The Show Must Go On

di DarrenCrissArmy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Previously Unexpected Call ***
Capitolo 2: *** #2 On Our Way ***
Capitolo 3: *** #3 We Need A Star ***
Capitolo 4: *** # NYADA is my destiny ***
Capitolo 5: *** #5 Glee Cat is back! ***



Capitolo 1
*** #1 Previously Unexpected Call ***


capitolo 1 the show

A Desy,

Grazie.

Senza di te ed i tuoi continui “Scrivi!”  di ogni mattina,

questa storia non avrebbe avuto inizio.

Ti voglio bene.

 

The Show Must Go On

 

#1 Previously Unexpected Call

 

“I’m the greatest star!

I am by far, but no one knows it..”

 

“Ma che cazz…?” Darren bestemmiò quando venne svegliato bruscamente dal suono insistente del suo telefono, alle tre di notte.

“Chi cazzo scoccia alle tre di notte???” urlò nel silenzio della casa, più al telefono che a sé stesso, quasi a sperare che l’apparecchio si risvegliasse improvvisamente e iniziasse a parlare, dicendo con voce perfettamente cadenzata “Il signor. Criss non è in casa, se vuole lasciare un messaggio…. e ora si TOLGA DALLE PALLE!”

Ma niente. “I am the greatest star” cantata dalla voce melodiosa di Chris continuava a suonare e allora, sempre sbuffando, Dare decise di alzarsi.

Appena mise i piedi nudi a contatto col freddo del pavimento rabbrividì da capo a piedi, maledicendo mentalmente il sonnambulo che lo stava cercando e le sue ciabatte di Harry Potter sempre troppo lontane dal letto.

A tentoni, sbattendo contro i muri nel buoi della casa, raggiunse il mobile a cassettoni su cui era poggiato il suo telefono.

Raggiungerlo fu quasi un sollievo per lui, che tuttavia non durò a lungo.

La voce “Numero Privato” lampeggiava sullo schermo.

Seguendo quello che aveva sempre detto sua mamma, Darren non rispose e tornò  a dormire.

“Ricordati figliolo, non si risponde se non sai chi è!”

 

“I’m the greatest star

I am by far, but no one knows it

If you’re gonna hear a voice

A silver flute…”

 

Solo dopo cinque minuti di tranquillità il telefono cominciò a squillare di nuovo, rompendo la calma  appena riconquistata per la seconda volta.

“Ma cazzo!” la scena si ripetè. Darren rimase incerto sul da farsi, guardando il suo cellulare squillare, vibrare e lampeggiare, col rischio che cadesse dal mobile.

Alla fine, più della curiosità o della voglia di rispondere, vinse il rispetto che portava alle sue povere orecchie.

“Pronto?” disse, e avrebbe voluto aggiungere “Chi scoccia?” ma era ancora troppo educato – o rimbambito dal sonno- per farlo.

“Salve! Parlo con Darren Criss? Mr. Criss? Mi sente?” la voce che uscì dall’ apparecchio lo assordò. Era acuta, femminile e… italiana. Questo era poco ma sicuro, e per quanto          Dare fosse addormentato, l’aveva capito.

“Buongiorno… ehi, ma lo sa che ore sono?” chiese l’attore, cercando di concentrarsi e  fare mente locale.

“Si, certo, è.. l’una di pomeriggio!” la voce femminile gli rispose sicura. Darren quasi si dispiacque di dover distruggere le sue convinzioni “Ehmmm no, qui sono le tre di notte” .

La voce iniziò immediatamente a scusarsi, una sfilza di “Oh mio dio! Mi scusi, mi scusi” uno più acuto dell’altro. Le orecchie di Darren stavano tentando il suicidio, imploravano disperatamente l’attore di tornare a sentire la soave voce di Chris- era meglio di quello strazio. Tutto era meglio di quello strazio-

“Davvero non è necessario… non so neanche chi è…” tentava di smorzare il colpo il ragazzo.

“La lascio dormire, la richiamo dopo!”  e così dicendo, la voce riattaccò.

Darren rimase col telefono in mano, il tu-tu della segreteria e un’unica domanda in testa: chi diamine era quella squilibrata?

 

 

 

 

 

Quando si alzò, alle 10- con calma, perché quel giorno non avrebbe lavorato-  si sentiva leggermente sottosopra, soprattutto per quella telefonata.

Darren era sempre stato un tipo mattiniero e vitale anche alle cinque del mattino, cosa che succedeva spesso quando girava Glee. Ma Glee era ormai finito, da ben 10 anni!, e lui era stato impegnati in centinaia di migliaia di progetti. Non aveva neanche avuto il tempo di pensarci, allo show.

Ma se lui era mattiniero, gli altri sembravano degli orsi appena usciti dal letargo, perfino Chris. Soprattutto Chris. Se lo avessi svegliato durante il suo sonno di bellezza, il soprano ti sarebbe venuto a cercare con i suoi sai.

Chris… da quanto tempo non sentivaa né lui né gli altri ragazzi? Era successo proprio quello che lui aveva sempre temuto: con la fine dello show, l’aveva perso di vista.

Darren ci riflettè sopra, mentre faceva colazione e prendeva il primo caffè della giornata, al quale avrebbero fatto seguito molti altri. Ecco perché era sempre così schizzato!

Dopo essersi lavato ed aver deciso  di lasciar crescere un po’ la barba, perché non aveva voglia di radersi, Darren si ritrovò a fissare il suo cellulare.

Doveva chiamarlo? Avrebbe dovuto farlo? Magari potevano organizzare una rimpatriata…

 

“I’m the greatest star!”

Il telefono prese vita improvvisamente. Sembrava essere posseduto!

Il solito “Numero privato” ricomparve, e lui non esitò a rispondere. Voleva vederci chiaro in quella faccenda.

“Pronto” la voce all’altro capo era diversa. Più marcata, e decisa. “Buongiorno, signor Criss. Mi presento, sono Vittoria. Ho ragione di credere che stanotte, la mia collega l’abbia chiamata. Le presento le mie più sincere scuse. Vorremmo proporle un progetto”

Si… era decisamente più professionale! L’altra sembrava più una fangirl impazzita.

“Sicuro.. ehm, vuole parlare col mio agente o ora?” chiese Darren “Ora. Se ci fa entrare, signor Criss” rispose la voce che ora collocava come Vittoria, molto pacatamente rispetto alle parole che aveva pronunciato.

“Farvi entrare?” Darren era sbigottito “E.. dove sareste voi precisamente?” il sorriso nella voce della donna si percepiva chiaramente  anche al telefono mentre ribatteva “Sotto casa sua, signor Criss!”

