Yocra! (yop+cra) di Layla (/viewuser.php?uid=34356)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1)Nella pace del regno Sadida ***
Capitolo 2: *** 2) Di parti e matrimoni. ***
Capitolo 1 *** 1)Nella pace del regno Sadida ***
1)Nella pace del regno
Sadida
Non so quando ho iniziato a
innamorarmi di lui.
All’inizio del viaggio io e Tristepan eravamo come cane e
gatto, dall’altro della mia posizione di ocra guardia del
corpo della
principessa del regno Sadida lo consideravo solo uno stupido yop
impetuoso e
presuntuoso.
C’è chi dice che i viaggi cambiano le persone, io
–
Evangeline – sono cambiata molto e lo prova il fatto che ora
sono innamorata di
lui.
Ho iniziato a vederlo sotto una luce diversa da quando
giocato a pappaball insieme, forse. Lui mi ha difesa e anche dopo mi
ricopriva
di piccole attenzioni.
Ho iniziato a capire che erano gradite la notte fredda
che precedeva il nostro distacco da Yugo e il ritorno a Sadida.
Ero triste, mi ero abituata all’avventura, al dormire
all’addiaccio e all’avere degli amici diversi da
Amalia. A essere onesti io e
Amalia non eravamo mai state così vicine come in quel
viaggio, finalmente erano
calati i ruoli da principessa e guardia del corpo e potevo apprezzarla
come
persona.
Amalia ha mille difetti, ma anche un grandissimo pregio:
sapersi prendere cura degli altri e viaggiando con noi
l’aveva finalmente
scoperto.
Tornando a noi, quella sera ero triste, dormivano tutti
tranne me che tiravo svogliatamente frecce con il mio arco, pensierosa.
Non avevo tanto freddo solo grazie alle pellicce che
Panpan ci aveva procurato, solo quando si alzava il vento ogni tanto
rabbrividivo.
Lui mi ha beccato lì, è arrivato avvolto nelle
sua
pelliccia bianca e abbiamo iniziato a parlare delle reciproche volte
che ci eravamo
salvato a vicenda e del fatto che io e lui avremmo potuto fare gli eroi
in giro per il mondo.
Poi lui mi aveva buttato la pelliccia sulle spalle
e aveva detto che era grande abbastanza per
tutti e due: lo era.
Quella notte dormii benissimo e fu un bene perché
l’arrivo a Sadida non fu esattamente come l’avevamo
programmato.
Armand si era insediato come re, intanto che il vero
sovrano curava l’albero della vita e aveva provocato PanPan a
tal punto da fargli
perderele staffe e permettere a Rubilax di prendere il
controllo.
Quella è stata l’unica occasione in cui mi ha
fatto male
spezzando il mio arco, la cosa più preziosa che ho, da
lì i miei ricordi si
fanno confusi.
Amalia mi ha detto che dopo avermi vista piangere lui ha
ripreso il controllo sullo shushu e si è catapultato via.
In ogni caso eravamo solo all’inizio della nostra marcia
di avvicinamento.
Quando è tornato non solo si è scusato, ma mi ha
salvato
la vita evitando che Rasoio Temporale mi riducesse a un mucchietto di
polvere.
Solo quando l’ho preso tra le braccia ho capito che
l’amavo disperatamente e
che non avrei accettato la sua perdita.
Vederlo svanire tra le mie braccia è stata la cosa
peggiore della mia vita, per mesi dopo la vittoria su Nox sono stata
malissimo.
Scrivevo in continuazione le sue e nostre gesta accanto alla statua che
i reali
avevano fatto erigere in suo onore.
È stato lì che mi è apparso la prima
volta, supplicandomi
di salvarlo, Rubilax lo aveva imprigionato nella spada.
Sono sempre stata una persona logica e razionale, ma
quella volta non potevo ignorare l’istinto. Senza pensarci
due volte ho
tagliato i miei lunghi capelli, ho messo un vestito nuovo,
più comodo, e ho
preso un dragacchino per andare a cercarlo.
L’ho trovato e finalmente io e il mio yop eravamo di
nuovo insieme, con uno stratagemma furbo per essere uno yop ha riavuto
il suo
corpo e potevamo di nuovo abbracciarci, toccarci, baciarci e ovviamente
vivere
nuove avventure.
Non è stato tutto rose e fiori, l’arrivo di mia
sorella
Cleo ha creato un po’ di scompiglio. Lei è sempre
stata più sventata di me e
piaceva molto ai ragazzi e vedendo che io ero interessata a lui si
è messa a
corteggiarlo.
L’avrei strozzata. Io e mia sorella eravamo sempre andata
d’accordo da piccole, ma quando io ero stata destinata alla
protezione di
Amalia si era arrabbiata, diceva che l’avrei dimenticata, ma
non l’ho mai
fatto.
La mia sorellina è sempre stata nei miei pensieri, anche
se a volte mi ha deluso. Lasciare l’esercito dei cra per
vivere all’avventura è
stata una di queste cose, io volevo che ritornasse in città,
gli altri che
venisse con noi.
