Gladys Lexer: Women At Law di Pikachu4Ever (/viewuser.php?uid=31904)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Luck's Turnabout (udienza 1, preludio) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Luck's Turnabout (udienza 1, parte 1) ***
Capitolo 1 *** Prologo: Luck's Turnabout (udienza 1, preludio) ***
GLAA1
GLADYS LEXER: WOMEN AT LAW
Prologo: Luck's Turnabout (udienza 1, preludio)
Ogni avvocato della mia generazione sa cos'è stata l'era oscura della legge.
Un periodo piuttosto esteso, durato per vari anni, nella quale vari
avvocati e procuratori hanno iniziato a perdere fiducia non solo in
sè stessi, ma anche nella giustizia che dovevano porre in primo
piano.
E così, è nata una nuova generazione di Manfred von Karma
da entrambi i lati, con il pubblico e le forze dell'ordine che hanno
iniziato a perdere sempre più fiducia nel nostro sistema legale,
al punto tale che persino i Giurati, la rivoluzione legale tanto voluta
e che prometteva di risolvere la situazione in cui ci trovavamo, non
è durata più di qualche mese.
E' stato un periodo tremendo per tutti coloro che sono stati coinvolti
in tali eventi, come Wolf Lonnie, Lawrence Trueman, Reese Neseira e
Sean O'Quinn, solo per citare altri difensori come me.
Al tempo me ne lamentavo, ma probabilmente il fatto che abbia avuto
pochissimi casi durante quegli anni è stata una benedizione,
piuttosto che una sfortuna.
Al contrario degli avvocati che ho citato, io non sono stata coinvolta
in grandi controversie o grandi piani per la modifica del sistema
legale. Non sono stata coinvolta in problemi che hanno riguardato
organizzazioni criminali su larga scala, e soprattutto non sono stata
coinvolta in grossi problemi riguardanti la mia famiglia.
No. La mia storia è stata molto più personale, e
molto meno 'epica', per così dire. Sono stata un'avvocato come
tanti altri, ed ho avuto una carriera che più banale e noiosa
non si può, senza eventi particolari.
... Okay, forse QUALCOSA è successo, ma non penso sia
paragonabile a quello che altri hanno passato, e non ho di certo
intenzione di mettermi al loro livello.
Gli eventi a cui faccio riferimento sono avvenuti verso il periodo
normalmente definito come l'inizio della fine per l'era oscura, poco
dopo che Phoenix Wright riguadagnò il suo distintivo, ma la mia
storia non riguarda assolutamente lui nè le persone a lui legate.
E' stata la mia storia. La storia di Vincent. La storia di Miller. La
storia di Amelia. Probabilmente anche la storia di Adair, e magari
anche Saria. Senza scordarci poi del povero Keith.
Probabilmente, uno dei periodi più importanti della mia
carriera, nonostante avessi già iniziato a lavorare da qualche
anno ed avessi già un mio studio legale.
Già... lo Studio Legale Lexer & Co., il punto in cui ritengo quella strana vicenda fosse effettivamente iniziata.
Allora, non perdiamo altro tempo. Penso che non stavate aspettando altro che iniziassi a raccontare, no?
Questa storia è iniziata come tutte le migliori vicende legali:
con un omicidio, naturalmente. Inizierei dal mio caso con Payne, ma
penso sia meglio conservarlo per un pò più in là,
per quando avrà senso parlarne.
Quello di cui sto per raccontarmi fu però un caso molto
inaspettato per me, non solo per chi vi era coinvolto, ma anche per
l'identità del vero colpevole...
Ma ora basta con le ciance. Sedetevi e mettetevi comodi, perchè
penso che questa storia durerà per un pò di tempo...
???
???
25 Agosto
Ore 12:21
Bastarda.
*BANG*
Bastarda.
*BANG* *BANG*
Bastarda bastarda bastarda bastarda.
*BANG* *BANG* *BANG*
BASTARDA!!!
*BANG* *BANG*
... E' morta. Sono sicuro sia morta.
Forse dovrei uccidere anche il tizio che ho fatto svenire.
Forse dovrei uccidere anche la sua datrice di lavoro.
Forse dovrei uccidere anche me.
Sarebbe il crimine perfetto. Nessuno in assoluto con cui lavorare. Nessuno da colpevolizzare.
... No, no, no.
Non va bene. Non va bene per nulla.
Devo mantenere la calma. Posso farcela. Posso vincere.
Posso batterti... Gladys.
E ti batterò.
Ti batterò.
TI BATTERO'!
Caso 1: *** Luck's Turnabout ***
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°4
26 Agosto
Ore 9:45
Mi lamentavo da tempo che non ricevevo casi, ma di certo non mi aspettavo di riceverne uno COSI'.
Ero andata un pò a rilassarmi alla Spiaggia Gembeach, lasciando
per tutta la giornata l'ufficio ai miei due apprendisti... e quando
sono tornata verso il primo pomeriggio, ho scoperto che uno di loro
è stato arrestato per omicidio, commesso nello studio legale
stesso.
Ovviamente, ho accettato di difenderlo... ma sinceramente, sembra quasi
che il lavoro sia venuto a cercare me, invece che il contrario.
... Ed ovviamente, visto che il cliente è il mio altro
apprendista, non posso chiedergli di pagarmi per la difesa. Oh beh,
glielo detrarrò dallo stipendio, appena inizierò a
pagarlo. Cioè mai.
Il mio nome è Gladys Lexer, ed ho 27 anni. Vivo qui sin da piccola, e sono nata da madre gallese e padre tedesco.
Sono un avvocato da cinque anni, e due anni fa ho iniziato ad
esercitare per conto mio. Purtroppo, con tutte le controversie avvenute
negli ultimi tempi, non ho mai avuto modo di diventare un avvocato
estremamente popolare... ma non me ne lamento: se mi trovassi mai ad
affrontare cose come un caso con armi batteriologiche come armi del
delitto, balene gettate dentro pozze di sangue come premessa e altre
robe così, avrei probabilmente abbandonato la professione seduta
stante.
Ho i capelli neri raccolti in un una coppia di lunghi codini, con due
gladioli (dei fiori rossi della famiglia delle Iridaceae, che
oltretutto è anche la base del mio nome) usati al posto di un
fermaglio, e sono vestita con il mio solito look da lavoro: una giacca
con gonna di colore turchese con il mio distintivo da avvocato
appuntato sul lato sinistro, con una collana di perle (finte,
ovviamente) al collo ed un paio di scarpe azzurre a completare il tutto.
Mentre io riflettevo su come coprire i costi di quel caso, tenni
lo sguardo rivolto verso l'alto, finendo per osservare i quadri di
Giudici e procuratori che erano affissi su questo particolare tribunale.
Ero molto abituata al tribunale di Uptown e non mi capitava spesso di
alzare lo sguardo: per tale motivo, fui un pò sorpresa di fronte
a quei ritratti, anche e soprattutto perchè riconobbi varie
persone lì presenti.
Da quel che ricordavo, solo i migliori nella propria professione
venivano immortalati qui, ed una volta fatto, i loro quadri non
sarebbero stati più rimossi.
Vi erano due 'categorie', una a destra ed una a sinistra: la prima per i procuratori, e la seconda per i Giudici.
Riconobbi, tra i procuratori, figure leggendarie come Manfred von
Karma, Louis de Grandeville e Thomas Lonnie, e tra i Giudici vi erano
il famoso Giudice di cui nessuno ricordava il nome, suo fratello, e...
Bree Hughes.
... Non riesco ancora a credere a quello che è successo due anni
fa. Non avrei mai pensato che sarebbe successa una cosa del genere,
quando ha presieduto durante il mio primo processo...
Avrei continuato a rimuginare sul mio passato se il
mio imputato non si fosse presentato di fronte a me nel frattempo, chiedendomi "Stai ancora
dormendo, Glad?"
Io sbuffai al sentirmi chiamare così, per poi voltarmi verso di
lui, dicendogli seccata "Vincent, mi sembra di averti detto che mi
piacerebbe mi chiamassi 'capo' una volta ogni tanto..."
"Ed io avrei voluto poter stare al banco della difesa in questo caso.
Non si può avere tutto dalla vita." ribattè lui,
incrociando le braccia.
