Brother or lover?

di Larosaroja_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Questo è Odio. ***
Capitolo 3: *** Matrimonio. ***
Capitolo 4: *** Baci e...Baci. ***
Capitolo 5: *** Triste Ritorno. ***
Capitolo 6: *** Segreto. ***
Capitolo 7: *** Il ballo. ***
Capitolo 8: *** Un fraintendimento ***
Capitolo 9: *** Non ho mai.... ***
Capitolo 10: *** 00cervello. ***
Capitolo 11: *** Parliamone. ***
Capitolo 12: *** Trasferirsi. ***
Capitolo 13: *** L'ennesima litigata. ***
Capitolo 14: *** Ospedale./Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
Ero in piedi dinanzi all’armadio, in pieno ritardo e ne ero consapevole, le tre chiamate perse di Jenny erano ben evidenti sullo schermo del mio iphone. Infilai la prima cosa che le capitò a tiro, corsi giù per le scale senza salutare nessuno è iniziai a correre verso scuola. “Che fine avevi fatto?” chiese Jenny mentre posava le poche cose che avevo in cartella sul banco “ieri sera ho fatto tardi a causa di mio padre i preparativi.” Vidi Jay fare una piccola risata “e tu sei restata sveglia fin tardi per scegliere il vestito giusto,costretta da lui.” alzai gli occhi al cielo,quella ragazza ci azzeccava sempre.
“Allora Alex come mai sei qui?” il preside siede dietro la scrivania e non si scompone quando entro senza bussare, ormai è una routine di tutti i giorni. “quindi mi stai dicendo che hai lanciato un gessetto alla professoressa di storia colpendola in pieno viso?” chiese il preside ripetendo le mie parole di poco prima, annuisco strafottente  “Sai che devo sospenderti?” chiede ancora iniziando a scrivere “lo so, non è una novità” sussurro più a me stessa che a lui.
 
“Maledizione Alexandra di nuovo!” papà sbraita nel bel mezzo della casa, la sospensione non gli è andata a genio “papà lasciamo stare!” sbotto, non si accorge che faccio tutto questo per ricevere sue attenzioni? No pensa soltanto al suo nuovo matrimonio “lasciamo stare niente signorina!” sbraita ancora ma il suono del campanello sembra calmarlo. Mi giro verso la porta con un sopracciglio alzato “e chi è ora?”dico buttandomi sul divano “sono Edna e suo figlio” alzo gli occhi al cielo, ma proprio ora dovevano venire. Uno schiocco fa risvegliar i miei pensieri, rifletto meglio e rendendomi conto che era stato il suono di due labbra il mio stomaco si contorce, vedo i tre entrare e immediatamente mi alzo, vedo negli occhi di papà accendersi una speranza che muore non appena mi scontro con Edna e non chiedo nemmeno scusa, ma una voce mi ferma, un sussurro che nessuno può sentire “Un pò di educazione...” mi giro verso il soggetto, un ragazzo alto e moro è vicino alla donna, sono tutti in silenzio, incontro i suoi occhi color ghiaccio cosi diversi i miei verdi smeraldo “come prego?” chiedo girandomi completamente sul gradino della scala, lui mi guarda quasi sfidandomi “ho detto, un pò di educazione” risponde lui girandosi verso di me, sorrido strafottente “solo a chi voglio mi dispiace” detto questo, finisco di salire le scale con sottofondo le scusa di mio padre.  

 
 
Salve a tutti :D
Piacere gente, sono Anybody_, scusate se questa storia fa schifo e avete perso solo tempo ma è la prima che scrivo, adoro Ian, mi sono appassionata a lui grazie a The Vampire Diaries (che amo), comunque, questa storia è tutta un invenzione, non parla di Ian&Nina, non riprende The Vampire Diaries, spero vi piaccia (sto pregando) bene, grazie se avete letto tutto questo eee buona lettura. Ps: immaginatevi Alexandra come lei  Image and video hosting by TinyPic
 

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Capitolo 2
*** Questo è Odio. ***


Sono in ritardo per la quarta volta in una settimana, infilo un paio di jeans con una felpa a volo e senza fare colazione e ne salutare nessuno corro via verso scuola.
“Quanto resteranno?”chiede Jenny, notando il mio cattivo umore “Un paio di giorni è per farli ambientare, devo distrarmi” dico posando tutto nell’armadietto e tirando fuori l’accendino “Alexandra che vuoi fare?” chiede Jenny cadendo già nel panico, alzò le spalle “Fumare” si fa improvvisamente seria mentre accendo l’ultima sigaretta del pacchetto “Maledizione Alex ma perché non ci parli con tuo padre?” chiede osservando il fumo fuoriuscire dalla mia bocca “perché tanto è inutile” sospiro, butto il restante della sigaretta incamminandomi per rientrare, ma la squillante e fastidiosa voce della nostra coordinatrice mi chiama “Alexandra, dal preside che c’è tuo padre.” Alzo le sopracciglia guardando Jenny che alza le spalle, “Ci vediamo dopo” dico incamminandomi verso la presidenza.

“Mi dispiace dirle tutto questo ma sua figlia sta prendendo una brutta strada” la faccia di papà diventa ancora più scura dopo le ultime parole del preside “potete andare e sua figlia può venire con lei” papà annuisce stringendo la mano al preside per poi uscire. Il viaggio in macchina è stato più silenzioso che mai, ne radi, ne una parola neanche una sgridata, tutto ciò è preoccupante. Non appena la porta di casa sbatte, la guerra ha inizio, non faccio in tempo a salire il primo gradino che papà inizia ad urlare “Alexandra, qui ora!!” riscendo il gradino seguendolo in cucina, mi butto seduta sul divano pronta alla ramanzina ma prima che papà inizi la sua “futura” moglie ci raggiunge “Caro che succede?” chiede e i miei nervi crescono ancor di più “Niente che t’interessa” sbotto mentre messaggio con Jenny, papà mi guarda sbigottito mentre Edna mi guarda come se avessi detto chissà cosa, alzo le spalle “Allora la ramanzina? L’ottocentesima volta che non chiedi mai cos’ho? Il menefreghismo di turno? Avanti fammi sta benedetta ramanzina così penserai che sei un padre modello, così starai bene con la tua coscienza e tornerai ai tuoi preparativi.” Dico alterandomi leggermente “Va in camera” dice solamente ed è l’unica volta che obbedisco.
Preparo i vestiti sul letto, le scarpe e la borsa, la voglia di restare a casa non c’è così ho deciso di uscire un po’ con Jenny, “la cena è pronta” dice mio padre aprendo la porta della mia camera “non mangio qua, esco con Jenny” dico chiudendomi in bagno, sento la porta della camera chiudersi, via libera. Pronta, mi riguardo allo specchio ed è tutto ok, Jenny sarà qui a momenti e devo sbrigarmi, apro la porta della camera richiudendola dietro di me una volta nel corridoio, sento un colpo di tosse provenire dalle mie spalle, mi volto trovando il mio futuro Fratellastro appoggiato allo stipite della sua camera momentanea “cosa vuoi?” chiedo voltandomi completamente verso di lui, alza le spalle “Abbiamo iniziato col piede sbagliato” dice avvicinandosi, annuisco convinta della stessa cosa “Mi chiamo Ian” dice allungando la mano, che stringo saldamente “Alexandra” rispondo “Perché non proviamo almeno a conoscerci?  La settimana prossima ci sarà il matrimonio, quindi io e te saremo matematicamente fratelli” sorrido falsamente “Io essere tua amica? Ma se non ti volevo nemmeno qua, abbiamo iniziato col piede sbagliato, perché mai aggiustarlo, ciao Ian” dico, scendendo le scale  e lasciandolo solo.
“Secondo me sei crudele” dice Jenny addentando la sua pizza, sorrido “Un po’, anche perché se non fosse mio fratello..” Lascio la frase in sospeso facendo scappare a Jenny una fragorosa risata “tu non l’hai visto, è davvero una visione paradisiaca” dico ancora, per poi scuotere la testa e addentare la mia pizza, gli occhi di Jenny però sono concentrati su qualcun’altro alle mie spalle, seguo il suo sguardo incontrando quello di due occhi celesti “cosa ci fa qua” chiedo più a me stessa che a Jenny, la vedo concentrarsi di nuovo su di me “lo conosci?” chiede, annuisco sconfitta “sarà il mio futuro fratello.” Sospiro, lo vedo avvicinarsi e prendere una sedia “salve ragazze” dice sedendosi al mio fianco “cosa vuoi?” chiedo annoiata dalla sua presenza, Jenny mi osserva curiosa “torno subito” dice per poi correre via “che vuoi?”  chiedo ancora, “Hai detto che non vuoi cambiare sto piede” dice lasciando la frase a metà “stai cercando d’impressionarmi, cerchi di fare la dura, allora preparati al peggio” detto questo si alza per poi sparire via dal locale. Mi aveva teso una sfida, che non avrei rifiutato per nulla al mondo. 

 
Salve gente!!
Scusate se ci ho messo così tanto ma non avevo tempo per scrivere, vorrei chiedervi anche scusa per la schifezza di capitolo, ma sono quelli intermediari e quindi.....vi chiedo solo un pò di clemenza....Buona lettura, Kiss. 
-Anybody. 
 

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Capitolo 3
*** Matrimonio. ***


“Alexandra Black subito qui!” la voce di mio padre arriva in camera mia destandomi dal mio beato sonno, sbuffo concentrandomi sull’orario 5.30, cosa vorrà mai?. Scendo le scale assonnata come non mai, la scena che mi si presenta davanti può essere bella per qualcuno ma oscena per me, mio padre è in piedi vicino alla porta pronto per uscire, mi guarda per alcuni secondi per poi esordire con un“sbrigati, l’estetista e la parrucchiera hanno quasi finito”  e senza salutare va via sbattendo la porta, 15 giugno 2013, il giorno del matrimonio di mio padre. Mi siedo sul divano iniziando ad  osservare Edna, sorride spensierata, chiacchiera con l’estetista sul colore delle unghie, scuoto la testa per poi risalire in camera. Qualcuno bussa animatamente alla porta, distraendomi dal mio libro  “Avanti” dico annoiata, posandolo sul letto, la testa preparata di Edna fa capolinea in camera “Alex scendi che tocca a te” sorrido “Edna mettiamo in chiaro un paio di cose, 1 il mio nome è Alexandra, ne Alex, Ale o qualsiasi altra cosa, 2 non mi preparerò, buon matrimonio ma io evito grazie e 3 smettila di voler essere mia madre, smettila di essere buona con me, io non ti considero, per me non sei nessuno ed ora ti pregherei di uscire dalla mia camera” respiro finalmente svuotata da tutti i miei pensieri, Edna mi guarda confusa e senza dire una parola va via.
La pace è finalmente tornata in casa, tutti sono via ed io sono distesa in giardino, mio padre avrà detto il suo si quindi io sono ufficialmente sorella di Ian, scuoto la testa ricacciando le lacrime dentro al suono del mio cellulare, Jenny, afferro il cellulare accettando la chiamata “Aprimi” dice soltanto per poi staccare la chiamata. Apro la porta d’ingresso trovandola con due sacchetti in mano “Cioccolata o gelato?” chiede sorridendo “Entrambi” sorrido facendola entrare.
 
