Stardust.

di ginstories
(/viewuser.php?uid=346918)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** -Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** -Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** -Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** -Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** -Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** -Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** -Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** -Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** -Capitolo 10. (attenzione: rating rosso) ***
Capitolo 11: *** -Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** -Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** -Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** -Capitolo 14. (finale) ***



Capitolo 1
*** -Capitolo 1. ***


Capitolo1.

 

Ogni volta che ci ripensava le venivano i brividi.
I piccoli gesti, gli sguardi, le intenzioni.. tutto.
La performance più bella della sua vita.
Chiara era sdraiata sul divano della sua piccola casa nel centro di Venezia ed era arrivata al punto di pensare ogni sera a Mika.
Gli era entrato in testa e dall'ultima volta che lo aveva visto erano passati un bel po' di mesi.
Era giugno inoltrato e faceva tanto caldo, in più era umido.
Chiara non riusciva a dormire.
Sbuffò e si rigirò nel letto, poi si alzò a bere un po' di latte, si rimise nel letto e alla fine si ritrovò sul divano ad osservare le stelle che si vedevano dalla sua finestra.
Erano proprio le stelle a farla pensare a lui, più di ogni altra cosa.
The star, in inglese; se poi ci aggiungi -dust allora era un'altra storia.
Stardust, polvere di stelle, ma non voleva dire solo quello: voleva dire un turbine di emozioni nel suo stomaco e nel suo cuore, voleva dire ricordi bellissimi, voleva dire lui.
Sbuffò per l'ennesima volta e chiuse le tende.
“Mika è gay, rassegnati” se lo ripeteva ogni sera e ogni sera scoppiava in lacrime. Lacrime amare di rassegnazione, di dolore tanto dolore.
Singhiozzava rumorosamente sul divano.
Sapeva che domani avrebbe indossato un altro sorriso, un'altra faccia, avrebbe fatto finta di stare bene, ancora.
Si rimise a letto con gli occhi gonfi e si addormentò.
Il giorno dopo si svegliò con il telefono che squillava.
Si alzò a fatica e raggiunse il soprammobile su cui era appoggiato e alzò la cornetta.
-Pronto?- disse reprimendo uno sbadiglio.
-Pronto Chiara?- rispose la sua migliore amica dall'altro lato.
-Stefy! Dimmi tutto!- disse sorridendo.
-Chiara, congratulazioni!- esclamò lei.
-C..congratulazioni? E per cosa? Non sarò mica rimasta incinta senza saperlo!- scherzò su, ma era davvero curiosa.
-Non dire sciocchezze Chiara, sai perfettamente di cosa sto parlando.- la rimproverò l'altra ragazza.
-Veramente no.- disse la rossa, davvero perplessa.
-Ma sei entrata su twitter?-
-No, mi sono svegliata con il telefono che squillava.-
-Sbrigati allora!- esclamò l'altra.
Chiara non se lo fece ripetere due volte e, portandosi dietro il telefono, accese il computer entrando su twitter.
-Vai su connetti e vedi le menzioni.-
Fece come le diceva e cominciò a leggere febbrilmente tutte le menzioni dei suoi fans.
-Stefy, ma non trovo niente di interessante.- disse preoccupata.
-Come no? Allora vai sul profilo di Mika.-
“Come scusa?” pensò e le sue dita agirono prima di lei.
Scorse la pagina verso il basso e trovò il tweet di cui parlava la sua amica.
'Congratulation @Chiara_Galiazzo. I have chosen you for my new album. You'll sing with me #Stardust'
Rimase spiazzata, completamente spiazzata.
-Chiara, ci sei?- chiese Stefania.
Attaccò il cellulare e riprese a piangere. Dalla gioia questa volta.
Chiamò immediatamente il suo manager che sentendola piangere si preoccupò tantissimo.
-Canterò con Mika.- continuava a ripetere, poi appese la linea anche con il manager e iniziò a saltare sul letto come una forsennata.
Alla fine con il fiatone si distese, twitter ancora aperto sul quel fantastico tweet e lei con il cuore pieno di gioia.
_  _  _  _  _

Mika dall'altra parte del Canale della Manica sorrideva.
Aveva trovato Chiara fantastica l'ultima volta che cantò con lei e aveva preso la decisione giusta. La cosa che lo preoccupava era che la ragazza ancora non aveva risposto.
Se la immaginava a sorridere beatamente dietro lo schermo e involontariamente sorrise anche lui.
Si alzò ed andò a grattare le orecchi di Melachi.
-Hai visto? Canterò di nuovo con Chiara. A te piace Mel?- chiese e la cagnetta gli strusciò il naso umido sul dorso della mano.
-Sì ti piace perché ti fa le coccole.- sorrise.
Sospirò sedendosi sul divano portandosi dietro il computer.
Non sapeva bene perché lo fece, ma andò a rivedere la sua prima esibizione con lei. Quando rivide i gesti, le occhiate, i sentimenti che trasmetteva quella performance si diede dello stupido.
-Mel, hai visto cosa ho fatto? Ho fatto il cascamorto con Chiara, con CHIARA. Lo sai che a me piacciono gli uomini, vero Mel?-
Melachi si mise seduta sulle zampe inferiori e abbaiò una volta come per dare conferma che lo stava ascoltando.
-Sembrava che fossi innamorato di lei, ma non lo sono. A me piacciono i maschi, sono gay.- ripeté ad alta voce.
Sospirò e chiuse il computer.
“Brutta idea” si disse.
Andò fuori al balcone ad osservare il tramonto rosso con Melachi che lo seguiva.
-Menomale che ci sei Mel.- disse il cantante continuando a grattarla tra le orecchie.

 

Prima FF su Mika e Chiara, una coppia che ultimamente shippo tantissimo *-*
Lo so che il capitolo è un po' corto, forse gli altri saranno un più lunghi c:
Penso che riuscirò ad aggiornare ogni venerdì, se ci riesco anche prima.
RECENSITE :D

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** -Capitolo 2. ***


Capitolo2.


 
Mika si risvegliò nello stesso posto dove si era addormentato il giorno prima, cioè su una poltrona in balcone.
Si massaggiò il collo e si mise a ridere.
-Una persona può addormentarsi in balcone?- continuò a ridere per un bel po' di tempo. Alla fine con le lacrime agli occhi chiamò Melachi che arrivò scodinzolando.
-Dai che ti do da mangiare.- disse e si avvicinò alla sua ciotola, lasciando cadere i croccantini di manzo.
Mel gli leccò la mano e poi si fiondò sul cibo e la stessa cosa fece il cantante.
Aprì il frigo e prese un paio di uova e del bacon, iniziando a cucinarli in padella. Poi si versò un bicchiere di spremuta d'arancia e si sedette godendosi la vista del sole che sorgeva.
Si era svegliato molto presto, cosa che succedeva raramente, ma poi si ricordò cosa lo avesse svegliato.
Era l'agitazione.
Quello stesso giorno doveva partire per andare in Italia e doveva assolutamente chiamare Chiara per chiedergli l'indirizzo.
Menomale che aveva studiato l'italiano (anche se era ancora un po' traballante).
-Non posso chiamarla adesso Mel. Sono le sei del mattino e con il fuso orario lì sono ancora le cinque.- sbuffò e si rassegnò al fatto che doveva restare con l'agitazione nello stomaco.
Si alzò mettendo tutti i piatti nel lavandino e andò a prepararsi la borsa.
Il suo manager e quello di Chiara avevano parlato la mattina del giorno prima e avevano deciso che avrebbe registrato il suo intero disco in Italia per ringraziarli del fatto che lo avevano invitato a fare il giudice ad X-Factor.
Sì, avete capito bene. Il nostro Mika farà il giudice ad X-Factor Italia, per questo si era esercitato molto con l'italiano. Sarebbe stato lì un anno.
Mise tutti i suoi vestiti in una valigia gigante e le scarpe in una più piccola, infine mise il resto delle cose in uno zaino, più il cibo per Mel e le sue ciotoline.
-Mel sei pronta per partire?- chiese il cantante.
La cagnetta sbuffò e poi si accoccolò vicino al padrone sul divano rosso.
Adesso erano le dieci e il suo volo sarebbe partito alle due di pomeriggio, quindi si decise a chiamare Chiara.
Prese il telefono e digitò il suo numero; non si ricordava bene come lo aveva ottenuto, quindi dedusse che glielo aveva dato il suo manager.
Squillò per circa dieci secondi.
In quei dieci secondi Chiara si era alzata di malavoglia dal letto e aveva raggiunto la scrivania mezza nuda con la finestra aperta. Purtroppo la sua finestra dava sul Canal Grande, quindi rispose mentre chiudeva le tende.
-Pronto?-
-Hello Chiara!- esclamò una voce dall'altra parte.
Ma che dico una voce! QUELLA voce rispose a Chiara e il suo cuore ebbe un tuffo molto doloroso.
-M..Mika?!- quasi urlò dal telefono.
-Sì, sono io.- rispose l'altro con un italiano dagli accenti di troppo.
I suoi occhi subito diventarono umidi di lacrime gioiose.
-Ciao Mika! Dimmi tutto.-
-Chiara io oggi parto per venire in Italy and devo sapere il tuo address.-
“Il mio indirizzo?! Non vorrà venire a stare da me?” pensò agitata mentre diceva la via al cantante.
-Ma, verrai a vivere con me?- chiese Chiara. Il suo cuore batteva forte e un solo pensiero era nella sua testa:“Ti prego dimmi di sì”
-Sì, i nostri manager hanno deciso this way.-
Il cuore di Chiara si era fermato al 'Sì'.
Le lacrime iniziarono a scendere copiose.
-Chiara, are you?- chiese il cantante preoccupato.
-Yes, I am. Ehm.. ci vediamo quando?-
-Sarò.. there.. alle tre o' clock.- disse Mika e la salutò chiudendo il cellulare.
Chiara iniziò a saltare felicissima e dall'altra parte della Francia mr. Penniman preparava Melachi per il viaggio, chiudendola dentro la sua gabbietta.
La cagnetta si lamentò.
-Lo so Mel, ma bisogna fare così, mi dispiace.- disse accarezzandogli la testolina. Melachi si rilassò e si sdraiò dentro la sua gabbia.
Mika portò tutto giù, la macchina fu caricata e partì alla volta di Venezia.
Chiara nel frattempo aveva sclerato un bel po', ma alla fine si era ricomposta e si accorse che erano già le undici.
Gli rimanevano solo quattro ore per sistemar(si)e la casa.
Si alzò in piedi e imbracciando la scopa iniziò a spazzare per tutta casa (cantando ovviamente).
Pulì i vetri, i bagni, spolverò, spazzò per terra e in balcone, risistemò la stanza e le varie mensole sparse per la casa.
Quando ebbe finito con l'appartamento si ricordò di essere ancora mezza spogliata e diventò paonazza.
“Ceh, ho pulito i vetri con tutto il Canal Grande a guardarmi! Ma quanto posso essere idiota!” si diede una manata in fronte e rise un po'.
Guardò l'orologio ed erano.. LE DUE!
-AAH!- iniziò a gridare per tutta casa correndo come una pazza raccattando vestiti da mettersi, biancheria intima pulita e saponi di vario genere.
Si chiuse in bagno e si fece una bella doccia rinfrescante.
Si asciugò tutta e si infilò in camera sua per vestirsi; guardò un'ultima volta l'orologio ed erano le tre e mezza.
“Mika sarà qui a momenti” pensò mentre si allacciava il reggiseno.
Subito dopo aver formulato il pensiero il campanello suonò.
“Sono nella cacca più totale” pensò tra sé.
-ARRIVOO!- gridò per tutta la casa e saltellando per mettersi i jeans andò fino alla porta.
Si diede una sistemata ai capelli rossi guardandosi nello specchio del corridoio e infine aprì.
-Ciao Chiara!- esclamò Mika con un sorriso largo tutta la faccia.
-Mika!- lo salutò di rimando lei, baciandolo su entrambe le guance.
-Come sta?- chiese lui premuroso, lasciando subito uscire Melachi che fece tante feste a Chiara.
-Ma ciao Melachi!- esclamò la ragazza cominciando ad accarezzarla tutta, mentre lei scodinzolava felice.
-Sono molto felice, tu?- chiese la rossa.
-Io sono felice too.- rispose il cantante e si chinò anche lui ad accarezzare la cagnetta.
-Come fa a sapere il suo nome?- chiese Mika.
-Dalle foto che pubblichi su twitter.- rispose Chiara chiudendo la porta.
Mika ridacchiò, dandosi un po' dello stupido. In fondo Chiara era sempre una sua fan.
-Hai mangiato?- chiese la ragazza.
-Ehm.. really no.- rispose lui, sempre con il sorriso.
Il cuore di Chiara sospirò inebriato dall'amore. Quel sorriso era troppo bello e le sue fossette.. oh, le sue fossette!
La rossa si riscosse un po' e prese le valigie del ragazzo.
-Le metto nella tua camera.- disse avanzando per il corridoio.
-Ho una camera tutta per me?- chiese il ragazzo con gli occhi luminosi.
A Chiara sembrava tanto un bambino che scopre il mondo e le faceva tanta, ma tanta tenerezza.
“Da diabete” disse scettica la coscienza della ragazza.
“Zitta un po', tu!” esclamò il cuore.
“Ci rinuncio” disse la coscienza e si azzittì.
La camera destinata al ragazzo era accanto a quella di lei e la sua porta era arancione.
-Mi piace il colore.- disse Mika.
-Anche a me, ma mi piace di più il verde.- disse indicando la sua porta.
Spalancò la porta arancione e una bella stanza illuminata colpì la retina di Mika.
Era entusiasta di tutte quelle novità e la camera era davvero bellissima.
-Amazing.- riuscì a sussurrare colpito dalla bellissima vista sul canale.
Buttò tutte le borse a terra e si diresse alla finestra, prendendo una boccata d'aria salmastra e sporgendosi un po' troppo.
-Attento Mika!- esclamò Chiara spaventata.
-Oh, don't you worry. Sto bene.- sorrise lui. Lo faceva sempre, anche quando stava a casa. Gli dava un senso di libertà e soprattutto tanta ispirazione.
-Tu può chiamarmi Michael.- disse alla ragazza che nel frattempo era arrossita.
Un sacco di dubbi aleggiavano nella sua mente.
“E se si accorge che sono innamorata di lui? E se sono troppo appiccicosa? E se lo deludo? E se..”
“Basta un po'” gridò la coscienza della ragazza. “E se, e se.. fatti meno problemi a vai avanti”
-Sta bene Chiara? Tu è un po' rossa.- chiese il cantante.
-Sì, sto bene. Vieni che ti preparo un po' di pasta.- sorrise Chiara.
-Okay, io do da mangiare a Melachi.-
Lei annuì e la cagnetta spuntò dietro la porta con la lingua di fuori.
-Vieni Mel.- disse lui con dolcezza e seguì Chiara in cucina prendendo le ciotole e i croccantini dallo zaino.
Mise una tovaglietta sotto per non sporcare e poi versò croccantini ed acqua nelle rispettive ciotole.
La ragazza guardava di sottecchi Michael mentre cucinava e si accorse che era davvero così dolce come lo immaginava.
Sorrise involontariamente e si distrasse un po' mentre scolava la pasta.
-Ah!- esclamò mentre un po' di acqua bollente le cadeva sulla mano.
-Chiara, tutto ok?- chiese allarmato il ragazzo che la raggiunse subito.
-Sì, sì. Solo una piccola bruciatura.- rispose la ragazza mettendo la mano sotto l'acqua fredda.
Quando la tolse Mika le cingeva i fianchi.
Aveva i brividi dappertutto e il ragazzo non ragionava bene.
-Guarda.- mormorò al suo orecchio. -Si fa così.-
Prese le braccia della ragazza che sospirò piano. Le sue mani erano sopra quelle di Chiara che avevano preso il manico della pentola e insieme scolavano la pasta.
Nemmeno una goccia toccò la pelle dei due e Mika si risvegliò allontanandosi subito dal corpo della rossa.
-Ehm..- tossicchiò in imbarazzo.
“Ma cos..?!” la sua testa era in caos, il suo cuore batteva forte e la sua coscienza dettava a passo di marcia una sola frase:“Mika, sei gay. Mika, sei gay. Mika, sei gay...”.
Nella mente di Chiara c'era lo stesso casino e ovunque aveva piccoli brividi.
-Grazie per avermi aiutato.- disse.
Doveva fingere che non era successo niente. Come se quel gesto fosse del tutto normale.
Riorganizzò il cervello e sorrise a Mika che era tutto rosso e, dal calore delle sue guance, doveva esserlo anche lei.
Prese due piatti e li mise in tavola con la pasta dentro e iniziarono a mangiare in silenzio.
Poi chiacchierarono di lavoro sul divano rilassandosi con un bel caffè.
-Che ne dici di andare a prendere un gelato?- chiese Chiara.
-Per me è okay.- rispose Michael sorridendo.
Forse si distraeva un po' uscendo e respirando altra aria che non profumasse di lei.


Vi ho fatto un regalino, anticipandovi il capitolo :'3
Siete troppo dolci nelle recensioni aww.
Mika è confuso: è gay eppure.. eppure c'è qualcosa che non va e non riesce a capire cosa.
Chiara invece è sicurissima dei suoi sentimenti per lui, ma non dei comportamenti che deve usare.
Insomma un bel casino, no?
Come avevo promesso il capitolo è un più lungo del primo, spero vi piaccia.
Lasciatemi una piccola recensione uwu

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** -Capitolo 3. ***


Capitolo3.

