Solo tu sei riuscito a farmi parlare

di Gilda Directioner
(/viewuser.php?uid=576850)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** capitolo ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** - ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Finalmente, ti amo. ***
Capitolo 25: *** DOMANDA STRAIMPORTANTE ***
Capitolo 26: *** Non è un addio, ma un arrivederci ***
Capitolo 27: *** AVVISO STRAIMPORTANTE ***
Capitolo 28: *** Wattpad ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Solo tu sei riuscito a farmi parlare






 
Esmea era una ragazza che non parlava con nessuno. Amava il silenzio.
Erano ormai quattro anni che non diceva una parola, nessuna, neanche un verso. Nulla.
 
Stava seduta sul letto a pensare a cosa sarebbe successo quando, per la diciasettesima volta in due anni, sarebbe andata in un istituto nuovo. 
La madre la credeva ormai muta, come il resto ella famiglia, amici e conoscenti.
 
Pov Esmea
 
Mi specchio ne mio riflesso vedendo che avevo due grosse chiazze violastre sotto a gli occhi. Quasi a sembrare lividi. Vado in bagno prendendo del correttore, dopo poco dopo lo passai sulle chiazze violastre.
Mi ero preparata già. Mamma mi ha obbligata a indossare delle cose carine. Ma che io odio.
 
"Es. Vuoi che ti accompagna a scuola?" chiede mia mamma aprendo la porta. Nego con la testo. "Ci vai da sola?" chiede. Annuisco. Prima di lasciare la mia stanza mi stampa un bacio sulla fronte e sospira. 
 
Chiude piano la porta dietro di se. Mi infilo le ballerine a fiori -sempre obbligata da mamma ad indossare- e poi metto la camicia di Jeans sopra alla canotta bianca.
Prendo la borsa e pongo all'interno dei quaderni, giusto per il primo  giorno. 
 
Il preside è un vecchio amico di famiglia che mi conosce molto bene e  sa che  sono asociale. Perchè, diciamolo chiaro, sono asociale e ne vado più che fiera. Spero di trovarmi bene in questo istituto. Ma la cosa che spero che succede è che nessuno voglia diventare mio amico.
 
Scendo le scale di casa con molto calma. Dalla cucina prendo un toast e bevo un goccino di caffè.
Esco da casa, no prima di aver però  un ombrello. Fuori piove a dirotto.
Con l'ombrello che mi copre l'intero corpo, mi dirigo verso l'istituto.
 
Mi è stato detto che è pieno di straricchi viziati e figli di papà. Mi hanno, anche detto, che c'è una squadra di cheerleades seria. Strano che ci siano squadre di cheerleades serie.Ma è una cosa impossibile, dato che non comunico con le parole. Ritornando a noi, vorrei fare il provino, sono abbastanza brava.
 
Tra i miei pensieri il tempo sembra volare e sono già arrivata a scuola, nel momento stesso in cui suona la campanella che segna le ore. Mi avvio anche io come gli altri all'entrata. Aspetto che entrano tutti e poi io. 
 
Varcato il cancello il mio occhio cade immediatamente su un gruppo di ragazzi in cerchio. Curiosa mi avvicino a loro. I miei occhi si riempiono di rabbia quando vedo che stanno umiliando e picchiando un ragazzo.  Gli vado vicina. Loro invece cominciano a dare colpi sul viso del ragazzo. Entro nel cerchio e cerco di spingere il bullo da quel povero ragazzo. Mi risulta abbastanza difficile ma ci riesco. Il ragazzo mi guarda con cattiveria, non adatti ai suoi occhi. I suoi occhi mi colpiscono immediatamente. Sono azzurri quasi blu e ha dei capelli castani con chiazze bionde sul ciuffo.
 
"Come ti sei permessa?" ringhia. Non sentendolo vado dal ragazzo per terra e gli porgo un fazzolettino per pulirsi il sangue.  Sento sentirmi tirare per la spalla. Il biondo. "Come ti sei permessa, stronza?" chiede. Sentendo il nome che mi ha attribuito ci sferro un pugno sul naso. Lo spingo a terra e mi metto a cavalcioni continuando a dargli pugni. "vai a chiamare il preside" sento. dire. Ma sinceramente non mi frega più di nulla. Lui no reagisce, ma non capisco il perchè.
 
Sento tirarmi dietro e alzarmi. Vedo delle mani di colore tenermi per le spalle. Il preside. mi calmo e non mi scuoto più. "Che è successo?" chiede James, il preside. "Questa ragazza è venuta ed ha incominciato a sferrare dei pugni a Niall, signore" spiega un riccio. 'Non è vero' avrei voluto tanto urlare. Ma non lo faccio. Guardo il ragazzo che prima era stato picchiato da loro. Ha paura e non dirà mai la verità. "Es, è vero?" mi chiede il preside. Nego con la testa. "Si che lo è!" ribatte il biondo. Quest'ultimo si sta pulendo il sangue che gli ho fatto usire dal naso. Rinego con la testa. "Non ti sospendo soltanto perchè... tu lo sai" dice. No, non lo so. "Ma avrete una punizione" aggiunge. Guardo in basso. Mamma mi avrebbe di sicuro sgridata.
 
Entriamo tutti e tre nel grazioso ufficio del preside. Quest'ultimo si siede dietro ad una lucidissima scrivania. "Niall, Niall, Niall... cosa hai fatto per farla incazzare così tanto?" chiede. "Nulla preside. Ha fatto tutto lei" dice indicandomi. "Es... è vero?" mi chiede. Nego con la testa. "Es parla" dice il preside, credo che sia un ordine. Ma io rimango in silenzio. "Se non mi dici la tua versione dei fatti sarò costretto a dare ragioni a Niall" aggiunge. Apro la bocca, ma non riesco a dire una sola parola. Niall mi guarda con un sorriso divertito sulle labbra.
"Nulla toglie che starete in punizione entranbi" dice il preside. "Pulirete la mensa  al posto delle addette" continua. "Oggi alle tre vi voglio qui. Potete andare... A Niall. Aiutala a cercare le classi" aggiunge. "Devo proprio?" chiede scocciato il biondo. "Si. Sei costretto. Ora fuori" risponde l'altro. 
 
Entrambi usciamo dall'ufficio. Faccio per andarmene quando Niall parla. "Dove vai? Se il preside ti trova da sola se la prende con me. Quindi, seguimi" dice. Faccio quello che mi ha detto. Lo seguo fino ad arrivare da i suoi amici. "E lei che ci fa con te?" chiede un ragazzo. "Il preside..." comincia a spiegare. Non lo sento osservo un ragazzo, è identico a Niall. "Fareste una bella coppia da verginelli" sento dirmi da dietro. Mi volto e vedo che a parlare è stato Niall. "Ma sei muta?" mi chiede un castano con occhi chiari. Nego con la testa. "Perchè non parli?" chiede uno con capelli corvini e pelle olivastra. Che inteligenti! Se non parlo non posso mica rispondergli.
Credo che se ne sia reso conto, ecco ma credo solo. La campanella suona e io seguo Niall. "Stiamo insieme in molti corsi. Quindi non dovrò fare tardi per colpa tua sfigatella" dice Niall. Entriamo in una grande aula e...
 
To be continued...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


Capitolo secondo
 


 
 Entriamo in una grande aula e vedo tutti che mi fissano. "Ehy Niall, nuove conquiste?" ride uno. "Ma che. Il preside mi ha obbligato a stare con lei in caso non trovasse le aule" risponde il biondo infastidito. "Guarda il lato positivo" dice il ragazzo. "Quale?" chiede Niall. "Almeno è carina" mi sorride. Divento rossa. Entra la prof e ci fa accomodare.
 
"Chi è la nuova ragazza?" chiede la prof guardando gli alunni. Alzo la mano. "Oh, eccoti. Come ti chiami cara?" chiede. Ecco, sempre la solita storia. Mi chiedono il nome e io non rispondo. Faccio, ovviamente, scena muta. "Hai perso la lingua?" chiede ironica la prof. "E' muta" urla qualcuno da dietro. Mi giro per vedere chi ha parlato. Il ragazzo con cui ha parlato prima Niall. 
 
"Oh, scusami. Aprite pagina 134" dice la prof. Tutti quanti aprono la pagina, tutti tranne me. "Niall, fai vedere anche alla tua compagna di banco" dice la prof. La compagna di banco sarei io. Il ragazzo sbuffando mette al centro il libro in modo che possa vedere anche io.
"Potresti anche ringraziarmi" mi dice in un orecchio Niall. Lo guardo e gli sorrido. Sperando che abbia capito che il sorriso fosse un grazie.  Lui alza gli occhi al cielo e continua a sentire la lezione.  
 
 
Anche l'ultima campanella suona. E' ora di pranzo. Da sola, mi avvio alla mensa seguendo gli altri ragazzi. "Esmea?" seno chiamarmi. Mi volto. Vedo il preside venire da me. Se lo aspetto metterò nei guai Niall. Comincio ad avanzare i miei passi. Mi giro e vedo che anche lui ha fatto la mia stessa cosa. Quindi, decisa su quello che faccio, comincio a correre. Schivo un sacco di gente, ma nel momento in cui vedo dietro se mi segue ancora, vado a sbattere contro qualcuno.
 
"Ti sei fatta male?" chiede una voce. Sono caduta sopra ad un corpo. Alzo il viso e vedo Niall. Cioè, il gemello. Nego con la testa. "Non dovresti correre per i corridoi" dice. Accentuo un sorriso. "Esmea" sento chiamarmi e mi giro. Il preside. "Dov'è Niall?" mi chiede. Inutile dire che non ho risposto. "Eccomi" sentiamo dire. Niall esce da dietro  al preside. "Esmea, perchè sei andata via correndo?" mi chiede. Sta dicendo una bugia per pararsi il culo!
Lo guardo storto. Andiamo a mangiare ora" dice Niall prendendomi per il braccio e trascinandomi, no in sala mensa ma, da qualche parte che non conosco. "Devo andare prima a fare una cosa e poi andiamo in sala mensa" mi avverte il biondo. Entriamo dentro alla palestra, credo. Da lontano scorgo dei ragazzi, gli amici di Niall. "Perchè hai portato anche lei?" chiede il riccio molto infastidito. "Poi vi spiego. Non preoccupatevi, non dirà nulla" risponde Niall. "Hai portato i soldi?" chiede Niall ad un ragazzo, che annuisce dopo.  Il ragazzo gli porge delle banconote e Niall gli orge delle bustine. All'interno c'è una polverina bianca. Sgrano gli occhi accorgendomi di cosa sia. "Alla prossima" dice il tizio andandosene. "Non dire una parola, o ti ammazzo" mi minaccia Niall.
 
Usiamo dalla palestra. Ora il corridoi è vuoto. La campanella suona. Io oggi non tengo ore pomeridiane, quindi posso andarmene. "Lo vuoi uno strappo a casa?" mi chiede Niall. Nego con la testa. Esco fuori dalla scuola. Dopo dieci minuti incomincia a piovere a dirotto, quindi apro l'ombrello. Pur avendo l'ombrello mi bagno i pantaloni. Una macchina si accosta di fianco a me, che mi sono fermata.  Il finestrino si abbassa e mostra la figura di Niall. "Dai sali" mi ordina. Salgo, non ho voglia di bagnarmi. Giro tutta l'auto e salgo. "Dove abiti?" mi chiede. Non rispondo. "Scrivimelo su un foglietto" dice. Dopo aver preso carta e penna, scrivo l'indirizzo. "Prima devo passare da mio fratello. Ti dispiace? Faccio in fretta" dice. Nego con la testa. "Perfetto" sorride. E' stupendo il suo sorriso.
 
 
Scendiamo entrambi dall'auto. Niall ha insistito per farmi conoscere suo nipote Theo appena nato. Bussa la porta e dopo poco ci viene aperta. "Ehy Niall" un uomo abbraccia Niall. Dopo, nota anche me. "Ciao" mi saluta. "Io sono il fratello di Niall. Tu sei...?" chiede il fratello. "Una mia amica. Non parla" risponde Niall. "Oh, entrate forza" ci incita. Quando entro un caldo mi abbraccia. "Niall, hai fumato?" chiede il fratello. "No. E' lei" scarica la colpa su me sapendo che non gli dirò nulla. "Comunque io mi chiamo Greg" mi porge la mano. La stringo. "Tu? chiede. In risposta, precedendo Niall, caccio fuori la collana con il mio nome. "Esmea. Che bel nome!" commenta. Gli sorrido.



 
To be continued...


 

Esmea


 

Greg



Niall


i ragazzi


compratore


 

 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


Capitolo terzo

 


 
 
 
"Da questa parte" dice Greg. Lo seguo fino alla cucina insieme a Niall. "Guarda chi è venuto a trovarci" dice il fratello di Niall ad una donna bionda.  Ella si alza e mi sorride. "Oh, era ora che trovavi una ragazza, Niall" dice. "Ma che?! Non è la mia ragazza. E' solo un'amica" risponde il biondo. Quest'ultimo prende il bambino, che solo ora ho notato, da un passeggino.  "Lui è Theo" viene vicino a me e mi presenta il bambino. E' stupendo. Ha gli occhi come i tuoi Niall, avrei voluto che mi leggesse nel pensiero. Mi mordo il labbro davanti a tanta beleza. "Vuoi tenerlo in braccio?" mi chiede Greg. Annuisco vigorosamente. "Stai attenta" dice Niall dopo avermelo dato. Non pesa per niente, anzi. Gli accarezzo la guancia paffuta. E' ugualissimo a Niall.
 
"Vi fermate a mangiare?" chiede Greg. "No. Dobbiamo andare. Grazie Desine" risponde Niall. "Dobbiamo andare" aggiunge poi. "Bhe, allora ciao" dice Greg dispiaciuto.
 
"Siamo arrivati" mi informa Niall. Siamo davanti casa e piove a dirotto. Ho paura di farlo ritirare con l'auto. La strada è tutta... come dire, invedibile. Prendo un quaderno  dalla mia borsa, una penna e scrivo sopra: Perchè non entri? Piove troppo forte e non me la sento di farti girare con questo tempaccio. Gli porgo il quaderno. "Sei sicura?" mi chiede. Annuisco. "Andiamo alloro" dice aprendo lo sportello, cosa che faccio anche io. Corriamo sotto casa e subito metto la chiave nella serratura e la faccio scattare. In casa non c'è nessuno, quindi siamo soli. 
 
Sempre sullo stesso foglio, scrivo:vuoi della cioccolata?
Annuisce. Mentre si toglie le scarpe bagnate, come avevo fatto io, vado in cucina a riscaldare il latte. Entra in cucina. Mi giro è... lo vedo a petto nudo. Mi incanto a vederlo. Sul torace e braccia ha diversi tatuaggi. Mi piacciono parecchio, sembrano tutti significativi. Gli vado vicino e gliene sfioro uno. "Ti piacciono?" mi chiede. Annuisco. Mi giro di spalle, sposto i capelli e gli faccio vedere il mio sul collo. "Anche il tuo è molto carino" commenta. Gli sorrido a mò di grazie. 
 
Ritorno vicino ai fornelli dove il latte bolle. Aggiungo della polvere di cioccolata e comincio a girare. "Bella la casa" commenta. Anche se lui non mi vede, sorrido. Le cioccolate sono pronte e metto il contenuto in due tazze. Ne porgo una a lui. Lo faccio accomodare sul divano. "Es? Perchè non parli?" chiede all'improvviso. Sul foglio scrivo: parlare mi ricorda cose brutte, davvero brutte. Lui lo legge più di una volta. "Cosa?" mi chiede. Abbasso il capo. Nessuno sa il vero motivo per cui non parlo, neanche mia mamma. Di certo non lo dirò a lui che non conosco da neanche un giorno.
 
"Es?" mi accarezza una guancia ma mi ritraggo.  Sento gli occhi lucidi. "Ehy, ti prego non piangere" mi dice Niall dolcemente. Dove è finito il ragazzo che stamattina mi trattava male?
"Vuoi raccontarmi?" mi chiede. Nego. "Ok" mi sorride.
 
Dopo che la piaggia è cessata Niall è andato via. Per saluto mi ha lasciata un bacio sulla guancia...

 

 
To be continued...




 

 
Desine, Greg and Theo
 
Theo
 
Niall and Theo
 
Tatoo di Esmea
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


Capitolo quarto
Capitolo terzo




 
 
Entro nella vasca piena fino all'orlo d'acqua calda. Una volta dentro penso. A Niall. Il suo sorriso mi ha conquistata.
 
 
 
Mi alzo dal letto e vado all'istante davanti allo specchio. La mia immagine non è cambiata per niente. Vado in bagno e mi lavo la faccia. Oggi vorrei fare amicizia con il resto degli amici di Niall. Anche se sarà difficile dato che non mi sopportano. So che facendo amicizia con loro entrerò in un giro pericoloso. Ma voglio rischiare! Non ho nulla da perdere.
 
Mi vesto e ed esco da casa più decisa che mai. Osservo tutte le persone per la strada. Vedo dei bambini giocare insieme mentre vanno all'asilo tenuti per mano con i loro genitori dietro che li osservano attenti. Con occhi sognanti, mi fermo a guardarli fin chè non mi superano. Sulle mie labbra compare un sorriso. Avrei tanto voluto avere un amico o qualcuno che ti voglia bene e che giochi con me da piccola.  Ma nessuna veniva da me. Tutti credevano che ero pazza, solo perchè non amavo giocare con le bambole e roba da femminucce. Sono stata allontanata, loro mi allontanavano.  Credevano che ero pericolosa, solo perchè mio padre era un ex galeotto -che è morto mentre stava li, in galera. Anche le maestre dell'asilo avevano quasi paura di parlare con me. Paura che io andavo da mio padre.
 
