Today's generation.

di tempestadentroquietefuori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 capitolo ***
Capitolo 7: *** 7 capitolo ***
Capitolo 8: *** 8 capitolo ***
Capitolo 9: *** 9 capitolo ***
Capitolo 10: *** 10 capitolo ***
Capitolo 11: *** 11 capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


Ciao,sono la classica ragazza adolescente con problemi da tale..non mi piaccio molto,sia esteriormente che interiormente. Sono molto timida e per me è una cosa negativa perché essendo tale faccio gran fatica a fare nuove amicizie e ad essere spontanea,come sono realmente, con le persone conosciute da poco. 
Legata alla timidezza c'è la paura di non essere abbastanza,di non piacere agli altri,di affrontare rapporti che spesso per via delle mie insicurezze si sfasciano. 
Sono la classica ragazza che ha poca autostima,che si ritiene brutta per se e agli occhi degli altri.  Non faccio caso alle persone che mi dicono " sei bella, sei bellissima ", ma do tanta importanza  anche ad ogni singola persona che mi dice " sei brutta, non piacerai mai a nessuno per il tuo aspetto esteriore".
Do peso a questo e così finisco per autoconvincermi che sono brutta realmente. 

Una presentazione abbastanza pessimista vero? Eppure è realtà. È la realtà che vediamo ogni giorno, che vedo ogni giorno. 

Mi presento. Il mio nome è Giada ed ho quindici anni. Vivo a Napoli,la mia città natale; al contrario di come dice la gente e della maschera che creano di Napoli, è una città bellissima,viva,solare, come si dice " vedi Napoli e poi muori " no? 
Continuando, ho dei lunghi capelli castano scuro,dei banalissimi occhi marroni,delle labbra carnose e delle  chiare lentiggini sul naso e sulle guance che non mi piacciono per niente,ma purtroppo sono costretta ad averle. A volte mi capita di sentire qualcuno che dice << ma tu non hai i capelli rossi, perché hai le lentiggini ?>> oppure << wow, hai le lentiggini? Non le ho mai notate >> diciamo che essere spiritosi è dir poco. In effetti non sono mie fin da piccola, ma mi sono nate col tempo per via delle lunghe ore esposte al sole. Del mio fisico non posso lamentarmi, sono snella,anche se mangio come un maialino, diciamo "stile peppa pig ", a parte della mia seconda quasi scarsa di seno. 
Come detto prima sono del '99 anche se non dimostro per niente la mia età dato che sono la bellezza di 1.52 cm! Ho sempre odiato questa parte di me, mi ha fatto sempre sentire diversa dagli altri della mia età. 

<< Le ragazze basse sono le più belle. >> 
Ma non diciamo cavolate! Ognuno le prende in giro,ognuno gli getta in faccia la pura verità : " come sei bassa! ". Grazie,non lo sapevo! Magari queste ragazze sperano in qualche centimetro in più che non verrà mai; sono stufe di essere prese in giro dagli altri che magari non sanno quanto è sofferente essere bassi ed essere rinfacciati per questo,no! Non si rendono conto . 
Perché comunque magari quelle persone fanno l'impossibile per rimediare a ciò, ma senza gran risultato! 

Ecco, ecco come mi sento. 
Forse darò l'impressione di essere una ragazza super problematica, ma non è tutto perso. Nonostante ciò sono un'amante della vita,scherzo e rido con le persone che mi stanno accanto, so far volermi bene con la mia sincerità e spontaneità. 
Detto ciò chiudo il capitolo delle presentazioni e dell'introduzione della mia vita, ora è tempo di ritornare alla realtà, domani è lunedì, quindi c'è scuola, quindi è il giorno più odiato da me e forse da tutti gli adolescenti. 

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


- Giada svegliati ! - esclama mia madre entrando in camera. 
Con grandissimo sforzo apro gli occhi emettendo un mugolio dalla mia bocca,mi volto verso la sveglia, 7:30. Non che sia ritardataria,oppure ci metto tempo per prepararmi,ma mia madre ha sempre l'abitudine di svegliarmi presto ed il mio istinto omicida accresce sempre più. 

- puoi anche svegliarmi qualche minuto dopo la mattina,eh - dico io sarcastica con la voce impastata. 

- puoi anche andare a dormire più presto la sera,eh - ribatte lei. Ha sempre la parola pronta,non la sopporto quando fa così! 

- ah ah ah...vado a fare colazione che è meglio - dico io uscendo dalla mia camera. 
Scendo giù in cucina e trovo una tazza di latte con cereali ad aspettarmi,mi siedo e inizio a mangiare lentamente mentre con la mano libera prendo il telecomando e accendendo la tv metto MTV. 
Amo la musica e MTV trasmette musica 24 ore su 24. 
Finito di mangiare lascio la tazza nel lavandino e vado in camera mia per scegliere cosa indossare. Non che sia la tipa che va a scuola tutta preparata,però ci tengo almeno un po. 
Opto per una maglietta bianca di pizzo comprata da Telly weijl, un jeans chiaro e delle converse bianche. Vado in bagno mi sciacquo la faccia ed inizio a vestirmi. 

- Giada ti è arrivato un messaggio! - urla mia madre dalla mia camera. Appena finito la raggiungo e avvisto il mio iphone5 bianco e lo prendo. È Alessia,la mia migliore amica che conosco sin dalla prima elementare. Averla accanto negli studi per nove anni non ha fatto altro che rafforzare il nostro rapporto. 
Il nostro non è un rapporto da normali "bff" ( best friend forever)no. Normalmente  tra migliori amiche ci si esprime dolcemente," vita mia;cuore mio" noi no, solo per messaggi a volte; siamo le tipe da " oh stro'" e roba del genere,ovviamente in senso affettivo. Ci prendiamo in giro a vicenda,ma sappiamo che scherziamo l'un con l'altra quindi più di tanto non ce la prendiamo; scherziamo, deridiamo alcune persone che sono dei veri e propri " soggetti", ci siamo sempre l'una con l'altra,siamo molto affiatate. La nostra amicizia si potrebbe definire particolare,è un'amicizia tutta nostra. Abbiamo caratteri simili: siamo entrambe scherzose,simpatiche, forse un po più timida io che lei e cosa più importante, non siamo false e mocciose come la gente al giorno d'oggi. 

