Okay? E, per favore, non starmi troppo vicino, ho fatto pace ieri con Liam, non voglio litigare di nuovo.” Riportò i suoi occhi azzurri in quelli del ragazzo, e lui sorrise.
“Eppure non mi sembrava ti dispiacesse molto. Ero sicuro che mi avresti baciato. Ma se dici così, Peter si sbagliava e non sei una ragazza così facile.” 
Mael la guardò, e Giada spalancò gli occhi.
“Come conosci Peter?!” Ringhiò fra i denti.
Mael tirò indietro la testa e rise di gusto.
“Come conosco Peter? E’ un mio vecchio amico. Oh, e sai che ti ho provata a baciare solo perché lui ha detto che ti dovevo far lasciare con Liam? Sapevo benissimo che era alla porta.” Giada deglutì e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Mael le bloccò i polsi, stringendoli. “E sai un’altra cosa divertente qual è? E’ che lui, Peter, ora è qui, da qualche parte, fra tutta quella gente, che sta cercando proprio te. E si sta avvicinando, perché lo sai, lui vuole te. Chissà se riuscirai a trovare i tuoi amici, che magari adesso staranno pomiciando con qualcuno, dimenticandosi di te. Invece Liam, chissà dov’è. Non ti salverà, lo sai vero?”
“Perché non me l’hai detto prima?” Giada lanciava occhiate veloci alla grande sala dove c’era il cuore della festa. Provava a cercare Liam, Louis, Zayn o Harry. Con un’enorme fortuna avrebbe trovato suo fratello Niall, ma niente.
“Perché prima non avrei avuto i miei soldi. E senza il volere di Peter, io non potevo dire niente. Adesso c’è gusto. Vedere il terrore nei tuoi occhi… Mi fai quasi pena, vorrei poterti far scappare, ma Peter è mio amico, capiscimi dai. Sarà incazzato nero che sei tornata con Payne, ma vabbè.” Mael sorrise e Giada scosse la testa.
“Mi fai schifo.” Sussurrò e, con tutta la forza che il suo corpo permetteva, gli diede una ginocchiata in mezzo alle gambe, lasciandolo in ginocchio, a stringere i denti dal dolore. 
Si infilò in mezzo alla folla, le lacrime le appannavano la vista e cercava disperatamente i suoi amici. Aveva paura di Peter, non voleva vederlo.
“Liam!” Urlò, sperando che la sentisse, ma ovviamente la sua voce non riuscì a sovrastare la musica.
Teneva la borsa stretta fra le mani e sentì il telefono vibrare. Vibrò di nuovo. E ancora, e ancora.
Tirò fuori il cellulare.
Aveva cinque messaggi, dallo stesso sconosciuto numero, ed erano stati inviati nel giro di pochi minuti.
 
Ricevuto alle 11, 47 pm.
-Mi hai fatto prendere un aereo, e non sei venuta nemmeno a darmi il benvenuto.
Non si fa così, bambolina.
 
“No…” mormorò Giada. Strinse il telefono tra le mani e lesse l’altro messaggio.
 
Ricevuto alle 11, 47 pm.
-E adesso devo cercarti fra tutta questa gente. Mael mi ha detto di stare attento alle tue gambe, lo hai lasciato in ginocchio, povero ragazzo.
 
Giada si guardò attorno, ma vide soltanto ragazzi che ballavano a ritmo di musica.
 
Ricevuto alle 11, 48 pm.
-Ti ricordavo con le solite scarpe basse, ma con i tacchi sei veramente sexy, bambolina.
 
La ragazza si asciugò le lacrime e prese un respiro profondo.
 
Ricevuto alle 11, 48 pm
-Pantaloni blu, maglietta rossa e giacca blu. Poi quelle scarpe rosse, wow. Mi ricordano le scarpe che indossavi quando mi hai fatto vincere la scommessa.
 
Giada desiderò ardentemente togliersi le scarpe e buttarle, ma era piantata al terreno, non riusciva a muoversi.
 
Ultimo messaggio, ricevuto alle 11, 52 pm.
-Che aria impaurita che hai. Così fragile, così sola. Tuo fratello non c’è. I suoi amici nemmeno. E il tuo ragazzo, dov’è?  Tranquilla, però, ci sono io.
 
Controllò l’orario. 
Le 11 e 52 pm.
Provò a telefonare a Liam, ma niente. Rimise il telefono nella borsa e alzò lentamente lo sguardo quando una voce si fece vicina. 
“Ehi, bambolina.” Quel sorriso strafottente che Giada aveva tanto adorato si faceva ancora spazio nel viso di Peter.
Un ragazzo alto, moro e con degli occhi dal colore del ghiaccio, come il suo cuore, ghiaccio puro.
“Tu… tu non puoi essere qui. Non puoi tornare nella mia vita e distruggerla ancora!” Giada lo guardò negli occhi, poi voltò lo sguardo. Di fianco a lei c’erano delle scale dove, anche lì, dei ragazzi si trovavano a pomiciare.
“Sì che posso.” Peter fece un passo avanti, ma Giada si voltò verso le scale e iniziò a correre sui scalini. Non sentì nemmeno il dolore dei tacchi, cercava solo di scappare dal ragazzo.
Sentì la risata di Peter e poi i suoi passi, veloci e che si avvicinavano sempre di più.
Giada arrivò in un corridoio con delle porte.
Aprì la prima porta, ma c’erano una coppia intenta a fare le loro cose. Richiuse velocemente la porta e passò alle altre.
“Non mi scappi.” Giada, che teneva la mano stretta alla maniglia dell’ultima porta, si voltò verso l’iniziò del corridoio, dove Peter stava camminando verso di lei.
La ragazza riuscì ad aprire la porta che era vuota, ma quando, una volta entrata, cercò di richiuderla, venne bloccata. 
“Lasciami stare! Vattene!” Urlò Giada. Peter diede una potente botta alla porta, facendo finire la ragazza per terra.
“Complichi solo le cose così.” Peter la prese su di peso e la buttò sul letto a due piazze e mezzo che era in quella stanza.
“No, Peter per favore, ti prego.” Giada lo guardò negli occhi, singhiozzando. 
Era terrorizzata.
Peter le iniziò a baciare il collo, poi il seno, boccandole i polsi che le stavano facendo male.
Giada singhiozzava sempre di più.
“Sei così stupida, bambolina.” Mormorò sulle sue labbra.
Gli occhi grigi di lui si fissarono in quelli di lei.
“Non sono una cazzo di bambolina.” Ringhiò lei.
Peter rise e le sfilò i leggins.
Giada urlò a squarcia gola, non ce la faceva più. 
Peter le sfilò anche la maglietta, mentre Giada piangeva a dirotto e continuava ad urlare.
Quando quel ragazzo le stava per togliere anche l’intimo, la porta si spalancò.
“Giada!” Urlò Liam entrando, seguito da Zayn, Harry, Louis e Niall.
Liam, non avendo trovato più Giada, aveva chiamato i ragazzi, dato che si era preoccupato. Erano saliti al piano superiore e sentirono le sue urla. 
Harry, Zayn e Louis (alla fine Giada aveva detto di Peter anche ai primi due) presero di peso Peter e lo scaraventarono addosso al muro. Iniziarono a picchiarlo, mentre lui cercava di difendersi. 
Giada continuò a piangere, mentre Liam la strinse a se e Niall la rivestiva.
“Amore, piccola, calmati, ci sono qua io adesso.” Mormorò Liam, accarezzandole il viso.
La ragazza tremava, non voleva rivivere niente con Peter.
“Io non dovevo allontanarmi da te… Ma lui non doveva essere qui…” disse con la voce spezzata.
Liam le diede un bacio sulla fronte e si avvicinò a Peter che era tenuto fermo da Harry e Zayn, mentre Louis gli stava per tirare di nuovo un pugno sulla sua guancia.
“Louis, fermo.” 
Louis si allontanò e, ora, davanti a Peter, che aveva il labbro spaccato, c’era Liam.
“Riprova a toccare la mia ragazza, e ti giuro che è l’ultima cosa che fai.” Ringhiò poi, dandogli un pugno sullo stomaco.
Lo lasciarono steso in terra e Liam prese per mano Giada che era stata calmata da Niall.
“Andiamocene.” Cercò di sorriderle, ma era troppo accecato dalla rabbia.
Giada annuì e, ancora tremante, si appoggiò a Liam.
 
