Golden Crown

di miaomimi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incubo di Gabriel Stuart ***
Capitolo 2: *** Il Matrimonio di Sophia e L'inizio delle Feriae ***
Capitolo 3: *** Le danze nella serra di Bryce ***



Capitolo 1
*** L'incubo di Gabriel Stuart ***


Camminava per le strade della Cittadella insieme a due dei suoi cugini, era una giornata come le altre anche se qualcosa intorno a lui rendeva tutto come un déjà vu o un sogno.
Le case del borgo erano circondate da una strana nebbia, non come quella del Presidio, ma come se il sole non riuscisse a penetrarvi. Le stradine erano ricoperte di una soffice neve bianca, che rendeva tutto desolato e silenzioso; quando svoltò in un vicolo, lì vide.
Davanti a lui, tre matricole scherzavano e giocavano allegramente. Uno di loro accompagnava a braccetto la ragazza dai lunghi capelli neri che più attirava la sua attenzione.
Sarebbe stato in grado di riconoscerli anche ad occhi chiusi quei tre; due orfanelli che si spacciavano per fratello e sorella ma che non sì assomigliavano affatto, ed il loro amico, il pulcino dei Vandemberg.
Questa volta quei tre avrebbero ricevuto una lezione: non solo perché erano delle insignificanti matricole, non solo per la loro unione, ma per lei.
I suoi cugini avrebbero potuto divertirsi quanto volevano con i due marmocchi, ma la ragazza sarebbe stata un suo esclusivo diletto. Le avrebbe insegnato la differenza tra un nessuno, un principino e uno Stuart.
Guardò i suoi cugini e indicò loro con un cenno di colpire i ragazzi, solo loro, la fanciulla era sua.

Un attimo dopo aveva la voce di lei nelle orecchie che urlava il nome del suo presunto fratello. Nella mano ne stringeva polso, percependo sotto le dita il battito pulsante del cuore.
Lord e il piccolo Vandemberg erano piegati in due, a terra, ricoperti dal loro stesso sangue.
Con un gesto rabbioso le scostò i lunghi capelli di lato, lasciando in vista la piega del suo collo e la mandibola.
Era forte la tentazione che provava di coprire quella candida pelle con i propri baci, ma per quello avrebbe dovuto attendere dopo; anche se lo allettava l’idea che la vista delle proprie attenzioni non sarebbe stata certamente gradita al “fratellino” che dimostrava una grande gelosia verso di lei.
No, rifletté, al momento era già abbastanza disonorevole vedersi inermi e non in grado di difendere la loro amica.
Con la mano libera le percorse la linea del collo fino ad arrivare al viso fermandoglielo per obbligarla a guardare davanti a sé i suoi amici umiliati.
- Hai visto con quali buoni a nulla vai in giro? Adesso verrai con me, con le tue gambe oppure sulla mia spalla. Tu non sei nessuno e dovrai ubbidire a tutti i miei ordini, soprattutto... in camera da letto.
Parlò con voce fredda e calcolata.
Era certo di percepire la sua paura senza aver bisogno di guardarla, quando le fece voltare la testa per incontrare i suoi occhi era evidente l'odio che lei provava per lui. Il viso rigato di lacrime, e quegli occhi blu che fino a poco prima erano sorridenti per i suoi amici, adesso dimostravano solo odio ma nessuna paura.
A quella rivelazione il cuore cominciò a battergli forte, come pronto a esplodere. Tutto il mondo divenne nero, mentre un urlo e un forte vento lo colpivano.

Gabriel aprì gli occhi e comprese che questa volta non era stata Sophia ad urlare, ma lui.
Sophia lo guardava con occhi tranquilli, illuminati dalla leggera luce che filtrava dalle tende. Il corpo di lei vicino al proprio, il suo profumo che gli riempiva i polmoni affannati.
Era stato solo un sogno, un ricordo distorto e confuso, di “quel giorno” quando tutto era cominciato.

- Moen rois, era solo un sogno. - Sussurrò dolcemente, mentre gli accarezzava la guancia per tranquillizzarlo.

Rimase in silenzio ancora per qualche momento, prima di avvicinarsi a lei per baciarla possessivo. La strinse più saldamente al suo corpo, per assicurarsi che quella fosse la realtà e non l'incubo di poco prima.
Ricordava perfettamente quel giorno e i giorni a seguire. I sentimenti contrastanti verso di lei e la verità che aveva cercato di nascondere anche a se stesso.

