Catapultata In One Piece

di Tadako
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** è di sicuro un sogno.. ***
Capitolo 2: *** chiacchere ***
Capitolo 3: *** Pugno Di Fuoco ***
Capitolo 4: *** ritrovo ***
Capitolo 5: *** Ritorno Alla Realtà ***
Capitolo 6: *** Certezze Infrante ***
Capitolo 7: *** Arrivano I Rinforzi ***
Capitolo 8: *** Fuga Dalla Base ***
Capitolo 9: *** Nuove Scoperte e.. Imbarazzo ***
Capitolo 10: *** La Fine Di Una Giornata Particolare ***
Capitolo 11: *** La Ragazza Nel Barile ***
Capitolo 12: *** Sensazioni ***



Capitolo 1
*** è di sicuro un sogno.. ***


Una forte luce mi ferì gli occhi costringendomi a svegliarmi. Mi misi una mano sulla fronte per proteggermi dal sole. C’era un forte vento e l’aria sapeva di buono, Non sembrava affatto la mia camera..
*ma allora.. dove diavolo sono?!* fu il mio primo pensiero.
-Chopper! Si è svegliata!- urlò una voce strana e quasi familiare.. poi mi resi conto di una cosa..
*Chopper.. che strano nome insolito per una persona.. *
Gli occhi pian piano mettono a fuoco il luogo su cui ero. Una nave.
*una nave?! Ok.. forse ho mangiato un po’ troppo pesante ieri sera..* continuai a guardarmi intorno, trovando sei figure che mi fissavano. Stropicciai gli occhi incredula e provai a riguardare. Ora davanti a me una piccola renna mi stava fissando con occhio medici.
Un corto ma acutissimo urlo uscì dalla mia bocca facendo spaventare anche il piccolo chopper. Cominciai ad indietreggiare schiacciandomi contro la ringhiera della Going Merry. *n-non può essere..* pensai subito, il cuore che mi batteva impazzito.
Un’ ottava figura mi comparve davanti con quello sguardo da innocente indagatore che io conoscevo bene. cominciai a tremare per l’emozione e per la paura, quella paura che ti senti quando la cosa che ti sta accadendo anche se bella è troppo grossa per la tua comprensione.. allora feci quello che tutti avrebbero fatto, mi dissi di essere in un sogno. che tra un po’ mi sarei risvegliata nel mio letto e con questa convinzione mi tranquillizzai un po’.. quel tanto per parlare
-R-Rufy?- chiesi fissandolo, la mia voce ancora debole venne udita solo dal capitano
Il ragazzo piegò la testa da un lato, se non fosse per la situazione avrei sorriso pensando a quanto fosse tenero..
-come fai a sapere il mio nome?!-
-già.. cosa dire, come spiegare? Rimasi imbambolata a fissarlo, pensando che mi avrebbe lasciata stare.. ma dimenticavo che lui era Rufy..
-allora? Mi rispondi o no?!-chiese infatti
A salvarmi dall’indecisione fu Sanji, che gli diede un calcio sulla testa catapultandolo dall’altra parte della nave..
-insomma Rufy! Ti sembra il modo di comportarti?!-urlò Nami, per poi avvicinarsi a me e sorridermi dolcemente
-ciao, scusami per Rufy.. è fatto così. Comunque io sono Nami! E tu sei..?-
Nami.. quanto adoravo quella ragazza! Tra tutti lei era la mia preferita soprattutto per il suo carattere..
-oh.. Emm.. io.. sono Sara!- balbettai fissandola.. era strano vedere un anime dal vivo.. poi una piccola domanda si insediò nella mia mente facendomi ricordare che io vengo dal mondo reale! *ma loro come mi vedono?* di sicuro disegnata come loro. Altrimenti sarebbero stati terrorizzati.. senza pensarci due volte mi alzai da terra e mi affacciai ad un barile colmo d’acqua che avevo vicino.
Capelli color miele, occhi verdi, un giovanile viso da quindicenne.. a grandi linee ero io. Indossavo una larga maglia color marrone e pantaloni bianchi.. *ora che ci penso questo è il mio pigiama in stile One Piece* per un attimo dimenticai di avere sedici occhi puntati si di me e sorrisi felice; se era un sogno, perché non goderselo?
-allora.. da.. da dove vieni?- chiese Usopp curioso.
Un dubbio si propagò nella mia mente.. dire tutto, o chiudere la bocca? Fremevo all’idea di raccontare tutto ciò che sapevo e in fondo.. chi me lo vietava nel mio sogno? Ma qualcosa mi bloccò, una prospettiva di come sarebbe andata a finire se avessi parlato.. *non voglio vivere questo sogno con loro catapultati nel mio mondo, voglio essere io a entrare nel loro..* e con questo pensiero mentii dicendo di essermelo dimenticato.. di non ricordare nulla del mio passato e di essere completamente sperduta. Scoprii di essere una grande attrice e ne fui grata. Chopper ci credette subito, c’era da aspettarselo..  gli altri fecero qualche domanda in più, ma alla fine sorrisero amichevoli con gesto di comprensione. Solo Rufy sembrò ancora un po’ titubante, ma non lo diede molto a vedere.
-allora capotano.. Che facciamo con lei?-chiese  Zoro fissandolo
-beh.. questo è un bel problema- disse per un momento serio, poi tornò subito sorridente –forse con una bella mangiata ci schiariremo le idee!- continuò quindi rivolto a Sanji.
-su una cosa hai ragione, a stomaco pieno si ragiona meglio, ma questo vale solo per la nostra ospite. A vederla sembra non mangi da giorni. In quanto a te ti ricordo che hai mangiato un’ora fa!-
-appunto.. un’ intera ora senza mangiar..-  Rufy non fece in tempo a finire che un doloroso pugno gli arrivò sulla testa da parte di Nami
-adesso basta Rufy!- urlò la navigatrice
Un sorrisetto mi sfuggì dalle labbra guardando dal vivo quella scena, cercai però di azzittirmi.
                    ……….                   ………..                    ………..                    ………..
 
La cabina dove avevano deciso dovessi dormire era quella di Nami, la navigatrice stava setacciando l’armadio alla ricerca di qualcosa che potesse starmi bene
-non fa niente, posso benissimo stare con questi abiti..- provai a dire io
-giorno e notte? Non credo proprio- aveva risposto lei decisa
La ragazza d’un tratto si alzò sbuffando
-provo a vedere se c’è qualcosa da Robin, tu stai pure qui- mi fece un occhiolino e uscì dalla stanza.
Ero rimasta sola, il sogno stava durando più del previsto, meglio così..
Mi sdraiai sul letto guardando il soffitto, quando qualcuno bussò alla porta. Subito mi misi seduta
-e-entra..- dissi con voce un po’ tremolante
Davanti a me c’era un ragazzo dai capelli corvini..
-ciao.. volevo parlare un po’ con te..-
La sua richiesta mi sorprese.. *con me? Che ho fatto?*
Senza fare complimenti si sedette sul letto fissandomi
-sai.. ecco, oggi al tuo risveglio hai pronunciato… il mio nome. La cosa strana è che io non te l’avevo detto, per caso mi conosci?- la domanda mi colse impreparata, le mani cominciarono a sudare e il mio cuore cominciò a battere ad un ritmo più forte.. *e adesso che faccio? Mento? O sarebbe meglio dire tutta la verità.. questa proprio non ci voleva, maledetta me, i miei riflessi e la tua testardaggine Rufy!*
                                                                                                        
                                                                      //                    //                    //                     //                    //                    //

prima di tutto voglio scusarmi se trovate qualche errore grammaticale ma non ho potuto ricontrollarla.. 
comunque ci tengo a dirvi solo qualche cosetta
-vi prego di scusarmi perchè nella storia non ho inserito Brook.. solo che non l'ho ancora incontrato nelle puntate che sto guardando e quindi non so come sia..
-come forse già avete capito la storia è ambientata prima dei due anni 
detto questo, spero la storia vi sia piaciuta e se c'è qualcosa che non va vi prego di dirmelo de potete.grazie e un bacio a tutti.

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Capitolo 2
*** chiacchere ***


                                                                                                        
-n-no.. devi avere capito male..-provai a dirgli non riuscendo a guardarlo negli occhi
-e invece sono sicuro di quello che ho sentito. poi ecco.. la tua storia non so.. sembrava un po’.. strana-
Svincolare da quella domanda era completamente impossibile.. lo sguardo sicuro di Rufy mi tentava vi dirgli tutta la verità, ma non potevo. Quanto avrei voluto tornasse a sorridere tranquillizzandomi.. poi un’ idea invase il mio cervello, ringraziai il celo e con tono sicuro risposi
-è normale che sappia il tuo nome, l’ho sentito pronunciare dai tuoi compagni mentre ero in stato di dormiveglia-
A quell’affermazione Rufy riassunse un’espressione tranquilla regalandomi un sospiro di sollievo
-ah.. giusto! Ora si spiega, non riuscivo proprio a capire. Se fossi stata una ragazza comune ti saresti spaventata conoscendomi, invece con la tua reazione sono arrivato a pensare che fossi un cacciatore di taglie o cose simili. Sai, noi siamo dei criminali incalliti per il governo-
Mi misi a ridere per la semplicità con cui lo diceva, contagiando anche il capitano.
-ehi, Robin mi ha dato questi.. non so se vanno bene ma..-  Nami si interruppe quando appena alzato lo sguardo vide con me il ragazzo dai capelli corvini.
-ciao Nami! È pronto lo spuntino?-
Nami mi porse gli abiti
-ecco, provateli- mi disse con un sorriso, poi si rivolse a Rufy –a te non dovrebbe interessare se e pronto o no, e se non la smetti non avrai neanche la cena!-
-Nami sei malvagia! Non puoi farmi questo per una semplice domanda!-
-e invece posso! La devi finire di pensare sempre al cibo, Ci sono cose più importanti degli spuntini-
-ma si certo! C’è la colazione, il pranzo, la cen..- un ennesimo pugno creò un bernoccolo sulla testa del povero capitano.
Svincolai dai due dirigendomi verso il bagno, lasciando i due pirati ai lori litigi .
                    ……….                   ………..                    ………..                    ………..
La maglia nera mi stava meno larga della precedente e di sicuro meno scollata, i pantaloni attillati erano blu e le infradito nere mi calzavano a pennello. Legai i miei lunghi capelli mossi in una coda ed andai in cucina.
-c-ciao a tutti- dissi debolmente
-oh eccoti! Sei fantastica!- Nami era seduta sul tavolino intenta a scrivere .
Mi guardai intorno, pensando di trovare Rufy ma con mia sorpresa lì non c’era.
-se cerchi il capitano, è in cabina a cercare di distrarsi, gli altri sono in giro per la nave. Sanji ti ha preparato una sua specialità.
Sul tavolino c’era un piatto allungato con sopra adagiato quello che era un pesce ora trasformato in vera e propria arte culinaria. Il gusto non era meno prelibato, la salsina con cui era ornato era magnifica.
-Noi abbiamo già mangiato. Tieni assaggia- la ragazza mi porse quello che sembrava un bombolone dall’aspetto invitante. L’odore era buono e lo zucchero a velo sembrava chiamarmi.
Presi il dolce e sedendomi cominciai a mangiarlo. *finalmente assaggio la cucina di Sanji! Quanto vorrei fosse reale..*
-gli ha fatti apposta per te, ti piace?-
Con la bocca sporca di zucchero annuii, porgendogliene uno
-tieni, io non li mangio tutti. Provalo è delizioso!- dissi sorridente
Nami prese il dolce e senza assaggiarlo mi osservò pensierosa
-perché mi guardi così?- chiesi
-posso farti una domanda?- la ragazza era seria in viso 
-dimmi- *ma che diavolo vogliono tutti da me oggi?!*
-perché questo pomeriggio in camera c’era Rufy con te? Insomma.. non che mi interessi molto, solo per curiosità ecco-
La fissai interrogativa, poi cercando di non mostrarmi divertita risposi
-a si beh.. niente di che. Non aveva capito bene un particolare della mia storia e allora gli ho spiegato quel che ricordavo.- ero stufa di mentire, soprattutto con Nami.. quindi dicendo di essere stanca mi alzai dalla sedia incamminandomi verso la cabina, la salutai e la lasciai con un’espressione titubante mentre addentava il suo bombolone.
                    ……….                   ………..                    ………..                    ………..
Mi stavo incamminando per il corridoio quando da una porta semi chiusa sentii dei rumori taglienti, di spada *Zoro* la voglia di sbirciare il grande spadaccino fu più forte di me.
Affondi, attacchi, parate.. tutte con una sola spada, quella del suo maestro. Già vederla in televisione aveva un fascino tutto suo, ma l dal vivo.. così veloce da sembrare addirittura tagliare il riflesso della luce.
Ipnotizzata da quei movimenti non mi accorsi di avere vicino a me, sull’angolo della porta, le altre due spade. Me ne resi conto solo quando per sporgermi un po’ di più le feci cadere a terra. *che guaio! Sono un disastro vivente..*
In pochi secondi una lama mi sfiorò il collo, per poi ritirarsi subito
-che ci facevi dietro la porta della mia cabina?- disse con un accento di minaccioso, evidentemente odiava essere spiato..
-i-io non.. volevo..- balbettai
-lascia stare, non mi interessa. Ora però vattene, e impara a non ficcare il naso negli affari che non ti riguardano!- il suo tono non era cattivo, ma ne fui comunque offesa.
Incrociai le braccia e dissi
-mi dispiace, non avrei dovuto spiarti, ma reagire così mi sembra un tantino eccessivo. La prossima volta se vuoi fare il lupo solitario ti consiglio di chiudere la porta.- dopodiché mi girai e me ne andai dalla stanza senza lasciargli neanche il tempo di rispondere.
Forse non avrei dovuto reagire così, dopotutto io no avevo alcun diritto di  sbirciare anche perché su quella nave ero un’ospite. Ma non ho potuto trattenermi, a me i piedi in testa non me li mette nessuno, soprattutto se fa lo scontroso.

