“Scontro con l'ignoto – Cancelleremo l'apocalisse”.

di lamialadradilibri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non di nuovo! ***
Capitolo 2: *** Secondo. ***
Capitolo 3: *** Una donna di poca fede e un mago con la delicatezza di un troll. ***
Capitolo 4: *** Domenica, la pioggia di Londra e la piccola ***
Capitolo 5: *** Gideon, Gwendolyn, una ragazza dai capelli impossibili, lo Sfregiato e un “coglione pel di carota con gli ormoni a mille”. ***
Capitolo 6: *** su: la “legge del prendere e del dare”, il fuoco e i dubbi ***
Capitolo 7: *** Chi ride da solo è un pazzo. No: chi ride da solo è un disperato. ***
Capitolo 8: *** Brutte compagnie per i giovani rampolli? ***



Capitolo 1
*** Non di nuovo! ***


Capitolo 1.

Non di nuovo!

 

HARRY POTTER.

 

Hermione osservò a lungo l'amico Harry che, assieme a lei, tentava di negare l'evidenza. Ron invece non placò il suo animo e, spaventato e fuori di sé ancor più degli altri, che covavano dentro sé stessi le loro emozioni, urlò: “Non è possibile! Non di nuovo!

Hermione guardò scioccata l'amico cadere a terra, privo di forze. Quando le ginocchia urtarono il pavimento, un sonoro tonfo sembrò azzerare ogni altro suono, ed a lei mancò il respiro. Ron. Il suo Ron. Ridotto così.

“Non sono pronto!” bisbigliò il rosso, con le mani tra i capelli.

“Non sono pronto! Non sarò mai pronto!”

Già, nemmeno Hermione lo era. Erano appena usciti da una guerra. Come poteva cominciare un'altra, proprio ora?

Harry si sistemò meglio gli occhiali. Indossava una camicia linda e dei pantaloni di lino, il suo aspetto era brillante e sicuro di sé. Se non fosse stato per gli occhi: due pozzi privi di alcuna speranza in cui la mora si perse, denudata da ogni sua barriera.

“Ronald. Non prenderla così, o non ne usciremo mai” lo ammonì, guardando la parete con fare cinico. Ma a chi voleva darla a bere? Gli tremavano le mani, non riusciva a controllare il suo respiro: era fuori di sé dal terrore pure lui.

Hermione guardò i due, li osservò a lungo. Poi lesse ciò che c'era scritto al muro, scritto col sangue.

La Provezia verrà compiuta, questo mondo verrà distrutto.

Soltanto Albus Silente potrà fermare tutto ciò, o il Male vincerà.

Non poteva crederci.

Albus Silente.

Che era morto.

La sua mente cominciò a macchinare. Pensò: ci vorrebbe una Giratempo. Già, ma come ottenerla?

Inutile. Tutto inutile.

“Dovremo batterci in uno scontro diretto” osservò con voce piatta, a dimostrare quanto riuscisse a contenersi. Lei era un punto fermo nel trio: se lei crollava, crollavano tutti.

Ron alzò il capo. “Sì, come no!” urlò. Le vene del collo gli si erano ingrossate ed il volto s'era arrossato parecchio, simile al colore dei capelli. “Non possiamo! Hermione, non abbiamo già perso abbastanza cari?!”

“Vero” commentò Harry sistemandosi ancora gli occhiali. Strinse i lembi della camicia per non far più tremare le mani e quindi procedette: “Ci serve Silente.”

“E' morto!” latrò Ron.

“No. Nel passato, è ancora vivo.”

Quando Harry pronunciò quella frase ad Hermione si gelò il sangue.

Cosa?

“Harry … Non si può...” bisbigliò, terrorizzata.

Tornare nel passato? Lei aveva valutato l'opzione solo per scartarla, ma l'amico era così sicuro … oh, no. Che avesse trovato un modo?

Quell'idea la riempì d'orrore.

“Sì che si può.”

“E come, Potter?” osservò una voce gelida alle loro spalle. La mora si voltò, sobbalzando, ed incontrò gli occhi gelidi di Draco Malfoy che, appoggiato al muro di pietra della scuola, era intento ad origliare ciò che si stavano dicendo.

“Malfoy!” esclamò lei, stizzita. “Che fai là?”

“Non ne ho idea” replicò invece Harry, per niente alterato.

“Io sì.”

I tre guardarono il Serpeverde che, con la sua solita strafottenza, era intento a sorrider loro amabilmente.

Quindi, con un gesto della mano, li esortò a seguirlo.

 

RED.

Gwen era intenta a bere il suo tè pomeridiano prima del salto nel tempo, quando un affannato Gideon le saltò quasi addosso, con gli occhi fuori dalle orbite.

“Gwen!” latrò, mostrandole un foglio.

Lei tentò di leggerlo, poggiando il tè su un tavolino polveroso, ma il ragazzo fuori di sé continuava a muoverlo qua e là e lei, per leggerlo, fu costretta a strapparglielo letteralmente di mano.

La grafia era elegante, longilinea e quasi femminile. Ci avrebbe messo una mano sul fuoco: era di Malfoy. Quella serpe cosa voleva da loro, adesso?

S'erano incontrati per errore e questo era già stato troppo.

E ora?

Gwendolyn. Gideon. Abbiamo bisogno del vostro aiuto, subito. Abbiamo una faccenda da sbrigare. Incontriamoci domenica.

D. M.

E sottostante alla firma c'era un indirizzo.

Gwen guardò incredula Gideon.

“Noi...” cominciò lui, già scuotendo il capo.

“Ci andremo” finì lei. Non poteva lasciare che qualcuno bisognoso d'aiuto rimanesse solo. Nemmeno se era un Malfoy. Dimenticò il suo tè e saltò nel passato, per ragionare.

 


ANGOLO AUTRICE.
Q
uest'avventura la intraprendo con voi. E' da un po' che pensavo a una possibile "unione" di due Saghe, ed ecco qui che mi arriva la possibilità di scrivere qualcosa di questo genere.
Unire Harry Potter e Red è stato davvero un caso, è avvenuto tutto molto velocemente mentre ero al PC.
Ho cominciato a scrivere, scrivere, mentre già pensavo ad idee per i prossimi capitoli. Consulterò sempre i libri di HP e Red per non commettere errori ma, in caso, avvisatemi!
Spero che questa sia una storia che vi possa interessare e che non turbi nessuno... In effetti, almeno io, non ho mai letto FF simili. Se ce ne sono, andrò a dare un'occhiata :)
Sinceramente non vedo l'ora di scrivere e pubblicare il prossimo capitolo!
Per il momento vi saluto, meme1.

 

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Capitolo 2
*** Secondo. ***


Capitolo 2.

 

Draco al comando.
 

 

HARRY POTTER.

Draco si muoveva in tutta tranquillità verso il dormitorio dei Serpeverde, seguito dalla piccola comitiva formata da Hermione che, nervosa, guardava la schiena del biondo come una minaccia; Harry, che continuava a sistemarsi gli occhi in maniera quasi febbrile e Ron, che era quasi sul punto di piangere, ricordando con orrore le sue perdite, Fred, Fred e ancora Fred.

“Draco!” bisbigliò Hermione, quando lo vide camminare ancor più lentamente verso il suo dormitorio. “Muoviti, ti prego.”

Non sopportava l'idea di pregare Malfoy. Ma sopportava ancor meno vedere i suoi amici in quelle condizioni e, sebbene il suo orgoglio fosse grande, lo mise da parte.

Lui si velocizzò appena un po'. La mora gli avrebbe urlato giù di tutto, guardandolo in quei bellissimi occhi azzurri, ma lui prese a parlare, con voce tranquilla: “Vedete, non è detto che quell'avviso sia veritiero. Io però l'ho visto prima di voi”, affermò, quasi con superiorità. Hermione strinse i pugni. Se lui era arrivato prima di loro, cos'avrebbe potuto fare là, solo soletto, in un sotterraneo per di più? “e mi sono permesso di chiedere aiuto a degli... amici.”

Amici?

La mora non riuscì a tratteneresi: “Draco! Per quanto mi riguarda, i tuoi amici potrebbero essere o troll o Mangiamorte, perciò non credo che...” cominciò a dire, con la sua solita voce da peste, puntando le mani ai fianchi.

A Draco sembrò tanto una professoressa e non riuscì a trattenersi dal sospirare sibilando.

“Oh, Granger! Che poca fede hai in me” commentò il biondo, con un sorriso di superiorità sulle labbra. Hermione non riuscì a guardarlo un attimo di più, lui con quei suoi tratti così decisi e perfetti, odiosi. Un Malfoy! Chiedevano aiuto a un maledetto Malfoy!

“I miei amici sono persone, ci aiuteranno.”

“Lo spero!” muggì Ron, con una voce che non sembrava nemmeno più la sua, tant'era modificata dall'orrore. “Perché io...”

“Oh, anche tu!” ridacchiò Draco che sapeva di tener la situazione in pugno, e se ne beò. “Weasley. Non preoccuparti. E tu, Potter? Niente da dire?”

Harry nemmeno lo calcolò.

Hermione superò i ragazzi e, a passo deciso, arrivò davanti all'ingresso del dormitorio serpeverde. Là, aveva detto Draco, ''sarebbero stati tranquilli'', ma per lei non era neanche lontanamente possibile. Se tutto andava bene, Goyle si sarebbe messo in mezzo, lui e quella sua brutta faccia da fesso, e avrebbe voluto sapere tutto.

Malfoy probabilmente intuì i suoi pensieri, perché le lanciò un'occhiata quasi esausta e poi entrò nel dormitorio. I ragazzi lo seguirono ed Hermione sospirò, imitandoli.

Da quando erano diventati tutti così arrendevoli?

Harry sembrava una pezza, tant'era pallido. Camminava quasi come trasportato dal vento, seguiva Malfoy (Malfoy!) come se fosse stato la sua ancora di salvezza.

E forse era così. Per quanto odiasse ammetterlo, Draco sapeva come tornare nel passato … L'idea la disgustava, ma tentò di reprimere i conati per provare ad apprezzare ciò che Malfoy stava facendo per loro.

Lo fa solo per sé stesso!, le ricordò una vocina Non vuole morire.

Hermione non la calcolò. Se si fosse messa a parlare con sé stessa, allora sì che le cose sarebbero andate per il peggio.

E Ron … Oh, Ron. Tremava. Non l'aveva mai visto così giù, Hermione, e questa cosa la preoccupò parecchio.

Se si aggiungeva anche il mistero degli “amici “ di Draco … Ne sarebbero usciti vivi?

 

RED.

Gideon la guardava con se fosse pazza. I suoi lineamenti solitamente perfetti erano consumati dall'orrore, senza però che riuscissero a renderlo brutto.

“Andiamo, Gideon” lo abbracciò Gwen, con un sospiro. Il ragazzo inspirò il suo profumo di rose, beandosi di quella vicinanza.

“Sai che Malfoy non è un mostro. Tu, che con me hai affrontato così tante cose, ti preoccupi per una simile sciocchezza?”, borbottò la ragazza, con voce serena.

De Viller alzò le sopracciglia, scocciato. “Gwenny!” sospirò stringendola a sé. Si trovavano sempre in quello scantinato polveroso e sporco, seduti sul divano verde dove, per le prime volte, s'erano baciati. Come ogni volta che andavano là sotto, veniva scelto per loro un'annata tranquilla così che non si ritrovassero in situazioni … Spiacevoli, come nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale.

E in effetti lì regnava una strana pace, uno strano silenzio interrotto soltanto dalle loro voci, più o meno disperate.

“Non capisci. È che … sento che andrà male. Sento che è una cosa grande.” le confidò il moro, sincero.

Gwen si allontanò un po', stringendo i quaderni dei compiti ancora bianchi tra le braccia. “Già. Anche io” soffiò con aria assente. Aveva un'orribile sensazione da quella mattina, in realtà. Solo che non lo dava a vedere.

“Ma dobbiamo aiutarli! È Malfoy che c'ha chiesto aiuto.”

“Appunto!” sibilò Gideon, non capendola. Sin da subito aveva odiato Malfoy, s'era più che visto.

Gwen scrollò le spalle, distrutta. “Per questo, Gideon, dobbiamo! È Malfoy. Non l'avrebbe mai fatto se non fosse stato di necessità vitale.

