Super Pokémon Championship!!

di MinexLaggante
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Biancopoli ***
Capitolo 2: *** Il terzo incomodo ***
Capitolo 3: *** Sfida! Jake VS Dave ***
Capitolo 4: *** Il torneo ha inizio! ***
Capitolo 5: *** Sfida! Jake VS Dimitri ***
Capitolo 6: *** Sfida! Roxanne VS Mr. Seph ***
Capitolo 7: *** Qual è la tua storia? ***
Capitolo 8: *** Caccia all'uomo ***
Capitolo 9: *** Sfida! Dave VS Ondina ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Biancopoli ***


-La prossima fermata è… Biancopoli. Si ricorda ai gentili passeggeri di non aprire le porte mentre il treno è in movimento. Prossima fermata: Biancopoli.

Questa voce mi svegliò dal pisolino che stavo schiacciando. Con un sospiro, mi alzai e afferrai la mia valigia, preparandomi a scendere dal treno.

Sebbene fosse ben poco affollato, anzi forse proprio per questo, una persona in particolare attirò la mia attenzione.

Era una ragazza della mia stessa età, con dei bellissimi capelli color rame, raccolti in una coda di cavallo, e due grandi occhi rosso fuoco (quel genere di colore era piuttosto comune lì nella regione di Lotus); in quel momento stava ascoltando musica da un paio di cuffie, anch’esse rosse e in tinta con la sciarpa, con un’aria piuttosto annoiata. Contrastava parecchio con il grigiore del treno e del cielo nuvoloso.

-In arrivo a… Biancopoli- disse la voce computerizzata del treno.

La stazione non era un granché: era piuttosto spartana e priva di qualsivoglia ornamento, ma se non altro era pulita.

In quel momento sentii un tremolio alla mia cintura: a quanto pare, Torterra aveva bisogno di un po’ d’aria fresca. In effetti, non gli era mai piaciuto stare dentro a una Pokéball, ma non potevo certo portarlo con me in treno.

Il Pokèmon sbuffò.

-Scusa, Torterra- gli dissi mentre gli accarezzavo il muso –Ma non penso che saresti stato molto comodo. Tieni, lo vuoi un biscotto?

Tirai fuori dal mio zaino una galletta e la diedi a Torterra: sembrò molto felice.

Improvvisamente, una voce da dietro mi chiamò:-Ehi, scusa!

Mi girai: era la stessa ragazza che avevo visto sul treno.

-Uhm, ho visto che hai un Pokémon… Stai per caso andando all’Hotel degli Allenatori?

-Uh… Be’, io… in realtà, sì.

-Bene! Dovevo andarci anch’io, ma ho perso la cartina… Mi puoi accompagnare?

-Ah… Beh, per me… non c’è problema.

-Grazie!- Mentre diceva quest’ultima parola, mi toccò il braccio, facendomi quasi arrossire.

Come forse avrete capito, ero molto goffo davanti alle ragazze.

-Comunque, io mi chiamo Roxanne, tu?

-Io? Io sono Jake… Piacere.

Sembrò improvvisamente notare Torterra, come se fosse stato difficile vedere quel colosso verde di due metri e mezzo, e gli accarezzò il guscio.

-Com’è bello il tuo Torterra!

-Già… Potremmo dire che è il mio migliore amico. E tu… Non ce l’hai un Pokémon?

Lei sembrò sogghignare. –Eheh, ovviamente! Ora te lo mostro…

Estrasse una delle tre Pokéball che teneva alla cintura e la lanciò per terra.

Dal raggio rosso si materializzò la splendida figura di un enorme cane dal pelo a strisce arancioni e nere, con una folta criniera: un magnifico esemplare di Arcanine.

 -Lui è Blaze- disse Roxanne con una certa fierezza.

-P…Posso accarezzarlo?

-Ahah, ma certo! Tranquillo, morde solo le persone cattive.

Mi avvicinai all’Arcanine e toccai la sua criniera: era la cosa più morbida che avessi mai toccato, leggera e solida al tempo stesso, come un gigantesco batuffolo di cotone.

-Wow… È così… Morbido…

-Già! Il mio Blaze ha la criniera più bella di tutta la città, dicevano! Ma comunque… dovremmo andare, non credi?

Guardai l’orologio: era già passata mezz’ora.

-Accidenti, hai ragione… È tardi, andiamo.


Lentamente, ci mettemmo in cammino verso l’Hotel degli Allenatori. Eravamo entrambi molto stanchi, visto che era quasi notte, e restammo praticamente in silenzio. Ad un certo punto, Roxanne mi chiese se volessi salire sul suo Arcanine per fare prima, ma io le risposi che Torterra doveva prendere un po’ d’aria dopo essere rimasto per cinque ore nella Pokéball, e poi non ero mai stato bravo a cavalcare.

Dopo un bel po’ di tempo (non si può dire che Torterra sia uno dei Pokémon più veloci del mondo) arrivammo finalmente all’Hotel degli Allenatori.

Era un edificio molto, molto grande, alla cui entrata sorgevano due enormi statue di Pokémon leggendari. Le ampie finestre suggerivano che le camere dovevano essere ben illuminate all’interno, e lasciavano intravedere un arredamento essenziale ma comodo: nel complesso, l’Hotel aveva un aspetto molto moderno.

-Wow, fantastico! Quest’anno la Giga Corp. non ha badato ha spese.

-Già.

Entrammo.  Le pareti e l’arredamento dell’ingresso erano completamente bianchi, così come le uniformi del portiere e dei camerieri: ciò dava al tutto un aspetto più da laboratorio che da albergo, e la cosa mi dava un po’ fastidio.

-Buongiorno, signori- disse il portiere in tono formale –Immagino che siate qui per il Campionato.

-Proprio così.

-Potrei vedere le vostre schede d’iscrizione, per favore?

Gli mostrai il pezzetto di plastica rettangolare per cui avevo aspettato molti anni e risparmiato molti soldi. Dopotutto, fin da piccolo avevo sempre voluto partecipare al Campionato di Lotus.

-Molto bene. Le vostre stanze sono la 115 e la 124, al secondo piano. Laggiù a destra troverete la struttura che accoglierà i vostri Pokémon.

Decidemmo di dirigerci laggiù. In effetti, era proprio vero che la Giga Corp., una delle compagnie più grandi del mondo, aveva speso un sacco di soldi per farsi pubblicità con il Campionato; neppure la Pensione era meno confortevole delle stanze d’albergo.

-Ah già, noi abbiamo tre Pokémon. Non me li hai fatti ancora vedere tutti- disse Roxanne.

Ora che eravamo al chiuso, avevo l’occasione di vederla meglio, e constatai che dopotutto era piuttosto carina.

-Come vuoi.

Presi le mie tre Pokéball e le appoggiai a terra; dopodiché, da esse uscirono i miei tre compagni e amici.

Torterra, Aggron e Dusknoir: erano i tre Pokémon che mi seguivano da sempre e ai quali ero più affezionato.

-Ti piacciono quelli grossi, eh? Ma io non sono da meno.

Lanciò le sue Pokéball, da cui uscirono Arcanine, Pidgeot e Espeon.

-Allora, come si chiamano?

-Uh? Intendi i Pokémon..? Ecco… Veramente, non mi è mai piaciuto dare soprannomi… Li chiamo con il loro solito nome.

-Oh…- Roxanne sembrò un po’ delusa –Comunque, conosci già Blaze, no? Lei è Ruby… l’ho chiamata così per la pietra sulla fronte- disse accarezzando Espeon –E invece lui è Poppo!- questa volta indicò il suo Pidgeot.

Scossi un attimo la testa. –C-come..?

-Sì, hai sentito bene. L’ho chiamato Poppo.

-Ma… che razza di nome è?

-Pensavo che fosse carino. E poi, ho sentito dire che in una regione lontana, di cui adesso non ricordo il nome, i Pidgey vengono chiamati così.

-Come vuoi… Comunque anche a me piacciono molto i Pokémon volanti. A proposito… Non ti ho ancora chiesto da dove vieni.

-Io sono di Smeraldopoli, a Kanto. Tu invece?

-Vengo da Giubilopoli, nella regione di Sinnoh…

-Certo che hai fatto un mucchio di strada per venire qui… Sinnoh è proprio dall’altra parte del paese.

-Già… Però… ho sempre voluto partecipare al Campionato…

-E quindi, eccoti qui. Beh, non posso dire altrimenti… Mia madre è un’infermiera del Centro Pokémon laggiù, quindi sono sempre stata vicino a tutti i tipi di Pokémon. Poi, una cosa e l’altra e… sono venuta qui.

-Direi che come spiegazione mi basta. Sarà tardi… Meglio lasciare qui i Pokémon e andare a dormire.