 

Così i due uscirono con Melachi al guinzaglio.
La cagnetta annusava l'aria curiosa, forse per l'odore del mare.
Si fermarono alla prima gelateria dietro l'angolo.
-Che cosa vuoi Mik..-
Il cantante non fece finire la frase a Chiara.
-Chiamami Michael.- sussurrò lui.
-Ok, quindi cosa ti va Michael?- riformulò la domanda la ragazza. Si sentiva strana a chiamarlo così, ma ci doveva fare l'abitudine.
-Volio il gelato ehm.. verde, quello lì.- disse indicandolo con il dito.
A Chiara sembrava davvero un bambino, nonostante i suoi 29 anni, e ridacchiò sotto i baffi.
-Hey, don't kidding me!- esclamò risentito lui, ammollandogli un pizzicotto sul braccio e facendogli la linguaccia.
Chiara rispose all'attacco e partì una vera e propria guerra dentro alla gelateria. Alla fine Chiara si arrese quando Michael iniziò a fargli il solletico: era proprio una cosa che non sopportava.
-Hai vinto, solo per questa volta.- si rassegnò la ragazza e Mika se ne uscì con un:-YEAAH!- di esultanza.
-Insomma questo gelato?- chiese il gelataio spazientito.
-Ehm.. sì. Michael vuole un cono al pistacchio, mentre io prendo vaniglia e melone.- disse Chiara tirando fuori il portafoglio, ma il ragazzo le fermò il braccio.
-Pago io.- disse sicuro, guardandola direttamente negli occhi.
-Ma dai..- provò a controbattere la ragazza, ma un'occhiata di lui la zittì subito e la fece sorridere e arrossire.
In fondo era solo un gelato..
Mika pagò tutto quanto e Chiara lo portò in un posto abbastanza isolato per mangiare il gelato in pace.
-Questo parco è dietro l'Algarotti. È un palazzo molto antico e dentro hanno costruito una scuola superiore.- spiegò Chiara.
Il ragazzo pendeva completamente dalle sue labbra.
Si sentì protetto su quella panchina a mangiare il gelato con lei, come se fosse dentro casa sua. Il verde gli piaceva molto (come tutto il resto dei colori) e lì era molto accentuato.. per non parlare della fontana che era costruita al centro di quel magnifico parco.
-Ti dico un segreto.- disse Chiara e il ragazzo sorrise.
-Questo è il mio rifugio di pace. Qui trovo sempre molta ispirazione.- lo guardò sorridendo orgogliosa.
Mika in quel momento stava pensando di abbracciarla e dirgli che è il posto più bello del pianeta, ma la sua coscienza lo fermò.
“Michael Holbrook Penniman Jr. sei gay e stai pensando da etero, ritorna gay.”
Il ragazzo si schiarì la voce:-Penso che questo è un posto davvero bellissimo.- disse.
-Oh grazie Michael.- rispose Chiara davvero soddisfatta di aver fatto una così bella impressione.
-Tu hai un posto segreto?- chiese lei curiosa. Forse era stata un po' troppo invasiva, ma trovandosi in un posto così isolato sperava in una sua risposta.
-Sì.- rispose lui, guardandola di nuovo negli occhi. Il papà di Chiara diceva che lui aveva gli occhi a mucca, ma la ragazza pensava che quegli occhi erano i più belli e i più teneri del mondo.
-Si trova dentro Hyde Park. È un ramo alto di un.. oak.- rispose.
Al cantante piaceva davvero tanto il verde e la natura, ma la quercia dove si era scelto il posto aveva qualcosa in più: era magica, secondo lui.
Ogni volta che saliva su quel ramo i sentimenti negativi venivano spazzati via dal venticello leggero che tirava e il buon umore entrava in ogni poro della sua pelle.
Finirono il gelato in silenzio tra loro, ma circondati da melodie di uccelli e dal frusciare delle foglie. Ogni tanto passava una persona e loro si dovevano coprire per non farsi riconoscere, ma era così raro.
-Vieni con me.- disse Mika.
Aveva visto qualcosa e prese la mano di Chiara per trascinarla fino al punto con Mel che correva dietro di loro.
Quando le dita dei due si sfiorarono la ragazza sentì una scarica elettrica partirgli da ogni terminazione nervosa. I brividi le invasero il corpo.
“È così strano essere innamorati” pensò, ma poi dovette correre perché lui era già andato avanti.
-Hey, aspettami!- esclamò, ma se ne pentì subito: Michael le aveva fatto segno di non urlare e si era chinato su qualcosa di nero e piccolo.
-Guarda cosa trovo.- disse accennando ad un tenero sorriso.
Chiara si inginocchiò sulle margherite e guardò tra le gambe di Mika: c'era un piccolissimo gattino nero.
-Oh..- mormorò teneramente.
-Secondo te quanto ha?- chiese Chiara.
-Maybe, tre mesi.- rispose il ragazzo.
Il gattino miagolava e Melachi lo annusava curiosa, scodinzolando un po'.
-Lo possiamo prendere?- chiese il cantante con un sorriso quasi paterno sul volto.
-Io non so se possiamo staccarlo dalla madre.- disse incerta Chiara, ma guardando la faccia dolce di lui prese in braccio il micino e iniziò a coccolarlo.
-Ho preso Mel quando era due mesi.- disse accarezzando la sua cagnolina.
Si sdraiarono sull'erba e iniziarono a scherzare e ridere.
-Chiara, posso farti una foto?- chiese il ragazzo.
La rossa fu sorpresa dalla richiesta e accettò, mettendosi seduta tra i fiori sempre con il micio fra le braccia. Sorrise in su e Mika scattò la foto.
-Guarda! Tu è venuta bene.- disse sorridendo e facendo vedere la foto alla ragazza.
-Sì, mi piace.- confermò lei. Si sorrisero e poi a Chiara venne un'idea.
-Portiamolo a casa.- disse. Il gattino era accoccolato sul suo grembo e faceva le fusa.
-È un maschio.- dichiarò sicura la ragazza.
-Come fa a saperlo?- chiese Mika.
-Bhè, una gatta mi avrebbe già graffiato e poi.. dai, si capisce.- rispose diventando un po' rossa.
Mika ridacchiò pensando che Chiara era davvero una ragazza pura.
-Andiamo a casa now?- chiese il ragazzo.
-Se vuoi..- rispose Chiara.
-Volio fare un giro per Piaza San Marco.- disse l'altro emozionandosi.
-Però prima portiamo il gattino a casa.-
E così fecero. Passarono a casa di Chiara e lasciarono il gattino là, con un po di latte e del cibo svezzato, poi per sicurezza misero una rete alle ringhiere dei balconi, per far sì che il gatto non fuggisse o non cadesse nel Canale.
Uscirono di nuovo con Melachi e si avviarono verso Piazza S.Marco.
Mika si guardava intorno entusiasmandosi per poco: i colori dei panni stesi, il profumo dei fiori o le maschere del Carnevale.
Quando entrarono nella Piazza un tripudio di arte e bellezza si riversò negli occhi del ragazzo.
A parte i miliardi di piccioni, tutto il resto era magnifico.
Sorrise a trentadue denti e gli occhi gli si fecero lucidi; il suo gusto del bello era molto raffinato.
Ormai, come annunciarono le campane, erano le sette di sera.
Avevano camminato molto e i loro piedi reclamavano un po' di riposo.
-Ti va un aperitivo?- chiese la ragazza.
Era l'ora giusta. Le strade erano affollate di veneziani e i bar erano quasi al completo. Ne scelsero uno dei tanti e si sedettero su un tavolino.
-Voglio farti assaggiare lo Spritz.- disse la ragazza sorridendo.
Quando arrivò il cameriere (che si fece lasciare un autografo e una foto da tutti e due) lei ordinò due cocktail e una ciotolina con dell'acqua per Mel.
Arrivarono gli ordini e la cagnetta si dissetò subito.
Mika assaggiò lo Spritz ed era buonissimo: frizzantino e fresco come.. Chiara. Come lei. Tutto gli ricordava lei.
Sospirò.
-C'è qualcosa che non va?- chiese la ragazza preoccupata.
-No Chiara è tutto fantastico, ma devo risolvere una cosa.- disse il ragazzo deciso. Doveva capire se era innamorato di lei o se continuava ad essere gay.
-P..posso aiutarti?- chiese la ragazza.
“Sei troppo invasiva, mio Dio!” esclamò la sua coscienza dittatoriale.
Ma la rossa se ne fregò.
-No, grazie.- rispose il ragazzo accennando ad un sorriso.
Finirono l'aperitivo un po' in silenzio mangiucchiando le patatine e poi si alzarono lasciando una banconota da venti sul tavolo.
Si avviarono verso casa, quasi come due sconosciuti ognuno perso nei suoi pensieri.
Quando Chiara aprì la porta tutto il suo profumo si infilò nelle narici di Michael, il quale sentì una fitta allo stomaco.
“Non saranno le famose farfalline?” si chiese preoccupato, quando un'esclamazione della ragazza lo riportò sulla Terra.
-Michael, il micino è rimasto!- disse Chiara sorpresa.
E infatti lui era seduto sul divano, leccandosi leziosamente una zampina color cenere.
-Dobiamo trovare a lui un nome.- disse il cantante che già ne aveva uno che gli ronzava nella testa.
-Che ne dici di 'Dust'? In italiano che vuol dire?- chiese lui.
-Vuol dire polvere.- disse Chiara e qualcosa si smuovette nella sua pancia.
“Stardust” pensò subito.
-Mi piace!- esclamò Mika. E così il micino fu nominato Dust.
-Melachi e Dust.- disse orgoglioso il ragazzo.
La cagnetta iniziò ad annusare Dust, il quale rizzò un po' il pelo, ma poi iniziò ad annusarla anche lui incuriosito.
-Guarda loro stringono amicizia!-
-Che dolci.- disse la ragazza.
I due si misero in cucina e iniziarono a cenare. Chiara fece qualche lezione di lessico a Michael il quale apprezzò.
Poi i due si salutarono per andare a dormire. Dust entrò in camera con Chiara e si mise ad osservare fuori dalla finestra con il vento che gli scompigliava un po' il pelo, mentre Mel si accucciò sul suo cuscino, vicino al comodino della stanza di Mika.
Ma Chiara come ogni sera non riuscì a dormire. Tanti pensieri le attraversarono la mente e pensare che li separavano solo un muro, un insulso muro.
Anche la testa di Mika era piena di pensieri e domande e dubbi su se stesso. Il ragazzo provava a rispondere a tutte le domande, ma piano piano il sonno lo portò in un altro universo, insieme all'altra ragazza.
I due furono cullati dagli stessi sogni e la notte diventava sempre più scura.




Ecco a voi il terzo diabetico capitolo,lol.
Penso che riuscirò a pubblicarvi un capitolo ogni sera, tranne il martedì :c
Mika forse ha trovato quella cosa che non andava, ma Chiara è ancora in uno stato un po' confusionale.
Cosa ne pensate? Lasciatemi una recensioncina :'3

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** -Capitolo 4. ***


Capitolo4.
 

-Buongiorno!- esclamò Mika in un pigiama corto scozzese entrando all'improvviso in camera di Chiara, la quale si coprì con il lenzuolo mugugnando stizzita.
-Ho sonno!- protestò girandosi dall'altra parte.
-Chiara! Oggi registreremo la canzona!- disse il ragazzo avvicinandosi al letto e, afferrato il lenzuolo lo tirò via.
Gli si seccò la gola all'istante e il cuore iniziò ad accelerare la corsa: Chiara aveva addosso solo un intimo nero.
-Scusami.- balbettò imbarazzato il ragazzo ricoprendola subito. Chiara era diventata più rossa dei suoi capelli e ormai era sveglissima.
-Ehm.. se esci un attimo mi metto qualcosa.- sussurrò la ragazza coprendosi fino agli occhi. Mika si irrigidì e inciampò per uscire fuori dalla camera; appena fuori tirò un sospiro.
“Perché sono così idiota?!” si rimproverò battendosi una mano in fronte. Ma nella sua mente si formulò anche un'altra domanda un po' più personale:“Che sensazione ho provato?”
Guardando in basso la risposta arrivò abbastanza diretta.
“Anche questo adesso!”
Si allontanò imprecando a bassa voce e Chiara nello stesso momento aprì la porta con una vestaglia a scacchi.
-Michael, non andiamo a fare colazione?- chiese perplessa.
-Ehm..- rispose lui grattandosi la testa, ma non girandosi del tutto.. insomma, aveva ancora il senso del pudore!
-Just one minute! Devo vedere una cosa.- rispose con un sorriso (si spera) tranquillizzante.
-Okay..- rispose Chiara. Era davvero tanto curiosa di sapere cosa fosse quella cosa, ma non poteva impicciarsi così tanto della vita personale del cantante.
“Siamo solo colleghi!” si disse nella sua testa e andò in cucina a preparare un po' di latte e cereali per lei.
Non sapeva cosa piaceva a Mika la mattina se un po' di latte freddo o caldo o chissà quali schifezze da inglese. A Chiara non piaceva per niente la colazione (troppo) ricca che consumavano in Inghilterra: se solo avesse pensato ad un uovo strapazzato di prima mattina le sarebbe venuto il voltastomaco.
Comunque si ripromise di non bussare alla sua porta e non lo fece.
Preparò la tavola per la colazione e mise tutte le pietanze che trovava nella sua dispensa, poi andò a dar da mangiare a Dust e Melachi.
Infine si sedette sul divano aspettando che l'altro arrivasse, ma non arrivava più.
Iniziò a preoccuparsi e la promessa fatta prima si infranse al momento: bussò alla porta arancione.
-Michael ci sei?- chiese la ragazza.
-Sì, I'm coming.- rispose la sua voce giusto un po' più roca del solito.
Chiara si rimise seduta al tavolo e vide uscire il ragazzo che sgocciolava acqua dai capelli sul pavimento.
-Ho avuto una doccia.- rispose lui. Doveva placare gli istinti primordiali e non potendo fare altro si era fatto una doccia rinfrescante.
-Cosa vuoi da mangiare?- chiese la ragazza sorridendogli.
-C'è.. un po' di eggs?- chiese Michael non trovando la parola corrispondente italiana.
-Uovo?- Chiara fece una faccia alquanto schifata.
-Cos'è non ti piacciono gli uovi*?- chiese Mika reclinando il capo incuriosito.
La ragazza scoppiò a ridere. La sua risata era così bella e cristallina che l'altro non poté far a meno di ridere a sua volta. Ormai Chiara aveva le lacrime agli occhi.
-Perché tu sta ridendo?-
-Gli uovi!- e giù a ridere ancora.
-Come si dice?- chiese Mika un po' stizzito, ma anche divertito.
-LE uovA, è femminile!- spiegò Chiara tranquillizzandosi un po'.
-Comunque a me non piacciono molto le uova di prima mattina.- gli disse rispondendo alla domanda di prima.
-Oh, va bene per me. Posso bere latte e caffè.-
Così Mika si accomodò sulla sedia e prese una tazza coloratissima; ci mise dentro il latte, il caffè e ci inzuppò i biscotti.
Chiara aveva una tazza con un fiore disegnato sopra.
-Oh, it's a lily.- disse indicandolo con gli occhioni aperti.
Era così tenero quando faceva quell'espressione e Chiara arrossì un po' a quel pensiero. Odiava quel suo difetto di arrossire per ogni cosa, come se non fosse già rossa di suo..
-Sì, è un giglio.- disse dopo -Come hai fatto a riconoscerlo?- chiese a sua volta incuriosita.
-Avevo un vaso con tanti gili.. gilo.. gigio.. insomma quello!- rispose ridendo della sua incapacità. Era uno dei pochi (a suo dire) pregi che a lui piacevano: sapeva ridere sopra le sue difficoltà.
Continuarono a fare colazione e Chiara lo informò che aveva già dato da mangiare a Dust e Melachi.
-A che ora dobbiamo stare nello studio?- chiese la ragazza.
-Ehm.. alle quattro di pomeriggio.- rispose Mika sorridendo. Melachi finì di mangiare e poggiò la testolina sulle ginocchia del padrone.
-Hey Mel, how are you?- le chiese accarezzandola, mentre lei scodinzolava felice. Chiara si alzò per mettere tutto dentro al lavandino e lasciò Mel e Mika a scambiarsi qualche coccola. Si rintanò nella stanza e rintracciò Dust spalmato ai piedi del suo letto.
-Hey piccolino.- disse avvicinandosi al quella palletta nera. Lui aprì un occhio e miagolò mettendosi seduto. La ragazza si sedette sul letto e lo accarezzò tra le orecchie; a quanto pare il gattino apprezzava perché si mise sul grembo di lei e iniziò a fare le fusa. Chiara continuò a coccolarlo mentre apparentemente fissava il vuoto. Si era incantata mentre pensava intensamente alle parole di Stardust.. ma non ne ricordava neanche una!
Presa dal panico andò a cercare su Internet il testo e incappò nella sua prima esibizione con lui. Le sue dita agirono prima di un suo pensiero razionale e cliccarono sul video: il computer era collegato alle casse, così la musica si sparse per tutta casa. Lei si lasciò lentamente trasportare dalle emozioni e il mondo attorno a lei scomparve. L'unica cosa che sentiva erano i brividi che le scorrevano lungo le braccia e andavano dritti dritti nel suo cuore che tremava dalla troppa emozione. Il sangue fluì sul suo volto e le lacrime ai suoi occhi.
“Il vestito era orribile” l'unico pensiero che riuscì a decifrare nel caos della sua mente.
Non si era accorta che il ragazzo aveva aperto piano al porta verde della sua stanza e si godeva anche lui le loro voci insieme.
Quando finì Dust le balzò sulle gambe, ma poi se ne andò infastidito dalle lacrime che gli picchiettavano sulla testa.
Scrollò la testa e si mise seduto nella sua postazione preferita, cioè davanti alla finestra.
Adesso Chiara si ricordava tutto il testo e anche tutto il resto: tutti i mesi ad evitare quel video solo per non starci male di nuovo, solo per non versare un altro litro di lacrime in più.
Mika ebbe il tatto di andare via prima che Chiara si accorgesse che era lì; l'aveva vista piangere davanti al loro video, le spalle che si alzavano per i singhiozzi. Per quanto poca esperienza avesse con le ragazze sapeva che lei soffriva per un qualche motivo, qualche motivo collegato a lui.
Non negò che anche lui aveva gli occhi un po' lucidi.
“Perché deve esserci sempre qualche intoppo in qualsiasi cosa?! Perché sempre lacrime e dolore? Perché tutta questa confusione?” si chiese, ma non sapeva rispondersi. Sospirò e iniziò a prendersela con i suoi capelli, tirandoli e appiattendoli a suo piacimento. Qualche singhiozzo risuonava ancora nel corridoio, adesso silenzioso senza la musica.
Chiara avrebbe voluto che Michael venisse a consolarla, ma sapeva alla perfezione che gli avrebbe sicuramente chiesto una spiegazione per quelle lacrime e lei si sarebbe lasciata andare dicendogli tutta la verità.
Ma perché non gliela voleva dire? In fondo a lui non cambiava niente, no?
No. A lui cambiava tantissimo, sarebbe cambiato tutto se solo lei si fosse azzardata a parlargliene o dimostrarglielo in qualsiasi modo.
Ma soprattutto lui non sarebbe più riuscita a guardarla con gli stessi occhi: adesso la considerava una collega e un'amica, ma erano all'inizio del loro rapporto. Già era tanto che avessero un rapporto, lei non voleva rovinarlo subito.
Poi si ricordò del giorno prima, quando lui l'aveva aiutata a scolare la pasta: il suo petto contro la sua schiena, il mento appoggiato dolcemente sulla sua testa e le braccia che la sovrastavano... formavano una gabbia, una gabbia che la imprigionavano nei suoi stessi sentimenti che non riusciva a nè comprendere figurati se riusciva a spiegarli.
Tutti e due erano prigionieri della stessa gabbia.
E la mattinata trascorse così, senza che nessuno desse un segno di vita.
Mika era disteso sul letto accarezzando Melachi con un gesto meccanico e guardando fuori dalla finestra con la testa completamente intasata.
Quando il campanile di Piazza S. Marco (che era abbastanza vicina a casa di Chiara) suonò le dodici il ragazzo si alzò e bussò alla porta della camera accanto.
-Chiara, are you ok?- chiese da fuori e non sentendo risposta si diede il permesso di aprire.
La ragazza era rannicchiata sul letto sfatto con Dust accoccolato vicino alla pancia di lei. Era addormentata, ma qualche singhiozzo le scuoteva ancora il petto.
Si avvicinò cautamente e il gattino si svegliò guardandolo storto, ma poi saltò giù ed uscì dalla stanza.
Michael si sedette sul letto, facendo una carezza delicata tra i capelli rossi di lei.
-Chiara.- la chiamò dolcemente.
Lei aprì gli occhi mettendo bene a fuoco il suo volto sorridente.
-Michael, che c'è?- rispose con la voce pastosa per il sonno.
Gli occhi erano ancora velati di lacrime.
-Sono le dodici in punto. Vuoi mangiare?- gli chiese delicatamente continuando ad accarezzarle i capelli. Lei si beò di quel gesto così tenero e chiuse un attimo gli occhi prima di annuire.
-Oggi io cucino.- disse Mika alzandosi. In quel momento Chiara sentì freddo e si coprì con la coperta.
-Michael, penso di non sentirmi bene.- disse alzandosi avvolta dalla coperta.
Mika si girò e le sorrise ancora mettendogli una mano sulla fronte.
-Sei caldissima!- esclamò preoccupatissimo.
-Mi puoi prendere il termometro che sta in quel cassetto?- gli chiese la ragazza appoggiandosi al letto per non cadere: si sentiva molto debole come se un treno ad alta velocità le fosse passato sopra. Uno straccio.
Michael eseguì gli ordini e le porto il termometro. Lei si misurò la temperatura e in effetti aveva 38 di febbre.
-Devi riposarti.- disse Michael che aveva una mezza di idea di farle una minestrina calda.
-Ti preparo qualcosa di caldo. Vuoi un poco di minestra?- chiese premuroso.
-Oh sì. Quella con le stelline.- disse Chiara sorridendo come una bimba.
Così Mika preparò il tutto in una ventina di minuti e quando rientrò nella stanza della ragazza, lei si era addormentata ancora.
Ma la dovette svegliare: doveva mangiare.
Chiara mugugnò un po' infastidita, ma mangiò. Per solidarietà anche il ragazzo si era fatto la stessa minestrina e mangiarono insieme, lei sul comodino, lui sulla scrivania.. non voleva prendere la febbre.
Spostando la mano dal piatto urtò il touch del computer, riaccendendo lo schermo: era sul loro video.
Lo guardò incuriosito e poi guardò Chiara che allo stesso tempo guardava lui un po' allarmata.
Arrossirono e riportarono gli sguardi sui piatti di pasta.
-Devo chiamare lo studio.- disse il ragazzo per interrompere il silenzio. Prese i piatti vuoti e li portò in cucina ghermendo il cellulare nell'altra mano.
Intanto Chiara senza farsi vedere, spense il computer.
-Ciao!- disse Mika alla persona dall'altro lato.
-Mika, sei tu?- chiese.
-Sì, sono io. Volio informarvi che la registrazione è spostata perché Chiara è male.. ha la febre.- disse spiegandosi meglio.
-Oh, mi dispiace!- esclamò l'altro, ma lo rimproverò dicendogli che dovevano finire di registrare l'album. Mika rispose con un laconico 'ok' e chiuse la chiamata.
“Perché devono mettere fretta a tutto? Che fastidio! Non è colpa nostra se Chiara si è ammalata!”
Strinse i pugni e le labbra finché tutta la rabbia non se ne andò.
Ritornò nella stanza di Chiara e decisero di cantare un po'.
La musica era la loro chiave della gabbia.
Potevano dire tutto a tutti solo attraverso delle piccola note.. era una sensazione fantastica.
-Proviamo a cantare Stardust.- propose Mika e Chiara accettò.

