Lies upon lies.

di DragonNathe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In this society so confusing ... I am too. ***
Capitolo 2: *** I'm hungry... ***
Capitolo 3: *** If you call this lie… ***
Capitolo 4: *** The tranquility of the house… ***
Capitolo 5: *** What a mess! ***



Capitolo 1
*** In this society so confusing ... I am too. ***


In this society so confusing ... I am too.



POV Seunghyun Choi.
 
A volte mi domando perché la gente cambia opinione nell’arco di pochissimo tempo. Un giorno pensa in un modo, un giorno pensa in un altro.
Non che mi cambi molto la vita, dopotutto sono abituato a pensare a me stesso e a fregarmene degli altri. Facendo un lavoro come il mio, dove la gente si interessa così tanto alla tua figura artistica e vogliono sempre il meglio, preferisci lasciare la parte privata per te. E com’è che finisce? Ah, sì. Finisce che rimani chiuso in te stesso e non riesci ad esprimere nulla di quello che ti riguarda.
Forse, se fossi capitato qualche anno fa, con questo pensiero in testa, avrei detto che comunque non sono l’unico che finisce con l’essere l’emarginato di turno. Adesso, purtroppo, le cose sono diverse.
Potremmo considerarlo come un cambiamento in positivo.
Finalmente tutti sono d’accordo con tutti e non ci sono più discriminazioni!
Ma chi vogliamo perdere in giro?
Ricordo quel lontano periodo in cui i gay e le lesbiche erano estraniate dal mondo, dove chi la pensava diversamente veniva punito con la morte o quando la religione era a senso unico e finiva sempre male per chi deviava i propri pensieri.
Due o tre anni fa, le cose migliorarono appena. Gli omosessuali finalmente erano liberi ma l’omofobia regnava sovrana nella maggior parte della società. Venne proclamata la “libertà di pensiero” e adesso esistono tanti tipi di credenze.
Ma c’era sempre quella piccola parte dell’uomo che era contro tutto questo.
Adesso?
Oh, adesso quel tipo di persona si è completamente spenta. Oggi tutto va bene e le guerre si sono placate. Peccato che ora, ci sono così tanti omosessuali che temo che la popolazione umana si estinguerà nel giro di poco tempo.
Ormai, non è una novità sapere che una persona è gay.
Ormai, i matrimoni tra due persone dello stesso sesso sono così frequenti da farmi venire il voltastomaco.
No, non sono omofobo. Ho solo paura di come finirà il mondo.
Mi domando perennemente come ci ritroveremo tra qualche anno, o addirittura tra qualche giorno. Le cose cambiano continuamente ed è difficile per me abituarmi a tutto questo. Io lavoro, giro per il mondo, la gente sa chi sono. Ma un giorno è convinta di sapere qualcosa su di me, poi improvvisamente pensa che non vada bene, o peggio, possa essere falsa.
Perché tutto questo interesse per me, che non so nemmeno chi sei?
Purtroppo, il mondo dello spettacolo è questo.
Diventi una persona famosa nel vero senso della parola.
E io sono un personaggio famoso di nome Seunghyun Choi, costretto a combattere con questa società così confusionaria, dove mi sento di troppo.
 