"Ovviamente. Probabilmente hai scordato che non sei ancora un avvocato
qualificato, mio caro." replicai, ruotando gli occhi seccata.
"Ancora per qualche mese. Dopodichè inizierò la mia firma
legale e non dovrò più avere a che fare con te." mi disse
quindi Vincent.
"Non vedo l'ora." fu la mia risposta, chiudendo gli occhi e massaggiandomi la tempia.
Non aspetto altro che se ne vada, se devo essere sincera, ma so bene
che me lo posso sognare... non posso sfuggire alla mia maledizione
personale, dopotutto.
Lui è l'imputato... ed il mio apprendista rimasto. Il peggiore, purtroppo.
Il suo nome è Vincent Shields, un ragazzo di diciannove anni
piuttosto sarcastico (non che io sia da meno) ed irrispettoso
dell'autorità, soprattutto se si tratta della mia.
Sinceramente lo avrei già sbattuto fuori, se non fosse che suo
padre, Jordan Shields, è un mio caro amico e mi ha aiutato molto
con i miei problemi economici, ed è stato lui a chiedermi di
prendere suo figlio come allievo, visto che apparentemente non sembra
aver voglia di fare nulla della sua vita.
Era vestito con una semplicissima maglietta a maniche corte azzurra ed
un paio di jeans, con dei capelli castani 'a palma', con due paia di
folti ciuffi uno sopra l'altro (perlomeno è messo bene a livello
di capelli da avvocato), un cerotto sulla guancia ed un dente mancante
sull'arcata inferiore, ed uno sguardo che semplicemente urlava 'se mi
gira sono guai per te'.
Ed otretutto, è anche omosessuale: normalmente non è
qualcosa che mi irriterebbe... ma il modo in cui mette sempre in mezzo
il suo ragazzo ed il fatto che spesso e volentieri si 'scorda' di
venire a lavoro perchè ha passato la serata con lui non mi
permette di apprezzare moltissimo il suo comportamento, che stia con
uomini, donne, bambini, animali o alieni.
In generale, pare che stia facendo di tutto per farsi indispettire e
rendere chiaro che non gli piace lavorare sotto di me, ed il sentimento
è reciproco.
Lo avrei anche lasciato perdere... se non fosse che ha varie
capacità di persuasione, sa come pressare la gente, ed in
generale è capace di ottenere un discreto numero di informazioni
da imputati e testimoni.
Se solo avesse un pò più di interesse nell'apparire
professionale e nell'aprire i libri di diritto anzichè usarli
come poggiapiedi, probabilmente potrebbe diventare un ottimo legale. E'
l'unico motivo per cui mi sforzo di insegnargli... e spero davvero ne
valga la pena, a lungo andare.
"Comunque, pensi ci vorrà molto per finire questo caso?
Io e Andreas avremmo un appuntamento, stasera." mi chiese sbuffando il
mio cliente/apprendista, riportandomi alla realtà.
Io sospirai, immaginando sarebbe stato quella la sua unica preoccupazione.
"Sinceramente non ne ho idea, ma è un caso relativamente
semplice... penso che si potrebbe anche chiudere il caso in un giorno."
ragionai, mettendomi la mano sinistra vicino al volto, con il pollice
sotto mento e l'indice sulla guancia, fino a toccare il lobo
dell'orecchio: una posa un pò atipica, ma mi piace farla quando
rifletto.
"Prima di tutto, dimmi una cosa: tu ti ritieni colpevole o non
colpevole dell'omicidio?" chiesi subito dopo, ricevendo in risposta
un'occhiata comprensibilmente stizzita.
"Ehi, frena, Glad: avremo anche i nostri problemi, ma penso che anche
tu sia certa che non avrei mai ucciso Becky." sbottò il mio
cliente, infastidito.
Lo so bene, ma non voglio abbassare la guardia... e non posso dare per scontato che tu sia innocente. E' un errore da novellini.
La vittima è Becky Stapper, l'altra mia apprendista di ventuno
anni, che era venuta a studiare sotto di me appena un mese fa: aveva
iniziato a studiare sotto un mio collega, prima di abbandonarlo
perchè insoddisfatta dai suoi insegnamenti. E' stata scoperta
con il cranio perforato da otto colpi di pistola, ritrovata poi nelle
mani di Vincent, ovviamente.
Apparentemente il corpo e Vincent svenuto erano stati scoperti da
Minnie Baggins, la proprietaria del palazzo in cui è situato il
mio studio legale, insieme al mio vicino Moose Yang e Haytham Chandler,
un mio vecchio collega ed ex-proprietario di parte dello studio legale,
che ogni tanto passa a trovarmi quando deve recuperare qualche
materiale o oggetti che ha lasciato (onestamente lo trovo molto
fastidioso, ma era l'unico modo per ottenere un ufficio a basso prezzo,
ed un pò di scocciatura per un grosso sconto non è tanto
svantaggioso...).
Visto lo svolgersi dei fatti, l'omicidio non può essere avvenuto
nell'arco di troppo tempo... e, SE Vincent davvero non è
colpevole, una delle persone che ha ritrovato il cadavere deve essere o
il colpevole, o un complice.
Per il resto, si tratta della solita impostazione di un mistero della
stanza chiusa: la porta era stata trovata chiusa dall'interno, con
l'unica chiave in possesso dei miei apprendisti lasciata nella
serratura, e tutte le finestre erano intatte e chiuse dall'interno.
Penso che oltre all'intuito, il fatto che conosca personalmente tutte
le persone coinvolte sarà vitale nello svolgimento del caso.
"Intanto però sei stato accusato del suo omicidio. Ti ricordi
almeno qualche dettaglio che possa esserci utile, per caso?" domandai,
già sentendo che non avrei ricavato nulla da quella domanda.
"Mi piacerebbe, ma non mi ricordo nulla. Dovrai cavartela da sola,
Glad." disse quindi il mio apprendista, confermando il mio
presentimento.
Ovviamente. Perchè non sono sorpresa? E' sempre così quando chiedi aiuto agli imputati.
"Perchè dici da sola? Che io ricordi, tu sei il mio apprendista.
Dovresti stare al banco della difesa con me." feci notare io,
osservando con rimprovero il mio seccante sottoposto.
"Sveglia: sono l'imputato, ricordi?" 'ricordò' sarcasticamente,
mentre io mi mettevo una mano sulla tempia massaggiandomela.
"Non è qualcosa che ti impedirà di farmi da assistente,
fidati." gli dissi io in risposta, prima di tirare via la manica della
mia giacca e controllare l'orario sul mio orologio, voltandomi poi
verso Vincent e comunicandogli "Direi che è ora di entrare,
comunque. Andiamo."
"D'accordo... proverò a fidarmi di te. Vedi di fare un buon
lavoro, stavolta." replicò quindi l'imputato, mentre io
sospiravo seccata, roteando gli occhi.
Umpf... gli apprendisti di oggi. Io non avrei mai mancato così di rispetto al vecchiaccio...
E così, sbuffando e seccata, entrai insieme all'imputato, che
condivideva (comprensibilmente e per motivi già noti) un simile
stato emotivo.
Ovviamente, questo processo si sarebbe rivelato piuttosto semplice e
complesso al tempo stesso... ma non avrei mai, mai potuto prevedere
cosa sarebbe successo.
Tribunale Distrettuale
Anticamera n°2
26 Agosto
Ore 9:50
[Amelia]
... Sarebbe dovuta essere qui mezz'ora fa. Ci eravamo date appuntamento qui.
E no, il fatto che questo non sia il tribunale distrettuale di Uptown
non è una buona scusa per fare tardi. Visto anche che fino ad
ora non ci siamo mai nemmeno viste una volta.
Se fosse stata una scema a caso, probabilmente l'avrei già
piantata e scelto un altro mentore... ma per lei, posso tollerare
comportamenti del genere.
Dopotutto, sono stata la prima a diventare allieva di Terminator,
'Salinne'... o Saria Lonnie, come preferisce farsi chiamare adesso.
Posso immaginare non sia ancora molto abituata al ruolo.
Il mio nome è Amelia Kendrick, ed ho 24 anni.
Ho i capelli rossi scuri con degli attachment viola, con un grosso
ciuffo diviso in due a metà fronte con quello alla mia sinistra
parzialmente ricadente sull'occhio e con entrambe le parti lunghe fino
quasi al mento (grazie ai suddetti attachment soprattutto), con una
piccola parte di capelli ricadente sul mio collo. Avevo poi gli occhi
castani, ed ero vestita con un completo unisex carminio con una
cravatta beige.