- Fortunatamente sì, mia principessa. Ora dormi. - Si staccò leggermente dalle sue labbra per rispondere e subito dopo riprese a baciarla, più dolcemente questa volta per farsi perdonare la prepotenza del bacio precedente.
- Gabriel, cosa stavi sognando?

Rimase in silenzio per qualche momento, cercando le parole giuste da dire o valutando se fosse il caso di non risponderle affatto.
- Tu che mi odiavi.

- Ma io ti odio! - Rispose Sophia in tono giocoso, nascondendo il viso contro il suo collo e cingendogli la vita con un braccio per diminuire ancora di più la distanza tra i loro corpi.
- Non riesco più a ricordare come facevo ad odiarti o se l’ho mai realmente fatto.- Aggiunse prima che lui potesse risponderle.

- Spero di non fartelo mai ricordare. Ora dormi moen treseur, domani una lunga battaglia per Altieres, ci attende.

Sorrise al pensiero dei giorni successivi. Mancavano due settimane a Natale e Gareth Eldrige, il Duca della Chiave, aveva sancito che le Feriae Matricularum si svolgessero proprio in quel periodo; questo a loro poco importava poiché terminati i festeggiamenti, se tutto fosse andato secondo i loro piani, sarebbero partiti per Altieres.
Depose un bacio sulla testa della sua fidanzata e ascoltando il suo respiro rilassato, scivolò nuovamente nel sonno.
 

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Capitolo 2
*** Il Matrimonio di Sophia e L'inizio delle Feriae ***


Centinaia di candele illuminavano la piccola stanza di quella casa abbandonata fin dai tempi della rivolta. I mobili, o ciò che ne rimaneva, erano stati ricoperti da piante selvatiche e da fiori che non aveva mai visto. La fioca luce delle candele faceva risaltare il rosso del suo abito arricchito sul corpetto da piccole perle bianche, aveva lasciato le spalle scoperte dato il caldo soffocante di quella notte e i capelli erano stati raccolti in una grande treccia ornata da file di altre perle candide che mettevano in risalto il nero corvino dei suoi capelli.

Davanti alla statua di Santa Elienne era posto un piccolo cuscino per custodire i due anelli e un coltello. Mazzi di fiori, bottiglie di liquore alle ciliege e dolci erano stati lasciati di fianco come offerte.

Sophia chiuse per un momento gli occhi prima di iniziare il rituale. Conosceva le parole da usare, doveva ricordarsi di essere gentile e rispettosa, ma porsi alla pari della Santa e non come una semplice umana.

Riaprì gli occhi e guardò per un momento Gabriel che le sorrideva. Gli occhi grigi che brillavano calmi e pazienti le fecero aumentare il battito del cuore come solo con lui le accadeva. Non poteva perdere altro tempo doveva fare quello che serviva per difendere il suo amore e Gabriel.

- Signora dell'amore e della bellezza. Tu che proteggi le nascite e i matrimoni, ti chiedo, da pari a pari, di proteggere la mia unione con Gabriel. Ti offro questi doni e attraverso lo scambio del nostro sangue tu fa che possiamo riconoscerci e riunirci sempre.

 

A quelle parole Gabriel prese il coltello, dal manico riccamente intarsiato di madreperla, che giaceva tra loro e si punse il dito della mano sinistra, facendo scendere qualche goccia di sangue sull'anello di fidanzamento di Sophia poi le passò il coltello e lei imitò i suoi gesti bagnando con il proprio sangue l'anello che gli aveva regalato.

Da quel momento, con i rituali di Altieres e in gran segreto, lei e Gabriel erano sposati.

Terminato il rituale Sophia guardò la statuetta della santa, che pareva quasi rivolgerle uno sguardo d'amore mentre le fiamme delle candele sembravano aumentare la loro intensità.
Alle loro spalle la porta della casa diroccata si spalancò ed una forte luce illuminò tutto.
 


                                                             ****


                                                                                                                      Trenta giorni prima ...

 

Il profumo di dolci tipici dei vari borghi, aleggiava tra le stradine della Cittadella addobbate per quando sarebbero iniziati i festeggiamenti. Gruppi di scholares si preparavano per la Santa Messa di quella mattina mentre altri terminavano di trasportare le ultime casse di frutta e verdura per il tradizionale inizio ufficiale delle Feriae Matricularum.