 

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Capitolo 2
*** Il terzo incomodo ***


Mi svegliai presto, come al solito. Le nuvole si erano disperse, ed un tiepido raggio di sole si era fatto strada fino al mio letto, dove mi aveva riscosso dal sonno.

Maledetto sole di ottobre.

In pochissimo tempo, mi ero già vestito ed ero sceso al piano terra per fare colazione; tuttavia, la sala da pranzo era ancora chiusa, per cui decisi di aspettare nell’ingresso. Trovai il fatto che alle otto del mattino non potessi ancora mangiare piuttosto irritante, ma non ci volle molto prima che mi permettessero di entrare. Afferrai un paio di brioche e una tazza che poi riempii di latte e mi sedetti.

Nonostante l’odore del latte caldo mi ostacolasse, riuscii a sentire un lieve profumo piuttosto familiare che proveniva da dietro di me; all’inizio non ci feci troppo caso e continuai a mangiare, ma poi, spinto dalla curiosità, mi girai.

A quanto pare la proprietaria del profumo aveva avuto la stessa idea.

Ora io e Roxanne ci trovavamo faccia a faccia a pochi centimetri l’uno dall’altra, visto che i sedili erano attaccati per lo schienale.

Restammo in quella posizione imbarazzante per un bel po’ di tempo, non sapendo cosa fare, mentre sentivo che la mia faccia stava assumendo lo stesso colore della sua sciarpa.


Dopo circa un minuto, decidemmo di alzarci e di smettere di fissarci negli occhi.

-Ehm… E-ehi! Che coincidenza…- dissi goffamente.

-Non direi, visto che sono venuta a cercarti.

-Eh? Perché mi cercavi..?

-Sai cosa succede oggi, vero?

-Uh? Cosa?

Improvvisamente mi ricordai, e il palmo della mia mano si sbatté sulla fronte.

-Oh, che idiota! Oggi c’è la cerimonia di inaugurazione! Ma, aspetta… Non iniziava alle tre del pomeriggio?

-Sì, ma visto che stamattina abbiamo del tempo libero… Mi piacerebbe fare un giro in città, giusto per.

-Ah. Per me va bene…

-Ok, allora andiamo!

Non appena ebbe detto questo, mi afferrò con forza il polso e mi trascinò letteralmente verso l’uscita. Per fortuna, le ricordai che dovevamo andare a prendere i nostri Pokémon, prima che mi staccasse la mano a forza di tirare.

Comunque, quello che era successo prima mi fece riflettere. Quando i nostri sguardi si erano incrociati, avevo avuto abbastanza tempo per guardare in quell’immenso pozzo scarlatto che erano i suoi; avevo sentito una sensazione piuttosto curiosa, come di un’ondata di fuoco che mi pervadeva il cervello. Non sapevo ancora di cosa si trattasse, per cui lo ignorai.

 

Non appena raggiunsi il grande giardino della Pensione dell’Hotel, mi si parò davanti una scena piuttosto curiosa.

Vidi il mio Aggron che, con un’aria piuttosto minacciosa, fissava un Tyranitar dall’aspetto altrettanto ostile; visto che poco più in là vi era un albero stracarico di Bacche, ne dedussi che l’oggetto della contesa doveva essere proprio quella pianta.

Nell’aria vi era un bizzarro silenzio, poco dopo interrotto da un ruggito di Aggron, al quale Tyranitar rispose in segno di sfida; sembrava che di lì a poco sarebbero venuti alle mani, anzi alle zampe. Tyranitar e Aggron erano molto imponenti, persino gli addetti alla sicurezza erano spaventati, eppure nessuno osava intervenire.

Tuttavia, proprio quando i due Pokémon stavano per lanciarsi l’uno sull’altro, qualcuno si frappose. Era un ragazzo pressappoco della mia stessa età, alto e robusto, con i capelli corti e neri.

-Fermo lì, Tyranitar!- ordinò il ragazzo.

Il Pokémon, che in quel momento stava per sollevare la zampa, si bloccò di colpo e assunse un’espressione meno crucciata. La situazione sembrava ristabilirsi e io ne approfittai per intervenire e calmare Aggron.

In poco tempo, le acque si calmarono e i Pokémon tornarono nelle rispettive Pokéball. Mi scusai con gli addetti della Pensione per il guaio causato e mi feci una nota mentale di far mangiare meno Bacche ad Aggron.

Quando fu tutto risistemato, il ragazzo a cui apparteneva il Tyranitar venne a parlarmi.

-Dovresti insegnare al tuo Aggron le buone maniere.

-Eh?

-Nah, stavo scherzando. In fondo, è abbastanza naturale che succedano cose del genere, in un posto con così tanti Pokémon. Comunque, io mi chiamo Dave, piacere.

-Uh, piacere mio, io sono Jake…

-E io Roxanne!- intervenne lei spuntando dal nulla.

-…e lei è Roxanne.

-Uh-uh. Scommetto che anche voi siete qui per il Campionato.

-Già.

-Proprio così!

-In questo caso, sappiate che i miei Pokémon sono più in forma che mai, e si apriranno la strada verso la vittoria!

-Da dove vieni?- chiese Roxanne, ignorando completamente la sbruffoneria di Dave, che assunse un’espressione triste.

-Io vengo da Fiordoropoli, nella regione di Johto.

-Io da Smeraldopoli, Kanto, e lui viene da Sinnoh, anche se non mi ricordo precisamente la città…

-…Giubilopoli.

-Sentite un po’, già che ci siamo, che ne dite di una lotta d’allenamento?

-Come? Una lotta?

-Hai sentito bene. E visto che, da quello che ho visto, è stato il tuo Aggron ad aggredire il mio piccolo Tyranitar, sarai tu il mio avversario!- disse indicandomi energicamente.

-Cosa? Ma… Il mio Aggron non farebbe una cosa del genere… Comunque accetto la sfida.

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Capitolo 3
*** Sfida! Jake VS Dave ***


Dave ci disse di seguirlo, dicendo di conoscere un posto perfetto per una lotta amichevole; non essendo in vena di discussioni, annuii. Dopo circa cinque minuti, giungemmo ad uno spiazzo che si trovava nel cortile retrostante all’hotel, abbastanza grande da poter combattere senza causare danni.

Ci posizionammo uno di fronte all’altro, a una distanza di dieci metri; Roxanne decise di fare l’arbitro. Stabilimmo di fare una lotta in singolo con un solo round, poiché iniziava a far tardi e non volevamo stancare troppo i nostri Pokémon prima dell’inizio del Campionato.

-Sei pronto?- mi disse lui con aria di sfida.

-Quando vuoi.

-E allora iniziamo!- esclamò lanciando la Pokéball con un gesto teatrale.

Comparve un insetto rosso scuro, alto quanto un uomo e con due grosse chele munite di occhi: uno Scizor.

-Vai, Torterra!

Il Pokémon d’erba entrò in campo calpestando pesantemente il terreno, facendo un gran frastuono; lo Scizor rispose facendo schioccare le chele.

La tensione era quasi palpabile mentre i due Pokémon iniziavano a studiarsi, aspettando la mossa dell’avversario.


Dave decise di agire per primo. –Scizor, usa Pugnoscarica!

Il Pokémon d’acciaio scattò in avanti ed in una frazione di secondo scatenò una scarica di attacchi contro Torterra, che tuttavia ebbero ben poco effetto sulla sua corazza, senza però lasciare aperture, impedendo a Torterra di contrattaccare.

Non capivo come agire; non sapevo se il guscio di Torterra avrebbe sostenuto i fulminei attacchi di Scizor ancora per molto, ma d’altra parte il mio avversario era troppo veloce e Torterra troppo lento per liberarsi.

Tuttavia, guardando meglio, osservai che mentre Torterra era rimasto più o meno incolume, Scizor si stancava sempre di più; quando uno dei colpi sembrò esitare un attimo in più, capii che era arrivato il momento.

-Torterra, Gigaimpatto!

La pesante massa del Pokémon d’erba si scontrò con il corpo sottile di Scizor, facendolo volare per diversi metri; tuttavia, quando si rialzò, non sembrava aver ricevuto gravi danni.

Ora la situazione per me si stava facendo difficile; a causa del grande sforzo che Gigaimpatto richiedeva, Torterra non poteva lanciare subito un altro attacco, e Scizor sarebbe probabilmente tornato all’assalto.

Contrariamente a quanto mi aspettavo, il Pokémon coleottero non si mosse; ci misi un attimo a capire cosa stava per fare.

-Scizor, usa Danzaspada!

Il grosso insetto assunse una posizione di concentrazione, facendo tremare l’aria intorno ad esso; quindi, emise un potente sibilo, mentre le sue chele si trasformavano in due masse luminose.

-E ora, vai con Tagliofuria!