Chi ha vinto?
Gli altri e io sono risultata la solita ragazza troppo
inquadrata e rigida, lei invece era spigliata e carina. Fortuna che
alla fine
ha capito che Panpan non era suo, ma mio e lui ha capito quale ocra
volesse.
Siamo stati insieme fino alla battaglia finale e quando è
finita Phaeris ci ha riportato a Sadida, tranne Cleo che è
rimasta con Elaine e
suo padre.
L’accoglienza a Sadida non poteva essere più
sorpresa,
Yugo aveva delle notizie bomba. Per prima cosa ha informato il
consiglio dei
dodici che Quilby era un traditore e un bugiardo, non era lui il re
degli
Elatrop, ma Yugo.
Il consiglio dei dodici è rimasto in un silenzio
stupefatto per almeno un quarto d’ora.
Una volta ripresasi hanno chiesto spiegazioni e Yugo ha
detto che nulla di quello che Quilby aveva detto era vero e che era un
bugiardo
intenzionato a distruggere il mondo per far ripartire la sua astronave
per
esplorare l’universo. L’unico vero re elatrop era
Yugo e che per il momento non
era intenzionato a liberare il suo popolo dalla dimensione atemporale
perché
doveva ancora imparare molto su sé stesso e sui suoi poteri
prima di fare il
re.
E così il consiglio dei dodici si è sciolto, Yugo
è
ripartito con Adamai e Phaeris.
È stato un giorno triste, Amalia ha pianto tutto il
giorno, fino a quando lui non si è avvicinato e le ha
promesso che un giorno
sarebbe stata al suo fianco come regina del popolo Elatrop.
Amalia si è calmata un po’, ma non sa quando Yugo
ritornerà, il suo ritmo di crescita è diverso dal
nostro e potrebbero volerci
anni.
Non ho voluto turbare Amalia, anche perché ho fiducia nel
nostro piccolo elatrop, se dice una cosa la fa, sa mantenere le
promesse.
In ogni caso questo è il passato, il presente è
la mia
casetta nel regno dei Sadida e la mia pancia che cresce giorno per
giorno.
Esatto, sono incinta. Il maestro di Tristepan ha avuto
ragione, presto in questa casa ci sarà un piccolo yop o una piccola ocra.
Chissà cosa sarà?
Non ne ho idea, in ogni caso sarà amato/a.
Tristepan è impazzito di gioia alla notizia, almeno ora
sa che i bambini non nascono sotto i cavoli.
A proposito, dove diavolo è andato?
È tutta la mattina che non si fa vivo e di solito faccio
fatica a togliermelo di dosso, perché insiste a fare tutto lui come se fossi
malata e non incinta.
Verso mezzogiorno ritorna con un mazzo di fiori bizzarri
più grande di lui.
“E questa cosa cosa sarebbe e perché è
qui?”
“È un mazzo di fiori alla moda, almeno
così hanno detto
le due dame di Amalia, te l’ho portato per il litigio di ieri
sera.”
Io non so se sorridere o sbuffare, apprezzo il pensiero,
ma chi cucinerà ora?
“Beh, forse avrei dovuto chiedere consiglio ad Amalia,
non ti ha impressionato molto.”
“Non è questo, cervello di Yop, è che
ho fame!”
“Oh, cavolo! Non avevo pensato al cibo!”
Non oso chiedergli di mettersi a cucinare, perché
– anche
se animato dalla più buona volontà –
combina sempre disastri.
“Fortuna che ci sono io!”
Una terza voce ci fa notare Amalia sulla porta di casa
nostra.
“Ho portato un mazzo decente e delle zuppe calde per voi
due.”
“Grazie mille, Amalia!”
Con qualche difficoltà mi siedo al tavolo, Tristepan
sembra deluso, come se per l’ennesima volta avesse sbagliato
un test
facilissimo.
Io gli do un bacio sulla guancia.
“Grazie del pensiero, mio cavaliere e adesso
mangiamo.”
Amalia si siede al tavolo con noi e cerca di cavare un
mazzo decente da quello che le due dame hanno dato al mio uomo.
“Così ha un aspetto migliore.
Panpan, la prossima volta che vuoi regalare dei fiori ad
Eva chiedi a me e non alle mie dame.”
Lui annuisce.
“A proposito… Quando vi sposate?”
La zuppa rischia di andarmi di traverso, e chi ci ha mai
pensato al matrimonio?
“Beh, ehm, non lo sappiamo. Dopo che Eva ha
partorito?”
Risponde incerto Tristepan guardandomi
“Ehm, sì. Penso che faremo
così.”
Amalia ci guarda un attimo con i suoi penetranti occhi
castani.
“Dite la verità, non ci avevate mai pensato prima
che io
ve lo dicessi?”
“Sì, Amalia, hai ragione. È che
già la gravidanza è stata
una sorpresa, figurati se pensavamo al matrimonio.”
“Posso organizzarvelo io il matrimonio?”
I suoi occhi brillano di una luce che non mi piace, è
quella di quando vuole organizzare grandi eventi.