Una volta tornati a casa, Liam e Niall portarono Giada in sala e la fecero sdraiare su un divano.
“Tieni…” Louis le porse la tazza con la camomilla e lei sorrise leggermente, prendendo la tazza.
Liam era seduto accanto a lei, come Niall, mentre gli altri erano nell’altro divano.
“Avrò un’aria orribile.” Ironizzò Giada, passandosi una mano sul viso.
“Chi è quello?” Liam, che aveva tutt’altra voglia che scherzare, la guardò seriamente.
“Liam…” Zayn lo guardò e scosse la testa, ma l’amico voleva sapere chi era quel bastardo che aveva messo le mani addosso alla sua ragazza.
“Voglio sapere chi è quella testa di cazzo che ha quasi violentato la mia ragazza! Posso saperlo?!” urlò Liam.
Giada deglutì e abbassò lo sguardo.
“Calmati.” Rispose Niall al posto della sorella e lo guardò. 
“Giada, qui nessuno sa chi è quello, che ne dici di raccontare?”
La sorella alzò lo sguardo verso Harry, Louis e Zayn che si guardarono negli occhi per poi guardare lei.
“Misà che qui tutti sanno chi è quello tranne che io e Liam.” 
Giada sospirò e guardo suo fratello e il suo ragazzo.
“Niall, a te non lo avrei mai potuto dire… Ti avevo detto di non essere mai stata con nessuno a Mullingar, ti avevo detto che ero vergine. Ma non era così. A me piaceva Peter, lui mi ha usata per una scommessa. Mi ha usata in tutti i sensi. E a te Liam, non l’ho detto prima perché… che avrei dovuto dirti? Stavamo insieme, non mi pareva il caso di parlare del mio ex psicopatico… che non è nemmeno un mio ex, dato che non siamo mai stati insieme.” 
Niall spalancò gli occhi, non poteva credere che sua sorella, la sua sorellina, avesse fatto quel che aveva fatto.
“Mi hai mentito. Sai che con me potevi parlare, cazzo! Ma mi hai mentito! Pensavo che non avessimo segreti. Evidentemente mi sbagliavo.” Ringhiò poi, alzandosi dal divano ed uscendo dalla sala.
Giada alzò lo sguardo verso Liam che la guardò. 
“Va da Niall. Io non sono arrabbiato.” 
Giada sorrise e si alzò, uscendo dalla sala.
“Noi non te l’abbiamo detto perché…” Zayn si grattò la testa.
“Lascia perdere.” Liam sorrise e sospirò.
 

 
YEAH!
PERDONATEMI, PER FAVORE çwç
Ho avuto un sacco da fare. Tra studi, tesine, lavoro.
Ho trovato tempo solo oggi di postare.
Beeene, e con tanta velocità me ne rivado.
P.S. Oggi il capitolo è lunghissimo! Amatemi :’)

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Capitolo 15
*** I love when it rains. ***


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AMMETTETELO, NON CREDETE NEL MIO RITORNO! YO! 
ci ritroviamo a fine capitolo C:

 



















 “Niall?”
Giada varcò la porta a vetri del balcone che dava sul giardino, avvicinandosi al fratello che era poggiato alla ringhiera e guardava avanti a se.
Si mise accanto a lui e si poggiò anche lei sulla ringhiera, guardando la pioggia cadere.
La luce della luna era fioca, coperto da un leggero strato di nuvole.
La ragazza si voltò verso il fratello e sospirò.
“Per favore, ti supplico… parlami. E se non vuoi dirmi niente di buono, offendimi. Ma almeno di qualcosa!”
Niall si voltò verso la sorella. Il suo sguardo non era quello dolce e allegro che aveva di solito. Era severo, freddo.
“Era troppo difficile dirmi ‘Sai, esco con un ragazzo.’?”
Giada abbassò la testa. “Siamo usciti solo una volta. Anzi, due.”
Niall scosse la testa.  “Chissà che penserebbero mamma e papà di questo.”
“Non mettere in mezzo mamma e papà, Niall. Chiaro?”
Giada si avvicinò a Niall e lo guardò negli occhi.
“Sennò che fai? Ti metti a piangere e vai in camera a fare la depressa? O che altro? Mi picchi? Ma fammi il piacere.” Niall fece una smorfia divertita, ma non si rendeva conto di ciò che aveva detto.
Giada ci rimase male, suo fratello non aveva mai detto una cosa del genere.
Gli diede uno schiaffo, per liberarsi.
“Vado a fare la depressa? Mamma e papà che penserebbero di me? Ma ti sei sentito, cazzo? Hai sentito ciò che ti è uscito dalla bocca?! Puoi dire queste cose a me?! A tua sorella! Dopo tutto quello che ho passato, mi vieni a dire queste cose?!” Giada urlava e piangeva.
Non voleva che suo fratello pensasse che Giada si tagliasse solo per ‘fare la depressa’, come se fosse una moda, uno scherzo.
Iniziò a prendere a pugni il petto di Niall, mentre lui l’aveva presa per i fianchi e stretta a se.
Si era pentito di quel che aveva detto, ma era ferito e si sentiva… non lo sapeva nemmeno lui.
“Shh… ferma.” Disse mentre cercava di stringerla ancora di più a se.
Giada cessò di dargli i pugni, ma le lacrime e i singhiozzi continuarono.
“Scusami Giada, ma tu sei la mia sorellina, non voglio avere segreti con te… ci sono rimasto di merda sapendo che mi hai tenuto nascosta una cosa del genere. Ti voglio così bene… non voglio vederti soffrire come prima, in quella stanza.”
Niall socchiuse gli occhi e una lacrime gli scivolò lungo la guancia, al ricordo di Giada mezza nuda sul letto in lacrime ed urlante.
Giada non disse niente, rimase solamente così, e continuò a piangere.

Intanto i ragazzi erano rimasti in silenzio ad ascoltare cosa stava succedendo fuori.
Quando Niall inziò ad urlare già si erano allarmati, ma era meglio lasciargli sbrigare i loro problemi da soli.
Le urla cessarono, e i ragazzi si guardarono negli occhi, aspettando qualcos’altro.
Un fulmine illuminò ancora di più la stanza, e un tuono fece vibrare i vetri della porta del balcone, che appena dopo fu varcata da Niall e Giada.
Liam alzò lo sguardo verso Giada. I suoi occhi erano rossi, e le guance ancora rigate dalle lacrime.
Anche Niall aveva gli occhi rossi, notarono tutti i ragazzi.
Giada si ranicchiò accanto a Liam, poggiando la testa sulle ginocchia.
“Vado a bere.” Annunciò Niall, uscendo dalla sala ed andando in cucina.
Louis capì che fosse meglio lasciare per qualche minuto Liam e Giada da soli, così diede una leggera gomitata ad Harry e fece un cenno a Zayn, così uscirono entrambi dalla sala.
La luce fioca di una delle lampade della sala veniva sovrastata dai fulmini che ogni tanto squarciavano il cielo, seguiti da tuoni sempre più forti.
Liam accarezzava i capelli di Giada che le scendevano sulla schiena, mentre lei, sentendo i tuoni, sussultava leggermente. I suoi nervi erano a pezzi e lei era stanca.
“Stai bene?” domandò il ragazzo.
Giada rispose con una scrollata di spalle. “Niall mi ha perdonata. Quindi sì, sto bene.”
Il suo sguardo continuava ad essere fisso in basso, e Liam sentì che doveva dirle qualcosa.
“Quando ho sentito le tue urla, io… ho immaginato il peggio, ed era proprio quel che è accaduto.”
Giada alzò lo sguardo, adesso aveva poggiato la testa contro il divano e le lacrime stavano per rigarle di nuovo le guance.
“Dovevo essere con te. Forse non sarebbe accaduto.”
La ragazza deglutì e si asciugò il naso, da dove grondavano le lacrime.
“Non devi incolparti. Non sapevamo che lui fosse qui… Io non lo sapevo, e tu non sapevi nemmeno chi fosse.”
Liam la guardò negli occhi e Giada gli passò la mano fra i capelli.
“Non voglio più parlare di lui. Non tornerà. Non è stupido, sa quando è il momento di smettere. Ed io ora… voglio solo essere felice. Non mi sembra di chiedere troppo.” Mormorò.
Liam si avvicinò a Giada e l’abbracciò.
“Ti amo.”
Giada sorrise e chiuse gli occhi. “Ti amo anche io.”
Liam si alzò e tenendo Giada per mano raggiunsero i ragazzi.
“Noi andiamo a dormire.” Annunciò Liam, attirando l’attenzione dei ragazzi che erano seduti al tavolo.
Giada si avvicinò ai ragazzi e li abbracciò uno ad uno.
“Notte, fratellone.”
Niall la sollevò leggermente da terra, stringendola più che poteva e sorrise. “Notte, piccola.”

