Infortunio

di Cipollina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** Capitolo terzo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

PROLOGO

 

Era una giornata orribile, da settimane mucchi di nuvoloni si stavano accumulando nel cielo di Hogwarts diventando ogni giorno sempre più scuri e minacciosi, quasi presaghi di quell’avvenimento nefasto che sarebbe accaduto proprio quel giorno e che nessuno tra studenti e professori ( tranne la Cooman a cui però nessuno dette minimo ascolto) riuscì a decifrare.

Non erano però necessarie dubbie capacità divinatorie per capire che non era il giorno adatto per una scampagnata e qualunque persona dotata di un minimo di intelligenza avrebbe impedito ai ragazzi qualsiasi uscita, ma si dava il caso che Piton, benché dotato di una discreta intelligenza, si era da tempo imposto un certo proposito: i Serpeverde dovevano vincere la Coppa delle Case!!… l'unico impiccio al suo semplice progetto si incarnava però nel corpo di un maledetto ragazzo con una maledetta cicatrice il cui talento era maledettamente troppo grande!

Con la sua mente diabolica era dunque riuscito a convincere Madama Bumb a non posticipare la partita con l'unico intento di: o far ammalare di polmonite il suddetto ragazzo o… prospettiva ancora più piacevole, farlo schiantare al suolo, rendendolo così incapace di sostenere la partita contro i Serpeverde che si sarebbe svolta qualche settimana dopo!!

 

******************************

 

Harry scrutò il campo con gli occhi socchiusi, la pioggia gli scrosciava sul viso inzuppando ulteriormente la divisa da Quidditch già gocciolante. Per la decima volta nel giro di un'ora ringraziò Hermione per l'incantesimo sui suoi occhiali, che gli permettevano di vedere malgrado l’acquazzone e maledisse quell'orribile tempo. Stava tremando da svariati minuti e aveva ormai rinunciato ad asciugarsi con la bacchetta dato che il gesto risultava completamente inutile pochi secondi di pioggia dopo.

Con la coda dell'occhio distinse un luccichio ma, dopo un balzo al petto, si accorse che era soltanto l'anello della Cacciatrice Corvonero.

Sbuffò, continuando a volare di qualche metro sopra agli altri giocatori e a tenere d'occhio il Cercatore avversario. Quest’ultimo, Jake Smaith, era un ragazzino minuto del terzo anno e a quanto ne sapeva il moretto, era anche piuttosto bravo: nella partita contro i Tassorosso se l’era cavata egregiamente riuscendo a recuperare il Boccino dopo neanche mezz’ora di partita, ma questa volta il sole autunnale non brillava nel cielo e il vento insieme alle foglie e a qualche cappello sembrava aver spazzato via anche la sua sicurezza, non era necessario il Terzo Occhio per rendersi conto che non era affatto convinto di riuscire ad acciuffare il Boccino.

Il Grifone si era reso conto che lo stava osservando spaurito dall'inizio della partita e poteva facilmente immaginare i suoi pensieri: era sicuramente convinto di non essere in grado di strappare il Boccino al grande Harry Potter, il ragazzo che aveva sconfitto Voi-Sapete-Chi proprio quell'estate!

Il Grifondoro si concesse un sorriso amaro, dall'Ultima Battaglia soltanto quelli del settimo anno avevano il coraggio di guardarlo negli occhi, tutti gli studenti più piccoli si limitavano ad osservarlo con la bocca aperta per poi arrossire quando si accorgevano di essere stati notati, le ragazze invece si esibivano in  risatine agghiaccianti tutte le volte che posava per sbaglio gli occhi su una di loro tanto che aveva preso la scomoda quanto sgradevole abitudine di camminare fissandosi le punte dei piedi.

Il corso dei suoi pensieri venne bruscamente interrotto da Smaith che, gli occhi spalancati, stava fissando la piccola pallina dorata che avrebbe determinato la vittoria di una delle due squadre. Con un ringhio eccitato Harry si lanciò all'inseguimento, appiattendosi contro il manico di scopa e rendendosi appena conto che tutti i presenti avevano alzato gli occhi su di loro, trattenendo il fiato.

Il Cercatore Corvonero era chiaramente in vantaggio, ma il moretto continuava  a guadagnare terreno. Il Boccino svoltò improvvisamente sulla destra favorendo Harry, ma pochi istanti dopo il Cacciatore Corvonero aveva anch'egli cambiato traiettoria impedendogli la vista e la possibilità di anticipare qualsiasi mossa della pallina, sì, il ragazzino era decisamente bravo… Harry però ce l’aveva nel sangue!

Smaith aveva gli occhi lucidi dal vento, il cuore gli rimbombava nelle orecchie dall'emozione assordandolo completamente e ricordandogli incessante che il suo avversario era ormai a pochi centimetri dalla sua scopa, socchiuse gli occhi, tutta la sua concentrazione su quel minuscolo luccichio dorato che sembrava sbeffeggiarlo svolazzando davanti a lui in una danza provocatoria, allungò la mano, impaziente di afferrare la pallina, ma calcolò male i tempi, era ancora troppo lontano e lo spostamento di peso fece rallentare leggermente la sua corsa. Harry si avvicinò ancora, le cosce insensibili dal gelo e gli occhi ridotti a due fessure, a sua volta staccò la mano dalla scopa e la allungò con un movimento fluido e aggraziato, il ragazzo si protese il più possibile nel vuoto con un ghigno soddisfatto sulle labbra e focalizzando  tutto sé stesso in quel gesto, consapevole del rischio di perdere l'equilibrio e di precipitare a terra, quasi voglioso di sfidare quel destino beffardo che lo aveva salvato prima da una Maledizione senza Perdono e poi dall’ira di un pazzo maledettamente lucido, ma anche questa volta non era la sua ora, non si sarebbe rotto il collo cadendo dalla scopa nel tentativo di far vincere la sua squadra … le dita andarono a sfiorare una delle piccole ali allungandosi allo stremo e il secondo dopo si serrarono sul piccolo oggetto di metallo, gelato dalla pioggia, ma pur sempre pulsante e quasi dotato di vita propria, stretto tra le sue dita.

Un boato scoppiò tra gli spalti e nel giro di pochi istanti Harry si ritrovò sommerso dalle braccia dei Grifondoro festanti, un sorriso soddisfatto sulle labbra, ma un leggero rammarico nel sentire l’adrenalina abbandonare il suo corpo, era stato tutto troppo veloce… come sempre.

Pur felice per la vittoria, il moretto non riuscì ad impedirsi di osservare con la coda dell'occhio il giovane avversario raggiungere i suoi compagni con le guance in fiamme e la testa bassa.

I Corvonero si accasciarono sulle scope, scontenti, certamente, ma cercando al tempo stesso di consolare Smaith assestandogli qualche pacca sulla schiena e sussurrandogli qualche parola di incoraggiamento. I trattamenti non sortirono alcun effetto nel loro Cercatore che aveva gli occhi ormai luccicanti a causa delle lacrime represse a stento… non tutti i Corvonero riuscirono però a seppellire la delusione accettando con filosofia la sconfitta.