* mi aspetti fuori scuola?* 

Già, una cosa che non ci accomuna è il tempo: io sono puntuale come un orologio svizzero,lei la puntualità non sa nemmeno dove abita! 

* va bene, cerca di fare presto almeno! Ah, e quando ti dico dove stai dimmi realmente dove stai! *

Le dico questo perché ogni volta che le domando dove sta,mi dice sempre 
" sto arrivando", quando poi non si è ancora avviata e sta ancora a prepararsi nella sua stanza. Una volta l'ha fatto, così da quella in poi mi assicuro realmente dove sia, per come è lei! 

- mamma mi accompagni ? Ho fatto! - mi rivolgo a mia madre. 
Già, dopo essermi messa un filo di eye-liner e un po di mascara,sono pronta. 

- va bene,inizia a scendere ! - urla lei dalla cucina. 

***

Sono le 8:20 e di Alessia non c'è nemmeno l'ombra. Alle 8:30 suona e dovremmo stare in classe,secondo il nuovo regolamento,ma più le dici di far presto e più fa tardi! 
Intanto do uno sguardo alla gente intorno a me. Chi fuma,chi è vicino al bar con gli amici,chi ( detto in napoletano " nu ten nient a fa ") studia. Per quest'ultimi mi riferisco ai secchioni;nel liceo ce ne sono molti,tra l'altro tutti con le raccomandazioni.
Scorgo da lontano un gruppetto di ragazzi che non è della nostra scuola, sicuramente l'avranno marinata anche perché sono la nostra scuola entra alle 8:30. 
Guardo uno di loro, diciamo quello che si differenzia, quello più bello : alto,magro,occhi azzurri,almeno sembra e capelli biondi. Ha un taglio della nuova generazione,la nuova "moda"; leggermente rasati e poi con un ciuffo ribelle che ricade leggermente sugli occhi. 

I miei pensieri vengono distolti dall'arrivo di Alessia che sventola una mano davanti ai miei occhi. 

- ci sei? - domanda

- c-cosa? S-si, andiamo! - esclamo io distogliendo lo sguardo da quella bellezza della natura. 

***

Prima ora: fisica. Il mio terrore,il mio incubo! Non ci capisco niente,forse perché sto ancora al secondo anno,ma questo non cambia i fatti : la odio. 
Diciamo che odio in se per se la materia, visto che la prof è simpatica e molto. Come diciamo noi giovani qui  " ci viene incontro ", ci capisce, insomma detto tra noi in napoletano " fa paria' "! 

- Giada mi senti? - mi domanda Alessia. 

- si dimmi - dico io a bassa voce in modo da non farmi sentire dalla prof. 

- ma che hai oggi? Sembri tra le nuvole! A chi fissavi insistentemente quando sono arrivata ? - mi domanda curiosa. 

A chi fissavo? Ad un angelo sceso in terra. In realtà lo conosco benissimo per la sua fama da bello e impossibile qui a Napoli. Come dire, su Facebook è ammirato da tutta la popolazione femminile e in parte maschile, ma non lo è soltanto su di un social network, lo è anche nella realtà. Il suo nome? Francesco Esposito, ma si fa chiamare Kekko. 

- nessuno perché ? - domando io cercando di deviare l'argomento. Diciamoci la verità: io a quello me lo sogno, lui sceglie solo le più belle, ha una schiera di spasimanti solo per lui ! 

- e ti aspetti che io ti creda ? - mi domanda con un sopracciglio innalzato e con aria " ti conosco meglio delle mie tasche, a chi vuoi darla a bere? " 

- eh va bene, Kekko Esposito! - dico io rassegnata. 

- che cosa? Quel figo della madonna era fuori scuola ? - dice strabuzzando gli occhi. 

- si. È bello,lo devo ammettere,però sinceramente gli danno troppa importanza,lo venerano come un dio, lo trattano come chissà chi fosse,in realtà è uno come noi ! - esclamo io. 

- concordo pienamente - dice lei. 

*** 
Fine quinta ora=Fine scuola= me felice. 

- che ne dici se oggi andiamo al vomero?  - mi domanda Alessia. 

- va bene, usciamo un po,non ho voglia di starmene a casa! - esclamo io. 

- bene, vieni a casa? - mi domanda. 

- va bene, vengo verso le cinque - affermo io per poi andare verso mia madre che mi aspettava  un po più in là con la macchina. 

- mamma oggi mi devi accompagnare da Alessia, usciamo un po - dico appena entrata in macchina. 

- vabbene, però prima i compiti! - dice lei. 

Già,perché la priorità di tutti i genitori non è assicurarsi se il proprio figlio/a stia bene,no, è se va bene a scuola,se fa i compiti,se prende quei benedetti bei voti! Forse pensano che quando prendiamo un brutto voto noi non ci restiamo male,ci passiamo sopra. Invece no! Ci restiamo male più di tutti, perché siamo noi a studiare,siamo noi ad impegnarci per poi ricevere che cosa? Un voto che non vale  neanche tutto il tempo per cui ti sei messo a studiare! E come ciliegina sulla torta? Ci sono i genitori che ti rinfacciano ogni volta sul fatto che altri sono riusciti a fare meglio di te, grazie al cazzo, studia tu visto che per te è così facile! 

- si mamma - rispondo solamente. Due lettere,una parola in confronto ad un lungo discorso che vorrei dire. 

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Capitolo 3
*** 3 capitolo ***


Il nostro vero problema è che siamo adolescenti, abbiamo mille pensieri, mille storie e segreti di cui non vorremmo parlare, mille amori non corrisposti, mille amici distanti e troppi conoscenti vicini. Siamo adolescenti e vorremmo avere una vita normale, una vita come quella degli adolescenti di Skins : feste, divertimenti, stare fuori fino a notte fonda, avere degli amici, non chiediamo tanto , solo che ci sentiamo inutili, troppo inutili, vorremmo mettere a tacere quelle ragazze che si vedono brutte solo per farsi dire che sono belle, vorremmo avere un bel rapporto con i nostri genitori, vorremmo semplicemente tutto e niente. Vorremmo stare soli, ma non esserlo e c'è differenza fra l'essere soli e il voler stare soli. Siamo solo adolescenti, cresciuti troppo in fretta come quando Alice va nel Paese delle Meraviglie  e diventa una donna d'affari, e Wendy lascia l'Isola che non c'è. Siamo semplicemente adolescenti cresciuti troppo in fretta, che vorrebbero vivere, ma che adesso sanno solo sopravvivere. 

