Re e regina del ghiaccio di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Re e regina del ghiaccio ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Vola con me ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Pitch Black ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Mi fido ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Corteggiamento ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Un coniglietto non proprio tenero ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Cuore congelato ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Crisi ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Assalto al castello ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 La verità su Hans ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Dai Troll ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Elsa vs Pitch ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Il vero amore come centro ***
Capitolo 1 *** Re e regina del ghiaccio ***
Dedicato a mio fratello Angelo,
il primo ad avermi suggerito la coppia.
Partecipa alla fanfiction
challenge II:
Personaggi:Elsa, Jack Frost.
Prompt: eccolo, è
un principe azzurro per davvero!
Cap.1
Re e regina del ghiaccio
Elsa
avanzò verso il balcone del suo
palazzo di ghiaccio, si fermò vedendo un ragazzo appollaiato
sul bordo della
balaustra con la schiena china, indossava un cappuccio.
Continuò ad avanzare
verso di lui e i suoi passi rimbombarono.
Jack
Frost si voltò, socchiuse gli
occhi guardandola e sbuffò. Una ciocca di capelli argentei
gli finì davanti al
viso pallido oscurando la visuale per metà.
“Ecco
un’altra persona che mi
passerà attraverso per affacciarsi”
borbottò.
Elsa
deglutì, sorrise e unì le mani
avanzando. Arrivò fino alla finestra di ghiaccio e
piegò di lato il capo.
“Non
ho mai attraversato nessuno.
D’accordo che ho sempre vissuto sola, e ora voglio continuare
a farlo, ma non
ti scaccerò certo facendo cose così
strane” spiegò la regina. La treccia bionda
le sbatteva ritmicamente contro il petto.
Jack
sgranò gli occhi, si alzò in
piedi tenendo i piedi nudi sopra la balaustra ghiacciata e sorrise. Si
sfilò il
cappuccio marrone della palandrana che indossava, fece girare su se
stesso il
bastone nerboruto di legno che teneva in mano e sorrise.
“Tu
riesci a vedermi?” domandò.
Un
soffio di vento gelido girò
intorno al ragazzo scompigliandogli i corti capelli argentei e dei
fiocchi di
neve caddero per terra, cristallizzandosi a contatto con la superficie
ghiacciata più azzurrastra.
“E
anche tu hai dei poteri di
ghiaccio?” chiese Elsa.
Jack
ridacchiò, saltò giù e fece
apparire una palla di neve nella mano. La lanciò e la
riprese al volo.
“L’omino
dietro la luna si diverte a
distribuire questi poteri, ma solo alcuni diventano guardiani. Altri,
come la
goccia di sole Rapunzel, sono destinati a perderli e per questo non lo
diventano. Altri ancora non possono perché sono mortali e
penso sia il tuo
caso. Io, invece, sono un guardiano fuggitivo”
spiegò. Elsa incrociò le dita
tra loro e piegò il capo.
“Distribuire
cose così pericolose
provoca danni. Non vedo come si possa definire guardiano qualcuno che
invece di
custodire può distruggere” spiegò. Le
iridi azzurre di Frost si rifletterono in
quelle di lei.
“La
gente ne ha paura, bisogna
celarli, domarli. Come possono rivelarsi mai utili?”
domandò Elsa.
Jack
sorrise, le sue iridi divennero
lucide e infilò una mano in tasca, stringendo più
forte il bastone fino a far
sbiancare le nocche.
“Perciò
tu sei qui per celarti
ancora? Farei volentieri a cambio. Io farei qualsiasi cosa per non
essere
sempre celato, non visto” borbottò.
Spiccò un salto e volò sopra un soffio di
vento gelido, riatterrando al centro del fiocco di neve gigante che
formava il
pavimento. Osservò il vestito azzurro di lei, sorrise e la
sua maglia divenne
azzurra.
“In
questo regno la regina sono io,
Elsa” sussurrò con voce roca.
“Jack
Frost. Se lei è la regina dei
ghiacci, io posso dire di essere il re del gelo”
spiegò.
Elsa
sorrise e le iridi azzurre le
brillarono.
<
Non ci credo, Anna ha ragione,
spuntano dal nulla. Eccolo, è un principe azzurro per
davvero! No, non posso
dare ragione a mia sorella, credo fermamente in quello che le ho detto
e come sorella
maggiore devo dare il buon esempio >
pensò.
“Beh,
di sicuro lei è un principe
azzurro davvero, adesso, grazie ai suoi abiti; ma per essere re deve
prima
sposarmi” spiegò.
Jack
ghignò, le si avvicinò
mettendosi sulle punte dei piedi nudi e la guardò in viso.
“Sposami”
mormorò.
“Io,
al contrario di mia sorella
Anna, so che non ci si sposa con il primo incontrato senza essersi
conosciuti a
lungo. Inoltre, se vuoi rimanere qui, dovrai darmi qualcosa in
cambio” disse
gelida.
Jack
ridacchiò, indietreggiò e fece
un inchino. Allargò le braccia, girò su se stesso
e si raddrizzò.
“Facciamo
così. Tu fai in modo che
la gente creda in me e mi veda. Ed io, oltre che un principe azzurro,
sarò
anche colui che t’insegnerà a non far disastri con
i tuoi poteri” disse.
Elsa
annuì, il vento le fece
ondeggiare i veli leggeri che formavano lo strascico del suo vestito.
“Affare
fatto” rispose.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Vola con me ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction
challenge II:
-Elsa,Jack Frost
Prompt: salto nel
vuoto|l'arte di plasmare i sogni si può
imparare solo sognando
Cap.2
Vola con me
Jack
teneva il bastone su una
spalla, era ritto su un piede nudo sopra il bordo di ghiaccio della
grata della
balconata.
Elsa
alzò il capo facendo oscillare
la propria lunga treccia biondo chiaro, strinse le labbra fino a farle
sbiancare, osservando la mano che il ragazzo le offriva.
“È
assolutamente necessario?”
domandò. Le sue candide dita affusolate afferrarono
l’arto che le veniva porto
e saltò con entrambi i piedi sulla ringhiera.
Jack
sorrise, le ciocche argentee
dei suoi capelli strofinavano contro il cappuccio di stoffa blu.
“I
poteri rispecchiano le tue
emozioni. La prima cosa che devi imparare a fare è fidarti
di te stessa”
spiegò.
Elsa
batté un paio di volte le
palpebre e aggrottò le sopracciglia, osservando la mano del
giovane lasciare la
sua per stringerle i fianchi.
“Sicuro
che non ci siano scelte meno
pericolose di questa? Temo che persino mia sorella minore la troverebbe
bizzarra” sussurrò.
Jack
scoppiò a ridere, dei fiocchi di
neve volteggiarono intorno a lui e con l’altra mano
sollevò il bastone.
“Quando
ho cercato di toglierti i
guanti hai quasi cercato di congelarmi. Per non parlare del gigante di
ghiaccio
che mi è toccato distruggere” disse.
“È
stat …”. Elsa si zittì e lo
abbracciò guardandolo saltare oltre la balconata. Strinse
gli occhi, il battito
cardiaco le accelerò e sentì la bocca asciutta.
Strinse le braccia intorno al
collo del giovane, il vento le sferzò il viso.