“E' questo che mi spaventa” mormorò Gideon, dandosi un tono. Si stava calmando, ora, cominciava a vedere le cose con più chiarezza. La verità era che quando aveva letto la lettera era completamente impazzito, aveva dato di matto. D. M. Non aveva potuto crederci. Non lui, non ancora! “Vorrei solo che potessimo essere normali per un po'” soffiò sulle labbra di Gwen, tornando ad avvicinarsi.

Lei lanciò malamente i libri a terra, alzando della polvere che sembrò abbracciarli, quasi per unirsi a quel loro momento intimo. “Anch'io” bisbigliò Gwen, prima di baciarlo con dolcezza. Quando si staccò, mormorò: “Ma non è possibile, lo vedi da te.”

Già. Non era possibile, proprio per niente.

Gwen diede un'occhiata all'ora e raccolse i quaderni, decisa a fare i compiti almeno per finta.

 


ANGOLO AUTRICE.
Salve! Ecco il Secondo Capitolo della storia.
Al primo nessuna s'è fatta avanti a commentare ... Perchè? Devo pensare che il tutto è un totale fiasco?
Mi dispiace molto ... Va be, se nessuno legge posso anche smettere di scrivere allora.
In ogni caso spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento! :)
Presto i personaggi di Harry Potter Red s'incontreranno, se la storia proseguirà! (:
Hermione e' molto riluttante ... Come d'altronde lo è pure Gideon! Mentre Draco e Gwendolyn sono sicuri che l'unire le forze darà i suoi frutti.
Mbah! Si vedrà, dico io.
Si vedrà! :D
Hii meme1
Vi lascio con questa stupendaaa foto *-*
 

 

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Capitolo 3
*** Una donna di poca fede e un mago con la delicatezza di un troll. ***


Capitolo 3.

Donna di poca fede!

 

 

Harry Potter.

All'ennesima protesta della mora, Draco si spazientì. “Granger, abbi un po' di fede!” le sibilò contro come una serpe qual era. Hermione s'era impegnata infatti per rendergli la vita un inferno, là in quella grande stanza da letto che Malfoy aveva tutta per sé, dov'erano sdravaccati i quattro ragazzi.

Ron si era calmato ed ora era un po' più ragionevole, tanto che diede man forte a Malfoy: “Già, Herm. Lascialo parlare.”

“Ronald Weasley! Ci ha appena ripetuto più volte che ha degli amici, ma che non vuole dirci chi sono! Dobbiamo solo fidarci?!” ringhiò lei, stizzita. Il suo amico che le dava contro, per difendere Malfoy?!

“Sei una donna di poca fede” le fece notare, con voce meschina, Draco, colpendo un nervo scoperto.
Lei gli lanciò un'occhiata carica d'odio, sentendosi per un po' di nuovo la bambina pignola che era stata.

Non... Non lo sono, Draco” mormorò, perdendo parte della sua sicurezza iniziale. “Solo che non voglio rischiare, non più.” Guardò Ron, il quale ricambiò, intuendo i suoi pensieri. “Abbiamo già perso troppo …” sussurrò, trovando oscena l'idea di dover fare a meno di altri amici o, magari, della propria vita.

Qualcosa interruppe i suoi pensieri: la mano di Harry che si strinse forte e salda alla sua, in segno d'amicizia. “Andrà tutto bene.”

“Lo pensavo anche prima della Guerra.” si lasciò sfuggire lei, per poi trattenere a stento un singhiozzo patetico. “Scusate.” bisbigliò, nascondendo il viso nelle mani.
Si vergognava d'aver fatto la parte dell'indecisa, di quella che avrebbe volentieri fatto dietro-front per lasciare tutti soli in quel gran casino.

Da lì, da quella prigione, da quel nascondiglio improvvisato di dita e lacrime, sentì chiaramente qualcuno sospirare: Malfoy. Già, pensò, dev'essere difficile starsene in una stanza con una Natababbana, un Mezzosangue ed un traditore del proprio sangue!

Solo che, d'un tratto, non le importò più nulla: ciò che era, ciò che era stato, ciò che sarebbe successo. Solo il presente contava, un presente ch'era ancora incerto.

Udì chiaramente la voce di Ron, smaniosa d'essere ascoltata, borbottare: “Potremmo dirlo alla preside ...” in maniera un po' indecisa, e se lo figurò con le sopracciglia tese verso il basso e con un'espressione pensierosa, così rara sul suo volto, ma che appariva sempre più spesso ormai.

Scherzi?” borbottò Draco. La Granger se lo immaginò alzare gli occhi al cielo, seccato. Improvvisamente non provò altro che odio nei suoi confronti, tanto odio, ma anche molta riconoscenza per l'aiuto che provava a dar loro. “S'arrabbierebbe. È pomeriggio, c'è una partita in campo e noi eravamo nei sotterranei. Da espulsione!” finì, eliminando categoricamente quell'opzione.

“Già, ma potrebbe aiutarci” considerò Hermione, senza uscire dal suo nascondiglio. Si appoggiò meglio al letto dov'era seduta e sospirò, stanca.

Non ne poteva più, davvero.

“No, non credo sia il caso.” sussurrò Harry, con voce sicura. “Sai com'è fatta. Non c'è più Silente, ormai...”

“Per poco” asserì solennemente Draco, e la mora provò uno strano senso d'inquietudine. Uscì dalle sue mani e, parlando un po' a tutti un po' a nessuno, sussurrò:

“Silente è morto. È davvero giusto riportarlo in vita? Non rischieremo di … Sì, insomma, cambiare la storia?”

Al che calò un silenzio tombale. Il ticchettio dell'orologio era il rumore più forte nella stanza e la ragazza si sentì improvvisamente fuori luogo, osservata da quei tre in preda ad un brain storming*.

Draco si schiarì la gola. “Non è detto che... Hmmm, debba tornare a vivere.”

“Ma...”

“Potrebbe anche aiutarci in qualche altro modo, no?” considerò il ragazzo, soppesando bene le parole. Hermione lo trovò meno stupido e più bello, ma seppellì quei pensieri con un'ondata di panico.

“Non credo sia giusto!” ripeté, sgranando gli occhi. “Silente è morto, e chi è morto deve restare dov'è! Tutte le storie come questa sono andate male... Pensiamo ad Euridice, ecco...”

“Hermione” la placò Harry, che cominciava sempre più a trovarla isterica, senza però fargliene una colpa. Anche lui era fuori di sé. Sudava freddo, tremava. Si sistemò gli occhiali ed Hermione lo osservò, seria. “Andrà tutto bene. Non credo sia il caso di fare esempi simili, poi.”

“No che non lo è” asserì Ronald, con voce divertita. “Io nemmeno so chi è, questa...”

“Euridice.” La mora si trattené dall'impulso di spiegargli il mito, proprio come una brava “maestrina”, solo grazie allo sguardo seccato che il biondo glaciale le lanciò.

“Sentite, ragazzi” borbottò Draco, tirandosi su in piedi. Gli altri lo sguardarono dal basso, impotenti. “non credo che sia il caso di tormentarci così. Presto mi arriverà una risposta dai miei amici” lanciò un'occhiata alla mora, che distolse lo sguardo “ma nel frattempo dobbiamo vivere normalmente, okay?”

“Perché dovremmo fidarci di te?” gli sibilò contro Ron, chissà per quale motivo in maniera acida e scontrosa.

Draco alzò un sopracciglio, strafottene. “Perché io” si indicò, in tutta la sua eleganza. “sono la vostra unica chance.”

Hermione tornò a seppellire il viso nelle mani.

Già, era proprio così. E se era quello il loro piano (aspettare degli amici di Malfoy!), beh, erano messi malissimo, anzi, di più.

 

RED.

Com'erano riusciti a fuggire dal palazzo de Viller, Gwen non riuscì proprio a spiegarselo.

Fatto stava che ora camminava per le viuzze della città, mano nella mano col bellissimo Gideon, tenendo stretta a sé una lettera per Malfoy.

Loro sapevano a chi darla.

Ovunque era pieno di maghi. C'avrebbero pensato loro.

Gideon era pallido, un po' febbricitante e molto stanco. Guardò Gwen come si guarda la cosa più bella al mondo e, mentre sfrecciavano per le vie grige della città, le sussurrò: “Ti amo.”

“Anche io, Gideon.” ricambiò Gwen, senz'alzare lo sguardo da terra, preoccupata. “Appena questa cosa finirà” continuò poi la ragazza, quando già Gideon aveva rinunciato a qualche tipo di dialogo con lei da un po' “andremo alle Maldive per un po'.”

“L'idea mi alletta, principessa” annuì il ragazzo, evitando per un soffio una donnetta tonda e bassa, che pareva una palla, con una piccola borsa della spesa in mano. Le domandò scusa e proseguì, indifferente alle sue accuse (Ragazzaccio!). “Ma questa cosa, come dici tu, quando finirà?”

Gwen gli lanciò un'occhiata, sospirando. Si infilò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e, con fare materno, sussurrò: “Finirà quando dovrà finire.”

“Molto saggio.”

Entrarono nella locanda.

Era un piccolo bar dall'aria preistorica: l'insegna, “Andy's”, era scrostata a quasi illeggibile, fatta di solo legno in qualche punto. Qua e là sul muro c'erano delle lanterne, appese per far un po' di luce in quell'angolo buio della città, e all'entrata, appena sotto ad una finestra così lurida che era impossibile vedere all'interno, c'era un tavolino con un piccolo menù quasi del tutto scolorito appoggiato sopra. “Menù del giorno – dieci euro anche a cena!”. Hmmm, pensò Gwen, molto allettante.

Quindi i due entrarono, fingendo di non sentire l'odore di chiuso e puzza, puzza vera, di quel postaccio. La ragazza si fece largo nell'ambiente mal illuminato tra tavolinetti e seggiole dall'aria instabile e rallentò solo quando calpestò quasi un piccolo cane pulcioso e spellacchiato.

Allora sentirono la voce. Proveniva proprio dal luogo dov'erano diretti, la Cassa. La Cassa era costituita soltanto da un pezzo di legno appoggiato su delle sedie, sopra al quale non c'era nulla se non un cartello con l'orario (“Lunedì – sabato: 9 – 22. Domenica: 10,30 – 22.”).

Gideon pensò, distrattamente, che quel locale doveva esser privo di clienti da chissà quanto, oramai. Era così repellente che sarebbe dovuto essere smantellato e distrutto per sempre, ma ovviamente no, non si poteva: lì c'era la magia, le streghe, i maghi, i Malfoy!

“Ragazzini.”

“Scusi … Lei è...”

“Non pronunciare il mio nome” rimbeccò il mago Gwen, che sembrò farsi piccola piccola per l'errore commesso.

“Scusi. Questa è per...”

“Sì, già lo so.” il mago dalla voce burbera e roca strappò la lettera dalle mani di Gwen, letteralmente.

Anche se l'avesse aperta, c'avrebbe capito ben poco: più che una lettera era un telegramma di poche righe che confermava l'incontro della domenica.

L'uomo guardò la carta bianca della lettera per un po', come se vi potesse leggere dentro, poi annuì con un'espressione indecifrabile che né l'eccentrica Gwen né l'esperto Gideon riuscirono a decifrare.

“Bene, la invierò personalmente al signor Malfoy” annunciò alla fine, ficcandosi la lettera in una delle innumerevoli tasche dell'abito logoro e sporco.

Gwen, pignola, specificò: “Draco. Il figlio.”

“Sì, lo so.”, commentò il mago, che sembrava volerle strappare un braccio a morsi per la sua 'insolenza'. Gwen però non arretrò, lo sfidò con lo sguardo e vinse, pure.

Gideon nonostante tutto pensò che aveva fatto bene a specificare.

Già, ma ci mancava soltanto che quella lettera così importante e segreta finisse nelle mani del Malfoy più anziano, che sarebbe andato su tutte le furie rendendo pubblico l'incontro.

*Brain storming, letteralmente: tempesta di cervelli.

 


ANGOLO AUTRICE.
Et voilà! Questo è il capitolo 3. 
Che ve ne pare? Susu, recensite! :3
Sono particolarmente allegra perché, wow!, abbiamo saltato un'interrogazione di Greco ... W-O-W.
Ad ogni modo ... By the way ... (lol), ora vado <3 Mi raccomando ! recensite un po'! susu <3 <3 :D


►►Meme1.

altre storie:
-In the end,
 ►In the end (Emily Parker.
Jake Frost.
Kate Blanco.
Tre ragazzi , storie diverse , diverse fini.
E' che , se nella vita inizi male , finisci peggio.
Non sempre , però ... (continua))

-Guerra e pace, Guerra e Pace(Primo: io andrò in C. 