Friedrich, il portiere della squadra, colto da una rabbia cieca e senza nemmeno riflettere su ciò che stava facendo strappò una mazza dalle mani di uno dei Battitori e colpì un Bolide vagante scagliandolo con forza contro il suo stesso Cercatore.

I suoi compagni di squadra ebbero a malapena il tempo di capire ciò che era successo e a quel punto riuscirono soltanto a trattenere il fiato, osservando, con gli occhi spalancati, la palla, che muovendosi a una velocità mostruosa, si diresse verso il ragazzino il quale, gli occhi ancora abbassati dalla vergogna, non si accorse nemmeno della minaccia imminente.

Ciò che Friedrich si dimenticò di considerare furono, però, i riflessi di Harry, che dopo un'estate di battaglie estenuanti con i Mangiamorte, si erano acuiti all'inverosimile.

Accortosi del gesto scorretto e della sua pericolosità il moretto si lanciò verso il giovane avversario, più vicino del Bolide e altrettanto veloce, riuscì ad afferrarlo per una spalla e lo attirò verso di lui  tirandolo giù dalla scopa, Smaith ebbe appena il tempo di afferrare il manico di scopa di Harry e di riacquistare l’equilibrio aggrappandosi al suo corpo teso verso di lui, prima che il Bolide colpisse il suo manico, mandandolo in mille pezzi.

Il ragazzino Corvonero si voltò con gli occhi lucenti di adorazione, ignaro della macchia di sangue che si stava allargando a dismisura sulla sua divisa, ma la spontanea espressione di gratitudine che rivolse al suo salvatore si mutò immediatamente in una di puro terrore e un grido squarciò il silenzio, che il pericolo scampato aveva spontaneamente formato, appena prima che il corpo di Harry Potter,  ricoperto di sangue, iniziasse a precipitare nel vuoto.

 

******************************

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rieccomi  con una storiella, non è molto lunga, ma l’ho rimaneggiata ultimamente e a me piace… spero in qualche recensione che come sempre mi fanno un piacere enorme!!!!!!!!

Il prossimo capitolo fra due giorni!

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Capitolo 2
*** Capitolo primo ***


PRIMO CAPITOLO

PRIMO CAPITOLO

 

Potter cercò di aprire gli occhi, ma dovette abbandonare il suo intento perché qualcosa glielo impediva, con un gemito stanco, alzò una mano tastandosi il volto, il suo cuore fece un balzo nello scoprire che si trattava di una benda e con il respiro corto cercò di ricordare cosa era successo, non ricordava Mangiamorte o simili, l’ultima cosa di cui si serbava memoria era la partita di Quidditch contro i Corvonero…era riuscito ad acciuffare il Boccino eppure… prese un respiro profondo: gelsomino… sì, era senza dubbio nell’infermeria di Hogwarts, avrebbe potuto riconoscere quel profumo ovunque.

Al suo fianco poteva chiaramente percepire due respiri regolari, uno un po’ più pesante dell’altro, ma entrambi troppo lenti per appartenere a delle persone sveglie, incapace di far collaborare la lingua le parole che avrebbe voluto pronunciare si trasformarono in un gemito sofferente, ma il risultato fu esattamente lo stesso.

"HARRY!... MADAMA CHIPS, MADAMA CHIPS!"

"Arrivo! Arrivo! Smettetela di urlare!"

Hermione non la degnò della minima attenzione e si sporse dalla sedia appoggiandosi sul letto pur senza osare toccare l’amico prima che l’infermiera glielo permettesse, l’ultima volta che lo aveva fatto si era subita una ramanzina di dieci minuti sulla presunzione di saper fare cose che richiedevano una pratica e uno studio accurato che qualche ora di lettura non potevano di certo eguagliare e il fatto che si trattasse di un semplice raffreddore di Ron non aveva sembrato contare nulla. Davanti al risveglio del moretto si limitò dunque a saltellare sulla sedia sporgendosi pericolosamente verso il letto, senza smettere di urlare:
"SI E' SVEGLIATO!"

"… Herm?"

"Oh, Harry!"

Il moretto riuscì a malapena a grugnire prima di essere soffocato da un abbraccio stritolante,  nemmeno la prospettiva di una ramanzina era riuscita in fine a trattenerla dall’esprimere il suo sollievo e la sua felicità.

"Herm, lascialo respirare o questa volta schiatta davvero!"

"Ron! Non parlare a questo modo!"

Harry non riuscì a trattenere un sorriso anche se un cerchio di pulsante dolore gli circondava le tempie e lo slancio di affetto della ragazza non aveva certo migliorato le cose: quelli erano proprio i suoi amici!

L'infermiera, però, che si era trattenuta a stento dall’afferrare per le orecchie Hermione, non lo trovò altrettanto divertente:

"Piantatela! Fuori di qui immediatamente, devo visitare il mio paziente! Questa è un’infermeria, non una Sala Comune, lasciate in pace il ragazzo, fino a un momento fa era svenuto, ha bisogno di calma e non di schiamazzi!"

Una mezzoretta dopo, durante la quale Harry fu rigirato più e più volte in tutti i sensi, osservato in ogni punto possibile e la sua dignità fu messa a dura prova da quelle dita gentili ma risolute, la visita era finita e l’infermiera borbottò soddisfatta del suo lavoro, tutti i lividi prodotti dalla caduta erano spariti e le ossa rotte erano ricresciute magnificamente lasciando come prova del loro passaggio solo un leggero formicolio. Quando non sentì più quelle dita gentili tastargli il corpo il moretto si decise a chiarirsi le idee, il buio opprimente in cui era sprofondato iniziava a diventare soffocante e l’angoscia stava crescendo nel suo petto penetrando sempre più a fondo:
"Si può sapere cosa mi è successo?"

"Cosa si ricorda lei?"
"Ricordo di aver afferrato Smaith, poi il Bolide si è schiantato sulla sua scopa e… tutto è diventato nero…"

L'infermiera sospirò:
"Una scheggia le ha colpito un occhio e…"

Il moro si sedette con un balzo, le mani alzate ad afferrare le bende che ancora gli impedivano di vedere:

"Non sarò… non sono… non lo sono, vero!"

"No, non siete cieco, ma lo resterete per una settimana, gli occhi sono molto delicati e non è il caso di sforzarli prima che siano completamente guariti!"

Il moretto si accasciò sul cuscino con un sospiro di sollievo poi le parole dell'infermiera gli fecero aggrottare la fronte:

"Ma avete detto che solo un occhio è danneggiato, l'altro potete scoprirlo!"

"No, muovendo un occhio muoverete anche l'altro e questo potrebbe intralciare la guarigione… sarete sotto una pozione antidolorifica quindi non sentirete alcun dolore ma… non riuscirete a vedere per una settimana, ho già spiegato la situazione ai vostri compagni e sono disposti ad aiutarvi in tutto… la Preside ha quindi acconsentito, malgrado la mia forte opposizione, a lasciarvi seguire le lezioni, nel caso in cui lo sforzo sia al di là delle vostre possibilità potrete tornare immediatamente in infermeria e naturalmente sarete esentato da qualsiasi compito!"