 

 

 

 

“Signor Criss, ha una casa bellissima, davvero!” osservò Vittoria “Grazie, Vittoria.. ma chiamami Darren. A cosa devo l’onore di questa visita? All’inizio non avevo capito chi voi due foste, ma quando vi ho visto vi ho riconosciuto immediatamente. Siete due imprenditrici molto famose anche qui in America, sapete? È un bene che le vostre idee siano arrivate fin qui” si complimentò l’attore con le due donne.

“Grazie signor… Darren” intervenne la ragazza chiamata Beatrice, visibilmente emozionata “Wow, non riesco a credere di essere davvero qui! Continui tu per me, Vicky?” disse poi, decidendo di cedere il passo all’amica, per poter continuare ad ammirare l’attore seduto davanti a lei.

“Cos’hai?” le chiese Dare confuso “Ah, non si preoccupi” intervenne colei che d’ora in poi – per comodità- chiameremo Vicky “Normale reazione di sclero, vero Bea?” l’amica le fece un cenno affermativo, troppo sconvolta per anche solo pensare di aprire bocca.

“Siamo qui per farle una proposta, Darren..”

 

 

 

 

 

“Ah, potevate dirlo subito!” esclamò il ragazzo riccioluto dopo che le due – solo Vicky, Bea era ancora persa- gli ebbero spiegato la loro idea “Era da tanto che volevo rivedere i ragazzi! E poi tranquille, non sto lavorando al momento, quindi potrei venire con voi a cercare gli altri membri del cast.. che ne dite?” propose il ragazzo, sorridendo al solo pensiero di rivedere  i suoi vecchi compagni di set.

Darren era fatto così, passava da un eccesso all’altro. Se fino a poco più di un’ora prima non era neanche sfiorato dall’idea di girare mezzi USA per ritrovare tutti i suoi vecchi amici dei tempi di Glee, ora quella stessa idea lo faceva saltellare allegramente nel suo salotto.

“È un si?” Bea sembrava sull’orlo di una crisi isterica, non si capiva se stesse per scoppiare a ridere o a piangere. “È un si!” confermò Darren  e la ragazza gli si tuffò tra le braccia, contenta.

Darren guardò Vicky terrorizzato dall’improvvisa dimostrazione di affetto della collega, e la ragazza sbuffò, prendendo l’amica per le spalle e staccandola letteralmente dall’attore.

“Professionalità, Bea” le ricordò “Non perché il suo personaggio è il tuo preferito di Glee tu devi stargli attaccata come una cozza!” la ragazza si calmò e abbassò gli occhi col aria contrita, e Darren intenerito l’abbracciò.

“Se io sono il suo… il tuo chi è?” chiese poi, staccandosi, a Vicky “Chris, Lea e .. Cory” rispose la ragazza, elencandoli sulle dita, e rabbuiandosi all’ultimo.

Anche gli altri due ragazzi tacquero un attimo, poi Darren fece una cosa che Beatrice aveva sempre adorato.

Alzò il pugno, dando un piccolo colpetto all’aria, e la ragazza sorrise mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, come succedeva puntualmente da quando lui l’aveva fatto  durante l’intervista da Conan per la prima volta.

 

Lui gliele asciugò con i pollici e poi sorrise. Per stemperare l’atmosfera, diventata così cupa, si aprì in un gran sorriso e urlò “Lea è a New York!”

Le due amiche si guardarono, poi Vicky rispose con fare sognante “Lo sappiamo”. Grata per il cambio di argomento, la ragazza condivise un’altra informazione importantissima “Jonathan è con lei. Stanno lavorando insieme in teatro”.

“Chris è a Denver” aggiunse ancora Dare, gli occhi grandi per la soddisfazione di esserselo ricordato “Gli altri non so” aggiunse, quasi a scusarsi, con una scrollata di spalle.

 Le due amiche si guardarono “Sottovaluti il potere di internet” disse Bea, una luce pericolosa negli occhi.

“E queel odi due imprenditrici pronte a tutto!” La stessa scintilla si stava accendendo in quelli di Vicky. Darren non sapeva spiegarsi il perché, ma aveva  paura di quello sguardo. A prescindere.

Le due si girarono verso di lui, la luce folle negli occhi.

 “Oh, no” si lamentò “ È in arrivo una crisi di fangirlismo!”

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

Si lo ammetto, sono pazza: con questa ho tre fanfiction in corso, più occasionali one- shot che vanno e vengono. Non vi voglio svelare tutti i particolari subito, non sapete niente neanche del piano delle due… vi terrò in  sospeso per un po’.. muahahahahaha (Desy dice che non dovrei traumatizzarvi. Ops! Troppo tardi) dove ero rimasta? Ah, si: grazie a chi recensirà! Ma soprattutto grazie a Desy per farmi scrivere e a Camilla, perché ogni volta che parlo con lei tutte le trame diventano più chiare e comprensibili perfino per me che le scrivo.

Xoxo Bea.

P.S. Il rating è arancione, così mi sento obbligata ad inserire ogni tanto scene un po’.. spinte J

 

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Capitolo 2
*** #2 On Our Way ***


THe show capitolo 2

The Show Must Go On

 

#2 On Our Way

 

"Darren ma è una follia! Non dirmi che tu approvi!" Chris stava letteralmente per mangiarsi il telefono "Mi chiami dopo anni.. per dirmi questo?!" sbraitò nella cornetta.

"Potevi chiamarmi tu!" ribattè Dare, mantenendo la calma perchè quello era il suo migliore amico e no, non poteva farlo fuori via cavo.

"Io non chiamo mai le persone, sono loro a cercarmi!" rispose stizzito il soprano "Certo, come dimenticarselo? What Chris Colfer wants, Chris Colfer gets" si arrese Dare.

"Esatto!" gli diede ragione Chris, molto più soddisfatto.

"E allora inizia a desiderare di aiutarci, perchè è un'idea fantastica, Chris! saremo tutti insieme, di nuovo! Almeno, ascoltale" Darren tentava la sua ultima carta.

"E il lavoro?" chiese il soprano, dubbioso. Dare sorrise dall'altra parte: si stava arrendendo "Portatelo dietro. In fondo, è New York, non la luna" Sapeva che stava per cadere...

"Ok! Vi aiuterò! Venite domani, ci saremo io, Amber e Dianna" E senza aspettare una risposta, il soprano riattaccò.

Perchè anche se era incazzato con lui, Darren aveva ragione: quei pazzi gli mancavano da morire.

 

 

"Allora? Che ha detto?" Vicky e Bea aspettavano impazienti.

Darren le guardò afflitto "No? Come no?" Bea si stava abbatendo.

