Impossible.

di hermioner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Grifondoro ***
Capitolo 2: *** Malfoy ***
Capitolo 3: *** My Parents ***
Capitolo 4: *** Il ballo di Natale (parte prima) ***
Capitolo 5: *** Il ballo di Natale (parte seconda) ***
Capitolo 6: *** Be Strong ***
Capitolo 7: *** Nella tela del Grifone ***
Capitolo 8: *** Now I tell you something that no one knows ***
Capitolo 9: *** Death Eaters ***
Capitolo 10: *** The Orfin Gaunt's rings ***
Capitolo 11: *** Expecto Patronum ***
Capitolo 12: *** 01 settembre 1996 ***
Capitolo 13: *** E sei, costantemente, fra i miei contorti pensieri ***
Capitolo 14: *** Stay with me ***



Capitolo 1
*** Grifondoro ***


       
 

Grifondoro


 

Il piede rivestito da un bellissimo paio di scarpe con tacco 14 batteva con ritmo sul suolo di pietra e le braccia coperta da un sciallè nero erano incrociate sotto il seno fasciato dal magnifico corpeto del suo ennesimo abito.
Essere la figlia di una delle famiglie più importanti del mondo aveva i suoi frutti anche se l'etichetta che era obbligata a seguire e l'educazione fastidiosa che da sempre le era stata insegnata e imposta, dopo un po', dava ai nervi.
Per di più era sempre costretta a fare ciò che il padre le ordinava di fare senza mai replicare, come era successo in questo caso.
Si asciugò con il dorso della mano la guancia.
Una buona cosa c'era però. Nonostante discendesse da una delle stirpe di purosangue più potenti dell'intero globo terrestre, la sua famiglia non era contro i babbani, quindi non appoggiava il signore oscuro.
I capelli le ricadevano perfettamente abboccolati dietro alla schiena, fino alla base di essa. Erano di un colore tendente al rossiccio.
I suoi occhi invece erano indefinibili dato che cambiavano a seconda del suo umore.
Passavano dal viola dell'ansia, al verde dell'allegria, al nero della rabbia, al blu dell'imbarazzo.
La porta si aprì lasciandole vedere il volto di Albus Silente, preside di una delle più prestigiose scuole di magia e stregoneria.
'' Signorina Lightwood, ben arrivata'' la accolse il preside spostandosi di lato per lasciarla entrare.
Le si rifugiò velocemente all'interno della scuola scossa da un brivido di freddo.
Un enorme scalinata si presentò davanti ai suoi occhi e tantissime candelabri appesi alle pareti riscaldavano l'ambiete illuminandolo quel che serviva.
'' Venga con me'' le disse il preside prima di dirigersi verso le gradinate a camminare per qualche piano.
'' Professore, non vorrei essere scortese, ma questo vestito è abbastanza ingombrante e, in più, sono due giorni che non dormo e che non mangio, sa com'è, non ho passato un bel weekend.'' cercò di parlare senza sembrare polemica e acida, ma la stanzhezza le giocava un brutto effetto.
'' Non si preoccupi, lo so benissimo. La sto, infatti, portando dalla professoressa McGranit in modo che il cappello parlante possa collocarla nella giusta casa'' la fissò il professore da dietro le lenti dei fini occhiali.
La ragazza annuì leggermente per poi continuare a camminare.
Arrivarono dinnanzi ad una statua e, dopo la parola magica pronunciata da Silente, delle scale iniziarono a salire.
Con un passo vi si trovarono sopra e furono portati dentro l'ufficio.
Una modesta stanza con una scrivania piena di scartoffie e numerosi armadi ospitava al suo interno quattro persone che dovevano essere i rispettivi capi case o come si chiamavano.
'' Signorina Lightwood le presento la professoressa McGranitt, capo della Casa Grifondoro, il professor Piton, capo della casa Serpeverde, la professoressa Sprite, capo della casa Tassorosso ed infine il professor Vitous, della casa Corvonero.
Si sieda sulla sedia'' le spiegò il vecchio.
La ragazza si avviò titubante verso alla sedia e vi si sedette anche se scomodamente per via di tutta quella stoffa.
La professoressa McGranitt le appoggiò il cappello sugli scuri capelli.
'' O, ma cosa vedo. Coraggio? Ne hai da vendere, tipico di un Grifondoro. Ma possiedi anche le doti della furbizia e dell'astuzia che caratterizzano una Serpeverde, e un'innata voglia di sapere.
Ragazza mia, sei una dei casi più complicati da sistemare.... Mmmh... Mmmh... credo proprio... Grifondoro!'' la classificò lui.
La ragazza si voltò verso la professoressa McGranitt che la guardava con un sorriso e con gl i occhi che le luccicavano.
'' Signorina Lightwood, sarà un piacere averla nella mia casa. Ora si riposi e domani, quando si sarà leggermente ambientata, venga nel mio ufficio e le consegnerò il suo orario e le dirò le varie regole della scuola. Buona notte'' disse la donna con una voce paccata ma confortante.
La ragazza ringraziò per poi seguirla fuori dall'ufficio per andare nel suo dormitorio.
Salirono alcune scale per poi trovarsi davanti al ritratto di una signora grassa che chiese la parola d'ordine.
'' maltafinocchia'' sussurrò la professoressa e il quadro librò il passaggio che li fece accedere alla casa.
'' Si ricordi la parola d'ordine se non vuole rimanere chiusa fuori. La sua stanza e al secondo piano, le sue cose sono già al suo interno. Domani non è obbligata a venire a lezione, sono a conoscenza della giornata movimentata che ha avuto e di quelle precedenti.
Buona notte'' le spiegò prima di congedarsi.
La bruna fece come le era stato detto e si avviò verso la sua camera, nel dormitorio femminile.
Una volta lì, con ancora il vestito indosso, si addormentò sul comodo letto, lasciandosi trasportare da Morfeo nel mondo dei sogni.





'' Waoh, è da vero bella... Pensi che dovremmo svegliarla?'' chiese una voce femminile.
'' No, se si è addormentata con ancora i vestiti doveva essere molto stanca'' commentò un'altra ragazza.
Aprì lentamente gli occhi sbattendoli lentamente per mettere a fuoco le due ragazze davanti a lei.
'' Oddio scusaci, non volevamo svegliarti'' commentò mortificata la ragazza dagli occhi più scuri.
'' Oh, non preoccuparti....'' lasciò in sospeso la frase che non tardò ad essere completata.
'' Hermione, mi chiamo Hermione, Hermione Granger. Lei invece è Ginny Weasley'' si presentò.
'' Non preoccupatevi, non mi avete svegliato. Comunque piacere, il mio nome è Scarlett Lightwood, sono nuova'' esclamò tranquillizzandole.
'' Lightwood? Sei la figlia di Timoty Lightwood? Il famoso purosangue?'' chiese sopresa Ginny.
'' Emmh si... Perchè?'' chiese imbarazzata la ragazza colorendo leggermente le guancie.
Odiava quando parlavano di suo padre così, perchè sembrava una cosa tanto strana essere sua figlia.
'' Mia madre mi ha sempre parlato della tua famiglia, siete molto amati fra i sangue sporco, come ci chiamano i serpeverde'' ammise con una smorfia all'appellativo.
Scarlett le sorrise.
Aveva indossato tutto ciò che Hermione e Ginny le avevano detto di mettere e ora si specchiava allo specchio della sua casa notando come, quel semplice abbigliamento le stava bene.
Indossava una camicia bianca con sopra un gilè scuro dove vi era ricamato il logo della sua casa.
Al collo portava la cravatta leggermente aperta, per non morire soffocata, e un paio di pantaloni scuri.
Ai piedi aveva le sua inmancabili scarpe con tacco 12 scure, giusto per non rovinare le sue origini.
Un sorriso soddisfatto era aperto sul suo volto e i suoi occhi, color oro in quel momento, rappresentavano quanto fosse emozionata in quel momento.
Prese la sua borsa dove vi erano i libri che le servivano e scese le scale affiancandosi ad Hermione e Ginny.
'' Perchè tu sei stupenda anche con questa stupida divisa!'' piagnucolò Ginny.
'' Io non sono stupenda e fidati, tu lo sei più di me'' le fece l'occhiolino la bruna.
'' Certo certo'' concluse il discorso la sua amica.
'' Che cosa hai ora?'' chiese Hermione curiosa.
'' Trasfigurazioni'' rispose la ragazza mentre stringeva la tracolla della borsa.
Uscirono dal quadro della signora Grassa, che in quel momento si stava esercitando a cantare -rompendo i timpani a tutta Hogwarts- e iniziarono ad avviarsi verso la Sala Grande, dove dovevano fare colazione.
'' Anche noi!'' esclamò felice la ragazza dagli occhi scuri.
Mentre passeggiavano nei corridoi della scuola notava che li studenti, maschi, non le toglievano gli occhi di dosso facendo diventare i sua azzurri, per l'imbarazzo.

Scarlett non si poteva certo definire una ragazza piena di se.
Era una delle tre figlie di casa Lightwood, ed unica Metamorfomagus per eredità da parte della nonna paterna.
Era sempre stata un'ottima maga, se non eccellente.
Aveva sempre studiato con degli insegnanti privati assieme alle sue sorelle ma, dopo un attacco dei mangiamorte alla sua casa, suo padre decise di spedirla ad Hogwarts, luogo più sicuro e non avendo ancora completato gli studi.


 
Era una tranquilla serata di Settembre, le cicale cantavano nel giardino della sua casa e la luna e le stelle brillavano nel cielo.
La ragazza era nella sala principale con molti altri invitati.
Una festa era in corso a Villa Lightwood per celebrare il fidanzamento di sua sorella, Katherine.
Tutto filava per il meglio, gli invitati si divertivano, bevevano, ridevano, quando però, ad un certo punto, un lampo di luce verde ruppe una delle finestre centrali causando il panico totale nella stanza.
Subito dopo un altro lampo, un altro, un altro ancora.
I Mangiamorte iniziarono a materializzarsi nella stanza e a lanciare Maledizioni senza Perdono.
Si sentì tirare per un braccio, la paura la invase, gli occhi le si colorarono di rosa.
'' Sono io Scarlett'' la rassicurò suo padre portandola via da lì assieme alla madre.
Si smaterializzarono per poi riapparire nella camre della ragazza.
Con un colpo di baccheta tutti i suoi vestiti e effetti personali si infilarono in un enorme baule apparso ai piedi del letto.
Sul volto della ragazza si poteva notare la confusione del momento.
'' P-ppadre, che state facendo?'' chiese con la voce che le tremava.
'' Devi andartene da qui, sapevo che sarebbe successo, lo sapevo benissimo. Preparavo questa cosa da settimane ormai in attesa del momento. Figlia mia, va via. Smaterializzati a Londra, lì troverai un mio caro amico che ti porterà alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dove ci saranno persone che ti proteggeranno e finirai i tuoi studi.'' la rassicurò l'uomo guardandola negli occhi.
Timoty Lightwood era di certo un bell'uomo, tanto bello quanto buono.
Lavorava per conto del mistero Americano a Londra e da sempre aveva aiutato chi aveva bisogno di una mano.
Questo, però, aveva fatto si che i Mangiamorte lo tenessero di mira aspettando il momento in cui il loro signore gli avrebbe ordinato di agire.
Era sposato con Margaret Dgas in Lightwood, nobile purosangue francese.
Era snella e alta, con lunghi capelli ramati, come quelli della figlia.
Gli occhi azzurri, e le labbra piene.
Chiuse con uno scatto il baule e baciò sulla fronte la figlia.
'' Va, figlia mia, e non voltarti mai indietro. Qualunque cosa succederà sta sera, ti ho amato con tutta me stessa'' una luce verde e delle voci fuori dalla porta fecero destare la ragazza, che fece come le era stato detto.
Si sedette sul baule e si smaterializzò giusto in tempo per vedere degli uomini neri entrare nella stanza e suo padre e sua madre che facevano la stessa cosa.
 
Si ritrovò davanti ad un enorme casa in mattoni. I numeri, però, saltavano dall'11 al 13, saltando il 12.
Si ricordò di cosa suo padre le disse prima di andarsene
'Leggi MENTALMENTE questa frase e la dimora che ti ospiterà per pochi giorni si meterializzerà davanti a te'.
Prese il foglietto che le era stato dato dal padre e lo aprì per poi fare come le era stato detto.
Subito la casa si mosse facendo apparire una terza. La porta d’ingresso era nera con un battente d’argento dalla forma di un serpente attorcigliato. Non c’era serratura né buca
delle lettere, l’esterno della casa era sporco e le finestre erano opache. La porta si aprì su un lungo corridoio, illuminato da un grande lampadario. La ragazza entrò lentamente e con attenzione portandosi dietro l'enorme baule, con l'aiuto della magia.
Alle pareti vi erano un sacco di vecchi ritratti, fra cui uno di Phineas Nigellus, un tempo capo della famiglia Black nonché ex-preside di Hogwarts e uno della madre di Sirius, Walburia Black, che urlò a squarciagola. La ragazza si bloccò immediatamente chiedendo scusa. Su di un lato c'era anche uno strano portaombrelli a forma di
gamba di Troll che le fece fare un ghigno.
'' Strano vero? '' una voce accanto a lei la fece sobbalzare e portarsi una mano al cuore. ''Scusa, non volevo farti spaventare. Pensa che Tonx, ogni volta ci inciampa e fa strillare questa vecchi burbera qui'' rise il ragazzo indicando il quadro della madre di Black.
Un ragazzo alto, dai capelli rossi e gli occhi arzilli se ne stava in piedi accanto a lei.
'' Tu devi essere Scarlett, eh?'' la ragazza annuì lentamente.
'' Oh, non aver paura, io sono innoquo. Piacere, George Weasley al tuo servizio! Vieni, ti stanno aspettando.'' disse indicando le scale.
Nel seminterrato c'era la cucina con un grande caminetto, un lungo tavolo con tante sedie, una credenza e una dispensa. All'interno della stanza vi erano cinque persone che, non appena sentirno i passi dietro di lor, si alzarono.
'' Scarlett finalmente!!'' esclamò il signor Weasley.
Aveva già avuto l'opportunità di conoscere quell'uomo, grande amico di suo padre nonchè suo padrino.
'' Resterai qui fino a lunedì, poi andrai ad Hogwarts.'' le disse Molly, sua moglie.
La famiglia Weasley era una famiglia di purosangue che la vedeva come suo padre, per questo erano molto amici.
Naturalmente lei aveva avuto l'occasione di vedere solo i due coniugi e non la famiglia al completo, ma ciò poco importava.
'' Scarlett, ti presento Remus Lupin e Ninfadora Tonks, lei è come te'' esclamò l'uomo facendole l'occhiolino.
'' Anche lei è una Metamorfomagus ??'' chiese Tonks con gli occhi che le brillavan
'' Si! Finalmente qualcuno che mi capisce!'' disse poi correndola ad abbracciare.
'' Immagino tu sia stanca, George, portala nella sua stanza'' il ragazzo non se lo fece ripetere due volte che la portò su per le scale ed infine in una camera, dove, una volta sola, si addormentò.


 

Stavano per svoltare nel corridoi dell'aula quando
'' Guarda guarda guarda, la mezzosangue e la piccola Weasley, che c'è, vi siete fatte una nuova amica?'' chiese una voce da dietro di loro.
Sentì uno sbuffo arrivare al uso orecchio prodotto dalle sottili labbra della Weasley accanto a lei e subito i suoi occhi divennero scuri.
Le due ragazze al suo fianco si girarono mentre lei rimaneva di spalle.
'' Vattene Malfoy'' sibillò Hermione irritata.
Malfoy, questo cognome le ricordava qualcosa... MA CERTO! Lucius Malfoy era il più noto purosangue di tutta Londra, dopo di suo padre naturalmente, e la sua fama era nota anche per il coinvolgimento che quell'uomo aveva con il Signore Oscuro, in quanto molte voci dicevano che fosse uno dei Mangiamorte più leali a Lord Voldemort.
'' Come osi rivolgerti a me in questo modo? Lurida mezzosangue e tu, matricola, sai che è maleducazione dare le spalle a chi ti guarda?'' commentò sprezzato il ragazzo.
La ragazza si girò di scatto, non appena sentì l'appellativo con cui quell'essere aveva chiamato Hermione, non curandosi di come aveva chiamato lei.
I suoi occhi erano neri come la pece, con qualche sfumatura rossa.
Il ragazzo sbiancò leggermente vedendoli ma poi si ricompose non facendo trapellare alcun sorta di incredulità per via della ragazza che si trovava davanti.
'' Mi conosci, a quanto vedo'' con un ghigno la strega pronunciò queste parole.
'' Strano però, io non conosco te. E a quanto vedo, sei uno dei più 'rispettati' prefetti della scuola, giusto?'' continuò la ragazza, vedendo che il ragazzo non rispondeva. Pronunciò quelle parole con lentezza e con una nota di superiorità della voce al quale il ragazzo rispose con un ghigno.

 







 
*Spazio me*

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e non esitate a chiedermi qualcosa, io rispondo a tutti.
Non so come mi è venuta l'idea di questa ff ma è da un o' che mi balenava nella testa, bastava solo metterla su foglio e così ho fatto.

RECENSIONI BEN ACCETTE :)


Baci e alla prossima,
Erica xx

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Capitolo 2
*** Malfoy ***


 

 

Malfoy

 


'' So chi sei, Lightwood, ma non mi fa paura'' sibillò il ragazzo.
Già, non mi fai paura, mi attiri da far schifo pensò il biondo.
La ragazza sorrise e i suoi occhi si schiarirono leggermente.
Con uno scatto fu a pochi centimetri dal viso del ragazzo, tanto che i loro respiri si scontrarono.

Si guardarono negli occhi per qualche secondo di silenzio, silenzio che però spezzarono le labbra della strega '' Chiamala un'altra volta mezzosangue in mia presenza e io ti desintegro, chiaro?'' sibillò la ragazza per poi girare i tacchi e tornare sui suoi passi seguita dalle altre due ragazze, sotto lo sguardo infuriato del ragazzo.


