Il Ballo del Ceppo

di Izumi Midoriko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cinque Giorni ***
Capitolo 2: *** Quattro Giorni ***
Capitolo 3: *** Tre Giorni ***
Capitolo 4: *** Due Giorni ***
Capitolo 5: *** Un Giorno ***
Capitolo 6: *** Il Ballo del Ceppo ***



Capitolo 1
*** Cinque Giorni ***


La notizia dell’imminente Ballo del Ceppo aveva messo tutti in agitazione, i ragazzi cercavano di invitare le ragazze e le ragazze cercavano di farsi invitare di ragazzi, le più coraggiose prendevano l’iniziativa. L’intera scuola si stava preparando all’evento tanto che le decorazioni natalizie sarebbero state molto più grandi e sontuose del solito per mettere in mostra la magnificenza del castello agli occhi dei ragazzi di Durmstrang e Beauxbatons.
Serena invece pensava che tutto ciò fosse solo una seccatura, non le piacevano gli eventi come i balli della scuola e feste del genere, troppa confusione e schiamazzi, per lei non era niente di così speciale, soprattutto dopo che aveva saputo che il ragazzo di cui era innamorata aveva invitato un’altra. Hermione quella mattina nel dormitorio le aveva detto che Harry aveva invitato Cho Chang di Corvonero, e la sua avversione per i balli era aumentata, anche se poi lei gli aveva detto di no. Serena aveva scelto proprio la persona giusta di cui innamorarsi, il famoso Harry Potter, che lei amava per quel suo carattere ribelle ma con un forte senso della giustizia, per la sua abilità nel Quidditch che l’aveva tanto impressionata, per quei suoi capelli neri costantemente in disordine che le facevano venire la strana voglia di passarci una mano in mezzo, e per quei suoi occhi verdi, un verde brillante, tanto verdi quanto erano azzurri quelli di lei, quello sguardo che la rapiva ogni volta che lo vedeva, avrebbe tanto voluto essere al posto degli occhiali di Harry per incrociare sempre i suoi occhi. Però Serena sapeva benissimo come stavano le cose, Harry era innamorato di quella Chang, e Ginny, la sorella del suo migliore amico Ron Wesley, era innamorata di Harry e ormai Serena si era rassegnata all’idea che per Harry lei quasi non esisteva, forse lui non si ricordava neanche il suo nome, pur essendo compagni di classe. Poi lei era anche la compagna di stanza di Hermione Granger, altra migliore amica di Harry, Serena le voleva bene, ma le invidiava il modo in cui passava il tempo con lui, lei era simile a Hermione, studiosa e intelligente, molto perspicace ma anche riservata, Serena preferiva rimanere sulle sue senza dare troppo nell’occhio, con questo suo carattere Harry non l’avrebbe mai notata.
Cinque giorni prima di Natale Serena aveva deciso che non sarebbe andata al Ballo, ma che sarebbe rimasta in Sala Comune a portarsi avanti con i compiti. Quel giorno si recò in biblioteca per finire il tema di Trasfigurazione, in Sala Comune aveva intravisto Harry e Ron, quindi aveva distolto lo sguardo, aveva oltrepassato il buco del ritratto della Signora Grassa ed era filata dritta in biblioteca. Aveva preso cinque libri dagli scaffali per fare il tema, si accorse che gliene serviva un altro e si alzò per andare a prenderlo. Mentre lo cercava, sfiorava le testine dei libri con l’indice e lo trovò in uno scaffale in alto, allungò la mano per prenderlo ma lo toccava solo con la punta delle dita, allora si alzò sulla punta dei piedi e si appoggiò allo scaffale ma non riusciva comunque a prenderlo, stava per prendere la bacchetta quando una mano afferrò il libro con molta più facilità e glielo porse. “Ti serviva questo?” le disse il ragazzo che l’aveva appena aiutata, aveva i capelli di un biondo chiarissimo, quasi bianco, e gli occhi neri, era più alto di lei di almeno venti centimetri e indossava la divisa di Serpeverde. Era il cercatore della squadra verde argento, Draco Malfoy. “Si” disse lei prendendo il libro. “Grazie.” Si girò e andò a sedersi ma lui la seguì e si sedette di fronte a lei. “Fai i compiti della McGrannitt?” le chiese. “Si” rispose lei senza alzare lo sguardo, lui non chiese nient’altro ma rimase lì seduto, con una mano sulla guancia e l’altra sul tavolo, continuando a fissarla mentre lei lo ignorava e continuava il tema. Scrisse un intero rotolo di pergamena e posò le sue cose, prese i libri e si alzò, anche Malfoy si alzò e le prese i libri dalle mani. “Questi dove vanno?” lei lo