All'interno del Collegio di Altieres, una voce squillante e allegra diffondeva auguri di Natale e buon divertimento svegliando chi ancora dormiva.
Uno tra questi era Gabriel Stuart, che se non fosse stato bloccato dall'abbraccio della sua principessa, sarebbe corso fuori dalla stanza per sgridare la piccola Fayette.
 

- E' felice! Finalmente è Natale e questa sera ci sarà il gran ballo nella Reggenza di Aldenor. - Sussurrò Sophia nel comprendere l'improvvisa agitazione di Gabriel.

-  Basta che non salga qui da te, altrimenti vado io ad accoglierla.- Ringhiò lui.

Nel sentire quelle parole Sophia aprì gli occhi e sorrise incontrando quei maledetti occhi grigi che le facevano battere forte il cuore, felice di trovarsi lì con lui.

Gabriel dal canto suo le regalava, come tutte le mattine, un sorriso rilassato, riservato esclusivamente a lei.

- La mia promessa sposa mi concederà l'onore di un ballo questa sera? - Domandò in tono allegro, accarezzandole il viso prima di avvicinarsi per baciarla.


- Vedrò cosa posso fare, sapete ho un lungo carnet. - Sorrise contro le sue labbra, divertita da quello scambio di battute mattutino.

- Potrei prendere a pugni tutti i cavalieri e riservarmi cosi il diritto esclusivo di ballare per tutta la sera con la mia fidanzata.- Il suo sguardo si fece più intenso, quasi di sfida.

- Hai già preso una volta a pugni mio fratello e non credo che te la caveresti contro Cain.

- In realtà, dovrei prendere a pugni tutta la tua famiglia e, a quel punto, credo che il tuo Tutore scioglierebbe il fidanzamento a costo di far scoppiare una guerra politica.

- Apriresti una guerra per me?

- Non serve che ti risponda e per quanto prediliga passare tutto il resto della mattinata a giocare con te e soddisfare certi appetiti, dobbiamo alzarci. - Sussurrò Gabriel, baciandola ancora una volta, prima di sciogliere il loro abbraccio ed alzarsi.

Il battibeccare delle sue cugine e la voce dei gemelli indicava che erano saliti al suo piano e significava anche che a breve avrebbero fatto incursione nella sua stanza.

Rapidamente scese dal letto e iniziò a indossare gli abiti che aveva preparato la sera precedente sulla sedia, operazione che non effettuava mai, ma immaginando il poco tempo a sua disposizione per quel giorno e l'imminente partenza verso Altieres si era organizzata.


“Una futura regina deve essere sempre pronta ed attenta per ogni occasione.” Le rammentava Bryce durante le sue lezioni, praticamente ogni volta che doveva accompagnarlo dal sarto.
Un bacio sul collo, seguito da una voce fredda che sussurrava al suo orecchio procurandole piccoli brividi, la risvegliò da quei pensieri.

 

- Moen Treseur sei pronta? -

Domandò Gabriel che, senza attendere una sua risposta, aveva già spalancato la porta della camera rimanendo fermo sulla soglia. Il chiacchiericcio fuori cessò immediatamente quando i mal capitati ne incontrarono lo sguardo freddo e distaccato.

 

- Fay eri da basso e sei riuscita a svegliarmi.- Disse in tono autoritario Gabriel.

Sua cugina non rispose, non tentò neanche di controbattere o inventare delle scuse, ma il sorriso entusiasta di poco prima si spense per qualche secondo.

Sophia scosse la testa esasperata, era più forte di Gabriel, aveva detto che doveva sgridarla e alla fine l'aveva fatto; chiuse la porta della sua stanza e insieme a tutti i suoi parenti si diresse verso la Chiesa per la Messa di Natale ed al successivo inizio della Festa.
 

                                                                         ****

 

La piazza era gremita di Scholares, quando la campana di San Petronio batté mezzogiorno.
Durante la cerimonia il Duca dell'Ordine della Chiave avrebbe dovuto prendere in consegna le chiavi della città dal Borgomaestro e dal Decano delle Corporazioni per dare l'inizio ufficiale delle Feriae Matricularum.
Eppure qualcuno all'apertura mancava.
L’Universitas degli studenti era riunita nella piazza sottostante la balconata della Societas delle Arti; il Borgo Maestro era al suo posto insieme al Decano e la verdura per la battaglia delle Ortaglie era pronta.
E il Duca dell'Ordine della Chiave?
Tutti continuavano a domandare dove fosse finito e rimpiangevano Axel Vandemberg, il predecessore dell'attuale, che scuoteva la testa e camminava avanti e indietro, seguito a ruota dal fratello, l'amico Ross, Gilbert Morgan e un salmodiante Stephen Eldrige che continuava a ripetere:

- Se ne é dimenticato! Sono sicuro.