“Se
tieni gli occhi chiusi non
servirà a molto. Devi capire che è temere i tuoi
poteri che li rende
pericolosi. Più si provano emozioni negative, come la
frustrazione, la paura,
l’abbandono o la rabbia, più si cerca di
controllarli per terrore; più sfuggono
al tuo controllo” spiegò Jack.
Elsa
sentì il proprio corpo aderire
a quello magro, ma muscoloso di Frost e deglutì.
Abbassò lo sguardò, vide
passare sotto di lei lo sfondo innevato, gli abeti da quella distanza
sembravano grandi un mignolo.
“Se
cado da quassù, mi troverò a
dover affrontare un salto nel vuoto a cui subentrerà la
morte nel momento in
cui atterrerò” disse gelida.
Jack
le fece sollevare il mento con
la punta del bastone e nelle iridi azzurre della ragazza si
rifletté il cielo
stellato.
Le
stelle argentee brillavano sullo
sfondo nero-bluastro.
Elsa
sgranò gli occhi vedendo dei
filamenti dorati dipanarsi da una nuvola d’oro grande quanto
il suo petto, girò
il capo e vide che si dirigevano verso il paese. Da essi si staccavano
velieri
grandi quanto la sua mano, cavalli grandi quanto il suo capo o delfini
lunghi
come il suo braccio, tutti fatti di polvere dorata.
“Chi
è che li fa?” domandò Elsa e la
voce le tremò.
“Sandman”
rispose Jack. Sorrise
guardando delle farfalle di polvere dorata volare, ad ogni battito
d’ali risuonava
il suono di campanelle.
<
Come possono dei poteri creare
cose così belle? Io credevo portassero solo distruzione
> pensò la regina.
“Come
ci riesce?” chiese ancora.
“Ha
fiducia in sé. Io mi diverto e
gioco, così controllo i miei, invece lui sognando. L'arte di
plasmare i sogni
si può imparare solo sognando” spiegò
Frost.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Pitch Black ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi:Elsa, Pitch Black
Prompt: congelerà anche le lacrime che non verserai davanti
a lei.
Cap.3
Pitch
Black
Elsa
si affacciò e accarezzò il cavallo di polvere
dorata, lo osservò
saltellare davanti al suo viso.
“Perché Jack ci mette tanto? Deve solo controllare
che bei sogni sta facendo
Anna” sussurrò la regina.
<
Non dovrei temere di rimanere da sola, in fondo era la mia
scelta… ho
solo fretta di imparare in fretta a controllare i miei poteri >
si rincuorò.
Il cavallo di polvere dorata si tinse di nero, il muso si
allungò, i bordi si
fecero più frastagliati e l’animale
s’imbizzarrì. Nitrì, si alzò
su due zampe e
scalciò, la criniera oscillava.
S’ingigantì diventando grande quanto un cavallo
normale, le narici erano dilatate e da esse si alzava del fumo
nerastro.
Elsa
si portò una mano alla bocca, sgranò gli occhi e
indietreggiò. Alzò la
mano e da essa si dipartirono una serie di stalattiti di ghiaccio che
attraversarono la creatura. La giovane donna digrignò i
denti, la lunga treccia
bionda le oscillò dietro le spalle. Alzò le mani
evocando una palla di neve
grande tre volte lei e la lanciò contro la creatura,
travolgendola. La sfera di
neve alzò un capo con una bocca di ghiaccio dai denti
aguzzi, dal suo corpo
tondeggiante uscirono braccia e gambe nerborute di neve e la bestia
ruggì.
“Niente male davvero. Il mio signore del gelo ha trovato una
degna amante”
sussurrò una voce.
Elsa
si voltò nella sua direzione e rimase con la schiena piegata
in
avanti, proteggendosi il volto un braccio.
“Chi sei?” domandò.
Pitch
sorrise, si passò una mano tra i corti capelli neri e
avanzò in una nebbiolina
nerastra.
“Gl’incubi e l’oscurità mi
accompagnano. Io sono la paura, l’unico vero
compagno del ghiaccio. Io sono Pitch Black” si
presentò. Si passò una mano
sulla pelle grigiastra delle gote scavate e la fece scendere fino al
mento
sporgente.
Elsa
indietreggiò lasciando la sala del palazzo, fino ad arrivare
al
balcone di ghiaccio.
Pitch
le apparve alle spalle e le accarezzò la pelle nuda e nivea
della
spalla, lasciata scoperta dal vestito azzurro.
“È solo un ragazzino. Non consolerà il
dolore che ti provoca l’essere sola, di
non avere tua sorella” disse roco.
Elsa
dimenò la mano, allontanandolo e si mise a correre.
Rientrò dentro il
palazzo, alzò una barricata di neve davanti alla finestra e
si nascose dietro
la gamba del suo mostro di neve. La creatura fu avvolta da un alone
nerastro e
si trasformò in polvere color inchiostro, che si diffuse
tutt’intorno.
“Congelerà anche le lacrime che non verserai
davanti a lei”. Risuonò la voce di
Pitch all’interno del palazzo, rimbombando. La voce si spense
e la polvere
scomparve, Elsa strofinò le mani tra loro e
aggrottò le sopracciglia.
“Ci mancava il folle” si lamentò.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Mi fido ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi:Elsa,Jack Frost
Prompt: qual è il tuo centro?
Cap.4
Mi fido di te
Elsa
si appoggiò al davanzale di
ghiaccio e alzò il capo, i fiocchi di neve le vorticavano
intorno al viso e il
vento le fece sbattere sulla schiena la lunga treccia di capelli
biondi.
Socchiuse gli occhi dalle iridi azzurre, guardò Jack volarle
sopra il capo e si
girò.
Il
ragazzo dai corti capelli
argentei le atterrò davanti e sorrise, le sue iridi color
ghiaccio si
rifletterono in quelle di lei.
“Tua
sorella sogna te che torni a
casa e ti posso assicurare che non è stata mai in mani
più sicure” disse. Si
mise il cappuccio azzurro, alcuni fiocchi di neve vi atterrarono
sciogliendosi.
<
Non posso dirle che ha lasciato
il principattolo e sta venendo qui
con un gigante buono e una renna > pensò.
Ticchettò con il piede nudo sul
pavimento gelido e ghignò.
Elsa
annuì, strinse le labbra fino a
farle sbiancare e mise le mani ai lati del lungo vestito azzurro.
“Ti
sto dando un po’ troppa fiducia.
Non è da me” disse.
Jack
fece girare su se stesso il
bastone e le camminò intorno.
“Non
sai perché, ma ti rendi conto
che riesci a credere nelle cose che ti dico, vero?” chiese.
Elsa
strinse i pugni e lo seguì con
lo sguardo.
“E
tu come lo sai? È una sorta di
tuo incantesimo?” domandò.
Jack
negò con il capo, sorrise e le
iridi gli brillarono di riflessi argentei.
“No,
è il mio centro” sussurrò
addolcendo il tono.
Elsa
sentì le guance accaldarsi, schioccò
la lingua contro il palato e si accigliò.
“Il
tuo cosa? Sei forse una torta o
un bersaglio?” chiese.
“No,
il centro del mio essere. È una
mia caratteristica, ma non c’entrano i poteri. È
il motivo che mi ha permesso
di essere scelto come guardiano, ma ognuno in generale ne ha uno. Il
tuo è?” la
interrogò il Guardiano. Si piegò e le mise
l’indice sul petto.
