So Kiss Me

di Yoan Seiyryu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prompt V - Red Hook ***
Capitolo 2: *** Prompt VII - Frankenwolf ***
Capitolo 3: *** Prompt VI - Jack Hatter ***
Capitolo 4: *** Prompt XVIII - Mulan Philip ***
Capitolo 5: *** Prompt XV - Alice Hook ***



Capitolo 1
*** Prompt V - Red Hook ***



Prompt V: Un bacio e poi addio 

Coppia: Red Hook

[ Finale alternativo de L'Orologio della vita ]





Non ho mai avuto paura in tutta la mia vita, fino a questo momento. Sembro un bambino di fronte al suo primo rimprovero e vorrei semplicemente chiudere gli occhi e andare via. Perché guardarla fa male più di ogni altra cosa. Non sono riuscito ad uccidere Milah né a spezzare la maledizione dell’orologio, è incredibile: il Capitano Hook ha scelto di anteporre gli altri anziché pensare a se stesso. Un tempo non avrei avuto alcun dubbio e mi sarei ripreso i miei anni di vita senza nemmeno rifletterci. Ma devo pagare il prezzo per la scelta che ho fatto. Io, volutamente, mi sono arreso al destino e per Amore. Proprio per esso io non voglio vivere, altrimenti il mio sacrificio non sarebbe valso a nulla. A nulla. Ed ora che Red mi guarda con quegli occhi carichi di speranza vorrei solo morire perché so che la sua sofferenza non sarà facile da placare. Siamo seduti sulla riva della spiaggia di Siracusa e ho una mano ferma all’altezza del cuore, lì dove l’orologio batte con tutta la sua forza, tra poco la lancetta scatterà ed io diventerò polvere.
Tic Tac, Tic Tac.
Mi ha accompagnato quel suono per così tanto tempo che ormai ci ho fatto l’abitudine, ci ho convissuto a lungo ed ora è il momento che la maledizione compia ciò che deve fare. Se solo lei non fosse qui, se solo Red non avesse scelto me, se solo Graham non le avesse permesso di seguirmi ora non dovrebbe patire con me questa stupida, sciocca, conseguenza delle mie azioni.
“Mi dispiace”
Non so che altro dire, esistono forse parole per chi sa che deve morire? Mia madre mi diceva sempre che chi è consapevole della propria morte ha meno paura di coloro che rimarranno in vita.
“Per cosa?” la sua voce è un sussurro.
“Per averti trascinata in questa avventura senza lieto fine, per aver lasciato che ti innamorassi di me e per non essere riuscito a sopravvivere” dico piano, lentamente, sembra una carezza la mia voce.
Red va a prendermi la mano sana per poterla stringere nella propria. Non mi guarda e tiene gli occhi fissi sul tramonto che sta scivolando oltre l’orizzonte, proprio di fronte a noi.
“Non dire sciocchezze”
“E’ quello che faccio sempre, no?” sorrido con tutta la forza che ho in corpo e per poco non faccio scivolare una lacrima sul viso. Io non devo piangere, io devo essere forte.
“Ti rimarrò accanto fino alla fine, Killian” aggiunge lei.
La amo per quello che sta facendo. La amo perché non si è azzardata a piangere nemmeno per un istante, né a mostrarmi niente di diverso rispetto ad uno sguardo fiero e serio. Non si è fatta sfuggire alcun lamento e non lo fa per accettazione, ma perché vuole trasferirmi tutta la sua forza. A quel punto non posso evitare di afferrarle il viso e avvicinarlo al mio per imprigionare le sue labbra alle mie, il sapore amaro della morte non può prevalere sui sentimenti che provo per lei. Quel bacio significa per me tutto e me lo porterei dietro con rabbia ma anche speranza. E' un bacio d’addio. Sento Red tremare e le accarezzo il viso per tranquillizzarla.
“Non voglio morire. Ecco, l’ho detto. Sto provando con tutto me stesso ad essere forte e a cercare di accettare il mio destino ma dannazione, io non voglio morire. Ho talmente tante cose da scoprire, da vedere, voglio la possibilità di vivere una vita insieme a te. Chi diavolo si concederebbe la calma in un momento simile?” non riesco più a trattenermi e alla fine sorrido, scostandola appena da me per poterla guardare negli occhi, Red è terrorizzata.
“Promettimi che starai bene”
Red si limita ad annuire.
“Voglio sentire la tua voce, dimmelo” la rimprovero con veemenza mentre le tengo ancora il viso con una mano, non fuggirà dal mio sguardo.
“Te lo prometto Killian” disse lei in un filo di voce.
Sta per piangere, ha le lacrime agli occhi ma continua a non volersi concedere quel lusso.
“Bravo il mio lupacchiotto”.
Non posso andarmene con una battuta più superficiale di quella. La lancetta dell’orologio scocca e il petto va in fiamme, la carne brucia e scotta così tanto da produrmi quel dolore a cui mi sono abituato. Ma questa volta la sofferenza viene meno perché quando andai ad aprire la camicia mi accorsi che il sigillo poco a poco va consumandosi, così come inizia a consumare me. Le palpebre si chiudono lentamente e l’ultima cosa che inconto mentre mi accascio lentamente a terra, è l’ultima luce del tramonto e le grida silenziose di Red che mi scuotono, incredula che stia davvero accadendo, che non vi sia un lieto fine anche per me.
 