Il moretto sospirò cercando di digerire l’informazione e di consolarsi al pensiero che si sarebbe trattato solo di una settimana:

"Beh, almeno avrò qualcosa da fare! Quando dovrò lasciare l'infermeria?"

"Dopodomani, siete restato svenuto per un giorno intero e nessuno mi impedirà di tenervi in osservazione!"

 

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Harry prese un respiro profondo cercando di ricacciare la paura che ad ogni suo passo insicuro cresceva nel petto sotto forma di un peso enorme e stritolante attorno al suo cuore, afferrò con più forza la mano di Hermione, che gliela strinse comprensiva cercando di imprimere in quel gesto un po’ della sua tranquillità, ed entrò nella Sala Grande.

L'intenso brusio, che caratterizzava tutti i pasti, si estinse all'improvviso lasciando il posto al silenzio assoluto, tutti gli studenti si voltarono verso la porta, da dove il Grifondoro era appena entrato, soffermandosi con gli occhi spalancati sulla sua figura slanciata, sembrava il solito ragazzo: la cravatta un po’ slacciata e i capelli irrimediabilmente arruffati, ma tutti trattennero il fiato alla vista della candida benda che gli cingeva la fronte nascondendo completamente gli occhi e sottolineando con insistenza le morbide labbra rosse strette in una smorfia di concentrazione.

Il moro non si fermò lasciandosi guidare dall'amica fino al suo solito posto dove si sedette con un sospiro. Sentiva tutti gli sguardi puntati addosso e l’impossibilità di ricambiarli con severità aveva l’effetto di renderli ancora più seccanti.

Il silenzio permase ancora per qualche minuto nell’enorme stanza, perfino i professori non sembravano trovare un qualsiasi argomento di conversazione che distogliesse l’attenzione dal moretto, alla fine fu dunque proprio lui a prendere la situazione in mano:
"A quanto pare sono stato fortunato, è vero che una scheggia mi ha colpito l'occhio ma… non sapevo che tutte le altre avevano fatto strage di lingue!"

I compagni restarono muti ancora qualche secondo poi si riscossero ridacchiando appena, ma soprattutto riprendendo a parlare tra di loro.

Il tavolo Grifondoro sembrò metterci un po’ di più, ma alla fine Seamus ruppe il silenzio imbarazzato:

"Complimenti Harry! Quella è stata un'ottima presa, passerai alla storia… beh!, credo che ci passerai comunque…ma di certo questo sarà un avvenimento che occuperà una bella parte della tua biografia!”

"Grazie Sim… forse però dovrei lavorare un po’ su… l’atterraggio!”

I ragazzi ridacchiarono, cercando di prendere confidenza con l’argomento su cui il Grifone scherzava con tanta naturalezza.

Alla fine la domanda che metteva tutti in ansia fu però fatta da Neville:

“Come stai adesso?”

“Potrebbe andare meglio, ma è solo questione di una settimana, quindi… Herm per favore mi passi un toast?”

 

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"Quello è proprio un coglione! Che cazzo gliene poteva fregare di quello stupido Cercatore Corvonero? Ha rischiato la vita per un ragazzino sfigato! E' proprio svitato!"

"Si può sapere perché te ne frega tanto? Lo sapevi già che era un coglione!"

"Certo che lo sapevo, Blaise! Ciò non toglie che l'abisso della sua stupidità mi colga di sorpresa ogni volta! Altro che SanPotter quello è l'incarnazione di… beh, di qualcuno di tremendamente cretino!"

"Scusa, ma perché ne stiamo ancora parlando? Non è morto? Ok! Sarà per la prossima! Punto, cambiamo discorso!… mi passi il succo di zucca?"

La conversazione si arrestò per qualche secondo:
"Secondo te non vede proprio nulla?"

"Dra!"

"E' l'ultima cosa, giuro!"

"Come fa a vedere qualcosa, se ha quell'affare sugli occhi?!"

Il biondino fissò dubbioso il ragazzo seduto al tavolo Grifondoro: gli occhi nascosti dalla benda e i movimenti impacciati, che la Zannuta cercava di coordinare con poco successo, davano al suo corpo un aspetto fragile e insicuro che non aveva mai scorto nel moretto.

 

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Il Grifondoro aguzzò l'udito, era tremendamente seccante non riuscire a vedere nulla, appoggiò una mano alla parete tenendo l'altra sulla spalla di Ron, erano diretti all'aula di Incantesimi e Harry dovette fare forza su se stesso per non rannicchiarsi in un angolo e aspettare lo scorrere del tempo, ma Ron avanzava spedito e lui aveva sconfitto Voldemort, non poteva certo farsi prendere dal panico!

Raggiunta la porta il rossino si fermò e Harry gli finì addosso scatenando un'ondata di risatine che lo fecero arrossire:
"Ron dimmelo quando ti fermi!"

"Scusa amico… ho dimenticato un libro, ti accompagno alla sedia e vado a recuperarlo!"

Il moretto sospirò poi si fece condurre al suo banco dove si sedette con un tonfo. Era passato un solo giorno eppure già non ne poteva più, erano innumerevoli le cose in cui usava gli occhi, anche soltanto il camminare in un corridoio diventava difficile senza poter vedere dove metteva i piedi, sentire le voci degli altri studenti non gli permetteva di capire da dove provenissero, almeno non con sicurezza, ed era stufo di chiedere scusa a tutti quelli contro cui andava a sbattere, iniziava a sviluppare una mania di persecuzione, possibile che ci fossero sempre così tante persone nel castello?

Come se ciò non bastasse il bisogno di solitudine cresceva ad ogni minuto trascorso con quella stramaledetta benda sugli occhi, si era dovuto battere con Hermione per avere un po’ di intimità, almeno in bagno! Tutti sembravano volerlo aiutare, ma nessuno sembrava rendersi conto che così facendo lui si ritrovava continuamente sballottato da una persona all’altra e non poteva certo lamentarsene dato tutto l’impegno che stavano mettendo, era troppo in debito con loro per poter fare una cosa del genere.

Persino le voci, nella sua testa si andavano confondendo ed era tremendamente fastidioso dover chiedere, a quello che si era rivolto a te con naturalezza, chi diavolo era!

"Giorno Potter!"

Harry sussultò nel sentire quella voce, che non si sarebbe mai sognato di dimenticare o confondere, a pochi centimetri dal suo orecchio:
"Giorno Malfoy… togliti dai coglioni!"

"Se no? Basta che mi sposti di due centimetri e non sai più dove sono… ho la possibilità di farti rimpiangere ogni parola irriverente che mi hai rivolto a partire dal primo anno… io non farei tanto il gradasso!"

Il Grifondoro strinse i denti con forza, ma restò immobile, anche quando percepì uno spostamento d'aria sul suo viso. Per sua fortuna il professor Vitius entrò proprio in quel momento:
"Malfoy va a sederti!"

"Sì professore… ci vediamo in giro Potter… ops! Volevo dire: ti vedo in giro!"

Harry si piantò le unghie nei palmi, le guance rosse dalla rabbia, se aveva ancora qualche dubbio ora sparì irrimediabilmente: quella settimana sarebbe stata dura!