Sono da poco diventata un pubblico ministero, e questo è il mio
primo caso. Avrei molto altro da dire, ma non sono una persona a cui
piace perdersi in discussioni inutili. Il mio unico obiettivo è
diventare il pubblico ministero numero uno, come il compianto Raye Doom
per il commissariato e come gente quali Louis de Grandeville per la
procura di cui ora sono parte.
Mi sedetti sul divano in attesa che il mio mentore arrivasse,
osservandomi le unghie mentre riflettevo sul caso: il delitto sembrava
fin troppo ovvio... il che non può che essere un bene. Voglio
che la mia scalata al potere sia il quanto più rapida e semplice
possibile... e se l'avvocato difensore è davvero Gladys, allora
lo sconfiggere un avvocato veterano non farà altro che farmi
diventare ancora più nota.
Ho già preparato i testimoni al meglio delle mie
possibilità... non penso di aver fatto un brutto lavoro, ma ho
la spiacevole sensazione che avrei potuto fare di meglio. Bah... in
caso ci siano problemi ci penserà Salinne a correggermi. Mi
basterà non ripeterne altri.
Proprio in quel momento, la porta dell'anticamera si aprì... e finalmente, lei arrivò.
La riconobbi immediatamente: capelli castani divisi in due e ricadenti
vicino al collo in due corte 'code' non legate, un abito formale verde
con gonna abbottonato (notai poi che aveva anche quel pomposo
distintivo da procuratore appuntato... mah, strana scena, ma non mi
lamento), sopra un maglione a collo alto nero. Indossava poi degli
stivali marroni alti, ed attorno a lei roteava la sua mosca
Zezè, come se fosse un piccolo satellite.
Era la prima volta che avevo modo di incontrarla personalmente, ma non vi erano dubbi: era lei, Salinne.
"Oh, salve. Tu devi essere Amelia, immagino. Complimenti per i capelli,
è un bel taglio alla moda." mi disse lei, sorridendomi ed
alzando la mano lievemente in segno di saluto. Io sorrisi di rimando
con spavalderia, mentre spostavo una ciocca di lato.
"Non era il mio intento, ma apprezzo il complimento. Sì
comunque, sono Amelia Kendrick: è un piacere conoscerla,
signorina Salinne." replicai, mettendomi una mano sul fianco e con tono
rispettoso.
"Il piacere è tutto mio: se non ti dispiace, però,
preferirei essere chiamata Saria Lon... Lowiss, intendo. Puoi darmi
tranquillamente del tu comunque, se non sbaglio hai un anno più
di me. Mi stupisce che tu abbia voluto un mentore più giovane,
se devo essere sincera..." fece lei, guardandomi con espressione
lievemente curiosa.
"Preferisco mantenere un certo grado di formalità, signorina
Lowiss: è sempre stata lei a condannare tutte quelle persone e
battere tutti quegli avvocati, incluso mio cugino Keith Forrest. Lei è un
mito ed una fonte di ispirazione per me e per molti procuratori
neofiti, e la sua reputazione la precede." ammisi io, continuando a
mantenere la mia espressione sicura di me sul volto.
Non lo sto dicendo per adularla... tutto ciò che sto dicendo
è assolutamente vero: soprattutto, è stato il modo in cui
ha sconfitto Keith che mi ha convinta che era lei il mentore che volevo.
Ad essere sinceri non ho avuto mai molti contatti con lui: siamo cugini
da parte di sua madre, Silvia Forrest. Ci saremo incrociati sì e
no cinque volte, e l'ho trovato sempre più irritante ad ogni
nostro incontro.
Una volta che zia Silvia morì di cancro, io e Keith non ebbimo
più motivo per incontrarci, e l'ultima volta che ho sentito di
lui, mi aveva chiamato emozionato dicendomi che avrebbe intrapreso il
suo primo processo, invitandomi a vederlo... e, quando mi presentai
tanto per non sembrare insensibile, ebbi un posto in prima fila su
quello che è passato alla storia come il caso SK-4, concluso con
un verdetto di Colpevolezza e l'arresto non solo dell'imputato Arnold
Todds, ma anche di mio cugino.
Un parente normale si sarebbe preoccupato per lui, avrebbe cercato di
aiutarlo a rimettersi in sesto e probabilmente avrebbe passato molto
tempo insieme a lui. Io non ho fatto nulla di tutto questo.
L'ho abbandonato a sè stesso, e mi sono concentrata sui miei studi legali, completandoli e diventando pubblico ministero.
Sinceramente non so nemmeno cosa gli è successo dopo quel
processo, e non mi interessa per nulla. Per quel che mi riguarda,
potrebbe stare ancora a marcire in prigione. E non me ne importa un
fico secco.
L'unica cosa importante sono io, il mio futuro, e ciò che mi insegnerà Salinne.
Lei mi sembrò un pò sorpresa dalle mie parole, per poi
abbozzare un sorriso (che sinceramente mi sembrò un pò
falso, ma non mi importava poi tanto) e dire con modestia "Beh... ti
ringrazio davvero per i complimenti in tal caso, Amelia, se posso darti
del tu. Mi spiace comunque se non siamo riuscite ad incontrarci prima
di oggi: sai, ho un figlio piccolo, e tra il mio lavoro e le faccendo
di casa non ho molto tempo per altro: non ho potuto nemmeno chiamare
qualcuno per badare a Gary, e prima di uscire ho dovuto dare un sacco
di raccomandazioni a mio...", venendo interrotta prima che potesse
completare la sua frase.
*DRIN DRIN*
Notai che Salinne sbuffò seccata, prendendo il suo cellulare dalla tasca.
"... marito. Scusa un attimo." completò, prima di aprirlo e rispondere alla chiamata.
... Ah, sì, è vero. E' sposata con quel tale, Lucious Lowiss.
'Il protettore dei difensori', famoso per il suo intervenire nei casi
altrui e girare casi in un attimo, cosa che unita alla sua
attività come avvocato difensore lo hanno reso piuttosto famoso.
Sinceramente, lo trovo un uomo schifoso che si è approfittato
degli altri perchè non era capace di costruirsi la fama da solo.
Non capisco per quale motivo la signorina Salinne abbia deciso di
sposarlo... io al posto mio lo avrei mandato a quel paese.
Bah... non penso siano affari miei, in ogni caso. Ed almeno, visto che
io sono un procuratore e lui è un avvocato difensore,
avrò modo di prenderlo a calci nel sedere ed umiliarlo come si
deve...
"No, guarda meglio, sono sicura di aver preso i pannolini... sì,
sono sicura che siano del tipo corretto... no, li stai mettendo al
contrario... esatto. Grazie mille tesoro, e mi spiace moltissimo farti
fare questi servizi... vedrò di finire il prima possibile qui, e
grazie per esserti offerto di guardare Gary. Se serve qualcos'altro
chiamami, d'accordo? Ci sentiamo, ti voglio bene..." fece lei, dando
istruzioni sulla complicata arte del cambio dei pannolini con aria
seccata e annoiata, al contempo cercando di sembrare smielata e
interessata, per poi chiudere e sbuffare tra sè e sè come
aveva fatto prima. Evidentemente la situazione coniugale non era
esattamente rose e fiori... o almeno, lo spero. Io non resisterei
nemmeno mezzo secondo con un tipo come quello...
La sentì sibilare tra sè e sè "... Umpf, Lucious
non sa nemmeno dove teniamo le cose per cambiare Gary...", prima che si
voltasse verso di me e si scusasse dicendo "Scusa per il contrattempo.
Comunque, come ti senti adesso? E cosa ne pensi del caso?"
Io feci le spallucce, per poi risponderle con tono neutro "Non sono
granchè preoccupata, anche perchè ho già un'idea
piuttosto chiara del caso. E' relativamente semplice e non penso che ci
saranno brutte sorprese. Vincent Shields è sicuramente
colpevole, e non ci sono molte prove che puntino ad altre soluzioni."
