Nobody said it was easy

di Jamin_a
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come up to meet you ***
Capitolo 2: *** And tell me you love me, come back and haunt me ***
Capitolo 3: *** I'm going back to the start. ***



Capitolo 1
*** Come up to meet you ***


SPOILER 3X01 The Empty Hearse 

Ciao a tutti!

Questo è il mio seguito alla 3x01.. 2 capitoli
ispirata alla canzone The scientist dei Coldplay...
Spero di non essere andata troppo OOC... ma nella puntata mi sembra di aver visto un Sherlock un po' più umano...
Spero vi piaccia! Fatemi sapere!!!!
Buona Lettura.


Come up to meet you, tell you I’m sorry 
You don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,  
Tell you I set you apart.

Tell me your secrets and ask me your questions 
Oh, lets go back to the start.
Running in circles, Comin’ up Tails 
Heads on a science apart 

Nobody said it was easy
It’s such a shame for us to part 
Nobody said it was easy 
No one ever said it would be this hard

Oh take me back to the start


Il campanello suonò, e John si chiese chi potesse essere. Era solo in casa. 
Mary era al lavoro e quello era il suo giorno libero. John voleva solo 
riposarsi, dopo tutto quello che era successo. Il ritorno di Sherlock, la 
bomba, la verità su come si era salvato, doveva ancora metabolizzare il 
tutto.

John non rimase comunque molto stupito quando aprì la porta e si trovò 
davanti una massa di ricci neri, in fondo chi altro avrebbe potuto essere?

Sorrise sollevato vedendolo, Sherlock era vivo, ed era davanti a lui.

“Ciao John.”

John si spostò e gli fece cenno di entrare. 

Sherlock osservò la casa. Piccola, ma confortevole. Ordinata, nulla a che 
vedere con Baker Street. Una casa normalissima in una zona tranquilla di 
Londra, per una vita prevedibile , con una donna ordinaria.

Sherlock non capiva perché John volesse tutto questo. 

“Allora?” John lo guardò con sguardo interrogativo.

“Hai un caso? Ti serve aiuto? Basta bombe però …” Continuò il soldato.

Sherlock sorrise. John aveva rischiato di saltare in aria già due volte, e 
per questo Sherlock si sentiva maledettamente in colpa, ma decise di non 
darlo a vedere.

“No, nessun caso, nulla degno della mia attenzione almeno …” Rispose il 
detective continuando a guardarsi attorno.

“Non sei cambiato di una virgola Sherlock.”

Lo sguardo di Sherlock si posò serio sull’amico. “Vorresti vedermi 
cambiato?”

John abbassò gli occhi. Vorrei che non fossi mai morto, pensò. “Siediti, 
faccio il the”.

Eppure Sherlock si sentiva maledettamente cambiato. Non era più in grado di 
controllare i suoi sentimenti, e non capiva. Non capiva se lui era 
diventato troppo debole per continuare ad essere distaccato dai sentimenti 
o se questi erano diventati troppo grandi per continuare ad essere 
ignorati. Sherlock odiava non capire. Lui prima capiva sempre tutto.

Sedette sul divano. Alcune minuscole briciole gli fecero capire che 
John e Mary avevano cenato li la sera precedente. Lei si era alzata a 
portare i piatti nel lavello facendo cadere alcune briciole e lui aveva 
poggiato il suo bicchiere sul tavolo, si vedeva un piccolo cerchio con 
accanto una goccia di vino. Mary non beveva vino, lo aveva notato la sera 
in cui era tornado da John. C’era la possibilità che Mary non fosse una 
che amava bere sul pasto, ma in un ristorante di quel tipo, con vini così 
pregiati allora avrebbe bevuto, ma nel suo bicchiere c’era solo acqua, 
quindi Mary era astemia. Il bicchiere doveva essere di John che lo aveva 
appoggiato sul tavolino, si era alzato dal divano e aveva raggiunto Mary in 
cucina mentre lei lavava i piatti. L’aveva abbracciata da dietro, chiuso 
l’acqua del lavello, dandole dei piccoli baci sul collo. Lei si era girata 
e poi si erano baciati e avevano fatto l’amore. 
Sherlock sentì uno strano impulso. Avrebbe voluto raggiungere John 
mentre stava facendo il the, abbracciarlo da dietro, spegnere il fornello e 
dagli dei piccoli baci sul collo. 

