Last party

di shioren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


La pioggia quella notte non accennava a smettere. Con guardo assente Barnaby fissava un punto imprecisato oltre la fredda vetrata. Avevo deciso di ritornare in azione al fianco del suo compagno Wild Tiger, ma solo ora si rese conto che ciò non sarebbe stato possibile. Lui ormai non era più un eroe ufficiale, apparteneva alla seconda lega e questo gli avrebbe divisi per sempre. Al sol pensiero gli si strinse il cuore.
"Ohi, Bunny-chan" si sentì chiamare. Kotetsu aveva fatto capolino sulla porta della cucina con indosso solo un asciugamano. La pelle scura luccicava dei riflessi di miriade di gocce d'acqua che gli avevano imprelinato il petto risaltando ancora di più la possente muscolatura. "Scusa se ti sono piombato in casa all'improvviso" continuò l'uomo, "ma questa pioggia mi ha sorpreso ed era a due passi da qui" sorrise sornione. Barnaby sorrise tristemente, sospirò e si rivoltò verso la vetrata. L'altro rimase in silenzio per alcuni istanti, era evidente che l'amico avesse qualche cosa che non andava e sapeva anche cosa, avevano sbagliato i loro calcoli. Quella per loro sarebbe stata l'ultima notte che avrebbero trascorso come partner, ormai la coppia di eroi Tiger & Barnaby era un ricordo, non avevano più il diritto di tornare insieme. Sospirò anch'esso e si avviò verso l'amico. Con un gesto meccanico gli sfiorò la spalla, "Bunny?" lo chiamò. L'altro sussultò, ma rimase in silenzio continuando a dargli le spalle.
"Andiamo, che ti prende!" scattò l'uomo con un sorriso, " non è mica la fine del mondo, siamo amici no? Ci si incontrerà in giro, ci faremo una bevuta..." fece una pausa stringendo i pugni con forza. "Dannaziona Bunny non è un'addio!!" sbraitò stringendo i denti.
"Kotesan" mormorò.
L'altro alzò il capo fissando il viso dell'amico attraverso il riflesso nel vetro.
"Io non voglio un'altro partner" continuò con voce spenta, "io non..." le parole gli si strozzarono in gola, le spalle iniziarono a tremare e Kotetsu capì che l'amico stava piangendo. Rimase in silenzio, immobile a fissare l'esile schiena che di tanto in tanto sussultava dai singhiozzi. Le gocce d'acqua continuavano a scivolargli sulla palle, ma non ci diete importanza. Affiancò il giovane e gli posò una mano sul capo chino. "Bunny a volte le separazioni sono necessarie, devi fartene una ragione. Io non sono più in grado di aiutarti, non posso proteggerti e tu non puoi accollarti un peso morto come me nelle missioni. Sarebbe pericoloso per entrambi" sospirò l'uomo affranto.
"Non è giusto! Tu hai fatto tanto per me, hai fatto tanto per tutti eppure..." non riusciva a continuare, le lacrime gli impedivano di parlare.
"Hai del vino?" chiede improvvisamente l'uomo. La domande era così strana che dallo stupore il giovane alzò il capo perplesso mostrando un viso pallido con un eccessivo rossore solo sulle guance e sulla punta del naso. "Hai detto... vino?" mormorò perplesso, "si, ne ho delle bottiglie in cucina, perché?" chiese.
"Perché bisogna festeggiare!" esclamò Kotetsu allargando le braccia come se in quel momento avrebbe voluto abbracciare tutto il mondo. 
"Bunny-chan, lascia che sia il cielo a piangere per noi" disse guardando il giovane con infinita dolcezza, "chiama gli altri, dobbiamo bere tutta la notte fino a stare male" rise, "perché è questo che bisogna fare quando ci si congeda dal lavoro, no?" sorrise ammiccando. Il giovane lo guardò perplesso, ma lui aveva già preso in mano il cellulare e stava iniziando a chiamare gli altri eroi di Hero tv live.
I primi ad arrivare furono Karina con Nathan, gli aprì la porta un Barnaby al quanto imbarazzato per la situazione.
"Non so cos'abbia in mente Tiger, ma non si chiede a due donne di uscire a quest'ora della sera con un tempaccio del genere" starnazzò Nathan fingendosi indispettito.
"Ad essere sincero me lo sto chiedendo anch'io" sospirò Barnaby, "lui continua a dire che bisogna festeggiare, ma personalmente non ci vedo nulla da festeggiare qui" sospirò.