"SI!" Urlò all'improvviso lui "Ha detto si!" le due spalancarono gli occhi e risero, illuminandosi e correndo ad abbracciare l'attore.

"In qualunque modo tu abbia fatto, grazie!" disse Vicky.

"Ragazze, aspettate a ringraziarmi.. se lo convinceremo sarà un miracolo!"

 

 

Chris era seduto nel suo salotto, osservando concentrato le persone che si erano catapultate in casa sua. Darren era sempre lo stesso hobbit anche dopo tutto quel tempo, con i suoi ricci e quel culo... ok, loro due si erano divertiti parecchio durante le riprese, ma quello non era esattamente il momento per pensarci.

Chris fece scivolare lo sguardo sulle due ragazze insieme all'attore... chissà cosa ci aveva trovato Dare? non erano niente di speciale, davvero.

Erano tutte e due alte e fessuose, ma Vicky aveva una cresta con delle punte versi - Chris l'aveva reputata una ragazza coraggiosa per il solo fatto di portare un'acconciatura del genere- e un paio di occhiali blu e verdi fluo che nascondevano in parte il marrone chiaro dei suoi occhi. nell'insieme sembrava buffa  e simpatica, ma anche una che sapeva muoversi dappertutto. Una di cui ti fidavi inconsciamente.

Bea invece aveva i capelli lunghi e ricci da una parte, e leggermente rasati sotto la tempia. Portava anche lei gli occhiali e, nel complesso sembrava molto più posata della collega. Beh, Chris non l'aveva vista a casa di Darren, e meno male.

Ma, si capisce, questa impressione era anche legata al fatto che Vicky stesse sclerando. Da quando aveva messo piede in casa Colfer, Vicky aveva totalmente perso la testa, la sua professionalità era andata, per così dire, a farsi fottere. E non pensate male!

"Piacere, io sono Vicky, ma tu puoi chiamarmi Vittoria.. er, no è il contrario!" si impappinò la ragazza.

"Vicky, please, contegno!" la riprese l'amica "Piacere" disse poi rivolta a Chris "Lei impazzisce sempre appena ti vede" spiegò al ragazzo.

"T u però non farti tanto superiore! l'hai fatto poco fa!" la rimbeccò Vicky "Dillo che stavi sbavando dietro Darren" Bea divenne rossa.

Darren rise, e si sporse a salutare Chris, Amber e Dianna, che non vedeva da anni.

Si accomodarono tutti in salotto, e Darren cominciò "Ragazzi, abbiamo un progetto..."

 

 

 

 

"Ragazzi, non so se gli altri saranno d'accordo" Dianna era incerta "Ma contatemi dentro!" disse contenta "Chiamo Samuel e Chord, ok? Vi faccio sapere" promise, andandosene.

"Io non so.. chiamo Lea?" propose Amber "NO!" Urlarono tutti, cinque paia di occhi che la fissarono ansiosi.

"Ehi, calmi!" protestò lei "Scusa, Amber, ma Lea lasciala a noi.. non credo sarà contentissima di questa storia, sapete che per lei è dura anche solo affrontare l'idea.." disse Chris.

Sospirò "Immagino che dovrò venire con voi.. vi servirò!" disse teatrale.

 

 

 

Era ormai sera e stavamo cenando a casa Colfer.

Chris avrebbe voluto ordinare giapponese, ma Darren si era impuntato e ora era ai  felicemente fornelli, aiutato dalle due ragazze. il profumo del sugo si spargeva per casa, mentre Vicky sminuzzava il basilico e Bea scolava la pasta.

"Allora perchè proprio Glee?" Chris era seduto sul bancone.

Darren gli aveva vietato categoricamente di avvicinarsi ai fornelli, dato che il soprano non sapeva cucinare e combinava sempre dei casini quando ci provava. Il soprano si era inizialmente offeso, ma la vista della pasta aveva risvegliato un certo languorino e ora se ne stava buono. Ma non poteva negare di essere curioso.

"Beh.." iniziò Bea, incerta. Come si poteva spiegare a qualcuno cosa significava per un fan? Come si poteva di re a qualcuno che aveva inspirato profondamente la sua vita?

Vicky arrivò prima "Bea era quella fissata. Glee di qua, Glee di la.. io avevo visto solo alcune puntate, e per sbaglio! Pensa tu!" l'amica rise mentre Vicky spiegava.

"Poi le ho attacCato il virus" ammise la ragazza, soddisfatta "Ha visto quattro stagioni in due mesi.. e quando faceste la pausa di tre mesi durante la quinta, scleravamo insieme per sentirci meno sole"

Chris era seriamente colpito, aveva gli occhi sgranati... Vicky adorava quello sguardo!"

"Ma perchè proprio la NYADA?" Le ragazze si guardarono "La NYADA è il nostro destino! cit. Rachel" risposero in coro, scoppiando poi a ridere, seguite dai ragazze.

 

 

Naya Rivera si stava rilassando nella sua casa di Malibu, proprio sulla spiaggia. Era stata una giornata faticosa, e Grant non era ancora tornato a casa. Si era appena accomodata in veranda e aveva accavallato le gambe, pronta a godersi il sole caldo del pomeriggio, quando un tornado in miniatura entrò dalla porta.

"Jackie, tesoro, come stai? Vieni qui, piccola di mamma" la chiamò. La bambina con i capelli scuri e gli occhi verdi si sedette sulle ginocchia, abbracciando la madre.

"Papà quando torna?" chiese la piccola. Era una splendida bambina di cinque anni, e aveva preso il meglio dei due attori. "Presto tesoro"

In quel momento la porta si spalancò per la seconda volta, e Grant Gustin fece la sua comparsa in tutto il suo splendore.

"Indovina chi mi ha chiamato!" urlò tutto eccitato a sua moglie.

 

 

 

 

"Ragazze... ma quanto state andando veloce? Mamma ho paura!" Darren si teneva stretto alla maniglia dell'auto, le nocche bianche per quanto la stringeva e gli occhi sbarrati dalla paura

 "Voglio scendereee!" urlò, mentre implorava Vicky di rallentare almeno un po', per non fargli prendere un coccolone.

"Wow, Vicky guidi da Dio!" Chris invece si stava divertendo, lui non aveva mai paura della velocità, anzi lo faceva impazzire.

"Chris non mi abbandonare anche tu!" Darren stava implorando l'amico "Daii Vicky, cosa ti ho fatto di male?" chiese, tirando fuori i suoi famosi 'occhi da cucciolo abbandonato sull'autostrada pronto a donarti tutto il suo amore'

"Oh-oh, Vicky non guardarlo, è peggio del Basilisco" Chris diede un colpetto sulla spalla della ragazza, che finalmente rallentò.