“Amalia, voglio ricordarti che non nuotiamo nei
kama.”
“Ma non vi preoccupate! Siete due degli eroi che hanno
salvato Sadida, mio padre sarà lietissimo di sborsare
qualche kama.”
Io e Panpan ci guardiamo a disagio.
“Beh, ci penseremo e ti faremo sapere, Amalia.”
“Dai, Eva! Una volta che avrai partorito sarai in
splendida forma e avrai un vestito bellissimo.”
Io impallidisco ricordandomi la fatica provata
nell’indossare un abito solo per poche ore quando eravamo nel
castello delle
principesse brutte.
“A proposito, avete notizie di Yugo?”
“Ci ha scritto che si sta allenando e che sta bene, non molto
altro.”
Amalia abbassa gli occhi, lui deve averle scritto una
lettera simile e lei vorrebbe sapere di più, quella che era
una cotta
adolescenziale per lei è diventato amore e viverlo
così la fa soffrire.
“Secondo voi tornerà?”
“Ha promesso che lo farà e lo farà,
però devi anche
capire che per lui il tempo scorre in maniera diversa dal nostro.
Invecchia più
lentamente e quindi quando tornerà tu potresti
…ecco… essere vecchia.”
Finalmente glielo dico, con il solo risultato di farla
scoppiare a piangere, il mio caro ragazzo non appena annusata la
situazione se l’è
filata e così rimango solo io con Amalia.
“Amalia!”
Le porgo un fazzoletto e lei si asciuga le lacrime.
“Amalia, lui tornerà. Magari tra un mese, tra un
anno o
tra dieci, ma tornerà e se sarai vecchia, beh,
troverà una soluzione, perché
Yugo non promette invano.
Asciugati le lacrime e sorridi, lui vorrebbe vederti
sorridere.”
“E allora perché non viene qui a vedermi sorridere?
Perché se ne sta lontano da tutti noi?
Siamo o non siamo la confraternita del tofu?”
“Lo siamo ancora, ma Yugo ha una responsabilità:
deve
prendersi cura del suo regno e per farlo deve diventare più
forte, deve
controllare i suoi poteri.
Lo sai che non è una cosa facile o breve, dal racconto di
Yugo Quilby sapeva fare cose incredibili con il suo wakfu.”
“Lo so, ma ogni tanto potrebbe prendersi una vacanza e
venire da noi.”
Io rimango in silenzio per un po’.
“Forse non può, perché non è
ancora pronto o non può
prendersi una vacanza. Il suo addestramento è lungo e
difficile.”
La mia amica sospira.
“Ho capito, passerà ancora un sacco di tempo prima
che lo
veda e per allora sarò sfiorita come una rosa.”
“Amalia!”
“Ciao, Eva. Ti lascio riposare.”
“Grazie per la zuppa e per i fiori.”
Non appena la porta si chiude alle spalle della
principessa il mio yop rispunta.
“Facile cavartela così, prode cavaliere.”
Ruby ride, appeso alla sua cintola.
“Eva, io sono un prode cavaliere, non ci capisco nulla di
cose femminili e non so niente di quello che ha intenzione di fare
Yugo.”
Io mi sdraio sul divano. Lui mi segue poco dopo e a me
tocca fargli spazio.
“Amalia prima parlava di matrimonio.”
Io mi irrigidisco involontariamente, è un argomento
importante e vorrei affrontarlo bene, ma penso che Tristepan sia di
diverso
avviso.
“Cosa ne dici, Eva?
Lo sposeresti uno come me?”
“Porto già in grembo tuo figlio!”
Rispondo io imbarazzata.
“Non mi hai risposto.”
Io arrossisco.
“Mi piacerebbe, ma non subito. Quando il bambino
sarà più
grande mi piacerebbe.”
Tristepan mi sorride e mi bacia con trasporto, rischiando
di farci cadere entrambi dal divano.
“Sono l’uomo più felice del mondo!
Evangelyne mi
sposerà!”
“Tristepan, non urlare!”
“Perché ti imbarazzi?”
Io arrossisco ancora di più.
“Beh, faccio fatica a parlare dei miei sentimenti da
sempre, deve essere stato l’addestramento che fanno a noi
cra.”
“Ehm, capisco… In realtà no.”
“Beh, fin da piccola ti dicono di andarci cauta con
sentimenti ed emozioni perché il nemico può
usarli contro di te e quindi siamo
tutti un po’ rigidi. Poi ci sono le eccezioni come mia
sorella Cleo, spero che
non l’abbiano trovata, perché la pena per chi
diserta è molto dura.”
“Sono sicuro che Cleo se la caverà, poi
l’abbiamo
lasciata nelle mani di Elaine e suo padre.”
“Perché diavolo ha disertato quella testa
calda?”
“Perché è una testa calda.”
La risposta di Tristepan ha senso, purtroppo.
“Ehi, che ne dici se stasera invitiamo Amalia e Ruel per
dirgli che ci sposeremo?”
“Mi sembra una buona idea, ma digli di portare loro il
cibo.”