'I could be staring at somebody new
But stuck in my head is a picture of you..'


La loro prima foto comparve nei ricordi dei due.
'You were the thunder, I was the rain
I wanna know if I'll see you again..'


Chiara si era posta la stessa domanda quando lo salutò quel giorno di tanti mesi fa.
'I said I love you, you said goodbye
Everything changes in a blink of an eye..'

Frase più vera non poteva esserci. Solo lo sbattere degli occhi poteva cambiare così tanto un sentimento.
'It's been a while I still carry the flame
I wanna know will I see you again..'


Tutta la durata della canzone Chiara e Mika rifletterono davvero sul testo e su cosa provavano mentre lo cantavano insieme.
A fine canzone la ragazza aveva la gola un po' dolorante, ma era felice di averla cantata ancora una volta insieme a lui.
Il suo amore per lui si affermava ogni giorno di più e questo nessuno poteva fermarlo.





*Gli uovi non si può sentire, sono scoppiata a ridere da sola in camera mia quando l'ho scritto HAHAHAHAHAHHA :'D


So perfettamente che in questo capitolo non succede una.. ehm.. fava, ma è solo un capitolo (diabetico, ovviamente) di passaggio:3
Spero mi rispiarmierete i pomodori per la mancanza di fatti eclatanti,lol.
Comunque dedico questo capitolo a tutte voi (in particolare a Koizumi97 che mi fa le recensioni più belle del pianeta *--*) perchè siete dolcissime nelle recensioni, aww :'3
Spero di non avervi deluso troppo con questo capitolo!
Baci,

Ginevra.

PS: PUBBLICITA' GRATIS A
'Tre colpi di fortuna per farla innamorare.' di Lounette.
E' una FF bellissima, la prima che ho letto su 'Mikiara' e che mi ha fatto innamorare di questa OTP, ma che soprattutto mi ha dato lo spunto per scrivere questa FanFiction akjhdal *-------*
La amo, stop.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** -Capitolo 5. ***


Capitolo5.
 
 
Mika si prese cura di lei per tutto il tempo in cui stette male.
La sera della guarigione di Chiara si misero a parlare del testo della canzone.
-Allora, ho pensato che possiamo mettere le parole italiane che abbiamo cantato alla finale di anno scorso.- disse il ragazzo e Chiara annuì attenta.
Scrissero il testo su un foglio di carta e al posto delle parole inglesi misero quelle italiane.
-Bhè, sembra perfetto!- esclamò Mika sorridente.
“Come te” pensò Chiara arrossendo e annuendo con convinzione all'esclamazione del ragazzo.
Risero un po' e poi andarono a letto.
Il giorno dopo Chiara si sentiva decisamente meglio ed era pronta per affrontare la sala registrazioni.
Si svegliò di buon umore e sentì un profumo arrivargli al naso, così si alzò in fretta e furia e si catapultò in cucina.
-Michael, cos'hai cucinato?- chiese curiosa prendendo alla sprovvista il cantante.
-Buongiorno Chiara!- esclamò lui abbracciandola. Lei presa alla sprovvista rimase per un attimo paralizzata, ma poi ricambiò l'abbraccio.
-Comunque, io non ho preparato niente.- ridacchiò -Ho preso due.. ehm.. donuts.. con glassa alla fragola.- disse sorridendo.
Chiara spalancò gli occhi e si aprì in un sorriso, fiondandosi sulla bustina che stava al centro del tavolo. Ne prese una e la finì in un nano secondo sporcandosi le labbra di rosa.
Mika scoppiò a ridere.
-Avevi fame?- chiese.
-Tantissima!- esclamò lei ridendo a sua volta.
-Sei sporca qui.- disse sfiorandole le labbra con il pollice.
E di nuovo scattò quella cosa che Mika non riusciva a spiegarsi: quell'istinto di baciarla e amarla come se non ci fosse un domani. Era la stessa cosa che scattò quando aiutò a scolare la pasta.
Si trattenne a stento e osservò le guance di Chiara colorirsi di rosso, mentre si puliva le labbra con un fazzoletto pulito.
Era così dolce quando arrossiva, sembrava una bambolina.
Il ragazzo si accorse di star ancora osservando Chiara e si riscosse prendendo la ciambella rimasta.
Mangiò con gusto, chiacchierando con la ragazza la quale sembrava aver passato la fase di arrossamento.
-A che ora dobbiamo stare in studio?- chiese lei.
-Ehm.. alle tre.- rispose il ragazzo.
Mancavano ancora cinque ore e i ragazzi si rilassarono sul divano, insieme a Dust e Mel. Poi pranzarono e Chiara iniziò a prepararsi.
Appena aprì l'armadio entrò nel panico: cosa si doveva mettere?!
Tirò fuori tutti i vestiti scartandoli mano a mano e alla fine si sedette sul letto con le mani tra i capelli rossi.
-Quello è carino.- disse Mika che silenziosamente era entrato nella camera già vestito: indossava una camicia bianca e un paio di jeans con delle scarpe nere.
Stava indicando l'unico vestito rimasto nell'armadio: un vestito corto fino al ginocchio, bianco con dei ricami azzurri, la gonna svasata e il giromanica.
Chiara lo prese e andò in bagno a vestirsi.
Quando uscì il cuore di Michael perse un battito.. era bellissima!
Le gambe nude aumentavano la sudorazione del ragazzo che intanto le aveva preso le scarpe: un decoltè azzurro come i ricami.
-I..io credo che queste sono completamente carine sotto il vestito.- affermò porgendogliele.
Sperò che i pantaloni non fossero tanto attillati per non far vedere gli ''effetti collaterali'' della visione di lei, ma non lo erano.
Chiara arrossì fino alle orecchie e si rintanò in bagno facendo finta che si doveva ancora truccare, ma scoppiò in una risatina maliziosa.
Ceh, aveva appena visto Mika, con.. con.. insomma!
Stava esplodendo.
Si mise i tacchi e sentì la sua voce imprecare nel corridoio, facendole venire un altro attacco di risatine isteriche.
Uscì di nuovo dal bagno e prese una borsa bianca. Infine si avviarono per le strade di Venezia con destinazione studio di registrazione.
Quando arrivarono i manager iniziarono ad aggredirli, perché Mika doveva finire l'album entro breve.
-Sentite!- esplose Chiara -Quando voi vi ammalate ritardando tutto il lavoro, nessuno di noi due si lamenta! Perché, invece, quando si ammala la star tutto questo baccano? Siamo umani anche noi!-
Mika, che non aveva capito proprio tutto, sorrise dandole ragione ed essendo quasi orgoglioso della forza della ragazza, tanto forte che li aveva azzittiti tutti.
Così i due si avviarono verso i microfoni e la base partì.
Come previsto dal testo la prima parte toccava a Mika che cantò divinamente.
Ma successe qualcosa di più magico dentro la sala: i due ragazzi si guardavano negli occhi mentre cantavano, quasi volendosi parlare attraverso le parole.
Gli stomachi dei cantanti brulicavano di farfalline e il cuore di battiti.
Incuranti degli occhi che li guardavano si presero per mano e avvicinarono i microfoni.
I loro occhi non smettevano un attimo di restare uniti, poteva dirsi che nei loro pensieri si stavano mangiando di baci.
La musica finì e la magia si spezzò all'istante.
Guardarono le mani unite e subito l'imbarazzo salì alle stelle.
Chiara, ovviamente, arrossì e anche Michael aveva il viso rosso.
La ragazza guardò le mani mentre le torturava, aspettando ordini dai vocal coach dall'altra parte del vetro.
-Siete stati bravissimi.- sussurrarono le due vocal.
Chiara e Mika sorrisero togliendosi le cuffie.
Ma un attimo di malinconia attraversò il cuore di Chiara. Voleva tornare di nuovo all'inizio, quando si misero le cuffie. Quei tre minuti e trenta secondi erano durati troppo poco.
Posò le cuffie sul microfono ed uscì a testa bassa.
Michael si chiese perché era così abbattuta: i vocal avevano detto che erano stati bravi, che non ci sarebbe stato bisogno di fare altre prove eppure lei era triste.
Quando le si avvicinò e le chiese il perché lei buttò su un fintissimo sorriso dicendo che andava tutto bene.
Mika non le credette, ma non la contraddisse. Se aveva inscenato quel sorriso, voleva dire solo che voleva essere lasciata in pace.
La ragazza era come un libro aperto per Mika: le si potevano leggere le emozioni negli occhi e nella voce.
Tornarono a casa silenziosi.
“Doveva essere un bel giorno, invece ho rovinato tutto!” si disse la ragazza, buttandosi sul letto e togliendosi quei maledetti tacchi.
Ricominciò a piangere e il tutto perché era egoista, perché voleva rivivere tutto quello che aveva vissuto ancora e ancora.
Non si accorse del resto del mondo fino a che il materasso non si piegò di nuovo.
-Dust, scendi dal letto!- esclamò la ragazza da sotto il cuscino.
-Non sono Dust.- rispose la voce di Michael.
Chiara spalancò gli occhi e si mise seduta.. forse un po' troppo in fretta, perché le si alzò il vestito, lasciando intravedere un pezzo di mutandine nere, prima che i riflessi delle sue gambe gliele fecero chiudere.
Mika deglutì. “Lo fa apposta?”
Chiara si asciugò frettolosamente gli occhi.
-Perché piangi? Perché soffri così?- gli chiese il ragazzo.
Chiara fu colpita direttamente al cuore da quelle parole.
Voleva tanto rispondergli con il fiume di parole che gli urlava in bocca, ma si limitò a dire che era triste.
-Vuoi un abbraccio?- chiese dolcemente Mika aprendo le braccia.
Lei ci si rifugiò dentro ridacchiando un po'.
Michael le accarezzava i capelli cullandola.
-Ti ho visto piangere anche quando hai visto il nostro video. È colpa mia?- le sussurrò all'orecchio.
-No, solo mia.- rispose lei stringendosi le spalle.
-Perché non ho il coraggio di dirti tutto quello che dovrei dirti.- spiegò un po' intimorita dalle conseguenze.
-Cosa devi dirmi?- insistette Mika.
“Che ti amo.” rispose lei nella sua mente.
-Mi dispiace.- disse invece, staccandosi dal suo petto.
Michael si sentì vuoto senza di lei e provò una sensazione strana: stava soffrendo con Chiara.
-Chiara..- disse cercando di abbracciarla ancora, ma lei le sfuggì e avvolse il vuoto.
-Mi dispiace.- ripeté lei.
Allora Mika si arrabbiò ed uscì dalla stanza. Non gli era mai successo di perdere le staffe così, ma lei non si fidava di lui. Perché non si fidava? Ripensò a quello che era successo nello studio e finì per avere anche lui gli occhi lucidi e il cuore infranto. In fondo, anche le ragazze erano come i ragazzi. Anche loro non davano spiegazioni e ti lasciavano lì con il cuore in due. Forse una cosa buona l'aveva capita: era innamorato di Chiara.
Solo una persona innamorata prova un dolore così forte per un rifiuto.
E lui lo provava.




E finalmente Michael ha capito di essere innamorato di Chiara.
Ce ne sono voluti cinque di capitoli, ma alla fine ce l'ha fatta!
Grazie per aver aspettato pazientemente questo capitolo, perché ieri non aggiornato e non aggiornernò neanche domani :c
C'è la mia cresima e sono tipo agitatissima D:
Comunque spero che il capitolo vi piaccia!
Penso di dover cambiare il rating della FF, sto diventando una pervertita assurda OuO
Baci, a domenica!

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** -Capitolo 6. ***


Capitolo6.

 
Erano le otto di sera e nessuno si mosse dalle loro stanze.
Chiara continuava a piangere tutto il suo dolore e la sua assenza di coraggio, mentre Mika si domandava perché, in che modo si era innamorato di Chiara.
Forse della sua freschezza? Del fatto che era sempre sincera? Oppure perché era pura? O della sua voce?
Ma non trovava una spiegazione.
Prese il cellulare e digitò sulla tastiera tumblr. Ogni volta che entrava su twitter vedeva nella tl delle ragazze che prendevano frasi fantastiche da quel sito e allora incuriosito ci andò anche lui.
Accedette alla Home e subito una frase gli balzò nel cuore:
“Se non sai perché sei innamorato vuol dire che ami tutto di lei, non una singola cosa”
Amava davvero tutto di lei? Anche i suoi difetti? Bhè, il suo corpo non era proprio la perfezione, ma lui lo amava. Era un po' più rotonda delle solite modelle anoressiche e le donava.
I suoi occhi ancora non era riuscito a decifrarli: cambiavano a seconda della luce e a volte erano verdi-azzurri a volte invece erano marroni.
Il suo carattere? Era sincera, pura, frizzante e dolce, ma anche forte.
Sospirò mettendosi le mani tra i capelli.
Doveva parlarle, così si alzò e andò davanti alla porta della sua camera, ma esitò a bussare. La porta era accostata e dalla fessura si vedeva che Chiara non era sul letto. Incuriosito aprì un po' di più la porta e la vide seduta alla scrivania che scriveva qualcosa a mano; la sua schiena si alzava e abbassava, segno che stava singhiozzando silenziosamente.
“Non è il momento di disturbarla” si disse e andò a dare da mangiare a Melachi e Dust.
-Hey Mel.- disse accarezzandole la testa.
-You know.. I'm in love with Chiara. And I understand it now.. How much am I stupid?-
La cagnolina, quasi a consolarlo, gli leccò la mano e scodinzolò. Il ragazzo sorrise rincuorato e andò a fare una carezzina anche a Dust che iniziò a fare le fusa.
-Sei morbido.- gli disse.
“Ma io parlo con gli animali?” si chiese e ridacchiò andando di nuovo in camera.
Nessuno dei due aveva fame.
Chiara era così concentrata a scrivere che si dimenticò di tutto e di tutti, anche di sé stessa. Scriveva, scriveva tutte le parole che non riusciva a dire a voce e a fine lettera si rilassò sulla sedia, la mano dolorante e i crampi allo stomaco.
Si guardò allo specchio e il riflesso le mandò una ragazza disastrata: righe di eyeliner e rimmel scorrevano lungo le guance, i capelli erano sparati in tutte le direzioni e aveva addosso solo il vestitino che si era messa la mattina.
Sbuffò e decise ad alzarsi per andare in bagno dove si struccò. Era una di quelle sere umide e calde, dove non tira nemmeno un filino di vento, una sera che Chiara odiava.
Andò in cucina e vide che Michael aveva dato da mangiare a Mel e Dust e sorrise un po'.
Prese una bustina wustel iniziando a cuocerli in padella.
Un profumino si diffuse subito in tutta casa e arrivò al naso di Mika che però, per quanta fame avesse, non uscì a mangiare.
Ma non ce ne fu neanche il bisogno perché Chiara appena finito di magiare preparò un piatto anche per lui e lo mise davanti alla porta con un post-it attaccato sopra. Bussò due volte.
Mika non fece in tempo ad aprire che lei si era rifugiata in camera sua, lasciandosi dietro quel piatto profumato che lui prese con il sorriso in faccia e poggiò sulla scrivania.
Solo quando finì di mangiare si accorse del post-it.
 