Scizor scattò nuovamente, preparandosi ad un colpo decisivo; il minaccioso luccichio delle chele non prometteva nulla di buono. Non sapevo se Torterra avrebbe resistito, per cui decisi di giocarmi il tutto per tutto.

-È il momento… Torterra, usa Radicalbero!

Un groviglio di spesse radici nodose iniziò a formarsi davanti a Torterra; in pochissimo tempo, avevano coperto una grande area.

Le radici si mossero rapidamente come enormi serpenti, dirigendosi verso Scizor, che si aspettava di tagliarle facilmente.

Nell’istante in cui la massa legnosa di Radicalbero si scontrò con l’attacco di Scizor, ci fu un clangore assordante ed un’onda d’urto tale da sollevare un gran polverone e farmi quasi volare via il cappello.

Ha… Ha funzionato?

In poco tempo, la polvere si posò, rivelando uno Scizor steso a terra esausto e un Torterra estremamente affaticato.

Roxanne annunciò il risultato dell’incontro:-Scizor è esausto! Il vincitore è Jake!

Anche se non era una lotta di campionato, esultai comunque.

-Torna dentro Torterra, sei stato fenomenale- dissi facendolo rientrare nella Pokéball.

Dave si avvicinò a me con un’espressione un po’ delusa, ma non dispiaciuta.

-Beh, a quanto pare ho perso! Ma è stata una bella lotta; sei piuttosto bravo, scommetto che farai faville al Campionato.

-Grazie, anche tu sei stato bravo.

-Ehi, che ne direste se andassimo a mangiare tutti e tre insieme? Ho visto un posto parecchio interessante qua vicino.

-Per me va bene… Roxanne, tu che dici?

Si udì uno stomaco che borbottava, e scoppiammo a ridere.

-Lo prendo come un sì!- esclamò Dave entusiasticamente.

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Capitolo 4
*** Il torneo ha inizio! ***


Dopo esserci rifocillati, decidemmo di fare un giro in città, visto che mancavano ancora un paio d’ore all’inizio della cerimonia.

Biancopoli era una delle poche città nell’altrimenti selvaggia regione di Lotus.

Nonostante si trovasse nel bel mezzo di una foresta, era una città ricca e modernissima, e i grattacieli dominavano il paesaggio assieme all’imponente struttura dello Stadio; tuttavia, un certo ricordo del villaggio originario, andato distrutto in seguito a una calamità, rimaneva nelle due statue di Pokémon leggendari situate nella gigantesca piazza principale. Furono proprio queste ultime ad attirare la mia attenzione.

Erano disposte ai due estremi della piazza, una di fronte all’altra. Una raffigurava un elegante Pokémon somigliante a un cervo, mentre l’altra uno simile a una spaventosa aquila le cui ali e coda sembravano delle mani artigliate. Nei piedistalli di entrambe le statue vi era incastonata una gemma sferica dai colori dell’iride.

-Sono due Pokémon leggendari- mi disse Roxanne, come se mi avesse letto nel pensiero –Garanti dell’equilibrio. Uno porta la vita, l’altro distruzione.

-Che vuoi dire?

-Questi due Pokémon non sono originari di Lotus, ma di una lontana regione di nome Kalos. I loro nomi sono Xerneas e Yveltal.

-Non sono di Lotus..? E allora perché sono qui?

-Non lo so.

-E comunque, come le sai queste cose?

-Mio nonno è originario di Kalos. Quando ero piccola, mi raccontava sempre un sacco di leggende di quella regione… questa era la mia preferita.

-Eeeeeeehiiiii!!!- ci chiamò Dave da lontano –Muovetevi, manca poco alla cerimonia d’apertura!

 

Finalmente, eravamo arrivati; il momento che avevo aspettato a lungo era infine giunto. Anche se avevo faticato molto per arrivare fino a lì, la sfida più grande mi stava ancora attendendo… la finale e il titolo di Campione.

Il colossale frastuono delle quasi sessantamila persone non mi sorprese più di tanto: dopotutto, si trattava del Campionato Nazionale, dove poteva competere soltanto la ristretta élite degli Allenatori più abili, coloro la cui scheda era colorata di nero.

Osservai lo Stadio dalla tribuna riservata agli Allenatori. Aveva una forma circolare piuttosto elevata, dotata di ben tre gradinate con ventimila posti a sedere ciascuna; due giganteschi schermi, in quel momento spenti, avrebbero di lì a poco proiettato le immagini della lotta in corso. L’arena vera e propria aveva un pavimento di pietra, dipinto in modo tale da rappresentare una Pokéball, e due grandi buche rotonde da cui sarebbero poi saliti i contendenti con un ascensore.

-Certo che gli effetti speciali non mancano- osservò Dave.

-Già! Sono così emozionata! Non vedo l’ora di scendere in campo e malmenare qualcuno!- esclamò Roxanne con’un espressione che potrei definire infuocata.

-Detta così, sembra che sia tu a dover combattere e non i Pokémon…

Una fanfara assordante risuonò dagli altoparlanti posti sotto il tetto, facendo agitare ancora di più la folla.

Una voce iniziò a parlare con un tono esuberante. –Signore e signori! Benvenuti alla ventitreesima edizione del Campionato Nazionale Pokémon!

La moltitudine di gente esplose in un fragoroso boato.

-Quest’oggi si sono riuniti i migliori Allenatori del paese, provenienti da ogni regione, affrontando ardui viaggi e fatiche, e tutto per poter partecipare a questo evento di portata mondiale!

Un altro ruggito.

-E quest’anno, il Campionato verrà presentato da nientemeno che il vincitore di tre edizioni consecutive! Signori, un bell’applauso per il nostro Campione!

Questa volta il rumore si fece così assordante che dovetti tapparmi le orecchie.

Mentre il campo veniva ricoperto di fumo per dare un effetto scenico, una figura spuntò dal grande ascensore centrale.

Era un uomo piuttosto alto e muscoloso, vestito di un lunghissimo mantello rosso che gli metteva in ombra anche il volto; un Pikachu gli stava appollaiato sulla spalla.

-Non ci posso credere, è proprio lui! Il Campione misterioso in persona!- strepitò Roxanne sbalordita.

L’uomo iniziò a parlare con voce grave. –Allenatori di tutto il paese, vi ringrazio per essere venuti. È bello vedere che ci sono così tante persone che dedicano la propria vita ai Pokémon, a fare amicizia con loro, a lottare contro le avversità, ad aiutarsi reciprocamente; è questo che significa essere Allenatori. Prima che uno scontro di forza e strategia, una lotta di Pokémon è prima di tutto uno scontro di volontà. E sarà la volontà più forte, il cuore più indomabile, ad arrivare alla meta finale, l’incontro con il Campione. E chissà… quello potreste essere voi. Quindi, dichiaro ufficialmente aperta la ventitreesima edizione del Campionato Nazionale!

Il pubblicò applaudì di nuovo e ancora più fragorosamente.

-Wow. Niente male come discorso d’inizio. Che ne dici, Jake?- mi chiese Dave.

-Mmh… Non c’è niente di meglio di parole del genere per infiammare gli animi prima di una lotta. Quest’uomo sa il fatto suo; non per niente ha vinto tre Campionati consecutivi.

Mentre nello stadio avevano luogo varie celebrazioni musicali e di altro genere, noi tre e gli altri Allenatori andammo nelle stanze sotterranee per il sorteggio dei combattimenti di quella giornata.

Ero stato estratto per terzo, mentre Roxanne era subito dopo di me; mi disse che avrebbe fatto il tifo.

Proprio mentre stavo per ringraziarla, mi si avvicinò un ragazzo piuttosto magro dai lisci capelli blu scuro che quasi gli coprivano un occhio.

-Sei tu il mio avversario?- mi disse con voce bassa e fredda.

-Sì.

-Piacere, io sono Dimitri. Vengo da Hoenn.

-Mi chiamo Jake, sono di Sinnoh.

-Bene, ora che abbiamo finito con i convenevoli, direi che possiamo salutarci. Che vinca il migliore.

Mentre diceva questo, mi guardò dritto negli occhi. Ebbi la sensazione che il suo sguardo di un grigio ghiacciato mi penetrasse fino nel profondo dell’anima per indebolirla, come se il combattimento fosse già iniziato.

Ora capisco cosa si prova a subire un Fulmisguardo…

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Capitolo 5
*** Sfida! Jake VS Dimitri ***


Mentre aspettavo il mio turno, osservai i combattimenti dalla TV che si trovava sulla parete della sala d'attesa; nel primo turno lo Staraptor di una ragazza si scontrò con lo Snorlax di un uomo dall'aspetto burbero. 

Lo scontro durò ben poco: dopo una serie di scaramucce, il Pokèmon volante attaccò l'avversario con una Zuffa ben piazzata e lo mandò KO.