“Scusa, ma se ora sono sposati non devono fare un viaggio insieme?” chiede Jenny all’improvviso mentre c’ingozziamo, il boccone mi va di traverso solo all’idea “Hai ragione” dico posando la cioccolata, la porta d’ingresso si apre all’improvviso mostrandomi Ian tutto preparato “Dove sei stata, perché non sei venuta, tuo padre era tristissimo” sbraita sbattendo la porta, alzo gli occhi al cielo “gli passerà, come gli è passato il resto” dico alzandomi per andare in cucina, vedo che mi segue molto irritato “tuo padre è stato male per tutta la cerimonia,si guardava intorno, chiedeva a chiunque se ti aveva visto” dice, sembrando più calmo “non m’importa” dico aprendo il frigo che sbatte poco dopo a causa di Ian “ma cosa vuoi? Tua madre si è sposata è felice, io tra un paio di mesi andrò via e loro vivranno la loro vita, non rompere” dico spingendolo via “ora capisco perché tua madre è voluta andar via, sei così testarda” dice voltandosi “dobbiamo convivere per 15 giorni fattene una ragione” dice in fine mentre va via. Jenny mi raggiunge in cucina” gli occhi bruciano tremendamente mentre mi strofino le mani sulle mie braccia, cercando di scacciare le immagini che tornano nella mia mente come razzi, la prima litigata, il primo vaso rotto, il suono delle  mani di mio padre sulla pelle candida di mia madre, la voce degli avvocati, l’assistenza sociale, tutto torna indietro facendo crollare la barriera durata 3 anni, Jenny piange con me, senza motivo. Mi ricompongo quando sentiamo dei passi scendere le scale, Ian fa capolinea in cucina restando scosso dalla scena, Jenny mi saluta per poi uscire dalla porta di servizio, il silenzio regna in cucina, asciugo gli occhi uscendo dalla cucina, 15 giorni d’inferno sarebbero stati.
 
“Finalmente libere” esclamo posando i libri nell’armadietto facendo sorridere Jenny, “allora?” chiede mentre usciamo “allora cosa?” chiedo io non capendo “non ti ha chiesto scusa?” dice alzando le spalle, scuoto la testa “no e non penso lo farà” sorrido “a te piace questa cosa vero?” chiede Jenny, annuisco “si, mi diverte” sorrido ancora scendendo l’ultimo gradino, una camaro azzurra sta appena parcheggiando,Ian scende da essa con fare superiore “Andiamo?”chiede avvicinandosi “cosa ci fai qui?” chiedo a mia volta “tuo padre mi ha chiesto il favore di tenerti d’occhio” dice aprendo lo sportello dell’auto “è tua?” chiedo sbarrando gli occhi “si, Sali o no?” chiede ancora mettendo in moto “salgo solo per vederla dentro” detto questo monto in auto restando esterrefatta dalla sua bellezza. Il silenzio nell’auto e tanto, la radio è spenta e noi non accenniamo a parlare, un colpo di tosse attira la mia attenzione “mi dispiace per l’altra volta, non volevo parlare di tua madre” dice, gesticolando come può “non fa niente” dico alzando le spalle “non sei il primo” sussurro più a me che a lui “perché non iniziamo da capo?” chiede speranzoso, annuisco “sono Alexandra” dico sorridendo “io sono Ian” risponde lui, accendendo la radio.
 
“Posso farti una domanda?” dico mentre addento la mia fetta di pizza “dimmi” risponde Ian addentando la sua “non ti da fastidio che tua madre si sia risposata?” chiedo innocua, lan alza le spalle “è la sua vita e sono affari suoi”risponde calmo, “posso chiedere io una cosa ora?” dice, annuisco “cosa ti ha reso così, così antipatica con qualsiasi persona voglia diventarti amico?” chiede facendo un sorrisino cattivo, Ian mi somiglia più di quanto io avessi immaginato “è stato il divorzio” si fa serio “cos’è successo?” chiede, per un attimo tentenno osservandolo,inciampo nei suoi occhi color cielo per un secondo e mi vien voglia di dirglielo, scuoto la testa uscendo dai suoi occhi“mm no, non siamo così intimi per dirtelo” dico alzandomi facendolo scoppiare in una fragorosa risata. Entro in cucina appoggiando le mani al tavolo, come posso essere così sfigata d’avere un fratellastro così mozzafiato?, sospiro mentre apro il frigo “allora? Non me lo diari?” chiede Ian facendomi sobbalzare “scordatelo” dico io richiudendo il frigo “perché no?” scuoto la testa”non sono io quella che deve dire la vita di mio padre” sussurro, “cosa vuoi dire?” chiede “niente d’importante” sussurro, non tanto convinta di quel che dico.
“esci da quel maledetto bagno” urlo sbattendo il pugno sulla porta, “esco un momento” esclama Ian, “Ora!” urlo ancora, le mie urla sembrano aver effetto, sento la chiave scattare ma quando la porta si apre desidero non aver mai urlato, la visione di Ian in asciugamano mi confonde per qualche secondo, “allora? Esci?” chiedo riprendendomi, sorride “si signora” dice alzando le mani, annuisco mentre esce e una volta dentro al bagno sbatto la porta.
La doccia calda è sempre rilassante, avvolgo un asciugamano attorno al mio corpo, ma prima di uscire controllo se Ian è nelle vicinanze, una volta accertatami che non c’è sgattaiolo in camera mia. Un urlo soffocato proviene dalle mie labbra, Ian è seduto sul mio letto con in mano il mio diario delle scuole primarie “Ian cosa ci fai tu qui!” esclamo avvicinandomi, si alza e sembra molto arrabbiato “perché non mi hai detto che tuo padre era un ubriacone?” chiede alterandosi, mi spavento tanto che inizio ad arretrare ad ogni suo passo “non sono affari tuoi!” dico, sbattendo contro la parete “si invece visto che mia madre ora è sua moglie” appoggia le mani ai lati della mia testa, siamo in silenzio e nessuno dei due osa parlare, osservo ogni suo lineamento e non trovo nessun errore, mi perdo nei suoi occhi azzurri “esci dalla mia camera” esclamo scandendo bene le parole, sembra riprendersi da uno stato di shock e senza proferire parola va via sbattendo la porta, respiro profondamente cercando di scacciare i suoi occhi dalla mia mente che ultimamente sta giocando brutti scherzi. 


 
Salve a tutti :D
Allora scusate del ritardo, questo è il capitolo (ma come so ovvia), spero vi piaccia a me piace tanto :DDD fatemi sapere, voglio dirvi solo una cosa, non fatevi ingannare u.u Bacioni xx. Ps: la scena della scuola Image and video hosting by TinyPic
Anibody_ xx

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Capitolo 4
*** Baci e...Baci. ***


Quanto può esser bella la domenica mattina? Niente scuola, niente problemi, niente svegliarsi presto la mattina e quindi niente corse, il problema e che oggi è lunedì e io sono in netto ritardo. Scendo le scale come una furia infilando a poco a poco la maglia “sai la prossima volta è meglio vestirsi in camera” la voce di Ian mi segue per tutto il salotto “non dovresti essere a dormire tu?” chiedo infilando le scarpe a volo “devo accompagnarti” dice serio mentre io scoppio in una netta risata “David è qua vicino, passa lui” alza le sopracciglia, il problema e che non c’è nessun David “non inventarti balle, dillo che non vuoi essere accompagnata da me così torno a letto” esclama unendo le braccia “Torna a letto!” esclamo prendendo la borsa e uscendo di casa come una furia.
“Non vedo l’ora che torni mio padre così da non dover restare più con Ian” esclamo posando i libri dell’ultima lezione “andiamo Alex non penso sia così terribile” esclama Jenny, alzando le spalle “Jenny voglio solo dirti che quando sarò morta per una crisi nervosa sarà per colpa tua” esclamo assottigliando gli occhi che riapro alla vista della camaro azzurra di Ian, sbuffo sonoramente alla sua vista appoggiato alla macchina, mi avvicino decisa “cosa vuoi?” chiedo annoiata “Sali!” esclama solamente, sembra molto arrabbiato “lasciami in pace Ian, ci vediamo a casa” dico voltandomi e incamminandomi verso Jenny ma il mio braccio viene afferrato violentemente “ho detto, Sali in macchina Alexandra, ho ordini ben precisi di tuo padre e non mi sembra il caso di disubbidire, Sali in questa cazzo di macchina!” sbraita lui e a me non può che nascere un sorrisino di sfida “Scordatelo!” esclamo scandendo bene le parole mentre divincolo il mio braccio dalla sua presa “passiamo alle maniere forti?” chiede sembrando molto ovvio “ma tu non hai una ragazza a cui badare?” chiedo gesticolando “Si purtroppo sei tu, Sali!” dice montando in macchina e rassegnata lo seguo.
 
“Dammelo!” esclamo aprendo di getto la camera di Ian che mi guarda confuso “Cosa?” chiede guardandosi intorno “il mio diario,dammelo o giuro che m’incazzo sul serio” sbotto unendo le braccia, sbuffa alzandosi e aprendo il cassetto della scrivania, un piccolo diario fuoriesce da esso e la mia rabbia aumenta sempre di più “eccolo!” dice allungandolo verso di me, lo afferro subito ma in pochi secondi la mia piccola mano e schiaffata sulla sua faccia e Ian sembra tanto sconvolto quanto me “tocca ancora le mie cose e sei morto!” esclamo facendo un piccolo sorrisetto “Sai Alexandra, nemmeno io volevo venire a vivere qui, non sei l’unica che non sopporta qualcuno” esclama lui risiedendosi sul letto “allora lasciami in pace e che ognuno viva la sua vita” esclamo per poi uscire sbattendo la porta.


La porta suona ininterrottamente facendomi innervosire e non poco, mancano ancora otto giorni al ritorno di papà e sono sicura impazzirò. Scendo le scale in deshabillé diretta alla porta spalancandola, Ian è fermo all’ingresso, al suo fianco una ragazza dai lunghi capelli neri sorride smagliante, alzo le spalle per poi andare via senza neanche salutare “Beh Rachel quella è Alexandra” urla quasi Ian, alzo una misera mano per poi risalire al piano di sopra. “ti prego vieni     qui!” esclamo supplicando jenny al telefono “dammi il tempo di vestirmi e arrivo” dice lei, staccando il telefono. Dieci minuti dopo siamo stese sul divano ad abbuffarci di patatine, Ian scende le scale piazzandosi davanti al divano“non vuole andar via e mi serve il tuo aiuto” esclama guardandomi, scuoto la testa rifiutando subito “andiamo Alexandra muovi quel culo” sbuffo, alzandomi dal divano “torno subito” dico guardando jenny che fa un piccolo sorrisetto. Salgo le scale seguita da Ian, apro la porta di getto facendo saltare la mora beatamente seduta sul letto di Ian, “Fuori avanti” dico prendendole il braccio una volta raggiunta, sembra confusa e scombussolata “avanti su” dico ancora incitandola ad uscire “Ian cosa vuole?” chiede guardandolo, Ian alza le spalle “non posso farci niente” dice facendo il finto offeso, trascino la mora con me giù per le scale rischiando di farla cadere, il bello e che lo faccio apposta, spalanco la porta d’ingresso spingendola fuori “non ti presentare mai più qui, ciao!” sbatto la porta per poi tornare da jenny “ora lasciamo in pace” esclamo risiedendomi sul divano in compagnia della mia migliore amica che sghignazza come una matta.
“ci vediamo domani?” esclamo accompagnando la porta d’ingresso, jenny è andata via e la stanchezza si fa sentire. Salgo le scale e sono costretta a passare davanti alla stanza di Ian, noto il disordine in essa che è molto, Ian è steso sul letto e sembra star già dormendo, inizio a camminare di nuovo ma la voce di Ian mi ferma di nuovo “sai pensavo, finiranno mai questi otto giorni?” chiede sedendosi, “spero vivamente di si” esclamo appoggiandomi all’anta della porta, vedo Ian sorridere strafottente “non ti sopporto più” esclama alzandosi dal letto “il sentimento è reciproco” dico io entrando in camera “sei antipatica” ribatte lui continuando ad avvicinarsi “tu troppo presuntuoso” esclamo io avvicinandomi a mia volta “tu sei scorbutica” ribatte ancora lui, siamo a pochi centimetri ormai, ci osserviamo per alcuni secondi ma poi Ian si fionda sulle mie labbra baciandomi mentre io senza nessuno scrupolo ricambio il bacio. Mi stacco per alcuni secondi riprendendo il controllo di me stessa “è sbagliato” esclamo staccandomi completamente, Ian sembra risvegliatosi da uno stato di trans, annuisce confuso “siamo fratelli ora!” esclama ma dieci secondi dopo siamo di nuovo uno sulla bocca dell’altro.