 

'' Benissimo ragazzi, oggi parleremo degli Animagus e dei Metamorfomagus'' un brusio si levò nella stanza dopo che la donna disse quelle parole.
Mi irrigidii leggermente sapendo che, in fondo, stavano parlando anche di me. Nessuno lo sapeva, nessuno escluso i professori, il preside e Hermione, che una volta mi aveva beccata a trasformarmi in gatto e da lì aveva voluto che le spiegassi tutto.
'' Vi starete chiedendo perchè io affronti questo argomento ebbene ora ve ne spiego il motivo, ma prima, chi mi sa dire che cosa sono queste due categorie?''
Subito la mano di Hermione si levò in alto facendomi fare una risatina.
Era impressionante come sapesse tutto, TUTTO!
La McGranit le diede la parola e lei iniziò a parlare '' Un Animagus è un mago o una strega che può trasformarsi in un animale. È una capacità iaquisita. Tuttavia Solo un mago molto potente e abile è in grado di diventare un Animagus. Imparare a trasformarsi in un animale senza bacchetta richiede parecchi anni ed è molto difficile.
Un Animagus può trasformarsi in un solo animale specifico. La forma non è scelta dall' Animagus, ma dipende della personalità della persona. Non si sa che forma si avrà prima di essersi trasformati.'' finì di spiegare la ragazza al mio fianco.
'' Benissimo, signorina Granger, cinque punti a Grifondoro. Signorina Lightwood, vuole spiegarci lei, invece, degli Metamorfmagus?'' ammiccò la donna sapendo che io ne ero uno.
Sorrisi leggermente annuendo '' Un Metamorfomagus è un mago o una strega che ha l'abilità di cambiare il proprio aspetto ogni volta che vuole, senza l'ausilio di pozioni o di incantesimi specifici. E' un'abilità molto rara e, a differenza di ciò che accade per gli Animagus, essa è ereditaria e non può essere appresa. Inoltre permette al mago di cambiare qualsiasi cosa del proprio aspetto, dalla semplice forma del naso, al colore dei capelli, fino ad assumere completamente l'aspetto di un'altra persona. Come molti altri tipi di magia, le abilità di un Metamorfomagus sono influenzate dal loro stato emotivo e, di conseguenza, emozioni forti, shock o depressioni posso creare dei problemi nel loro utilizzo.''
'' Impressionante, altri cinque punti a Grifondoro'' assegnò la donna. '' Comunque, ho deciso di affrontare questo argomento perchè, al contrario di quanto si dice in giro, queste due categorie rientrano nelle Trasfigurazioni, solo senza l'uso della bacchetta'' spiegò poi.
'' Chi sa perchè sei così preparata'' scherzò Hermione ridacchiando e facendo ridere anche la ragazza.
'' Speriamo non mi chieda di farle una dimostrazione, sai comè, non siamo visti di bun occhio noi'' ammise la ragazza schiudendo le labbra.
'' Signorina Lightwood, può venire qui un attimo?'' le chiese la professoressa.
'' Come non detto.'' gongolò quest'ultima rivolta all'amica.
Si alzò in piedi per poi avvicinarsi alla professoressa.
'' Te la senti di farci vedere un cambio di forma?'' le propose sussurrando.
'' Non lo so professoressa, non siamo visti di buon occhio, purtroppo'' ripetè la ragazza dando un'occhiata veloce alla classe.
Malfoy la stava fissando e un ghigno era stampato sul suo volto notando che la ragazza aveva posato gli occhi su di lui.
'' Ansi si, perchè no. Però posso trasformarmi fuori dall'aula?'' chiese la ragazza con un piano ben formulato in testa.
'' Certo!'' l'autorizzò la donna con un luccichio negli occhi a gatta.
La ragazza si avviò verso la porta facendo un occhiolino all'amica che, sapendo che aveva accettato, sorrideva contenta.
Si chiuse la porta dietro di lei e, in un attimo, i suoi rossi capelli divennero biondi, il suo corpo più muscoloso e i suoi occhi tendente al ghiaccio.
La divisa dei Serpeverde le fasciava il corpo e un ghigno le si aprì sul volto.
Subitò riaprì la porta e tutta la classe la fissò, ammutolendosi.
Immediatamente gli occhi di tutti si sgranarono e la bocca divenne una o.
Voltò lo sguardo verso il suo sosia che si era paralizzato al suo posto, incapace di muoversi.

 

'' Ma..quello sssei tuu?'' chiese sbalordito Blaise all'orecchio del ragazzo.
'' Scherzi? Quel sosia è lontano anni luce dalla mia bellezza'' gracchiò isterico Draco.
Quello era lui, stessi capelli, stessa faccia stessi occhi, era inquietante.
'' Mio Padre lo verrà a sapere!'' lo schernì la ragazza nel corpo da maschio imitandolo.
'' Non parlo così!'' sibillò il biondo.
'' Non parlo così'' fece l'eco il sosia, facendo ridere tutta la classe.
Non fece in tempo a ribattere che quel coso si trasformò in un gatto.
'' Benissimo ragazzi, questo è un esempio di Metamorfomagus. Questi maghi sono rarissimi e anche molto potenti. Può tornare alla sua forma iniziale'' chiuse il discorso la donna prima che il gatto si trasformasse in Scarlett.
'' La tua faccia Malfoy AHAHAHAH!!'' rise la ragazza notando il suo stupore.
Il ragazzo diventò rosso dalla rabbia ma prima di poter dire qualcosa la lezione finì e la ragazza, assieme alla sua amica, sgattaiolò fuori dalla classe.
Me la pagherai pensò 


 


Come ogni giorni, prima della cena, il preside disse un piccolo discorsetto al quale il ragazzo però non dava ascolto.
Quando però l'intera sala iniziò ad applaudire si riscosse dai suoi pensiere e seguì la massa.
'' Infine, come credo tutti sappiate, fra qualche settimana si terrà il Ballo di Natale. Spero che voi ragazzetti inviterete qualche bella fanciulla'' ammiccò il vecchio.
'' Detto questo, buon appettito''
Stranamente, però, quel giorno non aveva fame, troppo scosso da ciò che era successo il pomeriggio.
 
Stava camminando per gli scaffali della bibblioteca vuota cercando qualcosa di interessante con cui passare la mattinata, troppo stanco per frequentare le lezioni.
Non sapeva, però, che come lui anche Scarlett aveva saltato e girovagava in cerca di un libro.
Lo trovò pochi passi più in la, su di un tavolo.
Dall'altro lato della libreria anche il ragazzo aveva messo gli occhi su quel libro e ora si dirigeva a passo svelto verso l'oggetto bramato da entrambi.
Le loro mani si toccarono sulla liscia superficie della pagina in carta e subito si ritrassero.
Si voltarono di scatto guardandosi negli occhi e subito un ennesimo ghigno apparve sulle labbra perfette del ragazzo.
La strega si diede della stupida per quei pensieri.
'' Niente scuola oggi, Malfoy?'' chiese la ragazza sussurrando, per via della loro vicinanza.
Come il primo giorno i loro respiri si fusero e i loro occhi annegarno entrambi in quegli degli altri.
'' Potrei farti la stessa domanda, Lightwood'' ammiccò il ragazzo con voce suadente che le fece nascere un brivido su per la colonna vertebrale.
'' Mmh, può darsi che oggi mi sia data alla trasgressività e che abbia saltato qualche ora, tu invece? Stanco di condividere la stessa aria con i mezzosangue?'' al suono di quella parola da lei stessa pronunciata la ragazza storse il naso con un espressione di disgusto.
'' Sto condividendo l'aria con te, ora.'' rispose il ragazzo senza distogliere gli occhi dal suo viso perfetto.
Malfoy, da quando questi apprezzamenti mielosi verso di lei? Pensò.
'' Io non sono una mezzosangue'' esclamò con voce suadente, calda. Una melodia che gli fece sciogliere le gambe.
Dio Malfoy, ti stai rammollendo, RIPRENDITI! Urlò la sua coscienza.
'' Umh, sai cosa si dice in giro?'' chiese '' Che le mezzosangue baciano peggio delle purosangue, dimostrami che non sei mezzosangue'' ammiccò il ragazzo tirando gli angoli della bocca in su.
La ragazza si avvicinò lentamente, soffiando sulle labbra del biondo e sfiorandole appena.
'' Malfoy, Malfoy, Malfoy, sono una purosangue anche senza questo e lo sai bene. E ora scusami, ma ho un libro da leggere'' esclamò la ragazza prima di girarsi e afferrare il libro, per poi incamminarsi verso la porta, lasciando posare lo sguardo del ragazzo sul suo fondoschiena. ''Bella visuale, Lightwood'' la informò il ragazzo ridendo. Quella ragazza mi farà impazzire, pensò poi scuotendo la testa.










 
*Spazio me*

So che è una cacata assurda e mi dispiace ma, data l'ora, non ho saputo fare di meglio.
Ringrazio le persone che hanno messo la mia storia fra le seguite e, anche se nessuno ha recensito, ringrazio coloro che hanno visualizzato.
Detto questo vi lascio con due foto dei nostri protagonisti,
baci
Erica xx

 

Scarlett (Deborah Ann Woll)


Draco

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Capitolo 3
*** My Parents ***



 

   
My Parents




 

'Domani dobbiamo assolutamente scegliere i vestiti per il ballo'' dichiarò la piccola Lightwood appoggiando i libri sopra il tavolo della biblioteca, sul quale Ginny e Hermione stavano ripassando Pozioni.
'' E, dimmi un po', come?'' chiese la piccola Weasley.
'' La gita ad Hogsmeade! Te ne sei dimenticata?'' strabuzzò gli occhi la riccia al suo fianco. ''Comunque io non posso permettermi vestiti per il ballo'' continuò poi affranta.
''Neanche io...'' sospirò la ragazza al suo fianco.
'' Non vedo il problema, care streghette, a cosa servo io?'' chiese allora Scarlett con un sorriso rassicurante.
'' Che cosa? No! Non voglio che tu spenda soldi, per me!'' replicò la riccia con l'appoggio della ragazza al suo fianco.
'' Ascoltate prendetelo come regalo di Natale in anticipo ok? E poi, non volete farvi belle per Ron e Potter?'' ammiccò facendo arrossire le dirette interessate. '' Ecco, quindi niente storie e silenzio!'' disse con fermezza.
L'indomani le tre ragazze erano pronte per la famosa gita che aveva eccitato l'intera scuola.
Una volta arrivate al paese si precipitarono nei vari negozi dove, una per volta, scelsero i vestiti e, nonstante i continui lamenti, Scarlett pagò tutto.
Una volta finiti gli acquisti si diressero verso i Tre Manici di Scopa dove vi trovarono Harry e Ron.
'' Fatto spese?'' chiese il rosso sorseggiando una burrobirra.
'' Si, ma non ti è dato sapere di più'' disse bloccando le parole del ragazzo sul nascere, per poi sorridere compiaciuta.
'' Allora, chi sarà il tuo accompagnatore al ballo?'' chiese il bambino-sopravvissuto alla ragazza.
'' Non lo so, ancora. Ho avuto un po' di inviti ma nessuno era abbastanza interessante per passarci un'intera serata in compagnia'' fece una smorfia rispondendo e sorseggiando un po' della bibita del Weasley.

 


 

* * *

 
Era una fredda mattina invernale, la neve scendeva a fiocchi dal cielo, l'atmosfera era allegra per tutti, tranne che per Scarlett.
Quella mattina era acida, tesa come una corda di violino e molto irritata.
Un peso sullo stomaco la opprimeva e l'ansia le corrodeva l'anima; perchè? Non aveva ancora ricevuto nessuna lettera da parte dei suoi genitori e iniziava a preoccuparsi seriamente per la loro incoluimità.
Che i mangiamorte fossero riusciti a prenderli? Oh peggio, che li avessero uccisi? 
La ragazza tentava invano di non pensare a quello ma ogni volta quelle domande le annebbiavano il cervello facendola irrigidire.
Arrivò in Sala Grande per poi sedersi di fianco ai gemelli Weasley, che la salutarono con un sorriso.
La ragazza ricambiò con un sorriso a labbra strette per poi concentrarsi sulla sua colazione.
Non aveva alcuna voglia di parlare quella mattina.
I ragazzi, capendo che non era giornata, evitarono di infastidirla- conoscendola avrebbe fatto scoppiare la terza guerra mondiale- e parlarono della partita che avrebbero giocato tra pochi giorni.
La ragazza li ringraziò mentalmente per poi bere un po' di succo di zucca.

 
Va, figlia mia, e non voltarti mai indietro.
Qualunque cosa succederà sta sera, ti ho amato con tutta me stessa
 
Le parole di sua madre le rimbombarono in testa lasciandole un sapore amaro in bocca.
Le mancavano, tanto.
Aveva potuto sentire le sue sorelle e, purtroppo, neanche loro aveva notizie dei genitori.
Uno sbattere d'ali la fece tornare sulla testa e notò che la posta era arrivata.
Centinaia di gufi e civette volavano sopra la sua testa cercando i propri padroni.
Dopo qualche minuto notò anche Snow, la sua civetta bianca, venirle incontro con una lettera nel becco.
La ragazza la prese in mano per poi dare al suo animale un po' di biscotti.
Si rigirò la lettera tra le mani ma, dopo aver riconosciuto lo stemma della sua famiglia, gli occhi che fino a quel momento erano opachi, le brillarono e le sue labbra si aprivano in un sorriso a trentadue denti.
Velocemente scartò la carta e aprì la pergamena.
 
'' Cara Scarlett,
mi dispiace tanto di non averti potuto contattare prima ma abbiamo avuto dei piccoli problemi,
Non preoccuparti, niente di grave.
Sia io che tuo padre stiamo bene e ci rivedremo la sera di natale alla tana per una stupenda cena di Natale in compagnia dei membri dell'Ordine e delle loro famiglie.
Perciò quando George, Fred e gli altri verrano qui, tu unisciti a loro.
Spero che tu ti stia divertendo ad Hogwarts, bambina mia.
Ci manchi tanto.
A Natale,
Margaret
 
 
P.s. Avverti anche Katherine e Nicole del nostro ritorno e di anche a loro della cena ''
 
''Per Merlino!'' sussurrò la ragazza con le lacrime a gli occhi e uno stupendo sorriso.
''che succede Bellezza?'' ammiccò George – o Fred, non li riconosceva mai!- '' Il fidanzatino ti ha scritto?'' terminò la frase l'altro.
'' Meglio!'' esclamò euforica lei '' I miei genitori!'' continuò poi.
George e Fred sapevano ciò che stava succedendo in questo momento nella sua famiglia e, contenti per la ragazza, la stritolarono fra le loro braccia facendola ridere.
Quella giornata era migliorata molto.

 

 

 


 

*Spazio me*
Questo capitolo fa pena
Grazie Scarlett, sempre gentile tu eh? Tornatene nella storia
*Fa la linguaccia e se ne va*
Finalmente!
Bene, dopo questa inopportuna interruzione, passiamo al capitolo.
Finalmente i genitori sono riapparsi e.e
Nel prossimo capitolo, magari, forse, chi lo sa, Draco potrebbe fare qualcosina ehehhe
Ma lo scoprirete solo quando aggiornerò! *Risata malefica*
Detto questo, vi saluto.
Peace e Love 

Erica

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Capitolo 4
*** Il ballo di Natale (parte prima) ***


 


Il Ballo di Natale (parte prima)

 



Mancavano poche ore al famoso ballo di Natale che tutte gli anni si teneva nel castello in onore di quella festa che, a parer di Scarlett, era stupenda.
Amava il Natale e tutto ciò che esso portava.
Amava l'inverno in generale e ogni piccola sfaccettatura legata a quella stagione.
Amava la neve.
Amava il freddo,
Amava il vento che ti entra nelle ossa di prima mattina.
Amava gli stivali caldi.
Amava le felpe enormi e i maglioni.
Amava le coperte, il camino, il caldo nella stanza.
Amava la brina dei campi la mattina presto.
Amava i vetri appannati sui quali scriverci le cose più stupide.
Amava leggere un bel libro.
Amava il fuoco che scoppietta nel camino.
Amava il Natale e la gioia che esso porta. 
Amava le luci che brillano per le strade.
Amava le decorazioni appese alle case.
Amava l'aria di festa che fa sorridere i bambini e che fa preoccupare gli adulti per via dei regali.
Amava la mattina di Natale, i regali sotto l'albero, la felicità.
Amava fare a pallate di neve e costruirci pupazzi.
Amava bere un thè caldo.
E ancora amava la chiusura della scuola, la befana, il capodanno.
Gli enormi banchetti della vigilia e della giornata.
Amava questo e altro ancora, ma ci vorrebbe troppo ad elencare tutto .
Aveva trovato un accompagnatore all'ultimo momento ma era dell'idea di scaricarlo una volta dentro la sala per stare con i suoi amici e magari, perchè no, fare nuove conoscenze.
Già, conoscenze.
Era da un po' che non faceva qualcosa con qualche ragazzo, e naturalmente non intendo giocare a scacchi.
Non era una che tendeva a farlo con tutti, come la Parkison, ma nemmeno una suora tutte regole, come alcune di Tassorosso.
Aveva trovato il suo accompagnatore qualche giorno pima.
Uno del settimo anno di Corvonero che le andava dietro da quando aveva messo piede nella scuola ma che non si era mai fatto avanti e, quando si era deciso, si era ritrovato a chiederglielo nello stesso momento di una delle Serpi, il quale lo aveva deriso dicendo che non aveva speranza contro di lui di conquistarla.
La ragazza, notando il dolce sorriso che il ragazzo le aveva rivolto aveva detto di si a lui, al contrario dell'altro.
Lo stupore e l'ira del verde-argento si era fatta sentire ma a lei non importava, voleva solo divertirsi.
Non sapeva perchè l'aveva fatto, forze la compassione, fatto sta che aveva scelto il basso rango e non l'alto, come si sarebbero aspettati tutti.

 
 
Si guardò allo specchio, con insistenza.
Non sapeva cosa le succedeva.
Si sentiva stanca, quasi triste.
Le mancava qualcosa, qualcosa di essenziale, qualcosa di non materiale.
Non era una gonna, una maglietta o un nuovo paio di scarpe.
Era un sentimento, IL sentimento.
Spesso ci pensava ma mai le era presa l'angoscia che aveva quel giorno.
O ma andiamo pensò proprio oggi devi rovinarmi la serata? 
Nessuna risposta dal suo cervello, era vuoto.
Quando serviva quella vocina nociva ai suoi pensieri non appariva quando, invece, non serviva a un cazzo, detto finemente naturalmente, essa veniva a rompere i come non ci fosse un domani.
Sbuffò per poi risistemarsi sul letto a leggere, intanto che aspettava le sue amiche.
Dopo qualche minuto entrarono e una di loro non aveva una bella cera.
Non fraintendetemi, non era triste ma anzi, era incazzata nera e con un enorme macchia sul vestito.
E quando Hermione era incazzata nera, c'era da preoccuparsi.
Molto anche.
'' Che è successo?'' gracchiò impaurita nel vedere le saette che la ragazza dai capelli ricci aveva negli occhi.
'' Malfoy'' disse semplicemente la rossa accanto a lei.
Scarlett a quel nome scattò.
Si alzò di scatto dal letto per poi dirigersi verso l'amica e appoggiarle le mani sulle spalle.
'' Che ti ha fatto quel bastardo, Herm?'' chiese con una voce dolce.
Avete presente quando una mamma cura il suo bambino dopo che è caduto?
La voce che usa per sussurrare tanti piccoli 'non è niente' ' con il bacio della mamma ora sparisce tutto'? 
Bene, quella.
'' Mi ha versato la zuppa addosso, quel pidocchio biondo, per poi insultarmi pubblicamente con quel solito 'Mezzosangue' " con una calma impressionante le spiegò tutto , calma che però si ruppe alla fine, dopo aver abbassato di un tono la voce per pronunciare quella parole.
Un urlo uscì dalle labbra della sua amica.
Un urlo liberatorio.
Non acuto.
Non grave.
Un urlo che stava a dire che il Furetto era morto.
Ma non per mano di Hermione.
Per mano di Scarlett Grace Lightwood
Ma non adesso, ci sarà tempo per uccidere quel bastardo pensò la ragazza.
Ma non uccidere e basta.
Umiliare pesantemente quell'essere.
'' Su, ora non pensiamoci. Dobbiamo farci belle per i nostri accompagnatori!'' ordinò con voce eccitata Scarlett battendo le mani.
A turno le ragazze si fecero la doccia, per poi passare alla fase preparazione.
Si misero lo smalto con la magia e, aspettando che si asciugasse, decidettero come acconciare i loro capelli.
Hermione optò per un coda alta dalla quale scendessero alcuni boccoli morbidi.
Ginny invece si sarebbe fatta mossa per poi portare dietro qualche ciuffo da fermare con un fermaglio.
Scarlett invece decise di lisciare i suoi capelli rossi e lasciarli sciolti, in modo che scendessere morbidi sulla schiena.
Una volta fatto sia Hermione che Ginny passarono sotto le mani esperte di Scarlett per essere truccate.
Dopo essersi messe anche i vestiti e abbinato gli accessori -prestati sotto obbligo da Scarlett- erano pronte.
Sembravano tre principesse e la ragazza non vedeva l'ora di vedere la faccia dei suoi amici quando sarebbero scese da quelle scale.
Gli occhi di Scarlett, quel giorno, erano più chiari del solito e potevano intrappolarti come una calamita, ma lei non sapeva perchè.
Aveva visto il vestito di Lavanda e di Calì, ma erano lontani anni luce da loro.
Fecero un sospiro profondo per poi aprire la porta e scendere lentamente le scale.
Nonostante il pomeriggio faticoso la faccia che fecero Harry, Ron e tutti gli altrì fu la cosa più appagante che potesse mai ricevere.
 