“Un cucchiaio di latte e mezzo di zucchero giusto?”

Alla domanda il detective tornò alla realtà. 

“Si, si, come al solito”.

“Come al solito” ripeté John a bassa voce portando la tazza all’amico, poi 
prese posto accanto al lui. Come al solito, come è sempre stato, sapeva di 
casa.

“Allora Sherlock, cosa c’è?”

“Hai una bella casa John”.

“Non devi recitare, so che non apporvi..”

“Non approvo cosa?”

“Questo, la scelta che ho fatto …” Disse guardandosi attorno

“Non ti serve la mia approvazione John.” 

“Si invece.” Sherlock rimase sorpreso dalla risposta.

“John, ti stai per sposare, credo che un po’ di inquietudine sia normale.”

“Sherlock, devo sapere che sei dalla mia parte, che sei con me.”

“Perché John?”

“Perché sei la persone più importante per me, l’unica di cui mi importi 
davvero” Disse John senza pensare, di getto.

Sherlock non capiva. John si stava per sposare. Queste cose non erano certo 
il suo campo, ma per quanto ne sapeva non avrebbe dovuto essere lui la 
persona più importante per John.

“John, Mary dovrebbe essere quella persona, non io”

I due uomini si fissarono in silenzio per qualche secondo.

John si chiese come Sherlock potesse fargli quest’ effetto. Era venuto a 
casa sua e in pochi minuti, senza dir nulla, gli aveva fatto dubitare dei 
suoi sentimenti.

“Sherlock, che sei venuto a fare?”

“A dirti che mi dispiace, a scusarmi.”

“Ti ho già detto che ti perdono” Disse John con tono seccato.

“Allora perché non è tornato tutto come prima?”

John sorrise. “Sherlock, per quanto tu sia intelligente a volte mi sembri 
davvero stupido, credi che sia tutto così facile?”

John aveva avuto dei dubbi su chi fosse più importante tra Sherlock e Mary, 
ma non dubitava del fatto che Mary fosse la donna perfetta per lui, la vita 
che si era scelto dopo la morte di Sherlock non era la vita che voleva 
davvero, ma era ciò di cui aveva bisogno, e lui stava bene con Mary.

Sherlock abbassò lo sguardo. “Non pensavo fosse facile, ma nemmeno che 
sarebbe stato così difficile.”

“Dimmi come hai fatto …”

“Ti ho già spiegato del piano di Mycroft”

“Non è quello che voglio sapere. Voglio sapere come hai fatto a sopportare 
tutto questo. Sherlock ti conosco meglio di chiunque altro. Non sei una 
macchina, per quanto tutto dimostri il contrario.

Voglio sapere come hai fatto. 

Perché io ho fatto così … Ho trovato una donna fantastica, mi sono rifatto 
una vita totalmente diversa da quello che avevamo, per evitare qualsiasi 
cosa mi ricordasse te. 

E ora non butterò tutto all’aria solo perché tu …”

Le parole gli morirono in bocca, perché era falso, lui avrebbe buttato 
tutto all’aria se solo Sherlock glielo avesse chiesto. John, molla tutto e 
torna, ho bisogno di te.

John avrebbe combattuto con tutte le sue forze per non cedere. Mary era la 
donna giusta, e lui era stanco di soffrire.  

“John, io davvero … non so cosa fare …” Ammise.

Sherlock non era bravo nel campo dei sentimenti, ma una cosa la capiva, non 
poteva chiedere a John di tornare. John si era sistemato. John era nella 
perfetta situazione per essere felice.
Eppure non riusciva a combattere l'impulso di volergli chiedere di tornare. 

“Sherlock” sospirò il dottore. “Mi piacerebbe capire.”