- Signor Choi, il direttore della casa discografica la attende nel suo studio. –
La segretaria carissima che mi urla dal telefono, mi fa sobbalzare e per poco non inciampo nei miei stessi piedi, chiudendo la chiamata senza risponderle. Non ne ho motivo, tanto sto giusto per tornare in studio.
Aumento la velocità del passo, nascondendomi nel cappuccio del cappotto per non farmi riconoscere. Sì, magari.
Poco ma sicuro, qualcuno avrà sicuramente capito che quello che cammina mezzo infreddolito per le vie di Seoul è proprio T.O.P, dei BIGBANG.
Fortuna che sono quasi arrivato.
Effettivamente, così tanto assorto nei miei pensieri, non mi sono neanche accorto dell’essere già arrivato davanti alla porta della YG Entertainment. Casa discografica dove lavoro dal 2006. Ormai è la mia casa, dopo dieci anni di carriera.
Varco la soglia, abbassando il cappuccio, salutando qualche collega che appena mi vede, sventola la mano sorridendomi.
Supero i vari corridoi, arrivando finalmente davanti alla porta dello studio di Yang Hyun Seok, in poche parole, il mio capo.
Non busso. Entro direttamente, senza salutarlo e gli lancio un’occhiata stanca, borbottando: - Cosa succede? –
- Nulla, in realtà. –
Stavolta, il mio sguardo cambia. Da stanco a infastidito.
- E quindi perché mi trovo qui? – Allargo le braccia, guardandomi le scarpe che dovrei sistemare un po’, visto che sono piene di fango. Maledetta pioggia.
Alza gli occhi al cielo, sospirando. In momenti come questi, desidererei tanto mollargli un pugno, ma non lo faccio per non perdere il mio lavoro (anche se potrei benissimo andare avanti anche senza di lui).
- Dovevo parlarti. Quindi, siediti. –
Indica con la mano la poltrona davanti alla sua scrivania e io mi accomodo, riluttante, alzando un sopracciglio. La mia espressione la interpreta come: “Oggi non è giornata, quindi vai al dunque.
E così fa.
- Non voglio dilungarmi troppo. Volevo semplicemente farti una proposta. –
Accavallo le gambe e mi tormento le dita con i denti.
Lui intanto si gratta la fronte e sospira più rumorosamente di prima.
- Non so come dirtelo. Anche perché so a prescindere che non accetterai. Anche se sei costretto, visto che ormai… beh, si è saputo. –
- Si è saputo cosa? – Si sa dell’esistenza delle macchine del tempo?
- Questione di marketing, Seunghyun. È una cosa un po’ difficile da spiegare. Riguarda te e JiYong. –
JiYong. Il mio migliore amico, nonché collega di lavoro da sempre.
In arte, G-Dragon.
- Beh? –
Abbassa lo sguardo, mostrandomi un senso di colpa inconfondibile.
Passa qualche secondo di silenzio, poi sbotto e salto dalla sedia: - Ne avremo ancora per molto? Sai, ho fame. –
Sorride appena, divertito e mi guarda negli occhi, nervoso.
- Prendi questo. –
Mi passa una rivista coreana con in prima pagina la seguente testata: “SCOOP DEL GIORNO: TOP e G-Dragon, membri dei famosissimi BIGBANG, hanno ammesso di avere una relazione!
Mi irrigidisco, poi impallidisco e per finire in bellezza, mi lascio scappare un rantolo di incredulità.
- Cos’è questa storia, Yang Hyun? – alzo lo sguardo verso di lui, che mi sembra un cane che ha appena rotto qualcosa e spera di non essere picchiato.
- Uno… scoop, no? –
Questa risposta mi fa imbestialire ancora di più, tanto che salto sulla sedia e lo fisso con un’aria tutt’altro che entusiasta. Penso che potrei scoppiare in mille pezzi a momenti. Come si è permesso di far sapere alla gente qualcosa che non è neanche vera?
Respiro profondamente e dico, con un tono che non accetta secondi fini: - Da dove ti è venuta questa idea geniale? E soprattutto, perché? Io e G-Dragon non siamo gay, lo sai meglio di noi, figurati. E quindi, cosa fai? Vai a dire l’esatto contrario!? A che giochi stai giocando? –
Si alza anche lui, con l’aria di chi ne sa qualcosa più di te, poi mi guarda e alza le spalle, ridendo. – Lo sai, no, che al giorno d’oggi, va di moda essere omosessuali. Quindi, è una buona notizia per farvi diventare… -
Non trova le parole.
Quindi lo precedo. – La coppietta gay di più di trent’anni che gira per il mondo alla ricerca di soldi da prelevare dalle tasche delle nostre fan giovani e piene di pensieri strani in testa. –
- Non esattamente… - Il suo atteggiamento vago mi sta facendo saltare i nervi.
Mi siedo e stringo i pugni, chiudendo gli occhi e con un filo di voce, borbotto: - E ora dimmi, grande genio, come intendi sistemare questo macello? –
- Non devo sistemarlo io! Anzi, non c’è neanche bisogno di negare il contrario, ora. –
- Ma cosa stai dicendo? È colpa tua, hai provocato tu tutto questo e sicuramente JiYong la penserà come me. Devi fare qualcosa. –
- Non posso. –
- Come no? –
Alza nuovamente le spalle e sospira, con aria strafottente. – Per i fan, la GTOP adesso è reale. Dovete renderla tale, altrimenti la mia reputazione farà una brutta fine. –
- Ah, la tua. –
Alzo gli occhi al cielo, alzandomi e avvicinandomi a lui, nonostante la scrivania che mi blocca. – Forse per te tutto questo è solo un grande divertimento, ma ti avverto. Io non farò mai la parte del gay innamorato di fronte a delle fan in formazione ormonale che hanno solo bisogno di vedere qualcosa per il quale impazzire. Non so come la prenderà JiYong, non mi interessa neanche. Ma io non ci sto. –
Detto questo, me ne vado dallo studio e sbatto la porta con tutta la forza che ho nel braccio.
Subito dopo, decido di chiamare Ji, prima che lo venga a sapere da qualcun altro

[ -Naru. ]

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Capitolo 2
*** I'm hungry... ***


I'm hungry...