La festa era ormai incominciata da un po' di ore e tutti si divertivano.
Una volta scese dalle scale e aver ringraziato per i vari complimenti, si erano incamminati tutti insieme verso la Sala Grande, luogo dove i professori aveva autorizzato fare la festa.
C'era stato un piccolo intoppo, però, durante il tragitto.
Intoppo che avrebbe mandato all'aria l'umore di Scarlett se non fosse stato per i suoi amici.
Mentre si dirigevano alla Sala, si erano imbattuti nel gruppo dei Reali Serpentesi, come li aveva soprannominati Simon, e il suo umore, da vivace e allegro, era passato all'essere irato e pieno d'odio.
Avrebbe disitegrato quel Furetto con un solo gesto della bacchetta, ma Hermione l'aveva tenuta per un braccio, ricordandole la promessa che si erano fatte qualche ore prima.
L'avrebbe Umiliato, eccome se lo avrebbe fatto.
Si era ricomposta ed era tornata a ghignare, notando gli sguardi che i tre paladini del sesso, alias, Malfoy, Zabini e Nott le avevano laciato.
Nei loro occhi si poteva leggere l'eccitazione e l'incredulità di ciò che avevano davanti.
Una Dea.
Una Dea che li avrebbe disintegrati.
Dopo un vario sguardo di battute e una frecciatina alla Parkison per lo sguardo omicida che le aveva rivolto quando i ragazzi avevano messo gli occhi su di lei, se ne erano andati lasciandoli li.
Anche l'entrata nella sala era stata stupenda, a dir di Ginny, che finalmente aveva conquistato il suo amato Harry, nonostane le lamentele sulla lunghezza del vestito da parte del fratello.
Tutti guardavano loro, solo loro.
Finalmente le sue amiche erano state notate dalla folla di maschi della scuola e i loro sorrisi quando se ne accorsero, le riscaldarono il cuore.
Poche volte, in vita sua, le era capitato di ricevere quei sorrisi.
Sorrisi di vera gratitudine e non finta, come quelli delle sue vecchie amiche.
 
Ballava da tempo e l'aria iniziava a farsi pesante così, dopo aver preso una Burrobirra al 'bar' si era diretta verso la Torre di Astronomia, per starsene un po' in pace.
Una volta li si mise a guardare le stelle e a sorseggiare il suo drink.
Ma la pace non dura per molto, infatti quel silenzio rilassante, piacevole, fu spezzato da due parole.
'' Ciao Bellezza''





 

*Spazio Me*

Chi sa chi sarà?!
Io si muaahahahahahahhahahahahahhahaha
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, mie care ragazze.
Allora, per prima cosa, vorrei ringraziare le 3 persone che hanno messo la mia storia tra le preferite e le sei che l'hanno messa fra le seguite, grazie di cuore.
Inoltre, mi chiedevo, mi lascereste una recensione per favore?
Così, per sapere che ne pensate e magari, perchè no, anche per dirmi come migliorare!

Adesso vi saluto, un bacio grande, Erica 

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Capitolo 5
*** Il ballo di Natale (parte seconda) ***



 

Il ballo di Natale (parte seconda)

 


Due parole.
Due singole parole che possono farti cambiare la giornata o, nel suo caso, la serata, da un momento all'altro.
Odiava questi apprezzamenti da dongiovanni che alcuni ragazzi usavano per rimorchiare.
Erano stupidi, falsi e molto illusivi.
Si girò lentamente, con uno sguardo abbastanza alterato e una smorfia sul viso.
Non aveva voglia di parlare con nessuno e guarda un po' te, un serpeverde del 5 anno doveva romperle i coglioni.
'' Simon Grender '' disse, come se a lei interessasse.
La ragazza non rispose, si girò semplicemente e tornò ad osservare le stelle, molto più interessanti di colui che le era dietro.
Fa che se ne vada pensò fa che se ne vadaa!
Non lo degnò di uno sguardo, lo snobbò e ciò fece alterare il ragazzo.
'' Bellezza, sto parlando con te '' il tono acido con cui lo disse fece voltare la ragazza e lo fulminò con lo sguardo.
'' So benissimo che stai parlando con me, semplicemente io non ho voglia di parlare con te. E chiamami un'altra volta bellezza e ti crucio'' sibillò con voce paccata e gli occhi scuri.
Odiava gli acidi.
Era più forte di lei.
Scarlett era principalmente dolce con le persone, a meno che non si trattasse del trio delle sventure alias Draco Malfoy, Blaise Zabini e Theodore Nott.
Il ragazzo fece una smorfia per poi avvicinarsi a Scarlett con grandi falcate.
La prese per un polso per poi, con uno strattone, far incontrare le sue labbra con le sue.
La ragazza cercò di staccarsi ma invano, quel bestione la teneva stretta a lui.
Una mano le teneva il collo mentre l'altra la schiena.
Era bloccata fra la ringhiera e il corpo puzzolente di quel tizio che neanche aveva mai visto
Cercò di approfondire il bacio ma qualcosa li fece staccarere, facendo si che la ragazza potesse respirare aria pulita e non quintali di dopo barba e profumo scadente.
Si passò un braccio sulla bocca per pulire anche quei pochi resti che rimanevano.
'' Se una ragazza ti dice di lasciarla stare, Grender, devi lasciarla stare, chiaro?'' una voce roca pronunciò lentamente quelle parole.
'' Che c'è Malfoy, la Lightwood è di tua proprietà ora?'' avevano un tono di sfida quella parole e ciò fece incazzare ulteriormente Scarlett.
Io non sono di proprietà di nessuno pensò per poi dar voce ai suoi pensieri.
'' Non sono di proprietà di nessuno, imbecille. E due cose: Toccami un'altra volta così e la mia faccia sarà l'ultima cosa che vedrai in tutta la tua vita e secondo, mettiti meno profumo, che puzzi'' schietta come era sempre stata la ragazza pronunciò le ultime parole con una nota di disprezzo. Subito quell'essere se la diede a gambe lasciandole respirare ulteriormente aria pulita.
Subito l'ultimo arrivato si girò verso di lei con un ghigno.
Draco Malfoy in tutta la sua bellezza se ne stava in piedi davanti a Scarlett e la scrutava con insistenza.
I suoi occhi glaciali percorrevano il suo corpo guardandone ogni minimo centimetro, facendola imbarazzare.
Oh ma andiamo Scarlett il cretino davanti a te ha versato la zuppa su Hermione, non puoi fare pensieri poco consoni su di lui!
Subito la coscenza la fece riprendere e si spostò velocemente dalla vicinanza con il biondo.
Doveva ammettere che quella sera la Serpe era vestito bene ed era anche molto più affascinante del solito.
Per quanto la ragazza lo odiasse non poteva non ammettere che il ragazzo era bello.
Il corpo scolpito, gli occhi glaciali, i capelli così biondi da sembrare tinti, la pelle chiara.
Era tanto bello quanto bastardo.
Tanto bastardo, quindi.
'' Ci vediamo in giro, Malfoy'' l'orgoglio non le fece accennare neanche un piccolo grazie ma, prima che se ne andasse, una mano le bloccò il polso.
Si girò di scatto scontrandosi con i pozzi chiari del ragazzo.
In quel momento non seppe dire di che colore erano i suoi occhi.
Forse erano chiari forse no, fatto sta che rimase ferma, immobile.
Scavò nell'anima del ragazzo, andò sempre più in giù.
Annegò in quel mare che il ragazzo possedeva.
Il ragazzo, d'altro canto, fece lo stesso.
Gli occhi di Scarlett erano diventati blu, come il più bel cielo d'estate.
Riflettevano la luce delle stelle e della luna e non c'era cosa più bella.
I capelli le ricadevano morbidi sulla schiena e il vestito le fasciava il corpo come se fosse stato creato per lei.
Non era volgare, come Pansy, era semplicemente stupenda.
Era la cosa più preziosa che il ragazzo avesse mai potuto vedere.
Scavò nell'anima della rossa e ne studiò ogni singola sfaccettatura.
Lasciò lentamente il suo polso, non ricordava neanche più perchè l'aveva fermata.
Quando i loro sguardi si erano incontrati, una scossa aveva percorso la spina dorsale di entrambi.
'' Che c'è?'' chiese, lentamente, con un sussurro appena udibile.
Il ragazzo riprese il controllo del suo corpo per poi soggiare un ghigno.
'' Sei ancora più sexy con questo vestito, piccola'' le fece un occhiolino per poi continuare '' Sta attenta, non vorrei che qualcuno possa farti del male vestita così, specialemente un serpeverde'' un tono ironico.
La ragazza fece una faccia strana, molto simile ad una smorfia.
'' Non sapevo ti preoccupassi per me'' un tono sensuale si era impossessato delle sue parole senza che lei facesse niente per fermarlo.
Ops..
'' E non lo saprai mai'' sussurrò il biondo al suo orecchio prima di andarsene.
La ragazza rimase ferma lì, impalata.
Quel ragazzo era strano, molto strano!
Ma meglio, gliel'avrebbe fatta pagare più facilmente.








 
*Spazio Me*
Ok, se devo essere sincera, non so perchè lo diviso in due parti ma ormai l'aveva fatto quindi e.e
Questo capitolo fa pena, e non poco ma è solo di passaggio, non molto importante.
Detto questo, ringrazio le otto ragazze che anno messo la storia tra le seguite e le tre che la hanno tra le preferite.
Mi piacerebbe molto se voi mi lasciaste una recensione, PER FAVOREEE!!
Non mangio nessuno lo giuro!

Baci 
Erica
 

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Capitolo 6
*** Be Strong ***


Per questo capitolo e basta ho deciso di far parlare Scarlett e Malfoy in prima persona ma, dal prossimo, tornerà il Narratore a raccontare.
Ci vediamo in fondo al capitolo,
Erica xx

Recensite , è gratis ;)


 


 


Be Strong

 




Lacrime, lacrime salate.
Lacrime per il dolore.
Lacrime per la rabbia.
Lacrime per la confusione.
Lacrime per tutto.
Ogni singola particella del mio copro piange.
Continuo a guardare le innumerevoli lettere davanti a me.
E non credo.
Non voglio crederci.
Non è possibile
 
 
La pausa di Natale è ufficialmente terminata da un mese, ormai.
Il ritorno ai libri, l'inizo della primavera, l'allontanamento del freddo mi angosciano.
Tanto anche.
Il Natale a casa Weasley è stato stupendo e, finalmente, ho pututo rivedere i miei genitori e le mie sorelle.
Niente di più bello.
'' Allora, pronte per un bellissimo pomeriggio all'insegna del divertimento?'' la voce sarcastica di Ron mi arriva all'orecchio e ghigno addentando una fetta di pane e marmellata.
Un gracchiare di gufi e civette mi fa capire che la posta è arrivata e la mia bellissima civetta bianca si posa davanti a me con una trentina di lettere.
'' Waaoh, la Lightwood è molto desiderata!'' ammicca Harry facendomi ridere anche a me.
Prendo una delle lettere a caso riconoscendo lo stemma della casata dei Torner e, incuriosita, la apro.
 
'' Cara Scarlett,
ci dispiace molto per la perdita, abbiamo appena saputo.
Sappi che la nostra casa sarà sempre aperte per te e per le tue sorelle.
Conoscevamo bene Timoty e Margaret e non meritavano di certo questa fine.
Condoglianze da tutta la famiglia,
Walter Torner ''
 
Gli occhi si sgranarono, la confusione e il terrore di quelle parole si fanno spazio sul mio viso, il sangue mi si gela nelle vene.
'' Non è possibile'' un sussurro, un solo sussurro che mi fa scattare in piedi come una molla per poi iniziare ad aprire le altre lettre con una velocità così impressionante da far spaventare Hermione e Ginny sedute rispettivamente alla mia destra e alla mia sinistra.
 
'' Oneste Condoglianze per la grave perdita, Scarlett.
Il nostro Mannor sarà ben propenso ad accettare tu e le tue sorelle quando vorrete.
Mancheranno a tutti,
Amedeo Finnen''
 
 
Trenta se non più lettere che recitano la stessa, identica, fottuta cosa.
Continuo ad aprirle con furia, sotto li sguardi curiosi di tutta la Sala Grande.
Ne trovo una di Katherine e, con un gesto secco, la apro per poi iniziarla a leggere.
 
'' Cara Sorellina,
Non so se hai già ricevuto la lettera da parte del ministero ma, nel caso la risposta sia un No, ti spiego io tutto.
Mamma e papà sono morti ieri mattina, per colpa di un attacco a sorpresa da parte dei Mangiamorte, con più precisione da Bartemius Crouch Jr, Antonin Dolohov e Fenrir GreyBack.
So come ti senti Scarlett, io e Nicole ci sentiamo allo stesso modo.
Mi dispiace, anzi Ci dispiace di non essere lì con te in questo momento ma sappi che non appena potremmo di raggiungeremo ad Hogwarts.
Un bacio e un sospiro,
Katherine e Nicole ''
 
Gli occhi mi pizzicano, i capelli si scuriscono diventando neri come la pece, la rabbia e il dolore mi raggiungono il cuore.
I rumori attorno a me si fanno ovattati, non sento più nulla, solo il mio cuore che sta per esplodere.
Non. E'. Possibile.
E' un incubo, un fottuto incubo.
Trattengo le lacrime che fanno di tutto per uscire.
''Scarlett, Scarlett che è successo?'' la voce di Hermione mi fa tornare in Sala Grande.
Mi scuote ma io non mi muovo.
Sono immobilizzata al suolo.
Sono una statua.
'' O mio dio, Scarlett i tuoi capelli!'' questa volta è Ginny a parlare.
Non rispondo.
Fisso semplicemente un punto impreciso del tavolo.
Mamma e papà sono morti ieri mattina
E' uno scherzo.
Un fottutissimo scherzo.
I Mangiamorte li hanno uccisi.
Non può essere vero, non possono averli uccisi.
Loro sono Margaret e Timoty Lightwood, non possono essere stati uccisi.
Non possono..
'' Scarlett cazzo, rispondi!'' questa volta è stato Harry, ed ha urlato.
Un silenzio cala sull'intera sala e tutti gli sguardi sono su di me.
Le lacrime minacciano di uscire, la gola mi brucia, mi sento il volto in fiamme.
Devo andarmene da lì, ora.
Non rispondo, do solo la lettera di mia sorella per poi, con un gesto della bacchetta, far volare tutte le lettere nella mia borsa e correre fuori dalla Sala Grande, correre fuori da quell'incubo, sotto lo sguardo di tutti.
 
L'aria fredda mi colpisce in pieno il viso ma, nonostante tutto, il dolore che provo dentro è più forte di qualsiasi altra cosa.
Guardo il cielo, cercando qualcosa che neanche io so.
La consapevolezza di ciò che è successo si fa sempre più spazio dentro di me, corrodendomi come l'acido.
Sono distrutta.
Emotivamente.
Fisicamente.
I singhiozzi si sono placati ma le lacrime continuano a scendere imperterrite.
Sono sulla Torre di Astronomia.
Non so per quale motivo ma, una volta uscita dalla Sala Grande, i miei piedi mi hanno portata qui.
Seduta per terra con la schiena appoggiata ad una delle colonne, stringo al petto la lettera del Ministero.
Le altre giaciono immobili sotto la mia borsa, per evitare che volino.
Tutti gli amici di mio padre e mia madre mi hanno inviato le loro condoglianze.
I colleghi di lavoro e non in America.
Il Ministro della magia.
Parenti in America.
Anche i signori Weasley.
Nel mio petto, in questo momento, ho un senso di vuoto e allo stesso tempo un macigno enorme sullo stomaco.
'' Sapevo di trovarti qui'' 
Una voce dolce mi fa tornare con lo sguardo basso, incontrando gli occhi di Hermione.
Si avvicina lentamente a me per poi sedersi al mio fianco.
Non dice niente e gliene sono grata.
Non so se riuscirei a parlare.
Guarda il cielo con me.
Avete mai perso qualcuno di importante nella vostra vita?
Se si allora, sapete come mi sento.
Come un lampo tutti i miei ricordi sui miei genitori mi riempiono la mente.
A partire da quelli più recenti, per finire con quelli più vecchi.
Il Natale passato a casa Weasley,
Quando mi fecero scappare, quella notte, da casa.
I pranzi la Domenica al Mannor,
Le risate,
I balli a cui ero costretta ad andare,
I loro sorrisi,
Gli occhi sempre arzilli,
La stima di tutti.
La mia famiglia.
Il mio punto di riferimento.
Il mio tutto.
 
'' Mi dispiace tanto'' Hermione rompe il silenzio che fino ad ora ci ha fatto compagnia.
'' Tutti noi lo siamo'' continua guardando il cielo.
Un sospiro esce dalle mie labbra.
I miei capelli tornano piano piano al loro colore naturale ma il colore dei miei occhi rimane scuro, quasi nero.
'' Non posso sapere come ti senti, ma sappi che, per qualsiasi cosa, anche la più insignificante, io sono qui, al tuo fianco. Chiaro?'' mi guarda negli occhi e io l'abbraccio di slancio.
Mi aggrappo a lei si letteralmente che non.
Mi aggrappo a lei, la mia anima si aggrappa a lei.
Cerco un appiglio che mi aiuti a non finire nell'oblio del dolore.
Mi asciugo gli occhi con le mani per poi alzarmi di scatto.
Prendo la mia bacchetta e, con un incantesimo, ritorno la solita Scarlett.
I capelli ritornano a riplendere, il viso che, fino a qualche secondo fa, era rigato da linee nere dovute dal trucco e rosso, ora è tornato chiaro e senza nessuna traccia di alcun pianto.
Non sto meglio, sia chiaro, ma i miei genitori non vorrebbero vedermi così.
Devo essere forte per loro.
Solo per loro.
 
 
 
 
 
Addento una fetta di pane e marmellata prima di continuare ad ascoltare i discorsi erotici e privi di senso di Blaise.
'' Amico, dacci un taglio!'' esclamo alla fine notando il suo ghigno malizioso mentre guarda alcune corvonero del quarto anno, due tavoli davanti al nostro.
Lui fa un occhiolino nella loro direzione per poi rivolgersi a me.
'' Mi mangiano con gli occhi!'' si pavoneggia.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo e squotendo la testa ghignando.
Non cambierà mai.
Un rumore di ali mi fa alzare gli occhi al soffito e noto che sta arrivando la posta.
Una civetta con almeno una quarantina di lettere fra le zampe si posa sfiancata davanti alla Ligthwood.
'' Waaoh, la ragazza è ricercata!'' ammicca Nott prima di essere incenerito dallo sguardo omicida di Pansy.
Non sopporta che qualcuno anzi, qualcuna, si più famosa di lei.
Ghigno leggermente continuando a guardare Scarlett.
Dopo un po' scatta in piedi, come se avesse preso la scossa.
Inizia ad aprirle tutte, leggendone velocemente il contenuto e rigettandole sul tavolo sotto lo sguardo curioso di tutta la Sala.
Ad un certo punto si immobilizza.
Vedo i suoi muscoli irrigidirsi, i capelli dal rossastro passano al nero carbone e Lenticchia, Sfregiato e la Mezzosangue fanno una faccia preoccupata.
Noto dal labbiale che la sanguesporco le dice qualcosa squotendola ma lei non risponde.
Se ne sta ferma, immobile, pietrificata.
'' Scarlett cazzo, rispondi!'' un urlo fa zittire tutta le tavolate che spostano lo sguardo sui di lei.
Con uno scatto repentino, porge la lettera a Potter, per poi, grazie all'aiuto della bacchetta, mettersi tutte le lettere in borsa e correre via, sotto lo sguardo dei suoi amici.
Che sta succedendo?
Che le è successo?
Un senso di protezione mi spinge a seguirla, a farla fermare, a chiederle cosa le sia preso, ma me ne sto fermo qui, immobile, osservando il tavolo dei Grifondoro, osservano una decina di ragazzi fra cui i gemelli e la piccola Weasley, Paciock e altri, alle spalle di San Potter.
Le ragazze sgranano gli occhi per poi mettersi una mano sulla bocca.
Gli altri invece si guardano soltanto, preoccupati.
La mia curiosità, così come la mia preoccupazione, in questo momento, sono pari a 1000.












