I said I love you, you said goodbye

di Sammy_Stark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I said I love you, you said goodbye ***
Capitolo 2: *** Live the rest of our life, but not together ***
Capitolo 3: *** Nessuna pasticca avrebbe potuto farlo stare meglio ***
Capitolo 4: *** Fratelli quanto Loki e Thor ***
Capitolo 5: *** Raccogliere i cocci ***



Capitolo 1
*** I said I love you, you said goodbye ***


Era passata del tutto inosservata la sua presenza.
Ed era assurdo, viste le dimensioni del teatro. 
Talmente assurdo che Chris pensò che doveva averlo fatto apposta.
Eppure non aveva fatto nulla di sbagliato l'ultima volta...
Ok, non gli aveva detto che la moglie era di nuovo incinta, ma non era un motivo buono per ignorarlo così.
Entrare nei camerini fu semplice per lui.
Una volta giunto davanti alla porta di quello di Tom, non aveva esitato a bussare energicamente.
L'inglese aveva aperto lentamente.
Un asciugamano gli fasciava la vita e un altro gli copriva i capelli.
-Cia-
Chris non ebbe il tempo di pronunciare l'ultima lettera, che si trovò la porta sbattuta in faccia.
Sì, ora ne era certo.
Tom ce l'aveva con lui.
Attenderlo fuori non era servito a nulla, lo aveva fatto allontanare da una guardia e poi era salito in macchina senza degnarlo del minimo sguardo.
Ma non se la sarebbe di certo cavata così.
Chris non aveva di certo fatto 20 ore di viaggio solo per vedere uno spettacolo teatrale.
A lui neanche piaceva Shakespeare.
- Tom, ti prego! Andiamo posso sapere che ti ho fatto almeno? Tom!!-
Non si era fatto alcuno scrupolo ad urlare davanti casa dell'inglese per farsi sentire.
Ma il poveraccio si era talmente vergognato, che alla fine aveva ceduto e lo aveva fatto entrare in casa.
- Vuoi sapere che mi hai fatto? Bene. Avevamo detto che sarebbe stata l'ultima volta. Che ci fai qui? Non mi hai detto che aspettate un secondo figlio. Che ci fai qui? Non mi hai nemmeno fatto gli auguri di buon Natale e di buon anno. Che ci fai qui, Chris? Hai fatto un viaggio inutile.-
Ovviamente il biondone non si aspettava il tappeto rosso, ma quelle parole avevano colpito dolorosamente a fondo.
- Mi dispiace per Elsa, non credevo ti importasse saperlo...-
- Non.. Non credevi?? Chris, cosa hai nel cervello???-
Tom sembrava basito e sul punto di piangere.
- Io voglio bene a quella donna! Avevamo sistemato tutto, con lei! Poi dovevamo per forza ricaderci e poco dopo vengo a sapere da internet che lei è incinta! E hai anche la faccia tosta di venire qui, magari aspettandoti che stappi una bottiglia di champagne! Cresci un po'! E' finita!-
Le parole gli erano uscite di bocca tutte d'un fiato e non avevano dato né il tempo né il modo di ribattere all'Australiano.
- Sono venuto per chiarire...-
Aveva tentato di difendersi, ma si sentiva un verme.
Che cosa era andato a fare lì? Neanche lui lo sapeva più.
Tom prese un gran respiro e socchiuse gli occhi.
Non lo avrebbe sopportato ancora per molto.
- Hai chiarito. Mi vedo con una ragazza, comunque... Nel caso te ne importasse qualcosa...-
A quelle parole Chris sentì come un bastone colpirlo dritto in mezzo alla schiena.
- Ah. Sono... Contento per te...-
- Già. Stammi bene, Chris.-
Sentiva gli occhi bruciare, non poteva rimanere un secondo di più lì con lui e poi era stanco. Stanco per via degli spettacoli, per via dell'ora tarda, ma più di tutto, era stanco della loro malsana relazione.