 

 
Spazio me:
vorrei solo chiedervi scusa ragazze, e che ho avuto taaanto da fare e non riuscivo ad aggiornare, che dire spero che vi piaccia e che non faccia così schifo come penso,un'altra cosa ho cambiato alexandra per sapere chi è tornate al primo capitolo (che ho modificato) Kiss and Kiss guys, bye <3 
-Anybody_

 
 
Ps: lei è jenny (finalmente ho deciso)Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 5
*** Triste Ritorno. ***


“Dobbiamo dimenticare” dico appoggiandomi alla porta, Ian cammina avanti e indietro per la camera “Hai ragione, non è successo niente” esclama lui guardandomi, annuisco un po’ delusa “Buonanotte” esclamo aprendo la porta della camera “al diavolo” sento alla mi spalle, mi rigiro alzando un sopracciglio Ian è a pochi passi, scuoto la testa quasi divertita “non ne usciremo vivi” dico mentre si avvicina “lo so” esclama appoggiando la mano alla porta accompagnandola “dovremo nasconderci” dico ancora “so anche questo” esclama lui baciandomi. 

“per quanto può sembrare strano tutto quello che ti ho detto è vero” esclamo stendendomi sul letto di Jenny che mi osserva con la bocca aperta, sembra quasi più sconvolta di me “cioè...hai baciato tuo fratello?” esclama con una punta d’ironia “fratellastro” la correggo io “ e poi...è stato solo un bacio” esclamo ancora poggiandomi le mani sulla faccia “hai baciato il tuo fratellastro, sei impazzita” esclama lei sembrando più agitata ora “come farete quando torneranno i tuoi?” chiede “non ne ho la ben che minima idea, ma voglio rischiare”esclamo facendo un piccolo sorriso. 

“Pronto” dico alzando la cornetta di casa, Ian mi osserva curioso “papà!” esclamo sentendo la voce di mio padre dall’altro lato della cornetta “si va tutto bene” dico “Ian?” chiedo a mio padre, lo vedo alzarsi e raggiungermi “è qui” gli passo la cornetta per poi fiondarmi sul divano. “cosa ti ha detto?” chiedo spegnendo la Tv, Ian alza le spalle “che devo tenerti d’occhio” esclama, sbuffo annoiata “mio padre non la smetterà mai” sbotto alzandomi. Mi dirigo in cucina assetata, apro il frigo che però si richiude subito, noto la mano di Ian e quindi mi giro verso di lui “mancano 7 giorni” esclamo “lo so, e poi avremo dei seri problemi” esclama lui, poggia le sue labbra sulle mie lasciando piccoli baci “mi farai finire in guai seri” esclamo facendo una piccola risata, alza le spalle “e che guai siano” esclama ritornando poi sulla mia bocca. 

La porta suona animatamente destandomi dal mio bel sonno, oggi niente scuola e qualcuno viene a rompere fino a casa. Scendo le scale dirigendomi in salotto, spalanco la porta d’ingresso pentendomene subito dopo. Rachel è ferma davanti alla porta d’ingresso alquanto arrabbiata “posso fare qualcosa per te?” chiedo sorridendo innocentemente “Ian?” chiede lei “entra, vado a chiamarlo” dico facendole spazio, chiudo la porta correndo su per le scale, la lunga t-shirt mi permette di saettare molto veloce, spalanco la porta della camera di Ian fiondandomi sul letto “Ian, Ian svegliati c’è Rachel” esclamo scuotendolo leggermente, mugugna qualcosa girandosi dall’altra parte “Ian, c’è Rachel” esclamo ancora, spalanca gli occhi guardandomi per alcuni secondi “chi?” chiede alzando un sopracciglio “Rachel, Ian Rachel!” esclamo ancora io come se lo spiegassi ad un bambino, Ian si alza infilandosi la canottiera “cosa i fa qui?” chiede, alzo le spalle “dovresti saperlo tu” esclamo, lui esce dalla camera in modo molto veloce ma tre secondi dopo rientra e posa le sue labbra sulle mie “Buongiorno comunque” esclama sorridendo per poi uscire di nuovo. Mi alzo per seguirlo allungando un po’ la t-shirt, gli occhi di Rachel s’illuminano alla vista di Ian per poi diventare di nuovo scuri alla mia vista “Rachel, cosa ci fai qui?” chiede Ian sorridendo “possiamo parlare?” esclama lei facendo saettare il suo sguardo su di me “Da soli” continua poi, Ian annuisce per poi avvicinarsi a me “so cosa vuole dirmi e spero che tu non t’incazzi” sussurra per poi posare le sue labbra sulle mie “torno subito” esclama poi uscendo seguito da Rachel. 

“era sconvolta” esclama Ian sedendosi sul divano al mio fianco “ci credo, sapeva che siamo fratelli” esclamo io facendo una piccola risata “mancano 6 giorni” dice Ian guardandomi “lo so” esclamo guardandolo “come faremo?” esclama lui, alzo le spalle “come capita” dico provocano una piccola risata da parte sua “ma tu vedi cosa doveva capitarmi” esclama alzando gli occhi al cielo “ehi, non pensare che perché hai 25 anni sei l’unico che ha problemi” dico facendo la finta offesa, mi tira a s con fare scherzoso baciandomi, bacio che diventa pian piano sempre più passionale fino a portarmi distesa sul divano con Ian su di me, infilo le mani nei suoi capelli tirandoli leggermente, Ian infila le sue mani sotto la canotta lasciando dal bacino in giù scoperto sfilandola, mi prende in braccio salendo malamente le scale fino ad arrivare alla sua camera spalancando la porta che richiude con un calcio, e posso dire che dietro quella porta c’è una delle serate più belle. 

Il campanello suona molto rumorosamente facendomi svegliare, infilo malamente la canotta per poi dirigermi fuori dalla stanza, arrivo in salotto spalancando la porta, la voce mi si blocca in gola e l’ansia sale “Papà, cosa ci fai qui” chiedo in un sussurro all’uomo felice e sorridente che mi si presenta avanti “siamo tornati prima, contenta?” chiede lui facendosi spazio per entrare. Chiudo la porta ancora in stato di shock, sento la voce di Ian provenire dalla scala “Alex chi era?” chiede mentre s’infila la canotta, si blocca alla vista di mio padre con le braccia aperte “Carl, vi aspettavamo tra sei giorni” esclama lui abbracciandolo “lo so, ma ci mancavate e siamo tornati prima” esclama papà sorridendo, Edna sorride e abbraccia suo figlio “io vado a vestirmi” esclamo salendo le scale “si vado a ricompormi” continua Ian seguendomi. Non appena svoltiamo l’angolo Ian afferra il mio braccio appoggiandomi alla parete, una crisi d’ansia mi possiede e non so come fermarla “ehi calma non sospettano niente” esclama baciandomi, annuisco calmandomi “lo so” esclamo baciandolo a mia volta “comportiamoci normalmente e non sospetteranno niente” dice Ian e io non posso essere più d’accordo. 
 
 
Spazio me:
sera gente volevo solo dirvi che vi ringrazio per le recensioni e che mi dispiaccio per il troppo tempo tra un capitolo e l'altro, voglio anche dirvi che ho fatto il Trailer della ff (fa un pò schifo ma vabbeh) eccolo: 
http://www.youtube.com/watch?v=8MKmofNczcE  Buona lettura/veduta bacioni xx. 
-Anybody_ xx

 
Ps: alcune scene della notte, e di quando arriva Rachel  Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 6
*** Segreto. ***


La sveglia suona ripetutamente nelle mie povere orecchie facendo in modo che mi svegli, con una manata la scaravento a terra facendola zittire all’istante. Scosto le coperte un po’ assonnata , arrivo in bagno quasi trascinandomi ma –ovviamente- è occupato. Busso ripetutamente per aver risposta ma l’unica cosa che sento è il getto della doccia che scorre forte, sbuffo per poi dirigermi verso le scale ma prima che possa scendere un solo gradino la mano di Ian mi afferra il braccio destro trascinandomi nella sua camera richiudendo la porta alle nostre spalle “Buongiorno” dice tirandomi a lui mentre sorride “Buongiorno” esclamo io sorridendo a mia volta incollando le nostre labbra.
“Giorno a tutti” esclamo dieci minuti dopo mentre scendo le scale ma l’unica persona che trovo è papà che beve un caffè “buongiorno papà” esclamo prendendo un bicchiere e riempiendolo di caffeina “Giorno Alexandra” esclama lui posando il giornale “sei in anticipo” esclama guardando l’orologio, alzo le spalle “almeno per una mattina vorrei non correre per la strada come una matta” esclamo facendo una piccola risata , mio padre mi guarda sbigottito io di buon umore a prima mattina? Un evento più unico che raro. “Io vado” esclamo afferrando la cartella, Ian scende le scale proprio quando io sto per aprire la porta “Vai già via?” chiede alzando un sopracciglio “vorrei almeno una volta nella vita arrivare in orario, Buona giornata” esclamo uscendo.
 
*Ian*
Fisso per un po’ la porta, stranito quanto curioso, Alexandra in anticipo? Strano. Alzo le spalle e mi dirigo in cucina notando Carl seduto a leggere il suo giornale “buongiorno!” esclamo prendendo una tazza a caso “Ian, ti stavo aspettando” esclama Carl chiudendo il giornale, alzo un sopracciglio curioso “perché?” chiedo sedendomi vicino a lui “perché so che mia figlia sarebbe molto antipatica se glielo chiedessi ma volevo solo sapere, come sono andati questi 9 giorni?” chiede sorridendo, quasi non mi strozzo col caffè, alcune scene mi passano davanti agli occhi “Bene” rispondo sembrando il più calmo possibile “nessuna litigata o qualcosa del genere?” chiede assottigliando gli occhi, sorrido pensando ai primi giorni “un po’, ma Alex è quello che non ti aspetti, ti consiglio di parlargli più spesso Carl, ne ha bisogno e fidati un po’ di più di lei” esclamo alzandomi ma prima che vada via mi riferma “ti ha dato il permesso di chiamarla Alex?” chiede quasi sconvolto, alzo le spalle “si, la chiamo così da un paio di giorni e non ha mai detto niente, ora vado o faccio tardi” esclamo salutandolo con un gesto della mano.
 