Elsa
gli spostò la mano e le
orecchie le divennero vermiglie.
“Cosa?”
domandò.
Jack
avvicinò il suo viso a quello
di lei.
“Qual
è il tuo centro?” domandò.
Elsa
si girò dandogli le spalle e la
coda dorata le oscillo dietro la schiena.
“Ho
cose più importanti di cui
parlarti” rispose.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Corteggiamento ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5
Corteggiamento
Jack
si appese al lampadario a forma di fiocco
di neve, si avvolse con le gambe e si mise a testa in giù
facendo oscillare le
braccia. Inspirò ed espirò, chiuse gli occhi e
corrugò la fronte, i suoi
capelli argentei oscillavano.
"Se
Pitch si è presentato qui, vuol dire
che anche tu potresti diventare un guardiano" spiegò. Elsa
si appoggiò
contro la parete di ghiaccio, che rifletteva le sue fattezze ed
incrociò le
braccia.
"A
me sembrava fosse qui per farmi le
avance. Ultimamente va di moda parlare come se bastasse conoscersi per
immediatamente sposarsi o comunque avere una relazione intima"
brontolò.
Jack
mosse le mani facendo apparire
delle sfere di neve e della brina che iniziarono a vorticare sotto il
suo capo.
"Però
tu non hai mai sentito parlare
dell'uomo sulla luna che trasforma". Proseguì Jack.
Elsa
alzò un sopracciglio e alzò il
capo, osservandolo. Avvampò guardando i fianchi nivei di lui
lasciati scoperti
dalla sua giacca della tuta, che ricadeva verso il basso.
"Non
avevi detto che ci voleva un
centro?" chiese.
Jack
lasciò la presa, levitò a testa in
giù, allungò le gambe e girò su se
stesso scendendo fino al pavimento ed
appoggiò i piedi nudi sulla superficie riflettente.
Allungò le mani verso di
lei e la brina avvolse la giovane, i suoi capelli biondi divennero neri
e le
sue iridi si tinsero di rosso, il suo lungo abito divenne nero.
Jack
chiuse i pugni ed Elsa tornò
normale.
"Che
stavi combinando?!" strillò la
regina.
Jack
strinse le labbra fino a farle sbiancare
ed incrociò le braccia.
"A
quanto pare i tuoi poteri hanno una
doppia natura. Una di esse è molto pericolosa, oltre che
molto bella. Potresti
diventare una temibile regina delle nevi al servizio del male"
spiegò.
Elsa
si massaggiò la fronte con pollice
e medio.
"Vuoi
iniziare anche tu a cianciare su come
devo celare, domare e nascondere?" domandò. Jack la
raggiunse, sorrise e
prese la mano di lei nella propria, baciandole la punta delle dita.
"Al
contrario, l'altra metà di te è stupenda.
Sei come me, scegli tu tra bene e male" mormorò seducente.
Elsa
deglutì a vuoto un paio di volte e
sorrise.
"E
tu ci vuoi provare con me?" chiese
e la voce le tremò.
Jack
le lasciò andare la mano e annuì.
"Nonostante
tutto quello che potrà
succedere, ti lascerò i tuoi tempi. Ti corteggerò
alla vecchia maniera... ad
esempio con una cena" mormorò. Le fece l'occhiolino e
saltellò sulle punte
dei piedi nudi.
"Sai,
fiducia o non fiducia, secondo me in
amore sei un malandrino" borbottò Elsa e Jack
scoppiò a ridere.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Un coniglietto non proprio tenero ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa al Contest Cross over a rotazione.
Cap.6
Un
coniglietto non proprio tenero
"Non
poteva avere i poteri dell'estate? No,
per forza la signora della neve doveva essere" si lamentò
Anna. Si piegò
in avanti e starnutì, il naso le pizzicava ed era arrossato.
"A
me il ghiaccio piace" rispose
Kristoff. Stringeva le corna di Sven e stava ritto, gli zoccoli
dell'animale
sotto di lui lasciavano delle impronte nella neve.
"Anche
a me piace l'estate!" gridò
Olaf. Si mise a correre accanto alla renna, su cui erano seduti i due
giovani.
Anna
si
mordicchiò il labbro, incidendolo.
"Tu
non puoi conoscere l'estate"
brontolò il venditore di ghiaccio.
Il
pupazzo
di neve si grattò la punta della carota-naso con il
dito-rametto e sorrise.
"Un
giorno la conoscerò! Incontrerò un
sacco di pupazzi di sabbia!" si vantò.
Kristoff
ghignò e Anna gli tirò un colpo con il mento
sulla spalla, gonfiò le guance e
sbuffò.
"Glielo
dovremmo dire" bisbigliò
Kristoff.
Anna
corrugò
la fronte e si voltò di scatto, la ciocca candida le
finì davanti al viso.
"Piantala!"
si lamentò.
Kristoff
sentì
la propria renna fare una serie di versi e strinse più forte
le gambe ai suoi
fianchi.
"No,
davvero, glielo dovremmo dire"
disse, indurendo il tono.
"Che
carinoooo!"
strillò Anna. Lasciò andare il giovane,
saltò giù dalla renna e si mise a
correre.
Kristoff
fermò Sven e si voltò, vedendo Olaf correre
dietro la giovane principessa
dimenando le braccia.
"Certo
che è parecchio impulsiva" si
lamentò. Scese dalla renna e prese le redini del suo
animale. Sven fece una
serie di versi e guardò la carota sul naso di Olaf con gli
occhi liquidi.
"In
fondo cosa ci si può aspettare da una
che vuole sposarsi con uno appena conosciuto?" chiese Kristoff, facendo
un’altra voce. Raggiunse la ragazza, il pupazzo di neve
scivolava su un lago
ghiacciato, sorridendo.
Anna
teneva
tra le braccia il coniglietto pasquale, era grande due mani e sbuffava.
Le sue
guanciotte pelose erano arrossate, i baffi tremavano e la peluria era
arruffata. Si copriva il volto con le orecchie lunghe due dita.
Anna
lo
sollevò e lo mostrò a Kristoff.
"Non
è un amore?" chiese.
Il
coniglio
ringhiò e cercò di morderlo, addentando l'aria
con gl'incisivi.
"Veramente
no" ribatté il giovane.
Anna
sbatté
il piede in terra.
"Non
capisci nulla. Lo coccolo io questo
amoruccio della mamma" brontolò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Cuore congelato ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.7
Cuore congelato
“Tu
resta qui” disse Anna. Mise il
Calmoniglio in braccio a Kristoff. Quest’ultimo
sospirò e con l’altra mano
accarezzò la testa di Sven ed annuì, sedendosi
sull’ultimo gradino di ghiaccio
della scalinata.
“Fammi
indovinare. Il tuo piano è
entrare e convincere tua sorella a venire con noi?” chiese.
Anna
si morse l’interno della
guancia ed annuì.
“Non
è cattiva. È stato un mio
errore, sistemeremo tutto. Siamo sorelle, possiamo cavarcela se ci
aiutiamo”
spiegò. Si voltò e aprì la porta.
“Se
ci riesci davvero, dille che
tutto questo ghiaccio per me è poesia” le disse.
Anna
roteò gli occhi ed entrò.
