Lilian Blake

di Ecila2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shopping!! ***
Capitolo 2: *** Uno smistamento fuori dal comune ***
Capitolo 3: *** Il primo giorno di scuola sfianca sempre! ***



Capitolo 1
*** Shopping!! ***


Sto camminando per le vie di Diagon Alley con il mio bagaglio di acquisti scolastici.
C’è quasi tutto: tutta l’uniforme ,che comprende moltissima roba, tutti i libri di testo, il calderone, i set di provette di cristallo, il telescopio, la bilancia di ottone e un gufo appollaiato sulla spalla
(http://www.superedo.it/sfondi/sfondi/Uccelli/Gufi/gufi_10.jpg).
L’ho chiamata Astrid, dato che è una femmina.
Mio nonno adora le civette.
Ne aveva una tutta bianca che però era morta in uno scontro dei Mangiamorte.
Come aveva detto che si chiamava…Edvige!
Nonno Harry le voleva molto bene.
Per chi non l’ha ancora capito, Harry Potter è mio nonno e mia madre è sua figlia Lily.
Ma ritorniamo a me.
Al mio materiale manca ancora la cosa più importante: una bacchetta.
Allora mi avvio verso Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C..
-Il nuovo proprietario non potrà mai essere allo stesso livello del vecchio Olivander- mi dice mio nonno.
Mi sta accompagnando, ma è un po’ una palla al piede: ogni persona ci ferma e gli fa ancora le congratulazioni e lo chiama eroe! Sono passati cinquanta anni circa da quando ha compiuto il gesto eroico di uccidere Voldemort! Cinquanta! E ancora la gente lo acclama!
In più sono similissima a lui quindi ogni persona si viene a congratulare con me per lui!
Uffa! Dopo una noiosa fermata a parlare con altre ventimila persone riusciamo ad arrivare al negozio di bacchette.
Entro nella vecchia bottega di famiglia e un uomo sulla cinquantina accoglie me e il nonno (soprattutto il mio accompagnatore) nel salone.
Ci sono milioni di scatolette e le corsie sembrano non finire mai.
Mi controlla la misura della lunghezza di molte parti del corpo ,come la circonferenza della testa, con un nastro che vola da solo.
Dopodiché mi comincia a mettere in mano diverse bacchette.
Mi da una biancospino, sette pollici e con il nucleo di unicorno.
La agito con sicurezza senza avere ripensamenti, immaginandomi, per puro caso, che il vaso li vicino brilli, ma non succede quello che penso, anzi, avviene il contrario e il vaso diventa di un colore così orribile che faccio un favore all'uomo e lo butto giù dal ripiano in cui era posato.
Lui mi guarda malissimo e io guardo mio nonno che se la ride dietro alla Gazzetta del Profeta che gli lascia scoperti solo gli occhi verdi.
-No, direi proprio di no- dice l’uomo un po' scocciato.
-Prova questa: agrifoglio con una piuma di fenice, undici pollici.
Vediamo se il sangue di tuo nonno reclamerà questa bacchetta- mi dice gentilmente, ma si capisce che mi sta prendendo in giro.
Allora noto un quadro molto triste, ma molto curato.
Lo guardo e muovo la bacchetta e immagino che al disegno venga data una spolverata, dato che delle cose che penso avvengono solo al contrario.
Il ritratto di una donna esplode in mille pezzetti per terra e il proprietario del negozio guarda scandalizzato i pezzetti dell’amato quadro.
Io sorrido con finta innocenza e poggio la bacchetta sul tavolo.
L’uomo mi guarda male e mi da una bacchetta d’ebano con un nucleo di corde di drago.
Voglio fargliela pagare ancora per aver preso in giro me e mio nonno, perciò chiudi gli occhi e nella mia mente immagino un venticello lieve che rinfreschi l'ambiente soffocante.
Un vento impetuoso rompe una finestra.
-Prugnolo, unicorno dodici pollici- mi passa una bacchetta dall’aspetto tozzo e dopo averla mossa leggermente il proprietario la prende prima che io possa fare danni.
Continuiamo così finché non tira fuori da una scatoletta una bacchetta bianca, molto lunga e aggraziata.
-Pioppo Bianco, piuma di fenice quattordici pollici. Questo legno è molto apprezzato da tutti i fabbricanti per la sua elegante somiglianza con l'avorio e per gli incantesimi eccezionali che è in grado di produrre. Il proprietario ideale di questa bacchetta è spesso un abile duellante, o lo diventerà, perché il pioppo bianco si addice in modo particolare alla magia da combattimento- ripete il “simpaticissimo” proprietario.
Appena la impugno una nuvola di fumo colorato appare dalla bacchetta e va a fermarsi per aria formando un disegno di una fenice in aria.
-Congratulazioni, signorina.
Ha conquistato la fiducia di un’incantevole bacchetta proprio come lei…- dice con una punta di ironia l’uomo.
Paghiamo e usciamo dal negozio.
-Ammazza se era antipatico!- esclamo dopo poco.
-Nonno, l’Olivander che hai conosciuto tu era così pure lui?-gli chiedo dopo un po’ che camminiamo
-No tesoro, non penso. In realtà non ci ho parlato molto spesso.
Le uniche volte che l’ho visto è stata quando gli ho comprato la mia prima bacchetta e quando gli ho chiesto della Biancospino- mi spiega lui.
Ormai non mi deve più raccontare i dettagli della sua storia, tutto il mondo non fa altro che ripetermela.
Nonno Harry non è come ogni nonno, noioso e ripetitivo.
Lui mi capisce e anche se sono spesso arrabbiata con lui, perché sono sempre sotto la sua ombra, gli voglio un mondo di bene.
La lista è finita, ho preso tutto quindi devo solo tornare a casa a fare i bagagli.
Domani si parte e io ho aspettato fino all’ultimo per fare le compere che toccano ad ogni studente del primo anno.
Passiamo davanti a un negozio di manici di scopa.
In vetrina ci sono le nuove frecce: Firebolt2050 e la Nimbus 50001967.
Per quanto il mondo sia andato avanti non è cambiato assolutamente nulla: non hanno inventato il teletrasporto, i babbani non ci hanno ancora scoperto… e le scope tengono sempre gli stessi nomi.
Anche ai tempi del nonno c’era la Nimbus, anche se con molte cifre di me.
-Guarda, è uscita la nuova Nimbus!- urlo verso l’anziano.
Ho sempre amato le scope, anche se non ci sono mai salita sopra.
Il mio riflesso nel vetro che mi divide dall’articolo sportivo mi mostra il mio volto meravigliato.
I miei lunghi capelli castani sempre disordinati che mi arrivano sotto le spalle, il corpo esile, gli occhi azzuri e il viso dolce.

