Dottore, abbiamo un problema

di Martina_Yuki
(/viewuser.php?uid=407191)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il solito martedì da suicidio ***
Capitolo 2: *** Il neo-supplente ***
Capitolo 3: *** ELMEM ***
Capitolo 4: *** Quando è tempo di tornare a casa ***
Capitolo 5: *** Dimenticanze ***
Capitolo 6: *** Brividi, aiuti e un grosso estintore ***
Capitolo 7: *** Drastiche misure di sicurezza ***
Capitolo 8: *** La cattura imminente ***
Capitolo 9: *** L'ultimo saluto ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il solito martedì da suicidio ***


Come al suo solito, dopo essere scesa dal pullman, la ragazza dal cappello morbidoso s'incamminò sul marciapiede vicino alla siepe che circondava tutta la sua scuola.
Non avendo niente di meglio da guardare, osservava le scarpe della gente che passeggiava intorno a lei. Di certo la voglia di attraversare il cancello che portava alla sua “prigione” mattutina era pari a zero.
Sarebbe stato   fantastico  se le fosse accaduto un miracolo per cambiare quella vita noiosa.
Ovviamente il cervello elaborò la domanda immediatamente e come risultato ottenne una risposta del tipo: ”È inutile che ti illudi, perché oggi sarà un giorno come un altro e di miracoli non ne vedrai nemmeno l'ombra.”
Cacchio, che cervello simpatico, pensò tra sè la ragazza, scuotendo la testa.
Aveva ormai attraversato il cancello, e i suoi occhi erano ancora puntati sul terreno, incerti se cambiare posizione oppure alzarlo verso gli altri.
Mh... no.Meglio lasciarlo li dov'è.
Lo sguardo incrociò diversi tipi di calzature, che commentava silenziosamente. Wow, scarpe da ginnastica gialle con strisce nere. Ballerine nere: troppo classiche. All Stars verdi... Oh, e delle Converse con su delle scimmie.
Ah, e anche delle Converse rosse!
Ovviamente, il suo pensiero andò subito al Dottore.
Ma forse era solo troppa suggestione.
Mancavano pochi passi prima che arrivasse a sbattere contro la porta d'ingresso; alzò quindi il viso e allungò la mano per aprire la porta.
Ma di colpo, si fermò a metà del gesto, perché lo sguardo cadde sul riflesso della persona con le Converse rosse.
E no: non era di certo uno studente, e nemmeno una studentessa.
Era un uomo, piuttosto alto e magro, con una pettinatura strana e un cappotto lungo e marrone.
La ragazza fece uno scatto talmente improvviso che per poco non cadde sulla cartelletta contenente i suoi preziosi disegni.
L'uomo si  girò verso di lei, e i due rimasero per qualche secondo a fissarsi, prima che lei non cominciasse a balbettare cose a caso e che lui, sorridendo, le chiedesse: -Tutto bene?-
Lei non rispose subito alla domanda, anche perché aveva la sensazione che il suo cervello le stesse colando da un orecchio.
Quando finalmente ricollegò tutte le rotelle in testa, riuscì a pronunciare quel fatidico, bramato, fantastico nome:
-DOTTORE...?!-
-Oh sì, sono io in persona!-esclamò lui, sorridendo di nuovo e tirando fuori una banana da una tasca. -Ricorda, porta sempre dietro una banana! Le banane sono buone!-
E ciò detto, cominciò a mangiarla.
Nel frattempo, nell'estasi la ragazza notò con la coda dell'occhio una cosa che attirò la sua attenzione: nel parcheggio della scuola s'intravedeva una cosa blu. Una cabina telefonica.
Era il TARDIS.
Eccolo lì. Il miracolo.
Ritornò a guardare il Dottore, cercando di fare mente locale su quello che le stava succedendo.
Si trovava nel cortile del liceo, erano le otto meno un quarto ed era marzo.
E di fronte a lei si trovava il Dottore, intento a mangiare una banana. Mancava solo che fosse apparso pure un Dalek e probabilmente sarebbe svenuta.
-Co... Com'è possibile che tu sia qui? Non dovresti essere reale! N-Non che la cosa mi dispiaccia...-
L'ultima frase la disse quasi bisbigliando, affondando poi il viso nella sciarpa.
-Sì, beh, a quanto pare il TARDIS si e' come infilato in un'apertura nello spazio che mi ha portato qui, in un mondo parallelo. E, in teoria, questa cosa non dovrebbe essere possibile... Ma se c'è una fessura significa che qualcuno l'ha creata. Chi sarà questo simpaticone? Sono pure in un mondo dove non esisto! Questa situazione è... elettrizzante! - commentò sorridendo, forse più a se stesso che per la ragazza che aveva di fronte.
Ecco, tipico del Dottore: più una situazione è complessa, più lui si diverte.
Ed era anche divertente guardarlo mentre parlava e faceva tutti i suoi discorsi, che più che logici, sembravano un miscuglio di pensieri e ragionamenti complessi.
-Molto bene!-. cominciò lui, camminando in avanti, con lei che lo seguiva a ruota, quasi fosse sotto un incantesimo. -Andiamo a cercare la persona che ha creato questa fantastica fessura, cara la mia... la mia... ma chi sei tu? -
Si fermò e si girò a guardarla con aria interrogativa, come se si fosse accorto solo in quell'istante che un essere umano gli stesse camminando vicino.
-Ah... giusto! Iris!-
-Molto bene, Iris! Allons-y!!-
Ripresero a camminare, dirigendosi verso il TARDIS; ma dopo pochi passi, Iris si accorse che nel frattempo era arrivato anche il pullman delle otto meno cinque, da dove stava scendendo un sacco di gente, tra cui Lara, una sua amica, che a differenza di lei aveva i capelli di un castano chiaro completamente ricci, chiusi in una coda.
-Aspetta, Dottore!- disse all'improvviso, fermandosi sul posto.
-Che succede?-
-C'è... una persona che vorrei che venisse con noi, se non è un problema. Si chiama Lara e dovrebbe arriv...-
Iris si volse in cerca del viso di Lara, ma si accorse che lei l'aveva già individuata.
E che, soprattutto, aveva già notato lui.
Prima rimase a fissarli incredula; poi, lentamente, cominciò ad apparire un sorriso sulle sue labbra mentre correva verso la sua amica e il Dottore.
Iris non fece in tempo a dire nulla che Lara aveva già imprigionato il Signore del Tempo in un abbraccio.
-DOTTORE!!!-
Lui venne quasi travolto da quel gesto d'affetto incondizionato e con non poca fatica riuscì ad articolare una frase coerente.
-...E quindi lei sarebbe Lara, giusto?- disse rivolgendosi a Iris, che osservava la scena allibita.
-Eh... sì... scusala. Di solito non è così.-
-Oh, no! Non importa, tranquilla! Mi stavo solo chiedendo come facciate a conoscermi. Soprattutto lei.- sottolineò, indicando Lara che ancora lo abbracciava stretto. -Sembra che ci conosciamo da una vita...! Ma io non vi ho mai viste!-
-In effetti... dal tuo punto di vista è abbastanza strano.- rispose assorta Iris. Poi, guardando Lara ancora incollata al Dottore, aggiunse: -Potresti anche lasciarlo andare, sai?-
-Oh... già, è vero... Scusami Dottore.-
Le guance della castana si colorarono di un rosso acceso per l'imbarazzo. Abbassò la testa, fissandosi i piedi con insistenza e costringendosi a non alzare lo sguardo, per nulla al mondo.
-No, nulla! Allora, dove eravamo rimasti...? Ah, sì! Allons-y!!-
Il Dottore fece qualche passo in avanti, ma si fermò quasi subito, per poi ritornare indietro e fermarsi nell'esatto punto dove era prima.
-Per caso ti va di accompagnarci, Lara?-
Lei alzò di scatto la testa. Per fortuna il rossore era già sparito.
-Mi... Mi piacerebbe molto...-
-Allora, Iris, Lara, andiamo!-
Erano ormai di fronte al TARDIS, semi-nascosto in un angolo, addossato al muro dell'edificio e circondato da auto. Nessuno sembrava averlo notato, fortunatamente.
Il primo ad entrare fu, ovviamente, il Dottore, che lasciò alle due la porta aperta.
-Iris, ho appena abbracciato il Dottore e stiamo per entrare nel TARDIS!- gongolò la nuova arrivata.
-Improvvisamente non voglio più andare a casa!-
-Oooh,non ce la faccio più ad aspettare!- in un impeto di gioia, Lara prese Iris per una manica e la obbligò ad entrare nella Macchina del Tempo.
Nonostante le due ragazze fossero già a conoscenza che l'interno della macchina fosse più grande dell'esterno, non riuscirono a trattenere esclamazioni di stupore.
La stanza circolare era davvero grandissima. La console al c'entro brillava di una dolce luce azzurra.
I cilindri di vetro al suo interno erano immobili, ma si sarebbero mossi presto. La passerella in ferro faceva scorgere i fili e i meccanismi sotto di loro, che facevano muovere quella splendida macchina.
Lara e Iris erano rimaste a bocca aperta, mentre i loro occhi si spostavano qua e là per la sala comandi.
-Oh. Mio. Dio... Iris, siamo nel TARDIS!!! Siamo VERAMENTE NEL TARDIS!!! -
-Lo so! Lo so! È  fantastico!-
Il Dottore, che era rimasto vicino alla console, al vederle entrare sul suo viso cominciò a formarsi un sorriso per la reazione delle due.
-Niente da dire, ragazze?-
Si era appoggiato alla console, incrociando le braccia e accavallando le gambe.
-No.- risposero le due in coro, mentre ancora si tenevano per le braccia improvvisando un balletto. -Possiamo partire?-
Lui le guardò, abbastanza sconvolto. -Non... avete nulla da dire riguardo al fatto che... all'interno è più grande?-
-Si, ce ne siamo accorte. Ma anche le tue tasche sono più grandi all'interno, no? Dov'è il problema?-
Al Dottore caddero le braccia, sentendo quelle parole dette da Lara con cosi tanta noncuranza. Questa volta furono le due ragazze a sorridere beffardamente per la reazione del Dottore, e dopo aver posato le cartellette e le borse di fianco all'ingresso si avvicinarono alla console.
-Volete spiegarmi come fate a conoscermi? E anche perché, tu... -  sottolineò, indicando Iris. -... hai affermato che io 'non sono reale'.
 
Fu in quel momento che la terza ragazza dell'Ave Maria superò il cancello d'ingresso e si avviò trotterellando verso la parte della scuola.
Erano le otto e cinque, e la tipetta moccolosa stava gongolando tutta nel pensare alle facce sorprese che avrebbero fatto Iris e Lara nel vederla così presto. Stava per entrare quando l'occhio le cadde su un dettaglio che la fece bloccare.
Aveva davvero visto...?
Indietreggiò scrutando nello scarso verde che attorniava il parcheggio, e si illuminò a lampadina quando ebbe la conferma di ciò che stava cercando.
Era vero! Era lì!
Il TARDIS!
Fregandosene amabilmente del suo - per una volta - anticipo, si avvicinò a canguro alla macchina, ammirandone con gli occhi sbarluccicosi ogni dettaglio.
Era come nelle immagini che le aveva mostrato Lara!
Allungò una mano per aprire l'ingresso di quella meraviglia; ma all'ultimo si bloccò.
Oh, cielo. E se fosse stata solo soggezione? In fondo, era in un telefilm... Se non fosse stato il VERO TARDIS?
-E se facessi una figura del cavolo?-
Rimase ferma a fissare la porta per un lungo momento.
Poi, l'idea.
Sorridendo gongolosa, alzò la mano chiusa a pugno e prese a batterla contro la macchina, accompagnando con un alto: -HEIII! Devo telefonareeee!!-
 
-... Allora Dottore, dopo questa  fantastica  spiegazione possiamo andare da qualche parte?Ti preeego...-
Ovviamente Lara non aveva minimamente ascoltato un tubo di quello che aveva detto Iris, troppo ansiosa di partire per nuovi pianeti.
-Lo farei immediatamente se non fosse che...-
-HEII! Devo telefonaree!!-
Un urlo improvviso e vari colpi proruppero nella cabina da dietro la porta, facendo voltare tutti e tre verso l'ingresso, increduli sull'esclamazione appena sentita.
Siamo nel ventunesimo secolo e in Italia: come puoi voler chiamare qualcuno alle otto di mattina, in una cabina della polizia inglese? Per di più semi-nascosta in un parcheggio di una scuola.
Era evidente che fosse una scusa...
Il Signore del Tempo si avvicinò alla porta e, aprendola, si ritrovò davanti una ragazzina riccioluta, imbacuccata dalla testa ai piedi, con in volto un'espressione da ebete alla vista del Dottore.
Quest'ultimo rimase a fissarla.
-Ti serve... un telefono..?-
Da dietro di lui apparvero le due teste di Iris e Lara, che nel frattempo l'avevano raggiunto, incuriosite.
-Chi è Dottore? ... Oh, ma sei tu, Alex!!- Lara si buttò in un altro abbraccio stritolante sulla nuova arrivata. -Abbiamo trovato il Dottore!! Non è  fantastico ?!-
-Sì, è stupendo!- esclamò la bionda, sbatacchiando le palpebre tutta contenta. I suoi occhi  bruni passarono curiosi sulla figura del Dottore.  -Ma è proprio quello vero?- domandò infine. -Non... una bambola gonfiabile, o qualcosa del genere?- e per accertare la sua (stramba) teoria, iniziò a pigiare piano sulla pancia del Dottore.
Lui si scostò appena, rientrando nel TARDIS.
-Sapete... voi siete gli umani più bizzarri che abbia mai incontrato. Altro che gli alieni!-
-Devo prenderlo come un complimento o cosa?- domandò Lara, incrociando le braccia e fissando il Signore del Tempo.
-Ovviamente è un complimento!- gridò Alexandra, gli occhi che ancora luccicavano mentre prendeva a saltellare tutta felice. -O almeno, lo è per me!-
Lui la guardò abbastanza scettico, ma non approfondì oltre, voltandosi nel TARDIS e raggiungendo a grandi passi la console, seguito da Iris.
-Allora! Sicuramente vorrai aggiungerti al gruppo, vero? Come hai detto che ti chiami?-
-Alexandra, Dottore! Anche chiamata Benedict, Kowalski o solo Ski! - rispose prontissima la ragazza.
-Benedict... Conoscevo un tipo con questo nome... - mentre ricordava, il Dottore si aggirava tra i vari comandi del TARDIS, premendone a volte qualcuno. -Oh già, ricordo! Stavamo scappando da un gruppo di coccinelle giganti e quando ho tirato fuori il mio cacciavite sonico per aprire una porta che ci bloccava la fuga, ha osato lamentarsi perché produceva un sibilo 'irritante'. No dico, ha osato insultare il mio fantastico cacciavite!  Forse avrei dovuto lasciarlo in pasto a quegli insetti...-
Mentre il Dottore raccontava, Lara era entrata nel TARDIS. Non fece in tempo a muovere due passi verso il gruppo di persone di fronte a lei che il Dottore la fissò.
-Non ti sei dimenticata niente?-
Lei si guardò da capo a piedi ma non notò nulla di strano.
-No. ...Non credo, almeno.-
Il Dottore la fissò ancora e poi con la mano destra indicò dietro di lei.
-La porta. Non vorrei che qualcuno di voi finisse spiaccicata su qualche strada... sperando poi che il TARDIS parta!-
-Cavolo, hai ragione!- Lara fece immediatamente dietro front e si affrettò a chiudere lo sportello, ansiosa di poterlo riaprire poco dopo per vedere chissà quali luoghi. Chiusa l'uscita attraversò velocemente la passerella per raggiungere le amiche, che, come lei, erano ansiose di viaggiare.
Il Dottore finì di passare da un comando all'altro fermandosi sulla leva principale che avrebbe azionato tutto il motore.
-Molto bene allora. Lara, Alexandra, Iris... Vediamo se questa ragazza funziona ancora!-
Lui guardò sorridente le ragazze mentre abbassava la leva. La cabina venne percossa da uno scossone che però, fortunatamente, non fece cadere nessuno dei quattro che si erano subito attaccati a qualcosa, consapevoli di come avveniva ogni partenza della macchina.
Una scossa e poi un'altra, seguita da una serie di scoppi di alcuni fili elettrici e dal fumo che pervase la sala comandi.
Il TARDIS si era fermato.
Tutte e tre le ragazze rimasero in silenzio, mentre sventolavano le mani per spazzar via tutto quel fumo e aspettando un segnale da parte del Dottore. Ma fu Iris a dire qualcosa per prima.
-Ma... ci siamo mossi? Sbaglio o solitamente il TARDIS non fa tutto questo casino?-
Lui, che nel frattempo aveva ricominciato a controllare i comandi borbottando fin da subito frasi di disapprovazione per la reazione della cabina, non alzò nemmeno la testa per rispondere alla ragazza, troppo attento a cercare una spiegazione anche per se stesso.
Non si accorse nemmeno di quello che gli dissero Iris e Alex tre secondi dopo, realizzando il ritardo le loro parole.
-Come Lara è uscita?! Ma io non ho detto a nessuno di farlo! Non so nemmeno se siamo atterrati da qualche altra parte!-
Alexandra e Iris stavano per replicare alle parole del Dottore, che piuttosto agitato si stava dirigendo verso l'uscita quando vide Lara rientrare mogia mogia con una faccia tristissima. Richiuse la porta dietro di sé appoggiandocisi, mentre metteva le braccia conserte e facendo apparire in volto un enorme broncio.
Alexandra, Iris e il Dottore la guardarono, preoccupati che le fosse successo qualcosa.
-Lara, che è successo là fuori?- le chiese il Signore del Tempo.
-Dottore...-. Lara alzò lo sguardo, che era sempre più triste da sembrare quasi che volesse piangere da un momento all'altro. -SIAMO ATTERRATI ESATTAMENTE DOVE E QUANDO ERAVAMO PRIMA!-
-È questo il problema?! Io pensavo ti fosse successo qualcosa di grave! -
-Ma Dottore, questa cosa È grave! Insomma, io voglio viaggiare!-
L'espressione di Lara divenne supplichevole, con due occhi sbarluccicanti, simili a quelli del Gatto con gli stivali di Shrek. Difatti ebbero lo stesso effetto sul Dottore, che lentamente fece svanire la sua faccia severa per far apparire un sorriso, segno che aveva perdonato la ragazza.
-Viaggiare nel Tempo non è sempre facilissimo, sai?-
-No?-
-No.- lui si voltò verso la console che ancora emetteva una debole scia di fumo grigio. Appoggiò una mano sul vetro, muovendola piano. -Ragazza mia... Cosa ti è successo?-
A quel punto Alexandra si schiarì la voce, attirando l'attenzione su di sé.
- Dottore... Non è semplicemente scarico?-
-È esattamente quello a cui stavo pensando! Non ricordavo che viaggiare per i mondi paralleli portasse via così tanta energia... Quindi ora ne devo trovare una! Certo... certo. Certo! Ok... Va bene! Vediamo un po'... -
Il Signore del Tempo si fermò davanti allo schermo della console raggiunto istantaneamente dalle ragazze che gli si accoccolarono intorno, fissando lo schermo.
Questo riportava un'immagine tridimensionale della Terra percorsa da paralleli e meridiani azzurri.
-Vedete?-
-Cosa?- chiese Iris, nel modo più ovvio possibile.
-Che cosa stiamo guardando, secondo te?- poi riprese, senza aspettarsi una risposta. -Questa è la vostra Terra. No, non c'è nessun posto, in tutto il pianeta, che abbia energia per ricaricare il TARDIS.-
Il Dottore rimase con lo sguardo fisso sullo schermo mentre le tre ragazze si guardavano perplesse.
-No, aspetta. Hai detto 'nessun posto'? Stai dicendo che sei bloccato qui?! Ci deve pur essere qualcosa che possa riattivare la macchina!-
-Si, infatti!- disse Iris decisa.
-E' impossibile che non ci sia nemmeno una fonte d'energia su questa Terra! Quindi, caro Dottore, preparati all'idea di averci attorno perché abbiamo tutta l'intenzione di aiutarti!- concluse Alexandra, con sguardo fiero e con le braccia incrociate.
-Devo dedurre che l'idea di risolvere questo problema da solo sia da escludere... anche perché non mi sembrate quel tipo di persona che si lascia convincere facilmente. D'accordo allora. -.  Fece uno scatto e cominciò a dirigersi verso la porta. -Dobbiamo organizzarci. Se c'è una possibile energia noi la troveremo!-
Uscì dalla porta e cominciò ad avviarsi sulla strada principale, di fianco al liceo, seguito dalle tre tipette gongolanti che si resero conto solo poco dopo che l'avventura con il Signore del Tempo doveva aspettare. La scuola le attendeva.
La prima ad accorgersene fu proprio la ragazza più svogliata del gruppo, Iris, che si bloccò di colpo facendo fermare l'intera combriccola.
-Ehm... Alex, Lara... Ci stiamo dimenticando di un piccolo problema: non possiamo saltare la scuola, ci scoprirebbero i nostri genitori e finiremmo nei guai! Che si fa?-
Erano già le otto e dieci ed entro cinque minuti sarebbero dovute essere in classe e rimanerci per l'intera mattinata, e anche il pomeriggio.
Il solito martedì da suicidio.
Tra le ragazze salì una certa tristezza e depressione mentre decidevano sul da farsi, cercando di ricordarsi dove avevano lasciato le loro cose, ovvero borsa e cartelletta. Ma fu il Dottore a riportare una speranza fra le tre studentesse sfortunate.
-Giusto Iris! La scuola! Non preoccupatevi, andate pure che io starò nei dintorni.-
-Resterai nei dintorni? Vuoi dire che c'è una possibilità che ci sia un'energia qua attorno?- chiese entusiasta Alexandra.
-No, affatto.-
-Ma come?!- esclamò delusa Lara.
-Resterò nei dintorni e probabilmente entrerò anche nella scuola, cosa che volevo già fare prima di incontrare Iris, per capire perché questa fessura sia stata aperta proprio qui e magari trovare il responsabile. E a questo punto, una volta trovato, posso anche vedere se ha un'energia che posso usare per il TARDIS. -
-Ah, ecco perché eri lì davanti! Beh, se è così ci conviene andare in classe, anche se preferirei di no, visto il mortorio che ci aspetta!- Iris, con un'evidente svogliatezza, dopo essere rientrata nella cabina con le altre due, si rimise in spalla la cartella e ritornate davanti all'ingresso salutarono il Dottore, già speranzose all'idea di ritornare con lui e poterlo finalmente aiutare a far viaggiare la cabina.
 
Era ormai pranzo, dopo cinque ore di impazienza e agitazione durante le quali, per la maggior parte del tempo, le ragazze erano state distratte, continuando a sbirciare fuori dalla finestra e dalle porte in cerca del Dottore.
Ora che erano al piano terra, a mangiare di gusto i loro panini, attendevano solo un segnale da parte del Signore del Tempo, per potersi poi attivare alla fine di quelle poche ore che portavano alla fine della giornata scolastica.
Un segnale arrivò, ma non dal Dottore. Fu invece una bidella, che annunciò la mancanza della lezione di ginnastica delle ultime due ore.
Serve a poco dire la reazione delle tre: urla di contentezza e un ennesimo abbraccio da parte di Lara, sia per Iris che per Alexandra.
Avevano ben due ore da poter passare con il loro Dottore preferito.
Ora, bisognava solo trovarlo. 

Note Autore 

Yuki: Saalve!! Vi faccio i miei complimenti per essere arrivati fin qui, alle Note d'Autore, e vi ringrazio per aver letto il primo capitolo di questa storia!xD
Ogni volta che rileggo questa prima parte penso: -E pensare che era iniziata come una storia seria... <_<" -

Gallifrey_96: Ciao!! Non posso fare altro che ringraziare per aver cliccato su questa storia! Il solo fatto di ricevere delle visualizzazioni anonime è fantastico! ^_^

FluffyJpeg: Hey there! Sono la terza incomoda che si è aggiunta di soppiatto. Le vere esperte sono le altre due, quindi sono una mera imbucata.

Yuki: Io esperta? Pff, non scherziamo. .__.

Gallifrey_96: Va beh, allora. Mi prendo io tutto il merito. V_V

FluffyJpeg: Ma che modesta! E io intanto mi sono dimenticata di ringraziare i cari lettori, sono un mostro! D: *si nasconde in un angolino*

Gallifrey_96: Guarda che siamo su un palco...

FluffyJpeg: ...Ah. *si nasconde dietro Gallifrey*

Yuki: Ookay, ritorniamo alla storia.
Come avrete notato nella storia, usiamo dei nomi comuni ma in realtà dovete sapere che non sono i nostri veri nomi! BWAHAHAH!!!

FluffyJpeg: Non che sia difficile da capire nel mio caso, visto che mi chiamo come il cattivo di Amnesia al femminile.
Alexandra rulez!

Gallifrey_96: Tanto vale spiegare che io sono Lara, Yuki è Iris e come avrete già capito Fluffy è Alexandra.

FluffyJpeg: Il mio nome è più altisonante dei vostri messi insieme! AHAHAH!

Yuki: Sì ma... qui stiamo scrivendo un altro capitolo! Quindi direi di concludere qui le Note d'Autrici e speriamo di rivedervi nel prossimo capitolo!!

Tutti: CIAOO!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il neo-supplente ***


 

Non servì molto tempo per riuscire a rintracciarlo.