Una volta raggiunta la camera di Giada, lei si tolse i vestiti e li poggiò sulla sedia. Si infilò una maglietta di Liam e si sedette sul letto accanto al ragazzo, che già si era accomodato.
“Dormi con me?” Giada guardò Liam.
Non era una domanda, quella. Era un invito. Dopo quello che era successo non se la sentiva di dormire da sola, e il calore di quel ragazzo la rendeva tanto calma.
Liam sorrise ed annuì.
“Certo che dormo con te.”  
Spensero la luce e si misero sotto le coperte. Faceva freddo quella notte.
Giada dava le spalle alla finestra, mentre Liam era di fronte a lei.
Le accarezzava dolcemente la guancia, e Giada amava quando lo faceva.
“Domani non credo ci alzeremo tanto presto.” Fece Liam, facendo ridacchiare Giada.
Erano le 4 del mattino, forse anche qualcosa di più, e la stanchezza faceva breccia nei loro corpi.
"Eh già.Rispose lei.
"Amo quando piove."
 disse mentre guardò la finestra.
Liam si avvicinò a lei, che si voltò. Lui la bacio dolcemente. Giada si aggrappò alle spalle di Liam e ricambiò il bacio, stringendosi a lui.
Un altro lampo squarciò il cielo e appena dopo un tuono rimbombò sempre più forte. La pioggia bussava incessantemente sulla finestra alle spalle di Giada, ma nessuno dei due se ne preoccupò.
Le mani di Liam accarezzavano la schiena di Giada, che ora era passata su Liam.
I loro cuori battevano anche più veloci della pioggia, e quello che era successo poche ore prima adesso non interessava a nessuno dei due.
Si volevano, si desideravano, si dovevano completare.
“Sei sicura che te la senti?” domandò premuroso Liam, staccandosi di poco dalle labbra di Giada.
Lei lo guardò negli occhi. Quegli occhi color nocciola che erano così dolci da poter sciogliere qualsiasi cosa.
“Quando sono con te, posso fare di tutto, Liam.”
Giada sorrise e, così, fecero l’amore, accompagnati dal suono della pioggia e dalla luce dei fulmini.
 


Ciao C: *dice con aria innocente*
Okay, chi vuole il mio indirizzo per venirmi ad uccidere?
Sta volta avete tutto il dovere di uccidermi. Cazzo, è dal 28 maggio, M-A-G-G-I-O, che non pubblico il capitolo, cazzo!
Ma ho delle mie news, e voi dovete PER FORZA perdonarmi.
Come ho detto avevo gli esami.
I scritti sono andati benissimo, ci passavamo tutti tutto, tranne Italiano, Francese (qualcosa ci siamo aiutati) ed Inglese.
Matematica l’abbiamo fatta proprio in comunità, mentre la prof cercava tutti i modi per farci copiare ma senza che lei ci vedesse, infatti era più fuori dal corridoio (noi gli scritti li abbiamo avuti lì) che a controllarci.
Beh, poi vi dico solo che le tesine le ho finite due giorni prima degli orali, la tesina di power point (il filmato per tecnica) alle 2 di notte, mentre alle 3 di notte stavo stampando e mettendo insieme la tesina. Mentre avevo studiato solamente due giorni prima.
E, rullo di tamburi, SONO PASSATA CON IL 7! CIOE’, CALL ME BOSS!
Yo, okay. Quindi adesso sono ufficialmente una liceale.
Sì, perché a settembre sarò nel 1° F, Liceo Linguistico Mariano Buratti.
Come mi sento figa PUAHAHAH.
No, non è vero ma vabbè.
E quindi, il 26 giugno (credo sia stato quel giorno) mi sono finiti gli esami.
E vi chiederete, E TU DAL 26 GIUGNO CHE HAI FATTO TUTTO IL TEMPO INVECE DI FARTI VIVA QUI?!
Ecco, ora ci arrivo.
Praticamente un giorno sono andata al maneggio, e da lì ci sono andata tutti i giorni fino a qualche giorno fa.
E credetemi se vi dico che non ho avuto un attimo di tempo.
I miei orari erano:
sveglia alle 8 e alle 8 e 30 ero al maneggio fino alle 12 e 30.
alle 15 e 30 ripartivo fino alle 20.
E al maneggio pulivo i cavalli, i paddock, ed ovviamente montavo.
Poi un giorno sono svenuta per il troppo caldo e ci vado raramente ormai…
Comunque, sono tornata C:
Spero di ripostare presto, ma se ricomincio ad andare la maneggio non vi assicuro niente è.é
Non so chi sia ancora qui a leggere la mia storia, ma spero ci sia ancora qualche anima pia J
Scusate il capitolo corto, a proposito, ma sono le 4 e 25 di notte e non so più che scrivere, credetemi D:

Tanto, ma tanto tanto tanto amore per voi.
Oh, buona notte dei desideri per domani 10 Agosto.
Un bacio.
-Giada.

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Capitolo 16
*** Kiss me beneath the milky twilight. ***


yo bro
 






























Per Giada la scuola non era un tormento. Anzi, si divertiva.
Tranne quelle due ore di Filosofia, il venerdì. Le ultime, sì, ma le più pesanti.
Non sembrava vero, ma quel venerdì passarono velocemente. La campanella suonò e lei fu la prima a scaraventarsi fuori dalla classe, tenendo stretta in mano la sua borsa.
Ormai sapeva che per raggiungerlo ci avrebbe messo meno di un minuto.
Vide Liam davanti la porta d’ingresso.
Lui sorrise e le andò incontro. Allargò le braccia e l’abbracciò, baciandola e stringendola a se.
“Che cos’è tutta questa sdolcinatezza adesso?!”
Chi meglio di Zayn poteva rovinare un momento così dolce?
“Infatti, muovetevi, c’è gente che muore di fame!”
Ecco la risposta: Niall.
Liam e Giada si guardarono negli occhi, si baciarono e raggiunsero i ragazzi, entrando nell’altra macchina. Con loro c’erano anche Niall e Zayn.
“Voi siete sicuri che lasciare Louis ed Harry nella stessa macchina sia sicuro, eh? Quelli per fare i cretini si perdono!” esclamò Zayn.
“Quando non li vediamo più iniziamo a preoccuparci.” Rispose Niall, ridendo.
Giada scosse la testa, e guardò il suo ragazzo che guidava.
Era così concentrato sulla strada che non si accorse di lei, che percorreva ogni singolo lineamento con gli occhi.
Quando se ne accorse si girò verso la ragazza e sorrise. “Che succede?”
Giada scosse la testa, arrossendo. “Niente, ti stavo solo guardando.”
Liam le fece l’occhiolino e le stampò un bacio sulla guancia, tornando a guardare la strada, mentre dietro quei due cretini li prendevano in giro.
“Oh, ma che dolci!” si sentiva Zayn, mentre Niall era diventato rosso dal ridere.
“Oh, ma che dolci saranno due ragazze al posto di due ragazzi in casa!” Ammiccò Giada, facendo ridere ancor di più Niall.
Tornò serio e la guardò “Intendi che ci castri?”
“Già.”
Liam rideva sotto i baffi, mentre Zayn e Niall presero a parlare di altre cose.
Giada si stiracchiò e si accasciò sul sedile.
Poco dopo la Range Rover di Harry e l’Audi di Liam erano parcheggiate nel garage e i ragazzi si misero a giocare con la Play. Ma quale novità?
Giada rimase ad annoiarsi un’ora, poi decise di alzarsi.
“Sì, bene, io vado a dormire.” Disse, guardando Liam che stava per battere Zayn a Fifa.
“Aspetta vengo con… MA VIENI! SONO UN FOTTUTO CAMPIONE!” Giada si voltò verso di lui che saltava come un pazzo, mentre Zayn tutto incazzato guardava il replay del goal appena segnato dall’amico.
Giada scosse la testa e salì le scale.
“Ti ho detto di aspettare!” esclamò divertito Liam, prendendole la mano.
“Se vuoi vai a giocare, non importa, davvero.” Giada sorrise e Liam scrollò le spalle.
“Naah.”
La ragazza sorrise ed entrarono nella sua camera.
Una volta sdraiati nel letto chiacchierarono del più e del meno.
“Okay, okay. Senti, amore…” Fece poi Giada.
Liam alzò il sopracciglio e si avvicinò a lei.
“Sì?”
Giada lo baciò e, avvicinandosi al suo orecchio disse “Spegni la luce? Grazie!”
Liam la guardò male e Giada scoppiò a ridere. Una volta spenta la luce, si misero a dormire, abbracciati come sempre.