“Elsa!”
chiamò. Jack volò fino ad
Anna e gli sventolò la mano davanti al viso. Si
girò sentendo dei passi e vide
la regina Elsa raggiungere la scalinata.
“Elsa”
sussurrò la principessa.
“Anna,
vai a casa” disse Elsa. Scese
un paio di gradini della scalinata, la lunga gonna azzurra con i
brillantini
scivolava lungo i gradini.
Jack
rotolò davanti ad Anna.
“Smettila
Jack” brontolò Elsa.
Sbuffò e si passò la mano sulla treccia.
“Jack?
C’è qualcun altro?” chiese
Anna. Guardò a destra e a sinistra.
Elsa
impallidì e Jack balzò da lei,
atterrandole davanti, lasciando una scia di luce azzurrina.
“Perché
non ti vede? Sei proprio
qui!” si lamentò.
“Te
l’avevo detto che mi puoi vedere
solo tu. Lei è quella che si sposa con gli sconosciuti,
vero?” chiese Jack.
“Elsa,
con chi stai parlando?”
domandò Anna.
La
sorella si massaggiò le tempie
con la mano.
“Anna,
vai via” ordinò.
“Ti
ricordo che il patto è che tu
permetta alla gente di vedermi” spiegò Jack.
Conficcò il bastone nel pavimento
e saltò, mettendosi in cima.
“Non
credevo davvero che non ti
vedessero” gli sibilò Elsa.
Anna
avanzò lungo il salone di
ghiaccio.
“Elsa
sono qui! Ti prego, non
ignorarmi. Non ignorarmi come sempre!” alzò la
voce e la sua voce rimbombò.
Elsa
si voltò verso di lei, il
lampadario a forma di fiocco di neve oscillò.
“Anna,
tu non capisci” farfugliò
Elsa. Indietreggiò sulle scalinate, Anna le salì
due gradini alla volta.
“Non
dovevo farti perdere il
controllo dei tuoi poteri, ma ora sono qui. Possiamo mettere tutto a
posto”
spiegò Anna.
“Anna,
vattene!” gridò Elsa.
Jack
e il suo bastone scomparvero.
Riapparve in piedi al fianco di Elsa, stringendo il bastone al petto.
“Calmati”
le sussurrò all’orecchio.
“Elsa,
lo so che non l’hai fatto
apposta. Però è tutto congelato, devi venire a
sistemare…” spiegò Anna, la voce
le tremava.
Elsa
piegò le ginocchia e piegò la
schiena in avanti, camminando avanti e indietro.
L’ambiente
si tinse di rosso.
“Calmati”
ringhiò Jack, alzando la
voce.
“Elsa,
devi trovare il modo per
mettere tutto a posto. Ti aiuterò, ma dobbiamo
andare…” spiegò la principessa,
alzando la voce.
“Anna,
basta!” gridò Elsa. Allargò
il braccio e fece partire un getto di ghiaccio.
“No!”
gridò Jack. Si mise davanti ad
Anna e prese in pieno petto il getto di ghiaccio magico.
Gridò, Elsa sgranò gli
occhi e si voltò di scatto, vedendolo cadere a faccia in
giù.
Il
Guardiano divenne visibile, i
suoi capelli divennero castani.
Anna
spalancò la bocca, coprendosela
con la mano, vedendo il suo corpo esanime apparire sul pavimento.
“Jack!”
gridò Elsa.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Crisi ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8
Crisi
Anna
s’inginocchiò accanto al
giovane e lo sollevò.
“È…
è apparso dal nulla” sussurrò.
Elsa
sgranò gli occhi, si guardò le
mani ed indietreggiò, tremando.
“Io…
io non volevo…” mormorò. Anna
alzò il capo e la guardò in viso.
“Elsa”
sussurrò.
Il
ghiaccio si tinse di rosso e una
serie di spuntoni iniziarono a scendere dal soffitto.
Anna
ne evitò alcuni che si alzarono
dal pavimento.
Elsa
boccheggiò, strinse i pugni e
fu avvolta da una tempesta di neve.
“Elsa!”
chiamò Anna.
“Tu…
lui… pensavate di potermi
salvare, ma nessuno può” mormorò la
regina. Si portò le mani alle tempie e
rabbrividì. La tormenta sferzò il viso di Anna,
che si alzò in piedi, tenendo
il giovane tra le braccia.
“Elsa!
Va aiutato!” le gridò.
Elsa
gettò indietro la testa e
gridò, mentre il palazzo iniziò a tremare, nel
ghiaccio vermiglio si aprirono
una serie di crepe. La porta si spalancò e Kristoff
entrò all’interno.
“Cosa
sta succedendo?” domandò. Le
iridi di Elsa divennero bianche, la lunga treccia bionda le ondeggiava
lungo le
spalle.
“Non
volevo più fare del male a
nessuno! VOLEVO ESSERE DA SOLA!” gridò.
Aprì e chiuse i pugni, le sue mani si
ricoprirono di luce azzurrina e di venature di ghiaccio.
Una
serie di mostri di neve
apparvero tutt’intorno, avevano delle zanne e degli artigli
di ghiaccio. Le
gambe di ognuno di essi erano alte il doppio di Kristoff.
“Anna,
dobbiamo andare!” gridò
quest’ultimo. Raggiunse Olaf e gli mise il Calmoniglio tra le
braccia.
“Kritoff,
c’è un ragazzo ferito!”
gridò Anna.
Kristoff
corse fino a lei e prese
Jack tra le braccia.
“Lo
metto su Sven, dobbiamo andare!”
ordinò. Evitò un paio di artigliate di due
giganti di ghiaccio e raggiunse la
propria renna.
Anna
si voltò verso Elsa,
intravedeva la sua figura tra i fiocchi di neve.
“Elsa,
vattene, crollerà tutto!”
gridò.
Kristoff
legò Jack a Sven e corse da
Anna, raggiungendola, e la strattonò per un braccio.
“Andiamo!”
gridò.
|
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Capitolo 9 *** Cap.9 Assalto al castello ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9
Assalto al castello
Elsa
chiuse gli occhi, regolò il
respiro e sentì le tempie dolerle. Le crepe si richiusero e
la regina gemette.
“Andatevene!”
gridarono i giganti di
ghiaccio, correndo fuori dal palazzo. Uno di loro si mise davanti alla
porta,
alla fine del ponte di ghiaccio.
Elsa
uscì in balcone, si affacciò stringendo
la balaustra di ghiaccio, vedendo in lontananza la renna al galoppo.
“Jack,
mi dispiace…” sussurrò.
Strinse le braccia intorno al corpo, il battito cardiaco era accelerato
ed il
palazzo brillò di rosso. Indietreggiò, si
voltò ed avanzò lungo la sala del
palazzo, le sue scarpe ticchettavano sul pavimento di ghiaccio.
“Basta,
Elsa. Nessuna emozione!
Nessuna!” si ripeté.
**************
Jack
mugolò, socchiuse gli occhi e
guardò verso l’alto.
“Sven,
guarda, si è svegliato il
cielo” sentì dire una voce maschile, seguita dal
suono di una renna. Richiuse
gli occhi e boccheggiò, sentiva un dolore
all’altezza del petto e le mani gli
formicolavano.
“Sei
sicuro che lo guariranno?” udì
domandare una voce femminile.