          //                    //                    //                     //                    //                    //

ho usato questo capitolo per precisare un pò il carattere del personaggio, nel prossimo di sicuto metterò meno chiacchere e più azione e colpi di scena.
spero che vi sia piaciuta, ci tengo molto al vostro parere. un bacio :D

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Capitolo 3
*** Pugno Di Fuoco ***



 
 
 L’aria fresca della mattina mi aveva messa di buon umore, seduta con le gambe a penzoloni sulla ringhiera della nave, mi ipnotizzavo osservando le onde che ci sbattevano contro.
Gli altri ancora dormivano e io non sapevo cosa fare.. cominciai a pensare a Rufy, al fatto che gli stavo mentendo dopo che lui era stato così gentile con me.. a Nami e al suo pizzico di gelosia... a Zoro e al suo carattere.. mi ritrovai a pensare al fatto che quella sera era senza maglietta e mi diedi della pervertita a immaginare cose del genere su un personaggio anime.. ma dopotutto in quel sogno, non ero anch’io un anime?
I miei pensieri furono bruscamente interrotti da Rufy; quell’incosciente, infatti, si era avvicinato furtivo per poi comparire di sorpresa. Sobbalzai, perdendo l’equilibrio per poi cadere in acqua.
Appena riemersa, trovai il volto preoccupato di Rufy a fissarmi, ricambiai fulminandolo col mio sguardo di fuoco. L’acqua era ghiacciata, cercavo di stare a galla tra un brivido di freddo e l’altro.
-Ti prendo una fune, aspetta qui- urlò Rufy sorridente
-E dove diavolo vuoi che vada?!-
Il ragazzo dai capelli corvini si allontanò lasciandomi sola. Cominciai a scrutare il fondale, l’acqua era limpida e qualche pesce sguazzava felice. Quando alzai lo sguardo verso l’orizzonte notai invece una piccola macchia che si stava avvicinando; il cuore fece un balzo e un terribile pensiero invase la mia mente *un mostro marino? N-non può essere.. nuotano sott’acqua non a pelo, o sbaglio..* avvicinandosi però assunse una forma di una barca, regalandomi un sospiro di sollievo. Girai la testa per vedere se Rufy era tornato, un piccolo problema però me lo impedì *dov’è finita la nave?!* la risposta era ovvia, il capitano si era di sicuro dimenticato di ancorarla, lasciandola navigare via mentre ero concentrata a fissare quella maledetta barchetta. Ne ricevetti la conferma quando aguzzando la vista la intravidi all’orizzonte.
Una vena di rabbia si mostrò sulla mia fronte mentre cercavo di mantenere la calma pensando ad un modo per uscire da quella situazione. *ma che bella mattinata, Rufy sei un’idiota! Ora so cosa prova la povera Nami..*
Il rumore della barchetta mi distolse dai miei pensieri, aveva cambiato rotta e si era avvicinato verso di me, doveva avermi vista in difficoltà .
Mi ritrovai davanti un ragazzo dai capelli e occhi neri, portava un cappello e aveva il petto scoperto.
Mi porse una mano con sguardo amichevole
-Hai bisogno di aiuto?-
Cuore e polmoni si bloccarono*N-non può essere.. è davvero lui?* rimasi immobilizzata, creando un'espressione perplessa sul viso del bellissimo ragazzo davanti a me
-L’acqua à fredda, ti congelerai a stare lì dentro.. avanti-
La mia mano tremante un po’ per il freddo un po’ per lo stupore si strinse a quella di Ace, che mi aiutò a salire
………. ……….. ……….. ………..

Nami’s POV
Il sole che filtrava dalla finestra mi costrinse a svegliarmi. Mi alzai pigramente notando che il letto della ragazzina era vuoto. La mente tornò alla sera precedente e a quella stranissima sensazione sentita quando su quel letto c’era seduto anche Rufy.. Non avevo mai provato nulla di simile, quasi di dolore.. Ma non volevo pensarci, l’aria del mattino sapeva di buono e io avevo intenzione di godermela. A far fumare via quell’idea di giornata perfetta fu il capitano, che urlava nel corridoio allarmato
-Non c’è, Ma dove sarà finita?!-
Uscendo trovai l’intera ciurma alle prese con le ricerche. Solo Zoro se ne stava in disparte, colsi l’occasione per chiedergli spiegazioni
-La mocciosa è sparita, Rufy dice che era caduta in mare e una volta tornato non l’ha più trovata-
*Non è che.. no, non può essere così stupido..*
 
 
 
Mi incamminai verso il capitano sperando che la mia ipotesi fosse errata, lo trovai solo nella prua della Going Merry; vedendomi arrivare, si avvicinò preoccupato
-ciao Nami.. Sara è sparita e non riusciamo più a trovarla.. forse in qualche modo è riuscita a salire e si è addormentata da qualche parte..-
-ci avrebbe avvertiti, non è un’incosciente come qualcuno che conosco.. per l’appunto, ti sei ricordato di piazzare l’ancora per fermare la nave, vero?-
-l-l ’ancora?-  il suo sguardo colpevole si mostrò in risposta
-come puoi essere così stupido?! Ora sarà da qualche parte nel mare ed è solo colpa tua!- dissi quasi urlando
-Nami.. io.. non l’ho fatto apposta..-
-tu non fai mai niente apposta, combini casini io mi arrabbio e poi si ricomincia, ne ho abbastanza Rufy!- me ne andai infuriata, senza lasciargli modo di rispondere.
mentre mi chiudevo nella mia stanza, mi chiesi se avevo fatto bene ad essere così dura.
……….                   ………..                    ………..                    ………..
 
Sara’s POV
-e così hai perso la memoria.. è un bel problema, non ricordare nulla del proprio passato è come non esistere..-
Non era un gran consolatore, ma detto da lui tutto suonava bene. Eravamo seduti sulla barca, un caldo fuocherello stava facendo tornare a temperatura normale il mio corpo.
-si.. poi mi avevano aiutata una ciurma di pirati, erano strani. Avevano un teschio con uno strano cappello di paglia..- dovevo essere molto vaga per entrare nel personaggio, ma allo stesso tempo dovevo far capire ad Ace di chi stavo parlando, il mio intento riuscì con successo
- stai parlando di Rufy?!-
-s-si.. mi pare si chiamasse così.. perché lo conosci?-
Il ragazzo sorrise –è mio fratello.. sai dov’erano diretti?-
-Non ne ho la più pallida idea..-
-Peccato.. ma non preoccuparti, basterà seguire la rotta dove ti abbiamo trovata.-
-il fratello.. notavo una somiglianza..- un po’mi divertiva quel ruolo
-sarà meglio partire subito, o non gli raggiungeremo mai..- si alzò senza sforzo mostrandosi in tutta la sua imponenza, utilizzò il suo potere per far muovere la barca e partimmo alla ricerca della Going Merry.
 
    //                    //                    //                     //                    //                    //

vi confesso che morivo dalla voglia di far entrare Ace nella storia! :D
all'inizio volevo fare tutta la storia solo in prima persona con Sara, poi ho pensato di descrivere meglio le love story così ho usato i "POV"
basta, non vi rompo più le scatole solo tre piccole cose: 
.ci tengo davvero molto a sentire la vostra opinione quindi recensite se volete dirmi qualcosa
.un salutone a tutti
.w Ace! :3

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Capitolo 4
*** ritrovo ***


 
Il sole era ormai alto nel cielo e la temperatura si era alzata notevolmente. Ace era in piedi e guardava dritto mentre con le sue doti mandava avanti l’imbarcazione, così posizionato appariva come un dio greco e io non potevo fare a meno di fissarlo, ovviamente stando attenta a non farmi scoprire.. 
-quindi hai conosciuto mio fratello.. come ti è sembrato?- chiese improvvisamente
La domanda mi colse impreparata, non avevo idea di come descriverlo senza sembrare sospetta..
-lui.. beh ecco.. è.. simpatico- non bastava a descriverlo, dovevo aggiungere almeno qualcosa
-si, è un ragazzo divertente sul quale ci si può contare, o almeno questa è l’impressione che mi ha dato..-
Ace sorrise
-a grandi linee Rufy è così..-
*credi che non lo sappia, Rufy è la persona più completa del mondo..*
-quanto pensi possa mancare..?- chiesi cercando di distrarmi
-beh, dovremmo essere piuttosto vicini… peccato che per colpa di questo mostro marino arriveremo un po’ più tardi..- rispose lui tranquillo
-m-mostro marino?!- mentre finivo la frase abbassai lo sguardo verso il fondale, una gigantesca macchia rosa esattamente posizionata sotto di noi stava risalendo in superficie, quando realizzai che si trattava di una bocca era troppo tardi. I grossi denti grandi ognuno come il doppio della nave ci circondarono per poi chiuderci dentro lo stomaco del gigantesco mostro e trascinarci in acqua.
Il buio Era l’unica cosa che riuscii a vedere, prima che improvvisamente una piccola fiammella si accese sulla mano del ragazzo e venne lanciata a gran velocità verso il corpo dell’animale. Questi emise un urlo di dolore, il fuoco aveva carbonizzato un intero fianco creando un’apertura, Ace mi strinse un polso e riazionando la sua imbarcazione riuscimmo ad uscire in superficie.
-sei di nuovo bagnata, ti toccherà riasciugarti- Ace era completamente rilassato mentre si strofinava un po’ i capelli togliendo qualche goccia d‘acqua
Io al contrario non riuscivo a respirare, provare quelle emozioni dal vivo era molto diverso dal vederle, nei pochi momenti dentro quella bocca il buio era stato soffocante e la puzza di morte toglieva il fiato. Per un attimo avevo pensato veramente di morire..
Ace si accorse del mio stordimento e con un sorriso incoraggiante disse
-sta tranquilla, siamo usciti non c’è più pericolo.. beh, ora sappiamo che non sei un pirata-
……….                   ………..                    ………..                    ………..
Nami’s POV
La situazione era critica, una ragazzina nel bel mezzo dell’oceano non sarebbe riuscita a sopravvivere a lungo, forse sarebbe già stata fortunata ad essere ancora viva..  avrei voluto rimanere arrabbiata con Rufy ancora per un po’, ma in quel momento la sua immaturità passava in secondo piano. Dovevamo trovare una soluzione, così aggiornai l’intera ciurma della situazione e ci riunimmo  nella cucina della Going Merry.
-torniamo indietro!- aveva subito detto Rufy, il quale era in piedi davanti al tavolino
-non possiamo, vorrebbe dire andare contro vento..- risposi io, seduta in un angolo della stanza
-formiamo una squadra di ricerca, gli altri rimarranno qui a sorvegliare la nave- propose allora Chopper
-buona idea, andrò io e…- Rufy non fece  in tempo a finire
-in mare aperto non saresti molto d’aiuto.. serve qualcuno che non abbia mangiato frutti del mare..- lo bloccò Robin
-andranno Usopp e Zoro..- continuai io perfettamente d’accordo con quanto affermato dalla mia compagna
-scherzi vero?! Se viene Zoro ci perderemo subito, almeno vieni anche tu Nami!- Usopp finì la frase rallentando le parole, accorgendosi della fulminata ricevuta dal compagno
-hai ragione.. va bene, verrò anch’io- concordai
Rufy si voltò di scatto verso di me
-non se ne parla!- se ne uscì cogliendo tutti di sorpresa
-ma c-cosa dici?- chiesi io confusa
-non ti lascio andare in giro senza meta per l’oceano senza nessuna protezione! Zoro si sa difendere, ma tu..- il suo sguardo era un misto tra decisione e preoccupazione
-cosa vuoi dire?! Che non sono abbastanza forte per salpare senza aiuto?-
-r-ragazzi, non vorrei interrompervi, ma anch’io rischio molto nell’oceano..-  Usopp non venne nemmeno ascoltato
-non dico questo, è che.. un bravo capitano deve saper difendere il suo equipaggio-
-beh, ecco una notizia per te capitano, io mi so difendere benissimo anche da sola. Ti ricordo che prima di entrare nel tuo equipaggio giravo da sola per mare riuscendo ad aggirare pirati anche molto forti-
-ti ricordo che qui siamo nel grande blu,  i nemici sono sempre più potenti e credimi, non ci metterebbero un attimo a batterti!-
-anch’io sono diventata più forte! Comunque vi ringrazio per la fiducia che riponete in me capitano. In ogni caso, l’equipaggio ha bisogno di me per questa missione e io andrò con loro.-  così mi voltai e con un salto balzai sicura sull’imbarcazione.
-allora, non venite?- dissi rivolta a Zoro e Usopp, i due dopo un’occhiata al capitano mi raggiunsero e partimmo alla ricerca della nostra amica.  
 