Una lacrima scende dal mio volto. La mia vita è stata sempre ingiusta. Persone che mi odiano senza motivo, persone che mi criticano senza motivo.
Mi asciugo la lacrima perchè sono arrivata a scuola. Entro dal cancello. Vado diretta verso Niall che si trova con il suo gruppo. Stanno fumando. Mi fermo dietro a Niall. "Guarda chi c'è" annuncia il ragazzo riccio. Il ragazzo avanti me si gira. "Cosa ci fai qui?" chiede appena mi vede. Lo guardo negli occhi. Il mio sguardo è prenetabile. Tanto che lui abbassa la testa ma la alza e guarda dietro di me. Spegne in fretta la sigaretta. Anche gli altri lo fanno.
 
"Buongiorno signor preside" dice gentilmente Niall. Mi giro anche io. Il preside ha una faccia triste e mi guarda con compassione. Non capisco. "Es... devo dirti una cosa" mi dice.  Porta il suo sguardo a terra. Anche Niall e i suoi amici sembrano preoccupati. "Tua mamma... ha avuto-" si ferma. Mi guarda nei occhi. "-non lo so " conclude. Scoppio  a piangere. Il preside mi abbraccia. Lo stringo forte. "Niall accompagnala in ospedale" sento. "Ok" risponde Niall. Mi stacco dall'abbraccio e seguo Niall fino alla sua macchina.
 
 
Entriamo dentro l'ospedale. Niall è stato carino a accettare di accompagnarmi. Niall chiede  di mia mamma. Ci viene detta subita la stanza e il piano. Corriamo fino all'ascensore.  Piggio il pulsante con il numero 8 e l'ascensore parte. Quando si apre la porta comincio subito a cercare il numero della stanza. a trovo dopo vari tentativi.
 
Pov Narratore
Esmea pensava solo ad una cosa fissa. A cosa avrebbe fatto. Si, perchè la mamma era stata più di una volta in ospedale degli ultimi tre mesi. Era preoccupata, anche Niall lo pareva. Ecco, pareva solo. Esmea continuava a piangere in silenzio. Non voleva mostrarsi inferiore.
 
Un medico aprì la porta della stanza della madre. Esmea subito gli andò vicino. Il medico non capì il motivo. "Come sta?" chiese Niall. Poi capì. "Siete dei  parenti?" la ragazza annuì. "Stiamo facendo degli accertamenti" continuò il medico. "La poss-" il medico non lo fece finire. "No" dopo questa se ne andò. 
Una ragazza da lontano, ma non tanto,  vedeva tutto. Gli faceva tenerezza.  Gli andò vicino. "Ciao" disse la ragazza sconosciuta. Esmea la guardò.  La sconosciuta gli porse un fazzoletto.
"Tu come ti chiami?" chiese la ragazza. "Non parla" intervenne Niall. "Comunque, il suo nome è Esmea" aggiunse. "Io Euridice" gli sorrise questa. Esmea guardò la mano della ragazza, che era ben curata. Esmea si girò e abbracciò Niall. Il ragazzo non se lo aspettava. "Scusala" disse quest'ultima. Euridice gli sorrise. "Tua mamma sta bene comunque" disse Euridice. Esmea girò in fretta il viso e la guardò. "Davvero?" chiese Niall al suo posto. "Si" rispose Euridice.  Esmea si sentì sollevata. "E, se magari mi concedi di darti la mano, posso chiedere a mio padre di fartela vedere" dice Euridice. Quest'ultima era la nipote del proprietario.
 
Esmea, incredula, stese la mano verso la ragazza. Le strinsero e si sorrisero. Euridice era convinta che sarebbero diventate amiche e anche molto. "Vado a chiedere a mio nonno se posso farti entrare" disse Euridice. La ragazza si avviò verso suo nonno lasciando soli i ragazzi. "Gentile" commentò Niall. Esmea annuì. Dopo dieci minuti, Euridice tornò di nuovo da i ragazzi.
"Venite" gli disse. Euridice li fece entrare, ma lei rimase fuori per privacy.
 
 
Esmea era davvero debitrice con questa ragazza.
Euridice sentiva di volerla bene di già.


 
To be continued...





















 
Ciao ragazze.
Per la prima volta ho scritto il mio spazio hahah.
Sono venuta per dirvi che questa storia è vera e che ci tengo molto. Anche, se vedete qualcun che la copia di avvisarmi.
Perchè non mi pare giusto per la mia migliore amica.
Come potete vedere in questo capitolo compaio pure io, come la ragazza... bho.
Spero che vi piaccia la storia, e lo spero anche la mia amica che mi ha lei ha permesso di metterla e farla leggere.
Lei dice che sia stato un miracolo che questo ragazzo sia stato capace di parlarla.
Bhe, ci si sente alla prossima. Recensite eh
Baci
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***


Pov Esmea

 
Mi siedo sul divano. Dopo aver salutato mia mamma, io e Niall siamo tornati a casa. Fuori piove a dirotto. Non voglio che Niall se ne vada, ho paura. Mi alzo e prendo la lavagnetta che di solito uso per comunicare con la mamma. Comincio a scrivere. "Vuoi passare la notte da me? Mi sento tanto sola e ho paura delle tempeste" con alla fine una facietta triste. "Sei sicura?" chiede Niall. Annuisco. "Ok. Allora... hai fame?" mi chiede. Annuisco. "Anche io" dice prima di avviarsi al frigorifero. Lo apre e prende una pentola. "Cosa ci sta?" chiede. Faccio spallucce.  "Che ne dici di Nando's?" chiede. Annuisco.
 
Mentre lui prende le ordinazioni io vado nella mia camera a cambiarmi i vestiti. Metto qualcosa di comodo e largo. Scendo al piano di sotto e lo trovo parlare ancora a telefono con il  ristorante.
"Non saprei cosa scegliere"sento dire da Niall. "No..., è molto difficile scegliere..., si, prendo quelli"  conclude. Sorrido. Vado in cucina e prendo un bicchiere di acqua. "Fatto. A te non sapevo cosa prenderti e ho preso un pò di tutto" sento dirmi da dietro. Mi giro con ancora il bicchiere alla bocca. lo poso sul lavandino ancora pieno d'acqua.  "Ho sete" dice Niall. Prende il mio bicchiere e ci beve da vicino. Faccio una faccia disgustata.
 
"Mi scocciavo di prendere un bicchiere" si giustifica. "E poi non so dove stanno" aggiunge. In risposta apro l'anta alla mia destra e gli mostro dove stanno i bicchieri. "Oh..." sorride.
"Cosa ti va di fare il tempo che aspettiamo da mangiare?" chiede. Faccio spalucce.
Mi siedo sul divano, dopo poco lui mi segue. Mette la mano sulla mia. Mi giro verso di lui e lo trovo non molto lontano. Anzi, vicinissimo. Assomiglia tanto a quei film d'amore che mia mamma vede quando è arrabbiata o nervosa. 
"Sai cosa sto facendo?" la sua domanda mi sveglia da i miei pensieri. Annuisco. "E tu vuoi che continuo?" chiede. Nego con la testa. La sua faccia fa concorrenza ad  un punto interrogativo. "Come? Davvero non vuoi un mio bacio?" chiede Niall. Annuisco, davvero non lo voglio. Si siede compostamente e guarda in avanti. Credo di averlo messo in imbarazzo.
Prendo la lavagna e comincio a scrivere. "Non devi essere in imbarazzo" gliela porgo. Lui legge. "Chi ti dice che lo sia?" chiede. Prendo la lavagna tra le sue mani e scrivo. "Le tue guancie" porgo di nuovo la lavagnetta. "Le mie guancie  non sono rosse" precisa. 
 
Sentiamo il campanello suonare e Niall si alza. Lo seguo fino alla porta.  La porta viene aperta da lui. Io rimango dietro. Niall paga il conto. Prima di chiudere la porta vedo il ragazzo delle consegne farmi l'occhiolino. Niall se ne accorge e gli sbatte la porta in faccia. Lo guardo come a rimproverarlo. "Se ne doveva andare" si giustifica. Scuoto la testa e andiamo in cucina. cominciamo a scartare le cose che sono all'interno della busta. 
"Ho una fame!" commenta Niall. Ci sediamo uno di fronte all'altro a tavola. Cominciamo a mangiare e guardarci.  "Vuoi?" chiede riferendosi alla pepsi. Annuisco. Me ne versa un pò nel bicchiere. "Simpatica la ragazza dell'ospedale. Peccato che non l'abbiamo salutata prima di addarese. non trovi che sia simpatica?" chiede. Annuisco. Più che simpatica la trovo molto gentile. Finiamo di consumare i pasti e dopo aver visto un film alla TV andiamo a dormire. Lui nella camera per gli ospiti.
 
 
Mi sveglio a causa di un tonfo. Mi alzo in fretta dal letto e vado nella camera dove dorme Niall. Quando entro accendo la luce, il letto è vuoto. Scendo in fretta le scale. Corro in cucina. Mi fermo appena vedo Niall che raccoglie dei biscotti e un vassoio da terra. "Ehy scusa non volevo svegliarti" si scusa. "Ti stavo preparando la colazione a letto" aggiunge. Gli sorrido dolcemente. Guardo l'ora e noto che la campanella di scuola è suonata da tre ore ormai. "Non ho messo la sveglia. E come vedo neanche tu. Guarda il lato positivo: potremo andare a trovare tua mamma" dice Niall. Scuoto la testa soriendoli. 


 





 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***


Capitolo sesto

 
 
Entriamo in ospedale dritti verso la camera di mia mamma. "Ehy" sento urlare. Ma non ci do peso continuo. "Ehy, Esmea" a sentire il mio nome mi volto.  E' la ragazza che ci ha aiutata la scorsa volta. "Ciao" la saluta Niall. Io alzo la mano in segno di saluto. "E' presto per le visite" ci avverte. "Davvero?" chiede Niall. Annuisce Euridice.  "Dove possiamo aspettare?" chiede Niall. "Dove volete" risponde la ragazza. "Andiamo a fare un giro?" mi chiede Niall. Annuisco. "Vuoi venire?" chiede ad Euridice. "No, grazie. Magari la prossima volta" risponde.
 
Usciamo dall'ospedale e ci sediamo sulle enormi scale di essa. "Ehm... cosa si fa il tempo che aspettiamo?" chiede. Faccio spallucce. "Mi innervosisci quando fai spallucce" commenta. Le rifaccio. "Lo fai apposta?" chiede. Annuisco. "Vuoi la guerra eh?" chiede. Annuisco.  Mette le mani sui i miei fianchi e muove le dita. Io non mi muovo di un centimetro. "Potresti anche far finta di ridere. Hai rovinato l'atmosfera" dice Niall. Sorrido scuotendo la testa.
 
"Hai delle belle labbra" dice ad un certo punto. Mi giro verso di lui e lo guardo con un punto interrogativo in faccia. "Davvero belle" aggiunge. Credo che si stia avvicinando. Si, si sta avvicinando. Stiamo vicine. Le nostre labbra si sfiorano. I miei occhi non guardano i suoi, ma le sue labbra. "Posso?" chiede. Nego. "Credo che lo farò lo stesso"  dice.
 
Le nostre labbra si uniscono  e diventano una cosa sola. I miei occhi sono aperti come i suoi. Ci guardiamo. Ma lui cede, chiude gli occhi e mi avvicina a se. Mette una mano sulla mia nuca e mi avvicina ulteriolmente a lui. In questo bacio non provo nulla. Oltre ad una fastidiosa sensazione. Mi da fastidio che mi baci anche se non voglio. 
 
Si stacca  e mi sorride. Gli arriva all'istante uno schiaffo. Tanto da fargli fare la guancia rossa. "Non c'è bisogno  di schiaffeggiarmi" dice arrabbiato. Mi alzo ed entro dentro con lui dietro. Vado nella stanza di mia mamma. Per fortuna che è passata mezz'ora. Fuori dalla stanza c'è ancora la ragazza. Entro in fretta nella stanza. "Esmea" esulta mia mamma quando mi vede.
 
 
Rientro a casa. Niall non è con me. Mi stendo sul divano e penso  quel bacio insignificante. Come si è permesso? Io neanche lo volevo. Accendo la tivù e faccio zapping con i canali. Alla fine, non trovando nulla, la spengo. Guardo l'ora e mi accorgo che sono le 15:00.
Avrò di sicuro un pò di tempo per dormire.
Quindi mi alzo dal divano e vado in camera. Di seguito, mi addormento. E stranamente sogno lui.


 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


Capitolo settimo
 
Mi sveglio di soprassalto. Perchè ho sognato lui?
Mi alzo dal letto e vado di sotto, dove ci sarà di sicuro nessuno.   Entro , con i piedi scalzi, in cucina. Noto il telefono sul davanzale e lo prendo. Un messaggio. Sblocco e vedo di chi è. E di Niall.
Dice: "Buongiorno ragazza da parete".
Gli rispondo: "Buon giorno a te sfacciato".
In un certo senso sono arrabbiata con lui. Per il bacio e per la sua sfacciataggine.
La risposta non tarda di molto: "Io? Sfacciato? Ps. Ti passo a prendere per scuola?".
Lessi il messaggio e gli rispondo: "Si, tu. No, vado da sola a scuola". Inviai.
Poso il telefono sul tavolo ma lo prendo di nuovo vedendo un nuovo messaggio: "Sei sicura? Se entri con me ti farai una bella reputazione. Se invece entri da sola diventi la sfigata" scriveva.
Scrivo: "Preferisco avere una brutta reputazione da sfigata".
Dopo questo non ne seguono altri. Vado nella mia camera e prendo dei vestiti abbastanza caldi. Oggi, come quasi sempre, piove e butta vento.
 
Dopo essermi vestita, esco di casa con l'ombrello. Dato che sono in anticipo andrò da Starbuck a prendere un caffè e un dolcetto. Arrivo in fretta alla caffetteria e ordino quello che voglio.
La ragazza dietro al bancone -del quale conosco molto bene-  mi porge il sacchetto e il caffè caldo, con un sorriso.  Vado a sedermi ad una panchina di fronte alla scuola. Una presenza si siede vicinio a me. Non guardo chi è. "Ciao" sento dire. La voce è quella di Niall. Alzo il capo e lo guardo. Prendo un foglio e i scrivo sopra. "Cosa vuoi?" legge ad alta voce. "Niente" risponde. Faccio una faccia stranita. "Solo che la campanella ancora non è suonata. Oggi abbiamo il compito di Inglese ricordi?" dice. Annuisco. "Sarà un tema" scrivo. Lo legge. "Di che tipo?" chiede. Faccio spallucce, in segno che non lo so. Finisco di magiare e bere la mia colazione e vado a gettare le carte. Nell'istante in cui prendo la borsa suona la campanella. Io e Niall entriamo dentro e andiamo dritti in classe.
 
Lui, stranamente, si siede vicino a me. "Buongiorno" ci saluta la prof di inglese. "Buongiorno" salutano tutti. "Compito in classe oggi. Siete tutti pronti?" chiede. Si sente un boato di 'si' dai studenti. La prof comincia a distribuire i fogli ad ogni alunno. I fogli sono girati, quindi le traccie sono ancora ignote per noi. "Allora, buon compito. Potete iniziare" dice la prof. Giro il foglio.
La traccia, in poche parole, dice di descrivere noi stessi.
 
"Non c'è molto da dire su di me, se no che sono una ragazza da parete. Mi piace guardare il mondo e commentarlo con me stessa..." comincio a scrivere.
 
La campanella suona e diamo i compiti alla prof. Sono soddisfatta del mio tema. "Ehy..." sento chiamarmi da dietro. Mi giro e vedo Niall. Sforzo un sorriso. "Come è andato il compito?" mi chiede. Alzo i pollici all'aria in segno che è andato bene. "Anche a me è andato bene" dice. Nessuno te l'ha chiesto, vorrei dire. "Senti... oggi pomeriggio ti va se andiamo a fare un giro a parco?" mi  chiede con un leggero rossore in faccia.  Annuisco, sembra sollevato. "Bene, allora vengo a prenderti alle quattro" dice.
 
 
Entro in casa e mi butto sul divano esausta. Mi ritrovo a sorridere a pensare che uscirò con Niall. 



 






 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo ottavo ***


Capitolo 8



 
Pendo le chiavi ed esco da casa. Per l'occasione ho indossato cose molto semplici e calde sopratutto. L'aria fuori non è moltogelida come la questa mattina.
 
Pov Narratore
 
Esmea camminava a passo svelto. Non vedeva l'ora di incontrare Niall. Aveva una voglia matta di incontrarlo. Le mani gli sudavano come non mai e il cuore pareva esplodere dalla gabbia toracica.
 
In lontananza lo vide. Un grazioso sorriso gli contorno la faccia. Non capiva il perchè della sua felicità.
Lo vedeva, osservava e fissava. Indossava dei pantaloni neri un giubotto dello stesso colore e un maglione a collo alto sotto.  In quel suo semplice outfit era stupendo. 
Era seduto sotto un albero a riflettere, su cosa non lo sapeva neanche lui.  Girò la testa e vide Esmea. Si alzò in fretta per poi andargli contro.  In mano aveva una busta bianca.
"Ciao Es" disse Niall una volta vicino. Esmea gli fece cenno con la mano. "Ho una cosa per te" parlò Niall. Esmea fece una faccia interrogativa. Il ragazzo, con delicatezza, gli porse la busta  bianca. La ragazza la prese. 
 