È la classe più disastrata dell’intera scuola.
È terribile.
Lì è pieno di ragazzi e ... Sì, sono fighi in modo assurdo, ma fanno paura. (continua))

-The Help,  THE HELP. « E poi andiamo, » continuò, sorprendendola. « chi vorrebbe aiutare Draco Malfoy? ».
Annuì, convinta. « D’accordo. Ma a pranzo voglio la torta al cioccolato. » (continua)

-We'll be all right, just not tonight. We'll be all right. Just not tonight. (Gwen si è trasferita ormai da sei mesi in un piccolo paesino di montagna, dimenticato da Cristo e da tutti. Lei non ne sa molto delle bande che girano per il paese, ma ben presto riesce ad intravedere qualche scena di sangue, capendo così che il bellissimo Ryan di cui si è (forse) innamorata, non è del tutto normale, né lo sono i suoi amici. 
Assieme all'amica MJ inizierà a scoprire un mondo nuovo.
“No, non c'è tempo. Se non vuoi sconosciuti, verrò io a vivere con te. Lascerò loro tutto il mio appartamento, okay? Sì, è okay” dice, senza farmi rispondere. “Perfetto. Così non avrai paura dei coinquilini.” (continua))
meme1, autrice su EFP <3 

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Capitolo 4
*** Domenica, la pioggia di Londra e la piccola ***


Innanzitutto, BUON HALLOWEEN! A  più giù-




Capitolo 4.

 

Domenica, la pioggia di Londra e la piccola “rimpatriata”.

 

Harry Potter.

Ben presto quella domenica arrivò, ma Hermione non era ancora pronta. Erano più di tre giorni che lei, Ron ed Harry fingevano che fosse tutto normale. Hermione era stata pure trascinata da Ginny ad una festa esclusiva. “Per far nuove amicizie!” le aveva detto la Weasley, con un sorriso più che genuino. “Ora dobbiamo farci pur una nuova vita, no?

Già.

Peccato che la “nuova vita” del trio e di Malfoy non sarebbe stata così tranquilla, non finché non avessero salvato Silente.

Guardò la pioggia scrosciante cadere giù dal cielo, provando repulsione per ciò che avrebbero, forse, fatto.

Resuscitare un morto? Terribile!

Solo che loro avrebbero fatto una cosa anche peggiore: avrebbero modificato il corso delle cose! Intromettendosi poi nel tempo … Oh, cielo!

Le mancò il respiro.

Aveva consultato così tanti libri … ma niente, nemmeno una risposta alle sue domande. Solo tante, tante cazzate!

Presto qualcuno bussò alla sua porta. Hermione aprì di corsa, pensando che fosse Harry oppure magari Ron, invece si trovò davanti ad un Draco Malfoy tirato a lucido, elegante e sicuro di sé con un sorriso smagliante addosso.

Le mancò il respiro: come poteva essere così bello? Si sentì un po' inferiore, lei, coi suoi capelli né lisci né ricci, né rossi né mori, né belli né brutti. Né … né. C'era qualcosa in lei che era davvero bello?

Non riuscì neppure a ragionarci, né avrebbe mai dovuto, non in un momento così. Draco le levò l'impiccio.

“Granger, muoviti. Andiamo, la strada è lunga.”

Lei lo seguì, stringendo i pugni e sentendosi terribilmente triste.

 

Hermione non ricordava bene com'era avvenuto il viaggio, ma si accorse subito che erano ancora a Londra, in Inghilterra, quando aprì gli occhi che aveva serrato prepotentemente per l'orrore durante il tragitto.

Lo capì dal colore grigio del cielo, dei palazzi, del fumo, del proprio animo.

Amava Londra, quell'odore di pioggia che c'era lì da tempi ormai remoti, le pioggerelline improvvise e gli ombrelli colorati che cercavano di combattere contro il maltempo.

Ma quel giorno … No. Londra avrebbe significato un passo di svolta per le loro indagini, l'incontro con questi “amici”... E se fosse stata tutta una trappola? Una messinscena di Malfoy, per screditarli o magari, ucciderli?

Infondo era arrivato nelle segrete prima di loro.

Avrebbe potuto fare di tutto, laggiù e solo.

“Tutt'apposto?” le sussurrò Ron, cingendole una spalla col braccio. Lei lo allontanò quasi educatamente e tossicchiò, imbarazzata. Aver paura di volare … Una strega che ha paura di volare … Indecente.

“Sì, certo che è tutto a posto, perché?” replicò, facendo la finta tonta. L'amico si limitò ad osservarla, senza fare commenti. Né lui né lei erano ben messi: avevano entrambi i capelli spettinati, l'aria sbattuta, più che abbattuta, e le labbra piegate costantemente verso il basso. Ron, che pure era stato alla festa con la sorella più piccola, aveva visto Hermione sembra mogia mogia, crucciata. La mora non aveva sorriso nemmeno quando s'era ubriacata un po' e, brilla, s'era concessa un ballo. Aveva ballato triste. Una cosa inconcepibile che, eppure, era avvenuta.

Ron non si preoccupò troppo del distacco che s'era venuto a creare d'un tratto tra loro. Sembrava che i due si fossero dimenticati di ciò che provavano; o meglio, di ciò che avevano provato. Ma al rosso andava bene così: in un momento tale bastavano l'amicizia e la fedeltà. L'amore era più che lontano, inutile.

Draco cominciò a parlare.

“I miei amici si chiamano Gideon de Villers e Gwendolyn Shepherd. Sono entrambi nobili … Spero che li tratterete col dovuto rispetto.”

Oh, no. Hermione si immaginava già di dover trascorrere il suo tempo con due elementi à la Malfoy con la puzza sotto il naso ma, quando entrarono in un semplice pub di Londra e non in una caffetteria o chissà dove, si ricredette un po'.

Con lo sguardo cercò nell'ambiente due ragazzi dall'aria nobile. Ma niente: c'erano solo banalissimi vecchietti a bere caffè, qualche donna di mezz'età e due ragazzini dall'aria innamorata. Uno, dai lunghi capelli scuri, stringeva a sé una ragazza che sembrava furba e una peste, ridendo allegramente.

Hermione provò una fitta di paura quando scambiò i volti di quei due col suo e quello di Draco, e subito cacciò un urlo lieve di sorpresa. Ron, che le era più vicino, la sentì e si voltò interrogativo, ma lei si limitò a scuotere il capo. “Niente, Ron” sussurrò. Niente che ti riguardi, Ron.

Quando Draco si avvicinò proprio a quei due, la mora si trattenne dallo scappare via. Cielo! Come aveva potuto pensare a sé e quella serpe velenosa, inutile, malvagia in quel modo?! Così vicini, così … innamorati?!

Che poi le cosa ne sapeva dell'amore? Proprio niente, o quasi.

Sospirò cercando di sorridere e si preparò a ciò che sarebbe successo.

 

RED.

Gwen beveva caffè. Caffè caffè caffè e ancora caffè! Amava il caffè e, senza, non credeva che sarebbe potuta riuscire a vivere.

Dal canto suo Gideon, che la stringeva a sé, la guardava come se fosse un'aliena verde con le antenne. Gwen leggeva nei suoi occhi il tormento: era evidente che Gideon non volesse avere a che fare con Malfoy, “il maledetto!”, come l'aveva definito lui. Ovviamente la amava troppo e non l'avrebbe mai lasciata sola “quel maledetto!”.

Gwenny lo amava per questo. Erano così uniti, così fedeli … Il tempo in cui Gideon giocava con Charlotte per far stare sicuro il conte sembrava così lontano, seppure fossero passati solo un po' di mesi.

“Gideon...” sussurrò, mettendo giù il suo amato caffè. Si avvicinò il suo viso e, riconoscente, mormorò: “Grazie. Per essere qua.”

“Sai la mia opinione” replicò invece lui, schivo. S'infilò una mano tra i capelli che aveva lasciato crescere quasi oltre le spalle e sospirò, soppesando le parole. “Non mi fido di quello là.”

“Solo perché lo abbiamo incontrato in circostanze non molto consone...” cominciò Gwen, allontanandosi a riprendere la sua bevanda, ma fu bruscamente interrotta dal fidanzato (fidanzato!), che fece un gesto secco, come a scacciare una mosca.

“Lo abbiamo trovato a uccidere un innocente con la... la...

“Magia” finì lei. “E sono sicura che quello là non era innocente” tentò di giustificare il ragazzo biondo, ma invano.

Sì, come no.

Pure lei trovava inquietante che questi … maghi, potessero uccidere così facilmente, con una semplice formuletta e via. Oplà, c'è scappato il morto!

Erano pericolosi.

Si potevano proteggere da soli … Allora perché Draco aveva chiesto loro aiuto?

“Già! Doveva morire! Ma scherziamo? È inutile che...”

“Pure tu hai ucciso persone!” lo rimbeccò la ragazza, piccata.

Non sopportava quando il moro faceva il saputello, purtroppo però era nel suo carattere.

Lui alzò un sopracciglio. “Se vogliamo mettere i puntini sulle i, anche tu.”

“Per salvarti il culo!” borbottò contrariata Gwen, allontanadosi da lui sulla panca. Ricordava fin troppo bene il giorno dove aveva ucciso un uomo. Ricordava la spada che era entrata, in modo fin troppo fluido, nella carne di quell'essere umano, che era poi caduto a terra. Ma o lui o Gideon, e la scelta era stata più che ovvia, per lei, anche se ancora non sapeva d'amare il ragazzo. Anzi, credeva d'odiarlo.

“Già. Scusa” le soffiò sulle labbra Gideon, scaltro. La abbracciò, tornando a stringerla a sé, volente o nolente. “Il fatto che Draco” si sforzò di chiamarlo per nome, a quello là. “abbia ucciso così un uomo, però... Davanti a noi, con quell'espressione tranquilla. Come se fosse normale.”

“Magari per i maghi lo è. Magari per sopravvivere devono...”

“Oh, andiamo! È normale che non mi fidi di lui.”

Gwen si voltò a fulminarlo con lo sguardo. “E secondo te io mi fido?”

Gideon alzò le spalle. “Tu ti fidi di tutti.” Già, era fin troppo vero e, appunto, dopo quell'inizio spiacevole era stata proprio Gwen ad accettare di andare a prendere un caffè (che strano!) con Malfoy, per capire meglio. Sì, come no.

E intanto s'erano cacciati in un mondo che non era il loro, popolato da maghi e streghe.

“Eccolo là!” sussurrò ad un tratto Gwen, guardando verso l'entrata del pub. I due si fecero subito all'erta e Gideon strinse più forte la ragazza, preoccupato.

Andrà tutto bene.

Non sarà niente di difficile, solo una piccola “rimpatriata”, pensò, senza sapere quant'era lontano dalla dura verità delle cose.
 



►ANGOLO AUTRICE.
Beh, che dire... Questo è quanto.
Il prossimo capitolo sarà decisivo, ovviamente.
Hmmm, non so ...
Buon Halloween! (come ho potuto dimenticarlo?!)
Il fatto è che ... beh, oggi è stato così strano AHAHAH :')
Anzi, ora aggiungo su l'augurio. Aspettate un minuto.
Eccomi.
"Io la chiamo paura, e l'ho provata." 
Bom. Devo dirlo, non è proprio  un'atmsofera da Halloween questa, c'è più sole che a Giugno! Embé.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ... Ho notato che la storia è finita tra qualche seguite - da ricordare e in un preferite! *-* Wow, mi sento così .. Wow :3
Bom, io tra poco andrò via perciò ... Ehm, vado <3
RECENSITEEE ! <3 :D
Un bacio, meme1.
Ps: Altre mie storie: 
We'll be all right. Just not tonight.THE HELP.Guerra e PaceIn the end.

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Capitolo 5
*** Gideon, Gwendolyn, una ragazza dai capelli impossibili, lo Sfregiato e un “coglione pel di carota con gli ormoni a mille”. ***


Capitolo 5.

Gideon, Gwendolyn, una ragazza dai capelli impossibili, lo Sfregiato e un “coglione pel di carota con gli ormoni a mille”.

Harry Potter.

Quando Draco incontrò lo sguardo dei due ragazzi, sorrise loro, affabile. Hermione lo osservò andar loro incontro e salutarli come se fossero cugini molto uniti che però non si vedevano da un po', trovandolo strano, quasi anomalo. Quello non era Draco Malfoy, quello non era un Serpeverde.