Lo trovarono in segreteria, intento a discutere con una donna su quale classe si sarebbe dovuto occupare. In meno di una mattinata si era introdotto nella scuola, fatto passare per un supplente di fisica e grazie alla sua carta psichica convinto il preside a farlo cominciare a lavorare già da subito.
Chissà cosa diavolo ci aveva letto il direttore sulla carta...

-Senta, Signor Smith, non capisco questa voglia di lavorare fin da subito. Non lo so se c'è qualche classe vuota disponibile. D'altra parte deve capire che ci sono professori e supplenti che hanno maggior diritto di lavorare rispetto a lei che è appena arrivato.- rispose la segretaria acida con in volto uno sguardo piuttosto annoiato, evidentemente stufa dell'insistenza di quell'uomo che non aveva nessuna intenzione di cedere.

Quest'ultimo fece roteare gli occhi, anch'esso scocciato dalla testardaggine di questa donna.
-Senta, signora. Non so più come dirglielo: ho bisogno di trovare una classe. Andiamo, ci sarà qualcuno assente! Quanti professori ci saranno in questa scuola? Una trentina? Di più, forse. Ed è impossibile che siano tutti presenti. Non può proprio dare un'altra controllata?-
-Ho già controllato e non mi risulta nessuna assenza, 'Signore'.-
Il Dottore stava per replicare ancora una volta, quando venne interrotto da una voce familiare.
-Scusi, se vuole la nostra classe, per queste ultime due ore di lezione, siamo senza professore.- un' Alexandra sorridente fece apparire uno sguardo scoraggiato sulla segretaria e un sorriso vittorioso sul Signore del Tempo.
-Beh, 'Signora', a quanto pare qualcuno di assente c'era. Con permesso...- si allontanò dalla segreteria per ricongiungersi al gruppo delle tre ragazze. -Allora, chi devo sostituire?-
-Ginnastica! A quanto pare il prof non sta bene. Che peccato...- rispose ironicamente Iris.
Il Dottore sorrise. - E voi cosa ci fate fuori dalla vostra aula?-
-Siamo venute a cercarti. Volevamo sapere dov'eri.- disse Lara.
-Ehm... sbaglio o non potete?-
Le tre studentesse lo guardarono imbarazzate.
-Noi... No. Ecco... Non dovremmo...-
-Va beh. Tanto siete con me, no? Qual è il problema? Sono un professore adesso! Un adulto serio e responsabile!-
Iris e Lara lo guardarono, scettiche.
-Allora? Cosa avete da guardarmi così?-
-No, niente.- risposero in coro. Forse un po' troppo velocemente.
-Ehi! Siamo arrivati!- Alex riportò tutti con i piedi per terra.
Il Dottore e le tre ragazze si fermarono di fronte all'aula.
-Bene. Siamo pronti allora! Si va!-
L'uomo aprì la porta e con un passo varcò la soglia, seguito da Lara, Iris e Alexandra.
Le facce delle tre erano a dir poco esaltate, soprattutto quella di Lara e Iris, che con un gran sorriso si andarono a sedere ai propri posti mentre il loro nuovo supplente si sistemava sulla cattedra, sedendoci sopra.
-Buongiorno a tutti, ragazzi! Mi chiamo John Smith, insegno matematica e fisica e sarò il vostro supplente per le prossime due ore.-
-Buongiorno prof...- disse in un perfetto coro angelico la classe.
-Allora ragazzi... avete qualche compito da fare?- chiese scendendo dal tavolo e accomodandosi sulla sedia per poi alzare le gambe e appoggiare le scarpe sulla scrivania.
La classe rispose con diversi 'Sì' e 'No', mentre una mano di un'alunna si alzò attirando l'attenzione del Dottore.
-Prof?-
-Sì? ...Come ti chiami?- disse spostando le gambe dalla cattedra e aprendo il registro.
-Arianna Rossi... Volevo chiederle: lei è inglese?-
-Eh... Non esattamente. Ma a proposito di nomi, facciamo l'appello!-
Finito l'appello gli alunni si divisero in diversi gruppi per fare dei compiti o per chiacchierare sottovoce. A quel punto Lara alzò la mano, cercando l'attenzione del professore che si voltò sorridente verso di lei.
-Dott-... No. Cioè... Volevo dire, prof? Possiamo chiederle un aiuto su un problema di fisica?-
-Certo, venite pure!-
Le ragazze si alzarono dal loro banco e raggiunsero, gongolando, la cattedra, portandosi dietro le loro sedie.
-Allora! Qual è il problema? Dovete cercare la somma del quadrato di un operazione quantistica, magari di terzo grado? ...Quelle sì che sono difficili...- si fermò un attimo a guardare le loro facce, leggermente sconcertate. -Voi... non fate queste cose... Vero?-
-No...- rispose Alxendra.
-Ah, peccato. Sarebbe stato divertente. Allora, in cosa vi devo aiutare?-
-In realtà nulla, volevamo solo sapere come vanno le ricerche!-
-Le ricerche?-
-Sì, le ricerche.-
Questa volta fu lui a guardare loro con curiosità.
-Ehm... Quali ricerche?-
-Dovrai pur trovare un modo per ritornare indietro! Non dovevi cercare l'energia per ripartire?-
-Ooh... Quelle ricerche...! No, veramente non ho fatto nulla. Troppa gente in giro. Ma quanti ragazzi ci sono in questa scuola? Un migliaio? Cavoli, siete in tantissimi!
-Sì... In effetti siamo in molti...-
-Comunque dovevi fare delle indagini, secondo me.- spiegò seria Lara. -Cos'hai fatto per tutta la mattina?-
-Tra le varie altre cose mi sono fatto un'idea della scuola e degli insegnanti. Tutti molto cordiali, devo dire...- si perse un attimo nei suoi pensieri.- Comunque pensavo di portare avanti le ricerche con voi. Così non mi perdo in questo Universo.- disse sorridendo il Signore del Tempo.
La faccia leggermente corrucciata di Lara si addolcì.
-Oh... Io non pensavo che tu... Insomma... Scusami per poco fa.-
-Ma figurati! Non lo sapevi, no? Quindi sei perdonata! A proposito... Mi avete detto che il vostro professore di motoria è malato, a io prima l'ho visto in aula professori. E stava benissimo!-
-Ah. Ma come...? Come fai a sapere che era lui il nostro professore? Lo conosci?- domandò Iris.
-No.- rispose con un sorriso. -Ho solo fatto due più due.-
-Quattro!- ribatté Alexandra.-
-Ma state dando i numeri?-
Lara si voltò sconcertata verso il Signore del Tempo.-Dottore...! Ma che battuta è?!-
Il Dottore stava per risponderle ma la sua attenzione venne attratta dal silenzio calato nell'aula.
Tutta la classe li stava fissando perplessa.
Fu il neo-professore a rompere il silenzio. -Ehm... Qualcosa non va? Per caso siete interessati anche voi alla soluzione del mistero cosmico per eccellenza?-
-Sarebbe?-
-...Due più due, ovviamente.-
-Quale mistero! Fa quattro!!- si levò acida la voce di un'alunna dal fondo della classe.
-Beh, Deborah, moltissime persone pensano che due più due faccia quattro. E si rifugiano in questa falsa conoscenza. Ma in realtà, da un punto di vista non lineare e non soggettivo, potrebbe anche non fare quattro!-
Dopo questo fiume di parole, la classe riprofondò in un silenzio perplesso. Tutti guardarono il nuovo supplente come allucinati; tutti, tranne le tre del' Ave Maria: Lara e Iris ripetevano a coretto le parole del Signore del Tempo, mentre Alex prendeva appunti sul palmo della propria mano.
Non ci fu nessun'altra interruzione da parte degli alunni, troppo sconcertati per replicare o chiedere ulteriori spiegazioni, le tre ragazze quindi poterono tornare al loro discorso con il Dottore,(problema del due più due a parte).
-Okay, dopo questa... interruzione, possiamo tornare ai veri problemi: l'energia per il TARDIS e il perché dell'assenza del professore di motoria. Per dirci una bugia, ovvero che non stesse bene, deve essere successo qualcosa che non vogliono dirci, giusto?- chiese Lara, ancora un po' divertita dalla scenetta comica avvenuta pochi secondi prima.
-Esatto Lara, e noi scopriremo cosa non vogliono dirci. E ad essere sincero non so se sperare che sia una cosa aliena o un semplice contrattempo. E se è la prima teoria dobbiamo preoccuparci dopo la spiegazione di come funziona questo mondo parallelo. Come il fatto che ci sia un altro me che non è realmente me ma interpreta il mio ruolo. Appena riesco a riaccendere il TARDIS voglio proprio incontrarlo!-
-Mi sono persa qualcosa...? Quale spiegazione?-
-La mia spiegazione. Cavolo, ci eravamo dimenticati di dirtelo! Devo proprio ripetere tutto? Lara... potresti fare un riassunto?-
-Che?! Perché io? Sei tu che l'hai fatto, mica io!-
-E dai... Io non ho voglia di ripetere tutto da capo...-
-Va bene. Va bene!- fece un respiro profondo e cominciò a parlare.- Allora, semplicemente abbiamo riferito al Dottore che qui, lui, non esiste, se non come attore e protagonista di una serie televisiva inglese. Di conseguenza, nel nostro mondo, non sono mai realmente avvenute le varie invasioni aliene avvenute invece nella realtà del Dottore.
Ah, e se non ricordo male, abbiamo anche specificato che su questa Terra non accadono quasi mai fatti con alieni o altro, che noi sappiamo...- rimase un attimo immersa nei suoi pensieri, con Alexandra che la guardava, attenta a non perdersi neanche una parola. Iris che aveva uno sguardo perso nel vuoto, ancora incredula sulla situazione e il Dottore che leggeva delle scartoffie.
Alla fine la ragazza si rese conto di non aver ascoltato l'intero discorso che Iris aveva fatto nel TARDIS. Si rivolse verso l'amica in cerca d'aiuto, facendola ritornare sul pianeta Terra.
-Iris... che altro hai detto nella cabina?-
-...Eh? Ah,sì! Io non ho detto più niente, è il Dottore che ci ha spiegato che il TARDIS è arrivato in questo mondo parallelo attraverso una specie di fessura nello Spazio e che è evidente il fatto che qualcuno l'abbia creata.-
-Giusto, Lara.- la interruppe il Signore del Tempo che fino ad allora era parso distratto. -Qua ci ricolleghiamo sul perché sono qui. La persona o l'essere che ha fatto quel taglio deve essere da queste parti, attento probabilmente a vedere cosa potrebbe attraversare la fessura.
Questa mattina mi sono infiltrato nel liceo e ho fatto qualche studio sui professori, bidelli o chiunque abbia interagito con la scuola sia internamente che esternamente, ma non ho trovato nulla di anomalo. Anche qui...- riprese in mano i fogli che stava leggendo poco prima. -Sono documenti sulle manutenzioni e i controlli di routine sulla struttura e, anche dopo aver controllato ogni centimetro di questo edificio, non ho trovato nemmeno una traccia d'indizio!- il Dottore continuò a parlare, farfugliando teorie o idee. Nel frattempo Lara si alzò in piedi, stiracchiandosi.
-Scusate, ma devo stiracchiarmi un po'... Comunque il fatto che qui non c'è nulla di anomalo, se non tu, Dottore, non mi meraviglia. Vivere qui è una noia mortale. Assicuro io!-
-Sì, infatti. Vogliamo parlare delle lezioni della prof d'italiano? Se non ti addormenti quando spiega è un miracolo!-
-Un po' come con la prof di chimica, dove il miracolo sta nel riuscire a non tirargli un pugno in faccia!- concluse Alexandra, sorridendo divertita.
-Ora capisco il perché delle vostre reazioni quando mi avete visto! Qua l'unico pericolo, a quanto pare, sono le vostre prof e la noia.-
Non sentendo alcuna risposta, il Signore del Tempo alzò la testa da altri documenti che stava leggendo e guardò le tre studentesse: Sembrava quasi che tutta la depressione presente sul pianeta si fosse accumulata sulle loro facce.
-Dottore... non dire queste cose che ci fai deprimere...- fece notare Alex dalla voce sofferente.
-Oh, andiamo ragazze! Non deprimetevi. Sbaglio o dobbiamo andare alla ricerca di qualcuno in grado di aprire fessure nello Spazio? Non mi sembra così noioso come la vostra prof d'italiano, no? Quindi forza, organizziamoci!- fece uno scatto in piedi e cominciò a girare intorno alla cattedra, riportando l'allegria tra le ragazze.
Lara si alzò pure lei dalla sedia, mentre seguiva i movimenti del Dottore.-A me sta bene, ma come facciamo con la scuola? Per aiutarti dovremmo fare delle ricerche e questo chiede tempo. Tempo che non abbiamo. Quindi, Iris, Alex... che ne dite di aiutare il Dottore nei pochi pomeriggi liberi che abbiamo? Ai nostri genitori basterà dire che siamo insieme in giro per il centro...- le due amiche risposero con un 'sì' acconsentendo con la testa. -A te, Dottore, andrebbe bene?-
-Sì, perché no? D'altra parte non vedo altra scelta. Di certo di finire in un mondo parallelo non me l'aspettavo proprio... Ma potrebbe essere divertente, no?- sorrise ancora, infilandosi le mani in tasta.
-Bene, allora domani pomeriggio incominciamo sul serio. Partiremo dal perché il prof di ginnastica si è finto malato?- chiese Alex, ansiosa di ricevere delle 'missioni' dal Dottore.
-Direi di sì. Seguiamo questa pista, sperando che ci porti dalla parte giusta!-
Il suono della campana colse il gruppo di soprassalto, troppo assorti sul da farsi. Il trio sistemò le proprie sedie e si preparò per uscire dal liceo e una volta salutato, un po' tristemente, il Dottore, ognuno si avviò per la propria casa.

 

La sera, tutte e tre le studentesse erano preoccupate nel pensare che stavano vivendo un'illusione e che la mattina seguente non avrebbero più trovato il TARDIS seminascosto nel parcheggio e il suo Signore del Tempo ad attenderle.

La mattina dopo, invece, lo trovarono proprio nello stesso punto dove Iris l'aveva incontrato il giorno prima: davanti all'ingresso.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** ELMEM ***


 

-Iris, ma che razza di panino stai mangiando?! E' talmente grande da poter sfamare un esercito!-
-Oh, senti Lara, ho fame.- rispose con fare serio la ragazzina. Tutto il gruppo, Dottore compreso, si era riunito dopo la scuola, per pranzare. Per l'intera mattinata le tre tipette avevano dovuto affrontare le lezioni con il risultato comunque di non riuscire a seguire nulla. Arrivarono anche in ritardo in classe a causa del fatto che appena videro il Dottore ad aspettarle fuori dall'edificio, vollero sapere a tutti i costi se aveva scoperto qualcosa di nuovo, con la conclusione, però, di non ricevere nessuna informazione e un rimprovero invece da parte della prof di arte.
-Dottore, appena finiamo di mangiare che facciamo? Davvero non hai scoperto nulla?- chiese Lara mentre finiva il suo pranzo.
-Beh, ora che non abbiamo altri impegni posso parlarvene.-
-Uh! Uh! Hai trovato un indizio che porti alla persona che stiamo cercando?-
-No, Alexandra. Più che qualcuno o trovato 'qualcosa'. Dopo che ieri siete tornate a casa sono ritornato a scuola e ho scoperto che non solo il vostro prof di ginnastica, quando l'ho visto io, era sano come un pesce ma che non c'è nemmeno una cosa strana in tutti gli altri professori. Quindi se non sono i prof l'anomalia dove sta? Semplice! Nel posto dove i docenti non vi vogliono portare, ovvero la palestra! A questo punto mi sono diretto lì e una volta entrato ho trovato, in uno spogliatoio, una cosa alquanto bizzarra.-
-Bizzarra? Cos'è che hai trovato?-
-Una pozza d'acqua a terra!-
-EEH?! Cosa c'è di bizzarro in una pozza d'acqua?-
-Ti direi nulla se non fosse per il fatto che emanava impulsi vitali. Era un'acqua...viva. Ho preferito non toccarla perché non ho idea di cosa sia. Quindi appena finiamo di mangiare ci potremmo incamminare verso la palestra per capirne di più. Siamo tutti d'accordo?-
-SISSIGNORE!- risposero in coro le studentesse con un sorriso smagliante.
-Solo una cosa non ho capito... Perché non ci portano in palestra? Cosa ne sanno i professori che l'acqua è viva? Come hanno fatto a scoprirlo?- chiese Alex, mentre si alzava in piedi insieme alle altre due, pronte per l'incontro ravvicinato del terzo tipo con una pozzanghera d'acqua vivente.
Anche il Signore del Tempo si alzò dalla sedia tutto pimpante.
-No, infatti non l'hanno scoperto. Non vi portano nell'edificio perché hanno trovato un cadavere!-
-COSA?!- tutte e tre le ragazze si bloccarono e rimasero a fissare il Dottore scioccate, prima di travolgerlo di domande.
-Cadavere? Di chi?-
-Com'è morto?-
-E' stata l'acqua?-
-Calma! CALMA! Ecco, ora capite perché non vi ho detto nulla stamattina? Non sareste più andate in classe e sareste rimaste con me a fare domande!-
-Scusa...- risposero tutte e tre, dispiaciute.
-Andiamo, non perdiamo tempo! Vi spiegherò tutto strada facendo!-
-Va bene!-
Tutto il gruppo cominciò a dirigersi verso un parco che, una volta attraversato, avrebbe portato i quattro proprio davanti alla palestra.
-Da cosa si può cominciare?- iniziò il Dottore, proseguendo la salita. -Il corpo trovato è sicuramente di un'alunna della vostra scuola, ma non so dirvi nome e cognome. A quanto pare la morte è piuttosto ambigua: Il corpo era praticamente... asciutto. Prosciugato. Come se qualcuno avesse bevuto tutta l'acqua che la componeva.- le studentesse lo guardarono con aria sconcertata e piuttosto impressionate, tanto da non riuscire a dire nulla. -La cosa più strana e che la causa della morte non è la mancanza dell'acqua nel suo corpo, come sarebbe più ovvio pensare, ma bensì un trauma cerebrale, causato da una scossa elettrica. In conclusione: il cervello era completamente fuso.-
-Fantastico. Un mostro che succhia l'acqua dalla gente e che manda in pappa il tuo cervello. Davvero grandioso.- rispose Iris, sospirando preoccupata guardandosi attorno, controllando che dietro a qualche cespuglio non si nascondesse quel mostro pronto ad attaccarla. Magari con in mano una cannuccia, come quell'alieno che ricordava bene aver visto nel primo episodio con Martha.
-Non siete obbligate a venire con me.-
-Che?! Non abbiamo nessuna intensione di tornarcene a casa e far finta di nulla, standocene con le mani in mano!- Alexandra quasi si bloccò davanti alla pessima proposta del Signore del Tempo.
Certo, la paura c'era e il rischio di rimanere secchi, (nel senso letterale della parola), anche. Ma solo l'idea di tornare alle proprie case era inaccettabile , soprattutto per il fatto che la loro vita sarebbe ritornata normale e monotona, con ogni giorno uguale.
Quindi, rischio sì o rischio no, sarebbero rimaste con il Dottore.
Lui si voltò verso il trio.
-Lo sapete? Voi esseri umani avete proprio una predisposizione per finire nei pasticci. E cosa più divertente voi sapete del pericolo e ci andate in mezzo di proposito. Siete proprio un mistero.-
Lara e Iris si misero a ridere. -Beh, noi saremo anche un mistero ma anche tu, Dottore, non scherzi sul fatto di finire nei guai, eh!-
-Sai Lara, hai perfettamente ragione! Ma la mia non è una predisposizione ma un'abilità! Allora, se non avete obiezioni o ripensamenti andiamo a vedere cosa diavolo c'è in quella palestra!
-Sì!-
Tornarono a procedere sulla strada in mezzo al prato.
Il parco era grande, occupato anche da un laghetto e un fiumiciattolo. Prima di una grande salita c'erano dei giochi per bambini piuttosto rovinati per la continua pioggia che cadeva sulla città. Conclusa la lunga salita, il quartetto uscì dal cancello d'uscita del parco e raggiunsero finalmente l'edificio.
La struttura esternamente era di un rosso acceso. Ovviamente la costruzione era circondata da vari poliziotti che controllavano tutto il perimetro cercando indizi e controllando le persone che volevano entrare nell'edificio o che erano sospette. Lara spezzò il silenzio.
-Dottore, come facciamo ad entrare noi tre? Sappiamo già che tu userai la carta psichica...-
Il Signore del Tempo rimase ancora sorpreso, non ancora abituato all'idea che qualcuno sapesse tante cose su di lui, rovinando ogni volta le sue aspettative di vedere le facce stupite di chi gli stava attorno. Mise le mani in tasca puntando lo sguardo al cielo per poi spostarlo verso le tre tipette.
-Non vi si può nascondere proprio nulla. Sì, io entrerò dall'entrata principale. Voi invece passerete dal retro, dove c'è una porta che è poco controllata e facile da raggiungere. Rimanete nascoste vicino alla porta e aspettatemi lì. Io arriverò subito.-
-E se dovessero beccarci...?-
Alex guardò con decisione Iris, posandole una mano sulla spalla.
-Iris, noi ce la faremo, capito?! Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso e dì che entreremo in questa palestra senza problemi!-
-S... Sì, ce la faremo.-
-Ecco, brava! Forza!- Alexandra prese entrambe le braccia delle amiche e cominciò a tirarle, correndo, verso il retro della scuola. -A dopo Dottore!!-
-A dopo ragazze! E fate attenzione.-
Il Dottore sorrise e alzò una mano per salutare lo strambo trio che spariva dietro l'edificio, per poi decidere di muoversi anche lui e di dirigersi verso l'entrata. Con passo veloce arrivo davanti alla porta tirando fuori la carta psichica e mostrandola ai due agenti, che risposero all'unisono con un 'Prego Signore', con tanto di saluto, cosa che fece roteare gli occhi al Signore del Tempo, ovviamente infastidito dal gesto.
Una volta entrato si guardò intorno per riprendere l'orientamento. Ricordava bene che per raggiungere il retro dell'edificio doveva procedere lungo il corridoio appena di fronte a sè e superare un paio di porte.
Mentre camminava ripensava alla situazione piuttosto scomoda in cui si era ritrovato. Doveva trovare al più presto un carburante per il TARDIS e chi aveva creato il passaggio per i due mondi.
Sfortunatamente ora era più urgente capire che razza di essere si aggirava per quella città. La cosa più irritante era che al Dottore non era nuova la descrizione di un'acqua viva. Ma dove e quando aveva sentito parlare di quell'alieno?