Pov Niall
 
Esmea prende busta in mano. Mi giro di lato e sento un bacio guancia. Mi giro e noto con gran stupore che è stata Esmea.  "Aprilo a casa" gli dico. Mi fa ok con il dito. "Ti va una cioccolata da Starbucks?" gli chiedo. Annuisce. 
 
Mentre camminiamo, Esmea, mi da la mano e la stringe. Mi sento quasi avampare.
 
 
 
*Giorno dopo*
Apro in fretta gli occhi sentendo la sveglia suonare. Guardo l'ora e vedo che son le sei. Perchè mai ho messo la sveglia così presto? mi domando. Ma poi mi viene in mente che ieri ho detto a Esmea che sarei passato da lei alle sette per andare a fare colazione e poi a scuola. Prendo un paio di  pantaloni li    infilo e poi vado in bagno.
 
Busso alla sua porta. Questa si apre facendomi vedere lei. "Ciao Es" la saluto. Lei esce completamente da casa e chiude la porta.
Cominciamo a camminare verso Starbucks. Arriviamo dopo poco. "Hai aperto il regalo?" gli chiedo una volta seduti e preso le ordinazioni. Si schiafegia la fronte e nega con la testa. Rimango deluso, ma non lo faccio vedere. "Bhe, lo aprirai?" chiedo. Annuisce.
Dopo pochissimi minuti le nostre ordinazioni ci vengono servite.Vedo Esmea mangiare... non molto elegantemente. Scoppio a ridere, è cosi buffa. Mi guarda. Capisce il perchè stia ridendo e abbassa l capo mangiando pianissimo. "Scusa Es, io non volevo offenderti" dico subito. Mi guarda, accentua un sorriso e abbassa la testa facendo scomparire quel stupendo sorriso. 
 
Quando finiamo di mangiare, paghiamo e usciamo fuori. "Es?" catturo la sua attenzione. "Hai mai marinato la scuola?" chiedo. Nega  con la testa. "Hai voglia di provarci?" chiedo. Nega di nuovo. "Dai! Ci divertiremo. E poi che sarà mai un giorno di assenza. Ci stai?" chiedo. Dopo una lunga riflessione, Esmea, annuisce. Gli prendo la mano e comincio a correre e anche lei.
Esmea si ferma, probabilmente per mancanza di ossigeno. Mi guarda mentre prende aria. I suoi occhi dicono più parole di una persona che parla. Senza accorgermene, mi avvicino a lei. La faccio sbattere, delicatamente, vicino al palo dietro di lei. Mi guarda in un modo che non so decifrare. I miei occhi cadono sulle sue labbra, ma poi su i suoi occhi. "Ora ti bacio" dico. Lei nega con la testa. "Era un'affermazione" dico. Le nostre labbra si sfiorano.  Vedo che apre la bocca e cattura le mie labbra. E' stata le a baciarmi e sono meravigliato.





 









 
Ciao ragazze!!!
Scusate per il ritardo, e che ho avut dei problemi.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, anche se corto.
Prima di tutto, vi ringrazio per le 20 seguite 17 preferite 4 ricordate ma sopratutto le 35 recensioni.
Grazie. Allora, il prossimo capitolo lo continuo a 6/7 recensioni.
Anche voi lettrici silenzione, non avete vergna di recensire, <3
Bhe, alla prossima ragazze.
Euridice-
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo nono ***


Capitolo nono






 
Pov Niall
Le nostre labbra si sfiorano.  Vedo che apre la bocca e cattura le mie labbra. E' stata le a baciarmi e sono meravigliato.
Gli metto le mani sulle guance e l'avvicino a me. Il bacio diventa vero. Le nostre lingue vengono a contatto. E' una sensazione unica. Sento come una sensazione strana nel mio stomaco, quasi come se ci fossero dei tarli che stessero rosicando il mio stomaco.  Sento che mette la sua mano sul mio fianco. Sono sicura che i passanti ci osservano e pensino che siamo dei maleducati. Perchè queste cose per la strada non si fanno. No perchè c'è una regola che lo vieta, per privacy. 
I nostri sguardi sono bassi cercando di vedere le labra che dell'altro. Una cosa impossibile dato che ci troviamo molte volte a guardarci negli occhi, per poi cercare di raggiungere e vincere quella sfida. Sono stanco e annoiato di questo bacio senza un contatto più intimo.
Infatti, le accarezzo le labbra con la lingua. Mossa azzardata, dato che si ritrae dal bacio. Guarda in giro e vede la gente, che immagino che ci stia guardando. 
"Vuoi che ti accompagna a casa?" chiedo. Lei si gira e mi guarda negli occhi.Annuisce.
Dopo averle dato la mano, cominciamo a camminare. Decido che forse è meglio andare a casa mia. "Andiamo da me" la informo. Lei, con un gesto, porta il mio braccio sulla sua spalla. Mi si stringe il cuore di fronte a tanta tenerezza.
Le bacio la testa e le frega il viso contro il io petto. Sembra quasi  un gatto che cerca di attirare il padrone con le fusa.
 
Entriamo in casa e, senza neanche togliere il giubotto, vado ad accendere i riscaldamenti. Dopo averli accesi, lo tolgo. Esmea mi porge il suo, e insieme al mio li appendo nell'armadio all'entrata. "Accomodati anche sul divano. Io vado di sopra ma torno subito" dico.
 
Pov Esmea
Catturo le sue labbra in un gesto naturale. Appena mi accorgo di cosa sto facendo, un milioni di emozioni mi attraversano il corpo. Niall sembra meravigliato della mia azione.
Mette le mani sulle mie guancie e mi avvicina, io metto una mano sul suo fianco. In questo bacio, rispetto allo scorso, sento emozione, amore, vita.  E' una sensazione unica. Non ero mai stata più viva di così.  Forse ora i passanti ci stanno fissando, pensando che siamo una coppia. E magari che ci amiamo alla follia per fermarci per la strada per darci un tenero bacio. Ne sono sicura.
Il mio sguardo è basso, come il suo. Forse anche lui cerca di vedere le nostre labbra in sintonia fra loro. Più volte i sguardi si incrociano. Ma no per molto. 
Sento la sua lingua accarezzarmi la bocca. Ma, mi ritrao all'istante. Il mio sguardo cade a i passanti che mentre camminano ci guardano con occhi dolci e teneri. Quasi come se ci stessero invidiando.
"Vuoi che ti accompagna a casa?" mi chiede. Annuisco, dopo essermi girata e averlo osservato negli occhi Quegli occhi che hanno un colore che invidio tanto. 
Mi afferra la mano e la stinge piano. "Andiamo da me" sento dire da Niall.
Con un gesto porto il suo braccio sulle mia spalle, come se fosse uno scudo protettivo.
Niall, mi bacia la testa e io sfrego il viso sul suo petto in cerca di affetto.
 
Entriamo in casa e Niall immediatamente accende i riscaldamenti. Tolgo il capotto. Viene verso di me, lo prende. E insieme al suo lo mette nell'armadio.
"Accomodati anche sul divano. Io vado di sopra ma torno subito"  dice. Annuisco.
Mi siedo sul divano ad attenderlo. In effetti torna presto. "Eccomi. Tieni" mi porge una coperta. "Oggi si gela" commenta. Annuisco.  Mi aiuta a mettere la coperta. Anche lui ne ha una per se. "Sai, dovremo parlare di quello che è successo" dice. "Ho detto una grande cavolata" aggiunge. Lo guardo strano. "Tu non parli" scoppiamo entrambi a ridere. Ha una risata che mette felicità ed energia.



 
 
Pov Narratore
Loro non sapevano. Non immaginavano. Quel bacio aveva confuso entrambi in un modo confusionale, si, ma erano certi che sarebbe cambiato qualcosa di li a poco. Anche se non lo ammettevano a se stessi, entrambi provavano qualcosa -ancora non capibile- per l'altro. Di certo non era odio, era qualcosa di positivo. Qualcosa simile ad un sentimento come l'amore ma che non era quello. Forse attrazione.
 



 
Pov Niall
"Senti, perchè non cerchiamo di comunicare con... ehm qualcosa?" chiedo. Lei mi guarda e sorride. 
 



 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo Decimo ***


 
Capitolo Decimo


 
 
"Sicura di star bene?" mi chiede mia mamma per la decima volta. Annuisco, di nuovo. Mamma è stata dimessa dall'ospedale e ora stiamo tornando a casa. "Come va con quel ragazzo?" mi chiede. Sembra che oggi abbia voglia di farmi l'interrogatorio. Alzo le spalle. Sinceramente non lo so come va. Dopo quello che è successo -il bacio- sono abbastanza confusa. Mamma mette un braccio intorno alle mie spalle e mi stampa un bacio sulla fronte. "Vieni, ti accompagno a scuola. Entri alla seconda ora" mi dice. Le sorrido, uno falso Non ho voglia di ritornare a scuola. Volevo passare del tempo con mamma!
 
Scendiamo dalla macchine e entriamo nell'edificio. I corridoi sono vuoti. Andiamo subito in presidenza.
Mamma parla con il preside e da il consenso di entrare alla seconda ora. Dopo  avermi salutata, mamma, se ne va.
 
 
La seconda ora suona e io mi avvio verso l'aula della materia che devo fare.
Entrando, noto Niall già seduto al posto accanto al mio. Lo raggiungo e mi siedo accanto. "Ciao" mi saluta con un bacio sulla guancia, che mi fa arrossire di brutto. 
"Sei andata a prendere tua mamma?" mi chiede. Annuisco. Vedo entrare il preside. Ci alziamo tutti, tutti tranne me. Mi guardava. E io ero congelata dal suo sguardo. Mi guarda con occhi tristi.  "Dovrei fare un annuncio ragazzi" ci disse. "Sappiate che voi ragazzi siete stati le persone più importanti della mia vita. Voglio bene ad ognuno di voi" dice. "Cosa significa?" chiede un ragazzo infondo alla classe. Lui abbassa la testa. "La scuola deve chiudere. Devono costruire un parcheggio" conclude. "E non possiamo fare nulla noi?" chiede Niall di fianco a me. "Solo una protesta" dice. "Dobbiamo fare qualcosa" dice Niall a tutta la classe. "E' già deciso. Non possiamo fare nulla"  dice il preside. Tutti noi abbassiamo la testa. Nessuno vuole che la scuola chiuda. Il preside ritorna nel suo ufficio. 
 
"E' una cosa ingiusta quella che vogliono fare" dice Niall. Annuisco. Mi sta accompagnando a casa per cambiarmi. Perchè andiamo al centro commerciale con i suoi amici. 
 
Indosso in fretta un paio di calze un maglioncino  lungo
(https://24.media.tumblr.com/628c5542ab95689b2fe96f5704b12408/tumblr_mvylsywaMd1sl7yajo1_500.jpg)
e un paio di anfibi neri. Mi faccio una treccia e torno di sotto dove trovo Niall parlare con mia mamma vivamente. "Eccoti. Andiamo?" chiede Niall. Annuisco. Lascio un bacio sulla guancia di mia mamma, la stessa cosa fa iall, e usciamo.
andiamo al punto di incontro stabbilto e vediamo tutti li. "E lei che ci fa qui?" hiede il riccio una volta arrivati vicino. "Non incominciare" dice Niall. "Ora la difendi anche?" chiede ironico. Abbasso lo sguardo. Ma, sento le braccia di Niall sulle mie spallo e, alzo il capo. Non devo starlo a sentire. E' solo uno sbruffone. "Possiamo andare?" chiede Niall. "Aspetta. Deve venire ancora la mia ragazza" dice un ragazzo che non avevo notato. "Finalmente ti sei deciso farcela conoscere" dice Niall. "Vi conoscete" dice il ragazzo. "Davvero, James?" chiede Niall. "Si" risponde il ragazzo. 
"Eccola" dice James. Vedo una ragazza correre verso di noi. Ha la faccia familiare. 
Solo dopo che viene definitivamente da noi la riconosco. La ragazza dell'ospedale. "Ciao" saluta me e Niall. "Quindi sei tu la ragazza di James?" chiede Harry. "Si. Problema?" chiede, se non sbaglio, Euridice. "No, nessuno" dice Harry. "Bene" commenta Euridice.  "Ora possiamo andare" dice Louis. Con Louis non ho mai avuto la possibilità di parlarci. Bhe, lui non ha mai parlato con me. 
Entriamo tutti in machiana e partiamo.
 
 
Dopo un'ora di viaggio arriviamo a destinazione. Non sono mai venuta n questo centro commerciale. Da fuori sembra davvero grande e con un miliardo di negozi. Scendiamo dall'auto ed Euridice mi viene in contro. Tiene la mano al suo ragazzo. Sembrano davvero innamorati. Niall viene da me e mi prende la mano. "a quando state insieme?" ci chiede James. Sgrano gli occhi. "Oh, noi non stiamo insieme" risponde Niall. "Scusatemi" ci sorride il ragazzo. Guardo Niall, in verità le sue guancie. Hanno un colorito rossastro. Sorrido, lui si gira. Mette le mani sulle sue guance e si accorge.  Gli sorrido.
Entriamo dentro. Come avevo immaginato e davvero bello e gigantesco. "Ti piace?" mi chiede qualcuno. Mi giro e vedo che è stato Harry. E' la prima volta che parla 'normalmente' con me. Di solito è sempre scontroso. E ne sono meravigliata. Gli sorrido e annuisco. "Mi fa piacere" dice  prima di camminare. "Che strano che è oggi" dice Niall. 
"Esmea, ti va di accompagnarmi a comprare una cosa?" chiede Euridice. "Io non posso venire eh? Lei si però" si ingelosisce James. "Non credo che tu sappia consigliare su intimo. Femminile" risponde la ragazza. "E' per te?" chiede James. Lei scuote la testa. "Regalo" dice prima di prendermi la mano e portarmi dentro ad un negozio.
 
"Che ne dici di questo?" chiede Euridice. Scuoto la testa. "In verità serve a me. Ma volevo un pò di privacy" aggiunge ridendo. La imito.
 
Finito di comprare le cose per lei andiamo da i ragazzi che si trovano a Mc. Li troviamo già seduti ad un tavolo. andiamo anche noi. "Credo che rimarremmo all'impiedi" dice Euridice. "Abbiamo fatto una lotta per prendere queste sedie" dice Harry. "Harry, sei tu che ha litigato con un bambino per la sedia" dice Louis. Scoppiamo a ridere. Vedo una coppia azzarsi e corro da loro e le prendo. Due, anche per Euridice. "Vedi Harry. Lei è intelligente" dice Liam. Gli sorrido. "Questo era saputo" dice Niall. "Cosa ordinate?" chiede Zayn. 
"Ohh... io tre porzioni di patatine. Grazie" ci giriamo tutti verso Euridice. "Che c'è?" chiede. "Mangi solo quello?" chiede James. La ragazza annuisce.
 
Zayn ritorna con il cibo e cominciamo a mangiare. Io ho preso dell'insalata e come bibita prendo una Coca Cola. "Dai fate in fretta" dice Euridice. "Voglio andare a rinnovarmi in guardaroba" dice.
 
Entriamo dentro Tiffany & Co. Euridice sembra innamorata di quel negozio.
Come biasimarla, è il paradiso qui dentro.
Mi fermo ad osservare un oggetto:   























 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


Capitolo undicesimo



 
 
"Ti piace?" mi chiede qualcuno dietro me. Mi volto è annuisco.
"Hai ottimi gusti" commenta Niall. Gli sorrido. 
 
"Ragazzi andiamo" dice Harry, che ha sembre il musone.
 
 
"Mi sono divertito" dice Niall entrando in casa sua e io seguendolo.  Mi ha invitata a casa sua per la notte, e dopo averlo chiesto a mamma, siamo qui.
"Vado a prenderti delle cose comode" dice . Annuisco
 
 
 
Pov Narratore
 
Esmea si siede sul divano e guarda, per la seconda volta, la casa di Niall. Quest'ultimo sale al piano di sopra e corre nella sua camera. Fruga tra i cassetti in cerca di qualcosa che possa andare alla ragazza. Alla fine opta per una tuta, che di sicura non gli sarebbe andata.
Scende piano le scale e nota la ragazza seduta sul divano a fare uno strano movimento con il naso. Scoppia a ridere, e la ragazza si gira con imbarazzo. Le guance di lei si tingono di un colore porpora. "Cosa era?" chiede Niall. Non accorgendosi di mettere la ragazza più in imbarazzo.
Esmea abbassa lo sguardo. "Ti va di fare qualcosa?" chiede il ragazzo cambiando argomento. Dato che non ha ricevuto risposta da lei.
La ragazza nega, sembra offesa. Niall si siede accanto a lei e le mette la mano sopra alla sua. La ragazza susulta. 

 
 
Pov Niall
 
"Tutto ok?" chiedo. Annuisce. E' strano che abbia susultato. Di solito non succede quando la tocco. Per sbaglio faccio cadere un cuscino per terra. Esmea si piega per prenderlo. Lo impugna e rimane per qualche secondo a pensare. All'improvviso sento qual cosa di morbido arrivarmi in faccia. Apro gli occhi, chiusi prima per il colpo, e noto che Es mi ha appena buttato il cuscino in faccia. "Vuoi la guerra? L'avrai" dico prima di prendermi un cuscino e, delicatamente, buttarglielo il faccia. Cominciamo così la nostra battaglia di cuscini.
Ammetto che sono scarso al contrario di lei, che mi ha battuta. Ora si trova su di me, a cavalcioni. Posa il cuscino. Si stende su me appoggiando la sua faccia sul mio petto. Metto un braccio intorno al suo corpo. Alza il viso e mi guarda.