// NdA: 

° Captain Hook ha un sigillo sul petto composto da un orologio (maledizione scagliata da Cora) che conta i suoi ultimi istanti di vita. Sapevo che sarei caduta in questa Challenge, di nuovo. Però in tal caso non aggiornerò quotidianamente, non credo di riuscirci almeno xD quindi forse è un bene. La prendo alla leggera, senza impegno, quindi penso che pubblicherò due volte alla settimana (o di più?). 
Spero che questo inizio vi sia piaciuto, non andrò in ordine di promtp ma li mescolerò per comodità di ispirazione visto che le coppie sono casuali. 
In tal caso ho scelto di affrontare un finale alternativo alla storia che ho già terminato e più mi sta a cuore. In più la narrazione è in prima persona proprio perché ho ripreso spunto dalla long. Spero di non avervi lasciato troppo angst :3. 
Grazie mille a chi leggerà! 

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Capitolo 2
*** Prompt VII - Frankenwolf ***


Prompt VII: Un bacio al ballo scolastico

Coppia: Frankenwolf

[Ispirata alla futura long di 'Storybrooke High']






Ruby era splendida anche quella sera, forse anche più del solito, se possibile. Indossava un abito rosso che le fasciava la vita di modo che risaltasse, nonostante Victor fosse totalmente rapito dalle sue lunghe gambe, la cosa più bella che avesse mai visto. Certo: i suoi occhi azzurri erano splendidi, i suoi capelli neri come l’ebano, i lineamenti fieri del viso. Ma le sue gambe, accidenti, erano semplicemente meravigliose. Non riusciva ancora a credere di esser riuscito ad invitarla al ballo scolastico, l’anno precedente Ruby aveva vinto il titolo di reginetta accompagnata dal suo ex ragazzo, David Nolan. Invece ora si trovava insieme a lei, con le mani che gravitavano sulla sua vita mentre si accingevano a danzare un lento che Victor sperava non terminasse mai. Per quasi tutto l’anno il rapporto tra lui e Ruby si era basato sugli incontri fuori dall’orario scolastico dovuti alle ripetizioni di chimica che lei gli aveva chiesto ed in seguito avevano preso ad uscire anche dopo le lezioni extra e gratuite che Victor le dava.