guardò stupita e rispose. “Erano in quello scaffale lì in basso.” Lui posò i libri e rimise a posto anche quello nello scaffale in alto con Serena lì accanto che continuava a fissarlo. È stranamente gentile. Pensò. Di sicuro vorrà qualcosa da me. “Senti, ” incominciò lui appoggiando un gomito sulla libreria. “Vieni al Ballo con me?” e le sorrise, affascinante. “Cosa?” chiese lei interdetta. “Vuoi che venga al Ballo con te?” Forse non aveva capito bene. “Sì, è così. Sai, ” disse lui avvicinandosi. “Ti trovo molto carina.” Si avvicinò ancora e chinò il viso su di lei, che arrossì. “Se non fosse stato così, non ti avrei guardata neanche.” Prese in mano i capelli castani di Serena, che erano legati in una morbida treccia appoggiata sulla spalla sinistra, lei però rimase immobile a guardarlo negli occhi come paralizzata mentre lui li slegava passandoci in mezzo le dita. “Noi Malfoy otteniamo sempre ciò che vogliamo.” Disse portandosi i capelli di Serena vicino alle labbra come se volesse sentirne il profumo, a lei venne la pelle d’oca a quel contatto e arrossì. “Scusami, ” disse facendo un passo indietro e allontanandosi da lui. “Ora devo andare.” Si voltò, prese le sue cose e se ne andò via, quasi correndo.
Non sapeva perché stava scappando, Malfoy l’aveva messa in agitazione, non conosceva neanche lei il motivo per cui ogni volta che le toccavano i capelli aveva quella reazione, per questo li teneva sempre legati. Si fermò a metà delle scale, pensierosa. Calmati Serena. Si disse. Non è successo niente, ora vai al dormitorio, ti leghi i capelli e ti riposi fino all’ora di cena. Salì di corsa le scale fino al settimo piano e attraversò svelta la scorciatoia che portava al dormitorio quando si scontrò con qualcuno e inciampò, quella persona cercò di sorreggerla ma perse l’equilibrio e Serena si ritrovò distesa a terra addosso a “Harry!” Era andata a scontrarsi proprio con Harry Potter, che in quel momento stava andando nella direzione opposta, e ora era per terra sdraiata sopra di lui, che ancora la reggeva per le spalle. “Ti sei fatta male?” le chiese. Lei non gli rispose ma continuava a fissarlo negli occhi, quegli occhi che lei aveva tanto desiderato che si posassero su di lei adesso la stavano fissando incuriositi, tanto che lei arrossì. “Hey, tutto a posto?” chiese ancora lui mettendosi a sedere con lei sulle ginocchia sorridendole. “S-sì…”
“Bene, allora potresti alzarti se non ti dispiace?”
“Cosa?” allora Serena tornò alla realtà e si rese conto di dov’era seduta. “Ah! Scusa, non so dove ho la testa oggi.” Disse alzandosi di scatto e raccogliendo la borsa, dalla fretta la prese al contrario e rovesciò tutto il contenuto. “Oh no!” si chinò e raccolse i libri sentendosi una grande stupida, però Harry era a terra e la stava aiutando a mettere a posto le sue cose. “Certo che sei proprio impacciata.” Le disse scherzoso. “Di solito non è così, oggi mi sento un po’ strana.” Chiuse la borsa e si alzò. “Stavo giusto andando al dormitorio a riposare prima di cena.”
“Sei una Grifondoro? Di che anno sei?”
“Faccio il quarto anno… proprio come te…”
“Davvero? Come mai non ti ho mai notata in classe?”
“Di solito sto sempre seduta al primo banco e non parlo molto con gli altri in classe, al massimo scambio qualche opinione con Hermione.”
“Siete amiche?”
“Siamo compagne di stanza.” Calò un breve silenzio imbarazzato tra di loro e Serena si accorse che ora poteva dirgli quella cosa. “Senti Harry, io…” lei lo guardò di nuovo negli occhi, imbarazzata. “Io volevo… volevo dirti che sei stato davvero stupefacente nella prima prova del Torneo Tremaghi.” Gli disse tutto di un fiato e stavolta fu lui ad arrossire leggermente. “Gra-grazie… Davvero!”
“Allora ci vediamo, Harry!” lo salutò oltrepassandolo per uscire dal corridoio. “Sì, ci vediamo… Hey!” la chiamò lui facendola girare di scatto. “Non mi hai detto come ti chiami!” lei gli sorrise dolcemente. “Serena, Serena Bradley.”  Si voltò e se ne andò verso il dormitorio con i morbidi capelli che le danzavano intorno. Harry stava per andarsene quando vide un leggero luccichio, per terra in un angolo c’era un orecchino d’oro a forma di piccola lacrima. “Serena…” doveva esserle caduto quando si erano scontrati. Se lo mise in tasca e si disse che glielo avrebbe ridato a cena, quella ragazza lo incuriosiva, voleva rivederla.