 
TADAAAAAAN!
Un'altro capitolo postato.
Mi dispiace per i genitori di Scarlett ma dovevano morire eheheh
Nel prossimo capitolo finalmente si vedrà la vendetta della ragazza su Malfoy che, nel caso voi non lo abbiate capitolo, e colui che parla alla fine del capitolo.
Spero in qualche recenzione e, detto questo, mi dileguo.
Naturalmente ringrazio le otto persone che seguono la mia storia e le tre che l'hanno messa fra le preferite, mi fa piacere.
Baci Erica xx

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Capitolo 7
*** Nella tela del Grifone ***




Questo capitolo contiene scene un po' spinte, naturalmente non a rating rosso, ma volevo semplicemente avvertire.
Erica :)




Nella tela del Grifone



 


''Hermione chiudi la bocca'' sogghignò Scarlett all'amica '' Potrebbero entrarci le mosce'' le fece un occhiolino e tornò a prendere appunti su un foglio, non prestando in realtà attenzione alla Lezione del professor Ruf e quindi scrivendo solo qualche nome e qualche data sulla pergamena.
'' Eh?'' chiese la mora ridestandosi dai sogni ad occhi aperti sul più piccolo maschio della casata Weasley.
'' Ho detto: Chiudi la bocca o ti entrano le mosche, non sarebbe una bella scena'' ripetè la ragazza con un ghigno. '' E comunque, se non la smetti di fissare Ron, potrebbe consumarsi'' ammiccò poi guardandola negli occhi.
'' Non so di cosa parli'' il colore delle guance di Hermione diventò dello stesso colore dei capelli di Scarlett mentre sussurrava quelle parole.
'' Farò finta di crederci'' le fece l'ennesimo occhiolino per poi cambiare discorso facendosi promettere prima che, non appena ci fosse stato il tempo, la sua Migliore amica le avrebbe raccontato tutto.
'' Hai già in mente qualche piano per distruggere Malfoy?'' chiese la ragazza abbassando la voce in modo che nessuno, compresi i due serpeverdi davanti a loro, potessero sentirle.
'' Oh si, tesoro, sta sera si pentirà di aver fatto ciò che ha fatto'' uno sguardo malefico le incorniciò il volto mentre i suoi capelli lentamente diventavano bianchi.
'' Scarlett'' la richiamò l'amica '' I tuoi capelli!'' 
La ragazza si risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti e noto che i suoi capelli erano diventati dello stesso colore della neve.
'' Ah si, succede quando penso'' con un alzata di spalle Hermione e Scarlett continuarono a parlare del più e del meno fino al suono della campanella.
 
 
 
'' Sei sicura di volerlo fare Scarlett?'' Ginny la guardava pensierosa ma nonostante tutto aveva un sorrisetto sadico sul volto.
'' Quello stronzetto deve pagarla ma dato che Hermione è troppo buona per farglielo fare ci penso io'' si passò un'ennesima passata di rossetto rosso sulle labbra a forma di cuore.
'' Dio, non ti riconoscerà mai!'' un lampo di divertimento attraversò gli occhi della piccola Weasley pronta ormai da dieci minuti.
'' Non mi deve riconoscere'' si sitemò spasmicamente le pieghe della gonna, nervosa.
I capelli diventati marroni erano lisci e le arrivavano poco sotto il seno, gli occhi azzurri erano ricoperti da un filo di eyeliner e indossava un vestito con un corpetto color carne e una gonna nera.
Ai piedi un paio di scarpe col tacco dello stesso colore del corpetto e qualche accessorio.
Era irriconoscibile, è vero.
Aveva utilizzato il suo poter essere una metaformagus a suo vantaggio e si era tramutata in un'altra persona, certo però un lieve scatto di ira o di qualsiasi altra emozione avrebbe mandato il suo piano in frantumi e, per questo, Scarlett avrebbe dovuto tenere i nervi saldi per tutta la serata.
Nessuno, tranne le sue amiche, sapeva chi lei fosse.
Hermione uscì dal bagno dopo essersi sistemata e si paralizzò.
'' O mio Dio'' le uscì dalla bocca scrutando le nuove sembianze dell'amica.
'' Scarlett, non devi farlo se non vuoi'' disse poi avvicinandosi lentamente.
'' Herm, nessuno tocca le mie amiche, le deride e dopo non subisce la mia furia, nessuno'' lentamente disse quelle parole guardandola negli occhi '' E ora andate, o farete tardi!'' le spinse fuori dalla stanza per poi aspettare qualche minuto, il tempo di farli uscire dalla Sala Comune senza che la vedessero.
Di sicuro Harry e Ron l'avrebbero obbligata a non fare quella cazzata ma, grazie all'aiuto dei due gemelli Weasley, che l'assecondarono dato che non sopportavano il Furetto, sarebbe riuscita ad arrivare alla stanza delle Necessità senza essere vista dai suoi amici.
Nonostante fosse irriconoscibile sarebbe stato strano che una ragazza mai vista prima scendesse dalla scala del dormitorio femminile dei Grifondoro e, al quanto più strano, sarebbe stato il fatto che a Scarlett fosse venuto un forte mal di testa da impedirle di divertirsi ad una festa.
Si guardò un' ultima volta allo specchio e fece un respiro profondo: Si entra in scena!
Rise al pensiero di aver usato una battutta Babbana e scese lentamente le scale accertendosi che nessuno fosse nei paraggi.
Una volta uscita dalla tana dei Grifoni si mise a camminare nel corridoio fino ad arrivare di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll" per poi passarci davanti tre volte.
Subito una porta apparse davanti a lei e velocemente Scarlett vi entrò dentro.
La musica e l'odore di alcool, sudore e fumo la investì in pieno facendola trasalire.
Le luci psichedeliche di tutti i colori vorticavano in aria e vapore che per magia riempiva la sala era di mille sfumature.
A un lato vi era il bar che gremitava di persone e, dall'altra parte dell'enorme stanza apparsa per magia, vi erano i privè.
Al centro di essa vi era un'enorme pista da ballo che al momento era affollata tanto quanto il bar.
Subito nel suo campo visivo apparvero le teste color carota dei suo amici Weasley e un sorriso sfiorò le sue labbra.
Scosse la testa tornando con la mente ad un preciso obbiettivo: Trovare Malfoy.
Percorse lentamente e scrutando ovunque fino a che non notò un testa biondo platino che si muoveva a tempo di musica avvinghiato ad una bionda tinta e con un cortissimo vestito che lasciava poco all'immaginazione.
Storse il naso disgustata per poi lasciare che la sua machera ricalasse sul suo volto.
Non devi farti sopraffare dalle emozioni
Devi farlo per Hermione
Sii forte
Una mano la fece risvegliare dai suo pensieri.
Una mano che si era attorcigliata al suo polso.
Ma che palle, tutte le volte qualcuno deve rompere le coglioni?
Si girò lentamente continuando a ripetere a se stessa di mantenere la calma.
Incontrò un paio di profondi occhi azzurri e una chioma gelatinosa castana.
'' Sei sola, bellezza?'' 
Ma santo Godric perchè tutti dovevano chiamarla bellezza?!
Posò di nuovo lo sguardo verso la Serpe e incontrò i suoi occhi che la fissavano con un ghigno.
'' Si'' quella monosillaba uscì velocemente dalla sua bocca senza che prima pensasse.
Stupido cervello!
'' Uh, allora ti va di stare da soli insieme?'' 
Che.Frase.Squallida.
Ti prego, Merlino, Morgana, Allah, Dio, Buddah o chiunque tu sia, di che questo mentecatto qua di fronte a me non ha seriamente detto una frase da baci perugina.
Ti preeeego...
'' Dio Frost, che frase squallida''
Siano ringraziate le persone che ho prima elencato.
'' Zabini, non mi pare di averti chiesto nulla''
'' Lei però lo sta facendo'' una seconda voce le perfora le orecchie.
Aspetta un attimo, quando l'ho chiesto io?
'' Quando, genio?'' seconda risposta piccante da parte del suo interloqutore non che stringi polso.
La presa inizia a intensificarsi e a farle male tanto che non riesce a reprimere una smorfia di dolore guardandosi la mano.
'' Le stai facendo male, coglione'' 
Dio mio, se non avessi un profondo spirito Grifondoro farei una statua a Theodore Nott seduta stante, ma, dato che ce l'ho, una semplicissimo sguardo di gratitudine è tutto ciò che riceve.
Lui in risposta le fa un occhiolino e un sorriso malizioso.
'' E' arrivato l'eroe delle favole, Nott? Quello che salva la bella ragazza dal cattivo? Che c'è, vi ha mandato Malfoy?'' un ghigno tipico delle serpi si dipinse sulle labbra del ragazzo mentre fa scorrere lo sguardo fra i due ragazzi.
'' Non ho bisogno di mandare le persone Frost e poi, non manderei mai loro due, più che altro quei cretini di Tiger e Goyle'' Malfoy, fasciato nei suoi costosissimi abiti firmati, molto probabilmente italiani, era arrivato in tutto il suo splendore e aveva parlato.
'' Uuh, ma guarda un po' chi si vede, Draco Malfoy, qual buon vento ti ha fatto scendere dal tuo trono?'' 
Ok, Santo Salazar, se non mi lasci giuro che lo crucio, ma non una o due volte, mille.
Si guardò i capelli e notò che si stavano scurendo.
Oh no, no, no no no. Ispira, espira, Ispira, espira, controlla le tue emozioni, controlla il tuo potere.
Il ragazzo continuava a stringere la presa sul suo polso facendole male.
Sicuramente rimarrà il segno costatò la sua coscienza.
Ma vaffanculo! Le rispose idignata.
Ok, la situazione le stava sfuggendo di mano.
Il piano le era sembrato semplice e innoquo quando la sua mente l'aveva partorito e di certo non aveva messo in conto che un coso di nome Foster le rompesse le scatole.
Doveva riprendere le redini della situazione e anche alla svelta.
Mentre pensava a tutto ciò i due ragazzi continuarono a discutere animatamente per niente amichevoli.
'' Stai importunando una ragazza, bella trall'altro. Non credo che nessuna voglia stare con te, non dopo queste frasi fatte.'' il tono di scherno accompagnato da un ghigno furono la risposta del Principe delle Serpi.
'' Che c'è Malfoy, ti da noia che qualcuno abbia scelto la compagnia di un tipo come me al contrario tuo?''
'' In realtà, io ti ho semplicemente detto che ero da sola, non che volevo stare con te. E cortesemente, leva quelle zampe che tu chiami mani dal mio polso se non vuoi ritrovarti senza attributi nel giro di tre secondi... due...due e mezzo...'' la ragazza parlò intromettendosi nella discussione.
Con uno scossone si liberò il polso posizionandosi di fronte a quel Foster o come diavolo si chiamava.
'' Non so se è questo il modo in cui abbindoli le ragazze, tesoro, ma dovresti cambiare tecnica. E elimina dal tuo cervello tutte quelle obrobriose frasi fatte, sono penose e prive di gusto. Con permesso'' sgusciò via dirigendosi al bar lasciandoli tutte e quattro le serpi, chi esterefatte, chi copiaciute e chi con un sorriso ghembo.
Ordinò un cocktail a caso cercando di far tornare i suoi capelli castani e ci riuscì appena in tempo di una voce che le fece distogliere gli occhi dal suo drink.
Tadan, mi ha seguita. Ora mi metto a ballare la conga, no scherzo... lo faccio dopo.
'' Hai messo a tacere bene quel coso'' una voce roca, sensuale, le arrivò subito all'orecchio, un paio di pani le stringano i fianchi e un alito fresco le solletica l'orecchio.
La gira lentamente facendo incontrare così i loro occhi.
'' Sbaglio, o non ti ho mai vista, qui?'' le chiese con un sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra.
'' Non mi piacciono molto le feste, Malfoy'' un sorriso malizioso le si aprì sul viso.
'' Mmmh, conosci il mio nome, ma io non conosco il tuo. Mi sembra sleale'' 
'' Rimediamo subito, allora, Grace Torner'' il primo nome che le sembrò decente fuoriuscì dalle sue labbra a cuore sempre a pochi centimetri da quelle perfette e estremamente sexy di Draco Malfoy.
Controlla gli ormoni, cara mia, lo fai per Hermione, ricorda! Doveva ammetterlo, quella fastidiosissima e irritante vocina qualche volta serviva a qualcosa.
'' Allora, Grace Torner, le va un ballo?'' più che una domanda sembrò quasi un'affermazione ma la ragazza, senza distogliere i suoi occhi – che sperava con tutto il cuore fossero rimasti azzurri- da quelli ghiacciati del ragazzo, sorrise sussurrando ''Come riufiutare''
 
 
I loro corpi si strisciavano a tempo di musica l'uno a l'altro, escludendo tutto ciò che c'era attorno a loro.
I loro bacini si scontravano reclamandosi e la ragazza potè notare molto bene – o meglio, sentire- ciò che essa provocava nella serpe che aveva davanti.
Si avvicinò lentamente ballando ritrovandosi a girare attorno a lui, danzando e incantandolo.
Gli prese una mano facendolo voltare verso di lei per poi portarlo fuori dalla pista, camminando all'indietro, sensualmente.
Doveva ammetterlo a se stessa, era davvero brava, eccome se lo era.
Il ragazzo era completamente stregato dalla sicurezza di Scarlett da assecondarla e seguirla, fino a ritrovarsi dentro un privè.
Ruppe la catena dei loro sguardi per prendere la bacchetta e sigillare le tende, in modo da non poter essere scostate e, quando si rigirò, si ritrovò a pochi millimetri di distanza dalla faccia del ragazzo più ambito dall'intera Hogwarts.
La guardò intensamente prima di annullare lo spazio tra di loro baciandola con foga.
Una sua mano andò su di un fianco mentre l'altra raggiungeva la base della sua schiena.
La ragazza, invece, spostò le sue bracci dietro al collo del ragazzo per poi infilarne una tra i biondi capelli di lui.
Senza staccare le loro lingue dall'esplorazione che stavano facendo l'uno dell'altro si avvicinarono al divanetto in pelle di drago situato dentro la stanza.
Lo fece mettere a sedere per poi tirarsi su leggermente i l vestito e posizionarsi a cavalcioni sopra di lui.
La serpe portò le sue mani sulle cosce nude di Scarlett per poi prendere ad accarezzarle lentamente, provocandole dei brividi.
Scarlett, cazzo, non te lo ripeto un'altra volta, RICORDATI DI HERMIONE!
E tadan, la vocina tornò a farle capire il vero motivo per cui era lì.
Doveva ammetterlo, il ragazzo baciava bene, molto bene e profumava di menta quella sera, odore che piaceva alla ragazza.
Si staccò, anche se contro voglia dalle sue labbra, rincatenando il loro sguardo.
Con studiata lentezza iniziò a sfilare i bottoni dalle asole della camicia, lasciando piccoli baci infuocati sui pettorali ben scolpiti.
Arrivata all'ultimo bottone sfilo la candida e bianca camicia dalle possenti spalle del ragazzo che continuava a guardarla con un sorriso pieno di malizia sul viso.
Si riposizionò su di lei riniziando a baciarlo.
Con un colpo di bacino Malfoy invertì la posizione facendola distendere sul comodo divano per poi sdraiarsi su di lei tenendosi sugli avambracci.
Le abbassò lentamente la slip del vestito, slip che, trall'altro, aveva passato dieci minuti buoni per tentare di chiuderla, per poi farlglielo scendere fino alle gambe, dove la ragazza lo scalciò via.
Il pargolo di casa Malfoy si buttò subito nell'incavo dei suoi seni facendola gemere leggermente, per poi mordersi le labbra.
Le stava facendo perdere il senno e non doveva succedere o avrebbe ricambiato forma.
Inverti nuovamente i ruoli ritrovandosi sopra di lui.
Slacciò la cintura e sbottonò il bottone, per poi far scorrere sulle muscolose cosce i pantaloni di marca.
Draco se li sfilò del tutto rimanendo così in boxer davanti alla più piccola della casata Lightwood, anche se a sua insaputa.
La ragazza si chinò sulla stoffa nera che comprimeva la sua ormai visibile erezione e soffiò leggermente, facendo sospirare il biondo.
Appellò silenziosamente a se la bacchetta senza smettere di torturare, sempre da dietro i boxer, la virtù del ragazzo.
Si staccò leggermente sussurrando un incantesimo che legò un polso del principe delle Serpi alla gamba del divano e si scostò da sopra di lui.
Quest'ultimo sgranò gli occhi non capendo che stava succedendo.
'' Ma che cazz..?'' 
Con un gesto veloce della bacchetta si rivestì per poi girarsi vero di lui e chinarsi sul suo viso.
Incatenò un'ultima volta il suo sguardo a quello del suo nemico per poi sussurrare lentamente e con tono roco e sensuale  ''Mai sfidare la pazienza di una Lightwood, Malfoy. Non siamo facili da prendere per il culo''
Detto questo tirò un calcio ai pantaloni - con all''interno la bacchetta- del ragazzo buttandoli il più lontano possibile da lui.
Sciolse l'incantesimo e uscì dal privè con un sorriso soddisfatto sul viso.
Mai mettersi contro Scarlett Lightwood, darling.









 
Spazio Me
 
Lo so, sono in ritardo di tre settimane e scusatemi tanto tanto!
Semplicemente la scuola mi stava uccidendo e durante le vacanze non ho avuto il tempo di scrivere nulla se non questo e il prossimo capitolo.
Allora, premettendo che rinuncio ormai alle recensioni, che vedo non arrivano, ringrazierò quelle nove anime che hanno messo la mia storia tra le seguite e quelle quattro che l'hanno messa fra le preferite.
Detto questo, passo al capitolo.
Come avete ben capito, lo scherzetto della zuppa in testa a Hermione (4° capitolo) ha fatto arrabbiare la nostra Scarlett che si è vendicata col nostro bel biondo.
Questo capitolo non è male in confronto agli altri che ho scritto, o almeno spero lol, però SERIAMENTE gradirei sapere cosa ne pensate voi!
PER FAVORE RECENSITE, VI SUPPLICO IN GINOCCHIO!

Ora vi saluto, 
Baci e spero a presto,
Erica 

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Capitolo 8
*** Now I tell you something that no one knows ***


 



Le persone hanno bisogno di essere ascoltate, anche quando non hanno niente da dire. 
Soprattutto quando non hanno niente da dire.