- Tom...-
La voce dell'uomo sembrava supplicare l'altro, che ora gli dava le spalle.
L'unica risposta che si udì fu un singhiozzo quasi soffocato.
L'Inglese si maledisse per non essere stato abbastanza forte da resistere, ma fu proprio quando si mosse per salire le scale del soppalco che portava alla camera che Chris lo bloccò in un abbraccio alle sue spalle.
- Non so come tu faccia a vivere sapendo di averla tradita prima e dopo averla messa incinta ma io non voglio fare più parte di questo schifo... Lasciami stare...-
Lo aveva pregato, in un soffio sofferente.
- Non voglio rinunciare a nessuno dei due...-
Aveva sussurrato in risposta il biondo, ottenendo una gomitata sul petto.
Prese Tom per le spalle e l'obbligò a voltarsi.
Stava piangendo ancora.
Non riusciva a sopportare quelle lacrime.
Gli prese il viso tra le mani e, semplicemente, lo baciò.
E Tom non provò ad allontanarsi, si lasciò baciare e poi si strinse forte a lui, bisognoso.
- Partirò con te e parleremo con Elsa... Oppure te ne andrai da solo e mi lascerai vivere in pace...-
E Tom sperava vivamente che Chris scegliesse la seconda opzione ma, no, era troppo egoista e stupido.
O forse era solamente troppo innamorato.
Onestamente a Tom non importava in quel momento.
Sarebbe successa una lite terribile, Chris forse non lo aveva ancora capito che si stava giocando il matrimonio.
E per cosa? Per chi? Per lui..?
Eppure Tom non disse più nulla.
Si limitò a dormire sul divano, con il capo poggiato sul petto dell'amante, beandosi dei battiti del suo cuore e del suo calore, così rassicuranti, in una notte fredda e piovosa come quella.

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Capitolo 2
*** Live the rest of our life, but not together ***


Tutto era iniziato nel 2009, all'epoca erano impegnati con i provini per Thor.
Si erano trovati subito simpatici e quando avevano saputo che sarebbero stati fratelli sullo schermo, avevano iniziato a frequentarsi per conoscersi meglio.
Uscivano entrambi con delle ragazze, ma qualcosa li aveva spinti ad andare a letto insieme.
Era stato imbarazzante, entrambi erano inesperti e impacciati.
Si erano distrutti a vicenda ma nessuno dei due ne era stato scontento.
Poi però Chris aveva annunciato il suo matrimonio.
E Tom si sentì tradito.
Aveva commesso l'errore di credere che si amassero e si era lasciato prendere.
Fu sollevato dal non dover più vederlo per un po' comunque.
Non andò al suo matrimonio, come poteva Chris anche solo pensare che lui sarebbe andato a festeggiare?
Erano solo buoni amici, dovevano farsene entrambi una ragione, Tom però non sarebbe riuscito a sopportare la cerimonia, il pranzo e ore ed ore di finti discorsi con gente che lui non conosceva.
Ma a Chris non bastava per capire di lasciarlo stare e Tom non riusciva a respingerlo.
Si era sentito uno schifo però e infatti aveva convinto l'Australiano a raccontare di loro ad Elsa, che tutto sommato non l'aveva presa troppo male.
E di questo Tom aveva sempre avuto un po' paura.
Non si aspettava di essere comunque accettato, da lei.
Era un ex del marito...
O almeno così si vedeva lui.
Però quando Chris lo aveva invitato a cena per discutere dei prossimi film Marvel, il fatto che il biondo fosse sposato gli era letteralmente sfuggito di mente e si erano svegliati il mattino dopo con un gran mal di testa e dei lividi sospetti..
Tom sapeva di non essere affatto giusto nei confronti della donna che gli aveva rubato il ragazzo, ma Chris era suo e stava bene solo con lui.
Non che nel frattempo non avesse avuto svariate relazioni con delle ragazze.
