E se la morte potesse cambiare la vita? di Briciola scrive (/viewuser.php?uid=68141)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Ciao a tutti! rieccomi
qui con una nuova storia, ovviamente sempre su Alice e Jasper!!!
Immagine fatta dalla mitica Moon's
Graphics
E se la morte potesse cambiare la
vita?
Coppia:
Alice e Jasper
Note: au
Trama: Alice e
Jasper sono solamente due ragazzi innamorati, stanno insieme da circa
un anno, sono felici ma un giorno qualcosa cambierà per sempre il loro
rapporto.
Genere: triste,
romantico
Prologo
Spesso di fronte ai problemi preferiamo scappare e dare la colpa ad
altre persone, senza sapere che questa non è una soluzione.
E' questo che accade alla nostra Alice, quando un giorno una notizia le
sconvelgerà la vita facendola fuggire e dare la colpa ad una persona
per lei molto importante.
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Capitolo 2 *** capitolo 1 ***
Ed eccomi qui con il nuovo
aggiornalmento della storia. Sperche di leggere tanti commenti!! :D
Capitolo 1
Alice pov
Era un sera, precisamente era l'ultima sera delle vacanze estive ed io
ero seduta con le mie amiche, Lauren, Kate ed Ecate, soltanto Rosalie,
o meglio conosciuta come Rose, non c'era. Quella sera Rose aveva una
cena con la sua famiglia dove era stato invitato anche mio fratello,
più grande di me di due anni, Emmett, ma questa è un’altra storia. Ero
seduta sul muretto della piazzetta a chiacchierare con le mie amiche,
raccontandoci le vacanze e ridendo tranquillamente.
- Chi vuole una granita o un gelato? - ad interrompere le nostre
chiacchiere fu Lauren, chiedendoci chi di noi volesse una granita o un
gelato e come delle ragazzine di quattordici anni urliamo tutte insieme
"IO!!!".
Scendemmo tutte dal muretto e ci dirigemmo alla geletaria che è
proprio di fronte alla piazzetta, prima di entrare prendemmo il
numerino e ci mettemmo in coda. Intanto che aspettiamo il nostro turno
sentii il cellulare suonare, un sms, di sicuro era Jasper. Jasper
è il fratello gemello di Rose, sono identici: entrambi biondi e
con gli occhi azzurri. Io e Jasper stiamo insieme circa da un
anno e mezzo, ma anche questa è un’altra storia. Finalmente
arrivò il nostro turno - numero 58? - domandò la geletaria
- noi!! - alzammo le mani ed ad ordinare per prima fu
Lauren che si prese una granita alla menta, Kate ed Ecate presero
entrambe una granita alla fragola e io presi un gelato al
cioccolato e fior di latte, la granita non è il mio forte, mi fa venire
sete, dopo aver pagato ce ne tornammo sedute sul nostro muretto.
Intanto che gustavamo chi la granita e chi il gelato ci
rimettemmo a parlare - allora Alice come va con Jasper? - domandò
Lauren facendomi sobbalzare ed arrossire leggermente, la odio quando fa
domande su di me e Jazz, ogni volta cerca di scoprire qualcosa di
nuovo, se l'abbiamo fatto oppure se c'è qualcosa che non va e più che
ne ha ne metta, - tra me e Jazz? Bene - balbettai arrossendo
ancora di più. Fortunatamente è buio e dove siamo sedute noi c'è poca
luce e per mia fortuna non si nota che sono rossa come un peperone. Lei
annuisce soddisfata ed iniziò a torturare la povera Kate che si è
appena messa insieme al suo migliore amico - dai Lauren basta - dico
cercando di aiutare Kate che sembra essere imbarazzata, beh chi non si
imbarazzerebbe alle domande di Lauren? - Ma..ma io sono innocente - si
diffende Lauren per poi scoppiare a ridere, la sua risata è contagiosa,
infatti ci mettiamo tutti a ridere, risi per un paio di secondi quando
un strano presentimento si impossessa di me facendomi azzittire. E' una
sensazione strana, come se da un momento all'altro dovesse accadere
qualcosa o dovessi ricevere una chiamata inaspettata. Nonostante sento
lo sguardo delle altre su di me e la voce di Ecate chiamarmi,
sventolando la mano davanti ai miei occhi continuo a tenere lo sguardo
nel vuoto, davanti a me fino a che distrarmi non è un rombo di una
moto. Quel rumore lo conoscerei tra i mille è la moto di Jasper.