* * * * *

-Ehi, forza, veloci!- Lara e Alex corsero verso Iris. Nonostante pochi minuti prima era parsa la più timorosa, alla fine era stata la prima a raggiungere la porta e ad aprirla.
Le studentesse chiusero l'entrata e si acquattarono in un angolo, cercando di fare meno rumore possibile, anche se dal silenzio che c'era pareva che fossero presenti solo loro in quella zona dell'edificio.
-Il Dottore ha scelto proprio un buon posto per farci nascondere!-
-Perché, cos'ha che non va?- Lara guardò perplessa, per quel che si riusciva a vedere, Iris.
-Non so se noti, ma è buio. E in giro c'è un mostro pronto a berci come una coca-cola. Lo sai, vero?-
-Oh. Hai ragione.-
-Ma non c'è troppo silenzio?-
Le due si voltarono, alla ricerca di Alex; la trovarono accucciata nell'angolino della porta, tutta tremante.
-Buio.- mormorava. -Tanto buio. Troppo buio. Perché è buio?-
Fu in quel momento che udirono dei passi muoversi lenti nella loro direzione. Alexandra si strinse ancora di più alle sue ginocchia, mentre Lara e Iris iniziarono a pregare che non fosse il mostro.
Il passo divenne sempre più forte, sempre più vicino.
Fino a quando... 
-Salve ragazze!-
L'istante dopo, il Dottore si ritrovò una scarpa di Alex in mezzo agli occhi. La ragazza lo fissò come in trance, prima di riprendersi con un sussulto.
-Oddio! L'ho ucciso!- gridò.
-Era l'unico che ci poteva salvare!!- sclerò Iris, iniziando a scuoterla.
-La sua bellezza! L'hai rovinato! Come hai potuto?!- disperò Lara.
Di contro, il Dottore aveva solo perso l'equilibrio, ma l'aveva decisamente recuperato prima di capitombolare a terra; e ora le osservava in piedi, una mano che reggeva la scarpa e l'altra che massaggiava la fronte, nonché lo sguardo a dir poco allucinato.
-Non sono morto, ma ci sono arrivato vicino.- disse.
Ma, sarà stato il buio o la maratona di tre episodi di Danny Phantom della sera prima, Alex lo additò terrorizzata e gridò: - E' diventato un fantasma!! Lo intrappolo nel thermos!!- e iniziò a ravanare nello zaino. E prima ancora di poter dire qualcos'altro, il Dottore di ritrovò anche il thermos in mezzo agli occhi.
-Tu me lo vuoi rovinare!!- fu l'urlo disperato di Lara, che si precipitò dal Dottore seguita da Iris.
-Cacchio, Alex, stai ferma!- disse quest'ultima, e Alexandra si strinse di nuovo alle ginocchia, mortificata, bisbigliando:- Scusate, non volevo...-
-Ouuh... Non ti preoccupare, Alex...Sai una cosa? Se usi ancora questa tecnica quando ci si presenterà davanti l'alieno la nostra vittoria è assicurata.-
Lei si rianimò. -Davvero?-
-Beh... In realtà, tenendo conto che è fatto di acqua, non gli faresti nulla, però...- notando l'espressione sconvolta di Alex sistemo il finale della frase.-...Ecco... Riusciresti comunque a mandarlo KO per una quantità di tempo indeterminato!-
-Per quanto tempo all'incirca? Un minuto?-
-...Mi sa che sarebbe solo un nanosecondo.-
-Chee? Ah! Ma Dottore, se cominciassi a tirare tutta la roba che trovo diventerebbero tanti nanosecondi e a quel punto avremmo a disposizione un minuto!-
-Sì, ma...- interruppe Iris.- Questo significherebbe che noi scapperemmo e tu rimarresti lì a lanciargli oggetti. Non mi sembra una buona prospettiva...-
-Uff...-
-Ahio...- il Dottore si massaggiò di nuovo il viso che mostrava un evidente livido rosso fuoco che partiva dalla fronte e arrivava fino alla punta del naso.- ...Vorrei poter fare anche io un piano d'attacco migliore rispetto a a quello di lanciar scarpe o thermos, ma prima di allora dobbiamo trovare quest'acqua e capire cos'è. Forza!- si girò e riprese il tratto percorso dieci minuti prima, seguito da Iris, Lara e Alexandra, che rimasero in un silenzio imbarazzato mentre si guardavano attorno cercando di orientarsi in quella parte dell'edificio che non conoscevano.
Sapevano già che c'erano due palestre, illuminate da grandi finestroni presenti sul soffitto, vari spogliatoi e altre stanze con gli attrezzi per diversi allenamenti. Ma quell'area gli era del tutto sconosciuta.
Ad un certo punto il Dottore si bloccò, tanto che Iris, che gli era proprio dietro, per poco non ci andò a sbattere. Si era fermato davanti ad una delle tante porte presenti nel corridoio e, nonostante sembrasse che non avesse nulla di anormale, il Signore del Tempo fece segno alle tre di non parlare, per poi indicare a terra, sotto la porta.
C'era una pozza d'acqua che proveniva da dentro la stanza.
L'intero gruppo non si mosse, né emise un suono, aspettandosi una qualche mossa da parte dell'acqua. Solo dopo qualche secondo il Dottore prese il cacciavite sonico e lo puntò verso la pozzanghera.
-Emana segni vitali, ma sono debolissimi. Non toccatela, non sappiamo ancora cosa sia.-
-Dottore...- lo interruppe Lara. -...c'è dell'altra acqua anche sotto quest'altra porta.-
-Anche qui!-
-E pure qua.- concluse Alex, indicando altre due pozze.
Il Dottore analizzò anche quelle e tutte davano deboli segni vitali.
-Nnno, no,no,no. Non mi piace questa storia. Non mi piace proprio per niente. Pensa. PENSA. Acqua... Acqua che è viva. VIVE! Ma cosa la fa vivere? Solo l'acqua che la compone...? Naah, no,no, troppo banale! E poi non prende solo l'acqua... dà scosse elettriche, ma a quale scopo? L'acqua... L'acqua è un conduttore. Un perfetto conduttore! Ma da dove la prende l'elettricità?!-
Il Signore del Tempo passeggiava avanti e indietro, ascoltato dalle ragazze che si erano messe a debita distanza dall'acqua, sulla quale, qualche volta, buttavano un occhio. Giusto per essere sicure che non diventasse attiva.
-Ma certo!!! Stupido Dottore, come hai fatto a scordartelo?-
Si mise a correre verso l'entrata dal retro, quella che avevano usato le sue tre assistenti per entrare. Queste ultime lo seguirono a ruota, raggiungendolo nel parcheggio della scuola.
Lo trovarono nel TARDIS con in mano un libro piuttosto vecchio e consumato, dalla copertina rossa con disegni astratti, dorati.
-No, ma dico, Dottore... avvisarci che saresti corso via così,no, eh?- chiese Lara, con il fiatone, mentre entrava nella cabina con le due amiche.
-Eccolo:
'Essere liquido, muta forma e muta stato, detto anche ELMEM.

Si racconta che con i suoi poteri di assorbimento di liquidi e non dotato di un'intelligenza sviluppata, abbia distrutto interi pianeti e interi popoli alla ricerca di un modo per evolversi e aumentare la propria forza.

Finora non è stato trovato un modo per fermarlo.'

Mi sembrava di aver già sentito parlare di un'acqua del genere, infatti...- richiuse il libro e lo appoggiò alla consolle, assumendo un'aria pensierosa. -ELMEM. ELMEM. EL-MEM. ELMEM... Oh, sì! Adesso ricordo!-
-Ehm... Cosa Dottore?- chiese curiosa Lara.
-Quest'essere... Ho letto di lui in un libro di favole.-
Iris si avvicinò alla consolle, prendendo in mano il libro. -Dottore, posso vederlo?-
Lui annuì in risposta, continuando poi a ragionare sull'alieno.
-Ho letto questo libro di racconti parecchio tempo fa; la favola lo chiamava 'Il distruttore di mondi', perché grazie alla sua caratteristica riusciva a prosciugare la vita da qualsiasi pianeta. Ma come? Come fa ad essere qui? ...Come faccio IO ad essere qui?-
-Dottore, sicuramente è entrato dalla stessa fessura che hai usato tu per arrivare in questa città!- Lara ragionò sulla frase appena detta. -Wow, che frase fantastica!-
-Ma scusate...- Iniziò Alex, per poi bloccarsi un istante, pensierosa.- D'accordo, sto per fare una deduzione alla Sherlock Holmes, ma potrebbe essere una cavolata. Vi avverto.- quindi proseguì. -Se questo distruttore di mondi prosciuga la vita, per passare ad un altro pianeta... non penso viaggi nello Spazio come se nuotasse in una vasca, né penso abbia una navicella spaziale o cose così. Forse, e dico forse, lui si 'teletrasporta' da un mondo all'altro con l'energia accumulata. Potrebbe essere stato lui a creare la fessura nello Spazio-Tempo, nella quale il Dottore è inavvertitamente finito.-
Fece una pausa, nella quale guardò gli altri tre con gli occhi che sbarluccicavano gioiosi.
-Non so se è giusto o no, ma mi sento terribilmente intelligente!- esclamò infine.
Il Dottore la guardò allucinato, ma prima che potesse dire o fare alcun che, Iris iniziò a leggere dall'enciclopedia di cui si era impossessata poco prima.
-Qui dice che ci sono stati alcuni avvistamenti di questo ELMEM, ma nessuno concreto e veramente affidabile, in quanto le storie lo ritraggono come un essere estremamente timido e diffidente. Poi... Uhm... Dice che insieme alla capacità di assorbimento dei liquidi può anche usare una sorta di elettricità.- Iris fissò il librò, stupita. -Ma... Dottore! Io non riesco ancora a capire questa parte: come fa, l'essere, ad usare l'elettricità se è fatto completamente d'acqua? Non prende... la scossa?-
Il Dottore la guardò, per poi prenderle il libro che Iris teneva ancora tra le mani.
-No... No, aspettate un attimo... Qui non dice che sfrutta l'elettricità... Qui dice che...- sfogliò due pagine velocemente e poi riprese.- ...Eeeh... Non dice nulla a proposito.-
-Come no?- Alex e Lara si guardarono, deluse.
-Beh, possiamo sempre fare delle ipotesi.-
Lui iniziò a camminare intorno alla consolle, sotto lo sguardo attento delle tre tipette.
-Allora... Sul libro non dice che usa l'elettricità. Non la sfrutta...quindi... è impossibile che si faccia male... Quindi... Oh... Aspettate un momento! Ci sono, ci sono quasi!-
Il Dottore si fermò, arruffandosi i capelli.
-Se non la usa... allora... allora la genera!- concluse esultando.

-Wooh, Dottore... sei geniale!- disse Iris, entusiasta.
Lui schioccò la lingua sul palato, continuando a parlare.
-Potrebbe riuscire a generare un tipo di elettricità diverso dal nostro, che per la sua composizione molecolare è innocuo.-
-Oh! Oh! Lo so, lo so io!- Alex alzò una mano, agitandola.-ELMEM è un essere vivente, questo significa che non è solo acqua. Tutti gli esseri per vivere devono avere un cervello e per muoversi, quest'ultimo, invia segnali al corpo. Questi segnali sono impulsi elettrici! E' questa l' elettricità di cui si parla. E' come una specie di medusa, una medusa aliena!!-

-Alexandra, Alexandra! Tu si che mi dai soddisfazioni! Davvero sveglia, molto sveglia!- il Dottore le appoggiò le mani sulle spalle, mentre lei gongolava per i complimenti.
-Ehi, non siamo mica sceme noi due! Adesso vedi che ragionamenti potenti!- disse Iris, mettendosi le mani sui fianchi.-La radice di Pigreco è: 3,14159265358979323846264338327950228!-
Il Signore del Tempo la guardò sconvolto.
-Questo non è un ragionamento! Questo è imparare a memoria!-
-Si ma, Dottore...- lo interruppe Lara. -Da un punto di vista non lineare e soggettivo, un qualsiasi essere che conservi la sua essenza, sia nel Tempo che nello Spazio, può utilizzare la propria mente come uno strumento. Ovvero utilizzare tutti quegli elementi necessari per arrivare ad un risultato, facendo quindi un ragionamento. Usando la sua mente ha ragionato e ha esposto il Pigreco!- concluse Lara, trionfante.
Lui guardò le due ragazze che, tutte esaltate, si stavano dando il cinque con la mano.
-Okay, devo ammettere che ci sapete fare.-
-Sìì!!! Evvai!-
Le tre ragazze iniziarono a saltellare come molle su e giù per la sala consolle, ridendo.
-Okay, okay, ragazze, calma! Smettetela di saltellare come degli Elalika, che altrimenti finite per distruggermi il TARDIS!-
Le studentesse si fermarono di colpo, osservando il Dottore.
-Come dei cosa!?- chiese Iris.
-Elalika! Sul serio, non sapete cosa sono?-
Iris e Lara scossero energicamente la testa, mentre Alex cominciò a fare ipotesi.
-Cosa sono, molle giganti con orecchie da coniglio? O canguri con molle al posto delle zampe? Oppure...-
-Ma cosa stai dicendo, Alexandra?- il Dottore la guardò, scuotendo la testa. -Sono semplicemente dei topolini alti dieci centimetri che saltano fino ad un metro di altezza.-
Lara unì le mani, gongolando. -Ooh, ma che carini!-
Lui la guardò sorridendo. -Sì, finché non diventano grandi come pantegane e iniziano a mangiarsi tra loro e a cercare di azzannare qualunque cosa gli capiti a tiro.-
-M... Ma è cannibalismo tra criceti!!- rispose scandalizzata Lara, appoggiandosi sulla spalla di Alex, cercando conforto. L'amica rispose con un pat-pat sulla sua testa, anche lei troppo scioccata per dire qualcosa.
-Wooh, dai! Un nuovo film per il cinema: ' Cannibalismo tra criceti'! Ci sta troppo!!- esclamò esaltata Iris.
Alex, Lara e il Dottore guardarono Iris, impassibili. Nel silenzio mancava solo il classico suono del grillo solitario.
-Okay, scusate. Non fa ridere.-
Il Dottore sospirò.
-D'accordo ragazze, ritorniamo al problema principale. Cosa sappiamo finora?-
-Tanto per cominciare è un alieno proveniente dal tuo stesso Universo. E' fatto di acqua e genera elettricità.- iniziò a dire Alex, seguita da Iris.
-Assorbe altra acqua per evolversi e nessuno, finora, è mai riuscito a fermarlo.-
E probabilmente è stato lui ad aprire la fessura.- concluse sorridendo Lara.- Adesso che si fa?-
Il Signore del Tempo ragionò sulle risposte che aveva ricevuto e sulla domanda, alla quale preferì non dare una risposta sicura.
-...Mmh. Proviamo a pensare al suo processo evolutivo grazie all'assorbimento d'acqua... Secondo voi, a che stadio del processo si trova?-
Le tre ragazze si guardarono a vicenda e sulle loro teste sembrò formarsi un enorme punto di domanda.
-Potrebbe, se è arrivato qui dalla stessa fessura e se è stato proprio lui a crearla, come aveva ipotizzato Alex, essere 'grande'.- ipotizzò Iris.
-Potrebbe... o forse no.-
Il Dottore si passò una mano tra i capelli, appoggiandosi al divanetto vicino alla consolle.
-Oppure, essendo ancora diciamo 'piccolo', non poteva sapere come fare per assorbire energia e acqua. Così è rimasto nascosto per molto tempo, prima di assorbire l'acqua presente in un corpo umano perché, molto probabilmente, colto dalla fame e dalla necessità di evolversi!- il Dottore sorrise, entusiasta.
-Sì, ma... Dottore. Questo non ci aiuta a sconfiggerlo...- fece notare Alex.
Lui sbuffò, alzandosi in piedi.
-Ma noi non dobbiamo sconfiggerlo! Non sappiamo ancora perché è venuto in questo mondo parallelo. Magari si è solo perso e noi dobbiamo aiutarlo a ritornare nel suo Universo.-
-Ma la mia idea era sconfiggerlo, prenderlo e rimetterlo nel suo Universo! Non voglio mica che muoia!-
-Si ma...- Iris interruppe i due. -...Come facciamo a riportarlo nel suo Universo se il TARDIS non ha abbastanza energia per muoversi?-
Il Dottore guardò Iris.
-Che cosa hai appena detto?-
-Che non possiamo riportarlo indietro perché il TARDIS è scarico.-
-Ah! Ma certo, sì! Potrebbe funzionare! Geniale, oh sì!-
Il Signore del Tempo batté le mani una volta girando su se stesso.
Che cosa è geniale, Dottore?- Lara lo guardò perplessa.
-Ok. Ook!- rispose lui continuando a muoversi e guardare sotto alle grate del TARDIS. Poi si bloccò e ne alzò una per prendere un aggeggio piccolo di luci colorate.
-A-ah! Trovato!-
-MA COSA DOTTORE?!- le tre ragazze cercarono di ottenere una sua risposta.
Lui, sobbalzò per l'improvviso cambiamento di tono delle tre.
-Ehi! Che c'è?-
-Ma come che c'è? E' da un'ora che cerchiamo di capirci qualcosa!- Iris guardò esasperata il Signore del Tempo.- Potresti spiegare anche a noi comuni mortali?-
Notando che la sua reazione era valida anche per le altre due ragazze, il Dottore si decise a parlare.
-Molto probabilmente se ELMEM ha creato quel passaggio, proviene dal mio stesso Universo. Quindi ha l'energia necessaria per far partire il TARDIS!- disse lui, appoggiando una mano sulla consolle della Macchina.
Iris sorrise esaltata.
-Oh sì! E' davvero geniale, fantas... Ma Dottore, come facciamo a prendergli l'energia? Ma soprattutto, come facciamo a catturarlo?-
Il Signore del Tempo fece per rispondere a Iris, sorridendo, ma si bloccò.
-Ah... Ottima domanda.- Il Dottore rimase un attimo in silenzio, poi, di colpo, spalancò gli occhi e con un gran sorriso corse in una delle tante stanze del TARDIS, sparendo dalla vista delle tre.
Lara si avvicinò a Iris. -Credo abbia trovato una soluzione alla tua domanda.-
-Sì, l'ho notato.-
-Secondo voi cosa starà cercando?- intervenne Alex.
-Boh. Non si può mai sapere che cosa potrebbe tirare fuori da questa cabina.- le rispose Lara.
-Per quel che ne sappiamo potrebbe portarci benissimo anche un dinos...

-S B A D A B U M ! ! !-

-Oh mio Dio!! Gli è caduto addosso il dinosauro!!-
Alexandra si aggrappò alla manica della felpa di Lara, scrollandola da capo a piedi.
-A... A... Alex!! Iris stava scherzando! Il Dottore non terrebbe un dinosauro nel TARDIS! ...Vero?-
-E io che ne so!?-
Un attimo dopo si sentì il Signore del Tempo tossire e apparire davanti alle tre.
Era completamente ricoperto di polvere e in mano teneva un oggetto piuttosto ingombrante e, a giudicare dal colpo di poco prima, anche piuttosto pesante.

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Note d'Autore

Yuki: Ebbene sì. CE L'HO FATTA. Sono riuscita a concludere questo capitolo dopo varie imprese!
Gallifrey_96: Ovvero?
Yuki: Combattere mia madre (che è peggio di un Dalek) che non voleva farmi usare il computer. Oppure dover trascrivere di nuovo quattro pagine che si erano cancellate perché io, da brava scema, non le avevo salvate!! D:
Fluffyjpeg: Eh, ma allora sei furba!
Yuki: ...Già. Ma parliamo del capitolo! Ci sono un paio di cose che vogliamo tutte e tre spiegare:

1- Nella parte dove Alex colpisce il nostro povero Dottore con, non solo una scarpa, ma anche con un thermos, facciamo riferimento a un certo 'Danny Phantom'.
Fluffyjpeg: ...Mi dispiace.ç.ç Non volevo far male al Dottore per davvero!
Yuki: Ti abbiamo perdonato, tranquilla!
Per chi non conoscesse questo nome, è un cartone animato dove il protagonista, Danny appunto, per catturare diversi fantasmi usa un thermos.

2-Per quanto riguarda il discorso con il Pigreco... (Se ve lo siete chiesto, sì, lo sappiamo per davvero a memoria, io e Gallifrey_96. Non del tutto ovviamente, anche perché come suppongo voi sappiate, è infinito.)
Gallifrey_96: Coff. Coff. Siamo messe davvero molto male.
...Per fare quel ragionamento abbiamo usato un po' la filosofia aristotelica. Non possiamo star qui a spiegarvela perché altrimenti andremmo troppo per le lunghe...

Se avete qualche dubbio o qualcosa non vi è chiaro, chiedete pure in un a recensione!v.v
Gallifrey_96: Ah, prima di salutarvi...Yuki parte per le vacanze. Quindi il prossimo capitolo verrà aggiornato tra un po' di tempo.
Yuki: Eeesatto! Quindi vi salutiamo e ci rivediamo nel prossimo capitolo!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Quando è tempo di tornare a casa ***


-Coff... Coff... S... Sto bene.- disse il Signore del Tempo ricoperto di polvere, dalla testa ai piedi.
Le studentesse lo guardarono poco convinte.
-Se lo dici tu che stai bene... Cos'hai preso?- chiese Lara.
-Ma allora non ti è caduto addosso un dinosauro!- esultò Alexandra.
-T... Tu come fai a sapere dei dinosauri?!- le chiese sconvolto il Dottore. -Va beh... meglio lasciar perdere. Questo...- iniziò indicando l'oggetto pesante. -E' un congegno in grado di intrappolare e rilasciare particelle di energia. Ma non solo! Anche molecole non unite da legami ionici intramolecolari e quindi libere di muoversi ovunque. Ma non qui. E sapete perché? Perché ho provveduto personalmente a sonicizzare il circuito evitando un possibile reflusso del materiale contenuto. Non è geniale?- il Dottore sorrise, mentre appoggiava la macchina per terra e si ripuliva la faccia dalla terra e dalla polvere.
Iris indicò con un dito il congegno ai piedi del Signore del Tempo. -Quindi un' aspirapolvere.-
Lui la guardò esasperato.
-Sì, è un' aspirapolvere! Ma come l'ho detto io fa molta più scena.-
-Però è più complicato.-
-Poi vi avrei comunque spiegato tutto.-
-Mhmh... Senti, Dottore, come facciamo ad aspirarlo?-
Alex si era spostata vicino al macchinario per osservarlo da vicino, seguita da Lara.
-Non è meglio dargli una pulita, prima?- disse passando un dito sulla superficie liscia dell'aspirapolvere.
-Sai... credo che tu abbia ragione. E riguardo a come prenderlo... Mi sa che è meglio prima trovarlo e cercare di parlarci. Magari neppure ci serve questa baracca.-
-Baracca? Perché?- chiese Iris piuttosto sorpresa.
-Perché non lo uso da anni e quando l'ho usato l'ultima volta non funzionava molto bene...- lui si perse un momento nei suoi pensieri, poi continuò sorridendo. -Comunque! Andiamo a dargli una pulita! Allons-y!-
-Okay, lo laviamo fuori. Hai una spugna o una canna, vero?- chiese Iris, mentre si dirigeva alla porta con Alex e Lara.
-Sì, dovrei avere una canna da qualche parte nel TARDIS...- il Signore del Tempo sparì di nuovo in un'altra stanza della cabina blu e le tre tipette uscirono ad aspettarlo, portandosi dietro il pesante oggetto.
Riapparve dopo qualche minuto, con in spalla una lunga canna che attaccò a qualche presa dentro alla Macchina del Tempo. Alexandra si avvicinò sorridente e gongolante verso il Dottore.
-Dottore... Posso usarla io la canna dell'acqua?-
-Se ci tieni...- lui le passò la canna e si diressero fuori fuori dove Lara e Iris li attendevano.
Il Signore del Tempo si posizionò tra l'aspirapolvere e la cabina con Alex, che si mise davanti al macchinario. Lui azionò l'acqua con il cacciavite sonico; dapprima si sentì uno strano rumore e poi un improvviso getto d'acqua fece perdere il controllo della canna ad Alexandra, che lavò completamente il Dottore, il quale, velocemente, chiuse il rubinetto rimanendo poi immobile ormai fradicio, ad osservare Alex che appoggiava a terra la terribile 'arma', facendo un sorriso in segno di scusa.
-Uups...-
Le altre due ragazze, invece, si misero a ridere come poche, additando il bellissimo spettacolo a cui stavano assistendo.
-Beh, Dottore, almeno adesso non sei più pieno di polvere, no?- disse Iris, riprendendo a ridere seguita da Alex.
-Davvero, davvero divertente.- disse il Dottore, strizzandosi le maniche della giacca. -Mi toccherà cambiarmi... e penso sia meglio spolverare la macchina con una semplice spugna, prima che voi tre laviate qualcun' altro!-
A questo punto lui entrò un attimo nel TARDIS, cercò una spugna e la portò alle tre combina guai.
-Appena finiamo qua ritorniamo alla palestra, d'accordo?-
-Sissignore!- risposero loro, vedendolo sparire per l'ennesima volta nella cabina per cambiare i vestiti.