Siamo nel secolo in cui i sogni dei giovani vengono bruciati in modo spietato e poi ci chiamano " gioventù bruciata ". 
 Siamo nel secolo dei jeans strappati, dei cappelli multicolor. 
Siamo nel secolo in cui gli adolescenti invece di combattere per un voto migliore a scuola, combattono contro loro stessi, perché le rivoluzioni le hanno in testa. 
Siamo nel secolo in cui non ci si crede più ai politici, alla Chiesa, ai genitori, ma ci si crede alla musica. 
Siamo nel secolo in cui i corpi sono dei veri e propri campi di battaglia. 
Siamo nel XXI secolo e ancora la gente muore per i tumori. 
Siamo nel secolo in cui i " like" sono sinonimo di bellezza, popolarità, un modello da seguire. 
Siamo nel secolo in cui la nostra vita gira intorno ai social network : vuoi parlare con qualcuno? Magari qualcuno che non vedi da tanto, che è lontano da te? C'è Facebook. 
Vuoi criticare, offendere qualcuno? Semplice, c'è Ask. 
Vuoi sfogarti per tutto quello che ti capita? Per la tua vita incasinata, magari perché non é come vuoi tu ? C'è Tumblr. 
Vuoi postare le tue foto? I tuoi video che possono vedere mezzo mondo e sei in cerca di sempre più followers? C'è Instagram. 
E il cielo guarda. 
Guarda questo secolo che si consuma e brucia come una sigaretta! 

* quando vieni? * 

È Alessia. Le rispondo un " sto per venire ", poi vedo gli altri messaggi di waths app. 

* ehy divina stasera vengo da te 😘 * 

Mia cugina Michela. Per me è come una sorella, abbiamo un bellissimo rapporto. 
Forse siete rimaste scandalizzate per   
" ehy divina " hahahaah e vi compatisco. 
Io e lei scherziamo e imitiamo quelle persone grezze o bimbominchia che sui social network scrivono " ehy tesi" " ehy divina " e roba del genere. Così, per scherzare ogni volta ci chiamiamo così, non perché parliamo realmente così. 
Siamo quasi simili, lei con un carattere più forte del mio però. Amiamo scherzare, essere allegre, attive. Quando stiamo insieme facciamo ravvivare anche i morti! 
Nonostante la nostra differenza di età, tre anni, ci capiamo. A pochi giorni farà diciotto anni, li renderò i più belli di tutti.

* va bene tesi, ti aspetto 💃 * 


***

- andiamo ja, muoviti ! - esclamo io stufa di aspettare. È da mezz'ora che è davanti allo specchio a prepararsi, dobbiamo solo fare un giro! 

- si, un attimo, ho fatto - risponde lei alzando anch'ella il tono. 

- c'è qualcun'altra   con noi? - domando io. 

- si, c'è Marialibera, Michele, Francesco e Katia. - dice lei rintoccando le ultime cose e facendomi cenno di andare. 

- già stanno li ? - domando nuovamente io. 

- si, già da un bel po - risponde lei. 

- e noi ovviamente le solite ritardatarie, su andiamo - affermo io uscendo dalla porta di casa. 

***

- finalmente ci avete onorato della vostra presenza ! - esclama Marialibera ironica. 

- prendetevela con lei, io non centro nulla - rispondo io riferendomi ad Alessia, alzano le mani come segno di difesa. 

- era scontato dirlo - s'intromette Michele per poi iniziare a ridere seguito a ruota dagli altri, compresa me. 

- ah ah ah spiritosi! - esclama Alessia . - andiamoci a sedere su quella panchina ja - continua lei andando verso la panchina indicata.

Stranamente ci entravamo tutti, chi stava seduto sullo schienale e chi normalmente. 
Tra una parola e l'altra i miei occhi caddero a guardare il vomero. 
C'erano altre persone li, in particolare solo giovani come noi. Tra i vari gruppetti ce n'era uno di ragazzi, tutti vestiti secondo la moda di questi tempi. I miei occhi caddero su di uno in particolare : Francesco Esposito. 
Sarà un'ossessione? Ma no, dai, ciò che ti attrae è solo la sua bellezza, e questo è vero. È di una bellezza più unica che rara, ecco perché non mi faccio illusioni e forse,ma dico forse, le ragazze che gli sbavano dietro lo rendono più sicuro di se. 

- ehy Già , cosa guardi? - mi domanda Francesco. 
Mi volto verso di lui e apro bocca. 

- nulla, fissavo un punto indefinito, ero soprappensiero - rispondo solamente io. 

Alessia mi guardava con l'aria di chi non gliela conta giusta ed infatti si volta nel punto in cui guardavo e lo nota anche lei. Mi lancia poi un sorriso malizioso e continua a parlare con gli altri. 
 
Sento vibrare qualcosa nella tasca dei jeans: una chiamata. 
È Michela, mia cugina. Mentre le rispondo e le chiedo se voleva qualcosa, involontariamente mi volto di nuovo nella stessa direzione. O cazzo, mi sta guardando. Quello che più mi lascia interdetta è che nonostante io l'avessi visto,non aveva voltato lo sguardo. 

• oh mi senti ? • urla leggermente lei. Rispondendole mi volto dove stavano i miei amici e le rispondo. 

• no, dicevi? • 

• viva la sincerità! Domani sera siamo state invitate alla festa di Paolo, quello in classe mia. Ha detto che sei invitata anche tu. Quindi vengo a casa tua, ci prepariamo, okay? • 

•  va bene, poi quando vieni stasera decidiamo cosa mettere, okay ? • 

• si si, a dopo • 

• a dopo • 

* chiamata terminata * 

- chi era ? - mi domandano Alessia e Marialibera. 

- Michela, mia cugina - rispondo io. 