- Cosa? - Gli domandò esasperato Bryce che avrebbe volentieri messo le mani sul Duca per strozzarlo.

- No, sarà caduto giù da qualche fosso creato da lui.- Rispose di rimando Gilbert.

- Secondo me, si è perso. - Intervenne Antony Ross.

- No, no. Ha pensato di mettere le Ferie nello stesso giorno di Natale proprio per non dimenticarsene. - Aggiunse Bryce, che controllava le reazioni del fratello pronto a intervenire a qualsiasi evenienza.

- Arriverà vi dico. - Intervenne finalmente Axel.

Qualcuno aveva iniziato ugualmente una sua battaglia privata, più per noia che per altro e le risse cominciavano a farsi largo.

I gemelli, con sguardo annoiato o forse addormentato, erano fermi al fianco Gabriel il quale, seppur apparentemente impassibile a quello che succedeva attorno a loro, controllava la sicurezza di Sophia. Caroline era intenta a parlottare con Sandria, consigliandola sui possibili abiti che avrebbe dovuto indossare come Sesto cavaliere dell'Ordine della Croce, per rimanere ugualmente femminile ed Alexandria dal canto suo le rispondeva che doveva essere uguale a tutti gli altri perché lei non era da meno di nessuno; Fay cogliendo il momento più opportuno, ossia quando Gabriel cercò di far star zitta Caroline, si avvicinò con noncuranza a Sophia

- Questa sera dovrà ballare con me. - Sussurrò al suo orecchio.

- Non esserne tanto sicura. - Rispose Sophia conoscendo già a chi si riferiva.

- Non può certo ballare con Jerome in pubblico, non ti pare?

- No, può semplicemente nascondersi per tutta la sera. - Disse distrattamente Sophia mentre scrutava la piazza in cerca di Juju e Jordan che dopo la messa erano scomparsi nel nulla.

- Non possiamo permetterglielo!

Sophia si voltò a osservare la cugina, che pareva molto determinata nel portare a termine la sua impresa.

- Credo che mi proporrà di ballare con lui. - sospirò. - Intanto tu ballerai con Gabriel e dopo il primo giro ci scambieremo i cavalieri.

- Praticamente vuoi usare la gelosia di Gabriel per assicurarmi il ballo? - Domandò Fay sorridente.

- Non mi viene in mente nient'altro e anche tu sai come il mio promesso sposo chiami Jordan. Quindi direi di sì, appena Gabriel vedrà che sto ballando con il "pulcino dei Vandemberg", verrà da me.

- Sofia se hai finito di complottare con Fay, vorrei mostrarti un posto. - Sussurrò con voce gelida Gabriel alle sue spalle riuscendo a farla sobbalzare per la sorpresa e dimostrandole così di aver sentito tutta la conversazione.

-  Non attendete l'arrivo del Duca? - Domandò Caroline.

-  Torneremo prima di Eldrige, ne sono certo.

Offrì il braccio alla fidanzata e la condusse verso il Borgo di Altieres senza degnare della minima attenzione gli sguardi che i presenti lanciavano nella loro direzione.

L'aroma di arance, canditi e spezie iniziava a farsi più forte, segno che si stavano addentrando in quella parte del Borgo, in cui i maestri fornai stavano preparando le tipiche leccornie delle feste.