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Capitolo 2
*** Quattro Giorni ***


Quando la sera prima, entrando in Sala Grande per la cena, Serena aveva visto Harry che la chiamava e la invitava a sedersi accanto a lui si era sentita al settimo cielo, quando si erano scontrati in corridoio aveva perso un orecchino e lui glielo aveva riportato. Avevano parlato tutta la sera e le avevano presentato Ron, si era divertita tantissimo, non era abituata a stare così in gruppo e si era accorta che era la cosa più bella del mondo. Stava facendo tranquillamente i compiti in Sala Comune quando entrò Ginny che sorreggeva Ron evidentemente sconvolto. “Va tutto bene Ron, tranquillo.” Continuava a dirgli. Serena si avvicinò insieme a Harry, Hermione e tutti i presenti in Sala Comune incuriositi e chiese. “Che cosa è successo a Ron?” “Ha invitato Fleur Delacour.” Rispose Ginny. “E che cosa ha risposto?” chiese Harry. “No ovviamente.” Disse Hermione ma Ron scosse la testa. “Ha detto di si?!” “Non essere sciocca Hermione. Lei era lì che camminava, sai come mi piacciono quando camminano.”. Aggiunse rivolto a Harry che annuì apprensivo. A Serena scappò una risata sommessa di fronte a quella scena. “Non ce l’ho fatta a trattenermi e gliel’ho chiesto.” “Veramente gliel’ha urlato.” Lo interruppe Ginny. “Faceva quasi paura.” “Non mi guarderà più in faccia.” Disse Ron rammaricato. Quella scena faceva troppo ridere e per non rischiare di ridergli in faccia prese le sue cose, avvertì Hermione e salì in camera. Dopo tutto quello che era successo Serena era curiosa di sapere con chi sarebbe andato al Ballo Ron e pensò che forse l’avrebbe chiesto a Hermione, si vedeva che quei due avevano un legame particolare. Arrivata l’ora di cena Hermione tornò dalla biblioteca con una strana espressione sulla faccia. “Che è successo Hermione ?” chiese Serena posando il libro che stava leggendo e avvicinandosi a lei. “Victor Krum mi ha invitato al Ballo.” “Che cosa?” “Quasi non ci credo nemmeno io!” “Hermione ti rendi conto che è il Cercatore migliore del mondo! È incredibile che ti abbia chiesto di andare al Ballo con lui! Gli hai risposto di sì vero?” “Beh, io… gli ho risposto di sì.” “E hai già deciso che vestito indosserai?” “Non lo so, pensavo a qualcosa di delicato ed elegante.” “Potresti metterti un abito rosa, credo che ti starebbe benissimo, o blu. E poi potresti sistemare i capelli in modo che formino dei bei boccoli.”. “Tu dici?” “Certo, secondo me vai sul sicuro.” “Tu invece che pensavi di metterti al Ballo?” Serena si aspettava quella domanda ma non sapeva comunque come rispondere. “Io non pensavo di venire.” “Ma come?” disse incredula lei. “Non ti ha invitata nessuno?” “Eeeeh? No, non è per quello.” “Allora ti ha invitato qualcuno! Dai, dimmi chi è!” “Mi ha invitata… Draco Malfoy.” Hermione era talmente stupita che ammutolì, sembrava diventata una statua di pietra. “Hermione?” Serena le sventolò una mano davanti alla faccia per vedere se reagiva. “Stai scherzando vero?” “No, me l’ha chiesto ieri in biblioteca.” “Serena devi stare attenta a Malfoy, non sai che potrebbe fare, non c’è da fidarsi.” “Va bene…” Concluse Serena leggermente stupita, non si aspettava quella reazione al nome di Malfoy. Perché poi tutti quegli avvertimenti, che le avrebbe potuto mai fare?

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Capitolo 3
*** Tre Giorni ***