 
 
Pov Narratore
 
Esmea ha voglia di baciarlo. Ma ha vergogna che possa sembrare una mossa troppo azzardata fatto da una ragazza. Ma alla fine decide di seguire il suo istinto. Si sporge sulle sue labbra e le contorna con le sue.
Niall è meravigliato, non per la mossa fatta dalla ragazza, ma perchè anche lui voleva farlo. Il ragazzo mette una mano sulla guancia di lei. 
Comincia un gioco tra le loro labbra, un gioco che amano ripetere per la seconda volta.
Entrambi, ormai, pensano che sia ora di dire cosa provono. Ma, Niall, vuole aspettare che sia lei a dirlo quel "ti amo" anche se sa di doverlo attendere per un tempo lungo. 
Il bacio, da semplice a stampo, diventa uno dolce e passionale. Come il precedente. Quello in cui hanno capito di piacersi, di amarsi. E questa cosa fa confondere entrambi.
 
 
To be continued...



 


 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo dodicesimo ***


Capitolo dodicesimo



Pov Narratore
Esmea apre piano gli occhi e sorride alla vista del biondo avanti a se che dorme beatamente. Allunga una mano e gli accarezza una guancia ricevendo in risposta un suo movimento seguito da un mugolio. 
La ragazza sorride quando nota gli occhi di lui aprirsi e far mostrare gli occhi che tanto amava.
Ad entrambi il viso viene contornato da un dolce sorriso. "Buon giorno" dice Niall. La ragazza si limita ad alzare la mano in segno di saluto. Gesto che Niall vede ripetere da troppo tempo e sembra stanco di non ricevere una sua risposta detta a voce.
Niall si alza dal letto e cammina fino al bagno dove si lava il corpo. Dieci minuti ne esce pulito e profumato. 
 
Pov Esmea
Entriamo, io e Niall, nel cancello mano nella mano. Molte persone ci fissano ma non importa. Sono sicura che hanno da commentare sulle nostre mani.
Raggiungiamo il gruppo di Niall, che si trova non molto distante. Stanno fumando, e a me da fastidio che lo facciono alla loro piccola età. 
In questo momento mi sento tanto popolare a camminare con Niall per tutta la scuola, con sotto fondo una canzoni di Cody Simpson -il mio cantante preferito.
Senza accorgermene sorrido. "Ciao" salutano tutti me e Niall. "Ciao" saluta Niall.
"Mhh, le vostre mani dicono tutto" commenta Louis. "Non stiamo insieme" conferma Niall. Io annuisco. "Ti crediamo" dice ironico Liam. Tutti scoppiano in un piccolo risolino. Il chè mi da abbastanza su i nervi. "Andiamo in classe" dice Niall trascinandomi. 
Alla prima ora abbiamo inglese con Mrs. Beandrid. E' una brava donna, fa molto per noi. Ha sui quarant'anni, snella e capelli rossi, tutto contornato da occhi neri. Insomma, una bella donna ancora sigle. Entriamo in classe e altri paia ddi occhi caduto su di noi per poi scivolare sulle nostre mani. E alla fine gli compalgono quei sorrisi fastidiosi. 
Senza dar retta a nessuno io e il biondo ci sediamo ai nostri banchi. 
 
"Allora voi che fate? Non venite?" ci chiede Zayn . "No. Abbiamo deciso" risponde Niall convinto. I ragazzi questo sabato hanno deciso di andare per tre giorni i montagna, ma io non voglio andarci. E Niall, gentilmente, si è offerto per farmi compagnia. Pur avendo insistito a farlo andare, Niall non ha ceduto.
"Bhe, varrà per la prossima" dice Liam sorridendo. "In fondo volete un pò di privacy. Tutti i fidanzati ne hanno diritto" aggiunge. "Non incominciare" dice Niall. Il ragazzo alza le mani in segno di difesa.
 
Cominciamo a camminare spediti verso casa. Niall mi accompagna a casa e poi se e va, la mamma lo aspettava per pranzo.
Entro in casa, appoggio lo zaino in per terra. Vado in cucina, vedo mamma con un uomo. Stanno parlando.
 
Pov Narratore
Esmea osserva l'uomo che , poco prima che venisse, conversava vivamente con sua madre. Forse stavano discutendo su qualcosa, questo era il pensiero della ragazza.
"Tesoro" saluta la madre. La ragazza fissa l'uomo. "Tesoro, lui è il dottore McAdeet. Uno psicologo" spiega la mamma. La ragazza fa una faccia strana e preoccupata. "Tesoro, l'ho chiamato per te" dice la mamma. "Vedi, stanotte tua mamma, mentre dormiva, ha sentito delle voci... Eri tu. Che parlavi nel sonno" spiega lo psicologo. "Continuavi a ripetere "ti amo"" dice la mamma. Esmea corre nella sua camera. 'Cosa? Non può essere' continuava a ripetersi. Mette le mani nei capelli e li tira leggermente facendo uno stridulo verso. Comincia a piangere senza motivo. Forse era perchè, solo dormendo, aveva avuto di dire a Niall che lo amava. E ci soffriva.
"Credo che ora non voglia sentirmi..." dice l'uomo al piano di sotto. "Lei mi assicura che è una cosa normale?" chiede la donna. "Si. Esmea non parla da troppo tempo e vuole farlo ora" spiega.
 
L'uomo dopo aver spiegato e rassicurato la mamma di Esmea se ne torna a casa.
 
Stesa sul letto pensava, a come sarebbe stata la sua voce. Se era dolce, stridula, vociabbile o magari... normale. Ormai aveva dimenticato il vero motivo per cui non parlava.
Sarebbe iniziato un nuovo capitolo per  Esmea, un capitolo pieno di urli, di "Ti amo", di sofferenze, di promesse e tanti segreti. Un capitolo migliore della sua vita. Quello desiderato da tutti, e anche da voi lettori.



 








 

Come state?
Io bene. Allora, sono passata per  ringraziarvi 
64 recensioni
29 preferite
10 ricordate
39 seguiti
GRAZIE
VI AMO VI AMI VIA AMO

Vorrei ringraziare

lunetta96xxfedeloveralucadirectioner4everterydirectionerJosie0001... ma sopratutto miky_98.
Grazie per recensire sempre. E per le fantastiche parole, vi adoro.

Allora, so di dire una cosa assurda ma, a 8 recensioni continuo.
Vi do un pezzo dei prossimi capitoli:


 
Il ragazzo non credeva che la voce che aveva appena sentito era la sua. Era meraviliato, e si notava dalla sua espressione.
Dentro di se, dopo aver udito quella voce, tante emozione dìsi facevano sentire. Emozioni nuove.
Gli piacevano, tanto anche.
Gli sorrise, uno di quelli che ti scappano e sono al 100% sinceri.
La ragazza prese di nuovo parole, il che fece sorridere Niall.
"***..."



 
Aspetto le 8 recensioni per il continuo. Baci, e grazie di cuore.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Tredicesimo ***


Capitolo tredicesimo




 
 
 
Sarebbe iniziato un nuovo capitolo per  Esmea, un capitolo pieno di urli, di "Ti amo", di sofferenze, di promesse e tanti segreti. Un capitolo migliore della sua vita. Quello desiderato da tutti, e anche da voi lettori.
 
 
 
 
La ragazza posa delicatamente il telefono sul suo letto. Aveva appena inviato un Sms a Niall, dove spiegava che non sarebbe andata a scuola. In realtà non voleva dirgli che sarebbe andata dallo psicologo. La madre aveva insistito così tanto che alla fine era ceduta.
Mette la borsa a tracollo e, insieme alla mamma, si avviano verso la macchina pargheggiata nel garage.
Entrano su questa e partono.
Arrivano. Durante il tempo che Esmea stava parlando con l'uomo dai lunghi baffi, la madre si siede su una sedia attendento che sua figlia venisse. Tre ore dopo entrambe erano fuori. "Ti va una cioccolata?" chiede la madre. Esmea annuisce. 
 
Entrano nel bar e si siedono. "Cosa vi porto?"chiede una cameriera. "Due cioccolate".
"Es... a chi ti riferivi stanotte" chiede la mamma. La ragazza prende un tovagliole e scrive. "Credo... Niall".
Alla madre gli spunta un sorriso, che contagia anche Esmea
 
 
Pov Esmea
Scendo dall'auto e vedo un ragazzo seduto davanti alla poprta. Solo dopo avermi avvicinata noto che è Niall. "Ciao" dice dandomi un acio sulla guancia, tutto dopo essersi alzato dagli scalini. "Ciao Niall. Come mai da queste parti?" chiede mia mamma. Niall passa una mano sui suoi capelli stizzandoli leggermente. "Sono passato per vedere come stava Esmea. on è venuta ascuola e mi sonopreoccupato" spiga. "Nel messaggio non avevi spiegato per cosa e quindi mi sono preoccupato" aggiunge. Sorrido davanti a tanta tenerezza. "Sei appena uscita da scuola?" chiede mia madre. Annuisce. "Allora ti fermi a mangiare da noi, Niall?" continua mia madre. Prima di rispondere, Niall, mi guarda come ad avere cosenso. Annuisco. "Si, rimango. Grazie" risponde. Entriamo tutti nella casa buia. "Voi andate di sopra, io preparo da mangiare" dice mamma.
Saliamo le scale ed entriamo nella mia camera, accendo la luce e mi iedo sul letto. "Dove sei adata" mi chiede Niall. Prendo un foglio. Ci scrivo "voglio provare a parlare. Con te". 
I ragazzo legge a mente e alla fine sorride. "E' una bella cosa che ìvuoi parlare, ma ancora di più che vuoi che io ti aiuti" dice. Ci soridiamo. "Dai, proviamoci" dice venendomi vicino. "Cosa vorrest dire come prima cosa?" mi chiede. Vorrei dirgi di amarlo per prima cosa. Devo farcela. "Allora?" mi chiede. Mi risveglio dal mio stato di trace. I miei occhi si ritrovono a guardare le sue labbra. Ho tanta voglia di riassaporarle. Con uno scatto, mi avventro sulle sue labbra. E, finalmente, riassaporo il suo gusto. Risponde al bacio. Questo è come i precedenti, pieno di amore. Pian piano ci stacchiamo. "Ti amo" sento una voce. Ma non è quella di Niall. E' la mia?
 
Pov Narratore
Il ragazzo non credeva che la voce che aveva appena sentito era la sua. Era meravigliato, e si notava dalla sua espressione.
Dentro di se, dopo aver udito quella voce, tante emozione si facevano sentire. Emozioni nuove.
Gli piacevano, tanto anche.
Gli sorrise, uno di quelli che ti scappano e sono al 100% sinceri.
La ragazza prese di nuovo parole, il che fece sorridere Niall. "Ti amo" ripetè. La ragazza cominciò a piangere di gioia e abbraccio Niall.
"Di qualcos'altro" dice il ragazzo. La ragazza pur provandoci non ci riesce. Sembra che l'unica cosa che potesse dire era quella. Il ragazzo troppo preso dalla sua voce non aveva capito che cosa gli aveva detto, Emea se ne accorse. Gli aveva appena confessata di amarlo. "Ti amo" ripete facendo girare il viso del ragazzo con una mano. Il ragazzo, questa volta, capì. Stampò un bacio ad Esmea e l'abbraccio. "Anche io, tanto"




 







Continuo a 12 recensioni

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Dedico questo capitolo alla mia migliore amica che oggi compie gli anni.
Ti voglio tanto bene Ale








Capitolo 14
 
 
Gli aveva appena confessata di amarlo. "Ti amo" ripete facendo girare il viso del ragazzo con una mano. Il ragazzo, questa volta, capì. Stampò un bacio ad Esmea e l'abbraccio. "Anche io, tanto" disse il ragazzo.
"Hai parlato" ripetè Nial  ancora incredulo, dopo essersi staccato dalla ragazza. "Prova a dire altre cose" continuò. La ragazza, pur provandoci, non usciva nulla. 
L'unica parola che riusciva a dire era quellla. 
 
 
Pov Esmea
Tiro piano le punte dei capelli i Niall. Siamo stesi sul divano con le canzoni di natale sotto fondo. Sono passate due settimane da quando ho incominciato a parlare. Si, ormai dico quasi tutto. Ma, naturalmente, e come se fossi una bambina che sta imparando a parlare. 
"Hai fame?" mi chiede Niall. Gli sorrido. "No, grazie" rispondo. "Ma scommetto che  tu ne hai, e anche molta" aggiunsi. "Mi conosci bene" disse ridendo. "Che ne dici se prepariamo una torta? Sempre se il tuo stomaco riesce a resistere" chiesi. "Si può fare" disse alzandosi, seguita da me. Andiamo in cucina abbracciati l'una all'altro.
"Allora, comincia a prendere gli ingredienti" ordino. "Si signorina" dice all'attento.
 
Due ore dopo siamo con le pancie piene. "Vuoi un'altra fetta?" gli chiedo. "Dopo tre fette credo che stia bene  così, grazie amore" dice stampandomi un bacio sulle labbra. Mi piace quando lo fa, mi fa sentire sua. "Cosa ti va di fare?" chiedo. "Chiamiamo gli altri e usciamo?" propone. "Ok, ci stò"  dico alzandomi. "Vado a vestirmi".
Salgo al piano di sopra e prendo una fempa e dei pantaloni. Li indosso e scendo giù. 
"Eccomi, hai chiamato i ragazzi" chiedo. "Si. Al pala cìghiaccio tra 15 minuti" mi informa. "Perfetto" dico mettendo il cappotto, seguita da lui. Sento che li lascia un bacio sulla guancia ditro di me. "Sei mia" dice. "Solo tua"  concordo. Ci abbracciamo. "Ti amo" diciamo insieme. 
 
"Finalmente" dice Euridice quando vede arrivare James. "Ciao ragazzi" saluta quest'ultimo. "Ne hai messo di tempo" commenta Euridice. "Si lo so, scusa. Stavo in chiesa" si giustifica. La ragazza lo guarda come per dire "sei serio?". I due si danno un bacio sulle labbra e poi James va da Niall. Come ragazza ci siamo solo io e Euridice. Meglio così.
"Allora, siete pronti per andare a pattinare?" chiede Harry. "Ma io non so farlo" mi lamento. "Ti aiuto io" dice subito Niall. "Niall, guarda che non sai farlo neanche tu" dice Louis. Tutti scoppiamo a ridere mentre Niall è in imbarazzo. Gli vado vicino e lo abbraccio. "Impareremo insieme" gli sussurro.
"Andiamo su" dice Liam. 
 
"Ho paura" dice Niall attaccato al palo. "Vieni, hai 16 anni dei tuoi" urla Euridice. "No, e se cado? E se poi mi rompo una gamba?" dice il biondo. Io, di canto mio scoppio a ridere. "Ci stai facendo fare una figura di popò con questi bambini" urla Euridice vedendo tutti i bambini che guardavano Niall. Io  ridevo sempre. "Non ridere tu" dice Niall. "Non riesco a non farlo, scusa" rispondo. "Dovrò passare alle maniere molto forti" dice Euridice. 
Vedo Euridice andare vicino a Niall  tirarlo forte, facendolo staccare dal palo. Poi, Niall abbraccia Euridice per non cadere. "Staccati" dice Euridice. "Ci sono bambini" sentiamo urlare da una donna. Scoppio a ridere. "Vieni da me Niall" dico. Il ragazzo, con l'aiuto della ragazza, viene da me. "Ma tu non eri quella che non sapeva pattinare"   commenta riferendosi a me. Niall, mi viene a dosso. Per fortuna non perdo l'equilibrio. Piano, cominciamo a camminare sopra al ghiaccio. 
In sottto fondo c'è la canzone  Look after you  (https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=ZuwTY4gqu0Y&list=FLjeFSeOU1_8cbk7TVcbn8qA)
 
Cominciamo a pattinare mano nella mano, lui riesce a stare in equilibrio. Lo spingo e lui quasi cade. "Non dovevi dirlo. Comincia a scappare"  mi dice. Per le seguenti ore questo facciamo.
Viviamo.
 
 
"Sono esausta" dice Euridice accasciandosi sul divano. "Vorremo sederci anche noi" si lamenta Zayn.  "Uff" sbuffa a ragazza.
"Ragazzi, volete  una fetta di torta?" chiedo. "Siii!" urla all'istante Niall. "Ok" dico. Distribbuisco a tutti una fetta di torta, tranne Euridice che non piace il cioccolato. "Buona" commen ta Niall. "Non è giusto" dice Euridice guardando il displey del sua iPhone. "Cosa?" chiede Louis. "Devo ritornare a casa. "Perchè?" chiedo. "Mia mamma ha litigato con papà. Devo passare la serata con lei. Tra gelato e film" dice. 

 
♥♥♥

 
"Ciao" dico chiudendo la porta di casa. Se ne sono andati tutti, tranne Niall. Questa notte dorme da me. Mia mamma sta al laroro e voleva che avessi compagnia.
Anche se ho insisito dicendo che non era la prima volta che rimanevo a casa da sola.
 
"Andiamo a mettere il pigiamino" dice Niall. Rido per il nomignolo. 
Saliamo sopra e ci mettiamo il pigiama. Poi  andiamo a dormire.
 