POV. JiYong.
Qualcosa di umido continua a strusciarsi sulla mia guancia e sui miei occhi chiusi dal troppo sonno. Non ho intenzione di alzarmi, assolutamente. E’ presto, e devo dormire. Solo che… c’è anche altro che mi infastidisce. Ho un peso sul petto.
Come quando cerchi di respirare… ma senti come se ci fosse qualcosa che ti blocca, come un masso enorme presente all'interno del proprio petto che fa in modo che esca ed entri solo l’aria necessaria per non morire, ma che quel senso di pesantezza rimanga lì a farti pensare. Sì, pensare.
Evidentemente al motivo per cui ci si sente in tal modo. Si inizia col farsi domande come; ‘cosa sta succedendo, è cambiato qualcosa?’
Si, effettivamente negli ultimi anni sono cambiate molte cose.
Molte, come il pensiero delle persone, che si mostra sempre più contorto.
Negli ultimi anni la mentalità della gente si è aperta maggiormente.
Tanto che hanno iniziato ad accettare molte cose che prima venivano discriminate o perfino derise. E non si parla solo di un fatto di gusti. Come due persone dello stesso sesso che si amano. Quello non è sbagliato. Non del tutto.
Anche perché è importante che si continui a procreare. Diciamo che nell'arco di qualche anno la gente ha iniziato ad accettare questa cosa, sì. Ma ciò non significa che tutti siano in pace con tutti.
C’è sempre quel caos della città.
Ci sono sempre persone che uccidono e che rubano per sopravvivere.
Io, personalmente, mi sento molto fortunato, dato che non ho bisogno di rubare per trovare un piatto caldo in cucina. Anzi, ho anche chi cucina per me. Molte persone non si rendono conto di ciò che hanno. Non si accontentano facilmente. Più hanno, e più vogliono. C’è poco da fare.
Io ho fatto tantissimi sacrifici per ottenere ciò che ho in questo momento, mi sono impegnato per raggiungere gli obbiettivi che mi ero posto. E sono più che orgoglioso di aver raggiunto il mio traguardo.
Anche se, veramente, non ho concluso del tutto quell'obiettivo.
Anzi, sono solo all'inizio.
Potrò dire d’aver raggiunto del tutto quell'obiettivo quando la mia voce non sarà più in grado di emetter un canto piacevole.

Continuo a sentire il viso umido, allora con un po’ di pigrizia porto la mano a pulirlo, quando però essa incontra il corpicino minuto e peloso di Ga-ho.
Le sue zampine poggiate sul proprio petto… erano loro a darmi pesantezza. Oltre ai mille pensieri che ho per la testa. E la cosa umida… nient’altro può esser che la sua linguetta.-
Ga-ho è il mio cane . Un bellissimo Shar Pei beige. Avrà fame, sicuramente. E ne ho anche io, ho tanta fame.
Forse per quel motivo poco dopo mi alzo, pulendomi il viso e prendendo il piccolo cucciolo tra le braccia, così da portarlo con me fino alla cucina, passando prima a staccare cellulare dalla carica. Solo a guardare ciò che la tavola offre mi sale l’acquolina in bocca, e il dolce profumo non fa altro che aumentare la mia voglia di lanciarmi sopra la tovaglia per mangiare tutto quel che ne è presente sopra.
Poggio lentamente Ga-ho in terra e mi avvicino alla tavola apparecchiata, posando al lato del piattino il mio telefono. Inizio a prendere il latte caldo dal pentolino per versarlo nella tazza blu e gialla posta sopra al piattino di eguale colore.
Mi guardo intorno cercando la brioche che in quel momento mi invoglia di più e, una volta trovata la afferro iniziando a mangiare.
La inzuppa nel latte, finendola in pochi bocconi; Non appena inizio a bere il latte, il telefono suona facendo vibrare appena il tavolo.
Allontano il latte dalle labbra per rispondere. - Pronto. – Dico, riprendendo dopo a bere. La persone in particolare è Seunghyun Choi. Il mio migliore amico.
Inizia a parlarmi a raccontarmi di quel che il capo gli aveva detto e per poco non mi strozzo con il latte. Sul serio.
Inizio a tossire sputando il latte in terra, mentre Seunghyun continua a raccontarmi della rivista e della ‘dichiarazione’ falsa.
Non ci credo, come ha potuto farci una cosa simile. Ora le fan vorranno una conferma e io dovrò dire davanti ai fotografi e ai giornalisti che sto con lui? No, non se ne parla.
No.
Dopo un po’ Seunghyun si accorge che mi sto strozzando, quindi mi da il tempo di calmarmi, dato che continuo a tossire e a sputare latte.
---
Svuoto praticamente l’armadio lanciandomi dietro maglioni, jeans, magliette a maniche corte, finché non trovo una cosa che mi possa interessare.
Finisco però col mettermi un jeans normale e una felpa blu e grigia.
Mi sbrigo ad infilarmi le scarpe ed esco di casa: Seunghyun mi aspetta.
Fa veramente freddo, e per un momento mi pento di non essermi portato il giaccone.
Continuo a camminare, accelerando però il passo: Il cielo promette neve, è di un color bianco/grigio chiaro. E la temperatura è scesa di molto dall'ultima settimana. Ho le mani che tra non molto mi cadono, sono congelate. Per strada, difatti, non c’è molta gente. Giusto qualche coppietta che si tiene mano nella mano.
Non mi fa strano vedere coppie di ragazzi che si tengono per mano o che si scambiano dei baci.
Ormai queste cose non stupiscono più-.
Prima, quando ce ne stavano poche e nessuna, l’occhio ricadeva curioso nel vedere cosa essi facevano, e la gente parlava. Metteva in giro voci su quei ragazzi che effettivamente non facevano nulla di male. Si amavano e basta.
Ed ora è un bene che la gente non parli più.
A parte se si tratta di personaggi importanti dello spettacolo.
Ad esempio, tempo fa su tutti i giornali non si parlava che di una nuova coppia, di due cantanti molto famosi, che avevano finalmente dichiarato di star insieme. Anche se era visibilissimo agli occhi che si piacevano. Dai baci sul palco, dagli sguardi, e tutto.
Eppure quando si venne a sapere le fan impazzirono e loro ebbero molta più fama.
Forse se… io e Seunghyun facessimo finta di stare insieme… sul serio la nostra fama potrebbe salire.
---
In pochi minuti mi ritrovo davanti alla casa discografica: la YG Entertainment.
Mi sbrigo a raggiungere il capo e quindi anche Seunghyun , dunque, inizio a correre, salendo di piano, scontrandomi con lui, una volta finiti gli scalini. Mi prende per il polso e mi trascina dentro lo studio del capo.