Poi la nascita di India lo aveva fatto allontanare di nuovo e aveva promesso che non si sarebbe più fatto abbindolare dagli occhioni azzurri di Chris.
Promessa miseramente infranta sul set di Thor 2.
In un modo o nell’altro l’Australiano lo faceva sempre cadere fra le sue braccia e si odiava per questo.
Gli avevano insegnato l’autocontrollo, gli avevano insegnato ad essere di marmo, ma davanti quella faccia da cucciolo, quei muscoli scolpiti… Andava tutto beatamente farsi benedire.
L'annuncio della seconda gravidanza però era davvero troppo.
Chris conduceva tranquillamente una doppia vita in cui da una parte c'erano moglie e figli e dall'altra c'era lui. L'amico inglese da adottare come fratello e con cui andare a letto ogni tanto.
E Tom, lui cosa aveva?
Notorietà, ovvio. Una miriade di fangirls e un vuoto incolmabile.
Aveva detto a Chris che si vedeva con una ragazza, ed era vero.
Avrebbero probabilmente ufficializzato il loro fidanzamento tra qualche mese, poi si sarebbero sposati ad avrebbero avuto due figli e lui si sarebbe concentrato solo su di loro… Se l'Australiano non si fosse presentato da lui quella sera di Gennaio.



- Ehy, Tom...? Ci sei...?-
La voce di Chris era come un sussurro in lontananza.
Tom sorrise, ancora nel dormi veglia.
Poi l'orrendo ricordo di cosa avrebbero dovuto fare, lo fece svegliare del tutto e mettere a sedere come se fosse stato punto da un'ape.
Chris si allontanò giusto in tempo per non sbattere contro la testa dell'Inglese.
- Che ore sono? Hai prenotato il biglietto per me? E... Hai cucinato..?-
Annusò attentamente l'aria. Sì, era decisamente profumo di capcakes.
- Volevo farti una sorpresa..-
Annuì l'altro, in un sorriso dolcissimo.
Così dolce che a Tom venne la nausea.
- Non basterà una colazione e non farti strane idee per ieri sera... Te l'ho detto, è finita. Voglio solo sistemare tutto.- Spiegò, passandosi una mano fra i capelli.
Chris parve deluso e arrabbiato allo stesso tempo.
- Vuoi solo rovinarmi la vita, quindi..?- Borbottò, mettendo il broncio.
Tom sgranò gli occhi, incredulo.
Ma certo, adesso era lui il cattivo!
- Cosa..? Io?? Tu te la sei rovinata da solo!-
- Vuoi dire a mia moglie che mentre lei era a casa, noi eravamo insieme e vuoi lasciarmi!- Adesso Chris stava urlando e se Tom non avesse perso la ragione e non si fosse messo a sbraitare peggio di lui, magari si sarebbe preoccupato dei vicini che avrebbero potuto sentire.
- Ti ho già lasciato!-
E l’Inglese poteva giurare di aver sentito il cuore di Chris andare in frantumi come fosse di vetro e lui, purtroppo, era stato colpito dalle schegge.
- Avresti potuto metterlo in chiaro ieri sera, invece di scoppiare a piangere!- C’era rabbia nella voce di Chris, tanta rabbia e delusione.
- Vuoi far ricadere la colpa su di me..? Devo ricordarti che in effetti sei stato tu a lasciarmi quando ti sei fidanzato con Elsa? Potevamo stare insieme, senza problemi, ma tu hai voluto metter su famiglia! E perché? Perché ti vergognavi di me! Perché nonostante tu mi assicurassi di amarmi, non avresti mai potuto presentarmi ai tuoi come tuo fidanzato! Io aspettavo solo un tuo ok, ero pronto a dirlo a mio padre! Mio padre! Ma a quanto pare non ero abbastanza importante per te…- Una pausa. Questa volte le lacrime e stava trattenendo virilmente. – Non voglio più essere il tuo amante, rivoglio la mia vita…-
Chris lo guardava in silenzio, agli angoli degli occhi brillavano due piccole lacrime.