 

//30 MINUTI DOPO//

 

-L'assassino sarebbe l'acqua?! Ma l'acqua non ha vita!-

-Agente Carlo, ti ricordo che neppure io dovrei essere qui...- il Dottore lo guardò serio, poi ritornò a sistemare l'aspirapolvere con il cacciavite sonico che emetteva il solito ronzio, sotto l'attenzione delle tre ragazze e dell'agente di polizia che si era aggiunto al gruppo dopo aver riconosciuto il Signore del Tempo come protagonista della famosa serie tv inglese. Ci aveva messo qualche minuto a elaborare che quell'uomo non fosse l'attore David Tennant ma la vera e propria decima rigenerazione del Signore del Tempo.
-Sì, ma lei è il Dottore! L'acqua è... Acqua. Semplice unione di idrogeno e ossigeno. Come può dare segni vitali?-
Il Dottore sbuffò alla risposta dell'agente.
-Ma siete tutti così razionali in questo mondo parallelo? Anche davanti all'evidenza continuate a negare! Su una cosa, però, siete sempre uguali, voi esseri umani: siete estremamente testardi!-
-Non è colpa nostra se qui non succede mai null...-
-OH Sì!- il Signore del Tempo si allontanò dalla macchina che finalmente si accese, emanando vari 'Bip-Bip'. -Perfetto! Ora possiamo usarlo senza problemi!-
-Ma per cosa, Dottore?!-
Lui lo guardò ormai stufo di continuare a ripetere e ripetere le stesse identiche cose. -Per favore, ragazze, potete dare una spiegazione a questo giovanotto mentre calibro il biogeneratore? Grazie!- disse appoggiando l'aspiratore a terra e iniziando a ruotare manopole e premere pulsanti.
Decise quindi di prendere la parola Alexandra.
-Beh, diciamo che è meglio partire dall'inizio. Tanto per cominciare il Dottore non dovrebbe essere qui. Poi. C'è dell'acqua aliena che uccide le persone e noi stiamo cercando di capirci di più e per farlo dobbiamo parlare con questo alieno. Il problema è che potrebbe ucciderci all'istante, per questo abbiamo preso delle precauzioni: l'aspirapolvere.- Alex riprese fiato facendo un respiro profondo.
-...Va bene... E io cosa c'entro in tutto questo?-
Lara fece per rispondere alla domanda, ma venne bloccata dal Dottore che si era alzato di scatto con in mano il pesante strumento.
-Ecco fatto! Allora agente Carlo, capito tutto? Sì? Bene! Allons-y!!- lui prese a camminare in avanti verso la palestra con il poliziotto che gli si mise a fianco, non molto convinto di quella situazione.
-Come avete intenzione di agire? Sì, insomma... A cosa serve esattamente questo... coso?- chiese puntando il biogeneratore.
-Non è un 'coso', ma un dispositivo in grado di assorbire qualunque cosa. E se tutto va come vogliamo riuscirò a ricaricare il TARDIS. Ma comunque! Il piano è questo: ora entreremo nell'edificio, cercheremo ELMEM e una volta trovato proverò a parlarci.-
-E se non fosse d'accordo sul parlare con noi?-
-Oh, beh... In quel caso... corri!-
-Ah, grandioso!- l'agente roteò gli occhi.
I cinque raggiunsero la porta d'ingresso, dove riuscirono ad entrare facilmente grazie all'aiuto di Carlo, che convinse i colleghi a farli passare senza ulteriori problemi. Arrivati però davanti nel corridoio, dove la volta prima avevano trovato delle tracce di ELMEM, il Dottore estrasse il cacciavite sonico e analizzò la zona, allontanandosi per qualche minuto dal gruppo, mentre l'agente si bloccò di fronte alle tre ragazze, ostruendo il passaggio.
-Okay, penso che sia ora che voi ve ne torniate a casa, non credete?-
Le studentesse si guardarono, incredule, con Lara che fece un passo in avanti. -Come, scusa?-
-Non penserete che io vi lasci gironzolare qua dentro come se nulla fosse, quando c'è un alieno pronto ad uccidere. Rimango pur sempre un agente di polizia ed è mio dovere proteggere i cittadini.-
-Ma noi siamo con il Dottore! Non possiamo lasciarlo qua da solo. Gli abbiamo promesso di aiutarlo!-
-Non si discute! Siete solo delle ragazzine, quindi via, forza. Fuori di qui! Rimarrò io ad aiut...-
-Si può sapere cosa state facendo? Vi sembra il momento adatto per una discussione? Inoltre smettetela di urlare o volete che sia ELMEM a trovarci per primi?- il Signore del Tempo ricomparve da dietro una porta, che richiuse subito dopo aver rimproverato i quattro.
Le studentesse rimasero in silenzio, dispiaciute. L'agente Carlo, invece, si voltò verso il Dottore.
-Le stavo solo facendo ragionare sulla situazione. Non vorrà davvero fargli correre un rischio del genere!-
Lui rimase un attimo in silenzio, guardando le tre.
-No, infatti.-
-Cosa?!- rispose arrabbiata Alexandra, con Iris e Lara che si preparavano a replicare. Ma il Dottore le bloccò prima di pronunciare qualsiasi altra cosa.
-Sono già stato imprudente a portarvi qui una seconda volta. L'agente ha ragione: è troppo pericoloso. Per cui ora sarà meglio che ve ne torniate a casa e se domani sarò ancora vivo mi troverete davanti al liceo. Tutto chiaro?-
-Ma...-
-Niente 'Ma'. Fidatevi di me...- il Signore del Tempo sorrise. -...Sono il Dottore! Andiamo agente Carlo: abbiamo un alieno da catturare!-
I due scomparvero dietro un'altra porta, lasciando le tre studentesse come dei baccalà, sia per la rabbia di essere state lasciate indietro, sia perché, nonostante l'avessero già sentita un sacco di volte la frase: 'Fidatevi di me: sono il Dottore!', sentirla dal vero faceva tutto un altro effetto.
Le ragazze si guardarono con facce depresse e uscirono dall'edificio.
Stavano attraversando il parco, in silenzio, quando Iris si bloccò. Lara e Alex si scambiarono un sguardo con aria interrogativa.
-Beh, che succede ora?- chiese Alexandra, mentre Iris si voltava verso le amiche sfoggiando un gran sorriso.
-Ragazze... noi torneremo là dentro e aiuteremo il Dottore.- Lara la guardò poco convinta.
-E come vorresti farlo? Non che sia contraria a questa idea, visto che io a casa non ci torno!-
-Non ci crederai, ma ho un piano! -

 

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Note d'Autore

Yuki: Ed eccoci arrivati anche al quarto capitolo!
Sì, in confronto al precedente, è più corto. Diciamo che l'incontro con ELMEM è ormai alle porte. Tutto questo quindi è per tenervi in suspeeeense! * Alza le mani, scuotendo le dita*
Fluffy: ...Ma cosa stai facendo?
Yuki: Cerco di aumentare la suspance! ...N-Non funziona?
Gallifrey: Direi proprio di no.
Yuki: ...Oh.
Gallifrey: Ma parliamo un po' del capitolo, che se no qui la gente fugge a vedere solo noi tre che parliamo!
Come avrete letto, è arrivato l'agente Carlo! Più avanti vi racconteremo come lo chiamiamo tra di noi... ma per ora tutti zitti perché è spoiler per il prossimo capitolo!v.v
Nel frattempo possiamo raccontarvi l'odio che proviamo nei suoi confronti per averci cacciato via dall'edificio... No, dico. CI HA PORTATI VIA DAL DOTTORE.
Fluffy: C-Calma Gallifrey. Tanto Yuki ha un piano.
Yuki: Ho un piano...?
Fluffy: Ma oggi ci sei o ci fai? IL PIANO.
Yuki: AAAH, ma certo, certo! E ma per scoprirlo bisognerà leggere il prossimo capitolo! <3
Per cui, gente, per concludere anche queste note d'autore, ringraziamo tutti coloro che finora hanno recensito o che hanno semplicemente letto la nostra storia.
Se notate errori, volete darci consigli o altro, vi preghiamo di lasciare una recensione!

Un saluto da me, Gallifrey e Fluffy!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Dimenticanze ***


 

-Note-
Attenzione: il seguente capitolo è più ansioso e meno comico, rispetto agli altri capitoli. Questo grazie a Fluffy, che in questo capitolo ci ha messo l'anima per scriverlo! Ma state tranquilli, nessun sangue in vista. Solo acqua (e forse è peggio)! 8D 
Buona lettura!


Per tutta la stanza si sentiva il ronzio del cacciavite sonico, interrotto solo dal suono dei passi dei due uomini che stavano camminando in quella zona della palestra.
Il Dottore stava davanti all'agente, portandosi dietro il Biogeneratore, stando attento ad un possibile segnale della presenza di ELMEM.
Carlo, invece, continuava a guardarsi intorno agitato, camminando veloce, così da non rimanere troppo lontano dal Signore del Tempo.
Quest'ultimo, guardandosi attorno per un attimo dietro le sue spalle, intravide nelle mani dell'agente un'arma.
-Non ti servirà a molto quella, quando troveremo ELMEM.-
Carlo sussultò, totalmente colto alla sprovvista da quelle parole che avevano rotto il silenzio.
-C... Cosa?- balbettò.
-La pistola. Come hai detto tu prima, alla fine è composto da acqua... Sparargli non servirà a nulla. Se vuoi essere d'aiuto lascia parlare me e non usare quella... cosa.- concluse indicando l'arma.
-La fa facile, Dottore. Lei è abituato a questo genere di cose, ma la mia vita passa dal dare multe di eccesso di velocità a vigilare edifici, come in questo caso. Raramente mi è capitato di entrare in azione.
Il Dottore lo fissò con perplessità qualche istante.
-...Che c'è?- chiese Carlo.
-Niente, è che... che tristezza di vita che hai.-
Carlo rimase fermo qualche istante, dapprima senza capire. Pensava stesse per dirgli qualcosa di serio!
-Beh, grazie!- esclamò. -Comunque... in questo momento, la pistola, è l'unica sicurezza che ho. Cercherò ovviamente di non usarla, ma non le assicuro nulla.-
-Capisco...-
Il Dottore e Carlo lasciarono la stanza e sbucarono nel corridoio, illuminato pallidamente dalle luci artificiali appese al soffitto.
L'agente le guardò qualche momento, considerandole improvvisamente inquietanti in quelle circostanze; quando si ritrovò di nuovo a sussultare quando il Dottore gli porse un'altra domanda.
-Ma che diamine, non puoi avvertire con un colpo di tosse che vuoi parlare?! Mi farai venire un infarto!- esclamò esasperato.
-...Okay, scusa.- il Signore del Tempo tossicchiò poco convinto, quindi ripeté: -Hai mai considerato essere qualcosa di diverso da un agente?-
-Beh, io vorrei fare carriera e diventare capitano. Chi vorrebbe rimanere agente semplice, scusi?-
-No, no.- rettificò il Dottore. -Intendevo dire se hai mai voluto fare qualcosa di diverso da un lavoro in polizia.-
-Oh.- mormorò Carlo.- Sì... Da piccolo volevo essere un astronauta. Ma più o meno tutti i bambini vogliono esserlo.- gli scappò un sorriso nostalgico; ma l'ansia glielo tolse dopo pochi istanti. -...Poi avevo un altro sogno, prima della polizia.- aggiunse.
-Quale?- chiese il Dottore, mostrando una punta di interesse nella voce, nonostante fosse prevalentemente concentrato su altro.
Carlo rimase in silenzio qualche secondo, pensoso.
-Cavoli, mi sfugge il termine in questo momento.- mormorò.
-Beh, prova a descrivermelo, allora. Magari lo indovino!- propose l'altro.
Il primo sprofondò in un attimo di silenzio, rotto solamente dal ronzio del cacciavite sonico. Il non udirlo più fece fermare il Signore del Tempo, che si volse verso di lui.
-Che succede?- gli chiese.
Carlo guardò qualche istante il pavimento, prima di spostare lo sguardo sul Dottore.
-Non... Non riesco a ricordare.- mormorò di nuovo.
-Non ricordi nemmeno la descrizione?-
-No.- negli occhi di Carlo si riaccese la preoccupazione. -Cosa...?-
-E' l'ansia del momento, nulla di preoccupante!- tagliò corto il Dottore, sorridendogli apparentemente tranquillo prima di girarsi, e riprendere a camminare.
La verità era che non si sentiva affatto tranquillo, e non per la ricerca di ELMEM. Non totalmente, almeno.
C'era sicuramente qualcosa di strano in quella dimenticanza. Era vero che l'ansia poteva far dimenticare qualcosa; ma quello era un lapsus enorme, e da un agente di polizia! Qualcuno che, in teoria, dovrebbe essere abituato a controllare emozioni come l'agitazione e la paura!
Una mezza teoria si stava già formando nella sua mente; e non gli piaceva. Poteva sbagliarsi. Sperava di sbagliarsi.
Arrivò ad una porta che divideva la prima parte del corridoio dalla seconda. Abbassò la maniglia, e trovandola aperta, la spalancò e la superò, seguito da Carlo.
Gli rivolse un'occhiata esaminatrice.
Aveva bisogno di conferme.
-Hai famiglia?- gli domandò.
Carlo si prese un istante per rispondere. -Sì. Beh, quasi. Ho una fidanzata da tre mesi.-
-Come si chiama?-
-Helena. Perché lo chiedi?-
-Oh, nulla, curiosità.- tagliò corto il Dottore con una scrollata di spalle. Poi chiese: -Quanti anni hai?-
-Trentasei... Ma perché stai...?-
-E quand'è il tuo compleanno?-
-Cosa c'entra ora!-
-Tu rispondi!-
Il Dottore esclamò il comando con una tale foga che Carlo si paralizzò qualche istante, i muscoli tesi come quando era il suo capitano a impartirgli un ordine.
-In... Ehm...- mormorò, e il suo sguardo tornò perplesso, mentre vagava fino al soffitto, nel tentativo di ricordare una cosa tanto ovvia.
Il Signore del Tempo rimase silente ad osservarlo qualche istante, in attesa della risposta che tardava ad arrivare.
Non era un buon segno.
-Quanto fa 3x3?- gli domandò.
Carlo scosse la testa, avvertendo i suoi pensieri confusi nella mente.
-Perché lo stai...?-
-Rispondimi.- disse l'altro, addolcendo i toni.
L'agente sospirò, passandosi una mano trai capelli, gli occhi socchiusi.
-...Tre.. Trentatré?- balbettò infine, con quell'indecisione tipica di chi spara una risposta a caso. Lo sguardo corse dal soffitto, alle luci, e infine di nuovo al Dottore, che continuava ad osservarlo come fosse sotto esame.
-...Non fa trentatré, eh?- disse. -Perché non riesco a fare 3x3?-
-Non è niente...-
-Non è niente un cavolo! Non riesco a fare 3x3, non mi pare normale!-
-Carlo, devi stare calmo, l'ansia può fare brutti scherz... aspetta! Ti ricordi che non è normale?!-
Avevano ripreso a camminare, ma quest'ultimo accorgimento lo fece fermare di nuovo e voltare verso l'agente. Egli aprì la bocca per rispondere, ma non seppe cosa dire, e si limitò a scrollare le spalle confuso.
Il Dottore sospirò, distogliendo lo sguardo con aria pensosa. Lo riportò a Carlo dopo qualche secondo, con aria estremamente seria.
-Penso di...- iniziò, quando l'improvviso cambiamento del suono del cacciavite sonico annunciò ad entrambi che la creatura era vicina.
Carlo, già di per sé in ansia, andò completamente nel panico: agitava la pistola a destra e a manca e non smetteva di voltarsi in tutte le direzioni, dalla quale pareva arrivare un suono.
Il Signore del tempo era altrettanto teso, data la situazione. Questa volta si trovava di fronte a qualcosa di praticamente sconosciuto, della quale l'unica conoscenza che aveva erano poche informazioni, nemmeno sicure, avute da un libro di favole.
Il suo piano era decisamente fragile, perché le possibilità che un alieno, di cui non sapeva nulla, (nemmeno se sapesse parlare), fosse disponibile ad arrivare ad un accordo, erano estremamente poche.
Ma non aveva scelta se non di tentare. D'altra parte, ELMEM, era l'unica sua possibilità di poter ricaricare il TARDIS e di far ritorno al suo Universo.
-Dottore...- Carlo lo chiamò con voce strozzata, mentre indietreggiava terrorizzato.
Il Signore del Tempo si girò nella direzione che lui gli indicava tremando verso quella che pareva una semplice pozzanghera, ma che chiunque avrebbe saputo riconoscerne l'unicità. Essa infatti si muoveva, avanzando verso di loro a velocità crescente, richiamando al suo passaggio piccole quantità d'acqua che andavano a ricongiungersi a quello che, ipotizzò il Dottore, era il corpo centrale.
Il Signore del Tempo si mise di fronte a Carlo, tenendolo dietro di sé mentre indietreggiava.
-Beh, ora abbiamo la conferma che possa dividersi.- disse con semplicità.
-Non è una bella notizia, vero?- chiese l'agente, senza distogliere lo sguardo dall'essere acquoso di fronte a loro.
-Nno, direi proprio di no.-
L'ELMEM parve avere un brivido quando l'ultima goccia si riunì a lui, e poterono finalmente vedere ciò che cercavano in tutta la sua maestosità: il suo lungo corpo prese compattezza, mostrandosi come una via di mezzo tra un verme e un serpente, dal colore che passava dall'azzurro al blu, in curiose sfumature semi-trasparenti. Lungo la sua schiena correva una sorta di criniera argentea; riguardo al muso era lungo e dai lineamenti dolci, e nessuno dei due riuscì a scovare traccia degli occhi.
Carlo parve paralizzarsi alla vista di quella creatura tanto particolare.
Sul viso del Dottore invece apparve un sorriso.
-Oooh, ma guardati! Sei bellissimo!-
-Le sembra il momento per fargli i complimenti?!- esclamò Carlo, esasperato.
-Beh, non è da tutti i giorni vedere un essere così bello...- mormorò il Signore del Tempo, sovrapensiero. -Ma ha ragione, agente!- si rettificò poi, tornando serio.
La creatura rimaneva immobile, come in attesa di qualcosa.
-Allora, EMEM, immagino che sia stato tu a creare quella fessura. Un taglio nello Spazio che ti permette di passare da un Universo all'altro. E' corretto?-
Carlo guardò il Dottore, come colto di sorpresa.
-Ma ora che ci penso, mica era impossibile passare da un mondo all'altro?- chiese.
-Ed è così, infatti. Ma questa fessura è un cosa diversa. E' come se fosse un taglio naturale; che non crea alcun danno.- spiegò l'altro, mantenendo lo sguardo fisso su ELMEM.
-Detto in parole povere: immagina che il muro tra questo mondo parallelo e quello da dove provengo io sia un oceano. Cosa succede se butti qualcosa in questo oceano? Si crea un buco che però si richiude una volta che questo qualcosa è passato, senza lasciare cicatrici.
Probabilmente il taglio è stato aperto all'incirca due giorni fa, ma al contrario dell'acqua rimarrà aperto fino a quando quel qualcosa non tornerà indietro. In questo caso, fino a quando ELMEM non lascerà questo Universo.-
Fece una pausa.
-Non è esatto?- chiese infine, rivolto alla creatura ancora immobile di fronte a loro. Sembrava aver ascoltato e capito tutta la spiegazione; e alla domanda del Dottore, rispose semplicemente con un movimento della coda.
Il Dottore osservò quello che considerava una silente conferma, quando un pensiero lo colpì: perché ELMEM non li aveva ancora attaccati?
In fondo, non potevano difendersi, e dubitava che avrebbero avuto grandi possibilità se si fossero messi a scappare.
Era lui che aveva il coltello dalla parte del manico. Perché temporeggiava?
Fu in quel momento che si accorse di un particolare. Una cosa che non gli piacque.
Nonostante la paura, Carlo aveva trovato la lucidità per porgli una domanda. Ma finita la spiegazione, non aveva dato alcun segno di aver capito, né del contrario...
Avvertì un suono improvviso accanto a sé, che lo fece sobbalzare. Abbassando lo sguardo, vide la pistola dell'agente caduta a terra.
Era stato quello a provocare il rumore.
Sollevò gli occhi al volto di Carlo e ogni suo dubbio svanì, lasciando posto alla rabbia.
Il poliziotto aveva uno sguardo vacuo, vitreo, le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Il Dottore fece appena in tempo a vedere ciò, prima che egli cadesse a terra, come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili.
Privo di vita.

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Note d'autore

Yuki: Yeeee! Finalmente sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo! Mi sono impegnata un sacco per pubblicarlo entro stasera! Ho passato tuutto il pomeriggio a scrivere, scrivere,scrivere e a scrivere!
Gallifrey: Finalmente hai fatto qualcosa di buono! Mi stupisco di te, Yuki. Che dici, Fluffy... Domani nevica?
Fluffy: Mi sa di sì, sai! 
Yuki: Ma cos- COSA STATE INSINUANDO? Io mi impegno sempre in tutto... ç.ç
Però questa volta posso darvi abbastanza ragione: il capitolo è stato quasi praticamente scritto da Fluffy, con la supervisione mia e di Gallifrey. Per cui si merita un enorme abbraccio e anche una torta!
Fluffy: Sììì, una torta! Datemela ora. Subito. NOW.
Gallifrey: Okay, Fluffy, calmati. Riceverai la torta, ma calmati. Anche perché penso che... Ehm... Tu stia traumatizzando il nostro pubblico.
Fluffy: Nooo, non scappate! Sono una brava persona! LOGGIURO. *abbraccia tutti a caso*
Yuki: ...Penso che possiamo finire qui le note d'autore. Non vorrei che Fluffy soffocasse qualcuno.
Il prossimo capitolo arriverà tra un po', visto che ci stiamo lavorando proprio in questi giorni.
Ringraziamo tutti coloro che ci stanno seguendo e che hanno recensito. Davvero, grazie mille! <3
Un saluto,
Yuki, Gallifrey e Fluffy

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Brividi, aiuti e un grosso estintore ***


 

-Cosa gli hai fatto?!- urlò il Dottore, incollerito verso l'alieno di fronte a lui. Poi riprese, rivolto l'agente. -Oh, Carlo... mi dispiace tanto...-
Ma dopo aver detto queste parole, si ritrovò a sussultare, colto di sorpresa. Gli era parso che l'uomo avesse tremato leggermente, come percosso da una scarica elettrica. Ma non era possibile!
Possibile che il suo occhio sempre attento fosse stato ingannato?
-Ma... non l'hai ucciso?- chiese il Dottore, riportando lo sguardo su ELMEM; ma non ottenne risposta.
Si avvicinò al presunto cadavere con circospezione, sempre tenendo sotto controllo l'alieno, il quale sembrava osservare ogni sua mossa. Gli sembrò di avvertire il suo sguardo fisso su di lui, mentre posava a terra il Biogeneratore e prendeva da una tasca interna della giaca uno stetoscopio.
Avvicinò lo strumento al cuore di Carlo. Non batteva.
-Come... Come ha fatto a muoversi?- chiese con stupore a ELMEM.
Ma quello ancora non rispose.
-Oh non dirmi che non sai parlare! Non è difficile, basta che tu...- il Signore del Tempo si bloccò di botto: ELMEM gli si stava avvicinando. Arretrò di un passo, tradendo un certo nervosismo.
Ma l'alieno non badò alle sue parole, e si portò di fronte all'agente. Sembrò osservarlo attentamente per qualche secondo e poi, senza che il Dottore potesse fare qualcosa per fermarlo, entrò nel suo corpo con un rumore sommesso, simile ad uno spostamento d'acqua.
-Cosa...?-
Dopo pochi istanti, Carlo inclinò la testa verso il Dottore; e i suoi occhi, prima spenti e vacui, parvero acquistare un po' dell'antica vivacità.
-Carlo?- chiese il Dottore, con il tono di voce poco più alto di un sussurro. Poi si diede dello stupido. -No. Ovvio che no. Non puoi essere tornato in vita.-
L'agente –o forse, sarebbe meglio chiamarlo ELMEM- si tirò lentamente in piedi, ricercando a lungo il suo equilibrio prima di raddrizzarsi. Quindi, riportò gli occhi inespressivi verso il Dottore, e come prima, non pronunciò parola.
Così come, dopotutto, il Signore del Tempo. Per quelle che gli parvero ore, la sua mente rimase padrona della confusione dettata da tutti i suoi pensieri che non trovavano un posto.
Le sue teorie, anzi, tutta quella storia aveva preso una piega del tutto inaspettata.
-Perché non hai ucciso subito Carlo?-
-...-
-Cosa ti ha spinto ad aspettare?-
-Ho bisogno dell'acqua di un corpo vivente.-
-Sì, sì, questo l'ho capito. Ma cosa... a cosa volevi arrivare? ...Qual è il tuo scopo finale?!-
-L'acqua. L'acqua di un corpo.-
-No. No... Oh sì? Sì. Sì! Ooh, ma certo! Raggiungere l'acqua! L'ACQUA! Stupido, stupido Dottore, avevo l'indizio più importante sotto il naso, e io non lo vedevo. L'età e l'H2O sono il collegamento!
Sei arrivato qui che eri ancora piccolo. La prima persona che hai incontrato era un ragazzina, di quanto: quindici?
Sedici anni?
Dopo di che hai incontrato Carlo, un agente di polizia di trentasei anni, più che il doppio dell'età della ragazza. Non l'hai ucciso subito perché non potevi; non ancora, almeno. Dovevi finire di assorbire l'acqua di quella studentessa e completare il processo della tua crescita.
L'acqua contiene informazioni ed elementi che ti sono utili per evolverti. Lo diceva anche quel libro: 'Ha distrutto interi pianeti per aumentare la propria forza.'
Appena hai incontrato Carlo hai pensato bene di non lasciartelo fuggire, cancellandogli la memoria in modo che non scappasse ma che potessi ritrovarlo in questa palestra e usarlo una volta che tu fossi stato pronto!- il Dottore riprese fiato, guardando l'alieno sotto un'altra luce. -Geniale! Probabilmente per capire l'età ti basta avere un contatto con il corpo che ti serve.
La ragazza era in uno spogliatoio: quale posto migliore per andare a contatto con l'acqua?
E Carlo è quasi sicuro di aver visto il corpo della studentessa e che l'abbia toccato mentre tu stavi ancora 'mangiando'.
Avrei dovuto subito pensare che l'acqua è come il sangue degli umani, per te.
Un meccanismo unico nell'Universo.-
Il Dottore fece di nuovo una pausa, guardando l'alieno. Ora che aveva trovato tutti i collegamenti la situazione aveva finalmente un senso logico e, nonostante la rabbia per la perdita di Carlo, l'unico pensiero che aveva in quel momento era trovare un modo per uscire da quella maledetta palestra.
Un altro problema che si presentava era convincere ELMEM a seguirlo.
L'unica arma che aveva per difendersi era il Biogeneratore, ma prima di usarlo doveva dare una possibilità a chi aveva davanti. Dava sempre una scelta.
Trovare un accordo avrebbe potuto rendere tutto più semplice.
Ma mentre cercava di pensare ad un patto che potesse funzionare, ELMEM si mosse di un passo verso il Signore del Tempo, allarmandolo.
-Okay, senti... Ho almeno una buona ragione per starcene qui tranquilli a parlare. Non prendiamo decisioni affrettate.- disse il Dottore, avvicinandosi lentamente all'aspirapolvere e tirando fuori il cacciavite sonico per poterlo attivare.
Ma alla vista di quest'ultima azione, l'alieno, si allarmò a tal punto che decise di attaccare, e dopo pochi secondi il Signore del Tempo si ritrovò a terra, lontano dal Biogeneratore e con il cacciavite sonico altrettanto distante da lui.
L'alieno aveva approfittato di quei pochi attimi che aveva, prima che il Dottore prendesse il macchinario, per staccare una parte di sé, raggiungere la fonte di luce del corridoio per farla saltare e usare quel nanosecondo di buio per colpire il Signore del Tempo e allontanarlo da quelle che erano le sue armi.
-D'accordo. Vedo che la diplomazia ha fallito.- mormorò dolorante. Appoggiò i gomiti a terra, tirando su il busto, e quindi mosse una mano dietro la schiena per mettersi seduto; e fu in quel momento che toccò inavvertitamente l'acqua.
D'istinto, ritrasse subito la mano, e solo dopo qualche momento di confusione un orrendo pensiero gli balenò in testa: perché aveva la vaga impressione che quella non fosse affatto acqua normale?
Appena se ne rese conto, strofinò la mano sulla giacca in fretta, ma gli bastò uno sguardo ad ELMEM per capire che aveva agito un momento troppo tardi. L'alieno si stava avvicinando lentamente; sembrava stesse cercando di capire qualcosa, come se non fosse sicuro di ciò che aveva di fronte. Il Dottore rimase immobile, temendo che un suo qualsiasi gesto potesse complicare ancor di più la situazione.
-Tu... Tu hai più di novecento anni...- disse ELMEM avvicinandosi al Signore del Tempo che si ritrasse impercettibilmente, cercando un modo per raggiungere almeno il suo cacciavite sonico.
Ma proprio in quel momento il corpo di Carlo ebbe un sussulto e cadde nuovamente a terra. Il Dottore alzò lo sguardo, preparandosi al peggio, ma rimase sinceramente colpito quando vide l'alieno: non era più lo stesso. Escludendo il fatto che era diventato il doppio di prima, la cresta si era allungata, diventando più irta e minacciosa. Le scintille nel suo corpo acquoso sembravano quasi fuoriuscire dalla pelle rendendolo leggermente luminoso.
-Ma cosa...?-
L'alieno gli si avvicinò, portando il Dottore ad arretrare ancora. Anche volendo, raggiungere il suo cacciavite sonico sarebbe stato impossibile. Una mossa improvvisa e l'alieno l'avrebbe attaccato all'istante.
-Cosa hai fatto?-
L'alieno si mosse ancora, ma non rispose.
-Perché non parl...- poi si accorse di un piccolo particolare del muso -Oh, non hai una bocca. Ma certo! Allora tu... tu ti sei evolto!- esultò il Dottore con un sorriso. -Questo spiegherebbe la tua curiosità nei confronti verso di me! Ovvio, hai bisogno di un'altra persona più vecchia per evolverti ancora!- disse sollevando la lingua sul palato. Realizzò solo in un secondo momento che a ELMEM non importava assolutamente nulla se lui capiva o meno il processo di evoluzione. L'unica cosa che voleva era lui, un uomo di 906 anni. Il Dottore arretrò ancora, cercando di rimettersi in piedi senza dare le spalle all'alieno. La situazione iniziava a diventare davvero critica.
-Sai, ricordi quando ti ho detto che eri bellissimo? Beh, non lo penso più.- disse retrocedendo ancora di poco.- E credo che arrivati a questo punto...- si alzò, evitando accuratamente altre pozze d'acqua. -...Ci sia solo una cosa che possa fare.-
ELMEM sembrò incuriosito dalle sue parole.