- ah, e che voleva ? - domandano nuovamente. 

- mi ha detto che domani dobbiamo andare ad un compleanno di 18 anni, il suo amico festeggia e mi ha invitato anche a me - dico io. 

- oh oh ... Stendili tutti ! - risponde Alessia.

- si, sicuramente vedendomi entrare rimarranno secchi dalla paura ! - esclamo io divertita. 

- ma vai va - dice lei. 

Tutti gli altri iniziarono a ridere, anche io, contagiata, rido senza smettere, non ci riuscivo, fin quando Alessia mi da una gomitata. 
Faccio una faccia da punto interrogativo e lei fa cenno con il mento indicandomi una direzione. 
Ci stavano guardando. Lui e i suoi amici ci stavano guardando. 

 

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Capitolo 4
*** 4 capitolo ***


I professori sono gli unici vampiri che agiscono di giorno. 
All'alba escono dai loro sarcofagi per succhiare il nostro giovane sangue; cinque ore di trasfusione! 

Eccola li, Shrek, la prof.di religione. 
Vi chiedete il perché di questo nome, immagino. 
In realtà gli è stato assegnato perché ogni volta che entra da quella porta la vediamo li, con il suo immancabile cappotto verde; se non lo indossa ha sempre qualcosa di verde da richiamare, perciò Shrek. 
Si, lo so, forse è un tantino da cretini, ma a noi piace così. 

- buongiorno ragazzi! - esclama facendo la sua entrata e andando verso la cattedra. 

- buongiorno prof - rispondiamo come un branco di pecore. 

È una palla, lo dico davvero; e la sua voce non rende le cose più facili; ha una voce straziante, peggio di quella di una cornacchia. Invano è stato il tentativo di tapparmi le orecchie per non sentire quel " suono " assordante! 

La prof parla incurante del vuoto in cui si propaga il suo monologo. Non immagina che le ventitré menti di cui crede di possedere l'attenzione, sono in realtà ovunque tranne che in classe. 
Io non sono da meno, tra quattordici minuti suona la campanella che segna la fine delle lezioni e sinceramente, NON VEDO L'ORA! 

- prof ma voi di solito il sabato sera dove andate? In chiesa? - domanda scherzosamente Filippo. 

La classe di riflesso comincia a ridere, beccandosi un urlo isterico dalla prof. Ah povere mie orecchie! 

- dal preside,subito ! - sbraita Shrek. 

Sbuffando, Filippo si alza ed esce dalla classe sbattendo la porta. 

Aspetta, ripensandoci oggi è sabato. Aspetta, aspetta, ma cosa dovevo fare stasera ?  Vomero? Mmh,no. Casa di Ale ? Neanche.... Cos..aaah la festa ! 
Già, la festa! Ieri Michela ed io rimanemmo molto su questo argomento, ci sarà tantissima gente! 
Ieri decidemmo poi anche cosa mettere. 
Lei decise di indossare un pantaloncino ad alta vita nero, camicetta bianca con fantasie tropicali e tacchi rossi,per abbinarli ad uno dei tanti colori sulla camicetta; poi un giubbino nero in pelle e una collana a girocollo di Zara. 
Io invece ho optato per un vestina bianca a giro maniche in pizzo, tacchi neri,giubbino nero in pelle,una grande collana oro stile egiziana e una pochette nera con borchie oro. 

* Driiiin-driin* 

***
- Giada stasera abbiamo ospiti a casa. - mi informa mia madre. 

- non c'è nessun problema, tanto io devo andare ad un compleanno - rispondo io alzando le spalle. 

- ah si? E di chi? - domanda lei rivolgendo la sua attenzione su di me. 

- Paolo, un amico di Michela. Ha invitato entrambe. - affermo io. 

- vabbe, a che ora? - domanda lei nuovamente. 

- 21:00, Michela viene a prepararsi da noi. - dico io. 

- non c'è problema, basta che non mettete in disordine. - risponde lei. 

- certo, verranno a cena ? - domando io. 

- no, giusto una visita. Sarà il nuovo amico di lavoro di tuo padre. - m'informa lei. 

- ah va bene, allora io vado di sopra - dico io salendo le scale. 

Apro la porta e tutto quello che devo fare è mettermi le cuffie, sdraiarmi sul letto e ascoltare il mio unico e fedele iPod , traccia dopo traccia, nessuna è andata persa.
 Pausa, rewind, play, e ancora e ancora e ancora. 

Certe volte preferisco la musica a tutto e sapete il perché? 
Perché quella non ti abbandona mai,anzi, ti consola, ti dice " brutta giornata? Ora ci sono io! ". 
Preferisco la musica perché, molto spesso, un paio di cuffie è quel che ci vuole, perché fuori non c'è niente di bello da ascoltare. 


*** 

- sei pronta?? - mi domanda Michela. 

- quasi - le rispondo io finendo di rintoccare la forma dell'eye-liner. 
Per metterlo ci vuole veramente l'arte e la precisione, cosa che non fa parte del mio DNA! 
Termino entrambi gli occhi poi applico una quantità generosa di mascara sulle mie ciglia abbastanza lunghe già da se. 

- va bene, allora io vado di la, vado a  vedere chi c'è - dice lei schioccandomi un bacio " volante " e scendendo giù. 


Posso definirmi finalmente pronta! 
Trucco : apposto. 

Vestiti : altrettanto. 

Capelli : anche. 

Scendo giù lentamente pervia dei tacchi tredici che sono costretta ad indossare, anche se sembro un cavallo sbizzarrito! 

Un " eccola, sta scendendo " sento dire da mia madre; poi poco dopo appaio dalla porta. 

- buonasera - esclamo io chiudendo la porta alle mie spalle e assumendo un sorriso a trentadue denti. 

Chiudendo la porta mi volto alla mia destra istintivamente ed il sorriso mi muore in gola e fa spazio ad un'espressione meravigliata positiva/negativa. 
Non faccio più caso alla figura alla mia destra e mi avvicino a Michela la quale con la sua espressione cerca di dirmi " hai visto chi c'è? " , e come non ho visto!??!

- Giada dove vai così ? - domanda gelosamente mio padre. 