Vuoi fare pace? :)
Ti aspetto in camera.”
(lo so che state pensando male, pervertite!)
 
Mika non se lo fece ripetere due volte ed entrò in camera di lei senza bussare, il che fu un brutto errore perché la ragazza aveva appena lanciato il vestito e il reggiseno sul letto.
-Merda!- esclamò il ragazzo facendosi scoprire da lei che arrossì violentemente coprendosi.
Lui uscì subito sbattendo la porta per la fretta e imprecò in tutte le lingue del mondo.
“Perché sempre a me?” pensò.
“Perché sei un idiota! Potevi bussare no?” si disse.
Sospirò pesantemente e si andò a cambiare i pantaloni (che avevano già subito quel giorno) con un paio più larghi.
-Michael ci sei?- rispose lei aprendo la porta.
-Sì, arrivo!- esclamò lui uscendo dalla sua.
-Scusami!- esclamò facendo una faccetta da cucciolo bastonato.
-Ehm.. vabbè non fa niente.-
Chiara stava ripensando alla mattina dello stesso giorno, quando Mika le aveva dato le scarpe e si sforzò in modo anormale per non ridere a quel pensiero.
-Comunque volio fare pace con te.- le disse accarezzandole una guancia.
Lei sorrise e lo abbracciò teneramente.
-Posso sapere cosa stavi scrivendo?- chiese lui.
Il suo italiano stava migliorando di giorno in giorno.
-Ehm.. no.- rispose lei evitando il suo sguardo. Non era ancora coraggiosa abbastanza.
“Cazzo, sono troppo invasivo! L'ho già vista troppo nuda oggi, b a s t a!”
-Ok, scusami.- disse abbassando lo sguardo.
-Cosa vogliamo fare?- chiese Chiara.
La testa del ragazzo venne attraversata subito da pensieri maliziosi, ma a Chiara le si illuminò il viso.
-Vuoi vedere le foto di quando ero piccola?- chiese. Voleva affidargli un pezzo della sua storia, visto che in pratica lei sapeva tutto di lui.
-Sembra una idea geniale!- esclamò Mika, che stava annegando nella sua curiosità.
Così la ragazza andò a prendere l'album che teneva dentro un cassetto della credenza in salone.
-Possiamo bere qualcosa?- chiese Mika.
-Oh.. penso di avere un po' di vino nella dispensa.- disse illuminandosi Chiara e alzandosi subito per andare a prenderlo. Aveva una bottiglia di vino rosso.
-Va bene?- chiese lei.
-Perfetto!- esclamò lui prendendo i bicchieri dalla sua mano e poggiandoli sul tavolino riempendoli di vino.
Iniziarono a bere il primo bicchiere, poi il secondo mentre scorrevano le pagine dell'album. All'inizio tutto bene poi, quando più o meno erano arrivati al quarto/quinto bicchiere, iniziarono a fare un gioco: in ogni foto dovevano indovinare che cosa stava pensando la piccola Chiara.
Risero così tanto che alla fine avevano le lacrime agli occhi tutti e due e la bottiglia era finita.
Chiara era visibilmente brilla: rideva per tutto e poi si calmava, poi cominciava a cantare e di nuovo giù a ridere.
Anche Mika era decisamente sotto l'effetto dell'alcol e fece quello che forse non doveva fare: lei era appoggiata sulle sue gambe, terribilmente vicina al cavallo dei pantaloni, ma il braccio di Michael era sotto la sua testa. Stava canticchiando una canzone stupida e si azzittì solo quando il braccio di lui si mosse e la portò ad adagiarsi sul bracciolo del divano. C'era silenzio e loro si guardavano negli occhi, come la mattina nello studio.
Michael fece uno scatto e la baciò sulle labbra socchiuse di lei che restò per un attimo stupita, nonostante il suo stato.
Ma poi, come se non fosse successo niente, Chiara ricominciò a ridere.
(vi prego leggetela con una voce da donna brilla,lol)
-Ma che cosa stupida che hai fatto Michael Holbrook Penniman Jr.- disse ridacchiando, mentre lui si grattava la testa.
-Sì, ho fatto una cosa stupida.- disse iniziando anche lui a ridere come un idiota.
All'improvviso le risate di Chiara si spensero e si avvicinò di nuovo alle labbra di lui.
-Mi piacciono le cose stupide.- disse ammiccando.
Poi si risvegliò con un fortissimo mal di testa, appiccicata ad un altro corpo caldo che la teneva per la vita, ma soprattutto solo con la canottiera e le mutande addosso.
Si girò di scatto e vide che la persona che la teneva così stretta era Michael.
Erano nel suo letto.
Stava morendo di caldo e di vergogna per quello che aveva fatto, così cerco di slegarsi dall'abbraccio senza che lui si svegliasse ma, sfiga delle sfighe, in quel momento lui schiuse gli occhi mettendo a fuoco Chiara.
Resto confuso per un attimo con la testa che sembrava esplodere poi si rese conto della situazione e che anche lui aveva addosso solo i boxer.
Si guardarono negli occhi allarmati.
-Abbiamo davvero..?- sussurrò Chiara.
Mika alzò il lenzuolo e ispezionò il copri materasso, ma non trovò nessuna prova di quello che, in una situazione del genere, si pensava che avessero fatto.
Poi uno sprazzo di ricordi apparve nella mente del ragazzo demolendo tutte le ipotesi.




Lo so, sono cattiva e malvagia perché vi lascio con il dubbio:
l'hanno fatto o no?
Comunque è definitivo che cambierò rating,lol.
Mi hanno regalato un S3 mini alla cresima *------*
Non c'entra niente, ma va bhè.
Recensite (e passate da 'Tre colpi di fortuna per farla innamorare' di Lounette :'3)

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** -Capitolo 7. ***


Capitolo7.
 
 

*flashback di Mika*
-Mi piacciono le cose stupide.- disse ammiccandogli la ragazza.
Si alzò e si mise a cavalcioni del ragazzo che rimase interdetto, nonostante i suoi naturali istinti. Prese a baciarlo con foga.
“Michael controllati. È sotto l'effetto dell'alcol.” si disse nella testa, mentre però si concedeva quel bacio.
-Chiara..- cercò di staccarla, molto controvoglia, dalla sua faccia.
-Chiara!- ripetette con più forza.
Lei si staccò e lo guardò un po' male.
-Che c'è, non ti piace?- chiese irritata.
Però anche il ragazzo era sotto l'effetto dell'alcol e quindi rispose:-Certo che mi piace!- era semplicemente la verità.
Poi se ne pentì subito, perché lei tornò all'attacco peggio di prima: prese le sue mani e se lo posò sui fianchi.
A dirla tutta il ragazzo non avrebbe mai pensato che Chiara fosse così audace, data la sua solita timidezza.
Si lasciò annebbiare dall'alcol ancora una volta e lasciò scorrere le mani per tutta la sua schiena, finendo per posarle 'accidentalmente' sul suo fondoschiena.
Lei mugugnò sulle sue labbra, ma la ragione riprese il controllo sul cervello di Mika che tolse subito le mani e si staccò dalla bocca di lei.
-Mi sono stancata, passiamo al sodo.- disse lei.
“Oh no. Ti prego dimmi che sta scherzando!” pensò lui, mentre dentro la sua testa c'era l'epica battaglia tra l'alcol e la ragione. Si morse il labbro resistendo con tutto se stesso ai suoi impulsi. Chiara si tolse da sopra di lui e si mise al centro della stanza iniziando lentamente a sbottonarsi il primo bottone dei jeans, poi il secondo e il terzo. Mika era stato per un attimo sopraffatto da tutto il resto, ma poi iniziò a ricontrollarsi appena lei ebbe buttato il pantalone a terra iniziando a tirarsi su il bordo della canottiera.
In uno slancio la prese come un sacco di patate e la portò in camera sua buttandola sul letto e mettendosi sopra di lei schiacciandole i polsi sul cuscino.
-Adesso tu dormi.- disse con un tono di voce bassissimo che la fece smettere subito di ridere e la intimorì un po'.
Uscì dalla stanza e si chiuse in bagno facendosi una doccia così che l'alcol potesse acquietarsi dentro di lui.
Quando tornò lei dormiva come un angelo, ancora mezza spogliata, ma non si azzardò a rivestirla: aveva paura che si risvegliasse e iniziasse di nuovo a fare pazzie.
Si lasciò cadere sul letto accanto a lei e nemmeno si accorse di avere addosso solo le mutande, che si addormentò.
*fine flashback*

Mika si riscosse e vide che la ragazza lo guardava interrogativo.
-Ti sei ricordato qualcosa?- chiese subito curiosissima.
-Ehm.. sì.- rispose imbarazzato, iniziando a cercare un pantalone abbastanza largo.
-Dimmi tutto!- esclamò lei subito.
E lui mentre frugava nei cassetti cercò di raccontarle tutto con il suo italiano e senza sembrare troppo giudizioso.
A fine racconto si sedette sul letto e la guardò.
Era completamente rossa dalle orecchie alle guance e le sudavano le mani.
Si sentiva così in colpa e si vergognava tantissimo di essere stata così sfacciata con lui, ma soprattutto si vergognava dello spogliarello.
Ovviamente Mika aveva tralasciato il pezzo in cui diceva che apprezzava e che potevano anche andare davvero al sodo. Che figura ci avrebbe fatto se lo avesse detto? E poi, a parte il fatto che era molto timido, lui per lei era ancora gay e non sapeva neanche bene se piaceva a Chiara. (ma quanto è stupido!?)
-Michael.. io non ero in me.- l'unica giustificazione che trovò la ragazza in quel momento. Non sarebbe più riuscita a guardarlo negli occhi, non sarebbe più riuscita a parlargli come prima sicuramente. Oddio, sarebbe arrossita in ogni singolo sguardo che le rivolgeva.
Si alzò molto spossata da quello che aveva fatto.
Si mordicchiò le unghie andando davanti la finestra, incurante di essere nel pieno della mattinata e nel pieno centro di Venezia: doveva prendere un po' di aria 'fresca' per alleviarle il rossore.
-Chiara, anche io non ragionavo.- disse Mika per consolarla passandogli le braccia sulle spalle.
In quel momento furono accecati da un unico flash a cui seguirono molti altri.
Sorpresi chiusero le tende e si guardarono frastornati.
I paparazzi erano sotto casa loro e li avevano appena fotografati più o meno mezzi nudi, abbracciati.
-Siamo fottuti!- esclamò Chiara mettendosi le mani in testa. Quella giornata non poteva iniziare peggio, già partendo dal fatto che le loro teste pulsavano per la sbornia.
-Hai qualcosa per questo male?- disse il ragazzo passandosi la mano sulla fronte.
-Sì.- disse rassegnandosi del fatto che forse quella giornata poteva andare meglio nel suo corso. Andò in bagno recuperando i pantaloni dal pavimento del salone. Una volta dentro se li infilò e cercò qualcosa per il mal di testa.
Mentre era da sola ragionò sulle conseguenze di quelle maledette foto: tutti avrebbero pensato che loro stavano insieme e che avevano anche già concluso, avevano scoperto dove abitavano, le fan di Mika avrebbero pensato che lui fosse ridiventato etero e si sarebbero accanite su di lui.
“Perfetto!” pensò sconsolata trovando finalmente quello che cercava.
-Ecco.- disse tornando in stanza e porgendogli una pasticca di Moment Act trovato per caso.
La ingerirono tutti e due e iniziò a fare effetto circa dieci minuti dopo. Quando ebbero soddisfatto quel bisogno il loro stomaco iniziò a reclamare cibo, così il ragazzo si mise subito ai fornelli e cucinò delle cotolette panate con patatine fritte, mentre Chiara mise i croccantini e il latte nelle rispettive ciotole di Dust e Melachi e si dedicò a loro facendoli giocare un po' e poi portando fuori Mel per una breve passeggiatina. Quando rientrò era pronto e mangiarono in silenzio.
Iniziarono a squillare i telefoni di tutta casa.
-Hey Mika, ma non eri gay?-
-Chiara ma che ti salta in mente?-
-Adesso che sei etero vuoi metterti con me?-
-Com'è Mika a letto? Lo so che è bravo l'ho sempre detto.-
-Adesso gira tutto intorno a te e Chiara.-
-Ma a cosa pensi quando ti sporgi nuda sul Canal Grande?!-
E tutte frasi come queste.
Alla fine staccarono la spina al telefono di casa e i loro cellulari personali li spensero.
-Che gran casino! Ed è tutta colpa mia!- esclamò Chiara sconsolata buttandosi sul divano.
-Pensa se non avessi chiesto quella bottiglia di vino.. è colpa mia- rispose invece Mika abbracciandola di nuovo. Rimasero così per un tempo infinito nel silenzio rotto solo dall'orologio.
Poi lui si alzò facendo finta di andare in camera sua, ma in realtà si infilò nella camera affianco. In quei minuti che la strinse gli era salito un dubbio che aveva completamente dimenticato: cosa stava scrivendo Chiara?
La sua curiosità era al limite, allora arrivò fino alla scrivania di lei e subito trovò il foglio: lo aveva lasciato lì proprio a portata di vista. Lo prese e lo intascò ritornando in salone.
-Ti va se vado ad ordinare un po' di sushi per stasera?- chiese lei.
Si sentiva terribilmente in colpa per tutto e voleva rimediare un po'.
-Okay.- rispose lui ritornando nella sua camera a mettere la lettera sotto il cuscino. Sapeva che era finita perché quando la prese gli balzò subito all'occhio la sua firma nell'ultima riga del terzo foglio. Aveva scritto davvero tantissimo!
La ragazza intanto, ignara di tutto, riattaccò la spina al telefono di casa e ordinò il sushi. Sarebbe arrivato tra mezz'ora.
Lo squillo del campanello ne avvisò l'arrivo e Chiara pagò mettendo tutto in tavola.
-Vieni Michael!- urlò per farsi sentire e lui arrivò con una scivolata in cucina con quel sorriso da coniglietto stampato in faccia.
Si sedette e prese la sua parte iniziando a mangiare con gusto, mentre Chiara ci mise un po' più di tempo: cominciò a separare il pesce dal riso e quando ebbe finito il ragazzo si accorse della strana operazione e scoppiò a ridere.
-Ma che sushi è senza pesce?- chiese ridendo a crepapelle.
Anche Chiara si lasciò contagiare dalla risata e rispose che per lei il pesce aromatizzava il riso, per questo lo separava.
-Comunque dammelo a me il pesce.- disse Mika prendendo il piatto con dentro i pezzi e si li mangiò in un nanosecondo.
Decisero insieme di guardare un po' di televisione, ma fu un brutto e grosso errore: tutti i telegiornali avevano iniziato a parlare di loro e a fare ipotesi strane su quello che era successo.
Alla fine, stancati da quelle cazzate, spensero la tv e si salutarono mesti ognuno andando nelle proprie stanze.
Chiara era confusa, completamente confusa e arrabbiata.
Odiava essere famosa ed essere fotografata in ogni momento della propria vita privata e lo stesso il cantante nella stanza affianco.
Ma lui aveva ancora una consolazione: poteva soddisfare la sua curiosità, così prese la lettera e iniziò a leggere.





Sì, lo so sto diventando molto crudele lol.
Ma comunque vi voglio bene e grazie per tutte le recensioni carine, aw *-*
Bhè, che c'è da dire in questo capitolo? In pratica niente, commentate voi con le vostre recensioni ;)
Love you all,

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** -Capitolo 8. ***


Capitolo8.

 


Si mise comodo sul cuscino e iniziò a leggere curioso.
(vi ricordo che questa lettera è stata scritta da Chiara il giorno della registrazione della canzone)


“Caro Michael,
ti sto scrivendo questa lettera perché voglio darti una spiegazione, una spiegazione a tutto quello che è successo in questi giorni e non solo.
Lo so che ti dispiace vedere le persone che soffrono e di questo me ne hai dato una dimostrazione proprio cinque minuti fa, mentre mi abbracciavi e mi chiedevi perché ero triste nonostante in studio fosse andato tutto bene.
Il problema è che sono una vigliacca perché non riesco a dirtelo.
Non riuscirò mai a dirti tutto quello che sto scrivendo in questo momento...”


Il ragazzo si accorse dell'inchiostro sbavato in alcuni punti di quella frase. Aveva iniziato a piangere in quel momento.

“...Tutto cominciò ad X-Factor. Finalissima. Ero molto nervosa e ripassavo la nostra canzone nella mente, tutte le parole, il loro significato, l'interpretazione e le mosse che dovevamo fare. Poi sei arrivato tu e la mia mente è diventato un caos totale.
-Come stai?- mi chiedesti sorridendo. Il tuo sorriso era bellissimo: largo, rilassato, dolce e subito anche io sorrisi. Ti risposi che andava tutto bene, ma che ero nervosa e in quel momento un tecnico ci chiamò per andare dietro le porte a led. Un momento prima che queste si aprissero mi prendesti la mano e in quell'istante ho capito tutto: la mia memoria tornò indietro nel tempo alla puntata in cui cantasti Grace Kelly con tutti noi partecipanti. Non ti staccavo gli occhi di dosso: il tuo modo di muoverti, di cantare, di sorridere tutto mi rapiva di te in quei pochi minuti che cantasti con noi. Poi tutto finì e tu entrasti nel buio del mio subconscio che si risvegliò quando Morgan mi disse che avrei dovuto cantare con te. Una dolce stretta al cuore sentii quando me lo comunicò.
Poi c'è stato un turbine confuso di prove e tutto finì nel momento in cui mi prendesti la mano quando si aprirono le porte. Lì ho capito che forse mi ero innamorata di te, ma non c'era tempo per pensare! Dovevamo cantare per stupire il pubblico e così facemmo. Ma il pubblico non si accorse degli sguardi dietro le tende. Oh, quelle tende erano la mia morte! Fu un esibizione stupenda, la più bella della mia vita. Quando tornai nel backstage e dissi che mi ero innamorata di te tutti lo presero come uno scherzo. Magari lo fosse stato, mi sarei risparmiata sei mesi di serate perse a pensarti.
Mi eri entrato dentro con tutta la forza e io non capivo in che modo, perché è successo. Mi rassegnai al semplice stato dei fatti e aspettai, aspettai qualcosa che è arrivato circa una settimana fa: un tweet, un tuo tweet che mi sconvolse di felicità. Avevi scelto me, su centomila cantanti italiane tu avevi scelto me.
Così il giorno dopo hai fatto irruzione a casa mia con la tua allegria sotto braccio. Abbiamo mangiato un semplice gelato e abbiamo trovato un gattino che adesso non so dove sia.. forse sta aspettando che io gli dia da mangiare, ma proprio non mi va di posare la penna. Penso che se la posassi adesso non riuscirei più a prenderla in mano e a finire di scrivere quello che vorrei. Mi dispiace Dust.
Il secondo giorno appena svegliata ho fatto una figura di merda. Neanche eri arrivato da 24 ore che già mi avevi visto nuda. Comunque la giornata è andata piuttosto bene, a parte che poi sono incappata nella nostra esibizione e lì è successo il casino che ha portato a chiudermi per tutti questi giorni. Stavo ricordando tutto di nuovo, tutto da capo. Le nostri voci erano bellissime, era tutto perfetto tranne che tu eri e sei gay...”