Il secondo duello avvenne tra uno Sceptile e un Machamp. Mentre prima lo scontro era finito presto, questo sembrò durare un'eternità: ci vollero più di venti minuti prima che il Machamp assestasse l'Incrocolpo decisivo.

Infine, era arrivato il momento. Ero così emozionato che sentivo ogni singolo muscolo tendersi per la pressione. Dopotutto, stavo per esibirmi davanti a cinquantamila persone.

Roxanne mi toccò il braccio facendomi quasi sobbalzare. -Buona fortuna!- mi disse sorridendo. Sentii che tutta la tensione accumulata nel petto si scioglieva e si trasformava in una calda energia e determinazione; era una sensazione che il timido e introverso me non aveva mai provato.

Un addetto condusse me e il mio avversario per una serie di corridoi bianchi, fino ad arrivare in un'enorme stanza vuota con due cerchi luminosi sul pavimento: dedussi che si trattava della stanza immediatamente sotto allo stadio.

-I contendenti prendano posizione sugli ascensori.

Mentre salivo sulla pedana, fissai gli occhi grigio ghiaccio di Dimitri.

-Che vinca il migliore- dissi senza entusiasmo.

-Lo farò di certo- rispose lui.

 

Mentre l’ascensore saliva in una nube di fumo scenografico, sentii le grida del numerosissimo pubblico, trepidante per l’imminente lotta. Era il momento più emozionante, poiché la folla si era scaldata con i primi due round e ora il terzo si apprestava a iniziare.

Le luci dello stadio mi abbagliarono nella penombra del tramonto; l’ondata di stimoli esterni mi offuscò i sensi per un attimo, poi ripresi subito la concentrazione. Dovevo vincere, e non solo perché ci stavano guardando milioni di persone da tutto il Paese, ma anche per tutto il tempo e la fatica che avevo speso per realizzare il mio sogno.

-Il terzo round sta per iniziare!- gridò lo speaker –Si affronteranno Jake, della regione di Sinnoh, e Dimitri, di Hoenn!

Guardai di nuovo il volto del mio avversario: era quasi intimidatorio nella sua apatia.

-E ora, i due avversari scelgano i propri Pokémon!

Improvvisamente, qualcosa vibrò nella mia cintura. Capii immediatamente; qualcuno aveva voglia di menare le mani, e aveva aspettato talmente a lungo questo momento che non aveva resistito alla tentazione di attaccare briga con un certo Tyranitar quella stessa mattina.

-Vai, Aggron!

Lanciai la Pokéball. Un potente ruggito metallico risuonò per l’arena, facendo esultare il pubblico.

Dimitri non batté ciglio; si limitò a gettare la Pokéball con un gesto elegante.

-Avanti, Salamence!

Il Pokémon drago si manifestò in tutta la sua potenza, ruggendo ferocemente e sputando fumo dalle narici.

-I contendenti hanno scelto i propri Pokémon! Sarà una lotta interessante!


Iniziai a calcolare quali fossero le possibili debolezze dell’avversario. Salamence era un Pokémon estremamente offensivo e molto veloce, con un’ampia varietà di attacchi sia dall’alto che a terra. D’altro canto, Aggron era molto resistente, anche se lento, e poteva rispondere ai colpi di Salamence con potenti attacchi fisici.

Salamence fece la prima mossa caricando frontalmente, pronto a colpire.

-Salamence, Rogodenti!

Vidi che le zanne del Pokémon drago diventavano incandescenti, e ordinai ad Aggron di resistere; questi affondò le zampe nel terreno e si mise in una postura difensiva.

Il clangore dell’impatto fu assordante, ma Aggron non sembrava aver riportato danni e respinse Salamence con forza. Visto che l’avversario si era sbilanciato, ne approfittai per contrattaccare.

-Aggron, vai con Cannonflash!
Dalle fauci di Aggron si sprigionò un raggio di luce che centrò in pieno Salamence, il quale però si rialzò immediatamente.

Dimitri aveva fatto un errore ad attaccare con Rogodenti: la spessa corazza del mio Pokémon avevano prevenuto qualsiasi danno visibile. Non sembrava però che il mio avversario si fosse alterato, anzi tutto questo rientrava nella sua strategia: voleva solo saggiare le difese di Aggron.

Disse a Salamence di volare in alto, e io ordinai di usare di nuovo Cannonflash, sperando di colpirlo in aria. Fu inutile: le sfere di energia non riuscivano a raggiungere il Pokémon drago nel suo agile e complesso volo.

Non appena vide che il mio Aggron si era esposto, ordinò a Salamence di usare Dragobolide. Non potevo fare nulla mentre il Pokémon drago si schiantava a tutta velocità su Aggron: la forza dell’impatto fu tale da costringermi a coprirmi il volto dai detriti.

Quando il polverone si fu diradato, una scena sorprendente mi si parò davanti agli occhi. Nonostante Aggron fosse sprofondato nel terreno di parecchi centimetri e avesse una miriade di graffi sull’armatura, non sembrava essere ferito gravemente; anzi, lo sguardo nei suoi occhi azzurri era più determinato che mai.

Gli occhi di Dimitri tradivano il suo nervosismo. Sapeva che Aggron era un Pokémon molto difficile da abbattere, ma non si aspettava che resistesse al suo attacco più potente.

Decisi che non potevo esitare ancora per molto, altrimenti alla lunga Salamence avrebbe potuto sfiancare il mio Pokémon e finirlo con un colpo decisivo.

-Usa Pietrataglio!

Una dozzina di pietre acuminate comparirono dietro ad Aggron, che con un solo cenno le scagliò sull’avversario.

Di nuovo, il Pokémon drago era troppo veloce per farsi colpire facilmente; schivò tutte le rocce e si alzò nuovamente in volo.

-Salamence, vai con Fuocobomba!

Una gigantesca palla di fuoco uscì dalla bocca di Salamence, avvolgendo una buona parte del campo in delle fiamme ardenti.

Aggron aveva resistito di nuovo, ma era stremato dai continui assalti del rivale e non era in grado nemmeno di attaccare.

Un sorrisetto soddisfatto spuntò sul volto di Dimitri. –Forza, finiscilo! Oltraggio!

Gli occhi di Salamence si illuminarono, e un possente ruggito scosse le tribune dello stadio; il Pokémon drago si abbatté alla cieca sul mio Pokémon indifeso.

Non c’era più nulla da fare. Aggron non avrebbe potuto resistere a un tale attacco.

Ma, proprio quando avevo perso ogni speranza, accadde qualcosa di inaspettato.

Aggron si spostò di lato e schivò il colpo.

Io, il mio avversario e tutto il pubblico restammo senza fiato mentre Salamence, incapace di contenere la sua furia, si schiantava sulla parete di acciaio spesso.

Sapevo che non mi avresti tradito.

Non potevo assolutamente sprecare questa occasione più unica che rara.

-Forza, Aggron, Sganciapesi!

Lo strato più esterno dell’armatura grigio scuro di Aggron si staccò e cadde a terra con un pesante tonfo.

-E ora il colpo finale! Sdoppiatore!

Aggron iniziò a caricare, facendo tremare la terra ad ogni passo, e raggiunse una velocità sconcertante. Salamence era ancora stordito dall’impatto con la parete, e non avrebbe potuto schivarlo. Infine, la testa corazzata di Aggron incontrò il corpo indifeso di Salamence; la forza del colpo fu tale da far tremare l’intero stadio.

Il mio avversario giaceva a terra esausto, mentre Aggron era in piedi, sul punto di crollare.

-Salamence è esausto! I vincitori sono Jake e il suo Aggron!
Mentre la folla esplodeva in un fragoroso applauso, una tiepida sensazione mi pervase.

Avevo vinto. Ma si trattava solo del primo passo.

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Capitolo 6
*** Sfida! Roxanne VS Mr. Seph ***


-Sei stato grandioso! Fenomenale!

-Uhm… grazie ma… è stato tutto merito di Aggron. Senza la sua testardaggine, non avremmo mai vinto.

Roxanne mi guardò negli occhi con un ghigno gigantesco.

-Sarai anche un timidone, ma in battaglia sei spietato!

-Per vincere non basta picchiare più forte… devi sapere anche dove e quando farlo.

-Sarebbe interessante, un giorno, lottare con te.

-Beh, dovrai aspettare, ma per adesso accontentati del tuo avversario.

-Già! Non posso fare brutte figure.

Una figura apparve accanto a noi, come un fantasma. Era Dimitri.

Ora che avevo l’occasione di guardarlo meglio, notai che era molto più basso di me, e probabilmente anche più piccolo, ma il suo sguardo penetrante compensava di gran lunga, in quanto a minacciosità, la sua altezza. Indossava una semplice giacca bianca e la sua solita espressione stoica.

-Complimenti- mi disse in tono freddo. La sconfitta non sembrava averlo smosso minimamente.

-Uh… anche tu sei stato bravo.

