Incontri

di Poseidone358
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro in discoteca ***
Capitolo 2: *** Incontro con invito ***
Capitolo 3: *** Incontro... bo ***
Capitolo 4: *** Incontro addosso al muro ***
Capitolo 5: *** Incontro con cioccolato ***
Capitolo 6: *** Incontro, puffo, magia e fraintendimenti ***
Capitolo 7: *** Incontro con cioccolato (2° punto di vista) ***



Capitolo 1
*** Incontro in discoteca ***


Primo incontro di una non so quanto lunga serie. L'ho scritto quando ancora pensavo che il mondo fosse bianco o nero. Castità-Lussuria. Negli incontri futuri vedrete la differenza.  Buona lettura. 


Luci stratosferiche, gente che balla, urla, schiocchi di baci: la tipica discoteca, da un lato vedevo S. pomiciare, dall'altro M fare chissà cosa. "Vieni a ballare?" "no, no grazie" l'ennesima ragazza, andai verso un tavolo libero, erano l'unica cosa bella della discoteca, piccoli tavoli tondi ai lati della pista. Giravo e rigiravo la mia bibita, me ne volevo andare, ma avevo promesso di restare fino a mezzanotte, mancava poco ormai e quel supplizio sarebbe finito. "Fedele a qualcuno?" "Che?" Un ragazzo si era seduto al tavolo, era carino per quel che riuscivo a vedere. "Sei un fidanzato fedele?" "No" "Sei l'unico in disparte" "'L'unico con dei principi morali in mezzo ad un mare di sgualdrine e gigolò, si infatti" "Allora perché sei qui?" "Volevo provare l'esperienza ma questo non è il mio mondo" spiegai, "è qual'è il tuo mondo?" -sempre più curioso- "passeggiate sotto la luna, nei boschi, un bagno di notte, il mio mondo è fatto d'amore non di sesso" dissi con aria sognante. Mi guardava con uno sguardo strano, "Puoi ridere se vuoi" gli dissi "Non voglio ridere sto cercando di capirti, sai io appartengo ai gigolò" mi sorrise, io arricciai il naso "Mi spiace non volevo offenderti", "Nessuna offesa... Continuo a non capire se non vuoi rimanere qui perché non te ne vai?" "Devo rimanere fino a mezzanotte l'ho promesso ad alcuni amici" dissi velocemente. Mi avvicinai a lui "Ora tocca a me, perché sei venuto a parlarmi e perché stai cercando di capirmi? Ti faceva pena il povero emarginato??" sbattei le palpebre mostrando il labbruccio, non riuscii a trattenere un sorriso, "Non avevo mai visto nessuno in disparte in una discoteca, di solito le ragazze sono talmente ubriache da baciare qualsiasi cosa abbia le labbra" "oh lo sono, avrò rifiutato una trentina di inviti, inviti non per me ma per il mio corpo" confermai, "Io al contrario frequento spesso le discoteche, non sai mai chi puoi incontrare","Oggi ti è capitato il tipo strano domani chi sarà?". Guardai l'orologio" è mezzanotte, è stato un piacere, ora vado" ,"Aspetta ti accompagno... Non saluti i tuoi amici?" "No sono troppo occupati". Finalmente uscimmo, libertà, la serata era finita, mi girai, altro che carino, era un figo, begli occhi marroni, moro, belle labbra, sorrisone, benedetti lampioni che illuminavano tale spettacolo. "Chissà magari trarrò qualcosa di positivo da questa giornata" disse, "Se ti ho fatto riflettere questa serata acquisterà un senso, magari inizierai ad avere un cuore e non solo cazzo" dissi, "mmm, non lo so, ho un gran bel cazzo" alzai gli occhi al cielo -oh ci scommetto-, "seriamente rifletterai sul mio mondo?"gli chiesi, "Promesso" era serio. "Ottimo, vado" dissi, "Te ne vai così? Lasciami almeno il tuo numero in caso non riuscissi a trovare dove ho messo il cuore." "Mm va bene, (...) ora posso andare?"chiesi "Ci rivedremo" disse con convinzione, sorrideva ma aveva un non so che di serio. Inutile dire ero al settimo cielo, la serata si era risolta magnificamente, oltre ogni mia immaginazione, andai a dormire traboccante di amore  e orgoglioso dei miei principi. A notte fonda mi svegliai con una nuova consapevolezza: non sapevo il suo nome, ne lui sapeva il mio.