La domanda era: il Draco che lei, Hermione, conosceva era quello vero, oppure lo era quello che stava avvicinandosi sempre più alla ragazzina?

“Ragazzi!” li salutò, caloroso. “Siete venuti allora!”

“Potevamo abbandonare il grande Malfoy?” domandò retoricamente il ragazzo dai capelli scuri e lunghi, e tutti poterono notare la punta d'ironia nella sua voce limpida e bassa.

Draco però non ci fece caso o, semplicemente, lo ignorò, continuando a sorridere fin troppo benevolmente alla ragazza dall'aria furbetta. Nel gergo di Hermione “furbetta” non stava né per troia né per furba, appunto. Stava per “incognita”: se l'altro s'era già fatto conoscere come colui che 'non amava troppo Draco', lei se ne stava semplicemente lì, a sorridere.

“Gwendolyn! Come sei bella. Oh, pure tu, Gideon” borbottò Draco dapprima dolce e poi sprezzante.

Hermione seguì Harry e Ron, i quali si stavano avvicinando al trio, un po' timorosi. La mora negli occhi di Ron scorse qualcosa di più profondo, più sensibile, mentre egli guardava la ragazzina (Gwendolyn).

Ciò che più la spaventò fu la sua totale mancanza di reazione: Hermione non provò né gelosia né felicità né odio né niente.

La mora osservò il rosso sorridere quasi come un ebete, probabilmente ignaro di ciò che faceva. Sorrideva per lei, per quell'altra, ma anche pensandolo mille volte Hermione non provò niente di niente. Perché non m'importa se nei pensieri di Ron, il “mio” Ronald, c'è un'altra?, si domandò.

Il ragazzo che era sopravvissuto a Voldemort, invece, sembrava soltanto curioso. Si sistemò gli occhiali, un tic nervoso che gli era sempre più frequente ultimamente, ed analizzò i due che aveva dinnanzi a sé.

A Hermione non sembravano così male: lui odiava Malfoy (punti in più), era molto pacato ed educato nel parlare nonostante tutto (punti in più), aveva degli stupendi capelli scuri (punti in più) ed un sorriso che faceva innamorare (punti in più … tanti in più!).

Gwendolyn, invece … Be', Hermione l'aveva già capito, lei era un'incognita. Ed era anche un po' incoerente: prima stava sorridendo tutta felice a Malfoy ed ora, invece, lo guardava con astio.

Draco si voltò con un sorriso così falso e tirato che Hermione si preoccupò che gli si potesse cristallizzare sul visto e annunciò, soddisfatto di chissà che cosa: “Eccoli qua, ragazzi. Loro potranno aiutarci.”

Cos'è, vuoi un applauso?, pensò la mora quando Malfoy continuò a guardarla, insistente. Per poco non applaudì davvero, ma fortunatamente Gideon (così si chiamava?), la salvò.

Alt. Rallenta, bello!” commentò con voce dura. “Forse vi aiuteremo! Forse potremo e forse vorremo farlo. Rallenta.”

Hermione osservò, come uno spettatore esterno, Draco voltarsi con un'espressione di puro odio dipinta sul volto, per fulminare il malcapitato. La mora già pensava che quello avrebbe fatto dietro-front, pentito per la sua “insolenza”; invece, lui restò a sfidare con lo sguardo Malfoy, ostentando superiorità.

“Gideon. Non vedo perché dovreste lasciarci soli. Insomma, morireste anche voi.”

Che stronzo!, pensò Hermione, guardando un incuriosito Gideon cadere nel tranello che Malfoy gli aveva teso.

Alzò le sopracciglia, soppesando ciò che gli era stato detto e strinse forte i pugni. Hermione immaginò le unghie pulite perforargli la carne, facendo così uscire il sangue a fiotti. Doloroso. Lei avrebbe urlato, ma Gideon restò zitto, a pensare.

Alla fine commentò: “Parla. Cos'è che vi turba tanto?”

Malfoy scoppiò a ridere. Una risata senz'ironia né allegria. Ron avrebbe detto, forse, un tempo: Quello là deve rivedere le sue priorità!.

La mora si voltò a fissarlo, sorridendo appena, aspettandosi che lo facesse. Ron era dietro di lei e, quando la vide voltarsi verso lui, si limitò a scostare lo sguardo da Gwendolyn per alzare le sopracciglia verso Hermione, seccato.

Hermione guardò l'amico stufo di lei, scioccata. Si era appena... Rotto, di lei?

Probabilmente sarebbe scoppiata a piangere, a urlare, se fosse stata sola. Ora che provava sentimenti, e forti anche! Invece Draco la riportò alla realtà, tossendo.

“Questa è Hermione”. Annunciò, stringendole il polso che, alla mora, sembrò andare a fuoco e spingendola verso Gideon e Gwen. La Granger osservò i due: stavano molto vicini, sembravano così affiatati.

Come potranno mai aiutarci?, pensò, perdendosi nelle iridi del ragazzo. Magnetiche, davvero. Sono solo due ragazzini, non sono maghi nemmeno! Com'è che dovrebbero salvarci la pelle?

Gwen alzò la mano verso Hermione, che se ne stava ancora impalata vicino a Draco il quale l'aveva già mollata. Quando la pelle del ragazzo lasciò la sua, Hermione provò un senso di freddo. No, di gelo. No, ancora: di abbandono. Ancora più forte di quello che le aveva causato Ron, lasciando in disparte la loro grande (o così credeva lei) amicizia.

“Ciao. Sono Gwen.”

“Già lo so” bisbigliò la mora sospettosa, guardandosi attorno. Harry era già seduto ad un tavolino e la guardava dal basso, quasi speranzoso. Nei suoi occhi lei riuscì a leggere un messaggio: 'andrà tutto bene!'. Sì, come no.

“Come dovreste aiutarci?” domandò, ma venne subito zittita.

Draco mosse la mano come a scacciare un'orribile mosca o chissà cosa. Come a scacciare Hermione, la sua curiosità, il suo coraggio, ecco.

Quindi afferrò Ronald e lo avvicinò ai due. Quando il rosso affiancò Hermione lei si scostò, seccata, andando a sedersi vicino ad Harry.

“Salve, sono Ronald Weasley.”

“Piacere, Gwendoly. Shepherd.”

“Ed io” si fece largo il ragazzo. “Gideon de Villers.”

Ron annuì, concentrato (forse per la prima volta nella sua vita – ironizzò Hermione).

Draco abbassò lo sguardo e osservò Hermione: se ne stava vicino all'amico sfregiato e guardava con astio Ronald, anche se il motivo gli era oscuro. Aveva le sopracciglia piegate all'ingiù, sospettosa. Perché?, pensò il biondo, stanco. Perché non può semplicemente fidarsi? Le è così difficile?

Seccato, Malfoy interruppe la conversazione di Ron e Gwen (Ron fin troppo affiatato e la ragazza un po' perplessa). “Ragazzi, qua è un po' troppo affollato, non credete?”

Hermione si guardò attorno. Non c'era anima viva, non era l'ora di punta e poi, fuori diluviava a più non posso.

Affollato?, pensò, sorridendo appena. Draco era cosi … strano. Sì. Oltre che bello, strafottene, affascinante, serpe, stronzo, inutile, bastardo, ingiusto, calcolatore …

“Alzati, Herm.”

Hermione annuì ed eseguì ciò che le aveva detto Harry, seguendo Ron, Gwen, Gideon e Malfoy verso l'uscita del locale. Il padrone del bar li guardò male, forse seccato perché non avevano comprato nulla, ma li lasciò uscire in tutta tranquillità.

Red.

Non va bene. Oh, così non va bene!

Gideon era seccato. No, di più. Era furioso!

Draco aveva portato con sé uno strano ragazzo quattr'occhi con una cicatrice sul volto, una ragazzina dall'aria vispa e impulsiva con dei capelli impossibili e un coglione pel di carota con gli ormoni a mille! Perché?

E soprattutto, perché Gwen non cacciava quell'idiota da sé? Insomma! Ron era da mezz'ora che le stava addosso, ponendole più domande che mai, mentre avanzavano per Londra uscendo dalla città.

Era partito col ' come va? ', 'come ti chiami?', 'Di dove sei?' fino all'arrivare a 'un giorno usciamo noi due soli?'

Oh-mio-dio!

Un pugno l'avrebbe ben sistemato!

Guardò pel di carota sorridere così amorevole alla sua ragazza che, perplessa, tentava di scostarsi un po'. Ma no, non se ne andava: era fin troppo educata. Gwen lo ascoltò dire le cazzate più stupide senza cacciarlo mai.

Perché?

Gideon stava già per avvicinarsi, fargli una scenata e dargli un po' giù, quando una vocina limpida lo bloccò.

“Er, scusa?”

si voltò. Dal basso la ragazzina, Hermione, lo fissava con curiosità e sospetto (i suoi stessi sentimenti).

Addolcendo almeno un po' voce e sguardo, rispose: “Sì?”

“Mi chiedevo … voi, come potreste mai aiutarci?”

Me lo chiedo anch'io, sai? Come e perché. Il perché è complicato da comprendere, quasi come il “come”, appunto.

Perché vi serve aiuto? In cosa?

Noi che c'entriamo?

“Dovete tornare indietro nel passato?” le domandò invece Gideon, osservandola poi sgranare gli occhi, sorpresa.

“Tu … come?” sgranò gli occhi quella là, alzando un po' la voce. “Come lo sai? Malfoy te l'ha già detto?! Oh, quell'idiota! Non ci possiamo fidare e già dice tutto? Quell'imbecille!”

Gideon osservò la carnagione della ragazza passare dal bianco latteo al rosso al verde, quando probabilmente s'accorse d'aver parlato troppo.

Poiché stava andando in paranoia, il moro la salvò: “Non preoccuparti. Ho indovinato e basta.”

“Ah.”

Già, che risposta brillante.

Gideon osservò con occhi divertiti la mora e poi cominciò a spiegarle, molto molto alla buona, chi erano lui e Gwenny.

 

Pochi passi più avanti rispetto a Gideon e Hermione, Gwen stava tentando in tutti i modi possibili ed educati di scacciare il rosso, senza però molti risultati.

Quello era davvero un impiastro! Le si era subito attaccato come una cozza e, come se fosse il momento adatto per ciarlare, si era messo a parlarle del più e del meno come un treno: non finiva una domanda che ne stava già iniziando un'altra, e poi pure si lamentava perché lei non rispondeva a tutto. “Che c'è, non mi ascolti? Ti annoio? Oddio, ti annoio? Già, mi hanno detto che a volte sono così. La mia ex, Roxanne...” E bla, bla, bla!

Solo che a Gwen non importava un cazzo (ecco! L'aveva anche fatta diventare volgare!) di ciò che usciva dalla sua bocca!

“Ronald...” borbottò dopo l'ennesima mitragliata di stronzate. “Ora devo andare da Gideon un attimo. Se mi permetti” e si defilò, sotto lo sguardo divertito di Malfoy e quello imbarazzato di Harry, il ragazzo strano con gli occhiali.

Oh! finalmente libera.

 

Harry osservò Gwen fuggire da Ron, imbarazzato.

Già, imbarazzato, ma non per sé stesso, bensì per l'amico!

Com'era evidente, s' era preso una cotta stratosferica per la ragazzina ed ora non le staccava più gli occhi di dosso.

Con un'allegria che non gli apparteneva, domandò al figlio di Lucius Malfoy: “Sopravviverà al pugno di Gideon?”

Il biondo rise; una risata così cristallina che penetrò nelle orecchie di tutti, persino di una donnetta bassa che passava di là. Il cane latrò, chissà perché. “Probabilmente” mormorò Malfoy ghignando, com'era suo solito. “Non riceverà un solo pugno. Probabilmente, morirà.”

Wow. Harry si augurò che Ron la piantasse là, e subito.

Augurio vano, scoprì quando si voltò a chiamarlo per parlare un po' del più e del meno.

Il rosso era già all'attacco, ripercorrendo i suoi passi verso Herm, Gideon e Gwen.

Oh, merda!
 