“Va bene.”
Si alza dal divano.
“Io vado da Amalia e Ruel, così vedo se lei ha
smesso di
piangere per Yugo e non sta ancora litigando con Ruel per quella
faccenda
dell’oro trovato da Junior.”
“Ruel che molla dell’oro? Impossibile!”
Sentenzio sicura, lui annuisce.
In ogni caso rimango di nuovo a casa da sola e mi
accarezzo la pancia sorridendo, pensando alla vita che sta crescendo
qui
dentro.
Chissà se sarò ocra o yop?
Sarà un maschio o una femmina?
Avrà i miei occhi o quelli di Tristepan?
Avrà i miei capelli o quelli di Tristepan?
Sarà una sorpresa, mia madre non è molto felice,
ma ha
incassato bene. Le ho scritto e mi ha detto che secondo lei avrei
dovuto
accettare le avances del principe Armand, invece di stare con questo
yop
sconosciuto.
Io le ho risposto che è stato lo yop a salvarmi la vita e
questo l’ha messa a tacere, temo che ormai consideri sia me
che Cleo come due
casi persi.
Mi assopisco un attimo e quando mi sveglio mi accorgo che
il sole è già tramontato, che Tristepan
è in casa e che le dame di corte di
Amalia ci stanno preparando la cena.
“Amalia e Ruel arriveranno tra poco, sono arrivato in
tempo per separarli, stavano di nuovo litigando per via di
quell’oro.”
“Com’è finita?”
“Ruel è disposto a farsi due settimane di
prigione,
piuttosto che ridarglielo indietro. Lo sai come sono fatti gli
anutrof.”
“Sì, spilorci fino al midollo.”
Sospiro io.
Speriamo che non decidano di continuare la lite qui o
potrei ucciderli, dannato oro!
Ruel non può proprio rinunciarci, accidenti a lui, e
Amalia non è disposta a fargli prendere parte del tesoro
sadida.
Un bello scontro tra due personalità vulcaniche.
Io mi siedo a tavola sospirando, Amalia ha proprio il
carattere di una regina sadida come aveva detto Grugal.
A proposito di Grugal e Kibi, sono cresciuti, Kibi ha
ormai sei anni e Grugal si è calmato come drago, penso che
verranno anche loro
perché Kibi ha scambiato Amalia per sua madre.
Già da fuori sento Amalia e Ruel litigare, è un
buon
segno!
“Oh, Ruel! Sei un taccagno, quell’oro è
nostro e devi
darlo al regno di Sadida, non è tuo!”
“L’oro è di chi lo trova!”
“Ma l’hai trovato nel mio regno, quindi appartiene
alla
mia gente!”
“Ma se prima che lo trovassi non sapevate nemmeno che
esistesse!”
“Ma adesso lo sappiamo ed è nostro!”
Ruel fa per replicare, ma dalla porta semiaperta vedo una
fiammata, Grugal deve avere deciso che il suo padroncino era in
pericolo,
perché l’ha difeso.
Adamai diceva che Grugal era molto protettivo e non si
sbagliava affatto, nessuno può far del male a Kibi o ad
Amalia se c’è lui nei
dintorni.
Con la barba mezza bruciacchiata e l’aria abbacchiata
entra Ruel, seguito da Amalia, Kibi e il piccolo draghetto.
“Mamma ha sconfitto nonno Ruel!”
“Non sono tuo nonno, ragazzi….”
Una fiammata del drago gli affumica ancora di più la
barba bianca, creando una puzza insostenibile di pelo bruciato.
“Dovevate affidarlo ad Alibert.”
Borbotta sedendosi.
“Ha già cresciuto Yugo.”
“E Grugal come lo spiegavi?”
“Come uno strano animale?”
Amalia si appoggia una mano sulla fronte e scuote la
testa, come a sottolineare l’assurdità
dell’affermazione dell’anutrof.
“Zia, quando si mangia?”
“Tra poco, piccolo.
Hai fatto progressi con l’uso dei tuoi poteri,
vero?”
Per dimostrarmelo apre un portale qui e uno in cucina ed
estrae un panino che mi porge.
“Bravo, Yugo sarà fiero di te.”
“Quando lo potrò vedere?”
“Questo non te lo so dire.”
“A Grugal manca Adamai.”
“Tornerà anche lui.”
Cerco di rabbonirlo.
Yugo, Adamai, dove siete finiti?
Mancate a tutti, possibile che non possiate farci nemmeno
una visitina?
Ogni giorno controllo che ci sia una piuma con un
messaggio e ogni giorno non c’è, ma se io non ne
soffro troppo perché ho
Tristepan, Amalia ci rimane sempre malissimo.
L’unico suo desiderio è rivederlo e non so che
torto
darle, visto che lo ama.
Ci mettiamo a tavola e gustiamo la cena preparata dalle
dame di Amalia che si congedano da noi saltellando, come loro solito.
Sono sempre felici quelle due, chissà perché.
La zuppa è ottima e si sono ricordati di Tristepan e Ruel
perché c’è anche della carne e di
solito i piatti di Sadida ne sono privi.