Il mio accompagnatore si avvicina alla vetrina e mi sorride.
-Anche il tuo bis-nonno adorava le scope, era persino il cercatore!-
-Lo so, nonno me lo ripetono ogni santo giorno!- esclamo esasperata
-Quanto vorrei diventare giocatrice di Quidditch, come la nonna Ginny!- dico pensierosa.
-Lo diventerai tesoro, lo diventerai. Hai il mio sangue, quello di tua madre e quello di tua nonna. Diventerai bravissima!-
Eh si, anche mia madre ha giocato per i Grifondoro, ha fatto il battitore.
Aveva una mira incredibile.
Sono molto orgogliosa della mia famiglia, ma come faccio a diventare come loro?
Sono praticamente dei colossi del Quidditch!
Ma in questo momento non ci penso molto e dopo aver preso per mano il mio accompagnatore mi avvio allegra verso il camino che, con la polvere magica, ci riporterà a casa.

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Capitolo 2
*** Uno smistamento fuori dal comune ***


Ho passato quasi tutta la notte a fare i bagagli.

Non ho chiuso occhio neanche quando mi sono stravaccata sul letto di camera mia.

Miriam ha dormito come un ghiro e ci credo: lei non deve andare a Hogwarts!

La mattina ho della occhiaie che fanno paura, ma non ci do troppo peso, semmai dormirò in treno.

Adesso sono agitatissima.

Non riesco a stare neanche un attimo ferma.

Faccio su e giù per casa mia come non ho mai fatto e tutti mi guardano come se fossi matta.

Manca un’ora al momento esatto in cui il passaggio per il binario 9¾, si chiuderà quindi ci mettiamo in macchina e partiamo.

E’ un po’ una scocciatura dover prendere la macchina, ma ormai ci ho fatto l’abitudine e non ci faccio più caso.

C’è molto traffico e io guardo l’orologio con un’ansia che mi cresce in petto.

-Tranquilla tesoro, ce la faremo- mi rassicura mamma.

Io annuisco, ma dentro la paura di arrivare in ritardo e di perdere il treno mi sta attanagliando lo stomaco.

Mancano tre minuti e io sono con il mio carrello che corro come una pazza con mio padre che mi insegue e mi augura buona fortuna per il primo anno.

Mi indica la colonna che dovrò attraversare e dopo un ultimo scatto entro nel muro.
Non sono mai passata attraverso la barriera e perciò chiudo gli occhi e aspetto l'impatto, che però fortunatamente non arriva.

Ai miei occhi si para una scena che ho sempre sognato di vedere: un treno rosso vecchio stile tutto fumante è fermo vicino al binario.

Mi fermo ad osservare l’insegna che indica il binario: 9¾.

Finalmente sono dentro.

Sento qualcuno gridare e vedo un uomo che si sporge dall’entrata che mi urla di salire.