*Alexandra*
“Guarda un po’ qua!” esclama Jenny cacciando un lungo abito nero da una mini-busta, sorrido alla sua vista “l’abito per domani sera?” chiedo buttando la sigaretta “non è il mio” esclama sorridendo ancora di più “vuoi dire che quello è mio?” chiedo spalancando gli occhi, Jenny annuisce convinta “sapevo che non avresti preso un abito quindi ho provveduto io” esclama rimettendolo nella busta “non so come ringraziarti” esclamo abbracciandola. Mentre usciamo tanti palloncini sono già appesi insieme a manifesti giganti il ballo di fine anno e poi la scuola sarà finita per sempre. Il mio cellulare vibra alcune volte prima che io mi renda conto della chiamata in arrivo. Papà, sbuffo sonoramente per poi rispondere “Pronto?” chiedo bloccando jenny con una mano “Alexandra sono Edna” spalanco gli occhi “Edna?” chiedo un po’ confusa “scusa se ti disturbo, volevo solo avvisarti che io e tuo padre non ci saremo oggi a pranzo, ho già avvisato Ian ti sta venendo a prendere” da ontano scorgo la camaro azzurra di Ian avvicinarsi e sorrido immediatamente “non preoccuparti Edna va tutto bene, ci vediamo stasera ciao.” Esclamo chiudendo la chiamata. “Ha bisogno di un passaggio?” chiede Ian guardandomi “se proprio vuole” dico alzando le spalle “avanti Sali” esclama aprendo la portiera. 
 
“Ha chiamato anche te?” esclama Ian accendendo il fuoco mentre io faccio penzolare le mie gambe dalla tavola  “si, dal telefono di mio padre” esclamo sorridendo “meglio così” esclama Ian avvicinandosi “e se avessero messo le telecamere?” chiedo scherzosa facendo suscitare una piccola risata da parte di Ian “perché dovrebbero?” chiede mentre inizia a lasciare una breve scia di baci sul mio collo “non so, forse sospettano qualcosa” esclamo baciandolo “e che sospettino pure” esclama prendendomi in braccia fino a raggiungere il divano.
“secondo te è sbagliato” esclamo infilandomi il suo maglione nero “Noi?” chiede osservandomi serio, annuisco un po’ intimorita per tutta la situazione “intendi perché siamo “fratellastri” esclama sedendosi e tirandomi a se “no, penso che non sia sbagliato, ok forse un po’ ma non abbiamo lo stesso sangue, fino a un mese fa non ci conoscevamo” esclama baciandomi la testa  “e se lo scoprissero?” sussurro più a me stessa che a lui “se lo scoprono affronteremo le conseguenze Alex” sussurra al mio orecchio. Osserviamo la tv quando all’improvviso un forte odore di bruciato invade tutta casa “Ian?” esclamo “si?” un forte dubbio sorge in me “abbiamo spento la pentola?” chiedo sperando in una risposta positiva ma nei suoi occhi leggo solo titubanza, in men che non si dica mi precipito seguita da lui in cucina, il fumo si è esteso in tutta la cucina ma di fuoco nemmeno l’ombra, corro a spegnere il fornello mentre Ian apre il balcone che affaccia sul giardino, scoppio a ridere non appena tutto torna normale seguita a ruota di Ian, ma le nostre risate vengono stoppate dal rumore delle chiavi. Ci osserviamo per alcuni secondi per poi scattare in salotto e raccogliere il più velocemente possibile le nostre cose e iniziare a correre su per le scale, sfilo il maglione di Ian una volta nella sua camera per poi infilare la mia lunga t-shirt “siamo a casa” la voce dei nostri genitori proviene dal salotto, esco velocemente dalla camera per poi riscendere di nuovo le scale “ehi già di ritorno?” cerco di nascondere il fiatone il più possibile “sono le 17 Alexandra”  esclama papà “ah davvero? Ero a studiare e non me ne sono accorta” dico sorridendo innocentemente “Tesoro tutto bene?” esclama papà alzando un sopracciglio “mai stata meglio, torno in camera” esclamo correndo via.  “morirò prima o poi” esclamo appoggiandomi all’anta della porta, Ian sorride “vuol dire che moriremo insieme” esclama posando le sue labbra sulle mie.
 
Spazio me:
salve a tutti ho postato prima perché così mi andava (lol) spero vi piaccia (a me no ma vabbeh) buona lettura bacioni xx
-Anybody_ xx
 

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Capitolo 7
*** Il ballo. ***


La campanella suona e tutti ci rechiamo fuori finalmente liberi dalla trappola. Ripongo i libri nell’armadietto quando da lontano scorgo Daniel, possente giocatore di Football dai capelli biondo platino e occhi azzurri avvicinarsi in modo alquanto altezzoso “Ciao Alexandra” esclama appoggiandosi all’armadietto vicino al mio “Daniel” rispondo con poco entusiasmo, sorride convinto osservandomi “Tu. Io. Stasera al ballo” esclama indicando prima me e poi lui, alzo un sopracciglio “sarebbe un invito?” chiedo trattenendo una risata “mi dispiace ma devo rifiutare” esclamo richiudendo l’armadietto “tu stai dicendo di no a me?” chiede quasi confuso, annuisco convinta “si!” esclamo andando via. “quindi verrai da sola?” chiede jenny guardandomi per qualche secondo “si!” esclamo alzando le spalle, lei sbuffa sonoramente “hai rifiutato 4 inviti Alexandra mi dici perché lo fai?” chiede unendo le braccia “oh andiamo jenny non voglio prendere in giro nessuno e non mi sembra il caso di andare al ballo con qualcuno che non voglio nemmeno conoscere” esclamo guardandomi intorno , sbuffa di nuovo poi come presa da un’illuminazione celeste spalanca la bocca “è per Ian!” urla guardandomi per alcuni secondi sbuffo sonoramente per poi fissarla “ma che t’importa? Ci vai con Lucas? E allora?” chiedo per poi scorgere la camaro azzurra di Ian avvicinarsi “ora vado, ci vediamo stasera” esclamo per poi salire in auto.
 
“Maledizione!” esclamo cancellando per l’ennesima volta la linea di eye liner, sono le 20 ed io sono ancora a casa, non sono nemmeno sicura di voler andare davvero a questo ballo. “Pronta” esclamo osservandomi allo specchio, per quanto possa piacermi questo vestito lo trovo alquanto trasparente, sospiro animatamente e decido di cambiarlo, sembra di indossare un body nero e la cosa non è alquanto rilassante. Continuo a cercare tra gli armadi ma non riesco a trovare nulla , infilo una maglia a caso per poi scendere in cucina alla ricerca di mio padre, lo trovo seduto beatamente sul divano insieme a Edna “papà, le cose di mamma le hai buttate?” chiedo piazzandomi dinanzi alla tv “sono in soffitta” esclama, annuisco per poi ritornare al piano superiore.
Scatole,Scatole e scatole. Centinaia di scatole con su scritto “Ellen” governano la soffitta e per quanto io possa cercare in esse non troverò mai la cosa giusta. Sbuffo sonoramente riappoggiando l’ultima scatola a terra “cosa cerchi?” chiede una voce alle mie spalle, l’alta figura di Ian è appoggiata alla porta della soffitta “un vestito, per Ora!” esclamo guardandomi intorno, Ian alza un sopracciglio confuso “c’è il ballo!” esclamo concentrandomi su un piccolo scatolone con sopra il mio nome “con chi ci vai?” chiede sedendosi al mio fianco, alzo le spalle cercando di aprire la scatole “con nessuno, papà mi accompagna non appena sono pronta” esclamo riuscendo finalmente ad aprirla “ti accompagno io!” esclama Ian, mi fermo ad osservarlo per alcuni secondi “cosa diremo a mio padre?” chiedo sorridendo appena “che non hai un accompagnatore” esclama tirando fuori il contenuto della scatole, un vestito azzurro col corpetto bianco ne fuoriesce  “perfetto” esclamo posando la scatola. Un piccolo rumore attira la nostra attenzione, un piccolo foglio bianco è depositato a terra il mittente è chiaro, la raccolgo trovandoci scritte alcune righe, probabilmente di mia madre
 Leggo tutto ad alta voce e noto l’imbarazzo di Ian “l’indosserai?” chiede serio, annuisco convinta “perché non dovrei? Questa è l’unica cosa buona che è riuscita a fare in tanti anni di assenza, perché non approfittarne” esclamo alzando le spalle “vado a prepararmi” esclamo prendendo il vestito ma prima che possa uscire Ian mi blocca e posa le sue labbra sulle mie “a tra poco splendore” esclama per poi lasciarmi andare.
 
Molto meglio, mi guardo allo specchio e anche se non sembro io va molto meglio. Scendo le scale cercando di restare in equilibrio , noto Ian parlare con mio padre  mentre Edna mi osserva scendere le scale “sei bellissima” esclama sorridendo “grazie” esclamo mentre sorrido, noto due piccole borse appoggiate alla porta “cosa sono?”chiedo indicandole “tuo padre deve partire per il week and in un viaggio di lavoro e mi ha chiesto di accompagnarlo” risponde lei sorridendo, giro lo sguardo verso Ian che mi osserva curioso “spero non litigherete” continua Edna e non posso fare altro che sorridere “non preoccuparti andrà tutto bene” esclamo avvicinandomi a mio padre e Ian “andiamo?” chiedo indossando il giaccone “subito Alex” esclama Ian infilando la giacca “quando partite?” chiedo guardando papà “abbiamo l’aereo alle 6 di domani mattina” esclama sorridendo “Fai la brava” continua abbracciandomi “non preoccuparti” esclamo per poi seguire Ian fuori casa.  “Cosa ti ha detto?” chiedo una volta in macchina “che gli sembrava strano ma che era più contento e che devo tenerti d’occhio una volta che partiranno” esclama accendendo la radio “se sapesse come stanno le cose credo non mi metterebbe nelle tue mani” esclamo quasi divertita facendolo sorridere, noto la scuola da lontano e un po’ d’ansia mi assale “nessuno mi conosce, tranquilla” esclama notando il mio cambiamento d’umore “lo so, e per Jenny che mi preoccupo” rispondo aprendo lo sportello una volta parcheggiato.  
“quindi sei qui con Ian?” chiede jenny una volta avvistatami, annuisco “e per lui che hai detto di no a quei ragazzi?” chiede ancora unendo le braccia, annuisco ancora convinta “sei una matta irresponsabile” esclama “andiamo jenny io e Ian sappiamo mantenere il segreto, sii felice per me” esclamo facendo il labbruccio, cede dopo poche occhiate dolci “va bene, ma fa che ti fa soffrire e lo ammazzo” esclama  abbracciandomi “ma che fine ha fatto il mio vestito?” chiede poi allontanandosi “Scusa, ma non era per me” esclamo sorridendo. “Corinne!” dice all’improvviso facendomi voltare, Corinne è a pochi passi civettando con Ian, respiro profondamente mentre mi avvicino “Corinne” esclamo una volta vicina ad entrambi, Ian avvolge una mano intorno ai miei fianchi e mi stringe a lui “come va?” chiedo sorridendo “scusa tesoro devo scappare, Luke mi chiama” esclama senza rispondere alla mia domanda e filando via. Ian scoppia in una risata contagiosa “ora basta, andiamo via” esclama prendendomi la mano e portandomi via da tutto quel casino.
“i miei poveri piedi” esclamo sfilando le scarpe, la sabbia fredda mi fa rinascere e la vista delle onde che s’infrangono su di essa è paradisiaca “molto meglio” esclama lui togliendosi la giacca “i balli scolastici non sono per te” dico sorridendo “non è una novità” risponde lui facendomi la linguaccia “è tardissimo” esclamo guardando lo sfondo del telefono “torniamo a casa dai” esclama lui dirigendosi di nuovo verso l’auto.
 