-Eccovi.- Dice.
-Si, siamo qui. Mi spiegate che succede?- Mi siedo, le poltroncine sono comodissime.

- Ji, guarda.- Seunghyun è serio, e temo che tra poco possa esplodere.
Mi passa il giornale, e in prima pagina, non posso che non notare me e Seunghyun, con in grande la scritta: “SCOOP DEL GIORNO: TOP e G-Dragon, membri dei famosissimi BIGBANG, hanno ammesso di avere una relazione!”
Possibile? Prendo un bel respiro.
-Allora Yang, mi dici che hai combinato?- Dico con una espressione quasi comprensiva.
Lì inizia a spiegarmi, facendomi lo stesso esempio a cui avevo pensato io, prima.
Ovvero lo scoop di quei due cantanti che per aver ammesso di stare insieme, sono diventati molto più famosi.
Il mio sguardo incontra quello di Seunghyun subito dopo che Yang finisce di parlare.
-Vabbè senti, lasciaci soli per un po’, ora ne parliamo.- Dico, con aria calma di chi vuole ragionare per bene prima di fare una stupidaggine.
-Come preferisci.- Detto questo si alza e raggiunge la porta, per poi richiudersela alle proprie spalle.
Mi chiedo cosa Seunghyun possa pensare quando gli dirò che forse il capo potrebbe aver ragione…

[-DragonNathe.]

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Capitolo 3
*** If you call this lie… ***


If you call this lie…



POV Seunghyun Choi.

Non so se avete presente quel momento in cui senti che tutti quanti la pensano diversamente da te. O meglio, magari sono della tua stessa idea, ma cercano di farsene una ragione, dicendo semplicemente “Eh vabbè, che sarà mai! Non ci vuole tanto.”

Bene.

Se ce l’avete presente, e se siete in grado di capirmi, vuol dire che in questo momento, vorreste fare la stessa cosa che sto per fare io.
Guardo un istante JiYong, che ha l’aria di chi si è arreso alle conseguenze, poi gli do una botta sul petto così forte da farlo barcollare.

- Ehi, mi hai fatto male! – borbotta, massaggiandosi il torace.

Io mi limito a sbuffare, con il mio solito modo di fare infastidito e sospiro.

- Siamo in un bel casino, JiYong. Non possiamo far finta davvero di stare insieme. Ma ti rendi conto? Sei pazzo se pensi di riuscire davvero a gestire questa situazione. –

- Ma Seunghyun, dai! Basta che facciamo per dieci minuti la parte degli innamorati di fronte a quattro fan. –

No, davvero, qualcuno può fermarmi dal volerlo picchiare a morte?
- Sembra quasi che la cosa ti piaccia, pensa. –

Ecco che ho toccato il suo punto debole. Si irrigidisce e mi guarda male, sibilando:
- Finiscila, stronzo. Io sto solo cercando di non farci licenziare. –

- Ma ci sei o ci fai? Il nostro lavoro non consiste nel fare i cretini durante un fan meeting. Noi facciamo musica, JiYong. MUSICA. –

Non risponde, forse perché ha capito che non ho tutti i torti.
Poi alza le spalle, sospira e mormora:
- Hai un’idea migliore? –

- No. Ma ci dev’essere una qualunque cosa che possa far cambiare idea a Yang Hyun. No, no, aspetta. Mi correggo. Non a Yang Hyun, ma alle fan. –

Ecco che sospira di nuovo.

- Mi sei molto d’aiuto, sai? – e gli do una pacca scherzosa sulla spalla.

Lui ride. – Senti… Seunghyun. Noi facciamo una prova. Se proprio non funziona e vediamo che non se ne parla… beh, avviseremo il capo. –

CHE IDEA GENIALE!, penso, sarcastico.

- Bah. –

E mi alzo, andando fuori.

Esco dalla casa discografica, appoggiandomi poi al muro e meditando. No, Seunghyun, non ricominciare con quel vizio.
La mia mente mi dice di non farlo, ma c’è quella parte di me che continua a torturarmi e a dirmi che non c’è niente di male e non mi farà nulla.
Così, prendo una sigaretta e la accendo, mettendo la mano davanti ad essa per non far spegnere il fuoco.
Lascio che il fumo mi faccia chiudere un po’ la mente, così socchiudo gli occhi e guardo la gente che cammina concitatamente senza far caso a me. meglio, una seccatura in meno.
Appena finito, guardo un momento il mozzicone, poi lo butto per terra, schiacciandolo. E porgo lo sguardo al cielo, pensando a quanto sarà difficile questo periodo per me.