Mi aiuta a prendere i bagagli e io mi vado a cercare un posto vuoto.

Tutti gli scompartimenti sono pieni di ragazzi che si spintonano, che ridono o che fanno altro.

Finalmente trovo un posto in uno scompartimento con due ragazzi ma con un posto vuoto vicino al finestrino.

Allora apro timidamente la porta e chiedo con voce tremante:
- Scusate, vi dispiace se mi siedo nel posto libero?-.

Loro mi osservano, si guardano tra di loro e mi fanno un cenno d’assenso facendomi spazio vicino alla finestra.

Chiacchierano di tutto e di più, mentre io osservo il panorama e sonnicchio.

Una domanda mi arriva nel mio stato di dormiveglia e mi trascina fuori dalle braccia di Morfeo.

-Senti, tu hai un volto familiare… Come ti chiami?- mi chiede il ragazzo con i capelli castano chiari

-Lilian… Cooper- dico dopo averci per poco pensato: non voglio già delle persone che mi comincino già in treno a parlare di mio nonno.

-Sai, la nipote di Harry Potter si chiama Lilian, ma di cognome fa Blake, quindi… ci assomigli molto però!- mi dice lo stesso ragazzo.

-Sarà una coincidenza- dico con voce tagliente per concludere il discorso

-Voi come vi chiamate?- chiedo loro dopo una pausa imbarazzante
-Io mi chiamo Liam Hadamon- si presenta il primo che aveva parlato.

E’ un ragazzo basso e grassottello, ma dal volto simpatico, con occhi scuri e i capelli castano chiaro.

Il secondo mi guarda intesamente e poi dice:

-Io sono Jim, Jim Morhan- mi dice infine il biondo.

Ha gli occhi azzurri ed è molto magro, ma quello che mi colpisce di più è la cicatrice che attraversa la sua guancia.

Cominciamo a chiacchierare.
-Di dove siete?- chiedo curiosa
-Edimburgo, Scozia.
Ho sempre voluto venire a Hogwarts, è uno dei miei sogni fin da quando ero bambino
I miei genitori sono entrambi maghi e hanno tipo un adorazione per Harry Potter, è come Batman o Superman per i babbani!- oddio sono finita con un fanatico di mio nonno!
-Hanno cercato di farmi diventare anche me come loro, ma io mi sono rifiutato di farlo.
Certo, il signor Potter è il signor Potter, ma non penso che bisogna parlarne ogni santo giorno!-
Pfiu, meno male, altrimenti che razza di anno avrei passato?
-Tu Jim?- gli chiede Liam
-Sono di Dublino e fino a un mese fa credevo che sarei andato alla scuola superiore del quartiere.
Mia madre è babbana e mio padre è un mago, ma lei non lo ha mai saputo anche se quando c'eravamo o io o mio padre succedevano cose strane.
I miei fratelli dubitavano di qualcosa e quando hanno visto la lettera della scuola mio padre ha dovuto vuotare il sacco e io e lui siamo andati a fare le compere scolastiche- dice con una nota di tristezza.
Qualcosa non va ma non faccio domande.
Io schivo le domande.

Commentiamo le varie case.
Entrambi sperano di essere messi in Grifondoro, ma gli vanno bene anche le altre case.
Io spero vivamente di non essere messa in Serpeverde.
Tutta la mia famiglia è finita in Grifondoro e se vado in un'altra casa?
Mi diseredano!

Non dico niente riguardo alla mia famiglia ,anche se so che quando ci smisteranno diranno il mio nome e quindi tutti sapranno, ma per il momento voglio godermi questo momento da comune mortale.

Da come mi racconta il nonno, il primo giorno si arriverà a Hogwarts in barca.

Non mi è mai piaciuto andarci: soffro il mal di mare e non so nuotare, quindi sono messa davvero male.

Mi preparo psicologicamente alla tortura appena ci dicono di cominciare a metterci la divisa che a breve saremmo arrivati.
La divisa è nuova, comprata il giorno prima da Madama McClan.

Ci avviamo di gruppo verso le barche.

Ad accoglierci c’è Hagrid, che adesso è vecchio e molto saggio.

Una volta mio nonno mi ha fatto vedere qualche ricordo divertente del suo amico mezzo gigante attraverso il pensatoio che gli aveva affidato la scuola.

Quindi non mi sorprendo più di tanto e lo saluto direttamente per nome.
Lui mi guarda contento e mi chiede cortesemente chi mi avesse raccontato di lui.

-Mio nonno mi ha fatto vedere un suo ricordo mentre eravate insieme e quindi ti ho riconosciuto subito-

-E come te lo ha mostrato?- mi domanda interessato

-Con un pensatoio- dico sicura.

Lui riflette un attimo e poi mi guarda molto sorpreso.