-e smettila di agitarti!- Zoro era piuttosto scocciato
-se quelle tue stupide spade non mi pungessero il fondoschiena, magari potrei anche riuscire a sedermi..-
-quante storie.. ma perché invece di allenarmi sto a perdere tempo a girovagare chissà dove alla ricerca di una ragazzina..-
-guarda che non eri obbligato a venire, Sanji ti avrebbe sostituito..-
- l’intenzione era quella, ma non ho voluto infierire dopo quanto è successo con Nami..-
-già, chissà che gli è preso al nostro capitano..-
Eravamo già abbastanza lontani dalla nave, io mi ero sistemata in disparte, per quanto lo spazio ristretto me lo permettesse, ad osservare le onde fingendomi disinteressata ai discorsi dei miei compagni.
-come, non l’hai capito? Semplicemente non vuole mettere in pericolo la sua navigatrice..- Zoro aveva un odioso sorrisetto che non passò inosservato alle occhiate di Nami
-ma scusa, è già successo che per qualche motivo ci siamo divisi dovendo cavarcela solo con le nostre forze..- Usopp era un po’ confuso. Io invece drizzai le orecchie sperando che lo spadaccino avesse una risposta per questa domanda che anch’io mi ero posta
-è diverso.. in quei momenti Rufy ci ha lasciato soli per andare a combattere un nemico più potente, quindi in qualche modo ci aiutava.. ma in questo caso gli abbiamo chiesto di stare sulla nave a fare niente mentre noi corriamo dei rischi-
-allora perché si è preoccupato  solo per Nami?-
-oh cavolo.. ma ti devo spiegare proprio tutto?!- Zoro era stanco delle spiegazioni e non rispose alla domanda definendo più che ovvia la risposta..
-guardate! Quella è.. una barca- disse improvvisamente Usopp, indicando un punto in lontananza a lui più visibile grazie ai suoi occhiali speciali. Tutti ci voltammo ad osservare la macchietta che velocemente si ingrandiva.
……….                   ………..                    ………..                    ………..
Sara’s POV
-eccoli!- urlai felice mentre osservavo l’imbarcazione della ciurma *sono tornati indietro per me..*
In pochi minuti raggiungemmo la barca, Nami e Usopp  mi salutarono con un sorriso che si tramutò un uno sguardo di stupore una volta accorti del lentigginoso ragazzo dietro di me.
-A-Ace?!- balbettò la ragazza, non trovando le parole per la sorpresa
-ciao ragazzi! Lui è Ace, anche se penso che vi siate già conosciuti..-
-ehi- disse semplicemente Zoro rivolto a pugno di fuoco, come semplice segno di rispetto
-ehi- rispose Ace, alzando un po’ il cappello
Dopo i saluti, le spiegazioni e le scuse di Nami a nome di Rufy, ripartimmo diretti verso la Going Merry.
-ragazzi, abbiamo un piccolo problema..- Ace tranquillo osservava un punto all’orizzonte. Io lo fissai preoccupata, quella sua calma non mi ispirava niente di buoni, avendone già avuta esperienza qualche ora prima.
-oh cavolo, quella è una nave della marina!- urlò infatti Usopp

            //                    //                    //                     //                    //                    //

una piccola suspance per concludere il capitolo. mi piace concludere così, credo che li farò più spesso :D
comunque, questo è anche il primo capitolo in cui c'è un pò di azione anche se in minima parte.. nei prossimi capitoli mi concentreerò infatti tanto sll'azione.
spero vi sia piaciuto, lasciatemi un commentino per sapere che ne pensate ;D un bacio e a presto!

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Capitolo 5
*** Ritorno Alla Realtà ***


 
La mia bocca si aprì a dismisura nel sentire le parole del cecchino, l’imbarcazione dalle vele bianche viaggiava veloce verso di noi, i cannoni puntati e pronti al fuoco.
-la m-marina..- riuscii solo a dire, il mio corpo tremava come una foglia e la mia gola secca non mi permetteva di pensare con lucidità
Uno sbuffo di noia uscì dal ragazzo di fuoco –uff..  non si stancano mai..-
-mi sembra un po’ strano che ci attacchino con una sola nave… ci dev’essere qualcosa sotto..- Zoro era pensieroso mentre restava tranquillo seduto sulla barca
-devi tener conto che non siamo sulla nostra nave, non ci avranno riconosciuti..- Nami con un sorriso sicuro aveva impugnato la sua arma
-possibile che non ce ne va mai una buona?! Ogni volta capita sempre qualcosa fuori programma.. non chiedo molto, solo ogni tanto un viaggio tranquillo..- Usopp non sembrava più tanto impaurito, ormai abituato a quelle situazioni
-ehi Sara, sarà meglio che tu resti qua.. non ti preoccupare, ci pensiamo noi- Ace mi sorrideva tranquillo come a volermi tranquillizzare
Mi sentivo un peso per la squadra, non disponendo di abilità particolari, ma annuii comunque sorridendo
-forza, leviamoci di torno questo problema- finalmente Zoro si era alzato, pronto per lottare.
-forse sarebbe meglio che qualcuno resti qui a proteggere Sara..- provò a dire Usopp
-muoviti e non fare storie!- controbatté lo spadaccino  
Salirono tutti sulla barca di Ace, lasciandomi sola. così mi sedetti sul bordo dell’ imbarcazione stringendo tra le mani il binocolo che Usopp aveva dimenticato, per lui non sarebbe stato un problema essendo munito dei suoi occhiali speciali, inoltre poteva essermi utile per osservare la scena. Sapevo che se la sarebbero sicuramente cavata, ma non potevo reprimere quel senso di disagio che si stava impossessando di me. c’era qualcosa sotto, di più pericoloso, me lo sentivo.
Rufy’s POV
Quella discussione avvenuta qualche ora prima non mi era affatto piaciuta, non era niente di serio, ma avrei preferito che Nami mi avesse ascoltato..
Un leggero scricchiolio della porta della cabina mi fece alzare di scatto dall’amaca su cui ero sdraiato per capire chi era l’intruso
-Robin..- dissi tranquillo
-ehi capitano, posso entrare?- la ragazza con la sua solita calma mi guardava con occhi diversi dal solito
-vieni- risposi un po’ stranito dal suo sguardo
Robin con passo felpato entrò nella stanza sedendosi su una sedia di fronte a me, dopo avermi fissato per qualche secondo cominciò a parlare
-senti, so che non sono affari miei, ma siete miei amici e ormai ci conosciamo da un po’.. insomma, che ti è preso prima?-
Capendo la situazione, abbassai la testa e con un sorriso chiesi –hanno mandato te a chiedermelo?-  
Lei sorrise a sua volta –si capitano, tutti volevano capire qualcosa e così mi hanno mandata a parlarti-
-beh, puoi dirgli che non ho niente da spiegare, mi sono comportato come ogni capitano farebbe e mi sono infastidito perché un membro della mia ciurma ha disobbedito ad un mio ordine..- mi ridistesi sull’amaca come a voler chiudere il discorso.
-e invece credo che in questa stanza ci siano due persone che sanno che le cose non sono andate proprio così..-
Quell’affermazione mi fece piantare i miei occhi sui suoi, cercando anche una sola nota di esitazione, ma non trovandola sbuffai arrendendomi all’evidenza
-ascolta Robin, neanche io sono certo del perché il solo pensiero di non poterla proteggere mi infastidisce, forse perché lei è più indifesa..-
-sai che non è così.. Nami ha dimostrato più volte di sapersela cavare, il vero problema è che anche se tu non vuoi ammetterlo tieni più a lei che agli altri, e non sopporti anche solo l’idea di doverla perdere..-
a quell’affermazione sgranai gli occhi –cosa stai dicendo?! Io tengo a tutti i miei compagni, siete la cosa più importante che ho-
-questo non lo metto in discussione, dico solo che Nami è qualcosa.. in più! Rufy, cerca di rifletterci su..- quel discorso mi aveva lasciato sbigottito mostrandomi un altro lato della faccenda, una spiegazione più semplice e convincente di quelle che mi ero dato fino a quel momento, una possibilità mai nemmeno immaginata *e se.. mi fossi innamorato di lei?*
Sara’s POV
Zoro lasciava “x” rosse su ogni nemico gli si ponesse davanti, mentre Ace gli bruciava con il suo solito mitico pugno di fuoco, i marine rimanenti gli abbatteva Usopp con le sue stelle infuocate e chi cercava di scappare per mare veniva fulminato da Nami.
 La lotta era iniziata da neanche qualche minuto e già più della metà dei marine era fuori gioco. Più che una battaglia, sembrava una strage. Non ne risparmiavano neanche uno ed il motivo era semplice; lasciandoli fuggire, sarebbero stati un pericolo per la mia incolumità.. così sulla mia coscienza si aggiunsero anche quei poveri uomini che in fondo stavano solo eseguendo ordini.
Purtroppo però quello non era il problema più grande, o almeno non fino a quando un gigantesco vortice nero non comparse davanti all’imbarcazione. All’inizio rimasi immobile, incapace di formare qualsiasi pensiero. Riuscii a muovermi indietreggiando quando da esso ne uscì un uomo
I capelli neri erano raccolti in un codino, gli occhi uno giallo e uno viola mi fissavano tranquilli ed un fastidioso sorrisetto malvagio ornava quel viso ovale.
-ciao Sara.. ti abbiamo cercato a lungo, ma finalmente sei in nostro possesso.- quelle parole mi fecero irrigidire ancora di più, per quanto fosse possibile.
La mia bocca non disse niente ma i miei occhi rispecchiavano la mia ovvia domanda *chi è quest’uomo e come sa il mio nome..* con un gesto della mano dello strano tizio, sbucarono dal vortice altri duo uomini, completamente identici, capelli marroni e occhi rosso sangue. Mi afferrarono e mi trascinarono verso il luogo da cui erano provenuti. In quel frangente riuscii finalmente ad emettere un grido disperato,  venne udito dai miei amici che però non riuscirono ad accorgersi in tempo degli avvenimenti non riuscendo ad impedire che quelle agghiaccianti persone mi portassero via facendo richiudere il vortice.
 
-lasciatemi!- urlavo con tutta le forza che avevo, gli occhi colmi di lacrime che mi rigavano il viso e le guance arrossate. Mi dimenavo cercando di liberarmi, senza risultato. Le caviglie e i polsi erano legati e da quest’ultimi partiva una corda tenuta ben salda da un dei due uomini. Mi trascinarono lungo una galleria sotterranea fino ad arrivare dentro una specie di grotta, ma molto più ampia. Al lato sinistro si trovavano delle capsule, alcune vuote, alcune con dentro uomini immersi nell’acqua e collegati ad un tubo. Erano più di un centinaio, tutte lineari e di diversi colori spenti. Quella scena mi aveva gelato il sangue, faticai a trovare il coraggio di girare la testa dall’altra parte. A destra si trovavano numerosissimi tavoli da laboratorio colmi di fiale e libri, per ogni tavolo erano sistemati due o tre uomini dal camice bianco, scienziati. Mi sorpresi quando realizzai che tutti erano legati per una caviglia, in modo che non potessero scappare, a sorvegliarli c’erano persone simili ai miei rapitori, anche loro con capelli marroni e occhi rossi.
Al centro altre porte, mi ritrovai a scoprire che oltre la soglia di ognuna di loro c’erano le stesse scene che ora vedevo io. Una porta al centro era un po’ più grande e fu quella che oltrepassammo.
Quella stanza era diversa dalle altre, meno inquietante, era costituita da mobili e un semplice tavolo al centro pieno di lettere e scartoffie varie.. seduto tranquillo dietro di esso c’era lo stesso uomo che mi aveva portata via
-benvenuta della mia dimora… saresti dovuta venire un po’ di tempo fa, ma ora sei qui e non importa- il suo sorrisetto non svaniva neanche per un secondo
-chi sei tu! E cosa vuoi da me!- la mia voce era piena di odio con un innascondibile accento di terrore
-come? Non dirmi che non ti sei chiesta come mai sei qui, in questa dimensione.. io quando ho scoperto l’esistenza di altri mondi mi è salito un groppo alla gola, al solo pensiero di quanto l’esistenza può essere infinita. Universo.. è così che si chiama il tuo, giusto? Al passaggio dimensionale molti dei miei uomini sono morti, non avendo le fattezze per viverci.. così nel trasporto del primo essere mi sono premunito di trasformarlo e rendere l’intero corpo adatto al nostro mondo.. è buffo, non trovi? Voi con la vostra “tecnologia” siete molto più avanzati di noi, eppure noi abbiamo fatto questa grande scoperta prima.. -
Quelle parole caddero come pesanti macigni, caddi in uno stato di ipnosi dimenticandomi la situazione. Quando mi ero svegliata in questo posto mi ero convinta fosse uno stupido sogno, ma pian piano avevo cominciato a non pensarci più godendomi ogni secondo di quell’avventura. Ma ora la realtà mi era venuta a bussare e non potevo fare più niente per illudermi e non chiedermi la fatidica domanda *è tutto vero..?*

                //                    //                    //                     //                    //                    //

allora.. finalmente ho iniziato veramente la storia... naturalmente non potevo introdurre subuto un qualche problema, volevo far ambientare la protegonista..
cmq spero che questo capitolo vi piaccia più degli altri perchè succedono acune cose piuttosto importanti.. mi raccomando fatemi sapere! anche perchè ora mi sono cacciata in un bel guaio perchè non ho ancora in mente la reazione di Sara.. spero di riuscirci.. :p ora vi lascio in pace un bacio ciaooo! ;D :3

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Capitolo 6
*** Certezze Infrante ***