-La bravura importa poco. Se ho perso, ho perso e basta, non importa di quanto. Ma ricordati che molto presto avrò la mia rivincita.

Detto questo, girò i tacchi e se ne andò.

-Che tipo spaventoso…- disse sottovoce Roxanne.

-Certo che non manca di spirito competitivo…

Improvvisamente, un addetto entrò nella stanza.

-Sta per iniziare il quarto turno. I due avversari mi seguano, per favore.

Roxanne mi fissò. –Bene, eccoci qua.

-Buona fortu…

Non feci in tempo a finire la frase, che lei mi abbracciò in fretta e furia e corse via, lasciandomi attonito.

Certo che è piuttosto amichevole con qualcuno che conosce da solo due giorni…

Ma la sensazione che avevo provato mentre mi abbracciava non era per niente spiacevole. Riuscii a descriverla con solo due parole: rosso rame.

 

Dato che non dovevo più scendere in campo, decisi di sedermi in tribuna accanto a Dave, da dove avrei avuto una visuale migliore.

-Ehilà! Niente male.

-Mh?

-Dicevo, te la sei cavata niente male. Non è da tutti vincere un incontro del Campionato Nazionale.

-Qualcuno deve pur vincere- gli risposi- Stavolta è capitato a me.

-Da dove le prendi queste frasi? Bah, lasciamo stare… È quasi il turno di Roxanne.

-Già…

La voce dell’annunciatore tuonò nello stadio. –Ha ora inizio il quarto round! Si affronteranno Roxanne, di Kanto, e Mr. Seph, di Kalos!

I due avversari emersero dal terreno sotto gli applausi del pubblico.

Tirai fuori il mio binocolo tascabile e guardai in direzione di Roxanne. Il suo sguardo era talmente determinato che avrebbe potuto mandare fisicamente a fuoco il campo.

Squadrai il suo avversario; era un bizzarro uomo piuttosto alto dai lunghissimi, lisci capelli argentei, il volto effemminato e vestito di nero dalla testa ai piedi. Vidi che le sue labbra si muovevano, ma non riuscii a capire cosa stesse dicendo.

-I due contendenti scelgano i propri Pokémon!

L’uomo che l’annunciatore aveva detto chiamarsi Mr. Seph non perse un attimo e lanciò la propria Pokéball con un gesto teatrale; ne uscì un’imponente figura robotica dall’aria spettrale, alta quasi tre metri.

-Un Golurk… un’ottima scelta- disse Dave. –È un Pokémon ben bilanciato, anche se non molto veloce, e dispone di attacchi sia ravvicinati che a distanza. Vediamo la scelta di Roxanne…

Un gridò risuonò per lo stadio, anche in assenza di microfono. –VAI POPPO!

Il Pidgeot di Roxanne uscì dalla Pokéball con un acuto stridio.

-Grande! Con la sua velocità Pidgeot può schivare la maggior parte degli attacchi di Golurk. Anche se quel tizio sembra avere più di un asso nella manica, sono sicuro che Roxanne possa vincere.

-Lo farà di sicuro. Fidati, ho conosciuto poche persone combattive quanto lei.

-Mmmmh…- Dave mi guardò con un sorrisetto piuttosto idiota.

-Cosa..?

-È piuttosto carina, vero?

La domanda mi colse alla sprovvista. In effetti, con quei grandi occhi scarlatti, mi aveva colpito parecchio…

-E-ehm… I-immagino di sì…

-Ooooooh… ho capito… vabbè, adesso non distraiamoci, che inizia il combattimento!

Ci fu un attimo di silenzio, taso quanto la corda di un violino.

-POPPO! USA TIFONE!

Roxanne urlava talmente forte che dalla tribuna si riuscivano a sentire perfettamente i suoi ordini senza bisogno di amplificatori.

Dev’essere quella la sua strategia vincente… Spronare i propri Pokémon fino al limite, non arrendersi fino all’ultimo secondo. Le sta proprio a pennello.

Il Pokémon volante si alzò in volo e iniziò a volteggiare velocissimamente intorno a Golurk, accelerando sempre di più, finché non si creò un tornado talmente forte da non riuscire a vedere ciò che stava al suo interno.

Quando la polvere si fu levata, però, vidi che Golurk era rimasto perfettamente immobile come la statua che era.

Dave mi parlò di nuovo. –Golurk è troppo pesante, non riuscirà a smuoverlo con degli attacchi di vento. Deve entrare in combattimento ravvicinato.

-Ma Pidgeot è fisicamente più debole… Vuole farlo entrare nel suo raggio d’azione. Una tattica niente male.

Mr. Seph ordinò a Golurk di usare Psichico. Gli occhi del Pokémon spettro si illuminarono, poi Pidgeot fu sbalzato all’indietro da una forza invisibile; non aveva però subito gravi danni, visto che in quanto ad attacchi speciali Golurk lasciava a desiderare.

-POPPO! ALACCIAIO!

Il Pokémon volante si librò nuovamente in aria e si avventò su Golurk, le ali divenute luminescenti.

Ma il suo avversario si aspettava una mossa del genere, e parò l’attacco con Ferroscudo, facendo tentennare Pidgeot. Golurk quindi rispose inchiodandolo a terra con un Martelpugno potentissimo.

-Ouch. Direi che le cose non stanno andando per niente bene…

-Forza Roxanne! Puoi farcela!- la incoraggiai.

Lei sembrò sentirmi e ricambiò con un fiero sorriso ed un pollice alzato.

-Sarà, ma io non vedo quel Pidgeot affatto bene…

In effetti, il Pokémon di Roxanne era piuttosto malconcio dopo il terribile colpo di Golurk, ma anche lui, come la sua padrona, aveva le fiamme negli occhi e non era intenzionato ad arrendersi.

Intanto, il gigante si stava preparando ad un altro attacco e caricò frontalmente.

-USA VOLO!

Pidgeot si sollevò, schivando per un pelo il massiccio pugno di Golurk; ma quest’ultimo aveva altri piani. Creò una specie di corda di energia (doveva trattarsi della mossa Laccioerboso) e la lanciò verso il suo avversario, afferrandogli una zampa, poi lo tirò verso di sé, colpendo di nuovo Pidgeot con un Megapugno tremendo.

Il pubblico applaudì per l’abilità dell’Allenatore, il quale ricambiò con un sorrisetto arrogante.

-Accidenti… quel tipo è fortissimo. Come farà Roxanne..?

-Non disperare. Deve solo trovare un punto debole; Golurk sarà anche grande e grosso, ma una volta che riesci a colpirlo abbastanza duramente va giù che è un piacere.

Poppo sembrava essere ferito piuttosto gravemente. La crudele efficienza di Golurk e del suo Allenatore non gli avevano lasciato spazi per contrattaccare.

-FORZA POPPO! ALZATI E USA ETERELAMA!

Rialzandosi faticosamente, il Pokémon volante scagliò dalle ali una miriade di lame d’aria a forma di mezzaluna, che colpirono l’armatura dell’avversario graffiandola pesantemente, il quale però restò impassibile.

Golurk fece una mossa inaspettata. Tese il braccio dritto davanti a sé, poi il suo pugno chiuso si staccò dal braccio lanciandosi come un missile in direzione di Pidgeot, il quale, sebbene indebolito, schivò ancora una volta. Ma non era ancora finita: il bizzarro proiettile cambiò traiettoria e inseguì Pidgeot nel suo volo.

-Il controllo che quel Golurk ha su Dinamipugno è davvero impressionante- commentò Dave –Normalmente, si tratta di una mossa davvero potente, ma facile da evitare. Francamente, non vedo molte vie d’uscita…

Proprio quando Dave ebbe finito di parlare, il volto di Roxanne si illuminò, come se avesse avuto un’intuizione.

-AVANTI! USA AEROASSALTO!

Il suo Pokémon capì perfettamente la tattica dell’Allenatrice, e si scagliò a tutta velocità contro Golurk. Ma quando quest’ultimo, credendo di trovare un facile bersaglio, si preparò a sferrare un altro attacco, all’improvviso Pidgeot volò verso l’alto, mentre il pugno-razzo gli sfiorava la coda. L’avversario fu colto alla sprovvista e fu colpito dal suo stesso attacco.

Non potei fare a meno di sorridere. –Visto?- dissi rivolto a Dave.

-Ah! A quanto pare ho parlato troppo pre-

La sua frase fu interrotta da Golurk, che con un altro Laccioerboso aveva afferrato nuovamente Pidgeot e lo stava per stritolare.

La mia espressione cambiò rapidamente mentre la mia mascella sembrò staccarsi dal resto della testa.

-Noo! Non ci credo!

Afferrai di nuovo il binocolo e guardai in direzione di Roxanne; la sua espressione non rispecchiava per niente la situazione.

Stava sogghignando.