La ragazza si svegliò circa tre ore dopo, aveva fatto un sogno che l'aveva terrorizzata. Liam stava giostrando con il telefonino quando si accorse che Giada era sveglia.
“Dormito bene?” Le sorrise e Giada, deglutendo, annuì. Non voleva raccontargli il suo sogno.
Decisero di scendere ed entrarono in sala, dove i ragazzi avevano appena spento la televisione.
Giada era ancora scossa e si sedette in braccio a Niall che l'aveva invitata allargando le braccia. Suo fratello aveva il dono di farla sentire bene soltanto con un abbraccio. Niall la cullò, sembrasse sapere che aveva qualcosa che non andava.
A Liam squillò il telefono ed andò a rispondere in un'altra stanza, sotto gli occhi curiosi e allo stesso tempo impauriti di Giada.
“Noi andiamo a preparare la cena!” Zayn, Louis ed Harry si alzarono e sorrisero ai due fratelli che erano ancora abbracciati.
“Vi vengo ad aiutare, dai.” Giada fece per alzarsi, ma i ragazzi scossero la testa e Louis disse “No, cucini sempre tu, ora tocca a noi!”
La ragazza sorrise e tornò a rilassarsi nelle braccia del fratello.
“Che succede?” Sussurrò il biondino.
Giada rispose che andava tutto bene. Niall non andò oltre, se la sorella avrebbe voluto parlargli, era certo che l'avrebbe fatto, anche se non subito.
Liam tornò da loro e sorrise a Giada.
“Ehm… Amore, senti, mia… sorella ha detto che è a Londra e mi ha chiesto di andare da lei. E’ da molto che non la vedo… e… insomma, non ci sono a cena. Se è ci vediamo dopo, i ragazzi hanno detto che uscite e sicuramente vengo anche io.”
“Uhm... okay.” Giada cercò di sorridere, e Liam le stampò un bacio sulle labbra. Salutò Niall e, dopo essere andato in cucina a salutare gli altri, se ne andò.
Ora la ragazza si sentiva ancora più strana, e quel brutto sogno continuava a scorrerle nella mente.
Il fratello continuò a coccolarla finché gli altri 3 ragazzi non annunciarono che la cena era pronta.
Una volta cenato si misero tutti sul divano a guardare la tv, aspettando le 23 per uscire, tranne Giada che aveva detto che avrebbe lavato da sola i piatti, almeno quelli, disse, li voleva lavare.
Si trovava in cucina, in silenzio, a lavare le ultime cose.
Stava in silenzio, mentre riponeva i piatti nella mensola. Si poggiò al muro con la schiena e chiuse gli occhi. Ecco di nuovo il sogno che le scorreva davanti.
“Ehi.” Harry entrò in cucina, sorridendo, e la guardò.
Giada aprì lentamente gli occhi e sorrise di rimando. Il suo sorriso era forzato.
“Tutto okay?” Domandò poi lui, sedendosi al tavolo della cucina.
“Sì. Ovvio.” Rispose la ragazza, tornando al lavandino e lavando gli ultimi due piatti.
Harry picchiettava con le dita sul tavolo mentre la guardava. Giada tremava mentre asciugava i piatti e li riponeva con gli altri nella menzola, temeva che Harry avesse capito che c’era qualcosa, di nuovo, che la turbava.
“Ho fatto, vado a cambiarmi.” Giada gli passò accanto ed Harry la bloccò per il polso.
“Ti va di dirmi cosa ti succede?” Harry la guardò negli occhi, che lei prontamente abbassò.
“C’è qualcosa che non va con Liam?” Domandò poi.
“Niente… veramente.” Sussurrò Giada. Harry si alzò e le accarezzò la guancia.
“Vuoi rimanere a casa stasera?”
Giada di uscire non aveva la men che minima voglia, e lui l’aveva capito, quindi annuì “Sì, credo di voler rimanere qui, se non vi dispiace…”
Harry sorrise e si alzò. “Andiamo a dirlo agli altri che noi rimaniamo qui.”
“Noi?” Domandò Giada.
Harry annuì. “Nemmeno a me va di uscire, e voglio passare un po’ di tempo con la mia amichetta!”
Giada sorrise e scosse la testa, mentre andavano in salone raggiungendo gli altri.

Era quasi mezzanotte, i ragazzi sarebbrero tornati verso le cinque, ed Harry e Giada stavano guardando un film.
“Allora…” Harry continuò a tenere lo sguardo sulla televisione.
“Allora cosa?” Lei lo guardò e lui sorrise.
“Vuoi dirmi che avevi prima?”
La ragazza abbassò lo sguardo non appena gli occhi color smeraldo dell'amico gli si puntarono addosso.
“Andiamo...” Sussurrò poi.
“Ho solo fatto un brutto sogno, tutto qui.”
“Vuoi raccontarmelo?”
Giada socchiuse gli occhi, le immagini di nuovo nella sua testa.
“Va bene.”disse, ed iniziò a raccontare.
Si trovava davanti alla porta dei bagni quando sentì dei gemiti provenire da una porta alla sua sinistra.
Fece una smorfia divertita, pensando si trattasse di qualcuno che si stava divertendo.
Il sorriso le sparì non appena sentì tre semplici parole.
“Oh dio, Liam!”
Deglutì.
‘Non può essere quel Liam… il mio Liam. Sarà sicuramente qualcun altro!’ pensò.
Poi si fiondò nel bagno, sentendo la porta che si stava aprendo.
Si affacciò di poco dalla porta, giusto quel che bastava per poter vedere di chi si trattava.
Non avrebbe dovuto farlo.
Infatti vide Liam e Danielle davanti la porta, che si scambiavano un altro bacio.
“Ci vediamo stasera?” Domandò Danielle, storcendo la testa e sorridendo.
“Non lo so, Danielle… se è, passò sul tardi.”
“Oh, come sempre! Mi sono stufata, lo sai? Ci vediamo solamente qui, o di notte fonda.” Si lamentò la riccia.
Giada, che stava ancora ascoltando, era bianca, scioccata. Non poteva crederci.
Da quanto andava avanti questa storia? Perché lo faceva? E lei, come aveva fatto a non accorgersi di niente?
Erano queste le domande che le ronzavano in testa.
“Piccola, lo sai, io sto con Giada ora.” Liam abbassò la testa.
“E perché allora passi versione toccata e fuga a casa mia la notte, il tempo di divertirci, e poi già torni a casa? E la mattina qui a scuola, perché lo fai con me? Che c’è, non ti fa godere?”
Danielle sembrava quasi divertita, Liam tutt’altro.
“Non ti ho dimenticata del tutto, lo sai. Quando ci riuscirò, beh…” Scrollò le spalle.
“Ora andiamo ch-”
Liam si bloccò. Si era voltato e si era accorto di Giada.
“Cazzo.” riuscì solamente a dire.
“Ho sentito tutto. TUTTO.” urlò Giada, guardando in faccia solamente Liam.
“Non è come sembra.” cercò di spiegare lui.
“No, certo, non è come sembra! Non sono stupida Liam. Dopo tutto quello che ho passato... che abbiamo passato.”
Non voleva più stare lì, davanti a loro due. Così, in lacrime, si mise a correre.
“GIADA, ASPETTA!”
Sentì Liam urlare, mentre correva verso di lei, che cercava di correre sempre più veloce per non farsi raggiungere da lui.
Si bloccò di colpo, quando Liam disse “IO TI AMO!”
Ma non fece in tempo a rispondere, perché tutto le si fece nero, e cadde a terra.

“Poi mi sono svegliata.” Giada poggiò la testa sullo schienale del divano. Era a gambe incrociate verso Harry.
“A parte che Danielle non viene a scuola con noi, quindi questo è già un punto a tuo favore.” Ironizzò Harry, facendo sorridere Giada.
“E poi... Liam non ti lascerebbe mai. Sei stupenda, bellissima. Se fossi al suo posto, non lo farei mai e poi mai.”
“Sì, ma non sei al suo posto.” Disse Giada, arrossendo.
“Sì, lo so, però, i-...”
Harry si fermò quando sentì un messaggio sul telefono della ragazza.
Giada prese il telefono. 'Liam ti ha inviato un messaggio.'
'Sto arrivando! Il tempo di parcheggiare e sono da voi (:'
'Io sono a casa con Harry, non avevo voglia di uscire... Ci vediamo domani, vatti a divertire con i ragazzi :) ti amo.'

Giada spense il telefono e se lo rimise in tasca.
“Era Liam?”
Lei annuì e si alzò.
“Penso di andare a letto ora...”
Harry la guardò, e sentì qualcosa che si muoveva dentro il suo stomaco. Scosse la testa e sorrise.
“Okay cucciola.”
Giada abbracciò forte l'amico, poi andò a dormire.

Oddio Liam, oddio!”
Giada si svegliò di soprassalto, aveva risognato Liam e Danielle.
Guardò l'orologio che segnava le due e 38.
Aveva dormito poco, e aveva ancora sonno, ma era stremata, e impaurita dall'idea di risognarli.
Si alzò ed in punta si diresse verso la camera di Harry. Aprì leggermente la porta e sbirciò dentro. Harry era ancora sveglio, con le cuffiette nelle orecchie e la testa girata verso la finestra.
Giada si tirò giù la maglietta di Niall, che usava come pigiama, ed entrò in camera. Richiuse piano la porta e si avvicinò al letto di Harry. Lui si accorse di lei e la guardò, sorridendo e togliendosi una cuffietta.
“Ehi, piccola. Che succede?” domandò dolcemente, facendole spazio nel letto.
Lei si infilò sotto le coperte e si fece stringere dall'amico.
“L'ho sognato di nuovo. Non ce la faccio più... E se fosse vero? Se lui fosse tornato davvero da Danielle?” A Giada scese una lacrima, e Harry, accorgendosene, gliela asciugò. Poi le prese il viso tra le mani, e la guardò negli occhi, riuscendo quasi a perdersi in quei due pozzi azzurri che la luce dalla luna che filtrava dalla finestra riusciva ad illuminare.
“Senti... facciamo così. Se vengo a sapere qualcosa, te lo dirò, okay? Anche se ti farò soffrire, soffrirai di più venendolo a sapere da sola.”
Giada annuì e sorrise. “Ti voglio così bene, Harry.”
Lui le baciò la fronte e, stringendola a se, sussurrò “Non sai quanto te ne voglia io.”.
Ed era vero. Anche se nemmeno lui lo sapeva, perché non si era accorto che stava nascendo qualcosa in lui, qualcosa verso Giada.
E, così, i due si misero a dormire, con una cuffietta per uno e, come sottofondo, Kiss me di Jason Walker.