"Alla prossima gira a destra" la istruì.

"Dove stiamo andando?" Darren si era ripreso "Rilassati, occhi da cerbiatto" intervenne Bea, che si  stava godendo la scena "Tra un po' lo capirai".

Quando Vicky superò per sbaglio il set, Chris urlò frustrato "Cazzo era lì!" e tutti lo guardammo straniti: lui non diceva mai parolacce.

"Scusate, mi è scappata" si giustificò, vergognandosene. "Non lo faccio più!" promise.

"Allora sei normale!" Darren si sporse ad Aabbracciare l'amico, gli occhi lucidi dalla commozione "Mi stavo preoccupando, non è normale non dire le parolacce, pensavo di doverti portare dal dottore!"

 

Vicky inchiodò davanti ad un vecchio capannone cinematografico, e tutti uscirono dall'auto.

"Ehi ma questo è.." Darren aveva capito, finalmente.

Chris annuì,  e si incamminarono.

Entrarono in silenzio, ed un vecchio set si offrì ai loro occhi. Le ragazze erano sbalordite: era impossibile, tutto era come dieci anni prima, come se non finito. Come nei loro cuori.

"Capa di menchia" esclamò Bea, e gli altri si girarono verso di lei.

"Cosa?!" esclamarono confusi.

"Scusate, la finezza mi è scappata di mano" disse, la ragazza visibilmente rossa.

"Vicky, Bea.." Chris era più avanti, e fissava rapito la scena

"Benvenute sul set di Glee"

 

 

Angolo dell'autrice

Salve a tutti! Come vi sembra questo capitolo? Lo so che è lungo e incasinato, ma consideratelo un capitolo di passaggio. Abbiamo visto vari personaggi, e vi sto lasciando vari indizi sul progetto.. cosa centra la NYADA, per esempio? Any ideas?? Lol

Sempre, grazie Desy.

Xoxo Bea

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Capitolo 3
*** #3 We Need A Star ***


cap 3 the show

The Show Must Go On

#3 ¯We need a Star¯

 

“Beaaa vieni a vedere!” Vicky stave urlando da una parte all’altra del set.

Dopo aver recuperato le cose per cui erano arrivati fin lì a Los Angeles, i ragazzi avevano deciso di portarle a fare un giro per le varie ambientazioni.

Vicky sclerava nell’auditorium quando Bea e Darren la raggiunsero. Subito dopo arrivò anche Chris, sorridente.

Le ragazze avevano le lacrime agli occhi: era il posto più bello che avessero mai visto, di più, era il posto dove avevano sclerato, pianto e gioito. Sapeva di casa.

 

“I am the greatest star!”

Il cellulare di Darren iniziò a squillare rompendo il silenzio dell’auditorium.

“Darren?” Chris aveva iniziato istintivamente a canticchiare il pezzo, per poi bloccarsi interrogativo quando aveva capito che proveniva dal cellulare del moro.

Darren era tutto rosso in viso, imbarazzatissimo “Ehmm… devo rispondere!” si scusò, per poi scappare- letteralmente- fuori dall’auditorium, con le guance in fiamme.

Chris guardò scioccato le ragazze, boccheggiando a vuoto per un paio di secondi. Quando riuscì ad aprire la bocca ed a modulare un paio di suoni, spiegò con un filo di voce “Era la sua suoneria quando stavamo.. non so, si può dire.. insieme?” azzardò.

Bea e Vicky si guardarono sconvolte, con una scintilla negli occhi che entrambe conoscevano bene e .. “This man is on fire!” canticchiarono, e Chris si unì alle loro risate, per poi tornare serio “Ragazze, davvero, voi non ne sapete niente, ok?”

“Ma ci mancherebbe!” rispose  subito Vicky “CrissColfer? E che cos’è? Si mangia??”* la spalleggiò Bea, citando una fanfiction che entrambe avevano letto, facendo scoppiare l’amica in un altro giro di risate: quell’autrice probabilmente aveva scritto solo la pura verità, d’ altronde con quei due tutto era possibile!

 

 

Quando Darren tornò, evitando accuratamente lo sguardo indagatore di Chris, spiegò “Dianna ha contattato Chord, Harry e Melissa. Hanno detto di si, e chiedono di essere avvisati per il giorno e l’ora. Io invece ho chiamato Grant e Naya” e questo lo disse maliziosamente “Che hanno promesso di chiamare Kevin, HeMo e Samuel” ridacchiò.

“Soprattutto, Grant voleva chiamare Kevin” disse con un tono pieno di sottintesi, e tutti iniziarono a ridere, tranne Vicky che non conosceva i retroscena ed i pettegolezzi tra i due ragazzi.

Come il fatto che quei due avevano sempre twittato troppo per i loro gusti… tutti quelli del cast credeva che ci fosse stato qualcosa tra quei due, sotto sotto. Molto sotto. Tipo a livello della vita.

“Amber invece ha chiamato Alex, Jacob, Blake e Becca. Sembra che i “piccolini” siano quelli a cui lo show manca più di tutti.. fatto sta che dice che Blake ha fatto un salto spettacolare quando l’ha saputo, e che Melissa si sia spaventata così tanto da aver rotto il vaso della nonna, ma a Blake non dispiace..”

“Dare, taglia corto” disse Bea, anche se visibilmente divertita “Beh hanno detto tutti di si, e chiedono se possiamo passarli a prendere.. tanto abitano tutti qui vicino, non sarà un problema” Darren era raggiante, aveva accolto quel progetto con la voglia di un bambino di cinque anni.

“Mancano solo Jenna, John… e Lea” fece il conto Chris.

“Beh..” intervenne Bea “È meglio muoversi, allora. Abbiamo preso tutto? Chiese per l’ennesima volta.

“Si, Bea” disse Vicky paziente.

Peccato, pensò la ragazza, erano in quell’auditorium -e chissà quando gli sarebbe ricapitato- e non avevano neanche cantato. Tornerò, promise, e allora sentirai la mia voce.

“Credo ci serva una macchina più grande” esclamò, una volta fuori.

 

 

 

“Darren non sclerare, stiamo arrivando! Si, ci ricordiamo dov’è casa tua. Si, certo che Sam sa dov’è.. almeno spero.”

Dianna chiuse la chiamata, sospirando rumorosamente. L’amico l’aveva chiamata circa dieci volte ormai, e questo solo per 5 minuti di ritardo! “Muoviti, non vorrei dover rispondere ad un'altra telefonata.. rischiereste di vedere rimbalzare il mio Iphone su quella zucca vuota” si lamentò.