“Allora, perché ci avete convocati qui?”
Sbotta Ruel.
“Perché dobbiamo dirvi qualcosa.”
“Lo sappiamo che sei incinta, Evangelyne.”
Amalia rifila un calcio sotterraneo a Ruel perché lui si
accascia sul tavolo.
“Dicevi, Eva?”
“Che dobbiamo farvi un annuncio.
Io e Panpan ci sposiamo dopo la nascita del bambino o
della bambina!”
Amalia lancia un alto grido di gioia.
“Che bello! Che bello! Che bello!
Posso organizzarvi io il matrimonio, vero?”
Urla Amalia.
“Certo che puoi organizzarlo!”
“Con che kama?”
“Con quelli che ricaveremo dall’oro che tu hai
trovato,
Ruel!”
“Ma questo non è giusto!”
“Su, non litigate!”
Interviene Panpan.
“Brindiamo!”
Versa del vino in ogni bicchiere e poi li alziamo tutti
insieme al grido di: “Viva Eva e Tristepan!”
Sono felice, felicissima, ma non posso fare a meno di
chiedermi: Yugo, dove sei?
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Capitolo 2 *** 2) Di parti e matrimoni. ***
2)
Di parti e matrimoni.
Chiunque abbia detto che partorire
è la cosa più facile
del mondo meriterebbe di essere impiccato.
Prima del parto portare in giro la pancia sembra la cosa
più difficile del mondo, è grande e ingombrante e
– per una come me che è
abituata a muoversi in modo agile – in un certo modo una
seccatura.
Certo, Tristepan non fa che coccolarmi e trattarmi in
maniera gentilissima, ma inizio a essere stanca di sentirmi come una
malata.
Cosa che rimpiango durante il parto, le contrazioni sono
frequentissime e dolorosissime e la mia bambina non sembra avere voglia
di
nascere. Non sono mai dilatata abbastanza e nemmeno camminare sorretta
dal mio
uomo mi aiuta.
Sono stanca, voglio che tutto questo abbia fine e vedere
finalmente il faccino della nostra yocra (yop+cra).
“Come vuoi chiamarla, Eva?
“Di sicuro non Amalia o Cleo.”
Ringhio io.
“Perché dovresti chiamarla come loro.”
“Tristepan, dove cazzo vivi?
Sia Amalia che Cleo mi hanno chiesto di chiamare la
bambina con i loro nomi!”
“Ah, davvero?”
Questi sono i momenti in cui vorrei prenderlo a calci, ma
non posso a causa della pancia, finirà mai tutto questo?
La guaritrice torna in sala e mi rivisita.
“Ok, così può andare. Evangelyne,
adesso spingi.”
Io eseguo.
Spingo e spingo ancora incitata dalla donna, sperando
sempre che l’ultima spinta sia quella decisiva.
Finalmente dopo un bel po’ sento qualcosa uscire da me,
sento le esclamazioni di gioia della guaritrice e di Tristepan e un
piccolo esserino
con un ciuffo di capelli rossi mi viene deposto sul petto.
Hai i capelli di Panpan, tutto il resto l’ha preso da me.
“Come volete chiamarla?”
“Alia!”
Rispondo io, ripensando a quella ragazza che ogni volta
era disposta a recitare la stessa cosa al ragazzo che amava e che si
dimenticava di lei ogni giorno.
“Alia Parsifal. Suona bene!”
“Certo, cervello di Yop, ci ho pensato io.”
Gli rispondo sorridendo.
“Sempre seria, eh?”
“Sempre sciocco, eh?”
Scoppiamo entrambi a ridere.
La bambina rimane con noi per un po’, poi la guaritrice
la porta via e io mi lascio andare spossata sul letto, questo parto non
è stato
una passeggiata.
“Come ti senti adesso?”
Mi chiede premuroso Tristepan.
“Meglio, ora ho solo bisogno di un po’ sonno e
sarò
pronta a occuparmi della nostra bambina.
Ti piace il nome Alia?”
Gli chiedo seria.
“Sì, mi piace. È carino e facile da
ricordare.”
Io sorrido, ho azzeccato il nome di nostra figlia e non è
una cosa facile, prima del parto io e lui avevamo litigato parecchio
per questa
cosa.
“Ti lascio riposare, ne avrai bisogno.
Dopo vorrebbero venire a visitarti anche gli altri.”
Io annuisco, lui mi lascia un bacio in fronte e se ne va.
Io scivolo in un sonno tranquillo, ora mi sento
finalmente in pace con me stessa e il mondo.
Vengo svegliata due ore dopo da un allegro vociare e
cerco di indovinare a chi appartengano le voci: Panpan, Amalia, Ruel,
mia
sorella, il principe Armand (?!), il maestro di Tristepan, Elaine e
Yugo.
Ecco perché Amalia sembra così di buon umore.
Poco dopo la porta si apre ed entrano tutti, Amalia ha in
mano un mazzo di fiori quasi più grande di lei e Yugo sembra
più adulto ora.