“Ti prego lasciami!” tiro un piccolo urletto mentre cerco di liberarmi dalla salda stretta di Ian che mi tiene appesa come un salame sulla sua spalla “fa la brava e fa silenzio” esclama lui facendomi emettere un piccolo gemito di dolore per la testata leggera nel muro “Ian, Alexandra ma cosa fate?” la voce di papà ci fa sobbalzare e per poco non cadiamo a terra, Ian mi fa scendere in dieci secondi “niente” esclama Ian aggiustandosi la camicia “stavamo scherzando” continuo io sorridendo e sistemandomi il vestito “andate a dormire sono le 6 ci vediamo tra due giorni” continua papà sorridendo evidentemente compiaciuto della simpatia tra me ed Ian “ciao papà” esclamo correndo via seguita a ruota da Ian. “Stupido” esclamo ridendo a crepapelle entrando nella stanza di Ian “cosa ne sapevo io che tuo padre era già lindo e pinto” esclama lui chiudendo la porta “non fa niente” esclamo baciandolo “potrei non rispondere delle mie azioni” risponde lui chiudendo la porta a chiave, sorrido “cioè?” chiedo avvicinandomi di nuovo, ma prima che possa are qualsiasi altra cosa mi tira a se iniziando a baciarmi.
“Ian, Ian stai dormendo?” la voce di Edna ci fa sobbalzare dal nostro sonno, guardo l’orario sullo schermo 7.30 ma non doveva partire con papà? Scatto in piedi cercando il mio vestito Ian afferra la sua camicia indossandola malamente mentre io una volta trovato il mio vestito mi chiudo nel suo armadio “Mamma che c’è?” chiede Ian aprendo la porta “hai visto Alexandra?” chiede, sembra agitata “Ma tu non dovevi partire con Carl?” chiede Ian rimando “abbiamo rinviato il volo tra un ora” risponde Edna “sarà nel suo bagno a fare un bagno caldo mamma sta calma e va da Carl che tra un po’ dovete partire” continua Ian schioccando un bacio sulla fronte a sua madre. Sento la porta chiudersi e decido di uscire, tiro un sospiro di sollievo alla vista di Ian disteso sul suo letto  “ci scopriranno se non stiamo più attenti” esclamo stendendomi al suo fianco “lo so, ma rischierei qualsiasi cosa per noi” esclama Ian baciandomi la punta del naso e il mio cuore non può fare altro che sciogliersi.

 
Spazio me:
salve a tutti, ho deciso di aggiornare un giorno si e uno no spero seguirete tutti i capitoli (cosa che mi renderebbe molto felice) spero che il capitolo vi piaccia, Bacioni xx
-Anybody_ xx

Ps: il vestito di Alex :D
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Capitolo 8
*** Un fraintendimento ***


Shopping. Che bella parola. Passare tutta la mattinata in giro con Jenny non era mai stato così bello, il solo pensiero di non trovare mio padre che aspetta a casa mi rende così felice da scorrazzare in giro per tutta la mattinata facendo così impazzire di gioia jenny. “Pausa” esclamo fermandosi davanti alla vetrina di starburks “te la concedo” risponde jenny per poi avviarsi dentro proprio quando mi squilla il cellulare “inizia ad entrare io ti raggiungo tra due minuti” dico rispondendo all’ennesima chiamata di papà, lei annuisce e va via “papà!” esclamo pigiando il tasto verde “tesoro, dove sei?” chiede, sento un sottofondo rumoroso “sono con jenny, tu dove sei?” chiedo curiosa  lo sento sospirare “Edna mi ha costretto allo shopping per Asburgo” scoppio in una fragoroso risata al suo tono sconsolato “passerà papà ora stacco, buona fortuna” dico continuando a ridere “me ne servirà tanta” esordisce lui prima che io stacchi il telefono. “perché non andiamo da qualche altra parte?” chiede jenny uscendo un po’ di corsa dallo starburks “perché? Questo è il miglior caffè di Londra” esclamo avviandomi verso la porta “dai ho voglia di un gelato e qui non lo fanno andiamo da qualche altra parte” insiste lei voltandomi verso di lei, alzo un sopracciglio, c’è qualcosa che non va. Mi volto di scatto verso la vetrina del bar notando Rachel seduta in un tavolino che chiacchiera animatamente con qualcuno che non riesco a identificare “andiamo Alexandra andiamo via non veglio prendere uno stupido caffè” continua jenny tentando in un disperato caso di ripristino ma i miei occhi sono fissi sul tavolo di Rachel e sul suo misterioso accompagnatore, mi nascondo nel tentativo di sapere, la curiosità mi sta lacerando e non so neanche il perché “andiamo Alexandra ma cosa ti frega” jenny tenta l’ultimo tentativo disperato cercando di trascinarmi via ma proprio quando sto per cedere i due si alzano e quando lei posa le sue labbra su quelle del misterioso accompagnatore riconosco il volto di Ian.
 
“cosa farai?” chiede jenny cercando di trascinarmi via dal mio stato di Trans. Scuoto la testa consapevole di dover riprendere le mie funzioni vitali “il problema è un’altro jenny” esclamo mentre una stupida lacrima mi cade sul volto “ehi, sta calma avanti” dice jenny correndo ad abbracciarmi “lo amo jenny, come posso passarci sopra?” chiedo ormai singhiozzando “Alexandra, questa è una cosa troppo grossa per entrambi, ora tu vai a casa ti calmi e ne parlate, e se non è destino questo non dovete deciderlo voi” annuisco quasi convinta della ragione di jenny.
 
“Sono a casa” esclamo sbattendo la porta “ehi, dove sei stata?” la voce di Ian proviene dal salotto. Chiudo gli occhi per alcuni secondi cercando di restare calma ma quando me lo ritrovo davanti non resisto “io con jenny, tu invece?” chiedo facendo un piccolo sorriso, lo vedo in difficoltà per alcuni secondi “in giro” esclama mentre si dirige verso il divano “in giro come starburks?” chiedo ancora posando le buste pronta alla battaglia “posso spiegarti” dice subito lui rialzandosi “non voglio alcuna spiegazione” dico correndo su per le scale “Alex ti prego lasciami spiegare” continua lui seguendomi per il corridoio “Cosa? Cosa Ian? Avanti su spiegami i sorrisini mentre parli con Rachel, spiegami le occhiatine spiegami perché eri in quel dannato bar con lei e per favore spiegami anche il bacio” sbraito bloccandomi in mezzo al corridoio, lui mi osserva quasi sconvolto “mi hai seguito?” chiede d’un tratto sembrando offeso “no, mi trovavo lì nel momento giusto ed ero lì per caso. Sai perché non volevo che mio padre si risposasse? Perché non volevo una nuova famiglia? Semplicemente per non rivivere le stesse sensazioni del divorzio, non volevo risentire la puzza d’alcool, non volevo soffrire ancora. Sono sempre stata rude con mio padre. Poi sei arrivato tu col tuo fare da principe, che non sei, il piccolo segreto, le difficoltà,le bugie e poi questa mattina la visione, la situazione che mi ha tolto il prosciutto dagli occhi.” Urlo tutto d’un fiato singhiozzando ogni tanto, è a pochi centimetri da me e sembra così dispiaciuto “hai ragione, è stato tutto un po’ troppo. Vuoi finirla qui?? È tutto troppo grande per noi, io non ti merito e non ho il diritto di scombussolarti la vita.” Esclama allontanandosi ad ogni parola “si hai ragione Ian, tu non mi meriti, ma se ci avessi messo tanto così d’impegno ora non saremmo a questo punto.” Esclamo per poi entrare in camera e una volta chiusa la porta, scivolare contro di essa.
 
*Ian*
Mi rendo conto della cazzata fatta solo quando Alexandra sbatte la porta della sua camera dopo aver sputato parole che mi colpiscono l’anima.

*Flash back*
“Rachel no, mi dispiace ma io amo Alexandra e penso che tutto questo sia sbagliato” esclamo allontanando Rachel dalle mie labbra “Alexandra è proprio una ragazza fortunata” dice lei sorridendo “mi dispiace di averti baciato” continua sembrando dispiaciuta “come ho detto domani parto e volevo dirti addio” dice ancora sorridendo “spero che tu possa trovare l’amore Rachel” esclamo sorridendo “Ora vado, abbi cura di te” continua uscendo dal locale.


*Fine Flash back*
Busso per la seconda volta alla porta di Alex provando ad entrare “cosa vuoi?” esclama aprendola d’un tratto “parlare, spiegare e chiarire” esclamo quasi con le lacrime agli occhi “no, no e no” esclama lei chiudendo la porta ma prima che s chiuda completamente  incastro il piede e la riapro “fammi spiegare cos’è successo” esclamo osservandola “hai 10 secondi poi devi uscire” dice lei unendo le braccia “Rachel mi ha chiamato dicendo che doveva partire e che voleva salutarmi così ci siamo dati appuntamento allo starburks ma prima che andasse via mi ha baciato ma io l’ho respinta ovviamente tu non sei restata per tutta la scena visto che non sai il continuo” esclamo tutto d’un fiato facendola sbiancare.
 
*Alexandra*
Credere o non credere? È questo quello che mi chiedo non appena Ian smette di parlare “voglio le prove” esclamo unendo le braccia, Ian tira fuori dalla tasca il suo cellulare “vuoi le prove ,bene” esclama per poi comporre un numero e chiamare. Due minuti dopo sono al telefono con Rachel che mi spiega tutto per bene come sono andate le cose.
“sei sicura?” chiede jenny dall’altra parte della cornetta “Rachel mi ha raccontato tutto” esclamo sicura “beh che dire, sono felice di come siano andate le cose” esclama jenny “ora vado, ho delle cose da fare” esclamo per poi attaccare il telefono. Scendo le scale sicura entrando in cucina, Ian è appoggiato al lavello, mi avvicino sotto al suo sguardo curioso per poi posare le mie labbra sulle sue, sembra non stesse aspettando altro “Mi dispiace” esclama staccandosi “dispiace anche a me” dico io riprendendo a baciarlo , mi prende in braccio per poi cercare di trasportarmi in camera sua
“per quanto fingeremo ancora?” sussurro appoggiata al suo petto “fino a quando non saremo pronti” risponde stringendomi di più “dici che lo saremo mai?” chiedo ancora “prima poi” risponde lui sorridendo amaramente “mi dispiace ingannarli” sussurro più a me stessa che a lui “anche a me dispiace”sussurra accarezzandomi i capelli “Alexandra” esclama all’improvviso richiamando la mia attenzione “oggi, quando ti sei arrabbiata e avevamo deciso di chiudere tutta questa storia, Io....mi sono sentito vuoto” dice guardandomi con suoi occhi color ghiaccio che ipnotizzerebbero chiunque “Ti amo” esclamo sorridendo “Anche io ti amo” dice “per quanto possa essere sbagliato, contro la legge e contro natura, Ti amo” continua baciandomi dolcemente.  
 
La porta suona rumorosamente facendoci svegliare di soprassalto, visto le esperienze passate decido di Infilare la mia maglia mentre Ian si riveste alla velocità della luce. Scendo le scale quasi correndo e quando spalanco la porta mi ritrovo davanti una donna dai lunghi capelli castani e occhi verdi pieni di lacrime che mi guarda compassionevole “Ciao Alexandra” al suono della sua voce il cuore perde qualche battito. “Alex chi era?” Chiede Ian scendendo le scale, osserva la donna seduta al mio fianco con curiosità “Ian ti presento Ellen, Ellen ti presento Ian il mio fratellastro. Ian lei è mia madre” dico guardandolo mentre fa saettare il suo sguardo da me a lei.
 