- Insomma, siamo pronti?! –

La voce del tecnico dell’audio mi fa sobbalzare, e annuisco anche se sono chiuso ancora nel mio camerino a guardarmi allo specchio.
Ennesimo concerto a Seoul. Ne abbiamo fatti così tanti, ultimamente.
Poggio le dita sul vetro freddo, chiudendo gli occhi, cercando di concentrarmi. Devo dare il meglio anche quest’oggi, ma dopo quello che è successo, la mia mente è sconnessa da tutto. Non riesco a pensare a nulla e ogni cosa la vivo male. Poi i miei manager mi dicono di stare bene e di non affaticarmi troppo.
Quanto vorrei far sbattere la loro testa su un muro.
La gente è così incoerente. Dice una cosa, ma agisce al contrario. Non so se questo tipo di mentalità porterà ad un risvolto positivo in questa società.

No, ne dubito.

Siamo tutti così bravi a parlare, ma con le conseguenze ci tiriamo sempre indietro.
Beh, effettivamente credo che la vigliaccheria a volte salva le persone dai pericoli. Non sempre, ma la maggior parte delle volte, sì.
A forza di concentrarmi su questi pensieri, non mi sono accorto di trovarmi ancora con la camicia aperta e la giacca poggiata sulla sedia, pronta per essere indossata.

- Seunghyun, vuoi morire là dentro!? Insomma, tra poco si comincia! – è la voce di Seungri, il nostro caro maknae.

Finisco di vestirmi in fretta e do un ultimo sguardo ai capelli perfettamente in ordine.
Poi esco e trovo JiYong che mi guarda, sorridente e pieno di euforia. È sempre così, prima di un concerto.
Anch’io sarei stato entusiasta, peccato che ho scelto un periodo non esattamente adeguato a questo stato d’animo, quindi adesso mi sento quasi in colpa nel mostrare il mio poco interesse.

- Dai, Seunghyun, dobbiamo dare il meglio anche questa volta! – esclama il mio amico, con un luccichio negli occhi. Mi ha sempre sorpreso quella sua carica piena di vitalità. Non gliela invidio, anzi. Però non me la spiego.

- E mi raccomando, tanti bacini sul palco! – civetta Seungri, avvicinandosi a noi.

Lo sguardo che gli lancio lo fa indietreggiare e per poco non va a sbattere contro YoungBae, che saltella via e ride. Sono tutti così allegri.
In questo momento, sentiamo i tecnici che ci chiamano. Dobbiamo salire sul palco.
Guardo un attimo Ji, pensieroso.
Spero che non accada nessun tipo di inconveniente.
Alla fine del concerto.
Fan urlanti chiedono un bis, e noi le accontentiamo, intonando Blue nonostante la stanchezza. Fortuna che esiste l’adrenalina, altrimenti ci ritroveremmo per terra a boccheggiare.

Alla fine di tutto, ci inchiniamo, pronti per andare nel backstage e brindare alla salute (e alla pazienza), ma proprio quando stiamo per fare dietrofront, si sente un coro di voci che ripete: - GTOP! GTOP! GTOP! –

Mi irrigidisco, spalancando gli occhi. Oh, merda.
Con la coda dell’occhio, vedo Ji che si gira verso la marea di gente dietro di noi e urla qualcosa, ma non riesco a capirlo, siccome il suono è ovattato per colpa dell’ansia. Non farò mai niente che non voglio fare.
Ma Daesung mi prende per un braccio e mi fa girare, così sono costretto a guardare l’atroce scena che si presenta ai miei occhi: più di duemila ragazze impazzite che pretendono l’assurdo, ovvero un bacio.
JiYong si avvicina a me e sorride nella maniera più fittizia possibile.
Non posso non baciarlo, ma non voglio neanche farlo!
Le fan continuano ad urlare, sperando in una scena scoppia-ormoni, ma il mio istinto mi dice categoricamente di non farlo.
Poi, boom! Idea geniale.
Poso lo sguardo sul cappello di JiYong e glielo tolgo dalla testa, mettendolo poi davanti ai nostri visi e mi avvicino a lui, senza sfiorarlo minimamente.

- Sei un coglione. – sibilo, alzando gli occhi al cielo.

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Capitolo 4
*** The tranquility of the house… ***


POV. Jiyong.