 
**
 

Victor era tremendamente affascinante ed era felice di trovarsi con lui, felice di essere tra le sue braccia. Ma al tempo stesso si sentiva un mostro per ciò che stava facendo e che aveva fatto. Era cambiata davvero molto durante quell’anno, non era più la Ruby che tutti conoscevano e doveva tutto questo a lui. E a Graham. Già, lui sì che era un bel problema. Avevano litigato più di due settimane prima e non si erano più rivolti la parola. Era con Victor, era felice, perché allora continuava costantemente a pensare ad un altro? Non poteva semplicemente sentirsi felice e soddisfatta di quel momento? Il senso di colpa la dilaniava. All’inizio dell’anno aveva approfittato senza vergogna del fascino che provocava in Victor per farsi dare delle ripetizioni gratis e farsi aiutare nei compiti di chimica. Poi invece qualcosa era cambiato, lei era diversa e Victor le piaceva davvero.
“Sono contento di essere qui con te”
Ruby accennò ad un sorriso prima di lasciarsi condurre in una giravolta che la fece sorridere con entusiasmo.
“Volevi dire che sei stupito di essere qui con me?” disse lei divertita, dimenticando tutti i suoi problemi.
“Sì, non credevo che alla fine avresti accettato” sorrise Victor prima di riavvolgerla tra le sue braccia, tornando a danzare insieme.
“Sono cambiata, grazie a te” aggiunse Ruby che si inumidì le labbra colorate di rosso.
Victor la strinse tra le braccia e scosse lievemente la testa.
“No, hai fatto tutto da sola. In realtà non sei cambiata, hai solo capito la tua vera natura"
Ruby sorrise con dolcezza, fu in quel momento che si avvide della presenza di Graham ad un angolo della sala, da solo come sempre. Lo osservò attentamente, stava guardando proprio verso di loro. Ruby in uno scatto di rabbia inconsapevole decise di fare qualcosa che avrebbe potuto ferirlo ma che probabilmente l’avrebbe condannata a scatenare ancora più caos nella sua vita. Arrestò la danza e si avvicinò a Victor abbastanza da potergli sfiorare le labbra con un bacio appassionato, desiderato ma anche confuso.

 
**

 

Victor era così preso da lei che quasi non si rese conto di ciò che stava accadendo, tant’è che si ritrovò presto ad assaporare le sue labbra ardenti e calde. L’aveva desiderato da così tanto che quasi non riusciva a credere che fosse reale. La musica non si era fermata ma poteva ascoltare le risatine di coloro che continuavano a danzare accanto, non gli importava assolutamente nulla. Era rapito da lei. Ricambiò il bacio con altrettanta passione mentre le afferrava il viso per non lasciarselo sfuggire nemmeno per un istante. Ruby era sua, sua e di nessun altro. Non c’era più nemmeno l’ombra di David a preoccuparlo.


 
**
 

 
Doveva sentirsi felice per ciò che stava facendo: aveva appena baciato il ragazzo che le piaceva e con cui credeva di non poter mai legare. Invece no, non lo era affatto. Si sentì di nuovo un mostro, come le capitava spesso. Quando riaprì gli occhi e riprese fiato si accorse che Graham non c’era più e che probabilmente se ne era andato, per colpa sua? Probabile.
“Ruby…”
“Sta’ zitto Victor, non rovinare questo momento” gli sorrise appena con finta rabbia per poi appoggiare la testa alla sua spalla.
Non riusciva a guardarlo in viso, aveva timore che potesse scoprire tutte le sue problematiche interiori. Come poteva allo stesso tempo essere invaghita di due ragazzi così tanto diversi? Aveva le lacrime agli occhi. Quella sarebbe stata la serata più bella e più brutta della sua vita.
 
 




// NdA: 

Ed ecco qui un piccolo spaccato di quello che ci sarà nella long 'Storybrooke High' in cui i protagonisti si ritroveranno a vivere gli anni del liceo! Come avete visto c'è un triangolo Franken/Ruby/Hunter. Perchè Ruby e Graham hanno litigato? Perché Ruby è cambiata, grazie a Victor o all'altro ragazzo misterioso? E chi sceglierà alla fine? Lo scoprirete nella long! 
Grazie per chi ha iniziato a leggere la raccolta <3.
 

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Capitolo 3
*** Prompt VI - Jack Hatter ***


Prompt VI: Un bacio falso 

Coppia: Jacqueline/Jefferson 

[Spin-off ispirato al terzo capitolo di Take my Hand e in parte alla one-shot I will be a heroine]