Se c’era una cosa che sapeva con sicurezza era che se Malfoy iniziava a fare battutine non si sarebbe fermato lì, quello che gli aveva detto era piuttosto esplicito: se avesse voluto, avrebbe potuto vendicarsi senza problemi e Harry non riusciva a trovare un solo motivo valido per cui non lo volesse… e lui non sarebbe riuscito a impedirglielo…

Sapeva che non avrebbe dovuto, ma il suo bisogno di indipendenza che quegli ultimi giorni era stato obbligato a soffocare, decise di mostrarsi proprio allora e il moretto si rifiutò di riferire l'accaduto agli amici, erano anni che sopportava le stupide battute di Malfoy e non gli sembrava il caso di esagerare quella che era stata l'ennesima stupidaggine del Serpeverde, Hemione era già fin troppo ossessiva anche senza avere il sospetto che Malfoy stesse tramando qualcosa, quella mattina era stato obbligato ad essere brusco per convincerla che non aveva nessun bisogno di essere imboccato!

Aveva sconfitto Voldemort! Tenere a bada il figlio del suo braccio destro non sarebbe stato un problema!

Quello che però il moretto non poteva nemmeno immaginare era che Draco sapeva ciò che Voldemort si era rifiutato anche di sentirsi dire: due mani vogliose che ti sfiorano la schiena sono molto più potenti di una Maledizione senza Perdono…

Cioè, magari non le mani di Voldemort, ma non erano quelle dell’Oscuro Signore che voleva usare il biondino, sì, perché il solo pensiero di quella schiena nuda sotto alle sue sevizie aveva il potere di fargli andare il sangue in circolo e di togliergli il sonno: lui voleva Harry Potter e lo voleva immediatamente: per troppo tempo si era trattenuto, per troppo tempo aveva soffocato i suoi istinti, per troppo tempo aveva finto anche con se stesso, lui voleva Harry Potter.

Harry aveva sconfitto Voldemort… ma questa era tutta un’altra storia e forse avrebbe dovuto davvero chiedere l’aiuto di Hermione!!!

 

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Ringraziamenti:

 

Ginny W: Ma se inizi così già al prologo mi fai arrossire!!!!!!! Grazie mille come al solito i tuoi complimenti sono apprezzatissimi!!!!

Antote: Felice di aver stuzzicato la tua curiosità, a Harry è andata piuttosto male ma… non tutti i mali vengono per nuocere!!!!!!

Selene_90: recensione gradita e per niente scarsa… ma aspetto comunque la prossima!!!!!

E91Y: Mi dispiace ma la fic è accentrata maggiormente su Harry… l’ho scritta un po’ di tempo fa e non ho curato tanto la psicologia del nostro bel biondino, ma vedrai che le sue apparizioni saranno quanto mai importanti!!!!!

 

Grazie mille a tutti i lettori e a quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti, è sempre molto gradito vedere il vostro interessamento, ma da rompiscatole quale sono vi supplico di inserire una piccola recensione… so che sto facendo la parte della mendicante ma vorrei davvero sapere il vostro parere!! Ancora grazie mille e spero che anche questo nuovo cap vi sia piaciuto!!!!!!

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Capitolo 3
*** Capitolo secondo ***


CAPITOLO SECONDO

CAPITOLO SECONDO

 

"Harry smettila di grattarti!"

"Prude!"
Hermione gli afferrò le mani per impedirgli di darsi quel minimo di sollievo:
"E' un buon segno se prude! Significa che l'occhio sta guarendo, ma se fai così peggiori solo la situazione!"
"Vorrei che lo provassi tu, un po’ di questo prurito, di certo non diresti più che è un buon segno!"

Erano in Biblioteca da svariati minuti ormai e Harry non ce la faceva più, il silenzio della stanza interrotto saltuariamente da qualche sussurro era soffocante, non aveva niente su cui concentrarsi, non un alito di vento, non il canto di qualche uccello, niente di niente tranne quei sussurri che avevano il solo potere di innervosirlo, non poteva far altro che pensare alla sua situazione, a odiare le bende e a pensare, cosa che ultimamente aveva sempre evitato di fare, qualcuno una volta aveva detto: niente è così brutto che il rimuginare non possa renderlo peggiore(*), chiunque fosse, aveva perfettamente ragione e il moretto se ne rese conto solo in questo momento, ma il concentrarsi sul suo prurito non aveva sortito un risultato migliore, dovette mordersi le labbra per impedirsi di tornare a sfregare la benda con le dita.

"Il piccolo Potterino fa i capricci?"

"Va al diavolo Malfoy!"

"Non c'è bisogno di scaldarsi tanto Granger… la piccola vittima Potter ha risvegliato i tuoi istinti materni?"

"Senti, brutto…"

Ecco un’altra cosa che Harry odiava, il suo essere ceco sembrava renderlo trasparente, le persone parlavano di lui con tranquillità come se non esistesse. Hermione e Ron palavano di quanto aveva mangiato, di quanto era depresso, di quello che aveva bisogno e di quello che doveva evitare, tutto in sua presenza e tutto senza lasciarlo intervenire, lo trattavano come un bambino che ancora non sa distinguere i suoni umani e di cui si può quindi parlare senza interpellarlo in alcun modo.

Ma in questo caso era diverso, non voleva fare finta di niente, Malfoy era sempre stata una sua prerogativa, se voleva litigarci lo faceva, se non voleva semplicemente tratteneva Ron e faceva orecchie di mercante davanti ai suoi insulti, era lui che prendeva in mano la situazione quando si trattava del Serpeverde, era una sua prerogativa e l’incidente questo non l’avrebbe cambiato!

"Lascia stare!"

"Ma… HARRY!"

Il Grifondoro non aveva prestato attenzione all’amica e si era alzato con uno scatto afferrando il biondino per il bavero:
"Forse non riesco a vedere, ma la tua puzza la riconoscerei ovunque!"

La riposta alla sua provocazione fu un semplice sussurro che Hermione non riuscì a cogliere, un brivido percorse, però, la schiena del moretto:

Lo vedremo Potter, lo vedremo!

Malfoy si liberò con uno strattone dalla presa, ma quando si allontanò stava ridacchiando. Harry strinse la mascella, ma Hermione lo afferrò per un braccio, preoccupata:

"Harry stai bene?"

"No! Ora ho pure mal di testa!"

 

********************************

 

Erano passati cinque giorni…il Grifondoro passava ormai la metà del suo tempo a calcolare le ore che mancavano al fatidico giorno. Odiava dover fare affidamento su qualcuno per qualsiasi cosa, il prurito era diminuito progressivamente e con quello anche l'imbarazzo degli studenti che avevano ricominciato a parlargli normalmente e a scherzare con lui… ma il fastidio rimaneva e non sopportava dover sempre chiedere aiuto!

La professoressa McGranitt stava spiegando uno schema alla lavagna ormai da mezzora e sembrava ben intenzionata a continuare così anche per gli ultimi venti minuti.

"Posso uscire, professoressa?"

La donna, interrotta a metà della frase, lo guardò con severità prima di rendersi conto che era completamente inutile:
"Sì Potter, ma la prossima volta cerchi di non disturbare la lezione!"

Harry si alzò, dirigendosi lentamente verso l'uscita e rischiando di inciampare più volte, chiusa la porta alle sue spalle tirò un sospiro di sollievo.