“Sì,
gliel’ho già visto fare”
ribatté una voce maschile diversa da quella che aveva
sentito.
“Dove
sono?” biascicò. Cercò di
alzarsi in piedi sulla renna e ricadde all’indietro. Una
ciocca castana gli
divenne bianca ed iniziò a tremare.
“Freddo”
bisbigliò.
“Non
ti alzare, siamo quasi
arrivati… dalla mia famiglia” gli
sussurrò la seconda voce maschile. Kristoff
gli appoggiò una mano calda sul petto.
“Gli
esperti in amore sono anche la
tua famiglia, interessante” bisbigliò Anna.
"Quanto
manca?". Jack
riconobbe la voce del Calmoniglio.
***********
“Indietro,
è pericoloso!”. “La
regina!”. “Attenti!”. “Aprite
le porte!”. “Andiamo!”.
Una
serie di voci maschili provenivano
dall’esterno del palazzo, insieme ai ruggiti dei giganti di
ghiaccio di Elsa.
“Il
principe Hans li sta facendo
cadere dal dirupo! Muoviamoci!”.
Elsa
da dentro il palazzo continuò a
sentire delle voci maschili farci sempre più vicine. Il
portone si aprì, il suo
gigante di ghiaccio era a terra privo di una gamba. Entrarono due
soldati
armati di balestre.
Elsa
sgranò gli occhi, si afferrò la
gonna e risalì al piano di sopra, correndo per le scalinate.
I
due soldati la raggiunsero.
“No,
vi prego” implorò la regina.
I
due soldati spararono con le loro
balaustre.
Elsa
fece crescere degli spuntoni di
ghiaccio dal pavimento, facendovi conficcare le frecce.
“State
lontani” supplicò.
Le
guardie, seguite dal principe
Hans, li raggiunsero al piano di sopra.
Elsa
ansimò, sgranando gli occhi e
si guardò intorno.
L’ambiente
da vermiglio divennero
color pece.
Dei
cavalli neri travolsero le
guardie, gli equini si trasformarono in un mare nero, le porte del
palazzo si
spalancarono e il mare oscuro trascinò fuori
dall’edificio i soldati. Un
agglomerato di ombra avvolse il principe Hans, bloccandolo sul
pavimento.
Elsa
mosse la mano e gli spuntoni di
ghiaccio trascinarono fuori dalla finestra le due guardie armate di
balaustra.
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Capitolo 10 *** Cap. 10 La verità su Hans ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.
10 La verità su Hans
L’oscurità
avvolse Elsa, oscurandole la visuale e la
regina udì l’urlo di Hans.
<
Non dire mai la verità.
Celare,
domare, controllare > udì risuonare la voce di suo
padre.
“Per
il mondo la colpa è solo mia” biascicò
la regina, perdendo i sensi.
La
regina crollò esanime, perdendo i sensi.
*************
Elsa
mugolò, avvertiva gli occhi bruciare, li
socchiuse e vide una serie di gabbie ondeggiare sopra di lei. Si mise
seduta,
era accomodata su una tavola di pietra, e udì un cigolio,
abbassò lo sguardo e
vide delle catene e dei guanti di metallo che le stringevano le mani.
“C-cosa…”
sussurrò.
“Ho
dovuto metterle per il momento. Finché non
passerai dalla mia parte” disse Pitch.
Elsa
si mise in piedi e strattonò le catene, il
fragore rimbombò nella caverna, risuonando.
“Mi
hai rapito” sibilò.
Pitch
ghignò, mostrando i canini candidi e aguzzi.
“Salvato.
Volevano imprigionarti e ucciderti perché i
tuoi poteri hanno congelato l’intera baia e fatto cadere un
inverno eterno su
tutto il paese. Stai già portando il terrore che tanto mi
rinforza” sussurrò.
Elsa
sentiva delle fitte provenire da vari punti del
suo corpo.
“Regina,
mi liberi!”. La voce di Hans risuonò
tutt’intorno.
Elsa
si voltò nella direzione da cui provenivano le
urla. Riconobbe il principe, era intrappolato da dei cristalli color
ossidiana
contro la parete di roccia.
“Perché
lo hai imprigionato?!” urlò.
Pitch
si affiancò ad Elsa e le accarezzò la guancia
con le punte delle dita.
“Voglio
mostrarti la malvagità degli uomini”
bisbigliò.
Elsa
indietreggiò.
“Regina
Elsa, liberatemi. Non siate il mostro che
tutti temono” gemette Hans.
“Oh,
invece tu lo sei” disse Pitch. Trasse dalla tasca
della polvere mezza oro e mezza nera, che brillava di blu.
“Questa
polvere è in grado di mostrare i desideri più
reconditi. Puoi non credermi, ma i tuoi poteri sono in grado di
comprendere che
questa è la verità”
sussurrò.
Hans
rabbrividì, cercando di liberarsi e vide Pitch
soffiargli in volto.
Hans
strinse gli occhi e mugolò, un rivolo di sudore
gli scivolò lungo il viso e comparve uno schermo di energia
azzurra davanti al
principe.
Hans
affilò il pugnale e si accomodò sulla poltrona di
raso rosso, affondando nella
stoffa. La lama strisciava sulla pietra, scintille volavano
tutt’intorno.
“Tredicesimo
in successione, dovevo per forza sposare una nobile. Preferivo Elsa, ma
quella
sciocca di Anna è stata anche più facile da
raggirare. Non vale un quarto della
sorella maggiore quella sciocchina.
La
regina, però, mi ha agevolato con i suoi sbagli. Dopo quello
che ha fatto, ora
tutti la considerano una strega. Mi basterà uccidere Anna e
dire che è lei la
colpevole. A quel punto, potrò eliminarla dicendo che
l’ho fatto per salvare il
regno.
Mi
dichiarerò re. Anna ha detto a tutti che mi avrebbe sposato,
mi basterà dire
che l’abbiamo fatto di nascosto. Ho già preparato
tutto” rifletté.
Le
fiamme del camino si riflettevano nelle sue iridi.
“Tu
volevi uccidere me e mia sorella per prendere il
trono” sibilò Elsa.
Hans
digrignò i denti, cercò di liberarsi e
gridò.
“Non
crederete all’omino degli incubi, vero?!”
gridò.
Elsa
strinse i pugni ed indietreggiò.
“I
sogni non mentono. Non ho bisogno di menzogne per
avere ragione” ribatté Pitch.
Nel
cristallo nero si creò un buco all’altezza della
tasca di Hans, da cui scivolò fuori un anello che
volò tra le mani di Elsa.
La
luce delle torce che illuminavano la caverna si
fece più forte e Elsa guardò il gioiello
controluce.
<
Hans/Elsa nozze > lesse. La regina deglutì,
impallidendo.
“Avevi
già gli anelli pronti, maledetto”
ringhiò. Le
iridi le si tinsero di rosso e i capelli le divennero mori.
Allungò un braccio
e una lama di ghiaccio le apparve in mano.
Pitch
la osservò e ghignò.
“Su
una cosa sola avevi ragione, sciocco. Anna non è
all’altezza della regina dei ghiacci, nessuno lo
è” mormorò roco.
Elsa
avvicinò la lama al viso del prigioniero.
“Pitch,
tu sai cosa teme?” domandò.