Non aveva detto niente però, non era mai stato bravo con le parole e sapeva di non poter dire nulla per scusarsi, sapeva che ogni singola parola di Tom era la verità e se ne vergognava tremendamente.
Si allontanò per un minuto e tornò porgendo una busta all’Inglese.
-Il tuo biglietto.-

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Capitolo 3
*** Nessuna pasticca avrebbe potuto farlo stare meglio ***


Tom non ricordava l'ultima volta che aveva sofferto la nausea durante un viaggio aereo.
Si era abituato all'alta quota già da anni eppure su quell'aereo diretto a Melbourne si sentiva tremendamente male.
Il posto che Chris gli aveva prenotato era accanto al suo e l'Inglese non aveva trovato molta difficoltà a scambiarlo con quello di una ragazza.
Non aveva intenzione di farsi venti ore di viaggio accanto alla fonte di tutto il suo malessere, poco gli importava se la cosa sarebbe potuta suonare strana agli occhi dei presenti.
Si era alzato un paio di volte per andare in bagno, sempre sull'orlo di rimettere. 
Aveva dovuto faticare non poco per tenere colazione e pranzo al loro posto.
Ogni tanto sentiva lo sguardo di Chris addosso.
Era fastidioso, irritante, ma non voleva dargliela vinta, quindi si limitava ad ignorarlo.
Era buio fuori.
Aveva perso il conto delle ore passate in volo.
Poteva dare un'occhiata all'orologio ma gli avrebbe messo addosso solo più ansia.
Non voleva ammetterlo, ma l'idea di rivedere Elsa lo terrorizzava.
Sentiva già il suo sguardo accusatorio, vedeva la sua espressione ferita, tradita, di nuovo.
Se solo si fermava a riflettere, poteva immaginare tutta la scena.
Si avviò di nuovo in bagno. La luce filtrava dalla porta aperta a soffietto. Entrò e ci si chiuse a chiave dentro.
Non ci mise molto a capire di non essere solo, insomma, il bagno era piccolo e si ritrovò addossato ad un uomo.
- Tom, possiamo...-
Era Chris.
Tom rise per il nervoso e si voltò per guardarlo in faccia.
- Non posso avere neanche cinque minuti di privacy? E che diamine ti dice il cervello?? Pensi che la nostra assenza passi inosservata??-
Frenò l'impulso di sganciargli un pugno sul naso.
Sarebbe stata una chiara prova del loro incontro, pensò.
Ma dopotutto a quell'ora stavano quasi tutti dormendo.
- Se stai cercando un pretesto per farti odiare di più, complimenti, ci stai riusce..-
La parola morì soffocata dalle labbra dell'altro.
In un altro momento, un Tom più giovane avrebbe trovato quella situazione eccitante, si sarebbe divertito.
Adesso si sentiva come la hostess in Rush e non era per niente piacevole.
La nausea riprese a farsi sentire.
- Vuoi che ti vomiti addosso?-
Sibilò con quanta più cattiveria riuscì a raccogliere.
- Ti senti male?-
Aggrottò la fronte il biondo, allontanandosi dalle sue labbra solo allora.
- Vuoi una pasticca? Le porto sempre per i viaggi lunghi..-
Continuò a parlare e Tom strinse un pugno per impedirsi di crollare di nuovo in lacrime.
Sapeva che Chris portava sempre con sè quelle maledette pasticche contro la nausea.
Era stato Tom stesso a consigliargliele visto che lui soffriva sempre durante i viaggi.
Annuì, sconsolato.
Non gli sembrava il caso di fare il restio anche per questo.
Era stanco di dover controllarsi come un bambino al primo viaggio.
L'Australino abbozzò un sorriso e gli avvicinò alle labbra una pasticca.