Now I tell you something that no one knows


 
La notizia dell'incatenamento di Malfoy al divano alla festa fu accolta con non poca euforia all'interno della sala comune dei Grifondoro e, specialmente, dopo che la ragazza svelò che era stata lei.
Naturalmente non all'intera casata ma solo ai suoi più intimi amici.
Dopo un attimo di shock dovuto al non averlo detto a nessuno, si erano ripresi festeggiando come non mai e chiedendo particolari su particolari.
Non erano mancate le domande sul perchè di quel azione ma Scarlett era riuscita ad aggirarle non facendo trapellare alcuna notizia sull'imminestramento di Hermione.
Ma, in quel castello, gli scoop circolavano velocemente e, attualmente, non solo i Grifoni sapevano dell'accaduto ma, dopo nemmeno un giorno, la notizia si era diffusa all'interno del castello come un'epidemia.
Nessuno, all'infuori dei suoi fidati amici Rosso-oro , sapeva chi era la bellissima ragazza che aveva teso questo colpo basso al re indiscusso delle serpi e a Scarlett non importava.
Non voleva che si sapesse in giro, certa che le innumerevoli spasimanti per il biondo si sarebbero avventate su di lei.
Assaporando il succo di zucca continuava a ridere alle battute stupide di Seamus che le stava difronte.
In questo momento ridevano dell'orribile fiocco che quel giorno la professoressa Umbridge mostrava fiera sul suo monotono vestito rosa.
Hermione, alla sua destra, se ne stava con il capo chino a leggere un voluminoso libro sulle Storia di Hogwarts e rideva a qualche frase, mentre Ginny, alla sua sinistra, ascoltava interessata e divertita una lite tra Harry e Ron per nessuno sapeva cosa.


L'aria felice e spensierate che arieggiava al tavolo della casata di Godric era mal vista dal tavolo dei loro più accaniti nemici, i Serpeverde.
Il gruppo dei regnanti, composto niente poco di meno che dallo sventurato Draco Malfoy e dai suoi fidati amici Thodore Nott, Blaise Zabini, Daphne Greengrass e Pansy Parkison, guardava in cagnesco ogni Grifondoro che passava davanti a loro e quest'ultimi non facevano che scoppiare a ridere una volta superato il tavolo dei verde-Argento
'' Amico però bisogna ammetterlo, quella ragazza ha stile'' un Blaise abbastanza divertito pronunciò quella frase per poi scoppiare a ridere al ricordo dell'amico in mutande legato al divano, seguito dall'immancabile Nott.
'' Oddio, ancora rivedo la scena ' Che cazzo ridete imbecilli, slegatemi da qui!' '' disse quest'ultimo scimmiottando l'amico biondo.
'' Non capisco cosa ci sia di tanto divertente, la Lightwood deve pagarla'' una bocca piccola e fine pronunciò quelle parole con una nota sadica nella voce l'ultima parte.
'' Con tutto il rispetto, Parkison, ma l'ultima volta che il biondo qui presente si è vendicato di uno dei suoi scherzetti, la ragazza lo ha rimesso al tappeto. Ammettilo, Draco, la Lightwood è troppo forte per te '' le parole di Blaise e le successiva discussione fra lui e Pansy – lui appoggiando la Grifondoro lei continuando a ripetere che non c'era niente in quella ragazza che lei non avesse - non arrivarono nemmeno alle sue orecchie, troppo occupato a trucidare quella Grifondoro con lo sguardo.
Lo aveva umiliato davanti all'intera scuola.
Aveva buttato su di lui la melmaglia della sconfitta, cosa che non tollerava.
La sensazione di essersi fatto abbindolare così, da una stupida babbanofila, gli corrodeva l'anima lasciando però che la sua maschera di indifferenza, la stessa che portava ormai da cinque anni, rimanesse al suo posto, sul suo viso.
Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di aver scalfito il suo orgoglio.
Eppure, anche se gli doleva ammetterlo, molto anche, non riusciva ad odiarla. E questo era il motivo per il quale lui era seriamente incazzato.
Non riusciva perchè non voleva farlo.
Non voleva perchè quella ragazza, per quanto arrogante, stronza e antipatica fosse, era bella e attraente.
Fottutamente bella.
Si ritrovò a scuotere la testa e ad alzarsi dal tavolo, andandosene da lì, nonostante i richiami dei suoi amici.
Camminò lentamente, a testa alta, con fierezza, fino alla Torre di Astronomia.
Quel posto lo calmava anche quando avrebbe voluto distruggere il mondo intero.
Il tempo non era dei migliori ma almeno non pioveva.
Si appoggiò alla ringhiera e si fermò a osservare le nuvole, grigie e imponenti.
Si fermò a pensare.
Era da tanto che non lo faceva, troppo preso dalle cose che succedevano attorno a lui.
Troppo preso dal ritorno del Signore Oscuro.
Troppo preso dalle continue lettere di suo padre, tutte uguali.
Troppo preso dai problemi dei suoi amici.
Troppo preso da tutto e da niente.
Ma, specialmente, per quanto potesse odiare quel sentimento che meno di tutti lo caratterizzava, troppo preso dalla paura.
Già, lui, il grande Draco Lucius Malfoy, aveva paura.
Paura di cosa?
Di tutto ciò che sarebbe successo da li a breve.
Perchè, infondo, lo sapeva: sarebbe stato marchiato, anche se non voleva.
Questo era scritto nel suo destino e in quel momento avrebbe tanto voluto poterlo cambiare.
Avrebbe tanto voluto aver un destino diverso o essere lui un'altra persona.
Avrebbe preferito cento volte di più non essere costretto a dire 'Si' ma poter dire 'No' una volta nella sua vita.
Ma non un No detto al vento.
Un No detto a suo padre.
Ma non ne aveva il coraggio e mai lo avrebbe avuto.
La sua vita era stata programmata da altre persone fin dal suo primo secondo di vita.
Dalla sua nascita era stato costretto a fare ciò che i genitori, ma soprattutto il grande Lucius Malfoy, decidevano per lui.
Senza mai ribellarsi.
Senza mai fare niente per poter cambiare lo svolgersi degli eventi.
E ora si ritrovava da solo, nonostante non lo fosse sul serio, con le mani legate a combattere contro dei mulini a vento.

Un rumore lo fece destare dai suoi pensieri e un forte di odore di vaniglia e papaia investì le sue narici.
Non si voltò, sapeva già chi era.
'' Non pensavo di trovarti qui, Malfoy'' la sua voce cristallina gli arrivò alle orecchie e lui ghignò.
'' Mi stavi cercando, Lightwood?'' senza voltarsi aspettò che la ragazza lo affiancasse e quel gesto non tardò ad arrivare.
'' Io? Solo nei tuoi sogni. I tuoi amici Serpeverde o maglio, quel carlino della Parkison? Si'' Draco si sorprese nel tono normale che Scarlett aveva assunto nel parlare con lui.
Non succedeva mai.
Normalmente nella sua voce c'era quel pizzico di disprezzo e di superiorità che si notava bene anche se la si guardava negli occhi.
Ora, invece, la sua voce era tranquilla e priva di note negative.
La guardò di sottecchi e la studiò lentamente, cercando di non farsi scoprire.
I capelli rossi erano legati in una treccia di lato e gli occhi erano contornati da una lieve linea di matita nera che li rendeva ancora più belli.
La divisa dei Grifondoro fasciava il suo corpo perfetto e la postura nobile e lo sguardo fiero completavano il quadretto di una delle ragazze, se non la ragazza, più bella di tutta Hogwarts.
'' Perchè mi stai fissando?'' Scarlett si voltò verso di lui incrociando il suo sguardo.
Il cuore perse un battito per poi iniziare a battere sempre più forte a mano a mano che Draco le si avvicinava.
'' Mi sono sempre chiesto come sia possibile che tu, Scarlett Lightwood, nobile purosangue, sia potuta finire in Grifondoro.'' il ragazzo lo disse con un sussurro ad un millimetro dal suo viso, dardeggiando gli occhi tra quelli della ragazza e le sue perfette labbra carnose.
'' Ti dirò una cosa che non ho detto neanche ai miei amici, Draco. Quando il capello decideva dove mandarmi, era indeciso fra Serpeverde e Grifondoro. A quanto pare, sono più coraggiosa che astuta ma, d'altronde 
E' forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore'' recitò le doti della sua casa con un tono di voce lento e delicato.
'' O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!"  la Serpe recitò la parte della filastrocca del Cappello Parlante riguardante la sua casa. ''Sai, Scarlett, credo che saresti stata bene tra le Serpi'' mormorò prima di avventarsi sulle labbra della ragazza in un tenero bacio che lasciò spiazzati entrambi.
La risposta della ragazza non tardò ad arrivare e schiuse le labbra in modo da poter approfondire quel contatto portando le sue braccia dietro il collo di lui e infilando le mani nei setosi fili d'oro che erano i suoi capelli.
 
Entrambi si accorsero che in quel bacio, in quel semplice contatto fra le loro mani, intrecciate insieme, in quelle semplici carezze che Draco faceva a Scarlett, c'era qualcosa che li tranquillizzò.
Tutto il dolore per la perdita dei suoi cari, tutta la frustione, in quel semplice bacio, si era placata, abbandonando la sua mente per qualche minuto, secondo o ora.
D'altro canto, il ragazzo, baciandola, si dimenticò di cosa sarebbe successo in quell'estate e la paura che attanagliava il suo cuore come una morsa, ora era scomparsa.
Ma infondo è così, gli opposti si attraggono, si cercano e si trovano, completandosi avvicenda.
E questo i ragazzi lo sapevano, lo sapevano benissimo, ma non ci persero tempo, troppo presi l'uno dall'altro in quei semplici baci dati in quell'oscuro pomeriggio di metà Aprile, seduti su quel freddo pavimento in marmo della Torre di Astronomia, l'uno fra le braccia dell'altro.
 






 
*Spazio Me*
TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAADAN!
BUON NATALE, BUONA ANNO E BUONA BEFANA!
Spero che voi vi siate divertite in queste due settimane di vacanze e purtroppo domani si torna a scuola, che palle.
O tentato, in questi giorni, di fare come Hermione e di studiare ma il mio cervello di è rifiutato perciò ho finito solo ieri di fare i compiti.
Detto questo, passiamo al capitolo.
Finalmente è successo qualcosa fra Scarlett e Draco!
Devo essere sincera, non sapevo quanto tirarla per le lunghe questa storia ma andiamo, quante di voi non volevano almeno un bacietto tra questi due?
Io si!

Ringrazio tantissimo Krucci, buon anima, che ha recensito lo scorso capitolo e naturalmente ringrazio le 10 persone che seguono la mia storia, le 6 che l'hanno messa fra le preferite e colei che l'ha messa fra le ricordate.
Ora vi saluto, ragazze belle e alla prossima,
baci
Erica xx
Potete trovarmi qui:
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P.s. Volevo informarvi che sto scrivendo un'altra storia sempre su Harry Potter e volevo sapere se valeva la pena pubblicarla, a voi farebbe piacere leggerla?
Scrivetemelo nei messaggi privati o come recensioni, è uguale.
Ora vado sul serio, ciaaaaaaaaaao

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Capitolo 9
*** Death Eaters ***





 

Death Eaters
 

 
Hogsmeade non era mai stata più affollata fino a quel giorno.
Ragazzini dal terzo anno in poi si riversavano nelle strade correndo da un negozio all'altro ridendo e scherzando, mangiando caramelle di mielandia e facendo vedere agli amici i recenti acquisti da Zonko.
Scarlett camminava affianco a Harry e a Ron senza però prestare seriamente attenzione a ciò che i suoi due amici dicevano.
Una strana sensazione di pericolo imminente l'aveva perseguitata tutto il giorno e il sorriso che esibiva era falso e per niente sentito.
Non si sentiva felice.
Era come se quella poca felicità che il pomeriggio con Draco le aveva portato era stata portata via da quest'ultimo una volta sciolto l'abbraccio.
Non riusciva a capirlo, proprio non ce la faceva.
Un attimo prima faceva il dolce e quello dopo la snobbava e non le rivolgeva neanche per sbaglio uno sguardo.
Scosse la testa sospirando e allungò il passo notando di essere rimasta indietro.
'' Che succede Scar?'' le chiese Harry guardandola.
'' Nulla, perchè dovrebbe succedere qualcosa?'' chiese la ragazza irrigidendosi.
Non doveva far trasparire i suoi sentimenti, non doveva far uscire niente che lei non volesse dalla corazza che con fatica si era costruita.
'' Così..'' il moro fece cadere il discorso e la ragazza lo ringrazio mentalmente.
Parlarono del più e del meno fino a quando non arrivarono davanti ai Tre Manici di Scopa ma una musica la fece fermare.
'' Tutto okey?'' Ron la guardò dall'entrata tenendo la porta aperta.
'' Si, andate avanti, vi raggiungo subito'' 
I due fecero come detto e Scarlett si guardò intorno.
Alcune streghe spettegolavano su di una panchina, alcuni ragazzi del quarto anno ridevano camminando e qualche coppietta felice girava mano nella mano davanti a lei.
La musica era scomparsa.
Fece un passo verso la porta principale ma la melodia riprese a suonare.
Capendo da dove proveniva la rossa si adentrò dentro un vicolo poco più lontano dal locale.
Che stai facendo, torna indietro!
La sua vocina interiore continuava ad urlare di fare retromarcia e di tornare dai suoi amici ma lei non le diede retta e continuò a camminare in direzione della musica.
Ora le note erano scandite con chiarezza e riusciva a capire.
Era un intreccio di accordi suonati ad un pianoforte.
La melodia era tranquillizzante e la paralizzò.
Non poteva essere.
Fece un passo e un rumore sordo sovrastò la musica.
Guardò in basso e, chinandosi, notò che un carillon era chiuso per terra.
Un lampo di panico l'attraversò e di scatto prese la bacchetta che si trovava negli stivali.
Come era arrivato lì?
L'ultima volta che l'aveva visto era a casa sua, in camera, sopra al comò.
Raccolse l'oggetto un tempo appartenuto a sua madre e un Flashback le tornò in mente.
 
 
 
 
 
La pioggia batteva forte e imponente sulle vetrate dell'enorme camera da letto della bambina.
'' Mamma ho paura'' disse lei stringendo la coperta e il suo coniglio di pezza.
Un tuono la fece sobbalzare dal materasso e correre fra le braccia della madre che l'accolse calorosamente.
La piccola Scarlett aveva si e non cinque anni e i suoi piccoli occhi multicolore erano rosa, tendenti al viola, e dimostravano la paura che in quel momento incombeva sulla bambina.
'' Tesoro – Margaret la strinse al petto e le accarezzo i lunghi capelli rossi- non devi aver paura della pioggia, non c'è niente di più bello di essa'' la guardò negli occhi e sorrise incoraggiante.
'' Ma è chiassosa'' Scarlett si tappò le orecchie per via di un forte tuono che riecheggiava nell'aria.
'' Vieni con me'' la posò a terra e, prendendola per una mano, la portò dall'altra parte della stanza davanti al comò.
Su di esso vi erano appoggiati vari sovrammobili tra cui un porta gioie blu scuro con delle decorazioni in oro.
Non ci aveva mai fatto caso.
La donna lo prese in mano e si inginocchiò davanti alla figlia.
'' Lo vedi questo?'' le chiese dolcemente mostrandogliela.
'' E' una scatola'' affermò la bambina guardandola.
'' E' una scatola magica'' la coresse lei.
'' Perchè magica?'' chiese la bambina curiosa.
'' Guarda'' con cautela la donna si sfilò una collana dal collo, la collana che portava sempre con lei, a forma di chiave.
La infilò nel piccolo spazio che fungeva da toppa e girò per poi aprirlo lentamente.
Subito una dolce musica riempiì l'aria e il cuore della bambina.
'' E' magica perchè saprà tranquillizzarti sempre, qualsiasi cosa succederà ti basterà ascoltare questa melodia per farti sorridere''
 
 
 
 
'' Che spettacolo commovente'' una voce rude, fredda, che faceva male alle orecchie la fece ridestare dai suoi pensieri e si rese conto di essere circondata da cinque uomini.
'' Chi siete voi?'' chiese nel panico la più piccola della casata Lightwood stringendo il carillon al cuore e stendendo il braccio con la bacchetta, pronta per colpire.
'' Oh, sir Nott al suo servizio'' esclama l'uomo inchinandosi leggermente.
O mio dio, quello è il padre di Theodore! Pensa la ragazza sorpresa.
'' Che volete da me?'' chiese di nuovo, questa volta con freddezza e senza panico.
Aveva paura, oh si, ma doveva mantenere i nervi saldi e riuscire a scappare.
Erano Mangiamorte e lo sapevano tutti, incontrare uno di loro significava morte.
'' Hai una cosa che appartiene al nostro Signore, cara Scarlett, una cosa molto importante per lui che rivuole indietro'' le puntò la bacchetta contro e gli occhi della ragazza vacillarono intimoriti.
'' Non so di cosa voi stiate parlando'' esclamò sincera Scarlett, stringendo compulsivamente la mano alla sua fonte di potere.
Sapeva che, nel caso ci fosse stato uno scontro, cinque contro uno, lei avrebbe perso o, peggio ancora e cosa più importante sarebbe morta.
'' Non ti credo, te lo sai, ragazzina, lo sai bene. E o me lo dirai o ti torturerò fino alla morte'' il tono dell'uomo era diventato glaciale.
La ragazza non rispose non sapendo seriamente di cosa stavano parlando.
Nott alzò la bacchetta e sussurrò '' Silencio '' prima di scagliarle contro una delle tre maledizioni senza perdono: la Maledizione Cruciatus.
La bacchetta le cadde di mano e gli occhi le si rovesciarono all'indietro.
Subito la sensazione di essere infilzata da centinai di coltelli bollenti la fece cadere a terra e nonostante Scarlett non potesse proferire parola, emise un urlo muto.
Agonizzante a terra si contorceva dal dolore e centinaia di lacrime le inebriavano il volto.
'' Hai intenzione di dirmi dove lo hanno nascosto quei traditori del proprio sangue, dei tuoi genitori o vuoi che continui?'' non la fece neanche rispondere che le riscagliò addosso l'incantesimo facendola cadere a terra, nuovamente.
Il volto di suo padre le fece capolino nella mente, affiancato da quello di sua madre.
Sorridevano, erano felici.
Dopo terribili minuti di dolore riuscì a respirare, anche se affannosamente, e l'aria che le entrava nei polmoni le bruciava il petto.
'' Se continui così non parlerà mai!'' una voce ruvida e tagliente aveva fatto perdere il contatto visivo al suo boia e l'incantesimo era stato spezzato.
Colta da un attimo di adrenalina, afferrò di scatto lo scrigno e la sua bacchetta e si trasformò in un gufo.
Una splendida civetta bianca, simile alla sua, spiegò le ali e si alzò in volo, velocemente, sbattendo gli arti e uscendo dal vicolo, schivando incantesimi e maledizioni.
Provò a gracchiare e ci riuscì, l'incantesimo era stato spezzato.
Volò sopra ai tetti delle case dell'unico villaggio interamente magico di tutta la Gran Bretagna e quando, aguzzando la vista, vide una testa rossa, una marrone e una bionda che si urlavano contro, il suo cuore si rallegrò.
Si guardò indietro e vide che nessuno la seguiva più.
Cercò con tutte le forze che le rimanevano di raggiungerli e, a pochi metri da loro, gracchiò attirando l'attenzione.
Una volta appoggiate le zampe a terra le sue gambe tornarono al loro posto assieme al resto del corpo.
Tentò di dire qualcosa ma un giramento di testa la fece cascare a terra, priva di sensi.
L'unica cosa che sentì prima del buio fu due voci che urlavano il suo nome.
 