"Ehi Bunny, hai visto i miei pantaloni?". Da una porta in fondo alla sala apparve Kotetsu ancora avvolto nell'asciugamano dalla cinta in giù. "Oh, siete già qui? Scusate" sorrise grattandosi lo zigomo imbarazzato. Karina non disse nulla, rimase imbambolata a fissare l'uomo semi nudo dinnanzi a lei, le gote arrossate, gli occhi sgranati e lucidi.
"Kotesan, ma sei ancora così?" scattò Barnaby rosso in viso.
"Ehi voi due" tuonò Nathan con sguardo serio, " c'è forse qualcosa che dovete dirci?".
"Eh?" saltarono all'unisono.
Nathan si avvicinò ai due, con l'unghia dell'indice solcò la perfetta muscolatura dell'uomo dai pettorali a scendere giù fino all'ombellico, degluttì saliva, il viso leggermente arrossato, mentre Kotetsu dal timore di una reazione incontrollabile dell'uomo dinazi a lui, rimase pietrificato in attesa che smettesse di palparlo. Finito di giocherellare con gli addominali di Tiger, Nathan guardò dritto negli occhi Barnaby che distolse lo sguardo istintivamente. "Handsome! Non pensavo avessi simili gusti, se me ne avessi parlato prima, mi sarei offerta più che volentieri" sorrise malizioso passandogli una mano sotto il mento.
"Ma che hai capito?" scattò il giovane ormai evanescente dall'imbarazzo. "Kotesan è stato sorpreso dal temporale ed a messo le sue cose nell'asciugatrice, tutto qui, non c'è stato nulla di nulla, dico bene Kotesan?" si giustificò animatamente.
"MMM... sei troppo agitato, fustacchione" lo stuzzicò, "sei proprio sicuro di non averci combinato nulla?" ammiccò l'uomo. Barnaby arrossì ulteriormente mentre il corpo era un fremito di nervi, mentre Karina continuava a fissare Kotetsu che imbarazzato si grattava il capo.
Qualcuno suonò alla porta facendo sussultare tutti gli occupanti della sala.
"Ciao ragazzi!!" esortò Antonio, "che cos'è successo qui?" scattò appena vista la scena che gli si parava dinnanzi.
"Non dirmi che sei passato all'altra sponda Kotetsu" rise di gusto.
"Ma no, maschione!" gli sussurrò Nathan avvicinandolo alle spalle, "lo sai che io sono solo tua" concluse palpandogli il sedere. L'altrò saltò spaventato: "ma chi ti vuole, maniaco!!" lo scacciò cercando di allontanarlo, ma la presa al suo fondoschiena era ben salda. "E basta!" continuò rosso in volto.
"No, questa è la tua punizione per avermi detto quelle cose cattive, Antonio" finse un broncio poco convincente.
A quella vista gli altri scoppiarono a ridere divertiti, non c'era niente di meglio che vedere il solito siparietto comico tra Antonio e l'avvenente Nathan, Karina sorrise nel vedere gli altri divertiti, ma il suo sguardo rimase sull'inummerevoli cicatrici che coprivano il corpo di Tiger. Ogni cicatrice aveva una sua storia, pensò, chissà semmai me ne parlerà un giorno. Si chiese abbassando il capo.
"Ohi, Blue rose, niente musi lunghi, stasera si festeggia!" l'esortò Kotetsu accarezzandole la testa.
Lei sorrise "si, ma prima vatti a vestire, non hai più l'età per queste cose" concluse chiudendo gli occhi ed avviandosi all'interno dell'appartamento.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La festa ebbe inizio. 
Risero fino alle lacrime, cantarono a squarcia gola, bevvero e mangiarono stuzzichini preparati sul momento da Barnaby che si dimostrò un perfetto padrone di casa. L'ansia e l'amarezza di pochi istanti prima, sembrava essersi completamente dissolta, ora sul viso del giovane spiccava un sereno sorriso annebbiato dall'alcool che prontamente Nathan e Kotetsu gli versavano a turno nel bicchiere.
"Non è giusto, anche noi vogliamo bene" protestarono Pao-lin ed Ivan mettendo il broncio.
"Su su, non fate così, siete minorenni, non potete" si affrettò a rispondere Karina, "e poi anch'io non sto bevendo alcool, visto?" concluse mostrando il bicchiere con all'interno dell'acqua Perrier.
Passarono alcune ore e pian piano gli eroi si lasciarono cadere in un sonno ristoratore. Pao-lin e Karina si erano addormentate sul divano, Antonio direttamente di testa sul tavolo, mentre Ivan era in un angolo della stanza comodamente accovacciato contro una parete. Keith era disteso sul pavimento insieme a Barnaby, mentre Nathan era a pochi passi da loro, anch'esso sul pavimento, ma con indosso una leggera coperta. Il silenzio sembrava farla da padrona, mentre l'odore del vino consumato aveva impregnato la stanza. 