Samuel era alla guida, visto che in teoria lui ‘ conosceva quella strada come le sue tasche’ – parole sue- mentre lei, Chord e Melissa fungevano da navigatori.

Navigatori molto scarsi, dato che si erano già persi tre volte. Alla fine si arresero ed avvicinarono un passante, un vecchio signore che portava a spasso un barboncino.

Questo li studiò a lungo, chiedendogli poi “Ma voi siete o non siete gli attori di Glee?” i ragazzi si guardarono e sorrisero, contenti che qualcuno si ricordasse del loro show “Sissignore, siamo noi” risposero orgogliosi “State tornando in azione eh?” ammiccò l’uomo “Le notizie girano.. in bocca al lupo!” disse e dopo avergli dato le indicazioni che servivano agli attori, riprese la sua passeggiata come nulla fosse, come se parlare con degli attori famosi gli succedesse tutti i giorni.

“Wow.. le persone a LA sono sempre più strane” commentò Chord “Che sia l’effetto di Darren?” chiese poi facendo ridere Melissa.

“Non è stranezza, è abitudine” commentò invece Sam, molto più filosofico.

“Tu zitto e guida!” lo rimbeccò subito Dianna, imbufalita perché si erano abbassati a chiedere della informazioni, dopo aver passato 6 anni, e sottolineo 6 anni, accampati in casa Criss.

Quella casa era stata testimone di grandi party e ancora più grandiosi afterparty, serate di sclero collettivo, serate di maratone Disney con Darren e le ragazze che correvano per casa litigando su quale principessa volessero essere da grandi, serate di Harry Potter per Darren e Chris.. poi i rave party di Mark, e ancora le serate Glee.

Era stata la casa dove avevano celebrato la fine di ogni stagione, era stato lì che si erano ritrovati dopo la morte di Cory, quella casa era stata il loro piccolo rifugio segreto agli occhi del mondo.

E che cavolo, possibile che non ricordassero la strada??

“È lì!” urlò Melissa all’improvviso, facendo prendere un colpo a tutti… Sam inchiodò, la macchina di dietro suonò a lungo e poi li superò, l’autista che imprecava a denti stretti in una lingua non definibile.

Dianna imprecò anche lei contro quel…. di autista, perché “A LA ti devi aspettare una cosa del genere” e poi tutti uscirono dall’auto.

 

“DARREN!” urlò Dianna sotto le finestre dell’amico, il grido più acuto che avesse mai tirato. Chord fischiò mettendosi due dita in bocca, e dentro la casa qualcuno si mosse.

Darren venne ad aprire, saltellando eccitato.

I ragazzi lo travolsero letteralmente, abbracciandolo e quasi soffocandolo. Poi si gettarono si Chris, abbracciandolo quasi famelici.

“Oh, per Gaga!” si lamentò il soprano “Mi state soffocando! Staccati, donna!!” scherzò poi, rivolto a Dianna, che gli si era incollata addosso tipo una piovra.

I ragazzi entrarono in casa, ridendo e scherzando…

 

 

 

 

“No, non c’è niente da fare.. We need “The Star” !” Disse Dianna, dopo che ebbero discusso a lungo.

“Lea.. deve tornare” aggiunse Chris.

“Io ho bisogno di lei” Vicky fece gli occhi da cucciolo e Chris sospirò “Dio, sei peggio di Darren. Non guardatela negli occhi!” avvertì gli altri.

I ragazzi sedevano nel comodo salotto di Darren, le due ragazze erano state accolte benissimo dal gruppo, e se ne sentivano già parte. Che sensazione fantastica..

Bea rise “Oh, si, è peggio di un Basilisco” scherzò, e tutti risero, tranne Chris, che le lanciò un’occhiata seriamente terrorizzata.

“No, ragazzi, davvero. We need the star” ora era seria.

“Si, We Need The Star” dissero tutti, in coro.

Era deciso: sarebbero volati a New York. Sarebbero volati ceffoni, pure, ma nessuno sembrò preoccuparsene.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

salve a tutti, popolo di EFP! Che dire, sono contenta di quest’altro capitolo, strano –lo ammetto- ma diverso, e poi adoro Samuel, credo sia un attore favoloso, e mi dispiace che non sia più in Glee. E ovviamente, amo Dianna alla follia vavavaav

We need the Star *Bea corre via inseguita dai medici con la camicia di forza*

 

*“CrissColfer? E che cos’è? Si mangia?” della bravissima DumbledoreFAN

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Capitolo 4
*** # NYADA is my destiny ***


#4 NYADA is my destiny

The Show Must Go On

#4 NYADA is my destiny

 

"Ugh... non ho mai volato così male" Chris si stava lamentando, bianco come un lenzuolo, mentre Amber e Vicky lo sostenevano sulla scaletta dell'aereo. Erano a New York, ed erano degli stracci.

"Cosa facciamo ora?" chiese Samuel "Di certo in 8 non entriamo in un auto e nemmeno in un taxi.. quindi?"

"Beh, aspettiamo un'illuminazione o ci muoviamo?? La gente ci passa sopra" si lamentò Dianna "Noleggiamo un furgoncino!" saltò su Vicky.

Tutti la fissarono.

"Beh, che c'è?" chiese la ragazza "Ho qualcosa tra i denti?" volle sapere, confusa.

"è strano ma.. hai ragione. è una buona idea" iniziò Bea, sconvolta dall'accaduto "Andiamo"

 

 

"Buongiorno, noi vorremmo parlare con la signorina Lea Michele"

I ragazzi avevano invaso la reception del miglior teatro di Broadway, e ancora non ci potevano credere. Le persone li guardavano male, perchè si erano accalcati gli uni siugli altri, ma effettivamente chi se ne stava fregando? Loro erano sopraffatti.

Tutto quel lusso, le luci, le poltrone... Lea lavorava davvero lì? "Wow" era l'unica parola che uscì dalle labbra di Vicky.

"Certo, come devo annunciarvi?" chiese l'uomo dietro al bancone "Non le dica niente, vorremmo farle una sorpresa" sul volto dell'uomo si fece largo un'espressione dubbiosa.

"Tranquillo, non è un attentato" chiarì subito Darren "Io ho lavorato in questo teatro, dovrebbe ricordarsi di me. Sono Darren Criss".

l'uomo strabuzzò gli occhi e sorrise  facendo illuminare la stanza"Signor Criss che piacere! Certo, se continua a nascondersi dietro al signor Colfer non la riconoscerò mai!.. vado ad annunciarvi!"

 I ragazzi risero e l'uomo se ne andò.

"Prego  ragazzi, vi aspetta nel camerino" I ragazzi annuirono in silenzio. Vicky stringeva nella mani un mazzo di rose rosse.