Che ci fa qua? Penso tra me e me scendendo sul muretto.
Vedii la moto fermarmsi e guardo Jasper scendere, a mano mano che
si avvicina posso notare che ha un espressione di chi è turbato,
sconvolto. Cosa aveva? Cosa era successo? Ed all'improvviso sentii il
panico possessarsi di me, facendomi tremare e soprattutto
constringendomi ad appoggiarmi al muretto. - Ciao..Alice ti devo
parlare - dopo aver salutato le ragazze mi guarda con gli occhi lucidi
e rossi come se avesse pianto. Annuisco leggermente chiedendomi cosa
dovesse dirmi – dimmi tutto - dissi cercando di nascondere il mio tono
preoccupato - é successo un casino..dopo aver accompagnato a casa
Rose..Emmett..- lo guardai fermarsi e passare una mano tra i capelli.
Cosa è successo? Emmett cosa? - Emmett cosa? - domandai incalzandolo a
parlare - ..Emmett mi ha chiesto se volevo venirti a prendere e ho
acconsentito e durante il tragitto..- si sofferma di nuovo prima di
prendere un respiro e continuare a parlare - una macchina è uscita con
il rosso travolgendolo..ora è in ospedale - Mentre finisce di
parlare mi accorgo che mi manca l'aria e trattengo il respiro. Sento il
sangue pulsare nelle venne - Emmett..cosa? - ridomandai prima di essere
presa tra le sue braccia, ma non ci sto nemmeno un secondo che mi
libero dalla sua presa ed inizio a tirargli i pugni - perché perché gli
hai detto di si?!? - domandai continuando a tirargli i pugni sul petto,
fino a che non mi arressi e appoggiai la fronte sul suo petto. -
andiamo da lui? - domandai con un singhiozzo lo sentii solamente
annuire sopra la mia testa.
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Capitolo 3 *** capitolo 2 ***
Ciao a tutti! rieccomi con
l'aggiornamento volevo oggi ricordarvi 4 pagine e un gruppo:
- Jashley
graphics
- Moon's
graphic's
- un
amicizia nata nel mondo del fake
- the pixie e the
solder
Gruppo: - scuola
moon's graphics
Capitolo 2
Jasper pov:
Era un sera, precisamente era l'ultima sera delle vacanze estive, io e
mia sorella avevamo una cena in famiglia dove era stato invitato anche
il mio migliore amico, Emmett, che oltre ad essere il mio migliore
amico è anche il ragazzo di mia sorella nonchè fratello della mia
ragazza, Alice. Dopo cena mentre i miei genitori sarebbero andati sulla
spiaggia a fare una passeggiata, io ed Emmett avremmo accompagnato Rose.
Avevamo da poco lasciato Rose a casa quando Emmetti mi propose di andar
a prendere Alice – dai, andiamo a prendere mia sorella? - mi domandò
poco prima di infilarsi il casco, mi limitai solamente ad annuire.
Alice si trovava in piazzetta con le sue amiche e da casa mia fino alla
in piazzetta ci avremmo impiegato si o no trenta minuti. Quella sera
stranamente la strada era deserta e se da una parte c'era Emmett che
amava correre, dall'altra parte c'ero io che non amavo fare pazzie –
oho, la strada è tutta mia! - esclamò – dai, non far pazzie
Emmett..potresti beccare una multa - niente da fare, poteva essere
simpatico e bravo ma spesso era proprio testardo e non vi dico nemmeno
quante multe ha preso..vi metterete le mani tra i capelli! - e dai
Jasperino un po' di coraggio - scossi leggermente la testa prima che
scattasse il verde...
...tutto successe così in fretta, un momento prima Emmett diede gas e
un momento dopo lo vidii disteso quasi 10 km da me con la moto sulle
sue gambe - Emmett!! - spensi la mia moto e corsi da lui, respirava a
fattica, aveva perso conoscenza, e per un secondo entrai in panico
senza sapere che fare o che dire, prima di poter chiamare i soccorsi.