Ad un tratto Sophia si fermò trattenendo anche il suo cavaliere. La sua attenzione era stata catturata da un giovane fermo sul cornicione di una balconata e che reggeva in mano del vischio. Sulla balconata, nascosta dietro a lui una giovane fanciulla emetteva risolini che si sentivano fino d'abbasso.
Sophia sospirò e Gabriel alzò la testa per comprendere cosa stesse guardando.
L'espressione del Capitano si fece dubbiosa, qualcosa in quel giovane appollaiato in alto gli ricordava qualcuno di familiare.
Aveva i capelli biondi e la divisa dell'ordine della chiave.
Sophia si voltò a guardare il suo fidanzato che non proferì parola ma a un tratto, schiocco la lingua.
Il giovane, che ricordava un gatto mezzo in equilibrio sulla grondaia pronto a cadere da un momento all'altro si voltò e Sophia trattenne il respiro. Mentre tutti si domandavano dove fosse finito il Duca dell'Ordine della Chiave, costui si tratteneva con dolci donzelle.
Non sembrava averli notati, perché la sua attenzione era stata catturata da una donna che era sbucata alle spalle della fanciulla; costei teneva in mano un grande mattarello da pasta, riccamente intarsiato con disegni, uno di quelli che, come le aveva spiegato Gabriel tempo prima, serviva per creare i biscotti tipici delle feste.
Le intenzioni della donna, però, al momento non sembravano esattamente quelle di preparare dolci, dal momento che vedendo Gareth aveva iniziato a urlare ed a sporgersi contro di lui sventolando il mattarello sopra la testa.
La fanciulla si era spostata lasciando spazio a quella che Sophia sospettava fosse la madre, mentre Eldrige tentava di saltare sul balcone adiacente per scappare alle furie della donna.

Il famoso Duca della Chiave.- Le disse in tono beffardo Gabriel mentre lei tratteneva il respiro per paura che il giovane cadesse. - Non cade è come i gatti stai tranquilla. - Aggiunse nel prenderla per mano e trascinarla via. Sophia guardò dietro di sé e come aveva detto il suo promesso sposo, Gareth saltò sulla balconata adiacente scappando dalla donna che, furibonda, gli lanciò il dietro mattarello riuscendo a colpirlo in mezzo alla schiena.

​-Va bè. - Sospirò Sophia – L'altra volta è caduto in una carrozza ed è stato colpito da un vaso di fiori.

- Quando?- Domandò dubbioso Gabriel.

 - Tempo fa, ma quella è un altra storia. Sai avrei voglia di mangiare una frittella di riso. Sorrise con aria complice certa che lui avrebbe compreso.

- Moen Treseur, mi deludi e dove credi ti stia portando?!

Divertito la guardò con la coda dell'occhio, prima di riprendere il loro cammino.

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Capitolo 3
*** Le danze nella serra di Bryce ***


Un fitto nevischio imbiancava la Reggenza di Aldenor. 
Morton fermo sul porta del vestibolo, accoglieva gli ospiti, con un rigido inchino e un augurio di Buon Natale. L'espressione del domestico di casa Vandemberg era tetra, i gesti calcolati e la mano destra aperta sopra il cuore ogni volta che si inchinava davanti a un nuovo ospite, sarebbe stato impeccabile se non fosse stato per il fatto che troppo compreso nel suo ruolo, di tanto in tanto al posto di un "Buon Natale" gli sfuggisse un "condoglianze" o un "desolato" invece che "Felice Festa".

Sophia scese dalla carrozza aiutata da suo fratello Cain e seguita dalle cugine, iniziò a salire gli scalini della Reggenza. 
Poteva già sentire Morton mentre salutava Megan Linnet con un formale “ i miei più sinceri auguri”, seguito dai ringraziamenti della fanciulla. 
Gli ospiti all'interno della sala da ballo erano già numerosi, visto l'andirivieni di carrozze e gruppi di scholares a piedi. 

Quel giorno non era solo Natale, ma anche il primo delle Feriae Matricularum e i Vandemberg avevano deciso di organizzare un gran ricevimento nella loro Reggenza. 
Molte delle strutture all'interno della Cittadella non erano ancora agibili dopo gli ultimi avvenimenti e per permettere a tutti di festeggiare, la casata aveva trasferito l'ordine della Penna lì. 
Se Gareth Eldrige aveva distrutto mezzo ordine, il Presidio aveva finito il suo operato lasciando integri solo i sotterranei e una piccola parte della biblioteca. 

Selina Kristian che in quel momento varcava la porta della Reggenza, venne salutata da Morton con: “Buon funerale e felice Feriae”, ma la fanciulla non sembrò aver udito.
Forse davvero la magistra non aveva sentito o forse aveva lasciato perdere, considerando che il lugubre Morton probabilmente avrebbe preferito un funerale a quella festa mondana, a differenza di Selina, però, Sophia sentì benissimo quello che il maggiordomo stava dicendo a Caroline Mayfield:

–    Le mie più sentite condoglianze.