Bussarono alla porta e una voce melodiosa disse "Avanti!" Vicky e Bea avanzarono da sole. i ragazzi le avevano lasciate entrare per prime.

Lea era seduta sul bancone del camerino, ancora con i vestiti di scena addosso. Era bellissima, ancora di più di quel che Bea ricordava. I suoi occhi nocciola erano ancora più dolci visti dal vivo, e quel naso.. beh, ancora più buffo!

 

"Salve, ci conosciamo?" Chiese alle ragazze, mentre le faceva accomodare. "Certo! Noi.." iniziò Vicky "Si! Cioè No!" aveva risposto d'istinto, ma Bea le aveva tirato un pugno nello stomaco, sibilando"Contegno!" e la ragazza si era zittita.

"Quindi? Ci conosciamo o no?" Lea si stava innervosendo "No, signorina Michele, la mia collega intendeva dirle che noi la conosciamo, ma lei non ci ha mai visto prima d'ora. Io mi chiamo Beatrice e lei è Vittoria, e noi siamo due.."

"Stalker?" la interruppe Lea "Imprenditrici" finì la frase Bea, mentre Vicky si tratteneva per non riderle in faccia. O svenire. O tutte e due.

"Si, ammetto che sembriamo due stalker" Sopratutto Vittoria che continuava a fissarla con due occhi a cuoricino "Ma non lo siamo. Siamo italiane, anche se ormai viviamo in America. Volevamo proportle un .. progetto? Lo possiamo chiamare così?" Le due si guardarono, non ci avevano mai pensato sopra.

"Se non lo sapete voi! Ma guarda un po' queste due!" sembrava pensare Lea, ma non si espresse.

"Di che cosa si tratta?" chiese invece "Fate in fretta perchè non posso perdere neanche una seduta di massaggi, sapete?"

Poi ci pensò su e iniziò a parlare a  macchinetta "Devo preoccuparmi? Non volete farmi girare in topless ver? No perchè a mia discolpa vi dico che no, non posso, dopo Glee.."

"Ecco!" la interruppe Vicky "Glee! Le dobbiamo parlare di quello.. ma prometta di ascoltarci fino alla fine"

Prima di buttarci fuori. Ma questo Bea non lo disse, si limitò a pensarlo. Sperava proprio che non sarebbe finita così!

 

 

 

"NO!"

Lea le buttò fuori dal suo camerino. Mentre le spingeva fuori, la collana si sporse, e le deue lessero un nome in un  lampo di luce "Cory".

Le due sussultarono. Era un'altro di quei momenti in cui si ritrovavano  a parlare insieme.

Lea si fermò. abbassando gli occhi e guardando la catenella con occhi tristi e innamorati.

"Ancora? Dopo tutto questo tempo?" chiese Bea, piano "Always" rispose Lea, mesta.

"Cit. Severus Piton" aggiunse Vicky "Piton? Snape" la corresse Lea, alzando di scatto gli occhi, e Vicky arrossì.

Maledetti nomi inglesi!

 

"Ragazze, il vostro progetto è bellissimo. Davvero. So che Cory avrebbe voluto che continuassimo con lo show, ma io non ci sono mai riuscita. E comunque io non sono lui. Però, ci penserò" Promise Lea.

Ed effettivamente, era il massimo che potessero aspettarsi.

 

 

 

Le ragazze avevano tralasciato un piccolo, insignificante particolare durante la loro chiacchierata con Lea.

Non sarebbe stata solo la ragazza a dover partecipare, ma tutto il cast!

“Ehm Lea.. potresti andare in auditor.. in teatro?” chiese Bea “ Scusa, forza dell’abitudine. C’è qualcuno che ti aspetta o così hanno detto.”

L’attrice le guardò, annuendo.

 

 

“Just a small town girl

Living in a lonely world

She took the midnight train going anywhere”

Darren entrò improvvisamente in scena, iniziando a cantare. Da diverse parti del teatro, così che Lea non sapeva più da che parte girarsi, partirono i cori in sottofondo.

 

“Just a city boy

Born and raised  in South Detroit

He took  the midnight train going anywhere”

Dianna e Amber entrarono da due parti opposte, sorridendo a Lea in platea e salendo sul palco di fianco a Darren.

 

“A singer in a smocked room

A smell of wine and cheap perfume

For a smile they can share the night

It goes on and on and on and on”

Chris apparve e alla sua voce cristallina si unì quella di Darren. Lea appena vide il suo migliore amico si coprì la bocca con le mani e iniziò a piangere.

 

“Strangers, waiting

Up and down the boulevard

Their shadows searching in the night

Streetlight people

Living just to find emotions

Hiding somewhere in the night”

Tutti i ragazzi corsero sul palco, e c’era chi rideva, chi piangeva, chi salutava con la mano e chi semplicemente cantava, facendo parlare il suo cuore e le sue emozioni per sé.

 

“Don’t stop believing

Hold on to that feeling

Streetlight people oh

Don’t stop believing!”

Vicky e Bea si guardarono e non ci fu bisogno di parole: presero Lea ciascuna per un braccio e la tirarono sul palco, in mezzo a tutti i suoi amici.

 

“Working hard to get my feel

Everybody wants a thrill

Pay anything to roll the dice just one more time”

Chris e Lea si abbracciarono stretti, e la ragazza si concesse finalmente di cantare

 

“Some will win, some will lose

Some are born to sing the blues

Though the movie never ends

It goes on and on and on and on”

In coro, attaccarono il ritornello, sentendosi di nuovo uniti dopo tutto quel tempo. Ed era una sensazione meravigliosa.

Si, è vero, molti di loro mancavano ancora all’appello, molti non erano lì o non ci sarebbero stati più, ma la realtà era che non se ne sarebbero mai andati dai loro cuori.

E loro erano lì, a cantare la loro canzone, sempre più forte mentre gli anni passavano, e loro tornavano velocemente quei bambini di 20-21 anni che erano entrati su quel set e lo avevano reso la parte migliore della loro vita.

Lea sorrise tra le lacrime, mentre pensava a quanto tutto quello sarebbe piaciuto a Cory, a quanto si sarebbe divertito, se solo fosse stato lì. Ma lui non c’era. Lui non c’era, era con lei, e l’attrice aveva il compito di vivere quelle esperienze anche per lui.

Lea capì, e fece la sua scelta.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

Si, sono qui. Si, sono viva. Allora, innanzi tutto: GRAZIE BABBY! (Ho vinto la scommessa)

Poi: Avete visto gli Oscar? So che è passato un bel po’, ma il discorso di Ellen è stato il migliore di tutti, ancora rido.