"Non riesco  a dormire" sbotto. "Mhh..." mugula Niall. "Come mai?" chiede assonnato e con voce ovattata con ancora gli occhi chiusi. "Bho... credo che sia la tua presenza" dico.  "Ed è una cosa positiva?" alza la faccia ed apre gli occhi.  "Positiva.. molto positiva" dico stampandogli un bacio. Il bacio diventa più passionale. Ci stacchiamo. Ci scambiamo un 'ti amo' e ci addormentiamo.
 






 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2343617   RECENSITE PER FAVORE. e' UNA OS CHE HO SCRITTO.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Leggete il mio spazio sotto, è importante.




Capitolo 15
 
 
Pov Narratore
"Non può essere successo. Non di nuovo" ripete Esmea piangendo. "No..."la ragazza tremava. Il polizzioto davanti a se, se ne andò con un "cordoglianze".
Esmea prese il telefono e scrisse a Niall.
"Corri da me" diceva. Solo questo.
 
 
 
 
"L'avete sentito dell'incidente che è successo questa mattina?" chiede Louis. "Quale incidente?" chiede Niall. "Oh, non so molto. Ma so che la donna è morta sul colpo. Si dice che stesse guidando e che abbia perso i sensi" aggiunge Louis grattandosi il mento dispiaciuto. "Poveretta" dice Liam. Niall sente il telefono emettere un suono. Lo prende.
"Chi è?" chiede Harry. "Esmea" dice aprendo il testo dell' SMS.
Lesse tutto, e il fiato gli mozzo in gola. "Niall? Stai bene?" chiede Liam. "Louis mi accompagni a casa di Esmea?" chiede respirando pesantemente. "Si andiamo" dice Louis.
Tutti quanti entrano in macchina e  partono verso casa della ragazza.
 
 
 
 
"No. Non può essere" dice la ragazza seduta per terra a dondolarsi con gli occhi ancora sgranati. Continuava a ripetersi quella frase.
La porta era socchiusa, e una brezza di vento freddo andò in faccia alla ragazza facendola rabbrividire.  "Esmea". La ragazza si sentì chiamare, ma non era abbastanza in se per pensare. Sembrasse che le uniche cose che potesse dire erano quelle che continuava a ripetere.
La porta si spalancò, facendo mostrare cinque figure. Niall aveva capito cosa era successo, dal momento in cui vide la ragazza in quello stato. Niall si accasciò subito a terra affianco a lei. "Ti prego, dimmi che non è successo" disse Niall.
"No. Non può essere" disse per la millesima volta. "E' morta. Mi ha abbandonata, mi ha lasciata sola" disse. Niall la strinse. 
I ragazzi capirono: la donna dell'incidente era sua madre. "Andrà tutto bene" cercò di tranquillizzarla Niall. "Perchè tu non mi abbandoni? Lo fanno tutti" disse la ragazza. Niall la strinse forte a petto. "no, io ti amo. Non ti abbandonerò mai" la strinse a se.
Un'altra e forte ventata di aria fredda entrò in casa facendo rabbrividire tutti. Zayn chiuse la porta."Come stai?" chiese Niall. La ragazza non rispose. Scoppiò solo a piangere.


Niall lo sapeva, sarebbe di nuovo entrata in depressione e non evrebe parlato. E non poteva far accadere questo, no poteva.




La ragazza buttò, per ultima, la rosa bianca sulla bara della madre. Era l'unica rosa bianca, che si distingueva dalle altre. Il bianco era il colore preferito della madre. Che solo ora, pensandoci, era un colore triste.
Un colore che odiava, perchè gli ricordava dannatamente a madre.
Niall strinse forte la ragazza, cercando di darle sicurezza e conforto
.









 


 
Ciao ragazze.
Sono passata per dirvi che questo è solo un capitolo di passagio e che ora parto e non potrò aggiornre perchè il posto in cui vado non  ho linea internet.
Ma c'è un lato positivo, per tutta la settimana che starò lì posso scrivere il capitolo successivo.
Sono sicura che saà parecchio lungo, mava bene così. 
Vi auguro un buon Natale per domani e mi dispiace di avervi lasciato con questo capitolo triste.
Spero che in molte recensite.




Un'altra cosa.
Sto facendo tipo un concorso.
Praticamente lvoglio cambiare l'introduzione, ma non so cosa scrivere. Quindi ho pensato a fare un concorso, una gara, tra di voi. 
Dovete: scrivere un'introduzione per questa storia. Una che, secondo voi, colpisca la gente e me. La vincitrice avrà l'onore di vedere la sua introduzione apparire nella storia. Nel senso che, quello che scrivete la metto come introduzione. Chi è interessata/o me lo faccia sapere nelle recensioni. Ovviamente io scriverò che l'introduzione non è mia ma vostra. 
Grazie per l'attenzione. Baci

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** - ***


Ciaooo! Sono passata per avvisarvi che domani finalmente aggiorno. Nel prossimo capitolo ci sarà qual cosa di "wow". Succederanno molte cose E spero che vi piace. Mi farebbe piacere se il capitolo di domani arrivi a 15 recensioni. So di chiedere molto, ma ho 51 seguti. Ma se non arrivano fa nulla. Bhe spero di averle. A domani ragazze. E grazie per seguire la mia storia. Un'ultima cosa. Domani o dopo domani metto una nuova ff. Su Zayn e parla principalmente sulla moda. Spero che l'andate a leggere. A domani, un bacio. Byeee <3

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16


 

 
 
 
 
"Esmea, non puoi non parlare più. Cioè, non devi ricadere di nuovo in quel periodo. Ok?" chiede Niall. "Ok" risposi. Mi da un bacio alla fronte e mi stringe a se.
"Te la senti di venire stasera da Euridice?" chiede. "Certo che si" rispondo sorridendogli. "Ok. Ti vengo a prendere?" hiede. Nego. "No grazie" dico.
 
 
Euridece  ha organizzato una cena con tutti noi. Una cena tra amici. E mi meraviglio che mi abbia invitata. Insomma, ci conosciamo da poco tempo. Pur conoscendoci da poco, devo essere sincera, abbiamo restaurato un bellissimo rapporto. 
Salgo le scale e mi ritrovo in camera. Devo decidere cosa indossare per la cena. 
Apro l'armadio e prendo un vestitino molto grazioso. E' rosso di lana corto fino al ginocchio. Forse darà un pò aria natalizia, ma a me piace. Vado in bagno immergendomi nella calda acqua della vasca. Gioco un pò con la schiuma e poi mi sciacquo.
 
 
"Sei stupenda, fattelo dire" dice Harry appena entro nella casa-villa di Euridice. "Wow, che casa" mi complimento con la ragazza. "Si lo so" dice ridendo e ironicamente. "Allora, mamma ha cucinato molto. E scommetto che Niall mangierà molto" dice Euridice. "Ciao" Zayn entra dalla porta sul retro con un sacchetto in mano. "Ehy..." lo saluto alzando la mano. "Come stai?" chiede stampandomi un bacio sulla guancia. "Vado avanti" rispondo con un sorriso amaro sulla bocca. "Che si mangia?" chiede Harry urlando. "Lo scoprirai" sento urlare Euridice.  "Ho preso dei dolci" dice Zayn quando vede Euridice venire verso noi. "Ciao splendore" mi saluta. "Ciao" rispondo. "Mhh, Niall?" chiedo. "Sta in cantina. Mia mamma gli ha chiesto di prendere una cosa. Ma credo che si sia perso" ride Euridice.  
Scoppiamo, insieme a lei, a ridere. "Vieni, ti presento i miei" la ragazza mi prende per il braccio e mi trascina  in cucina. "Mamma, lei è Esmea" mi presenta.
 
I genitori di Euridice sono davvero accoglienti, gentili e simpatici. Come loro anche i nonni. Euridice ci ha fatto vedere la casa. Grande, lussuosa e stupenda. Credo che quesa famiglia sia pieno di soldi. 
 
"Mhh, davvero squsito" commento assaggiando, di nuovo, le patate al forno. "Si... molto" dice Niall con la bocca piena di chissà quante cose. E sputacchiando anche qual cosa. "Non mangiare quando ha la bocca piena in quel modo" gli dico accarezzandogli  il braccia. Sembra che gli piaccia quel gesto. Infatti, mi sorride dolcemente. "Allora... Dolce?" chiede la mamma di Euridice. "Siii..." urla Niall. 
 
"E' stata una  bella la serata" Parla Niall di fianco a me. "Si, molto divertente" concordo. "Allora amore-" lo interrompo. "Come mi hai chiamata?" chiedo sorridendo. "Amore" dice stampandomi un bacio sulle labbra. "Sei il ragazzo migliore che una ragazza possa avere, Niall" dico. "Ti amo" dice. "Anche io ti amo" dispondo. "Che ne dici di rimanere a dormire da me?" chiedo. "Non posso. Non ho avvertito mamma" dice triste. "Fa nulla" gli stampo un bacio dietro l'orecchio.  "Ti va di uscire domani?" chiedo. All'improvviso si fa nervoso. "Ehm... io. Devo andare. Ciao" dice prima di darmi un bacio e andarsene. La cosa mi puzza. Perchè non mi ha risposto? Forse non mi vuole più?
 
 
Verso del caffè nella mia tazza, sono le 15.31.
Da ieri Niall non si è fatto sentire. Non risponde ai messaggi e stacca le chiamate.
Corro in camera e prendo dei indumenti chiudendomi in bagno. Cinque minuti dopo sono nel salone a infilarmi il cappotto.
Ho paura che a Niall è successo qualcosa. Esco furtiva da casa e mi avvio verso quella di Niall. Comincio a correre senza accorgermene. Ho il fiatone e una gran sete. Ma non smetto di certo a correre. Da lontano vedo casa sua. Una graziosa casa su due piani color crema.
Busso alla porta più forte che mai. Si apre. 
"Ciao Esmea" mi saluta Bobby. "Dove sta Niall?" chiedo senza neanche salutarlo.  "Di sopra. E' successo qualcosa?" chiede. "No, mi sono solo preoccupata. Non mi risponde ai messaggi e mi stacca le chiamate" dico velocemente entrando. Faccio per avanzare ma l'uomo mi ferma. "Niall ha detto di non disturbarlo"dice. "N... non vuole farmi salire sopra?" chiedo shoccata. "Lui ha detto di non disturbarlo. Credo che stia con la sua ragazza. Prima è salito con una ragazza rossa" dice. "Ragazza? I sono-" mi interrompe. "La sua migliore amica" Bobby si gratta il mento.
"La sa migliore amica? Così le ha detto? Che sono la sua migliore amica?" chiedo con occhi sgranati. Annuisce. Che bastardo. All'improvviso si sentono delle urla. 
Da i miei occhi scendono delle lacrime, di dolore. So perchè si è sentito quell'urlo. "Ehy, perchè piangi?" mi chiede Bobby. "Dite a Niall che non si faccia più vedere" concludo. Esco dalla casa, ma in fretta rientro dalla porta lasciata da me aperta. "E per la precisione, io non ero la sua migliore amica. Ero la sua ragazza" dopo questa scappo da quella casa. Prima di uscire ho sentito un'altro grido. Meno forte, ma sempre un grido.
Prendo il telefono e compongo il primo numero che mi viene in mente dei ragazzi, quello di Harry. "Pronto?" sento la sua voce. "Harry, sono Esea" la mia voce esce roca e si capisce chiaramente che sto piangendo. "Perchè piangi?" chiede subito. "Possiamo vederci?" chiedo. "Si. Dimmi dove" dice.
 
Entro nel parco e subitolo noto, con Louis, Liam e Zayn. Gli vado vicino. "Ehy" saluta Harry. Fingo un sorriso. Avevo chiesto di parlare con lu, no con tutti.
"Oh, ecco Niall" a suon di quel nome mi volto disgustata. 
"Esmea" dice soppreso. Fa per darmi un bacio, ma mi scosto. La sua faccia diventa un punto interrogativo.  "Non toccarmi" dico solo. Mi volto verso Harry che sembra stupito dalla mia affermazione. "Ti avevo chiesto di parlare. Solo io e te" dico.
Mi sistemo la borsa e cammino verso l'altra direzione. Mi afferrano per un braccio. "Ehy amore, che succede?" chiede Niall.
Mi giro verso di lui, con uno sguardo truce. Fa per baciarmi ma gli mollo un pugno in pieno visto. Tanto forte da fargli uscire il sangue, non molto, ma fatto uscire. "Che cazzo ti prende?" mi aggredisce. "Me lo chiedi anche?" lo guardo con le lacrime. I passanti mentre camminano guardano la scena. "Mio nonno diceva sempre di non fidarsi delle persone più grandi di te. Ha ragione" dico. Non so se ha capito il senso della  frase, che è molto difficile capirla, ma non me ne frega.  "Cosa? Che centra che sono più grande?" chiede. "Ecco. Vai dalla tua puttanella" dico. Lui sgrana gli occhi. Come lui i ragazzi e passanti.
Mi giro e comincio a camminare. Mi afferra di nuovo, ma mi forte. Sembra arrabbiato. "Come fai a saperlo?" chiede. "Ieri sono venuta da te. Tuo padre..." non riesco a finire la frase che scoppio a piangere. Comincio a correre veloce. Non mi segue. E' un bastardo.
Una volta distanti da loro, prendo il telefono e chiamo Euridice. Anche lei non risponde.
Sembra che il mondo mi odi fottutamente. Da lontano si vedono bambini giocare felici. Mi avvicino a loro. "Po-posso giocare con voi?" chiedo a loro. "Non sei troppo grande?" chiede uno con capelli rossi. "No" rispondo. "Allora vieni" risponde sempre quel bambino.
Non so perchè mi sia messa a giocare con i bambini, ma mi piace farlo. Mi sto divertendo. E non ho bisogno di gente della mia età per divertirmi.
"Come ti chiami?" chiede una bellissima bambina con lunghe trecce nere. "Esmea, tu piccola?" chiedo. "Geltrude" risponde la bambina sorridendo. "Che bel nome!" commento.
"A me non piace" dice. "Perchè?" chiedo. "E' brutto" dice con il broncio, sorrido per quella espressione bellissima e divertentissima.
Giocare con i bambini è un pò come tornare indietro nel tempo. Non m'importa delle persone che mi guardano divertiti. Non fa nulla.- La mia infanzia non l'ho avuta. Ho anche io il diritto di passarla, anche se solo poche ore.
 
I bambini sono tornati a casa, e io sono rimasta da sola. Ma domani ho promesso a quei bambini che sarei di nuovo andata da loro a giocare. Per quell'arco di tempo che ho giocato con loro ho dimenticato completamente tutto. "Es..." mi sento chiamare da dietro. Mi volto e vedo Harry. "Vattene" dico. "Non sapevo cosa era successo. Dovevi aspettarti una cosa del genere da Niall. Lo sai meglio di tutti come è fatto. Non sei la prima che tradisce, e non sarai l'ultima di certo. Tu per lui non sei importante come immagini, lui dice di amarti ma non è quello. Gli fai solamente pena, non te ne sei accorta? A tutti noi fai pena, persino a James fai pena. Noi non ti vogliamo nel nostro gruppo, io per primo" sputa senza vergogna. Queste parole fanno male, molto. Ma almeno so quello che pensano di me. Che mi odiano e gli faccio pena.  Mi hanno delusa parecchio. Non li facevo così, sopratutto Niall.
Ma ho imparato che non mi devo fidare delle persone, non più.


 




 

Ciao ragazze, sono felice di aver aggiornato. Mi scuso per gli eventuali errori. E che non ho avuto voglia di correggere (hahahah).
Dopo tantissimo tempo ho aggiornato!
Se questo capitolo arriva a 15 o 11 recensioni aggiorno. Se le recensioni sono di meno fa nulla.

Alla prossima ragazze <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


La parte in grassetto è di un diario vero




Capitolo 17

 
Ma ho imparato che non mi devo fidare delle persone, non più. Anche se tardi. Le persone prima ti sono amiche e poi ti trattano come pezzi di carta che trovi gettati per terra. 
Le parole dette da Harry quel giorno mi colpirono. Non solo perchè  ha detto cose molto brutte, ma perchè è stato l'unico a dirmi quelle cose. Sincero, e lo apprezzo questo.
Quel ragazzo farà strada.
Il giorno dopo era peggio del primo. Ormai sono passati 17 giorni, e io non ho reagito ad nulla. Ne una loro minaccia ne a una loro provocazione. Perchè? Perchè  non voglio mettermi  nei guai. Loro questo vogliono. Niall è pure arrivato a mettermi le mani addosso. Con poca forza ma l'ha fatto. E sono delusa dopo tutto quello che ha fatto. 
Intanto il giudice, venendo a saper che ero sola, mi ha affidato temporeanalmente in una famiglia. La definirei allegra, coinvolgente e gentile. In poche parole mi fanno stare bene. Hanno anche un figlio. Il  suo nome è Dylan, è un bellissimo ragazzo. E mi ha promesso di impararmi ad usare lo skate, lui è uno skater davvero bravo. E' gay.
 
Questa mattina mi è successo una cosa piuttosto strana:
I ragazzi si sono avvicinati da me come loro solito fare. Hanno cominciato con gli insulti, come sempre, più pesanti.  Niall mi ha preso preso il polso cominciandolo a stringere sempre di più. Faceva tanto male, ma il mio sguardo era rivolto verso lui. Poi ha fatto una cosa che non ha fatto mai. Ha alzato gli occhi, facendoli incrociare con i miei. Non era mai successo prima d'ora. Non mi aveva mai guardato. Sono rimasta colpita dal su gesto. Poi il nostro sguardo è stato interrotto da Zayn che diceva di lasciarmi perchè stava venendo il preside.
 