-Ma allora tu sei la nipote di…- non fa in tempo a dire il nome che gli ho già tappato la bocca, con una certa difficoltà per l'altezza.

-Ti prego, non dire niente. Non voglio essere già coperta sotto l’ombra di mio nonno!- esclamo esasperata.

Lui mi capisce e mi fa un cenno col capo di avviarmi verso le barche e con galanteria mi fa scendere, gesto che mi fa sorridere, ma subito il sorriso muore e viene sostituito da uno sguardo terrorizzato.

Appena salgo sulla barca, vengo colpita da forti capogiri e nausea.

Inoltre tremo lievemente per la paura di cadere in acqua e morirci.

Finisco in barca con Liam il quale nota il mio tremore improvviso e timidamente allunga un braccio e mi circonda le spalle, quasi come un gesto fraterno.

Per tutta la traversata rimane con me e mi distrae raccontandomi anedotti della sua strampalata famiglia.
Lo spettacolo che distrae entrambi però è uno diverso e molto più colossale.
Hogwarts si staglia contro l'orizzonte, illuminata dalle luci interne.
Dopo l'attacco di Voldemort ci sono voluti due anni di restaurazione e tutti gli studenti sono dovuti andare in una scuola di un'altro stato.

Arrivati dall’altra sponda del lago scendo e abbraccio Liam ringraziandolo dell’aiuto.

Lui arrossisce e noi ci avviamo verso la porta d’ingresso.

Tutti i professori sono cambiati.

-Neppure la McGranitt è rimasta- mi dice uno dall'aria del saputello di turno
-Certo, ogni tanto viene a trovare la sua ex scuola, ma ormai avrà cento e passa anni, quindi non mi sorprende che le sue visite sia sostanzialmente diminuite.
La donna che ci sta accogliendo è un’allieva dell’insegnate McGranitt, Cornelia Livinghton, che controllerà i Tassorosso.
Il preside ora è un uomo di nome Aaron Harian, il quale è stato nei Corvonero per tutta la sua permanenza a scuola- continua lo stesso ragazzino.

La donna, che sarà sulla trentina, ci guida verso la sala grande, mentre ci spiega che quando saranno annunciati i nostri nomi dovremo alzarci e sederci su uno sgabello, dove ci metteranno il cappello in testa.

Il cappello è sempre lo stesso, fin dai tempi di mio nonno.
Il cappello comincia a cantare e qualche volta deve riprendere fiato.
Bisogna capirlo, ormai è più vecchio del mio tris-nonno!
Un applauso parte dagli studenti e l'aria si fa più tesa.

Cominciano a chiamarci sotto gli occhi di tutti gli studenti degli anni successivi.

Molti dopo avermi guardato sussurrano al vicino qualcosa e io sto tremando.

-Liam Hadamon!- urla la Livinghton, dopo un po' di studenti.

Liam titubante si dirige sullo sgabello e gli viene messo il cappello parlante.

-Ah, una persona molto buona e timida… vediamo… ci sono! Tassorosso!-

Vedo il mio amico alzarsi e andarsi a sedere dalla tavolata dei Tassorosso.

-Jenni Lovegan- una ragazza rossa si alza e si avvia verso lo sgabello

-Tassorosso!- esclama subito il cappello.

Vengono chiamati altri due ragazzi poi viene nominato un ragazzino molto arrogante nel portamento.
Mi sembra che si chiami… Axl, Axl Denin.

Viene chiamato e lui si siede.

-Um… un ragazzo coraggioso e audace… allora, Grifondoro!- la tavolata con lo stemma del grifone applaudisce rumorosamente e lui si avvia verso un posto libero delle panche.

Altri ragazzi, il terrore aumenta.

Manchiamo solo io e Jim.

-Jim Morham!- dice la donna.

Il ragazzo con la cicatrice si avvia e quando il cappello gli viene posato sul capo chiude gli occhi.

-Un tipo saggio e sveglio… Corvonero!-

Finalmente il mio nome viene chiamato e il sottofondo di voci si zittisce e il silenzio mi accompagna nella mia camminata verso lo sgabello.

-Sono sicuro che pensi che verrai messa nei Grifondoro perché sei discendente di Harry Potter… Ma ti volevo fare una domanda… Secondo te, perché dovresti finire nella casa di tuo nonno?-.

Io rifletto un attimo con lo sguardo vitreo e perso a guardare il pavimento.

Perché devo finire nei Grifondoro?

Forse per non deludere i familiari che si aspettano di vedere il figlio nella propria casa?

-No, non è per quel motivo- mi dice il cappello

Ah, bello non devo parlare.

Sorrido un attimo a questo pensiero.

Penso ancora qualche secondo e poi dico titubante:

-Perché la gente si aspetta che io sia una persona grande e coraggiosa come mio nonno, ma io sono me stessa e anche se finirò nei Serpeverde o nei Tassorosso, sarò sempre io.
Però vorrei tanto non finire nei Serpeverde- dico acquistando fiducia mentre parlo.