- ad una festa, l'amico di Michela - rispondo semplicemente io mettendomi più a mio agio; sto o non sto a casa mia?!

- ah, mi raccomando occ..- risponde lui ma io lo precedo sul colpo. 

- occhi aperti, si si - dico io quasi annoiata. 
Non so quante volte ho sentito uscire questa frase dalle sue labbra! 

- ecco ! Comunque lui è Davide Esposito, il mio nuovo collega e lei è sua moglie Clara - afferma mio padre indicandomi i nostri ospiti. Gli sorrido dolcemente e porgo la mano ad entrambi che ricambiano con il mio stesso sorriso. 
- mentre loro sono Erika e Francesco - continua mio padre. 

Già, come se non lo sapessi...

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Capitolo 5
*** 5 capitolo ***


Già, è proprio lui, Francesco Esposito. 
In tutta la sua bellezza era lì, appoggiato  con una spalla vicino all'acquario di casa e di fianco la sorella. Avevo sentito parlare anche di lei, ma raramente, visto e considerato che lei frequentava ancora le medie. 

I miei occhi intravedono un ghigno sulle sue labbra. Uno di quelli strafottenti, uno di quelli da " figo ". Mi sarò sbagliata di sicuro, si, l'ho immaginato, decisamente.

- piacere di conoscervi tutti - rispondo io calcando la parola tutti e sedendomi affianco a Michela. 

- quando dovete avviarvi ? - domanda papà. 

Do' uno sguardo all'orologio sulla parete. Sono le 20:45. 


- beh, possiamo andare anche ora, tu che ne dici ? - domando volgendomi a Michela . 

- si, va bene - risponde lei. 

- perché non fai venire anche loro? - domanda mio padre. - tanto cosa devono fare tra noi, almeno si divertono anche - continua lui. 
Non ha mai fatto questi discorsi e proprio ora deve iniziare??

Con un sorriso tirato gli rivolgo la parola - papà è un compleanno, non posso portare persone che non sono state invitate - dico io cercando di convincerlo a chiudere quella bocca. 

- come si chiama ? - domanda una terza voce, che fin ora non ho sentito mai fiatare. Francesco. 

- eh? Si chiama Paolo Amoroso - rispondo io. 

- ah Paolo ! Beh, lo conosco e non penso che gli dispiacerà la mia presenza. Quindi se per te va bene, verrei - risponde lui ghignando. 

Vuole morire così giovane? Perché  devo essere sempre circondata dalla sua presenza, involontariamente ? 

- no no, non c'è problema, puoi venire - risponde Michela al posto mio, guadagnandosi un'occhiataccia da me che se potesse, l'avrebbe fulminata in un sol colpo. 

- va bene, verrò. Vieni tu, Mary ? - domanda poi a sua sorella. 

-no, non mi va, non mi sento al mio agio poi. Andare voi - risponde lei. 

Perché non impara un po' da sua sorella? 

- allora va bene ragazzi, buona serata ! - esclama mio padre seguito dagli altri. 


***

Siamo arrivati alla festa. C'era molta gente; certo che Paolo si era dato da fare! 
Lo avvistiamo tra un gruppetto di suoi amici e ci avviciniamo lentamente a lui. 

- auguri ! - esclamo io, seguita a ruota da Michela. 
Dopo averci salutato guarda una presenza dietro di noi. La presenza. 

- oh France' come stai? Ma con chi sei venuto ? - domanda Paolo avvicinandosi a lui e dandogli una pacca sulla spalla.

Allora si conoscevano davvero? 

- sono venuto con Giada e Michela, volevo passare a salutarti e farti gli auguri. Non ti dispiace che mi sia auto invitato, vero? - domanda lui . 

- no, ma figurati! Hai fatto bene, ci divertiremo - esclama lui euforico. 
 Sembra già fuori di se, ed è appena iniziata la festa ! 

Michela intravede poi alcune sue amiche di classe e le raggiungiamo iniziando a parlare con loro. 
Tra una chiacchiera ed un'altra mangiamo anche qualcosa al buffe e prendiamo qualche drink offerto dal catering. 

Tutte decidono di ballare ed io le seguo a ruota. 
Io amo ballare, non ve lo avevo detto? 
Pratico danza da quasi sette anni, mi è sempre piaciuta fin da piccola. Mi piace ogni genere e se dovrei procedere la mia carriera da ballerina, vorrei tanto ballare in un videoclip  oppure diventare una ballerina famosa negli States. 

In tutta la mia riflessione, sento qualcuno afferrare il mio polso e trascinandomi con se. 
Quando ho modo di vedere la persona che mi ha letteralmente strappato via dalle mie amiche, mi rendo conto che è lui, Francesco Esposito. 

- perché te ne sei andata? Non puoi lasciarmi solo, ricordi? Mi hanno affidato a te - dice con un ghigno malizioso stampato in faccia. 

- ma se a malapena ci conosciamo! Ho accettato perché non volevo fare la maleducata, niente più ! - affermo io per mia difesa. 

- ah si? Ed io che pensavo  che avessi accettato per starmi vicino - afferma lui sempre con lo stesso ghigno stampato in faccia e molto,ma molto convinto. 

- beh, hai pensato male. Anche perché di certo tu non sei una mia priorità, e stare in compagnia tua o meno non mi interessa - rispondo io. 
Veramente sono parole mie queste? Veramente è la mia bocca che parla? Oh Cristo, ho davanti a me il più bello di Napoli e mi comporto così ? 

- strano, tutte le ragazze pagherebbero oro per stare in mia compagnia - ghigna lui con un sorriso sornione. 

Poco convinto; davvero poco convinto il ragazzo. 

Mi avvicino a lui, molto, ma molto lentamente, una lentezza notevole. Mi avvicino alle sue labbra e noto che sussulta,quando poi anche lui si avvicina con l'intento di baciarmi,io devio la mia direzione e mi avvicino al suo orecchio. 

- io non sono tutte le ragazze, caro. - sussurro io sensualmente per poi allontanandomi e lasciandolo li, con il pensiero della sua prima sconfitta.   

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Capitolo 6
*** 6 capitolo ***


Pov. Francesco

- io non sono tutte le ragazze caro - sussurra lei al mio orecchio in modo sensuale. Purtroppo la vedo allontanarsi con fare trionfante. 