Si può anche levare il 'sei', pensò Mika.

“...fatto sta che mi sono illusa di nuovo per trebilionesima volta. Ma pensavo che fosse finita lì, invece mi è venuta anche la febbre! Tanto per completare il quadro. Tu mi sei stato vicino per tre giorni di seguito, dandomi le medicine e cucinando per me come un fratello per una sorella. Sono stati i giorni più belli, soprattutto quando mi coccolavi per farmi dormire, sei davvero tenero come ti credevo. Quando stamattina, finalmente, mi è passato tutto, abbiamo deciso di andare allo studio.
C'è stato un momento molto imbarazzante che solo a pensarci rido. Ecco forse eri un po' eccitato per non so cosa e i tuoi pantaloni erano un pochino stretti. Se solo ci ripenso rido da sola...”


Il cantante arrossì mentre ripensava a quella figura di merda e sorrise un pochino. Era eccitato per 'non so cosa'.. che poi quella 'cosa' erano solo le sue gambe nude. Era messo proprio male.

“...Comunque alla fine siamo arrivati allo studio e tutti hanno cominciato ad attaccarci solo perché mi ero presa la febbre. Ma dico dovrei dormire con il pigiama di lana il 28 giugno?!
Vabbè, sono un po' ridicoli questi manager. Quando siamo entrati dentro lo studio e abbiamo cominciato a cantare è stato un momento magico.
Non riuscivo a smettere di arrossire e sorridere mentre ci guardavamo negli occhi. È stato tutto davvero intenso, mai provate emozioni del genere, ma quando ci siamo stretti la mano, lì è stato il culmine: il mio cuore è esploso in decine di pezzi piccolissimi che pulsavano di amore. Mio Dio quanto sono diabetica! Sono una romantica. Comunque alla fine è finito tutto, troppo in fretta però. Mi sono sentita malinconica e mi è venuto su il magone. Le parole della canzone dicono tutto per me e vorrei cantartele all'infinito finché non capisci che sono rivolte a te.
Tu mi hai chiesto perché ero triste e io non volevo dirti la verità.. sarebbe cambiato tutto? Sì.
Siamo tornati a casa molto silenziosi ed io sono entrata in camera mia. Non volevo vederti, stavo affogando nei miei stessi sentimenti e non capivo più nulla, così sono scoppiata a piangere di nuovo.
Pochi minuti dopo sei arrivato tu e mi hai abbracciato domandandomi cos'era che non andava, mi hai detto che mi hai vista piangere davanti al nostro video e mi hai chiesto se era colpa tua. E io ti dissi la verità: è colpa mia perché non riesco a dirti quello che sto scrivendo adesso. Mi hai chiesto:-Cosa devi dirmi?- e io adesso ti rispondo.
Devo dirti che ti amo, con tutto il cuore, con tutta me stessa. Non ce la faccio più a tenermelo dentro e adesso che l'ho scritto mi sento più leggera.
Ti amo, ti amo, ti amo, ma tu no.
È questo che mi distrugge: l'amore non ricambiato.
Mi succede sempre e sempre per lo stesso motivo: non vado bene alla gente, il mio corpo non piace, i miei capelli nemmeno, il mio naso lasciamo perdere.
Non sono mai abbastanza per nessuno.
Ma io ti amo lo stesso e anche se soffrirò, avrò sofferto per amare la persona più bella e dolce del mondo.
Ovviamente essendo una codarda, non ti darò mai questa lettera e se mai ne verrai in possesso sarà troppo tardi per tornare indietro.
Ti amo,
Chiara.”


E lì, il suo cervello andò a scaricarsi al cesso.
Lei lo amava e lui anche.
Non poteva crederci, era semplicemente assurdo che lui non si fosse accorto di tutto questo quando era sotto il suo naso.
Sorrideva di quella lettera dell'ultima frase soprattutto, perché non era affatto vera: lui l'aveva trovata prima.
Posò la testa sul cuscino sempre sorridendo come un ebete.
Chiuse gli occhi e sognò la ragazza per tutta la notte.

 





Scusatemi se il capitolo è po' corto, ma si è incentrato molto sulla lettera :'3
E finalmente Michael sa che piace a Chiara *^*
Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo ;)
Intanto voi recensite
♥.

Ginevra.

Ps: vi prego passate da 'Tre colpi di fortuna per farla innamorare' di Lounette.
Voglio farle una sorpresa per quando si rimetterà, facendola arrivare a 3O (e anche più) recensioni positive :')
Aiutatemi pls.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** -Capitolo 9. ***


Capitolo9.

 


Erano passate alcune settimana da quando il ragazzo aveva letto la lettera.
Aveva quasi finito di registrare l'album che sarebbe uscito a novembre e aveva alcuni giorni di riposo.
Chiara quella mattina si svegliò felice, non sapeva bene le motivazioni, ma si alzò ed entrò di soppiatto in camera di Mika.
Erano un paio di mattine che lo faceva: si sedeva sulla sedia e lo guardava dormire beatamente.. un angelo dai ricci spettinati.
Così fece anche quella particolare mattina, ma si mise più vicina al letto, anzi lentamente si sedette sul materasso vicino a lui.
Sorrideva, stava facendo un bel sogno e non voleva svegliarlo.
Resistette all'impulso di accarezzarlo per un po' di tempo, ma non ce la faceva più: allungò la mano calda e la posò lievemente sulla sua guancia facendogli una carezza leggera, ma in quel momento Michael si svegliò.
-Chiara che ci fai qui?- chiese con la voce pastosa e stropicciandosi gli occhi.
-Ehm..- doveva inventarsi una scusa al più presto -Ti stavo per svegliare.- disse lei alzandosi dal materasso, ma lui le prese il polso e la ributtò giù, vicino al suo corpo.
“Il risveglio più bello” avrebbe voluto dirle.
La abbracciò dolcemente sussurrandogli:-Grazie per avermi svegliato.-
Chiara arrossì e si staccò un po' fredda dicendogli che la colazione era quasi pronta.
Mika restò lì impietrito: ma non mi amava?
Eccoli di nuovo i dubbi, che per circa un mese lo avevano lasciato in pace, riaffacciarsi nella sua mente.
Ma non doveva preoccuparsi perché Chiara si comportava così solo per i suoi dubbi. In quella casa tutto era fatto di dubbi e sfumature che sapevano far cambiare l'umore ai due in un nano secondo: se Chiara si era svegliata felice, in quel momento ritornò pensierosa.
Erano un po' di settimane che Mika si comportava in modo strano: la abbracciava sempre e trovava ogni volta una scusa buona per toccarla, per starle vicino.. non che le dispiacesse, però era.. decisamente strano!
Comunque riorganizzò il cervello appena lui varcò la soglia della cucina e prima che potesse di nuovo abbracciarla lei si sedette sulla sedia iniziando a parlare dell'idea che le era venuta quella stessa mattina appena sveglia.
-Che ne dici di andare al mare? A Jesolo?- chiese sorridendo.
-Per me va bene, ma Dust e Melachi?- domandò il ragazzo preoccupato di lasciarli a casa tutto il giorno da solo.
Chiara ci pensò su e poi le venne un'idea:-Chiamo la mia amica e le chiedo se può badare a loro.- disse alzandosi subito a prendere il telefono.
Digitò il suo numero e lei rispose subito. Non fece le solite domande che facevano tutti, cioè:-Ma che ti sei messa con Mika?-.
Lei credeva alla versione dei fatti di Chiara, era la sua migliore amica.
-Stefy, come va?- chiese la rossa quando l'altra rispose.
-Benissimo, tu?- rispose lei, riporgendole la domanda.
Chiara non ce la faceva più a tenerselo dentro e le raccontò di tutte le stranezze di Mika che intanto si chiedeva perché la ragazza non ritornava.
Si mise ad origliare alla sua porta, ma poco dopo si stancò delle solite chiacchiere delle ragazze e andò a giocare con Dust e Melachi.
Intanto nella stanza di Chiara, la ragazza continuava a descrivere Michael.
-Chiara sveglia! Sarà innamorato di te per caso?- disse Stefania.
-Mi stai prendendo per il culo?- chiese ironica Chiara.
-No. Il mio ragazzo fa così tutto il tempo.- disse l'altra seria.
-Non è possibile, punto. E poi è gay!- esclamò la rossa.
-Vabbè, resta della tua convinzione, ma quando concluderete chiamami!-
-Comunque, puoi farmi un favore?- chiese Chiara.
-Certo, dimmi tutto.-
-Puoi tenermi i cuccioli? Oggi io e Michael andiamo al mare visto che ha un giorno libero.- spiegò la rossa.
-Okay, vengo tra dieci minuti.- disse Stefania attaccando.
Chiara si alzò dal letto e andò in cucina a finire la colazione, trovando Mika che giocava con i due.
-Che ha detto?- chiese lui.
-Ha detto che tra dieci minuti è qui, quindi vai a vestirti.- disse.
Non voleva che altri lo vedessero così e soprattutto non le altre donne.
“Ma cosa stai dicendo? Stefania è la tua migliore amica!” si disse, ma la gelosia andò oltre e ormai Mika era in camera sua a mettersi una maglietta.
Finì di bere il latte e il campanello suonò.
Si alzò e andò ad aprire a Stefania che la abbracciò fortissimo.
-Hey, ci siamo sentite cinque minuti fa!- disse Chiara ridacchiando, ma abbracciandola ancora più stretta.
-Allora, dove sono le bestiole?- disse scherzando e sedendosi sul divano.
Chiara andò in cucina e prese in braccio Dust che si lasciò trasportare fino al divano, poi balzò giù e si accomodò sui cuscini. Melachi li seguiva scodinzolante.
Stefania iniziò ad accarezzare il gattino sulla pancia e intanto Mika era entrato nella stanza.
-Ciao Mika.- lo salutò Stefy.
-Ciao Stefania.- rispose lui restando appoggiato allo stipite della porta.
I due si scambiarono qualche parola di cortesia e poi Chiara si riappropriò della sua migliore amica, trascinandola in camera per decidere insieme che cosa si sarebbe messa la cantante.
Tirarono fuori mezzo cassetto e alla fine optarono per un costume verde, molto semplice, ed un vestitino argento.
-Riuscirò ad abbronzarmi?- chiese la rossa scoppiando a ridere. La sua pelle era come il suo nome: chiara.
-Secondo me, diventerai del colore dei tuoi capelli!- ipotizzò ironica Stefania.
Sarebbe andata così, come tutte le estati.
Chiara sorrise e baciò l'amica sulla guancia e le disse 'grazie'.
L'altra l'abbracciò.
-Mi raccomando fai colpo!- le sussurrò all'orecchio e poi le fece l'occhiolino.
Chiara le diede un pizzico sul braccio, ma poi rise.
-CHIARA?! ARE YOU READY?- urlò Mika dall'altra stanza.
-YEEAH!- gridò di rimando la ragazza che uscì dalla stanza indossando gli occhiali da sole e prendendo la borsa.
Tutti e due salutarono Stefania e poi si misero in macchina con la musica a palla destinazione Jesolo.
Lei lo guidò per le strade e dopo circa un'ora e mezza arrivarono al mare.
Scelsero una spiaggia libera così potevamo essere meno riconoscibili.
Piantarono il vecchio ombrellone a fiori di Chiara e si spogliarono in mezzo secondo; faceva caldissimo e tutti e due non vedevano l'ora di tuffarsi in acqua, ma prima si misero la crema.
Il ragazzo si stava trattenendo dal saltargli addosso mentre le spalmava la crema sulla schiena.
Nonostante avesse un po' di pancetta, lui la trovava davvero attraente.
La ragazza stava letteralmente andando a fuoco mentre lui si spogliava rimanendo con il costume arancione.
Dopo aver immerso Chiara nel barattolo di crema solare fecero una gara a chi arrivava prima in acqua e, ovviamente, vinse Mika.
-Non è giusto.- disse fermandosi con il fiatone sul bagnasciuga -Tu hai le gambe più lunghe!-
Allora lui la prese in braccio come un principessa e corse verso l'acqua più alta, mentre lei lanciava dei gridolini divertiti e muoveva le gambe aggrappandosi al collo di lui.
A fine corsa Mika lanciò Chiara nell'acqua che, sorpresa, urlò.
-Anche questo non è giusto!- urlò lei tremando un po'.
L'acqua a primo impatto era fredda, ma dopo poco diventò calda grazie all'abitudine.
Chiara e Mika passarono da momenti di divertimento puro a momenti in cui stavano semplicemente sdraiati in acqua come corpi alla deriva.
Si decisero ad uscire solo quando le loro mani erano ricoperte di grinze e si concedettero il pranzo. Chiara si spalmò un altro barattolo di crema addosso, ma non funzionò comunque: era già diventata rossa.
-Uffa!- esclamò toccandosi le spalle caldissime.
-Tieni questo.- disse Mika porgendole uno spray rinfrescante.
Lei lo spruzzò sulle spalle e subito una sensazione di refrigerio la fece sospirare.
Si sdraiarono l'uno accanto all'altro e iniziarono a parlare del più e del meno per digerire quello che avevano pranzato.
Ogni tanto lei abbassava lo sguardo sul corpo perfetto del ragazzo e arrossiva pensando che se voleva poteva toccarlo, ma era troppo timida.
Nell'altra mente invece si svolgeva una guerra.
Sotto quella massa di riccioli c'era un cervello nel caos.
Stava per esser sopraffatto dagli istinti maschili e la ragione continuava a combattere fortissima. Alla fine Mika si passò una mano tra i capelli infastidito e si alzò per andare di nuovo in acqua, seguito a ruota da Chiara.
Si tuffarono di nuovo e giocarono come bimbi.
Poi la ragione perse e Michael strinse a sé la ragazza.
-Devo dirti una cosa..- sussurrò al suo orecchio.
La rossa rimase impietrita tra le sue braccia, rannicchiandosi sul suo petto.
Michael prese un respiro e raccattò tutto il coraggio che trovava nel suo corpo e finalmente parlò:-Ho letto la tua lettera.-
Chiara spalancò gli occhi e subito sciolse l'abbraccio indietreggiando e diventando più rossa delle sue spalle.
-Co.. Io.. Non.. Perché l'hai fatto?- chiese incrociando le braccia sotto il seno, quasi arrabbiata.
-Perché ero troppo curioso di sapere cosa provavi per me, perché allo stesso tempo ero completamente confuso e non sapevo cosa fare.- cercò di giustificarsi lui, raccontandole la verità.
Chiara rimase in silenzio, non sapendo come reagire a quella notizia.
“Adesso sapeva tutto, sarebbe cambiato qualcosa? L'avrebbe respinta? O, invece, l'avrebbe accettata? Era come presupponeva Stefania? Forse leggendo la lettera si era accorto dei suoi sentimenti verso di me..”
Tutte queste ipotesi galleggiavano nella mente della ragazza che guardava accigliata l'incresparsi delle onde.
Michael si mordeva nervosamente il labbro, maledicendosi.
Stava andando alla perfezione quella giornata, perché era stato così stupido da rovinarla?!
Idiota, idiota, idiota!
Chiara alzò lo sguardo su di lui.
-Cambierà qualcosa?- chiese seria.
-Sì.- rispose lui.
Era arrivato il momento.
Doveva dirgli tutto ciò che era cambiato da quel maledetto giorno della registrazione, anzi da quelle due mani intrecciate dietro la porta a led.
Le lacrime salirono agli occhi di Chiara e mentre scendevano furono intercettate dalle dita di Mika.
-Non piangere, oggi è un giorno bellissimo. Il cielo azzurro, il sole splende e tu sei stupenda.- disse il ragazzo sorridendo e avvicinandosi ancora di più al corpo di lei.
Chiara alzò di scatto lo sguardo e se lo ritrovò vicinissimo. Se si fosse alzata in punta di piedi le sue labbra avrebbero raggiunto quelle del riccio.
Si guardarono intensamente negli occhi, mentre le mani di lui non lasciavano il suo volto.
Allora lei decise di alzarsi in punta di piedi.
E le loro labbra finalmente si toccavano.
Si erano già toccate, ma non erano nelle loro piene facoltà mentali per far sì che fosse un vero bacio.
Chiara intrecciò le braccia dietro al collo di lui, che scese con le mani fino ai fianchi, mentre il bacio si approfondiva.
Si staccarono solo per mancanza di ossigeno.
-Cosa..?- chiese la ragazza con gli occhi luccicanti.
-Forse non so se si è capito bene, ma ti amo.- rispose Mika guardandola in quegli occhioni verdi che si ingrandirono di stupore.
Il cuore di Chiara perse un battito a quella dichiarazione.
Sentiva lo stomaco in subbuglio e la testa nel caos.
Il ragazzo la prese in braccio e la baciò di nuovo; doveva rifarsi del tempo perduto, così mettendosi in ginocchio lasciò che il bacio proseguì sotto l'acqua.
Ritornando su Chiara rise felice e si abbandonò sul corpo sentendo il cuore nell'orecchio.
-Ti amo anche io, Michael.- affermò guardandolo mentre sorrideva.
Restarono in silenzio nell'acqua, tenendosi la mano, poi uscirono e decisero di andare a casa: erano le cinque di pomeriggio e ci sarebbe voluta un'altra ora e mezza.
Così alle sei e mezza erano a casa, Chiara bella scottata, Mika bello abbronzato.
-Questo non è giusto.- disse aprendo la porta -Di solito sono i maschi che si scottano e le femmine che si abbronzano.-
-Ma io sono l'eccezione.- disse Michael dandosi delle arie.
-Scemo.- lo punzecchiò Chiara, ma poi sorrise e lo baciò.
-Le mie profezie si avverarono sempre.- disse una voce sardonica dietro le loro spalle.
Stefania stava guardando la scena con un sorrisino e con Dust vicino a lei che si leccava una zampina, lanciando solo un'occhiata indifferente alla coppia appena entrata. Mel invece faceva le feste a tutti e due e abbaiava felice.
-Zitta un po' Stefy.- la riprese la rossa ridacchiando, mentre Mika si faceva rosso.
Le ragazze non l'avrebbe mai capite.
-Io vado a farmi la doccia.- disse spezzando il silenzio.
-E Chiara viene con te, mentre io tolgo le tende.- disse maliziosa Stefania.
-Oh no, né io né tu andiamo da nessuna parte.- disse decisa Chiara che prese per il polso la sua migliore amica e la portò in camera sua iniziando a chiacchierare entusiasta.
-Che ti avevo detto? Che ti avevo detto? Quanto amo quando ho ragione.- disse la bruna ridacchiando.
-Dopo di questa esci fuori da casa mia.- disse Chiara scherzosamente, ma comunque era ora che Stefania levasse le tende, così prese la borsa e salutò tutti uscendo di casa.
Dopo cinque minuti uscì Mika dal bagno ed entrò Chiara facendosi una doccia bella fredda. La schiena le bruciava tutta e, dopo essersi messa l'intimo e i pantaloncini, chiamò Michael per spalmargli il dopo-sole sulla schiena.
-Grazie.- gli disse quando finì e andarono in cucina a mangiare.
Finita la cena, Mika guardava maliziosamente Chiara.
-Che c'è?- chiese lei diventando automaticamente rossa.
-Stanotte ci divertiamo.- disse lui prendendola in braccio e portandola in camera sua.
Chiara ridacchiava e si sentiva felice, più felice di tutti quei mesi messi insieme.