Aspettai ben 20 di minuti prima che arrivassero e caricassero Emmett
sull'ambulanza. Dovevo avvertire Alice dell'accaduto, le mandai un sms
dicendole che sarei arrivato in piazzetta tra qualche minuto e senza
aspettare una sua risposta mi infilai nuovamente il casco e ripartii
verso la piazzetta sperando con tutto il cuore che Emmett ce la
facesse.
Quando arrivai fermai la moto, mi sfilai il casco e scesi, appena
fui abbastanza vicino salutai le ragazze e dopo di che mi rivolsi
alla mia piccola, guardandola con due occhi rossi per le lacrime che
avevo versato poco prima. - Ciao..Alice ti devo parlare -
Annuii leggermente dicendomi semplicemente – dimmi tutto - disse
cercando di nascondere il suo tono preoccupato - é successo un
casino..dopo aver accompagnato a casa Rose..Emmett..- mi fermai
per un paio di secondi passandomi la mano tra i capelli, cercando le
parole giuste da dire, non volevo farla spaventare e tanto meno
preoccuparla - Emmett cosa? - domandò incalzandomi a parlare -
..Emmett mi ha chiesto se volevo venirti a prendere e ho acconsentito e
durante il tragitto..- mi soffermai di nuovo prima di prendere un
respiro e continuare a parlare - una macchina è uscita con il rosso
travolgendolo..ora è in ospedale - Mentre finii di parlare la guardai
tenendomi pronto ad abbracciarla in caso avesse avuto una crisi di
pianto - Emmett..cosa? – ridomandò, la presi tra le sue braccia,
ma si liberò dalla mia presa iniziando a tirarmi i pugni –
perché, perché gli hai detto di si?!? - domandò continuando a tirarmi i
pugni sul petto, non risposi, cosa gli avrei risposto? Già mi sentivo
in colpa per aver acconsentito. Lasciai che appoggiasse la fronte
sul mio petto. La ristrinsi dolcemente a me appoggiando la testa sulla
sua e chiudendo gli occhi - andiamo da lui? - domandò con un
singhiozzo, annui solamente sopra la sua testa senza dire nulla.
Continuai a stringerla per qualche secondo prima di spostarla ed
asciugarle una lacrima e dopo di ché prendendola per mano mi diressi
verso la moto. Aspettai che salisse, misi in moto. Destinazione:
Ospedale.
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Capitolo 4 *** capitolo 3 ***
Capitolo 3
Alice pov
Eravamo da poco partiti dalla piazetta per dirigerci all'ospedale. Ancora non potevo credere che il mio fratellone avesse avuto un incidente. E se fosse grave? E se non c'è la facesse? No! Non potevo pensare negativo, lui era un Cullen, era forte, era mio fratello e non poteva lasciarmi da sola, io avevo bisogno di lui e dei suoi scherzi anche se a volte è insoportabile o ficcanaso ma rimane pur sempre mio fratello. Mi morsi il labbro per cacciare le lacrime che in quel momento volevano uscire come un fiume, mi strinsi a Jasper, appoggiando la testa sulla sua schiena e chiudendo gli occhi per non pensare al peggio.
Non so nemmeno quanti minuti o ore passarano da quando eravamo partiti dalla piazzetta che sentii la moto fermarsi e la sua mano sulla mia gamba - Ali..siamo arrivati - aveva una voce tremante, anche lui, come me, aveva paura che Emmett non ce la facesse. Annuii solamente passandogli il casco e dopo di ché mi lasciai prendere per mano e mi lasciai trascinare all'interno dell'ospedale. - Salve..cerchiamo informazioni su Emmett Cullen - disse Jasper, cercando di nascondere il suo tono preoccupato, l'infermiera annuisce e si mette sul computer digitando il nome di mio fratello - Il paziente si trova in sala di rianimazione intensiva – rianimazione intensiva? Cos'ha? Guardo per un secondo Jasper prima di ritirare la mia mano che era rimasta per tutto il tempo nella sua e senza dir nulla mi dirigo verso la sala. Sentivo che Jasper era vicino a me, ma non aveva nè il coraggio di parlare e tanto meno di prendermi la mano, forse chissà, aveva capito che ancora ce l'avevo con lui? Alzai le spalle senza dir nulla.