ANGOLO AUTRICE.
Oh, merda! Che combinerà ora il coglione pel di carota con gli ormoni a mille? E chi lo metterà a tacere?
Mistero! Huh.
Dunque, che dire? Questo è (già) il 5 capitolo. Ringrazio chi mi segue, recensisce... La storia è già finita tra 3 preferiti! Woa, è tantone! <3
Beeene. Sì, ammetto di essere un po' in ritardo, ma ho avuto problemi di "tempo". 
Probabilmente son cose che capitano , no?
Come capita di prendersi un po' di pugni da un figo (della madonna). Wow. Ron sopravviverà?
Ops. parlo sempre troppo.
Dovete sapere che non c'è nient'altro da dire, davvero ..  Quindi io concluderei qua. :3
Volevo proporre una cosa, per pubblicizzare un pò la storia: se volete io linkerò a fine capitolo 1, 2 storie vostre e voi farete lo stesso.
Che ve ne pare? :P
Bom, fatemi sapere mule *-*
Vado ... Vado a leggere qualche fic<3 Qualcosa da consigliarmi? ^^
Ciau, a presto! :*
Meme1

 



Le mie storie:
Come al solito, i link delle mie storie:

 


 
.
Di queste, 'Guerra e pace' ed 'In the end' sono complete. 
Per le altre giuro che sto facendo il possibile ... ma ora la mia priorità è 'la nuova battaglia' ! *-*

Bacii ;*

 

 

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Capitolo 6
*** su: la “legge del prendere e del dare”, il fuoco e i dubbi ***


Capitolo 6.

su: la “legge del prendere e del dare”, il fuoco e i dubbi

 

se si è senz'amore si è senza vita, senza meta

Mai sentito parlare della “legge del prendere e del dare”, nemmeno così, per caso? Nemmeno origliando il discorso della donnetta seduta vicino a te in corriera, oppure in qualche film americano anni '80?

Ronald Weasley, professore di Stupidità, laureato in Imbecillità Assoluta, cercherà di dare una risposta ai vostri quesiti, proprio qua, ora, davanti ai vostri occhi. Si faccia avanti, dottor Ronald!*1

 

Harry Potter.

Ronald, che cazzo fai?

L'avrebbe urlato, davvero. Una delle poche volte nelle quali Hermione avrebbe detto una parolaccia, una volgarità, sarebbe stata proprio quel giorno.

Quel giorno, quando Ron tornò indietro sui suoi passi e, indifferente al moro di due metri che aveva dinnanzi, domandò: “Gwendolyn, perché sei fuggita così? Volevo proprio dirti che, qua a Londra, c'è un bellissimo ristorantino, perfetto per noi-”

Non finì mai la frase.

Gideon gli saltò al collo, come un vampiro su una preda. Già, pareva proprio un vampiro ed Hermione si vergognò del senso di completezza che provò nel sentire il tonfo del corpo di Ronald mentre cadeva a terra, dolorosamente.

Hermione avrebbe dovuto urlare, spaventata, qualcosa come “Ron! No!” e buttarsi su Gideon, che lo stava colpendo furiosamente, supplicandogli di smetterla (“Oh Gideon, BASTA!”).

Solo che non lo fece. Non perché non ci riuscì, impossibilitata da chissà che cosa (una vecchietta che voleva sapere dov'era il London Eye, un ragazzino che le chiedeva il numero, Gwen che le saltava addosso urlando: “Allora anch'io!”). No, no.

Non lo fece perché non voleva farlo.

Hermione Granger, la maga più brillante della sua età, non voleva aiutare Ronald Weasley.

Harry Potter, il ragazzo ch'era sopravvissuto, invece sì: corse verso i due e tentò, in qualche modo, con le braccina smilze, di bloccarli.

“RON! Basta! “ urlava, nel vedere il rosso rialzarsi e colpire Gideon, dandogliene forti.

Gideon, dopo aver preso qualche colpo, si riscosse e colpì Ron, ferocemente. Gliene diede, ancor più forte.

Hermione sentì le urla straziate e furibonde del ragazzo, ma non provò alcunché. Gwen, invece, si muoveva come un'anguilla, urlando e supplicando.

“Gideon, BASTA!” urlò lei, la ragazza buona, dolce e generosa. Gli si avvicinò ma retrocesse, quando quasi fu colpita da un piede.

“NO! Gwen, non capisci? “ sbraitò Gideon, tra un colpo e l'altro.

Il suo pugnò andò a finire contro lo zigomo del rosso, che stramazzò al suolo, perdendo potenza e velocità.

“Cos'ha fatto, Gideon?! Ci provava con me, sì! Ebbene, è così che si comporta un uomo?!” sibilò Gwendolyn Shepherd, a denti stretti, ancora muovendosi come un'ossessa. Hermione la trovò ridicola e divertente, mentre con i suoi occhi d'una deliziosa sfumatura calda del marrone, passava lo sguardo da Gideon, a Ron, ad Harry, impotente e per terra.

Un momento, e Malfoy? Lo cercò con lo sguardo, mentre Gwen andava avanti a ciarlare, senza però trovarlo.

Una sensazione orribile la colpì.

Tutto combaciava.

Draco ha scritto sul muro.

Ci ha condotti qui, facendoci perdere per le vie di Londra.

Ed ora, con dei Mangiamorte, ci attaccherà me, Ron che è pure leso, ed Harry!

Ma … perché?

Hermione guardò il cielo, aspettandosi che s'oscurasse da un momento all'altro.

Non accadde.

“Un uomo di valore avrebbe messo in chiaro le cose a parole, Gideon!”

“Sì, ma ...” il pugno di Gideon si fermò a mezz'aria. Sembrò ragionare, per un momento, sull'assurdità detta dalla ragazza, e poi... Mollò Ron.

Hermione ammise, tra sé e sé, che Gideon era davvero un uomo di valore, un brav'uomo.

Guardò Ron, a terra.

Ron … Ron è l'idiota di sempre!, pensò Hermione avvicinandosi.

Si chinò e gli sfiorò lo zigomo leso, pensosa. “Ron, come va?” Spero bene, perché presto Draco e dei mangiamorte c'attaccheranno. Devi essere in forze!

“Come … va? E secondo te?”

Hermione ridacchiò debolmente, sempre più distratta.

Poi Ron la riportò tra loro. “Scusa. È stato come aver preso una pozione d'amore: non vedevo che lei! È stato un errore, Herm. Ti voglio bene!

La mora tirò un sospiro di sollievo per quell'ultima affermazione, che non era andata oltre (con un “ti amo!”, per esempio. Oddio!), e lo abbracciò.

“Anch'io te ne voglio molto, di bene” gli bisbigliò all'orecchio. Poi guardò Harry, là vicino. “Draco dov'è?”

tra loro.

Il ragazzo ch'era sopravvissuto cominciò a guardarsi attorno, freneticamente, poi imitato dagli altri.

“MALFOY!” urlò, con voce sconcertata, Gideon.

Quando finì di sbraitare per l'ennesima volta (Hermione non si sentiva più i timpani!), una voce melodiosa si fece largo, armoniosa e delicata, ma al contempo rovente, roca.

“Sono qui, sono qui.” disse Malfoy, arrivando alle spalle di Hermione. Lei subito si irrigidì, sentendo la sua presenza come fuoco su di lei e, quando il biondo si chinò per verificare le condizioni di Ron, il suo petto s'appoggiò alla schiena di Hermione, che sembrò andare a fuoco. Nessuno dei due si scansò, né lei, che lo sentiva chiaramente su di sé, imponente, né lui, che probabilmente s'era appoggiato a lei di sua scelta.

“Cos'abbiamo qua?” domandò, guardando Ron con un ghigno. “Weasley. Il solito … Hmmm, come potrei definirti, ora? Vediamo ...” sembrò rifletterci. “I-dio-ta.”

“Lo so” gracchiò Ron. “Non so cosa m'è preso. Per quella là.”

Quando capì l'errore commesso, diventò rosso e guardò Gwen, scusandosi. Lei nemmeno l'aveva ascoltato, troppo presa ad abbracciare Gideon. “Scusa, Gwen” buttò lì il rosso, quando capì d'essere in salvo.

Ma Herm quasi non sentì una parola di tutto ciò.

Non provava altro che calore, calore, calore e fuoco. Hmmm, il fuoco non era mai stato così … bello!

Una sensazione così forte. Le prese a battere veloce il cuore, più che mai e, senz'accorgersene, strinse più forte la mano sul volto di Ron, che mugulò.

“Scusa, Ron” bisbigliò la mora, guardandolo alzarsi. Quando completò l'impresa Herm capì che l'avrebbe dovuto imitare, se solo Draco si fosse scansato di là.

“Ecco …'' cominciò, senza ben sapere che dire. Ma Draco l'anticipò, scostandosi.

E ancora quella sensazione d'abbandono, di vuoto.

La mora si alzò. No, si costrinse ad alzarsi.

“Gideon. Gwen. Scusate” sibilò Ron, che non era abituato a chieder scusa.

Gwen liquidò il tutto con un gesto della mano, “okay”, mentre Gideon gracchiò, ancora seccato: “Che non accada più. Animale.”

No, non l'aveva perdonato. Per niente.

Ma meglio così, pensò Herm, ben gli stava!.

 

RED.

Oh, mio, dio!

Quel pel di carota non poteva essere così … così …

Coglione! Sì, proprio così. Coglione!

Era un gran coglione!

''Gwen, Gideon, scusate!'', lo scimmiottò il moro nella sua testa, mentre si dirigeva col gruppetto nel bosco. Oh, cielo!

Così … ARGH! La voglia di colpirlo era così forte.

Ma non sarebbe stato da uomo, e Gwen accanto a sé voleva proprio quello: un uomo forte, giusto e leale.

Bah. Secondo Gideon la sua ragazza avrebbe dovuto essere un po' più … manesca? Reattiva? Ineducata?

Già. Solo che lei non era così, e neppure lui.

I Ronald lo rendevano così!

Ho appena provato l' odio, vero!, pensò tra sé e sé, mentre stringeva la mano della sua amata immortale. Com'era bello pensare che, anche tra mille anni, sarebbero stati ancora vivi e, soprattutto, insieme.

“Qua va bene” constatò Draco.

“Beh! “ borbottò Harry. “Penso che siamo nel posto più sperduto ...”

“Potter, non lamentarti! “ lo freddò Malfoy.

Eh, questa no!

A Gideon Potter stava molto simpatico, così subito lo difese. Lo fece anche perché aveva davvero quei dubbi, ovvio.

“Draco! È vero. E tu, piuttosto, che hai fatto prima, quando io e coglione ci siamo...'' abbassò il tono quando Gwen lo guardò male “Picchiati? Eh, dov'eri?”

“A prendere una cosa” rispose Draco, dimostrando l'ennesima volta di avere sangue freddo.

Sì, come no. “Una cosa”.

'e cosa?' avrebbe chiesto Gideon, ma sapeva benissimo che non avrebbe ottenuto risposta.

Le serpi come Draco non rendevano certo la vita facile, a nessuno.

E poi c'era quel particolare.

Quello sguardo che, ogni tanto, Malfoy lanciava a Hermione. Gideon, nonostante fosse un ragazzo, l'aveva subito notato, aggrottando la fronte.

Stanno assieme?, si domandò.

Il vero problema non era se Hermione e Draco se la facevano (Bum! Si diede mentalmente uno schiaffo, come avrebbe fatto Gwen, per il suo linguaggio scurrile!), bensì quante cose non sapevano, loro? Quante cose Draco teneva nascoste a tutti? E perche'?

Hermione s'era già fatta scucire qualche particolare, anche abbastanza ovvio.

Il perché però restava sempre molto, troppo, ignoto.

 

“Voglio crederci, Gideon” sussurrò al ragazzo Gwen, stringendogli la mano. “Voglio credere che tu non sia stato geloso di quello là.

Eh già, essere stata chiamata quella là aveva lasciato un po' il segno, quindi Gwen se ne vendicò apertamente, abbracciando il ragazzo. Le scuse di Ron le aveva accettate, al contrario di macho man là davanti a lei, ma poco importava, infondo.

Ora, Gideon non aveva occhi che per lei.

“Sì, invece “ borbottò Gideon tirato, accarezzandole una guancia. “E' che ti stava così addosso!” spiegò, con aria quasi dispiaciuta. Ma no, no: era seccato, si vedeva lontano un miglio. Gwen non era mai stata brava a 'leggere' le persone, dopo tutto. “E tu … nemmeno ti scansavi!” mormorò il moro, allontanadosi un po' da lei.

Gwen subito lo abbracciò stretto, sentendo un calore al cuore. Mi ama!, pensò. Mi ama davvero.

“Gideon. Ero cortese. So che ti è difficile ma … potresti provarci? A perdonarlo? È solo un-”

“Coglione pel di carota con gli ormoni a mille!” sbottò Gideon, stringendole una mano.