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Capitolo 2
*** Incontro con invito ***


Ciao, dissi agitato, "Ciao" mi rispose sorridendo, amavo il modo in cui fermava qualunque cosa stesse facendo per sorridermi e rivolgermi quella piccola parola di saluto, ogni giorno vedere quel sorriso rivolto solo a me, faceva palpitare il mio cuore, e non mi importava più del 4 a fisica, volevo solo continuasse a sorridermi, a me e a nessun altro. Mi superò, lentamente il nostro incontro finì ora o mai più pensai, veloce mi girai e dissi deciso" Aspetta!" Si girò, "Sì?", mi chiese,"è successo qualcosa?" mi guardò preoccupato, con i suoi occhi marroni penetranti, si preoccupava per tutti sempre, era una delle cose che più mi piacevano di lui. "No, no, nulla, ti volevo solo chiedere se...," nonostante fossi più alto e grosso di lui, il suo solo sguardo riusciva a farmi balbettare "Sì?" mi incitò a continuare, la sua voce calma e dolce, "Se sabato vorresti venire a vedere un film con me, al cinema" dissi velocemente ora mi riderà in faccia "Certo, mi farebbe molto piacere" sorrise, non posso crederci, ha accettato, suonò la campanella di fine ricreazione, "Il film sceglilo tu, mi affido a te," continuò, su di qualcosa "Allora a sabato, ciao" agitò lievemente la mano e filò in classe, lasciandomi lì incredulo, mentre pian piano realizzavo che sarebbe stato il sabato più bello della mia vita.

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Capitolo 3
*** Incontro... bo ***


Sì lo so è un aborto spaventoso, avrei dovuto scriverle appena mi è venuta l'ispirazione, ho aspettato troppo e questi sono i risultati.

Vado? No, non vado, no G. fatti coraggio e vai, pensò alla fine con determinazione, lui era due scaffali dopo, in piedi con la testa china, intento a sfogliare un libro dalla copertina rossa, lo zaino ancora in spalla, la maglia scura senza maniche mostrava i muscoli delle braccia, -e che muscoli!- i bicipiti gonfi -scommetto che sotto quella fine maglia ha addominali marmorei- postura eretta, il sedere in bella mostra, messo in risalto dalla sinuosa linea della schiena, un viso bello, giovane, con capelli corti biondo castano,-non riesco a vedergli gli occhi- "ok vado"  mi tuffai, senza pensarci. "è bello? sono cinque minuti che sei in piedi, perché non ti siedi?" gli dissi, "Oh non molto, non raggiunge il livello di Bukowski," rispose, "Si be in pochi ci riescono,... "
...
... "Macché! parliamoci chiaro il signorino qui doveva scrivere di questo incontro tempo fa, ormai non ha più ispirazione" disse G, "Mi odi vero? tutto questo tempo per farmi incontrare questo pezzo di manzo, guarda che muscoli e che sedere!" si lamentò ancora. -No no non dire così- piagnucolò l'autore. "Sai quanto tempo ho passato in palestra, e un sedere così ci vogliono mesi per farlo, ora che faccio?" cominciò il ragazzo sconosciuto, -Veramente ci sarebbe lo strip all'angolo- mormorai, "Ah perfetto, addio signori" e il ragazzo con quel suo bel sedere e gli enormi bicipiti scappò allo strip all'angolo, divenne uno spogliarellista famoso, fino a quando non iniziò con il porno, così visse la sua vita di puro piacere, tra un orgasmo e l'altro. Mentre G, dopo aver pianto e pianto e in effetti non smise di piangere mai per tutta la sua vita, divenne un ciccione, e ancora oggi l'ho si può sentire esclamare "e che sedere!" fra un cucchiaio e l'altro di gelato, negli scaffali della biblioteca, ormai una biblioteca per pesci.

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Capitolo 4
*** Incontro addosso al muro ***


"Ancora tu? Ma che vuoi?" mi disse arrabbiato, quasi puntandomi il dito contro. "Devo solo ritirare un foglio, mi dispiace di averti tolto una scarpa a ricreazione, camminavo troppo velocemente" mi scusai, "Ora vattene su!" così feci, lo rincontrai lo stesso pomeriggio nella stessa aula, mentre solo soletto stava suonando, "Ancora mi guardi male? Ti ho chiesto scusa" dissi, mi guardò ancora torvo, senza dire niente. " No ora mi dici cosa ti ho fatto", mi misi davanti a lui, per bloccarlo e poterlo guardare negli occhi, occhi color caffè nero. "Levati" ordinò ,"No" replicai, "Levati" "No", eravamo vicinissimi, sguardi di fuoco. Poi mi baciò con foga, quasi voracemente, tale l'energia che mi spinse addosso al muro, nel poco tempo che impiegai a realizzare l'accaduto il mio corpo già si muoveva da solo, rispondendo al bacio e mettendogli le braccia al collo, le mani nei capelli. Il suo corpo sul mio bloccato al muro, la lingua che giocava con la mia, staccandosi di colpo, riprese la chitarra poggiata sulla sedia e se ne andò, lasciandomi a bocca aperta, affannato, sconvolto ed eccitato, addosso al muro. 