 
 
'' Cosa le è successo?''
'' Non lo sappiamo professore, è svenuta prima di dire qualsiasi cosa''
'' Andate a lezione ora''
'' Ma..''
'' A lezione, ora''
'' Si preside''
Il rumore di una porta che si chiude
'' E' stata torturata Albus''
'' Si Severus ''
Delle voci le arrivarono all'orecchio ma i suoi occhi non riuscivano ad aprirsi, appiccicati come se fossere stati incollati.
Il dolore era in tutto il corpo e anche respirava le provocava delle fitte al petto.
Aprì lentamente un occhio per poi richiuderlo subito a causa della luce che entrava dalla finestra davanti a lei.
Ritentò un'altra volta e sbattè le palpebre per abituarsi al giallo accecante del sole che tramonta.
'' Scarlett, come stai?'' la professoressa Mcgranit la raggiunse osservandola.
'' Suvvia Minerva, lasciala respirare, non credo sia il momento delle domande questo. Va a chiamare Poppy, dille del risveglio'' Silente da dietro gli occhiali a mezza luna le fece un occhiolino alla quale la ragazza sorrise stancamente.
'' Oh, signorina Lightwood, beva questa, si rimetterà'' Madam Chips entrò nella stanza con una bottiglia in vetro con una strano liquido azzurro dentro.
Scarlett non fece domande e mandò giù il contenuto tutto di iun fiato.
Subito il mal di testa diminuì notevolmente e il dolore lancinante al petto e nel corpo saprì lievemente.
Si tirò su lentamente appoggiando la testa ai grandi e comodi guanciali dietro alla testa e sospirò.
'' Cosa è successo Scarlett?'' lentamente e soppesando le parola Silente pose la domanda alla rossa.
La ragazza sospirò leggermente e, prendento un bel respiro iniziò a raccontare della musica, del carillion, dei Mangiamorte e della cosa che lei possedeva.
'' Sei sicura di non sapere di cosa si tratti?''
'' Si preside, i miei non parlavano molto di lavoro a casa'' ammise amaramente sorseggiando un po' di zuppa.
'' Capisco, beh, pensaci ok? Ora riposati, fra una settimana potrai essere dimessa e se ti viene in mente qualcosa non esitare a dircela, chiaro?''
La ragazza annuì.
 
 
Aveva ricevuto biglietti di auguri e di pronta guarigione, rose, ciocorane e centinaia di regali da quasi tutto il corpo studentesco di Hogwarts.
Hermione tutti i giorni le portava gli appunti delle lezioni, Harry e Ron le facevano semplicemente compagnia quando potevano, Fred e Geroge la facevano ridere e divertire facendo impazzire Madam Chips che più volte aveva minacciato di farli espellere.
Ginny le diceva qualsiasi scoop succedesse a sua insaputa e molti ragazzi e ragazze passavano il pomeriggio a chiederle come stava.
Era venerdì ed erano passati ben sei giorni dall'accaduto.
Stava leggendo un libro quando la porta dell'infermeria si aprì di scatto mostrando due ragazze.
'' Scarlett!'' urlarono entrambe correndo ad abbracciarla.
'' Nicola, Kathrine, che ci fate qui?'' un sorriso si era fatto spazio sul suo viso alla vista delle sorelle maggiori.
'' Come che ci facciamo qua? Sei nostra sorella, volevamo vedere come stavi!'' Kate gesticolò '' Quindi... Come stai?''
Scarlett scoppiò a ridere e le sorelle la seguirono.
Kathrine era bella, molto bella.
Aveva dei capelli scuri fino al seno e due occhi verdi come il prato.
Le labbra erano carnose e be definite e il viso era solare e secco.
Nicole, invece, aveva dei lunghi capelli biondi e occhi verdi.
Il sorriso era dolce e perennemente stampato sul viso.
Avevano rispettivamente 24 e 20 anni e da sempre le erano state accanto.
'' Sto meglio, decisamente meglio.'' 
'' Perchè hanno fatto... questo?'' Nicole divenne seria e ciò fece capire a Scar che erano preoccupate, molto.
'' Volevano qualcosa che apparteneva al Signore Oscuro e che mamma e papà avevano preso. Non so cosa, credevano che io lo sapessi e non me l'hanno detto.
Avevano il carillon, il MIO carillon!
Sono entrati in casa, in camera mia! Avranno distrutto tutto!'' la voce le si affievolì pensando al mannor distrutto.
'' Credi che siano andati anche negli altri castelli o si siano fermati solo a casa nostra?'' 
'' Penso che non sappiano nemmeno di altre vostre case, signorina Lightwood'' una voce dietro di loro le fece girare e notarono che il prof Silente si stava avvicinando al letto.
'' Sono stato informato della vostra presente e ritenevo giusto parlare con tutte e tre di questa faccenda ''
'' Ccerto '' balbettò Nicole stranita dall'improvvisa comparsa del vecchio preside.
'' Avete qualche idea su cosa loro stessero cercando? Non so: una pergamena, un quadro, uno specchi magico, un..''
'' Un anello.'' Scarlett terminò la frase guardando un punto vuoto sul lenzuolo.
'' Un anello?'' chiesero in coro i tre.
'' Un anello. Quando avevo 15 anni ero in camera mia ad esercitarmi con un incantesimo quando vidi nostro Padre andare in giardino ed estrarre un fazzoletto dalla tasca.
Il fazzoletto conteneva un anello, non so che tipo di anello, ho visto solo che vi era incastonata una pietra dentro.
Fece un buco dentro la fontana e vi ce lo mise. '' raccontai guardando Silente.
'' Cosa ti fa pensare che sia quello ciò che cerca Tu-Sai-Chi?'' esclamò Kate
'' Signorina Lightwood, Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa" Silente sorrise alla sorella maggiore notando lo sguardo di ammirazione che essa gli aveva rivolto.
'' Non lo so, Kate, ma se fosse quello significa che non l'hanno trovato e che siamo in tempo per prenderlo'' la determinazione ben nota nella voce della ragazza lasciò perplesse le sorelle ma alla fine annuirono.
'' Quando?''
'' Domani sera.'' Silente aveva risposto alla domanda '' Ma state attente''
 

 








 

*Spazio Me*

Sarò breve anche perchè nons o che scrivere, comunque:
si inizia ad entrare nel succo della storia!
Scarlett, I mangiamorte, l'anello.
Che anello sarà mai?
Vediamo se indovinate!
Grazie mille a tutti coloro che seguono la mia storia, ve ne sono grata.
Beh, che dire,
Alla prossima ragazze!

Erica xx

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Capitolo 10
*** The Orfin Gaunt's rings ***





The Orfin Gaunt's rings

 
 
La sala comune non era mai stata così bella.
Saputo del rientro di Scarlett i suoi amici Grifondoro avevano organizzato una piccola festa a sorpresa che l'aveva spiazzata.
Non si aspettava un simile gesto e sorrise per tutta le sera, ringraziando e festeggiando il suo rientro alla casa.
George e Fred erano riusciti ad andare giù nele cucine e a prendere così tante torte, dolcetti e succo di zucca che avrebbero potuto sfamare l'intera popolazione magica.
Naturalmente era durata poco per via delle pancie senza fondo dei suoi compagni ma poco le importava, aveva mangiato abbastanza schifezze durante l'ultima settimana.
Verso mezza notte, tutta via, i ragazzi e le ragazze iniziarono ad andare nei loro dormitori e lei e le sue sorelle aspettarono che la stanza fosse completamente vuota per mettersi i mantelli da viaggio e dirigersi all'entrata principale.
Ad aspettarle, dinnanzi all'enorme portone in legno, c'erno Silente e due professori.
Una volta più vicine Scarlett capì che si trattava della professoressa McGrannit e del professor Piton.
«Forza ragazze, non dovete farvi vedere. Mi raccomando, entrerete nella casa, prenderete l'anello e tornerete indietro, niente di più, chiaro?»
la voce autoritaria ma allo stesso tempo dolce del preside le fece annuire e tirarsi su i cappucci dei mantelli.
«Buona Fortuna» disse poi, osservando le ragazze che, una volta avvicinatesi si erano prese per mano e Katherine le aveva smaterializzata.
La sensazione di un gancio che le prendeva l'ombellico e che la portava via le arrivò subito e, una volta arrivate alla loro destinazione, perse l'equilibri atterrando col sedere sulla fredda pietra della sala.
Le pesanti tende di velluto bianche , un tempo sempre aperte e pulite, ora erano tirate e logore.
I mobili erano rovesciati e il divano strappato, l'imbottitura che tappezzava il pavimento, sporco e polveroso.
Erano passati tre mesi dalla morte dei suoi genitori e non aveva ancora messo piede dentro il suo vecchio Mannor.
I suoi genitori non erano però morti lì e ciò rallegrò leggermente la ragazza sapendo di non star camminando sul tappeto che un tempo ospitava i corpi inermi di sua madre e suo padre.
Una voglia di girare per la casa, di andare in camera sua per vedere se avessero preso qualcos'altro oltra a carillon la prese ma cercò di fermare l'impulso anche perchè, il posto dove si trovava ora, non era più casa sua.
Quel luogo non poteva essere definito una casa ma più l'inferno salito dalla terra.
Era tutto completamente distrutto, rivoltato.
I libri erano a terra, le pagine strappate e accartocciate.
I sovrammobili che un tempo riempivano la sala ora erano infranti in mille pezzi colorati.
Su quello che un tempo era il tavolo della sala da pranzo ora vi erano tagli e intacchi, schegge per terra.
Le sedie erano rovesciate, alcune senza qualche gamba o senza lo schienale.
Andarono in cucina e anche quella non poteva certo essere definita qualcosa se non 'Disatro'
Le pentole, i piatti, le posate e i bicchieri erano sul pavimento liscio in granito, abbandonate al loro destino.
Un sospiro fuoriuscì dalle labbra rosee di Scarlett.
«Devono essere venuti a cercarlo» esclamò Nicole guardandosi intorno.
«Muoviamoci» Katherine con voce secca e autoritaria esclamò questa breve parola per poi spingere le sorelle nel giardino.
La porta era stata strappata fuori dai cardini e ora giacieva su di un roseto che per anni la loro madre aveva curato scrupolosamente, imponendo a tutti di non toccarlo.
Un lieve sorriso apparve sulla faccia di Scarlett pensando a come sua madre avrebbe dato di matto vedendo la sua opera così mal ridotta.
Le rose erano appassite e ora, sulla pianta, rimaneva solo qualche ramo spezzato.
Si diressero in fretta verso la fontana e, con un'attenzione quasi maniacale, la ragazza prese la bachetta dal mantello.
Si mise a scrutare attentamente il marmo con cui quella struttura, un tempo sempre accesa e sprizzante, era rivestita.
Ogni crepa le sembrava familiare e le ci volle un po' per trovare un piccolo rialzo della pietra sulla fiancata destra della piccola colonna che vi era all'interno.
«L'ho trovato» esultò silenziosamente.
Con la bacchetta rimosse il pezzo che copriva il foro per poi estrarre il panno.
«Andiamocene» disse infilandolo in tasca.
Subito le sorelle le affiancarono e si materializzarono nel giardino della scuola.
«Se Hermione venisse a scoprire che noi siamo riuscite a smaterializzarci dentro Hogwarts darebbe di matto» esclamò la più piccola delle tre sorridendo fra se e se «Venite» disse poi incominciando a dirigersi verso la porta principale.
Solo dopo qualche metro si rese conto che le sue sorelle non la stavano seguendo e si fermò, stranita.
«Perchè non venite?» chiese girandosi e guardandole.
«Credo sia ora per noi di tornare a casa. Tu stai bene, non abbiamo motivo ne possiamo restare» Nicole le si avvicinò stringendola a se in un abbraccio soffocante.
«Sta attenta capito fiametta?» le disse con voce dolce riferendosi ai suoi capelli.
Scarlett sorrise facendoli diventare blu.
«Ora non sono più fiametta» disse alzando le spalle.
Nicole rise per poi essere affiancata da Kate.
«Abbi cura di te Scar e di a Silente che lo ringraziamo per l'ospitalità. Sta attenta a quella Umbridge, non mi piace per niente e porta alto il nome della nostra famiglia, chiaro?» le parole uscirono veloci dalle labbra della sorella maggiore e Scarlett si ritrovò ad annuire.
«Mi mancherete» ammise poi, abbracciandole.
Si staccarono e dopo un semplice ciao l'unica parte della sua famiglia che ancora rimaneva in vita se ne andò da quel parco, lasciandola sola.
Scosse la testa per poi tornare sui suoi passi e raggiungere l'entrata della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Entrò silennziosamente cercando di non farsi vedere.
Il coprifuoco era scattato dato che erano più o meno le due di notte e Gazza, sicuramente, stava pattugliando i corridoi assieme alle squadre di inquisizione.
Affrettò il passo usando qualche passaggio segreto, arrivando velocemente davanti al Gargoil che si trovava all'entrata dell'ufficio di Silente.
Esclamò la parola magica e con velocità saltò sui gradini che salivano verso l'alto.
Capì di essere arrivata quando il sorriso e gli occhi che da dietro un paio di occhiali a mezza luna la osservavano entrò nel suo campo visivo.
«L'avete trovato?» chiese non appena le fu davanti.
La ragazza annuì per poi prendere l'involucro da sotto il mantello e porgerlo al vecchio.
Lui l'aprì con cautela mostrando ciò che la rossa aveva detto di aver visto.
Un anello.
 
 
 
 
 
 
Si guardò intorno e inizò a camminare, lentamente, cercando di non emettere alcun respiro.
Non aveva sonno, nonostante la pesante giornata.
Ripensò a cosa era successo poco prima.
E così suo padre aveva trovato l'Anello che un Tempo era appartenuto allo zio del Signore Oscuro.
Per quanto potesse pensarci lei non credeva che Voldemort volesse indietro quell'anello per un valore affettivo, ma per qualcosa di più forte.
Scosse le spalle.
Aveva voglia di camminare e così fece, adentrandosi nel buio dei corridoi della scuola, tendendo l'orecchio per captare qualsiasi rumore sospetto.
Passeggiò per dieci minuti, forse venti, quando una voce la fece sobbalzare.
«Lightwood, lo sai che non dovresti aggirarti per la scuola a quest'ora?» una voce roca, sensuale, le arrivò alle orecchie facendola girare di scatto.
Davanti a lei, illuminato solo dalla luce bianca della luna, che entrava da una delle tante finsetre.
I capelli sembravano quasi bianchi e la pelle sul viso era macchiata dai giochi di luce e ombra che quella posizione creava.
La cosa che più la colpì furono gli occhi, color ghiaccio che esibivano un espressione palesemente divertita.
Se fosse stata brava a disegnare avrebbe preso di sicuro carta e penna e avrebbe impresso quell'immagine mozzafiato sul foglio.
Ma per ora si doveva accontentare della sua testa.
«Dovrei cheidere la stessa cosa a te, Malfoy»
«Mmh, sono un prefetto, posso girare io per la scuola» alzò le spalle avvicinandosi leggermente ma tenendosi comunque ad una certa distanza.
«Ammettilo, la usi solo come scusa questa storia» la ragazza incrociò le braccia al petto e sorise leggermente, divertita.
«Può darsi» fece cadere il discorso e rimase li a guardarla negli occhi.
Si scrutavano a vicenda l'anima, divorandosi.
Azzurro e verde che non si staccavano, che annegavano l'uno nell'altro, che si fondevano.
Il ragazzo fece un passo avanti, poi un altro, fino a trovarsi a pochi centimetri dalla faccia di lei.
«Sai che dovrei portarti dal preside o, meglio ancora, dalla Umbridge?» sussurrò lui con voce cadenzata.
Ci sono appena stata, dal preside. Pensò lei ma si morse il labbro prima di poter parlare.
Quel gesto, però, fece perdere un battito al ragazzo che per poco non sgranò gli occhi per la sua reazione.
Da quando avevano passato quel famose pomeriggio sulla Torre aveva cercato di evitare il più possibile la ragazza, incapace di capire perchè aveva reagito così a quel bacio e a tutto ciòc he ne era venuto dopo.
Non aveva detto nulla a Blaise e Theo, sapendo cosa avrebbero detto o pensato.
Ora che si trovava, però, a così pochi centimetri dalle perfette labbra di lei, una voglia incontrollata di baciarle lo aveva preso.
Smettila! Se solo ti vedesse suo padre.
Una voce cattiva, crudele, trafisse la sua testa con questa frase.
Una voce che veniva dalla sua parte razionale.
Suo padre... già, chi sa cosa avrebbe detto se lo avesse visto filtrare con una babbanofile traditrice del suo sangue.
Con la figlia di due Auror.
Con Scarlett Lightwood.
Oh, non saerebbe stato per niente d'accordo così, punto da una malsana voglia di risfiorarla e da una ancora più forte voglia di fare un torto al padre, afferrò la faccia della ragazza con delicatezza e passione allo stesso tempo, per poi far combaciare le loro labbra.
Quando si staccarono la ragazza era sorpresa per il gesto del biondo e aveva sgranato gli occhi.
«Che cazz..?» sussurrò in cerca di qualche spiegazione che avesse potuto portare un senzo a ciò che un senzo non ce l'ha.
«Avevo voglia» disse semplicemente lui girandosi e iniziando a camminare nella direzione opposta alla sua.
Un moto di rabbia incontrollata le strise il fegato.
Con due grandi falcate arrivò davanti al biondo, bloccandogli la strada.
«E anche alla Torre? Eh!? Anche lì ne avevi voglia?» la ragazza non urlò ma sibillò con così tanto veleno quelle parole tanto che per l'incazzatura i suoi capelli stavano diventando lentamente sempre più scuri.
«Non dirmi che credevi che io l'avessi fatto perchè tu mi piacevi, Lightwood» esclamò lui con un sorrisetto di sfida, mentendo.
«No, fidati, non mi era passato nemmeno nell'anticamera del cervello che Draco Malfoy potesse provare delle emozioni, ma se permetti non sono una sgualdrina a cui piace essere usata perchè tu ne avevi voglia» lo scimmiotta alla fine ripetendo le parole che lui stesso aveva pronunciato qualche minuto prima per poi andarsene.
«Funziona così, Lightwood e nessuna ha mai protestato. Smettila di fare la prima donna» rispose lui.
Era appena arrivata alla fine del corridoio che si girò un attimo e incontrò gli occhi del biondo che la guardavano in modo glaciale.
«Vai a farti fottere, Malfoy e stammi a minimo 30 kilometri di distanza, idiota.» esclamò prima di ricominciare a camminare a andarsene da lì.
 