Terzo: Che ne pensate del capitolo? Ho voluto dedicare un intero capitolo a Lea perché è stata quella più colpita, in tutti i sensi.. e mi sembrava quasi ovvio che non volesse avere più a che fare con lo show.

Ultimo (Prometto): Questa settimana sarò fuori, quindi non so se riuscirò a rispondere alle recensioni, se ce ne saranno come spero. Scusatemi se non vi risponderò subito.

Xoxo Bea

Ps: Don’t stop believing ci sta, non esisteva che non la mettessi <3

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Capitolo 5
*** #5 Glee Cat is back! ***


#5 Glee Cast is back!

The Show Must Go On

#5 The Glee Cast is back!

 

“Si, questo posto è perfetto! Non vedo l’ora di farlo vedere ai ragazzi.. una mano di vernice, finestre nuove,  banchi e sedie ed è fatto!” Bea era soddisfatta.

“Bea! I banchi ok, le sedie va bene.. ma gli strumenti?? Gli strumenti, dio santo, dove li troviamo?” Vicky riemerse da uno scatolone nel quale si era seppellita alla ricerca di chissà che cosa, guardando in cagnesco l’amica.

“Una cosa per volta, ok? Hai qualcosa nei capelli” Bea le tolse un po’ di espanso bianco dalle ciocche verdi  e le due si sorrisero.

“Chiederò a Darren per gli strumenti. Gli avremo, anche a costo di farli arrivare da Nashville” promise la ragazza.

“Dove!?” chiese Vicky, incerta.

“Appunto” rispose Bea ridendo, e contagiando anche l’altra.

 

 

 

 

 

“Ragazzi, questo sarebbe l’atrio, dovete immaginarlo fresco di vernice e di armadietti. Incassati al muro ovviamente. Di là c’è già la presidenza e di qui le aule, i banchi e le sedie arriveranno”

Bea e Vicky stavano facendo fare un giro della struttura ai ragazzi del cast, e li stavano anche stordendo di chiacchiere, mentre i poveretti facevano del loro meglio per guardarsi intorno, sorridere e annuire. Non ci stavano capendo molto.

Si trovavano all’interno di un bel palazzo degli anni cinquanta, in stile vittoriano, con le colonnine di marmo a ogni entrata e persino ai lati delle finestre, posto al centro di New York, a Manhattan.

Darren non voleva nemmeno sapere quanto gli fosse costato acquistarlo, e quanto gli stessero costando i lavori. Ancora una volta pensò che le due fossero pazze.. e in quel caso avevano trovato il posto adatto a loro!!!!!

Anche gli altri erano a bocca aperta, e chi sapeva lo era ancora di più, perché non potevano credere che un’idea del genere stesse veramente prendendo forma, andando oltre ogni loro aspettativa o previsione.

Le ragazze li portarono nel teatro, e tutti rimasero sbalorditi.

“ È stata la prima struttura che abbiamo rimesso a posto. Come vedete.. dovrebbe andare bene.” Le due  tenevano molto all’opinione degli attori perché, beh, erano attori.

Trovarono un’aula vuota, e si accomodarono lì. I ragazzi si sistemarono per terra a gambe incrociate, come se nulla fosse, e Bea rimase sbigottita. Sembravano così a loro agio, così .. familiari.

“Bea, Vicky, questo posto è stupendo, e l’idea di farla diventare una scuola è molto buona, ma noi che ci facciamo qui?” chiese Naya alle due, titubante. Jackie era seduta comodamente in braccio alla madre, e ascoltava interessata.

“Credo sia ora di spiegarvi perché siete qui” iniziarono le due.

“Anni e anni fa, eravamo compagne di  banco alle superiori. Non che andassimo benissimo a scuola, ma questo a voi non interessa. E neanche a noi, non più. Però avevamo dei sogni, tanti tanti sogni e idoli, troppi idoli. C’era una serie in particolare che ci aveva sconvolto la vita, in meglio, anche se era finita troppo presto per i nostri gusti. Sapete che stiamo parlando di voi”

I ragazzi iniziavano a sorridere entusiasti. Soprattutto chi sapeva.

“Abbiamo realizzato tanti dei nostri desideri, ma questo è l’ultimo. È l’ultimo e volevamo che fosse perfetto” Vicky e Bea si guardarono e dissero all’unisono “Vogliamo aprire la NYADA. E vorremo che voi fosse gli insegnanti”.

Tutti i ragazzi iniziarono a parlare contemporaneamente “Ma come?” dicevano “Non è possibile” oppure “Si, ragazzi, possiamo farcela!”

“SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII” Darren invece saltellava  in giro per la stanza, gli occhi a cuoricino che luccicavano  per la contentezza e i ricci che ballonzolavano in testa. Dieci anni. Sembrava avere die… no ok, cinque anni.

“Dare, tesoro, vieni che ti porto un tranquillante” Chris sorrise e prese il moro per un braccio, portandolo a sedersi e scatenando una serie di “OOOHH” e “AWWWW” da parte del cast.

Vicky fulminò prima Bea, che era in un angolo a ridere della scenetta con le lacrime agli occhi, e poi i ragazzi. Si zittirono tutti immediatamente per il terrore che sapeva incutere quello scricciolo di ragazza.

Naya, Grant e Kevin di guardarono, non sapendo cosa dire.

Naya tossì e prese la parola “Bea, Vicky, voi sapete quanto amiamo il nostro show, quanto tempo abbiamo passato in Glee e tutte le cose che sono successe. Ci piacerebbe, davvero, ma così.. su due piedi.. non sappiamo cosa dirvi”

Bea annuì comprensiva “Non mi aspettavo un “si” senza riserve, Naya. So che il nostro progetto è folle, e che comunque voi avete le vostre vite da mandare avanti. Sappiate però che ci sarà sempre un posto per voi qui”

Vicky non intervenne. La ragazza stava fissando Lea, raggomitolata a terra con gli occhi che fissavano  un punto lontano e le mani a tormentare la collanina dorata che portava al collo.

L’imprenditrice (Ma prima di tutto la fan.. no ok, l’imprenditrice) attraversò la sala, sedendosi con grazia al fianco dell’attrice ed abbracciandola. Sapeva chi stesse vedendo.

“Cory l’avrebbe voluto tanto” la voce rotta della mora le arrivò come un sussurro, e le fece stringere il cuore. Aveva ragione, aveva maledettamente ragione. Ma..

“Non possiamo fermarli se non vogliono. Non proveremo neanche fermarti, se anche tu non vuoi” sussurrò a sua volta, stringendola a sé, ricordandosi come non le avesse dato ancora una risposta.