 
Divento più malvagia ogni volta,lol.
MA CHE BEL CAPITOLO, FINALMENTE DOPO 9 CAPITOLI, CE L'HANNO FATTA.
YEAAAHH! *trenino per tutta casa*
HAHAHAHAHAHA, bhè a mezzanotte non sono nelle mie piene facoltà mentali lol.
Comunque, sono troppo felice di questo capitolo e sì, nel prossimo conlcuderanno *spoiler!*
Quindi se siete a deboli di cuore su certe cose non leggete.
(ma io so che siete delle piccole pervertite,lool)
Recensite e alla prossima!

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** -Capitolo 10. (attenzione: rating rosso) ***


Capitolo10.


Avvertimento:

Questo capitolo è a rating rosso, quindi se..ehm..
non ti piacciono particolarmente queste cose, puoi saltarlo ;)
Detto questo, scorrete giù e godetevelo (in tutti i sensi lol)

-
-
-
-

 

 

Chiara era arrossita, come al suo solito.
Ovviamente non era la sua prima volta, ma c'era sempre Michael Holbrook Penniman Junior sopra di lei!
E in più sorrideva molto maliziosamente.
Quanto tempo avevano aspettato prima di questo momento? Forse troppo, perché l'aria palpitava di eccitazione.
Il ragazzo si era abbassato a baciarle il collo lentamente, mentre la ragazza chiudeva gli occhi godendosi quel momento il più possibile. Passava le mani tra i suoi ricci attirandolo al suo corpo che bolliva.
Le mani del ragazzo erano ferme ai suoi fianchi e li stringevano possessivi, non voleva più lasciarla andare via.
Respirava la sua pelle e il profumo del sole che le era rimasto appiccicato addosso, il profumo migliore del mondo.
Mika stava letteralmente scoppiando come la zip dei suoi jeans, che poi non capiva ancora perché si era messo i jeans.
“Come puoi pensare a certe cose in un momento del genere?” si chiese, mentre si staccava dal collo latteo di lei che, ancora con gli occhi chiusi, strinse più forte i suoi ricci e mugugnò infastidita dal suo distacco.
Schiuse le palpebre e Michael era già a petto nudo, così decise di darsi una mossa anche lei. Mise da parte la timidezza e afferrò i bordi della maglia per tirarla su, ma fu fermata da Mika che spostò le mani della ragazza e ci mise le sue. Voleva essere lui a spogliarla, così tirò via la maglietta e la lanciò in un punto imprecisato della stanza iniziando a baciarle il petto, mentre tirava giù le spalline del reggiseno.
Lei inarcò la schiena e le mani di Mika scorsero verso l'alto trovando il fiocco.
Chiara gli aveva fatto un favore e si era tenuta il pezzo di sopra del costume, così il ragazzo lo sciolse facilmente.
La rossa arrossì violentemente e le sue mani scattarono a coprirsi, ma Michael le spostò gentilmente, lasciandole un piccolo bacio sulle labbra.
-Non essere timida.- sussurrò.
Lo stomaco di Chiara sembrava uno zoo: altro che farfalline! Sentiva gli elefanti che rincorrevano i leoni in mezzo ad un branco di bufali.
Il cuore di Mika batteva a mille, mentre ammirava la pelle chiara della ragazza.. era così pura, che aveva qualche dubbio sul fatto della sua verginità.
La guardò negli occhi e poi si sdraiò di nuovo sopra di lei sussurrandole parole dolci all'orecchio per rassicurarla, lasciando che l'imbarazzo volasse via da quella stanza.
L'adrenalina scorreva come droga nelle vene di Chiara che presa da un attimo di audacia si mise sopra al ragazzo facendo scorrere l'unghia lungo tutto il suo petto. Sentì lui rabbrividire ed emettere un piccolo sospiro un po' dolorante.
Arrivata alla V si abbassò a slacciare il primo bottone dei jeans beige e poi a togliere la cintura dai passanti.
La parte coraggiosa di Chiara, di solito chiusa sotto mille chiavi, stava uscendo a forza dalla sua scatola.
Il ragazzo si inarcò per far sì che la rossa riuscisse a togliergli i pantaloni, ciò che fece dopo poco. Appena i pantaloni furono a terra Michael rigirò la situazione, mettendosi di nuovo sopra di lei e mettendole i pollici nei pantaloncini tirandoli subito giù.
Così tutti e due erano rimasti con quel piccolo pezzo di stoffa superfluo.
Michael accarezzò tutto il corpo della ragazza, poi cominciando dai piedi lasciò dei piccoli baci fino ad arrivare all'interno coscia.
Soffiò sulle mutandine umide e infine le tolse con i denti.
Chiara chiuse gli occhi mentre un brivido le saliva su per la colonna vertebrale.
-Michael..- mormorò stringendo il lenzuolo.
Mika sorrise per l'effetto che le faceva e salì fino a baciarla sulle labbra calde, tutto il suo corpo era caldo.
Erano rimasto solo i boxer del ragazzo ad intralciare il tutto, così Chiara li tolse titubante. In quel momento erano completamente nudi ed si esploravano con gli sguardi, mentre Mika faceva carezze leggere sulla pancia della ragazza che si ritrovò in preda ai brividi.
-Sei pronta?- chiese lui dandole un bacio a fior di labbra.
-Sì.- rispose sicura lei, mentre Mika si posizionava tra le sue gambe.
Trattennero il fiato, mentre il ragazzo entrava velocemente.
Chiara si lasciò sfuggire un gemito.
Era troppo tempo che aspettavano e non ne lasciarono passare altro.
Mika alternava spinte veloci e forti a spinte lente nelle quali si abbassava a baciare Chiara che si mordeva le labbra pur di non urlare, ma non si riuscì a trattenere nel momento di massimo piacere.
Il ragazzo si accasciò sul corpo di lei respirando forte per prendere più aria possibile.
-Vuoi fare un gioco?- chiese Chiara maliziosa, dopo un po' che lui aveva appoggiato la testa sulla sua pancia ancora spogliato, mentre lei gli accarezzava i riccioli.
Lui la guardò con una scintilla negli occhi e annuì, così Chiara si alzò e tornò con un barattolo di Nutella e una ciotola di fragole.
Il ragazzo sorrise e, avendo già capito il gioco, prese una fragola lasciandola scorrere sulla linea della colonna vertebrale poi la poggiò sulle labbra umide di lei, che la morse e la ingoiò.
Adesso era il turno di Chiara che prese una ditata di Nutella e disegnò piccoli cerchi sul corpo del ragazzo che chiuse gli occhi in preda al piacere.
Poi la rossa si mise a cavalcioni sul suo bacino, facendo scontrare le loro intimità e iniziando a leccare tutta la cioccolata dal corpo che aveva sotto.
Mika schiuse le labbra lasciando uscire qualche gemito soffocato, poi non resistendo più, diede un colpo di reni che penetrò di nuovo la ragazza.
Lei spalancò gli occhi e poi si lasciò scivolare nella lussuria dell'atto, gemendo contro il suo collo sporco di Nutella che leccò via.
-Prima o poi mi farai morire.- sussurrò Michael, mentre venivano insieme, di nuovo.
Rimasero sul letto, imboccandosi a vicenda con le fragole o la cioccolata, fino a che le palpebre si fecero pesanti e non si addormentarono sul letto sfatto dal loro amore.
Si risvegliarono abbracciati.
La prima ad aprire gli occhi fu Chiara che appena prese coscienza sentì una sensazione di felicità partirgli dal cuore e propagarsi per ogni singola cellula del suo corpo, caldo grazie alla vicinanza di Mika il quale, dopo pochi secondi, schiuse gli occhi e mise a fuoco la bellezza di lei.
-Ciao.- disse assonnato, ma sorridente al massimo.
-Ciao Michael, come stai?- rispose lei baciandolo sotto il collo.
-Adesso, meglio di cinque secondi fa.- disse stringendola teneramente.
L'imbarazzo si era dissolto completamente e i due si scambiavano piccole coccole e baci prima di alzarsi definitivamente ed andarsi a farsi una doccia purificante.
Chiara preservò il sorriso per tutta la giornata e tutto grazie al ragazzo riccio di cui era perdutamente innamorata e con cui aveva fatto l'amore.
Era stata la serata più bella di tutta la sua vita e ce ne sarebbero state altre (ovviamente lol) così, ma c'era qualcosa nel subconscio della ragazza che si agitava irrequieta.
Adesso Michael aveva tutto il diritto di abbracciarla quando voleva, dove voleva e senza motivi. Era sua e nessuno l'avrebbe portata via da lui, nessuno.









Io vi avevo avvertito lol.
Vabbè dai non c'è niente da commentare su questo capitolo ouo
Sono un pervertita pls

Recensite, voglio sapere cosa ne pensate ;)
Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** -Capitolo 11. ***


Capitolo11.

 
 

I mesi passarono e il ragazzo aveva già affrontato le pre-selezioni, le audizioni e i bootcamp.
L'ultima tappa erano gli Home Visit.

Simon Cowell gli aveva assegnato la categoria delle ''under donna''.
Chiara aveva una certa preoccupazione per questa assegnazione: e se si fosse innamorato di una altra delle sue ragazze? E se l'avesse lasciata proprio per una di queste? In fondo, i due non avevano ancora affermato la loro relazione, anzi l'avevano anche smentita davanti alle telecamere. Poteva questo essere un motivo in più per quelle ragazze che sarebbero andate al live di sedurre Mika? Ma non aveva smentito il fatto di essere gay, quindi no.
La ragazza era sdraiata sul letto a pensare a tutto questo mentre accarezzava il pelo nero di Dust.
Il gattino era cresciuto in quei mesi. Adesso era meno magrolino e aveva messo un bel pelo folto, sempre pulito e morbido.. era un piacere accarezzarlo e Chiara lo faceva sempre quando era nervosa.
Il giorno dopo sarebbe partita per Dublino insieme a Mika che nell'altra stanza stava già dormendo con la valigia pronta.
Un altro dubbio si insinuò nella mente della ragazza quando si ricordò chi avrebbe accompagnato Michael nel scegliere le ragazze 'giuste': Marco Mengoni, che ha una sessualità alquanto ambigua. (parere mio lol)
E se Mika si fosse innamorato di lui? Non è un cambiamento di tutti i giorni quello di diventare etero o gay e Michael aveva riflettuto tutta la vita sulla sua sessualità, ma in due mesi si era fidanzato con lei.
La rossa affondò la faccia nel cuscino cercando di soffocare tutti i pensieri che non riuscivano a farla dormire.
Alla fine si addormentò verso le tre di notte e si svegliò precisamente quattro ore dopo, alle sette.
-Hei..- sentí un sussurro nell'orecchio che non collegò al suo ragazzo, ma alla paura.
Aveva sognato, anzi aveva fatto proprio un brutto incubo, che Mika se ne andasse lasciandola da sola a Venezia.
-Chiara are you ok?- chiese vedendo che lei sbarrò gli occhi.
-Sì, solo un brutto sogno.- disse per rassicurarlo, ma desiderava essere rassicurata da lui non il contrario.
-Dimmi tutto, abbiamo ancora tre ore.- disse premuroso abbracciandola.
Il tempo fuori era brutto. Tirava un forte vento che faceva sbattere le imposte.
Non che fosse un male, almeno avrebbe rinfrescato un po' dopo tutta quell'umidità e quella calura.
Chiara gli raccontò tutto cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime, ma gliene sfuggì una che rigò la guancia rosea della ragazza.
Prima di cadere sul lenzuolo fu catturata da un dito di Mika che la baciò a fior di labbra.
-Non accadrà mai.- disse e la strinse forte, baciandola sulla fronte e cullandola piano.
Poi si staccò e le disse dolcemente:-C'mon, Dublino ci aspetta.-
E si alzò per andare in camera sua a vestirsi. In confronto alla ragazza, lui non aveva nessun pensiero e nessuna preoccupazione. Insomma sarebbe andato a Dublino con la sua ragazza, la sua prima ragazza dagli anni dei dinosauri!
Era proprio felice di aver capito quello che provava per Chiara.
Adesso sarebbe stato normale, no? Come tutti gli altri uomini?
Scacciò immediatamente quei pensieri dalla testa.
I GAY SONO UOMINI NORMALI, COME TUTTI GLI ALTRI.
Si ammosciò sul letto portando le mani sui suoi riccioli e stringendoli.
Dopo tutto questo tempo aveva ancora certi tipi di complessi mentali? Bha.
Si alzò e raggiunse Chiara in cucina.
Non sembrava affatto rilassata, ma aveva gli occhi rossi e gonfi di stanchezza.
-Chiara, hai dormito stanotte?- chiese.
-No..- finse un sorriso che non lo convinse neanche per un attimo.
-Sono emozionata.. è la prima volta che vado a Dublino.-
Bugia. Era spaventata.
“Cosa c'è adesso che non va?” si chiese il ragazzo.
Era quasi infastidito da quella situazione: insomma prima vuoi stare con me e poi sei triste?
-Chiara lo sai che a me puoi dire tutto.- disse Michael invogliandola a parlare.
E così la ragazza si lasciò andare raccontando tutte le sue preoccupazioni e i suoi dubbi su quello che sarebbe accaduto dopo.
Il ragazzo odiava vedere le altre persone soffrire e subito si alzò ad abbracciarla.
-Ti ho detto questo prima, non accadrà mai. Ti amo.- sussurrò mentre finalmente la ragazza si lasciava andare ad un sorriso.
Lo strinse a sé e poi continuarono a mangiare.
Dopo due ore partirono per l'aeroporto che si trovava a Mestre.
La produzione non sapeva che Chiara sarebbe andata con lui, per questo quando arrivarono al casello, si nascose in una delle tante stanze.
Non era ancora arrivato nessuno per questo Mika le consigliò un stanza ben precisa come nascondiglio: la biblioteca.
-Adesso, nessuno sa che sei qui. La biblioteca è perfetta, perché puoi nasconderti tra gli scaffali e..- le prese la mano portandola in angolo buio della stanza dove si nascondeva una piccola scala a chiocciola. La salirono insieme ed arrivarono dietro la tela di un quadro.
C'era un piccolo spioncino aperto e da lì si vedeva una stanza circolare colorata di rosso e con delle grandi finestre che davano sul parco verde dello Slane Castle.
C'erano un sacco di tecnici che andavano e venivano per sistemare quella stanza con delle casse, due sedie e la band.
-Lì ci saranno gli Home Visit. Se vuoi guardarli puoi guardarli da qui.- gli sorrise e poi con un bacio uscì dalla grande biblioteca.
Chiara rimase lì da sola, godendosi i preparativi.
Poi arrivò Marco Mengoni ed una stretta nello stomaco.
Michael guardava con interesse Marco. Lo stava facendo per le telecamere? Chiara sperava vivamente di sì.
Poi le riprese iniziarono e la prima ragazza che entrò fu Roberta.
Dal primo secondo che la sua voce si spanse nella stanza si percepì la forte energia di quella ragazza. Una voce potentissima e carattere, tanto.
La seconda ragazza che entrò fu Gaia. Aveva una voce graffiante e le ricordava tanto Gianna Nannini. Era molto particolare e originale. Il suo aspetto le sembrava quello di un elfo, non sapeva perché.
Poi Violetta e capì che quella ragazza sarebbe andata in finale. La sua voce aveva un timbro molto speciale e sembrava così fragile. Mika avrebbe fatto un grande lavoro, sapeva già che l'avrebbe portata con sé.
Ed ecco un'altra Chiara. 16 anni, forse troppo piccola per questa competizione, ma aveva una voce davvero limpida e cristallina. Ci sapeva fare.
Appena uscita però, un groppo salì nella gola della rossa: Michael e Marco stavano scherzando tra loro e ridevano e lui lo guardava in quel modo e lei si sentiva così.. non lo sapeva cosa si sentiva, ma scese la scala a chiocciola e non sentì né guardò più le ultime due esibizioni. Andò alla finestra ad osservare il grande prato verde con le lacrime nei suoi prati verdi.
Quando staccarono l'amplificatore si asciugò subito le lacrime sentendo dei passi che venivano nel corridoio e provò a fare un bel sorriso.
Era l'ora della pausa e Mika, fingendo di andare ad esplorare il castello si diresse verso la biblioteca con una scorta di panini per la sua Chiara.
Era davvero felice anche se aveva un po' di ansia per i live che sarebbero iniziati da lì a un mese.
-Hei Chiara.- disse abbracciandola. Posò i panini su un tavolino e iniziarono a mangiare con gusto mentre discutevano del futuro di quelle ragazze.
La rossa non aveva sentito nessuna delle due ultime esibizioni, per questo ogni cosa che diceva Mika su queste due Valentine sembrava la stessa che pensava Chiara.
Il ragazzo vedeva qualcosa negli occhi sfuggenti della ragazza e subito collegò tutto al discorso di quella mattina.
-Piccola, lo sai che ho fatto tutto per le telecamere.- disse rassicurandola, ma era davvero così? Con Marco si trovava bene e da come lui lo guardava sembrava quasi attratto dal trentenne. Sarebbe stato un bel casino se Michael avesse cambiato idea sul suo orientamento sessuale.
Non capiva, solo una cosa era certa nella mente del riccio: era innamorato perso di Chiara. Eppure neanche quella era un certezza.
Mengoni era davvero un bel pezzo di ragazzo.
Ma non poteva far soffrire la rossa non se lo sarebbe mai perdonato.
Si alzò di scatto e prese le mani di Chiara tirandola su e sbattendola ad una delle tante librerie. La baciò con passione, per ribadire il fatto che era etero. La voleva in quel preciso istante, su un tavolo, per terra, sulla poltrona.. ovunque, ma soprattutto la voleva addosso.
Chiara era rimasta un po' perplessa dal suo comportamento, ma si lasciò trascinare dall'entusiasmo e slacciò il primo bottone della camicia.
Iniziarono a respirare forte, reclamando tutta l'aria della stanza, ma poi.. squillò il cellulare di Mika e uno dei tecnici gli chiese dove era andato a finire.
Chiara si sciupò come un fiore calpestato e si rimise seduta, con un espressione mesta.
-Sto arrivando.- disse al telefono e chiuse guardando la sua piccola Chiara. Le lasciò un piccolo bacio sulla fronte e poi sulle labbra, infine uscì di nuovo, ricordandole che la notte non era ancora arrivata.
La rossa si rimise davanti alla finestra.
Dopo dieci minuti nel grande verde si potevano distinguere due poltrone nere e Michael, che aveva cambiato outfit, era seduto su una di queste.
Uscì la prima ragazza Violetta e fu subito un sì. Lo sapeva.
Poi la prima Valentina che purtroppo fu un no. Chiara sapeva perfettamente che Mika odiava vedere le persone tristi e odiava dare giudizi. Il ragazzo si sentiva così presuntuoso a chiudere le porte in faccia alle persone, quando lui ne aveva ricevute così tante.
Quasi quasi abbandonava tutto il progetto di X-Factor.
La terza era Gaia. La rossa sapeva che aveva adorato quella ragazza dal primo momento e fu un sì, sicuro e secco.
La quarta fu Roberta. La sua voce era davvero bellissima, ma la scelta di Mika, molto sofferta, fu quella di non farla passare.
La bionda pianse un po' e lui la consolò come faceva con tutte.
E alla fine la suspense. Le ultime due, la piccola Chiara e la seconda Valentina.
La scelta sembrava abbastanza ovvia: Chiara era troppo piccola per questa competizione e Valentina passò gli Home Visit.
Così il set fu smontato e tutto finì.. anche Marco Mengoni finì nel dimenticatoio di Michael.
Tornarono nell'albergo di Dublino e ripresero quello che avevano interrotto nella biblioteca. Fecero l'amore, ancora e ancora fino a che il sonno non si fece più forte della passione e i due si addormentarono sul letto sporco di amore.
I dubbi erano svaniti nella testa di Chiara.
Tutti i baci e le coccole che si erano scambiati avevano cancellato completamente tutto: Marco, le ragazze, i live, Venezia, la stanza in cui si trovavano.. TUTTO.
Si addormentò stremata e felice, felice di essere a Dublino e di accompagnare il suo ragazzo durante tutta la competizione.