-E come mai?- mi chiede il copricapo magico.

Perchè ho paura di deludere la mia famiglia.
-Non la deluderai, ne sono certo.
La casa dei Serpeverde è sempre stata disprezzata per i maghi che ha "sfornato", ma sono sicuro che Harry Potter ti ha trasmesso il suo cuore d'oro e serve qualcuno che faccia diventare quella casa qualcosa di nuovo. So che tuo nonno l'ho messo dove desiderava, ma con te voglio provare qualcosa di diverso, perciò...- abbasso il capo, ho paura.
So dove mi metterà ma non voglio ancora crederci.
Stringo forte gli occhi e afferro con entrambe le mani lo sgabello e spero più forte che posso di non essere messa in...

-Serpeverde - dice il cappello.

Le urla di gioia della casa verde si saranno udite da ogni parte del castello, ma io dentro di me crollo.
Serpeverde.
E adesso come lo dico ai miei che la casa in cui starò per tutti i miei sette anni sarà quella che durante lo scontro qui a Hogwarts con i Mangiamorte, è stata rinchiusa nei sotterranei perchè voleva consegnare mio nonno?

E’ strano quando una tua certezza ti crolla addosso e tu ti ritrovi in un mondo del tutto nuovo da quello che ti saresti aspettato.

Mi avvio sotto lo sguardo di tutte le case, ma sento uno sguardo molto più penetrante degli altri, che però non distinguo nella folla.
Sono triste e la mia espressione trasmette proprio questo: tristezza e desolazione.

Mi siedo in un posto che due ragazze mi hanno indicato e loro si presentano.

-Ciao io sono Jamie- dice una delle due, bionda e con la faccia da oca.

-Io invece sono Louise. Ti va di entrare nel nostro gruppo riservato alle ragazze più popolari del Serpeverde?- mi chiede subito la mora, anche lei con lo stesso difetto al viso della compagna.

-Non viene proposto a molte persone, sai? Dovresti accettare subito, senza neanche pensarci!- mi dice la ragazza di fronte a me, castana, uguale anche per lei per il volto.

-Uhm, onestamente non sono sicura di voler far parte di un gruppo di oche che dividono la propria casa in sfigati e non- dico loro e dopo essermi alzata mi vado a sedere lontano da quelle oche.

Nel nuovo posto sono al centro di un ragazzo e una ragazza.

Penso siano gemelli dato che sono identici.

-Oh, che onore avere Lilian Blake, il nuovo membro del gruppo delle tro…te- mi dice il ragazzo ironicamente.

-Ha rifiutato Lucas, quindi trattala bene!- gli dice la ragazza al mio fianco.

Lui mi guarda sorpreso e poi mi chiede:

-Come mai hai rifiutato?-

-Perché le reputo nello stesso modo in cui le stavi per chiamare- gli rispondo.

I due scoppiano a ridere e presto mi unisco a loro, sorridendo a malapena.

-Piacere Lilian, il mio nome è Lucas e quello della ragazza al tuo fianco è Alyssa- mi dice il ragazzo.

-Piacere mio, ma chiamatemi pure Lily.

Per gli amici io sono tale- dico a loro.

Mangio in compagnia dei miei nuovi compagni.

Effettivamente i due sono fratelli gemelli e sono del secondo anno, quindi mi potranno illustrare i ritmi della scuola.

Sono entrambi alti e slanciati nella figura.

Hanno i capelli verdi... e gli occhi chiari.

Chiacchieriamo del più e del meno e il discorso capita sui professori.
-Chi si occupa della nostra casa?- chiedo curiosa di sapere chi è il successore dell’insegnante dei miei nonni.
-La vedi la donna secca e scattante che però sembra abbia mille anni? Quella vestita di verde?
Ecco, lei è l’insegnante di Astronomia ed è il nostro boss, in poche parole- mi dice Lucas.
-Lei è l’insegnante di Astronomia?! Mi sarei aspettata una donna vestita con abiti stravaganti o robe varie, ma quella donna sembra troppo seria!- dico guardando l’arpia che sarà al nostro comando.
-Si lo abbiamo pensato anche noi, ma quella poi si è rivelata una donna che se non la stimi sei pazzo- dicono i due spezzettando la frase e dicendo dei pezzi a turno.
Fanno impressione…
Quando finisce la cena mi divido un attimo da loro e vado dai miei compagni di viaggio che si sono raggruppati in un angolo del corridoio.

Mi avvicino cautamente e solo Liam mi nota.

-Allora eri veramente Lilian Blake! Ma perché non ce l’hai detto prima?- mi chiede con voce tagliente, guardandomi dall’alto verso il basso.