Lo sguardo a terra, il viso completamente sbiancato. La ragione mi continuava a ripetere che non poteva essere vero, era completamente impossibile! Ma le sensazioni, le emozioni e soprattutto il dolore delle ferite che riuscivo a percepire, rendevano l’ipotesi del sogno sempre meno attendibile.. una flebile possibilità che tutto quello che stavo vivendo succedeva in tempo reale si accese nella mia mente, bruciando pian piano tutte le certezze accumulate durante la mia vita. Non potevo, no volevo cancellare quei punti fissi della mia realtà, anche se ormai le due prospettive si erano invertite rendendo verità sogno e sogno tutto quello che avevo visto, studiato, appreso nel corso della mia vita. Come svegliarsi da un sonno durato quindici anni. Ma non poteva essere così, era impossibile.
-questa è follia, pura follia! D-dove mi trovo e tu chi diavolo sei!-  le mani strette in dei pugni a terra come a volermi agganciare a qualcosa e gli occhi stretti per non poter vedere ancora il viso dell’uomo
-mi aspettavo una reazione di sorpresa da parte tua, ma il non credere all’evidenza è da stupidi. Mi presento, sono il dott. Jonatan Riche, pochi mi conoscono e vengo spesso definito con “il carnefice”.
Sono la parte più oscura del governo mondiale, poiché qui commettiamo gravi reati nascosti al mondo.  i risultati ottenuti sono ottimi e tu ne sei la prova, per questo mi lasciano continuare gli studi..
Vedi, dopo la scoperta di questo nuovo universo la mia società stava cercando di riprodurre esseri viventi in grado di sopravvivere nella tua galassia. Purtroppo con scarsi risultati, per questo abbiamo voluto tentare un esperimento inverso, cioè portare un campione vitale della “Terra” da noi. Come potrai constatare l’esperimento è riuscito molto meglio dei  precedenti, l’unico sbaglio è stato il calcolare male il luogo del portale, per questo il nostro incontro è stato ritardato..- quelle parole svanirono come polvere, volevo solo uscire da quella situazione, tornare a casa. La testa mi stava scoppiando e sembrava non riuscire più a contenere altre informazioni
-sembri ancora un tantino scossa, forse una bella dormita in cella ti farà bene- di nuovo il suo ghigno, di nuovo quel suo odioso braccio alzato che richiamava le guardie pronte a portarmi via.
-ah, e non preoccuparti per i tuoi nuovi amici, gli stanno dando una sistemata tre dei miei migliori uomini, dubito che riusciranno a sopravvivere, ma nessuno può intralciare i piani del governo- con quelle ultime parole non riuscii quasi a respirare, tale era il caos che albergava nel mio corpo. Cosa era vero e cosa falso, in quel folle universo..
 
Rufy’s POV
-ma è… è gigantesco!- urlò Franky piuttosto sorpreso
L’enorme mostro che ci si presentava davanti era a metà tra un essere umano e un animale.
La testa era allungata, i capelli neri e lunghi avevano una frangia a punta schiacciata. Gli occhi rossi erano interamente delineati da una pesante linea nera e falla bocca sottile spuntavano due denti aguzzi. Portava una mantella anch’essa nera dalla quale spuntavano diversi tentacoli. I ragazzi si resero conto che la sua grandezza era tale da oscurare il sole, lasciandoli per qualche secondo sbigottiti.
Si erano cacciati in quella situazione per andare alla ricerca dei loro compagni e dare loro man forte in caso di pericolo. Avevano deciso di partire grazie al sesto senso di Rufy che aveva intuito qualcosa che non andava..
Per la prima volta nella storia della mia vita, successe l’impossibile. Era l’ora di pranzo e Sanji aveva cucinato un ottimo spuntino per tutti, ma con gran sorpresa degli altri io non avevo molta fame.. come se qualcosa mi avesse bloccato lo stomaco… dopo quella chiacchierata con Robin ero rimasto tutta mattinata a riflettere, sull’argomento non sapevo niente e per me era un emozione del tutto nuova. Trovavo così strana quella sensazione dolorosa ma anche dolce, che mi faceva sentire debole ma anche forte.. ma quello non era l’unico motivo per in quale c’era in me quello strano disagio, avvertivo un senso di pericolo per l’incolumità dei miei compagni..
-Rufy, stai male?!- chopper mi si era avvicinato e con i suoi occhietti mi  fissava preoccupato
-no no.. ho solo una strana sensazione-  risposi mentre guardavo il piatto cercando di capire
-sarà per quel discorso di oggi?- chiese Robin
-anche.. ma non so, ho come un senso di ansia, come se.. qualcuno fosse in pericolo-
-anche se fosse, credo che i nostri compagni se la sappiano cavare da soli, la tua potrebbe essere anche solo una sensazione- Franky non sembrava per niente preoccupato
-non prenderla tanto alla leggera.. sei nella squadra da poco ma col tempo capirai che l’intuito di Rufy non fallisce mai- Sanji invece fumava nervoso mentre analizzava la situazione
-allora che possiamo fare?- continuò Franky
-andiamo a controllare mi sembra ovvio- Rufy si alzò dalla sedia pronto all’azione
-è la cosa migliore da fare, io e chopper resteremo qui a controllare la nave. Per sicurezza dovresti restare anche tu capitano, ma a meno che non ti leghiamo al ponte della nave, dubito che resterai qui a fare niente.. quindi tanto vale non provarci neanche- Robin aveva già analizzato sicura la situazione.
-quindi andremo io Rufy e Franky. Perfetto, partiamo.
 
Sull’imbarcazione tutto era silenzioso, si sentiva solo l’intermittente rumore provocato da Rufy mentre batteva le dita sul legno.
-ma perché va così piano?!- disse stufo il capitano
-più veloce di così non può andare, devi essere paziente- Franky era più annoiato di lui, ma cercava di resistere. Dopo tutto erano in viaggio da neanche venti minuti..
-trovati qualcosa da fare- lo incoraggiò Sanji
-per esempio?- chiese Rufy, non trovando niente di interessante a stare fermi su una barca grande  poco più di un metro quadro..
-uff.. non lo so! Osserva il fondale- rispose seccato Sanji
Provai a seguire il consiglio del mio amico, quando dopo pochi secondi intravidi una macchia nera che si avvicinava minacciosa.  Sorrisi
-finalmente un po’ di azione!- i miei compagni inizialmente non capirono, ma quando dalle profondità marine comparve quell’enorme mostro, i loro volti assunsero un espressione di sorpresa
 
-siete voi la ciurma di cappello di paglia?- chiese l’uomo annoiato
Rufy si alzò in piedi  diventando serio -si siamo noi, io sono il capitano. Tu chi sei?-
Il mostro non rispose neanche, al contrari abbatté uno dei suoi tentacoli sulla barca, frantumandola in mille pezzi. I ragazzi riuscirono a schivare il colpo all’ultimo secondo, atterrando sugli altri arti dell’essere. Questi cominciò allora a ruotare su se stesso sempre più veloce, fino a far mollare la presa ai tre compagni che vennero scaraventati in acqua
-Rufy!- urlò Sanji una volta preso fiato, vedendo il capitano sprofondare
-niente paura, ci penso io- il cyborg utilizzò le sue doti per recuperare il compagno salvandogli la vita
-grazie Franky- disse tossendo, per poi volgere lo sguardo verso il mostro –ascolta, in questa lotta non ce la posso fare da solo, quindi ti chiedo di aiutarmi- continuò sicuro con già un piano d’attacco in mente, il compagno annuì fiducioso nel capitano.
 
Lo scontro sembrava non finire mai, i tre compagni infliggevano attacchi mirati, potenti e in perfetta coordinazione, ma anche il nemico era molto forte e con i suoi tentacoli dalle punte avvelenate rischiava continuamente di recare danni mortali ai ragazzi, inoltre con lo svantaggio di Rufy Franky poteva fare ben poco, dovendo fare da “salvagente” al capitano ogni volta che questi finiva di sferrare un attacco..
-così non concluderemo mai niente!- disse Sanji dopo aver sferrato un altro dei suoi calci
Improvvisamente un urlo attirò l’attenzione di tutti cessando temporaneamente di combattere
-Nami!- orlarono in contemporanea Sanji e Rufy
-la ragazza dev’essere in pericolo..- Franky aguzzò la vista e seguendo la fonte del rumore  riuscì a scorgere la nave della marina
-ma quella.. è una nave!- continuò allora informando i suoi amici
-perfetto! Non bastava questo odioso mostro, ora anche la mia Nami è in pericolo?!- Sanji si sentì il cuor in mille pezzi al suono della voce della navigatrice
-vado a salvarla!- Rufy era agitato e preoccupato 
-vengo con te- disse Sanji
-no, tu resterai qui ad aiutare Franky con questo bestione, io me la saprò cavare. In oltre se resto qui a lottare in mare aperto sarò solo di peso per voi.- i ragazzi annuirono dandogli ragione
-Franky, sparami.- continuò allora Rufy sicuro
-subito- rispose il cyborg prima di lanciarlo in aria usando uno dei suoi attacchi più potenti.
La nave era lontana ed era difficile prendere la mira, ma sapeva che Rufy se la sarebbe cavata comunque allungandosi. Inoltre lui aveva alte cose a cui pensare, come il tentacolo che gli si era avventato sopra e che aveva schivato per un soffio.
 
Nami’s POV
Avevamo appena finito di liberarci di tutti i marines quando l’urlo della ragazza ci portò un nuovo problema da risolvere. Ace era tornato indietro per andare a controllare seguito da Usopp e Zoro. Sulla nave ero rimasta da sola, alla ricerca di qualche tesoro o importante mappa della marina che ci sarebbe potuta tornare utile. fu in quel momento che venni presa alla sprovvista da dietro, un uomo di esagerate proporzioni mi aveva attaccata lanciandomi uno strano liquido. grazie ai miei sensi vigili ero riuscita a schivare l’attacco, prendendo il colpo su un braccio invece che in punti vitali. Il dolore però fu comunque forte facendomi urlare, provai a guardarmi la ferita, vedendola diventare prima rossa poi viola e infine nera.
Alzai lo sguardo vero l’uomo, era biondo e riccio, con dei baffi allungati e gli occhi marroni. Il colore della pelle era insolitamente di un giallo chiaro
-sei un componente della ciurma di cappello di paglia?- chiese il tizio
-chi lo vuole sapere?!- chiesi in tono freddo
-non mi sfidare ragazzina, quello che ti ho lanciato è un veleno debole che al massimo può crearti un infezione, ma ne ho altri di ben più alto livello e se avessi voluto saresti già morta. Quindi te lo richiedo, fai parte della ciurma di cappello di paglia?- non risposi, stringendo la mia arma come a darmi sicurezza
-voglio sapere chi sei e cosa vuoi da noi!- urlai
L’uomo sorrise –sei proprio testarda.. vorrà dire che ti eliminerò comunque per sicurezza, in fondo così perderò meno tempo.- strinse i pugni e il colore della carnagione si tramutò in un giallo sempre più intenso, fino a diventare di un arancione spento perdendo intensità.
-vedi, quello che mi scorre nelle vene non è sangue come in voi, il quale vi da un colorito rosato. Al suo posto posso far scorrere diversi tipi di veleni cambiando anche il colore della mia pelle.- continuando a sorridere alzò nuovamente la mano, pronta a sprigionare quel nuovo tipo di veleno –addio- disse, istintivamente cercai ci chiudermi a riccio stringendo gli occhi, a tremare aspettando il colpo di grazia. Passò qualche secondo, sentii il rumore del veleno che si avvicinava e che però improvvisamente si fermò, successivamente un tonfo e in quel momento decisi  di riaprire gli occhi per capire cosa era successo. Davanti a me il ragazzo dai capelli corvini era steso a terra con una profonda ferita al fianco che continuava a perder sangue
-Rufy!- urlai sconvolta.

     //                    //                    //                     //                    //                    //

sono molto titubante sulla prima parte del capitolo.. non sono sicura di essermi espressa bene e aver fatto capire quello che volevo.. quindi se non ci capite niente, non è colpa vostra madella mia mente contorta :p
apparte quello, del resto mi sento piuttosto soddisfatta visto che ho scritto quello che volevo.. spero vi sia piaciuto, lasciatemi un commentino per farmi sapere che ne pensate. un bacio! ;D :3

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Capitolo 7
*** Arrivano I Rinforzi ***