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Capitolo 5
*** Incontro con cioccolato ***


(Dea, questa macchinetta è lentissima!) pensai snervato "Odio aspettare" bofonchiai, "Din" fece la macchinetta, "Finalmente" gli risposi, mi piegai nel mio solito modo semi inginocchiato, sollevai la protezione in plastica ed estrassi il bicchiere tanto agognato. Mi rialzai e girai nello stesso momento, (Quasi cado) controllai lo stato del cioccolato e iniziai a girarlo con lo stecchino fornito; un passo avanti e bum, mi scontrai con un petto duro, versando il cioccolato su di esso, "Oddio, scusa sono così imbranato", si era allargata una macchia calda sulla maglietta, alzai lo sguardo, petto muscoloso, collo, barba rada, labbra rosso carnose, naso, occhi, llì mi fermai, due occhi neri con una piccola luce ad impedire il buio totale, le sopracciglia grosse e nere e la pelle perfetta, (è bellissimo!) mi sorrise, "Non ti preoccupare"; disse con una voce calda e forte, "No è stata colpa mia, mi dispiace tanto" " Vieni in bagno ti aiuto a ripulirti" lo presi per il braccio e lo tirai in bagno senza aspettare un suo consenso.Presi dal lavandino dello scottex e cercai di tamponare la maglietta "Aspetta me la tolgo" disse con un lieve rossore sulle guance, (Ok, posso farcela), presi altro scottex per asciugargli la pelle, "Sei tutto bagnato mi dispiace" dissi, "Basta scusarsi mi stai aiutando siamo pari" iniziai a tamponargli il petto, cercai di non notare i pettorali palestrati, o gli addominali marcati, tanto meno la linea di peluria che scendeva dall'ombelico ai boxer, cercai di esser delicato ma veloce "Dovrei essere asciutto grazie" sbuffai, come poteva ringraziarmi,mi prese la mano appena libera dallo scottex bagnato "No sul serio grazie" arrossii, la mia mano fra le sue non aiutava... "E ora? Hai un'altra maglietta?" gli chiesi "Ho un giacchetto in classe." Ok te lo prendo, uscii dal bagno, rientrando prima che la porta avesse il tempo di chiudersi, "Aspetta non so in che classe sei" "4A, il giacchetto è nero sembra pelle, sta sulla sedia vicino alla finestra" annuii. Feci il più velocemente possibile, presi il giacchetto e tornai in bagno, "è questo?" chiesi, "Sì" si alzò dal muro dove si era poggiato nel frattempo, glie la diedi, fece per metterla, "Aspetta che fai? è leggera, sentirai freddo solo con quella addosso." gli dissi "Non posso rimettermi la maglietta sporca di cioccolato" replicò, "Non puoi chiedere a qualche compagno di classe se ha una maglietta in più?" "Proverò a chiedere ma non credo qualcuno di loro ce l'abbia" Ci guardammo senza altro da dire, lui con la giacca aperta sembrava uno di quei modelli sportivi di profumo..
"Non ci siamo presentati, piacere Marco", "Mim" ci stringemmo la mano. Sorrise, accennai un sorriso di ricambio, "Credo sia ora di tornare in classe, si staranno chiedendo dove siamo finiti" dissi. Uscimmo dal bagno, "Allora.. Ciao" dissi, alzando la mano in segno di saluto, "Ciao" mi rispose, "Magari ci rincontriamo," disse "Certo, devo controllare non ti sia preso un raffreddore" accennai alla giacca ora chiusa, "Ti aspetterò", sorrise, a pochi passi mi fermai sentendo la sua voce "Ah e Mim?" mi girai, scosso da un brivido, sentendo il mio nome pronunciato da lui, "Sì?" "Mi spiace per il cioccolato non l'hai potuto bere" alzai per un secondo il sopracciglio "Marco?" lo chiamai, "Sì?, "Mi spiace per la ricreazione, te l'ho rovinata" dissi, sorridemmo, mi girai e andai via. 