 



 

----------------------------Spazio Muah.-----------------------------



Allllllllora, mi dispiace tanto per questa cacata ma non ho saputo tirar fuori nulla di meglio.
Mi dispiace anche avervi fatto aspettare così tanto dato che sono passati 10 giorni t.t' 
Non l'ho fatto di proposito, lo giuro!
Stupida scuola, mah! E' tutta colpa sua.
Comunque, tornando a noi, ringrazio tutti coloro che seguono la mia storia, che la recensiscono o che semplicemente la leggano, sono felice.
Non so onestamente quanto tirarla per le lungue sta storia, siamo già al 10 capito, vero? o mio dio.
Quasi non mi sembra vero!
E' la ff più lunga che io abbia mai scritto ahahaha
Detto questo vi saluto e spero di sentirvi lol
Baci
Erica xx 

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Capitolo 11
*** Expecto Patronum ***



 


Expecto Patronum


 



« Concentrati Scarlett, dai che ce la fai! Pensa a qualcosa di bello, un ricordo bellissimo, stupendo, mozzafiato! Qualcosa che ti faccia automaticamente far spuntare il sorriso sulle labbra! » Harry era dietro di lei che le sussurrava queste parole.
Erano ormai due ore che la ragazza si sforzava di evocare un Incanto Patronus ma tutto ciò che usciva dalla sua bacchetta era del tenue fumo grigio, inconsistente e vaporoso.
Nemmeno una lucertola sarebbe scappata davanti a quello.
Avrebbro anzi riso di lei.
Sbuffò sonoramente e chiuse gli occhi.
Pensa Scarlett, pensa.
Aveva provato di tutto e di più.
Da quando sua madre le aveva dato il famoso carillon, a quando lei e suo padre erano andati a fare un escursione in una foresta e avevano visto un piccolo di Unicorno, ma niente.
Era inutile.
Continuò a pensare e a serrare gli occhi quando ad un certo punto un pao di capelli biondi, una faccia pallida e degl'occhi azzurri e non si contrapposero a quei puntini colorati che vedeva.
Scosse la testa sobbalzando leggermente.
Lui NO!
Non la rendeva felice, non lo faceva e mai lo avrebbe fatto.
Lui era un approfittatore e sfruttatore del cavolo che si divertiva a baciarla perchè gli 'andava'
un leggero irritamente si fece spazio in lei ma non ci doveva pensare.
Devo evocare questo fottuto patronus o giuro che mi butto dalla Torre di Astronomia.
« Ce la posso fare » esclamò all'improvviso riaprendo di scatto gli occhi e portando la bacchetta davanti a se.
Lasciò che la sua mente vagasse da sola e, nello stesso momento in cui pronunciava la formula '' Expecto Patronum '' l'mmagine delle labbra di Draco che combaciavano perfettamente con le sue le tornò in mente.
Un tenue sorriso si impossessò del suo volto mentre rivedeva con la mente quel momento.
Il sorriso, però, aumentò quando vide un'enorme tigre bianca sdraiata sulla pancia davanti a lei.
« Waooh! » esclamò Harry avvicinandosi e affiancandola.
« E' stupenda » ammise poi, guardando l'enorme felino che li squadrava con fare annoiato.
« Sai, i babbani associano agli animali una caratteristica ben precisa o una storia che li renda simboli 'maligni' o 'benigni' » inizò a spiegare Scarlett, senza distogliere lo sguardo dall'animale argentato. 
La tigre alzò lo sguardo su di lei e la guardò negli occhi.
« Un giorno, durante una passeggiata con mio padre, lui mi parlò di alcuni animali e fra essi c'era anche lei » continuò poi guardandolo.
« Disse che la tigre nel suo aspetto positivo è il simbolo della forza accrescendo la potenza di colui al quale si accompagna, nel suo aspetto negativo rappresenta le potenze infernali, la natura selvaggia e distruttrice. Ora che ci penso, io sono un po' distruttrice » rise Scarlett facendo dissolvere la tigre.
« E il cervo, cosa è? » chiese il Bambino Sopravvissuto curioso, sedendosi su uno dei banchi vuoti dell'aula che avevano usato per allenarsi in modo separato dall'Esercito di Silente.
« Il Cervo è il simbolo della rigenerazione vitale, per il rinnovarsi periodico delle sue corna, che sono paragonate anche ai rami degli alberi per il loro valore allegorico di sviluppo e di unione tra le forze superiori e quelle inferiori. Quindi le corna sono il simbolo della longevità e del ciclo delle rinascite successive » spiegò lei gesticolando e sedendosi accanto al ragazzo.
« Beh, io sono scampato alla morte ben quattro volte, posso dire che questa teoria potrebbe essere vera » la rossa rise all'affermazione del ragazzo.
Passarono qualche minuto in silenzio quando Scarlett si decise a parlare.
« Come ci si sente a dover affrontare tutto questo? » chiese guardandolo.
« Tutto questo cosa? » rispose lui, ricambiando lo sguardo.
« Tutto! La Gazzete del Profeta che ti dà a dosso, le frecciatine che ti lanciano mentre passi o il fatto che tutti ti guardino, parlottino tra loro? L'essere costantemente sotto sorveglianza? Non ti secca? » spiegò.
« Vuoi la verità? Si. Si mi secca, mi secca perchè non sono un bugiardo e non mi piace essere preso per uno così. Io non ho chiesto tutto questo, avrei preferito cento volte di più poter abbracciare i miei genitori, poter passare del tempo con loro, vivere fin da subito nel mondo dei maghi ma non ho potuto.» Harry abbassò lo sguardo a terra, sospirando.
« Loro non capiscono cosa ci si sente a non avere dei genitori » disse la ragazza semplicemente. « Non sanno cosa significa non poterli vedere, non poterli scrivere, non poterci parlare. Per farlo devi sognare, ma il brutto dei sogni è che una volta che ti svegli, tutto scompare. E loro non ti credono perchè nessuno dei loro parenti è morto per mano sua, per mano di Lord Voldemort»
Potter la guardò con un misto di ammirazione.
« Tu mi credi? » chiese Harry guardandola negli occhi.
« Dei Mangiamorte hanno ucciso i miei genitori. Dei Mangiamorte sono entrati in casa mia. Dei Mangiamorte mi hanno torturata... Si, credo che questo possa bastare per crederti» spiegò lei, guardando un punto a caso della stanza al ricordo del dolore che provò quel giorno a Hogsmede.
« Perchè sei qui a Hogwarts? Perchè non sei rimasta al Mannor assieme alla tua famiglia? » chiese lui.
« Non ve l'ho mai detto? » arricciò le labbra la rossa corrugando le sopracciglia.
Il ragazzo scosse la testa e Scarlett fece un verso di sbalordimento.
« Strano... Comunque, ti sarai reso conto che io sono entrata a scuola quasi un mese dopo dell'inizio e che non ho fatto un vero e proprio smistamento. » iniziò a parlare lentamente pesando le parole e gesticolando.
« Si » esclamò Potter muovendo la testa dal basso verso l'alto.
« Io sono arrivata in questa scuola la domenica sera, beh, il venerdì prima la mia casa è stata attaccata dai Mangiamorte.
Stavamo festeggiando il fidanzamento di mia sorella maggiore quando, uno a uno, i vetri della sala da ballo si sono infranti e decine di sagome nere si sono smaterializzate nella stanza. Mi prese il panico in quel momento, non sapevo che fare ma mio padre riuscì a farmi scappare. Diceva che si aspettava un attacco simile e che aveva preparato le mie cose ormai da tempo. Mi dette un bigliettino e io mi smaterializzai a Grimuld Place. Sono stata lì per due giorni, il sabato l'ho passato tutto il tempo a dormire e ad aspettare i miei genitori, ma loro non si sono presentati.
La domenica sera Tonxs e Lupin mi portarono qui e Silente mi accolse. Il resto lo sai » raccontò alzando le spalle.
« O mio dio » esclamò semplicemente Harry.
« Credo si ora di andare » propruppe la ragazza scendendo dal banco e incamminandosi verso la prota.
Uscirono dall'aula e ognuno dei due prese una direzione diversa. « Ah, Harry?! » esclamò la ragazza prima che quest'ultimo potesse girare l'angolo.
Il ragazzo si girò a guardarla « Grazie » disse sorridendo prima di andarsene.
 
 
 
 
L'aria primaverile la colpì in pieno quando raggiunse la Torre di Astronomia. 
Aprile era ormai alle porte e ciò significava che anche le vacanze di Pasqua si stavano avvicinando.
Avrebbe passato il momento di riposo in uno dei Mannor in America, lontano da tutto e da tutti.
Sarebbero tornate, lei e le sue sorelle, a casa dei nonni Paterni per passare le due settimane di relax non facendo nulla.
Un lieve venticello le alzò i capelli e lei sorrise al contatto.
« Possibile che io e te ci troviamo sempre la sera? » una voce strascicata e lasciva arrivò alle sue spalle e Scarlett si irrigidì leggermente.
« Non è che mi segui, Malfoy? » lo provocò lei sorridendo leggermente quando lui la affiancò.
« Ti lascerò col dubbio » alzò le spalle lui incrociando le mani sulla ringhiera.
« Questo posto rilassa » ammise la ragazza guardando il lago nero che, con la luce della luna, sembrava un'enorme pozza di argento fuso.
« Già..» disse semplicemente il biondo di fianco a lei. « Di questi tempi, serve poter stare tranquilli »
« Quindi tu ci credi? » Scarlett volse lo sguardo verso il ragazzo al suo fianco e sobbalzò leggermente quando si scontrò con il ghiaccio dei suoi occhi.
« Tu? » disse in risposta lui, senza distogliere lo sguardo.
« Sai che non si risponde ad una domanda con una domanda? » scherzò la rossa « Comunque... si. » non capì perchè ma la sua voce, sul sì si indurì.
« Perchè? » domandò il ragazzo, spiazzandola.
« Come perchè? »
« Perchè credi che Tu-Sai-Chi sia tornato, perchè credi a Potter? » anche la voce di Draco diventò fredda, distaccata, quasi sprezzante.
« Anche Silente lo dice » cercò di sviare il discorso.
« Silente e Potter dicono sempre la stessa cosa, è inutile credergli più, ormai»
« Silente è un grande mago. Non andrebbe in giro a dire cazzate del genere » alterandosi Scarlett sputò quella parole.
« E se Silente ti dicesse che se ti buttassi da qui diventeresti immortale? Crederesti anche a questo? » 
« Ma che cazzo stai blaterando Draco!? »
« Rispondi, Credi nel ritorno di Tu-Sai-Chi, solo perchè due persone lo vanno a dire in giro, Scarlett? » ribadì il biondo.
« Sai perchè credo al ritorno di quell'essere? Perchè per colpa sua i suoi scagnozzi, tra cui tua zia, mi hanno fatto diventare orfana. Perchè per colpa dei suoi cazzo di ordini i Mangiamorte sono entrati in casa mia e l'hanno messa sotto sopra per cercare uno stupido anello! Perchè per colpa sua io non ho più una famiglia! Perchè per colpa sua io sono stata torturata! Perchè per colpa sua, la mia vita è completamente andata a puttane! Quindi, no, non credo nel ritorno di Lord Voldemort solo perchè Harry e Silente lo dicono, ci credo perchè lo so! Perchè ne ho avuto la certezza! » Scarlett urlò tutto quello a pieni polmoni, gesticolando, sputando fuori la realtà.
La cruda e orrenda realtà che la circondava.
Non aspettò che il biondo proferisse parola perchè se ne andò, per la seconda volta in una settimana.








 
---------------------------------- Spazio Autore ----------------------------------

Tand Tand Tand Tand!
Non posso fermarmi molto quindi vi dirò solo una cosa: dal prossimo capitolo si cambierà tempo e si finirà subito al sesto anno.
Volevo dirvelo almeno capirete.
Ora vado, baci a tutti
Erica xx


p.s. le recensioni sono GRATIS non dimenticate ahahah :)

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Capitolo 12
*** 01 settembre 1996 ***



 


01 Settembre 1996

 

 


 
Il binario 9 e tre quarti era gremito di persone e la ragazza era eccitata di poter finalmente montare sul famoso treno che, durante l'estate, Hermione e Ginny le avevano rammentato.
Il quinto anno nella famosa scuola di magia e stregoneria si era concluso con un drammatico avvenimento che aveva visto la morte di Sirius Black, amico di Scarlett, Ron e Hermione e padrino di Harry, durante uno scontro nell'Ufficio Misteri.
Successivamente alcuni Mangiamorte, tra cui Lucius Malfoy, erano stati arrestati e mandati ad Azkaban, anche se la ragazza dubitava che ci sarebbero stati per molto.
Scarlett era riuscita a prendere tutti Eccezionali e Oltre ogni previsto ai GUFO e aveva deciso, assieme alla McGranitt, di intraprendere la carriera per diventare Auror.
Secondo la professoressa il fatto di essere una Metaformagus sarebbe potuto essere un buon vantaggio e che, essendo brava in tutte le materie che servivono per essere un Auror, poteva benissimo farcela, avrebbe reso fiera di loro i suoi genitori.
 
'' Vieni Scarlett?'' chiese Hermione sorridendole lievemente notando la sua espressione adorante.
Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva "Espresso per Hogwarts, ore 11". 
'' Arrivo'' esclamò trascinando il carrello con la sua civetta e il suo baule versò il treno.
Una volta trovato uno scompartimento libero vi entrarono seguite da Ron e Harry.
 
 
Erano ormai due ore abbondanti che viaggiavano sul treno e mancava poco all'arrivo.
Scarlett leggeva un libro babbano, regalatogli dalla nonna purosangue affascinata, però, dallo scrittore, intitolato '' Shakespeare non l'ha mai fatto '' e le parole la rapivano facendole dimenticare qualsiasi cosa avesse intorno.
' Un uomo deve provare tante donne per trovare l'unica, e se aveva fortuna lei sarebbe stata al suo fianco. Per un uomo sistemarsi con la prima o la seconda donna della vita è comportarsi da ignorante; non ha idea di che cosa sia una donna.
Un uomo deve compiere il percorso fino in fondo, e ciò non significa solo andare a letto con le donne, scoparle una volta o due; vuole dire "vivere" con loro per mesi e anni.
Non biasimo gli uomini che hanno paura di una cosa simile, significa mettere l'anima a disposizione di tutte. Naturalmente alcuni uomini si sistemano con una donna, rinunciano, dicono ecco, è il meglio che posso fare. Ce ne sono moltissimi, in effetti la maggior parte delle persone vive sotto la bandiera della tregua: si rende conto che le cose non funzionano in modo proprio perfetto, ma non importa, accontentiamoci, dicono, non serve a niente percorrere di nuovo tutta la trafila, che cosa danno alla tv, stasera? Niente. Bene, guardiamola lo stesso.
È meglio che guardarsi in faccia, è meglio che pensare a "quello".
La tv tiene insieme più coppie male assortite di quanto non facciano i figli o la chiesa...' 
Hermione invece era indaffarata a leggere un grosso tomo intitolato ' Traduzione Avanzata delle Antiche Rune' e sembrava che anche lei non fosse su quel pianeta.
Ron e Harry parlottavano del più e del meno, specialmente di ciò che avevano visto qualche giorno prima a Diagon Alley.
'' Non è chiaro? Era una cerimonia. Un’iniziazione.'' Harry parlò, facendo alzare gli occhi dalle pagine alle ragazze.
'' Fermati Harry, so dove vuoi arrivare con questo'' esclamò Hermione.
'' E’ successo. E’ uno di loro.'' Il bambino sopravvisuto ribattè convinto della sua teoria.
Scarlett non potè fare altro che ascoltare.
Non sapeva, onestamente, cosa pensare.
Non lo aveva più visto dal rientro ad Hogwarts dell'anno prima e lo sguardo che si erano lanciati era ancora impresso a fuoco nella sua mente, un segno indelebile, una cicatrice.
Era un misto di rabbia, disprezzo, rassegnazione e paura. Già, paura.
Lei l'aveva vista, nei menadri più remoti della sua anima, la paura di ciò che la carcerazione di suo padre aveva portato. Aveva paura e lei l'aveva capito. Non seppe neanche come e perchè, c'era riuscita e basta.
 
''Uno di cosa?'' chiese ingenuamente Ron, continuando a giocare con il mantello di Hary
'' Harry ha l’impressione che Draco Malfoy sia un MangiaMorte.'' dichiarò, con un pizzico di ironia, Hermione. 
'' Harry è certo che lui sia uno di loro'' aggiunse Scarlett arriciando le labbra.
'' Tu straparli. Cosa mai vorrebbe Tu-Sai-Chi da una canaglia come Malfoy?'' propruppe il rosso con la sua solita finezza, facendo sogghignare la ragazza.
'' E allora cosa stava facendo da Magie Sinister? Curiosava tra i mobili?'' gesticolando e contiuando a tenere alta la sua tesi Harry continuò ad attaccare
'' E’ un negozio da brividi. Lui è da brividi.'' Ron scherzò e Scarlett rise lievemente annuendo. 
'' Senti. Suo padre è un MangiaMorte. Tutto questo ha senso. Inoltre, Hermione lo ha visto. Con i suoi occhi. " Scarlett alzò gli occhi al cielo per la cocciutaggine del suo amico ma iniziò ad irritarsi leggermente.
'' Te l’ho detto. Non sono sicura di ciò che ho visto.'' Hermione rialzò gli occhi dalle pagine del libro e scosse lievemente la testa.
'' Ho bisogno di un po’ d’aria.'' esclamò il bambino sopravvissuto per poi alzarsi, prendere il mantello dalle mani dell'invisibilità e uscire dallo scompartimento.
Non credo stia andando a prendere una boccata d'aria sospirò la più piccola della casata Lightwood, tornando a leggere.
 
 
'' Dove è Harry?'' chiese perplesso Ron uscendo dallo scompartimento e trascinandosi dietro il baule e la gabbia di Leo.
'' Sarà già fuori'' rispose Hermione spingendolo e incitandolo ad andare avanti.
'' Allora Hermy, qualche novità con Re Wealsey?'' affiancò l'amica Scarlett parlando a bassa voce e ridendo notevolmente divertita dal cambio improvviso del colore delle sue guancie.
'' Niente di niente, non gli interesso'' esclamò affranta la Granger guardando il diretto interessato e sospirando.
'' Secondo me è il contrario'' le fece una linguaccia la ragazza prima di ridere e metterle un braccio sulle spalle.
'' Andiamo va!'' disse poi lasciando i propri bagagli nel loro posto e sedendosi su di una delle carrozze.
'' Ginny cara, quanto tempo!'' sorrise poi abbracciando l'amica e trascinandola accanto a lei.
'' Tutta questa allegria è dovuta a cosa..?'' aggrottò le sopracciglia la più piccola dei Weasley e Hermione rispose, facendola sbuffare sorridere allo stesso tempo: '' Rivedrà il bel tenebroso, Ginny cara, comprendila!'' 
'' Il bel tenebroso?'' chiese Ron curioso.
'' Lascia perdere Ron'' esclamarono le ragazze in coro, ridendo sotto lo sguardo stranito e maledettamente curioso di Ron.
 
 
 
'' Chi sa cosa è successo ad Harry'' esclamò pensierosa Ginny infilandosi il pimigiama e infilandosi dentro il letto.
Il ragazzo in questione, era arrivato in ritardo al banchetto, ormai finito, tutto coperto di sangue.
Nonostante le innumerevoli domande, tuttavia, non aveva sputato il rospo ma anzi aveva liquidato il discorso con un ' vi spiego dopo' che aveva fatto irritare notevolmente la piccola Weasley
'' Io una mezza idea ce l'avrei'' assorta com'era nei suoi pensieri Scarlett disse quella frase senza rendersene conto.
'' Ovvero?'' chiese ancora la rossa.
'' Draco Malfoy'' disse semplicemente la ragazza in risposta.
La rossa sembrò capire e, sospirando, spense la luce e si infilò sotto le coperte, per lasciare che il sonno la travolgesse.
Scarlett la imitò ma rimase a fissare le tende del letto.
Un unico pensiero la perseguitava.
Draco Malfoy... quanto cazzo sei bello
L'immagine del ragazzo fece capolino tra i pensieri della ragazza mostrando il viso del pargolo Malfoy.
I capelli biondi, che tante volte aveva stretto fra le dita, le labbra così maledettamente provocanti, che tante volte erano state a contato con le sue in baci mozzafiato e pieni di passione. Ma gli occhi, gli occhi l'avevano seriamente colpita.
Erano spenti, preoccupati, sottomessi.
Quel ragazzo era stato il suo chiodo fisso per tutta la serata.
Le era successo, avvolte, di incontrare il suo sguardo e qualcosa, dentro di esso, le aveva fatto capire che c'era qualcosa che non andava.
Ed anche se l'unica soluzione era quella di Harry lei non voleva crederci, non poteva crederci.
Non quel ragazzo.
Ma, purtroppo aveva ragione Harry, era diventato uno di loro.









 
Cambio di tempo, signori e signore!
Lo so, lo so, sono passate ben.. tre settimane! O cazzo, scusate scusate scusate scusate scusate!
Faccio pena... :(
A beh, almeno ho visto, con gioia, che i lettori non mi hanno abbandonata e, quindi, RINGRAZIO tutti coloro che ancora hanno la mia storia fra le preferite, le seguite e le ricordate.
Danke!
Thanks!
Gracias!
Mercì!
Tak!
Salamat!
O seun!
Terima Kasih!
E in tutte le altre che lingue che mi fa fatica scrivere lol
Beh, comunque, passando al capitolo, è un po' cortino e non è successo poi così tanto ma ehi, esistono anche i capitoli di passaggio, sapete?
Comunque, apparte questo, ho voluto accellerare un po' con i tempi e saltare tutta la storia di Sirius e quella roba perchè già la sappiamo e perchè è anche in altr  76474687  fanfic, quindi, tanto vale passare subito al mio libro preferito, il sesto!
AVVERTENZE: SARANNO MISCHIATI I DETTAGLI DEI LIBRI CON QUELLI DEI FILM!
Non sono somara, ciuca o robe simili, è fatto di proposito questo miscuglio.
Bene, ora vi lascio, baci e a presto,
Erica xx


 

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Capitolo 13
*** E sei, costantemente, fra i miei contorti pensieri ***






E sei, costantemente, fra i miei contorti pensieri.