“Lo so, ed è questo che fa male anche perché… A me piace qui. Credo che ci rimarrò per un bel po’.”

Lea tirò su col naso, e fece un piccolo sorriso a Vicky, che dovette fermarsi per verificare di aver capito bene. Si aveva capito benissimo.

L’attrice si diresse spedita verso Naya, Grant e Kevin, abbracciandoli tutti. “Voi due sempre in coppia eh? Tipo i carabinieri” Borbottò burbera, rivolta verso Grant e Kevin. I due diventarono rossi e distolsero lo sguardo.

 

I ragazzi rimasti si guardarono, combattivi più che mai. “Quando si comincia?” chiese Chris.

“Beh, dovremmo sistemare perciò.. o rimanete e ci aiutate, o vi chiamiamo quando finiamo” propose Vicky.

“Ovvio che rimaniamo!” dissero in coro Samuel e Darren, costringendo anche gli altri a rimanere lì per non fare figuracce “Pitturiamo!” urlò il moro sovraeccitato.

“State pronte a ritrovarvi le sue impronte su tutti i muri, come se avesse cinque anni” borbottò Chris, alzando gli occhi al cielo, e preparandosi a rincorrerlo con l’ennesimo tranquillante.

 

 

 

 

 

 

“Dio, sono stanchissima!” Bea si stava lamentando in italiano con Vicky mentre chiudevano la struttura. Era molto tardi, quasi le dieci di sera. Ben oltre l’orario che si erano prestabilite, ovvero le 8!

Ma c’era così tanto da sistemare.. avevano iniziato dal piano terra, in modo da renderlo agibile da subito. Avevano dipinto il corridoio e scartato gli armadietti, finendo di montarli proprio qualche momento prima.

Era la fine di giugno. Per settembre la scola doveva, e sottolineo doveva, era aperta. Dovevano sbrigarsi: il programma era pronto, i permessi anche, c’era tutto, persino gli insegnanti. E che insegnanti…

A quel pensiero, tutte e due sorrisero. Ancora una volta, avevano pensato la stessa cosa.

“Ragazze!” Chris e Darren gli stavano correndo incontro. “Venite con noi! Vi abbiamo preparato una cosa..” dissero, prendendole per un braccio ciascuno e trascinandole via.

 

“That’s life/ Is it real/ Is it fake…”

Le ragazze entrarono in un locale molto piccolo, molto scuro e molto affollato. Il cast le aspettava seduto, anzi schiacciato tutto in due tavoli uniti. “Wee!” le salutarono, con tanto di cori da stadio.

“Visto che vi abbiamo trascinate qui” iniziò Darren, mentre le due si accomodavano “Dobbiamo anche spiegarvi il perché.. dobbiamo valutarvi!” disse, soddisfatto. Le due si guardarono, certe di aver capito male.

“WTF?” chiesero insieme.

“Beh, se dovete insegnare con noi, soprattutto canto, dovete saper cantare, no?” chiese, tutto soddisfatto. Era logico, persino per lui, e tutti annuirono convinti.

“Veramente.. io dovrei insegnare storia della musica italiana” azzardò Vicky “E se ti chiedono di cantare?” Chris credeva di averla incastrata, ma non la conosceva ancora “Canto Alessandra Amoroso!” rispose lei, ovvia.

Ma anche lei non conosceva ancora Chris “Allora facci sentire!” la sfidò, obbligandola ad alzarsi e a raccogliere la sfida. Vicky imprecò in italiano e sia Darren che Lea risero.

Vicky trascinò Bea con sé, e iniziarono a discutere a bassa voce.

“Immobile?”

“No, troppo alta!”

“Allora.. Ciao!”

“Idem!”

“Starò Meglio!” urlò Vicky, un sorriso sulle labbra

“Tu sei pazza!” la sgridò Bea, ridendo.

“A parte gli scherzi, l’unica che possiamo fare senza rovinarla è “Che peccato”.. e non sono neanche sicura. Ma è la più semplice.. forse”

“E sia!” le rispose Bea, dandole un cinque e poi abbracciandola.

Le due salirono sul palco e si appropriarono dei microfoni e del computer. Trovarono la base, presero un bel respiro e attaccarono.

“Scusa se a volte parlo ancora con i tuoi occhi

Se ancora credo che mi capirai”

Vicky attaccò per prima, piano. Aveva davvero una bella voce.

“Ci sono momenti in cui mi sembra che mi cerchi

Ed altri che non mi hai trovato mai”

Continuò Bea.

“Scusa se a volte sento ancora che mi tocchi

O peggio, che la pensi come me”

Vicky riprese il controllo della canzone. Si stava davvero divertendo. Incredibile.

“Le cose adesso stanno come stanno

E così sarà per sempre, tu sarai”

Bea le rubò il palco, cantando il ritornello insieme a lei

“Tra mille cose che ti ho dato hai scelto le parole

Che peccato, oggi c’è anche il sole

Se guardavi meglio dietro c’era il cuore

Che peccato, oggi c’è anche il sole”

Dal loro tavolo i ragazzi si stavano divertendo tantissimo. Erano brave, dovette ammettere Chris, piuttosto compiaciuto. Non erano in mano a delle incompetenti.

Darren, che ormai aveva capito la melodia, si alzò insieme a Lea e HeMo, andando a recuperare altri tre microfoni con le rispettive aste, e improvvisò un coro sotto le due amiche.

Vicky e Bea si guardarono contente.

“Tra mille cose che ti ho dato hai scelto le parole

Che peccato, oggi c’è anche il sole

Se guardavi meglio dietro c’era il cuore

Che peccato, oggi c’è anche il sole”

 

 

“Siii!” dissero tutti quanti “Brave.. non abbiamo capito niente ma brave” se la rideva Chris.

“Parla per te, elfo!” lo riprese Dare “Io l’italiano lo parlo benissimo!” si impuntò.

“Si, si sta parlando “Al dente pasta!” ma dai, ha fatto il giro del mondo!” lo riprese Harry, e Darren si girò sconfitto “Credevo davvero che si dicesse così!” si lamentò

 

 

Angolo dell’autrice

Salve! Sappiate che se non pubblicavo oggi probabilmente sarei finita squartata dalla mia amica Desy, che voi conoscete benissimo, perciò eccomi qua! Amo questo capitolo per i vari intrecci e la storia che si va rivelando, e poi mi sono divertita da morire per le gaffe di Darren.. io AMO quel ragazzo, e poi anche Chris, Lea.. io amo tutti… ma Darren è il mio prince charming! Tutto inutile! Ok, prima che io inizi definitivamente a fangirlizzare senza un domani, cosa ne pensate della puntata di ieri??

Recensite!!

Xoxo Bea

 

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