“Ciao, ragazzi!”
“Ciao, Eva!”
A turno vengo abbracciata da tutti.
“Eva, ho una notizia fantastica da darti!”
Esordisce mia sorella con un sorrisone.
“Dimmi.”
“Ecco, io sono diventata la dea degli Yop.”
La guardo senza capire, lei – un’ocra come me
– dea degli
Yop?
“Di’ un po’, hai preso una botta in
testa, Cleo?”
“No, ho sposato Goultard.”
Io guardo il
maestro di PanPan senza capire. Non era stato risucchiato nella
dimensione
degli Shushu, mentre lottava con Rushu?
“Non ci capisco
nulla, qualcuno mi spiega per favore?
Lei non dovrebbe
essere nel mondo degli Shushu?”
Chiedo a
Goultard.
“Ah, dovrei, ma
qualcuno ha aperto un portale solo per me e sono uscito.”
Io aggrotto la
fronte, gli unici in grado di farlo sono Yugo e Adamai, visto che
quando era
successo a Panpan, Yugo e Remington erano stati Adamai e Quilby a
creare un
portale per salvarli.
“Yugo, Adamai,
siete stati voi?”
Loro annuiscono.
“Ci stiamo
esercitando con i nostri poteri e abbiamo deciso di salvare il maestro
di
PanPan.”
Lo Yop maggiore
li guarda con gratitudine.
“In tal caso, vi
devo la vita. Grazie.”
“Non ci ringrazi,
siamo degli eroi, è il nostro compito salvare le persone in
difficoltà.”
Io sorrido e
penso che Yugo non sia cambiato di una virgola.
“Beh, una volta
uscito dal mondo degli Shushu ho conosciuto tua sorella, era in una
banda i
pirati con un’altra ragazzina e una stella marina.”
Elaine e suo padre,
Cleo si era unita a loro dunque. Una cra piratessa, se lo sapessero i
nostri
genitori la ucciderebbero.
“Mi ha fatto la
corte fino a che ho ceduto e l’ho sposata.”
“Tu… Che cosa?”
Guardo di nuovo
mia sorella e lei mi mostra una fede d’oro scintillante
sull’anulare destro.
“Ah, mi sono
sposata prima di te e con uno yop più forte di te!”
“La vita non è
una gara a chi si sposa lo yop più potente!”
Le rispondo
piccata.
“Su, signore, non
litigate.”
Non avrei mai
pensato che un giorno avrei ringraziato Armand per essere intervenuto
in una
discussione.
“Eva, le mie
congratulazioni. Ora devo andare, spero di rivederti presto a palazzo,
a
proposito…
Come si chiama la
bambina?”
“Alia.”
“Bel nome, molto
ocra!”
Il principe
lascia la stanza.
“Mia sorella si è
sposata, ci sono altre notizie shock?”
“Io e Yugo ci
siamo fidanzati e un giorno mi sposerà!”
Urla Amalia.
“Davvero, Yugo?”
Lui annuisce.
“Quando finirò
l’allenamento tornerò a prenderla e la
renderò la regina degli Elatrop.”
“Che bella,
notizia!”
“Sì!”
Lui si gratta la
testa, chissà cosa nasconde sotto quel lungo cappello?
Non ce l’ha mai
mostrato, magari Amalia lo scoprirà.
“E voi quando vi
sposate?”
La domanda di
Cleo ci spiazza.
“Uhm, quando Alia
avrà un anno circa.”
“Se volete posso
organizzarvi la cerimonia per soli mille kama!”
Interviene Ruel.
“Ruel! Sei il
solito taccagno!
Gliela organizzo
io gratis, qui a palazzo!”
“Sono solo un
povero vecchio che tenta di sopravvivere!”
Amalia alza gli
occhi al cielo, credo che pensi che più che altro lui sia un
vecchio taccagno,
sempre alla ricerca di metodi per fare soldi. Non ha torto, Ruel
è nostro
amico, ma sappiamo com’è fatto ed è
esattamente questo il suo carattere.
“Ragazzi, buoni!
Amalia, tuo
fratello come ha reagito alla notizia del tuo fidanzamento?”
“Beh, nono è
stato felicissimo, ma visto che Yugo è comunque un re non ha
protestato più di
tanto.”
Meglio o
altrimenti non ce l’avrei fatta a sopportarli tutti e due.
“Volete vedere la
bambina?
Tra poco me la
dovrebbero portare.”
“Sì!”
Esclamano tutti
in coro, proprio in quel momento entra la guaritrice con Alia in
braccio, la
guardano tutti incantati.
“Che bella
bambina! Ha preso tutto da te, solo i capelli sono quelli di
Tristepan.”
“Chissà se sarà
un’ocra o una yop.”
Commenta
Goultard.
“Sarebbe il colmo
se la figlia di un tale grande guerriero fosse una cra!”
Interviene Ruby,
PanPan, come suo solito, inizia a sbatterlo contro qualcosa, lo stipite
della
porta in questo caso.
“Stai zitto,
stupido ferro vecchio!”