 

 
'' Scarlett'' una voce dolce, melodiosa e conosciuta le fece aprire lentamente gli occhi.
Margaret Dgas era lì, dinnazi a lei, in tutta la sua bellezza e solarità.
'' Madre'' sussurrò appena la ragazza cercando di avvicinarsi.
Mosse le braccia e le gambe ma tutto ciò che riusciva a fare era soffrire a causa delle catene che le legavano i polsi.
Si divincolò ma ottenne solo il risultato di graffiarsi ancora più profondamente e di far sortire sangue dalle ferite. Bruciava.
'' Scarlett'' la voce della madre la riportò con gli occhi alla sua figura ma tutto ciò che vide fu la faccia di Fenrir GreyBack, e la rabbia la invase.
'' Ti ucciderò come ho fatto con i tuoi genitori'' la sua voce era crudele, spietata, tagliente.
'' NOOO!'' aveva appena staccato il collo di sua madre.

Nooo
Noo
No

Le parole che quel lupo aveva detto prima di essere schiantato da Lupin nell'ufficio dei Misteri le rimbombavano ancora nella mente quando, con un'enorme respiro, come fosse stata in apnea, alzò la schiena da sopra il morbido materasso del suo letto all'interno del dormitorio femminile nella casa dei Grifoni.
'' Scarlett!'' Hermione si scansò di scatto notando che la ragazza stava per rimettere sul tappeto.
'' O mamma, Scarlett!'' la ragazza le prese i capelli e li alzò, evitando che si sporcassero.
'' Ginny, GINNY! Va a chiamare la McGrannit'' subito la rossa uscì dalla stanza correndo.
'' Scarlett, per merlino, vieni'' Hermione prese l'amica per un braccio e con l'aiuto di Lavanda la portarono nella sala comune, sul comodo divano di fronte all'enorme camino, ora spento.
La Granger fece per dire qualcosa ma una voce lievemente preoccupata l'anticipò.
'' Che succede qui?''
Minerva McGrannit, con ancora la cuffia da notte e una vestaglia, era ora dinnanzi alle quattro ragazze, scrutrandole una a una fino a posare lo sguardo sulla spaventata, nauseata e terrorizzata Scarlett.
La rossa si portò le ginocchia al petto e tremò.
'' Che succede qui?'' ripetè ancora la professoressa guardando Hermione.
'' Scarlett, ha iniziato ad urlare durante il sonno e ci ha fatte svegliare. Tremava e continuava a urlare no, si è alzata di scatto e non si è sentita molto bene. Non so cosa abbia sognato'' spiegò quest'ultima settando lo sguardo fra l'amica e la vecchia donna.
'' Ho capito, Hermione, vieni, portiamola in infermeria. Madame Chips saprà cosa fare. Signorina Brown, vada a chiamare il preside'' ordinò con voce calma.
Ginny e Hermione si avvicinarono alla ragazza che ancora tremava e la rossa si piegò leggermente facendo scontrare gli occhi verdi con quelli viola dell'amica.
Scarlett se ne stava ferma, con il respiro mozzato, con la paura nel cuore e con il cervello che rivedeva sempre e solo lo stesso identico momento.
Momento in cui lei non c'era stata ma che quel mostro le aveva raccontato in tutti i dettagli.

 
'' E così, finalmente, conosco la piccola Lightwood'' una voce glaciale e tagliente le arrivò alle spalle e la ragazza fece appena in tempo ad abbassarsi prima di essere presa in pieno da uno schiantesimo.
'' Chi sei?'' chiese impugnando la bacchetta e posandosi difronte all'uomo.
Un uomo dalla faccia pelosa e aguzza, simile a quella di un animale.
'' Ma come, non mi conosci? Credevo sapessi che ha ucciso i tuoi genitori'' un sorriso malvagio si forma sulla rivoltante faccia di quello che ora, riuscendo a capire, Scarlett denominò Fenrir Greyback.
'' Tu!'' esclamò.
La rabbia le scorreva nelle vene, i capelli le diventarono scuri e gli occhi si fecero rossi.
Una leggera punta di sorpresa si fece spazio nelle iridi azzurre del lupo.
'' Sarà più divertente, uccidere te''
Balzò in avanti velocemente, ma non abbastanza per poter prendere la rossa.
'' Stupeficium'' un lampo rosso fuoriuscì dalla bacchetta della ragazza mancando di un pelo l'assasino dei suoi genitori.
'' Proverai dolore, tanto dolore. Morirai.'' continuò l'uomo, schivando nuovamente un getto di color porpora.
La ragazza era infuriata, la rabbia le offuscava gli occhi e tutto ciò che riusciva a fare era cercare di indurre dolore a colui che aveva fatto del male a lei.
Non fisico ma psicologico.
Il lupo infatti non era ancora riuscito ad attaccare la ragazza, troppo preso a evitare gli incantesimi della rossa.
'' Ti ucciderò come ho fatto con i tuoi genitori, legandoli e torturandoli fino allo sfinimento, assieme ai miei amici. E alla fine sarai tu stessa a chiedermi di farla finiita.'' un unica frase, prima di volare via colpito da uno schiantesimo di Lupin.
Un unica frase, prima di segnare la sua condanna.
Tremando, con l'aiuto della professoressa e di Hermione, arrivò in infermeria dove Madame Chips le somministrò una pozione sonnifera.
Sentì le membra tranquillizzarsi e, piano piano, la faccia di un biondo che lei conosceva bene, la portò nel mondo dei sogni.

 
La notizia di Scarlett aveva già fatto il giro del palazzo e aveva raggiunto anche i sotterranei, specialmente le orecchie di una serpe bionda.
Draco Malfoy, infatti, aveva sentito parlare due primini grifondoro delle urla strazianti che avevano sentito quella notte e del fatto che quelle urla provenivano dalla ragazza che, per un'intera estate, era stata il suo pensiero costante.
Il ragazzo più e più volte si era ritrovato a pensare agli occhi multicolore della piccola Lightwood, ai suoi lunghi capelli rossi, alla sua voce melodiosa e alle sue morbide labbra.
Non aveva mai rivelato nulla di tutto ciò che era successo con la ragazza ad anima viva ma, dopo averla sognata per ben tre noti seguito, aveva accantonato il suo orgoglio e aveva rivelato tutto a Blaise.
Inizialmente il ragazzo era rimasto di sasso nel sapere che il suo migliore amico gli aveva nascosto un simile segreto ma dopo aveva ammesso che Scarlett era degna di una serpe come lui.
Draco era impazzito quell'estate; erano successe così tante cose nell'arco di quei tre mesi che nemmeno un buon giro sulla sua preziosissima scopa poteva farlo rilassare
Era stato marchiato, e questo sapeva fin da subito che sarebbe successo, ma cosa più importante il Signore Oscuro aveva dato lui un incarico: uccidere Silente.
Era terrorizzato, da questo suo compito.
Non sopportava Silente, questo era certo, ma uccidere un mago grande e potente come lui? Così potente che nemmeno Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era riuscito ad ucciderlo?
Gli si attorcigliavano le budella al solo pensiero.
Era per questo che, quando il professor Lumacorno, un vecchio calvo enormemente grasso con una pelata brillante, gli occhi sporgenti e degli enormi baffi argentei da tricheco, aveva promesso una boccietta di Felix Felicis, si era messo di impegno per cercare di produrre un notevole Distillato della Morte Vivente.
Tuttavia, San Potter aveva soffiato lui il premio da sotto il naso e ora il uso odio verso il prescelto era notevolmente aumentato.
Nessuno sapeva della sua missione, nemmeno Blaise e Nott, anche se entrambi sospettavano che qualcosa turbasse fortemente il biondo.
Draco, infatti, aveva delle pestanti occhiaie sotto gli occhi, per via delle innumerevoli notti passate a mettere a punto il suo piano e, cosa ancor più grave, aveva rinunciato a far parte della squadra di Quidditch.
Ora se ne stava seduto sotto un albero di fronte all'enorme lago sul quale si affacciava la scuola.
Quella scuola che, molto probabilmente, l'avrebbe accolto per solo un'ultimo anno, quello.
Ricordava ancora la discussione avuta sull' Hogwarts Express, qualche mese fa, mentre venivano a scuola.
Stavano parlando dell'invito di Zabina al Lumaclub e, Malfoy, non capiva perchè quello strambo professore, non avesse invitato anche lui.
''Io non conterei su un invito'' intervenne Zabini. ''Appena sono arrivato mi ha chiesto del padre di Nott. Erano vecchi amici, a quanto pare, ma quando ha sentito che era stato arrestato al Ministero non è parso contento, e Nott non è stato invitato. Non credo che Lumacorno sia interessato ai Mangiamorte''.
Il ragazzo era irritato, ma riuscì a mettere insieme una risata straordinariamente priva di allegria.
«Be', chissenefrega. Che cos'è, a pensarci bene? Solo uno stupido insegnante». Sbadigliò vistosamente. «Voglio dire, può darsi che il prossimo anno io non sia nemmeno a Hogwarts, che cosa me ne importa se piaccio o no a un vecchio grasso relitto?»
''Come sarebbe, può darsi che il prossimo anno tu non sia nemmeno a Hogwarts?'' chiese Pansy indignata, smettendo subito di pettinarlo.
''Be', non si può mai sapere» rispose lui con l'ombra di un ghigno.
''Magari... ehm... mi dedicherò a cose più grandi e più importanti'' . Tiger e Goyle guardavano Malfoy stupefatti: evidentemente non avevano la minima idea dei suoi progetti più grandi e più importanti. Perfino Zabini aveva concesso a una vaga curiosità di intaccare la sua faccia sprezzante. Pansy riprese ad accarezzare lentamente i capelli di Malfoy, stordita.
''Vuoi dire... lui?''
Draco scrollò le spalle.
'' Mia madre vuole che io porti a termine la mia istruzione, ma io non lo trovo importante, di questi tempi. Voglio dire, pensateci... quando il Signo-re Oscuro salirà al potere, baderà a quanti G.U.F.O. o M.A.G.O. uno ha preso? Certo che no... dipenderà tutto dal genere di servigi che ha ricevuto, dal livello di devozione che gli è stato dimostrato''.
''E tu credi di poter fare qualcosa per lui'' gli chiese Zabini, pungente. ''A sedici anni e senza nemmeno aver preso il diploma?''
''L'ho appena detto, no? Forse non gli importa se ho preso il diploma. Forse il lavoro che vuole da me non è qualcosa per cui serve il diploma'' mormorò Malfoy.
Sospirò appena, lanciando un sasso sulla superficie piatt del Lago Nero.
Sarebbe stato un anno da vero pesate: il compito da portare a termine per non essere ucciso, Potter costantemente dietro e Scarlett nei suoi pensieri.
Non sarebbe uscito inerme da tutto ciò, se lo sentiva.
 












 
SPAZIO ME

Sono passati tre mesi e dieci giorni precisi dal mio ultimo aggiornamento.
Vi dirò, ero quasi tentata di avvisarvi di colcudere temporaneamente la storia ma poi mi sono messa a leggere le vecchie recensioni e mi è venuta voglia di non farlo.
Ho avuto un blocco, in tutto questo tempo, e non sapevo seriamente che scrivere in questo capito.
Vi dirò, non sono contenta di ciò che è venuto fuori ma tanto valeva postarlo per farvi vedere che non sono morta.
Mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto per questo schifo, ma spero proprio di non perdervi come lettori!
Detto questo passiamo al capitolo: Scarlett ha avuto un incubo,  Draco rivela la sua missione e il terrore.
Vi avverto subito, nel prossimo capitolo ci saranno molte parti Drarlett
Zan zan zaaaaaaaaaaaaaaaaaan!
Che succederà, fra quei due?
Lo scoprirete solo leggendo!

MI LASCIATE QUALCHE RECENSIONCINA?
DAAAAAAAAAI!


Ora vi saluto e vi mando un bacio,
spero di sentirvi!
Erica :)



 

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Capitolo 14
*** Stay with me ***




Stay with me




 
Scarlett vide una chioma bionda seduta sulle rive del Lago intenta a lanciare il acqua un sasso.
Non sapeva per qualche motivo, ma i suoi piedi si mossero in direzione del ragazzo.
Attenta a non essere vista da nessuno, arrivò quatta quatta, come un ghepardo, alle spalle del ragazzo.
Draco, sentendo qualcuno dietro di lui, si girò.
Gli sguardi dei ragazzi si incrociarono e entrambi, in quel momento, sapevano di essere nel posto giusto.
Le erano mancati, gli occhi del ragazzo.
Le erano mancati i suoi capelli così biondi da sembrare bianchi.
Le erano mancate le sue mani lisce e morbide.
Le era mancato il suo profumo di pino silvestre.
Le erano mancati i suoi lineamenti freddi.
Le era mancato lui e a lui era mancata lei.
Si sedette al fianco del ragazzo, facendo sfiorare le loro mani.
La ragazza fece per ritirarla ma il pargolo Malfoy la prese, con velocità e dolcezza, e se la portò alla bocca, baciandola delicatamente, senza distogliere lo sguardo dal suo.
Scarlett sorrise imbarazzata e abbassò lo sguardo, puntandolo sulla superficie immobile dell'acqua di fronte a loro.
Sentì il ragazzo di fianco a lei avvicinarsi e lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
Le era mancata, quella vicinanza.
I capelli della rossa solleticavano il mento del biondo ma lui la strinse a se come se stesse affogando.
Perchè infondo Draco stava affogando.
Stava affogando in un baratro sempre più nero, sempre più scuro.
Stava affogando in un baratro buio, troppo buio per un ragazzo della sua età.
Lui aveva bisogno di luce, lui aveva bisogno di un'ancora che non lo facesse affogare.
Lui aveva bisogno di Scarlett.
Quella ragazza che con la sua semplicità, la sua unicità, si era scavata uno spazio nel suo cuore non andandosene più via. 
E lui non voleva che se ne andasse. 
Lui la voleva al suo fianco, ora, sempre.
La guardò e si perse ad osservare la bellezza di quell'angelo.
I suoi lunghi capelli rossi, la sua bocca carnosa al punto giusto, i suoi occhi color dell'oro, la sua pelle diafana.
Si perse nella perfezione.
E quando la ragazza si girò, sentendosi osservata, il ragazzo era così vicino da poter sentire il suo fiato caldo e al sapore di mente sulla faccia.
Ma nessuno dei due si spostò, quello era il posto dove dovevano stare.
Ma nessuno dei due voleva spostarsi, quello era il posto dove volevano stare.
Nonostante tutto ciò che stava succedendo, in quel momento, nel mondo magico.
Bastava, per quei due ragazzi, guardarsi negli occhi e tutto sembrava tornare per il verso giusto.
Era questo, l'amore?
Signficava questo, amare?
Nessuno dei due lo sapeva.
In quel momento a nessuno dei due interessava.
Continuarono a guardarsi negli occhi e ad avvicinarsi, lentamente, senza fretta.
E quando, finalmente, le loro labbra si scontrarono, entrambi i loro cuori si riscaldarono.
Si assaporarono l'un l'altro, si cercarono, si amarono.
Si amarono perchè è vero che al mondo, vi è solo un'anima gemella per ognuno.
E quando si staccarono per respirare, si sorrisero, a vicenda.
Ed il sorriso di Scarlett, in quel momento, per Draco, fu la luce di cui aveva bisogno.
 
 

Si erano salutati con un ennesimo bacio, senza essere visti da nessuno, ed ora Scarlett riviveva nella sua testa il momento, come un film fermo sempre sulla stessa scena.
Chuse gli occhi, abbandonandosi nel letto della sua camera.
Chiuse gli occhi e vide i suoi.
Vide quei frammenti di paradiso a contrasto con i puntini colorati che ci riempiono la vista quando si serrano le palpebre.
Non si rese conto che, davanti a lei, un'Hermione stranita dal comportamente dell'amica, la guardava con un sopracciglio alzato.
Solo quando si alzò dal cuscino la notò e sorrise, sorrise a trentadue denti tanto che Hermione capì subito a cosa era dovuto quel sorriso.
Scese dal suo letto e uscì dalla camera, per poi tornare qualche secondo dopo con Ginny al seguito.
Scarlett sorrise ad entrambe e la Granger chiuse la porta, insonorizzandola e bloccandola con un incantesimo.
Si sedettero entrambe sul morbido e rosso tappeto con al centro il simbolo del leone, e poco dopo le raggiunse anche la piccola Lightwood.
'' Quando?'' chiese Ginny.
Non c'era bisogno di troppe parole, quelle tre ragazze si capivano al primo sguardo.
'' Prima'' rispose la rossa.
'' Dove?'' chiese Hermione con un sorrisetto malizioso.
'' Sulle rive del Lago'' rispose ancora Scarlett con un sorriso imbarazzato.
'' E come è stato?'' chiesero entrambe all'unisono guardandola.
'' Stupendo'' 
Perchè era stato stupendo, anzi no, meraviglioso, eccezionale, oltre ogni limite.
Si abbracciarono, come tre sorelle.
E passarono il pomeriggio a parlare di qualsiasi cosa venisse loro in mente.
Hermione di Ron, Ginny di Harry e Scarlett di Draco.
E alla fine, prima di andare in Sala Grande per la cena, Ginny esclamò, con un sorriso '' Siamo tutte e tre innamorate di tre calderoni, ragazze''
Risero, risero di cuore e quando arrivando al loro tavolo i due grifoni chiesero loro cosa succedeva, le loro risate si alzarono ancora di più.
 
 
 
 
'' Malfoy deve star preparando un qualche scherzo'' esclamò Ron addentando una coscia di pollo.
Scarlett alzò subito lo sguardo sul tavolo delle serpi notando che il biondo la fissava.
Quando i loro occhi si incontrarono, un piccolo sorriso sfiorò le labbra del ragazzo e riscladò il cuore della ragazza.
Ricambiò per poi guardare Ron.
'' Mmh, forse a te, o a Harry'' ipotizzò la ragazza con un sorriso.
'' Malfuretto non riuscirebbe mai a farmela, sono troppo intelligente per lui'' si pavoneggiò il rosso facendo ridere Scarlett.
Finirono di mangiare e uscirono dalla Sala.
Si sentì prendere una mano e tirare fuori dalla folla di persone che in quel momento andavano nei loro dormitori.
Sapeva già chi era, il suo odore le era entrato nelle narici.
La portò in un'aula vuota, stando ben attenti a non farsi vedere.
Una volta dentro chiuse a chiave e si girò verso di lei, sorridendo.
'' Lightwood'' sussurrò il ragazzo avvicinandosi.
'' Malfoy'' sussurrò a sua volta la ragazza inclinando la testa di lato e sedendosi su un banco.
Il ragazzo si posizionò fra le sua gambe, appoggiandole le mani sui fianchi e baciandola dolcemente.
Quelle labbra così morbide.
Quell'atmosferica elettrica.
Loro due.
Scarlett e Draco.
E ancora una volta, entrambi sapevano che quello era il posto dove dovevano essere.

 

 

 


 

 

Angolo Autrice

ESATTAMENTE, NON SONO MORTA!
YOU NEED TO KNOW!
Comunque, salve a tutti, è un piacere essere tornata a scrivere l'angolo autrice di questa storia.
Vi amo tutti voi 15 seguaci, voi 11 che avete messo la mia storia fra le preferite e voi 3 che invece l'avete messa fra le ricordate.
Grazie grazie grazie!
Ora vi saluto con un bacio,
ciao a tutti
erica xx

 

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