-Perché ho sempre vissuto sotto l’ombra di mio nonno e questa volta ho voluto vivere quel viaggio come una semplicissima ragazza- confesso a loro.

I due mi guardano, poi si fanno un cenno e mi abbracciano insieme.

-Abbiamo capito il motivo per cui ci hai mentito e ti giuriamo che ti tratteremo come ogni altra persona- mi dice Jim
-Ci dispiace che tu sia finita in una casa diversa da quella della tua famiglia- mi dice Liam.
Una lacrima solitaria mi esce dagli occhi ma subito me la asciugo.

Io ricambio l’abbraccio e auguro la buona notte a tutti e due, avviandomi verso il dormitorio.

L’anno non è proprio cominciato come volevo e una certa tristezza si è attaccata alle pareti del mio stomaco e non so se andrà via in fretta.
Però Lucas e Alyssa hanno contribuito a staccarla insieme a Liam e Jim.
I due gemelli mi accompagnano giù fino alle segrete dove alloggiano i Serpeverde.
La parola d'ordine è “Serpe Bianca”, ci dice il prefetto della nostra casa.
Io mi ritrovo in una camera singola, per mia fortuna.

Prima di andare a dormire, porto Astrid alla guferia dove le lego una lettera per zio Albus.

In questi anni è divenuto Auror.

Sono molto fiera di lui e abbiamo un legame fortissimo.

Gli racconto tutta la mia giornata e della mia paura di trovarmi nei Serpeverde e con il cuore più leggero osservo per un po' Astrid, mentre ad una velocità impressionante vola verso Albus Severus Potter e, tornata sottoterra, appena atterro sul mio letto cado nelle braccia di Morfeo.

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Capitolo 3
*** Il primo giorno di scuola sfianca sempre! ***


La mattina prima di essere buttata giù dal letto riesco solo a udire un “Svegliati Lily!” urlato da una voce che non riconosco subito e dallo sbattere di una porta.

Poi quando apro gli occhi, sdraiata sul pavimento, vedo una ragazza dai capelli verdi lunghi fino alle spalle che mi guarda ridacchiando.

-Non mi sembra di aver comprato una sveglia- affermo scocciata dell’interruzione del mio sonno.

Nessuno, e ripeto NESSUNO, deve interrompere il mio sonno se non vuole rischiare la morte.

-Mmm, neanche io, ma dato che siamo in ritardo ho deciso di farti questo favore- mi allunga una mano per alzarmi.
Mi mette in mano una divisa e mi conduce al bagno comune del dormitorio.

Mi lavo il più in fretta possibile e corriamo giù in sala comune, mentre io raccolgo al volo la borsa coi libri che mi ero preparata ieri sera.

Lucas ci aspetta nel salone, seduto su una poltrona a chiacchierare con un ritratto di un uomo.

Appena ci vede ci sorride.

-Era ora! Ci avete messo una vita!- ci dice e poi i due cominciano a camminare velocemente, costringendomi a correre, dato la mia statura nettamente inferiore alla loro.

Arriviamo alla sala grande quando tutti hanno preso posto, quindi ci avviamo a sederci sotto lo sguardo inquisitore di tutti.

Ricambio i saluti di Jim e Liam e passiamo davanti alle oche che guardano il mio stato trasandato e ridacchiano tra di loro.

-Guardatela, sembra che non sappia vestirsi.
Che dici gli serve nonno Potter per aiutarla a cambiargli il pannolino?- chiedono ad alta voce, ovviamente per farsi sentire da me.

Stringo i pugni e mi viene voglia di picchiarle.

Possono prendere in giro me, non m’ interessa, ma non possono toccare la mia famiglia.

Lucas si accorge della mia rabbia e mi mette una mano sulla spalla spingendomi a camminare per superarle.

Alyssa fa lo stesso.

Io non mi rilasso finché non ci sediamo a una distanza decente da quelle bal… Balaustre, balaustre, che non so neanche che cosa c’entrino adesso, ma va bene.

-Lasciale stare, sono solo gelose- mi dice Alyssa

-Non capisci, io e la mia famiglia viviamo in mezzo ai babbani, io ho anche un amico babbano ed ero vittima di bullismo, ma me ne sono sempre fregata, perciò in questo caso non mi sarebbe dovuto interessare, ma quando qualcuno mette di mezzo la mia famiglia divento una iena!- dico con voce strozzata, un po’ per la rabbia e un po’ per non farmi sentire, ai due ragazzi di fianco a me.

Milioni di pietanze cominciano a riempire i tavoli e io dimentico la mia arrabbiature dopo averla affogata nella cioccolata calda.

Mangio fino al sentirmi piena e intanto converso con i miei due amici.

A un certo punto sento sulla spalla qualcosa di freddo che me la trapassa e che trasmette il gelo in tutto il mio corpo.