Sono parecchio triste, tra poco la scuola viene chiusa perchè devono fare quel loro 'lavoro'. 
Domani sono 30 giorni -un mese- dalla morte di mamma. Ho deciso di andare al cimitero a portagli delle rose bianche. Le sue preferite.
 
Sto ricominciando con quel periodo. Si, di nuovo quei segni sulla mia pelle. Quei tagli che mi ritrovo. Ormai sta diventando una routine. Farlo mi fa stare bene.
 
"Nessuno può capire un autolesionista.
Una di quelle persone che si sentono in colpa per qualunque cosa. Quelle che soffrono sempre. Quelle esperti che sanno come, pur lesionandosi, a  non morire. Quelle che si nascondono dietro altri problemi.
Sole e impaurite. Nessuno capisce che odiano il fatto di sentirsi in soggezione, al centro dell'attenzione ma anche terribilmente sole.
Nessuno capisce che sono sole al mondo e che gli sta bene così. Perchè una vera autolesionista sa perchè lo fa, sa perchè viene allontanato.
Sono fiera dell'autolesionista che é dentro di me, capitelo. Nessuno mi farà cambiare idea.
Ho una vita davvero orribile. I miei veri genitori mi hanno abbandonata, miliardi di persone che mi odiano e cose davvero brutte.
Mi ammiro. Perchè esserlo mi porta avanti ogni giorno.
Chiamatemi anche psicopatica e malata di mente. Ma ricordate che voi non sapete come si sente ad essere autolesioniste. Mi fa stare bene"
Questi sono i miei pensieri. 
 
Ore 18:58
Sono distesa sul letto da ore. A pensare a Niall, anche se non se lo merita. Ma io lo amo ancora e non posso farci nulla. La nuova casa è  bella e anche la mia nuova famiglia. Sono stati davvero generosi  a darmi  una casa e da mangiare . 
Sento bussare la porta. Un "avanti" debole fuoriesce dalla mia bocca. La porta si apre facendomi mostrare la bella figura di   Dylan. E' un bellissimo ragazzo, devo ammetterlo. Ci avrei fatto anche un pensiero se non fosse stato gay.
"Ciao, posso?" entra nella stanza appena. "Certo vieni" lo invito.
Si  siede sul mio letto. "Di cosa hai bisogno?" gli chiedo sorridendogli. "...Mi piace un ragazzo..." dice  facendo tingere le sue guance di rosso.  E' tenerissimo. "E' una bellissima cosa!" commento. "Si, ma c'è un problema" dice abbassando lo sguardo. "Quale?" chiedo. "Lui non è gay, ma etero"  mi guarda. "Oddio" mi faccio sfuggire. Vedo delle piccole lacrime scendere da i suoi occhi. Spontaneamente, lo abbraccio. "Ehy... Non piangere su" gli accarezzo i capelli  .
"E' pronto..." sentiamo  dire. "Andiamo su" dico alzandomi. Gli asciugo le lacrime sotto gli occhi con i pollici e gli do un bacio sulla  fronte. "Sei una sorella perfetta" dice. Questa frase mi commuove, nessuno mai me l'ha detto. "E tu sei un fratello, un amico, e un ragazzo perfetto" ci abbracciamo.
Scendiamo giù. "Cosa si mangia?" chiede Dylan. "Ho fatto la pasta al forno" annuncia Margaret, la mamma di Dylan.  "Mhh... la  mia preferita" dice una voce dietro di me. George, i marito di Margaret. George non è il padre di Dylan, lui è morto.
Ci sediamo tutti a tavola e facciamo un breve ringraziamento a Gesù.
Cominciamo a mangiare . La cucina di Margaret è di alta qualità. "Tutto molto buono" dico. 
"Esmea, dobbiamo dirti una cosa" George interrompe il religioso silenzio. "Abbiamo deciso che tra tre giorni andrà a frequentare la stessa scuola di Dylan. Ti va bene?" continua Margaret.  "E' la cosa più bella che mi potevate dire" mi alzo è li vado ad abbracciare. Finalmente non rivedrò più Niall. Finalmente potrò vivere senza la paura.





 
Dylan



























 
Scusate il ritardo, ho avuto problemi con EFP.
Sono passata per dirvi che la parte diario in grassetto è vera. L'abbiama presa dal diario di Esmea.
Spero che sia di vostro gradimento.
Continua a 13 recensioni. Se poi mi fate arrivare a 15 ne sarei felice. NON SIETE COSTRETTE A FARMI ARRIVARE A 15 O 13 RECENSIONI. NON E' UNA MINACCIA.
Alla prossima <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18




 
Finalmente oggi è l'ultimo giorno che rimango in questa infernale scuola. Ma la cosa più bella e che non vedrò quelle persone false. Ma sopratutto non soffrirò più per Niall.
 
 
"Abbiamo sentito che oggi è l'ultimo giorno che ti vediamo. Volevamo darti un caloroso addio" sento la voce di Niall dietro di me. Al suono di quella mi giro immediatamente, per paura forse. Sono fuori alla scuola a fine giornata. Oggi mi dovrebbe venire a prendere Dylan con il ragazzo che gli piace per farmelo conoscere. Spero che venga presto, ho paura del suo caloroso' addio. Potrebbe farmi qualcosa di molo più forte e pesante di quelle che di solito è abituato.
Sento affermarmi il polso e mi spavento. Non capisco come abbia fatto a sapere che cambio scuola. Non capisco.
"Ora di daremo davvero un bell'addio" dice sempre Niall.
"Senti, se non vuoi andare nei guai ti consiglio di lasciarmi stare. Lo consiglio a tutti" dico. Perchè questa risposta? Sono stanca di essere sempre sotto mira da loro. E' ora di rimediare. Sono stanca, non posso vivere con questo terrore, anche se tra poco non lo vedrò più.
Una risata generale si innalza dal gruppo che mi circonda, ormai.  "La bambina si sta ribellando" dice Niall. "Lasciatemi sola con lei" aggiunge. Cosa vuole fare?
La paura si impossessa di me. Ricordate quella parte coraggiosa di me che poco fa ha risposto a Niall? Bhe, scordatevela, ha preso il biglietto di solo andata al mondo dei fifoni.
I ragazzi se ne vanno lasciandomi sola con il biondo. "Cosa vuoi fare?" chiedo. Lui mi sorride, ma no un sorriso dolce che ti esprime sicurezza. Tutt'altro. Questo mi esprime paura, e non è una cosa positiva. Ma molto negativa.
Comincia a camminare verso di me di me minaccioso, io cammino all'indietro ma mi fermo all'istante perchè mi afferra per un braccio. Cominciamo a camminare in direzione  a me poco conosciuta. Credo che sia dietro la scuola. Lui mi tiene per il braccio ancora. "Devo andare a casa" dico. "Sisi... a farti quel gay" dice senza pensarci. Si capisce che è una cosa detta pensarci.
Con un gesto, stranamente, delicato mi appoggia al muro. "Cosa vuoi davvero da me?" chiedo. "Voglio chiarire solo. Voglio dirti che non me ne sono pentito di averti tradita. Ma voglio chiarire perchè mi pare giusto nei tuoi confronti" dice. "Da quanto ti interessa cosa è giusto per me, ah? Non ti è mai  passato per la mente che io sentendo quelle cose da Harry mi sia sentita male. So che gli hai detto tu di dirmi quelle parole, e non provare a negare che non ti credo. Dio, come ho fatto a fidarmi di uno stronzo come te? Come? Credevo che stando con te avrei fatto una cosa buona. In effetti, tu, l'unica cosa che hai fatto  per me è stato farmi ritornare a parlare. E sai cosa? Te ne sono grata. Ma questo non cambia nulla. E ora lasciami in pace, mi hai fatto già male abbastanza. Sia fisicamente che mentalmente. Se in caso contrario, sarò costretta a sporgere denuncia. E tu andrai in seri problemi" dico. "Ora se permetti, vorrei passare" aggiungo. Faccio per superarlo ma mi afferra nuovamente con una stretta. "Devo ancora darti il mio addio" dice al mio orecchio. "Ho detto che se mi fai male sporgo denuncia" gli dico. Lo vedo fare un sorriso malizioso e avventrarsi sulle mie labbra. Mi stacco in fretta e gli do uno schiaffo. Il secondo avuto da parte sua in tutta la sua esistenza.  Lui gira il viso, giratosi quando la mano è stata a contatto con la sua faccia, e mi guarda. "Non ti faccio nulla solamene perchè mi hai altamente pena" dice. "Io credo perchè tu non voglia" dico in rimando. La fiducia che prima avevo in me sta tornando. E con quella anche il coraggio. Si, sono finalmente decisa ora. "E perchè io non voglio? Mi fai solo pena" dice ridendo cattivamente. "Tu hai paura del fatto che io possa denunciarti. Ora se ri-permetti, vado" dico staccandomi dalla sua presa. Sulla faccia tengo un sorriso compiaciuto. Per la prima volta ho messo K.O. un ragazzo con il solo parlare. E ne sono fiera. 
 
 
"Allora, contenta che inizi la scuola nuova? Con me?" mi chiede saltando sul letto, Dylan. Stiamo facendo una cosa strana. In piedi sul letto a saltare come due bambini.  Ma il punto è che mi sto divertendo come un matta. "Ti avevo detto che era divertente" dice dopo aver avuto una risposta positiva da parte mia. "Si, lo è. Eccome" rido.
"Ragazzi, io dopo non ve lo compro un letto nuovo" sentiamo dire. Ci giriamo e troviamo la mamma di Dylan sullo stipite. In fretta ci fermiamo e saltiamo dal letto. "Mi scusi" dico. "Ancora con il lei?" scoppia a ridere la signora.
Questa famiglia mi piace perchè non sono come tutte le altre. E' allegra in un modo straordinario. E sono felice di far parte di loro. Sento di volerli già bene.
"Oh, Esmea, prima un ragazzo ti cercava. Ma tu stavi dormendo e non volevo disturbarti" dice la donna. "ome era fatto?" chiedo. "Enorme ciuffo, tatoo e ha detto di chiamarsi Zayn" dice, prima di uscire.
Zayn? Cosa vorrà mai da me?





 
















Ciao ragazze
Come state? Io Bene.
Sono passata per dirvi, anzi per scusarmi, se i miei capitoli sono decisamente lunghissimi. Dico anche che sono molto fiera sul fatto che piaccia a voi.
Spero che vi piacia. Comincio a scrivere il capitolo a 7 recensioni e lo pubblico a 10. Se poi  ne sono di più tanto meglio. 
Bhe, vi lascio, un grande abbraccio e spero che vi piaccia tutto questo. 
Bye...
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19
 
 
Caro diario...
Sono passate due settimane da quando sono in questa scuola. Come mi sembra? Strana. Si, le persone lo sono. E anche tanto. Le persone le sono principalmente. 
 
Zayn dopo esser venuto quella sera a casa mia non è successo più. Non ho chiesto niente a lui. Potevo chiamarlo, contattarlo in qualunque modo. Ma per come mi hanno trattato non ci non voglio.
Intanto a scuola ho conosciuto nuove persone. Loro sono gentili e,  premurose, ma strane. La mia vecchia  scuola domani viene abbattuta. In parte mi dispiace, il preside ci teneva un sacco. Ma non abbiamo potuto fare niente.
Molte sere, di notte, mi ritrovo a pensare a Niall. E'  strana la cosa che è il mio pensiero fisso, non solo di notte, è lui. Diciamocela, lui non merita di essere pensato. Ma nel più profondo di me sento di amarlo.
Non ho molto da scrivere...
Scusa se ti trascuro parecchio.
Esmea.
 
 
 
"Ehy Es" sento una voce dietro di me e mi giro. "Ciao Dylan" saluto. "Ancora con quel diario?" chiede sorridendo. "Si..." dico. "Cosa ti serve?" chiedo. Si incupisce. "Mi dovresti accompagnare da una parte" dice.
 
2 anni dopo...
"Es, dai scendi da quel letto e vai immediatamente a vestirti" Euridice entra nella stanza. Appunto, svegliandomi. Mugulo qualcosa di incomprensibile. "Cosa cavolo hai detto?" chiede aprendo il mio armadio. "Per favore. Ho sonno. E le vacanze sono appena iniziate" dico. "Mi devi aiutare a decidere che cosa indossare. Dobbiamo andare in molti negozi e abbiamo, decisamente, troppo poco tempo" mi scuote. Apro gli occhi piano e mi alzo lentamente. "Dove dobbiamo andare? Oggi noi non dovevamo uscire. Non era in programma" dico. "Si lo so. Ma non hai impegni,vero?" dice speranzosa. "Si, ho impegni in verità. Sai che devo andare a scegliere il vesito da damigella" dico. "Lo sapevi" dico. "Davvero? Quindi significa che non puoi venire?" chiede. "No, mi dispiace" dico.
 
"Mhh, sono tutti fantastici. Comincia a provare questi e poi prova quelli di Chantal" dice la mamma di Dylan. Sbuffando, entro nel camerino e prendo il primo vestito che mi capita sotto le mani. Lo infilo con qualche difficoltà. E' davvero bello. Tutto rosa con ricami anche esso rosa. Mi specchio dentro il mio riflesso. Mi sta davvero bene. Non voglio provarmene altri. Questo è ottimo.
Esco fuori e mi sento n tantino in soggezione. Tutti mi fissano. "Come-come sto?" chiedo arrossendo di brutto. "Wow.." a parlare è Chantal. "Mi sta bene? Mi piace un sacco. Non ne voglio provare altri" dico in fretta. "Bhe, se ti piace davvero tanto...prendiamo qesto" dice Chantal. "Grazie" dico girandomi verso lo specchio, di nuovo.
 
 
Sento vibrarmi qualcosa nella tasca dei pantaloncini. Prendo il telefono e noto un SmS. Zayn, di nuovo. Ricordate 2 anni fa quando è venuto a casa perchè voleva parlarmi? Bhe, non la finisce di tormentarmi da allora. In effetti, non lo rispondo, non gli parlo e lo evito. 
Sono cambiata in questi due anni. Ora sono più matura, più sicura e più -non per vantarmi- più bella. Diciamo che sono cambiata in tutto.
Entro nella mia camera e butto il telefono sul letto. Ma questo, involontariamente, mi finisce per terra. Mi chino per prenderlo. E' finito quasi sotto il letto. Noto che sotto il letto ci sono ricordi. Un miliardo. Presa dalla curiosità, afferro un libricino. Mi alzo e lo giro tra le mani. Solo dopo poco lo riconosco. Il mo vecchio diario. Quello che ho deciso di non scrivere più un anno fa.
Vado all'ultima pagina e la comincio a leggere. 
 
Caro diario...
Oggi Zayn è rivenuto. Non molla. Evidentemente deve dirmi una cosa importante, ma a me non frega niente. Qualunque cosa debba dirmi non mi frega. 
Questa mattina sono passata dove un tepo c'era la mia vecchia scuola e dove ora sta un enorme parcheggio. 
Quando l'ho visto mi sono venute le lacrime agli occhi. Tanti, troppi ricordi. 
Ho preso una decisione, oggi sarà l'ultimo giorno che ti scrivo. Non so motivare la mia decisione i verità...
Non ho nulla d'aggiungere. Bhe, a un giorno non deciso. La tua Esmea...
 
Sorrido a leggere quelle parole. Nella mente mi riaffiorono tanti ricordi. Che fanno soffrire.
"Ehy, ricomincerai di nuovo?" sento la voce di Dylan. "No, l'ho trovato sotto al letto. Dove lo avevo riposto. E ho letto l'ultima pagina che ho scritto. E' stato emozionante" dico. "Ok... Io esco" dice. "Con chi?" chiedo. "Affari miei" dice andandosene. 
Sono sicura che vi siete accorti del nostro cambiamento di rapporto. Durante questi due anni abbiamo litigato un sacco. Troppo per i miei gusti.
"Ok..." dico una volta andato via. 
Prendo il telefono e leggo l'SmS di Zayn.
"Ho bisogno di dirti una cosa importante. E' su Dylan" sgrano gli occhi. Cosa centra Dylan ora?
Rispondo:
"Oggi alle 15:00 al parco" scrivo.
Poso il telefono e sul comodino e prendo una tovaglia per asciugarmi dopo essermi fatta la doccia. 
 
