Music Inside

di Charlotte Atherton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

La musica ci collega, unisce ogni creatura di questo mondo: voci umane mescolate e raccolte dalla singola voce del vento, insieme col cinguettio dei fringuelli e il gorgoglio dell’acqua… Tutto è uno, e nel contempo è molte cose assieme, e non esiste di meglio che una melodia prodotta da più strumenti: ricca e corposa, riesce ad adattarsi a qualsiasi situazione, dalla più triste alla più gioiosa, semplicemente mettendo in risalto le note soavi dell’arpa piuttosto che quelle cupe e profonde del basso.
Anche io faccio parte di questa melodia, pur essendo muta dalla nascita: il mio violino è la mia voce, il mio mezzo di comunicazione, l’unico modo di esternare pienamente i miei sentimenti. Come il “Wanderer” decantato da Heichendorff, così anch’io non mi separo mai dal mio strumento prediletto e unico amico fedele, che porto meco ovunque mi reco.
Io amo suonare immersa nella natura, e ogni giorno vago per la città in cerca di un posto dove trascorrere il pomeriggio. Fu proprio durante uno dei miei vagabondaggi che incontrai lui, il misterioso ragazzo dagli occhi di ghiaccio, per la prima volta.
Come mio solito stavo suonando, e quella volta era una melodia gaia e spensierata, attinta dal mio repertorio di musica celtica. Ero quindi intenta ad assecondare il ritmo delle note col mio corpo, maestra nel gestire contemporaneamente violino, archetto e passi di ceili, quando avvertii uno sguardo su di me e, girandomi, scoprii che due pozze di cielo mi stavano fissando, sorridendo meravigliate.
È da quel giorno che suono per lui, e lui solo, tutti i pomeriggi, presso quello che ormai ho soprannominato il “nostro” parchetto, all’ombra delle querce. E lui è sempre lì ad attendermi impaziente, il mio “ojos de ciel”. Così lo chiamo, poiché il suo nome mi è ignoto e mai mi ha parlato. Eppure, è come se mi conoscesse più a fondo lui di tutte le altre persone a me vicine, madre e padre compresi.
Credevo che sarebbe stato così per sempre, non avevo ancora idea che il nuovo Governatore nominato dall’Associazione avrebbe imposto il divieto della musica, men che meno avrei immaginato che la mia vita sarebbe cambiata così radicalmente, e che quel ragazzo sarebbe diventato così importante per me.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Oggi non voleva proprio saperne di staccare gli occhi da me. Non avevo ancora iniziato a suonare eppure continuava a fissarmi con insistenza, i suoi occhi di cielo fissi nei miei verdi.
Decisi di avvicinarmi a lui, volevo conoscerlo. Nonostante continuassi a ridurre la distanza tra noi il biondo non si spostava, anzi, continuava a scrutarmi imperturbabile. Arrivai a pochi centimetri dal suo volto e mi sorrise: sembrò illuminarsi, era bellissimo. Avrei risposto al sorriso se non fosse che mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Spalancai gli occhi per la sorpresa, era una cosa totalmente inaspettata: avevo il cuore a mille e il respiro accelerato, ma credo sia normale al primo bacio.
Si allontanò leggermente, imbarazzato: “S-scusami… I-io…” sorrisi, finalmente sentivo la sua voce, era calda e piacevole da ascoltare: proprio come me l’ero immaginata! Aveva però un accento strano: non sembrava italiano, menchemeno di Roma, piuttosto aveva una vaga inflessione inglese, anche se non avrei saputo dire con certezza da dove provenisse.
Lui era visibilmente confuso dalla mia reazione: “Ma… come?! Non sei arrabbiata?” scossi la testa. Lui inclinò leggermente il capo: “Tu non parli?”. Negai nuovamente. “Come mai?” chiese. Io mi toccai la gola con la mano, poi scossi l’indice: purtroppo era un po’ difficile spiegare a gesti che avevo una malformazione alle corde vocali, ma sembrò comunque intuire: “Sei muta?”. Annuii, poi però accennai un paio di note col violino. Le sue labbra si inclinarono all’insù: “È il violino la tua voce” feci un cenno, felice che avesse capito.
Incominciò a parlare, e le sue gote si tinsero di rosso: “Sei… sei incredibilmente talentuosa e… E così aggraziata mentre suoni e balli!”. Le mie guance erano in fiamme, non ero abituata a ricevere così tanti complimenti, il mio capo abbassato in un inchino di ringraziamento. Mi sollevò il mento con un dito: “Non essere in imbarazzo” le nostre labbra si incontrarono ancora. Stavolta fui io a interrompere il contatto per prima: si stava facendo tardi e dovevo tornare a casa. Lui mi guardò confuso, allora gli indicai il mio orologio da polso, fortunatamente capì e mi propose di accompagnarmi a casa. Non avrei dovuto accettare, in fondo eravamo poco più che sconosciuti: non sapevo nemmeno il suo nome! Del resto però neanche lui sapeva il mio, senza contare che avrei sempre potuto fami lasciare all’inizio della via, così non avrebbe scoperto l’esatta collocazione della mia abitazione, quindi accettai.