"Si, bambina mia" sussurrò Kotetsu al cellulare, si era rintanato sul balcone per poter parlare tranquillamente al telefono con la figlia. "Certo, Kaede, arriverò puntuale, non preoccuparti " sorrise, "a domani" concluse mettendo giù la comunicazione.
"E così te ne vai?" chiese Nathan alle sue spalle. L'altro si voltò spaventato. "Mi è preso quasi un colpo, Fire Emblem, fai rumore quando cammini" sbraitò accigliato. L'altro non rispose, ma continuò a fissarlo in attesa di una risposta. Kotetsu distolse lo sguardo, si avvicinò all'amico avvolto nella coperta che continuava a seguirlo con lo sguardo.
"Dove credi di andare?" scattò. "Vuoi farlo così? Senza che nessuno ti veda?" continuò con voce irritata. "Non pensi agli altri? A come si potranno sentire? Non pensi a Handsome? Lui ne soffrirà più di tutti". Nathan era viola in viso per la rabbia, non poteva credere che Tiger potesse aver architettato quella messinscena della festa solo per fargli ubriacare e poi sgattaiolare via nella notte. L'altro non rispose continuando a dargli le spalle.
"E guardami quando ti parlo!" scattò afferrandolo per la spalla e girandolo di forza.
"Perdonami" mormorò Kotetsu col capo chino, "ma vedi, io odio gli addii...".
"Non prendermi in giro, Tiger!!" urlò e le sue grida raggiunsero Karina che si svegliò.
"Ascoltami bene, Nathan..." prese a dire Kotetsu fissandolo dritto negli occhi, "io ora come ora sarei solo di peso a tutti voi, senza contare che l'agenzia ha pensato bene di rimpiazzarmi, visto che non posso essere efficiente al 100%, ma io non sto scappando, no! Io sto lottando. Ho saputo che non sono il primo caso di next che perde il proprio potere, ce ne sono altri e forse tra questi ci sarà qualcuno che saprà dirmi come farli tornare. Lo so che sembra impossibile ed al quanto improbabile, ma Jake aveva due poteri next, allora perché non provare?". L'altro non rispose, continuava a seguire i vaneggiamenti dell'amico senza profilar parola.
"Nathan, io tornerò, ma solo dopo aver recuperato i miei poteri" sorrise.
"E se non dovessi riuscirci?" chiese con un filo di voce.
Kotetsu ci pensò su, si grattò la testa e sospirò: " devi per forza essere così pessimista?" sbraitò con una smorfia, "se ti dico che ritorno, ritorno, chiaro?" ghignò. L'uomo sorrise, aveva gli occhi pieni di lacrime, poi senza pensarci troppo lo ginse in un forte abbraccio: "se fai così il figo, corro il rischio di innamorarmi di te, Tiger" gli sussurrò nell'orecchio. L'altro gli diede delle leggere pacche sulle spalle, "correrò questo rischio allora" risposte tirando su col naso, "ora devo andare prima che gli altri si svegliano" concluse liberandosi dall'abbraccio.
"Ah, dai questa a Bunny da parte mia per favore" continuò metterdogli in mano una lettera.
"Ma..." provò a ribattere Nathan quando vide Karina davanti a loro che gli osservava in silenzio.
"Ehm" si grattò il viso Kotetsu, "già sveglia Blue rose?" chiese imbarazzato.
Lei scosse il capo. Fece quei pochi passi che la separavano dall'uomo e senza dire una parola gli piazzò un pugno sonoro in pieno stomaco lasciando Nathan ammutolito.
"Questo è perché te ne stai andando senza dirmi nulla" annunciò la ragazza con l'espressione addirata. Kotetsu era piegato in due e respirava a grandi boccata. "Scu...scusa... mi... di...dispiace" mormorò a stento prendendo fianto. Lei si abbasso in modo da poterlo fissare negli occhi: "no, non è vero che ti dispiace, se ti dispiacesse resteresti costi quel che costi" lo rimproverò. Inarcò la schiena pronta a colpirlo nuovamente con un pugno, lui chiuse gli occhi d'istinto, ma non sentì nessun dolore. Li riaprì e vide il pugno tremante della ragazza a pochi millimetri dal suo naso. 
"Blue Rose?" mormorò.
"No, chiamami Karina" rispose ed alcune lacrime le rigarono il viso.
"Karina, ok Karina! Ma non piangere, dai!" s'agitò lui imbarazzato, "dovrei essere io a piangere, mi hai fatto davvero male lo sai?" cercò di ridere. 
Lo gelò con un'occhiata, poi lo afferrò per la cravatta e tirò con forza verso di se, pronta ad accogliere le sue labbra con un bacio.
"Questo è per avermi chiamata per nome" aggiunse lei, scostando le labbra. L'uomo era completamente arrossito e non sembrava essere in grado di parlare. "Kotesan? Torna, non solo per Barnaby... torna per me. Io ti aspetterò" concluse correndo via in lacrime. 
Tiger rimase in silenzio, si portò la mano alla bocca, sentiva ancora la sensazione di morbido ed il calore che le labbra della ragazza gli avevano lasciato e per un istante si chiese se quello che stava per fare, fosse davvero la cosa giusta.
"Ehi, tigrotto! Non dovresti far piangere una ragazza come lei" sospirò Nathan alle sue spalle.
L'altro rimase inginocchiato in terra, in silenzio.