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Ci sono alcune cose che non mi convincono in questo capitolo, si notano subito, se qualcuno riesce ad aiutarmi glie ne sono grato =)

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Capitolo 6
*** Incontro, puffo, magia e fraintendimenti ***


"Allora che volevi dirmi?" mi chiede con tono burrascoso. "Possiamo prima ordinare?" gli chiedo, non potevo perdere l'occasione di mangiare il gelato gusto puffo, mentre lui ordina, mi sentivo strano ad averlo davanti, proprio lui, con i capelli neri scompigliati dal vento, gli occhi azzurri come la distesa marina alla nostra destra, il suo sorriso, amo da sempre il suo sorriso. La cameriera posa la coppa di gelato blu sul tavolo, questo è l'unica gelateria dove ti servono direttamente loro, ed è possible mangiarlo su due tavolini tondi bianchi, alcuni con un ombrello blu chiaro al centro. Inizio ad assaporare il gelato, (ah è freddo!), lo vedo fare un mezzo sorriso per poi riprendere quella sua espressione arcigna, sono giorni che ce l'ha, sembra abbia di colpo esaurito tutte le altre mimiche facciali. Lo guardo, incrocio i suoi occhi, , respiro, (Senti questo profumo, ed ascoltane il richiamo, cercami se non ci sono, e guardami se ti chiamo...) continuai a recitare l'incantesimo (...Parlami ed ascoltami con cuore sincero, così capirò se il nostro è un amore vero), "Che buon profumo" dice, disperso solo per qualche secondo, aspetto qualche minuto, "Vuoi dirmi qualcosa?" gli chiedo alla fine, "Io? Sei stato tu a volermi parlare!" mi dice, continuo a guardarlo, non dice niente, (Non capisco), è ancora imbronciato,  (L'incantesimo doveva funzionare, neanche con i tarocchi sono arrivato a nulla), "Sì, hai ragione, poso il cucchiaino nella coppa di vetro ormai vuota, alzo lo sguardo su di lui, ha le braccia incrociate al petto. "Ti ho fatto qualcosa? Non mi parli, non vuoi uscire con me" dico, "Non vuoi più essere mio amico?" ne conclusi. "Non lo so"... "Mi fai impazzire, non posso stare sempre male, ci sono momenti in cui siamo così vicini, riesci a rendere romantica ogni situazione semplicemente essendo te stesso, non fai mai il primo passo e io non so che fare, e so che mi nascondi qualcosa ma ogni volta che ti guardo vorrei baciarti, abbracciarti, anche qui, anche ora, voglio averti tutto per me, e quei tuoi occhi, quando mi guardano mi sento morire, è così, sono innamorato di te! Ora lo sai e so che non ti piaccio, l'ho capito, ora vai, domani saremo ancora amici potremo fare finta di niente,  dovevo solo dirtelo" detto questo si gira verso il mare e chiude gli occhi, aspettando che me ne vada. Mi alzo, (per certe cose non serve la magia, bisogna solo avere un po di coraggio). Silenziosamente vado davanti a lui, gli tocco con la mano una guancia, chinandomi leggermente gli bacio quell'altra, "Avevo troppa paura di un tuo rifiuto" dico guardandolo negli occhi, infine lo bacio. (Altro che puffo, questo è meglio.) È il mio primo bacio e non so cosa devo fare così all'inizio sono un po impacciato. Mi abbraccia, stringendomi a sé, la sua lingua irrompe nella mia bocca, alla ricerca della mia, è quasi naturale baciarci, ora che tutti i muri sono caduti,  e ci siamo solo noi, il mare ed il sole ad illuminarlo.

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Credo sia abbastanza carino, è uno dei pochi, se non l'unico, che ho scritto subito appena mi è venuta l'ispirazione. Stavolta non ho usato nomi, e come al solito la voce narrante non ha una descrizione, quindi potete immaginarvelo come volete; per me è sempre lo stesso ragazzo minuto con gli occhi marrone cioccolato. Non so se sono riuscito a farlo capire ma l'incantesimo serve per fargli capire cosa prova lo scorbutico, stessa cosa i tarocchi. Spero vi piaccia.