Si stavano stritolando a vicenda, sussurrandosi parole d'amore, parole sempre più rare e vere.

“Ok. Capito. Non riceverà il tuo perdono!” scherzò Gwen, pensando a quant'era pazza di de Villers.

Se gliel'avessero detto poco tempo prima, avrebbe riso.

Chi, io e quello là? ma. ti. Prego!

Eppure … le cose cambiano, no?

Ora, da Viaggiatori nel tempo, lavoratori a tempo pieno e non pagati!, per un traffatore, ciarlatano, il conte Saint Germain, erano passati ad essere … cosa? Una coppietta felice commissionata per Draco Malfoy, uno sconosciuto praticamente.

E tutto questo perché Gwen era gentile. Cortese.

Già, una volta tanto avrebbe dovuto smettere, ma. .. no, non oggi.

Si voltò, osservando Draco così vicino a Hermione. Quasi troppo vicino.

E pensò, malinconica, a quando pure lei era così: senza amore e cioè, senza vita, senza meta.

 

PS: *1 : la legge del “prendere e del dare” l'ho inventata io, perché c'entra col capitolo … non penso che esista, nemmeno in film anni '80 O.O ahahah :') bon, però mi piace. Se le dai le prendi! Ron! u.u ahahah :3


Angolo Autrice.

Sono già qua. Yeah. Rompo ? XD

Questo è il capitolo … Hmmm, 6? Sono quasi orgogliosa della storia! :) Ammetto che, dài, sta venendo!! :3

Insomma, Gideon e Ron fighi eh? >.<

Eppoi … Mmm, Malfoy? Che combini eh? *-* We're looking you! o.o

Hermione è senz'amore. E cioè è senza meta.

Bah! Mi sembra di aver un po' esagerato con la “smielatezza”. Spero di no … mi sentivo particolarmente ispirata, senz'alcun motivo poi :P

Harry è impotente. Cavolo, ho notato che “nella nuova battaglia” non è proprio il solito eroe, paladino del mondo. Ahaha :') Be, così è.

Hmmm, Draco. Draco! Again! XD Che fai? Hai toccato una persona!! nooo! Guai! D:

eheheh, e Gwen. Beh, Gwen è stata chiamata da “dèa” a “quella là”. Autostima: -grazie, Ron, grazie! Ora sì che sono cresciuta. -

Booom. Succede! Autostima, non prendertela <3

Delirio!!! <3

Sto delirando, sìsì.

È che … ahahahah :3

Bene direi che è tutto. C'è, non ho detto niente in realtà.

Ma che dovevo dire?

Voi che dite a fine capitolo?

Tutti là che dicono “sì è andata così” e “no è andata colà”. E così colà! Insomma!! l'abbiamo letto: lo sappiamo gia'! Grazie!

Messaggio per le autrici che mettono 'angoli autrice' lunghissimi: devo già studiarmi l'Iliade! Non serve anche il tuo angolo autrice!!

AHAHAHAHAH NON è VERO poi, perché io amo leggere i commenti.

Oddio, è meglio se smetto! È che se smetto devo studiare c.c nooo D:

Ma devo. È per il vostro bene.

Delete! ← eliminate tutto ciò che ho detto!

Che poi, perchè c'è delete e non cancel? O.o ma wtf'?! D:

Sii curioso. Leggi molto. Penso che ciò che la gente scambia per 'intelligenza' sia solo un po' di curiosità'”. Ecco. Buon proseguimento <3 <3 di vita ! <3
Oggi non linko le mie altre storie, per ovviiii motivi :3
Ma, se volete andarle a leggere velocemente, fate clik clik e tornate indietro d'un capitolo! Ci sono i link già là.
In più in un capitolo, il 3 o 4 credo, ho postato anche parte della trama. Se vi va. .. io vi consiglio caldamente "Guerra e pace"! Amo quella storia, ché non so in realtà <3 :3
ahahah. No. Basta Meme. Basta!

 


meme1 

 

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Capitolo 7
*** Chi ride da solo è un pazzo. No: chi ride da solo è un disperato. ***


Capitolo 7.
Chi ride da solo è un pazzo.
No: chi ride da solo è un disperato.

Mi scuso per il ritardo . In compenso vi regalo un piccione : *^* Ecco qua! A posto?! :3 A più giù, hii!


Harry Potter.
Hermione guardò a lungo i ragazzi che aveva dinnanzi a sé. Se lo chiedeva da un po', sommessamente, quasi non volendolo fare, ma chi erano veramente? Fin'ora sapeva che erano due ragazzi della loro età, innamorati pazzi, una più gentile e l'altro meno, ma sempre molto educato, ma chi erano? Da dove venivano e perché Gideon aveva capito subito qual era il loro problema?
Il suo sguardo si posò su Draco. Il ricordo – il fuoco – tornò prepotentemente, e quasi non inciampò su un tronco d'albero caduto, proprio in mezzo al sentiero nel bosco.
In mezzo al bosco.
Perchè?
Dov'è andato Malfoy, prima?
E perché il cielo non s'oscura, perché non è già cominciato?
Il sole tiepido dell'Inghilterra però continuava a brillare, quasi sfidando i piani malefici di Malfoy.
“Come stai?” le domandò una voce così dolce, così familiare, come un'abitudine quotidiana, alla quale non potresti mai rinunciare, come bere il caffè la mattina o osservare l'alba nascere, che ti dà un senso di dolcezza e amarezza dentro al tempo stesso.
Hermione guardò Ron. “Come stai tu, piuttosto, idiota?” Pronunciò quell'ultimo insulto non con dolcezza d'una amica, bensì con serietà. Ronald era proprio un grande, grandissimo, idiota. E questa volta non avrebbe potuto più tollerlarlo, non più. Per poco l'idiozia di Ron non l'aveva ucciso durante la guerra, ma ora?
Andare nel passato. Ciò la terrorizzava molto di più.
“Bene!” rispose l'amico, con un sorriso dolce. In Hermione qualcosa si spezzò e quasi non scoppiò a piangere.
Come puoi, Ron?, avrebbe voluto urlare, saltandogli al collo. Tuo fratello è morto, abbiamo perso tantissime cose, non fai altro che sbagliare e fare figure d'idiota … come puoi sorridere ancora, dopo tutto il male che abbiamo visto? Dopo tutto ciò che abbiamo vissuto? Con che forza lo fai, amico mio?
Hermione si sforzò di mantere un atteggiamento distaccato e, mentre combatteva la sua guerra interiore tra odio e amore, borbottò: “Bene, perché me lo chiedi?”
Ron s'incupì un poco. ''Beh, tutto questo non è certo uno spasso” spiegò lanciando un'occhiata eloquente verso la grande schiena di Malfoy, fasciata da eleganti abiti scuri, davanti a loro. “E mi sembri un po' giù.”
Sulle labbra della mora comparve un sorriso stanco, mentre avanzava nel bosco che si faceva sempre più buio, portando con sé un oscuro presagio. “Ron.” mormorò, più tranquilla. “Silente è morto, ma ci serve vivo … O così dice una scritta, un avviso, a Hogwarts. Noi, stupidi, abbiamo creduto da subito che fosse la verità, senz'avvisare nessuno perchè sarebbe stato “da espulsione”...” continuò, ricordando con un sospiro lo sguardo ovvio di Malfoy quando aveva pronunciato quelle parole. “... Ed ora siamo a Londra, stanchi e confusi più che mai. Come potrei non essere giù?”
La vera domanda era: come fai, tu, a non essere giù?
Ron alzò le spalle, procedendo in silenzio e Hermione lo imitò, triste.


“Qui va bene” avvisò Draco, fermandosi. Osservò i suoi compagni d'avventura. Cielo, che cosa deprimente! Lo Sfregiato (quant'avrebbe dato per poterlo cruciare?!), lenticchia, Gwendolyn Shepherd, stupida ragazza inutile, Gideon de Villers, ragazzo sveglio sì, ma inutile, e la Granger.
La Granger... Be', difficile da catalogare, ettichettare. Malfoy si prese qualche istante per fissarla, indeciso. Aveva i capelli ancor più disordinati e un'espressione afflitta. Ricambiò il suo sguardo senz'alcuna sorpresa e si sistemò un po' le pieghe dei vestiti probabilmente comprati a qualche mercatino per 10$.
Aveva tutti in pugno. Ora lo osservavano, seccati, chiedendosi il perché di tutto ciò.
Quale sarebbe scoppiato per primo, per rabbia o curiosità?
Draco non dovette aspettare molto che Gideon si fece avanti. Prevedibile, banale. Quel ragazzo era un po' come una formula matematica, come una spiegazione scientifica: sempre quella, sempre la stessa storia, tranne poche – impossibili quasi – eccezioni.
“Dicci perché. Dicci cosa vuoi! O noi non ti aiuteremo!” Gideon si voltò, guardando anche Ron, Harry ed Hermione. Quindi, con voce più forte, la voce di chi sa tenere in mano il gioco, sibilò: “Noi non vi aiuteremo! Io e Gwen non viviamo per voi, intesi? Sarà meglio che parli, Malfoy, o qui nessuno tornerà nel passato, né tu” lo indicò “Nè io” si indicò “Nè altri” terminò, con voce crudele.
“Davvero, Draco” mormorò una voce che gli ricordava l'autunno, le foglie ingiallite che cadono dagli alberi color del sole, il calore e la felicità che forse non aveva provato mai. Hermione. “non giocare.” intimò.
Draco si sentì colpito nel profondo, la magia finì così com'era iniziata: in un attimo. Non poté non sentire quell'oppressione, quel senso d'ineguatezza, quando lo sguardo stanco e sconfitto della Granger, che era sempre e solo stata una coraggiosa combattente, lo investì. Era stufa, sì, e pure stanca, ma la cosa peggiore era che non ne poteva più di lui, Draco Malfoy, l'unico e solo.
“Non lo sto facendo” replicò, sapendo di mentire.
Non giocava? Ah sì? E cos'era, quello?
Stava prendendo tutti per i fondelli, conducendoli di qua e di là solo per vedere se avrebbero resistito, se sarebbero stati degni di far parte della missione. Non era giocare questo? Non lo era, no?
Hermione assottigliò lo sguardo, e il biondo capì d'aver toppato. Gli sembrò che la mora potesse leggergli il pensiero, e sperò vivamente che non fosse così, per il bene di tutti.
“Ah no?” ringhiò lei, terribilmente seria.
Draco sospirò, lisciandosi una piega immaginaria dell'abito costoso. Almeno, arrotondando per difetto, 300$ solo per la camicia che indossava.
“Ora vi spiegherò tutto” sussurrò.
“Più che altro” s'intromise Ronald, con voce seccata e stanca, “noi spiegheremo tutto a loro. E loro a noi! Non è che sei tu il solo che sa-”
“Concordo” asserì Harry.
Draco guardò Hermione. Che dirai tu, ora?, pensò aspettandosi già un rimprovero.
Ma lei non mostrò alcun segno.
Così Ron ed Harry spiegarono la situazione a Gideon e Gwen.
Draco non ascoltò molto, certo che tutti avrebbero detto ciò che si aspettava, ma si perse tra i ricordi. Com'era potuto finire là? Odiava Londra, odiava quella gente. Eppure … Sentiva che, così facendo (combattendo per la pace), poi sarebbe stato meglio.
Ecco perché, ad Hogwarts, non era scappato ignorando l'avvertimento, o magari dicendo “Mio padre lo verrà a sapere. Sistemerà lui”. Ecco perché se n'era rimasto lì a pensare, rimuginare, finché non era giunto il trio, ed ecco perché s'era fatto vedere, offrendo loro aiuto.
Ecco perché, poco prima, aveva scacciato dei Mangiamorte, con la scusa che lui “stava ancora con il signore Oscuro”.
Si sentiva così … Strano, sì. Strano.
“Perciò,” sentì commentare Gwen, rivolta a Hermione. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, scioccata. “Ad Hogwarts è sempre così un... casino? Cioè … non doveva essere un 'posto sicuro'?”
“Già, ma-”
“Ma allora, com'è possibile che qualcuno sia entrato e abbia scritto tutto ciò?” la interruppe Gwen, ficcandosi le mani nelle tasche.
Draco tese le orecchie. Ecco l'inizio del brain storming.
“Sì, in effetti. È difficile tuttavia entrare.” spiegò Hermione, accasciandosi a terra. Gli altri la imitarono, sedendo qua e là, su un masso o su un tronco, solo Draco restò in piedi, vigile, come un controllore.
“A meno che” borbottò Gideon “non sia stato qualcuno che era già dentro la scuola.
Silenzio.
Oh. Cazzo.
Non c'aveva pensato.
“Sì! Può essere!” esclamò Harry, osservando Gideon. “Eppure... non siamo nemmeno certi che sia la verità, che non sia uno scherzo.”
Ron intervenne, con voce sommessa e gracile. “Scherzare, Harry? Dopo ciò che è stato? Inventarsi una simile... oh, per merlino! Non è possibile.”
Filava! Lenticchia aveva detto una cosa giusta …
Draco ghignò. “Sì. Dev'essere così.”
“Ma non è questo il punto!” intervenne Hermione. Il biondo la guardò passarsi una mano tra i capelli (scompigliandoli ancor più), raccogliere una foglia e rigirarsela tra le mani, parlando con voce sommessa, preoccupata, stanca, indecisa. Così diversa, così diversa. Era lei? Chi era Hermione Granger? “Il punto è: come salviamo Silente? Come ci salverà lui, poi?”
Vero.
“Giusto. Meglio non divagare” sospirò Draco, pungente. Cominciava a far freddo, non avevano poi così tanto tempo. Giocare con quei ragazzi era stata una mossa stupida della quale si pentiva sempre più. “Gideon, Gwen. Conoscete la storia, sapete cos'è successo. Aiutateci.”