Era stato piuttosto facile uccidere quel Ciciarampa con una spada proveniente dal Paese delle Meraviglie. Le creature nate in quel mondo non conoscevano morte se non attraverso lame affilate costruite appositamente nelle fucine dello strano mondo di cui Jefferson le aveva parlato. Ed era stato proprio lui a procurarle quella spada affinché potesse sconfiggere il mostro e ricavare un dono prezioso dagli abitanti di Oltreconfine, il villaggio che metteva in comunicazione tutti i reami del mondo e dove spesso arrivavano creature spiacevoli da affrontare. Jacqueline, soddisfatta, pulì il sangue dell’animale sconfitto dalla lama argentea e la infoderò nella guaina, prima di voltarsi ed incontrare lo sguardo non poco stupefatto di Jefferson.
Quest’ultimo era rimasto ad osservare la scena seduto sulle radici di una quercia, per tutto il tempo non aveva fatto altro che sospirare e controllare l’orologio da taschino per tenere a mente il momento in cui sarebbe dovuto ritornare dal Signore Oscuro con il sangue di Ciciarampa. Jacqueline desiderava una ricompensa particolare da parte degli abitanti del villaggio e lui non aveva intenzione di affrontare un mostro simile tutto da solo. Da quando si erano incontrati ad Oltreconfine avevano stretto un accordo volto all’aiuto reciproco, avevano affrontato diverse avventure per recuperare la spada e trovare la bestia famelica, non senza infatuarsi l’uno dell’altra.
“Eri comodo lì seduto? Non hai alzato un dito, nemmeno quando mi sono trovata in difficoltà” disse lei mentre si avvicinava ondeggiando appena con il capo, segno di soddisfazione.
Jefferson storse le labbra e schiuse le labbra per comunicare qualcosa, ma non aveva granché da dire a sua discolpa, quindi si limitò a sorridere.
“Oh, ecco, era più divertente non interferire. Mi piace essere uno spettatore, soprattutto se la scena che ho davanti è molto divertente” allungò le labbra in un falso sorriso innocente e poi fece roteare il cilindro sulla testa.
Jacqueline osservò con attenzione i suoi movimenti e una volta che gli fu vicino incrociò le braccia al petto.
“Non dirmi che eri assolutamente certo delle mie potenzialità” sussurrò prima di avvicinarsi per trovarsi ad un passo dal suo viso ed osservarlo negli occhi con accuratezza.
Jefferson fece schioccare la lingua, per nulla indispettito da quella vicinanza.
“Se avessi messo in dubbio il tuo buon nome, Jack, non ti avrei nemmeno donato quella spada” il sorriso si fece affilato.
Lei diede un ultimo sguardo al cilindro e fingendo un’aria imbronciata si gettò in avanti per circondargli le spalle e strappargli un bacio che tolse ad entrambi il respiro. Lo trascinò verso il tronco della quercia e lo immobilizzò senza accennare a far scivolare le labbra dalle sue. Non era affatto infatuata di lui, o meglio, le piaceva il suo bizzarro modo di fare ma desiderava altro: desiderava portargli via il cilindro, così da garantirsi un portale sempiterno per gli innumerevoli reami. Quella notte sarebbe stato suo, dopo… sapeva bene come sarebbe finita e insistette nel baciarlo senza dargli modo di distaccarsi. In fondo a lui, non dispiaceva affatto.
 
 





Note: 

° Per chi non avesse seguito la long, Jacqueline e Jefferson ha questa breve relazione in cui lei cercherà di portargli via il cilindro magico ma quando lui si renderà conto dell'inganno, semplicemente fuggirà via. A Jack non importa molto di lui, ma vi state chiedendo se Jeff ne era infatuato? Sì, direi di sì e nella long un pò fa emergere questo suo primo amore adolescenziale. 
° Oltreconfine non è il mondo onirico che abbiamo conosciuto in Ouat, ma ne parlo nella one-shot. E' un villaggio in contatto con i portali degli altri reami in cui ogni tanto hanno accesso creature che spaventano gli abitanti. 
° Se ricordate nella 2x13 Jack parla di Ciciarampa. 




NdA: 

Ed ecco qui con questa crack! Ammetto che mi era venuta in mente questa coppia sin da quando vidi la puntata su Jack, visto che si parlava di funghi magici e Ciciarampa. Spero che questo esperimento vi sia piaciuto!
Vi lascio anche il link della raccolta di Pikky, anche lei ha aperto questa nuova challenge ---> http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2306861

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Capitolo 4
*** Prompt XVIII - Mulan Philip ***


Prompt XVIII: Un bacio istintivo

Coppia: Mulan Philip


 