Vidi che Salinne abbassò per un attimo lo sguardo con fare
pensoso, per poi guardarmi e replicare "Hm... sì, per quel che
ho letto pare essere il caso. Cerca di prepararti su tutto e tieni a
mente ogni dettaglio, però: non conviene per nulla sottovalutare
la difesa.", avvisandomi con aria piuttosto seria e quasi severa.
... Per quel che ho letto? Ha fatto un lavoro arronzato, per caso?
E soprattutto, sul serio CONSIDERA persino la difesa? Pensavo che lei
se ne fregasse altamente di quel che fanno gli idioti all'altro lato
del tribunale...
"Oh, so cosa stai pensando, ma in realtà ho letto solo
l'essenziale: voglio provare ad osservare come si svilupperà il
caso e non saltare alle conclusioni. Non è un buon approccio per
affrontare i caso, ho avuto modo di scoprirlo per esperienza: come tuo
mentore, non voglio che anche tu compia lo stesso errore." aggiunse poi
subito dopo.
"... Non capisco. Il nostro compito non è quello di condannare
gli imputati? Perchè dovremmo dubitare della loro colpevolezza,
se le prove puntano tutte contro di loro?" domandai confusa, non
comprendendo il suo punto, e non pensando che mi avrebbe mai dato un
consiglio del genere.
Lei chiuse gli occhi per un attimo, prima di guardarmi nuovamente,
comunicandomi "Lo pensavo anch'io una volta, qualche anno fa. ma ora la
situazione è diversa... e ti consiglio di non avvicinarti alla
nostra professione con una mentalità da von Karma, non fa altro
che creare problemi, per noi e per gli altri."
... Come sarebbe a dire? Credevo che fosse la norma in questo paese.
Cos'è questa storia...? Si è fumata qualcosa, per caso?
"Comunque... mi piacerebbe continuare a parlare, ma a quanto vedo
è quasi ora di entrare in tribunale. Ne discuteremo appena
finito il caso, e continuerò a darti supporto e suggerimenti nel
corso dell'udienza: in caso ci siano problemi gravi, prenderò io
in mano le redini del caso. Tu sta calma e pensa a fare del tuo meglio,
d'accordo?" mi chiese, guardandomi ancora una volta.
"D'accordo..." feci io annuendo, non impazzendo particolarmente per l'idea e per ciò che mi aveva detto.
Probabilmente lei si accorse della mia reazione, ma non disse nulla ed
iniziò invece a dirigersi verso la sala udienze, mentre io mi
limitavo ad osservarla
... Mentirei se dicessi di non essere rimasta un pochettino delusa. Non
so, non mi ha dato la stessa impressione di imponenza che mi aveva dato
durante il caso SK-4.
... Non essere frettolosa nel giudicarla, Amelia. Sono sicura che
dentro è sempre Salinne. Non può essere diventata una
rammolita nè essere patetica, anche se sembra più...
'soffice' di prima.
Se mi preoccupo in questo modo al primo caso non andrò molto
lontana. Devo solo stare calma e fare del mio meglio, e tutto
andrà per il verso giusto. Ne sono sicura.
E così, sperando di non starmi sbagliando, mi diressi verso la
sala udienze seguendo a ruota il mio mentore, pronta a muovere i miei
primi passi nel mondo legale.
*********************************************************************************
E con questo, finisce il primo capitolo della mia nuova fic di Ace
Attorney, 'Gladys Lexer: Women At Law', con la quale intendo coprire
temi e situazioni diverse da quelle dell'altra mia serie.
Come tutte le mie precedenti storie, questa si ambienta nello stesso
universo delle storie 'Case: WL-0 - World of Lies' e 'Deeper than Void'
di The Shadow, 'Eyes, Lies and Trusting Times' di Renna, 'Turnabout
Retirement' di Aiacos e 'Lawrence Trueman' di mia proprietà,
oltre a 'The Unsung Trials - Stories by Pikachu4Ever' e 'The Unsung
Trials - Stories by the Shadow'.
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e che anche i
prossimi vi possano piacere. Grazie mille a chiunque leggerà e
commenterà, alla prossima!
Saria Lonnie (Lowiss a questo punto della storia), Thomas Lonnie, Raye
Doom, Lucious Lowiss e Gary Lowiss appartengono a The Shadow.
Bree Hughes e Louis de Grandeville appartengono a Renna.
Keith Forrest appartiene sia a me che a The Shadow.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1: Luck's Turnabout (udienza 1, parte 1) ***
GLWAL2
GLADYS LEXER: WOMEN AT LAW
Capitolo 1: Luck's Turnabout (udienza 1, parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°4
26 Agosto
Ore 10:00
[Gladys]
La prima volta che sono venuta qui, ero estremamente eccitata e vogliosa di provare al mondo di che pasta ero fatta.
Dopo cinque anni di casi e quasi nessun riconoscimento, ormai non mi fa
più alcun effetto particolare: è solo il luogo in cui
esercito la mia professione, nulla di più, nulla di meno. Ho
avuto modo di affrontare ogni tipo di procuratore, da Winston Payne a
Fantom Dethlone, quindi sono pronta contro qualsiasi tipo di avversario
senza avere timore... anche perchè noto che ve ne sono due, oggi.
Da una parte c'era Salinne... o meglio, Saria Lowiss: uno degli ultimi
prodigi della procura, ultragiovane, ultraefficace, ed ultratemuta.
Non ho mai avuto modo di affrontarla agli esordi della sua carriera, ma
per contro ho avuto modo di lavorare con suo fratello Wolf Lonnie, nel
caso della rapina alla gioielleria Precious Memories: era un bravo
ragazzo e decisamente più capace di me, anche se ora ha smesso
di esercitare... un vero peccato, mi sarebbe piaciuto parecchio
lavorare ad altri casi insieme a lui. Se è anche solo la
metà del livello di Lonnie, o anche solo metà di
ciò che si dice, allora non penso di avere molte speranze...
beh, spero che almeno mi lasci finire le obiezioni, prima di demolire
le mie tesi.
Fui un pò più sorpresa di notare chi si trovava vicino a
lei: Amelia Kendrick, sicura di sè come me la ricordavo.
... Questa non me l'aspettavo, ad essere sinceri. L'ultima volta che
l'ho vista era alla scuola legale Themis, dove le ho dato qualche
ripetizione (ero tre anni avanti a lei, e per guadagnare un pò
di soldi avevo deciso di dare assistenza alle matricole, un lavoretto
semplice che però mi ha fruttato parecchio al tempo) e dove
abbiamo partecipato ad alcuni processi simulati l'una contro l'altra...
ad essere sinceri non la conosco proprio benissimo, ma ho parlato con
lei abbastanza da poterla considerare un'amica. Una specie, almeno.
Ammetto di essere curiosa, comunque. E' la prima volta che mi trovo
contro due procuratori... posso immaginarne facilmente il motivo, ma
sono abituata ad essere sola contro il procuratore, con l'occasionale
assistente ogni tanto.
Avrei continuato a rimuginare sui miei avversari per il processo, se il
Giudice (il caro vecchio barbuto: può cambiare il tribunale, ma
puoi stare certo che te lo ritroverai davanti, prima o poi) non avesse
sbattuto il suo martelletto, zittendo il solito pubblico chiaccherone e
dando ufficialmente inizio all'udienza.
"La corte si riunisce oggi per il processo dell'imputato Vincent
Shields." affermò quindi il magistrato, chiedendo poi "accusa e
difesa sono pronte?"
"La difesa è pronta, vostro Onore." dissi io, tenendo le mie braccia sul banco.
Vincent vicino a me sospirò seccato, ma non ci badai più di tanto.
Il Giudice poi si rivolse ai due procuratori, osservandole sorpreso
prima di esclamare "Oh, signorina Saria! Non mi aspettavo ci sarebbe
stata anche lei, oggi!"
"Non potevo mancare al primo processo della mia allieva, vostro Onore.
Nonostante abbia fiducia in lei, non penso le farà male avere
una guida costante nel corso del suo primo processo." rispose la
castana, mentre Amelia sorrideva tra sè e sè.
Come immaginavo. Questo perlomeno significa che Lowiss non agirà
in autonomia molto spesso... meglio così, anche se è
ovvio che mi neutralizzerà qualunque obiezione faccia in ogni
caso.