The tranquility of the house…

Dopo l’ultimo concerto con Seunghyun ho fatto di tutto per non uscire di casa, così da evitare le domande dei giornalisti e delle fan.
Non ci tengo assolutamente a dover rispondere ad una domanda come:

‘Come è stato il bacio con Seunghyun?’
E robe varie.
Anche perché non ci siamo baciati, questo è quanto.
Dunque, pur di fuggire a quelle domande che mi avrebbero messo solo che in imbarazzo, mi sono chiuso in casa, finendo così le mie scorte di cioccolato, che di solito tengo nel ripiano alto della cucina.
Mi sono rimasti solo dei cioccolatini bianchi, con la carta gialla, poggiati sulla scrivania a pochi centimetri dalla mia mano, che impugna il mouse.
La coperta che ho sulle spalle mi tiene caldo,dato che il pigiama sottostante è alquanto leggero. Sto ancora davanti al computer, almeno da stamattina. Penso che il mio sedere abbia preso la forma della sedia girevole dove sono seduto dalle 11:30. Ovviamente ho mangiato qui. Ho passato tutto il tempo a cercare i commenti dei fan, riguardanti l’ultimo concerto, e ne ho trovati davvero tanti. Ragazze seriamente sclerate che si emozionano per un semplice ‘bacio’.
Ormai sono le 15:40 e a me di passare tutto il giorno davanti allo schermo del computer proprio non ne ho voglia, difatti mi allungo a prendere il telefono e compongo il numero di Seunghyun, che dopo pochi squilli risponde:

‘Pronto, Seunghyun? Ciao, sì. Senti, mi chiedevo se ti andava di fare una passeggiata con me. Se vuoi possiamo andare al nuovo centro commerciale che hanno aperto. A fare cosa? Beh… Nulla, guardiamo un po’ in giro, tra i negozi. Dai, almeno respiriamo un po’. Okay? Okay. Alle 16:30 ti voglio lì davanti, ciao.’

16:20.
Sono in ritardo, come sempre. Seunghyun, mi starà sicuramente aspettando, conoscendolo. Lui non è mai in ritardo.
Prima di uscire, essendomi già fatto la doccia e già cambiato, dò uno sguardo per casa: Ga-ho è nella cuccetta a dormire, le finestre sono chiuse, le porte anche, le chiavi le ho in mano, il giacchetto l’ho preso… ho fatto tutto, sì.
Spero seriamente di non incontrare nessun ostacolo, come appunto giornalisti o fan, non sono molto in vena di dovermi subire le loro domande, penso che risponderei male.
Subito dopo aver spento il computer il capo della YG mi chiama e mi dice:

‘Complimenti ragazzi, i giornali parlano solo di voi. E siete anche usciti in diverse copertine. In più, farete nuovi concerti.’ La sua voce alquanto allegra mi fa venire il voltastomaco.

‘Sto uscendo adesso, a dopo.’ E detto ciò attacco il telefono senza aspettare un’ulteriore risposta da parte sua.

16:50
Finalmente davanti al centro commerciale, e la prima cosa che noto è appunto Seunghyun che si guarda intorno aspettandomi.

‘eccomi, spero tu non sia arrabbiato per il mio lieve ritardo, su entriamo. ’ lo tiro dentro così da non permettergli di rispondere alla mia affermazione. Anche perché avrebbe risposto sicuramente con: ‘lieve ritardo dici?’ e poi mi avrebbe fatto notare l’ora e tutte le cose che dice ma io non lo ascolto.
Una volta dentro il centro commerciale inizio a camminare per i vari negozi all’interno di esso guardandomi intorno per scrutare ogni prodotto in vendita. Il mio sguardo però, per un momento, si perde nel vuoto e Seunghyun se ne accorge subito, tanto che mi scuote appena per farmi riprendere.

‘Qualcosa non va?’ chiede.

‘no è che…ho come l’impressione che qualcuno ci stia spiando.’

‘spiando, dici? c’è tanta gente, Ji. È normale che alcuni si saranno accorti di chi siamo e ci staranno guardando. Ora, pero’, non esagerare e facciamo questo giro.’ Con decisione afferra il mio polso e mi trascina con lui.
Così iniziamo a girare per i vari reparti, fino a giungere a quello dell’abbigliamento. Lì vedo una maglia bellissima, e senza pensarci due volte corro a prenderla prima che lo faccia qualcun altro, e una volta presa penso che deve essere mia, ma ovviamente Seunghyun è convinto che non mi stia bene, quindi mi trascina fino al camerino per farmela provare.
Entro nello stanzino e mi richiudo la tenda alle spalle, Seunghyun sarebbe rimasto fuori così da impedire a qualcuno di entrare.
Sfilo la mia maglia, così da poter mettere l’altra, ma il ciondolo che porto al collo mi incastra alla catenina attaccata alla mia maglia. Ovviamente solo io potevo restare incastrato alla maglia che mi costringe a tenere le braccia alzate, così dato che non riesco a muovermi chiamo Seunghyun sperando nel suo soccorso. Fortunatamente sentì il mio richiamo e scansò la tenda scura del camerino entrando all’interno per venire da me.

‘sei un danno, fattelo dire. ’ disse con aria di chi ha tutto sottocontrollo. Prese due lembi della mia maglia e la tirò con forza, sfilandomela. Mi fece un cavolo di male… quasi gli stavo per dare un calcio, ma una luce lo salvò.
Cioè, improvvisamente una luce illuminò le nostre figure, tra cui io senza maglia. non ebbi il tempo di voltarmi che Seunghyun schizzò fuori dal camerino lasciando cadere la mia maglia a terra. La raccolsi di fretta e la misi nuovamente per poi uscire dal camerino e cercarlo con lo sguardo.