Sempre con passo incerto attraversò il corridoio e raggiunse il bagno, aveva appena posato la mano sulla maniglia quando sentì la porta spalancarsi e un corpo scontrarsi contro il suo, un secondo dopo era steso per terra e un peso gli schiacciava il petto:
"Si può sapere perché hai tanta fretta?"

Il moretto sentì il corpo, ancora steso sopra il suo, irrigidirsi improvvisamente, poi un respiro caldo gli sfiorò il collo e inspiegabilmente non riuscì a trattenere un brivido, ok, ora iniziava ad essere un po’ imbarazzato:
"Ti spiacerebbe spostarti?"

Il respiro si avvicinò ancora fino a raggiungere il suo orecchio:
"Mi spiacerebbe tantissimo…"

Le parole, appena sussurrate, impedirono ad Harry di riconoscere chi le aveva pronunciate.

"Senti, non so neanche chi sei, quindi, per favore, spostati!"

"Sei sicuro che è quello che vuoi?"

La frase, formata direttamente sul suo collo scatenò una cascata di brividi nel Grifondoro, che abbandonò l'idea di liberarsi con la forza, limitandosi a restare immobile:
"Chi sei?"

"Cosa ti importa? Quello che devi chiederti è cosa voglio!"

"Ok, allora… cosa vuoi?"

"Voglio baciarti…"

Le parole furono accompagnate da una succhiatina al lobo del suo orecchio destro e a un tenero morso sulla mandibola:
"Perché?"

L'aggressore ridacchiò:

"Perché sei uno dei ragazzi più belli di Hogwarts!"

"Solo per questo?"

La voce del Grifondoro suonò chiaramente delusa, ma la risposta ci mise qualche secondo ad arrivare:

"No… anche perché sono anni che infesti i miei sogni, tu e i tuoi occhi maledetti e non sto parlando di un Harry Potter innocentemente sorridente… oh, no! Sto parlando di un Harry Potter con la schiena inarcata dal piacere che urla il mio nome!"

Il moretto arrossì furiosamente e percepì le labbra dello sconosciuto, ancora appoggiate sul suo collo, piegarsi in un sorriso.

L'aggressore non aspettò oltre, le labbra sottili scesero sulle sue e la lingua iniziò a percorrerne il profilo con delicatezza, dolcemente. Pian piano il moretto rispose alla dolce, ma muta richiesta e socchiuse le labbra. La lingua sconosciuta si posò sui denti candidi poi elise la loro barriera e andò ad accarezzare la sua simile che rispose alle carezze esperte con timidezza e pudicizia, mentre le dita salirono ad intrecciarsi ai capelli arruffati scompigliandoli ancora di più.

Dopo svariati minuti si separarono e un sospiro sfuggì dalle labbra del Grifondoro quando il corpo sopra il suo si spostò lasciandolo libero di alzarsi:
"Dimmi chi sei!"

"Sono sicuro che non vorresti saperlo!"

"Come fai ad esserne tanto certo?"

"Fidati!"

Il moretto abbassò la testa mordendosi le labbra:
"Dammi almeno un indizio!"

"Se non te lo dico non è perché mi piace essere pregato, ma perché questo manderebbe tutto a rotoli!"

"Perché?"

Lo sconosciuto sorrise al tono disperato:

"Perché non siamo mai stati in grado di fare una conversazione che si possa chiamare tale, perché sono anni che stiamo in questa scuola e non siamo mai riusciti a capire un briciolo dell'altro, perché sei troppo convinto di quello che gli altri ti hanno detto di me anche solo per prendere in considerazione la cosa… perché tu non mi conosci!"

"Permettimi di conoscerti adesso allora!"

"Non ti rendi nemmeno conto di quello che stai chiedendo!"

"Perché mi hai baciato allora, perché?"

"Perché non sono riuscito a trattenermi oltre, perché ho potuto farlo senza poi dover sopportare il disprezzo nei tuoi occhi!"

"Questo significa che non me lo dirai mai?"

"Sarebbe un problema?"

Harry distinse chiaramente il tono malizioso e il viso tornò nuovamente in fiamme:
"Allora?"

"Si, questo significa che non te lo dirò mai… almeno fino a quando non lo scoprirai da solo!"

"Allora baciami di nuovo, ora!"

Harry si morse le labbra nel non sentire alcuna risposta, convinto che il ragazzo si fosse allontanato, poi sentì un ringhio e il corpo spingerlo contro il muro alle sue spalle, mentre cercava con foga le sue labbra che trovò poco dopo con un sospiro, il bacio non ebbe nulla di quello precedente, tutta la calma rimpiazzata da quello che Harry scoprì, con un gemito, essere desiderio.

Quando infine interruppero il bacio entrambi avevano la testa che girava e il fiato corto, ma continuarono a stringersi. Il moretto socchiuse le labbra in cerca di quell’ossigeno che gli si negava, l’adrenalina percorreva poderosa il suo corpo, baciare quel ragazzo era come scendere in picchiata per acciuffare il Boccino, ma la sensazione non durava solo pochi minuti, oh, no, anche ora che quelle labbra diaboliche erano lontane dalle sue continuava a percepire il loro sapore sulla lingua, la bocca infuocata al ricordo dei percorsi che essa aveva intrapreso. Il Grifondoro allungò una mano per intrecciarla tra i capelli fini e straordinariamente morbidi dell'altro, poi appoggiò le fronte alla sua guancia ispirando profondamente:
"Mi piace il tuo profumo… sa di… qualcosa di tremendamente buono!"

Il ragazzo ridacchiò solleticandogli una guancia:
"Questo non me lo ha mai detto nessuno! E da te non me lo sarei di certo aspettato!"

"Perché non ho mai voluto conoscerti?"

La campanella suonò, subito accompagnata dal rumore delle sedie sul pavimento e lo sconosciuto si separò da lui con uno scatto impedendo ad Harry di fare qualunque cosa:
"Ehi Harry! Si può sapere cosa fai lì imbambolato? Vieni che è ora di pranzo!"

"Ron! Hai visto qualcuno allontanarsi da me?"

“Quando?”

“Ora! Ora, Ron! Qualcuno che era qui accanto a me si è allontanato? Qualcuno che non conosciamo bene?… Qualcuno che pensa che noi lo disprezziamo?”

Dovette trattenere le parole di stizza che gli salirono alle labbra al silenzio del rossino, probabilmente impegnato nello scrutare il corridoio solo adesso che il ragazzo sconosciuto aveva avuto tutto il tempo di allontanarsi in tutta calma:

“Lascia stare,Ron… andiamo a pranzo!”

 

**********************************

 

"Draco, finalmente! Si può sapere dov'eri finito? Hai saltato mezzora di lezione! Piton era furioso, fumava come una teiera!"

"Sta parlando di me Zabini?"
Il Serpeverde lanciò un'occhiata terrorizzata e al tempo stesso furiosa a Draco che lo tolse dall'impiccio attirandosi tutta l'ira del professore:
"Ho trovato Potter in corridoio e… non ho saputo controllare i miei… bassi istinti…"

Harry entrò proprio in quel momento, i capelli scompigliati sul volto ancora scosso e l'insegnante sogghignò battendo la mano sulla spalla del biondino:
"Considero la sua assenza completamente giustificata, si faccia passare gli appunti da Zabini!"