"Uhm... comprendo. Generalmente è raro che i procuratori
accompagnino i loro studenti nel corso del processo, ma mi fa piacere
vederla così supportiva. Devo ammettere che non mi sarei mai
aspettato di vederla in questi panni, soprattutto visti i suoi inizi
come procuratore..." disse il barbuto.
Il procuratore in verde sembrò imbarazzato, prima di rispondere
"Sì... capisco cosa voglia dire, vostro Onore, ma penso sia il
caso di non sprecare tempo prezioso rivangando il passato. E penso che
Amelia abbia voglia di iniziare."
"Oh, giustissimo! Mi perdoni, procuratore Kendrick! E' pronta ad iniziare il processo, per caso?" chiese quindi il magistrato.
"Pronta a servire un verdetto di colpevolezza, mio caro Giudice." rispose lei, sfoggiando il suo sorrisetto.
"Uhm... siete una cuoca, quindi? Effettivamente se ne sono visti pochi
di procuratori del genere... ci sarebbe stata la Edwardson, ma lei era
più una mangiona che altro! Chissà, magari sareste andate
d'accordo!" ipotizzò quindi il barbuto.
Notai che Amelia strinse lievemente i pugni, prima di rispondere con
tono acido "No, non sono una cuoca: non sono uno di quei procuratori
con interessi assurdi ed ostentati. Mi interessa solo fare il mio
lavoro, e nient'altro."
Lowiss non rispose e si limitò a fare un cenno... probabilmente
o era imbarazzata, o non voleva 'rubare' la scena alla sua allieva.
"Oh, comprendo. Effettivamente è da un bel pò che non si
vedono procuratori senza qualcosa di particolare... però, le
consiglio di trovare qualcosa da fare: di questi tempi pare che la
gente abbia il copyright sugli hobby!" raccomandò il Giudice,
mentre io mi mettevo una mano sulla fronte, basita.
Non posso credere che le abbia davvero dato un consiglio del genere...
lo conosco da anni, ma speravo non toccasse picchi di ridicolo come
questo. Anche se alla fine mi fa piacere rivederlo così in
forma: dopo
quel che è successo durante il processo O'Quinn, per un
pò l'ho visto molto serio... anche troppo.
E poi, nonostante mi piaccia fare processi ordinati e con meno
assurdità possibile, penso che se il Giudice comico smettesse di
essere tale, una parte di me non ne sarebbe poi molto felice.
Amelia nel mentre ignorò il 'consiglio', limitandosi a guardarsi
le unghie con fare nervoso, prima di alzare lo sguardo e chiedere. "...
Vostro Onore, posso iniziare con la mia dichiarazione d'apertura?"
"Ma certo! Vada pure, sono ansioso di sentirla!" fece quindi il
magistrato, ed in risposta il volto della mia conoscente si
rilassò enormemente: era palese che non vedeva l'ora di
iniziare. In tutti questi anni, non è cambiata nemmeno di una
virgola...
"Amelia, non penso che ce ne sia bisogno, ma hai bisogno di una mano
per organizzare la dichiarazione? Ci sono alcuni punti che vorresti
controllassi prima?" domandò allora la sua tutrice.
"Non si preoccupi, Salinne: si limiti a valutarmi una volta completata la mia dichiarazione." fu la risposta della neofita.
La ventiquattrenne prese quindi un respiro profondo, prima di fare mente locale ed iniziare la sua dichiarazione.
"Allora... prima di tutto, l'omicidio è avvenuto all'interno
dello Studio Legale Lexer & Co., di proprietà dell'avvocato
della difesa qui presente. La vittima è Becky Stapper,
apprendista presso lo studio, e l'imputato è Vincent Shields,
altro allievo dell'avvocato Lexer. Il delitto è avvenuto alle
ore 12:21 di ieri. Stando all'autopsia, la vittima è morta dopo
aver ricevuto otto colpi di pistola. E' stato anche trovato un segno di
contusione sul cranio, probabilmente dovuto ad una qualche sorta di
colluttazione. La pistola in questione era una Smith & Wesson
M&P9, un modello molto comune, ritrovata nelle mani dell'imputato:
entrambi erano seduti alla scrivania al momento. Probabilmente Shields
ha spostato la vittima lì per essere sicuro di colpirla, l'ha
uccisa, e poi è svenuto a seguito della colluttazione."
spiegò allora lei, cercando di essere coincisa.
Hm, un pò breve, ma direi che è un buon lavoro per una
principiante, anche se mi ha dato molti pochi dettagli su cui lavorare:
o ha fatto un lavoro arronzato, oppure pensa di cogliermi in trappola
nascondendomi dettagli cruciali del caso.
... Fortunatamente, dalla mia ho il fatto che l'omicidio è
avvenuto nel mio posto di lavoro, quindi sono familiare con qualunque
entrata possa aver usato l'assassino per effettuare il suo
omicidio, che sia stato Vincent o meno.
Anche se la pistola continua a confondermi. Visto che è un
modello di proprietà della polizia, non deve essere semplice
ottenerne uno... anche se so esattamente chi dei miei coinquilini
potesse mettere le mani sopra un'arma del genere.
"Direi che hai fatto un buon lavoro, Amelia. Se posso permettermi
però, ci sarebbero un paio di informazioni che hai tralasciato
di menzionare." affermò quindi Lowiss, prima di prendere la
parola.
"Precisamente, la finestra era chiusa, come anche la
porta: non c'era alcun modo di entrare ed uscire dallo studio. Questo
ragionamento è ciò che ci ha portati alla conclusione che
Vincent Shields possa essere l'unico colpevole. Oltretutto, loro due
erano le uniche persone all'interno dello Studio Legale in quel
momento. Vi sono solo tre chiavi, due delle quali erano all'interno
dello studio. mentre l'ultima era in possesso dell'avvocato Lexer, in
quel momento alla spiaggia Gembeach come confermato da varie persone
lì presenti. I tre testimoni sono entrati sfondando la porta,
confermando tale descrizione." completò allora il procuratore in
verde.
Un mistero della camera chiusa, ovviamente. C'era da aspettarselo.
Se devo dire la mia, non ho mai compreso gli assassini che si sforzano
così tanto per far sembrare il delitto impossibile. A che pro?
Si divertono a vederci lavorare su delitti che nessuno comprende? E
poi, perchè creare questi enigmi, quando è palese che
l'omicidio non può essere avvenuto nelle circostanze in cui è stato scoperto?
Ammetto che effettivamente ci sono tutti i motivi per sospettare di
Vincent, e nemmeno io voglio commettere l'errore di fidarmi ciecamente.
"Uhm... un caso piuttosto semplice, alla fine. Forse per una volta
riuscirò a fare un verdetto a breve termine..." suggerì
l'anziano.
Ovviamente non può mai essere paziente. Siamo alle solite.
"Obiezione! Vostro Onore, penso che ormai lei sappia meglio di me che i
casi in questo paese non sono MAI semplici. Poco noti alle volte
magari, ma mai semplici." replicai, come sempre.
"Beh... anche questo è vero, signora Lexer, però..." provò a dire il Giudice.
"L'avvocato ha ragione, signor Giudice. Penso che ci sia ancora
qualcosa di cui discutere... e poi, non vorrei che il mio primo
processo si risolvesse così a tavolino. Voglio che questo
processo si risolva chiudendo ogni buco che l'avvocato possa trovare,
dimostrando inconfutabilmente la colpevolezza di Vincent Shields."
disse quindi la neofita. Io sorrisi lievemente.
"Vedo che non sei affatto cambiata, Amelia." dissi, mentre lei ricambiava l'espressione.
"Sono sorpresa che tu ti ricordi di me, Gladys. E' quasi ironico che
dopo aver studiato insieme ci ritroviamo ad affrontare questo
processo... mi dispiace pensare che verrai sconfitta da una neofita."
rispose lei, posando una mano sul banco dell'accusa mentre continuava a
fissarmi.
"Vorrei farti notare che, tra noi due, io sono quella che ha iniziato
prima, oltre ad avere qualche anno più di te. Penso siano
dettagli da considerare." affermai in risposta, calma.
"L'età e l'esperienza sono irrilevanti di fronte ad una persona
dalla bravura che eccede ogni aspettativa. Prendi Phoenix Wright e
Manfred von Karma, per esempio." replicò Amelia.
"Un'affermazione piuttosto audace. Ma sei capace di tenere fede alle
tue parole?" domandai io, lasciandomi scappare un altro sorrisetto.