Mi rilasso sotto il getto d'acqua con un pensiero fisso.
Cosa vuole Zayn da Dylan?
 
 
vestito di Esmea



Mio spazio...
Scusatemi. So di aver messo in ritardo il capitolo, e mi dispiace. Non sapevo come scrivere le cose. 
Per questo è corto.
Spero che vi piaccia.
Non ho molto da dire, scusate.
Al prossimo capitolo, che fooorse lo pubblico domenica o lunedì.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Mettete questa mentre leggete: https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=rtOvBOTyX00


Capitolo 20



 
 
Vedo arrivare Zayn da lontano. Non è cambiato per nulla da 2 anni fa. Solo poco esteticamente.
I suoi passi si fanno sempre più veloci. Si guarda a destra e sinistra. Sembra che non voglia farsi notare.
"Cosa vuoi da Dylan?" chiedo appena mi è a un metro da me. 
"Non si usa salutare più?" chiede con un sorriso che non riesco a decifrare sulle labbra.
"Ciao" dico freddamente. "Dovresti essere più dolce la prossima volta. Ma ora ti sei salvata" dice. "Rispondi alla mia domanda" dico con lo stesso tono di prima. Freddo.
"Quanta voglia di sapere" dice. Mi sta irritando parecchio. "Bhe, meglio che tu sappia che sono venuto in pace. E poi la cosa che ti dirò sarà una cosa che ti servirà a conoscere il vero Dylan" dice.  "Vedrai che una volta detta mi ringrazierai" dice.
"Allora cosa aspetti a dirmelo?" chiedo.
Guarda, di nuovo, a destra e sinistra. "Ti ricordi che ai tempi della scuola spacciavamo?" chiede. Annuisco. "Lo facciamo ancora" dice soddisfatto. "E che me ne dovrei fare io?" chiedo.
"Dylan è un nostro cliente". E a quel punto il mondo mi cada a dosso. "E voi perchè gliela date?" chiedo arrabbiata. "Non sono io a dargliela. E' Niall" dice. "Lo ricordi ancora?" aggiunge. "Niall?" chiedo incredula. "Dove sta ora?" chiedo. "Improvvisamente vuoi vederlo?" chiede. "Dove sta?" scandisco. "Credo sia a casa sua" dice scocciato. "Abita ancora li?" chiedo. Annuisce. Comincio a camminare verso casa.
 
venti minuti dopo sono davanti alla porta cercando le chiavi. Prendo quest'ultime e apro la porta. Butto la borsa a terra e con passo veloce mi dirigo verso la camera di Dylan più arrabbiata che mai. Apro con furia la sua porta. "Ehy" mi saluta. "Dammela" dico stendendo la mano. Fa la faccia stranita e interrogativa. Fa finta di non capire. "Dammi la roba" dico. "So che ti dogri, dammi tutto quello che hai e non dirò nulla a mamma e papà" dico. "Come hai fatto a saperlo?" chiede. "Non ti frega. Mamma e papà stanno giù. Se mi dai quella schifezza non dirò nulla. Ma in caso contrario gli dirò tutto" dico. "Non te la darò mai" dice abbassando la testa. "Dammela, ora" ringhio. "No" dice. "Mi fanno sentire bene"  aggiunge. "Non dire idiozie. Dammela e non succederà nulla" dico. "Se te la dò, lo dirai a mamma e papà?" chiede. "No, ma ora dammela" dico ri-stendendo a mano. Lui abbassa il viso. Dall'armadio prende una scatola verdognola e consumata. L'appoggia sul letto e toglie lo scatolo. Ne estrae ben 3 bustine di meda grandezza di polvere bianca. Le strappo letteralmente dalle sue mani e me ne vado nella mia camera.
Mando un SmS a Niall. So che sembra inopportuno dato che non ci sentiamo ne vediamo  da due anni.
-Sto venendo da te. Fatti trovare a casa- questo è il contenuto.
La sua risposta non tarda. -ok- contiene solo.
Metto le bustine nella borsa, dopo averle messe in una busta verde. "Dove vai?" sento la voce di Dylan. "A restituire questa schifezza" dico mettendomi un cappotto. "Mi odi?" chiede. Lo guardo. "No, ma sono delusa da te" dico scansandolo e andandomene.
 
Il mio dito è a un centimetro dal pulsante del campanello di casa di Niall. Credevo di essermi preparata durante la camminata casamia-casasua.
Farò solo una cosa: gli darò le bustine e me ne andrò.
Busso. Ok, tengo tantissima ansia. Il cuore inizia a battere fortissimo. Porto una mano su esso e sento i battiti. La porta si apre di scatto. Prima che porti il mio sguardo su Niall, un miliarde di brividi mi percorrono la schiena facendola stringere. Il mio sguardo sale per tutto il suo corpo velocemente. 
Quando i miei occhi si scontrano violentemente con i suoi, dentro di me sento i fuochi d'artificio. I miei occhi si fanno lucidi, per l'emozione.
Lo stesso colore, con lo stesso luccichio. Lui è davanti a me. Dopo 2 anni. E io non faccio nulla. Si sposta per farmi entrare. Sono decisa.
( Da qui  è tale e quale a come è accaduto. Stesse battute stessi movimenti)
 
Entro. Lui chiude la porta, mi giro verso di lui.
Gli prendo il viso con le mie mani fredde e schiaccio le mie labbra con le sue. La mia borsa cade per terra.
 Il bacio diventa sempre più passionale. Mi appoggia al muro piano. Ci desideriamo da morire. Il bacio è compiuto con così tanta voglia e piacere che i nostri respiri sono pesanti. Le nostre lingue si modellano a vicenda. Le mani dell'altro sono nei capelli dell'altro . (?)
Mi è mancato da morire. I suo profumo, ormai da un bel pò, si è posseduto delle mie narici. Le sue mani scendono lungo i miei fianchi. Per po finire dietro le gambe e alzarmi dal pavimento facendomi allacciare le gambe lungo i suoi fianchi. 
Improvvisamente mi dimentico di tutto e tutti. Ora siamo solo io e lui. 
Ho bisogno di lui. Ci stacchiamo, per mancanza di forze. Le nostre fronti sono attaccate ma i nostri occhi serrati. Si sentono solo i nostri respiri che pian piano si fanno regolari. 
Apro gli occhi e vedo che i suoi sono aperti. Mi mette a terra.  Mi guarda sbalordito. "Cosa...?" è confuso. "Perchè l'hai fatto" mi chiede. 
Perchè l'ho fato? ...
Mi accorgo che la sua voce è cambiata. Sembra più matura e più dolce. Sono come incantata da lui. Porto di nuovo le mie labbra sulle sue raccogliendole.
Questa volta le labbra sono ferme e si godono quel contatto.
"Io non sono venuta qui per baciarlo" penso.
Bruscamente mi allontano da lui. Prendo la borsa caduta per terra.
Dopo aver preso la bustina di doga glie la butto sul torace bruscamente. "Tienitele. E se rivendi di nuovo a Dylan quelle cose ti giuro che ti dennucio" dico. Voglio andarmene la non ci riesco. Posa le bustine sul mobile  di fianco a lui. "Perchè sei venuta?" chiede. "Mi pare ovvio"dico all'istante. "No, no pare ovvio" risponde bruscamente. "Non puoi fiondarti in casa mia solamente per darmi quelle cose. Tu sei venuta perchè ti mancavo" dice ad un centimetro dal mio viso. "Tu? Ma per favore. Tu non mi manchi affatto" dico. "Il tuo bacio diceva il contrario. Mi hai baciato con così tanta foga" con la punta della lingua lecca sotto al mio orecchio.  Il mio viso arrossisce parecchio.
"Anche tu mi hai baciato con foga" dico di rimando. "Io bacio tutte con foga. Dovresti saperlo, piccola" sussurra nella mio orecchio. "Non chiamarmi in quel modo" dico. Non sono infastidita, anzi mi fa piacere che mi chiami così. "Sono stato il tuo pensiero fisso per questi due anni, vero?" solletica il mio collo con il naso. "Vero" dico presa dall'eccitazione che si stra creando tra di noi. Non mi pento della mia risposta, è quello che è successo. "Davvero?" chiede ingenuo. Abbasso gli occhi e annuisco. "Mi ami ancora?" chiede. "Io... io non lo so" dico. Alzo lo sguardo e lo punto nei suoi occhi. "Ma se tu ora non mi piaceresti, appena che ti ho visto non ti avrei baciata in  qel  modo. Non mi saresti mancato così tanto. Il mio cuore non sarebbe stato regolare. E... penso che ti amo ancora. Ecco, questo non lo avrei mai detto" dico in fine. Non parla. Sento dei passi scendere delle scale. Mi giro. Vedo una bambina da lunghi capelli rossi e con un pupazzo in mano. E'tenerissima. Credo non abbia più di tre anni. Gli occhi di Niall si sgranano. "Papà..." la sua voce flebile dice quelle parole. 
Papà?
Il mio sguardo cade su Niall. Quest'ultimo va dalla bambina,  per poi prenderla in braccio.
Cosa significa tutto questo?
La bambina ha gli stessi occhi di Niall.
"Chi è lei?" la bambina chiede a Niall chi sia indicandomi.
"Una vecchia amica" risponde il ragazzo. "Come si chiama?" chiede. "Esmea" rispondo. Lei mi guarda e poi nasconde la sua faccia nell'incavo del collo del padre.
Niall mi guarda on sguardo triste. Mi avvicino alla bambina. "Quanti anni hai?" chiedo dolcemente. Si gira verso di me e con la  mano fa il segno  due. De anni. Un anno prima che conoscevo e l'hanno in cui l'ho conosciuto.
"Vado a giocare" annuncia la bambina. Niall, dopo averla messa a terra, gli bacia la fronte e dice alla bambina di stare attenta.
"Vuoi giocare con me?" mi chiede la bambina. "O-ok" rispondo. Insieme andiamo nel salone e iniziamo a giocare sotto lo sguardo di Niall.
 
Un'ora dopo sono all'entrata e mettendomi il cappotto con Niall di fronte a me. "Sei cresciuta tantissimo" dice. 
"Io vado... ciao" dico aprendo la porta e andandomene.


 





















Ciaooooo!
Grande capitolo, non trvate?
Sono covvinta che non vi aspettavte nulla del genere. Sinceramente neanche io. Quando mi è stato detto cosa dovevo scrivere sono rimasta imbambolata. Ho provato un miliardo di volte a scrivere l'iniazio. Ho consiglito quella canzone -su all'inizio- perchè mntre scrivevo  la sentivo. Cambia totalmene la stria con la canzone. Sentitela mentre la leggete, so che può essere fastidiosa, ma provateci.
Spero che le recensioni siano molte di più rispetto al capitolo precedente.
 Aggiorno tra due giorni. Ma se poi -cosa che non succederà- le recensioni arrivano a 15 aggiorno domani.
Spero che l capitolo vi piaccia e che vi abbia colpito come ha fatto con me.
Alla prossima, grazie per le recensioni e per seguire la storia.
Se avete voglia, lasciatemi più di 10 parole.
Bye <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** capitolo 21 ***


Capitolo 21
 
"Perchè non mi hai detto nulla?" urlo contro la ragazza di fronte a me.
"Non sarebbe cambiato nulla se te lo avessi detto" dice Euridice. "Io mi fidavo di te..." dico.
Su di noi cala un silenzio. "Mi dispiace, ok? James m aveva obbligato a non dirti nulla per non farti soffrire" dice piano. "Vai via" dico. La ragazza, a testa bassa, esce da casa.
Mi fidavo pienamente di lei. Ma mi ha delusa, tutti lo fanno ormai.
Mi siedo sul divano e prendo il telefono componendo il numero.
"Pronto?" sento la voce.
"Mamma, sono io" dico. "Es, dimmi" risponde. "Potrei andare a fare una vacanza?" chiedo.
"Una... una vacanza? Con chi?" chiede. "Sola..." dico. "Sola? Non se ne parla proprio" dice. Sbuffo e attacco. Quando verrà mi sgriderà di sicuro.
La vita è una delusione.
 
Sento vibrare il telefono e lo prendo. 
-Puoi venire? Ni- 
Ni... Niall.
Bhe, non ho nulla da fare. -Arrivo- scrivo.
Prendo in  fretta la borsa e  le chiavi per poi uscire da casa.
10 minuti dopo sono davanti al suo zerbino. Suono la porta e mi viene aperta da Niall. "Ciao..." dice. Vedo, da dietro, correre la bambina. Arriva fino a me e poi mi abbraccia la gamba. "Cosa... volevi?" chiedo a Niall salutando con un bacio la piccola. "Ti voleva" dice indicandola. Che dolce!
La prendo in braccio ed entro. Sento  Niall, mentre guardo la piccola, baciarmi la fronte velocemente. Arrossisco.
"Giochiamo" dice la piccola. 
Per un'intera ora giochiamo con bambole e cose del genere.
"Voglio la nonna" dice la piccola all'improvviso. Mi giro verso Niall. Si alza dal divano, dove era seduto, e si avvicina a noi. "Ora viene" dice alla piccola.
Dopo 5 minuti, bussano alla porta. "Vai tu?" mi chiede. Annuisco.
Vado alla porta, e con uno scatto la apro. Di fronte a me non ci sta la figura della madre di Niall. Ma mi ritrovo Harry. "Cosa ci fai qui?" mi chiede all'istante. "Che ti frega?!"  rispondo acidalmente. "Mhh, da quanto non parlavi a troppe parole" dice entrando e chiudendo la porta. "Es, ch-" si ferma quando nota Harry. "Ciao Niall" lo saluta l'amico. "Ciao Harry" risponde il biondo. "Che ci fa lei in questa casa?" chiede Harry. "Ehm... gli ho chiesto io di venire" dice il biondo.
"Per quale motivo?" chiede, ancora, il riccio. "Per una cosa" risponde.
"Cosa?"
"Una cosa"
"Ma cosa?"
"Fatti miei"
"Perchè sei passato?" aggiunge Niall. "Per darti le chiavi dell'auto" dice Harry sfilandole dalla tasca.
Per poi porgerle al biondo. "Io vado" dice.
In fretta, chiude la porta e va via. Il campanello suona. 
"La nonna!" urla la bambina.
 
 
 
 
"Ti va di andare a bere un frullato?" sento dire da Niall dietro di me. La piccola è uscita con la nonna pochi minuti fa, e siamo rimasti solo noi due. "Non credo sia il caso" rispondo. "Cosa ci trovi di male ad andare a bere un frullato?" chiede. "Nulla, ma... a me non piacciono" rispondo, ovviamente è una bugia. Io li adoro.
"So che ti piacciono" dice dietro di me sussurrando al mio orecchio. "Ok... Andiamo" dico staccandomi da lui.
Metto il cappotto, anche lui, e usciamo. 
Una ventata di aria super calda mi arriva in faccia. "Stavamo meglio dentro" commento. 
Cominciamo a camminare verso la gelateria. 
Su di noi cala un silenzio imbarazzante. "Allora... cosa hai fatti in questi due anni?" chiede Niall. "Bhe, ho fatto molte cose. Del tipo annoiarmi" rispondo. "Tu?" chiedo. "Bhe, mi sono occupato di Destiny"  risponde semplice. "Che bravo papà" commento acida.  "Perchè parli così con me?" chiede fermandomi per un braccio, che non lascia andare. "Così come?" chiedo.
"Perchè sei acida?"
"Hahaha, Niall. Come vuoi che ti tratto? Io non  ho dimenticato cosa è successo l'ultima volta che ci siamo visti. Mi hai tradita quando stavamo in sieme. Non pensi che io abbia sofferto?" 
"... Dovevi aspettarti una cosa del genere" dice.
"Io ti amavo, mi fidavo di te" dico. "E tu mi hai delusa" aggiungo.
"Io... mi dispiace" abbassa il capo.
"Ormai non puoi fare più nulla" riprendo a camminare lasciando la sua stretta.
Mi segue dietro. Arriviamo, finalmente, alla gelateria.
"Due a fragola" dico al ragazzo dietro al bancone.
Ci vengono serviti dopo cinque minuti.
"Sediamoci" gli dico. Andiamo a sederci. "Posso fare come nei film?" chiede Niall. "Come fanno nei film?" chiedo curiosa. "Così..." dice prima di catturare le mie labbra.
Mette una mano dietro alla mia nuca. Cerco di staccarmi ma non ci riesco. La sua presa è troppo forte. O la mia troppo debole, perchè, forse, mi piace tutto ciò.






 










 
Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!
Scusatemi ancora.
Sono passata per ridirvi che ho fatto un gruppo dove vi prego di iscrivervi 
https://www.facebook.com/groups/664476336936900/
Questa sarà, credo, l'ultima volta che vi avviso quando aggiorno. Vi ri-prego di iscrivervi al gruppo.
Bhe, questo volevo dire. Alla prossiam <3
 





Nel prossimo capitolo:
"Cosa fai?" dico allontanando Niall violentememnte da me. Mi guarda. Poi abbassa gli occhi.
Giro la testa di lato. Sento delle braccia circondarmi il corpo. Niall.
Tiene la guancia poggiata sulla mia spalla. Mi fa tenerezza

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***




Continui a 10 recensioni.
iscrivetevi al gruppo https://www.facebook.com/groups/664476336936900/683066195077914/?notif_t=like
Capitolo 22
 
 
 
"Cosa fai?" dico allontanando Niall violentemente da me. Mi guarda. Poi abbassa gli occhi.
Giro la testa di lato. Sento delle braccia circondarmi il corpo. Niall.
Tiene la guancia poggiata sulla mia spalla. Mi fa tenerezza. "Non farlo più" gli dico. 
"Lo faccio quando voglio" dice, sempre sulla mia spalla. "... e ti arriverà un calcio nei genitali" dico. 
"Aggressiva..." commenta.
"Mhh... allora... cosa fai per sopravvivere?" chiedo.
"Mhh, spaccio" dice togliendosi dalla mia spalla.
"Sei uno sfigato" commento. "Lo prendo come un complimento" dice sorridendo maliziosamente. "E anche spacciato" aggiungo.
"Chi l'avrebbe mai detto due anni fa che avresti avuto il coraggio di dirmi tutte queste cose" dice sorridendo.
"Andiamo a casa" dico allontanandomi. Sento che mi dice. "Ehy, ti va di aiutarmi a fare una cosa a casa?" chiede arrivando di fianco a me. "Mhh, cosa?"
 