Fu allora che capii.

Improvvisamente, Pidgeot scomparve in una nuvoletta di fumo.

Dave, il pubblico, Mr. Seph e Golurk restarono a bocca aperta.

-AHAH! PENSAVI DI FARMELA, EH?! INVECE TI HO FREGATO CON UN SEMPLICE SOSTITUTO! VAI, POPPO!
Il Pidgeot vero sembrò comparire dal nulla al di sopra dello stadio.

-BALDEALI!

Tutto il corpo del Pokémon volante divenne incandescente mentre si lanciava ad una velocità simile a quella del suono.
Golurk era ancora sbigottito dallo stratagemma di Roxanne e non si mosse nemmeno per cercare di evitare l’attacco.

Lo schianto fu assordante, e con quel colpo, Roxanne aveva vinto.

Gridai di gioia e saltai più in alto che potevo. Ero pieno di soddisfazione, quasi come se avessi vinto io.

Cos’è questa sensazione..?

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Capitolo 7
*** Qual è la tua storia? ***


Quella sera Dave ci invitò a cena in un ristorante vicino allo stadio. Avremmo anche potuto tornare in albergo, ma francamente quel posto non mi andava molto a genio. Preferivo di gran lunga l’atmosfera calda e gioviale di un locale della zona.

-Un brindisi ai nostri vincitori!- esclamò Dave, levando in alto il bicchiere.

-Alla salute!- rispose Roxanne.

Anche se era soltanto la prima giornata di campionato, mi sentivo piuttosto soddisfatto per il mio risultato e quello di Roxanne; il percorso per la vittoria era stato arduo, ma alla fine ce l’avevamo fatta.

-Fra poco toccherà anche a me, eh? Sappiate che non sarò da meno!

-Fai pure. Sai, non credo che riuscirai a eguagliare la performance di Jake, qui.

Sorrisi in modo imbarazzato. Ricevere dei complimenti spesso aveva su di me l’effetto opposto a quello desiderato; ogni volta, mi sentivo come se non me lo fossi meritato, anzi, che fosse solo un tentativo degli altri di farmi stare meglio. Ma la sincerità del tono di Roxanne mi aveva colpito, tanto da farmi ricredere per un momento.

-Questo è tutto da vedere! Magari non sarò un campione, ma credo di saperne qualcosa di lotte.

Avevo qualcosa da chiedergli. In effetti, non aveva parlato molto con me, al di fuori dello stadio.

-Ehi, Dave… parlaci un po’ di te.

-Mh? E da dove comincio?

-Non lo so… Qualunque cosa va bene.

-Vediamo un po’… Fin da piccolo, ho sempre voluto fare l’Allenatore, ma mio padre non voleva; mia sorella maggiore Whitney era già partita per Kanto con l’intenzione di diventare sempre più forte, quindi credo che papà volesse che qualcuno prendesse il suo posto a gestire il negozio di biciclette.

-Whitney..? La Capopalestra?

-Già… Quando finalmente compii 14 anni, fui libero di andare via di casa e viaggiare per Johto… Fu in quel momento che incontrai Scizor; mi salvò la vita da una mandria di Rapidash selvatici. Allora era ancora un giovane Scyther in cerca di avventure, e io ero la persona giusta per questo. Così, siamo diventati amici, e da allora è sempre stato il mio compagno più fidato.

-Oh… Non sapevo che la tua storia fosse così interessante- disse Roxanne –Beh, penso che ora sia il mio turno!

Ancora quel modo di fare, vedo…

-Dunque, da dove inizio… Ah, sì. La città dove sono nata, Smeraldopoli, non era molto grande e, eccetto la Palestra, non aveva molte attrattive, però era la prima città in cui gli Allenatori provenienti da Kanto arrivavano, quindi c’era sempre un viavai di gente al Centro Pokémon dove lavorava mia madre. Sono cresciuta sempre a contatto con i Pokémon e col tempo ho imparato a comunicare con loro e a prendermene cura. Quando avevo otto anni, mio padre mi regalò un Growlithe… Blaze, poi partì… non fece più ritorno.

Queste ultime parole mi turbarono nell’animo. Mi sembrava impossibile che una ragazza allegra come lei avesse avuto un passato così infelice; probabilmente era questo il motivo per cui era così legata al suo Arcanine, perché era l’unico ricordo sopravvissuto di suo padre.

Il volto di Roxanne era altrettanto scuro. Mi sentivo quasi in colpa per aver risvegliato tali dolorosi ricordi.

-Oh, scusate- disse lei, scuotendo la testa –Mi dispiace di avervi abbassato il morale.

-No, figurati… È il tuo turno, Jake.

-Eh? Oh già, già… Beh, la mia storia non è interessante come la vostra. Sono cresciuto come tanti altri in una grande città di Sinnoh, Giubilopoli, e mio padre faceva un normale lavoro nella stazione televisiva. Da piccolo ero molto timido, e restavo sempre a giocare in disparte, da solo. Un giorno, mentre mi trovavo nella strada che collegava Giubilopoli a Giardinfiorito, sentii un debole lamento; era un Turtwig che era rimasto incastrato con la zampa sotto un ramo caduto. Anche se era molto pesante, riuscii a sollevarlo e a liberare Turtwig; lui mi ringraziò e tornò dalla sua famiglia. Il giorno dopo ripassai nello stesso punto e lo rividi; giocammo insieme tutto il pomeriggio. In poco tempo, diventò il mio migliore amico; ci capivamo perfettamente pur essendo di due specie diverse. Fu allora che decisi di diventare un Allenatore: fino a quel momento non avevo avuto amici, perciò volevo girare il mondo e farmene di nuovi. Passano degli anni, ed eccomi qui, al Campionato Nazionale. Ancora non riesco a crederci.

Era strano per me parlare così tanto della mia vita; di solito preferivo ascoltare le vicende degli altri, forse perché avevo paura di essere giudicato, ma in quel momento capii una cosa: condividendo le proprie esperienze, si diventa eguali e non c’è più motivo di condannarci reciprocamente. Se l’amicizia significa questo, allora mi ero appena fatto due nuovi amici.

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Capitolo 8
*** Caccia all'uomo ***


Il giorno dopo non c’erano incontri, per cui decisi di andare a fare un giro in città insieme a Dave, non avendo altro da fare. Chiesi a Roxanne se voleva venire con noi, ma mi rispose che doveva restare alla Pensione a prendersi cura del suo Pidgeot, provato dall’intensa lotta della sera prima.

-Certo che Roxanne ama molto i suoi Pokémon- mi disse Dave di punto in bianco mentre stavamo per uscire.

-Già.

-Ed è anche parecchio carina.

-Ehm… Suppongo di sì…

-Ti piace molto, non è vero?

Ebbi un tuffo al cuore. –E-ehm, cosa..?- balbettai con la faccia rossa come un Cherubi maturo –N-non è come…

-Tranquillo, con me il tuo segreto è al sicuro- sogghignò Dave.

Un tizio dal volto nascosto da un grande cappello e dal colletto del suo lungo cappotto ci passò oltre correndo nervosamente, urtando Dave che per poco non cadde.

-Ehi, fa attenzione!

L’uomo lo ignorò completamente e continuò a dirigersi verso l’entrata dell’hotel.

-Quel tipo ha l’aria sospetta…- dissi.

-Lo inseguiamo?

-Mah, io direi di lasciar perdere… Non è detto che sia un malintenzionato…

-E perderci così un po’ d’azione? Mi spiace, ma io gli vado dietro.

-Certo che sei proprio testardo…

Decidemmo di pedinare l’uomo misterioso. Lo seguimmo per tutto l’edificio, tenendoci a una certa distanza, finché non lo perdemmo nei piani sotterranei dell’hotel.

-Maledizione… ci è sfuggito!

-Te l’avevo detto che sarebbe stata una perdita di tempo.

-Bah, hai ragione. Torniamo indietro.

Salimmo le scale e tornammo nella hall principale per riposarci un attimo dopo aver inseguito il “sospetto” per quasi un’ora.

Ci eravamo appena seduti quando ecco rispuntare quell’uomo ambiguo; stavolta, mentre si dirigeva freneticamente verso l’uscita, si guardava intorno con aria circospetta e sembrava tenere qualcosa nascosto sotto il cappotto.

-Eccolo di nuovo… Stavolta non ci scappi!- sussurrò Dave e abbandonò il divanetto per lanciarsi verso l’uscita.

Trassi un sospiro profondo e lo seguii.

Non ci volle molto prima che raggiungessimo il nostro bersaglio, ora che cercavamo un approccio più diretto.

-Ehi, tu! Dove credi di andare?!- urlò Dave.

-Mh? Cosa?

-Mi sembri un po’ troppo nervoso per essere un cliente dell’hotel.

-Ma che stai dicendo? Non sono affari tuoi, moccioso! Sparisci!