 
Il ragazzo respirava a fatica, qualche goccia di suore gli imperlava la fronte mentre i suoi occhi scuri cercavano il mio viso
-perché l’hai fatto?! non avresti dovuto- gli avevo urlato disperata dopo essermi fiondata da lui.
Rufy, non rispose, trattenne il respiro per il dolore e cercò di alzarsi
-fermo! Sei ferito, non muoverti- lo presi leggermente per le spalle facendolo tornare a terra
-N-Nami.. stai bene?- chiese stordito
-si, io sto bene, a contrario di te che hai un buco nello stomaco!- risposi preoccupata
-non è niente, non mi sento così male.. e poi se non l’avessi fatto, avrebbe colpito te..-
Le sue parole così semplici e dolci mi sorpresero regalandomi un triste sorriso
-ora basta, voi due mi state solo facendo perder tempo! Finiamola qui- disse seccato l’uomo, mentre con le sue mani creava una sfera di veleno che continuava ad ingrandirsi.
-non ci contare!- urlai furiosa alzandomi di scatto, sapevo di non avere molte possibilità di battere un uomo fatto d veleno, ma dovevo proteggere Rufy a tutti i costi, proprio come lui aveva fatto con me. Avrei cercato di distrarlo finché i rinforzi non sarebbero arrivati
-Mirage Tempo!- urlai subito, creando pian piano col mio bastone, miraggi di me e Rufy sfruttando la densità dell’aria
-credi forse di sconfiggermi con questi giochetti da prestigiatore? – l’uomo sogghignò, cominciando a dividere la sua sfera in altre più piccole
*devo sbrigarmi, non ci metterà molto a capire qual è la vera me stessa..* pensai preoccupata mentre continuavo a sprigionare sfere di aria fredda e aria calda in cielo, creando pian piano una nube.
Il nemico cominciò ad attaccare, scagliando due dei suoi attacchi sui nostri miraggi, facendogli dissolvere. Erano rimaste tre copie di me e  altrettante di Rufy, mentre io continuavo con la mia impresa.
Altre sfere si accanirono su di noi, tre colpirono i falsi, una andò a finire di striscio sul mio braccio, facendo sogghignare l’uomo
-eccoti finalmente, hai smesso di giocare-
-infatti, Thunderbolt Tempo!- urlai, lanciando la bolla di elettricità sulla nuvola ormai divenuta gigantesca. Questa divenne minacciosa e dopo pochi secondi sprigionò un potente fulmine sull’uomo
Il sorriso trionfante di Nami svanì dopo essersi trovata davanti l’uomo perfettamente integro senza nemmeno un graffio
-stupida ragazzina, nella mia associazione ogni membro possiede risorse regalateci dal mare, come il potere di controllare l’acqua creando anche bolle di protezione.- mentre parlava, il pericoloso individuo creava un’altra sfera che si preparò ad accanirsi sugli sbalorditi ragazzi.
-m- ma cosa..- l’uomo sembrava sorpreso, con spavento guardava la sua creazione sciogliersi tra le fiamme
-non dovresti prendertela con chi non può combattere, è un gesto da vigliacchi-  disse sicuro un ragazzo presentatosi all’improvviso
-Ace!- urlò Nami felice e sollevata, a quel nome Rufy drizzo le orecchie e cercando di alzarsi in piedi so fissò sbalordito
-Ace?!-
-ciao fratellino! Com’è che ogni volta che ci incontriamo sei in mezzo ai guai?-
 Rufy sorrise, felice di rivedere il fratello ma anche rasserenato dal sapere che ora Nami era al sicuro
-prima spiegami il motivo per il quale capiti sempre nel posto giusto al momento giusto, come hai fatto a rintracciarci?!-
-ne parleremo dopo, ora va via di qui, ferito come sei finiresti solo per ucciderti-
Rufy ascoltò il consiglio del fratello e aiutato da Nami uscirono dalla nave saltando sulla scialuppa di Ace.
-non saresti dovuto intervenire, non hai neanche la minima idea di quello che sono capace di fare!- l’uomo minaccioso rese la sua carnagione di un arancione sempre più intenso, fino a diventare di un rosso vivo.
 
Sara’s POV
Ed eccomi qui. Dopo tutto quello che avevo passato, ora ero lì in quella gabbia, rannicchiata in un angolo ad osservare un punto fisso dell’ambente. Per tutta la vita mi ero illusa, e anche in quei giorni passati in questo mondo, mi ero illusa.. le mie stupide sicurezze erano talmente innescate dentro di me che avevo mentito a me stessa pur di difenderle. Ma ora era tutto crollato, neanche la più grande bugia poteva nascondere l’evidenza. Ora non sapevo più cosa era vero e cosa era falso. Ma il tempo trascorso il quel luogo mi aveva fatto riflettere, mi aveva fatto capire che questo non importava, che c’erano cose ben più importanti della verità. In quel momento mi vennero in mente i miei amici, coloro che mi avevano accolto e che di sicuro in quel momento si stavano battendo per andare a salvarmi, o lo avrebbero fatto presto. Per cui stare lì a impazzire non sarebbe servito a niente, dovevo affrontare la sfida più importante della mia vita, dovevo accettare la situazione e reagire.
Così, dopo ora passate a fare i conti con me stessa, decisi di alzarmi e lottare, come avrebbe fatto Rufy, come avrebbe fatto Ace.. presi un sospiro e cominciai a riflettere su come sarei potuta uscire da quella gabbia.. mi avvicinai alle sbarre e provai a scuoterle per misurarne la resistenza, purtroppo per me erano di agalmatolite, materiale che non mi avrebbe fatto effetto ma che comunque era molto potente e praticamente impossibile da infrangere senza armi speciali..
*ok Sara rifletti, ci dev’essere una chiave da qualche parte..* il mio occhio cadde su una guardia che sonicchiava, la tipica veglia che dovrebbe controllare i carcerati ma che poi cede al sonno.. anche perché l’unica da controllare ero io e gli dovevo esser sembrata una ragazza stordita per lo shock del quale non ci si doveva preoccupare –brutto sbaglio- dissi tra m con un sorriso. Nella stanza c’era un letto di legno sistemato alla buona e nient’altro. Mi accontentai, staccando una gamba del letto da usare come prolunga delle mie braccia. Con quell’aiuto mi mancavano pochi centimetri dalla chiave, ma per quanto mi allungassi non riuscivo a colmare quella piccola distanza.. dopo un po’ di tentativi le braccia cominciavano a farmi male e quel piccolissimo problema che mi separava dalla meta cominciava a irritarmi *e andiamo stupido bastone!* senza accorgermene il mio corpo cominciò ad assumere un colore azzurrino e trasparente e dopo pochi secondi scivolai improvvisamente oltre le sbarre, cadendo per colpa dell’appoggio mancato.
*ma c-che è successo?!* pensai sbalordita dopo essermi alzata, curiosa mi guardai la mano –m-ma
q-questa è acqua, sono diventata acqua!- dissi a basso voce completamente sconvolta.
Respiri profondi, uno dopo l’altro per riacquistare la calma *questo è troppo! Non bastava essere catapultati di un'altra galassia, ora sono pure diventata un fiume! Ma perché a me?!* non era tanto lo spavento o la paura a perseguitarmi, era più la rabbia per le numerose difficoltà che il destino continuava a pormi senza tregua. I lineamenti del corpo e del viso erano ancora bel definiti, erano solo diventati trasparenti e liquidi. Anche i vestiti erano diventati della stessa sostanza, c’era da aspettarselo, la vera domanda era perché era capitate quella trasformazione? Dopo aver ristabilito un po’ la calma tentai di riflettere –potrebbe essere una qualità nascosta di questo nuovo corpo anime.. volevo uscire dalla gabbia e questo potere si è rivelato per venirmi in aiuto e farmi evadere.. quindi, concentrandomi, dovrei riuscire a tornare normale..- infatti, dopo un po’ di tentativi il mio aspetto riassunse sembianze umane.
Avrei voluto indagare meglio su quella nuova scoperta, ma ora non era decisamente il momento di fare esperimenti, dopotutto dovevo ancora capire come uscire.*dai, Sara ce la puoi fare, dopo tutto ti sei guardata mille puntate su One Piece, non sarà la stessa cosa farlo realmente ma almeno ci posso provare..*  Presi il mazzo di chiavi e una mappa della base dalla guardia che dormiva e,  dopo essermi allontanata a sufficienza, cominciai a correre facendo ben attenzione a non incrociare nessuna guardia, spiando ogni corridoio e nascondendomi dietro qualche muro ad ogni rumore. dopo essermi fermata in qualche stanza della base per cambiare vestiti e ricevere più informazioni, ero arrivata alla fine di un lungo corridoio, secondo la cartina oltre la porta si trovava la stanza centrale, quella dove avevo visto quelle agghiaccianti capsule e gli scienziati imprigionati. Presi un grossi respiro di conforto ed unendomi ad una squadra di personaggi del governo mi addentrai nella sala.
*fin ora è andato tutto bene, ma è meglio non cantare vittoria troppo presto..*
Ecco infatti che camminando verso la via della salvezza, si avvicinarono al gruppo quattro persone probabilmente di grado più alto.. volevano esaminarci le carte di identità, avevano scoperto della mia fuga e dovevano trovarmi a tutti i costi. Un groppo mi si fermò in gola e dei brividi freddi mi invasero il corpo *e adesso che faccio?!* il cuore cominciò a battere forte, quando uno di quei personaggi coperti da un cappello scuro, giacca altane occhiali da sole si avvicinò a me
-lei viene con me, signorina- mi ordinò trascinandomi rudemente per un braccio. All’inizio cercai di opporre resistenza, ma quella stretta era immobilizzante e mi ricordò tanto una persona.. i miei sospetti furono confermati quando scrutandogli meglio il viso comparve un ciuffo verde.
 
   
    //                    //                    //                     //                    //                    //

ho paura di non aver descritto bene la reazione di sata (di nuovo) .. spero almeno di non aver commesso errori di battitura prchè non lo controllata.. vi prego di lasciarmi un commentino per dirmi ke ne pensate un kiss ;D :3

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Capitolo 8
*** Fuga Dalla Base ***


 
Ace’s POV
-dovrei essere spaventato?- chiesi ironico
-forse non hai capito bene la gravità della  situazione in cui ti sei cacciato..- l’uomo dopo avermi lanciato uno dei suoi sorrisetti appoggiò la mano sulla ringhiera della nave. Appena sfiorata essa divenne nera e cominciò a scuoiarsi come ghiaccio al sole. –vedi, questo è il mio livello più potente di veleno. Se ti sfioro anche solo la mano ti ritroveresti senza un braccio-  io guardai sorpreso la scena, ma non ero impaurito, piuttosto eccitato per la nuova sfida che avrebbe di sicuro migliorato le mie capacità.
-se hai finito di sfoggiare i tuoi poteri, io non ho tempo da perdere..- dissi scagliando una sfera di fuoco sul mio avversario. Questo però non si lascò prendere alla sprovvista, riutilizzando la bolla d’acqua per proteggersi. Subito dopo contrattaccò con una bolla di veleno che schivai per miracolo. –sei forte, ma io non verrò sconfitto. Non oggi.- dissi sicuro.
Lo scontro continuò inalterato, come se nessuna delle due forze potesse prevalere sull’altra. Il fuoco veniva facilmente estino con l’acqua e l’acido veniva schivato o a sua volta sciolto dal fuoco. Nessuno dei colpi andava a segno, anche perché sarebbe stato fatale sia per l’uno che per l’altro.
-adesso basta. Mi hai proprio stancato!- l’uomo aveva il fiatone, così come me. Era irritato per non essere riuscito nemmeno a sfiorarmi e sembrava intento ad utilizzare una mossa potente che fino a quel momento non aveva ancora usato. Infatti la sfera di veleno che aveva creato non era interamente rossa come le altre, ma aveva delle venature azzurrine ed era completamente inglobata in un velo d’acqua
-con questa il tuo fuoco non potrà proteggerti!- il sorrisetto del mio nemico mi lascò intendere che quella mossa mi avrebbe creato dei guai non da poco, dovevo trovare una soluzione e in fretta. In quell’attimo una folle idea si fece spazio nella mia mente. Era disperata ma era anche l’unica speranza che avevo di sopravvivere.
La sfera si scagliò veloce contro di me. chiusi gli occhi e concentrandomi a fondo cosparsi interamente il mio corpo di fuoco, diventando un'unica fiamma. L’attacco mi si scagliò contro, l’acqua che lo copriva non fu abbastanza da spegnermi e il veleno non arrivò al mio corpo, al contrario si mischiò con le mie fiamme.
-è-è impossibile..- balbettò l’uomo sorpreso
-addio- dissi riaprendo gli occhi minacciosi e restituendogli il sorrisetto che aveva mostrato il suo viso per tutto il tempo. Il mio pugno di fuoco fu devastante, ora ancora più fortificato dal veleno che scorreva tra le fiamme. L’uomo venne catapultato via dalla nave.
Tornai alla forma normale, facendo dissolvere oltre al fuoco anche il veleno
-dopo tutto, è stata un’esperienza eccitante!- sorrisi tranquillo e mi incamminai verso i miei amici.
Sara’s POV
Il misterioso tizio dopo avermi portato in un corridoio nascosto del luogo, mi immobilizzò malamente su una parete. Gli occhi verdi e arrabbiati fissi sui miei.
-Z-Zoro?!- dissi stupita
-stai zitta! Vuoi che ci scoprano?! Stupida mocciosa, ti ho cercato dappertutto, e poi? Ti trovo in mezzo a pezzi grossi del governo a passeggiare come se nulla fosse- quella affermazione mi infastidì, dopotutto non stavo mica giocando
-guarda che avevo un piano preciso in mente-
-e questo piano comprendeva il farti beccare? Se non ci fossi stato io ti avrebbero catturata e credimi, sarebbe stato impossibile riuscire a salvarti-
Abbassai lo sguardo
–vi ho messo in pericolo.. m-mi dispiace..-
- non ti devi preoccupare per questo, gli altri se la sapranno cavare e comunque per ora l’unico riuscito a trovare la via d’accesso alla base sono io.-
Aveva una sua logica, l’entrata doveva essere così ben nascosta che neanche il più bravo dei navigatori l’avrebbe trovata, quindi occorreva qualcuno che di orientamento non ne aveva proprio per trovare quel che cercava nel posto più impensato..
-dove sono gli altri allora?- chiesi un po’ più rilassata
-senti, lasciamo le domande per dopo, ora pensiamo a come uscire da qui..- mi diede una lunga tunica per coprirmi  e tornammo alla grande sala. Questa volta riuscimmo a passarla senza nessun intoppo.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quei prigionieri costretti a lavorare come scienziati in condizioni pietose, quella scana mi riempiva di brividi agghiaccianti lungo tutto il corpo. Zoro notandomi mi appoggiò una mano sulla spalla, quell’insolito gesto di conforto mi lasciò alquanto stupita.
Dopo la stanza c’entrale si apriva un lungo corridoio ben illuminato. Per non correre rischi, optammo quindi per i condotti d’aria.
-muoviti, che non riesco a respirare!- Zoro era piuttosto seccato, trovandosi in fila dietro di me in un condotto in cui era un miracolo non rimanere incastrati.. avevamo già fatto buona parte della strada e in poco tempo avremmo dovuto arrivare all’uscita
-smettila di lamentarti, non è facile orientarsi con questa maledetta cartina. La luce e poca e tu di certo non mi aiuti starnazzando come un’anatra-
-come mi hai chiamato?! Senti mocciosa, tu non hai il diritto di..- Zoro non riuscì a finire la frase che lo azzittii con la mano. In quel tratto le condutture sembravano meno resistenti e gli strani scricchiolii confermarono la mia ipotesi.
-Zoro, siamo nei guai..- dissi paralizzata. Neanche in tempo di aspettarmi una reazione da parte dello spadaccino che l’intero condotto cedette facendoci cadere malamente a terra
-eccoli!- urlò uno dei soldati che era corso a vedere cosa era successo.
Cominciammo a correre, ma da qualsiasi parte andassimo, c’era sempre un gruppo di guardie a sbarrarci la strada.
-qui!- mi urlò Zoro tirandomi per un braccio dentro una specie di “sgabuzzino”.
Lo spazio era poco ed eravamo stretti l’uno all’altro tra stracci e scope, ma lo spadaccino non sembrava preoccuparsene, al contrario il suo viso infuriato mi fece prevedere una sfuriata..
-ma sei impazzita?! Trascinarci in un condotto instabile, ma allora vuoi proprio farti catturare! Avrei dovuto stare io davanti-
-e smettila! Non sono abituata a queste cose, e poi se ci avessi condotti tu, ci saremmo persi di sicuro!-
-non avrei dovuto venire a salvarti, sei una calamita per i guai!-
-guarda che nessuno te l’ha chiesto! Me la sarei benissimo potuta cavare da sola-
-si, certo, ho visto!-
-senti, neanch’io ho passato una giornata da favola oggi.. anzi, è stata la più brutta della mia vita!-
-lo credo, essere stati catturati dal governo mondiale non dev’essere stata una bella esperienza. A proposito, perché ti cercano?-
-non sono affari tuoi!-
-oh si che lo sono! Ti ricordo che qui quello che rischia di rimetterci la pelle sono io!-
Abbassai lo sguardo
-gli servo per un progetto.. sono la loro cavia..- risposi vagamente
La sua voce divenne più calma –che tipo di progetto?-
-preferisco non parlarne..-
-almeno con questa informazione hai riacquistato la memoria?-
-in un certo senso si..- solo ripensando a tutto quello scoperto il mio corpo si irrigidì involontariamente
-qualsiasi cosa ti volessero fare, non ti devi preoccupare perché non glielo permetteremo!- disse Zoro sicuro, di nuovo la sua mano mi toccò la spalla.
Alzai lo sguardo per incontrare i suoi rassicuranti occhi verdi che in quella situazione erano comunque rimasti seri, ma diventati un po’ più amichevoli
- secondo te se ne saranno andati?- cercai di cambiare discorso
Zoro aprì piano la porta e, non notando nessuno, uscì dallo stanzino seguito da me
-di qua-bisbigliò
-no Zoro, da questa parte…- ribadii io indicandogli la mappa.
Camminammo silenziosamente per tutto il corridoio, fino ad arrivare ad un grosso portone di color verde scuro
-e qui l’uscita, me la ricordo!- dissi  felice, ma il mio sorriso si spense quando realizzai che la via per la salvezza era chiusa con numerose serrature.
-non preoccuparti. io sono entrato mimetizzandomi, ma posso benissimo uscire in gran stile.- sorrise il ragazzo mentre tirava fuori le sue tre spade. Con una semplice “x”, la porta si infranse completamente, oltre essa un ultimo corridoio che finiva con un punto di luce.
-andiamo!- disse Zoro
-non così in fretta, spadaccino.- la via venne bloccata da un uomo con capelli rossi e vestito sgargiante.
Si girò verso di me, fissandomi con disprezzo. con una velocità tale da rendersi quasi invisibile  si spostò dietro le mie spalle, graffiandomi la schiena e facendomi cadere a terra
-lei viene con me- disse mostrando i suoi canini più appuntiti degli altri denti
-Sara!- urlò Zoro 