Non aveva nient’altro se non Philip. Aveva lasciato il suo villaggio, i suoi genitori, ancora prima l’esercito dell’Imperatore. Tutti i suoi piani erano andati in fumo ed ora si ritrovava ad affrontare un viaggio che non le apparteneva minimamente. Non si era tirata indietro all’idea di cercare il modo per tornare nel Regno di Philip, il quale desiderava ad ogni costo svegliare la sua amata caduta in un sonno profondo, a causa di una maledizione. Mulan non aveva idea di chi fosse questa Aurora ma il suo nome continuava a risuonarle nelle orecchie persino quando dormiva, la notte, dopo aver spento i fuochi della cena. Non aveva nemmeno un volto nei suoi pensieri ma si limitava ad essere l’ombra pallida di una principessa. Se l’era immaginata spesso questa Aurora, dai lunghi capelli biondi come il sole e gli occhi azzurri simili a zaffiri, era un ritratto piuttosto comune ma una tale immagine fu  smentita non appena Philip la descrisse realmente. Se solo lui non l’avesse aiutata ora non si ritroverebbe a dover pagare quel debito, se solo non avesse accettato di accompagnarlo, se solo. Se solo. La realtà era che si era innamorata di lui sin dal primo istante, o forse dal secondo.
“Mulan?” 
La giovane guerriera era seduta davanti al fuoco e sulle spalle teneva il lungo mantello per proteggersi dal freddo, quando si sentì chiamare alzò gli occhi verso il proprio interlocutore. Philip non riuscì a resistere a lungo sotto il suo sguardo e si limitò a sorriderle mentre le si sedeva accanto.
“Non ti ho ancora ringraziata per quello che stai facendo” aggiunse subito dopo.
“Lo hai fatto all’inizio del viaggio, ribadirlo non servirebbe” sorrise lei all’angolo delle labbra.
Philip era in grado di farla arrossire e nessuno mai prima ci era riuscito, almeno non dopo esser diventata una guerriera.
“Credo di sì, invece. Questa è la mia missione e tu ti sei offerta di aiutarmi mettendo in pericolo la tua stessa vita. Non saranno mai abbastanza i miei ringraziamenti” disse lui sottovoce puntando lo sguardo sul fuoco. 
Mulan inclinò appena la testa e lasciò scivolare una ciocca di capelli davanti al viso.
“L’amore è sacrificio” rispose con lo stesso tono, era appena un sussurro ma lui si voltò per guardarla.
Fu in quel momento che Mulan decise di fare una cosa che non si sarebbe mai e poi mai perdonata: si avvicinò e gli sfiorò le labbra in modo istintivo. Non aveva calcolato la sua mossa, né quella di lui, ma le loro labbra non si divisero presto quanto invece avrebbero dovuto. Mulan riuscì ad assaporare quel momento solo per poco perché quando realizzò di aver compiuto un’azione priva di riflessione si rialzò in piedi, ponendo fine a quel bacio che Philip non aveva affatto rifiutato. 
“Perdonami, non avrei dovuto” disse lei sapendo che difficilmente sarebbe riuscita a guardarlo in viso di nuovo.
“No, Mulan aspetta” cercò di rispondere lui alzandosi in piedi.
“Non c’è bisogno che tu dica nulla: Aurora ti sta aspettando e tu devi andare da lei, io non voglio esservi di ostacolo” sorrise forzatamente prima di aggiungere “ho bisogno di un attimo, sto bene” lo rassicurò per poi allontanarsi da lì e cercare un nascondiglio dietro un albero della foresta.
Si sedette a terra e portò le mani in viso, arrossato e accaldato per quello che aveva fatto. Come le era venuto in mente di fare una cosa simile? Philip sarebbe tornato da Aurora e una volta risvegliata l’avrebbe sposata, perché così doveva essere, quello era il suo destino. Lei sarebbe rimasta in disparte, a guardare da lontano. 