Tom registrò il gesto solo dopo aver messo in bocca la medicina.
- Penso... Penso che non verrò con te da Elsa.-
Era un sussurro ma Chris sentì perfettamente.
- Cosa? Ma tu.. Tu ci hai trascinati fin qui..-
Gli fece notare il biondo, scioccato.
Tom alzò lievemente le spalle.
- Tornatene da tua moglie, io mi faccio il weekend al mare e poi torno alla mia vita e alla mia ragazza.-
Era sicuro, calmo.
Troppo calmo.
Chiunque non lo conoscesse davvero, ci avrebbe sicuramente creduto.
Ma Chris era stato con lui abbastanza a lungo da capire quando fosse sincero e quando stesse recitando.
 Era una delle poche cose di Tom che non sopportava: recitare nella vita reale.
Era un ottimo attore, e su questo punto Chris non poteva ribattere, ma non capiva perchè dovesse mentire così sfacciatamente a volte.
- Chi vuoi prendere in giro? Non hai una ragazza. Non sai nemmeno che fartene di una ragazza.-
Si maledisse subito dopo aver pronunciato quelle parole.
Avrebbe voluto dire qualcosa di gentile e invece aveva scelto le parole peggiori.
Questa volta Tom non si fece nessuno scrupolo.
Il pugno arrivò dritto sul naso di Chris, che prese a sanguinare copiosamente.
Tom si sistemò la giacca e uscì.
Fuori, ad aspettare, c'era una ragazzina.
Fece un passo verso la porta del bagno ma la vide richiudersi subito dall'interno.
Seguì Tom con lo sguardo, perplessa.
Questa volta fu Chris a piangere.
Anche se per una scarsa manciata di secondi, si ritrovò a sperare che l'aereo precipitasse.
Non voleva rivedere sua moglie, non poteva affrontare Tom.
Si guardò la fede al dito e improvvisamente anche a lui venne la nausea.
E, Chris lo sapeva bene, nessuna pasticca avrebbe potuto farlo stare meglio.

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Capitolo 4
*** Fratelli quanto Loki e Thor ***


Lo aveva seminato in aeroporto.
Era scappato, credendo di poter fare a meno di incontrarlo così.
Ovviamente non aveva considerato il fatto che dovesse recuperare la valigia.
Chris ovviamente era lì ad attenderlo.
Era stato un perfetto idiota.
- Hai finito di giocare a nascondino?-
Chiese il biondo, ancora decisamente incazzato.
Tom non poteva dargli proprio torto, al poveraccio avevano dovuto fare una medicazione in volo visto che a quanto pareva Tom gli aveva davvero rotto il naso.
- Mi... Mi dispiace per..-
- Sono stanco di sentirti dire che ti dispiace. Anche a me dispiace di essere stato uno stronzo ma non ti ho spaccato la faccia. Potresti almeno avere il coraggio di affrontarmi seriamente.-
Il suo tono era decisamente di sfida e Tom non voleva altri problemi.
Prese la propria valigia.
- Non credo sia il caso che ci stiamo troppo vicini per un po'.. Io non... Non lo so, non ho alcuna voglia di continuare questo litigio. E cerca di capirmi davvero, adesso.-
Si guardò attorno. Troppe persone.
Fortunatamente era molto presto e quindi nessuno sembrava accorgersi di loro.
- Se devi lasciarmi qui, finisci di parlare almeno..-
Sussurrò Chris, come se fosse pronto a ricevere una fucilata.
Tom lo odiava per questo, per il suo modo di fare da cucciolone innocente.
Faticò a deglutire.
- Abbiamo dei bei ricordi... Ci vogliamo bene..-
Chris fece un sorriso amaro.
Non era quello il termine giusto ed entrambi lo sapevano.
- Facciamo finta di non aver mai superato alcun confine. Possiamo rimanere amici, lo sai... Possiamo rimanere fratelli...-
Ora era Tom che aveva messo su l'espressione da cucciolo.