    //                    //                    //                     //                    //                    //


questo capitolo è dedicato al mio zoro ^.^ spero di averlo descritto bene.. la sua personalità fredda è difficile da scrivere, ma almeno ci ho provato
spero mi lasciate un commentino per sapere cosa ne pensate, la vostra opinione conta molto :D un kiss alla prossima!

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Capitolo 9
*** Nuove Scoperte e.. Imbarazzo ***


 La schiena mi doleva da impazzire, stesa per terra mi sentivo completamente inutile nella situazione in cui ci trovavamo. Zoro era partito subito all’attacco contro il nuovo nemico, portandosi in netto vantaggio con le sue tecniche speciali. Inizialmente la sua destrezza con le spade non poteva competere con le armi di quel tipo, così riusciva a mandare a segno buona parte dei colpi senza essere mai toccato. La situazione si cominciò a complicare quando l’uomo iniziò ad utilizzare il potere dell’acqua. In quel luogo dovevano avere tutti capacità derivanti dal mare, compresa me..  quel tizio infatti oltre ad essere incredibilmente veloce, sapeva creare bolle scure che a contatto con la pelle la scottavano. Così mentre lo spadaccino cercava di scoppiare tutte le sfere per non farsi colpire, il nemico attaccava indisturbato, provocandogli continuamente ferite su tutto il corpo.
-mi avevi sottovalutato, eh?- sorrise, mostrando di nuovo quei maledetti denti
Il primo taglio andato a segno sulla gamba fece quasi perdere l’equilibrio allo spadaccino, che distraendosi si fece colpire da due bolle, creando cerchi viola sul braccio. Ad esso si succedettero una serie di tagli orizzontali sulla schiena, creando rivoli di sangue.
Sembrava di vedere un gatto giocare col topo, se sarebbe andata avanti così, per Zoro non ci sarebbero state possibilità di vittoria. dovevo intervenire, non sapevo ancora come, ma qualcosa dovevo pur saper fare oltre a trasformarmi in acqua..
Trattenendo il respiro provai ad alzarmi, in confronto a tutte le ferite che riportava lo spadaccino quei tagli erano niente. Ma comunque non possedevo la sua stessa resistenza e fu quindi più difficile sopportare il dolore. Dopo un po’ di tentativi falliti riuscii finalmente a mettermi in piedi, con grande sorpresa del mio compagno.
-sta giù! Non ti intromettere, o ne uscirai male!- disse lo spadaccino mentre continuava a difendersi.
Io non lo ascoltai, ben consapevole dei rischi che stavo correndo. Alzai lentamente le braccia, chiusi gli occhi e provai a concentrarmi. Niente. Non avevo la più pallida idea di come fare, anche perché non sapevo neanche su cosa mi dovevo concentrare non consapevole dei miei poteri. un fitto dolore al petto mi fece ricadere al suolo.
-tu sta ferma per terra. Di te mi occuperò dopo- l’uomo in pochi secondi era riuscito ad allontanarsi dal combattimento con lo spadaccino, impegnato dalle sfere che spuntavano da tutte le parti, e colpirmi senza che nessuno si accorgesse di niente. caddi in ginocchio, ma non mi gettai a terra, dovevo resistere. Ritentare e riuscire a proteggere il mio amico. Una gamba alla volta mi rimisi in posizione eretta e mentre tremavo per lo sforzo provai a riflettere*ok, ragioniamo. Se la prima trasformazione era avvenuta quando ne avevo bisogno, allora basta pensare a cosa ho bisogno ora.. mi servirebbe qualcosa per difendere Zoro da quelle maledette bolle..* fissai attentamente il ragazzo concentrandomi sul contatto tra le sfere e la sua pelle. Riprovai a chiudere gli occhi. Una leggera macchia d’acqua si intravide sul petto di Zoro. Dovevo concentrarmi di più. La macchia riapparve diventando sempre più grande, ad ogni fitta di dolore rimpiccioliva e ogni volta dovevo ricominciare da capo. Dopo vari tentativi e tutta l’energia che mi era rimasta riuscii a coprirlo interamente in un  involucro d’acqua.
-e adesso cos’è sta roba?!- a Zoro inizialmente prese un colpo, pensando si trattasse di un altro degli attacchi del nemico
-sta tranquillo, ti proteggerà dalle bolle!- risposi mentre un sorriso di felicità invadeva il mio viso. Ce l’avevo fatta, ero riuscita a proteggerlo!
-e tu come hai f-fatto?! non dirmi che anche tu hai i poteri del mare!- chiese l’uomo sbigottito.
Da quel momento la lotta riprese una piega positiva per lo spadaccino, che riuscì ad abbattere il nemico in pochi secondi. Le bolle a contatto con la barriera si integravano nel liquido sparendo.
 
Zoro ansimava leggermente, un po’ affaticato per lo sforzo fisico e un po’ per lo stupore. Lentamente si avvicinò a me
-c-come diavolo hai fatto?!- mi disse stupito, i suoi occhi verdi fissi sui miei. Era ovvio cosa volesse intendere, lo fissai per qualche secondo, poi abbassai la testa.
-è una lunga storia..- non sapevo cosa dire, la verità mi perseguitava e minacciava di uscire dalle mie labbra a ogni parola
-non te la caverai così, non sono uno a cui piace entrare negli affari negli altri. ma capirai che non è cosa da poco sentirsi diventare improvvisamente di gelatina e non sapere il perché.. -
Rimasi in silenzio ancora un po’ per elaborare una risposta. Non potevo rivelare tutto, ma mentire sarebbe stato ancora peggio.. così raccontai una storia a metà tra il vero e il falso. Dissi che il governo mi cercava per fare esperimenti sul mio corpo, ma che non ne sapevo il motivo. Dissi che erano stati loro anche se involontariamente a trasferirmi quei poteri, ma non spiegai che quel corpo non era il mio.
Dopo una brevissima e molto vaga spiegazione per il poco tempo che avevamo, riprendemmo la fuga verso la libertà.
Con il fresco odore del vento e il rumore delle onde del mare mi sembrò di tornare alla vita.
Quel poco tempo trascorso nella fortezza mi era sembrato un’eternità, gli odori le visioni e le sensazioni di quel luogo rimanevano ancora vive dentro di me e sapevo che molte di loro non mi avrebbero mai abbandonata.
Una domanda mi rimbombava nella testa *cosa farò adesso* non sapevo come tornare indietro, l’unica opzione era continuare a viaggiare nella speranza di trovare una speranza. Sapevo che la questione non era finita lì, perché se davvero quello era il segreto più losco del governo mondiale qualcosa di più terribile mi aspettava per riguadagnarmi la libertà. Ma ero certa anche di un’altra cosa, sapevo che qualsiasi pericolo avessi incontrato non l’avrei affrontato da sola.
Mi girai verso Zoro, che si era seduto per controllare le ammaccature delle sue spade. senza di lui di certo non sarei mai riuscita a scappare. Gli indirizzai un sorriso grato e  mi sedetti vicino a lui ad assaporare la tranquillità del momento.


Rufy’s POV

La ferita faceva ancora male, le fasciature improvvisate da Nami non erano molto d’aiuto e l’inattività forzata mi faceva sentire inutile. 
-va meglio?- chiese la navigatrice dopo avermi adagiato un panno fresco sulla fronte.
Non avevamo neanche avuto il tempo di rallegrarci per la vittoria di Ace che un nuovo problema si era già presentato. una volta informato del rapimento di Sara la rabbia mi salì al cuore. Mi sentivo colpevole per tutto quello che era successo e non poter fare niente per rimediare mi distruggeva.
Sanji e Franky erano riusciti a battere da soli quel mostro marino e si erano uniti assieme ad Ace per le ricerche
-quello stupido spadaccino… possibile che non ne combini una giusta?!- aveva affermato Sanji una volta scoperto che pure Zoro era sparito.
Nami rimase sulla nave a curarmi, dopo mille insistenze da parte dell’intera ciurma che la volevano con loro per le sue doti di navigatrice.
-qualcuno si dovrà pur prendere cura di Rufy, inoltre mi sento responsabile per quello che gli è accaduto-
Dopo quell’affermazione oltre che a sentirmi inutile ero diventato anche un peso.. salimmo sulla nave nemica ormai vuota sfruttando la cabina come infermeria.
 
-si, grazie..- risposi sorridendo
-sei stato proprio un idiota, non dovevi farti colpire al posto mio..-
-e cosa avrei dovuto fare, lasciarti morire?-
Quella risposta semplice e schietta l’azzittì per qualche secondo
-sarebbe stato meglio che vederti soffrire al posto mio..-
-io ho pensato la stessa  quando mi sono messo di mezzo- i miei occhi corvini si posarono sui suoi.
Silenzio.
Mi toccai la testa, il cuore balzò al petto quando la trovai scoperta
-dov’è il mio cappello?!- chiesi agitato
-calmati, è al sicuro sul tavolino-
A fatica mi misi seduto per andare a recuperare il mio tesoro
-stai fermo sei ferito, lo prendo io-
-no, ce la faccio- risposi alzandomi completamente. A fatica mi diressi verso il tavolo, Nami con mia sorpresa mi lasciò fare
-qui non c’è..- dichiarai deluso
Nami si alzò dalla sedia e aprendo sicura un cassetto del mobile tirò fuori il prezioso cappello giallo
-ecco tieni- mi sorrise, appoggiandomi il copricapo sulla testa. I suoi occhi nocciola sembravano brillare al chiarore degli ultimi raggi solari.
Provai a fare un passo verso di lei ma le mie forze vennero meno, non riuscendo più a sostenere il peso del mio corpo caddi malamente in avanti, appoggiando le mani contro il muro che avevo di fronte. Sollevai lo sguardo, intrappolata tra le mie braccia la navigatrice mi guardava imbarazzata.
Il suo sguardo non riuscì a sostenere il mio a lasciò cadere gli occhi verso il basso. Osservai le sue guance arrossire, le sue labbra a un soffio dalle mie.