 
Red.
Aiutateci.
Gwen osservò Draco, dal basso. Sembrava ancor più alto e regale, con quell'aria da angelo dannato. Allo stesso tempo però, non sembrava più lui. Aveva chiesto aiuto … con una voce così seria, in modo così deciso …
“Lo faremo” sussurrò Gideon, che sicuramente stava già macchinando qualcosa, grazie all'esprienza. Gwen si sentì inutile. Non aveva idee, nulla. Gideon … Lui sì: pensava, agiva, decideva. Ma lei, lei cos'era? Avrebbe potuto benissimo ritirarsi dalla missione, magari andare in quel “ristorantino perfetto” con quell'idiota e mandar giù più birre che un alcolizzato.
Si sentiva così … male, sì. Male, più che mai. La verità era che Charlotte, in un momento simile, sarebbe stata molto più utile, attiva.
“Quindi supponete la presenza d'un traditore?” indagò Harry Potter. Il ragazzo a primo tatto non sembrava granché, anzi, solo un secchione con gli occhiali. Ma poi … Gwen, nei suoi occhi, aveva letto così tante emozioni, intravisto così tanti segreti! Inoltre, attorno a lui c'era qualcosa... come una specie d'aura, sì. Una densa sensazione di qualcosa, di qualcosa d'orribile. Qualcosa che aveva passato, vissuto? Gwendolyn aveva l'impressione, dal suo sguardo, che lui avesse visto la morte in faccia.
“Perché, è un'ipotesi da evitare?” replicò Gideon, serio.
Un colpo di tosse. Draco. “Ragazzi, manca poco … Velocità ...” bisbigliò, guardandosi attorno con fare preoccupato. Velocità?! Lui diceva “velocità”?! Li aveva portati in un bar, poi in un bosco, ed era anche sparito … velocità, eh?
“Ragazzi … c'è un problema da non sottovalutare, per noi.”
Gwen capì al volo la questione e rubò la parola all'amato. Un po' voleva sì, dire qualcosa, primeggiare ecco. Così mormorò: “Appunto. Noi, ogni giorno, dobbiamo passare almeno circa tre ore nel passato …” spiegò.
Ci furono diverse reazioni: Draco annuì, ovvio; Harry strabuzzò gli occhi; Ron quasi non si strozzò con la saliva (''Oh, per Merlino! Ma come si può? Coff'') ed Hermione … Gwen osservò la ragazza chinare il capo, assecondandoli.
Perché? Sembra così sveglia, allora perchè non interveniva?
“Sì, lo so” spiegò Draco “Appunto in quel tempo, interverrete.”
“Intereverremo a cosa?” sbottò Gideon, alzandosi e fronteggiando Draco. Oh, no! Non picchierà anche lui?!, pensò Gwen, già alzandosi in piedi, pronta a mettersi tra i due.
Non ce ne fu bisogno. Draco semplicemente alzò le spalle. “Salvare Silente da me... Più che altro da Piton, ma vi spiegherò” sussurrò con voce gelida, che mise tutti a disagio, la voce di chi ha osato troppo, “portarlo al sicuro, spiegarli della profezia – c'informeremo di più, prima – e chiedere come salvare il mondo di nuovo. Semplice.”
“Può andare” affermò Harry.
“Andrà” replicò Draco gelido.
Ron si alzò “Sì, andrà. È così stupido come piano … che potrebbe funzionare!”
E scoppiò a ridere da solo.


 
Angolo Autrice.
Non sarà così semplice, ovviamente, ma per il momento il piano “Salva Silente – fatti salvare” sembra la cosa migliore da fare a tutti. In realtà è forse l'unica cosa da fare. Draco lo sa. Herm pure. Tutti lo sanno.
Ma Hermione è. .. be', lei è KO. Davvero. Ha visto Ron, che ha subito molte più perdite di lei, sorridere e andare avanti. Mentre lei si è fermata... è ancora là, alla guerra. E poi, parlare con un morto? No, per lei è inammissibile – anche se è la normalità per Gideon e Gwen.
Non può essere così semplice. Niente è semplice.
Spero che questo capitolo, il settimo, sia stato esauriente... Red ed HP s'incontrano “decisivamente”, buttano giù le basi per una 'collaborazione', tra attriti vari e nuove amicizie.
È un po' lunghetto … spero non vi abbia annoiato e che almeno qualcuno sia arrivato quaggiù! :)
Da non ignorare il comportamento di Gwen. Si sente inutile. Pensa che Charlotte – chi ha letto 'Red' capirà – sarebbe molto più utile.
Ah, una cosa. Consiglio questa storia – un po' in ritardo, l'ammetto!– solo a chi ha letto almeno un po' di HP e Red. Sennò non si può capire! :P
Cooomunque, Charlotte è la cugina stronza di Gwen. Bom, basta.
Ah sì: non apparirà nella storia :3 *per la nostra felicità* !
Scappo! Ciau :3:D

PS: Lo so, lo so, lo so! Non ve ne può fregare di meno ma .. Io lo faccio comunque ahahah<3
Ecco il testo di una canzone che, personalmente, amo: ►fedez, nuvole di fango.
Io amo la voce di Fedez, la adoro. E' una voce così ... indescrivibile, ha un che di magico, quasi. Non lo ascoltavo da un po'... e poi rieccolo, con questa meraviglia ! Gianna Nannini è strepitosa, assieme fanno scintille. Condivido con voi quest'amore <3 Non odiatemi :3 In più penso che il testo sia attinente al capitolo, allo stato d'animo di Herm. "Cerco una speranza per andare via da qua". Lei vuole scappare da tutto ciò: Ron, la guerra, il fuoco (Draco).. Non lo farà, cretedemi <3

Fedez: 
La carta d'identità gli ricorda che lo studente 
prende schiaffi dalla vita ma il dolore non lo sente 
la scuola è a un tiro di schioppo si accende una Philip Morris 
lo zaino che pesa troppo per inseguire i suoi sogni 
negli ambienti più puliti che la coscienza la sporchi 
nel vialetto della scuola trascina i suoi piedi storti 
e non conta tanto il podio se non riesci a rimanerci 
il mondo confida in Dio ma lui non si affida a terzi 


Rit. Gianna Nannini: 
Siamo schiavi del coraggio 
salta nuvole di fango 
siamo il sangue sull'asfalto 
siamo svegli segnati da un sogno che non se ne va 


Fedez: 
Si cresce, qualcosa cambia ma tutto sembra diverso 
se il mondo fa il finto onesto lui tace e fa l'introverso 
ma un giorno spezza il lucchetto con cui si è chiuso in se stesso 
e intanto il mondo sono pronto che mi sono perso 
e non c'era niente in cui credere intere giornate libere 
senza un posacenere solo voglia di scrivere 
adolescenti che non cercano lavoro 
voi parlate spesso dei giovani e troppo poco con loro 
quando chiedono impartiscono pretendono e proibiscono 
in questo mondo malato il sogno è diventato un sintomo 
non conta quanto punti in alto ma da quanto in basso arrivi 
gli han dato del primo infame ma adesso lui è primo in Fimi 
ora quei piedi storti stanno sul red carpet 
certe cose sono come l'HIV ce l'hai nel sangue 


Rit. Gianna Nannini 
Siamo gente di passaggio 
salta nuvole di fango 
con i cuori sotto sfratto 
siamo quelli segnati dal sogno per l'eternità 


Fedez: 
Non ci sei, non ci sono 
dammi una speranza che mi porti via da qua 
non ci sei, non ci sono 
segui la tua strada, tutto il resto si vedrà 
non ci sei, non ci sono 
cerco una speranza per andare via da qua 


Rit. Gianna Nannini: 
Siamo schiavi del coraggio 
salta nuvole di fango 
con i cuori sotto sfratto 
siamo svegli segnati da un sogno che non se ne va.

 

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Capitolo 8
*** Brutte compagnie per i giovani rampolli? ***


Capitolo 8

“Brutte compagnie per Malfoy e de Villers.”

 

HARRY POTTER

Harry cominciò a ricredersi su Ron. Ossia: all'inizio sì, erano amici, scherzavano, si dicevano un po' tutto … Poi però lui era diventato sempre più visibilmente ignorante, indispettito, arrogante e scostante. Sì, ridevano ancora, Wesleay diceva sempre battutine a go go ed Harry si divertiva anche – un po' -, ma non era più come prima.

È solo perché sono stressato, pensò, pulendosi le mani incrostate di terra dai jeans. È per questo. È che sono ancora suo amico, sì, non è successo un piffero.

Già, come no. Auto-convincersi non era la strada giusta. Hermione l'avrebbe preso a schiaffi per le assurdità che stava pensando, ma era proprio ciò che provava. Insomma, mentirsi era impossibile.

Proprio mentre stava per uscire dalla sala comune dei Grifondoro, tutta tappezzata d'oro e rosso, la sua amica mora entrò tenendo tra le mani un grosso tomo dall'aria antica, polveroso. “Hermione” la salutò con una mano, andandole incontro.

“Harry.” ricambiò con un sorriso stanco. Il viaggio di ritorno a scuola era stato stressante per tutti, lo sapevano già. Ma Hermione sembrava più... Stufa, ecco.

Chi non lo è?, si domandò, retoricamente, Harry, sistemandosi gli occhiali.

“Harry. Basta con quegli occhiali” lo rimbeccò l'amica, mettendosi a sedere su una poltrona rossa bordata d'oro. Lui subito lasciò le stanghette scure e si passò le mani sui jeans, sentendosi un po' stupido. “E comunque … Ti va d'aiutarmi? Draco ha preso già fin troppo il controllo della missione!” esclamò, più piano. Fece bene: proprio in quel momento un gruppo di ragazzine Grifondoro del primo anno passò vicino a loro, parlottando qualcosa sullo “spiare”, “Draco”. Harry si sarebbe anche divertito un po', in altre circostanze.

“Idiote!” sibilò Hermione, in tono un po' troppo aggressivo. Il giovane Potter ignorò il particolare e sospirò.

“Sai chi è il vero idiota, qua?” le domandò, stringendo tra le dita il naso. “Ronald! È così … Cambiato, direi. E oggi, poi? Voglio dire, è la nostra chanche di salvarci, questa. Di salvare tutti! Lui non può … semplicemente … Rovinare tutto! Solo perché è”

“Harry!” squittì Hermione, sgranando gli occhi. Oh, no. L'aveva fatta grossa, eh? Ora si sarebbe sorbito una ramanzina. Ron è nostro amico. Gli vogliamo bene . È fatto così... Sì, come no!

Poi però, quando a parlare non fu l'amica ma l'amico in questione, il moro si pentì d'aver aperto bocca.

Chi era il vero idiota, là dentro? Solo che lui!!

“Bene, Harry! Se è ciò che pensi... Potete continuare anche senza di me! Infondo, sarà più semplice!” tuonò Ron, scappando poi dalla stanza e lasciando cadere a terra un giornale, dal quale provenivano voci stridenti.

“RON!” starnazzò Hermione, buttando giù anche lei il suo librone, ma non lo seguì.