Detto questo, si allontanò con un sorriso assolutamente malvagio scolpito sul volto.

"Si può sapere cosa gli hai fatto? Sembra a dir poco sconvolto!"

"Gli ho dato un assaggio di ciò che penso di lui…"

"Lo avrai steso al suolo!"

Draco ghignò:
"Letteralmente!"
Nel suo petto però qualcosa si mosse e il biondino si morse il labbro, aveva baciato il moretto come da progetto, aveva colto il momento giusto e lo aveva fatto ed era stato tremendamente intenso e appagante, ma una domanda lo assillava tormentando i suoi pensieri: ora che si era  reso conto del vero significato del suo desiderio sarebbe riuscito a farselo bastare?

 

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(*): Wilbur Smith

 

RINGRAZIAMENTI:

 

Manny_chan: grazie mille, la fic voleva essere leggera, come ho ripetuto spesso l’ho scritta un po’ di tempo fa e quindi non è proprio il mio solito… non è che di solito le mie fic siano tanto pesanti… ma probabilmente un po’ più di questa!! Comunque… il piano di Draco non è proprio un piano… diciamo che è un carpe diem!!!!!

Haruka333: grazie anche a te per i complimenti, non sono mai stufa di sentirmeli fare (se lo hai pensato: sì sono molto egocentrica e adooooooooooooro quando si parla bene di me!!!!), comunque ci sono lati del suo piccolo incidente che Harry ha scoperto solo in questo capitolo e che gli sono risultati mooolto piacevoli.

Xla: ben due recensioni!!!! Ma tu mi vizi!!!! In quanto all’adrenalina Harry ha trovato il modo di scatenarla anche senza il suo manico di scopa… oddio! Ho pensato una cosa sconcissima!!!! Vabbé, vorrà dire che non andrò in paradiso…(meglio! odio vestirmi di bianco… e le tuniche non mi donano, per non parlare della compagnia di vecchietti che non sanno neanche che cos’è una fanfic slash!!!!! )… sclero a parte, adoro la tua firma: RIDETE E MANGIATE CIOCCOLATO… un vero spasso!

Strega_del_lago: Graziegraziegraziegrazie… spero che ti piaccia anche questo nuovo capitolo!!!

Pekai: beh, Roby, Hermione avrebbe dovuto aiutarlo perché ora si è messo nei casini fino al collo… ma per la mia felicità e quella delle persone a cui piace la coppia Harry/Draco, non lo ha fatto!!!! Grazie mille e confido in quel tuo: risentirci presto!

Niahl: non vorrei deluderti quindi ti ricordo che è una ficcina piccolina, spero che sia coinvolgente comunque, ma non aspettarti niente di troppo elaborato!… spero di aver fatto abbastanza in fretta e di non deluderti con questo nuovo cap!!!!

 

Come al solito ringrazio anche tutti gli altri che hanno letto e in particolare quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti!!! Grazie mille, la vostra attenzione è graditissima!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo terzo ***


SPAZIETTO

SPAZIETTO

Mi scuso umilmente per il ritardo, ma la simulazione della terza prova prima, la febbre poi (chi può essere così sfigato da fare la prova dell’esame, con ben cinque voti in ballo, con la febbre a 38,6?????…IO NATURALMENTE!!!!), non sono riuscita ad aggiornare in tempo… spero che mi perdoniate… e mi raccomando tante recensioni!!!!!

 

 

 

CAPITOLO TERZO

 

Harry quasi saltellava dalla gioia, la settimana era finalmente trascorsa e quella sera l'infermiera gli avrebbe tolto le bende! Soltanto un piccolo neo disturbava la sua felicità: il ragazzo sconosciuto non si era più fatto sentire e non poteva certo andare ad annusare tutti gli studenti della scuola!

"Harry, c'è qualche problema? Mi sembri pensieroso…"

"Non è niente Herm… sono felice che mi tolgano queste maledette bende!"

La cena continuò silenziosa per un po’ poi Harry ebbe un'illuminazione:
"Senti Herm… c'è un incantesimo per ritrovare… una persona?"

"Harry, ti sembra che ci avrebbero messo così tanto a trovare Sirius se ci fosse un incantesimo?"

Il moretto abbassò la testa, deluso:
"Si può sapere cosa ti succede?"

"… una persona mi ha… lascia stare!"

"Ti ha…"

Il ragazzo arrossì:

"Mi ha baciato, ma non so chi è!"

L'attenzione dell'amica era ora completamente concentrata su di lui:

"Perché non glielo hai chiesto?"

"L'ho fatto!… ma non ha voluto dirmelo…"

"Allora dimenticala!"

"Cosa?"
"Se non ha voluto dirti chi è o è antipatica oppure è un mostro… in ogni caso, meglio dimenticarla!"

"Magari è solo timida!"

"Se fosse timida non ti avrebbe baciato!"

"Forse hai ragione, ma…"

"Certo che ho ragione! Non c'è nessun ma! In qualunque caso non hai modo di rintracciarla!"

Harry abbassò nuovamente la testa sul piatto, ma quelle sensazioni non poteva proprio metterle da parte. Non poteva dire di avere molta esperienza in proposito, ma mai, MAI, nella sua vita aveva provato qualcosa di tanto intenso che non fosse dolore… e ora che lo aveva scoperto lo voleva avere, ma perché doveva sempre essere così difficile raggiungere la felicità?!

 

******************************

 

Harry si scagliò giù dalle scale dell'infermeria con una velocità da rompersi il collo, gli occhi nuovamente funzionanti gli permisero di schivare con un balzo due studenti Corvonero e tre ragazze Tassorosso, incurante dei loro sguardi stupiti, continuò a correre, cosa che non era riuscito a fare per ben una settimana, fino a raggiungere il campo di Quidditch, ridendo felice afferrò la sua scopa e si librò nel cielo con una poderosa spinta.

Spalancò gli occhi, il manico puntato verso il sole e i capelli scompigliati dal vento… poteva di nuovo volare!

Due ore dopo non riusciva più a vedere la punta della sua scopa e dovette aguzzare gli occhi, tremendamente felice di poterlo fare, per riuscire a ritrovare il campo e ad atterrare.

Dopo una doccia decisamente corroborante decise di tornare alla torre dato che la cena era già finita da un bel po’. Incapace di trattenersi, iniziò a correre, beandosi nel riuscire a cogliere i particolari del corridoio nel buio quasi totale, raggiunta una svolta a gomito si avvicinò al muro per fare più in fretta finendo però miseramente a terra. Il ragazzo colpito sbatté un paio di volte le palpebre:

"Cosa cazz…"

Le parole si spensero sulle sue labbra che restarono socchiuse.

Il moretto spalancò gli occhi, incredulo:
"Malfoy! Possibile che non guardi mai dove vai?"

"Lo stesso si può dire di te Potter, gli occhi li hai di nuovo, usali!"