-CORRERE!-


*      *      *

-Ohi, Lara... Senti o vedi qualcuno?- chiese Alex preoccupata, nascosta dietro alle spalle di Iris.
-Nnno, non sento e non vedo nessuno. Possiamo andare.- Lara superò insieme alle amiche la porta dal retro della palestra, introducendosi nel corridoio semi-buio.
-N... Non ci sono pozzanghere in giro, vero?- Iris si guardò attorno, controllando centimetro per centimetro, sperando di non trovare nessuna parte di ELMEM.
-No, tranquilla Iris, tranquilla. Se ne vedo una, per quel poco che si riesce a vedere, ti avv...- Lara non riuscì a concludere di parlare che per tutto il corridoio rimbombò il tonfo della ragazza che cadde. Alex si pietrificò, stringendosi ancora di più a Iris. Quest'ultima si bloccò sul posto. -Lara, stai bene? Che è successo?-
-S... Sto bene. Sono inciampata in qualcosa...-
-Qualcosa?-
-Sì, aspetta che guardo...oddio. ODDIO.- la riccia indietreggiò avvicinandosi con le spalle al muro.
-Lara? Che c'è? Su cosa sei inciampata?- chiese Iris agitata, mentre si avvicinava insieme ad Alexandra a dove poco prima era inciampata l'amica, stando attente a non commettere lo stesso errore.
-L'agente Carlo, porca miseria! L'AGENTE CARLO.-
-COSA?! Stai scherzando?!- urlò Alex, completamente terrorizzata.
-Guarda tu stessa...- la ragazza prese il telefono e illuminò il corpo.
Alla vista tutte e tre rimasero in un silenzio dispiaciuto e spaventato, con brutti pensieri che si stavano velocemente infilando nelle loro menti.
-Pensate che anche Lui...-
Assolutamente no, Alex!- sbottò Lara. -Mi dispiace per Carlo, ma non è di certo il Dottore. Lui starà sicuramente bene. Non capisco però cosa possa essere successo... E dove possano essere andati.-
-Ehi, guardate cosa c'è qui.- urlò Iris, illuminando anche lei con il cellulare una parte del muro, posta più avanti delle altre due studentesse che la raggiunsero subito.
-Okay, se sapere che Carlo fosse morto era terribile, vedere questo è anche peggio.-
Sì, decisamente.- rispose Iris a Lara, osservando i due oggetti di fronte a loro.
-Il Dottore non si separa mai dal suo cacciavite sonico, vero? Se è qui, insieme al Biogeneratore, significa che non è solo nei guai, ma che è proprio tanto nei guai. Proseguiamo con il piano nonostante tutto?- Lara raccolse da terra il cacciavite sonico.
-Ovvio che sì! Dobbiamo aiutarlo!-
-Hai ragione, Iris! Forza, mettiamoci al lavoro!-
A questo punto Alexandra prese il biogeneratore, anche se con fatica, data la pesantezza dell'oggetto, mentre le due amiche cominciarono a cercare l'arma' che le avrebbero aiutate a salvare il loro Dottore.
Proseguirono caute per il corridoio, controllando sempre di non finire in qualche pozza d'acqua sospetta e saltuariamente aprendo qualche porta qua e là, sperando di trovare una traccia del Signore del Tempo.
A volte si lanciavano occhiate preoccupate, pensando a tutto quello che gli era successo in quasi tre giorni.
Incontrare il loro viaggiatore del Tempo preferito era sembrato letteralmente un miracolo caduto dal cielo! Ma pensare che si sarebbero ritrovate in una situazione del genere mai, insomma, si trattava pur sempre di un mondo parallelo, il loro. Dove alieni e viaggi nel Tempo erano solo teorie o sogni buttati lì in aria e viste come cose ancora irraggiungibili.
Sia chiaro, tutte e tre erano consapevoli che incontrare lui equivaleva accettare certi cambiamenti nella propria vita; rischiare la vita compreso.
-L'ho trovato, finalmente!- esclamò la mora.
-Grandissima!- Alex appoggiò a terra l'aspirapolvere per riprendere un po' di fiato.
-Sei sicura che funzionerà?- Lara guardò incerta Iris.
-Scherzi? Sarà facile usare un estintore!-


*      *      *

-Okay, così non va.-
Il Dottore fissava il muro bianco di fronte a sé, senza il coraggio di voltarsi a fronteggiare l'alieno.
Che poi... Cosa se ne fanno in una palestra di vicoli ciechi?
Dottore...
-...ELMEM...?-
Un moto di sorpresa portò il Signore del Tempo a voltarsi lentamente verso l'essere, cercando al contempo un modo per scappare.
-Usi la telepatia...- i suoi occhi vagarono per il corridoio, ma non c'era niente che potesse rivelarsi utile. Era bloccato, e ELMEM si avvicinava.
Dottore... Devi aiutarmi...
-N... Non posso.- ormai il suo solito tono gioviale e simpatico era caduto: la sua voce tremava appena, e inspiegabilmente iniziava ad avvertire freddo, tanto freddo, oltre ad un incredibile mal di testa.
-Cosa... Cosa mi stai facendo?-
Non devi temermi, Dottore. Non sentirai dolore, te lo prometto.”
Il Signore del Tempo rabbrividì, appoggiandosi al muro. Non riusciva a ragionare lucidamente, sembrava che qualcosa lo stesse logorando dall'interno; e in quel momento, la voce morbida di ELMEM, simile a uno sgocciolio, era un balsamo.
Tuttavia, si costrinse a non cedere. Non voleva morire. Non poteva lasciarsi andare proprio adesso.
-Io posso aiutarti ad andare via! A tornare nel tuo Universo!- urlò il Dottore, quando ormai l'alieno era a pochi passi da lui.
Io non voglio tornare... C'è così tanta acqua qui...” ELMEM si avvicinò ancora accarezzando con lo sguardo i suoi lineamenti contratti.
Lasciati andare... Non sentirai nulla...”
E per un momento, un solo, minuscolo momento, la mente del Signore del Tempo scivolò nell'oblio. Durò solo un istante e il Dottore si ritrovò seduto a terra, la fronte imperlata di sudore freddo, mentre cercava aria fresca da respirare.
Questa volta... Questa volta non ne sarebbe uscito vittorioso, pensò con un sorriso sulle labbra.
Ne era certo. Non poteva più fare nulla per salvarsi la vita.
Non trovava più ragione di continuare a combattere, o anche solo guardare.
Chiuse gli occhi...

….E li spalancò l'attimo dopo, il fiato mozzato in gola, quando l'urlo di una voce conosciuta squarciò l'aria, spezzando l'inquietante silenzio che si era formato.
-DOTTOREEE!!-
Persino ELMEM sussultò dalla sorpresa, voltandosi alla ricerca di chi aveva chiamato il Signore del Tempo. E le trovò subito: le tre ragazzine che erano state fatte uscire prima di tutto l'accaduto. Iris lo additava con sguardo combattivo. Era stata sicuramente lei a gridare. Lara stringeva il cacciavite sonico alla sua destra, mentre dalla parte opposta Alexandra puntava la bocca dell'estintore verso l'alieno, tremando vistosamente.
-...I... Iris, dannazione. Prima di gridare avverti!- balbettò questi, stizzita.
-Serviva per avere vantaggio!- controbatté lei, seccamente.
-Sì, ehm, vantaggio che ormai è andato perso!- s'intromise Lara. Indicò l'alieno, che aveva avuto tutto il tempo di riprendersi dalla sorpresa e con un guizzo, sollevò la coda, con il chiaro intento di abbassarla su di loro.
A quella vista, Alexandra venne invasa dal panico e premette in automatico la levetta dell'estintore. Il getto colpì violentemente la coda di ELMEM, che iniziò immediatamente a congelarsi.
Le ragazze lanciarono un breve grido di esultanza, aiutandosi a vicenda per continuare a congelare l'alieno; ma il Dottore non udì loro. Sentiva un altro grido, acuto e stridente come unghie sulla lavagna. Portò le mani alle orecchie, ma nulla lo ovattava.
Proveniva da dentro la sua testa... Era il grido di ELMEM.
-Basta...!- implorò. -Basta!-
Come se fosse rivolto a lei, Alexandra lasciò andare d'istinto la leva dell'estintore, interrompendo il getto. Lanciò una rapida occhiata alle amiche, che annuirono in fretta e superarono ELMEM, che continuava ad essere puntato dalla prima.
-Dottore...?- lo chiamò Lara, la voce bassa, appena arrivatagli a fianco. Sperò in una sua risposta, ma tutto ciò che ricevette fu un suo gemito sommesso. Si stringeva nelle braccia, e rabbrividiva mentre lo sguardo scivolava da ELMEM fino a terra. Socchiuse gli occhi, infine, scuotendo la testa.
-Non posso...- mormorò; e le due ragazze ebbero l'impressione che non stesse parlando con loro.
-Andiamo, forza.- riprese Lara, afferrandogli un braccio. Iris afferrò l'altro e lo issarono in piedi; poi, aiutandolo a reggersi dritto, lo aiutarono a seguirle oltre l'alieno, verso l'uscita.
-In fretta!- incitava Alexandra, tutta tremante. -In freettiissima!- indietreggiando, sempre tenendo puntato l'essere, la ragazza li seguì, mentre il Dottore continuava a sentire quegli urli, quasi disperati, nella propria testa...
Non andare! Torna qui! Se davvero mi vuoi aiutare... non abbandonarmi!”

 

/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Note d'Autore

Yuki: Buondì, gente!
Anche se con molto ritardo, sono riuscita a pubblicare anche questo luungo capitolo.
A scriverlo, in questo caso, sono state più Fluffy e Gallifrey.
Colpa dell'influenza che mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno... sigh.
Gallifrey: * scuote la testa * Ma tu guarda... Tante scuse campare per aria.
In realtà non avevi voglia di scrivere. v_v Solo di leggere il duro lavoro tanto sudato dagli altri.
Ti credevo una persona migliore Yuki. * incrocia le braccia *
Fluffy: Anche io... Mi è caduto un tale mito! Sigh, vado a piangere nell'angolino in maniera terribilmente teatrale. Se avete bisogno di me sono lì. * vola (?) via *
Yuki: No, allora. Adesso dovete spiegarmi cosa avete contro la mia vita!
Pur di non ritardare ulteriormente ho scritto quasi tutto in una serata! D:
Siete cattive.
Gallifrey: E solo ora te ne accorgi? Comunque dobbiamo riconoscerti che sei stata brava a ricopiare tutto. E... Fluffy? Torna qua. Non puoi volare via (?) senza di noi. * la riacciuffa per la collottola *
Fluffy: Agh! D: * cade a terra * Ugh, o-okay, sto qui-
Comunque, LEI è cattiva! Io scherzavo! * abbraccia Yuki*
Sei stata bravissima! ^7^ Io ero lì a fare il tifo per te, dopotutto!
Yuki: Aaw, e va bene, vi perdono! <3
Si, ma... la prossima volta non ricominciamo da capo, eh!
Ma su, parliamo anche del capitolo!
Gallifrey: Giusto, il capitolo! Allora vi piace? * W *
Fluffy: Ci siamo impegnate molto per scriverlo al meglio! \*7*/
Soprattutto perché SERIUS TIME OMG.
Yuki: ...Sì, infatti. Beh, dai, un po' di serietà ci vuole, anche in una storia a sfondo comico, no?
Gallifrey: * annuisce* Hai perfettamente ragione. Perciò sai... Io voglio sapere anche cosa ne pensano i lettori.
Fluffy: Ce lo diranno nelle recensioni! Oh, e a proposito, grazie per tutte le vostre parole! Siete gentilissimi, e ci aiutate davvero molto a continuare! ^^
Yuki: Davvero! Noi ci stiamo divertendo molto a scrivere, ma sapere che piace non solo a noi è fantastico!
Gallifrey: Graziegraziegrazie!!!:D * batte le mani *
Dai, ora lasciamoli scrivere la loro recensione. Noi intanto ci impegniamo a terminare anche il prossimo capitolo, va bene?
Fluffy: Okay, mi piace! \*7*7 Andiamo a scrivere!
Yuki: D'accordo, chiudiamo qui, perché altrimenti vi annoiamo con un altra pagina di roba!xD
Alla prossima, un saluto da tutte e tre! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Drastiche misure di sicurezza ***




-Non preoccupatevi... ora passa.-
Il Dottore di sforzò persino di sorridere di quella frase, ma non riuscì a convincere le tre ragazze.
Piano piano, un passo dopo l'altro, erano riusciti a tornare nel TARDIS.
Lungo il tragitto, le condizioni del Signore del Tempo non avevano fatto altro che peggiorare, nonostante tentasse di non darlo a vedere.
Tremava vistosamente, e sudava freddo. Era stato un miracolo a tenerlo in piedi fino alla destinazione, e ora giaceva lì, in un angolino, avvolto nella prima coperta trovata da Iris, con un secchio accanto a lui pronto ad accogliere il suo malessere quando la nausea sarebbe diventata vomito.
-Beh, quanto meno è un minutino a rigettare l'anima, e il resto del tempo sani come pesci! No?- ironizzò Alexandra; e il Dottore non poté che annuire divertito.
Iris sospirò, guardandosi qualche momento le mani che torturavano le proprie dita a vicenda.
-Dottore...- mormorò infine. L'insicurezza con cui lo chiamò attirò immediatamente l'attenzione dell'interessato.
Temporeggiò, poi si decise.
-Cosa... Cosa è successo a Carlo?- domandò.
Stavolta fu il Signore del Tempo ad esitare. Si sforzò di mostrare un sorriso, e fece spallucce per dare l'impressione di star minimizzando l' imminimizzabile.
-Ha solo trovato un compagno che non è stato in grado di proteggerlo.- rispose in un fil di voce.
Ma Lara scattò in piedi. 
-NO, Dottore! Non dire queste stupidate!!- lo ammonì a gran voce, persino additandolo. -Tu hai salvato tante altre vite! Se è morto vuol dire che non potevi fare nulla per lui!-
-Waah, Lara!- esclamò Alexandra. -Calmati! Mi farai venire un infarto di questo passo!-
-Un infarto?-
La voce del Dottore riattirò l'attenzione di tutte e tre. Parve loro di aver sentito di nuovo, seppure per un breve istante, il suo tipico tono gioviale.
Lui chiuse per qualche momento gli occhi, cercando di ricollegare i pensieri. -Forse... è vero, non potevo fare niente.- mormorò sovrappensiero. -E' stato improvviso. Come un infarto.-
-Ah! Visto?- esclamò Lara. -Sono una grande! Ha avuto un infarto!-
-Ho detto “Come un infarto”.- puntualizzò il Signore del Tempo, stringendo la coperta al corpo. I brividi stavano aumentando.
Alexandra lo notò, e gli si avvicinò con preoccupazione. Gli si inginocchiò accanto, vicino al secchio.
-Cosa ha fatto a te?- gli chiese.
-Niente...- rispose lui. -Non mi ha nemmeno sfiorato...-
“Mi hai abbandonato.”
Fu talmente improvviso che il Dottore sussultò dallo spavento. Il suo sguardo vagò per qualche istante nella stanza, e il fatto di trovare solo le tre ragazze con lui lo rassicurò fino ad un certo punto.
-Cosa c'è?- domandò Iris preoccupata.
Lui rimase in silenzio un attimo; poi scosse la testa.
-Niente. Niente.- rispose, stringendosi nelle braccia. Sentiva sempre più freddo... Era come se la stanza fosse gelata per lui.
“Perché l'hai fatto?”
Era ELMEM. Ne era certo. Parlava ancora nella sua testa, con quel tono calmo, morbido, di prima. E ogni parola aumentava i suoi brividi, peggiorava il suo mal di testa, e gli dava vertigini.
Chiuse gli occhi, avvertendo anche la nausea farsi più forte.
“E' un controsenso. Tu lo sei. Vuoi aiutarmi... ma scappi.”
Portò una mano alla propria fronte sudata. Vai via, pensò. Esci dalla mia testa... Ti prego...
“Perché l'hai fatto?!”, ripeté ELMEM, più forte. Ma non gli diede il tempo di anche solo formulare una risposta.
“Ho bisogno di te.”  gli disse. “Verrò a prenderti.”
-Non mi puoi portare via.- mormorò, e solo in un secondo momento si rese conto di averlo detto, e non solo pensato.
-Fate finta che non abbia detto...-
“Perché ho bisogno di te”
-...niente...-
Il Dottore completò la frase per inerzia, ma la sua mente era già finita altrove.
La frase di ELMEM non aveva alcun senso con la risposta che gli aveva dato. Ne avrebbe avuto se avesse detto un “Sì, invece!” all'inizio, ma non era successo.
Ciò significava che lui sentiva l'alieno, ma non viceversa!
-Non usa la telepatia!- esclamò, illuminandosi a lampadina per qualche istante.
In compenso le tre ragazzine erano preoccupatissime.
-Lo straparlare non era previsto...!- disse Alexandra, lanciando uno sguardo impaurito alle amiche.
-Stra...? Oh! No! Aspettate! Non sto...- cercò di rettificare il Dottore; ma fu fermato da un ultimo gelido brivido che attraversò la sua schiena. Sentì ELMEM nella sua testa sussurrargli un fugace: “Aspettami.”, prima di sparire del tutto.
Tutto ad un tratto, la nausea si fece sentire con terribile forza. Si tolse di dosso la coperta e avvicinò il secchio a sé, giusto in tempo per vomitarvi all'interno e non sul pavimento del TARDIS.
-...Beh, come ho detto prima!- disse Alex dopo un attimo, quando sentì il malore del Dottore fermarsi. -Un attimo a rigettare l'anima, e poi...-
-EWW!-
Il Signore del Tempo recuperò con un'espressione di puro orrore la coperta e la buttò nel secchio, per poi farlo scivolare lontano.
-Cosa c'è?!- domandò Lara.
-Niente, è che...-. esitò, prima di indicare il contenitore. -...ho vomitato un pezzo di ELMEM! Non... Non me lo aspettavo, ecco.

***
-L'avevo detto che non usava la telepatia!- esclamò il Dottore, con quel tono allegro e gioviale con cui tutte e tre le ragazze erano solite sentirlo.
Dopo pochi minuti, il Signore del Tempo aveva già ripreso colore, e nonostante si sentisse ancora spossato e lo stomaco avesse iniziato a fargli male, stava tornando quello di sempre.
Una volta ripresosi dallo “Shock” di aver visto un organismo fatto di acqua nel suo vomito, il Dottore riafferrò il secchio, ci pigiò ancora più dentro la coperta, e se lo portò dietro per la stanza, cercando con lo sguardo l'arma con cui avrebbe intrappolato l'alieno.
-Dove avete messo il Biogeneratore?-
-E' nella sala consolle.- disse Iris, osservando il Signore del Tempo avviarsi, secchio in mano, verso la porta.
-Fermo lì!-
Alex gli aveva sbarrato la strada, incrociando le braccia.
-Cosa?-
-Tu non puoi andare in giro come se nulla fosse. Devi riprenderti completamente prima di andare a salvare il mondo!- precisò la ragazza.
-Ma io sto bene! E la fuori c'è un alieno che...-
-...vuole ucciderti.- concluse Lara, affiancando l'amica davanti alla porta.
-Si ma potrebbe anche assorbire l'acqua di molta altra gente!-
-Beh, Dottore...- si intromise Iris. -Tu sei l'unico che ci può salvare. Se muori tu siamo fregati. Definitivamente.-
Anche lei si affiancò alle amiche, per dare più importanza alla tesi.
Il Dottore le guardò stupito. Erano tutti degli ottimi motivi ma lui doveva andare.
Così tentò di farle ragionare.
-Sentite... Lo so che...-
-Oh, e un'altra cosa Dottore. Ho fame.- disse Iris con ovvietà.
-Scusa Iris... Ma questo cosa c'entra?- bisbigliò Lara al suo fianco.
-C'entra. Il cibo c'entra sempre.- le spiegò.
Il Dottore guardò le tre ragazze di fronte a lui con un misto di incredulità e divertimento, poi sorrise scuotendo al testa.
-Voi siete proprio strane... Va bene, allora. Andiamo a fare merenda! Allons-y!-
Ridendo, il Signore del Tempo appoggiò il secchio a terra e prese per mano Lara e Alex. Iris fece appena in tempo ad afferrare la mano che la riccia le porgeva, quando il Dottore iniziò ad incamminarsi verso la cucina.
Era incredibile. Appena Iris gli aveva detto di avere fame, gli era venuta voglia di mangiarsi una banana. O qualsiasi altra cosa, non importava.
Qualche svicolo e incrocio più avanti il gruppetto si fermò davanti a una porta, contrassegnata dalla scritta 'Cucina'.
-Eccoci ragazze. Si mangia!-
Il Dottore varcò entusiasta la soglia ma le tre tipette rimasero indietro, cercando di figurarsi quello che si celava dietro alla porta.
-Iris... Alex... stiamo per fare merenda con il Dottore.- disse Lara. -Rendiamocene conto.-
-Già. Quante volte potrebbe capitarci una cosa del genere?- chiese Alex con un tono che sembrava provenire da un mondo di unicorni e arcobaleni.
-Mai. E' questa la cosa più bella di tutte. E forse la cosa ancora migliore è che è capitata a noi!- disse Iris con un sorriso, mentre apriva la porta della cucina.
-Chissà cosa potremo mangiar... Oh.- Iris si bloccò guardandosi intorno.
-E'... E' meraviglioso!.- esclamò Lara due secondi dopo.
-Caspita... Con tutto questo spazio si potrebbe contenere il cibo per un esercito!-
La cucina che gli si presentava di fronte era immensa. Colma di ripiani e armadietti ovunque, poteva essere paragonata a un teatro dalla portata del Colosseo. Il color crema regnava praticamente ovunque, tranne che sulle maniglie degli sportelli, dove lampeggiava un color caramello scuro in perfetto abbinamento con il resto.
La stanza aveva uno stile semplice eppure particolarmente raffinato.
-Cavolo... Mi è quasi passata la fame.- disse Iris con un fil di voce, lo sguardo ancora perso per la cucina.
-Ma per favore. Non sarà mai possibile una cosa del genere.-
-Ragazze? Non avevate fame?-
Le tre si ripresero subito, come colpite da una scossa elettrica, quando sentirono la voce del Signore del Tempo chiamarle da un punto imprecisato davanti a loro.
-Sì! Arriviamo!-
Lara, Iris e Alex iniziarono una breve corsa per attraversare il corridoio principale. Subito a destra, videro il Dottore chino su un tavolo al centro di una saletta rotonda.
-Allora? Vi piace?- chiese gioviale, senza guardarle.
La prima a rispondere fu Lara.
-Oh, è bellissima. Non avevo mai visto una cucina così.-
-Già, è perfetta.- approvò Alex guardandosi intorno di nuovo.
-Sì, sì. Mangiamo?-
-Iris! Perché riesci sempre a rovinare questi momenti?- chiese Lara indispettita.
-Beh, che c'è? Ho fame!-
La discussione venne interrotta dalle risate del Dottore.
-Okay, ragazze! Che ne dite se ci sediamo a mangiare? Vi sembra troppo complicato?-
Il Dottore si spostò di lato, mostrando alle ragazze dei piatti con fette di pane e Nutella sopra. Il tutto accompagnato da una brocca di succo arancione.
-No. Non è assolutamente complicato!- disse Iris sorridendo, mentre si godeva al tavolo, seguita dalle altre due ragazze e dal Signore del Tempo.