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Capitolo 7
*** Incontro con cioccolato (2° punto di vista) ***


"Voglio parlare con te ora", mi disse la bionda (ancora lei, ma è ridicolo, non capisce??) "Ne ora, ne mai, non ci metteremo insieme, non mi metterò insieme ne a te, ne a quello laggiù", accennai ad un tizio lì vicino, era un suo amico, una checca insistente e superficiale "Ora andatevene" sbuffarono ma mi lasciarono libero (ora, un cioccolato, barretta magari) mi girai velocemente, dirigendomi verso le macchinette, passai accanto ad ragazzo che stava prendendo una bevanda, feci per superarlo quando quello saltò in avanti venendomi addosso, tutta la bevanda rovesciata su di me. "Oddio, scusa sono così imbranato" disse una vocina, alzai lo sguardo dalla maglietta bagnata per osservare il mio aggressore, era uno scricciolo, la sua testa mi arrivava poco più su del petto,  le labbra carnose sembravano voler essere morse, aveva la fronte corrugata, sembrava piccolo e innocente, mi guardò. "Non ti preoccupare" stavo sorridendo, ora potei guardarlo bene in faccia, gli occhi erano grandi e marroni, lo stesso colore del cioccolato, emanavano forza, come se fosse pronto a combattere contro tutto il mondo, anche se la sola idea mi faceva sorridere, avevo un gran desiderio di proteggerlo, rinchiuderlo in una torre con un drago alla porta, anche se qualcosa mi diceva che sarebbe stato capace di diventare amico del drago e scappare insieme volando. "No è stata colpa mia, mi spiace tanto" disse, "Vieni in bagno ti aiuto a ripulirti" prima che potessi replicare mi prese per il braccio e trascinò in bagno. Lì prese scottex dal lavandino tamponando la macchia sulla maglietta "Aspetta me la tolgo" dissi, l'idea di spogliarmi mi rese agitato, sentii del sangue salirmi fino alle guance. Prese altro scottex "Sei tutto bagnato mi dispiace" mi disse, "Basta scusarsi mi stai aiutando siamo pari," risposi, iniziò a tamponarmi il petto, poi scese fino agli addominali, era una tortura, ad ogni tocco scariche elettriche mi scuotevano (come può uno scricciolo farmi un effetto tanto grande?). "Dovrei essere asciutto, grazie" sbuffò, gli presi la mano, tenendola fra le mie, gli dissi "No, sul serio, grazie" arrossì, per la millesima volta... "E ora? hai un'altra maglietta?" mi chiese, "Ho un giacchetto in classe" "Ok te lo prendo" uscì, rientrò. "Aspetta non so in che classe sei" "4a, il giacchetto è nero sembra pelle, sta sulla sedia vicino alla finestra" annuì, "Vado" dissi, Lo vidi uscire, volevo conoscerlo, proteggerlo, farlo sbocciare, era dolce, goffo, innocente, il mio scricciolo, non mi importava nulla di essere nel bagno della scuola a petto nudo con la maglietta piena di un liquido che odorava di cioccolato, volevo solo che il mio scricciolo tornasse e mi abbracciasse, volevo fosse mio, solo mio, conoscere tutto di lui, le sue passioni, i suoi sogni, condividere tutto, baciare quelle labbra carnose, perdermi in quegli occhi cioccolato. Mi appoggiai al muro, poco dopo tornò. "è questo?" chiese "Sì", mi alzai dal muretto, feci per metterlo che mi chiese "Aspetta che fai? è leggera sentirai freddo solo con quella addosso" (Si preoccupa per me e neanche mi conosce). "Non posso rimettermi la maglietta sporca di cioccolato" replicai, "Giusto, non puoi chiedere a qualche compagno di classe se ha una maglietta in più?" mi chiese, "Proverò ma non credo qualcuno di loro ce l'abbia". Ci guardammo senza altro da dire, (Satana hai mandato il tuo guerriero più spietato per rubarmi l'anima?). A un tratto realizzai di non sapere neanche il suo nome "Non ci siamo presentati, piacere Marco" "Mim" ci stringemmo la mano, sembrava così fragile, sorrisi "Credo sia ora di tornare in classe, si staranno chiedendo dove siamo finiti" disse, uscimmo dal bagno. "Allora... ciao" mi disse, salutandomi con la mano alzata, "Ciao" risposi "magari ci rincontriamo" (Lo spero) "Certo devo controllare non ti sia preso un raffreddore" disse sorridendo, sorrisi anch'io, era bellissimo il mio scricciolo, "Ti aspetterò" gli risposi e l'avrei fatto, sorrise, si girò "Ah e Mim?" iniziai, si girò, "Sì?" mi incoraggiò, "Mi spiace per il cioccolato non l'hai potuto bere" alzò il sopracciglio, era incredulo ma si riprese subito, "Marco" un brivido mi colse tutto, sentir pronunciato il mio nome dal mio scricciolo, "Sì?" "Mi spiace per la ricreazione, te l'ho rovinata" sorrisi, si girò e andò in classe, solo una volta che se ne fu andato mi girai e andai a mia volta in classe.

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