// NdA: 

E torniamo con una coppia più normale! Ad essere sincera questa flash non mi piace, non mi trasmette nulla :/ ma avevo voglia di scrivere su di loro e ho provato a cavarne fuori qualcosa.
In ogni caso spero vi sia piaciuta e grazie a tutte coloro che hanno recensito fino ad ora ^^

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Capitolo 5
*** Prompt XV - Alice Hook ***


Prompt XV: Un bacio che sa di sangue

Coppia: Alice Hook 

[ What if della long Dark Side of London in cui la coppia ufficiale è Sleeping Hook ]






- Ragazzina!
Aprì la porta della sala da pranzo e scivolò a terra, la ferita al fianco era profonda e il sangue riempì il pavimento creando una scena grottesca e poco raccomandabile nella casa di una Signorina di famiglia benestante. Alice si alzò in fretta dalla poltrona su cui era seduta, gettò l’Illustrated London News sul tavolino e corse da Killian che rantolava dolorosamente.
- Cosa è successo?
La voce di lei era traboccante di preoccupazione e paura nel momento in cui si inginocchiò piegando la gonna larga che si imprigionò del sangue dell’uomo che riversava a terra. Killian strinse gli occhi e appoggiò dolorante una mano sul fianco, lì dove emergeva la ferita, per bloccare la fuoriuscita.
- Silas, presto! Chiama un dottore!
Gridò lei al di fuori della porta e il maggiordomo immediatamente eseguì l’ordine.
- Mi dispiace Alice, ti ho delusa – tossì Killian prima di sprofondare in una smorfia.
- Che stai dicendo? – sussurrò lei che iniziava ad avere le lacrime agli occhi.
- Avrei dovuto catturarlo, Lui. Avrei dovuto ucciderlo per ottenere la mia vendetta. Invece è riuscito ad ingannarmi e guarda come sono ridotto. Non sono riuscito a trovare Jefferson, non ho idea di dove sia – la voce di lui tremava e andò a sfiorare le labbra con la mano sana, macchiandole di sangue denso.
Alice strinse gli occhi per un breve istante e gli sollevò la testa per poterla posare sulle proprie gambe. Non doveva andarsene, non doveva morire. Stupido pirata! Stupido, stupido! Gli aveva detto di attendere il ritorno di Victor, gli aveva detto di non andare da solo, gli aveva detto che non gli avrebbe permesso di fare sciocchezze.
- Jefferson è con Belle, sono riusciti a trovare l’altro. Non sforzarti e risparmia le forze, ti prego – disse lei prima di afferrargli la mano sana per stringerla nella propria.
Killian si lasciò sfuggire un mezzo sorriso e andò a guardarla negli occhi. La prima volta che si incontrarono non aveva avuto la minima considerazione di lei. Anzi, l’aveva offesa considerandola una ragazzina viziata che aveva voglia di giocare il fuoco per sperimentare nuove emozioni. Ma lei non gli aveva mai chiesto nulla, lo aveva accettato senza conoscere il suo passato e alla fine, quando lo aveva scoperto, non lo aveva giudicato.
- Ragazzina – sciolse la presa della sua mano e andò ad afferrarle la nuca per spingerla verso di sé – ho sbagliato a considerarti tale. Tu sei molto di più. Coraggiosa, amabile, fastidiosamente curiosa. Mi piaci decisamente troppo ed io non sono affatto il tipo adatto a te.
Si erano detestati a vicenda per un lungo periodo, ma non era durato abbastanza. Alice si ritrovò a poca distanza dal suo viso contratto dal dolore e a quel punto non poté che fare l’unica cosa sensate che le venne in mente. Sfiorò le sue labbra e assaporò il sangue che vi era depositato, rigirandolo sulla lingua e rendendosi conto di quanto fosse amaro. Amaro come lui, come Killian Jones. Lui stesso ricambiò quel bacio con voracità, finché non avvertì una fitta così forte da farlo desistere e poggiare la testa sulle gambe di lei.
- Non credevo che il mio primo bacio potesse avere il sapore del sangue – disse Alice sfiorandosi le labbra.
Killian soffocò un rantolo di tosse e si permise di ridere flebilmente.
- Sono un pirata, il sangue è all’ordine del giorno.
In quel momento irruppe il medico arrivato per curare il ferito che fu trasportato in una stanza adatta, lasciando Alice da sola. Non sarebbe morto. E allora cosa sarebbe accaduto dopo? Alice come si sarebbe dovuta comportare? 
 
 
 





// NdA: 

Tadaaan! Avevo proprio voglia di scrivere una flash Alice/Hook. E ho voluto inserirla nel contesto della storia che sto scrivendo. Vi chiederete chi sono questi 'Lui' di cui parlano vero? Lo scoprirete man mano nella long, se la seguitere :3. 
Spero vi sia piaciuto questo piccolo spaccato.
A presto!
 

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