Serena aveva preso sul serio le parole di Hermione e aveva iniziato a cercare di evitare accuratamente di non incrociare Malfoy, anche se durante la mattinata avevano avuto Cura delle Creature Magiche con i Serpeverde. A pranzo insieme agli altri era seduta in modo da rivolgere lo sguardo agli altri tavoli ed ogni tanto notava che Malfoy la fissava, allora lei distoglieva lo sguardo a disagio, era di nuovo seduta accanto ad Harry che quando lei faceva così la guardava in un modo strano, come per dire tu mi nascondi qualcosa.
Durante le lezioni pomeridiane, nei momenti di pausa Hermione continuava a chiederle cosa aveva risposto a Malfoy e perché non voleva venire al Ballo, ma ogni volta Serena eludeva le sue domande cambiando discorso o facendo finta di non averla sentita perché non le voleva raccontare com’erano andate le cose tra lei e Draco. Alla fine della lezione di Trasfigurazione la professoressa McGrannitt la chiamò. “Bradley, vorrei parlarti un minuto.” Era sorpresa da quel richiamo, di solito la prof chiamava gli studenti dopo la lezione per parlare delle loro insufficienze. Stai a vedere che ho sbagliato il tema e sarà costretta ad abbassarmi il voto. “Che hai fatto Serena?” le sussurrò Hermione. “Non lo so, adesso vedo cosa vuole.” E andò dalla professoressa. Harry si avvicinò a Hermione e le chiese. “Che cosa vuole la McGrannitt da Serena?”
“Non lo so Harry, speriamo che non sia niente di grave.” Harry fissò pensieroso Serena mentre parlava con la McGrannitt, prese per il braccio Hermione e la trascinò fuori dall’aula ormai libera dagli altri studenti. “Hermione mi devi dire che ha Serena.”
“Che vuol dire che ha? Perché me lo chiedi?”
“È da stamattina che è strana, e sono sicuro che tu ne sai qualcosa. Dimmelo Hermione.”
“Dirti cosa, Harry?”
“Che Serena esce con Malfoy!” sentenziò lui serio, Hermione lo guardava stupita, e Ron continuava a guardare entrambi evidentemente confuso. “Dici sul serio Harry?” disse lei quasi ridendo. “Non ridere Hermione, sono serissimo.”
“Tranquillo Harry, non c’è niente tra quei due.” Lo rassicurò. “Io non ne sono poi tanto convinto, oggi a colazione si fissavano in continuazione.”
“Ma scusa Harry.” S’intromise Ron. “Perché ti preoccupa così tanto il fatto che lei esca con Malfoy? Lo so che sarebbe meglio che Serena non frequentasse certa gente ma tu la stai prendendo davvero sul serio.” Harry si ritrovò con le spalle al muro e non riuscì a dire neanche una parola. “Tu sei geloso!” disse Hermione puntando il dito verso di lui. “Tu sei geloso del fatto che Serena potrebbe essere interessata a qualcun altro!”
“Non è vero!” ribatté lui arrossendo. “Oh sì invece! A te piace Serena, ammettilo!” continuava ad incalzarlo Hermione. “Ammettere cosa?” Serena era uscita dall’aula e li guardava curiosa di sapere di cosa parlavano. “Beh…” iniziò Harry ma Hermione lo interruppe. “Che ha copiato il compito di Storia della Magia.” Serena continuava a guardarli stranita. “Hermione, neanche io capisco bene quella materia. Se non fosse per i libri e i tuoi appunti avrei un’insufficienza con Rüf! Non c’è bisogno che attacchi così Harry.”
“Hai ragione Serena, scusa Harry.” Si avvicinò a lei, la prese a braccetto e la trascinò via dirette alla Sala Grande per la cena. Appena si furono allontanate abbastanza Ron chiese a Harry. “Davvero lei ti piace Harry? E Cho Chang?” Harry continuava a guardare quelle due che si allontanavano allegramente parlando fra di loro, i capelli di Serena che rilucevano ramati alla luce delle torce. “Non lo so Ron, non lo so nemmeno io.”

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Capitolo 4
*** Due Giorni ***