-DragonNathe.

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Capitolo 5
*** What a mess! ***


POV Seunghyun
Capitolo 5. »
 
What a mess!
Corro via dal negozio veloce come una saetta, fermandomi, con i nervi tesi.
E arriva JiYong, che mi guarda quasi più allucinato di me.
Gli lancio uno sguardo tagliente e stringo i pugni, cercando di mantenere la calma. Fosse così facile. In questo momento vorrei semplicemente prendere a pugni quell’idiota del mio migliore amico. Ma sì, Seunghyun, facciamoci vedere mentre usciamo insieme! Tanto siamo… amici, no? Macché! Stiamo insieme! Ogni scusa è buona per farci fotografare, pure se stiamo respirando contemporaneamente, no?
Non so cosa mi stia trattenendo in questo preciso istante dall’esplodere in mille pezzi. Forse è colpa della faccia visibilmente dispiaciuta del mio amico.
Si è risistemato la maglietta, anche se in una maniera piuttosto azzardata e una manica gli cade oltre la spalla.
- Seunghyun… non me l’aspettavo… - borbotta, giocherellando con il braccialetto di pezza legato al polso sinistro. Ha lo sguardo basso.
- Sai il problema qual è ora? È che ce ne dobbiamo immediatamente andare. –
Quindi, lo afferro per un braccio e, con la mano libera, prendo il cellulare, digitando il numero del mio autista, urlandogli letteralmente di farsi trovare immediatamente davanti al centro commerciale.
Ci facciamo tutta la strada per andare verso l’uscita con tutti gli occhi di queste stramaledette fan puntati addosso. C’è chi ci scatta delle foto con dei cuoricini al posto degli occhi, mentre lanciano urli da gatto in calore; poi ci sono quelle che corrono verso di noi cercando di parlarci (no, volevo dire, aggredirci con schiamazzi frantuma-timpani) e ci sono altri elementi che semplicemente ci indicano, increduli.
Ma non dovevano venire qua per spendere ogni centesimo presente nel loro borsellino? No, devono rompere a ‘sti due poveri idioti.
JiYong osserva la scena con gli occhi curiosi, quasi interessati. Io sono l’estremo contrario. Fulmino chiunque.
E, finalmente, arriviamo all’uscita. Che Dio benedica questa porta.
Non appena siamo fuori da quell’inferno, riesco a scorgere la mia limousine e mi ci lancio immediatamente dentro, seguito dal mio amico, che si rannicchia accanto a me, sempre con lo sguardo basso.
- Ma tu a volte il cervello dove lo lasci? – grugnisco, mettendomi le mani nei capelli, cercando in tutti i modi possibili di mantenere quel poco di calma che mi rimane.
- …Seunghyun, scusami. Non ci avevo pensato. –
Il tono della sua voce è talmente basso che sono costretto a chiedergli di ripetere.
Quindi, gli prendo il viso tra le mani e lo guardo, corrugando la fronte.
- Detto in breve, ti sei completamente dimenticato del fatto che siamo “fidanzati” giusto per far contente le nostre fan? Sai, anche a me sarebbe sicuramente sfuggita una cosa del genere! – il sarcasmo nella mia voce lo irrita, tanto da dimenarsi e stringere i pugni.
- Ma cosa dici? Non immaginavo semplicemente che una fan ci scoprisse. –
Alzo gli occhi al cielo e sospiro, tornando poi a guardarlo.
- …JiYong, che cazzo pretendi? Ci hanno riconosciuto, seguito e fotografato da subito. Quindi non dire idiozie o veramente un pugno non te lo evita nessuno, oggi. –
- Mi dispiace… sì, è stata colpa mia. Ora sicuramente ci saranno altre tremila riviste con questa foto scandalosa. E chissà nel web cosa si scatenerà… -
- Un gran bel putiferio. Sarà divertente. – e tiro fuori dal giaccone un pacchetto di Marlboro, sfilandone una, accendendola poi.
Do una boccata e rivolgo lo sguardo al finestrino.
Il silenzio cala nel giro di pochi secondi.
Poi, JiYong parla. – Peccato, però, quella maglia era bella. –
Scoppio a ridere, allontanando la sigaretta.
- Ne hai talmente tante, Ji. Una in meno non farà la differenza. –
- Ma meritava. –
Ecco che do l’ennesima boccata, alzando le spalle. Mi sento stranamente calmo, nonostante l’accaduto. Forse è grazie al fumo.
Arriviamo poco dopo a casa mia e scendiamo, in silenzio.  
Ma, davanti a noi, il caos più totale. Una folla infuriata di fan si accanisce sulla mia abitazione, credendo probabilmente che io mi trovassi al suo interno.
Lancio un’occhiata disperata a JiYong, che mi guarda con altrettanta preoccupazione.
E ora che cazzo faccio…
Non ho neanche il tempo di muovermi, che tutte quelle ragazze che poco prima erano concentrate sull’edificio davanti ai nostri occhi, rivolgono lo sguardo su me e JiYong.
E… il resto si può immaginare.
Veniamo assaliti in una maniera quasi esagerata e le urla mi danno alla testa. Tanto che comincio ad avere la nausea e per non cadere, sono costretto ad appoggiarmi all’auto, mentre Ji cerca di allontanare le ragazze.
Per fortuna, riescono ad intervenire le nostre guardie del corpo, ma proprio quando la situazione sembra essersi risolta, comincio a vedere tutto sfocato e mi sento cadere per terra. Poi, tutto buio.
 