-Se è così non ti dispiacerà se ti chiedo cosa tieni nascosto lì sotto…

-Te l’ho già detto, non sono affari tuoi! Non sono mica entrato nell’hotel per rubare il Megacerchio dal caveau segreto… ops!

-Eh?!?

-Ah, al diavolo! Sayonara!

L’uomo estrasse una Palla Fumo dalla tasca e la lanciò per terra, creando una cortina fumogena per guadagnare il tempo necessario a darsela a gambe.

-Ehi, fermo! Torna qui!

Io e Dave iniziammo a inseguirlo correndo come dei forsennati. Sebbene inizialmente fosse difficile tenergli dietro, il probabile ladro era impacciato dalle pesanti attrezzature da scasso che si portava appresso, e guadagnavamo continuamente terreno.

A un certo punto, arrivati in una grande piazza gremita di gente, non riuscimmo più a localizzarlo.

-Dannazione, dove si è cacciato?

Improvvisamente, un Fearow si librò in volo, guadagnando velocemente quota; a bordo c’era la canaglia dal cappotto lungo, che ci salutava in modo beffardo.

-E ora, signor vigilante, che si fa?- chiesi a Dave quasi in tono di scherno.

Ma accadde qualcosa di inaspettato.

Dalla piazza piena di persone si levò all’improvviso un possente fulmine che centrò in pieno il Fearow, ferendolo gravemente e facendogli perdere quota fino a sbattere contro un palazzo e crollare a terra.

Io e Dave ci precipitammo verso il luogo dello schianto. Il ladro era ammanettato, e vicino a lui c’era un uomo fin troppo familiare.

-Il Campione?!

Sentendosi chiamato, il Campione si fece strada tra la piccola folla che si era ammassata e venne verso di noi, con il suo fedele Pikachu che gli teneva dietro.

-Vi devo fare i miei complimenti per avermi aiutato a catturare il ladro; se non lo aveste messo alle strette e costretto a fuggire sul suo Fearow non sarei mai riuscito a prenderlo.

-Lei è il Campione… che ci fa qui?- gli chiesi, ancora sbalordito.

-Beh, visto che è iniziato il Campionato Nazionale, la sicurezza cittadina aveva bisogno di un aiuto, così mi sono offerto di dare una mano. Avere il Campione Nazionale dalla propria parte dà un bel vantaggio.

-Il ladro ha menzionato un caveau segreto… Cosa voleva rubare?

Il Campione mi sorrise ed estrasse un oggetto dall’interno del suo lungo mantello rosso. Era uno spesso anello circolare del diametro di circa cinque centimetri, di colore nero. In esso vi era incastonata una pietra sferica che rifletteva i colori dell’arcobaleno: sopra vi era inciso il simbolo del DNA.

-Questo è un Megacerchio- spiegò il Campione –E’ un artefatto antico e misterioso proveniente dalla regione di Kalos. La Pietra Chiave che vi è contenuta può reagire con altre pietre simili e portare il Pokémon che la possiede ad un nuovo stadio evolutivo, massimizzando la sua efficacia in combattimento; noi le chiamiamo Megapietre. È probabile che ci sia qualcun altro dietro a questo tentativo di furto, quindi state all’occhio.

-Ma chi vorrebbe rubare un oggetto simile..?

-Non lo so, ma il Megacerchio è sicuramente un oggetto raro e prezioso. Potrebbe valere una fortuna sul mercato nero. È per questo che l’abbiamo messo in palio come premio del Campionato di quest’anno.

-Uh… certo.

-Comunque, ora devo lasciarvi. Devo portare questo delinquente alla stazione di polizia. Fate attenzione sulla via del ritorno.

Detto questo, afferrò l’aspirante ladro per un braccio e se ne andò trascinandolo via.

-Ci siamo messi a giocare agli eroi, vedo- ci sorprese una voce da dietro di noi.

Mi girai e vidi Roxanne che scendeva dal suo Blaze.

-Roxanne! Cosa ci fai qui?

-Scherzi?! Eravate dappertutto sui telegiornali. Vi ho riconosciuti e sono corsa subito qui.

-Beh, temo che non ci sia più nulla da vedere- rispose Dave –Hanno già acciuffato il ladro.

-Mi spiegherete tutto dopo. In ogni caso, sono contenta che non vi siate fatti male.

-E adesso cosa succederà..?- dissi pensando alle parole del Campione.

-Dai, non essere sempre così pessimista!- esclamò Roxanne –Tutto bene quel che finisce bene, no! Forza, torniamo in albergo.

Mentre ci avviavamo, non potei fare a meno di pensare che Dave aveva ragione.

In effetti, Roxanne mi piaceva molto.

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Capitolo 9
*** Sfida! Dave VS Ondina ***


-...e poi sei arrivata tu.
Quella sera avevamo deciso di vederci all'ingresso della Pensione per discutere dell'accaduto. Anche se probabilmente la maggior parte degli abitanti di Biancopoli si era già dimenticata del tentato furto, non riuscivo a scrollarmi di dosso una sensazione indefinibile, ma decisamente negativa; quello che potrebbe chiamarsi "un brutto presentimento".
-Mi dispiace di non aver potuto assistere alla scena. Sarebbe stato fantastico vedervi catturare il ladro.
-In realtà è stato tutto merito del Campione- risposi -Noi abbiamo solo... dato una mano, ecco.
-In ogni caso, sono contenta che nessuno si sia fatto male. A parte il furfante, ovviamente.
Notai che Dave era stranamente silenzioso quella sera.
-Che hai, Dave? Sei più calmo del solito.
-Sto solo ragionando un attimo.
-Vuoi cercare di capire meglio, vero?- disse Roxanne inclinandosi sulla sedia. -Dai, sputa il rospo.
-È solo che... mi sembra improbabile che qualcuno voglia rubare il Megacerchio solo per rivenderlo. Jake, ti ricordi quello che ci ha detto il Campione a proposito del suo utilizzo?
-Sì, ha detto che può scatenare il pieno potenziale di un Pokémon che tenga una Megapietra.
-Esatto. Ho paura che ci sia qualcosa sotto.
-Vuoi dire che il ladro voleva usarlo per i propri scopi? Eppure non mi sembrava avesse una Megapietra, né che fosse malvagio a tal punto.
-È proprio questo che mi preoccupa. Quel delinquente non era sicuramente molto esperto, visto che ci ha per sbaglio rivelato di essere il colpevole. Quindi, chi gli ha dato i mezzi per entrare nel caveau dell'hotel?
Ero impressionato; non pensavo che Dave avesse tali capacità deduttive. Ma ero anche sconcertato dalle sue ipotesi, che lasciavano presagire uno scenario piuttosto inquietante.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Roxanne parlò.
-Comunque vada, non abbiamo ancora nessuna certezza; teniamo gli occhi aperti. Cambiando argomento... Dave, domani è il tuo turno, giusto?
Come se si fosse risvegliato improvvisamente, Dave scattò in piedi.
-Giusto! Non dovrei pensare troppo a queste cose, o rischio di perdere la concentrazione. Mi sento pronto a combattere con qualsiasi cosa mi tirino contro! Yeah!
-Ahahah! Faremo il tifo per te.

 

Pioveva. Era il genere di tempo che odiavo di più; detestavo bagnarmi e ancor più stare fermo o combattere sotto la pioggia, ma per fortuna gli spalti dello stadio erano al coperto. L’arena era invece priva di tetto poiché il tempo atmosferico avrebbe potuto influenzare lo scontro, aggiungendo una variabile interessante.

Nel tragitto dall’hotel allo stadio Dave ghignò tutto il tempo; sembrava che la pioggia rappresentasse per lui un colpo di fortuna, o una parte di un piano ben congegnato che stava andando a compiersi.

-Che hai da ridere?

-Mh? Non sto mica ridendo.

-Sì invece. Hai qualcosa in mente?

-Ohoh, lo vedrai presto…

Giuducando dalla sua espressione, si trattava di un geniale schema per assicurarsi la vittoria, oppure di una colossale stupidaggine.

Qualche ora dopo, era arrivato il suo turno.

-Buona fortuna!- disse Roxanne, assestandogli un pugnetto amichevole sulla spalla.

-Mostragli quello che sai fare.

-Ovvio! Ce la metterò tutta!

-E un’altra cosa… fammi vedere il tuo “piano geniale”, ok?

Dave corse verso la sala d’attesa sotterranea, voltandosi verso di me con il pollice alzato, mentre io e Roxanne salimmo sulle tribune per osservare lo scontro imminente.

-Ha ora inizio il secondo round! I due contendenti sono Dave, della regione di Johto, e Ondina, proveniente da Hoenn!

Le due piattaforme degli ascensori si alzarono, sotto la pioggia di applausi del pubblico e quella reale dal cielo.