 
"Io direi che arancione è perfetto" dico. "No, rosa è più femminile" dice il biondo. "Ma no, il rosa è troppo... femminile. Se vuoi che ti aiuto la dipingiamo in arancione" dico a Niall. "Ok, ricattatrice" dice. Gli caccio la lingua.
Prendo, dal garage, il secchio con la pittura arancione per poi entrare in casa di Niall. Il suo aiuto era quello di dipingere la stanza di sua figlia. Durante il tragitto mi ha detto che al momento la figlia dorme con lui perchè la camera che stavavo preparando ancora non è finita.
"Ti presto una mia maglietta, così non sporchi la tua" dice dietro di me Niall. "Ok, grazie".
Mi lancia una sua maglia bianca e la infilo sopra. Incominciamo.
 
 
Due ore dopo
"Niall, non possiamo finire la prossima volta. Sono passate 2 ore e dobbiamo finire di fare metà. Io sono esausta" mi lamento. "Ok, ma si continua domani" dice. "Perfetto" rispondo.
"Cosa ti va di fare?" chiedo. Lui, prepotentemente, prende i mie fianchi e mi avvicina al suo corpo. "Che ne dici di farci delle coccole?" chiede dandomi un bacio sulla mascella. "Mica male l'idea" mi faccio sfuggire. "Se fosse stato un'altro" mi affretto a dire. "Dillo che non mi resisti" continua con i lui bacia su di m. "Io ti resisto" dico ridendo. "Sai rovinare i momenti più belli ella vita" commenta. "Bhe, tu ne sei maestro" dico riferendomi a quello che mi ha fatto in passato. "La metterai mai di pensarci?" chiede serio. "Mai" affermo. "Perchè?" chiede arrabbiato.
"Niall? Tu mi ha tradito. Tutti lo sapevano che me. Non pensi che mi sia sentita da meda? Venendolo a sapere da un'urlo?" chiedo. "Dovevi asp-" lo interrompo. "Finitela di dire che dovevo aspettarmelo da te. Fino a prova contraria siamo tutti umani, e ho voluto darti fede. Ma ti ho voluto dare il mio cuore. E tu non te ne sei preso cura. L'hai fatto marcire" dico. "Io... non so cosa dire" dice abbassando la testa. "Dimmi che vuoi rimediare" dico. "Rimediare come?" chiede con una tonalità di voce alta. "Questo aspetta a te saperlo. Sono io quella che ha subito, no tu" dico girandomi di spalle. "Io ti voglio bene..." dice abbracciandomi da dietro. 
"Mi sento bene a stare nelle tue  braccia" ammetto. "Perchè anche tu, almeno poco, mi vuoi bene?" chiede. "Perchè anche io ti voglio bene... Facciamo una cosa. Dimentichiamo tutto e iniziamo daccapo" dico girandomi verso di lui. Quest'ultimo mi sorride. "Piacere, Nia-" lo interrompo posando le mie labbra sulle sue. "Io intendevo da qui" dico staccandomi. Mi guarda negli occhi. 
"Voglio iniziare una nuova vita con te" dice, per poi abbracciandomi. "Però non corriamo" dico.
 
 
Chiudo la porta dietro a me e mi pento di tutte quelle cose dette a Niall. Insomma, perchè l'ho fatto?
Lo amo si, ma non dovevo dargli un'altra possibilità. Sono confusa, troppo.
"Ehy signorino" chiamo Dylan che è appena entrato in cucina. Si affaccia. "Ehy ciao" mi saluta. "Me lo fai un massaggio alla schiena?" chiedo. "Scordatelo" dice. "Grazie" dico. "Prego" lo sento dire dalla cucina.  "Sei un coglione" dico ridendo. Entro in cucina e lo vedo spruzzarsi della panna nella bocca. "Da quanto lo fai?" chiedo schifata. "Da sempre" dice pulendosi la bocca. "Mio Dio che schifo!" dico. Scoppia a ridere. "Dove sei stata?" si gira verso di me. "Da una parte" sorrido. "Da Niall?" chiede. Annuisco. "Vuoi dargli una possibilità?" chiede. "No, voglio solo essere felice" dico. "E' una cosa carina" dice. 
Mugugno.
"Ti va di andare al mare?" chiedo. Annuisce. "Guido io. Va a prendere il costume, ci cambiamo li" dico. 
Vado in camera e afferro il costume e lo infilo in borsa con il resto delle cose che ci saranno utili una volta li. 
"Andiamo?" chiedo a Dylan. Annuisce e scendiamo nel garage. "Prendiamo quella di papà" dico. "Ok, basta che non succede nulla a petunnia" dice riferendosi all'auto. 
Entriamo e, dopo esser uscite dal garage, accendo la radio a tutto volume. Diretti verso il mare.
Pare la canzone di Justin, Mirrors.
Io e Justin cominciamo a cantare, e siamo parecchio stonati. 
Dopo trenta minuti siamo arrivati. "Andiamo" dico.

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Finalmente, ti amo. ***


Capitolo 24




 
 
Avanziamo verso un posto vicino alla riva. Una volta arrivati,  stendiamo due asciugamani.
"Perchè non chiami Niall?" chiede Dylan.
"Posso?" chiedo. Annuisce sorridendo. Afferro il cellulare da dentro la borsa e mando un SmS a Niall:
"Siamo in spiaggia, vieni. Ti aspetto. XXX"scrivo.
"Fatto" annuncio. "Io mi butto, vieni o aspetti a Niall?" chiede Dylan. "Aspetto" dico. Lui mi sorride  e si avvia al bagno-asciuga.
Il telefono mi vibra in mano, lo prendo e lo leggo. "Porto anche la piccola?" leggo. Gli dico che la può portare e che mi fa piacere. 
 
Dopo 30 minuti.
Delle mani mi coprono gli occhi scurendomi la vista. Poi, le mani che coprono gli occhi, si tolgono. E delle braccia mi circondano. Delle braccia piccole e sottili. "Ciao" sento una voce di una bambina. "Ciao piccola" mi giro e l'abbraccio. Da lontano vedo Niall lontano trascinare un enorme ombrellone a strisce rosso, bianco e verde. 
Mi alzo e lo vado ad aiutare prendendogli la borsa che tiene in mano.
"Ciao" lo saluto. "Ciao" ricambia. Poggiamo le cose, che abbiamo in mano, sulla sabbia. Ci diamo un tenero e breve bacio sulle labbra. "Andiamo in acqua" si lamenta la piccola.
"Dylan" urlo. Quest'ultimo si gira e corre da noi. "Ciao" saluta Niall. "Allora, ti va di fare lo zio?" chiedo. "Sei incinta?" chiede con occhi sgranati. Nego con la testa ridendo. "No, dovresti tenere la figlia di Niall" lo informo. "Ah, che sollievo. Ok, la tengo occupata io" dice prendendola in braccio. "E' molto intelligente, sta attento" lo avverto. Lui mi da un bacio sulla guancia e si avvia verso il mare. "Ok, ora stiamo soli. Andiamo a prendere un gelato, come fanno nei film" dico prendendogli la mano che lui afferra e bacia.
"Due a panna" dico alla ragazza dietro al carretto. 
"Ecco a lei" ce li porge. Paghiamo e cominciamo a camminare.
"Sono felice che ci stiamo dando un'altra possibilità" circonda le mie spalle con le braccia. 
"Anche io" dico. "Stasera ti va di uscire?" chiede. Annuisco sorridendogli.
 
 
 
 
 
Fisso il vestito davanti a me sorridendo.
vestito.
Lo trovo delizioso. Mi piace parecchio e ci tengo tanto. 
Tra meno di 5 minuti Niall dovrebbe stare davanti a casa. Sono emozionatissima, ed è strana la cosa. Insomma, è solo un'uscita. Una delle tante che faremo. 
La porta della mia camera si apre ed entra Dylan. "Come sto?" chiedo. "Sei stupenda. Credo che dovrò portarmi da parte Niall per due chiacchiere" dice serio. "Non credo ci sia la necessità" gli metto una mano sulla spalla. 
"Ti devo dire una cosa" dice ad un certo punto. "Dimmi" mi siedo sul divano.
"Ricordi che 2 anni fa ti dissi che mi piace un ragazzo?" chiede. 
Annuisco.
"Io vorrei dirti, ora, chi è quel ragazzo" dice serio e nervoso.
Si guarda intorno notando l'immensa quantità di vestiti sparti sul pavimento, sedie e scrivania. 
"Allora? Chi è?" chiedo. "Non ti piacerà" dice. 
Il sorriso che fino a pochi minuti fa tenevo sulle labbra, sparisce sentendo quelle parole. E le mie sopracciglia si aggrottano andando all'imbasso. "Cosa devi dire?" 
Dopo un lungo respiro apre la bocca. "Niall..." la voce esce calda, sminuzzata e bassa. "Cosa?" chiedo sconvolta. Mi giro verso la porta. "Ti piace lui? Perchè non me l'hai detto prima? Potevo non mettermi insieme a lui. So per certa che stai soffrendo" dico tristemente e agitata. Lui mi abbraccia. Appoggio la mia testa sulla sua spalla. "Lui non m i piace più. Credo di non essere più gay" dice. Sgrano gli occhi. "Chi ti piace?" chiedo. "Non ho detto che mi piace qualcuno. Una ragazza la settimana scorsa mi ha baciato" dice. Sorrido. "Come si chiama?" chiedo. "Non posso dirlo. E non chiedermi il perchè" dice. Sbuffo. "Non è giusto" mi lamento. "E' più che giusto" dice. Si avvia alla porta. "Ah, dimenticavo. Niall è giù" dice. "Oddio, digli che ora scendo" dico prima che chiude la porta.
 
"Questo posto è stupendo. Avrai pagato tantissimo" mi giro di nuovo ad ammirare il lussuoso ristorante giapponese. 
Di cinese aveva solo il cibo. Le pareti erano di un rosso magenta e su esso disegni in rosso porpora. I lampadari parono fatti cristalli. maggiormente è tutto molto lussuoso.
"Cosa vi porto?" chiede una cameriera avvicinandosi a noi. Guardo il menù. Anche esso e decorato lussuosamente.
"Ehm, a me mi porti del tofu" dice Niall.
"A lei?" mi chiede. "Del Maki" rispondo. 
"Arrivano tra poco" dice andandosene. "Lo fanno il gelato fritto?" chiedo. "E' un ristorante giapponese, no cinese. Ma a 100m c'è un chiosco cinese. Faranno di sicuro il gelato fritto" dice sorridendomi.
Le nostre ordinazioni non tardano a venire. Cominciamo a mangiare accompagnati da tè.
 
 
"Questo gelato è buonissimo" commento.
"Si, è ottimo" concorda Niall. Appoggia il suo piatto, vuoto, sul muretto che siamo seduti. 
Prende un oggetto dalla tasca. Di cui riesco a incapibile solamente una volta che me lo mette davanti. 
Lo apre con cautela la scatola di seta blu. "Vuoi diventare la mia ragazza?" chiede.
Le lacrime salgano fino ai miei occhi. "E' una collana stupenda" dico. "Io ho l'altro pezzo. Prende una collana a forma di cuore. 
"Tu sei il pezzo che completa il mio cuore" dice. Gli afferro il viso tra le mani e schiaccio le nostre bocche.
Comincia un tenero e dolce bacio.







 
Un tenero e dolce bacio tra due persone che hanno lottato, anche se poco, per il loro amore. Ma sarà sempre così facile e felice nei prossimi capitoli? E se rifanno lo stesso sbaglio?
E se se ne pentono? Ritorneranno insieme? Saranno per sempre felici. 
 
 
 










 
Ciao ragazze!!!
Temo che questo è l'ultimo capitolo che scrivo vero
Insomma, questo è l'ultimo capitolo vero, dal prossimo in poi sarà tutto puro della mia fantasia.
Questa volta, credo, di averlo fatto leggermente più lungo.
Ho scritto una nuova storia!!!
Vi lascio il link con l'introduzione.

 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2413976&i=1
Introduzione:

Tratto dal capitolo:
"Ev, non mi presenti il tuo amico?" una voce dietro di me ci fa bloccare all'istante. Appena entrati in casa siamo corsi su per le scale, ma arrivati in corridoio Niall è caduto e mamma ha avuto tempo  per salire. Il biondo si alza da terra. "Io sono la mamma di Evelyn" dice mia madre allungando una mano al ragazzo. "Niall, il suo ragazzo" dice Niall. Sgrano gli occhi, così fa mia mamma. "Suo ragazzo? Evelyn... ma tu non eri...?" cerca di farmi capire. "Non lo sono più" dico prendendo Niall e buttandolo in camera. "Perchè hai detto che sono la tua ragazza?" chiedo. "Cosa voleva dire tua mamma "sei ancora"" chiede alzandosi da terra. "Nulla che ti può fregare" dico. "Allora è vero che sei lesbica" dice. "Si, è vero" rispondo. "Credevo... che erano tutte bugie" dice. "Mhh, tutto vero" affermo. ​


 
Leggetela se vi va!
Ora vi lascio. Continuo a "10" recensioni. Alla prossima <3
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** DOMANDA STRAIMPORTANTE ***


Ciao ragazze.
Sto vedendo che la storia non sta avendo più successo come prima.
Domanda: Sta diventando noiosa?
Se si, io faccio l'ultimo capitolo e poi basta. Se no, fatemelo sapere.
fatemi sapere al più presto, la vostra scrittrice.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Non è un addio, ma un arrivederci ***


Non è un Addio, ma un Arrivederci...
 
 
 
 
Stesa sul letto penso a come sia cambiata la mia vita.
Ovviamente, da male in bene. Anzi, benissimo.
Non potevo di certo desiderare di meglio. 
Ora, dopo che sono passati mesi, insieme seduti nel letto. Ma la cosa più bella è che siamo insieme. Ci siamo riusciti.
"Io direi che sarà una femminuccia" dice Niall accarezzandomi la pancia appena gonfia.
"No Niall" dico con sguardo maligno. "Sarà un maschietto" concludo facendogli la lingua. "Io non credo" dice. Scoppiamo entrambi a ridere.
"E se sono gemelli?" chiede sorridendo. "Magari un maschio e una femmina" aggiunge. "Così non dovremmo litigare" conclude.
Qualcuno apre la porta. "Ciao ragazzi".
Guardo verso la porta. Sorrido vedendo Harry sulla soglia tutto sorridente. "E' pronto da mangiare. Scendete?" chiede. "Era ora" commento. Con uno scatto mi alzo dal letto andando verso Harry. Gli stampo un bacio sulla guancia e vado in cucina. 
Durante questi mesi io e i ragazzi, sopratutto Harry, ci siamo riappacificati.
Ora il nostro rapporto è di pace e amore.
Scendo le scale con cautela. Una volta finite, entro in cucina. Ci sono tutti:
Zayn, Dylan, Liam, Louis e dietro me Harry e Niall.
Sono tutti intorno al tavolo. Evidentemente ad aspettare che io e Niall scendessimo per mangiare. Anche noi tre, come tutti, ci sediamo  a tavola.
Davanti a me si para un piatto con spaghetti. Comincio ad ingozzarmi.
Tanto veloce da finire prima di tutti e in pochi minuti.
"Allora..." incomincio a dire mentre mi asciugo le labbra dal sugo. "Io e Niall sopra stavamo 'discutendo' sul sesso della o del bambino. Voi cosa credete che sia?" chiedo rivolta a tutti.
"Femmina" dicono Louis e Dylan. "Maschio" dice il restante. 
"Immaginate che tra pochi messi la mia pancia sia gigantesca?" chiede a tutti, cambiando argomento.
"Cioè, dopo tutto quello che abbiamo passato... sembra ancora tutto surreale.  E pensare che io ora parlo, certe volte, sembra strano. E che ora io stia con Niall... bhe, ancora di più" dico. "E poi che io e Harry ora siamo pappa e ciccia e prima eravamo gatto e cane" scoppio a ridere. La mia risata viene seguita da altre risate.
 
 
 
Questa è la vita di una ragazza.
Ricordate quando  non proferiva parola?
Il vero motivo sarà ignoto per ora. E se succedesse di nuovo?
Se rivenisse e non parlasse?
Ma se avrebbe il coraggio, quello di andare avanti?
Questa è semplicemente una storia di una ragazza che non credeva in nulla. Ma bisogna sempre ricredersi, no?!
Ora la sua vita è una delle più invidiate.
Ora lei ha 29 anni.
Ma cosa è successo in questi 10 anni? Buh...





 
ciao ragazze, ho finito la prima serie.
Ovviamente ora potrete essere curiose di scoprire cosa succede, o sbaglio?
Bhe, se volete  scoprirlo basta far arrivare le recensioni di quest capitolo a 20 o 17.
E io, dopo, comincerò a raccontarvi l'altro arco della storia di Esmea.
Spero che recensite in molte.
Oppure questo sarà l'ultimo capitolo.
La fine.
Bhe, ci sentiamo  nelle recensioni.
 
Bye babe <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** AVVISO STRAIMPORTANTE ***


Ciao ragazze, sono io a rompervi di nuovo. Sono passata per dirvi che la storia NON la continuo su efp, ma su Wattpad per motivi personali. Su wattpad mi chiamo Biboh_Biebs se vi può interessare, e anche li ho delle mie storia.. Questo è tutto, poi quando la metto vi avverto postando un'altro capitolo.
Bye <3

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Wattpad ***


Ciao ragazze, sono passata solo per dirvi che ho messo una nuova storia e che mi piacerebbe se andate a dare un'occhiata.
Volevo anche chiedervi, quante di voi ha Wattpad?
Rispondete, che se non molte lo hanno metto qui la storia-continuo.
Baci

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2282953