-Dottore, questa non sembra esattamente succo d'arancia. Cos'è?- chiese Iris osservando il liquido arancio chiaro nel suo bicchiere.
-No. Non è succo d'arancia. E' succo di Nabahn.- rispose lui, versandosene un po'.
-Cos'è?-
-Una bacca che cresce solo su Nabah. E' rossa, a righe arancioni.- bevve un sorso di succo. -Vi piace?-
Lara imitò il Dottore, leggermente preoccupata dal gusto che poteva provare. Ma ne rimase piacevolmente colpita. Era buonissimo: fresco e dolce, con una punta di amarognolo.
-Wow!- esclamò. -Alex devi provar... Ah, ecco. Appunto.-
Il bicchiere dell'amica era già vuoto.
-Sì, Dottore. E' buonissimo!-
Il Signore del Tempo sorrise, finalmente riusciva a svagarsi un po'. E probabilmente ci sarebbe riuscito solo con degli umani.
-Ora mi viene il dubbio che quello che abbiamo mangiato prima non era pane e Nutella...- iniziò Lara.
-No, tranquilla. Era Nutella.- il Dottore incrociò le braccia dietro alla testa. -Pensa che solo sulla Terra fanno una Nutella così buona. Quella degli altri pianeti sono solo misere imitazioni.-
-Caspita!- dissero Iris e Lara contemporaneamente .
-E tu, Dottore?- chiese Alex.
-Mmh?-
-Stai bene?-
-Io sto sempre bene.- rispose il Dottore riportando le mani sulle gambe.
-Sì, si è visto. Cosa ti ha fatto ELMEM?- chiese Iris a bruciapelo.
-Ve l'ho detto. Non mi ha toccato nemmeno.-
-Eppure...- constatò Lara. -...Hai perso il cacciavite sonico e l'aspirapolvere.-
Le tre annuirono, cercando negli occhi profondi del Signore del Tempo la risposta che volevano sapere. Lui sospirò dolcemente, chinandosi sul tavolino chiaro.
-A voi umani non si può nascondere proprio niente.- disse tra sé. Poi iniziò a spiegare.
-In palestra, quando ELMEM ha usato l'acqua del corpo di Carlo per evolversi, ha creato un collegamento con me. Era una sorta di telepatia a senso unico. Io lo sentivo, ma lui non sentiva me.-
-Strano. Con la telepatia il collegamento dovrebbe essere sempre a doppio senso, no?-
Il Dottore annuì, massaggiandosi il lobo di un orecchio.
-Infatti. E per evolversi ha bisogno di esseri viventi di età sempre crescente. Ovviamente con me avrebbe banchettato per passare subito allo stadio finale.-
-Ma non può!- disse Lara, arrabbiata. -Tu non sei nemmeno di questo Universo!-
-Lara, calmati!. -Il Dottore usò un tono di voce così calmo che riuscì a rassicurarla. -A quanto pare non fa differenza l'Universo di appartenenza; comunque ELMEM può trarre energia dalle persone.-
Le tre ragazze si guardarono, preoccupate. Non sapevano cosa dire, la situazione diventava sempre più instabile e pericolosa. Sia per loro che per le persone della Terra.
-E cosa... Cosa ti ha detto ELMEM?- chiese Alexandra, per sbloccare il discorso.
Il Dottore sospirò, iniziando a giocherellare con il bicchiere. Doveva cercare di sviare il discorso.
-Oh, nulla di che. Il Solito.-
-Allora...- disse Iris sporgendosi in avanti .-...se non è nulla di che, ce lo puoi dire.-
Il Dottore aprì la bocca per replicare ma la richiuse un attimo dopo, scuotendo la testa.
-Eddai, Dottore! Che cosa ci siamo a fare se poi non possiamo aiutarti?- chiese Lara con un sorriso accondiscente.
Rassicurato dalle sue parole e dagli sguardi curiosi delle tre ragazze, il Signore del tempo iniziò a parlare. Forse parlarne con qualcuno avrebbe migliorato la situazione.
-Lui... Lui mi ha chiesto di aiutarlo. Aiutarlo ad evolversi.- fece una pausa, riorganizzando le idee che gli vorticavano in testa. -Io ho cercato di fargli capire che potevo portarlo a casa, o dove voleva, ma è ancora piccolo. Non pensa al futuro. Il presenta è la sua unica realtà.-
Alex aprì la bocca per dire qualcosa, ma Lara la fermò, osservando insieme il Dottore chiudere gli occhi e passarsi una mano sul viso, assorto.
-Ha bisogno di me. Ha detto che verrà a prendermi.- concluse con un soffio.
Calò per lunghi secondi un opprimente silenzio.
-B... Beh, è... i... inquietante.- mormorò Alexandra. Iris e Lara non poterono che annuire.
Il discorso sembrava finito lì, quando alla riccia venne un improvviso pensiero.
-Ora lo senti ancora?- domandò d'improvviso.
-ELMEM, intendi?- chiese conferma il Dottore. La ragazza annuì.
Si prese qualche momento per rispondere.
-In effetti no.- disse infine.
-Da quando hai...- Alex cercò un sinonimo per un paio di secondi. -...rimesso?-
-Sì.-
-Perché queste domande?- le chiese Iris.
-Beh,è... forse è stupido, ma...-
-...Ma?- la incitò Lara.
-Dopo il malore il Dottore non ha più sentito ELMEM nella sua mente, e ha rigettato una sua parte. Non è possibile che non fosse telepatia, ma che lui fosse letteralmente nella sua testa?-
Il Signore del Tempo si appoggiò allo schienale della sedia, incrociando le braccia, pensoso.
-Più che possibile. Probabile.-
-Ah!- Alexandra si illuminò come un albero di Natale. -Oddio! Hai citato Sherlock Holmes!-
-Oh miseria, ora fangirleggia.- disse Iris ridendo, mentre Alex già iniziava effettivamente a lanciare urletti estasiati.
Il Dottore la guardò perplesso, lanciando un' occhiata sia ad Iris che a Lara.
-Ma...-
-Tranquillo, è tutto normale.- Lara sospirò guardando imbarazzata la scena. -Fa sempre così quando si nomina Sherlock... o lo si cita.-
Iris si avvicinò all'amica, trattenendola per le spalle.
-Alexandra Kowalski, calmati adesso.-
-Eh? Oh... Okay.-
-Sì, dicevo... E' molto probabile che fosse nella mia testa. In tal caso i miei anticorpi stavano cercando di eliminarlo e l'unico modo che poteva funzionare era quello.-
Il Dottore rabbrividì. -Non è stato affatto piacevole.-
-Immagino!- esclamò Iris.
-C'è anche un altro problema...- disse Lara, assorta nei suoi pensieri.
Tutti si voltarono a guardarla.
-Intendi un altro problema oltre a ELMEM, la possibile morte di altre persone e, successivamente, l'estinzione della razza umana?- ricapitolò Alex, contando le cose che elencava sulla punta delle dita.
-Sì. Oltre a questo il Dottore ha detto che l'alieno vuole lui.- Lara osservò il Signore del Tempo di fronte a lui. -Se il TARDIS è sicuro, è meglio che non esci.-
Il Dottore sospirò. -Ragazze, ho capito che volete aiutarmi, ma non ho intenzione di rimanere qua dentro come se nulla fosse. Non quando c'è ELMEM in giro.-
-Invece tu lo farai. Altrimenti, Dottore, saremo costrette a legarti qui, da qualche parte nel TARDIS. E guarda che lo facciamo!- Iris incrociò le braccia, minacciando il Signore del Tempo, serissima.
Lui la guardò mezzo sconvolto, cercando di capire se parlava seriamente o meno.
-Cosa?! Non potete!-
-Oh sì, che possiamo.- risposero insieme Alex e Lara, senza battere ciglio.
-No, no, no, no e no! Scordatevelo!- detto questo fece per uscire dalla cucina, ma puntualmente Iris e Alex si spostarono davanti alla porta e Lara prese un braccio di lui per fermarlo.
-Dottore, pensaci un momento. So che è brutto da dire, ma ELMEM vuole solo te per evolverti! Tutto il resto del mondo è al sicuro per ora!-
Il Signore del Tempo guardò la ragazza, cercando qualcosa che facesse almeno vacillare la sua teoria.
-Lara...io sarò anche molto vecchio ma non hai pensato che se uccidesse una decina di persone eguaglierebbe la mia età? Non posso lasciare morire altra gente!- Lara lo fissò, rimanendo un attimo impietrita, senza sapere cosa dire.
-Ma perché dovrebbe perdere tempo uccidendo dieci persone se può passare direttamente allo stadio finale con una sola persona?- chiese tranquilla Alex.
-Perché non ci ho pensato subito?- Lara guardò Alex con il muso, mentre teneva ancora stretto a sé il braccio del Signore del Tempo. -Beh, a parte questo, Dottore, tu rimarrai qui. E' deciso. Per cui basta ribattere!-
-Appunto! Fino a domani, almeno...- disse Iris quasi tra sé e sé.
-Non dargli incentivi!- la rimproverò Lara. -Per lui 'domani' vuol dire alle 00:01!-
Il Dottore sorrise, ascoltando sì e no i battibecchi delle tre ragazze. Alla fine si liberò dalla stretta di Lara e alzò le mani, in segno di resa.
-Va bene, ragazze. Va bene. Ho capito. Non mi devo muovere da qui fino a domani mattina quando tornerete a scuola.-
Alexandra lo guardò con occhio critico.
-Come facciamo ad essere sicure che non te ne andrai in giro?-
-Ve lo giuro. Croce sui cuori.- disse il Signore del Tempo segnandosi le sue parti del petto. -Così va bene?-
Iris annuì. -Affare fatto.-
-E' meraviglioso! Grazie Dottore!!-
Lara si avvicinò di nuovo a lui, abbracciandolo stretto. Dopo un momento di leggera confusione, il Dottore ricambiò la stretta sorridendo alla scena.
-Tranquilla Lara! Non c'è di che!.-
Neanche finita la frase che il Dottore venne abbracciato successivamente da Iris e Alex, felicissime di non dover legare il loro Signore del Tempo a qualche mobile della sala.

*    *    *

-Sì, mamma. Abbiamo studiato fisica e arte.-
-Siete rimaste al bar?-
-N... No. Non proprio. Abbiamo anche fatto un giro fuori.- disse Lara prima di entrare in bagno per farsi una doccia.
-Muoviti, che tra poco si cena.-
-Va bene.-
“ Ah, finalmente.”
Lara richiuse la porta del bagno alle sue spalle, sorridendo.
Era stato un pomeriggio sensazionale ma era proprio stanca. Si tolse i vestiti in fretta e andò sotto la doccia, bagnandosi i capelli. Ripensandoci non era stato affatto difficile mentire a sua madre. Credeva che l'avrebbe stressata con un sacco di domande e invece... Probabilmente aveva altro per la testa.
Meglio, si disse, così non mi sentirò troppo in colpa per non averle detto che ha salvato il Dottore dall'attacco di un alieno che, fra parentesi, avrebbe potuto anche uccidermi.
La ragazza ripensò alla promessa del Signore del Tempo. Non doveva uscire dal TARDIS per nessuna ragione. Da solo era molto più vulnerabile. E non lo diceva solo perché si sentivano importanti loro tre rispetto al Dottore.
Con un mezzo sbadiglio Lara chiuse l'acqua e si avvolse nell'accappatoio. Uscì dalla doccia per guardarsi allo specchio ma era tutto appannato. Così, sorridendo, iniziò a disegnare faccine buffe sulla superficie bianca alternandole ogni tanto con ghirigori e stelline.
-Lara, hai finito?-
-Sì, sto arrivando mamma!-
Prima di lasciare la stanza, la ragazza osservò con quanta attenzione era riuscita a riprodurre il TARDIS, che occupava tutta la parte centrale dello specchio. Sì, le era proprio venuto bene. Mentre si infilava il pigiama ripensò al Dottore. Chissà cosa stava facendo nel TARDIS... Magari manutenzione, tanto per far passare il tempo.
Doveva essere difficile per lui avere una macchina del Tempo per arrivare subito alla mattina successiva e non poterla usare.
-...Lara?-
-Cosa?-
-Che hai da guardare alla finestra?-
Il fratellino della ragazza, Luca, stava osservando alternativamente lei e il cielo.
-N... Niente. Pensavo.- rispose Lara sospirando.
-A cosa? ...O meglio, a chi?-
Lei arrossì, lanciando contro il viso divertito del fratello il suo accappatoio.
-Non penso sempre a lui!- disse leggermente arrabbiata, dirigendosi verso la sua camera.
-No...- Luca si allontanò dal raggio d'azione di Lara prima di continuare la frase. -...ma se guardi il cielo è al Dottore che pensi!-
Lei prese in mano un cuscino e lo tirò, ma il ragazzino era già fuori portata.
Rassegnandosi al fatto che il fratello aveva ragione, Lara raccolse il cuscino blu e lo rimise sul letto, lanciando un'ultima occhiata al cielo ormai scuro.

*    *    *

Iris sorrise beatamente sdraiandosi sul suo letto, felice che sua madre si fosse bevuta la scusa accordata precedentemente con Lara e Alex. Rimase lì, a pancia in su a guardare il soffitto bianco, gongolando contenta per qualche istante, indecisa se tirarsi su o continuare a gongolare, felice.
-E' pronto!-
La voce di sua mamma spezzò i sogni ad occhi aperti della ragazza, che sentito il richiamo si alzò in piedi, scattante, improvvisando una melodia fischiettando.
Si sedette a tavola, guardando soddisfatta il piatto di pastasciutta che le si presentava davanti.
-Pancia mia fatti capanna!!- e con non poca finezza iniziò ad abbuffarsi.
I suoi genitori la guardarono con mezza indifferenza, ormai abituati a quello spettacolo di cui la loro figlia andava fiera di mostrare.
-Ma... com'è che oggi sei così felice? Cos'è che avete fatto di così bello, questo pomeriggio?- chiese sua mamma, incominciando a mangiare anche lei il suo piatto.
-Abbiamo studiato fisica e arte. Non te l'ho mica già detto prima?-
-Sì, ma non capisco perché hai fatto così tardi! Lo sai che devi essere a casa per un certo orario.-
-Ah... Beh... Abbiamo avuto dei problemi in... fisica. Sì, fisica.-
-D'accordo, se lo dici tu.-
Finalmente sua madre smise di farle domande, così che Iris poté finalmente tirare un sospiro di sollievo definitivo, e con un mezzo sorriso pensò che effettivamente avevano avuto dei problemi, e che erano stati soprattutto fisici! Mai aveva corso così tanto in tutta la sua vita.
Con un'ennesima forchettata finì di mangiare la pasta, attendendo già il secondo.
Alla fine di quella cena poté constatare solo una cosa: c'erano poche cose che la rendessero felice, una tra queste era proprio la pastasciutta. Ma anche disegnare gli piaceva tantissimo.
Stava di fatto che sopra tutto c'era il suo amato Dottore.

*    *    *

Alexandra si rigirò tra le coperte un paio di volte, e i suoi occhi incontrarono il led della sveglia nella sua stanza.
00:59
Non riusciva di nuovo a dormire. Si girò a pancia in su, e guardò il soffitto con un sospiro. Ma dopo pochi secondi, si ritrovò a sorridere.
Per una volta, la sua insonnia non le dava noia. Si sentiva straordinariamente bene.
Si tirò a sedere, accendendo la luce del comodino e afferrando il blocco e la matita, iniziò a disegnare, senza pensarci troppo.
Osservò la sua mano muoversi sul foglio per creare la figura del TARDIS. Aggiunse i dettagli dello sfondo; e poi non poté non ridacchiare, mentre disegnava un robusto bastone in corrispondenza della maniglia del veicolo, che attraversava l'intera porta, bloccandone l'apertura.
La ragazza si coprì la bocca, per evitare che sua sorella sentisse che stava ridendo.
-Prima regola del Dottore.- mormorò. -...il Dottore mente.-
Quindi spense di nuovo la luce, e ancora ridacchiando si accucciò sotto le coperte.

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Note d'Autore:

Y: Anf... Anf... H-Ho finito finalmente di trascrivere. * riprende fiato *
Anche questa volta ci ho messo un mesetto per pubblicarlo, ma abbiate pazienza, la scuola mi ha portato via un sacco di tempo!ç^ç
Soprattutto a causa di una tavola... Non immaginate neanche quanto tempo ci abbia messo per farla...
Ma! Tornando al capitolo, visto che di certo a voi non interessa nulla della mia tavola, cosa possiamo dire? Di certo un po' lunghetto lo è, e succedono un po' di cose. Spero quindi che sia tutto chiaro. Se non lo fosse, chiedete pure!c:
Spero solo che voi possiate non ucciderci per quello che abbiamo fatto passare al Dottore... <_<

G: Giusto... Dovete perdonarci, noi gli vogliamo taaanto, tanto bene, ma qualcosa di particolare doveva accadere!

Y: Esatto! Quindi perdonateci davvero! D:

F: Tra l'altro posso capire benissimo quello che prova in questo capitolo. Sono quella che sta male più facilmente.
Sono un carretto. Sigh.

Y: Tu non sei un carretto! ò.ò

G: Devi solo coprirti un po' di più quando esci di casa...! Sai che dramma, Fluffy! Comunque sia, quella merenda è stata davvero meravigliosa! * gongola* 

Y: Woh, per una volta non sono io a parlare di cibo! xD
Per concludere queste note, non possiamo che ringraziare le persone che ci hanno seguito fino a qui! Oh, e soprattutto di augurarvi buona visione per il film del cinquantesimo anniversario! <3
Noi siamo già pronte da una settimana e non vediamo l'ora di vederlo.
Immagino che sia così anche per voi altri!xD

G:  Sì, sì! Assolutamente vero! Non vedo l'ora per davvero!*^*

F: Bene, allora a nome di tutte e tre salutiamo tutti! 8D
Ciao ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La cattura imminente ***


La mattina dopo persino Alexandra si alzò presto per essere a scuola dieci minuti prima della campanella. Le tre
ragazze si trovarono fuori dalle porte, e lanciarono uno sguardo al TARDIS. Il bastone era ancora lì a bloccare la porta, e di nuovo Alex si ritrovò a ridacchiare.
-Almeno siamo sicure che non è uscito!- esclamò Iris.
Lara sospirò appena, sorridendo. -Mi sento un po' in colpa.- disse.
-Non esserlo!- controbatté la terza, dandole una pacca sulle spalle. -Sai che se ne sarebbe andato senza di noi.-
-...Che dite, lo tiriamo fuori?- domandò Iris.
Le tre si guardarono qualche istante.
-...Naaah!- dissero poi insieme, ed entrarono a scuola.


*         *         *

-Dottore!!!-
Il sorriso estasiato di Lara fu totalmente smorzato dall'espressione imbronciata del Dottore, degna di un bambino, che le aspettava a braccia incrociate.
-Dottore un corno!- esclamò scocciato. -Non è stato affatto divertente!-
-Woooh, CITAZIONE!- dissero in coro Lara e Iris additando il Signore del Tempo.
-Hai provato ad uscire allora!- aggiunse Alex, anche lei additandolo.
Lara e Iris lanciarono un'occhiata all'amica, per poi ritornare a guardare il Dottore.
-E' vero!- disse Lara seria.
Lui le guardò sconvolto, passandosi una mano sul viso.
-Ma dove sono capitato...- disse sospirando. -Lo sapete vero che se fossi andato da solo sarebbe stato meglio? Diamine, ragazze, potreste morire!-
-E te allora? Potresti morire anche tu!- ribatté Alex.
-Tra l'altro sei tu che hai più anni di noi.- disse Iris.
-E non dimenticare che ELMEM vuole solo te!- concluse Lara, incrociando le braccia. -E noi non possiamo permetterlo.- aggiunse con una punta di tristezza nella voce.
Il Dottore rimase un momento ad osservare le tre ragazze, poi sorrise rientrando un momento nel TARDIS.
-E cosa dovrei dire di questa mattina?-
-Cosa?- chiese Iris.
-Vi ho sentite. Avete tranquillamente deciso di lasciarmi chiuso nel TARDIS per tutta la mattina, il che, se non ve ne foste accorte, è durata ben cinque ore!-
-Beh sì, Dottore! Ce ne siamo accorte. Siamo andate a scuola intanto!- disse Alex leggermente ferita.
Intanto il Signore del tempo era uscito di nuovo dal TARDIS, con in mano il pesante aspirapolvere del giorno precedente.
-L'unica tra voi che ci ha riflettuto almeno un po' prima di murarmi vivo in casa mia è stata Lara.- disse senza guardarle.
-Oh... Beh... Io mi fido di te, Dottore.- disse Lara arrossendo leggermente.
Prima che lui potesse dire qualcosa, venne interrotto da Alex.
-Ma Lara... la prima regola! “Il Dottore mente.”- fece riferimento la ragazza.
-Dovevamo essere sicure!- si giustificò Iris, osservandosi le mani.
-...Beh, a dire la verità io ero semplicemente paranoica.- ammise Alexandra. -Se ti liberavamo saresti andato in giro da solo.-
-No! Io non...-
Le tre lo guardarono con occhio critico, costringendo il Dottore a cambiare velocemente il discorso.
-Sentite, lasciamo perdere. Dobbiamo cercare ELMEM.-
-Va bene.- disse Iris. -Come?-
-Beh, tecnicamente noi non dovremmo fare proprio nulla.- spiegò Alex.
Il Dottore annuì, sollevando il Biogeneratore e chiudendo la porta della cabina blu.
-Infatti. Ha detto che sarà lui a venire da me.-
Lara rimase un attimo imbambolata.
-Qui... Quindi potrebbe essere anche qui intorno... ad aspettare il momento propizio per attaccarci!- disse preoccupata.
-Oh, non essere così melodrammatica, dai!- disse Iris. -Abbiamo l'aspirapolvere dalla nostra parte!-
Lara non sembrò affatto convinta e per precauzione si avvicinò al Signore del Tempo, che stava trafficando con alcuni pulsanti del Biogeneratore, incurante di tutto il resto.
-Beh, allora dobbiamo trovare un modo per attirare ELMEM.- riflettè Alex.
-Ma scherzi?! Più tardi arriva, meglio è!- disse Lara leggermente sconvolta dalle parole dell'amica.
-Però Lara... Alex ha ragione. Prima arriva, prima noi lo intrappoliamo e prima non farà del male a nessuno.- spiegò Iris.
-Oh. Non ci avevo pensato.- disse Lara, appoggiandosi al TARDIS. -Ci serve un'esca, allora.-
Le tre ragazze si guardarono un momento, poi inevitabilmente il loro sguardo scivolò verso la figura accucciata del Signore del Tempo, ancora intento a “giocare” con le lucine dell'aspirapolvere.
-Dottore...?-
-M-mh? Cosa c'è?- disse lui, assorto.
-Dovresti fare da esca per attirare qui ELMEM. Poi noi lo intrappoliamo nel Bio-affare.-
-Sì, certo. Mi sembra un'idea brillan... COSA?!-
Il Dottore si alzò in piedi di scatto, il cacciavite sonico tra le mani.
-Bene. Ha accettato. E' stato più facile del previsto.- disse Lara, sorridente alle amiche.
-Ehi! Io non ho accettato proprio un bel niente!- protestò lui. -Che cosa dovrei accettare di preciso?-
-Mettere a rischio la tua vita per il bene dell'Umanità.- spiegò Alex, tranquilla.
-Ma noi ovviamente non permetteremo che ti succeda nulla di male!- aggiunse Lara.
Il Dottore soppesò l'ipotesi.
Doveva salvare la Terra da ELMEM e per farlo doveva riporre la sua completa fiducia in tre ragazzine che conosceva appena. Era rischioso, è vero, ma non aveva altra scelta.
-Sì.-
-No!- esclamò Iris.
Il Dottore si voltò a guardare la ragazza, stupito della sua reazione.
-Hai un'altra alternativa migliore di questa?-
-No, ma... No!-
-E allora farò da esca!- annunciò il Signore del Tempo.
-No!-
-Sì!- dissero in coro Alex e Lara.
-Okay ragazze, calma.- tentò il Dottore.
-NO!!!- esclamarono le tre tutte assieme.
-Eddai, Iris! La vuoi smettere di continuare a dire 'No'?- disse Lara, sbuffando.
-No. Allora, non possiamo rischiare così tanto, insomma! E se qualcosa va storto? Ci deve pur essere un altro modo...-
-Se ci fosse, io lo accetterei subito.- disse il Dottore. -Ma a quanto pare non c'è.-
-Difatti!- esclamò Alexandra. -...Purtroppo, comunque, uhm... Come facciamo? Insomma, non possiamo mettergli un gonnellino e buttarlo a ballare l'alhoa!-
Lara sollevò lo sguardo al cielo per qualche momento.
-Beh...- mormorò. -...forse un'idea ce l'ho.-