I ragazzi si rialzarono rassettandosi i vestiti:
"Mi sono pure strappato la camicia…"

Le parole del Serpeverde, appena sussurrate, scatenarono un'ondata di brividi lungo schiena del moretto.

Harry aggrottò la fronte incapace di credere ai suoi stessi pensieri, poi sbatté con forza il biondino contro la parete e, lasciandolo completamente di stucco, avvicinò  il volto al suo collo…annusandolo!

"Si può sapere che cazzo stai facendo?"

Ma il moretto non rispose, gli occhi increduli, fece alcuni passi indietro:

"Sei… sei tu!"

Malfoy lo guardò per qualche secondo poi alzò un sopracciglio:

"Già! Non lo avresti mai detto, vero?"

Harry lo guardò con gli occhi spalancati poi si girò e corse via con tutta la forza che aveva nelle gambe. Ma non era così semplice scappare da due tremendi occhi grigi che ti guardano con un’aria che, anche se cerchi di negarlo con tutto te stesso, non può essere che ferita.

 

********************************

 

Come aveva potuto baciare Malfoy senza nemmeno accorgersene? Harry si sfregò con forza la bocca cercando di cancellare il ricordo di quelle sensazioni, ma il suo tentativo fallì miseramente.

"Harry! Dov'eri finito?… HARRY!"

Il moretto non si fermò salendo di corsa le scale del dormitorio e sbattendo con forza la porta del bagno. Afferrò lo spazzolino e il primo dentifricio che riuscì ad acciuffare, probabilmente quello di Dean, iniziando a lavarsi i denti con vigore, ma non era in bocca che sentiva il sapore del Serpeverde, era nella sua mente, inciso a fuoco!

Sconsolato lasciò cadere lo spazzolino e si accasciò a terra.

Perché? Perché tra tutti gli studenti di Hogwarts doveva essere proprio Malfoy?

Le parole che gli aveva sussurrato ritornarono ad una ad una nella sua mente:

Non ti dico il mio nome perché manderebbe tutto a rotoli

Certo che lo farei, se solo avessi saputo chi era lo avrei preso a pugni!

Tu non mi conosci

Grazie al cielo che non ti conosco quel poco che so mi fa venire il voltastomaco!

Ma dopo qualche secondo le altre parole fecero esplodere la bolla di ipocrisia che si era formata:

Non siamo mai stati in grado di fare una conversazione che si possa chiamare tale

In effetti, le uniche volte che si rivolgevano la parola era solo per insultarsi…

Sono anni che stiamo in questa scuola e non siamo mai riusciti a capire un briciolo dell'altro

Questo valeva per tutti e due però!

Sei troppo convinto di quello che gli altri ti hanno detto di me anche solo per prendere in considerazione la cosa…

Questo non era vero! Forse si era fatto guidare dai pregiudizi i primi anni, ma poi tutti i suoi giudizi affrettati erano stati confermati dal suo comportamento, forse lui era anche partito col piede sbagliato, ma il Serpeverde aveva contribuito a farlo continuare dritto per la strada che aveva intrapreso!

Un brivido incontrollato gli percorse la schiena:

Sono anni che infesti i miei sogni, tu e i tuoi occhi maledetti e non sto parlando di un Harry Potter innocentemente sorridente… oh, no! Sto parlando di un Harry Potter con la schiena inarcata dal piacere che urla il mio nome!"

Malfoy lo sognava? Malfoy era attratto da lui? Un altro brivido lo colse ed Harry non poté fare a meno di pensare al corpo del biondino stretto contro al suo, scacciò quei pensieri con decisione, lui odiava Malfoy!

Non sono riuscito a trattenermi oltre, perché ho potuto farlo senza poi dover sopportare il disprezzo nei tuoi occhi!

Il moretto si morse le labbra cercando di soffocare i suoi ricordi con il rimorso, ma il suo tentativo era inutile, lui non provava rimorso… aveva risposto con ardore ai suoi baci e sapeva che non avrebbe potuto fare altrimenti… cosa avrebbe fatto sapendo che era Malfoy? Cosa avrebbe fatto, ora che sapeva tutto?

"Harry, cosa fai lì per terra? E' ora di andare a dormire!"

"Vai pure Ron… io arrivo fra due minuti…"

Quella sera il moretto raggiunse l’amico tre ore dopo, ma anche quando fu sotto alle sue coperte con l’ormai abituale russare di Ron al fianco, i pensieri affollarono la sua mente fino alle prime ore dell’alba quando la stanchezza prese il sopravvento e la sua mente dovette limitarsi a guidarlo in sogni in cui lo scultoreo corpo di un biondino dagli occhi grigi appariva sempre meno vestito.

 

***************************

 

Lui odiava Piton! Ma ciò che odiava di più erano le ore di supplenza che era obbligato a seguire a causa dei suoi pessimi risultati nella materia… non era portato in pozioni… e allora? Hermione non era portata per il Quidditch, ma Madama Bumb non la costringeva a saltare la cena per questo!

Correndo si infilò veloce in un passaggio segreto, che non usava spesso, ma che gli avrebbe permesso di arrivare in Sala Grande almeno per il dolce.

Giunto a metà del corridoio però si ritrovò faccia a faccia con Malfoy, il suo stomaco si contorse, ogni possibilità di mangiare qualcosa sfumò definitivamente, ma ormai la fame era completamente sparita… o meglio, c’era… ma non di cibo! Il suo passo si fece lento ed estremamente cauto ed Harry poté chiaramente sentire il  cuore accelerare il suo battito dall'agitazione, tutti i ricordi di quel pomeriggio affollati in testa arrivavano nella sua mente con una chiarezza così intensa da costringerlo a prendere un respiro profondo per smorzare la loro intensità.

"Chi si vede? Potter! Che sorpresa… è solo una mia impressione o sono settimane che mi eviti… la cosa certo non mi dispiace, ma la curiosità mi divora da qualche giorno… non è che per caso…"

Il biondino fece un passo verso di lui e senza neanche accorgersene Harry indietreggiò, la sua reazione scatenò un ghigno malizioso sulle labbra del Serpeverde che dentro di sé sentì un nuovo balzo al cuore, spinto a pompare sangue dalla speranza improvvisa, il moretto si ritrovò senza un briciolo di saliva.

Pochi passi dopo, Harry si ritrovò con le spalle al muro e il ghigno si allargò:

"…hai paura di me, Potter?"

Il moretto trattenne il fiato, miseramente corto:

"Dovrei?"

"Forse… dipende da come vorresti che finisse questa storia…"

Malfoy poté chiaramente vedere il Grifondoro cercare di darsi un contegno. Con un passo felpato e ben deciso a sfruttare questo suo momento di disorientamento annullò la distanza fra i loro corpi andando a posare le mani sulla parete ai lati della testa di Harry che lo stava guardando con gli occhi brillanti nella semioscurità dello stretto passaggio, il volto a pochi centimetri dal suo e il respiro tiepido direttamente sulle labbra socchiuse.

"Tu… come… vorresti… che… finisse?"