"Tsk, vedremo se continuerai a fare la spavalda alla fine del caso." fece lei, stizzita.
"Ti consiglierei di concentrarti sul tuo lavoro, piuttosto che
attaccare briga con me: l'unica cosa che agire così ti
farà guadagnare sarà una bella penalità."
puntualizzai subito dopo.
"I tuoi consigli puoi tenerteli per te. Mi basterà smontare le
tue teorie, e questo processo sarà terminato in un batter
d'occhio." affermò quindi il procuratore principale,
scrocchiandosi le nocche.
"Mi spiace interrompere la discussione, ma penso che sia il caso di
completare la descrizione del caso: stiamo perdendo fin troppo tempo."
fece quindi l'altra procuratrice, spazientita.
"La signorina Saria ha ragione. Anche se vorrei comprendere... il
colpevole non potrebbe essere entrato da una finestra aperta?
Così facendo, avrebbe potuto lasciare la stanza chiudendo la
finestra dietro di sè..." provò a suggerire il Giudice.
"Posso risponderle io a tal proposito: mentre l'avvocato e la mia
allieva discutevano, ho disegnato questa mappa di Eastwood con vari
luoghi d'importanza segnati, tra cui il luogo del delitto." fece
Lowiss, per poi mostrare una mappa fatta a mano.
Uhm... effettivamente non ha fatto un brutto lavoro per essere fatta a
mano. Anche se a vederla adesso mi viene in mente di quanti crimini
siano avvenuti in quell'area specifica: l'omicidio di Derek Selits,
l'aggressione di Fitzroy ed il tentato omicidio di Victoria Edwardson
(soprattutto gli ultimi due: essendo a pochi chilometri dal mio studio
ed avendo la casa al piano superiore della palazzina, ho avuto modo di
godermi l'orchestra di volanti della polizia che arrivavano sulla scena
del crimine)... non c'è da stupirsi se alcune persone hanno
iniziato a spargere strane voci sul quartiere.
E tra parentesi... ora che ci penso, ho sentito dire che tra poco
finiranno quella città della scienza... non mi dispiacerebbe
andarci una volta completata, sperando non vada a finire come le Torri.
Mi piacerebbe visitare anche quella fabbrica di cioccolato, prima o
poi. Anche perchè a quel che ho saputo ti fanno avere assaggi
gratis...
... Ma adesso non è tempo di perdersi in questi pensieri. Rimani concentrata, Gladys.
"Oh, finalmente ho modo di vedere il famoso quartiere di Eastwood! Se
ne parla tanto ma non ho mai avuto modo di vederlo personalmente... e
complimenti anche per l'abilità nel disegno! Non sapevo fosse
così brava!" si complimentò quindi il magistrato.
"Effettivamente ho iniziato a disegnare mappe come hobby: è
molto rilassante ed utile per ragionare sui casi, ed essendomi
trasferita lì sto cercando di familiarizzare con l'area quanto
più possibile." rispose Lowiss, sorridendo.
"L'avevo notato dalla mappa, e sono contento per voi! Spero che vi troviate bene, lei e suo marito!" augurò il Giudice.
Saria Lowiss smise di sorridere per un attimo alle parole del barbuto,
corrugando la fronte prima di riprendere la parola, ricomponendosi
immediatamente.
"Grazie mille, vostro Onore. Ad ogni modo, come potete vedere, lo
Studio Legale Lexer & Co. non è troppo distante dal centro
del quartiere, dove una volta sorgevano le torri Hebert. Ritengo che se
qualcuno si fosse intrufolato arrampicandosi dall'esterno non sarebbe
certamente passato inosservato, il che nega tale possibilità.
L'unica entrata fattibile era la porta, che in quel momento era chiusa
dall'interno. Chiunque sia il colpevole, doveva per forza trovarsi
già da prima lì." specificò quindi il secondo
procuratore, tappando pressocchè ogni buco nel caso.
Vidi Amelia annuire, al sentire l'aggiunta di Salinne... ma sembrava comunque stranita da qualcosa.
"Sì, è una mappa carina ed una spiegazione efficace... anche se, signorina Salinne,
non crede che quei cuoricini siano un pochino... infantili?" domandò quindi lei, con un pò in ritardo.
"... Beh, a me piacciono." fece la sua mentore riguardando la mappa, lievemente imbarazzata.
"Come preferisce... però, solo perchè prima di entrare le
ho detto dove abito, avrei preferito che lei non lo appuntasse."
commentò poi la neofita, irritata.
"Preferivo essere precisi, e comunque non penso avremo modo di
prestarci attenzione durante il caso." disse allora la signorina Saria.
Notai Amelia ruotare gli occhi frustrata, prima di affermare "Se lo
dice lei... ad ogni modo, abbiamo cianciato anche troppo qui.
Chiamo al banco dei testimoni il detective incaricato delle indagini."
Vincent mi strattonò il braccio subito dopo, facendomi voltare verso di lui prima di chiedere "Cosa c'è adesso?"
Lui mi osservò irritato, prima di domandarmi "Che cosa hai
intenzione di fare ora, Glad? Quelle due streghe hanno bloccato
praticamente ogni appiglio che potevi prendere..."
"Si vede proprio che non sai quasi nulla della nostra professione.
Più della metà dei casi che ho fatto è andata
così, e sono quasi sempre riuscita a cavarmela." risposi quindi
io, non particolarmente preoccupata.
"Spero per te che tu sappia cosa fare, allora, anche perchè mio
padre non sarà di sicuro contento di vedere che la mia mentore
non è nemmeno capace di scagionare i suoi apprendisti..." fece
notare, irritante come sempre.
Mi andrebbe di dirgli che andrà tutto bene e ce la
farò... ma da una parte non sono poi completamente sicura e non
voglio farmi false speranze, e dall'altra non ho di certo intenzione di
trattarlo con gentilezza, se lui non fa altrettanto. Jordan vuole che
io gli insegni il mestiere, non le buone maniere.
Decisi quindi di rimanere in silenzio, ricontrollando il Registro Processuale e ciò che si era detto finora.
Qualche minuto dopo, al banco dei testimoni si presentò il
detective di turno, un uomo sulla trentina con l'altezza nella media e
piuttosto magrolino, vestito con un completo blu mare con cravatta
rossa, capelli castani ed a spazzola, occhi verdi, ed una
calcolatrice in mano.
Tirai allora un piccolo sospiro di sollievo: lo conoscevo benissimo, ed
è uno dei detective che ho più piacere di trovarmi contro.
"Testimone, dichiari nome e professione." disse Amelia, spostandosi una ciocca di capelli.
"Paul Hayes, detective della omicidi." rispose quindi il detective, continuando ad armeggiare con la calcolatrice.
"Robocop! Che piacere vederti! Come stai?" domandò allora Lowiss, salutando allegramente il detective.
"Uh... salve, procuratore Lowiss. Non mi aspettavo di incrociarla qui,
è una variabile inattesa." ammise Hayes, fermando i calcoli per
un attimo ed osservando la signorina Saria.
"Era da un bel pò che non ci si vedeva! Mi fa molto piacere
rivederti, e sono sicura che avrai fatto un ottimo lavoro!"
affermò quindi lei, per poi 'spedire' un bacetto con la mano
verso di lui, facendo sgranare gli occhi all'agente di polizia.
"Ehm... Procuratore Lowiss, apprezzo che sia così... eccitata di
rivedermi, ma potrebbe cercare di essere un pò più
professionale? Preferirei che si comportasse come ha sempre fatto
finora, se possibile..." domandò allora il poliziotto,
arrossendo imbarazzato e forse anche un pò infastidito.
Poverino. Deve essere raro per lui ricevere così tante attenzioni da una donna. Sposata, oltretutto.
Lowiss in risposta sembrò sorpresa per un secondo, per poi abbassare lo sguardo, senza dire alcunchè.
Amelia allora tossì per attirare l'attenzione, prima di dire,
con tono secco, "Detective, procedi con la tua testimonianza."
"Sarà fatto." affermò quindi Hayes, posando la calcolatrice e concentrandosi sul da farsi.
Deposizione del Testimone
-- IL CASO --
- L'omicidio è avvenuto alle 12:21 di ieri, allo Studio Legale Lexer & Co..