 









 

TRE MESI, SONO TRE FOTTUTISSIMI TRE MESI CHE NON POSTO! SHIT!
Okay scusate io vi chiedo pietà çç
Faccio schifo, sono una testa di cazzo e lo so. Ma vi giuro che ogni giorno cercavo il modo per continuare, anche di qualche frasetta, la storia.
Volevo dirvi che ho iniziato scuola yeaaaah
no scherzo. Mi sveglio alle 6 e torno a casa o all'una e 15 (se esco da scuola a 12 mlmlmlml) o alle 2 e 15 (se esco da scuola alle 13 ari mlmlmlml) perché è a Viterbo la mia scuola e io sono in uno sperduto paese lol okay non vi interessa comunque...
non ho avuto tempo ewe poi vabbè, direte 'eh, dovrà studiare' NO, NEMMENO STUDIO D: FACCIO SCHIFO, NON SO MA NON FACCIO UN CAZZO.
No dai poco studio ewe tranne i vari tipi di 5 in spagnolo, studio C: fidatevidime
Ehm... poi... Ah sì u.u
La mia ingegnosa scuola, Liceo Linguistico Buratti di Viterbo, dal 23 al 26 ha fatto OCCUPAZIONE e ho avuto qualche lasso di tempo in più, ovviamente la notte perché stavo tutto il giorno a scuola ad occupare ewe
Quindi, arrivando al Polisucco (quanto so simpy? lol) del discorso, ECCO A VOI IL NUOVO CAPITOLO! YEEEEEEEEAAAAHHHH!
Premetto, anzi, ormai l'avete letto, quindi se pensate che faccia schifo: sì, lo so, ne sono pienamente d'accordo. Ma ho scritto tipo 800 versioni di sto capitolo, ho tagliato e attaccato, poi, sinceramente, per fare prima, l'ultima versione, cioè quella pubblicata, nemmeno l'ho letta C:
PEREVENUTALIERRORINONSONORESPONSABILENELCASOLEGGEREILFOGLIOILLUSTRATIVO *versione pubblicità dei farmaci*
BENE!
Credo di aver detto tutto ewe
Ah, sì, avrete domande sul perché io abbia fatto sta cosa di Harry innamorato (spero che l'avevate capito lol) ma mi è uscito di getto tipo 10 minuti fa C:
Okay ora me ne vado sul serio, devo ancora vedere un film che cerco da una vita, ma prima devo studiare veramente perché il 5 i miei devono andare a parlare con i prof e se prendo un'altra insufficienza (levato il 5-- in spagnolo oggi C:) i miei mi levano tutto, anche le ossa, e quindi non potrei postare MAI PIU'.
Ps nel caso ritardassi, è successo veramente lol
UN BACIO A TURUTURUTUTTI QUELLI CHE SONO RIMASTI, SIETE TUTTI BELLISSIMI... tranne te.
Scherzo ewe
ciao C:
pps ASCOLTATEVI QUELLA FOTTUTA CANZONE!
Ariciao C:

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Capitolo 17
*** All the dreams become true, nightmare too. ***


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Harry aprì gli occhi. Sentiva il calore del corpo di Giada, che era ancora fra le sue braccia e il suo cuore mancò un battito.
Si girò verso il comodino e vide che erano già le 12 e 30. Sentì provenire dei rumori dalla cucina, dovevano essere già tutti svegli. E loro che erano rimasti a casa, erano ancora a dormire. Giada era sfinita dagli incubi su Liam e la sua ex, ed Harry era così contento di stare accanto a Giada che dormì come un bambino.
Harry pensò che era il caso di alzarsi, ma proprio non ne aveva voglia. Stava così bene accanto a Giada, voleva tenerla stretta a lui per sempre.
Le accarezzò i capelli e le braccia nude. I suoi capelli profumavano di vaniglia. Harry amava la vaniglia.
“Niall, sai dov'è Giada?” Harry tese l'orecchio per ascoltare le voci che provenivano dal corridoio.
“Stava dormendo in camera sua, ci sono passato prima e l'ho svegliata. Fra poco scende. Andiamo dai, aspettiamo disotto.”
Harry inarcò le sopracciglia. Perché Niall aveva mentito?
Beh, qualunque fosse il motivo, ad Harry non dispiaceva affatto, almeno nessuno dei due sarebbe finito nei casini con Liam nel caso fosse entrato nella camera del riccio.
Poi si ricordò che la porta era chiusa a chiave. Era meglio svegliare lo stesso Giada.
La scosse dolcemente, le accarezzò la guancia dove le lasciò un leggero bacio.
“Giada, svegliati.” le sussurrò all'orecchio.
Lei aprì gli occhi e si passò una mano sul viso. Quando vide Harry un sorriso apparve sul suo volto.
“Buongiorno...” sussurrò per poi tirarsi su.
“Buongiorno principessa. C'è Liam che ti cerca, Niall gli ha detto che stai in camera. Non so il perché... comunque è meglio che ti faccia viva prima che pensi che ti abia rapita.” ironizzò Harry.
Giada annuì e si sposto i capelli dagli occhi. Guardò Harry, che ricambiò lo sguardo.
“Volevo dirti grazie... sai per ieri sera.” Harry sorise e allargò le braccia.
Giada ci si buttò letteralmente dentro e socchiuse gli occhi.
“Ci sarò sempre per te, Giada.” disse Harry, accarezzandole i capelli.
“Per sempre?” domandò Giada. Aveva paura, paura che se fosse successo qualcosa, nessuno le sarebbe rimasto accanto.
“Per sempre.” rispose Harry.
Si guardarono negli occhi a lungo. Harry accarezzò la guancia di Giada.
I loro volti erano vicini. Troppo vicini, ed Harry si stava avvicinando ancora di più.
Lei abbassò lo sguardo e voltò il viso. Che stava succedendo?
“Uhm... vado da Liam. Scendi con me?” Disse rialzando lo sguardo.
Harry sospirò ed annuì. “Scendo fra poco.” si voltò verso il comodino e disse “Ti stai dimenticando il telefono.”
Glielo passò e quando le loro mani si sfiorarono, Harry deglutì e Giada ritrasse subito la mano.
“Oh, grazie...”
Il telefono segnava che aveva un sms. Lo aprì ed era di un numero che lei non aveva in memoria. Lo lesse.
'Guai in vista in paradiso, babe. ahahah xxxx'
Giada guardò il telefono confusa. Che significava quel messaggio?
'Chi sei?' Rispose semplicemente Giada. Che fosse di nuovo Peter?
No, era impossibile. Erano spariti sia lui che Mael.
Quindi, chi era?
Harry la stava guardando. “Che succedde?”
La ragazza scosse la testa e si alzò dal letto. Si sistemò la maglietta e aprì la porta. Si voltò verso di Harry che la guardava con un'ombra negli occhi.
Giada sorrise appena ed uscì dalla stanza.
Harry sospirò e poggiò la testa sul cuscino con cui aveva dormito Giada. Riusciva ancora a sentire il suo profumo. Si girò di lato e strinse a se il cuscino. Mentre spostava la mano sotto di questo sentì qualcosa di freddo. Era il suo telefono, con cui avevano sentito la musica prima di addormentarsi.
Lo prese fra le mani e lo guardò. Lo accese, era rimasto ancora sulla canzone che avevano ascoltato la sera prima.
“So kiss me...” disse sospirando.

Amore!” Liam andò incontro a Giada non appena lei scese le scale. Aveva una faccia strana, Liam non se ne accorse. La sollevò da terra e la baciò.
“Mi sei mancata.”
Giada sorrise e si strinse a Liam. “Anche tu.”
Era vero?
“Scusami se non sono passato da te appena siamo tornati, ma non volevo svegliarti. Ho preferito dormire nella mia camera.” Liam si andò a sedere sul divano, facendo mettere Giada su di se.
“Grazie al cielo che non sei entrato...” pensò lei.
“Tranquillo... Comunque, com'è andata ieri sera?” disse infine.
“Com'è andata...cosa?” domandò Liam, deglutendo.
Giada si accigliò e lo guardò. “La cena con tua sorella, Liam.”
Liam sospirò e sorrise. “Sì, giusto, la cena con mia sorella!” esclamò un po' troppo euforico. Si calmo e riprese. “E' andata... bene. Benissimo, direi.”
“Ti sei divertito?”
“Non immagini quanto.”