Spazio autrice:
Spero che la storia vi piaccia, l'ispirazione mi è venuta guardando "August Rush: la musica nel cuore", film davvero stupendo, e leggendo il libro "Schegge di me" di T. Mafi. Per qualunque cosa (dal "fa schifo, devi assolutamente migliorare!" al "mi piace, non sei male") scrivetemi nei commenti, così so regolarmi.
Vostra,
-Charlie <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Il caldo afoso di fine agosto si faceva sentire mentre, ormai usciti dal parco, camminavamo fianco a fianco per le vie di Roma, il sole in prossimità dell’orizzonte alle nostre spalle. Eravamo quasi giunti a destinazione, la mia abitazione era situata sì in periferia, ma abbastanza vicino al “nostro” parco da poterlo raggiungere in una ventina di minuti. Il mio misterioso accompagnatore, gli occhi socchiusi e le labbra piegate in un sorriso, stava mormorando la melodia da me suonata col violino, per accompagnare la nostra camminata. Quando il brano finì si voltò verso di me: “Non riesco ancora a capacitarmi della tua bravura, davvero! Ogni volta riesci a evocare in me sensazioni sempre nuove e mai eguali tra loro, e mi beo delle tue note come gli dei dell’ambrosia, e anelo cotidie di poter immergermi nelle tue note soavi”.
Non mi aspettavo di certo un complimento come quello: certo sapevo che apprezzava la mia musica, ma non credevo a quella maniera. E non potei fare a meno di sentirmi estremamente lusingata e, forse, quella volta molto più di tutte le altre, limitata nella mia mutezza. Avrei voluto poter ringraziare come si meritava quell’angelo biondo, mentre tutto quello che riuscivo a fare era sorridere e annuire. Non che lui ci fosse rimasto male, anzi, si era avvicinato per accarezzarmi dolcemente una guancia, però io volevo dimostrargli di più.
Probabilmente si accorse della mia espressione corrucciata, perché mi chiese: “Qualcosa non va-” ma si bloccò prima di finire la domanda. Lo guardai incerta.
“Mi sono accorto solo ora di non sapere il tuo nome” mi rispose con lieve imbarazzo. Feci un risolino sommesso prima di prendere in mano la collanina col mio nome, precedentemente invisibile poiché nascosta dalla camicetta da me indossata. Essendo muta, i miei genitori avevano pensato bene di regalarmene una in caso qualcuno mi ponesse una siffatta domanda.
Lui la guardò per un momento. “Beatrice” lesse ad alta voce, poi spostò il suo sguardo sui miei occhi e si aprì nel più bello dei sorrisi: “Hai un nome stupendo, proprio come te”. Realizzai che era un corteggiatore di prima categoria, e per essere così bravo doveva sicuramente aver fatto pratica con le sue precedenti vittime, ma non potei comunque fare a meno di arrossire e questo fece ampliare il suo sorriso.
“Comunque, io sono Niall” si presentò lui. Che strano nome, non l’avevo mai sentito! Beh, quanto meno questo mi dava la conferma che non fosse italiano.
Ora lui non era più il misterioso “ojos de ciel”, bensì Niall, il corteggiatore dallo strano accento, e chissà perché morivo ancora di più dalla voglia di fare la sua conoscenza.

Note autrice:
Mi scuso per l'enorme ritardo nell'aggiornamento ma era da mesi che non entravo più su efp. Questo capitolo l'ho scritto qualch tempo fa e sarà l'ultimo che pubblicherò per un tempo indeterminato, dato che il 15 inizio l'università e ora ho la mente su altre storie. Cercherò però di non abbandonare del tutto questa storia, se mi dimostrerete che vi interessa. Come al solito vi invito a lasciarmi nei commenti un vostro parere sul capitolo (anche se chiamarlo capitolo è un'esagerazione, data la "cortezza").
Love, Charlie <3

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