Sherlock sorrise. Anche a lui sarebbe piaciuto capire qualcosa. Lui era abituato a capire sempre tutto.

Voleva sapere se ciò che sentiva verso John era quel famoso Amore di cui 
tutti parlavano. Ci aveva pensato spesso a come mai la voce di John non gli 
uscisse dalla testa. E non capiva.

Ma nel suo Mind Palace non c’era la definizione di Amore

Allora fece la cosa più naturale che gli venne. 

“John. Che cos’è l’amore?” 

“Come scusa?” John era sorpreso.

“Potresti darmi la definizione di amore?”

“Sherlock” sorrise “Non c’è una definizione di l’amore, non puoi 
razionalizzare un sentimento”

“Prova lo stesso. Razionalizzare. Questa è l’unica maniera che conosco”

John guardò Sherlock con tenerezza. Il detective stava provando a capire la 
sua situazione, lui e Mary. Non immaginava che Sherlock cercasse di capire 
i suoi sentimenti.

“L’amore è quando , anche con la mente occupata, tipo in un caso, tu non 
riesci fare a meno di pensare, almeno per un attimo, all’altra persona”

Sherlock pensava spesso a John durante i suoi casi e anche ora, nonostante non fosse al suo fianco, non poteva fare a meno pensare a cosa avrebbe detto John.

“L’amore è quando cerchi di essere migliore, per l’altro”

Sherlock cercava di essere più umano per John.

“L’amore è anche quando sei attratto anche fisicamente dall’altra persona”

Sherlock odiava le reazioni fisiche, la mente era la cosa più importante 
per lui. Ma fu costretto ad ammettere a se stesso di essersi ritrovato più volte ad osservare il dottore e a volere un contatto fisico, come gli era successo poco prima.

“L’amore è quando sei disposto a morire per l’altra persona”

Se il piano con Moriarty non avesse funzionato Sherlock sarebbe morto senza 
pensarci per John.

Era forse questo il sentimento che provava per John?
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Capitolo 2
*** And tell me you love me, come back and haunt me ***


CIAO! Pubblico questa sera perchè sto per vedere la seconda puntata della 3S e non volevo essere influenzata... quindi siccome MUOIO se non vedo la puntata... pubblico di fretta senza nemmeno rileggere! 
SCUSATE se trovate schifezze tipo errori o tempi che non stanno in piedi ma davvero non posso aspettare oltre!
ho deciso di tenere la conclusione in un brevisssiiiiimissiiimo terzo capitolo! 
Buona lettura!

I was just guessin’ at numbers and figures 
Pulling your puzzles apart
Questions of science, science and progress 
Do not speak as loud as my heart

And tell me you love me, come back and haunt me
Oh and I rush to the start
Running in circles, Comin’ up Tails
Comin’ back as we are 




Sherlock restava in silenzio, cercava di capire. Di mettere assieme i pezzi 
del puzzle. 
Ma gli risultava davvero difficile.
“Sherlock, tutto ok?” Chiese John, vedendo il suo sguardo assente, sguardo 
che tante volte aveva visto mentre il detective cercava di districare i 
fili dei più complicati casi.