Appena mi volto vedo il viso di una donna che mi fissa con cipiglio.

-Il ragazzo di Corvonero, Jim, mi ha chiesto di domandarti se avete qualche lezione in comune e lo stesso il ragazzo di Tassorosso, Liam- mi dice la ragazza dai capelli corvini.

“Il programma scolastico è molto semplice quest’anno.
Le lezioni si svolgono solo la mattina, con sei moduli ed é stata aggiunta una materia pratica: il duello, che viene insegnata da un Auror.
Il pomeriggio lo si può dedicare per tutte le attività extra, come il Quidditch e i vari club.
Ogni casa ha il proprio elenco delle materie giornaliere e vicino ad ogni materia la casa, o le case, con cui si sarebbe passata la lezione.”


Parole testuali di mio padre.


Prendo il mio elenco e ci do una veloce controllata.
Lunedì:

Pozioni, Corvonero
Incantesimi,  Corvonero e Grifondoro
Storia della magia, Tassorosso
Difesa contro le arti oscure, Tassorosso e Corvonero
Difesa contro le arti oscure, Tassorosso e Corvonero
Trasfigurazione, Grifondoro

-Chi siete, gentile dama?- chiedo cortesemente e molto incuriosita, sotto lo sguardo dei due ragazzi dai capelli verdi.

-Sono Priscilla Corvonero, giovane strega- mi dice facendo un profondo inchino e sorridendo per come l’ho chiamata.

-Be’ cara Priscilla puoi dire a Jim che andremo insieme a Pozioni e a Liam che ci vedremo a Storia della Magia, per favore?- chiedo sempre mantenendo un tono rispettoso.

-Certo, con molto piacere, giovane Lilian- risponde sorridendo e volando verso i due destinatari.

Appena mi volto, vedo i gemelli che mi guardano straniti.

-Che c’è?-

-Be’ hai appena chiacchierato amabilmente con un fantasma e la Corvonero sembra adorarti.

Solitamente è molto riservata e timida- mi dice Alyssa.

-Ma me l’hanno mandata i miei due amici, io ho solo risposto- gli dico non capendo.

-Si ma ho visto come quello di Corvonero ha dovuto faticare per convincerla, mentre tu ci hai chiacchierato come se niente fosse- mi dice, come se fosse una cosa ovvia, Lucas.

-A me non è sembrato tanto strano…-

-Fidati, lo è!- dicono in coro i due.

Io li guardo per un po' sconvolta e poi ritorno alla mia cioccolata.

Quando finisco la mia bevanda, una mano inizia a  tamburellarmi sulla spalla e Jim mi fa segno di seguirlo.

Saluto i due ragazzi della mia casa e seguo il biondo per le scale che ci portano ai sotterranei in cui ci sarà la lezione.