Mancavano solo due giorni al Natale, dovunque Serena si voltasse iniziava a vedere gente che parlava dei regali che avrebbe comprato, della persona con cui sarebbero andate al Ballo, che vestito avrebbero messo al Ballo, che cosa avrebbero fatto al Ballo, non sopportava di sentirne parlare così spesso. Si era stancata fino al punto di prendere corridoi e viuzze che di solito non faceva per poter arrivare in classe evitando tutta quella gente e non sentir più parlare del Ballo.
Era passata davanti al bagno di Mirtilla Malcontenta, era entrata in un passaggio nascosto dietro un’armatura ed era sbucata in un corridoio totalmente vuoto. “Finalmente un po’ di silenzio e tranquillità.” Non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che sentì dei passi, si voltò e si ritrovò davanti Draco Malfoy. “È stato difficile seguirti fin qui sai.” Diceva mentre si avvicinava tenendo le mani in tasca, Serena invece rimase bloccata dov’era senza muovere un muscolo. Come aveva fatto a trovarla? Mi stava pedinando! Devo scappare! Come se le avesse letto nella mente Malfoy si piazzò davanti a lei, la fece indietreggiare contro il muro e la circondò con le braccia. “Mi dispiace ma stavolta non mi scappi, mia cara.” Era spaventata, che cosa poteva fare? Era inutile chiamare aiuto, tanto non c’era nessuno in quel corridoio a parte loro due, se avesse provato a scappare lui l’avrebbe afferrata comunque, e poi era più forte di lei. Che faccio? “Non mi hai risposto l’altro giorno.” Si avvicinò ancora, Serena indietreggiò ma poté fare solo mezzo passo prima di appoggiarsi totalmente al muro mentre lui si avvicinava tanto da poter appoggiare i gomiti al muro. “Allora verrai al Ballo con me?”
“Io veramente…” La tensione le aveva fatto seccare la gola e la paura la bloccava lì dov’era. “Hey,” disse Malfoy. “Non devi aver paura di me, non ti voglio fare niente di male.” La guardò dritta negli occhi azzurri, e lei fu costretta a guardarlo negli occhi, non credeva molto a quello che diceva… Allora Serena si ricordò di ciò che gli aveva insegnato suo padre nelle emergenze: far parlare i Patroni per inviare messaggi, ma non poteva certo urlare in faccia a Malfoy l’incantesimo, mentre lentamente dietro la schiena sfilava la bacchetta dalla borsa si ricordò che alcuni maghi riuscivano a eseguire degli incantesimi senza parlare. Strinse la bacchetta in mano e pensò con tutte le sue forze al messaggio da comunicare. “Ancora non rispondi alla mia domanda.” Draco staccò la mano sinistra dal muro e gliela posò sul fianco. Harry ti prego vieni ad aiutarmi! Pensò disperata. “Che vuoi fare? Stare qui a guadarci tutto il tempo?” Serena si voltò a sinistra in modo che lui si girasse dalla parte opposta rispetto a dove era comparso il piccolo Drago - Patronus di Serena. Fortunatamente lui non si accorse di nulla. Tolse anche l’altra mano dal muro, le prese il mento e la fece girare delicatamente verso di lui. “Hey, non mordo mica.” Disse ridacchiando. “Che cosa rispondi allora?” Doveva cercare di prendere tempo mentre il Patronus raggiungeva Harry e lui veniva da lei, allora si fece coraggio e disse. “Ti rispondo… di no.” Lo guardò aspettando la sua reazione, Malfoy arrabbiato di sicuro le avrebbe fatto del male, e invece questa sua reazione non venne, continuava a guardarla con un’espressione a metà fra l’incuriosito e lo stupito. Inaspettatamente sorrise, le accarezzò la guancia con il pollice e disse. “Quindi tu non vuoi venire al Ballo con me?”
“Veramente non volevo proprio andare al Ballo.”
“Ah sì? Sei la prima ragazza a cui sento dirlo.”
“A me non piacciono le feste troppo movimentate.”
“Ma questo è un Ballo di Gala, non una chiassosa festa Babbana. Tu che dici?” Le sorrise ancora e lei, molto sorpresa, arrossì imbarazzata. “In effetti hai ragione.” Disse infine. “È un’altra cosa rispetto a una festa.” Allora lui spostò la mano dal mento seguendo l’orlo della mascella, le passò le dita dietro le orecchie e iniziò a scioglierle di nuovo la treccia. “Sai, a me non piace vederti con i capelli legati, sei più attraente con i capelli sciolti.” Di nuovo Serena s’irrigidì, sentì dei passi segno che stava arrivando qualcuno quando senza preavviso vide Malfoy accostare il viso al suo e arrossì violentemente.
I passi si avvicinavano ancora, lui le passò il braccio intorno alla vita e la strinse a sé ma Serena mise avanti le mani per tenerlo lontano posandole sul suo petto, le mise l’altra mano dietro la nuca e la baciò mentre Harry arrivava all’entrata del corridoio, il Patronus di Serena che svaniva.
No, non doveva essere così, non poteva essere così, senza saperne neanche il motivo Harry si sentì come se fosse stato tradito vedendo quei due stretti l’un l’altro e qualcosa sprofondò dentro di lui. Amava davvero Serena e non sopportava l’idea che qualcun altro le mettesse le mani addosso, si voltò e se ne andò via sofferente prima di vedere Serena staccarsi da Malfoy e tirargli uno schiaffo. Lo guardava male e aveva le lacrime agli occhi. “Stammi lontano.” Disse allontanandosi da lui. Prese la borsa e fece per andarsene ma Draco la prese per un braccio e la trattenne. “Dove credi di andare?” disse arrogante. “Lontano da te. Mollami o ti affatturo!” tirò il braccio e lui la lasciò andare. Scappò via dal corridoio ma non vide Harry, era sicura di averlo sentito arrivare. Speriamo che non ci abbia visti. Pensò, e si diresse al dormitorio.

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Capitolo 5
*** Un Giorno ***


Era la Vigilia di Natale, quella mattina il sole splendeva limpido e attraversava la finestra illuminando la stanza e le coperte che cadevano dal letto di Serena. La luce la colpì in faccia, lei fece una smorfia e si voltò dall’altro lato, qualcosa iniziò a colpire ripetutamente il vetro allora lei si alzò e andò alla finestra, un assiolo scuro stava aspettando sul davanzale, portava un piccolo pacchetto con la carta nera e un fiocco rosso, andò ad aprire la finestra e lo fece entrare ma non fece in tempo a chiuderla che entrò un altro gufo che invece aveva con sé un grande pacco rosso con un fiocco nero. Chi le poteva aver mandato dei regali il giorno prima di Natale? Serena chiuse la finestra, si sedette sul letto e prese il pacco più grande mentre il gufo che l’aveva portato si appollaiava sul comodino, aprì la scatola e dentro ci trovò un vestito nero. “Che significa?” tirò fuori l’abito e lo alzò per vederlo meglio, era un vestito semplice, nero con il corpetto a cuore senza spalle e stretto in vita che si allargava morbido nella gonna ampia. “Ma chi l’ha mandato?” lo appoggiò sulle ginocchia e guardò nel pacco, c’erano anche un paio di guanti neri lunghi fino a metà braccio e un biglietto. Lo prese e lesse.

