la cruda storia nell'utero della terra

di Nietzche5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Goldy ***
Capitolo 2: *** Deserto texano ***
Capitolo 3: *** Straberry Fields forever ***



Capitolo 1
*** Goldy ***


Albeggiava appena e niente poteva essere tanto frenetico dello spazio vuoto circostante. Si potevano ancora osservare le costellazioni che lantamente si stavano sciogliendo al sole pallido della mattina. Goldy stava lì seduta a contemplare quello spettacolo naturale mozzafiato. Era ancora vestita con i panni sporchi della sera prima, forse ancora ubrica. Borbottava strane parole pressochè incomprensibili ai suoi amici immaginari. Canticchiava canzoni del suo disco preferito e lamentava che la natura non poteva essere sempre così perfetta. Sospirava forte che aveva sempre vissuto nell'imperfezione e non le sembrava giusto vivere bene, voleva a tutti i costi essere indegna come era sempre stata.
Improvvisamente si incazzò perchè il flusso delle onde era cambiato a causa delle maree :" Che cazzo sta succedendo ?!? Santo cielo!".
Le vene del collo erano di una grandezza innaturale, ma lei non voleva smetterla. Era talemente incazzata con le maree e con chissà quale altro principio fisico-naturale. L'odio le ribolliva nel sangue, un concentrato di musica, schizofrenia e passione con cui doveva condividere il resto dei suoi giorni. Nella perforante agonia di questo amplesso prese una birra in mano, sorrise a malapena al vento e urlò :" Emily?!? Fanculo, Andiamocene!" 

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Capitolo 2
*** Deserto texano ***


"Goldy vieni, presto, ci stanno guardando!". Emily stava chiaramente sudando freddo. Appostati dietro ad un baobab, due fotografi texani cybernetici le stavano spiando e continuavano ad accecarle con quei maledetti flash moderni capaci di catturare in tempo reale pezzi di anima. Erano in trappola in mezzo al deserto elettronico composto da mille reticoli spaziali sensibili al tocco. non sapevano come fare, non volevano essere risucchiate dalle reti WiFi intorno a loro. " Porca miseria, sono dappertutto!" dissero sconvolte insieme. Non c'era luce nella modernità. Ormai la natura era stata soppiantata da artificiose macchine fatte di fili. La vita piano piano stava scomparendo dalla terra. Emily e Goldy davano la caccia ad un preziosissimo antidoto. L'antidoto che avrebbe riportato lucidità nei popoli. Chiaramente era stato nascosto in qualche antro del mondo sconosciuto. i fotofrafu ormai rassegnati del fatto che la loro copertura era saltata scattarono energicamente verso le due ragazze con aria minacciosa. Eccò che però la terra sotto Emily si frantumò misteriosamente e entrambe precipitarono in un pozzo lurido e completamente buio. c'era una puzza immonda di cadavere e cane elettronico bruciato. dall'alto si sentivano improperi di ogni tipo: " Miseriaccia, dove sono andate ?!? ,"Te le sei lasciate scappare!!", Se vi prendiamo siete morte!", "le avevamo in pugno!" Ma poco importava perché erano riuscite a farla franca. Le pareti di quel posto erano pregne di una strana sostanza bagnata e c'era talmente tanto buio che si potevano sentire chiaramente i battiti dei loro cuori frenetici, adrenalinici. uno squillante sibilo ruppe quel silenzio infernale. Mancava l'aria, sempre più buio, più freddo. Una mano fredda spuntata nell'ombra viscida, gelata come fosse carne morta afferrò la caviglia robusta di Emily. Lanciò un grido di agonia lacerante, faceva fottutamente male :" Goldy, cazzo, aiutami!?!". Ma l'essere era troppo veoce. Trascinò la ragazza in mezzo a stretti e sudici cunicoli facendola strisciare come un serpente. Dopo un interminabile tempo, la mano mollò la presa dalla sua caviglia ormai tutta dolorante e livida e con voce austera disse " Siamo arrivati!". " Dunque era un essere umano, come poteva essere possibile? Come poteva un uomo vivere in tali caverne lontani dalla luce del sole? Che razza di posto era?. Troppe domande frullavano nella testa a Emily, ma la paura e il terrore le bloccavano come nastro isolante la bocca. Non poteva urlare con tutta l'energia rimasta per avvertire la sua amica. Rimase paralizzata ad osservare fissa quello strano posto. Quella metropoli meschina e sotterranea che aveva appena scoperto.

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Capitolo 3
*** Straberry Fields forever ***


Nel frattempo le fondamenta di cristallo, al piano Z della città, brulicavano di rifiuti della società: il popolo nella sua maggioranza di povere tasche. Un negozietto di Cyber Virtual Life faceva capolino da ogni angolo dei violetti più frequentati nelle giornate di temporali mortali. il Cyber Virtual Life era il modo più economico di sopravvivere: vestiti virtuali, cibo virtuale, socialità e divertimento virtuale. Il più grande e internazionale di questi centri commerciali si chiamava "Matrix", Matrice, una specie di vita a pagamento: conteneva persino lavoro e Hobbies nel virtuale insieme, amici e amanti artificiali. Era l'era Post-robotica, quando la pioggia mortale fece andare in corto circuito qualsiasi intelligenza artificiale che avesse un corpo, una materia e una forma. Così i cosiddetti " Creativi" cioè gli esseri organici con impulsi elettrici e sinapsi naturali, furono costretti, perché ormai schiavi delle tecnologie intelligenti, a servirsi e a nutrirsi dello spazio tempo avvicinato, il mondo virtuale reale che nacque all'interno del pianeta madre dei creativi: la Terra. La Terra conteneva un numero di creativi superiore alle sue effettive capacità contenitive e la sovrappopolazione terrestre aveva costretto l'insieme delle classi minori ( cioè i tre quarti della popolazione) a vendere quasi ogni specie animale ai creativi dello spazio, cosicché il restante 15% dell'umanità poteva permettersi di fuggire dalla terra. Il pianeta più abitato si trovava a 30.000.000 di anni luce da quel luogo, nel sistema solare della galassia Stelle acquatiche, cioè la zona più abitabile dell'universo conosciuto. Marte, invece, era il pianeta più consumato dopo il pianeta Terra, ed ora abitato da grandi imprenditori. Era un pianeta laboratorio per i Cyber Virtual Life terrestri. Tutto questo Emily aveva potuto scorgere in un battito di ciglia. in così pochi minuti di permanenza in quel luogo aveva giù imparato vita morte e miracoli di tutti e tutto. Eppure alcune cose le rimanevano poco chiare. Goldy nel frattempo scossa dall'imprevisto si calò nell'ulteriore pozzo che aveva inghiottito Emily, e tappandosi il naso con l'indice e il pollice come intenta in un tuffo,fece un piccolo salto e cadde nell'oblio alla ricerca della amica perduta.

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