“Ahahahahaha!
Sarà una cra!”
“Taci!”
“PanPan, basta!”
Urla Amalia.
“Siamo in un
ospedale, se devi litigare con Rubilax fallo fuori.”
I due smettono
immediatamente, anche se si guardano in cagnesco: hanno una relazione
complicata per essere uno shushu e un guardiano.
Un
anno dopo
siamo di nuovo in una situazione critica.
Alia è cresciuta
e abbiamo scoperto che probabilmente sarà una yop,
è molto attratta da Rubilax,
le piace giocarci e ascoltarlo, questo non piace né a me
né a PanPan: è
pericoloso che una bambina giochi con una spada.
La situazione critica,
comunque non è questa, è un’altra: mi
sto per sposare e rischio di impazzire.
Amalia ha
convocato le sarte del regno e mi sta confezionando un abito
spettacolare,
peccato che per entrarci mi abbia messo a dieta e –
nonostante mangi ogni
giorno di meno – a ogni prova è così
stretto che respiro a malapena.
Che diavolo di
misure hanno preso?
Quelle di Alia al
posto delle mie?
“Amalia, questo
vestito è una tortura!”
“Non esagerare,
ti sta benissimo e poi ti sposi una volta sola, devi essere
perfetta!”
“Amalia, mangio
sempre meno, ma questo coso è stretto lo stesso, come me lo
spieghi?”
Lei picchietta un
indice sulla tempia.
“È tutta una
questione psicologica, l’abito ti sembra piccolo,
perché sei preoccupa per il
matrimonio, il che è davvero stupido.
Tu e PanPan vi
amate, vero?”
“Certo che ci
amiamo, abbiamo anche una figlia!”
“Allora non
capisco come mai tu sia così preoccupata.”
Non lo so nemmeno
io, se la teoria di Amalia è corretta, forse sono le
responsabilità che un
matrimonio comporta a spaventarmi.
“Quanto vorrei
essere al tuo posto, mi manca Yugo.”
“Ha scritto che
verrà alle nozze, lo vedrai lì.”
Lei sospira.
“È troppo poco e
il tempo passa. Ho paura che quando finalmente sarà pronto,
io sarò vecchia.”
“In tal caso
risolverà lui la situazione, è uno che sa quello
che sta facendo.”
Lei annuisce, non
mi sembra troppo convinta, ma è l’unica
consolazione che le posso offrire, non
sono mai stata brava a consolare la gente.
Pensandoci bene,
ho sempre avuto problemi con i sentimenti, deve essere per questo che
il matrimonio
mi preoccupa: è qualcosa di definitivo e da cui non si torna
indietro.
“Accidenti, si è
sposata Cleo, perché non dovrei sposarmi io?”
Mugugno io,
dimenticandomi delle nostre differenze di carattere.
Amalia mi sente e
sorride divertita.
“Non ti ho mai
vista così impacciata come ora, di solito sai sempre cosa
fare e come
comportarti.”
“Perché cerco di
fare le cose in modo razionale, ma ho capito che l’amore non
è razionale.”
Dico alla mia
amica.
“In fondo cosa
abbiamo in comune io e Tristepan?
Poco o nulla,
eppure, guardaci tubiamo come due colombe e abbiamo vissuto avventure
inimmaginabili.
Forse è di questo
che ho paura, delle cose che non so controllare e l’amore
è una di queste.”
Amalia mi stringe
le mani.
“Lasciati alle
spalle questa paura e pensa solo a Tristepan e a tua figlia, ormai sono
loro i
punti fissi della tua vita e sarebbe veramente stupido se tu scappassi
solo per
un po’ di paura.
PanPan ti ama
anche se lo chiami testa di yop ogni tre secondi e Alia sta crescendo
benissimo.
Stai tranquilla,
andrà tutto bene.”
Vorrei avere le
stesse certezze di Amalia, invece dentro di me regna il caos. da una
parte sono
felicissima di sposarmi, dall’altra ho paura che potrei
smettere di amare
PanPan tra un anno, due, dieci e ci potremmo trovare imprigionati in
qualcosa
che non vogliamo.
“Amalia, come
faccio a essere sicura di amarlo per sempre?
E se, che ne so,
tra dieci anni cambiassi idea e non lo amassi più?”
“Pensa a tutto
quello che avere superato e capirai che non succederà.
Quando tutti lo credevamo
morto solo tu hai continuato a sperare di vederlo e ce l’hai
fatta.”
“Già, hai
ragione.”
“Signorina, sono
finite le prove.”
Io e Amalia
lasciamo la stanza, lei deve tornare ai suoi doveri di principessa, io
a quelli
di mamma, spero che il mio futuro marito non abbia fatto di nuovo
giocare Alia
e Rubilax.
Arrivo a casa e
li trovo tutti e due addormentati, inutile dire che accanto a loro
c’è la spada
di Tristepan, la piccola sarà sicuramente una yop.
Con gentilezza
sveglio Panpan, lui apre gli occhi
confuso.
“Già finito?”