Il sole era ormai alto nel cielo quando Barnaby riprese conoscenza. Si stiracchio lentamente, avevo tutto il corpo indolensito. Si guardò pigramente intorno notando subito che l'amico non era nella stanza. Scattò in piedi e corse verso il balcone dove trovò Nathan e Karina che fissavano un punto iindistinto oltre i grattacieli della città ancora mezza addormentata.
"Avete visto Kotesan?" chiese Barnaby, "non è di la, sapete mica dove sia?".
"Se n'è andato per colpa tua!" scattò Karina coi pugni stretti. 
"Cosa?" mormorò Barnaby.
"Tieni" s'intromise Nathan consegnadoli la lettera che gli aveva lasciato Kotetsu, "mi ha detto di dartela quando ti saresti svegliato" concluse abbracciando la ragazza per darle conforto. Barnaby pareva visibilmente confuso, aprì violentemente la busta che conteneva una bigliettino con scritte poche parole:

"Tornerò a riprendermela quando sarò di nuovo degno di essere il tuo partner, nell'attesa conservala per me.                                                                                                  Wild Tiger".
 Barnaby controllò l'interno della busta e vi si ritrovò tra le mani la spilla che Kotetsu aveva acquistato il giorno in cui Maverick gli aveva fatto perdere la memoria. Quella spilla per Kotetsu aveva sempre simboleggiato il loro legame e la loro amicizia, affidandogli quell'oggetto per loro così prezioso, era come se avesse voluto affidargli la sua stessa vita. Chiuse i pugni fino a far penetrare la spilla nella mano, un rivolo di sangue scivolò lucido e caldo dal lato della dell'arto tremante, ma lui non sentiva nulla a parte gli echi del suo cuore ormai in pezzi e la consapevolezza che avrebbe aspettato il suo partner per sempre.

Il giorno dopo, l'Apollon comunicò il nome del nuovo partner di Barnaby Brook jr, ma questa è un'altra storia.

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