SCUSATE,SCUSATE,SCUSATE,SCUSATE!
Ho avuto un blocco nella scrittura causa compiti in classe e interrogazioni de 'sta fava -.-
Cooomunque, eccomi di nuovo all'una di notte a postarvi l'11 capitolo.
Siamo già a 11? o.o
Ma io vi amo tanto :'3
Ecco cos'era quella cosa che non riusciva ad acquietarsi nell'animo di Chiara: la paura di perdere Michael.
Ma.. adesso che è finito X-Factor come farò?! Ogni volta che ci penso scoppio in lacrime davvero :'(
Scusate, sto occupando troppo spazio ewe.
Fatemi sapere attraverso le recensioni :D

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** -Capitolo 12. ***


Capitolo12



 


I ragazzi si svegliarono sul letto sfatto con il sole che penetrava dalle tende verdi dell'albergo a Dublino.
La prima fu Chiara che schiuse gli occhi e la prima cosa che vide furono dei riccioli, tanti riccioli che le solleticavano la pancia.
Sorrise.
Finalmente avevano lasciato alle spalle i dubbi che li attanagliavano da giorni e potevano vivere la loro relazione felicemente.. ma senza che i media sapessero qualcosa.
Chiara decise che quel pomeriggio avrebbero parlato di quello.
Magari con un gelato in mano, rilassati sulla panchina del parco dell'Algarotti.
Cercò di alzarsi senza che il ragazzo si svegliasse, ma purtroppo anche lui aprì gli occhi che si andarono a posare sul corpo di Chiara.
Era così pura, lo aveva detto dall'inizio di quel viaggio.
La sua pelle lattea era una calamita per Michael, come i suoi capelli e soprattutto gli occhi.. quel verde che non riusciva a spiegarsi.
La attirò di nuovo sul letto, tra le sue braccia.
-Perché sei così inspiegabilmente bella?- le sussurrò all'orecchio, il quale s'imporporò subito facendo ridacchiare il ragazzo.
-Perché sei così inspiegabilmente dolce?- disse lei girandosi a baciarlo.
Poi Michael la lasciò andare e lei andò a cambiarsi in bagno.
Fra due ore dovevano trovarsi in aeroporto e dopo si sarebbe conclusa anche quella tappa di X-Factor 2013.
Quando si ricordò che da lì ad un mese sarebbero i live il riccio ebbe una stretta allo stomaco.
Sarebbe stato all'altezza di portare le sue ragazze fino alla fine? Di portarne almeno una in finale? Sarebbe stato simpatico al pubblico italiano?
“Ma non dire sciocchezze i tuoi fan ti adorano da tutte le parti del mondo!” si disse poi, alzandosi dal letto che si era fatto ad un tratto freddo.
Nel momento in cui la rossa uscì dal bagno Michael ci si rifugiò.
Le mani avevano iniziato a sudare e il suo corpo a tremare.
Stava avendo un attacco di panico.
La gola era secca, respirava a fatica.
“Michael calmati. Manca un mese, calmati.”
Respirò a lungo e il tremolio smise.
Si lavò e si vestì.
Quando uscì dal bagno si decise a dire tutto a Chiara.
Quel pomeriggio, con un gelato in mano e rilassati su una panchina del parco di Chiara.
Sorrise.
Si era messa un vestito stupendo: era verde chiaro e lungo fino ai piedi con i brillantini che le coprivano il corpetto e che finivano anche sulla gonna.
-Sei bellissima.- disse sorpreso.
Lei si girò.
Non lo aveva visto ritornare dal bagno e in un primo momento si era spaventata, ma poi era arrossita e aveva abbassato gli occhi.
Non era ancora abituata a ricevere commenti del genere dai ragazzi, da quel ragazzo.
-Grazie, anche tu lo sei, come sempre.-
Non voleva essere così formale, non voleva avere così poca autostima di se stessa.
-Dai andiamo, che l'aereo parte tra poco.- disse Michael abbracciandola.
Presero le valigie e uscirono nell'aria profumata di Dublino.
Il tempo era un po' grigio, ma il sole splendeva nei loro cuori.
Insomma dopo due ore e mezza si ritrovarono nella cucina di Chiara a preparare la pasta.
Michael ebbe un flashback del primo giorno in casa Galiazzo.
Lui che l'aiutava a scolare la pasta e lei che si faceva rossa.
“Come sempre” penso ridacchiando.
Chiara lo guardò mentre girava un po' di sugo e tonno.
Era così tenero quando ridacchiava: si vedevano i suoi dentini da coniglio e gli si facevano le rughine intorno al naso.
Davvero rimase incantata come se fosse la prima volta.
Lui se ne accorse e sorrise ancora, poi assunse una faccia spaventata e Chiara sgranò gli occhi.
-CHIARA IL SUGO!- urlò Mika accorrendole in aiuto.
Lei si ritrasse impaurita e lasciò fare tutto al suo eroe che spense il fuoco immediatamente.
Sospirarono entrambi e poi si misero a ridere.
-Meglio che cucino io.- disse facendo sedere la rossa su una sedia.
Lei continuò a ridacchiare, mentre Michael rifaceva il sugo da capo.
Quando servì in tavola ormai erano le tre meno un quarto.
Passarono il pranzo in silenzio.
Ognuno sapeva che l'altro voleva parlare ma nessuno dei due si decideva.
Poi alzarono gli occhi e..
-Devo dirti una cosa.- dissero insieme.
Rimasero per un momento stupiti e poi riniziarono a ridere come bambini.
-Prima tu.- disse Chiara.
-Ehm..- prese un respiro -Vuoi venire a prendere un gelato?- disse lui sorridendo un po', ma quanto basta a fargli spuntare le sue fossette.
-Oh.. volevo chiederti la stessa cosa.- affermò Chiara spalancando gli occhi.
Mika rimase interdetto.
-Allora usciamo subito.- disse poi sorridendo ancora.
Lasciò che Chiara prendesse la borsa con i soldi (aveva insistito purché lei pagasse) e scesero subito.
Stranamente non trovarono nessuno al portone ma, per sicurezza, presero comunque vie secondarie per andare fino al parco dell'Algarotti.
Passarono al gelataio dell'angolo e poi si rifugiarono in quel pezzo di paradiso terrestre.
Fortunatamente non c'era nessuno.
Bhè, nessuno conosceva quel posto così segreto e intimo nel cuore di Venezia.
Mentre mangiavano il gelato Chiara iniziò a parlare.
-Michael, io avevo pensato che non possiamo rendere pubblica la nostra storia.- disse. Il ragazzo si accigliò.
-Perché?- chiese.
-Perché poi accadrebbe un casino. Le tue fan impazziranno, i miei anche, la stampa non ne parliamo. Non voglio che nessuno condizioni il nostro rapporto, per questo voglio che rimanga segreto. Nessuno potrà dirci quello che dovremo fare, come ci dovremo presentare.
Saremo solo io e te, come all'inizio.-
Sembrava un bel ragionamento.
-Ma io non voglio mentire alle mie fans.- rispose Mika.
-Non lo so..- rispose Chiara, continuando a leccare il suo gelato e guardando a terra.
La suoneria del cellulare di Michael interruppe il silenzio che era calato tra loro.
-Pronto?- chiese.
-Mika, sono Luca Tommassini.- disse un altro uomo dall'altra parte.
-Ciao Luca.-
-Ho una sorpresa per te.-
Michael si morse il labbro.
Il panico iniziò a montargli dentro.
-Dimmi, sono curioso.-
Bugia.
-Abbiamo deciso che nella terza puntata canterai con Chiara.- disse l'altro.
La preoccupazione si sgonfiò come un palloncino bucato e un grande sorriso si allargò sul volto del ragazzo.
-Oh, mi fa tanto piacere.-
Mentre pronunciava quelle parole gli venne un'idea.
-Menomale. Allora ci vediamo il 24 ottobre, mi raccomando.-
E ancora la bolla si gonfiò.
Doveva stare calmo.
Respirò affondo.
La sua mente era un subbuglio di pensieri mischiati e non riusciva a tenersi in piedi.
Chiara lo guardò impaurita e si avvicinò subito per sorreggerlo con la mano libera dal gelato.
-Michael, Michael stai bene?- disse spostandosi la frangetta nervosa.
-Sì.- disse lui riprendendosi un po'.
-Ecco devo dirti una cosa.- disse lui passandosi una mano tra i capelli e leccando un po' di cioccolato per irrigare la sua gola diventata improvvisamente secca.
Lei lo guardò seria e molto molto preoccupata.
-Ecco, ho paura di non essere all'altezza dei live.- disse tutto d'un fiato il riccio.
Chiara ci mise un po' per assimilare la frase appena detta dal cantante.
Subito dopo scoppiò a ridere, cosa che fece un po' stizzire Mika.
-Tu non sei all'altezza?!- esclamò dopo, alzandosi a buttare il fazzoletto appiccicoso che le era rimasto in mano.
Poi si inginocchiò di fronte a Michael, mettendogli le mani sulle cosce e guardandolo direttamente negli occhi.
-Michael Holbrook Penniman Jr. tu sei sempre all'altezza di tutto ciò che fai. Sei sempre pronto, bello e simpatico. Sono sicura che saprai accompagnare le tue ragazze in tutta la competizione e riuscirai a fare le scelte giuste. Poi può succedere che ci siano alcuni talenti più bravi (Michele lol) e alcuni di meno, ma è sempre così. Anche nella vita, ma questo non vuol dire che ti devi arrendere alle prime difficoltà. Io ho provato due volte ad entrare nella competizione e finalmente ci sono riuscita, vincendo anche. Non fa niente se una delle tue ragazze arriva terza o seconda, sappi che hai fatto il possibile per lei e lei ti ringrazierà per sempre di questa chance che le hai dato.-
Fece una breve pausa e sorrise per incoraggiarlo.
-Poi ho il presentimento che Violetta sarà una delle finaliste.- aggiunse con uno sguardo furbo.
Lui la guardò e la bolla d'ansia scoppiò definitivamente.
Come avrebbe fatto senza Chiara? Come avrebbe superato tutto senza di lei?
Era la sua luce.
Sorrise, sorrise davvero e lo fece mettendo in mostra i suo dentini e le sue fossette, poi si alzò e la abbracciò, facendola anche cadere sull'erba morbida di margheritine profumate.
-Ti amo, piccola Chiara.- disse prima di baciarla dolcemente.
Non fu uno di quei baci di routine, ma un un bacio pieno di significato.
Sembrava gridare:“Voglio averti qui accanto per sempre, non lasciarmi, ho bisogno di te come l'aria.”
Quando si staccarono lei aveva le lacrime agli occhi.
Aveva sempre sognato un ragazzo del genere ed ora che lo aveva non le sembrava vero. Il suo cuore scoppiava di gioia e si alzò da per terra.
Lo prese per mano e iniziò a cantare.

Vieni con me, vieni con me
Io resterò qui ferma finché,
Tu non vorrai stare con me.

Il ragazzo si lasciò trasportare dai volteggi del vestito verde e iniziò a cantare anche lui, pieno di lei da scoppiare.

I could put a little stardust in your eyes
And put a little sunshine in your life
Give me a little hope you'll feel the same
And I wanna know will I see you again.

La abbracciò da dietro, respirando il profumo dei suoi capelli.
La strinse, come se non volesse più lasciarla andare.
Si trascinarono a casa, peggio di due ubriachi.. o forse lo erano davvero.
Ubriachi l'uno dell'altra, ubriachi del loro amore senza confini.
O almeno fino a quel momento.







SONO VIVA, YESS!
Scusatemi davvero, ma in questa settimana non ho trovato un piccolo ritaglio di tempo per voi, mie piccoline.
Bhè, che dire di questo capitolo.. vi ho messo un po' di ansia con Mika che cercava di svenire, ma non ci riusciva? lol
Poveriino, menomale che c'è Chiara *-*
Cooomunque, diabete livel 100.000.000.000
HAHAHAHAHAHAHAHAHAH, basta dilungarsi v.v
Ci vediamo al prossimo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate di questo :3

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** -Capitolo 13. ***


Capitolo13.