“Mh, okay. Vado da Niall, torno subito.” Liam annuì e Giada andò in cucina.
Louis, Zayn e Niall stavano già apparecchiando. Giada salutò Louis e Zayn con un bacio sulla guancia e Niall con un abbraccio.
“Ho bisogno di parlarti...” Gli sussurrò all'orecchio.
“Lo so.” Niall la prese per mano. Stavano per lasciare la cucina quando Louis chiese
“Dov'è Harry?”
Giada sospirò e si voltò. “Di sopra... E' di sopra.”
Louis annuì e continuò ad apparecchiare.
Niall e Giada andarono verso le scale.
“Perché non eri in camera tua?” Domandò sussurrando Niall.
“Andiamo su, ti dico tutto...”
Per le scale incontrarono Harry.
Lui e Giada si scambiarono un lungo sguardo, e quando le loro mani si sfiorarono, Harry abbassò lo sguardo, seguito da Giada.
Niall li guardò confuso. Strinse la mano a Giada e la guardò.
Una volta arrivati nella camera di Niall, si sedettero sul letto.
“Stamattina non ero in camera perché...” Giada iniziò, ma venne subito interrotta da Niall.
“Perché eri in camera di Harry. E, perché eri in camera con lui?” Niall la guardò negli occhi, come se cercasse di guardare dentro di lei cosa stava succedendo.
“Sono voluta rimanere a casa perché avevo fatto un incubo su Liam e Danielle... Praticamente erano tornati insieme, di nascosto, e io li avevo scoperti nei bagni della scuola mentre se la spassavano.” Niall annuì e lei andò avanti.
“L'ho raccontato ad Harry, ieri sera, mentre ve ne eravate già andati. Verso mezzanotte siamo andati a dormire... ma l'ho sognato di nuovo. Avevo paura di addormentarvi, voi probabilmente eravate ancora a ballare, così sono andata in camera di Harry. Era sveglio e mi sono messa nel letto con lui. Gli ho detto di averlo sognato di nuovo... poi ci siamo addormentati.” Giada abbassò lo sguardo.
Niall sospirò e le accarezzò il viso. “Provi qualcosa per Harry?”
Giada alzò lo sguardo ed aprì la bocca per dire di no. Perché non ci riusciva?
Prese il respiro e disse “No.”
Niall scosse la testa. “Perché non ti credo? Giada, non mi sembra il caso che... cioè, viviamo tutti insieme. Tu stai con Liam. Harry è suo amico. È meglio che..” Niall non sapeva come dirle di stare attenta a non far litigare nessuno, non voleva dirlo con cattiveria.
Giada lo guardò. “Non voglio mettermi in mezzo a nessuno. Te l'ho detto, a me non piace Harry. Io... io... amo Liam.”
Niall scosse la testa. Continuava a non crederle. Insomma, consoceva sua sorella. Non perfettamente, ma la conosceva. Aveva esitato. Doveva essere cambiato qualcosa, sicuramente.
“Io voglio solo che tu sia felice, okay?” Disse poi, stringendola a se.
Giada annuì, e Niall le stampò un bacio sulla fronte.
“Ora scendiamo? Ho fame, spero che sia pronto!” Esclamò Niall.
Giada sorrise e si alzò, scendendo con Niall.

In sala ora, invece che Liam, c'erano Louis ed Harry che borbottavano. Non appena videro Niall e Giada, si zittirono. Louis e Giada si scambiarono un'occhiata. Niall guardava Harry, che, però, teneva lo sguardo basso. Giada strinse la mano di Niall, ed andarono in cucina. Poco dopo li raggiunsero anche Louis e Harry.
Il pranzo era quasi pronto, così si sedettero a tavola.
Giada si maledì mentalmente per non essersi messa a capotavola, da sola, senza nessuno vicino, dato che finì tra Harry e Liam.
Niall la guardò storcendo la testa, Louis fece una smorfia divertita. Harry diede un calcio a Louis, per farlo smettere. Lui alzò gli occhi al cielo.
Gli unici che parlavano erano Liam e Zayn.
Avevano finito di mangiare ed erano rimasti a parlare al tavolo. Giada sentì il telefono vibrare e lo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni.
Aveva un messaggio. Dallo stesso numero del messaggio che aveva letto la mattina.
Giada lesse il messaggio. 'Chi sono? Il tuo peggior incubo ahahah xxx'
Il telefono quasi le cadde dalle mani. Il suo peggior incubo. Danielle. No, era impossibile. Nemmeno la conosceva, come faceva ad avere il suo numero?
“Che succede?” Niall guardava la sorella, e anche gli altri si girarono verso di lei.
“Oh... nulla.” disse rimettendo il telefono in tasca. Liam le poggiò un braccio attorno alle spalle e le diede dei baci sull'incavo del collo.
Giada abbassò lo sguardo. Quel gesto non l'aveva certo fatta sentire meglio, anzi. L'aveva infastidita. E poi, Liam non le aveva mai dato un bacio in quel modo davanti agli altri.
Giada si scansò leggermente e guardò Niall. Lui le indicò Harry con un cenno della testa. Lei vide con la coda dell'occhio il riccio che guardava un punto fisso e aveva i pugni serrati tanto che le nocche ormai erano diventate bianche.
“Andiamo di sopra?” le sussurrò Liam all'orecchio.
Giada annuì e si morse il labbro. Non era tanto felice di salire con Liam, ma era il suo ragazzo e... non lo sapeva nemmeno lei.
Forse voleva solamente andarsene da Harry, che si era irrigidito non appena Liam fece quel gesto.
Liam e Giada si alzarono, il ragazzo mise una mano attorno alla vita di lei e uscirono dalla cucina. Prima di uscire, Giada si voltò verso gli altri. Niall la guardò dritta negli occhi, poi scosse la testa. La ragazza sospirò e si voltò, tenendo lo sguardo basso.
Una volta arrivati nella sua stanza Liam la prese in braccio ed iniziò a baciarla con foga. Giada si strinse a lui e cercò di ricambiare, cercò di non pensare all'incubo e, soprattutto, cercò di togliersi dal pensiero quando stava beatamente fra le braccia di Harry.
Liam la buttò sul letto, ma Giada lo scansò.
“Ehi, che succede?” Domandò Liam, un po' stranito da quell'atteggiamento.
“Non mi va.. scusa, ma non ne ho proprio voglia.”
“Mh, okay. A proposito, io oggi devo andare da un amico. Torno prima di cena, okay?” Liam la guardò e sorrise.
Giada sospirò ed annuì. Qualcosa non la convinceva.
“Okay, okay.”
Liam le diede un bacio sulle labbra.
“Ti amo.” disse, e si diresse verso la porta.
“Sì, anche io..” sussurrò Giada, rimanendo sola in camera.
Si voltò verso la finestra e guardò il solito grigio di quella città.
Socchiuse gli occhi e ripensò alla nottata trascorsa con Harry. Sentì la mancanza delle sue braccia, dei suoi occhi, dei suoi capelli e del suo profumo.
“No. No.” disse Giada, scuotendo la testa. Perché lo sapeva, sapeva che non doveva farlo. Non doveva pensare in questo modo ad Harry. Lei stava con Liam. Lei amava Liam.
Lei amava Liam?
Sospirò e si prese la testa fra le mani. Non sapeva più cosa pensare. Non ce la faceva più. Era così confusa. E sentiva Liam più distante.

“Giada?”
La ragazza aprì gli occhi. Si doveva essere addormentata. Guardò suo fratello sulla porta e si tirò su, mettendosi seduta.
“Dimmi.”
“E' ora di cena, scendi?” Niall sorrise e Giada annuì.
“E' tornato Liam?” Domandò poi lei.
Niall scosse la testa. Allora Giada prese il telefono e vide che aveva ricevuto un messaggio da lui. “Amore scusami, ma rimango a cena qui, forse anche a dormire, sai è una vita che non ci vediamo con Luke! Forse andiamo a ballare, ma tranquilla io ho occhi solo per te! Ti amo xx”
“Non torna. Anche stasera. E' a cena da un amico, forse ci dorme anche. Andranno a ballare. Bene. Perfetto.” disse Giada.
Sapeva che Liam mentiva, l'aveva capito. Liam non era un ottimo bugiardo.
“Quindi?” domandò Niall.
“Quindi niente. Andiamo, scendiamo...”
Il ragazzo annuì. Giada si alzò dal letto e raggiunse suo fratello, che le diede un bacio sulla fronte, poi scesero.
Appena entrarono in cucina Giada si accorse subito che mancava qualcun'altro, oltre a Liam.
“Dov'è Harry?” domandò a Niall, quasi sussurrando. Non voleva che i ragazzi pensassero che ci fosse qualcosa fra loro due. Non che ci fosse niente, pensò poi.
“Di sopra. È stato tutto il giorno su, come te. È strano. Stasera nemmeno vuole venire a ballare. Tu?”
Giada sospirò. Andare a ballare? La voglia ce l'aveva sotto i piedi.
“No, rimango a casa anche io. Tanto che vengo a fare? Liam non ci sarà, voi vi farete gli affari vostri. Rimango a casa, davvero, preferisco.”
Detto questo si andarono a sedere a tavola.
Giada non aveva fame, per niente. Niall la guardò.
“Mangi o devi stare tutto il tempo a giocare con la carne?” Domandò.
La ragazza sbuffò. “Non ho fame.”
“Invece tu mangi, e anche all'isante. Okay?”
Niall non voleva rompere le palle, ma, da bravo fratello premuroso, voleva che sua sorella mangiasse.
“Ma non rompere!” sbottò Giada.
“Ehi! Calma, ragazzina.” Niall la fulminò con lo sguardo.
“Ma vaffanculo!” Urlò Giada.
Louis e Zayn si scambiarono un occhiata e Louis si schiarì la voce.
“Dai, smettetela. Niall, lasciala in pace, se non ha fame non ha fame.” disse poi, cercando di calmare la situazione.
Niall annuì. “Sì, hai ragione. E tu, se non hai fame, fammi il favore di andare di sopra.” disse rivolgendosi di nuovo alla sorella.
“Bene.” Giada si alzò ed uscì dalla cucina. Odiava il suo carattere, che era simile a quello di Niall, e quindi, quando si scontravano, diventavano come due leoni.