- La vittima è stata colpita da otto colpi di pistola al cranio, uccidendola.
- E' piuttosto chiaro che l'assassino avesse del rancore nei confronti della vittima.
- Come è stato già detto, non c'era modo di entrare o uscire dalla stanza.
- Chiunque fosse il colpevole, doveva essere lì. E l'unica persona oltre alla vittima...
- ... era l'imputato, Vincent Shields.
Ah... il caro vecchio Paul Hayes. Robotico, preciso ed ordinato come piace a me.
Non sarà un Raye Doom, ma l'ho sempre visto una spanna sopra a
gente come Gumshoe, Skye e Fulbright, e sa come fare il suo lavoro...
quanto Betty Taubey, probabilmente.
... devo smetterla di rivangare il passato. Devo concentrarmi sul presente e fare un buon lavoro, ora ed adesso.
Ho una mezza idea su come agire, ma devo trovare il modo di arrivarci,
sperando che Lowiss non decida di silurarmi l'obiezione subito...
Notai Vincent stringere i denti ed i pugni, e gli misi una mano di
fronte, facendogli capire (o almeno speravo) che non era il momento di
fare scenate.
"Hmmm... sinceramente, era davvero necessario richiedere la
testimonianza del detective? Non mi sembra che abbia aggiunto molto, ed
era anche estremamente breve..." fece notare il Giudice, confuso.
"Effettivamente, mi spiace dirlo, ma avresti potuto fare un lavoro
migliore nel preparare il detective: se avevi già fatto dire
tutto quello che serviva durante la dichiarazione d'apertura, sarebbe
stato meglio iniziare con un altro testimone..." affermò poi
Saria Lowiss, voltandosi verso Amelia.
Lei sbuffò, prima di dire "Farò di meglio per i prossimi
testimoni, allora. A tutti può capitare di sbagliare.", che mi
sembrava però più diretto a lei stessa che ad altri.
Ella poi si voltò verso di me, dicendomi "Penso però che
tornerà utile all'avvocato: per quanto il caso sia contro di
lei, le servirà ogni appiglio possibile per vincere..."
Grrrrrrazie, Amelia Kendrick. La pubblica umiliazione era proprio quello che ci voleva per la mia giornata.
Mi limitai poi a sospirare, pensando fosse meglio non rispondere alla
provocazione, mentre il Giudice prendeva nuovamente la parola.
"signora Lexer, inizi il suo contro-interrogatorio." affermò poi, mentre io annuivo.
"Spero per te che tu abbia qualche idea geniale, Glad." mi disse
successivamente Vincent, incrociando le braccia e lanciandomi sguardi
gelidi.
Sto iniziando a pensare che l'universo stia cercando di fare di tutto
per irritarmi oggi. Se è così, dovrà fare di
meglio.
E va bene, Gladys... vediamo cosa riesci a fare adesso.
Contro-Interrogatorio
-- IL CASO --
- L'omicidio è avvenuto alle 12:21 di ieri, allo Studio Legale Lexer & Co..
- La vittima è stata colpita da otto colpi di pistola al cranio, uccidendola.
- E' piuttosto chiaro che l'assassino avesse del rancore nei confronti della vittima.
- Come è stato già detto, non c'era modo di entrare o uscire dalla stanza.
- Chiunque fosse il colpevole, doveva essere lì. E l'unica persona oltre alla vittima...
- ... era l'imputato, Vincent Shields.
Hm... proviamo da qui.
"Un attimo!
Detective, cosa le fa pensare che l'imputato avesse del rancore nei
confronti della vittima?" domandai io, mentre Hayes riprendeva a
lavorare sulla sua calcolatrice.
"Probabilmente può sembrarle un calcolo affrettato, ma il fatto
che la vittima sia stata sparata al cranio per otto volte, quando una o
anche due sarebbero state più che sufficienti per garantire la
morte della vittima." spiegò quindi il Detective.
"E' una domanda un pò stupida, non crede, avvocato?" fece allora Amelia, guardandomi con fare superiore.
... Effettivamente potevo fare di meglio, ma era una prima mossa che mi serviva.
Purtroppo non posso negare in alcun modo questo punto, anche
perchè a Vincent effettivamente non piaceva Becky più di
tanto... il che non mi da molte armi per difenderlo.
Tuttavia, ho ancora il mio piano. Devo solo vedere se riesco a farlo andare in porto come spero.
"Ammetto che potrebbe non sembrare rilevante... ma vorrei che si tenga
particolare conto di questo dettaglio, per adesso." dissi io, pensando
di poterci ricavare qualcosa.
"Accordato. Detective, aggiunga questo dettaglio alla sua testimonianza." affermò il Giudice, mentre Hayes annuiva.
"Si può sapere a che stai pensando? E' la mossa più
ridicola che ti abbia mai visto fare. Come pensi che il numero di colpi
possa aiutarti a scagionarmi?" domandò quindi Shields,
spazientito.
Io sbuffai, rifiutandomi di dargli più attenzione del necessario.
Forse avrei dovuto davvero lasciarlo a marcire sul banco degli imputati, se continua a comportarsi così...
- L'omicidio è avvenuto alle 12:21 di ieri, allo Studio Legale Lexer & Co..
- La vittima è stata colpita da otto colpi di pistola al cranio, uccidendola.
- E' piuttosto chiaro che l'assassino avesse del rancore nei confronti della vittima.
- Due colpi probabilmente sarebbero bastati ad uccidere la vittima, ma ne ha ricevuti sei in più.
- Come è stato già detto, non c'era modo di entrare o uscire dalla stanza.
- Chiunque fosse il colpevole, doveva essere lì. E l'unica persona oltre alla vittima...
- ... era l'imputato, Vincent Shields.
Bene, Gladys, hai scagliato la prima pietra. Vediamo cos'altro posso fare...
"Un attimo!
La pistola con cui i colpi sono stati sparati era una Smith &
Wesson M&P9, giusto? Me ne parli un pò, detective." chiesi
io.
"Sì, si trattava di una Smith & Wesson M&P9. E' un
modello piuttosto comune e facile da reperire, di cui esistono molte
varianti. Anche se quella usata per l'omicidio è una variabile
anomala..." affermò lui, mostrandomi un messaggio di errore
sulla calcolatrice.
"In che senso?" domandai subito dopo.
"Si tratta di un modello esclusivo creato recentemente, tramite
un'accordo tra la polizia e lo stato: ha un limite massimo di otto
colpi, al contrario dei diciotto del modello base, compensando
però con una più rapida potenza di fuoco ed un rinculo
minore. Al momento è stato distribuito solo alle forze di
polizia di Eastwood ed Uptown, anche se ci sono piani per distribuirlo
ad altri distretti di polizia della città. Anche se a quanto ho
sentito, alcuni quartieri sono contrari all'idea e stanno attivamente
cercando di far decadere l'accordo..." spiegò allora
puntualmente Hayes, ricominciando i suoi calcoli da zero.
Perfetto. Esattamente quel che mi serviva.
"Vostro Onore, vorrei che questa informazione venisse aggiunta alla
deposizione del testimone." dissi io, ponendo entrambe le mani sul
banco degli imputati.
"D'accordo. Detective, proceda pure come richiesto dall'avvocato." fece allora il barbuto, mentre il detective annuiva.
"A che pro stai aggiungendo tutti questi elementi, Gladys? Non penso
che espandere la testimonianza ti aiuterà più di tanto."
mi chiese Amelia, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Invece mi aiuterà molto più di quel che pensi, Amelia. Vedrai.
Notai però che Saria Lowiss mi stava osservando... probabilmente
ha capito dove voglio arrivare. Spero che non voglia mettermi i bastoni
tra le ruote durante la spiegazione...
- L'omicidio è avvenuto alle 12:21 di ieri, allo Studio Legale Lexer & Co..
- La vittima è stata colpita da otto colpi di pistola al cranio, uccidendola.
- Il modello di pistola usato era esclusivo delle forze di polizia di Eastwood ed Uptown.
- E' piuttosto chiaro che l'assassino avesse del rancore nei confronti della vittima.
- Due colpi probabilmente sarebbero bastati ad uccidere la vittima, ma ne ha ricevuti sei in più.
- Come è stato già detto, non c'era modo di entrare o uscire dalla stanza.