- Noi due siamo fratelli quanto Loki e Thor. Non abbiamo nulla da spartire.-
E con queste parole, Chris si allontanò, trascinandosi dietro il proprio trolley.
Tom si sentì doppiamente ferito.
In altre occasioni forse avrebbe perfino riso ma adesso sentiva come se sia lui che Loki fossero capitolati.
E lui era forse così differente da Loki?
Si sarebbe rialzato, sì, come Loki aveva fatto tante volte ma il punto era come, perchè adesso Tom si sentiva rotto tanto quanto il dio dell'inganno.
Si avviò alle biglietterie in silenzio, con la morte nel cuore, affatto pronto ad affrontare un altro viaggio così lungo.

Jemma non era il suo tipo.
Non che al momento sapesse ben definire i propri gusti.
Non riusciva nemmeno a capire il proprio orientamento sessuale.
E questo era il vero problema.
Credeva di aver superato quella fase almeno quindici anni prima.
Era un uomo ormai e si conosceva.
O almeno credeva di conoscersi.
Chris era stato il primo ragazzo a cui si era davvero interessato e aveva sempre pensato che fosse tutto un mondo a parte, da non considerare nella sua sfera dei gusti, appunto.
Però tutta quella situazione e le parole di Chris lo avevano fatto riflettere parecchio.
Perchè non riusciva ad avere un rapporto duraturo con una donna? Sì, il lavoro, certo.
Ma era pur vero che in tutti quegli anni era sempre stato l'amante del biondone...
Quindi doveva considerare quello come rapporto? Di sicuro tutta quella tresca era durata più delle sue ultime tre fidanzate.
Jemma sicuramente non sarebbe rientrata neanche tra le possibili fidanzate.
Non la sopportava, era un odio scaturito non sapeva bene da dove ma non poteva minimamente pensare di poter passare più di una notte con lei.
Aveva acquistato il biglietto per ripartire tre giorni dopo.
Non se la sentiva davvero di tornare subito a Londra, sarebbe tornato in tempo per lo spettacolo serale e si sarebbe fatto sgozzare a testa in giù, come al solito, per la gioia di tutti.
Era andato in spiaggia per concedersi un po' di relax, doveva schiarirsi le idee.
Casualmente però incontrò proprio lei, Jemma, un'ex compagna di corso, trasferitasi in Australia.
Iniziarono a bere e in breve finirono in hotel.
Nessuno dei due aveva alte aspettative, avevano bisogno di sfogarsi e non si sarebbero lasciati sfuggire l'occasione.
L'indomani si sarebbero svegliati e non si sarebbero più visti.
Solo che Tom ne era uscito più provato di prima.
Non faceva queste cazzate da parecchio ormai, perchè adesso stava tornando indietro?
Non poteva agire in modo sconsiderato, Luke lo avrebbe ucciso.
Luke...
Rabbrividì solo al pensiero che una sera gli avesse detto che lo trovava carino.
Era stato detto come una battuta, era un po' brillo ma non ubriaco.
Si divertiva alla festa di compleanno della sorella.
Emma aveva insistito per invitare anche Luke, visto che sapeva quanto Tom non sopportasse i suoi amici, così lui avrebbe avuto qualcuno con cui chiacchierare.
Naturalmente Tom non voleva prendersi gioco del publicist, il ragazzo però si era quasi sentito insultato.
Non era da molto che gli aveva confidato di essere gay e l'ultima cosa che voleva era essere preso in giro da uno dei clienti a cui era più affezionato.
E poi la verità era che anche lui aveva bevuto qualche bicchiere di troppo e diventava molto suscettibile quando accadeva.
Alla luce dei recenti fatti, Tom non poteva fare a meno di chiedersi se quel commento non fosse uscito dal suo subconscio, se magari lo pensasse davvero.