Pitch
si grattò il mento ed evocò della polvere nera,
questa prese le sembianze di un bambino in ginocchio, in lacrime,
mentre dodici
ragazzi di varie altezze gli davano le spalle, immobili.
“Di
essere ignorato dai suoi fratelli, non dissimili
da lui come animo ignobile” spiegò.
“Allora
è lì che dovrai riportarlo. Ti conviene,
sbaglio o il suo terrore ti rafforzerebbe?
Per
quanto riguarda te…”. Iniziò Elsa,
guardando Hans
in viso. “… torna nuovamente nel mio regno e ti
taglierò la testa” minacciò.
Gli graffiò la guancia con la lama di ghiaccio.
“Sarà
fatto, mia regina” disse Pitch. Scoppiò a ridere
e scomparve, portando Hans con sé.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Dai Troll ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.11
Dai Troll
“Quindi
siamo sicuri che non sia lui l’altro?”
domandò
un piccolo troll, stringendo al petto un cristallo di fuoco.
“No,
ma di sicuro, se non stesse male, potevamo far
sposare Kristoff e la sua dolce metà” disse un
altro piccolo troll, grattandosi
accanto al funghetto sulla spalla.
Jack
rabbrividì, i suoi capelli erano diventati
bianchi e starnutì un paio di volte.
Kristoff
lo prese in braccio dalla renna, sciogliendo
i nodi con cui lo aveva bloccato all’animale, e lo condusse
fino a GranPapà.
“Smettetela,
è un momento difficile. Questo ragazzo
‘sta male” brontolò.
Anna
aveva le guance arrossate, si tolse il mantello
di muschio.
“Sono
simpatici, ma hai ragione Kristoff, questo
ragazzo è apparso dal nulla e sta male” disse
gentilmente.
<
Certo che Kristoff ha un grande cuore > pensò.
Il
capo dei troll socchiuse gli occhi ed accarezzò la
fronte di Jack, sentendola gelida sotto le dita.
“Questo
è uno degli spiriti delle feste, ma la sua
vita à in pericolo. C’è una strana
magia su di lui” sussurrò. Anna socchiuse
gli occhi.
“Al
momento è umano”. S’intromise.
“È
tornato umano solo per poter morire” spiegò
GranPapà.
“Non
puoi curarlo?” domandò Kristoff.
Un
paio di troll trattennero il fiato.
“È
la testa, non il cuore, solo un atto d’amore può
salvarlo” disse il capo dei troll.
“Un
atto d’amore? Come il bacio del vero amore?”
chiese Anna.
Kristoff
si voltò verso di lei, sospirò e
abbassò lo
sguardo sul giovane.
“Qualsiasi
tipo di amore. Hai sorelle, amici,
genitori?” chiese.
“Nessuno
in vita, purtroppo” disse Calmoniglio. Saltò
sulla spalla di Kristoff e guardò Jack, si sporse muovendo i
baffi.
Jack
impallidì, guardandolo.
“Perché
sei così piccolo?” domandò con voce
roca.
“Noi
Guardiani spariremo prima di te, purtroppo. Pitch
ha manomesso le nostre feste e solo tu potevi sconfiggerlo. Se i
bambini
credessero in te ‘come guardiano’, la fiducia nei
tuoi confronti lo farebbe
sparire, ma al momento… ha battuto persino
Sand-man” ammise Calmoniglio con
voce roca.
“Elsa.
Mia sorella sembrava davvero legata a lui,
magari lei… ci tiene” disse Anna.
Jack
chiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia di
Kristoff.
<
Non penso proprio che Elsa possa amarmi. È stata
la prima a vedermi ed io mi sono legato subito a lei, ma non mi
ricambierà mai >
pensò.
|
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Capitolo 12 *** Cap.12 Elsa vs Pitch ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.12
Elsa vs Pitch
Pitch
si guardò intorno, osservò un paio di gabbie
ondeggiare e sospirò, le manette e i guanti di metallo di
Elsa erano in pezzi
sul pavimento, congelati in parte.
“Non
posso crederci. Una volta conosciuta la
cattiveria degli uomini, ero convinto che sarebbe passata dalla mia
parte…”.
Avanzò e raggiunse una gabbia, era in terra, aperta, il
metallo delle sbarre
era accartocciato e ripiegato su se stesso. “Pensavo che
quella richiesta nei
confronti di Hans fosse il suo tendermi la mano. Invece, ha
approfittato della
mia assenza per far scappare persino Sand-man. Si è alleata
con i miei nemici”
sibilò. Assottigliò gli occhi e le sue iridi
dardeggiarono assumendo il colore
del fuoco.
“Io
l’avrò come mia regina, che lei lo voglia, o no.
Da Jack mi sarò anche lasciato rifiutare, ma lei
sarà mia!” sbraitò.
Il
pavimento era ricoperto di neve e un passaggio
spaziale, simile a uno specchio nero che mostrava il palazzo di Elsa,
era
coperto da due dita di ghiaccio.
Pitch
scomparve e riapparve dinnanzi al palazzo. Si
guardò intorno e vide che una tormenta di neve copriva la
visuale. L’ululato
del vento sempre più forte rimbombava tutt’intorno
e le case, sferzate,
tremavano, rischiando di crollare sotto la neve.
“Sì,
ha perso il controllo dei suoi poteri
completamente! Finalmente! Dopo averli uccisi tutti gli
rimarrò solo io!
Verrà
da me!” sbraitò.
*********
La
tormenta investiva la spiaggia, il vento flagellava
le navi e i fiocchi di neve li sferzavano.
Kristoff
nascose Anna dietro di sé, venendo colpito al
suo posto da una serie di raffiche di neve che lo fecero rabbrividire,
pezzettini di ghiaccio appuntiti s’infransero sul suo corpo
muscoloso, andando
in pezzi. Calmoniglio, nascosto dentro la sua casacca, si
appiattì, abbassando
le orecchie.
<
Dovrei essere lì fuori a combattere, dannazione
>.
Anna
intravedeva appena il viso di Kristoff sotto la
bandana. Il venditore di ghiaccio teneva le redini di Sven.
“ELSA!”
chiamò.
“Elsa
sta distruggendo ogni cosa. Che diamine le è
successo?” domandò Jack, venendo scosso da tremiti
sempre più forti.
Olaf
cadde in avanti e la testa gli si staccò dal
corpo, rotolando al suo fianco. Il pupazzo di neve se la rimise e
Kristoff lo
sollevò, mettendolo sopra Sven, tra Jack e la testa della
renna.
“Vedi
di non andare a pezzi!” ordinò, cercando di
sovrastare l’urlo del vento.
Anna
avvertì il battito cardiaco aumentare, mentre
guardava il venditore di ghiaccio. Si affiancò ad Olaf.
“Dovrei
star morendo congelata, e invece al suo fianco
sento quasi caldo” gli disse.
Il
pupazzo di neve captò le sue parole con la magia e
soffiò sulle proprie mani di legno la risposta, che si
trasformò in un vento
azzurrino, con dentro dei fiocchetti di neve luminosi grandi
l’unghia di un
mignolo, che avvolse il capo di Anna.
<
Ogni tanto vale la pena di sciogliersi per
qualcuno > sentì la voce del pupazzo di neve
risuonarle per incanto nella
mente.
“Elsa!”
sbraitò Jack, battendo i denti.