-Allora, come hai passato la tua prima notte da Serpe, Lily?- mi chiede scherzando, ma a me fa male come una coltellata.
Lui per fortuna non se ne accorge oppure non lo da a vedere.
-Oh, molto bene, così bene che stamattina non mi volevo alzare- gli dico buttandola sul ridere, cosa che ottengo e anche con molto calore.
-Ne sono contento.
Pronta per pozioni?- mi chiede con un tono di voce leggermente spaventato.
-Ansioso?- gli chiedo incuriosita.
Mentre camminiamo, mi sento un sacco di occhi addosso e quando guardo il corridodio c’è effettivamente tanta gente che osserva me e il mio amico.
-Si, molto.
L’insegnante di pozione è il mio capo-casa e vorrei non farci brutta figura…- confessa con voce mogia.
Arriviamo nelle segrete con qualche minuto d’anticipo e prendiamo i posti in fondo e coperti da tutti.
Il professore non è ancora arrivato.
Strano, a osservarlo mi sembrava una persona puntuale.
La classe si riempe e presto un fitto chiacchiericcio invade l’aula piena di fialette poste su vari scaffali, libri e pentoloni.
Dopo un po’ di tempo arriva un’uomo alto, robusto e con una barba chilometrica che si siede alla cattedra e ci ordina di aprire il libro.
Trovata la pagina scopriamo che spiega come si fa una pozioni per la sonnolenza e con voce ferma impartisce l’ordine di produrre una pozione degna di far crollare un elefante.
-E mi raccomando, non esagerate con i peli di gorgosprizzo- ci dice prima di lasciarci cominciare.
Ci mettiamo subito a lavorare.
Jim sembra intenzionato a completare la pozione senza fare il minimo errore, tanto che ogni volta che sbaglio a passargli gli ingredienti si arrabbia moltissimo.
-Ma no! Ti ho chiesto i formicaleone, non le ali di pipistrello!- mi dice esasperato dopo l’ennesimo errore.
-Senti, perché non te la fai da solo la pozione? Così non sbagli!- gli rispondo a tono, anch’io arrabbiata.
Lui fa per rispondermi, poi comprende di aver esagerato e continua in silenzio senza che io tocchi anche solamente una volta gli ingredienti.
Alla fine conclude la mistura appena prima che il professore passi a controllare se abbiamo finito.
-Bene, signor Morham.
Sono sicuro, che lei abbia completato perfettamente la pozione, quindi non le dispiace provarla?- gli dice affabilmente l’insegnante.
Cosa?! Provare la pozione?! Ma è fuori quest’uomo! Come può chiedere una cosa del genere ad un suo alunno il primo giorno di scuola?!
-Mi scusi professore? Ma siamo al primo giorno di scuola! E se avesse sbagliato qualche ingrediente? Potrebbe succedergli qualcosa!- esclamo contrariata rivolta verso l’uomo.
-Beh? Vuole farlo lei al posto del suo compagno?- mi dice il vecchio girandosi verso di me.
Guardo Jim, che mi osserva sorpreso, ma nel suo sguardo noto una punta di terrore.
Non gli posso lasciare di fare questa cosa.
-Si, vorrei provare io la pozione al posto del signor Morham- dico con ritegno al professore.
-Molto bene, tenga signorina Blake- mi dice l’insegnante passandomi un mestolo con dentro la miscela.
Questa ha un colorito blu cobalto e dall’odore sembra quello salmastro che si sente quando si va in riva al mare.
Prendo un sorsino del liquido e un gusto salatissimo mi invade le papille e mi costringe la faccia in una faccia disgustata.
-Come si sente signorina?- mi chiede il vecchio con un sorrisetto bastardo in faccia.
Sto per risponderegli per le rime quando l’aria comincia a mancarmi e mi piego a terra per lo svuotamento improvviso dei polmoni.
L’ossigeno non mi arriva più e inizio a vederci sempre più male finchè non sento qualcosa venirmi infilato in bocca a forza e alla fine deglutisco come meglio posso.
Ricomincio a respirare, seppur con fatica, solo nei minuti successivi.
-Direi che il suo compagno di banco ha sbagliato con le dosi di peli di girilacco e questo le stava per risultare fatale.
Cinque punti in meno a Corvonero e dieci punti a Serpeverde- annuncia con modi altezzosi il professore- per il coraggio dei suoi componenti- conclude poi con voce più bassa.
Alla fine della lezione sono un po’ traballante, ma riesco ancora a camminare, appoggiandomi però a Jim.
-Stai bene?- mi chiede insicuro il mio amico.
-Si! Si tranquillo è tutto apposto, sono solo un po’ scombussolata sai ho rischiato di soffocare- gli rispondo cercando di sdrammatizzare
-E’ tutta colpa mia! Se non avessi esagerato con i peli ora non saresti così!- afferma sconsolato.
-Ehi tranquillo! Non è colpa tua, ma è di quello stronzo del professore! Far provare la prima pozione dell’anno a delle matricole.
Che idiota!- esclamo decisa
-Ne sei sicura? Quindi non sei arrabbiata con me?- mi chiede sorpreso
-Certo che no! E poi mi sono proposta io di bere quella pozione, quindi togliti questo inutile peso dalla coscienza e andiamo a incantesimi- gli rispondo rassicurante e stringendo la presa su di lui.
Lui di riflesso la rafforza e ci avviamo verso la prossima aula.
Attiriamo molti sguardi e frecciatine dalla gente.
-Ehi Blake? Troppe burro birre?-
-Ma perché non smetti di farti di roba pesante?- questa è sicuramente partita da un nato babbano.
Ma cosa c’è da ridere? Se fosse divertente riderei pure io, ma essere ilari per una che
rischiava di morire non è esattamente molto morale.
Ah, giusto, loro non lo sanno della nuova tecnica d’insegnamente del professor Viscas.
Dopotutto è nuovo anche per loro.

Ma gli alunni che erano nella mia classe cominciano a bisbigliare alle orecchie degli altri e una notizia passa da persona a persona facendo cambiare completamente l’ambiente.
Chissà perché ora sono sicura che sappiano tutta la storia.
Infatti ora nell’aria si sente un’aria di paura e di sorpresa.
Paura di chi sa di poter essere la prossima vittima e sorpresa di quelli che poco tempo prima mi prendevano in giro.
Ora tutti sanno come il professore imponga agli alunni di non sbagliare per non rischiare la vita.
-A proposito, Jim, cosa mi ha messo in bocca il prof?- chiedo al mio amico
-Un corno di Thestrial. O almeno un pezzo- mi risponde lui.
Intanto siamo arrivati davanti alla classe di incantesimi.
Bene, sono coi grifoni.
Vediamo come se la cava la casa della mia famiglia.
E accompagnata dal mio compagno, varco la soglia della porta.

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