Spazio me:
Salve, ho aggiornato prima per un semplice motivo......NON RIESCO A STARE SENZA SCRIVERE. Spero ch il capitolo vi piaccia e che l’infarto vi sia passato xD Bacioni e buona lettura
-Anybody_ xx

Ps: alcune scene, capirete da sole u.u 
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Capitolo 9
*** Non ho mai.... ***


*In questo capitolo ci sarà la partecipazione di Paul Wesley, Candice accolla, Katherine Graham e Steven r. Mcqueen in personaggi studenteschi che leggerete più avanti*
 
 
Ian ci guarda quasi sconvolto “io...” sussurra allontanandosi di qualche passo “tu quindi sei il figlio della compagnia di Carl” esclama Ellen sorridendo gentilmente. Ian annuisce convinto “se vuoi vi lascio sole” chiede alla mia persona ma scuoto la testa decisa. “ho solo una domanda da farti” dico voltandomi verso di lei, annuisce sicura “perché non sei mai tornata a vedere come stavo?” chiedo assottigliando gli occhi, la somiglianza mi stupisce, “non ho una risposta per questa domanda, posso solo dirti che ho sbagliato a non tornare ma avevo paura per la reazione di tuo padre” risponde calando la testa. Annuisco “allora puoi anche andare” esclamo freddamente, quasi non mi riconosco mentre le parole mi escono dalla bocca “come vuoi tu Alex” sorride amaramente per poi dirigersi verso la porta “Ellen” la richiamo facendola voltare “si?” chiede lei speranzosa guardandomi “il mio nome è Alexandra” dico dandole le spalle mentre salgo le scale. “puoi dirmela la tua opinione, non c’è bisogno di fissarmi” esclamo rompendo il silenzio creatosi dopo la comparsa di mia madre, Ian mi osserva curioso da più di un’ora e la cosa sta diventando alquanto fastidiosa “non penso niente” dice abbassando la testa. Alzo gli occhi al cielo non tanto convinta della sua affermazione ma prima che possa rispondergli il telefono di casa squilla rumorosamente “vado io” dico mentre mi alzo. “pronto?” alzo la cornetta decisamente annoiata, il sabato non è stato un granché in effetti “Alex? Menomale, stasera ci sei?” jenny starnazza dall’altra parte della cornetta come una macchina “si ci sono stasera” urlo a mia volta allontanando di poco la cornetta “bene, tu e Ian a casa mia cena insieme” esclama urlando ancora “chi ci sarà?” la mia voce scende di qualche ottavo “Kat, Paul,Candy e Steven, io, te e Ian” il mio sbuffo deve coglierla di sorpresa perché si zittisce all’improvviso “ci sto” sussurra Ian al mio orecchio destro facendomi sobbalzare e sorridere allo stesso tempo “Ci saremo” concludo staccando la chiamata.
 
“trovo che questo aneddoto sia imbarazzante” Candice si lamenta tra le nostre risate “Andiamo Candy non fare così” la stuzzica Paul dandole un pizzicotto sulla guancia “smettila” tuona lei schiaffeggiandogli la mano facendo così aumentare la nostra risata “Andiamo Candice non prendertela” cerco di esser seria mentre lo dico ma la risata prende il sopravvento “Okok basta” Kat calma tutti “scusaci Candice” continua sorridendo innocentemente “va bene, non fa niente” Candy alza gli occhi al cielo facendo nascere un sorrisino furbetto sulle sue labbra. “Facciamo qualcosa?” chiedo annoiata e alquanto brilla, la dispensa alcolica di Jenny è quasi vuota, “obbligo o verità?” Paul sembra quasi eccitato alla richiesta di Kat ma il no di Candice lo fa calmare. Mentre Candice e Paul lottano per decidere tra obbligo e verità e il gioco della bottiglia, vedo lo sguardo di Kat accendersi come una lampadina “e se facessimo Non ho mai fatto?” chiede sbattendo convulsamente le mani come una bambina piccola, tutti si zittiscono all’istante ignari a del gioco mentre nella mia mente si alternano scene del capodanno passato. “In cosa consiste?” chiede Paul curioso “Praticamente a turno si dice quello che non hai mai fatto e chi invece l’ha fatto prende il bicchiere e beve” spiega pazientemente Kat mentre io scuoto la testa “Altro alcool?” esclamo sbarrando gli occhi alla vista di tutti i si altrui “Andiamo Alex accetta” sussurra Ian al mio orecchio cercando di persuadermi “e va bene” cedo mentre aiuto Kat coi bicchieri. 
“Chi inizia?” Paul sembra così euforico che mi fa quasi paura “Ioioioioio” urla Candy alzando la bottiglia appena aperta di Vodka “non ho mai fatto sesso a tre” esclama mentre Ian, Kat e Paul bevono .Li osservo con la bocca aperta voltando lo sguardo verso Ian che sorride innocente “Ora io” Paul riempie il bicchiere di Steven mentre fa finta di pensare “ Non ho mai mangiato coreano” esclama mentre quasi tutti beviamo esclusa Candice che effettivamente in un ristorante coreano proprio non c’è la vedo. Dopo varie rivelazioni sconvolgenti come –aver fatto sesso orale con un hostess- oppure grande rivelazione di Steven –non ho mai fatto piangere un bambino- arriva il mio turno e mentre tutti si riempiono i bicchieri inizio a pensare quello che non ho mai fatto quando un’illuminazione mi accende il cervello “Non ho mai ballato su un cubo” esclamo uscendo pulita da questa situazione scomoda, Paul, Candice e kat bevono mentre noi rimasti osserviamo sconvolti Paul che a ballare su un cubo proprio non c’è lo vedo. 
“è stata una bella serata” dico sbattendo la porta alle mie spalle “si tranne per alcune situazioni scomode” lan si gratta la testa quasi in imbarazzo “dettagli” dico facendo un gesto teatrale con la mano “concordo” dice mentre mi prende in braccio come un sacco di patate “Ian mettimi giù” starnazzo tra le risate “subito signorina”   sembra quasi un gentleman quando lo dice ma l’idea scompare quando mi scaraventa con poca grazia sul divano e si butta al mio fianco cadendo col didietro a terra. “Ho preso una decisione” esclamo interrompendo il silenzio creatosi nel salotto “Cosa?” chiede Ian sorridendo “Voglio un tatuaggio” annuisco convinta “ne sei sicura?” chiede assottigliando gli occhi a quel punto tiro il suo braccio destro mostrandogli il suo tatuaggio “non sei in condizione di parlare” dico sorridendo “ e come lo dirai a tuo padre?” continua come se sapesse già la risposta “sai, non dico moolte cose a mio padre” affermo enfatizzando la parola Molte.
Spazio me:
Salve a tutti, scusate se aggiorno solo ora ma e che ho tanto da fare tra l'occupazione a scuola e la febbre :/ comunque spero che il capitolo vi piaccia :D Volevo ringraziare Charlie997 per l'ispirazione del gioco :D Bacioni xx
-Anybody_

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Capitolo 10
*** 00cervello. ***


*Da questo capitolo in poi ci sarà l’entrata ufficiale di Paul,Candice e Kat”

“ne sei infinitamente sicura?” Chiese Ian pronto con la mano sulla porta “sicura” rispose lei sorridendo “bene allora, entriamo” esclamò lui spalancando –finalmente- la porta del negozio di tatuaggi. “è stupendo!” squittì Alex osservando il suo tatuaggio, la scritto di poco sotto il suo seno era chiara con un contorno rosso, ancora fresco “happiness!” esclamò Ian “carino!” aggiunse sorridendo “ma la prossima volta andiamo da una tatuatrice” aggiunse facendo scoppiare Alex in una fragorosa risata.

“Trovo tutto questo scorretto”  urlò Candice mentre veniva trascinata in piscina da Paul, la grande casa di quest’ultimo era quasi incantevole e l’ultima giornata senza i loro genitori non potevano passarla meglio pensavano Ian e Alex. “per quanto lo nasconderete ancora?” chiese Candice strizzando i suoi capelli biondo platino “non lo sappiamo con precisione” rispose la mora togliendosi gli occhiali da sole facendo si che la luce calda non formasse un segno di quest’ultimi sul suo viso “trovo tutto questo così passionale” esordì Kat sorridendo quasi come un ebete “vorrai dire eccitante” la corresse Candice e quasi jenny non morì dal ridere “Candice!” l’ammonì Alex trattenendo una risata a stento “oh andiamo è la verità e tu, piccola donna lo sai bene” rispose quest’ultima che sorrideva vittoriosa. “Lasciami Ian” urlò Alex in piena crisi, era infagottata sulle spalle del ragazzo che si dirigeva verso la piscina senza alcun problema “non hai fatto un bagno piccola, la tua pelle ti si seccherà” esordì lui “Paul aiutami” urlò lei allungando le mani verso il ragazzo che rideva a crepapelle “Mi dispiace tesoro, proprio non posso” rispose quest’ultimo suscitando il dispiacere in Alex “Ian ho il tatuaggio fresco di mattinata” urlò poco prima che il ragazzo la buttasse in acqua, salvandosi per un pelo.

 “Cosa vi va di mangiare?” chiese Paul aprendo la grande dispensa “tutto quello che non è cucinato da te caro e innocente Paul” rispose per prima Candice sorridendo innocentemente “Noi vogliamo  la pizza” urlarono in coro Kat e Alex pronte a combattere con qualsiasi altra persona chiedesse il contrario “No, sushi” esordì Candice facendo gli occhi dolci a Paul “questo trucco non vale” urlò ancora Alex portando le mani ai fianchi “si invece, vero?” chiese Candice voltandosi ancora verso Paul che, sorridendo, annuì “lo fai solo per farmi arrabbiare” sbottò Alex con un sorrisino sulle labbra “è il mio scopo da una vita” rispose sorridendo innocentemente Paul mentre componeva un numero sul telefono di casa.
“voglio giocare ancora a non ho mai” urlò Candice dopo la terza o quarta birra di seguito “Credo che di alcool nel tuo corpo c’è ne sia già abbastanza” esordì Ian sorridendo alla scena comica che si era creata. Candice era quasi appesa su Paul che impugnava la sua birra con decisione “no Candy Candy smettila” urlò Paul mentre cercava di alzarsi “dammi quella birra uomo!” urlò la bionda mentre rincorreva Paul per tutta la stanza suscitando la risata del resto degli amici presenti “Andiamo Candy Candy, sii comprensiva” cercò di spiegare Paul continuando però a correre, il suo volto nascondeva un sorriso ironico. Un tonfo molto pesante fece distogliere lo sguardo ad Alex che era distratta da Ian e quando lo concentrò sulla causa del rumore non poté non ridere, la scena era quasi esilarante. Candice era distesa col viso spiaccicato sul pavimento e con –finalmente- la birra in mano mentre Paul era seduto col didietro a terra e rideva a crepapelle “ti sei fatta male?” chiese Alex raggiungendo a gattoni l’amica “un po’” mormorò lei con ancora il viso spiaccicato a terra “povera la mia Candy Candy” esordì Paul facendo scattare Candice “non chiamarmi così” urlò raggiungendolo in pochi istanti.
 