Il biondino sorrise alla chiara agitazione del Grifondoro e il suo ghigno da predatore si allargò sul volto, stranamente inquietante:

"Credo di essere stato già piuttosto chiaro in proposito…"

Le guance di Harry si tinsero di rosso, ma sembrò appena una sfumatura di rosa in contrasto con il rosso porpora che raggiunsero pochi secondi dopo:

"Io penso che… potrebbe… finire con la… con la realizzazione… di… di un… sogno…"

Malfoy si avvicinò e il suo ghigno, che mal nascondeva un sorriso di pura gioia e tanto sollievo da non riuscire trattenere un gemito, si spense sulle labbra vogliose del compagno che si schiusero immediatamente alle sue, vogliose di sentire nuovamente quel sapore che sapeva scatenare così tante sensazioni in lui da fargli girare la testa.

“Sono stato uno stupido…”

“Lo siamo stati in due…”

Il biondino suggellò le sue parole con un altro bacio, ma non era destinato ad essere l’ultimo di quella sera.

 

*************************

 

Il Grifondoro non si rese nemmeno conto di come, ma un momento prima pensava a come togliersi dall'impiccio il più in fretta possibile, convinto di odiare Malfoy o al massimo di dovergli stare alla larga il più possibile per evitare di scoprire il contrario e pochi istanti dopo era entrato, di sua spontanea volontà, nella camera del biondino che stava assaltando la sua bocca con baci che lo lasciavano con sempre meno fiato e sempre più voglia di cedere completamente.

Un'ora dopo il Serpeverde venne dentro di lui e Harry non poté fare a meno di gridare il suo nome, pago di un’esperienza che mai aveva anche solo immaginato di poter provare e di certo non con Malfoy!

Quando i respiri tornarono finalmente regolari e le teste smisero di vorticare fu il biondino il primo a rompere il silenzio, consapevole dell’imbarazzo che il moretto stava provando:

"E' tardi… se vuoi puoi restare qui…"

Il moretto si alzò su un gomito per osservare meglio il compagno: i capelli erano stranamente scompigliati e le guance ancora leggermente arrossate, gli occhi argentati lo stavano però fissando con un'intensità quasi imbarazzante:

"Cosa significa?"

"Significa che se vuoi puoi dormire qui"

"Sai cosa intendevo dire!"

Malfoy chiuse gli occhi per qualche istante poi li riaprì:

"Non lo so… forse significa che in realtà non ti odio…che…"

"Che?"

"Che forse potremmo cercare di cancellare le antiche divergenze e imparare a… conoscerci?"

Il biondino rialzò gli occhi e il suo cuore ebbe appena il tempo di fare un balzo, nel vedere l'enorme sorriso comparso sul viso del Grifondoro, prima che il moretto si gettasse sulle sue labbra attirandolo in un bacio tanto tenero da farlo arrossire, cosa inconcepibile per un Malfoy!

"Ora che hai soddisfatto la tua sconfinata curiosità e che mi hai fatto dire cose di cui so che mi pentirò, ti decidi a dormire!?"

Harry ridacchiò al tono fintamente scocciato strappandogli un altro bacio e sistemandosi fino ad essere completamente intrecciato al compagno:

"Buonanotte!"

"Buonanotte Potter!"

Il moretto alzò la testa fino a far scontrare i suoi occhi, straordinariamente verdi, con quelli argentati:

"Dato che dobbiamo… conoscerci… sono lieto di informarti che i miei genitori oltre ad un cognome mi hanno dato anche un nome!"

Il biondino sorrise, poi assunse un'aria assolutamente seria ed interessata:

"Questa sì che è una novità! Quale sarebbe?"

"Harry James!… tu puoi chiamarmi Harry!"

Le parole furono accompagnate da uno sguardo intenso e carico di sfida e il biondino ridacchiò:

"Io sono Draco… ora che ci siamo presentati possiamo anche scopare di nuovo!"

Svariati minuti dopo gli ormoni erano stati messi nuovamente a tacere e i ragazzi si sdraiarono uno accanto all'altro, questa volta davvero esausti:

"Buonanotte… Draco!"

Il moretto trattenne il fiato, ma la risposta non tardò:

"Buonanotte…"

Il Serpeverde sorrise:

"…Harry…"

E il moretto lo strinse più forte a sé, cercando di trasmettere in quel solo abbraccio tutto ciò che provava in quel momento: timore, spossatezza, tenerezza, gioia e… affetto… o se non era affetto era comunque qualcosa che gli faceva scaldare il petto e battere forte il cuore!

Ma quello che lasciò senza fiato il biondino fu la sensazione che quell’abbracciò risvegliò in lui, sì perché improvvisamente si sentì leggero e furono soltanto il suo autocontrollo Malfoy e il suo enorme orgoglio a trattenere le lacrime che stavano pizzicando i suoi occhi, Harry Potter era suo, il suo sogno si era realizzato e come succede spesso, la realtà era ancora migliore!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI:

Mi dispiace, ma credo di dovervi deludere un po’ tutte(i) perché come credo di aver detto da qualche parte la storia ha solo tre capitoli e un prologo il che significa… che questo era l’ultimo! Inoltre e questo credo di averlo scritto davvero, questa fic l’ho scritta parecchio tempo fa cosa che implica un particolare che non credo di aver specificato: ero una sfigata che non ne sapeva niente di  sesso (il raiting è verde, cosa a dir poco sconcertante! Mi stupisco io stessa!!!) né di psicologia, né di niente di niente, insomma NA SFIGATA DI QUELLE COLOSSALI, ora, specificato questo, mi dispiace di avervi fatto credere in qualcosa di più, ma, a difesa di me-giovane-e-innocente-Tortorella sottolineo che questa fic l’ho scritta di getto in un solo pomeriggio… detto questo:

 

Zizela: Il cap è solo questo, ma spero che ci sarà quand même una recensione… per una fic lunga dovrai aspettare ancora un po’, sto già lavorando su una ma tra esame, simulazioni di terza prova, tesina, compiti e interrogazioni su tutto il programma sto andando in black out!!… baci8li Ci.

Pekai: credo che i sensi ci mettano un po’ a svilupparsi, comunque grazie a Merlino Harry ha un buon olfatto!! Con questo cap spero di aver risposto a tutte le tue domande!

Manny_chan: Come vedi, o meglio, leggi, la fortuna ha ancora dato una mano al nostro dracuccio, chissà che non sia un’appassionata della coppia Harry/Draco anche lei?… baci8li Ci.

Ina: grazie mille!

Strega_ del_lago: se questa è la sfiga… sfiga a me!!!!… comunque non puoi pretendere, insomma chi si può aspettare che Draco ti baci in un corridoio quando hai gli occhi tappati!!!…. E, sì, hai ragione, a me piace Harry sfigato!!!!!!!

Xla: …non so da dove cominciare… beh, prima di tutto, sono d’accordo con te sul paradiso (io niente suore, ma istituto salesiano!… l’ho adorato, ma non sono riusciti a farmi entrare le idee sulla religione!!!!), comunque mi spiace ricordarti che contrariamente a ogni mia abitudine per una fic quasi long il raiting è verde, quindi niente sesso bendato, ma ti assicuro che la tentazione di cambiare tutta la storia per inserire una scena di sesso mi è venuta più di una volta, ma… niente più che un piccolo accenno!!!!!… baci8li Ci.

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