Anna
mise le mani, coperte dai pesanti guanti, a conca
ai lati della bocca
“ELSAAAAAA!”
sbraitò, cercando di coprire il vento.
“Vostra
altezza!” gridò Kristoff a pieni polmoni.
**************
“Non
riesco più a controllare i miei poteri! Finirò
per uccidere qualcuno” gemette Elsa. Si piegò in
avanti, stringendosi
spasmodicamente al petto Sand-man.
L’omino
batteva i denti, sul suo capo era apparso il
segnale di pericolo fatto di polvere dorata.
Indicò
davanti a sé, muovendo la bocca senza emettere
suono, dimenando il corpicino paffutello.
Elsa
sgranò gli occhi vedendo Pitch andare verso di
lei, si mise l’omino dei sogni sulle spalle.
Sand-man
si strinse al collo di lei, deglutendo
rumorosamente.
Pitch
avanzò, scivolando su un letto di sabbia nera,
con le braccia aperte.
“Finalmente
sei pronta a passare dalla mia parte?”
domandò.
Gli
occhi della regina erano arrossati e una lacrima
le si era ghiacciata su una guancia.
“Passare
dalla tua parte significherebbe vederti
distruggere tutti i sogni dei bambini, vero? Sand-man mi ha raccontato
tutto,
si sa far capire con i suoi poteri!” sbraitò Elsa.
Pitch
digrignò i denti.
“E
allora? I tuoi sogni non sono forse stati infranti?”
ringhiò.
“Mia
sorella minore è tra coloro che devono vivere i
loro sogni. Non passerò mai dalla tua parte!”
gridò Elsa. Il suo battito
cardiaco era accelerato e la tempesta intorno a lei si faceva sempre
più forte.
Pitch
evocò una falce di cristallo nero e la fece
vorticare.
“Mi
sono stancato. Se non vuoi passare dalla mia
parte, allora ti ucciderò!” gridò.
“Vai
a cercare aiuto!” ordinò Elsa a Sand-man.
Quest’ultimo
annuì e saltò giù, si mise a correre
con
le gambette corte e tozze tremanti.
Pitch
schioccò le dita e una serie di cavalli neri
iniziarono a seguire l’omino dei sogni, Sand-man
evocò una nuvoletta d’oro e si
allontanò velocemente.
Veniva
sferzato dal vento e inseguito dalle creature,
che nitrivano e scalciavano furiosamente.
Pitch
cercò di colpire Elsa con la falce, la regina
saltò di lato ed evocò una lama aguzza di
ghiaccio, parando il colpo. Scintille
vennero sprizzate tutt’intorno, mentre la tempesta infuriava.
<
Anna, Jack, volevano salvarmi, ma non potevano.
Nessuno
può e ora morirò anche per mano di questo
pazzo > pensò Elsa.
|
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Capitolo 13 *** Cap.13 Il vero amore come centro ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.13
Il vero amore come centro
Sand-ma
sgranò gli occhi e sorrise, riconoscendo Jack
in groppa a Sven. Diresse la nuvoletta verso il gruppetto e
saltò davanti a
Kristoff.
“Sand-man!”
gridò Calmoniglio, saltando fuori dalla
casacca del venditore di ghiaccio.
“Cosa
ci fai qui?” domandò Jack, sporgendosi per
vederlo. Il suo viso era latteo e le sue labbra viola-bluastre.
“È
un amico vostro?” chiese Anna.
“È
un altro guardino” rispose Calmoniglio.
“Anche
quelli?” domandò Kristoff, indicando i cavalli
neri che correvano nella loro direzione.
“Proprio
no!” gridò Calmoniglio. Anna gridò e
prese la
chitarra legata al fianco di Sven, sciogliendola dai nodi che la
tenevano
ferma, legata alla sella.
Jack
si alzò in piedi sulla renna e impallidì, vedendo
in lontananza le sagome di Pitch e Elsa, intenti a duellare. Le loro
figure
erano in parte nascoste dalla tempesta. Saltò giù
e si mise a correre, verso di
loro.
“Aspetta!”
gridò Kristoff. Cercò di afferrare Jack per
la spalla, ma un cavallo nero lo travolse.
Anna
colpì la bestia al muso con un colpo di chitarra,
spaccandola in mille pezzi, mentre la creatura diveniva polvere.
Anna
allungò la mano verso Kristoff, che la prese.
Anna lo aiutò a rimettersi in piedi, Kristoff la
guardò arrossendo. Raggiunse
con un pugno il cavallo successivo, Sand-man cercò di
trasformare in sabbia
dorata uno dei cavalli, ma anche la sabbia nelle sue mani divenne nere.
Le
dimenò e si nascose dietro Olaf.
“Ti
proteggo io!” gridò il pupazzo di neve. Un cavallo
cercò di aggredirlo con un morso, ma fu raggiunto dai colpi
degli zoccoli
davanti di Sven. La renna si era messa ritta su due zampe e
riatterrò su
quattro, vedendo l’avversario diventare polvere.
Calmoniglio
saltò in testa a un cavallo, ma questo
dimenò il capo, lo fece scivolare e lo raggiunse con una
testata, facendolo
finire a terra incosciente.
Anna
corse e lo prese, gridò vedendo l’ultimo cavallo
rimasto impennarsi per colpirla con un calcio al viso.
Kristoff
le si mise davanti a prese il colpo in pieno
petto, perdendo i sensi.
“T-ti
ha salvata…” biascicò Calmoniglio. Anna
strisciò
indietro, poggiò a terra il coniglio pasquale e prese un
badile. Lo abbatté
sulla testa del cavallo nero, tramutandolo nuovamente in sabbia.
Anna
corse da Kristoff e lo abbracciò.
“Mi
dispiace. È tutta colpa mia” gemette.
Kristoff
mugolò dolorante e socchiuse un occhio, la
vide stretta al suo petto e le appoggiò la mano sulla testa.
“C-calma-ti…
sto bene” la rassicurò con voce tremante.
<
Spero che quel ragazzo non sia morto nella
tempesta > pensò.
“T-torneranno,
vero?” domandò Olaf, abbracciando
Sand-man.
**************
Elsa
cadde in ginocchio, ansimando, i resti della sua
spada di ghiaccio giacevano in frammenti intorno a lei.
“È
la tua fine!” disse Pitch. Alzò la falce e la
calò
verso di lei.
“Nooo!”
gridò Jack mettendosi davanti, con il braccio alzato. I suoi
capelli erano
completamente candidi e una serie di fiocchi di neve si erano disegnati
sul suo
corpo pallidissimo. Si tramutò di ghiaccio, la lama di
cristallo nero si
frantumò andando a sbattere contro le sue dita tramutate e
dal suo corpo venne
emanato del vento magico.
Pitch
cadde a terra, sbalzato via dall’energia
scaturita dal corpo del giovane.
La
tempesta cessò ed Elsa gridò, abbracciando la
statua di ghiaccio in cui si era mutato Jack. Scoppiò a
piangere, venendo
scossa dai singhiozzi, le lacrime le rigarono il viso.
Pitch
scoppiò a ridere e si rialzò in piedi,
allargando le braccia.
“Oh,
che fortuna insperata. Lo hai ucciso proprio tu”
si esaltò.
Kristoff
e il resto del gruppetto si avvicinò, insieme
ad alcuni uomini e bambini del villaggio.