L’uomo fece per parlare ma venne interrotto da John.
“E non dire che è tutto ok, vedo che è non è ok. Quindi si sincero, per 
favore, dopo tutte quelle bugie, dopo i due anni, me lo devi.”
Sherlock guardò John negli occhi
“John, tu ami Mary?” Gli chiese con la solita freddezza di chi analizza 
tutto obiettivamente.
Il dottore non riuscì a trattenere la rabbia a quella domanda
"Perché me lo chiedi? Cosa vuoi sentirti dire? Che la amo? O che non la amo quanto si dovrebbe amare una futura moglie? Perché vuoi farmi ammettere che preferivo la vita con te?" Si alzò in piedi. "Sherlock sono stufo dei tuoi rigiri. E davvero non capisco perché per una volta, una singola volta, tu non ti puoi comportare sinceramente! Sono stufo del tuo controllo! Della tua freddezza! Io voglio sapere!"
"Sapere cosa John?" rispose calmo Sherlock.
" Cosa diavolo sei venuto a fare!" Urlò il dottore.
"Inizialmente solo per scusarmi, ancora" 
Disse Sherlock . "Ma negli ultimi minuti ho dedotto..." 
" Sempre la logica vero?" Lo interruppe John 
"...Ti prego siediti e lasciami finire."
John fece ciò che Sherlock aveva chiesto.
"Ho dedotto , si John, sempre con la logica.
Perché i sentimenti non sono il mio campo, perché non saprei fare altrimenti.
Comunque, negli ultimi minuti ho dedotto, con la certezza del 75% circa, a causa della tua poco dettagliata definizione di amore, che questo é il sentimento che provo, quindi, prima di chiederti da parte ..."
"Scu- scusa se ti interrompo di nuovo. Hai detto che sei in-innamorato?"
Balbettò John 
Sherlock lo guardò storto. Con lo  sguardo di qualcuno che chiede se ha detto qualcosa di sconveniente perché davvero non se ne rende conto.
John si ripeteva intanto di non essere gay,  diamine, a lui non piacevano gli uomini.
E non si rendeva conto del tutto di quello che stava succedendo.
"Sherlock due anni."
"Lo so John"
"Dopo due anni torni e mi dici che mi ami?"
Solo due settimane prima John era andato a trovare il suo amico al cimitero, nemmeno si era abituato al fatto che lui fosse vivo davvero, come poteva capire a fondo la situazione se al momento gli sembrava ancora tutto un sogno ?
"L'ho scoperto solo ora John" 
John lo guardò perplesso 
"Prima non sapevo dare una definizione a quello che sentivo, come se ti regalassero un paio di guanti, ma tu non hai la definizione di questa parola. Intuitivamente capisci che si mettono sulle mani. Ma non puoi andare da chi te li ha regalati a dire «grazie per i guanti» e a chi ti chiede cosa indossi rispondo «scaldamani»."
Disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo. 
John combatté l'impulso di mettersi a ridere. Il grande-nonmorto- sociopatico-investigatore Sherlock Holmes gli stava davanti a fare paragoni sui guanti, sentiva che il suo normalissimo cervello stava andando in fumo, il suo normalissimo cervello da normale essere umano ci aveva rinunciato e si era spento. Quella situazione era troppo assurda per essere capita.
Lui non era gay , lui guardando un bell'uomo non si sentiva attratto, a lui piacevano le donne, le belle donne, e forse aveva pure trovato la sua donna ideale.
John non era gay, a lui non piacevano gli uomini ,ma forse a lui piaceva solo Sherlock. 
"Al diavolo" disse infilando le mani nei ricci neri di Sherlock e baciandolo con foga. 
Ma sfortunatamente il suo cervello si riaccese e John realizzò quello che stava accadendo. 
Si staccò di colpo da Sherlock e si mise una mano sulla bocca. "Oh Dio" sussurrò.
Sherlock lo guardava con occhi spalancati, sorpreso, e non era facile sorprendere Sherlock Holmes.
"Dio" ripeteva John come un mantra, come se questo potesse rimandare indietro il tempo e non far accadere il bacio.
Perché John non avrebbe dovuto farlo, Mary non se lo meritava, lui non avrebbe dovuto essere così impulsivo.
"Sherlock! Smettila di fissarmi in quel modo!"
Urlò John alzandosi in piedi e iniziando a camminare velocemente per la stanza "Dio.. Dio che ho fatto..."
Il detective si alzò in piedi anche lui "Ok, adesso non mi sembra il caso di agitarsi tanto ..."
"Non ti sembra il caso Sherlock! Ci siamo appena baciati! Ti rendi conto?" 
"Non vedo dove sta il problema..." Disse Sherlock corrugando le sopracciglia nel cercare di capire cosa ci fosse di sbagliato.
"Questo è il problema!" Urlò John indicando la foto di Mary "Mary! La donna che sto per sposare!"
"Oh ... io credo ..." Iniziò Sherlock incerto "Credo che tu debba fare quello che vuoi veramente a questo punto..."
John non poté fare a meno di sorridere. Sherlock non sapeva come definire l'amore, ma con questa frase sembrava più competente di lui in materia. 
"Sherlock..." sospirò John.
"No, non dire nulla.. io credo ... credo che debba scegliere tu." E si avviò verso la porta.
"Sherlock che stai facendo?"
"Sto cercando di comportarmi in modo naturale e spontaneo John. E ora la prima cosa che mi viene in mente è lasciarti il tempo ..."
John lo guardò sorpreso positivamente. E si sentì stupido per avergli urlato contro, solo perché non esprimeva i suoi sentimenti non voleva dire che fosse incapace di provarne.
"Il tempo per pensare" Continuò Sherlock. 
"Credo che questa sia una scelta difficile .... solo, ti chiedo di farmi sapere appena hai scelto."
"Grazie Sherlock." Disse sincero John. Tempo, era proprio di questo che aveva bisogno. Sherlock capiva sempre di che cosa avesse bisogno.
"Solo, cerca di non sparire per due anni..." Disse sulla soglia.
"Sherlock, questa potevi risparmiartela!" Disse il dottore, non trattenendo però una risatina.
"Mi trovi a casa." Disse appena prima di uscire.



