Write your destiny

di Onira_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non sono quella che credi di conoscere. ***
Capitolo 2: *** Faccio ritorno al Campo Mezzosangue ***



Capitolo 1
*** Non sono quella che credi di conoscere. ***


I. Non sono quella che credi di conoscere
 
***

Katleen si risvegliò in una piccola capanna. Le pareti sembravano fatte di puro argento, mentre i mobili e la porta erano di legno. Sopra il letto sul quale era sdraiata pochi attimi prima c'era un'enorme arco di legno attaccato alla parete. La ragazza si alzò spostando ordinatamente le coperte da un solo lato. Si guardò i vestiti stropicciati, probabilmente la sera prima aveva preso una bella botta alla testa, perciò non aveva avuto neanche il tempo di spogliarsi per rimanere comoda durante la notte. Pensò che di questi ultimi tempi le Cacciatrici stavano avendo fin troppi scontri con mostri, Titani e roba simile, e lei era appena arrivata: Non sapeva quanto avrebbe resistito a questa nuova vita, che le si era piombata davanti come un masso chele blocca il cammino, nonostante questa fosse la SUA scelta.
Rimpianse la sua vecchia vita al Campo, dove poteva avere almeno delle cure piu decenti. Si sfiorò le profonde ferite provocate la sera prima, poi la porta della sua stanza si aprì bruscamente.
- Katleen, bene sei sveglia. La divina Artemide richiede la presenza di tutte le cacciatrici di turno di questo mese. Abbiamo una nuova missione da svolgere al momento. - Disse Talia, la luogotenente, tutto d'un fiato.
- Una missione dice? - Chiesi. Era abituata a darle del 'lei', per una vecchia questione di due mesi fa.
- Si. - Le rispose richiudendo la porta dietro di se. Probabilmente la ragazza era turbata quanto Katleen per tutte queste imprese. Capisco che Artemide era una Dea, ma potrebbe sforzarsi di mostrare un minimo di pietà nei nostri confronti. 
La ragazza aprì lentamente la porta, scoprendo davanti a se un vasto bosco. L'aria profumava di pulito, la natura la immergeva mentre il rumore dell'acqua del fiume poco piu lontano da lei e quello degli uccelli che cantavano sugli alberi erano a dir poco meravigliosi. Il sole illuminava il suo volto, pochi secondi prima oscurato dalle ferite, ma nonostante ciò Katleen riuscì a concepire un velo di tensione nell'aria fresca. L'istinto la costrinse a voltare la testa verso sinistra, dove vide che tutte le altre erano messe in riga come dei soldatini, mentre una luce comparve lentamente all'inizio della loro fila, che si fece sempre piu luminosa ed accecante anche ai raggi del sole. La riconobbe e si precipitò per entrare a far parte della fila delle altre sue amiche, per non subire l'ira della sua signora Artemide.
- Buongiorno cacciatrici. - Ci disse la Dea sorridendo.
- Buongiorno nostra Signora. - Dissero in coro tutte quante. In quel momento Katleen si sentì particolarmente strana nel doverla chiamare in quel modo, visto che aveva assunto le sembianze di un'undicenne.
- Avrete sentito dire che ho una nuova missione e so' cosa significa questo per voi, ragazze. Ma ora vi chiedo solamente ancora un piccolo sforzo, finché tutti questi imprevisti da parte di Crono e dei suoi scagnozzi non si plachino leggermente, e noi potremmo tornare ai nostri ritmi abituali. Per ora abbiamo il dovere di difendere l'Olimpo, il Campo Mezzosangue e il mondo mortale, in quanto facciamo parte di questo mondo anche noi. - La Dea aveva un tono molto dolce e mentre pronunciava quelle parole gesticolava molto. Apparentemente sembrava davvero una bambina.
'Sempre che non ci faremmo ammazzare prima!' Si ripeteva Katleen tra se e se, mentre udiva quelle parole.
- Cacciatrici, ho raggiunto un'accordo con Chirone pochi giorni fa, e lui ci prega di poter aiutare i semidei nella battaglia contro Crono. Non verrete tutte ma lascierò libera scelta a chiunque di voi voglia offrirsi volontaria per questa impresa. - Continuava Artemide, alzando sempre di piu il tono della voce. A farsi avanti per prima fu Talia, che raggiunse la Dea con fare molto eccentrico e trionfante. Katleen osservò con pura indecisione le poche ragazze che si fecero avanti. In tutto erano tre, quattro... Niente piu. Decise di mostrare il suo coraggio alla sua Signora, così si fece avanti mostrando la sua piu sincera sicurezza e prontezza. Sapeva bene che offrirsi volontaria era senza dubbio sinonimo di suicidio per ragazze come lei.
- Benissimo, se sono solamente loro le cacciatrici che hanno intenzione di partecipare, allora che sia. - Disse Artemide, non volendo evidentemente andare contro la volontà delle altre.
La ragazza quasi si pentì di quello che aveva fatto, mentre la fila si scioglieva. Artemide scomparve.
- Vi sveglierò domani mattina per la vostra impresa. - Diceva l'apparente eterna undicenne mentre spariva mutandosi in una luce sempre piu fievole.
- Ti sei offerta volontaria? Tu? - Mi chiese Talia avvicinandosi a Katleen. Quest'ultima si spostò piano i capelli azzurri (si esatto, erano capelli azzurri naturali) da davanti gli occhi.
- Si. - Le rispose la ragazza con tono deciso e pronto.
- Non ti facevo così coraggiosa Katleen. - Disse con aria indifferente.
- Non sono quella che credi di conoscere. - Katleen sorrise.
- Ci vediamo domani mattina allora. Non vedo l'ora di potertivedere in una GUERRA VERA. - Nelle ultime due parole si accese una luce di paura negli occhi grigi di Katleen, ma decise ad accennare un leggero, falso, sorrisetto rivolto a Talia, che sembrava aver notato questo suo nuovo timore. Ricambiando, la mora si girò, scomparendo dalla sua vista.
Katleen tornò nella capanna dove si era svegliata, prese il suo arco d'argento datogli dalla sua Signora in persona ed uscì di nuovo, per andare a caccia.