“Sì e adesso
tocca a te.”
Lui annuisce ed
esce di casa, io prendo Alia e la metto a letto, è davvero
una bella bambina,
peccato che non sarà una cra. Ci penso un attimo e decido
che non me ne frega
niente, sarà quel che sarà, basta che sia felice.
Mentre la guardo
dormire scivolo lentamente nel sonno e questa volta è il mio
fidanzato a
svegliarmi.
“Le prove del
vestito sono un incubo e non c’è nessuno che mi
tenga compagnia, se non il gran
ciambellano, ma non possiamo sposarci vestiti così in un
posto piccolo e solo
per i nostri amici?”
“Non convincerai
mai Amalia a smettere di organizzarci il matrimonio.”
Rispondo io,
sbadigliando.
“Adesso preparo
la cena.”
Scendo dabbasso e
mi metto a cucinare pensando che il grande evento è tra due
settimane.
Un brivido di
paura serpeggia lungo la mia schiena.
Sono così
coraggiosa in battaglia e codarda nella vita vera?
Il
gran giorno è
finalmente arrivato, indosso il mio bel vestito, Amalia e Armand
– che mi
accompagnerà all’altare – sono dabbasso
e aspettano solo me, peccato che una
forza invisibile mi tenga attaccata a questo letto.
Amalia bussa ed
entra senza aspettare risposta, privilegi da principessa.
“Eva, aspettiamo
solo te. Cosa sta succedendo?”
“Non voglio
sposarmi”! Ho paura, e se non funzionasse?
E se PanPan si
innamorasse di un’altra? E se io mi innamorassi di un altro?
E se…?”
Amalia mi dà un
leggero schiaffo e io mi calmo all’istante.
“Ascolta, tutte
le spose hanno paura prima del matrimonio, ma poi passa. Pensa a quanto
lo ami.”
Io ripenso a
Rubiliaxia e a come abbia seguito il vento, nonostante il mio timore di
essere
diventata pazza, pur di trovarlo e sento finalmente un po’ di
pace.
“Hai ragione,
Amalia. Andiamo, oggi mi devo sposare.”
Lei mi sorride e
scendiamo a braccetto le scale.
“Finalmente,
Evangelyne. Credevo avessi cambiato idea.”
“No, sua altezza.
Ora sono qui e possiamo andare.”
I due mi scortano
in una grande carrozza verde trainata da dragacchini e partiamo verso
il grande
prato in cui sarà celebrata la cerimonia.
Il verde del
regno sadida si svela davanti ai miei occhi, non smetterò
mai di amare questo
posto: è così pieno di pace.
Arrivati, Amalia
corre a prendere il suo posto come testimone insieme a Yugo, io invece
scendo
lentamente aiutata da Armand e guardo la gente presente e soprattutto
lui che
mi guarda estasiato.
Non mi sono mai
sentita così bene se non sotto quello sguardo, gli sorrido e
appoggiata al
braccio che mi porge Armand percorro il breve corridoio.
Vengono
pronunciate tutte le formule di rito, ma noi non le sentiamo, i nostri
occhi
sono impegnati in un dialogo muto d’amore.
“Vuoi tu,
Tristepan, prendere come tua sposa la cui presente Evangelyne nella
buona e
nella cattiva sorte, in salute e in malattia finché morte
non vi separi.”
“Sì.”
“Vuoi tu, Evangelyne,
prendere come tuo sposo il cui presente Tristepan nella buona e nella
cattiva
sorte, in salute e in malattia, finchè morte non vi
separi?”
Io sorrido.
“Sì!”
“Lo sposo può
baciare la sposa.”
Tristepan mi
coinvolge in un bacio mozzafiato, che mi lascia stordita e sorridente.
Come da
tradizione i nostri amici ci lanciano del riso e io lancio il bouquet
che
finisce nelle mani di Amalia, che arrossisce e guarda speranzosa Yugo,
che le
fa un cenno impercettibile.
La mia amica
sorride.
Tutti insieme ci avviamo
verso il palazzo, dove i cuochi della famiglia reale e Alibert stanno
cucinando
per noi. La mia mano è stretta in quella di Tristepan e io
mi sento felice.
Tutte le mie
paure se ne sono andate, ho sempre amato questa stretta e la
amerò sempre.
Non importa cosa
potrà capitarci o se troverò qualcun altro
carino, nessuno sarà mai come lui.
Lui ha la chiave
del mio cuore e io del suo.
Chi l’avrebbe mai
detto la prima volta che ci siamo incontrati, io no di certo, visto che
lo
odiavo.
“Sei felice,
Eva?”
Mi chiede Panpan.
“Sì, sono felice.
Ho te e Alia, cosa potrei chiedere di più?”
Adesso anche sul
mio anulare scintilla una fede e io non ho paura di mostrarla al mondo.
Io e lui ci
amiamo, solo questo conta.
Angolo di Layla.
E questo è l'ultimo,
anche se credo che metterò altre storie più o
meno collegate a questa.
Ringrazio christian98 e
jessy87
per le recensioni^^!
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