Si bloccò sulla porta guardando torvamente il maggiordomo, il quale non sembrò particolarmente toccato dal suo sguardo né le sue cugine, troppo immerse nei loro discorsi, non sembrarono averlo udito. Rendendosene conto preferì lasciar perdere ed a braccetto del fratello proseguì all'interno.  

All'interno della Reggenza era visibile il subbuglio della festa. 
Camerieri in livrea, uscivano e rientravano dalle cucine della residenza trasportando vassoi pieni di cibarie e calici colmi di liquori. 

Dalla sala da ballo giungeva una soave melodia e quando Sophia vi mise piede notò alcune coppie che stavano già ballando. 
Il principe Axel teneva stretta per la vita sua moglie, Eloise, mentre danzavano insieme con espressione felice al centro della pista. Quella stretta superava, anche se di poco, le regole imposte dall'etichetta, ma sembrava che nessuno lo notasse.

Il principe Bryce, con estrema educazione e riguardo, era impegnato ad invitare la magistra Selina a ballare ed ella, senza scomporsi, accettò il suo invito posando la mano su quella di lui e insieme si immersero tra le altre coppie danzanti.

–    Perchè il tuo Tutore balla con Selina?- sussurrò una voce allegra all'orecchio di Sophia.

–    Da quanto ho potuto sentire l'altro giorno nella serra, è stato il principe Axel a domandarglielo. - Rispose a suo fratello.

–    Concedimi il primo ballo sorella, prima che giunga il mio futuro cognato. - Esordì Cain con una strana luce negli occhi. 

–    Se vuoi ti accordo anche il secondo e terzo perchè di Gabriel non c'è traccia. - Sospirò iniziando a ballare con lui. 

Nel danzare tra le coppie di scholares vestiti con lussuosi abiti da sera, Sophia intravide sua cugina Alexandria che danzava con Justin che, con espressione rilassata e sicura di sé, la faceva volteggiare. 

Riconobbe anche Antony Ross che, fermo vicino a un tavolo del buffet, conversava animatamente con Emily Graville, anch'essa cugina di Sophia, che al momento sembrava molto accaldata tanto da farsi aria con il fazzoletto del cugino. 

I fratelli Eldrige, stranamente, fecero la loro comparsa insieme. 
Il Duca della Chiave salutava tutti i presenti nel tentativo di raggiungere il principe Axel; Stephen invece accompagnava a braccetto e con espressione indecifrabile la bella rediviva Christabel Von Sayn. 

Continuando a danzare lo vide. I capelli neri venivano messi in risalto dalle luci dei candelabri sparsi in ogni dove. Caroline sembrava allegra mentre danzava con suo cugino Gabriel e Sophia quando li vide provò una strana stretta allo stomaco. 
La musica finì e si voltò nella direzione di Gabriel, lui non c'era più. 

–    Sophia adesso tocca a me.- Senza avere il tempo di rendersene conto, si ritrovò nuovamente in mezzo alla pista in compagnia di Julian Lord.

–    Dov'eri finito oggi? - Sbottò, mentre continuava a scrutare la folla alla ricerca del suo fidanzato, ricordando che per tutta l'apertura delle Feriae non era riuscita a vedere il fratello.
Mentre danzava le parve quasi lo stessero facendo di proposito, compariva uno e scompariva l'altro.

–    In giro.

La risata di Fay le giunse nitida e quando si voltò per guardare, si accorse che sua cugina stava ballando con Gabriel.

–    Credo che il tuo futuro marito mi stia semplicemente lasciando il posto.- Le sussurrò all'orecchio Juju.

–    Ti pare da Gabriel? - Guardò il fratello con aria accigliata, e questi rispose con un alzata di spalle e una smorfia senza dire nulla.

–    Devo andare sorellina, ma ti lascio in buone mani. - Esordì di colpo e baciandola sulla guancia Julian si allontanò mentre al suo posto compariva Ashton. 

–    Cosa succede Sophia? - Le domandò il parente.

–    Stuart. 

–    Non lo vedo in effetti.- Rispose il redivivo con un sorriso da far perdere la testa a qualsiasi fanciulla, viva o rendiviva che fosse; a quelle parole Sophia si voltò di scatto scoprendo che Fay stava danzando con Dray, Caroline con Cain e Alexandria con Justin mentre il suo fidanzato era scomparso.