*       *        *

-OH, MISERIA, E' FREDDA!!-
Lara si portò una mano alla bocca, imbarazzata, ma principalmente per trattenere una risata. Poggiò il secchio a terra, poco prima colmo d'acqua che era stata lanciata contro il Dottore, infradiciandolo di nuovo.
-Scusa.- disse. -Pensavo fosse più calda.-
I quattro erano tornati in palestra prontissimi per affrontare l'alieno e ad inscatolarlo per bene, una volta per tutte, senza fa correre troppi rischi al Dottore.
L'idea di Lara era piuttosto banale: raggiungere la palestra, bagnare il Signore del tempo per renderlo più “appetitoso”, così da attirare ELMEM più in fretta. Una volta apparso, le ragazze avrebbero attivato l'aspirapolvere e il gioco sarebbe stato fatto.
L'unica del gruppo che ancora aveva dei dubbi sull'efficacia del piano era Iris, che di malavoglia aveva aderito al piano. Ma d'altronde cos'altro si poteva fare?
Il Dottore guardò la faccia della mora, che continuava a tormentare la sua felpa dal nervoso, lanciando spesso delle occhiate preoccupate al Signore del Tempo.
-Iris?-
-Sì?- la ragazza si mise subito sull'attenti.
-Non preoccuparti. Ti prometto che usciremo da qui.- la rassicurò lui, sorridendo.
-Ma io non sono preoccupata per me, ma per te! Se quell'alieno prova ancora a farti del male, giuro che lo prendo e lo faccio alla griglia!-
Lui la guardò un attimo, sospirando.
-...Hai fame, vero?- domandò infine.
-Cos... No! Cioè, sì, un pochino... Ma questa volta non l'ho detto apposta!- le apparve in faccia un broncio. Lei e il suo vizio di pensare sempre al cibo!
-Su, forza!- lui si scrollò un po' la giacca, cercando di diminuire il freddo. -Non distraiamoci troppo. ELMEM arriverà a momenti, e l'idea di ritrovarmi in una situazione simile a quella di ieri non mi attira per nulla. Venite qui che vi spiego come dovete usare il Biogeneratore.- Lara e Alex si avvicinarono all'amica e al Signore del Tempo.
-State ben attente: un errore e io sarò la cena di quell'alieno. Per cui evitiamo, d'accordo?- lanciò un'occhiata a tutte e tre, aspettando che loro annuissero. -Bene, detto questo, ecco qui le istruzioni. Ma prima...- tirò fuori dalla tasca interna della giacca il cacciavite sonico, che porse verso Lara, la quale lo guardò con faccia incredula.
-Lo stai dando a me?! Ma tu non lo dai mai a nessuno!-
-Sì, è esatto. Vedilo come un caso particolare, visto che non ho altra scelta e... anche come un ringraziamento per ieri.-
Lara prese il cacciavite con uno sguardo estasiato.
-Okay, tornando al piano: appena ELMEM arriva, io lo distraggo e tu, Lara, accendi il Biogeneratore. Poi, Iris e Alex dovranno accendere questa serie di pulsanti. Dopo di che, li vedete questi due pulsanti, uno a destra e uno a sinistra? Vanno premuti contemporaneamente, capito? E' essenziale che li premiate insieme!-
-Che succede se non lo facciamo?-
-Succede che questo apparecchio intrappola tutti e non solo ELMEM . Ieri l'ho impostato per intrappolare solo lui, ma se li premerete uno alla volta, dovrete spegnere tutto e ricominciare da capo, e questo non sarebbe un problema se ne avessimo il tempo.-
-Ma Dottore... speravo che 'sto aggeggio fosse più affidabile!- sbuffò Iris, sapendo già che avrebbe combinato un disastro.
-E' per questo che l'altro giorno mi lamentavo della sua funzionabilità. Regalo da parte di una zia, lunga storia.- lui si guardò intorno, come imbarazzato di quel dono.
Alexandra, che fino a quel momento era stata in silenzio, si girò verso Iris, puntandole un dito addosso.
-NON. DOBBIAMO. SBAGLIARE.-
L'amica la guardò sorpresa, annuendo, ma nonostante continuasse a ripetersi che ce l'avrebbero fatta, l'idea di sbagliare non la lasciava un attimo.
Anche Alex, nonostante le sue parole era terrorizzata di premere il pulsante un secondo più tardi del dovuto.
Fu in quel momento che l'attenzione di tutti venne attirata da un rumore proveniente da dei tubi sopra le loro teste.
-C... Credo stia arrivando.-
-Ragazze... a dopo. Mi raccomando, i due pulsanti!- il Dottore guardò tutte e due le ragazze, per poi allontanarsi e permettere alle studentesse di mettersi in posizione, ovvero dietro alla porta, aspettando l'arrivo di ELMEM.
Quest'ultimo non si fece attendere troppo, visto che irruppe dall'alto con un gran frastuono, atterrando proprio di fronte al Dottore, che lo accolse con un sorriso smagliante.
-Ooh, chi si rivede! Spero tu abbia passato una buona giornata, ma ovviamente non sarai contento fino a quando non avrai raggiunto il tuo stadio finale.- fece una pausa.
L'alieno lo fissò immobile, ma con uno sguardo nervoso, impaziente. Era palese che non desiderasse altro che il Signore del Tempo smettesse di parlare per poter poi crescere in pace.
-Ti aiuterò, ma non sarà quel tipo di aiuto che ti aspetti, e mi dispiace. Mi dispiace davvero, ma non è ancora arrivata la mia ora.-
A queste parole, l'alieno sentì un ronzio provenire da dietro la porta e delle voci.
-Al mio tre, Alex! Uno, due, tre!-
Le due premettero i pulsanti e l'aspirapolvere si attivò, emettendo luci e suoni che lentamente si stavano trasformando da leggeri fischi a esplosioni di piccole dimensioni, che fecero arretrare per la paura l'alieno blu.
Iris e Alex si diedero il cinque, tutte felici, ma il Signore del Tempo non ebbe la stessa reazione di felicità. Non staccava gli occhi dal Biogeneratore da quando aveva sentito i fischi, e lo osservava con preoccupazione.
Un'esplosione finale fece spegnere il macchinario, portando l'orrore negli occhi delle studentesse.
-Noo! No, no, no!- il Dottore fece per avvicinarsi al gruppo, ma l'alieno, capito la trappola e certo che l'aspirapolvere non fosse più una minaccia, si avvicinò di nuovo alla sua cena, stando comunque attento che non avesse altre sorprese.
Lara, nonostante tentasse di riaccendere la macchina di continuo, non dava alcun segno di ripresa. Iris e Alexandra premevano i bottoni a caso, pregando che ripartisse.
Ad un certo punto, Alex, presa da un attacco d'ira, si alzò in piedi e tirò un calcio al Biogeneratore.
-Porca miseria, parti stupido coso!!-
Il colpo lo fece partire subito, e con la stessa fretta, la bionda e la mora si scambiarono un'occhiata, per essere sicure di riuscire a premere i pulsanti di nuovo contemporaneamente.
Questa volta non ci fu nessuna esplosione e nessun fischio, e anche giusto in tempo, dato che ELMEM si era lanciato contro il Dottore pochi secondi prima, impedendogli di fuggire.
Appena era stato riattivato l'aspirapolvere, quest'ultimo aveva creato un campo di forza che intrappolò subito l'alieno, che lasciò finalmente andare il Signore del Tempo, e con un suono, come un risucchio, il nemico venne intrappolato definitivamente, lasciando alla stanza il silenzio.
Il Dottore, che si era ritrovato di nuovo addosso l'alieno, ora era a terra con le spalle al muro che tirava un sospiro di sollievo, mentre le tre ragazze, altrettanto sollevate, si scambiarono sorrisi vittoriosi.
E anche se non se lo dissero, tutti ebbero un piccolo senso di colpa nei confronti di ELMEM.
In fondo era pur sempre come un bambino.


*        *        *

-Allora, siamo o non siamo state brave?- una Lara sorridente varcò la soglia del TARDIS, con le due amiche dietro che sorreggevano il Biogeneratore, diventato molto più pesante dopo la cattura dell'alieno d'acqua.
Il Dottore per tutto il viaggio di ritorno era stato silenzioso, osservando le tipette davanti a lui, che non smettevano né di chiacchierare, né di ridere. A volte gli rivolgevano la parola, ma lui rispondeva con qualche sorriso o brevi frasi. Era evidente che stesse pensando ad altro.
-Dottore?- Alex guardò il Signore del Tempo, che si era imbambolato sulla soglia della macchina del Tempo e che aveva lo sguardo perso in un punto imprecisato della consolle.
-Eh? Oh, sì, sì, eccomi! Allora, sì, siete state brave. L'unico problema è stato causato da questo affare. Ci fosse una sola volta che vada bene... Appena sistemiamo ELMEM dovrò liberarmene, o comunque sistemarlo una volta per tutte.-
-Ecco, appunto, come hai intenzione di sistemare l'alieno? Hai qualche idea in proposito?- chiese infine Alex, appoggiando a terra il pesante oggetto.
-In effetti hai accennato di aiutarlo, ma non ci hai mai detto nulla...- Iris si sedette a fianco di Lara, sulle poltrone presenti nella stanza circolare, prendendosi finalmente il dovuto riposo. -Hai un piano?-
-Per ora il piano era di metterlo nel Biogeneratore, sfruttare una parte della sua energia, cosa che ovviamente sarà indolore, e una volta tornato nel mio Universo....-
-Sì...?-
-Beh, non lo so.-
-Come scusa?- Lara lo guardò perplessa, non sapendo se arrabbiarsi o meno. -In pratica se avevamo risolto un problema, ora ne abbiamo un altro?-
-Non sai ancora dove portarlo, vero?- Alex guardò il Dottore. -Sai, stavo pensando ad una cosa... Ricordi il libro di favole di cui ci parlavi? Diceva che distruggeva interi mondi, perché era la sua fonte di cibo. Forse il suo luogo natale non è esattamente un pianeta.-
Lui incrociò le braccia, appoggiandosi come al suo solito alla consolle.
-E' esattamente questo il problema. Dopo che voi tre, ieri sera, mi avete costretto qui dentro, per riuscire a far passare il tempo, ho pensato appunto a dove potrei portarlo, ma niente, non ho trovato una soluzione. Si sa troppo poco su di lui, e io non ho abbastanza informazioni per capire quale posto gli permetterebbe sia di vivere, sia di non uccidere nessuno.-
-E' un bel problema!- sospirò Iris, alzandosi. -Quale posto potrebbe accogliere un essere del genere? Bisogna anche pensare che deve mangiare.-
-Tu non riesci proprio ad uscire dalla sfera 'cibo', eh?- disse Lara sorridendo leggermente.
-Oh, ma insomma! Nella mia testa non c'è solo quella parola, sai? Ed in questo momento non ci stavo nemmeno pensando!- Iris mise il broncio, infilandosi le mani in tasca, senza staccare lo sguardo dai suoi piedi. -Dicevo solo per ricordare che ELMEM non vive solo d'aria.-
-Iris ha ragione.- confermò il Dottore. -Dobbiamo trovare un luogo accogliente da cui lui, di sua spontanea volontà, non vuole andarsene.-
-Ehm... Mi è venuta in mente una cosa...- iniziò Lara, leggermente preoccupata. -E se adesso ELMEM non è felice di stare nel Biogeneratore? Non è che... potrebbe tipo... creare una fessura e scappare?-
Alex e Iris la guardarono, improvvisamente preoccupate da quella rivelazione e andarono in automatico alla ricerca degli occhi del Dottore, cercando una risposta a quel quesito. Possibilmente tranquillizzante.
Con loro sollievo, lui sorrise e scosse la testa con calma.
-No, non esce.- rispose pacato. -Il campo di forza è troppo stretto per permettergli di fare quello che vuole. Non dovrebbe succedere niente.-
Alex lo fissò qualche momento.
-...Non dovrebbe?-
-Già.-
-...Quindi non è sicuro.-
-Beh...-
-No, no, “non dovrebbe” esprime insicurezza! Non sicuro! Non lo sai!!-
-Alex, stai calma! Quell'affare sarà difettoso, ma con il campo di forza non c'è problema! ...O almeno dovrebbe essere così. Se però...-
-Ecco, vedi? Non siamo al sicuro!-
-...Se però troviamo il posto dove lasciare ELMEM, il problema del Biogeneratore scompare. Quindi che ne dite di tornare a pensare al dilemma principale?-
Il Dottore lanciò uno sguardo a tutte e tre, portandole a tacere e annuire silenziosamente.
-Bene, grazie. Ora, fatemi pensare ad una soluzione.- disse appoggiandosi le dita sulle tempie. -Ho bisogno di restringere il campo... non riesco a ricordarmi di tutti i pianeti, o non-pianeti, o quasi-pianeti presenti nell'Universo.-
-Beh, tanto per cominciare abbiamo bisogno di un pianeta con molta acqua, ma che sia un'acqua con le caratteristiche di cui ha bisogno l'alieno.-
-Bene, questo mi aiuta.- disse il Dottore chiudendo gli occhi.
-E oltre ad avere molta acqua deve anche avere del cibo per ELMEM.- continuò Iris, affiancando la sua amica.
-Va bene... va bene... Però ci sono ancora troppi pianeti. Cos'è quella cosa di cui ELMEM ha davvero bisogno?-
Alex alzò una mano.
-Ha bisogno di un corpo in cui evolversi!- esultò.
Il Dottore strizzò gli occhi, sforzandosi di pensare. -Ancora non basta.-
Iris sbuffò. -Ma quanto è grande l'Universo, porca miseria?-
-Ci sono volte in cui è anche troppo grande, Iris...- rispose il Signore del Tempo, assente.
-Ragazze, ci sono.- disse calma Lara. -Dottore, abbiamo bisogno di un pianeta o una Luna, o di una qualsiasi altra cosa che sia composta da un tipo di acqua abbastanza viva da poter essere 'mangiata', diciamo, da ELMEM!-
Il Dottore rimase immobile, cercando di focalizzare la sua attenzione su ogni cosa che gli venisse detta.
-Ehm... Lara, credo che un pianeta così non esist...-
-L'HO TROVATO!-
Le ragazze sobbalzarono per lo spavento.
-Grazie Lara! Grazie!- disse il Dottore avvicinandosi a lei e sollevandola da terra. Lei non fece nemmeno in tempo a ricambiare l'abbraccio che già era nuovamente con i piedi per terra, barcollando leggermente.
-Sì... Sì, beh... Che ho detto di così particolare?- chiese appoggiandosi ad Alex per riacquistare completamente l'equilibrio.
-Io stavo pensando a un pianeta!- esultò lui dirigendosi a passo spedito fino alla consolle. -E invece c'è una Luna che corrisponde a quelle caratteristiche! Non un pianeta, ma una Luna!-
-Quindi, in definitiva...- ricapitolò Iris -...abbiamo trovato un luogo in cui lasciare ELMEM!-
-Esatto! Eccola qui. E' una delle tante Lune di Giove.- disse mostrandola alle tre ragazze che si erano affollate intorno al piccolo monitor attaccato alla consolle.
Iris sorrise. -E' tutta blu, che forza!-
Il Dottore annuì, leggendo la didascalia al fianco della Luna.
-Qui dice che l'acqua è quasi su tutta la superficie e possiede moltissime sostanze nutritive. In pratica è quello che fa per noi.-
-Solo una cosa... Da quand'è che una Luna di Giove ha acqua? Non sono un'esperta in astrologia o simili, ma da quel che so non si è mai scoperta una cosa del genere.- chiese Iris, fissando il Signore del Tempo.
-Credo che sia uno di quei particolari che rende il vostro mondo, un mondo parallelo. Qui da voi, se è come nel mio Universo, si dovrebbe chiamare Europa.-
-Oh... Okay.- Iris ritornò a fissare la Luna blu nello schermo, un po' delusa da quella risposta.
-ELMEM rimarrà lì da solo?- chiese Lara, dato che sbirciando nella descrizione non aveva letto nulla riguardo ad altre forme di vita.
-Non saprei... Tecnicamente già solo il fatto che l'acqua è viva, ELMEM non sarà da solo.-
-E come mettiamo il problema del' 'Apri e fuggi'?- chiese la mora appoggiandosi alla consolle. Il Dottore le rispose con un sorriso.
-Anche per quello la Luna ci aiuta! In pratica ha un campo di gravità molto particolare, che può essere paragonato ad un campo di forza. Come la Terra ha una gravità che tiene legata a sé la vostra Luna, la Luna di Giove ha questa gravità che tiene legata a se stessa quello che ci vive sopra, impedendo a qualunque cosa di uscire.-
-Oddio, che roba assurda non è? Ma non è che poi è il TARDIS a rimanere intrappolato lì dentro, vero?-
-Naah.- il Dottore si spostò dallo schermo. -Il campo di forza non è nulla per il TARDIS, per cui non c'è nessun problema! Ora che abbiamo ELMEM e anche il posto dove portarlo, ritornare nel mio Universo sarà un gioco da ragazzi!-
Dopo tre giorni, le tre studentesse vedevano il Signore del Tempo sorridere davvero, e non per una battuta o una situazione simpatica, ma per l'idea di poter tornare a casa.
Anche le ragazze contraccambiarono il suo sorriso, felici di essere state in grado di mantenere la loro promessa, ma un velo di malinconia cominciò anche ad insinuarsi nei loro pensieri.
Era ormai vicino il momento in cui avrebbero dovuto salutarlo per sempre.
-Quindi puoi partire subito o...- Lara guardò il Signore del Tempo, cercando di mantenere un tono di voce normale, senza far notare la sua tristezza.
-No, non subito.- prese in mano il cacciavite sonico. -Devo ancora sistemare un paio di cose che si sono rotte a causa dell'atterraggio su questo mondo. Dovrò collegare poi il Biogeneratore al motore del TARDIS, per farlo partire.- lentamente si avvicinò alla consolle e con grande tranquillità cominciò a tirar fuori fili e collegarli tra loro, sempre con l'aiuto del suo cacciavite. -Penso che mi ci vorrà qualche ora...- rispose lui, già assorto nel suo lavoro.
Agli occhi delle studentesse quel groviglio di cavi sembrava solo un gioco di logica, nella quale devi riuscire a trovare il filo che permette di liberare dai nodi tutti gli altri. Se fosse stato davvero uno di quei giochi il livello di difficoltà sarebbe stato impossibile, ma non per il Dottore, che invece li maneggiava facilmente, ormai abituato ai continui guasti della macchina.
-Beh, avete intenzione di rimanere lì in piedi ad osservarmi o volete darmi una mano?-
Le ragazze, che come sotto un incantesimo si erano imbambolate, si misero sull'attenti.
-Ah, sì, sì! Dicci solo cosa dobbiamo fare!- Alex si avvicinò a lui, gongolando. -Cosa vuoi che facciamo?-
-Dovete tirare fuori altri gruppi di cavi che si trovano qui di fianco a me. Fatto questo dovrete rimettere a posto quelli che ho già aggiustato. Potete farcela senza far esplodere tutto?-
-Ma certo!-
Iris e Lara raggiunsero l'amica per aiutarla, quando alla mora cadde l'occhio su Dottore.
-Ti sei messo gli occhiali.-
-Sì, perché?-
-Sappiamo già che sei intelligente, cosa li metti a fare?-
Il Signore del tempo si bloccò, distogliendo lo sguardo dal suo lavoro e voltandosi verso la ragazza, che sorridente, la fissava.
-C'è qualcosa che non sapete di me? Non vorrei dire, ma è irritante sapere che qualcuno sa più di me, soprattutto se l'argomento sono io.-
-Beh...- iniziò Lara, passando un cavo azzurro al Dottore. -...Tecnicamente sappiamo anche il tuo nom...-
-Il tuo numero di telefono!- la bloccò Alex velocemente.
-Sì, esatto.- continuò Iris lanciando un'occhiata di rimprovero a Lara, che abbassò lo sguardo mormorando un 'scusate' dispiaciuto.
-Il mio... numero di telefono?- chiese il Dottore bloccandosi. -Io non ho un telefono.-
Le tre ragazze si guardarono, non sapendo bene cosa dire.
-Ehm... Sì, beh...- iniziò Alex cercando un aiuto negli sguardi delle amiche. -Vedi...-
-Il fatto è che tu...- provò Iris sperando di farsi venire un'idea.
-Posso sapere cosa state cercando di dirmi?- chiese il Dottore togliendosi gli occhiali e incrociando le braccia.
-SPOILER!- esclamò Lara entusiasta.
-Cosa?-
-Beh, Dottore. Ancora non ne hai uno, certo. Ma lo avrai... un giorno.- spiegò Alexandra.
-Ma cos... Non mi servono i cellulari! A che cosa dovrebbe servirmene uno?- chiese abbastanza stupito il Signore del Tempo, mentre rinforcava gli occhiali e sonicizzava dei tubi neri, a righe.
-Dottore, non possiamo dirtelo!- disse Iris.-E' il tuo futuro! Non possiamo...-
-Okay, okay, ho capito. Niente domande.- concluse un po' avvilito.
Lui continuò a lavorare sulla consolle e sul Biogeneratore collegandoli con alcuni cavetti colorati per un altro paio d'ore, sotto l'attento sguardo delle tre ragazze, che a volte, sotto le istruzioni del Dottore, gli davano una mano.
Andarono avanti così per un po', fino a quando gli stomaci delle studentesse non pretesero di cenare.
O meglio... Iris pretese di cenare a tutti i costi.
Ritornarono alla cucina dove avevano fatto merenda il giorno prima, e improvvisati dei panini al formaggio o al prosciutto, si sedettero a mangiarli, con gli sguardi che ancora si perdevano per quella enorme stanza che il Dottore avevano definito 'cucina'.
La cena durò poco più di mezz'ora, cena che appena conclusa venne rimpiazzata dalla voce del Dottore, che inizialmente era partito con il rispondere alle domande che le ragazze gli ponevano, con questioni tipo “Quanto è grande l'Universo?” o “Quanti pianeti hai visto?”, al Dottore stesso, che preso dai ricordi si era messo a raccontare storie incredibili, seguite a volte da discorsi talmente incomprensibili che le studentesse facevano fatica a seguire, ma che ascoltavano comunque con un sorriso.


*         *        *
 

-Ma allora come hai fatto a scappare?- Iris si sporse in avanti, appoggiandosi sulle gambe incrociate.
-Oh, è stato difficile! Dopo che sono riuscito ad attivare le uscite di sicurezza, mi sono ritrovato davanti un altro di quei Cyberman e... Lara?-
La ragazza non rispose al richiamo del Signore del Tempo, solo mosse leggermente un braccio, assopita sulla poltroncina sciupata della sala consolle, luogo dove erano tornati per proseguire il lavoro interrotto prima di cena.
Alex, che era vicina all'amica, stava per svegliarla tirandole una manica della felpa, quando a un cenno del Dottore si fermò, riabbassando la mano.
-Lasciala dormire. E' stata una giornata molto lunga.- sussurrò per non svegliarla, anche se in fin dei conti Lara si era addormentata proprio con il suono della sua voce. -A proposito... Voi non dovreste tornare a casa?- chiese.
-No.- disse Iris piano, scuotendo la testa. -Abbiamo detto ai nostri genitori che dormivamo ognuna nella casa dell'altra.-
Il Dottore sorrise leggermente posando lo sguardo sulla figura di Lara, in precario equilibrio sulla poltroncina. -Vi siete organizzate proprio bene...!- sussurrò. -E non siete stanche voi?-
Le ragazze scossero la testa convinte. -Siamo abituate ad andare a letto tardi.- spiegò Alex. -Allora...- esclamò il Dottore, avvicinandosi alla ragazza ancora assopita. -Io porto Lara in camera... Volete accompagnarmi?- chiese prendendola in braccio, attento a non svegliarla.
Lei si lasciò sollevare tranquillamente e appena sentì le braccia del Signore del Tempo sotto le gambe e sulla schiena si raggomitolò più vicino a lui, appoggiando la testa sul suo petto. Probabilmente Lara sentì il tamburellare tranquillo dei due cuori del Dottore perché nel sonno sorrise, tranquilla.
-Sì. Ti accompagniamo così sappiamo dove andare dopo.- assentì Iris, affiancando il Signore del Tempo e l'amica.
Il gruppetto guidato dal Dottore raggiunse tranquillamente una camera dopo qualche svincolo e incrocio.
Procedevano lentamente perché Alex e Iris dovevano imparare il percorso per ritornare in seguito e il Dottore temeva che un passo più veloce avrebbe svegliato Lara.
Così arrivarono alla camera circa cinque minuti dopo. Iris aprì la porta e una stanza accogliente, sui toni dell'arancio e del giallo scuro, si presentò sotto il loro sguardo. Subito a destra c'era un letto singolo e a sinistra, nell'angolo, un letto matrimoniale dalla consistenza soffice su cui il Dottore adagiò Lara.
Pur cercando di essere il più delicato possibile avvertì la lontananza dal corpo del Signore del Tempo e mugugnò qualcosa, alzando un braccio verso di lui. Il Dottore le prese la mano e delicatamente, sorridendole.
-D... Dottore...- disse debolmente la ragazza, sempre a occhi chiusi.
-Ssh... Sono qui, Lara... Continua a dormire...- le sussurrò lui vicino all'orecchio.
La ragazza accennò un sorriso prima di assopirsi del tutto, cullata dal dolce suono dei cuori del Signore del Tempo che ancora non riusciva a dimenticare.
Lentamente, Il Dottore si alzò, arretrando fino alla porta che poi richiuse, sospirando sollevato. Non si era mai sentito un genitore come in questo caso da molto tempo. Scosse la testa. Ormai era tutto finito. Non aveva alcun senso ripensarci proprio ora.

 

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Note d'autore:

Y: Buondì, gente! Dopo più di un mese riesco a pubblicare, e ve lo assicuro, questo periodo è stato qualcosa di assolutamente stressante e impossibile, sia dal punto di vista scolastico che da quello in famiglia.
Nonostante questo, sono riuscita a concludere la trascrizione di codesto capitolo e farvelo leggere!
Come avrete quindi visto Elmem è stato catturato e sì, presto il Dottore se ne dovrà tornare a casa, per cui aspettatevi ancora un paio di capitoli e la storia sarà conclusa.
Come sempre, se c'è qualcuno disposto a lasciare una recensione per qualunque consiglio o parere, è sempre molto ben accetto!