Provò a focalizzare davanti agli occhi l'immagine di Luke.
No, decisamente era stata la birra a farlo parlare.
Decise di concentrarsi su Jemma quindi.
Gli era piaciuta?
Sì, aveva raggiunto l'orgasmo ma non era con lei che voleva essere.
E questo Tom non voleva ammetterlo.
Ma se fosse stata un'altra donna? Jamie magari? O Scarlett?
Finse di credere che gli sarebbe piaciuto di più, che non avrebbe sentito la mancanza di qualcun'altro.
Rimase a letto per quasi tutto il giorno, cercando di sbrogliare la matassa dei propri pensieri.
Più volte era giunto ad una stessa conclusione, che continuava a bocciare perchè inaccettabile.
Inaccettabile per chi?
Lui aveva bisogno di capire, aveva bisogno di sapere.
Si mise il cuore in pace perciò e, una volta tornato a Londra, decise che l'avrebbe fatto.
Chiese a Luke di raggiungerlo a casa e lì, dolorosamente lucido, gli chiese di baciarlo.
Inutile dire che Luke divenne una furia umana, che volarono insulti e minacce di denuncia ma poi, davanti al viso stravolto di Tom, così triste, confuso e solo, Luke capì che non era stata una richiesta stupida, era un grido di aiuto.
Fu un bacio lungo ma molto casto.
Luke dovette combattere contro se stesso per non andare oltre.
Tom non se ne era mai accorto o molto semplicemente non gli aveva mai dato peso ma Luke era cotto di lui.
Rimasero fermi a lungo poi, in silenzio.
Tom fissava il vuoto mentre con l'indice si sfiorava le labbra.
Fecero l'amore quella notte.
Chiamarlo sesso non era giusto.
Tom stentava a credere che si potesse avere un rapporto così delicato perfino con un uomo.
Con Chris era tutto diverso, la passione li faceva ardere e regredire ad una primitiva ricerca di appagamento, con Luke invece... Era come se il ragazzo stesse ancora lavorando, come se si stesse prendendo cura di lui come sul red carpet.
Tom corse in bagno più volte, quella notte, vittima dei conati di vomito che sentiva risalire e Luke gli tenne la fronte, lo pulì e lo rimise a letto con la stessa dedizione di una madre.
Fu così che iniziò quella specie di relazione tra di loro.
Ogni tanto la nausea tornava.
Il medico lo aveva rassicurato che si trattava di una semplice reazione allo stress.
Tom lasciò la fidanzata una settimana dopo quella strana notte.
Luke fece altrettanto con il proprio ragazzo.
Sapeva che non sarebbe durata, che quello sarebbe stato solo un breve capitolo per Tom ma non poteva lasciarlo da solo.
Chris era davvero scomparso dalla sua vita, pensò Tom, durante una delle solite corse al parco.
Niente più chiamate, niente più sms.
Lo aveva visto in tv per gli Oscars, era con Elsa.
Sembravano davvero una bella coppia felice.
Non si stupì di apprendere solo dai tweet in giro che i gemelli erano nati.
Non si aspettava che lo chiamasse per annunciarglielo.
Proprio durante quella corsa, fu lì che lo vide, da solo, mentre passeggiava.
E Tom perse un battito.

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Capitolo 5
*** Raccogliere i cocci ***


Sapeva che Chris lo aveva visto, sapeva che aveva tentato di chiamarlo.
Lo sapeva ma aveva semplicemente deviato il proprio percorso e se ne era tornato a casa.
Luke era ad una riunione, Tom poteva aspirare ad un paio di ore di tranquillità per metabolizzare il fatto che Chris fosse lì e che sarebbe sicuramente passato a casa sua o avrebbe fatto chissà quale casino.
Fu per questo che decise di agire.
Prese il cellulare e chiamò la sua sua sorellina.
- Ehi! Guarda chi si degna di chiamare? Come stai??- Emma era come al solito di buon umore a quanto pareva.