                                                                ***

Triste e amareggita si dirigeva verso la serra. 
Passando davanti alle cucine riconobbe una voce familiare ed entrò.
La lunga tavola era imbandita di leccornie e bottiglie di liquore oramai vuote.
Una pentola, dalla quale si sprigionava un aroma di cannella e anice stellato, era posto sul fuoco a bollire. 
Jordan Vandemberg mangiava svogliatamente un biscotto glassato tipicamente natalizio delle regioni del nord; di fianco a lui l'amico e compare di scorribande Julian Lord intento anch'esso a rimpinzarsi. Insieme a loro Jerome Sinclair, Gilbert Morgan, Stephen Eldrige e Bryce Vandemberg bevevano e giocavano a carte. 
–    Vedo. 

–    Lascio. Stephen credevo di essere tuo amico. - Brontolò Gilbert sconsolato. 

–    Vedo anche io. Sarai un genio, ma non puoi vincere sempre tu.- Aggiunse Bryce.

–    Perchè siete qui? - Domandò Sophia spalancando completamente la porta.

–    Chiudi quella porta non vorrai farci scoprire.- Le urlò contro Jordan, guardandola con un espressione talmente infuriata e spaventata da sembrare quasi posseduto.

–    Farvi scoprire? - Sophia entrò e chiuse rapidamente la porta prima di scatenare ulteriormente l'ira dell'amico.

–    Io mi nascondo da tua cugina Fay. Juju ha ricevuto uno schiaffo da Megan e adesso ha deciso di tenermi compagnia come Jerome, mio fratello non vuole farsi scoprire dall'altro fratello.

–    Non posso ballare tutta la sera con Selina, le altre signore potrebbero infastidirsi.- Puntualizzò Bryce interrompendo il fratello minore.

–    Appunto. Gilbert sta studiando un nuovo attacco a Lara e Stephen ci stà spillando soldi a poker. Tu non dovresti essere con Gabriel? 

–    Dovrei hai detto bene, ma è scomparso.

–    Luce dei miei occhi stanchi, io non posso muovermi da qui pertanto vai nella serra a controllare che nessuna coppietta stia rovinando le mie rose. - Ordinò Bryce alla sua pupilla, che, cercando con tutte le sue forze di trattenere uno sbuffo, salutò tutti con un cenno della mano ed uscì. 


                                                                *** 

La musica che echeggiava  per i corridoi silenziosi e desolati della Reggenza, accompagnò Sophia  fino alla Serra. 

La serra, generalmente silenziosa ed illuminata dalla luce esterna che filtrava dalle grandi vetrate, adesso era rischiarata solo da una flebile luna invernale. Il suono degli archi aveva preso il posto della sua voce che ogni giorno teneva compagnia ai magnifici fiori curati dal suo tutore. Il suo sguardo si posò distrattamente sul giardino: una coppia camminava tenendosi stretta. 

L'uomo era molto alto, aveva possenti spalle e lucenti capelli neri; indossava l'alta divisa nera e oro dell'esercito reale di Altieres e teneva a braccetto una fanciulla. 
Riusciva a vedere i due solo di spalle, ma la camminata sicura di quell'uomo le ricordava Gabriel e quando se ne accorse le mancò l'aria e il panico l'attanaglio.

Si rese conto di tremare per la rabbia che stava provando. Gabriel era famoso per il suo passato, ma le aveva fatto una promessa e non poteva credere che quello fosse realmente lui, nonostante il suo comportamento fosse stato strano per tutta la sera . 
Chiuse gli occhi sentendo le gambe farsi deboli, aveva bisogno di sedersi; quando riportò l'attenzione sul giardino si rese conto che la coppietta era scomparsa.

La sua destinazione, a quel punto, divenne la panchina di pietra bianca che aveva richiesto di far collocare in un punto ben definito della serra. Da quel punto, infatti, la sua voce che leggeva libri strappa lacrime e poesie era udibile fino alla scrivania del suo Tutore oltre che all'interno di tutta la serra.  Aveva insistito fino ad usare le lacrime perché venisse posta esattamente dove diceva lei perché il posto era strategico: ben illuminato e, soprattutto, nascosto alla vista di Bryce e di chi fosse entrato; cosi, quando le capitava di dover leggere cose realmente troppo strampalate, poteva fare tutte le boccacce che voleva senza venir sgridata. Ma il posto strategico di notte diveniva luogo d'incontro per le coppiette che si intrufolavano in quel luogo magico e che, doveva ammetterlo, aveva una grande atmosfera romantica. 