Sul serio io, Francesco Esposito, ho avuto un rifiuto? 
Nessuno prima d'ora mi ha mai rifiutato, anche perché nella maggior parte dei casi, erano le ragazze a venire da me!
Eppure lei no. 

Vabbe,non sarà la fine del mondo, ne trovo a centinaia meglio di lei! 
Decido di scollarmi dal muro a cui ero incollato e mi butto tra la mischia. 
Caspita quanta gente conosceva Paolo! Ci sarà una sessantina di gente se non di più a strusciarsi e ballare come matti! 
Beh, di certo quando lo farò io ci sarà il triplo di questa gente! Altri due anni, su! 

Decido di andare alla ricerca di qualche faccia conosciuta, così perlustro l'intera sala. 
Ah,ecco! 
Mi avvicino agli amici di Paolo, miei conoscenti, e noto che sono in dolce compagnia. 

- ehy ragazzi ! - esclamo io attirando la loro attenzione e dando una pacca sulla spalla a due di loro, tanto da farli sobbalzare. 

- oh, chi si vede, France'! - esclamano tutti i presenti dandomi una pacca sulla spalla anch'essi. 
Vedo poi che la " dolce compagnia " mi guarda maliziosamente. Per " dolce" intendo due ragazze, una mora e l'altra bionda, alte più o meno quindici centimetri in meno a me, si, perché hanno quei trampoli ai piedi che sono alti più di loro! 
Indossano dei mini abiti striminziti, uno rosso e l'altro nero; un trucco decisamente eccessivo e capelli entrambi lisci. 
Direi il classico quadro di due puttanelle, che per attirare l'attenzione su di loro, scoprono il loro corpo e di certo a me non dispiace! 
Penso però che siano un po' troppo volgari, insomma, siamo ad una festa, un po' di contegno ed eleganza ! 
Quella luce maliziosa che hanno negli occhi, con un solo significato: scopami. Direi che da loro sembrerebbe decisamente volgare, ma quel fare sensuale di Giada la rende tutt'altro che volgare! 

Aspetta un momento. Sto davvero pensando a Giada e elogiarla nella mia mente davanti a queste due ? Sarò rincretinito? Non penso. 

Divertimento : mode on. 

***
Pov. Giada. 

- dai su, muoviti, alzati, dobbiamo andare! - esclamo io dopo vari tentativi invani di spronarlo ad alzarsi da quel maledetto divanetto ubriaco fradicio. 

Ovviamente nessuna risposta.
Mi sporgo leggermente verso di lui, chinando un po' la schiena, nell'intento di riavviarlo con qualche schiaffetto. 

- bella visuale - ghigna lui, aprendo completamente gli occhi e guardando in un punto su di me. 
Lo seguo con lo sguardo e arrivo al mio seno,messo in bella vista perché questo dannato vestitino si abbassa sempre in quel punto e devo stare ogni cinque minuti a rialzarlo. 

Non che la visuale sia così bella da vedere, data la mia seconda scarsa, però che cazzo, un po' di contegno! 

- porco maniaco! - esclamo io rialzando il vestitino in quel punto e allontanandomi di pochi centimetri da lui. 

- e dai! Chissà cos'avrò mai visto! Ne ho visto di migliori ! - ghigna lui beffardo. 

Nonostante la sbronza è sempre così deficiente?  Va bene che lo dico io che sono piatta, ma detto da un'altra persona,soprattutto da lui, fa un po' male.

- sinceramente non mi interessa! Ora alza il tuo culo da li e andiamocene ! - esclamo io furente. 

- okay, okay. Mi arrendo, ora andiamo - dice lui alzandosi e portando le mani a mo' di scuse. 

Usciamo dal locale e un leggero venticello mi sfiora i capelli. D'istinto mi stringo nelle spalle e porto una mano nella mia pochette per prendere il mio cellulare. 

02: 15. 

Cazzo,sono fottuta! Dovevo ritirarmi come massimo un'ora fa! 

- Michela ? - domanda lui risvegliandomi dai miei pensieri. 

- è andata via con una sua amica già da un bel pezzo, visto che il padre continuava a chiamarla. Ovviamente mi ha chiesto di andare con lei, ma tu non ti decidevi ad alzarti, quindi ho rifiutato. Non potevo lasciarti qui, dopo chi se lo sentiva mio padre! - sbuffo io incrociando le braccia al petto. 

Prima un'assordante silenzio, poi parla. 

- vieni - dice soltanto afferrandomi per un polso . 

- ma dove andiamo ? - rispondo io stizzita. Manco fossi il suo giocattolino! 

Entriamo nuovamente nel locale e lo vedo dirigersi vicino ad un gruppo di ragazzi seguito da me,ovviamente. 

- oh Gianpie' mi presti il motorino?  - domanda lui. 

- va bene, queste so le chiavi - dice il ragazzo porgendogli le chiavi. 

- grazie, sei un amico! Dopo te lo riporto ! - risponde Francesco . 

- non c'è bisogno, scrocco un passaggio a qualcuno, vedo che sei impegnato - dice guardandomi  malizioso. - me lo porti domani a scuola - continua poi. 

Okay, sono leggermente imbarazzata. Ma che dico, al massimo! 
Non sono stata mai in compagnia di tutti questi ragazzi e soggetto dei loro sguardi, mentre ora ne sono circondata! 

Una risata leggera esce dalla bocca di Francesco, poi gli fa l'occhiolino. 
Mi prende poi la mano ed usciamo dal locale. 

- spero proprio che non mi abbiano preso per la puttanella di turno - sbotto io infastidita.
 
Lo sento ghignare e questo aumenta il mio nervosismo! 

- penso proprio di si, ma ehy, non è la verità, giusto? Oppure vuoi che lo sia ? - mi domanda malizioso alzandomi il mento con un solo dito. 

- nei tuoi sogni ! - esclamo io. 

- beh, nei miei sogni ce ne sono di più formose rispetto a te - dice lui sempre con lo stesso ghigno. 

- beh, tienitele ! - sbotto io innervosita.