Quando arrivammo, trovammo mia mamma seduta su una sedia con la testa appoggiata sulla spalla di mio padre che cercava di rassicurarla, forse mio padre sapeva se c'erano speranze o meno. - mamma..papà - dissi con una voce che prometteva una crisi di pianto, mio padre alzò lo sguardò su di me e venne ad abbracciarmi, come se fosse una bambina piccola. Dovevo chiedere di mio fratello, dovevo sapere se c'erano speranze ma avevo paura, paura di una risposta negativa che mi avrebbe potuto darmi, appoggiai la testa contro il suo petto e con la coda dell'occhio notai Jazz appoggiato al muro con il cellulare in mano, forse aveva avvertito i suoi e soprattutto Rosalie. Mi liberai dalla presa di mio padre - come..sta? si sveglierà? - domandai con gli occhi lucidi - sta dormendo..e non sappiamo se si sveglierà, dobbiamo aspettare le prossime 24 ore. - Le prossime 24 ore? Quindi era come se fosse in coma? Mi sentii la terra mancare sotto i piedi. Dovetti sedermi e prendere un respiro.
Guardai di nuovo Jasper, se non avesse consentito a quest'ora Emmett era a casa a parlarmi della serata. Pensai prima di guardarlo avvicinarsi e prendermi tra le braccia. Stavolta, forse per la stanchezza o forse per qualcos'altro ci rimango ranicchiandomi meglio - andrà bene - mi sussura dandomi un bacio sulla tempia. Lo spero. |
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Capitolo 5 *** capitolo 4 ***
Capitolo 4
Jasper pov
Eravamo da poco arrivati all'ospedale. Spensi la moto e appoggiai la
mia mano sulla gamba di Alice - Ali..siamo arrivati - dissi con una
voce tremante, avevo paura, paura che Emmett, il mio migliore amico,
non ce la facesse. La guardai annuire e passarmi il casco e dopo di che
si lasciò prendere per mano e la trascinai all'interno dell'ospedale.
- Salve..cerchiamo informazioni su Emmett Cullen - dissi, cercando di
nascondere il fatto che ero preoccupato, l'infermiera annuì e si mise
al computer digitando il nome del mio amico - il paziente si trova in
sala di rianimazione intensiva - se per tutto il tempo la mano di Alice
era rimasta nella mia in quel momento la ritirò di colpo e senza dir
nulla si dirisse verso la sala.
La raggiunsi correndo per poi camminare accanto a lei senza dire nulla.
Sapevo che era ancora arrabbiata con me e ad essere sincero ero
arrabbiato anch'io con me stesso.
Quando arrivammo, lasciai che andasse dai suoi familiari mentre io mi
appoggiai al muro, presi il cellulare e avvertii i miei genitori e
Rosalie dell'accaduto. Tra un paio di minuti ci avrebbero raggiunti per
assicurarsi su come stesse Emmett..guardai Alice seduta sulla sedia con
lo sguardo perso, mi avvicinai e la presi tra le braccia. L'avvolsi a
me e baciandola sulla tempia e le sussurrai - andrà tutto bene - almeno
era quello che speravo..perché se il mio migliore amico non ce l'avesse
fatta non me lo sarei mai perdonato.
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Capitolo 6 *** capitolo 5 ***
Capitolo 5
Alice pov
Emmett era in coma.
Dal giorno dell'incidente era passata una settimana e mio fratello ancora non dava segni di vita. La casa senza di lui era vuota, troppo vuota. Mia madre non faceva altro che starsenza chiusa nella camera di Emmett a singhiozzare ore e ore, sentirla piangere e sapere che non potevo far nulla o non potevo dire nulla per aiutarla mi faceva stringere il cuore. Mio padre invece non faceva altro che passare l'intera giornata in ospedale per poi tornare a casa tardi la sera e chiudersi nello studio. E io? E io me ne stavo sdraiata sul letto e anche quel sabato sera ero chiusa in camera.