Angolo Autrice
Hello! Ciao a tutti, spero che con questo primo capitolo io abbia potuto attirare l'attenzione di qualcuno. Mentre mi faccio venire in mente qualche cosa per il prossimo capitolo recensite e inoltre ringrazio molto chi mi segue e chi ha magari intenzione di farlo.

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Capitolo 2
*** Faccio ritorno al Campo Mezzosangue ***


II. Faccio ritorno al Campo Mezzosangue

La serata passò per Katleen come un'eterna tortura, accompagnata dalla consapevolezza che avrebbe dovuto affrontare qualcosa piu grande di lei. Era assieme alle altre cacciatrici, e questo lo sapeva bene, ma qualcosa a lei ancora sconosciuta le diceva in continuazione che non sarebbe riuscita a scoccare una freccia neanche su un telchino che dorme. Non si riteneva all'altezza degli altri mezzosangue e cacciatrici e il suo pessimismo si faceva avanti solo nei momenti meno opportuni.
Penso che sarebbe stata una mossa saggia ritirarsi, ma l'unica cosa che riuscì a dire difronte a Talia furono mormorii irriconoscibili e frasi del tipo "non vedo l'ora di partire" che, se non si fosse capito, era una bugia grossa quanto l'Olimpo.
Katleen si accovacciò su se stessa per sfilare dalla pelle di un cinghiale sua freccia d'argento. Guardò l'animale morto e insanguinato, per poi caricarselo fino alla sua capanna.
- Okey ragazze, oggi la spesa è toccata a Katleen. - Disse una di loro.
- Si, divertente. Questo è quello che ci faremo bastare. - Disse la ragazza, buttando il pesante corpo a terra. Svolazzarono commenti del tipo "Tutto qui" oppure "Almeno ci ha provato", ma se li lasciò tutti alle spalle, iniziando ad accendere un fuoco in versone primitiva. Avrebbe gradito molto un'accendino o anche un fiammifero, ma Artemide riteneva queste cosiddette 'vecchie usanze' molto, molto importanti per la vita di una cacciatrice. In tal caso, decise saggiamente di arrangiarsi, piuttosto che subire l'ira di una Dea leggermente vendicativa. Insomma, erano esseri immortali, la pena che avrebbero potuto arrecarle potrebbe durare anche cinquanta anni.
Tutte le cacciatrici mangiarono accompagnate dalla luce della luna. Sembravano completamente tranquille, rilassate, mentre, per quanto si sforzasse, Katleen era molto tesa. Non sapeva bene neanche lei se fosse per la tensione dell'attesa o per la paura del futuro, ma qualcosa la turbava anche in quell'aria serena e rilassante.
- Katleen, se vuoi ritirarti dimmelo pure. Artemide non si aspettava che tu ti offrissi volontaria... - Le disse Talia quando fu sicura che nessuno delle altre ragazze le sentisse. Le sue ultime parole la fecero riflettere un secondo.
- No, non voglio ritirarmi. Anzi, come ho gia detto, non vedo l'ora che sia domani. - Concluse nervosamente, rintanandosi dentro la sua capanna argentata, lasciandosi alle spalle la luogotenente.
"Potevo farlo. Ma non l'ho fatto. A questo punto, o vivo o muoio, non c'è piu differenza per me." Si disse tra se e se, guardandosi le mani sporche di sangue e fango.
- Ma alla fin fine ho fatto bene. - Pensò ad alta voce, autoconvincendosi definitivamente. Quasi sensa accorgersene si sdraiò sul letto, con il volto rivolto al muro d'argento luminoso, addormentandosi in meno di cinque minuti. 
***
La mattina dopo si svegliò di soprassalto alla luce dei raggi del sole. L'unica cosa che riuscì a ricordare fu il suo strano sogno, che l'aveva quasi colmata totalmente di paura:
- C'era un mostro. Era alto, grande. Sembrava fatto di pietre e un suo passo equivaleva a cinquecento metri a piedi, circa. Lui aveva... Come dire... Spappolato completamente diversi semidei, altri li aveva mangiati assieme ad alcune di noi. Un semidio, non ricordo la sua faccia, lo sconfisse con la spada e quando tutti i ragazzi rimasti vivi al Campo dichiararono vittoria contro Crono, Luke e tutti gli altri, Talia venne quasi colpita da una freccia. Ma mi sono svegliata prima che quest'ultima la colpisse al cuore. Che significa tutto questo? Non ho mai visto un Titano in vita mia, ma potrebbe centrare qualche cosa con la missione che lei ci ha affidato, non crede? - Chiese Katleen ad Artemide, raccontandole quindi il suo sogno. Il passo svelto della Dea, nel bel mezzo del bosco, frenò.
- Non credere nei sogni rivelatori prima che essi accadano, soprattutto prima di questo evento. L'Oracolo, al Campo, conosce la vera risposta ai tuoi dubbi, se vuoi ti do il consenso di consultarlo appena partiti. Se quello che dici è vero Talia saprà come cavarsela, non per niente è la luogo tentente. Approposito Katleen, sono felice che tu ti sia offerta volontaria. Ora vai a prepararti, prendi il tuo arco migliore e quando sarai pronta, raduna tutte le altre e portale nella mia capanna. - Mi ordinò. La sua risposta riguardo alla sua domanda precedente la deluse un poco.
- Subito signora. - Rispose chinando un po' la testa in segno di rispetto, poi scattò nella direzione opposta rispetto a quella di Artemide. Si concesse un'ora per prepararsi allo scontro, prima di eseguire gli ordini dati dalla sua signora.
Quest'ora si trasformò ben presto in una tortura data dall'attesa, che fortunatamente fu spezzata dall'arrivo di Talia.
- Eccomi, sono pronta. - Disse la luogotenente uscendo dalla sua capanna. Aveva indossato vestiti argentati che uniti al colore scuro dei suoi capelli la faceva sembrare una specie di punk.
- Daccordo. - Rispose Katleen muovendo nervosamente le mani.
Tutte le cacciatrici prescelte si radunarono un una strada di New York, alla fermata dell'auto. Appunto quest'ultimo arrivò e tutte salirono. Il conducente non era un mortale: Argo guidava il mezzo pubblico, probabilmente diretto a Long Island, destinazione: Campo Mezzosangue.
- Ho sentito parlare di Argo. - Rispose la ragazza alla spiegazione riguardo a lui di Talia.
- Gia, questo era scontato. Sei pur sempre una semidea. - Aggiunse una ragazza castana seduta al sedile davanti alle due.
- Ooookey.... - Mormorò Katleen presa a giocherellare con un cellulare che aveva trovato sul posto dove ora era seduta lei.
- Perché andiamo al Campo? - Chiese poi.
- Elimina quel coso immediatamente. - L'ammunì Talia. La ragazza la guardò storta, senza capire perché il suo tono fosse così allarmanto.
- Calmati è solamente un cellulare! - Rispose ridendo e spingendo un tasto.
- Attira dei mostri. Se non lo butti via verremmo uccise prima del tempo prestabilito. - Katleen sperò che quelle non fossero parole d'incoraggiamento, altrimenti avrebbe dovuto lavorarci parecchio. Poi si decise a lanciarlo lontano dal finestrino rotto che avevano accanto. Il vento le aveva completamente congelato il viso quando finalmente tornarono a toccare terra.
- Il Campo... - Mormorò. Non se lo ricordava così... Così bello. Ripensò ai momenti passati con i suoi "coetanei", per non dire cugini. Sorrise difronte al suo passato, poi varcò l'albero che una volta era il corpo morto della sua luogotenente, della sua migliore amica. Tutti i semidei la investirono per venirla a salutare, poi la raggiunse Chirone.

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