Per il resto, salimmo sul motorino che gli avevano prestato e mi accompagna a casa. 
Con mio noto stupore vedo ancora l'auto della famiglia Esposito parcheggiata fuori casa mia. 

In quel momento non gli do' peso e apro la porta di casa,mentre lui mi guarda da lontano per assicurarsi che entrassi, ma vedo mio padre sbucare dalla porta, stranamente ancora sveglio e mi vengono dei dubbi. 
Non sarà che...

- Giada, Francesco e i suoi dormiranno da noi stanotte, fa entrare anche lui - dice mio padre con una calma asfissiante.

NON È POSSIBILE ! 

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Capitolo 7
*** 7 capitolo ***


Eravamo entrambi stupefatti dalle parole di mio padre: dormiremo sotto lo stesso tetto?

- vieni, Francesco entra - dice mio padre con tono gentile invitandolo ad abbandonare la soglia della porta. 

Fa qualche passo incerto,poi entra. 

- Giada, Mary dormirà con te nella tua stanza, porta Francesco in quella degli ospiti. - dice mio padre.

Menomale, ci mancava soltanto che dormisse in camera mia! 
Faccio cenno a Francesco di seguirmi e fa qualche passo, poi mi raggiunge. 
Saliamo le scale e arriviamo davanti alla porta della camera degli ospiti,la apro e gli faccio segno di entrare. 

- beh, buonanotte! - esclamo io. Lui mi risponde con le stesse mie parole ed io chiudo la porta per andare nella mia di stanza. 

Apro la porta e la richiudo alle mie spalle. 

- ancora sveglia? - domando a Mary che è intenta a messaggiare sul letto. 

- non avevo sonno, come è andata la festa? - mi domanda davvero incuriosita. 

- la festa? Tutto bene - dico io con un tono ironico e per niente convincente. 

- no,eh? Fammi indovinare... C'entra mio fratello ? - domanda. 

Colpita ed affondata. 

- beh...si - rispondo io, combattuta se parlare  o no, ma poi ho scelto la prima  opzione. 

- ne vuoi parlare? So che posso sembrarti piccola, forse ti senti a disagio. Però infondo non lo sono così tanto, abbiamo solo due anni di differenza,no? - domanda nuovamente lei. 

In realtà mi ricorda io alla sua età,e non ero così stupida,anzi, le capivo certe cose. Forse ora un po meglio. 

- già.. Beh, sono stata più di un'ora a spronare tuo fratello che si era piazzato su di un divanetto ubriaco fradicio e per colpa sua siamo arrivati alle 3 a casa, ovvero un'ora e mezza di ritardo. Beh, niente di che, no? - domando io ironica. 

Una risata esce dalla sua bocca, poi aggiunge - è sempre il solito! - esclama. 

- già - dico soltanto io. 

- ti piace, vero? - domanda poi con tutta serietà.

Mi piace? Non lo so. 

- " piacere " è una parola che non posso definirla nei suoi confronti. È bello si, forse di primo impatto è quello che mi colpisce, però se dovrebbe piacermi io farei di tutto per far si che ciò non accada, perché non ho speranze con lui, se pure l'avrei sarei una delle tante, ma io non voglio essere considerata tale, quindi tanto vale non provarci, no? - rispondo io amaramente. 

Un attimo di silenzio. Mi guarda quasi...stupita (?) 

- sai, è la prima volta che conosco una ragazza che non sai interessata completamente a mio fratello, o meglio, che non gli sbavi dietro. Hai tutta la mia stima. Ma se posso vorrei dirti una cosa. 
Tu sei una bellissima ragazza, perché non dovresti piacergli? Forse l'aiuterai ad imparare ad amare, cosa che fin adesso nessuno gli ha insegnato, o meglio, lui non ha voluto ed è una conferma, come sai, che nelle sue relazioni, se vogliamo chiamarle così, non si è cimentato molto, ha trattato tutte come stracci usa e getta. Io che sono la sorella ti parlo così di lui e sai perché? Perché lo conosco bene e vorrei davvero che trovasse una ragazza che gli offra tutto il suo bene e che lo faccia affezionare a tal punto di  farlo diventare matto, matto d'amore per lei. Tutte le sue conquiste fin ad ora non gli hanno fatto provare tutto ciò, forse perché sono attratte solo dalla sua bellezza, dalla sua popolarità, perché non sono state in grado di farlo, ma tu? Tu secondo me sei perfetta per lui, perfetta per farlo cambiare in meglio. - afferma con sicurezza. Quasi la invidio per questo suo lato. 

Diciamo che le sue parole sono state toccanti,davvero. Ma non voglio illudermi di poter essere io la ragazza a farlo cambiare. Non voglio soffrire. 

- sai, le tue parole sono state bellissime, forse mi hai dato una speranza in più, ma quello di cui sono certa è che non voglio illudermi, perché la speranza  si, é l'ultima a morire, però è anche la prima ad illudere ed io non voglio soffrire. - rispondo io secca. 

- ti capisco, ma se poi ti potrai pentire per non aver lottato per mio fratello? I rimorsi sono ancora peggio! - esclama combattiva. 

- eh va bene, ci proverò, proverò a conoscerlo meglio, sempre se lui vorrà - rispondo io. - adesso dormiamo, altrimenti non so con che faccia andrò a scuola ! - affermo io divertita. 

- buonanotte - risponde lei. 

***

La luce fastidiosa che s'infiltra tra le tende mi fa svegliare. 
Strofino gli occhi, mi volto verso destra, verso la sveglia. 

8:20. 

O cazzo, sono in ritardissimo, non ce la farò mai! 
Con la mia furia ho svegliato anche Mary che con la voce impastata mi domanda - che succede? -

- succede che sono in ritardissimo per la scuola ! - esclamo io intenta a mettermi le pantofole e correre in bagno, 

- idiota oggi non si va, è assemblea sindacale in tutte le scuole! - esclama lei. 

- che cosa?? Ah si, è vero! Ed io che mi sono alzata con tutta fretta - rispondo io maledicendomi della mia memoria scarsa. 

Una risata di cuore esce dalla bocca di Mary, poi parla. 

- dai su, oramai hai svegliato anche me, andiamo a fare colazione - dice. 