 

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Capitolo 3
*** I'm going back to the start. ***


“Did you miss me?”
credo che risponderete no, purtroppo non sono Jimmy… anyway.
Chiedo umilmente perdono per tutto il tempo che ho fatto passare, ma sono stata molto impegnata e sinceramente non ho ancora metabolizzato la 3X03 e sono ancora in stato di shock.
ma ora vi lascio alla brevissima conclusione …
buona lettura.
 
Nobody said it was easy, 
oh its such a shame for us to part. 
Nobody said it was easy, 
No-one ever said it would be so hard.


Sherlock stava fermo sdraiato sul divano, con le mani giunte sotto il mento, chi non conosceva il detective avrebbe potuto dire che stava pregando un qualche Dio, ma in realtà stava solo analizzando tutte le opzioni. Sherlock analizzava minuziosamente tutti possibili scenari dopo ciò che era accaduto con John, per prepararsi a qualsiasi cosa.
Ma quando squillò il telefono non si scoprì affatto pronto.
 
Una chiamata. Dovrei rispondere.
Non è venuto qui. Dovrei proprio rispondere.
Significa che non verrà. Quattro squilli, mi dovrei sbrigare a rispondere.
Significa che ha scelto lei. SHERLOCK RISPONDI!

 
Sherlock rispose velocemente.
“Pronto?”
Un sospiro.
“Sherlock, sono io.”
“Lo so John, è apparso il tuo numero sul display”
Un altro sospiro, seguito dal silenzio.
“John…”
Altro attimo di silenzio.
“John …”
“Spero che la mia camera sia a posto, come l’ho lasciata due anni fa. Sto arrivando”
Sherlock si sedette sul divano sollevato.
John poté quasi sentire il sorriso del detective attraverso la cornetta. “Ti aspetto.”

 

I'm going back to the start.
 




Salve a tutti!!! allora … questa era l’idea iniziale, John che molla mary e torna da Sherlock… poi ho visto “The sign of three”  e mi sentivo troppo in colpa verso Mary, insomma era fantastica! non si meritava tutto questo.. poi ho visto “His last vow” e  il mio amore verso quella donna è diventato odio allo stato puro perché NESSUNO può sparare a Sherlock senza il mio consenso … e poi che pezza di cacca! povero John !!! ma comunque l’ho perdonata in parte.. Possiamo fidarci, lei gli ha salvato la vita…
Comunque fatemi sapere cosa ne pensate in una piccola recensione <3 grazie!
Ringrazio tutti quelli che hanno lasciato una recensione, seguito o semplicemente letto C: 
un bacione
alla prossima.
tenete botta.
Giulia

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