Sorpresa! Questo amore mio è un regalo di Natale in anticipo perché ti servirà per il Ballo del Ceppo. Ero sicura che tu non ci saresti voluta andare, quindi da buona mamma ho fatto una chiacchierata con la prof. McGrannitt sperando che ti convincesse a partecipare, come infatti è successo! Inoltre è un vestito particolare, è semplice come piace a te però io ho fatto apportare una “piccola” modifica, appena ti sentirai sicura di te mentre indossi quest’abito avrai un’altra bellissima sorpresa, aspetta e vedrai! Buona fortuna al Ballo e buon Natale! La tua mamma. <3

“Lo sapevo…” si disse rassegnata, sua madre era sempre la solita, se lo sentiva che era lei la causa del discorso che le aveva fatto la McGrannitt due giorni prima. Fece un sospirone e si avvicinò all’assiolo che nel frattempo si era sistemato sul suo cuscino, prese il pacco piccolo e il gufo le porse la zampa, c’era un rotolo di pergamena legato stretto, Serena lo sciolse e lo lesse.

Cara Serena, ero sicuro che tua madre ne avrebbe combinata un’altra delle sue, quindi di nascosto ho reperito questo regalo per te, spero ti piaccia. Conoscendo la tua insicurezza ritienilo come un monito da parte mia a provare sempre a metterti alla prova con qualunque cosa ti si presenti perché so che in te, dietro la timidezza, c’è un’anima da vera Grifondoro. Non c’è nulla che tu non possa fare se ci metti l’impegno e la passione, lascia che il tuo istinto ti guidi nelle scelte dando sempre ascolto anche alla ragione, nessuna delle due deve sopraffare l’altra, ricordalo. Il tuo spirito è come un fuoco che brucia le tue insicurezze e ti rende forte. Non dimenticare che sei una persona stupenda. Ti voglio bene, Papà.

Suo padre era il solito filosofo, quando iniziava con i suoi discorsi, non la finiva più, ma era riuscito a sollevarle il morale, così aprì il regalo e vi trovò una catenella dorata con un ciondolo rosso a forma di fiamma, l’avrebbe messa insieme al vestito di sua madre. Conservò i regali, si vestì e scese per fare colazione. In mezzo alla confusione della Sala Grande Serena trovò Hermione e Ron al tavolo ma di Harry non c’era traccia. “Dov’è Harry?” chiese, i due si guardarono in faccia e poi Ron disse. “È in camera e non vuole uscire.”
“E perché? Che ha?”
“Ieri ti ha visto, con Malfoy… ha detto che non vuole vedere nessuno.”
“Cosa?” lo stomaco di Serena divenne un grosso macigno, allora Harry era arrivato nel corridoio. Oh no! Si alzò di scatto e se ne tornò in dormitorio senza aggiungere una parola.
Arrivò in Sala Comune quasi correndo, salì nel dormitorio maschile, arrivò davanti a quello in cui dormiva Harry e spalancò la porta senza pensare. Se lo ritrovò lì in piedi, a petto nudo e in mutande mentre si metteva i pantaloni, si guardarono un attimo senza dire una parola e poi… “Girati! Girati!” le diceva Harry coprendosi con le tende del letto. “Waaahh! Scusa!” disse Serena coprendosi il volto rosso.
Dopo che Harry si fu rivestito Serena poté girarsi, lui si era sdraiato di nuovo sul letto supino. “Che cosa vuoi?” le disse brusco. “Volevo parlarti…” rispose lei calma. “Di quello che hai visto ieri.”
“Non c’è niente da dire, ti stavi baciando con Malfoy, fine della storia.”
“Non è come credi…”
“Ah sì? Allora come dovrebbe essere, un incidente?”.
“Perché te la prendi così?” disse lei alzando la voce. “Ti ricordo che fino a qualche giorno fa non sapevi neanche come mi chiamavo. Non hai alcun diritto di parlarmi così.”
“Allora mi spieghi perché mi hai mandato quel messaggio? Per farti vedere mentre pomiciavi con Malfoy?” anche lui iniziava ad alzare la voce. “Non ho detto questo!” replicò lei. “Bene allora te ne puoi pure andare!”
“Non capisci niente Harry!” gli disse quasi piangendo. “Sei testardo come un mulo e ascolti solo te stesso! Non capisco nemmeno perché dovrei essere tenuta a darti spiegazioni o a scusarmi per un qualche motivo che a quanto pare sai solo tu! Non so come ho fatto a innamorarmi di te!” concluse tra le lacrime. A quelle parole Harry si mise a sedere e la guardò. “Che cosa?” disse stupito. “Hai sentito bene… e ora me ne vado visto che è quello che vuoi tu!” si voltò e uscì sbattendo la porta.