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dopo anni e anni di attesa sono riuscita ad aggiornare.. anche se quelli che seguono questa ff sono pochi
spero che questo capitolo vi abbia regalato almeno una piccola emozione, visto il finale ^.^
come sempre se aveve voglia lasciatemi un commentino per sapere ke ne pensate, ciao a tutti! ;D :3

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Capitolo 10
*** La Fine Di Una Giornata Particolare ***


 
Qualcosa di strano sembrava bruciarmi il petto, una strana sensazione mai provata. Il suo odore mi inondava le narici, era caldo e buono. Non riuscivo a smettere di guardarla, i miei occhi erano completamente paralizzati sulla sua splendida figura. Ero come ipnotizzato, non riuscivo a controllare il mio cuore che continuava a battere forte contro il mio petto. Le sue labbra rosee erano perfette e provai l’intenso desiderio di accarezzarle, toccarle con le mie. Il mio corpo si avvicinava inevitabilmente al suo e non riuscivo a fermarlo, ma soprattutto non volevo.
La porta si aprì all’improvviso
-ehi Rufy! Buone notizie, abbiamo trovato Zoro e S..-  Usopp era entrato frenetico e contento di dare la buona notizia al capitano, ma si era subito bloccato non appena visto la scena.
Il sogno si infranse e fui costretto a svegliarmi. Con un gesto veloce mi allontanai dalla navigatrice, cercando di ristabilire l’equilibrio.
-scusate.. ho interrotto qualcosa?- chiese il cecchino fissandomi sorpreso
Nami era rimasta paralizzata,  il viso rivolto verso il basso e i capelli spostati in avanti per cercare di coprire le guance rosse.
-Emm… no, niente. stavi dicendo?- cercai di cambiare discorso, per la prima volta non sapevo cosa dire.
- abbiamo trovato Sara, Zoro è riuscito a portarla in salvo..- continuava a guardarmi, sorrisi.
–è fantastico!- affermai felice, finalmente una buona notizia in quella stravagante giornata. Avrei voluto andare a vedere come stavano i miei compagni, ma ormai il mio corpo era completamente senza energie e fui costretto a sedermi.
-v-vado dai lei..- parlò Nami, così riuscì a svincolare da quella imbarazzante situazione, lasciandomi solo con Usopp.
-ehi capitano, Nami?! Non l’avrei mai detto!- il ragazzo fece un sorriso complice
-cosa intendi?!- chiesi ingenuamente
-insomma.. si è carina, ma pensavo foste solo amici..- insistette con quel suo sorrisetto ancora stampato in faccia
-allora, la vuoi finire?! Non hai capito proprio niente-
-io ti dico solo quello che ho visto… l’hai baciata?-
-no!- risposi istintivamente, quel discorso non mi piaceva e dentro di me stava crescendo un’altra nuova sensazione, questa volta però molto più sgradevole.. un emozione molto simile al disagio.
 
Nami’s POV
*oh cavolo!* era l’unica frase che albergava nella mia mente. Dopo essere praticamente fuggita dalla cabina, avevo appoggiato la schiena contro il muro facendomi scivolare a terra. Piccoli brividi invadevano ancora il mio corpo e il cuore non voleva smettere di battere veloce. Era stata una sensazione magica, ma anche molto imbarazzante. Ancora non riuscivo a capacitarmi di quello che era successo, continuavo a pensare che quel che avevo visto era stato solo uno scherzo della mia immaginazione. Perché in quel momento avevo trovato Rufy, il ragazzo che aveva mai mostrato alcun segno di debolezza o timore, di fronte a me con un espressione imbarazzata, quasi timida. Presi un grosso respiro e poggiai indietro la testa.
-Nami! Che ci fai lì? Abbiamo trovato Sara!-  Franky e Sanji erano saliti sulla nave per controllare la situazione del capitano
-si, lo so.. arrivo tra un attimo- cercai di rendere la mia voce il più normale possibile, ma la reazione del cuoco mi fece capire che era stato un tentativo pietoso…
-Nami!!!!! Che ti succede?!?!?- il ragazzo arrivò da me ad una velocità pazzesca, cominciando a fare lo stupido come al solito.
Chiusi gli occhi, presi un altro grosso sospiro e con un sorriso stampato in viso mi misi in piedi
-non ho niente.. è solo che questa giornata mi ha scombussolata un po’- gli fissai mostrandomi tranquilla, di certo quello non era il momento adatto per pensare a quelle cose, dovevo dimenticarmi per un attimo di Rufy e finire la giornata nel modo meno imbarazzante possibile.
-Nami!- la ragazza era salita sulla nave, preceduta da Zoro.
-ehi ciao! Ti prego scusami tanto per..-  Sara non mi lasciò finire
-non mi devi nessuna scusa, non è stata colpa vostra.. comunque ora sto bene-
-sei ferita?- chiesi preoccupata
-no, non preoccuparti. Con l’aiuto di Zoro sono riuscita a cavarmela- mi sorrise, voltandosi poi verso lo spadaccino
-dov’è Rufy?- mi chiese
-ecco.. mentre non c’eri, è stato ferito e..- lo sguardo della ragazza divenne immediatamente serio
-c-come?!-
-tranquilla, ha subito di peggio e se l’è sempre cavata! Questo per lui è niente- provai a tranquillizzarla, ma fu inutile.
-vado da lui- disse di sfuggito, prima di fiondarsi dal capitano. l’avrei seguita, ma ero sicura che se avessi rivisto la faccia del corvino ragazzo sarei di sicuro diventata rossa per l’imbarazzo, meglio evitare…
Così mi misi a sbirciare vicino alla porta. Non mi piaceva spiare, ma era l’unico modo per vedere in che condizioni era il capitano. in fondo non c’era nessuno che poteva vedermi, essendo tutti in cabina.
-Rufy!- aveva urlato Sara, precipitandosi vicino al lettino
-Sara! Che bello vederti!- il sorriso e la voce del capitano non tralasciavano trasparire nessun segno di sofferenza
-mi dispiace… è tutta colpa mia- la ragazza assunse un espressione pentita
-non dirlo, non è giusto incolparti di una cosa così- gli mise una mano sulla spalla sorridendogli dolcemente. Sentii una sensazione simile alla rabbia crescere in petto. *incredibile, si comporta come se non fosse successo nulla! Che diamine io sono ancora qua con i brividi e lui è tranquillo e sorridente con Sara* mi sorpresi a pensare, mi diedi della stupida per la mia ingiustificata irritazione.
-non lo sai che è maleducazione spiare gli altri?- una voce calda dietro di me. subito mi irrigidii imbarazzata
-A-Ace..- pronunciai, lui mi sorrise divertito.
-gelosa?- mi chiese pungendomi sul vivo. Io divenni ancora più rossa di prima e mordendomi il labbro provai a rispondere
-n-no! Ma che dici?! Come ti viene in mente-
-ok, ok. Capito, non sono affari che mi riguardano.. ma di solto quando una ragazza ha l’espressione che hai tu c’è un solo motivo… scusa ma devo andare a controllare il mio fratellino-
Non dissi niente, convinta di peggiorare la situazione. Lo feci passare cercando di allontanarmi il più possibile.
*ma come si permette?! Non ci conosciamo nemmeno… va be che è il fratello di Rufy, ma essendo più grande lo immaginavo più delicato, non peggio del capitano!*
 
Il resto della serata passò tranquilla, dopo una cena improvvisata da Sanji ci trovammo tutti un posto per dormire, quella notte saremmo dovuti restare su quella nave, visto le condizioni del capitano. saremmo ripartiti la mattina dopo.
 
Rufy’s POV
Mi avevano sistemato nell’unico lettino presente sull’imbarcazione, quella ferita cominciava a darmi sui nevi poiché da quando me l’ero procurata tutti erano diventati più premurosi del dovuto. Sbuffai *spero si rimargini al più presto..* quella giornata era stata piuttosto strana e se non fosse stato per i deliziosi pasti di Sanji avrei potuto addirittura dire “terribile”. La nuova esperienza con Nami era qualcosa di completamente ingestibile, anche se un po’ mi piaceva.. comunque era finita bene, avevamo ritrovato Sara e tutto si era risolto per il meglio. Come sempre! Sorrisi, addormentandomi.
Nami’s POV
*quel ragazzo mi farà impazzire!* pensai cercando di sistemarmi il più comodamente possibile sulla scialuppa. Rufy prima si mostrava un totale idiota, poi un ragazzo leale disposto a sacrificare la vita.. *ma perché è così complicato?!* protestai. Passai il resto della  serata a pensare a lui, cercando inutilmente di fare ordine nei miei pensieri.
Sara’s POV
Quella mattina mentre avevo  osservano quel bellissimo mare colorato dai raggi dell’alba, ero convinta che questa sarebbe stata una bella giornata… *si, “bella giornata” un paio di p… no, sono in un anime* pensai sconsolata. L’unica cosa buona che mi era capitata era stata incontrare Ace.
Ora per la mente avevo mille pensieri, tutti dovuti a quella gigantesca scoperta fatta quel pomeriggio, la scoperta che mi aveva sconvolto la vita, cambiandola definitivamente.  La testa aveva però riservato un piccolo posticino anche per quello che era successo con Zoro, quello scontroso spadaccino che per la prima volta si era mostrato gentile, anche se in minima parte.
Passai la sera e parte della notte immersa nei miei pensieri, addormentandomi solo quando la luna era ormai alta nei cielo.
 
______________________________________________

e dopo mille capitoli, finalmente concludo la giornata!
se ci metto così tanto per ogni giorno concluderò la storia il prossimo anno! xD  
c'è da dire che questa era speciale.. sono successe un sacco di cose ^.^
ringrazio tutti quelli che hanno recensito la mia ff, sono felice vi piaccia e se non vi rispono è perchè non ho altro da dirvi che GRAZIE :D
come sempre se avete voglia recensite il capitolo per farmi sapere che ne pensate
un saluto a tutti e alla prossima! :DDD


TK:3

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Capitolo 11
*** La Ragazza Nel Barile ***