- Bene, io... Devo dirvi una cosa.. Ma... Preferirei dirla prima a te...- Tom si stava torturando il labbro, avrebbe finito per ferirselo.
- Oh. Oook. Spara!-
Seguì un lungo silenzio.
Un lungo silenzio in cui Tom cercò di farsi coraggio.
- Mi sono rifidanzato... Da qualche mese sto con...-
Ma era stato interrotto.
Era un brutto vizio di Emma interrompere le persone mentre parlavano.
- Oooh! Finalmente! Ci chiedevamo tutti quando ce lo avresti detto! La mamma voleva dirti di non preoccuparti, che tanto lo sapevamo ma..-
Tom aggrottò la fronte, confuso.
- Aspetta, frena.. Sapevate cosa?-
- Che sei gay! E quando Luke ci ha detto che stavate insieme, no aspetta, in realtà lo ha detto a me ma deve essermi sfuggito, comunque ci ha dato la conferma a quello che pensavamo tutti!-
Se Luke fosse stato lì, avrebbe sentito qualcosa andare in frantumi dentro Tom.
- Cosa..? Che.. Come..? Perchè pensavate fossi gay?? Ho sempre avuto delle ragazze! Che... E tutti chi??-
Stava perdendo il controllo, le emozioni lo stavano soffocando,era arrabbiato, si sentiva tradito, preso in giro... Era tutto un miscuglio già pronto da un po' ad esplodere e quella era la miccia.
- Io, Sarah, la mamma, le zie, gran parte delle nostre cugine... L'unico un po' restio era papà, ma si è convinto quando ti ha visto appiccicato a Chris alla premiere di Thor!-
Serrò gli occhi, senza fiato, come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco.
- Erano foto promozionali, non..-
- Vi mangiavate con gli occhi! Credevamo che vi sareste...- Fu interrotta di nuovo.
- Non sono gay.-
- Stai con un ragazzo. E sei un ragazzo.- Fece notare al fratello, non riuscendo a capire il perchè di quella reazione.
- Io non... E' un piacere, davvero, scoprire che tutta la famiglia mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso. Grandioso.-
E riattaccò.
Pianse, pianse per ore, tanto che quando Luke rientrò in casa, lo trovò ancora in lacrime, seduto sul divano, con il cellulare accanto.
Provò a rassicurarlo in tutte le maniere possibili, ma Tom respinse ogni iniziativa, respinse anche lui ad un certo punto.
- Avevi promesso che non lo avresti detto. Lo avevi promesso!- Quasi gli urlò contro.
Luke schiuse le labbra, atterrito.
- Credevo... avevo bisogno di parlare e Emma..-
- Emma è mia sorella! Parla con tua sorella, non con la mia!! Io... Io non voglio vederti più! Chiaro?? Vattene!-
Che stava facendo? Voleva davvero che Luke se ne andasse? Voleva davvero cacciare via l'unica persona che l'aveva amato davvero incondizionatamente e gli era sempre stata accanto? E per cosa?
Per chi?
- Come vuoi...- Annuì il ragazzo, chinando il capo per non far notare gli occhi lucidi.
Si era ripromesso che non avrebbe pianto, quando sarebbe successo, ma non si aspettava che sarebbe accaduto così...
- Luke..- La voce di Tom era roca, era un grottesco eco della sua voce ricca di vita.
Allungò una mano verso di lui e Luke non esitò.
La prese e si avvicinò a Tom, stringendolo a sè e lasciando che si sfogasse, sempre pronto a raccogliere poi i cocci ed incollarli.
Tom si accorse del messaggio che gli arrivò dopo un po', mentre stava ancora tra le braccia di Luke.
Vide il viso sorridente di Chris illuminargli il display del cellulare, ma lo ignorò.
Chiuse gli occhi e tornò a farsi coccolare dal publicist.
Il resto del mondo avrebbe potuto attendere.

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