Il 24 ottobre arrivò troppo in fretta per i gusti di Michael.
Quando la sveglia suonò ritornò bambino, quando odiava andare a scuola perché tutti lo giudicavano e lo mettevano all'angolo, lo prendevano in giro e lui non poteva non essere d'accordo con loro. Si sentiva così stupido in quei tempi, quando non riusciva a leggere un libro, non riusciva a leggere la musica e neanche una cosa semplice come l'orologio.
Ecco quella mattina si sentiva così.
Fino a che una chioma rossa non si fiondò nel suo letto, stritolandolo in un abbraccio mozzafiato.
-E questo?- disse aprendo un occhio.
-Ho saputo che canteremo insieme nella terza puntata. E canterò anche nella prima.- disse tutto d'un fiato.
-Davvero?!- disse alzandosi di scatto lui.
-Sì.- rispose lei raggiante.
-Così oggi hai una scusa per venire con me!- esclamò lui sorridendo finalmente.
La sensazione con cui si era svegliato si era dissolta nell'aria.
-Sarei venuta lo stesso, lo sai.- rispose lei alzando la testa con un aria da rimprovero.
Sì, lo sapeva, ma riceverne la conferma era confortante.
Si alzarono entrambi dal letto.
-Cavolo, ci siamo svegliati tardissimo!- esclamò Chiara guardando il grande orologio appeso in cucina.
Quel cerchio era un mistero per Michael.
-Che ore sono?- chiese lui.
La ragazza sapeva perfettamente della dislessia del riccio per questo sorrise debolmente, dando la risposta:-È l'una.-
Il ragazzo sgranò gli occhi e si mise le mani tra i capelli.
Mancavano solo due ore e sarebbero dovuti andare alle prove.
Sentì il mondo che cadergli addosso.
Si appoggiò ad una sedia, sedendosi prima di cadere sul pavimento.
-Michael!- esclamò Chiara aiutandolo a sedersi.
Era molto spaventata: in due giorni era quasi svenuto due volte.
-Michael, perché non mi hai detto che soffri di attacchi di panico?- chiese la rossa, impaurita e arrabbiata allo stesso momento.
Il riccio era ancora troppo scosso per parlare: si intrecciò le dita nei capelli e li strinse forte sbattendo le palpebre velocemente.
Respirava a fatica.
-Michael..- ripetette Chiara, accarezzandogli la testa e avvicinandolo al petto, continuando le carezze.
Quel gesto lo tranquillizzò del tutto.
C'era Chiara alle prove, non doveva temere niente, lei era con lui.
Così mangiarono qualcosa e poi partirono per Milano.
In treno non potevano scambiarsi coccole o conforti, per cui Michael stringeva convulsamente il bracciolo della poltrona.
-Michael calmati.- sussurrò la rossa che, senza farsi vedere, gli accarezzò la mano.
Per fortuna il viaggio era breve.
Arrivarono dopo un'ora e mezzo circa.
Subito i paparazzi affollarono la stazione centrale di Milano.
“Chepalle, chepalle, chepalle, chepalle” gli unici pensieri di Mika, mentre sorrideva cordialmente a tutti i fotografi.
-Ma siete fidanzati?- urlò uno.
-NO!- risposero in coro i due.
Non ci furono più domande e, per fortuna, la macchina di X-Factor li aspettava appena fuori l'edificio.
S'infilarono dentro e iniziarono a respirare di nuovo.
Poi al ragazzo venne in mente la stramba idea che gli era venuta quando Luca aveva chiamato per dargli l'annuncio.
-Chiara e se dicessimo a tuti che siamo fidanzati dopo l'esibizione per la terza puntata?- chiese lui sottovoce per non farsi sentire dall'autista.
-MA SEI PAZZO?!- esclamò Chiara, per poi tapparsi la bocca.
-Perché?- chiese Michael mortificato.
-Michael..- ma la frase s'interruppe.
Chiara stava viaggiando con la fantasia: se l'esibizione fosse stata come quella dell'anno prima forse nel finale potevano aggiungere un bacio o una cosa del genere.
Si soffermò a soppesare l'idea di Mika.
Poi si voltò e lo vide che la guardava.
-Bhè, forse..- disse la rossa sorridendo e spiegandogli il ''piano'' sempre sottovoce.
-Okay.- disse lui e le prese il mento tra due dita.
-Ti amo.- sussurrò prima di baciarla delicatamente sulle labbra morbide e rosee di lei.
Fortunatamente i finestrini erano oscurati.
Arrivarono all'X-Factor arena e incontrarono subito Simona, Morgan ed Elio.
Chiara abbracciò forte Morgan che fu il suo giudice e che la portò alla vittoria.
-Come stai Chiara?- chiese lei, passandole un braccio intorno alle spalle.
Michael s'ingelosì di quel gesto, ma al momento non poteva fare niente, perciò s'incupì e basta.
Chiara continuava a camminare, non accorgendosi di niente e poi arrivò Francesca Michielin.
Iniziarono le prove, sia con i ragazzi che con gli artisti.
Poi i costumi, la scenografia, il trucco, tutto.
Mika non si sentiva più a disagio: ormai c'erano tutti, Morgan, Simona, il suo amato Elio e soprattutto Chiara.
Certo non potevano scambiarsi tenerezze sul palco, ovviamente, ma ogni tanto si scambiavo sguardi sdolcinati e qualcuno si accorse di questo.
Alessandro Cattelan avanzava a passo deciso verso il riccio e lo prese sottobraccio chiedendogli se potevano parlare.
-Dimmi tutto, Alessandro.-
Per un momento si guardarono negli occhi, Mika molto più alto del presentatore e capì che era qualcosa di serio.
-Tu e Chiara state insieme.- affermò alla fine.
Michael sgrano gli occhi.
-C..cosa? Ma io sono gay.- disse ridendo istericamente.
Li aveva scoperti.
Li aveva scoperti, e adesso?
Doveva solo fingere, fingere e parlare con Chiara.
-Non sono stupido. Ho visto come vi guardate. Siete anche arrivati insieme da Venezia.- disse guardandolo un po' duramente.
-Ale, abbiamo dovuto registrare Stardust che canterò con lei nella terza puntata e siccome mi ci trovavo ho finito di registrare il songbook.- spiegò Mika, mentendo.
-Guarda che se volete tenerlo nascosto, io non lo dirò a nessuno.- assicurò il presentatore.
Michael lo guardò un po' prima di decidere.
-Va bene, siamo fidanzati. Ma shh!- disse subito.
Alessandro gli sorrise e commentò solo con un:-Siete una bella coppia.- e poi scomparve dietro le quinte.
Arrivarono Violetta, Gaia e Valentina.
-Ciao ragazze!- esclamò lui abbastanza forte da arrivare alle orecchie di Chiara che si voltò immediatamente.
“Sono arrivate” si disse respirando a fondo.
Le sue prove erano finite e si mise seduta negli spalti ad osservare le prove delle tre ragazze.
Violetta cantò 'Let her go' dei Passenger. Semplicemente divina. Riascoltarla affermò i suoi presentimenti: quella ragazza sarebbe andata in finale e forse avrebbe anche vinto.
S'immaginò la gioia del riccio, mentre una delle sue ragazze ritirava il premio.
Una visione celestiale.
Gaia cantò Seven Nation Army dei The White Stripes. Davvero brava, ovviamente.
Infine Valentina che provò Where is the love dei Black Eyed Peas. Aveva alcuni problemi di intonazione, ma per il resto brava e convincente.
Le prove continuarono e finirono circa dieci minuti prima del live.
Michael iniziava a sudare.
“Non adesso, non adesso” si ripeteva nella testa, mentre si accendevano le telecamere.
L'Arena si aveva iniziato a riempirsi di spettatori e molti di questi erano fan di Mika, perciò iniziarono a gridare il suo nome.
Poi fu chiesto di fare silenzio e la puntata iniziò con il duetto di Chiara e Francesca che cantarono divinamente.
La voce della rossa lo aveva tirato su di morale e la puntata procedette benissimo fino alla fine, dopo l'Extra-Factor.
Morgan era arrabbiatissimo del fatto che avevano eliminato il suo cantante Lorenzo e non riusciva a farsela passare, nonostante Mika gli avesse chiesto più volte scusa.
Chiara era rimasta tutto il tempo dietro le quinte e durante le pause incoraggiava  Michael ad andare avanti.
Comunque il cantante sarebbe dovuto rimanere a Milano e per questo aveva preso un appartamento vicino al centro della città, così quando lo spettacolo finì lui e Chiara si diressero all'appartamento, scambiandosi le effusioni che non si erano potuti fare durante il giorno a causa dei mass media.
-Ti amo.- continuava a ripetere il riccio all'orecchio di Chiara, che per colpa del carattere timidissimo arrossiva in continuazione e, nonostante fosse ottobre inoltrato, aveva molto caldo.
“Grazie di esistere” pensò Michael, quando a fine giornata si distesero sul letto matrimoniale e si addormentarono esausti.





SONO TORNATAAAAA!
Spero di esservi mancata un pochino :(
Scusatemi tantissimissimissimissimissimissimissimissimo, vi ho abbandonati T^T
Spero che con questo capitolo mi perdonerete :')
Vi amo tanto!

Ginevra.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** -Capitolo 14. (finale) ***


Capitolo 14.


Michael si alzò dal letto completamente rintontito e guardò il telefono: cinque chiamate perse, due messaggi in segreteria telefonica ed erano le undici e mezza.
Un sommesso sospirare gli arrivava dall'altra parte del letto, dove dormiva Chiara e in quel momento gli venne un'idea.
Si alzò pianissimo cercando di non fare rumore quando apriva le porte in cerca della cucina; si sentiva disorientato in quella casa visto che non aveva mai visitato l'appartamento a Milano, ma alla fine trovò la sua meta: i fornelli.
Prese a spadellare, aggiungendo marmellata di qua, sale di là, sciroppo d'acero sui pancakes e la colazione era pronta.
Le aveva preparato una colazione in stile americano/canadese che sperò le piacesse. Poi mise tutto in un vassoietto di fortuna ed in punta di piedi arrivò in camera.
Chiara intanto aveva aperto un occhio, sentendo rumori di posate e padelle, ma era così intontita in quel momento che si rimise a dormire e dopo cinque minuti fu risvegliata di nuovo, ma questa volta fu un bel risveglio: il suo riccio preferito con un vassoio pieno di prelibatezze preparate con le sue adorabili mani.
-Buongiorno Chiaretta.- la salutò lui, dandole un bacio sul naso e poggiando la colazione sul comodino. Lei lo salutò a sua volta e si portò sulle gambe tutto quel cibo che non vedeva l'ora di mangiare.
Addentò un pancake e lo sciroppo d'acero le scoppiò in bocca con tutto il suo sapore delicato.
-Adoro tutto questo.- gli disse quando finì, con un sorrisone sporco di marmellata che le andava da un orecchio ad un altro.
-Sono contento che ti piace.- disse lui, sbagliando un congiuntivo.
-Piaccia.- lo corresse lei e Michael sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-L'italiano e tutti i suoi tempi verbali.- disse e si mise a ridere.
Restarono un po' a letto parlando di quando sarebbero tornati a Venezia per qualche giorno di vacanza, ma lei gli ricordò che il programma era appena iniziato e doveva seguire le sue concorrenti.
-Se tra le concorrenti ci fossi tu lo seguirei con piacere.- gli disse, dandole un lungo e dolce bacio.
Lei mugugnò di protesta e si staccò dicendo che doveva andarsi a lavare e a vestire, anche perché era impresentabile in quelle condizioni: i capelli rossi che formavano una criniera a mo di leone sulla sua testa, il trucco nero che gli sbafava sotto gli occhi rendendola simile ad un panda.. no no! Si rinchiuse in bagno e si concesse una doccia calda per coccolarsi un po'.
Quegli ultimi giorni erano stati un caos: il treno, gli attacchi di panico di Michael, il nascondere la loro relazione agli altri.
Non vedeva l'ora che arrivasse il loro duetto e tutto sarebbe stato perfetto: si sarebbero dichiarati di fronte al mondo intero e tutti l'avrebbero accettato, a parte forse l'ex del riccio.
Vedeva quel futuro così roseo e senza problemi che Michael non poteva non disfare tutto: secondo la sua personale visione (pessimista) dei fatti, sarebbe stato un grave errore se tutto fosse venuto a galla in quel modo, non tutti sarebbero stati d'accordo (soprattutto il suo ex, a cui continuava a tenere dopo tanti anni di fidanzamento).. insomma quell'idea gli sembrava un disastro su tutta la linea.
Chiara aveva provato in tutti i modi a rassicurarlo, ma non ce n'era stato il verso: ogni cosa buona che diceva veniva assalita da una cosa altrettanto cattiva che sarebbe potuta accadere.
Michael sbuffò sul letto, non aspettando altro che il ritorno di lei.
Non si era mai attaccato così tanto ad una persona da sentirne la mancanza anche quando si trovavano sotto stesso tetto.
Il suo corpo non perfetto sembrava combaciare perfettamente al suo, forse perché erano entrambi imperfetti ed insieme diventavano il loro opposto: perfetti.
Si lanciò in osservazioni filosofiche a raffica e quando ritornò lei, aveva cambiato completamente argomento e stava pensando a quanto la matematica fosse incoerente con se stessa.
-Michael.. perché ti stai tirando i capelli?- chiese lei con una faccia perplessa, mentre osservava una scena abbastanza curiosa: il riccio si stava tirando appunto i capelli e con una mano faceva dei calcoli.
-La matematica..- ansimò lui -..non fa per me.- disse infine guardandola e scoppiando a ridere.
Possibile che due secondi prima si stava complicando la vita e quando lei arrivò improvvisamente sembrò tutto così semplice?
-Comunque..- iniziò Chiara, fermando il momento di ilarità in cui erano caduti entrambi. -Ho pensato a quella cosa.-
-Mmmh, again?- disse spazientito Michael.
-Yes, again. È come un chiodo fisso per me. Io voglio che loro sappiano di noi, perché dobbiamo nasconderci? Non ha senso, tanto alla fine lo scopriranno comunque.- disse lei, sedendosi sul letto e guardandolo negli occhi, soprattutto per fargli capire che non tutto doveva sempre andare per il verso sbagliato.
-Chiara, sono riuscita a mantenere segreta una relazione omosessuale per sette anni, pensi che non riesca a mantenerne un'altra?- chiese.
-No, penso che sia inutile. Michael, cosa c'è che potrebbe non funzionare?-
-Non so, magari potrebbero non accettarci, potrebbero iniziare ad insultarci o molto peggio ad insultare te. Non voglio che tu soffra.-
-Ma non lo voglio neanch'io. Solo che anche così mi fai soffrire, perché dobbiamo vederci di nascosto, quando usciamo dal portone di casa dobbiamo fermarci e vedere se non c'è nessun fotografo nei paraggi, quando camminiamo per strada non possiamo tenerci per mano o baciarci, possiamo solo far finta di essere buoni amici e colleghi e questo mi uccide. Non riesco a fingere, non sono mai stata brava e se per sbaglio non ci riuscissi si comprometterebbe tutto il piano e tutti inizierebbero a chiederci se è vero se è falso.- sospirò -Non è più difficile la vita così?- chiese, cercando in lui un segno, cercando di vedere se le sue parole avevano scosso qualcosa in lui.
Ma inutilmente.
Michael restava impuntato sul fatto che se si fossero rivelati sarebbe andato tutto all'aria, la loro relazione sarebbe stata sulla bocca di tutti e la loro privacy invasa. Non gli piaceva quando i suoi fatti diventavano di dominio pubblico.
Alla fine iniziarono a litigare, dandosi l'uno dell'egoista all'altro.
-AH IO SONO EGOISTA?!- urlò Chiara -ALLORA SAI CHE TI DICO, SONO COSI' EGOISTA CHE TI LASCIO SOLO A CASA A PATIRE LE PENE DELL'INFERNO.- e detto ciò sbatté la porta di casa e si mise a correre giù dalle scale.
Ma che cazzo gli era preso a quel riccio? Sempre a dire che non aveva paura di accettare le sfide, di vedere fino a dove poteva arrivare e proprio adesso si tirava indietro?
Prese a correre, non le interessava di chi incontrava, di chi spingeva e di chi si lamentava, aveva una meta fissa: la stazione.
Arrivò e in fretta e furia pagò un biglietto per Venezia e si sedette sul sedile freddo del treno. Non una lacrima era caduta dai suoi occhi, solo rabbia che le infiammava le viscere.
Intanto Michael era rimasto fermo un minuto sulla sedia, fissando il vuoto e non credendo a ciò che era appena accaduto.
Se n'era andata e quando realizzò aveva paura che fosse troppo tardi per raggiungerla. Si alzò di scatto e prese la giacca che neanche mise. Corse per le strade gremite di gente che guardavano le vetrine dei negozi di Milano, senza fortunatamente curarsi di quel riccio.
Non faceva nemmeno tanto freddo, ma il vento in faccia gli gelava la punta del naso.
Arrivò in stazione e fece un biglietto, balbettando sia in inglese che in italiano, ma finalmente riuscì a sedersi sul treno per Venezia.
Il telefono squillò e vide il numero del suo menager, ma attaccò la chiamata. Non voleva sentire nessuno in quel momento.
Purtroppo qualcuno bussò alla porta del suo cervello: i pensieri.
Iniziò a respirare forte, chiudendo gli occhi.
In ogni respiro c'era la metà dell'ossigeno.
“No, no, no..” si ripeteva dentro di sé ed era diventato come un mantra. Poi si ricordò le cuffie e le attaccò velocemente al telefono.
Cliccò una canzone a caso ed una voce cristallina gli si spanse nell'anima: “Due Respiri” e la sua Chiara.
Rimase con gli occhi chiusi, ma i polmoni si erano calmati, come i pensieri che prima cadevano a cascata.
Adesso, doveva solo cercare la sua piccola Chiara e chiederle scusa, per come l'aveva trattata e per non averle creduto.
Lei aveva sempre ragione, perché non ne avrebbe dovuta avere questa volta?
Il treno fischiò e partì, con il nostro riccio ad occhi chiusi, addormentato e cullato dalla playlist di lei, lei che in quel momento si trovava solo ad un vagone di distanza, ma nessuno dei due ne era a conoscenza.
Tutti e due con le cuffie alle orecchie, tutti e due ad ascoltarsi ed era come se i loro pensieri si collegassero.
Quando il treno arrivò a destinazione erano le sei del pomeriggio e il sole era tramontato da poco. Un po' di luce aleggiava ad ovest, colorando il cielo di rosa e oro.
Appena Mika scese dal treno si ritrovò una mandria di paparazzi ad aspettarlo al binario, ognuno con una domanda diversa, ma la maggior parte erano su lui e Chiara.
Già, Chiara.
La stessa Chiara che era scesa un vagone più avanti e che si nascondeva dai paparazzi, avendo paura che anche se erano impegnati con non sapeva quale vip importante, la riconoscessero per la sua chioma color del fuoco.
Ma in quel momento la riconobbe solo la persona che era diventata la più importante della sua vita ed appena sentì il suo nome uscire dalle sue labbra, spalancò gli occhi e si levò il giacchetto dalla testa.
Lui era venuto fino a lì, con lo stesso treno e non si erano incontrati nemmeno una volta.
Ma non le interessava più nulla, più nulla della litigata di prima, se non lui: lui che si immergeva nei paparazzi per andarla ad abbracciare e lei lì, immobile senza dire niente, senza fare niente, come un'ebete, lo guardava arrivare inseguito dai flash.
A nessuno dei due sembrava interessare più di tanto né nel momento in cui si abbracciarono né nel momento in cui si baciarono.
E quello, fu il bacio migliore di tutti i tempi.


Epilogo:
Michael si era inginocchiato sul pavimento e aveva poggiato il suo orecchio sulla pancia di Chiara.
-Sta dicendo che vuole che la chiamiamo Lily.- disse lanciando uno sguardo furbetto alla moglie. Lei sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Non è vero, vuole che la chiamiamo Margherita.- replicò.
-E tu come fai a saperlo? Non hai mica un orecchio da appoggiare sulla pancia.-
-Michael, io ce l'ho dentro. Posso sapere quello che vuole meglio di te.-
Chiara-Michael, 1 a 0.
Lui sbuffò e si rimise a lavoro con il pennello a dipingere la stanza di  rosa pastello.
Chiara invece vagava per la casa, facendo tornare indietro i ricordi.
Si ricordava quando pensava a lui su quel divano sfatto, quando aveva visto il tweet di Mika per lei, quando lo aveva fatto entrare a casa e quando avevano fatto per la prima volta l'amore. Poi un ricordo bellissimo le venne in mente: quando si erano baciati di fronte ai paparazzi, nella stazione di Venezia. E la volta dopo, finita l'esibizione di Stardust ad X-Factor, facendo commuovere addirittura Morgan.
Prese in mano la foto del loro matrimonio e rimirò il suo vestito bianco; era stata una festa bellissima, con tradizioni libanesi e italiane (non che si differenziassero molto), la grandissima famiglia di Michael che l'abbracciava calorosamente e la prima notte di nozze. Poi le venne in mente la luna di miele in Turchia, in un hotel di stra-lusso e le notti d'amore.
Infine il ricordo più vicino: la prima ecografia della bambina, già appesa in una cornice, nella stanza dove dormivano i due.
Una lacrima le rotolò giù per la guancia e Michael, che l'aveva seguita silenziosamente, l'abbracciò da dietro.
-Amore, perché piangi?- chiese baciandole la guancia.
Lei si girò e lo baciò.
-Ti amo.- gli disse.
-Anche io.- rispose il riccio, pensando che non ci poteva essere cosa più bella di sua moglie.



Amori miei, scusatemi davvero per non aver aggiornato per così tanto tempo, mi sento davvero in colpa.
E così, siamo arrivati al finale.

È un anno e qualcosa che porto avanti questa fan-fiction ed è LA fan-fiction.
Voi non sapete quanto mi avete dato in questo "anno e qualcosa", proprio non lo sapete. Voi mi avete dato la spinta a scrivere, voi mi avete dato la passione per la scrittura, voi mi avete aiutato a migliorarmi.
Io senza di voi e senza questa fan-fiction, non avrei mai e poi mai iniziato a scrivere come faccio ora.
Davvero, io vi ringrazio di cuore e mi scuso per avervi trascurato così a lungo. Adesso che siamo arrivati alla fine mi rendo conto di quanto mi abbia dato questa FF, ma soprattutto voi, con le vostre recensioni bellissime ed incoraggianti. Poi ci sono state Lounette, che non sento da tantissimo tempo (manchi), e
Koizumi97, che con le sue recensioni mi faceva piangere dal ridere e dalla felicità. Grazie a questa fan-fiction ho anche conosciuto la mia migliore amica a distanza, con cui sto scrivendo una FF su Harry Potter a quattro mani.
Vorrei fare un applauso ai protagonisti e ad X-Factor, perché senza di loro non avrei avuto nessuno stimolo a scrivere questa FF.
Io vi ringrazio, davvero tanto.
Avete tutto il mio amore e la mia gratitudine, VI AMO.
*virtual big hug*

Ginevra, che vi amerà per sempre.
*scoppia in lacrime*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2284476