Quella notte ero riuscita a dormire solo per poche ore, mi sembrava piuttosto ovvio dopo tutto quello che avevo passato.
Seduta sul ponte della nave assaporavo la brezza mattutina sperando che mi potesse svegliare.
-ciao- mi salutò una voce, voltandomi vidi che un biondo ragazzo mi si stava avvicinando
-ciao…- risposi, mezza stordita per li mancato sonno
-sembri stanca…- Sanji si sedette vicino a me, osservandomi preoccupato
-infatti sono esausta- ammisi, tenendo lo sguardo puntato all’orizzonte
-brutta giornata?-
-terribile-
Per un attimo il silenzio riempì la conversazione
-so che è difficile, e che ora ti senti spaesata e senza nessun punto di riferimento. Ma le cose andranno meglio e con questa convinzione bisogna cercare di andare avanti…- disse dopo un sospiro, quasi a se stesso.
Sospirai, appoggiando la testa sulla cabina della nave.
Per un tempo indefinito restammo in silenzio ad osservare la sottile linea che divideva il cielo dal mare, fino a quanto in lontananza non riuscimmo a scrutare un punto marrone.
-e quello cos’è?- chiesi a Sanji
-non so…  troppo piccolo per essere una barca- rispose alzandosi, seguito da me. ci avvicinammo alla ringhiera della nave, cercando di scrutare meglio il misterioso oggetto
-è… un barile?-
-proviamo a tirarlo su- propose Sanji, prendendo una rete
Una volta portato sul ponte, cominciammo a scrutarlo attentamente
-ci dev’essere qualcosa qui dentro…- dissi, battendo un pugno sulla botte
-spostati, provo ad aprirla- il biondo ragazzo aveva la gamba alzata, pronto a sferrare uno dei suoi calci più potenti.
Caricò il colpo, ma non fece neanche in tempo a rilasciarlo che il barile si ruppe da solo, esplodendo dall’interno
-che dormita!!!!- urlò una ragazza sbucata fuori all’improvviso, dando accidentalmente un pugno al povero Sanji
*questa scena mi ricorda qualcosa…* pensai mentre sorpresa strabuzzavo gli occhi nel vedere la scena
La ragazza in questione aveva capelli neri mossi e un po’ arruffati lunghi fino al collo e gli occhi di un viola scuro. Portava dei pantaloncino corti marrone scuro, stivaletti dello stesso colore corti fino alla caviglia e un  reggiseno viola che lasciava poco all’immaginazione.
Guardò in basso, trovando il ragazzo biondo steso per terra con un gigantesco bernoccolo sulla fronte
-oh scusa, per caso ti ho colpito?- chiese innocente
-certo  che no! Sto benissimo vedi!- si alzò come se non fosse successo nulla, cominciando a guardare la ragazza con occhi a forma di cuore
-e tu chi sei?!- chiesi invece io, pretendendo spiegazioni
-mi presento, sono Amy e sono un pirata!- mi porse la mano
*no io questa scena l’ho già vista… aspetta un attimo!* improvvisamente mi tornò alla mente la primissima puntata di One Piece, in particolare la prima apparizione di Rufy. Sbigottita dall’esatto ripetersi della scena non dissi nulla
-cos’è questo fracasso! Qui c’è gente che cerca di dormire!- Zoro era appena uscito dal ponte, mentre si grattava la testa insonnolito. Pian piano anche gli altri componenti della ciurma si svegliarono, e tutti rimasero imbambolati nell’osservare la nuova arrivata
-lei chi è?!- chiesero in coro
-mi chiamo Amy e sono la futura regina dei pirati!- spiegò
*ok, questo è troppo!!!!*
-cosa?! Mi dispiace ma sarò io il re dei pirati!- affermò il capitano, il quale era uscito per ultimo
-Rufy!!!!!!- urlò Amy, saltando al collo del ragazzo corvino
-mi sei mancato tanto!- continuò con le lacrime al collo
Rufy era visibilmente sorpreso, non capendo chi era quella ragazza
-non mi riconosci? Sono Amy!- a quelle parole Rufy strabuzzò gli occhi incredulo, incapace di formulare qualsiasi frase
-A-Amy?!-
Gli altri membri della ciurma spalancarono gli occhi
-la conosci?!- chiesero in coro
-allora non mi hai dimenticata!-
-c-come è possibile?! tu sei morta!- continuò Rufy, suscitando ancora più stupore
-si, lo so… è una lunga storia-per un attimo diventò seria abbassando lo sguardo, poi tornò a sorridere
-non credevo ti avrei rivisto- aggiunse
-Amy! Sono così felice di rivederti!- questa volta fu Rufy a stringerla a se, mentre qualche lacrima gli rigava il viso
-ti prego non piangere, o farai piangere anche me!- supplicò già con occhi lucidi
-quanto sei cambiata! Avevi i capelli lunghi l’ultima volta che ti ho vista…-
- anche tu sei cambiato di molto! Sei diventato muscoloso- sorrise, tracciando con le dita gli addominali del capitano
-se è per questo pure tu sei diventata più formosa!- rispose indicando il prosperoso seno, facendola arrossire
-quanto mi sei mancato…- continuò la corvina, riabbracciandolo
-Emm.. scusate ragazzi, non vorremmo interrompere i vostri discorsi ma…- gli interruppe Nami un po’ per gelosia un po’ per stupore
-ci dite come diavolo fate a conoscervi?!- dissero tutti in coro, compresa me.
-non ci credo, questa è la tua ciurma?!- ci guardò Amy con occhi a forma di stella
-certo! Ho uno spadaccino, un cecchino fifone, un cuoco casanova, un’archeologa che può far crescere ovunque parti del corpo, una renna, un cyborg e una navigatrice- disse orgoglioso, per poi aggiungere sottovoce –un po’ isterica…-  ricevendo un doloroso pugno da Nami
-ah già, ultimamente a noi si è aggiunta Sara, una ragazza che non ricorda nulla del suo passato- continuò, indicandomi
-cavolo! Ce n’è di tutti i gusti!- la ragazza sorpresa ci osservava uno ad uno
-anch’io un giorno vorrei avere una ciurma tutta mia… solcare i mari alla ricerca del grande tesoro!- esclamò al capitano
-mi dispiace, ma sarò io a trovare il tesoro del re dei pirati!- affermò Rufy
-non è detto caro mio, non è detto- Amy ammiccò con un sorriso maligno stampato sul volto
-Rufy, potresti rispondere alla domanda che ti abbiamo fatto, per favore?- chiesi con un filo di voce
-oh si, vedete lei è mia…- cercò di rispondere il capitano, ma venne interrotto dalla ragazza
-sono sua sorella minore- disse semplicemente Amy
Sanji perse un battito, Nami e io spalammo la bocca a dismisura,  Usopp, Chopper e Franky  spalancarono gli occhi a tal punto di fargli quasi uscire fuori dalle orbite, per sino Zoro e Robin la guardarono sorpresi
-tua sorella?!?!?!?!- urlarono in coro

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vi ho sorpresi almeno un pò?
non so da dove sia sbucata quest'idea, ma comunque ho sempre pensato che ci volesse una sorella per Rufy.
vi prego non mettetemi al rogo perchè ho fatto finire il capitolo così xD 
ora avete la conferma che in questa ff tutto può succedere!
come al solito se avete voglia lasciatemi un commentino per sapere che ne pensate, la vostra opinione è molto importante ^.^
ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate 
a presto


TK:3

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Capitolo 12
*** Sensazioni ***


-Ma che diavolo…- Biascicò Ace mezzo addormentato, svegliatosi per colpa delle urla che avevano riempito il ponte.
Io rimasi paralizzata, non avendo la minima idea di come avrebbe reagito.
-Ace, questa è mia sorella!- esclamò Rufy sorridente, svegliando completamente pugno di fuoco.
Il ragazzo si guardò intorno spaesato, incontrando i volti trasfigurati dei mugiwara e il mezzo sorriso della nuova ragazza salita a bordo.
Gli occhi alternarono lo sguardo da suo fratello, alla sorella di suo fratello, senza riuscire a dir nulla.
Non era tanto la sorpresa di un vero legame di sangue a spaventarlo, non quanto la tremenda somigliando tra quei due. Un Rufy al femminile, per l’esattezza.
A Robin scivolò una risatina dalle labbra, che subito dopo nascose con la mano. Gli sguardi dei presenti erano quasi comici, senza contare quelli ingenuamente interrogativi di fratello e sorella.
-Non so voi ragazzi, ma io ho fame.- se ne uscì improvvisamente Rufy, dandosi delle pacche sullo stomaco.
-Ottima idea! Una bella mangiata è quello che ci vuole per rompere la tensione.- Amy appoggiò un braccio attorno al collo di Rufy, sorridendogli. A Nami sentì improvvisamente un senso di rabbia attanagliarli lo stomaco.
La mente Sanji, superato lo shock iniziale,  cominciò a metabolizzare la frase che la ragazza aveva appena detto, facendogli esplodere come un getto d’acqua fredda una tremenda realtà.
-D-due R-Rufy… n-nella stessa tavola?-
Cinque minuti dopo il  cuoco era steso a terra, totalmente incapace di proferire parola.
***
La tavola, ornata da una finissima tovaglia bianca, era imbandita con inimmaginabili delizie. Intorno, undici pirati divoravano il sostanzioso pasto. Poi c’ero io, seduta in un angolino ad osservare Rufy mentre cercava di mandar giù un cosciotto di tacchino grande il doppio della sua testa, mentre Amy gli dava delle forti pacche sulla schiena aiutandolo nell’intento. Alla sinistra del capitano, Ace dormiva beato sul piatto, con la forchetta sorretta dalla mano ancora dritta in alto. Portavo una camicetta rosa come sempre un po’ larga, accompagnata da pantaloncini neri corti fino alle cosce e un paio di stivaletti dello stesso colore. Avevo legato i capelli in due code basse, da cui scendevano un paio di ciocche ribelli.
Il cielo era sporcato da qualche nuvoletta bianca, comunque troppo leggera per oscurare i forti raggi solari che riscaldavano l’aria.
Il caldo quasi soffocante convinse anche una ragazza dai capelli color mandarino a optare per la mia stessa acconciatura. Portava maglia verde pastello a bretelle lunga appena sotto l’ombelico, mentre i pantaloni erano marroncini e cortissimi. Dopo avergli guardati per qualche minuto ricordai di averli già visti in qualche altra occasione, come nel film di “Strong World”. I sandali verdi completavano il look.
Nami sedeva vicino a me, emanando raggi negativi da tutto il corpo.
All’inizio pensavo fosse per l’improponibile comportamento dei compagni, ma era un altro il motivo per il quale la navigatrice lanciava occhiate seccate al ragazzo corvino.
                                            
Nami’s POV
Perché… perché ero così infastidita nel vedere Rufy mangiare con i suoi due fratelli? Insomma, Non c’era niente di male. Era come se mi sentissi esclusa, se non ci fosse più posto per me in quel quadro familiare. Dopotutto chi ero io? La sua navigatrice, certo… ma solo quello.
Non capivo il perché di quei pensieri, ma non riuscivo comunque a levarmeli dalla testa. Improvvisamente non avevo più fame, continuavo a rigirare con la forchetta lo stesso boccone di prosciutto dentro il piatto senza mai portarlo alla bocca.
Emozioni e pensieri continuavano a ronzarmi nella testa, assieme al frustrante fatto di non potersene dare una spiegazione. Fu così che qualche minuto dopo, stanca dal mare di pensieri che albergavano nella sua mente, mi alzai dalla sedia dirigendomi a passo veloce verso le cabine.
Il silenzio calò immediatamente sul ponte, tant’era la sorpresa per quel gesto così improvviso, ma a me non importava.
-Nami, dove vai?- chiese il capitano, accorgendosi della mia camminata pesante.
-Sono stanca, vado a riposare.- risposi fredda, sbattendo la porta dietro di me.
Mi appoggiai dietro la barriera di legno, prendendo un grosso sospiro. Cosa mi stava succedendo, perché mi comportavo in quel modo così ridicolo? Scivolai veramente verso terra, cingendomi le gambe al petto con le braccia.
-Ma che gli è preso?- esclamò una voce al di là dell’uscio. Quella di Amy.
-Oh no, la mia Nami non sta bene!- continuò Sanji.
-Non credo… per me è solo tesa per tutto quel  che è successo.- Robin aveva una voce strana, sapevo che stava cercando di coprirmi.
Un rumore di una sedia che si scostava, poi altri passi.
-Rufy, dove stai andando?- chiese Usopp, facendomi balzare in piedi.
 Mi diressi in modo fulmineo verso la stanza femminile, evitando per poco lo sguardo del capitano. Mi sedetti davanti alla scrivania e cominciai a cimentarmi nella cartina di qualche isola.
Qualche minuto dopo, come previsto, la porta si aprì di nuovo, mostrando il ragazzo corvino.
-Nami, cosa ti è preso?- chiese con sguardo ingenuo.
-Niente capitano, sono un po’ affaticata, nulla di grave.- risposi, senza scollare gli occhi dai fogli.
-Ma sta mattina non eri affaticata…- insistette avvicinandosi.
-Perché stamattina non lo ero, ora si.-
-E perché?-
-Perché è così, non c’è alcun motivo.-
-Allora sei malata.-
-Non sono malata.-
-Se prima stai bene, poi stai male, significa che non stai bene… hai la febbre?-
Il capitano continuava a punzecchiarmi con le sue domande come un ago sul braccio, innervosendomi.
-Non ho la febbre!- risposi alzando per la prima volta la testa, incontrando una mano calda sulla fronte.
-Hai ragione, non scotti…-
-Rufy, perché non mi lasci in pace?!- sbottai, ritirandomi al contatto.
Il capitano stette in silenzio per qualche minuto.
-Sei arrabbiata con me?- chiese.
-No.-
-Allora perché ti comporti così?-
Dopo quell’ennesima domanda, sbuffai stufa. Perché doveva essere così maledettamente insistente? Al suo posto una persona normale se ne sarebbe andata lasciandomi da sola, il problema è che il capitano non era una persona normale…
-Sai una cosa? Sì che sono arrabbiata con te! Perché sei la persona più fastidiosa stancante e insistente che possa esistere!- esclamai, alzandomi dalla sedia.
-Voglio soro essere lasciata i pace.- continuai, intenta a dirigermi verso la porta.
Una crepa. Una maledettissima crepa sul pavimento e la mia camminata venne interrotta, inciampandoci sopra e cadendo proprio sul ragazzo corvino.
La prima sensazione fu il corpo caldo, forte ma allo stesso tempo delicato.
Le mani mi cingevano i fianchi, mentre il petto era a stretto contatto col mio. Mi sarei dovuta scostare, e immediatamente, ma quella sensazione così piacevole era come una calamita per il mio corpo, ora completamente immobilizzato.
Era come se qualcuno avesse colato del cemento sulle mie gambe, braccia e persino il petto. I capelli erano a stretto contatto con i suoi, mentre il mio naso sfiorava la sua spalla. I miei occhi nocciola erano spalancati e immobili, a fissare un punto indefinito della stanza. L’odore era dolce, e familiare, quasi come lo sentissi da sempre.
Quando mi lasciò i fianchi per cingermi le spalle e allontanarmi, ne sentii subito la mancanza, come se quella fragranza fosse diventata la mia droga.
Ora mi stava fissando, con quegli occhi così profondi che mi attraevano senza darmi possibilità di distogliere lo sguardo. Perché stava succedendo, perché quel ragazzo corvino era capace di rendermi così fragile e confusa? Gli occhi divennero lucidi, stanchi di contenere tutte quelle emozioni che neanche io capivo.
-Nami…- mi chiamò, confuso dal mio sguardo.
Fu un movimento improvviso, istintivo e quasi stupido.
La distanza tra me e il capitano divenne nulla e le mie labbra si unirono inconsapevolmente alle sue.
Era successo. Lo avevo baciato.

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Holaaaaa! quanto tempo...
già, se devo essere sincera all'inizio ho pensato di abbandonarla... ma non ce la faccio! Insomma, lasciare una storia è come lasciar morire tutti i personaggi, abandonarli. Lo so, sono da ricovero xD
E quindi boh... dopo timo metà anno me ne esco con sto capitolo sdolcinato... troppo sdolcinato! Scusate, oggi mi sento tenera :')
ok, se avete voglia lasciatemi una recensione per farmi sapere che ne pensate :)
a presto!


TK:3

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