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Capitolo 6
*** Il Ballo del Ceppo ***


Alla fine Harry e Ron avevano chiesto a Calì Patil e a sua sorella gemella Padma di andare al Ballo con loro, Cho era andata con Cedric Diggory, e Hermione, tra lo stupore generale e soprattutto di Ron, si era presentata con Victor Krum, ma di Serena non c’era traccia, durante la cena prima del Ballo Harry continuava a guardarsi intorno ma non riusciva a vederla.
Finita la cena arrivò il momento delle danze, comparve un palco nella pista da ballo dove salì il gruppo delle Sorelle Stravagarie, ed iniziarono a suonare una lenta melodia. I quattro campioni aprirono le danze, poi i presidi delle scuole e a poco a poco tutti iniziarono a ballare seguendo la canzone della band di streghe.
Finito il primo ballo ci fu un applauso, e la cantante disse al microfono. “Un attimo di attenzione prego.” Tutti si voltarono verso di lei. “Prima di proseguire con il prossimo brano, la professoressa McGrannitt ci ha chiesto di far cantare un’alunna di Hogwarts insieme a noi perché secondo lei è dotata di un grande talento, ed anche secondo noi dopo averla sentita cantare. Ora vorremmo che anche voi ascoltaste la sua voce meravigliosa, fate un bell’applauso a Serena Bradley, al quarto anno di Grifondoro”. Harry spalancò la bocca dallo stupore, come anche Ron e, Harry la vide da lontano, Hermione.
Serena salì sul palco con una certa timidezza sotto gli occhi di tutti, indossava un semplice abito nero che le scopriva le spalle, i guanti lunghi e una collana colorata che le illuminava il viso, scoperto dai capelli raccolti di lato alla testa e che le ricadevano morbidi sulla schiena scoperta, Harry arrossì leggermente vedendola, era stupenda. Ma proprio non capiva come poteva essere finita lassù, davvero lei sapeva cantare? “ Buonasera a tutti quanti, prometto che non vi ruberò troppo tempo. Spero che la canzone che canterò vi piaccia, si chiama Everything burns, e sarò accompagnata dalle Sorelle Stravagarie e dall’orchestra diretta dal professor Vitious.”
Il silenzio calò nella sala, la chitarrista della band iniziò a suonare la chitarra acustica e lei iniziò a cantare:

She sits in her corner / Singing herself to sleep / Wrapped in all of the promises / That no one seems to keep / She no longer cries to herself, / No tears left to wash away / Just diaries of empty pages, / Feelings gone astray / But she will sing.

Serena cantava piano, guardando il microfono ferma dov’era come se stesse leggendo un tema, a poco a poco però iniziò a muoversi, tolse una mano dal microfono e la muoveva per aiutarsi a tenere il ritmo.

'Till everything burns / While everyone screams / Burning their lies / Burning my dreams / All of this hate / And all of this pain / I'll burn it all down / As my anger reigns / 'Till everything burns. /

Serena cominciò a dondolare su se stessa e alzò piano lo sguardo dal microfono e si guardò intorno, cantava guardando le persone in faccia una a una finché il suo sguardo non si fermò su Harry.

Walking through life unnoticed / Knowing that no one cares / Too consumed in their masquerade / No one sees her there / And still she sings. /

Lo guardava dritto negli occhi, si portava le mani al petto e gesticolava per enfatizzare il significato della canzone. Lui non riusciva a levarle gli occhi di dosso, aveva una voce stupenda e ormai cantava guardando lui, sapeva che la sua timidezza le creava problemi a cantare di fronte a tutta quella gente ma lei si concentrava su di lui e iniziava a sbloccarsi, muovendosi di più e familiarizzando con il palco, dove nel frattempo stava succedendo qualcosa di strano.

'Till everything burns / While everyone screams / Burning their lies / Burning my dreams / All of this hate / And all of this pain / I'll burn it all down / As my anger reigns / 'Till everything burns. /