“Adoro quei matti dei tuoi amici”  esclamò Ian chiudendo la porta di casa alle sue spalle con un piccolo tonfo che rimbombò per tutta la casa “si li adoro” gli fece eco Alex sorridendo anche se provava un piccolo fastidio allo stomaco, il sushi non era stata una buona idea “sai, non mi sento tanto bene” esclamò attirando l’attenzione di Ian su di se “in che senso?” chiese quest’ultimo avvicinandosi alla sua ragazza “nel senso che...” lasciò la frase in sospeso fiondandosi sulle scale. Direzione? Bagno.
“il sushi di oggi mi ha fatto male” esordì Alex uscendo per le terza volta dal bagno, in cui aveva vomitato tutte e tre le volte “penso proprio di si” rispose Ian passandole un fazzoletto “maledetta Candice” urlò quasi lei alzando le mani al cielo “andiamo non fare così” rise Ian passandole un’altro fazzoletto “non sei carino, per niente” lo ammonì quest’ultima, stendendosi al suo fianco “Dai che passa” la coccolò lui, stringendola a se, “domani tornano i nostri” continuò lei accoccolandosi –se era possibile- ancora di più “lo so. Alex?” “Si?” rispose lei girando lo sguardo verso di lui “sempre e comunque?” chiese e lei sapeva bene a cosa si riferiva “sempre e comunque” rispose. Si addormentarono così, l’uno nelle braccia dell’altro.
La mattina dopo  Alex era già sveglia di buon orario, forse era un segno o forse semplicemente il destino ma mentre era distesa sul divano con l’intento di poltrire lì, alzò lo sguardo sul calendario notando la data di quel giorno. 4 luglio 2013 c’era scritto, una lampadina si accese nella sua mente come un allarme su una nave che affonda facendola scattare in piedi in men che non si dica. “25,26,27,28,29,30,31,32,33” continuava a contare sicura di aver sbagliato ancora una volta ma i conti erano chiari erano passati 32 giorni dall’ultimo ciclo, quattro giorni in più e il panico prese il sopravvento.
“Candice, Kat, Jenny...abbiamo un problema” digitò velocemente i tasti del suo cellulare per poi digitare l’invio del messaggio. La risposta non tardò ad arrivare “Arriviamo!” scrissero tutte e tre. “qual è il problema agente 00preavviso” esordì Candice entrando in salotto seguita da Kat e Jenny “Un ritardo agente 00cervello” rispose Alex con zero senso dell’umorismo.   
 
Spazio me:
salve :D ho aggiornato (yeeeeeeeeah) scusate se non è un granché.
volevo solo avvisarvi che in pratica sto cercando di cambiare nickname quindi non spaventatemi e non mi troverete ;) buona lettura.

Bacioni xx
Ps:il tatuaggio di Alex ;)  Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 11
*** Parliamone. ***


  “Stiamo tutte calme” Candice tentava di essere calma, cosa che non le riusciva proprio bene “hai contato bene?” chiese guardandomi negli occhi “si,benissimo fidati” le risposi strofinando le mani in modo nervoso. “Abbiamo bisogno di un test” la voce di Kat giunse forte e chiara “si concordo” concordò Candice seguita da un colpo del capo di Jenny “ci vado io, torno subito” aggiunse Kat correndo via.
15 minuti dopo eravamo tutte sedute in salotto l’affarino bianco era depositato sul tavolino al centro della sala senza che nessuno si avvicinasse per timore della risposta. “Quanto tempo è passato?” chiese Kat smorzando il silenzio creatosi “5 minuti. È ora Alex!” mi fissavano consapevoli della mia paura. Mi avvicinai cauta al tavolino munita di scatolino nella mano destra e fu forse per timore di Ian forse per la paura di papà, ma alla vista del risultato.....Svenni.
 
*Ian*
“ciao papà” esclamai una volta che mio padre, Robert Somerhalder un avvenente omone dai capelli neri e gli occhi azzurri come i miei, aveva aperto la porta di casa “ciao figliolo, prego entra” mi esortò tirandomi dentro scherzosamente. “Allora cos’è questo guaio in cui ti sei cacciato?” chiese, 10 minuti dopo, mentre eravamo seduti sul suo comodo divano “ecco vedi, lo sai mamma si è risposata e  il suo uovo marito ha una figlia e....” lasciai la frase in sospeso fissandolo per breve tempo negli occhi “Ian...” sussurrò lui con un mezzo sorriso sulle labbra “questo significa che diventerò nonno?” chiese di getto sorridendo come un bambino “papà, io ti dico che mi sono innamorato della mia sorellastra e tu mi chiedi se diventerai nonno, sii serio di prego” lo ammonii con un mini-sorriso sulle labbra. “Non capisco quale sia il problema” alzò le spalle a mo di incomprensione “il problema e che è la mia sorellastra, Carl mi ammazzerà” cercai di rendergli la situazione chiara ma proprio non ci riuscii “figliolo, Edna capirà è una donna ragionevole, potete essere anche fratellastri ma se è amore....” dichiarò dandomi un amichevole  pacca sulla spalla e fu lì, in quel momento, che mi fu tutto chiaro.

*Kat*
“si riprenderà? Dottore me lo dica!” Candice urlava come una matta scuotendo violentemente il dottore per il camice”signorina si calmi, la sua amica a avuto solo uno svenimento dovuto ad un forte shock ma nelle sue condizioni le faremo dei controlli più approfonditi!” Candice lasciò –finalmente- il camice sospirando rumorosamente. “Quali condizioni?” la voce di Ian irruppe all’improvviso facendo agitare entrambe “lei è?” chiese il medico, scettico “Il f....fratellastro” esclamò titubante “venga con me” lo esortò il dottore scomparendo dietro una porta bianca.


*Alexandra*
“Voglio vedere i miei amici dottore, non glielo ripeto più” sbottai per l’ennesima volta con la speranza che li facesse entrare “tra cinque minuti signorina” fu l’ennesima risposta-sempre uguale- del medico. “Piccina ma che  mi combini” Paul varcò la porta seguito da Candy è Kat “amore mio dolcino ma così ci fai morire” urlò quasi Candice abbracciandomi di getto non notando per niente i lavaggi “sto bene ragazzi è stato solo un mancamento” li rassicurai nascondendo un piccolo sorrisino di divertimento per Paul.

*Nel frattempo Ian*
“Allora parliamo di cose serie signor?”
“Somerhalder”
“Bene Sig.Somerhalder, il mancamento della sua sorellastra è dovuto a un motivo ben concreto”
“non mi faccia spaventare Dottor Marshall cosa succede?”
“niente di pericoloso, sua sorella è in piena gravidanza”
“c-cosa?” Fu lì, in quella stanza, che mi resi conto dei problemi che avremmo dovuto affrontare, e per quanto fossi spaventato non potevo nascondere una certa gioia.
 
*Alexandra*
“Diventerò zio?” urlò Paul quasi sconvolto
“Andiamo Paul non mi sembra una tragedia” squittì Candice
“la cosa strana e che è di Ian” aggiunse Paul
“credo voi stiate un po’ esagerando, lasciatela stare” li ammonì kat alle mie lacrime. Ian varcò la porta con  una preoccupazione ben evidente “Ehi come stai?” chiese baciandomi la fronte “meglio” conclusi facendomi sfuggire un sorriso vedendo Candy,Paul e Kat sgattaiolare via. “Senti, il dottore mi ha detto che...che tu...” mosse freneticamente le mani, impacciato, sapevo bene di cosa stava parlando“Ian, io potrei anche....” un’idea mi sfiorò la mente facendomi accapponare la pelle “non ci pensare nemmeno, affronteremo i nostri con tutte le conseguenze che verranno, Io, Tu e Lui”sorrise poggiando la mano sul mio ventre.
 
*24 ore dopo*
“Tesoro come stai” Urlò Edna entrando in salotto 24 ore dopo la mia uscita dall’ospedale, il weekend di tranquillità era finito. “Bene, grazie Edna. Papà dov’è?” chiesi guardandomi intorno “sono qui tesoro” papà varcò la soglia del salotto con sorriso sornione “Ciao” esclamai abbracciandolo. Ian scese le scale osservandoci parlare “Ciao Carl, mamma” salutò abbracciando Edna e dando una pacca a papà “papà dobbiamo parlare” conclusi portando tutti gli sguardi su di me, compreso quello di Ian che si sedette al mio fianco sul bracciolo della poltrona “meglio che vi sediate” aggiunse Ian appoggiandosi di poco allo schienale. Fecero come detto loro sedendosi uno al fianco dell’altro, unendo le loro mani con sguardo attento “di cosa dobbiamo parlare tesoro?” chiese mio padre curioso e timoroso come non mai “della mia gravidanza papà” esclamai senza giri di parole, tirai fuori dalla tasca il test con le due barre “del nostro bambino” aggiunse Ian prendendo la mia mano mentre io osservavo gli occhi di mio padre saettare tra di noi.   

Spazio me:
Buonasera/giorno. Sero che il capitolo vi piaccia, voglio solo dirvi che tra 5-6 capitoli penso di chiudere. Spero recensiate. Bacioni xx
_Hugmeeveryday_

 
 

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Capitolo 12
*** Trasferirsi. ***


I suoi occhi saettavano da me a Ian come un missile, quasi mi faceva paura tutto quel silenzio, mi sarei aspettata una scenata di urla e pianti, e invece una risata provenne dalle labbra di mio padre, sembrava quasi....divertito. “ragazzi  questa è la cosa più divertente che voi possiate mai dirmi” esclamò tra una risata e un’altra. Scambiai un breve sguardo con Ian che sembrava quasi sconvolto. A differenza di mio padre Edna era molto serie e ci osservava sconvolta “Caro..penso facciano sul serio” sussurrò interrompendo di botto la risata di mio padre “andiamo cara scherzano” esordì di nuovo lui guardandoci “papà....” sussurrai abbassando gli occhi quando il suo sorriso si tramutò in un’espressione di stupore.
*Ian*
“è un disonore!” tuonò Carl scattando in piedi “papà facci spiegare almeno” provò Alex alzandosi anche lei “non voglio ascoltare niente, tutto questo è un disonore. Voi due siete fratelli e questo è una schifezza.” Tuonò Carl facendo arretrare di qualche passo Alexandra alquanto spaventata. “Noi due  non siamo fratelli, tu non sei mio padre e quindi lei non è mia sorella, io non ti conosco proprio” sussurrai a denti stretti “mi aspettavo tanto da te Ian, speravo che tu saresti riuscita a calmarla ma sei stato un’incosciente e ora dovremo crescere noi questo bambino e io non ci sto, faremo una visita e vedremo se c’è qualche pericolo per te se abortisci....” “Assolutamente no!!” urlò Alexandra all’improvviso attirando l’attenzione su di essa “ puoi esserne disgustato, puoi essere arrabbiato infinitamente ma giuro sulla mia stessa vita che se mi fai toccare da qualcuno mi uccido” disse con tutta la convinzione di questo mondo “allora te ne andrai! E anche tu Ian, andrai da tuo padre” Carl sembrava ancora più arrabbiato “se io vado da mio padre Alex viene con me” esclamai con fermezza.
*Alexandra*
“....verrà con me” a quell’affermazione mi venne la pelle d’oca, mi resi conto del litigio creatosi in quella stanza, mi assentai per qualche secondo mentre osservavo Edna piangere, forse per le troppe urla, forse per il disonore, ma i suoi occhi.....non sembravano tristi, tutt’altro. “Edna, cos’hai?” chiesi di botto interrompendo le urla di mio padre “io, io nonna. Non pensavo sarebbe successo così presto” sussurrò tra i singhiozzi “cosa?” chiese papà urlando “andiamo Carl, sii sincero. La notizia non ti alletta almeno un po’?” chiese rivolta a lui “neanche un po’. Tu Alex te ne andrai da uno dei tuoi amici e tu Ian da tuo padre, questa cosa finirà, qui, ora è subito. Quando torno non voglio trovarvi.” Tuonò per poi uscire di casa sbattendo violentemente la porta “vado io con lui, voi...salutatevi e parlatene, io vi appoggio” sorrise Edna mentre pronunciava le ultime parole, seguì mio padre sbattendo la porta e fu lì che le lacrime iniziarono a cadere.
“Sei pronto?” chiedo appoggiandomi alla porta della camera di Ian, “pronto!” esclama chiudendo la valigia “da chi andrai?” chiede poi prendendo anche la mia e trasportandola infondo alle scale “Candice, lei vive da sola, quindi” alzo le spalle a mo di resa, mio padre era stato chiaro “tu? Tuo padre? Come glielo diremo?” chiedo in una scarica di paura “sa già tutto, e mi sta aspettando. Ora vieni ti do un passaggio da Candice” sorride uscendo fuori. Do un ultimo sguardo alla casa così silenziosa e vuota, sembrava così bella l’idea di un bambino in giro ma papà non la pensava nello stesso modo, sospirai per l’ennesima volta chiudendo la porta alle mie spalle.