Avevo chiuso ogni rapporto con le mie migliori amiche, ricordo ancora la litigata di giovedì - Alice allora vieni sabato? - mi chiese Ecate, quel sabato saremmo dovute andare al cinema, ma non volevo uscire, avrei solamente rovinato la serata alle mie migliori amiche - no Ecate, dillo anche alle altre - risposi mentre giocherellavo con un peluche che mi aveva regalato Emmett quando avevo solamente tre anni - ma dai Ali hai bisogno di uscire - mi ribadì l'altra - ho detto di no. Non voglio rovinarvi la serata! - esclamai e senza dir nulla e soprattutto senza darle il permesso di ribattere, avevo chiuso la telfonata.
E da quel giorno non risposi ne alle telefonate ne ai messaggi.
Il telefono squillò, lo lasciai squillare a vuoto, tanto sapevo che era Jasper, non gli rispondevo, non avevo coraggio di rispondergli, sapevo che se gli avessi risposto avrei detto qualcosa di cui mi sarei pentita. Ma sapevo come stava, avevo letto un suo messaggio e anche lui come me stava male, non dormiva e tanto meno usciva, mentre Rosalie, come mio padre, se ne stava in ospedale con la speranza di vedere il suo amore, mio fratello, svegliarsi. Appena il cellulare smisse di suonare, mi girai dall'altra parte e chiusi gli occhi addormentandomi con le lacrime e con il pensiero fisso da giorni "Emmett risvegliati!" |
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Capitolo 7 *** Epilogo ***
Epilogo
Alice pov
La settimana era dinventata settimane, le settimane erano mutate in
mesi ed Emmett ancora non dava nessun segno di vita.
Mia madre, oltre ad aver smesso di piangere, aveva smesso anche di
mangiare, era diventata un fantasma, non si riconosceva più e per una
settimana era stata ricoverata a causa dei continui cali di zucchero
mentre mio padre a casa non tornava mai, non faceva altro che stare in
ospedale a parlare con mio fratello, a pregarlo di svegliarsi, ma non
succedeva niente, lui sembrava non voler ascoltare. E io? Io avevo
lasciato la scuola, come entravo tutti mi chiedevano come stesse Emmett
e solo a pensare mio fratello intubato mi faceva star male, se parlavo
mi veniva da piangere e non potevo starmene ore e ore chiusa nel bagno
femminile e poi si, avevo chiuso ogni rapporto con Jasper, anche se lo
amavo ancora e mi mancava, mi mancava stare tra le sue braccia,
ma non riuscivamo più a parlare come prima, per non parlare del
fatto che lo accusavo dell'incidente di mio fratello. Era un
pomeriggio, ero seduta davanti ad una tazza di cioccolata, quando
sentii il telefono suonare e mia madre come sempre, anche se con meno
forze, andò a rispondere per poi lanciare un urlo di dolore, quell’urlo
mi fece morire dentro, era lo stesso urlo che aveva lanciato quando era
morto il nonno, voleva dire che..no non potevo crederci che mio
fratello era morto. Il giorno del funerale vennero quasi tutti, tranne
le mie amiche, e un po' mi dispiaceva, avrei voluto che ci fossero che
mi consolassero come avrei voluto che ci fosse Jasper, e la stessa sera
del funerale partii per l'Europa. Avevo bisogno di distrarmi, di
staccare da Forks.
Un anno
dopo
Era passato un anno dalla morte di mio fratello, un anno che non avevo
più avuto notizie di Jasper, fino a quel giorno. Quel giorno avremmo
ricordato mio fratello, avremmo celebrato l’anniversario della morte di
Emmett, l'avremmo ricordato com'era sempre stato e come ci avrebbe
voluto. Stavo entrando in chiesa quando, mi scontrai con qualcuno - ma
sta..Jasper..odio scusa - mi scusai leggemente - tranquilla - fu la sua
semplice risposta. Rimanemmo a guardarci per secondi o per minuti fino
a che, senza pensarci, l'abbracciai. Solo ora mi accorsi che un anno fa
l'avevo accusato senza aver colpe, senza sapere che forse era proprio
il destino che volesse che Emmett morisse - scusa se.. - non terminai
la frase che senti una spece di carezza e una leggera brezza
spettinarmi i capelli..Emmett..lui era sempre stato accanto a me..e
voleva che io e Jasper tornassimo insieme. Una lacrima ribelle scappò
al mio controllo.
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