L’avversaria di Dave era una ragazzina, che avrà avuto al massimo tre anni in meno di me, vestita con una divisa scolastica e dai capelli corti azzurri. Da come si muoveva, doveva essere piuttosto vivace e aveva l’aria di non essere molto esperta di Pokémon, ma come si dice, le apparenze ingannano.

Purtroppo però, Dave non sembrava essere del mio stesso parere, e dalla sua espressione capii che pensava di avere la vittoria in tasca.

-I due concorrenti scelgano i propri Pokémon!

Dave lanciò subito la propria Pokéball con un movimento vigoroso.

-Sono curiosa di sapere qual è questo “piano segreto” che Dave ha architettato.

-Beh, ora lo vedremo.

Dalla sfera uscì una figura quasi antropomorfa, piuttosto robusta e con il muso allungato: un Feraligatr.

…tutto qui?

Mentre io fissavo Dave con occhi sbalorditi, Roxanne accanto a me scoppiò a ridere talmente forte che per poco non cadeva per terra.

-Cioè… il suo piano segreto era semplicemente usare un Pokémon d’acqua?

-Hahah…! Quando si dice darsi delle arie… Hahahah!

Credo che Dave ci avesse visto, poiché ci stava guardando con uno sguardo di disappunto. La sua avversaria non perdette altro tempo e lanciò la Pokéball con entrambe le mani, rivelando una sagoma non molto alta, ma abbastanza massiccia, dotata di due artigli affilati e un pesante carapace: era un Armaldo, un Pokémon piuttosto raro.

-Uhm, un Armaldo… una scelta piuttosto azzeccata, considerando che la pioggia, eliminando l’attrito tra i segmenti della corazza, aumenta di molto la sua agilità; tuttavia, anche Feraligatr ha un vantaggio, poiché la pioggia aumenta la potenza delle sue mosse d’acqua.

-Beh, sarà anche una mossa intelligente, ma il fatto che i Pokémon d’acqua siano più forti sotto la pioggia è roba da scuola elementare, non c’è molto da vantarsi.

-Ripensandoci però, potrebbe rivelarsi più utile di quanto sembri… forse abbiamo sbagliato a ridere troppo presto.

La ragazzina di nome Ondina aprì le danze ordinando ad Armaldo di attaccare con Forbice X: con una velocità sorprendente per la sua stazza, il Pokémon coleottero si avventò su Feraligatr, gli artigli che brillavano di luce verdastra; il Pokémon di Dave fu colto di sorpresa e non riuscì ad evitare il colpo, ma fu comunque capace di pararlo con le braccia, ferendosi ugualmente.

Dave non sembrò molto sorpreso della mossa: come succedeva in molte lotte, il Pokémon più veloce cercava di destabilizzare l’altro con attacchi rapidi per poi finirlo con una mossa più potente. Tuttavia, Forbice X era un attacco noto per la sua grande potenza e velocità, specie se usato da Pokémon coleottero: Feraligatr ne aveva appena avuto un assaggio.

Dave ordinò di usare Gelodenti; Feraligatr si mise a quattro zampe ed inseguì Armaldo che nel frattempo stava fuggendo muovendosi sinuosamente, riuscendo infine a saltargli addosso e ad addentargli la coda. Il ghiaccio generato dalle zanne di Feraligatr congelò quasi tutta l’appendice e una parte delle zampe dell’avversario.

-Grande! Ora non potrà più sfruttare l’aumento della velocità.

Il Pokémon d’acqua si scagliò nuovamente contro Armaldo in un turbine d’acqua, usando la mossa Cascata; questi, non potendo evitarlo, usò Protezione, mandando l’avversario a sbattere contro un muro invisibile.

Non essendosi ancora scongelato del tutto, il Pokémon coleottero dovette passare agli attacchi a distanza, che non erano però meno potenti; con un ruggito ed un gesto delle ali scatenò una potente Frana contro Feraligatr, seppellendolo sotto una pioggia di sassi.

La situazione stava volgendo a favore di Ondina. Il Pokémon di Dave aveva subito i danni di due mosse piuttosto potenti in poco tempo, e Feraligatr, pur essendo piuttosto robusto, non era adatto ad assorbire questo genere di attacchi; tuttavia Dave aveva ancora qualche asso nella manica, a cominciare dal vantaggio datogli dalla pioggia.

Ma il cumulo di rocce non si muoveva, facendo restare tutto il pubblico dello stadio con il fiato sospeso. Fu allora che capii cosa stava succedendo.

Improvvisamente, da dietro Armaldo comparve una pozza d’acqua, che pochi secondi dopo esplose con un’onda assordante.

-Ha usato Sub per riapparire da dietro il nemico!

L’avversario, ancora sbigottito dall’entrata in scena di Feraligatr, non riuscì a reagire; senza perdere altro tempo, Dave gridò che usasse Surf. Un’onda gigantesca ricoprì il campo di battaglia, travolgendo completamente Armaldo e schizzando gli spettatori. La potenza del colpo fu devastante, vista l’affinità di Feraligatr con la mossa e l’efficacia che aveva contro il tipo Roccia, senza contare la potenza assorbita dalla pioggia.

Quando il muro d’acqua evocato dalla mossa scomparve, si vide che Armaldo si era faticosamente rialzato, gravemente danneggiato ma non ancora sconfitto: aveva ancora una mossa da sfoderare.

Il Pokémon coleottero si concentrò profondamente, emettendo un’aura di energia viola attorno a sé. Alcune rocce si staccarono dal terreno, per poi volare verso di lui come se fossero attratte magneticamente: lo spaventoso livello di energia mistica rilasciato fece tremare tutto lo stadio. Si trattava di una mossa potentissima e segreta, che traeva energia dall’età stessa del codice genetico del Pokémon, una mossa che solo Pokémon del calibro dei leggendari potevano usare: Forzantica.

Mentre il corpo di Armaldo era offuscato da una luce violacea, le pietre che lo circondavano smisero di orbitare attorno a lui e furono lanciate a tutta velocità verso Feraligatr. Una miriade di sassi, più piccoli di quelli invocati da Frana, ma pregni di un’energia primordiale, investì il Pokémon di Dave facendolo tentennare; quando poi l’attacco a base di pietre finì, Armaldo gli era già addosso, pronto a colpirlo con Forbice X; non poteva evitarlo. Feraligatr venne colpito diverse volte in pochi secondi dagli affilati artigli di Armaldo, potenziati dalla forza arcana che il Pokémon traeva dal suo DNA.

-Che cos’è quella mossa?- chiese Roxanne. –Non l’ho mai vista.

-Si tratta di Forzantica: chi la usa trae energia primordiale dal proprio DNA. Solo Pokémon di origini antichissime come i leggendari possono usarla.

-Cioè adesso Dave è nei casini?

-…diciamo di sì.

Feraligatr provò ad attaccare con Gelodenti, ma Armaldo, con il doppio potenziamento alla velocità, gli sfuggì facilmente per poi attaccarlo con una Frana.

-Si mette male… l’unica cosa che può fare è cercare di resistere finché l’effetto di Forzantica non svanisce.

Il Pokémon d’acqua si rialzò, gravemente ferito. Dal suo sguardo capii che voleva vincere a tutti i costi, non voleva arrendersi: non era ancora detta l’ultima parola.

A questo punto Dave ebbe un’idea brillante. Mentre Armaldo attaccava di nuovo con Forbice X, ordinò a Feraligatr di usare ancora Sub; il Pokémon obbedì e creò una grande pozza d’acqua per poi immergervisi dentro, schivando l’attacco di Armaldo. Quando l’avversario lo assaltò nuovamente, il Pokémon d’acqua si immerse una seconda volta, lasciando l’avversario a bocca asciutta. Dave aveva avuto un’idea brillante: visto che gli attacchi di Armaldo erano molto veloci ma anche piuttosto prevedibili, aveva deciso di sfruttare la mossa Sub per schivarli, aspettando che il potenziamento di Forzantica sparisse dandogli l’opportunità per attaccare.

Dopo aver usato a vuoto l’ennesima Forbice X, Armaldo era sfinito; l’aura viola stava lampeggiando, segno che fra poco sarebbe stato vulnerabile.

Da una pozzanghera emerse Feraligatr con un potente balzo: ormai lo scontro era vinto. Il Pokémon d’acqua si lanciò a tutta forza contro Armaldo usando Cascata, causando un fragore assordante di schizzi d’acqua.

-Armaldo è esausto! Il vincitore è Dave!

Roxanne balzò in piedi con un grido, mentre io agitai il pugno in aria. Forse avevo sottovalutato Dave, complice il fatto di averlo battuto quando ci siamo incontrati la prima volta, fatto sta che fra pochi giorni ci saremmo scontrati di nuovo.

Dovevo prepararmi al meglio.

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