La ragazza salì le scale e, quando passò davanti la porta di Harry, lo sentì cantare.
Oh, kiss me beneath the milky twilight. Lead me out on the moonlit floor, lift your open hand strike up the band and make the fireflies dance, silver moon's sparkling... So kiss me.”
Lo sentì sospirare, e lei poggiò una mano sulla porta.
Quella canzone. Come poteva dimenticarsela?
Abbassò lo sguardo e una lacrima le rigò la guancia.
Era così confusa.
Andò in camera e sbatté la porta. Si buttò sul letto e cominciò a piangere. Diede un pugno al muro. Sentì dolore alla mano, ma non le importò. Era nervosa, confusa, triste.
Si alzò in piedi ed iniziò a prendere a calci qualsiasi cosa le capitasse. Diede un altro pugno al muro, continuò a singhiozzare e si accasciò a terra.
La porta si spalancò ed entrò Harry. La vide lì, accasciata a terra, e corse da lei.
“Giada... ehi, che hai?” Era inginocchiato davanti a lei, le prese il viso tra le mani e cercò di calmarla.
“Non ce la faccio più.” disse lei, tra un singhiozzo e un altro.
“Ma che cosa dici? Perché non ce la fai più?” domandò Harry.
Giada fece un respiro lungo e lo guardò.
“Baciami, Harry.”
Che cosa stava dicendo?
Harry non se lo fece ripetere due volte. Le accarezzò una guancia e la baciò.
Un bacio dolce, sincero, pieno d'amore.
“Ed ora?” domandò lui una volta essersi staccato dalle sue labbra.
“Non lo so.” disse semplicemente Giada.







Spazio autrice.
Io lo so, voi mi ucciderete perché faccio schifo, è una vita che non posto. 
Ma ecco, non sto passando un bel periodo sinceramente, e non trovavo mai ne il tempo ne l'ispirazione per scrivere.
Sinceramente non è che mi piaccia molto il fatto che l'ho fatta innamorare di Harry, ma vabbè.
Okay, spero di postare prima, la prossima volta.
Vi amo, giuro. Anche chi non è rimasto, vi amo lo stesso.
Tanto amore (:
-Giada.
twitter: @ehinialler

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Capitolo 18
*** [piccolo avviso] ***


Scusate, chiedo perdono, vi amo e so che mi odiate perché non posto da tre mesi e una ventina di giorni.
Allora, a parte i debiti, la mia vita di merda etc ho avuto, di nuovo, il caricabatterie del pc rotto e un pezzo del nuovo capitolo ce l'ho lì, devo aspettare che arrivi il nuovo caricabatterie e poi continuo il capitolo.
Penso che nessuno starà ancora qui a leggere ma è giusto, sono una merda ç_ç
Scusate ancora, vi amo. C':

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Capitolo 19
*** 'Do you love me?' ***


Giada era seduta a gambe incrociate sul letto, dando le spalle alla porta e guardando la finestra buia.
Harry era seduto alla fine del letto e guardava quella bellissima e sconvolta ragazza che aveva davanti.
“Perché?” domandò lei, più a se stessa che a Harry.
Lui la guardò o sospirò. “Perché cosa?”
“Perché tutto questo. Perché è successo. Non è giusto.”

Harry si avvicinò a Giada e le accarezzò la testa.
“Cosa? Cosa è successo? E... cos'è che non è giusto?”
“Noi due...”
Giada lo guardò, stava per piangere. Una lacrima le sfuggì e le rigò la guancia. Harry le accarezzò il viso e con il pollice levò quella lacrima.
Anche lui sapeva che non era giusto, ma cosa poteva fare? Lui l'amava.
“Mi dispiace, davvero... Non voglio che tu soffra, credimi. Non lo voglio. Preferirei morire piuttosto che vederti stare male.” disse Harry, prendendole la mano e dandole un bacio sul dorso.
Giada accennò un sorriso e prese il telefono che lampeggiava. Aveva un messaggio, da Liam.
Harry guardò lo schermo e mise una mano sulla spalla della ragazza, per confortarla. Lei sospirò, si asciugò un'altra lacrima e lesse il messaggio.
“Mi manchi <3”
Giada sospirò e poggiò il telefono sul comodino, senza rispondere.
“Harry, ti posso chiedere una cosa?” Domandò Giada, abbassando la testa.
“Certo.” Harry sorrise guardandola.
“Cosa... cosa c'è tra di noi?”
Il ragazzo sospirò, non sapendo che risposta darle.
“Ti amo, lo sai. Io starei con te giorno e notte, ma tu stai con Liam, e devi decidere se continuare con questa farsa con lui o stare con me. Io ti amo veramente.”
“Che ne sai che è una farsa?”
Lo guardò lei, leggermente innervosita.
Harry scrollò le spalle. “Lo so e basta.”
Giada sospirò. Guardò l'orologio, erano le 11 e i ragazzi si stavano preparando per andare a ballare.
“Vado un attimo da Niall...” mormorò.
Harry annuì e la guardò uscire dalla camera.
Giada passò davanti alla camera di Zayn, e quando sentì nominare Liam si fermò ad ascoltare la conversazione.
“Sei un coglione Liam, lei non lo merita e io non posso pararti il culo per sempre. Che cazzo faccio quando mi chiederà perché vai sempre via? Che cazzo le dico? 'Il tuo ragazzo è andato, di nuovo, a scopare con la sua ex?'”
A Giada cadde il telefono, che aveva preso per chiamare Liam, dalle mani. Zayn si zittì subito e disse. “Credo di aver combinato un casino. Ti conviene tornare subito, Liam.”