Apro gli occhi, forse con un po’ di fatica, rendendomi conto di trovarmi nella mia camera da letto, sotto le coperte. Mi rannicchio nel piumone, infreddolito e comunque rilassato. Sono svenuto prima, probabilmente per colpa del caos e della pressione causata dall’intera giornata.
Improvvisamente, la porta si spalanca e vedo Ji che entra nella stanza, con uno sguardo dispiaciuto e stanco. Si siede vicino a me e io mi metto a sedere, sforzandomi per colpa della fiacchezza.
- Mi dispiace tanto, Seunghyun. È stata tutta colpa mia, sin dal primo giorno che abbiamo iniziato questa recita. Non dovevo accettare la proposta di Yang Hyun. Sono stato un perfetto idiota, non ho pensato alle conseguenze. Ora, vedi come ti sei conciato. È colpa mia. –
Gli metto una mano sulla spalla, con fare amichevole e nego con la testa, sorridendogli.
- No, Ji, non fartene una colpa. Tu non c’entri affatto. È stata solo una brutta esperienza, abbiamo provato, ma, come vedi, non ha funzionato. E secondo me, è un bene. Ora dobbiamo solo inventarci qualcosa per mettere fine a questa storia. –
Annuisce, ma sembra lo stesso afflitto e demoralizzato.
- Dai, andrà tutto bene. – continuo a mantenere il mio insolito sorriso, cercando di rassicurarlo in qualche modo.
Poi, improvvisamente, me lo ritrovo addosso, che mi abbraccia, in silenzio. Gli accarezzo la schiena, cercando di calmarlo.
E, ma tu vedi un po’, proprio in questo momento, entra Yang Hyun in camera, che esordisce con eccessivo entusiasmo: - Come stanno i miei due bei piccioncini? –
Giuro che, chi se ne frega del lavoro, gli spacco il muso.
Ji si gira appena, staccandosi da me, imbarazzato. Nel frattempo, il nostro adorato capo, scoppia a ridere e dice: - Beh, allora ragazzi, la relazione sta diventando vera? –
- Sta’ zitto, Yang Hyun. – sbotto e stringo i pugni. Gli occhi mi bruciano e l’ansia comincia  a crescere nel mio animo. Sono stanco di tutta questa messa in scena, mi sta uccidendo.
Yang Hyun si siede sul letto, vicino al mio amico e mi afferra la mano, osservandola.
- Ho saputo quello che è successo prima con le fan. E anche della foto nel camerino. Siete stati bravissimi, complimenti! –
JiYong si sforza di sorridere, ma più che altro, il risultato è una smorfia nervosa.
Io, invece, gli lancio un’occhiata agghiacciante e faccio di tutto per evitare di picchiarlo a morte. Lo sto odiando. Prima di questa storia, ho sempre provato un profondo rispetto nei suoi confronti, nonostante si notasse pochissimo. Dopotutto, è il direttore della casa discografica per cui lavoro e… beh, sarebbe scortese anche solo l’idea di fare l’arrogante con uno come lui. Il mio disprezzo nei suoi confronti è nato solo perché credevo che fosse un minimo interessato alla nostra dignità. Non siamo solo una macchina sforna-soldi, abbiamo anche un cuore e un cervello. Eppure, dopo che si supera un certo limite di… umanità, veniamo messi alla mercé delle conseguenze decise dagli altri. Il problema di noi artisti è proprio questo. Cominciamo con l’essere considerati degli oggetti che fanno tutto quello che devono fare (cantare, suonare, fingere di fidanzarsi con persone al di fuori delle proprie aspettative, buttarsi dal settimo piano e andare sulla Luna) e al diavolo i nostri sentimenti e la nostra salute.
Diciamo che in questo momento sono uno dei tanti esempi viventi del risultato di un lavoro uscito male.
- Comunque, dovevamo parlarti. – esordisco finalmente, dopo attimi infiniti di silenzio da parte di tutti. Mi sento nervoso, so che non la prenderà per niente bene, ma non mi interessa. Dobbiamo assolutamente smetterla, sono stanco di tutto ciò.
- Di cosa? – Yang Hyun ci lancia un’occhiata incuriosita, mentre io e JiYong ci scambiamo degli sguardi d’intesa ed è proprio lui ad intervenire.
Il tono della sua voce risulta pacato, ma riesco ad interpretare una punta di ansia, nonostante lo sguardo serio e… apparentemente concentrato.
E così, dice la sua. 

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