“Cosa
sta succedendo?” domandò un fornaio.
“È
diventato di ghiaccio” disse una donna, stringendo
il proprio figlio al petto.
“Lui
era Jack Frost” disse Calmoniglio. I bambini si
voltarono verso di lui.
<
Per ora mi vedono ancora, ma presto, scomparirò
anche ai loro occhi > pensò.
“Jack…
Frost…” ripeté il bambino in braccio
alla
madre.
“Non
esiste” disse la donna.
“Non
dovrebbero esistere nemmeno le streghe, eppure
siamo qui” ringhiò.
“Uccidiamo
la strega!” disse un altro uomo.
“Mia
sorella non è una strega! E non vedete che ha
perso una persona a cui teneva?!” gridò Anna,
mettendosi davanti alla sorella
con le braccia aperte.
Pitch
rideva sempre più fragorosamente.
“Quello
chi è?” domandò il fornaio.
<
Presto vedrete sciocchi villici! > pensò
Pitch, sgranando gli occhi.
“Io
lo amo” gemette Elsa, mentre le sue lacrime
scivolavano sul corpo congelato di Jack.
“…
L’amore… Eccolo!” gridò
Kristoff.
“Cosa?”
chiese Pitch. Il corpo di Jack si sciolse e il
giovane crollò incosciente tra le braccia di Elsa, le sue
gote nivee si tinsero
di un leggero rosa e i suoi capelli tornarono argentei.
“No!
Non può essere!” sbraitò Pitch.
“Presto,
credete in Jack Frost. Tutti!” gridò
Kristoff.
Sven
abbatté i suoi zoccoli sul terreno ghiacciato,
che man mano si stava sciogliendo.
“Guardate,
l’inverno sta cessando!” disse un bambino,
indicando la neve che si scioglieva.
“Non
permetterò che tutto finisca bene!”
gridò Pitch.
I cavalli neri iniziarono a correre verso i paesani, che strillarono.
“Credete
nell’esistenza di Frost o ci ucciderà
tutti!”
sbraitò Olaf.
“Se
i pupazzi di neve parlano, può esistere, mamma”
disse il bambino in braccio alla donna. Quest’ultima
annuì.
<
Tanto peggio… ci credo… > pensò
il fornaio.
Parecchi altri e i bambini iniziarono a bisbigliare: “Io
credo in Jack Frost”.
I
cavalli esplosero, divenendo di sabbia dorata,
Sand-man ridacchiò, mentre la sabbia si andava ad addensare
sotto di lui,
creando una nuvola sempre più grande.
“No,
no, no!” gridò Pitch.
Jack
sciolse l’abbraccio con Elsa e la baciò
delicatamente, la regina arrossì.
Jack
si voltò verso Pitch, che indietreggiava.
“Ora
chi è che ha paura?” domandò.
Pitch
cadde in ginocchio, sotto di lui si aprì una
voragine oscura e vi precipitò.
Calmoniglio
avanzò, mentre la sua stazza aumentava
sempre di più e diventava alto più di Kristoff.
“Finalmente
ce lo siamo tolto dai piedi” esultò.
Sven
iniziò a scalciare a fare versi rochi, mentre il
sole illuminava il mare nuovamente sciolto e il prato verde intorno a
loro.
Kristoff
si voltò verso di loro e impallidì.
“Olaf
si sta squagliando!” gridò.
Jack
guardò in viso Elsa.
“Mia
regina, ora potete controllare i vostri poteri.
Il vostro centro era l’amore” disse gentilmente.
Elsa
annuì e creò una nuvoletta nera, da cui
iniziò a
nevicare, che si andò a posare sopra Olaf, che si
rigenerò completamente.
“Evviva!”
gridò, dimenando le braccia rami.
Elsa
si voltò verso Anna e le sorrise.
“Perdonami,
sorellina” disse.
Anna
negò con il capo e le sorrise a sua volta.
“Perdonami
tu” sussurrò.
“Come
avete visto, la vostra regina non è una strega.
Tutto il male che si è verificato era colpa di un principe
invasore e del
mostro che avete visto” mentì a metà
Calmoniglio.
“Evviva
la regina che ci ha salvato! Evviva!” gridò
Jack.
<
Tanto vale reggergli il gioco > pensò
Kristoff, iniziando ad applaudire.
I
bambini scoppiarono a ridere, correndo intorno a
Sand-man, intento a fargli apparire stelline di sabbia dorata.
“Evviva
la regina!” fecero eco i popolani riuniti
intorno a loro.
*************
Anna
giocherellò con la propria ciocca candida.
“Ti
piace la slitta nuova? Te l’avevo promessa” disse.
Kristoff
si massaggiò il collo.
“Èbellissima,
ma sono più felice al pensiero che Elsa
abbia mandato via Hans.
Non
avrei mai immaginato potessero esserci persone
ignobile come quel principe” borbottò.
“Ammetto
che mi aveva proprio ingannata” sussurrò
Anna.
“Avevo
ragione. Non si può decidere di sposarmi con
qualcuno che hai conosciuto da poco.
Anche
tua sorella te l’aveva detto, a quanto pare.
Quel pazzo avrebbe potuto ucciderti…”.
Iniziò a dire Kristoff.
Anna
gli camminò intorno, ondeggiando, con le braccia
dietro la schiena.
“Quindi
neanche fidanzarsi?” domandò.
“Beh,
iniziare a frequentarsi pian piano è un altro
conto” ribatté.
Anna
si sporse e gli mise il viso a distanza di un
dito dal suo, quasi sfiorandogli il naso a patata con il proprio
all’insù.
“E
se volessi iniziare a vedermi con te?” domandò.
Kristoff
boccheggiò, arrossendo e avvertì il proprio
battito cardiaco accelerare.
“P-potrei…
essere d’accordo… visto che mi piace…
e…”
biascicò, avvertendo la gola secca.
Anna
lo baciò, Kristoff le afferrò i fianchi
sollevandola e ricambiò il bacio con foga.
Anna
chiuse gli occhi, sollevando le gambe e
continuarono a baciarsi, mozzandosi il fiato a vicenda.
Calmoniglio
sbuffò, guardandolo, scosse il capo
facendo ondeggiare le orecchie e si allontanò. Si mise una
mano sul fianco,
sopra la cintura a cui erano sistemati il boomerang e le uova decorate
esplosive.
Superò
Olaf che saltellava su Sven, con la nuvoletta
sopra di sé intenta a nevicare. Il pupazzo di neve rideva e
dimenava le braccia,
mentre la renna leccava i fiocchetti di neve.
Calmoniglio
raggiunse Sand-man.
“Ci
conviene iniziare a muoversi. Nord ci starà
aspettando” ordinò secco.
Sopra
Sand-man apparve un cuore e l’omino indicò la
finestra, oltre la quale Jack e Elsa si stavano baciando.
Calmoniglio
sospirò pesantemente.
“Non
diremo all’omino oltre la luna che lo abbiamo
visto. Penso che preferisca rimanere un Guardiano fuggitivo per starle
accanto.
Il
solito scapestrato” borbottò.
Sand-man
sorrise e applaudì, saltandogli sulla spalla.
Calmoniglio
batté un paio di volte la zampa sul
terreno, si aprì una voragine collegata a un tunnel
spazio-dimensionale e vi
saltò dentro.
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