Detto questo ringrazio le persone che hanno avuto fino ad ora la pazienza di seguire questa storia e auguro a tutti, anche da parte di Fluffy e Gallifrey, un Buon Anno nuovo!!

 

Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** L'ultimo saluto ***


-M... Mi ha preso in braccio?!- la voce di Lara rimbombò per tutto il TARDIS. -Perché non mi avete svegliato?-
-Sssh, cosa ti urli! Non ti abbiamo svegliato, prima di tutto perché appunto stavi dormendo, e secondo, se ti avessimo svegliato non ti saresti più staccata da lui.- disse Iris piegando il proprio pigiama, infilandolo nella borsa ordinatamente.
-Ma non è ver...- si bloccò, vedendo le sue amiche fermarsi dal sistemare le proprie cose, a fissarla, con la faccia di chi sa cosa sta dicendo.
-Okay, forse avete ragione, ma... insomma, mi ha preso in braccio!- Lara prese in mano un cuscino, mettendosi a stritolarlo, tanto che se fosse stato vivo sarebbe morto strozzato dopo meno di dieci secondi. Non contenta, si mise pure a gongolare.
Iris sospirò, scuotendo la testa, mentre completava di riordinare la sua cartella.
Uno sbadiglio improvviso le fece ricordare la notte appena passata.
Era rimasta sveglia insieme ad Alex, fino alle due e mezza, ma poi avevano ceduto pure loro al sonno, così, sotto ordine del Dottore, che a differenza loro non aveva dormito affatto, si erano ritirate ognuno nel proprio letto: Alexandra nel letto matrimoniale con Lara, e Iris nel letto singolo. Erano talmente stanche che dopo pochi minuti si erano ritrovate nel mondo dei sogni.
Nonostante le poche ore di sonno, entrambe si sentivano abbastanza riposate da poter affrontare la giornata che gli si presentava davanti.
-Ragazze, se volete la colazione è pronta!- la voce del Dottore riportò i pensieri di Iris al presente.
-Arriviamo!- Alex fece per uscire dalla camera, quando vide che Lara era ancora sdraiata sul letto, con gli occhi ancora persi nel vuoto e un sorriso da ebete stampato in faccia. -Lara! Forza, altrimenti faremo tardi!-
-Eh? Ah, arrivo subito!- in fretta e furia si tolse anche il suo pigiama, e vestita, raccolse la sua borsa, pronta anche lei a raggiungere la cucina.
Tutte e tre raggiunsero la stanza a passo veloce, dove il Signore del Tempo era già accomodato su una sedia e si stava mangiando quella che sembrava marmellata... Ovviamente senza cucchiaino.
-Ma lo sai che esistono anche i cucchiai, vero?- Iris si sedette di fronte a lui, seguita da Alexandra alla sua destra e la riccia alla sua sinistra. Molto con calma cominciarono a servirsi di tutto il ben di Dio che gli si presentava sul tavolo, con un paio di torte, brioches e muffin (sicuramente alla banana), fette biscottate, marmellata, accompagnati da delle brocche contenenti latte, caffè e cioccolata e succo.
Il Dottore lanciò un'occhiata, quasi offesa, alla mora, di fronte alla domanda appena posta.
-Certo che so che esistono anche i cucchiai, ma si dà il caso che preferisca mangiare la marmellata senza!-
-Dottore, ma non è educato!- disse Lara, sorseggiando la sua tazza di tè.
-D'accordo, d'accordo! Prendo un cucchiaio!- si alzò e presa la posata si sedette di nuovo, potendo ritornare a mangiare finalmente tranquillo la sua marmellata. -Oh, Lara, a proposito, hai dormito bene stanotte? Ieri sera sembravi stanca.-
-S... Sì, sì! Ho dormito più che bene.- un leggero colorito rosso le apparve sulle guance, ripensando al gesto di lui, la notte prima.
-Un'altra cosa... Che orario fate oggi a scuola?- chiese lui, mangiandosi l'ultimo cucchiaio del composto alla frutta.
-Oggi? E' venerdì... quindi fino all'una! Ci aspetterai, vero...? - Iris guardò il Signore del Tempo posare il barattolo, ormai vuoto, e rivolgere un sorriso a tutte e tre.
-Certo che vi aspetto.-
Alex lanciò un'occhiata alle due amiche.
Conoscendo il Dottore, sapevano che sarebbe stato capace di dire loro una bugia, per poi aspettare che fossero uscite uscite dalla macchina del Tempo e partire, senza tanti neanche saluti.
-Come facciamo a sapere che non te ne andrai fra cinque minuti?-
-Non lo farò, ve lo prometto. Andarmene ora, o fra cinque minuti, mi è completamente indifferente. Sono qui da quattro giorni, per cui qualche ora in più non mi costa nulla. Beh, a parte l'attesa. E la noia. E...-
-Sì, sì, va bene, ti crediamo!- fece Iris, alzandosi in piedi dalla sedia e mettendosi in spalla la cartella. -Ma guai a te se quando torneremo qui non ti troviamo più!-
-Allora ci si vede più tardi. Io aggiusterò ancora un paio di cose...-
-Perfetto! A dopo!- tutte e tre raggiunsero l'uscita della cucina e senza neanche troppi problemi, anche dal TARDIS.
Il Dottore non si alzò subito da tavola, rimase invece seduto per qualche altro minuto, giocherellando con il barattolo di marmellata, che nel frattempo aveva ripreso in mano.
Gli venne da sorridere ripensando ai pochi giorni appena passati e alle sue tre amiche che si era ritrovato come compagne di avventura.
Ragazze davvero particolari, se non strane, che senza troppi problemi avevano accettato l'idea che lui non fosse una bambola gonfiabile (come aveva teorizzato inizialmente Alex), ma che fosse il Dottore. Il vero Dottore, e non solo un personaggio di pura fantasia, tirato fuori da una serie televisiva inglese.
Stranamente, pensò, non si era mai posto il dubbio se ci fosse stato un mondo parallelo come quello, nel quale lui fosse solo una storia, forse perché non riusciva a vederla come questo gran racconto avvincente.
...Evidentemente lo era, a giudicare dall'entusiasmo di Iris, Alexandra e Lara.
Il Signore del Tempo si alzò finalmente dalla sua seggiola, per poi dirigersi verso la sala consolle e, trovato il Biogeneratore, prese il cacciavite sonico e lo lanciò un paio di volte in aria.
-Ah! Allora, vediamo come posso fare per farti funzionare correttamente e collegarti al TARDIS!-
Scannerizzò l'aspirapolvere e per una buona ora non fece altro che premere pulsanti, stando sempre attento a non premere quello che avrebbe liberato ELMEM.
-Ma che razza di...! Ma quella zia da dove l'ha tirato fuori un aggeggio del genere?! E' un completo e proprio disastro. Non si può aggiustare una parte che se ne rompe un'altra!-
Il Dottore premette un ennesimo bottone, quando una piccola esplosione lo fece cadere all'indietro.
-Va bene, non vuoi funzionare! Ci rinuncio... per ora.- lo indicò con un dito, poi si voltò e preso il lungo cappotto, uscì dalla cabina, respirando a pieni polmoni l'aria fredda di marzo.
Si mise a gironzolare intorno al liceo, quando si fermò vicino ad una finestra.
Una classe di media misura, era occupata da almeno una trentina di alunni che, a giudicare dalle loro facce annoiate, la loro prof gli stava spiegando una noiosa lezione.
In una delle ultime file dei banchi, c'erano Iris, Lara e Alex.
Quest'ultima prendeva appunti, la riccia osservava l'insegnante con fare annoiato. Il problema era la mora, che aveva uno sguardo perso nel vuoto, tipico di chi ha la testa più di là, che di qua.
Sorrise ripensando alle loro parole, ovvero che la cosa più terrificante che potesse accadergli in quel pianeta erano le interrogazioni o le verifiche.
Una persona normale, dopo aver affrontato l'alieno blu, avrebbe cambiato idea, ma loro no, avrebbero preferito affrontare altri mille di quegli alieni, piuttosto che affrontare un'interrogazione in quella scuola.
All'improvviso, come se fosse caduto un meteorite davanti ai loro occhi, tutti gli alunni sussultarono sulle proprie sedie, come risvegliatisi da un coma.
Ascoltando meglio, il Signore del Tempo sentì il suono di una campanella.
Fece per andarsene, quando vide che le tre studentesse lo avevano notato, e che ora lo stavano salutando con un sorriso a trentadue denti.
Lui alzò una mano per contraccambiare il saluto, per poi allontanarsi e ritornare nella sua macchina del Tempo.
Si ritrovò di nuovo nella sala consolle a fissare l'aspirapolvere, dalla quale usciva ancora un po' di fumo a causa dell'esplosione avvenuta poco prima.
Sospirando, si rimise a mettere le mani nel Biogeneratore, sperando che fosse la volta buona in cui sarebbe riuscito ad aggiustarlo e partire per il suo Universo.
Se non fosse stato per le tre tipette, e quel cavolo di aspirapolvere, se ne sarebbe già andato, ma come avrebbe potuto andarsene così, senza neanche salutare? In fondo quelle ragazze non se lo meritavano proprio, anzi, si sentiva quasi in dovere di farlo, dato che nonostante le loro stranezze e modi di fare, la promessa l'avevano mantenuta. Ora era il suo turno.
Vari beep-beep riempirono il silenzio che aleggiava nella cabina blu, accompagnato dal tipico suono dell'aspirapolvere.
-Ooh, sì! Bravo ragazzo, così si fa!- aprì un mini cassetto del Biogeneratore da cui estrasse due lunghi cavi, e tirandoli li portò fin sotto la consolle, collegandoli finalmente al TARDIS.
Come premuto un interruttore, in tutta la cabina aumentarono con maggiore intensità le luci, segno che la macchina si era ricaricata completamente.
-Ah, sì! Bentornata ragazza mia! Ora sì che si ragiona!- il Signore del Tempo cominciò a saltellare intorno alla consolle e come se non aspettasse altro da secoli, imposto tutte le coordinate che gli servivano per tornare da dove era venuto, lasciando solo in sospeso l'ultima manovra da fare, ovvero tirare la leva.
Soddisfatto del suo lavoro, guardò che ore erano: le dodici meno dieci. Un' ora e sarebbe partito.
Si sedette sulla poltroncina mezza sgualcita e appoggiati i piedi vicino al cilindro azzurro, si mise a giocherellare con il suo amato cacciavite sonico.


*         *        *
 

Nello stesso istante, in una delle tante aule di quel liceo artistico, tre ragazze stavano affrontando, non solo una dolorosa lezione di storia, ma anche l'idea che da lì, a un'ora, avrebbero guardato il loro eroe andarsene per sempre, costringendole a ritornare le semplici studentesse che erano, e non a delle salvatrici del loro pianeta.
Nonostante questo, non avrebbero mai permesso di trattenerlo per l'eternità, non solo perché questo avrebbe riscritto il suo futuro, ma anche come rispetto nei suoi confronti.
Che lui fosse lì, era solo un caso, un' eccezione e un' enorme colpo di fortuna per le tre ragazze.
In quell'ora, Iris, Alex e Lara ebbero l'effettiva conferma che il tempo fosse relativo, perché passo anche troppo velocemente, per i loro gusti.
Appena sentita la campanella suonare, a tutte e tre era venuta una stretta al cuore, e con molta calma si erano avviate per il corridoio per raggiungere l'uscita, come a voler rallentare quel poco tempo che ormai rimaneva prima dell'ultimo saluto.
Si fermarono proprio poco prima di attraversare la porta a spinta, che stava all'ingresso, dove Iris aveva incontrato quattro giorni prima il Dottore.
-Siete pronte?- Alex guardò le amiche, prima di spingere la porta.
-No... Per niente.- disse Iris, lanciando un' occhiata al TARDIS semi-nascosto, chiedendosi ancora come nessuno l'avesse ancora notato.
-Andiamo e basta.- Lara prese la mano della mora, tirandola verso la macchina del Tempo.
Le si leggeva in volto che non era minimamente pronta per un addio, ma sapeva che era la cosa giusta da fare.
Arrivò per prima davanti alla cabina blu, e quando fece per aprire l'entrata un leggero sorriso le comparve in volto, accorgendosi che il TARDIS era di nuovo vivo.
-Ragazze!- il Dottore comparve da dietro una delle tante stanze della macchina. -Visto? Non sono geniale? Sono riuscito a far funzionare quel Biogeneratore!- si mise a gongolare sui propri piedi.
-Sì, davvero... meraviglioso.- Iris abbassò lo sguardo, triste. -E' ora, non è vero?-
Il Signore del Tempo la guardò colpito, come sorpreso di quella domanda.
-Beh, direi di sì. E' ora. Vi porterei con me, anche solo per un giro, ma proveniamo da mondi diversi e...-
-...E non sarebbe giusto.- lo interruppe Alexandra. -Dottore, non è necessario che tu dica nulla. E' giusto che tu ritorni nel tuo Universo e noi rimaniamo qui, a fare le liceali che siamo.-
-Sì... Hai ragione.-
Nel TARDIS calò il silenzio. Alex si chiese perché avesse parlato a quel modo, così freddo e non da lei. In realtà avrebbe voluto abbracciarlo, ma non riusciva a muoversi.
Anche Iris e Lara avrebbero voluto dire o fare qualcosa per rendere meno triste quello che doveva essere un saluto, ma erano come bloccate e un enorme magone impediva loro di spicciare anche solo una parola.
-Allora, si va...- disse il Dottore, cercando di sorridere, con le tre ragazze che cominciarono ad indietreggiare verso l'uscita, senza però avere il coraggio di distogliere lo sguardo da lui, e di uscire da quella meravigliosa e tanto agoniata cabina blu della polizia.
Ma proprio quando ormai avevano aperto l'uscio e Lara sembrava aver recuperato quel poco di coraggio necessario anche solo per dire un 'Ciao', il Signore del Tempo abbassò la leva.
Fu in quell'istante che accadde l'improbabile: il Biogeneratore ebbe un sovraccarico di energia, dovuto al dover supportare una Macchina del Tempo, e anche se l'aspirapolvere si spense per un millesimo di secondo, quest'ultimo bastò all'alieno per liberarsi.
Le ragazze non fecero nemmeno in tempo a sentire il 'Scappate!' da parte del Dottore, che si ritrovarono a due centimetri dal naso ELMEM e sentirsi poi scaraventare fuori dal TARDIS.
L'ultima cosa che videro prima che quest'ultima chiudesse le porte e sparisse, fu il Signore del Tempo puntare il cacciavite sonico a quel maledetto aspirapolvere e guardarle.
-NO!- Lara scattò in piedi, giusto un secondo prima che la cabina scomparisse del tutto sotto i loro occhi increduli e disorientati.
Iris si alzò da terra, ancora mezza stordita dopo il volo appena fatto, si avvicinò all'amica che non smetteva di fissare l'ormai vuoto di fronte a sé.
-E'... Andato. E io non sono riuscita a dirgli nulla!- si voltò verso la mora, che d'istinto abbracciò, in cerca di consolazione. Anche Alex le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla.
Rimasero così per qualche minuto, senza riuscire a dire nulla, quando si “ripresero”, ognuna si rimise in spalla la propria cartella e con gli occhi lucidi, uscirono dal cortile della scuola, per andare alla fermata del pullman e aspettare.
Nessuna delle tre voleva dividersi e tornare alle proprie case, ma restare unite in quel momento sembrava una scelta senza senso.
Iris fu la prima ad andarsene con il bus, poi fu il turno di Alex, che si incamminò verso casa.
Lara invece raggiunse il parcheggio posto di fronte alla scuola, e seduta sul marciapiede, si mise ad aspettare sua madre. Non riuscì a fare a meno di guardare il cielo, sperando di poter rivedere il suo Dottore, ma sapeva bene che non sarebbe tornato indietro. Non per loro.

//////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////br />
Note d'autore:

Yuki: Yaay, non so che cavolo mi è preso, ma non ho mai aggiornato così tanto in fretta! :D
Sarà che poi è anche corta, questa nona parte... ma bando alle ciance, allora, che ne pensate gente? Sì, sì, lo so, anzi, lo sappiamo: questo penultimo capitolo è stato traumatico nel finale. Non avete idea della tristezza che provavo mentre lo scrivevo!
Oh, giusto, questa volta l'intero capitolo l'ho scritto io! Per cui se vedete degli errori o degli orrori, colpa mia. Nel caso fatemelo sapere in una recensione.
Il decimo capitolo sarà l'ultimo, e sicuramente arriverà fra pochi giorni, anche perché è molto corto e ci sarà anche, mmh... come chiamarla... Una sorpresa? Beh, insomma, vedrete!

Concludo queste note d'autore con un particolare ringraziamento alle ultime due persone che ci hanno lasciato una recensione e anche alle persone che hanno solo letto. Davvero, grazie mille! *abbraccia*

Un saluto a tutti da tutte e tre! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Epilogo ***


Era passata quasi una settimana dal loro ultimo incontro. Da quel giorno, il morale delle tre amiche era calato alla stessa velocità con cui la prima volta lo avevano incontrato sulla soglia della scuola, mentre si mangiava una banana.
Vivevano in una sorta di blocco. Come se tutto ciò che facevano fosse qualcosa di già fatto, già ripetuto in sequenza almeno una ventina di volte. Non aveva uno scopo. Era solo un modo per passare il tempo, qualcosa per adeguarsi all'assenza improvvisa del Dottore.
Ma non bastava, ovviamente. Tutto quello che dicevano, ascoltavano non avrebbe mai potuto riempire quell'enorme senso di vuoto che bucava loro l'anima.
Se n'era andato.
Non c'era stato nemmeno il tempo per salutarlo. Per dirgli grazie.
Per fargli capire che tutto quello che avevano fatto era stato stupefacente. Lui era stupefacente.
E invece niente. Il TARDIS era ripartito da solo, e alle tre ragazze era rimasta solo l'immagine del Dottore, sorpreso e forse un po' deluso, prima della chiusura delle porte e il suono dolce e un po' meccanico dell'astronave che partiva per il suo Universo.
Le loro menti ritornavano sempre e comunque a questa dolorosa immagine, bloccandosi su poche parole: se n'era andato.
Era questa la verità. E cosa peggiore, non sarebbe tornato. Non per loro.
-Tutto bene Lara?- chiese Iris mogia, guardando l'amica fissare il vuoto di fronte a lei.
-N... No.- balbettò chiudendo per qualche secondo gli occhi.
Una lacrima le rigò lentamente il viso, ma lei non si curò di asciugarla. Odiava piangere. La tristezza era un'emozione che non le apparteneva veramente, e ogni volta si accorgeva in ritardo che le lacrime le sfuggivano dagli occhi.
-Sapete...- intervenne Alex piano. -Dovremmo dimenticare tutta questa storia.-
Le sue parole vennero udite appena dalle amiche, sovrastate dal vociare e le risate degli altri alunni della mensa.
Lara si voltò verso di lei. -Come?- chiese implorante. -Come faccio a dimenticare?-
Alex si guardò le mani senza sapere cosa dire. Neppure lei riusciva a dimenticare. Come pretendeva che scordassero tutto gli altri?
-Io... non voglio dimenticare.- disse Iris, fissando il tavolino su cui Lara la guardò passandosi una mano sul viso.
-Perché?-
-Perché non voglio dimenticare quella merenda insieme. Non voglio dimenticare di quando lo abbiamo bagnato con l'acqua. O di quando abbiamo corso insieme, o quando lo abbiamo salvato da ELMEM. Non voglio dimenticare il suo sguardo quando gli hai detto che ha le tasche più grandi all'interno, i suoi abbracci. I suoi sorrisi.-
Lara corrugò la fronte, incrociando le braccia sul tavolo per appoggiarvici sopra la testa.
-I... I suoi bellissimi sorrisi...- sussurrò. -No... Non possiamo dimenticarlo... Come se non fosse mai stato con noi.- disse debolmente la ragazza. Eppure, il suo tono lasciava trasparire la sicurezza dei suoi pensieri. -Però non... non siamo riuscite a... a salutarlo...- concluse tremante.
-Lo so, ma forse... forse è stato meglio così. Lui detesta gli addii.- disse Alex.
Iris si alzò in piedi, obbligando Lara a fare lo stesso per abbracciarla, cercando di farle passare un po' la tristezza.
L'amica si appoggiò alla sua spalla, incapace di ricambiare la stretta, le spalle che ogni tanto sussultavano appena. A quell'abbraccio si unì anche Alex, che lentamente appoggiò la testa alla schiena di Lara.
-Allora... me lo fai un sorriso?- chiese Iris all'amica.
Lara alzò la testa dalla spalla, gli occhi lucidi, e sorrise.
Finalmente, dopo cinque giorni di lacrime e tristezza, le sue labbra si piegarono in un leggero sorriso, che sembrò risollevare lo spirito delle amiche.
-Meraviglioso!- disse Alex abbracciandola più forte.
-Il Dottore sarebbe fiero di te, Lara!- concluse Iris, sorridendo a sua volta.
-Grazie...- mormorò la ragazza ricambiando l'abbraccio.
-Ehi, quello è nuovo o sbaglio?-
Le tre ragazze si lasciarono per capire cosa aveva visto Iris.
-Insomma, prima non c'era.- disse indicando un foglietto bianco, piegato in quattro al centro del loro tavolino.
Le tre si sedettero e Iris lo prese in mano, titubante. Lo aprì e una calligrafia un po' storta ma ordinata le diceva poche parole:

Grazie. Per ogni cosa.

Il Dottore

 

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Note d'autore:

Yuki: Signore e signori, eccoci arrivati dunque alla fine! Caspita, quasi un anno di pubblicazione... se siete riusciti ad arrivare fin qui o siete dei matti o avete avuto una pazienza incredibile!
Qualunque sia il motivo, vi ringrazio e vi ringraziamo all'infinito per averci seguito in questa nostra avventura, sperando di avervi strappato il famoso sorriso che avevo scommesso inizialmente.
Io, Gallifrey e Fluffy ci siamo davvero un sacco divertite a scriverla, spero solo che, essendo ancora una principiante sul fattore scrivere, non abbia rovinato lo scorrere del racconto.
Detto questo, probabilmente arrivati alla fine di questo epilogo vi starete chiedendo come cavolo avrà fatto il Dottore a lasciare quel biglietto... vi spiegherà tutto, a tal proposito, Gallifrey!
Gallifrey: Ehilà, gente! *W* Prima di tutto volevo ringraziarvi personalmente per tutti i commenti che ci avete gentilmente lasciato nei capitoli che abbiamo scritto. GRAZIE. Non lo ripeterò mai abbastanza. *si inchina*
Ora posso parlarvi delle cose importanti. Allora... come avrete sicuramente intuito, data la vostra proverbiale arguzia, la storia finisce in un modo un po' strano. Cos'è quel biglietto? Come ha fatto a comparire 'magicamente' su quel tavolino in plastica del bar? Ebbene, sono orgogliosa di annunciarvi, carissimi lettori, che scriverò un seguito! *W*
Fluffy: Yeaah! IL SEGUITO!! :D Lo andrete a leggere, vero? Vi preeego... *occhioni da cucciolo ferito*
Gallifrey: Fluffy! Non sono obbligati a leggere se non vogliono! ò.ò
Fluffy: Ma le persone vanno persuase! Altrimenti non leggerà nessuno! v.v
Yuki: Beh... Gallifrey, potresti fare un'introduzione alla storia. Così se piace almeno qualcuno andrà a leggere.
Gallifrey: Urca miseria, hai ragione! Facciamolo.
* tossisce leggermente per schiarirsi la voce *
Beh, nella prossima storia ci saremo sempre noi tre, ma non esattamente noi, noi. Le noi di un altro universo, più precisamente del Dottore. Eh sì. Ci vogliamo male.^^”
Quiiindi... i nostri 'doppi' non conosceranno il Signore del Tempo ma sarà lui a conoscere noi. Praticamente l'inverso di questa storia, come avrete intuito. Già vi annuncio che sarà molto più lunga e complessa. Non si parlerà più di salvare la Terra o il Sistema Solare o quel che cavolo volete, ma di impedire la distruzione di tutti gli Universi, paralleli, non-paralleli, semi-paralleli... praticamente TUTTO ciò che è possibile immaginare è in procinto di sparire per sempre.
Yuki: ...Detto così sembra una cosa estremamente tragica e terribile. Beh, un pochino lo è, ma vi assicuriamo che non è poi così male! D:
Fluffy: Ma state tranquilli... perché noi avremo il POTERE di sconfiggere il male!! * urlo di guerra con tanto di pugno alzato *
Yuki: YAAY!!
* coff coff * ...Ehm, okay, prima di concludere, giusto per incuriosirvi un po', vi facciamo un piccolo spoiler... in una maniera, che poi scoprirete se la leggerete, salterà fuori un certo 'Paradigma di Skasis'. Si proprio quel paradigma!
Gallifrey: Ve lo ricordate quell'episodio... con Sarah Jane Smith... la vecchia companion del Dottore... Bravi. Proprio quello.
C'era appunto il Paradigma di Skasis, che da quel che dicevano era formato da Tempo, Spaz-
Fluffy: Sssh! Sta zitta! Basta rivelazioni, il resto se lo leggeranno da soli.
Gallifrey: ...Scusate! Il titolo è "The Spheres' Melody". Se sono riuscita a incuriosirvi almeno un pochino fate un salto a questo link ---> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2414725&i=1.
Yuki: Perfetto! Beh, è tempo di lasciarvi!
Con un enorme grazie e un abbraccio (quelli non mancano mai), vi mandiamo un saluto, con la speranza di rivedervi ancora! ^^
Tutte e tre: Ciao ciao! :D

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1884483