Poi, la porta si aprì e Zayn rimase pietrificato davanti Giada, che ormai aveva preso il colore della parete. Era bianca come un cadavere.
“Giada…”
“Da quanto va avanti questa storia?”
Domandò.
“No, aspetta, è che…”
“Da quanto va avanti questa cazzo di storia?! Zayn!”
urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Si sentirono dei passi per le scale e poco dopo Louis e Niall erano accanto a loro.
Harry uscì dalla camera della ragazza e li guardò.
“Che succede?” Domandò Louis.
Giada guardava dritta negli occhi Zayn.
“C’è che,” disse rimanendo immobile “Liam sta scopando con Danielle, e non è la prima volta, vero Zayn?” ringhiò il suo nome, e lui deglutì.
“Giada, io all’inizio non ne sapevo niente giuro! Ti ricordi la sera della festa? Quando Peter… si insomma, hai capito. Ecco, due giorni dopo Liam aveva rivisto Danielle e lei gli domandò se voleva parlare un po’. Poi… lo sai. Però a me questo l’ha raccontato Liam. Io lo so solo da due settimane.”
Niall era diventato rosso di rabbia. “Liam cosa?”
Giada gli fece cenno di stare zitto.
Harry diede un pugno al muro; lui l'amava veramente ma non poteva stare insieme a lei per Liam, che invece se ne fregava di lei.
Giada guardò Harry poi tornò a guardare Zayn.
“Quindi questa storia va avanti da più di un mese. Da più di un mese continua a fare la parte del mio ragazzo! Ecco perché se ne andava spesso! Ecco perché!” Urlò.
La porta di casa sbattè. I rumori delle scale, e poi Liam era davanti a loro.
“Hai messo le corna a mia sorella!” urlò Niall che gli si scaraventò addosso. Louis e Zayn fecero giusto in tempo a fermarlo, perché era già pronto a spaccargli la faccia.
Harry sorpassò tutti e si scaraventò contro Liam, dandogli un pugno sul viso e facendolo cadere a terra.
“Tu lo sapevi che mi piaceva! E ti ci sei messo! E va bene, okay, io mi sono messo da parte. Ma tu l'hai solo usata! L'hai usata mentre io giorno dopo giorno mi innamoravo sempre di più di lei! Gli hai messo le corna, brutta testa di cazzo! Ma sai che c'è? Io e lei ci siamo baciati! Ha capito che per te non prova niente e questa è solo un'altra prova!”
Harry stava per tirare un altro pugno a Liam, ma Louis, che aveva calmato Niall, lo bloccò.
“Harry, basta.” Mormorò Louis allontanandolo.
Giada, quando sentì che Harry aveva detto a Liam del loro bacio, rabbrividì. Ora era anche lei dalla parte del torto.
Liam si alzò e, barcollando, si avvicinò a Giada.
“E io che mi preoccupavo di ferirti. Sei come me. Sei una stronza come me. E non solo una stronza. Forse abbiamo sbagliato a venirti a 'salvare' da Peter, magari era soltanto uno dei tuoi momenti di svago.” Liam la guardò e Giada sentì il naso pizzicare. Stava per piangere, Liam non aveva il diritto di dire quelle cose. Lei non era andata a letto con Harry, sapeva che anche solo il bacio era una cosa sbagliata, ma per questo non poteva essere trattata come una poco di buono, e per quanto è stata male per la storia di Peter Liam non doveva.
Giada lo guardò e gli diede uno schiaffo.
“Lo sai che ho passato, tu lo sai! Mi hai tradita e ora dici queste cose! Non voglio più vederti, per me potete andare al diavolo tu e la tua ex!” Urlò e andò in camera, seguita da Harry.
Liam si mise una mano sulla guancia guardando verso il basso. Fra lui e Niall c'erano Louis e Zayn, perché dopo aver detto quelle cose a Giada erano scattati sia Niall che Harry.
“Liam, vai in camera ora.”
Disse Louis guardandolo.
Liam andò in camera sbattendo la porta.
“Giuro che se lo prendo lo uccido.”
Niall guardava la porta di Liam cercando di calmarmi. Zayn gli mise una mano sulla spalla, e sospirò. “Niall, perdonami, avrei dovuto dirtelo, ma non sapevo come.”
“Non è colpa tua Zayn.” disse il ragazzo.
“Ragazzi, andiamo di sotto, stasera niente discoteca.”
Louis poggiò le mani le mani sulle spalle degli amici e lì portò al piano inferiore.

Intanto, Harry e Giada erano nella camera della ragazza.
Giada era fra le braccia di Harry mentre piangeva disperata.
“Gli spacco la faccia a quello stronzo, non doveva permettersi.” diceva Harry cullandola.
“Come ha potuto dire che io volevo farlo con Peter? Come?” singhiozzò.
Harry le asciugò le lacrime e la guardò.
“Mi ami?” domandò.
Giada lo guardò smettendo di piangere.
“Sì, Harry.”
Il ragazzo sorrise e la baciò.
Giada ora si sentiva protetta, e amata davvero.





BAAAAAM! I'M BACK!
HO RIAVUTO IL PC!
Sì, non sembra vero ma ho postato.
Penso che questo sia il capitolo prima dell'epilogo... ho perso le idee per continuare, ma dopo l'epilogo tornerò con un'altra storia, giuro.
Chissà se qualcuno continuerà a leggere ç_ç
Vi amo, veramente.
<3 Cià.
twitter: ehinialler
ask: ask.fm/GiadaSabatini759

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Capitolo 20
*** Christmas lights. ***









Un mese dopo.


“Qualcuno invia un messaggio ad Harry e Giada? Devono comprare altre luci colorate!” Urlò Louis dalla scala, intento ad attaccare alcuni luci sull’arco che divideva il soggiorno dalla cucina.
Erano arrivate le vacanze di Natale e avevano iniziato ad addobbare la casa.
L’albero, alto due metri, l’avevano addobbato tutti insieme.
Louis e Zayn avevano messo le palle, Niall alcuni pupazzetti comprati da Giada, che con Harry aveva messo le lucine e la stella in cima.
Sì, mancava qualcuno.
Liam.

Un mese prima.

Louis, Zayn e Niall si erano addormentati sul divano. Una volta svegliati, la mattina dopo, prepararano come sempre la colazione.
Poco dopo scesero anche Harry e Giada.
La colazione fu molto silenziosa, e nessuno chiese di Liam.
Zayn salì al piano di sopra e bussò alla camera di Liam. Nessuno rispose.
“Liam?” disse Zayn, aprendo la porta.
Il letto era intatto, l’armadio aperto e vuoto. La stanza vuota, tranne alcuni poster ancora appessi alla parete. A terra, delle foto di Liam e Giada tra i vetri delle cornici.
Zayn si avvicinò al letto, dove c’era un biglietto.
‘Sono una merda e lo so.
A partire da quello che ho fatto e detto a Giada e finendo con il fatto che me ne sono andato mentre tutti dormivate, con la coda fra le gambe…
So che Harry e Niall non mi perdoneranno mai, e so che nemmeno Giada lo farà.
Per questo me ne vado da questa casa. Magari ci vedremo in giro.
Ciao ragazzi, vi voglio bene, e scusate ancora.’

Zayn sospirò.
Andò dagli altri e mostrò il biglietto.
Nessuno disse nulla.
E pochi giorni dopo la vita continuò normalmente.


“Eccoci!” Urlò Harry, rientrando con una decina di buste. Le mise a terra e si buttò sul divano.
“La prossima volta un budget più basso perché le mie braccia cederanno!” Disse.
Giada entrò ridendo. “Harry tu sei l’uomo e devi portare le buste.”
Louis scese dalla scala. “Giada ha ragione, tu sei l’uomo e le buste spettano a te!”
“E ti pareva che non davi ragione a lei.”
Harry alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
Giada sorrise a Louis e tirò fuori il resto degli addobbi.

Due ore dopo era tutto addobbato e tutti si sedettero sui divani, con una tazza di thé fra le mani.
Nello stereo la voce di Michael Bublè che cantava le canzoni natalizie faceva da sottofondo alle loro chiacchiere.
“Allora, avete delle foto dei vostri natali passati? Penso che nessuno sarà mai stato bello e lucente come quello che ho organizzato io!”
Giada sorrise e i ragazzi si guardarono un po’ a disagio.
“Amore.. nelle foto non siamo solo noi, lo sai…” Disse Harry, accarezzando i capelli di Giada.
“Sì, lo so, ma non mi interessa. Voglio veramente vedere le foto.” Sorrise guardando il ragazzo negli occhi.
“Allora perfetto!” Louis si alzò sorridendo ed andò a prendere l’album delle foto di Natale.
Lo porse a Giada e lei iniziò a sfogliarlo.
C’era una foto con Harry con il naso rosso e le corna da renna, Louis con un cerchietto con sopra un albero di Natale, Niall vestito da Babbo Natale e Zayn e Liam addobbati con le lucine colorate.
Giada rise appena, erano buffi. Ma la malinconia pervase. Erano abbracciati, erano felici. Erano tutti insieme. Si vedeva che si volevano un bene dell’anima, che si completavano.
E per colpa sua, una parte di loro se n’era andata.
Giada sospirò e continuò a sfogliare l’album.
“Beh, dai, non addobbavate male.”
La ragazza diede l’album a Louis che lo andò a posare nell’armadietto.
“Ragazzi, Jenny, la mia compagna di scuola, mi ha detto se ci vediamo per scambiarci i regali perché poi lei parte. Torno prima di cena, okay?”
I ragazzi annuirono. Giada andò a cambiarsi e mentre era nella sua camera si sedette sul letto.
‘Giada..?’
‘Ciao. Devo parlarti. Fra mezz’ora al solito bar.’
‘Okay… A dopo.’

Giada scese in soggiorno, salutò tutti ed uscì.
Arrivò al bar e si sedette. Era nervosa. Giocherellava con un pezzo di carta mentre muoveva nervosamente la gamba.
“Ehi.” Giada alzò lo sguardo e sospirò.
“Ciao, Liam.”


 
 
HERE I AM.

Okay, i capitoli diventano sempre più corti ed è triste ma bo, a me sembrano completi quindi yolo.
L’altra volta ho detto che il computer funzionava e indovinate?! L’ho rotto di nuovo. Mi è caduto e ho spaccato tutti i cristalli liquidi… Quindi uso quello di mia sorella, e dato che non ho voglia di salvarlo e farglielo vedere, l’ho fatto tutta una tirata.
Però per comprarlo uno nuovo aspetterò la comunioni e con i soldi o mi compro il computer dell’Apple e li finisco tutti per il computer, oppure ne compro uno meno costoso e con il resto vado in Inghilterra, o mi faccio regalare il computer e con i soldi vado in Inghilterra per due settimane.
Okay, ora che vi ho detto il mio INTERESSANTISSIMO futuro, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
E non ho aspettato nemmeno mesi e mesi. (‘:
Okay, ciao C:

#twitter: @emptywinter
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