- Chiunque fosse il colpevole, doveva essere lì. E l'unica persona oltre alla vittima...
- ... era l'imputato, Vincent Shields.
Bene, le pedine sono tutte al loro posto. E' il momento di effettuare l'arrocco...
"Obiezione! Probabilmente
potrebbe sembrare che il caso sia completamente contro l'imputato... ma
c'è un insieme di dettagli che, considerati nel complesso,
invalidano del tutto la teoria dell'accusa!" proclamai io.
Mentre lo dicevo, avevo puntato la mano sinistra verso il banco
dell'accusa, tenendola chiusa se non per l'indice ed il medio, tenendo
questi puntati.
Amelia inarcò un sopracciglio, prima di domandarmi "E di cosa si tratterebbe, di grazia?"
"Prima di tutto, facciamo un passo indietro ed analizziamo la teoria
dell'accusa nel suo complesso." affermai, abbassando la mano e
riappuntandomi mentalmente tutti i dettagli.
"Stando a quanto si è detto finora, lo studio legale era
inaccessibile dall'esterno, e l'imputato, provando rancore verso la
vittima, avrebbe preso una pistola e le avrebbe sparato a seguito di
una colluttazione, per poi svenire a sua volta sulla sedia, giusto?"
"Sì, è così. Dove vuole arrivare, signora Lexer?" domandò il Giudice, confuso.
"Semplice... l'imputato, Vincent Shields, non sarebbe capace di
compiere il delitto." dissi io, lasciandomi scappare un sorrisetto
soddisfatto.
"E perchè!? Smettila di tergiversare e dacci una risposta!" fece Amelia, sbattendo un pugno sul banco.
"Calmati, Amelia: sono sicuro che l'avvocato ci spiegherà cosa intende. Giusto?" domandò Lowiss.
"Certo." affermai, annuendo, prima di riprendere la parola.
"Prima di tutto, L'imputato è una persona estremamente
irascibile e impulsiva. Non posso negare che vi fossero delle tensioni
tra lui e la vittima, ma se davvero l'omicidio fosse avvenuto
d'impulso, perchè doveva avere l'arma con sè? Non
possiedo alcun'arma da fuoco all'interno del mio studio legale, come le
indagini degli inquirenti hanno sicuramente dimostrato, il che
significa che doveva essersela procurata in precedenza." iniziai a
spiegare, con calma e ponderando bene le parole.
Sono quasi sicura che Vincent mi stia guardando male, ora... ma non mi importa. Mi ringrazierà più tardi.
"Obiezione! Nessuno ha detto che l'omicidio fosse avvenuto d'impulso. E' piuttosto chiaro che fosse premeditato!" ribattè Amelia.
"Obiezione!
E qui casca l'asino, procuratore. Prima di tutto, il luogo del delitto
non ha alcun senso. Se Vincent avesse davvero voluto far fuori Becky
Stapper, non avrebbe certamente scelto un luogo in cui sarebbe stato
l'unico sospettato, chiudendo poi ogni possibilità di crearsi un
alibi: avevo specificamente lasciato entrambi incaricati di tenere
d'occhio lo studio finchè non fossi tornata, e se fossi
rientrata prima del tempo, l'intero piano dell'omicidio sarebbe andato
in fumo. E come ha appena detto, l'omicidio era sicuramente
premeditato, quindi deve avere sicuramente avuto il tempo per
riflettere su un dettaglio tanto cruciale." puntualizzai in risposta.
"Obiezione!
Potrebbe aver deciso di farlo seguendo un desiderio momentaneo!
Potrebbe aver ottenuto la pistola il giorno prima e non aver riflettuto
su altro!" suggerì la mia ex-compagna di studi, cercando
disperatamente di salvare la sua teoria.
"Obiezione! E
qui arriviamo alla più grossa delle contraddizioni. Come
è stato detto dal detective, il modello di pistola usato per
compiere l'omicidio è esclusivo delle forze dell'ordine al
momento, non è un modello facilmente reperibile da un civile: e
come ho già detto, l'imputato è irrequieto ed impulsivo,
se davvero avesse cercato di ottenere una pistola, non sarebbe andato a
cercare di ottenere un modello così specifico." affermai quindi
io, dando il colpo di grazia alla teoria di Amelia.
Dopo la mia ultima spiegazione, il procuratore non ebbe più da ribattere, sgranando semplicemente gli occhi.
"Grrr... non è possibile! Non è giusto! Hai manipolato la
testimonianza a tuo favore! Non è ammissibile!" affermò
Amelia, sbattendo un pugno con forza sul banco dell'accusa in preda
alla rabbia.
"Al contrario, procuratore Kendrick. Quel che ho fatto è
perfettamente legale. Se la sua teoria aveva dei buchi così
evidenti non è un mio problema." replicai, permettendomi di
essere un pò sicura di me.
Saria Lowiss si voltò verso di lei, intimandole "Calmati,
Amelia! Non è successo ancora nulla!", prima di girarsi verso di
me mentre continuava a calmare la sua allieva.
"I buchi indicati dall'avvocato difensore non sono in alcun modo
decisivi, anche se è innegabile che questo debba riportare
l'accusa a riformulare la sua teoria. Per fare un esempio, non è
da negare la possibilità che Vincent Shields abbia rubato l'arma
ad un ufficiale di polizia, o ancora che sia riuscito a recuperarne un
modello tramite il mercato nero, considerato che Shields è
troppo giovane per poter legalmente detenere armi da fuoco... è
altamente improbabile che un rivenditore autorizzato gliela possa aver
venduta regolarmente." affermò allora la più giovane, con
calma.
Effettivamente i punti che solleva Lowiss non sono da sottovalutare. E'
innegabile che Vincent sia ancora a rischio, ma perlomeno sono riuscita
ad aprirmi un varco: non è male come inizio, viste le premesse.
"Hmmmm... sì, la signorina Saria ha ragione, le parole
dell'avvocato non scagionano immediatamente l'imputato, ma è
comunque qualcosa su cui riflettere. Cos'ha intenzione di fare adesso,
procuratore?" domandò quindi il Giudice, osservando Amelia.
La vidi calmarsi per un attimo, prima di chiudere gli occhi e
rispondere, dicendo "... Penso sia possibile correggere la teoria
dell'accusa tramite una testimonianza, vostro Onore."
So esattamente a chi si riferisce. E so anche come agire, se è davvero lui.
"Giusto per essere sicuri, avevo preparato i tre testimoni
nell'evenienza che fosse stato necessario. Sono tutti qui."
affermò quindi lei, respirando profondamente prima di annunciare
"Vorrei chiamare a testimoniare uno degli inquilini del palazzo dove
risiede lo studio legale, Moose Yang."
Perfetto. Esattamente quello che mi serviva.
Questo caso inizia finalmente a girare per il verso giusto...
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Secondo capitolo di Gladys Lexer: Women At Law, arrivato un pò
in ritardo rispetto a quanto pensassi, anche se alla fine il risultato
mi soddisfa parecchio. Lascio comunque ai lettori il compito di
giudicare.
Ringrazio molto Aiacos per la mano datami riguardo alcuni dettagli
sulla pistola usata come arma del delitto: il modello descritto in
questo capitolo è fittizio, e qualunque somiglianza con modelli
realmente esistenti è puramente casuale.
Saria Lowiss è come già detto in precedenza di
proprietà di The Shadow, che ringrazio ancora per avermi dato il
permesso di usarla.
Uptown è il nome del quartiere in cui è sito il tribunale
'principale' della serie di Ace Attorney, il cui nome è stato
creato da Renna (alla quale va l'idea dei quartieri in generale) e la
cui geografia è stata definita da The Shadow e Renna. Il
quartiere di Eastwood è stato creato da me per Lawrence Trueman:
Ace Attorney, ma la mappa inclusa nel capitolo è stata disegnata
da The Shadow, il quale vi ha inserito anche luoghi appartenenti alla
sua storia Wolf Lonnie Ace Attorney: Fighting for Truth, che consiglio
a tutti di leggere.
Paul Hayes è un detective inventato da me per Lawrence Trueman:
Ace Attorney, ma ringrazio The Shadow per averlo definito molto nella
sua serie Deeper than Void.
Detto questo, do appuntamento a tutti per il prossimo capitolo! E grazie a chiunque leggerà!
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