Lentamente si diresse verso la sua panchina nella speranza di non trovarvi nessuno. Dal momento che non poteva stare con Gabriel, sentiva il bisogno di rimanere sola, ma voltato l'angolo vide una figura seduta sulla panchina. 
I raggi della luna illuminavano i capelli neri e la divisa da alto ufficiale di una figura ricurva in avanti. Il respiro le si mozzò in gola nel riconoscerlo e quando questi alzò il viso, un sorriso accattivante e due occhi grigi spietati la guardarono.
 
–    Moen Treseur , finalmente hai deciso di deliziarmi con la tua presenza.- La sua voce: bassa e sarcastica, calma e strascicata condita dall'accento delle loro terre.

–    Da quanto sei qui?- Rispose dopo un attimo di esitazione, presa alla sprovvista dalla sua affermazione.

–    Ti attendo dall'ultimo ballo con Fay. Credevo mi avessi visto. Comunque durante questo tempo ho avuto il piacere di scoprire cosa ti fa leggere il tuo Tutore. - Sventolò il libro, per posarlo nuovamente vicino a lui sulla panchina. - Come ti avevo detto questa mattina, ti volevo tutta per me e ci sono riuscito come puoi ben vedere. - Si alzò, andando verso di lei con un sorrisetto divertito sul volto.

–    Quindi era un trucco quello di scomparire e non ballare con me per tutta la sera? 

–    Un trucco? - Alzò un sopracciglio nel guardarla. - Sofia dovresti saperlo io che odio i tuoi di trucchi quindi non avrei ballato con te per uno scambio.

–    Ti stavi vendicando quindi? - Senza risponderle le prese una mano e le fece un mezzo inchino.

–    Posso avere l'onore di questo ballo, mia futura sposa? - Abbassò leggermente lo sguardo su di lei che gli sorrideva e la prese per mano iniziando a danzare in mezzo alla serra.

–    Volevo aiutare Fay, non vedo cosa ci fosse di sbagliato. - Brontolò iniziando a volteggiare,  attenta a non toccare le piante. 

–    Moen Treseur, non ti pare di aver già combinato abbastanza guai con nostra cugina? - Sorrise divertito e l'avvicinò di più a sé. - Inoltre è mai possibile che dobbiate coinvolgere me nei vostri giochetti?
 
–    Era solo un ballo! - Borbottò Sophia appoggiando la guancia contro la sua spalla.

–    Il pulcino avrà i suoi buoni motivi per non ballare con lei e a Fay passerà, come sempre. 

–    Non avrei mai creduto che gli archi si potessero sentire fin qui. - Sospirò Sophia sollevata nel trovarsi finalmente tra le braccia di Gabriel a ballare e cercando di dimenticare quanto aveva visto prima in giardino. Aveva temuto qualcosa di impossibile e  non voleva più pensarci.

–    Neanche io considerando che generalmente non metto piede qui, se non in rari casi, ma devo dar ragione al tuo Tutore.

–    Bryce? - Alzò gli occhi per incontrare i suoi grigi e freddi che la guardavano con aria di sfida.

–     Lui mi ha suggerito di ballare qui con te. Ha brontolato qualcosa riguardo alle coppie e al romanticismo che poteva danneggiare la sua salute, cosi ci ha lasciato la Serra. - Sussurrò avvicinando le labbra alle sue prima di baciarla e stringerla ancora di più a sé. - Direi che è giunta l'ora di riportarti a casa. 

–    Ora? - Domandò Sophia riaprendo gli occhi dopo quel bacio, senza riuscire a comprendere.

–    Le carrozze sono pronte qui fuori, dobbiamo andare. 

–    Gabriel è possibile che prima abbia visto qualcuno uguale a te, che camminava nel giardino. Domandò mentre quel pensiero molesto tornava a far capolino nella sua testa.

–    Possibile. Tutti i soldati di Altieres indossano l'alta uniforme. - Si avvicinò al suo orecchio per aggiungere.- Compresi i soldati di Aldenor che però non verranno con noi. - Ammiccando le fece strada fino all'esterno della Reggenza per partire verso Altieres.

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