Nel mio petto s'agitarono più emozioni, e me ne stetti là, in piedi in mezzo alla stanza, esitando tra due scelte: se, mettendo da parte l'orgoglio, seguire Ron e chiedergli scusa, oppure se rimanersene là ed invece parlarne male.

Non scelsi nessuna delle due, o meglio: le mescolai. Rimasi là con la Granger, raccolsi il suo tomo buttato a terra e poi il giornale, e mi sedetti su una poltrona a caso. “Hermione! Sono così … Cristo, che ci sta succedendo?!”.

Hermione mi si avvicinò e si mise sulla poltrona di prima, con sguardo stanco. Quindi allungò una mano e si fece tornare il libro. Il giornale, lo lasciò a me.

“Che ci succede, Harry?” mi domandò, aprendo il tomo e sfogliandolo. S'intitolava “Antiche profezie”. “La guerra ci succede.”

 

“E' finita da così poco la guerra contro Voldemort,” commentai, con tono amaro. Voldemort. Un nome ancora così carico di paura, orrore, malvagità. Eppure, era morto. “E già noi ne dobbiamo affrontare un'altra! Come potremmo essere felici, eh?”

“Non possiamo” borbottò Harry, guardandomi di sottecchi. Quindi aprì il giornale – non decifrai nemmeno le urla provenienti da là dentro – ed io cominciai a sfogliare il libro. Volevo scoprirne un po' più su questa profezia... Mi sentivo così sciocca, ne sapevo così poco.

Ero già immersa da un po' tra le parole, ci stavo capendo qualcosa, quando il mio amico errante mi chiamò. “Hermione!” gracchiò con voce da oltretomba, quasi spaventato.

Oh, no! Voldemort è vivo!

Dov'è la mia bacchetta?! Devo difendermi!...

Saltai su come un'ossessa, il libro volò sul pavimento – più precisamente su un tappeto dorato – e cominciai a guardarmi attorno.

Oh, no. Non c'era nessuno.

“Hermione, cos'hai?” mi domandò Harry, sinceramente preoccupato. Ignorando la domanda, m'avvicinai a lui.

“Che c'è?” chiesi, un po' imbarazzata. Non ero solo inutile … ero anche pazza, ora! Immaginarsi il ritorno di quel bastardo così, di punto in bianco, e pure crederci … non era normale!

“Leggi qua” mi ordinò Harry, passandomi il giornale.

La prima cosa che notai, fu che non era un giornale della nostra scuola, né del mondo magico, bensì di Londra. Era il Times.

Perché Ron aveva comprato un giornale simile? Tirando le somme, avrei scommesso che nemmeno sapeva bene dov'era, Londra! O magari l'intera Inghilterra!

In mezzo alla pagina spiccavano dei nomi già conosciuti, alcuni fin troppo. Mi ritrovai, seppur non volessi, a leggere i nomi di Gwen, Gideon e quel cretino stronzo maschilista di Malfoy – Brava, Herm! Dì insulti a caso, questo sì che è il metodo giusto.

Strano incontro tra il ricco Gideon de Villers, la sua fidanzata ormai “storica” Gwendolyn Shepherd e il nobile Draco Malfoy. La domanda è: perché?

Tutti avranno notato la strana scomparsa, per un pomeriggio, di Gideon de Villers e Gwendolyn, la sua fidanzata “storica” (a pag. 24: Quand'è che la loro storia finirà?). Abbiamo cercato più spiegazioni possibili, ed ecco cos'è stato scoperto (continua a pag. 22).

Svoltai le pagine così freneticamente, che qualcuna si strappò. Harry mi osservò sistemando gli occhiali rotoni, ma subito smise.

Possibile che c'avessero scoperti?

Oh, mio dio.

E se qualche giornalista avesse sentito i nostri discorsi da maghi?!

Mi gelò il sangue.

Gideon s'è incontrato, assieme alla fidanzatina “storica”, con Draco Malfoy, in un non molto conosciuto né rinomato di Londra. Sorgerà una domanda: perchè? Perché il giovane rampollo più ricco dell'intera Londra dovrebbe incontrarsi con l'affascinante Malfoy junior in un posto dimenticato da tutti, per giunta assieme alla fidanzatina?

Sappiamo solo che si sono allontanati, assieme, verso la periferia di Londra, per poi sparire quasi magicamente dalla vista di tutti. La giornalista che ha seguito il caso, N. R., afferma: “Proprio così! Sono spariti tutto d'un tratto; mi sono soffermata un attimo a cambiare le batterie della Canon, e poi non c'erano più!” spiega, “Non ho nemmeno valutato l'ipotesi che si fossero nascosti nel bosco. Insomma, sono Malfoy e de Villers! E sì, certo, la piccola Gwendolyn. Però c'è una cosa d'aggiungere: non erano soli. Con loro c'erano, infatti, una ragazza mora e un ragazzo dai capelli rossi, un po' trasandato. È così che è scattato il dubbio: che i rampolli stiano frequentando brutte compagnie?!”. E così questa è la domanda: brutte compagnie per de Villers e Malfoy? È certa una cosa: se non torneranno al più presto, sarà sporta denuncia!”.

Mi rilassai. Macché. Questo era solo uno stupido articolo da babbani alla ricerca di gossip. “Brutte compagnie”, sì, come no.

Mi rivolsi ad Harry, che sembrava più preoccupato di me – per niente, d'altronde. “Harry! È tutto okay, penso. Non credo che”

“Avranno sentito!? No? Perché, sennò...”

D'un tratto la porta s'aprì, zittendoci.

Per primo entrò Malfoy, ma senza il suo solito ghigno. Feci per attaccarlo, era solo colpa sua e della sua popolarità!, quando entrò, dietro di lui, la McGranitt.

Per quanto potesse essere elegante la frase, la pensai comunque: Oh, merda.

 

RED.

“NO! No, no, no! No!”

“Gwen, calmati!”

“NO! Come posso … calmarmi? Come?! Hanno appena scritto che... oh, cristo! Perché?! Li odio! Tutti!”

Gideon mi afferrò un braccio. Avrei voluto scappare, ma eravamo nel passato, rinchiusi in un laboratorio. Il massimo che avrei potuto fare, sarebbe stato nascondermi tra qualche scaffale polveroso – e topi! -, oppure magari cercare la chiave che, con il nonno, avevo nascosto qua sotto – tra i topi!

“Gwendolyn! Perché t'arrabbi così? Non hanno scoperto nulla” mi fece notare Gideon, ed io lo osservai, sfrontata.

“Come puoi essere così stupido!?” sbottai d'un tratto, strappandomi alla sua stretta. Quando il ragazzo vide che non tentai di buttarmi tra gli scaffali – e i topi – non mi afferrò più, ma rimase sull'attenti.

“Cosa... Perché?” domandò, alzando le sopracciglia. Guardai le rughette che gli si formavano quando faceva così, e non potei trattenere un pensiero così forte: “Be', è ovvio che sei stupido! Non puoi mica essere sia bello che intelligente, no?!”.

“Già. Grazie, Gwen!” ridacchiò Gideon, ma perché?

Insomma, io non avevo … parlato … vero … ?

Oh, cazzo!

“Ma comunque” sviai il discorso, afferrando il giornale. “Hai visto?” indicai la pagina 24. Quella puttana della giornalista s'era inventata balle su balle per accusarmi d'infedeltà, inadeguatezza, inutilità.

Ciò che mi colpiva più nel profondo era l'ultimo insulto. Insomma, perchè? Io ero utile! Lo ero! Stavo per cancellare l'apocalisse!

“Oh... Gwen” mormorò Gideon, con voce affranta, sospirando. Mi afferrò i polsi e mi avvicinò a sé, ma io non demorsi e strinsi di più il giornale. Volevo leggergli l'articolo, fargli capire fin dove s'erano spinti tutti.

Lui tentò di strapparlo via, ma mi opposi.

“Okay...” sospirò, mettendomi a sedere vicino a lui. Quindi, guardandomi dall'alto, superiore, commentò: “Dài, leggi.”

Per un attimo tutto mi sembrò sciocco.

Ma poi il titolo tornò sotto i miei occhi, e sobbalzai.

“Possibile 'the end' per Gideon e Gwen?”

Con un groppo in gola, accarezzai le lettere.

Insomma, in realtà non volevano dire niente, no?

Erano solo una “t”, una “h”, una “e”... Una “end”. Fine? E perché mai? Il nostro rapporto stava andando così bene. Luridi inutili giornalisti da quattro soldi!

Gideon e Gwen, la coppia del momento. Lui è ricco, lei pure. Lui è intelligente, diplomato: lei no. Lui è elegante, sa parlare bene, suonare strumenti: Gwen non lo è, né ne è capace.

Tra i due è già durata molto la storia d'amore, ma tutto ha una fine. Lo cantano i cantanti, ne scrivono i poeti, ne piangono le persone: “the end”, “La fine”. Ciò che rende ancor più bello un rapporto.

Gwendolyn forse non se ne è accorta, ma con i suoi comportamenti non consoni a scuola, tra i ragazzi, non porta rispetto a Gideon! Lui come starà reagendo? E soprattutto, sa del rapporto che c'è tra Gwen e un suo compagno di classe, T? Ce ne parla un'amica preoccupata.

Gwen è sempre così, scherza, gioca, ride, s'avvicina. Non capisce però che, i ragazzi, potrebbero non comprenderla! Potrebbero volere di più! Ma lei, non è fidanzata? E fedele? Un po' meno, no?

Mi chiedo Gideon come fa. Certo che è forte, però! Non avrei la forza d'esser così coraggiosa, io. Di creder così tanto nella sola “fedeltà”. È proprio un brav'uomo.

La fine è, dunque, vicina?

Le mani mi tremavano.

La voce mi tremava.

Il respiro mi usciva a scatti, tremiti, sobbalzi.

Avevo freddo. Il gelo mi stava entrando anche nelle ossa.

Non volevo più vivere.

Leggere ad alta voce tutto questo … era stato ben più peggiore.

E la cosa più brutta era che Gideon, il mio ragazzo, se ne stava lì, impettito, senza dir nulla.

Quindi afferrò un libro. “Ti va di fare un po' di storia, ora?” domandò, come se non mi avesse nemmeno ascoltata.

“GIDEON!” urlai, buttando giù tutto. Qualcosa si ruppe, qualcos'altro no. Non ero certa di ciò ch'era sopravvissuto, ma ero sicura di una cosa: il mio cuore, quello sì, che s'era rotto!

“Mi hai almeno sentita?!” ringhiai, con voce da bambina offesa. Eppure non ero una bambina! … O sì? Insomma, se i giornali dicevano così, allora io …

“Gwen, sì, l'ho sentito” mi rassicurò Gideon, guardandomi negli occhi. “Ma non m'interessa ciò che dicono. È superfluo, è gossip.”

“Gideon! Mi hanno descritta come”

“Lo so” asserì, aprendo il libro, ma continuando a fissarmi. “Ergo: me ne frego.”

“Ma...”

“Gwen... Capisci la differenza tra ciò che credono loro – balle – e ciò che crediamo noi – verità? “

“Sì.” annuii, sentendomi più sicura.

Quindi strappai il giornale e abbracciai Gideon.

“Ti voglio bene” sussurrai. No. “Ti amo” aggiunsi , più forte.

“Non sono sordo!” scherzò. “Ma ti amo anch'io.” aggiunse, completamente serio, e mi baciò.

Ero tranquilla, ora.

Non ero una bambina, no.

Ero la ragazza quasi donna che avrebbe cancellato l'apocalisse!

 

ANGOLO AUTRICE.

Quello non era il giorno di Harry. Nè il suo mese, nè il suo anno. Né la sua vita.
Cooomunque, che ve ne pare? E' un capitolo un po' - come lo definisco io - di passaggio e tremendamente in ritardo. Chiedo venia! Ma, prometto solennemente che il prossimo, quando arriverà, sarà molto più avvincente.
Popolo di EFP, siete pronti ad andare nel passato? E a rivivere il fatto forse più triste dell'intera saga di Harry Potter, la morte di Silente? Ahhh, devo star zitta :P
Bene, ora vado.
Non ho avuto tempo - nè ora nè mai! - di controllare, perciò se ci sono eventuali errori - spero di no ç.ç - avvisate! Sarò pronta a correggerli, mi scuso per la mia grammatica ingrammaticale :P
Sera, 
meme1.
PS: E se facessi un gruppo su Facebook, o una pagina magari!, mi seguireste anche là? con tante novità e aggiornamenti?
Ditemi eh!!

Grazie, ciau :3

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