Del fumo iniziava a uscire dai bordi del palco, come se uscissero da delle macchine per il fumo come quelle utilizzate nei concerti, nascondendo Serena alla vista. All’improvviso, appena la musica si alzò, il fumo si diradò immediatamente mostrando Serena che cantava sul palco a pieni polmoni come se fosse la cosa più semplice del mondo. Il suo vestito, però, era cambiato, ora sembrava proprio un abito di scena, era un tubino nero con il corpetto uguale al vestito di prima ma era interamente ricoperto di strass, il bordo inferiore della gonna era decorato con grandi fiamme che le arrivavano fino ai fianchi, il vestito era corto fino a mezza coscia e le scopriva le lunghe gambe e le alte scarpe rosse che indossava.
Uno scroscio di applausi e grida si alzò e Harry si unì a loro nell’applaudire quella stupenda ragazza che cantava sul palco, che ora sorrideva sorpresa anche lei di quello che era successo, era questa quindi la sorpresa che diceva sua madre. Grazie mamma. Pensò Serena, appena aveva iniziato a lasciarsi andare sul palco tutta la timidezza era svanita e l’abito si era trasformato, non se lo sarebbe mai aspettato di avere tutto quel successo, il petto si abbassava e si alzava per il fiatone, non aveva mai pensato di dover cantare così, al massimo aveva cantato per i suoi genitori quando le chiedevano di farlo, perché a loro piaceva sentirla cantare. Guardò Hermione che alzava i pollici in su per incoraggiarla accanto a Krum che applaudiva pacato, si girò e vide Ron che continuava ad applaudire forte, Harry invece non stava applaudendo, appena i loro sguardi si incrociarono lui la guardò, le sorrise e si unì agli applausi.



“Ma quella è Serena?” disse Harry da dietro la statua in giardino dove lui e Ron avevano origliato la conversazione fra Hagrid e Madame Maxime. Dopo aver cantato, Serena era scesa dal palco e scomparsa di nuovo in mezzo alla folla, quella ragazza era più sfuggente di un Boccino. “Serena!” la chiamò lui andandole incontro, lei era appoggiata contro il muro, con le mani dietro la schiena e il volto rivolto verso il cielo mentre guardava le stelle con un’espressione malinconica, non l’aveva sentito tanto era rapita dai propri pensieri. Appena lo vide lei arrossì e si voltò dall’altro lato. “Ciao Serena.” Iniziò lui. “Volevo dirti che prima sul palco sei stata favolosa.”
“Ti ringrazio.” Disse lei distaccata. “Hey” disse Harry prendendole una mano. “Sei ancora arrabbiata con me?” lei si voltò verso di lui e lo guardò in modo strano. “E tu credi ancora che io abbia baciato Malfoy di mia volontà?”
“Ti ha baciata senza che lo volevi?”
“Si…” distolse lo sguardo e strinse la mano di Harry. “Mi stava spaventando, per questo ti ho mandato quel messaggio.” Lui s’intenerì a vederla così indifesa e non riuscì a trattenersi, la tirò per il braccio, le mise un braccio intorno alla vita, l’altra mano dietro la nuca e la strinse a sé, sembrava tanto piccola stretta fra le sue braccia, la sentì sussultare dallo stupore. “Scusa se sono stato così stupido, mi perdoni?” Serena, ancora disorientata, arrossì violentemente, non riusciva a credere a quello che le stava succedendo, alzò lentamente le braccia per stringere Harry ma la sua timidezza prese il sopravvento e goffamente le mise sul suo petto per allontanarlo. “S-si… ti perdono.” Disse girandosi di lato per non fargli notare il rossore che le colorava il viso. Lui la guardò stupito da quella reazione, e vedendola così impacciata, le ricordò quando l’aveva scontrata in corridoio appena cinque giorni prima, sembrava passato un secolo da allora, quando lui aveva avuto il colpo di fulmine per quella ragazza. Adesso lei era davanti a lui, bellissima nel suo abito brillante come il fuoco, nero come il cielo che li sovrastava e rosso come il suo viso che la rendeva così tenera che gli veniva voglia di stringerla e non lasciarla mai più. I capelli le ricaddero davanti al viso e lei li ricacciò dietro le orecchie scoprendo il suo dolce profilo e la collana che adornava il suo collo lasciato scoperto insieme alle spalle da quell’abito senza maniche, Harry arrossì guardandola, era così semplice e bella. Allora non poté più trattenersi, la prese delicatamente per il polso della mano destra ancora sospesa a mezz’aria, le mise l’altra mano sulla spalla sinistra facendola voltare verso di lui, si protese verso Serena e la baciò dolcemente, un bacio che a poco a poco lei ricambiò con trasporto. Liberò piano il polso dalla mano di Harry e gli passò le braccia intorno al collo, lui allora le mise la mano destra sulla guancia e con l’altra la avvicinò ancora di più a sé stringendola dalla schiena. A un certo punto lei si staccò e gli disse. “Aspetta! Non ti ho preso nessun regalo per Natale!” lui la guardò e le sorrise. “Non importa, tutto quello che voglio per Natale sei tu.” Lei rise e lo baciò di nuovo.
Il tempo si dilatò mentre loro due si baciavano, nella Sala Grande le persone iniziarono ad andare a dormire, mentre loro passeggiavano sul prato. Si fermarono sulla riva del lago e si sedettero osservando la piovra gigante che muoveva pigra i suoi tentacoli sul pelo dell’acqua, Harry dette il suo mantello a Serena e si sdraiarono sul prato, fresco dell’aria notturna, e lì rimasero ad osservare le stelle abbracciati, felici di sapere che la persona che amavano era lì accanto a loro.

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