*1 h Dopo*
“Oh andiamo tanto potrà venire quando vuole” squittì Candice entrando in salotto “non sono triste per questo” vidi l’espressione di Candice addolcirsi in meno di un secondo “ci ripenserà, l’idea di un nipote sconosciuto lo ucciderà così tanto di curiosità che ti richiamerà” cercò di rincuorarmi ma ci riuscì ben poco “il problema e che è così strano” sussurrai accoccolandomi al divano “lo so, ci farai l’abitudine” concluse abbracciandomi calorosamente.  
“Aileen” urlò Kat per la seconda volta
“e se è maschio?” chiedo mentre scrivo sul foglio
“Venere, la dea dell’amore”  disse Candice sovrappensiero
“questo mi piace” urlai indicandola “ora Kat, un nome maschile, su” la esortai
“ehm.....Luke?” assottigliai gli occhi pensandoci su
“si, carino” decisi sbattendo le mani freneticamente .
Il suono del mio cellulare fece fermare tutti, la scritta Ian compariva sullo schermo . Cliccai il tasto verde per rispondere “vestiti, mio padre vuole conoscerti” esclamò solamente, riattaccando poco dopo. Il panico salì subito, conoscere suo padre? Mio dio. 
Spazio me:
alloooora, spero che il capitolo vi piaccia, a me non tanto ma vabbeh.
volevo avvisare che ne sto per scrivere un'altra di storia, questa volta sovrannaturale siiiiii *Festegia* spero passiate :D Bacioni e buona lettura.

_Hugmeeveryday_ xx

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Capitolo 13
*** L'ennesima litigata. ***


*Robert*
“Finalmente figliolo” esclamò Robert una volta spalancata la porta . Salutò suo figlio con un caloroso abbraccio per poi concentrarsi sua minuta ragazza con una lieve sporgenza sull’addome. Alexandra.

*Alexandra*
Ero tanto, tanto agitata. Robert mi scrutava in silenzio sull’uscio della porta con uno sguardo che non prometteva niente di buono “Lei è Alexandra?”chiese voltandosi verso Ian che trattenne a stento un sorrisino “Si papà!”rispose lui così serio da farmi agitare ancora di più, trattenni il fiato per qualche secondo “Benvenuta in famiglia ragazza” urlò all’improvviso Robert abbracciandomi, cominciai a respirare di nuovo.
 
*3 mesi dopo*
“hai preso tutto?” chiedo per l’ennesima volta “chiavi, cellulare,telefono. Si preso tutto” risponde per l’ennesima volta Ian tastando ripetutamente le tasche.  Trenta minuti sono distesa su uno stupido lettino con del stupido gel freddissimo sulla pancia “Allora questo è il battito” esclama il dottore premendo un piccolo tasto. Un rumore di battiti si espande in tutta la sala rompendo il silenzio creatosi “la vostra bambina è davvero forte” continua poi attirando particolarmente la mia attenzione “è una bambina?” chiedo sorridendo “si una bambina” esclama ancora il dottore.  “Venere” esclamo una volta in macchina “cosa?” chiede Ian guardandomi “il nome che aveva scelto Candice, Venere.” Sorrido ripensando a quel pomeriggio “Mi piace” sussurra Ian “Anche a me.”
 
*6 h dopo*
Il suono del campanello mi fa staccare dalla mia ciotola di cioccolata, non so perché ma mi era venuta voglia di cioccolata. Corro ad aprire dopo il terzo suono “Candice quante volte ti ho detto che devi portarti le...Papà!” esclamai aprendo la porta i scatto “ciao tesoro” sorrise alquanto imbarazzato “posso entrare?” chiese poi ciondolando appena, non risposi mi spostai solamente.
“Come vanno le cose?” chiese sedendosi sul divano, alzai le spalle tornando alla mia coppa di cioccolata “Vanno!” esclamai imboccandomi “oggi hai avuto la radiografia” sussurra facendomi alzare un sopracciglio “Edna.” Esclama rispondendo ad una domanda non posta “si, è una bambina se t’interessa” esclamo imboccandomi di nuovo “senti Alex, ho sbagliato ok? Sono stato impulsivo ma ache voi avete sbagliato a nascondercelo” sbraita all’improvviso “ci hai cacciati di casa” sbraito invece io sbattendo la ciotola “sei incinta di tuo fratello” urla lui “non è mio fratello levatelo dalla testa, avevo solo te e mi hai cacciata. Ora ho solo lui e non ho bisogno del tuo ritorno” urlo ancora io “sei un incosciente come la crescerete?” urla ancora lui alzandosi “questi non sono affari tuoi, lei non è tua nipote. Fuori da qui” urlo ancora correndo verso la porta. La apro di scatto trovando Ian con un pugno a mezz’aria “mi stai cacciando?” chiede abbassando la voce, una volta vicino “sei stato il primo a farlo” sussurro mentre se ne va.
 
“Posso sapere che ci faceva qui?” chiese Ian abbracciandomi “non ne ho idea” sussurro accoccolandomi ancora di più a lui “lasciamo perdere dai, allora come la chiameremo?” chiede Ian sorridendo “Chiamerete?” squittisce Candice fiondandosi giù dalle scale “si Candice, è femmina. Venere?” chiedo voltandomi verso Ian che annuisce fiero “Venere!” conclude stampandomi un piccolo bacio tra l’applauso di Candice. 
Spazio me:
Volevo solamente chiedervi scusa per tutto questo tempo ma, da come si legge, non ho per niente ispirazione infatti sto cercando di chiudere questa storia l più presto per concentrarmi sulla nuova che continuerò entro domani. PROMESSO. Scusate ancora e buona lettura. 
_Hugmeeveryday_xx

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Capitolo 14
*** Ospedale./Epilogo. ***


*5 Mesi dopo*
“Eccola qui” esclama l’infermiere porgendomi un piccolo fagotto rosa
“ciao Venere” sussurro
“è stupenda amore” esclama Ian sorridendo
“si, lo è”
“Si può?” chiede una voce femminile, quella di Edna, entrando in camera
“ciao Edna, entra” la invito con un gesto della mano
“é arrivata molto in anticipo”
“si, ma i dottori dicono che sta benissimo”
“Tesoro, c’è una persona che vorrebbe vederti” la testa di papà fa capolinea in camera, è dimagrito ed è bianco come le pareti
“posso vederla?” chiede avvicinandosi
“Portagliela” sussurro ad Ian che prende la bambina e si avvicina a papà.


*12 ore prima*
“Come va oggi?” chiede Candice portandomi una tazza di te bollente, cosa che ormai bevo tutti i giorni
“Bene, la bambina sembra molto calma”
“questo è un bene”
“lo dici a me”
“stupidata eh?”
“si Candice, si!”.
 
“Paul, Kat entrate” esclamo “mantenendo” per quel che si può la pancia dolorante
“tesoro come stai?” chiede subito Paul sorridendo
“benino, oggi la bambina non si è mossa molto il che mi preoccupa” esclamo massaggiando di poco la pancia, abbiamo deciso di organizzare una rimpatriata tra amici a casa di Candice
“perché ti preoccupa?” chiese Jenny sbucando dal nulla
“perché anche io quando mia madre partorì non mi mossi per niente tutta la giornata, e non sono mentalmente pronta” mi giustifico sedendomi sul divano
“ma Ian?” chiede Kat alzando un sopracciglio
“sta arrivando, era andato dal padre” sorrido al ricordo dell’ultima telefonata di Robert
“come va tra te e suo padre? Come ha preso tutta la situazione?” chiede Jenny masticando molto rumorosamente una patatina
“bene, non  si è fatto alcun problema”  
“meglio così”
“assolutamente si.”
 
“Poker di Assi!” urlò Candice abbassando le carte e vincendo per l’ennesima volta il piatto
“spero tu stia scherzando” tuona Paul arricciando il naso
“No mio bel moro” risponde Candice scuotendo la testa
“ma che culo!” urla ancora Paul
“Paul!” squittì Kat trattenendo una risata
“Che c’è? Non è bravura è culo” rispose ancora Paul unendo le braccia sembrando offeso
“Non è vero, io sono brava” si giustificò invece Candice scoppiando a ridere
“Bluff!” urlai io seguendola a ruota
“ehi non metterti anche tu” squittì ancora Kat ridendo
“Inizio a pensare che siate davvero pazzi” Esclamò Ian guardandoci per qualche secondo ma poi cedendo e scoppiando a ridere.
 
“Questo film è palloso!” urla Paul alzandosi dal divano di scatto
“Paul levati davanti alla tv” urlo io visto il suo scatto nel momento clou della scena, finalmente Peter si dichiarava a Wendy, si stavamo vedendo un remake di Peter Pan
“T’interessa davvero della loro storia d’amore?” chiese Candice quasi sconvolta
“Oh andiamo smettetela” ribatto io spegnendo la Tv mentre mi dirigo in Cucina. Avevano deciso tutti di restare a dormire come i vecchi tempi. Sto per bere un po’ di latte dalla bottiglia quando succede qualcosa d’inaspettato. Mi si rompono le acque.
“Candice hai preso tutto?” chiede Paul raccattando qualsiasi cosa gli capiti sotto tiro, Ian mi accompagna in auto mentre gli altri salgono sull’auto di Paul e ci seguono in ospedale.


*12 ore dopo*
“mi dispiace di avervi cacciati di casa” esclama mio padre mentre dondola Venere al centro della camera d’ospedale. Ian mi guarda e mi fa capire che l’ha già perdonato
“non fa niente Carl”
“mi dispiace sul serio e per farmi perdonare, ecco a voi” dalla tasca di papà fuoriesce una piccola chiave
“è la chiave di casa vostra” continua porgendola a Ian
“non dovevi papà” esclamo spalancando la bocca
“Dovevo eccomi tesoro, dovevo” esclama sorridendo.


*7 mesi dopo”
“Ian dove sei?” urlo mentre salgo le scale ma non mi giunge nessuna risposta. Varco la porta della nostra camera da letto e la scena è molto dolce. Ian è steso su un lato con accanto Venere, addormentata come il suo papà.

Trenta minuti dopo venere è perfettamente  sveglia e pronta per uscire, un nastrino con un fiocchetto rosa è sulla sua testa, un completino grigio ed è così dolce che non posso fare a meno di scattarle due foto. Poco dopo Ian ci raggiunge prendendola in braccio, penso di non poter essere più felice di così visto che ora, ho tutto con me. Ian mi si avvicina all’orecchio “a cosa pensi?” mi chiede mentre culla di poco Venere “che non potrei essere più felice” rispondo io sorridendo “neanche se ti sposo?” chiede sfilando uno scatolino dalla tasca “stai scherzando?” chiedo voltandomi verso di lui “per niente, sposami Alexandra e sarò ancora più felice” esclama sorridendo mentre mi porge la scatolina che apro osservando l’anello “assolutamente si Ian, certo che ti sposo” rispondo sorridendo, posa le sue labbra sulle mie ed è lì che mi rendo conto di non poter chiedere più nulla alla vita.
 
SPAZIO ME:
Mio dio è arrivata la fine di questa storia *piange* grazie mille a chi mi ha seguito, spero che questa storia vi sia piaciuta e che siate soddisfatte. Se non volete abbandonarmi passate dall'altra mia storia ora vi lascio, Bacioni xx
_Hugxx​
Ps: la piccola Venere.
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