Annuisco ed usciamo dalla porta. 

In cucina troviamo la famiglia al completo ed in più c'é anche lui, intento a inzuppare un biscotto nel latte. Sembra non si sia accorto della nostra presenza. 

- buongiorno - diciamo all'uniscono io e Mary attirando l'attenzione di tutti, anche la sua. 

Non capisco perché mi fissa insistentemente, poi seguendo il suo sguardo, mi guardo e noto che ho le gambe scoperte. Beh, il mio pigiama è un pantaloncino che arriva  un bel po sopra il ginocchio e poi una maglia a giro maniche.  In realtà non faccio mai caso al mio pigiama, dato che sono in casa mia e vergogna non ne ho, però sentendo il suo sguardo su di me, mi sento un po imbarazzata. 

- ragazze cosa volete mangiare? - domandano le nostre madri. 

Noi due ci guardiamo - latte e cereali? - ci domandiamo a vicenda. 

- va bene, un attimo solo - risponde mia madre. 
Intanto ci sediamo vicino al tavolo dove c'è anche Francesco. Mary si siede fra noi due, notando gli sguardi insistenti di suo fratello e il mio imbarazzo. 

- perché già siete tutti svegli? - domando io. 

- noi grandi ci svegliamo sempre presto, Francesco invece ha detto che non aveva sonno - risponde mio padre. - voi? - mi domanda. 

- pensavo che oggi si andava a scuola e così mi sono svegliata come una pazza credendo di essere in ritardo - dico io, ma poi vengo interrotta da Mary. 

- e visto i suoi passi di elefante, ha svegliato anche me - dice. 
Una risata generale invade la cucina, poi ci decidiamo a mangiare. 

Finito di mangiare posiamo le ciotole nel lavandino e mentre i grandi vanno a lavoro, io Mary e Francesco stiamo a casa. 

Mary guarda la tv, Francesco è seduto su di una poltrona intento a messaggiare ed io salgo su per lavare i denti e legarmi i capelli. 

Dopo uscita dal bagno, aprendo la porta, mi ritrovo Francesco davanti. 

- che ci fai qui? - domando io. Domanda stupida, lo so, ma in quel momento la mia bocca ha deciso così. 

- volevo andare in bagno, posso? - domanda alludendo al fatto di entrare in bagno. 

- tutto tuo - rispondo io sarcastica spostandomi di lato. 

Passa, poi si sofferma un attimo e mi guarda da capo a piedi. 

- non vuoi entrare ? - mi domanda malizioso. 

- ora no, forse la prossima volta - Rispondo io altrettanto maliziosa facendo il suo gioco. 

- ci conto - ammicca lui chiudendo poi la porta. 

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Capitolo 8
*** 8 capitolo ***


La mattinata è passata tra battibecchi fra me e Francesco, mentre Mary si intrometteva per farci smettere. Inutile, faceva uscire la parte peggiore di me! 

* vieni a casa? * 

È un messaggio di Ale.

* verrei, con tutto il cuore soprattutto per come sta andando la giornata! Però ho casa vuota, e non posso assentarmi che ci sono Francesco e sua sorella *

* ah, vabbene... La prima frase è merito di Kekko vero ? Ahahahha *

* si! Non ci trovo nulla da ridere, mi sta facendo uscire pazza! -.- *

* ah l'amourrr *

* ma quale amore e amore... Lo strangolerei! *

* A giudicare l'amore dalla maggior parte dei suoi effetti, somiglia più all'odio che all'amicizia hehe *

* sei fuori strada! *

* seh vabbe, ti lascio al tuo eterno amore bye 😘 *

*  stronz ahahahh ciao <3 *

- vediamo un po' con chi messaggi.. - dice kekko avvicinandosi allo schermo del mio cellulare. 

- fatti i cazzi tuoi ! - sbotto io spostandolo dalla sua visuale. 

- nervose stamattina ? Hai le tue cose? - domanda lui sogghignando.


- mah... - grido dalla rabbia ma vengo bloccata da Mary. 

- ma la piantate? Sembrate due bambini! Comunque io ora vado dalla mia amica, mangio li. Mi raccomando, non sbranatevi - esclama ridendo sotto i baffi. 

- che cosa? Io rimanere con questo qui ? - domando io sbigottita. 

- dai tesoro, tutti vogliono la mia compagnia - risponde lui malizioso, ricevendo un'occhiata omicida da me. 

- dai, cercate di andare d'accordo! Ora vado, ciao! - esclama uscendo dalla porta di casa. 

Lo sento ridere silenziosamente e di scatto mi volto verso di lui. 

- lo trovi tanto divertente? - domando io inarcando un sopracciglio. 

- vederti arrabbiata mi fa ridere ! - risponde mostrando il suo sorriso che splenderebbe in una notte fonda. 

- vabbe, visto che dobbiamo stare solo noi, che facciamo ? - domando io. 

- vuoi sapere veramente cosa voglio fare con te? - domanda malizioso. 

- Uuuh! Ma per una volta pensa con il cervello e non con quel coso fra le gambe! - esclamo io stufa dei suoi sguardi e frasi maliziose. 

- eh va bene, la smetto. Che ne dici di uscire e mangiare fuori ? - domanda. 

Okay, almeno una cosa intelligente l'ha detta. 

- va bene, andiamo - dico io aprendo la porta ed uscendo, seguita da lui. 

***

Siamo seduti su un muretto di piazza del Gesù. All'inizio parlavamo, ma poi appena ci siamo seduti, niente. Silenzio totale. 

- perché ? - domanda lui lasciandomi un po' interdetta. 

- cosa ? - domando io. 

- perché mi rispondi così? Ti sto veramente così tanto sul cazzo ? - domanda lui nuovamente. 

Ah, ecco a cosa si riferiva. Beh, non mi sta sul cazzo, però certe volte, con i discorsi che fa, è un po irritante. 

- no, però a volte sei irritante. - rispondo io. 

- chi io? Sono simpatico a tutti ! - esclama lui facendomi alzare gli occhi al cielo. 


- ecco. Ecco cosa non sopporto di te! Te la credi troppo, pensi sempre che sei simpatico a tutti, che tutti vogliono essere come te e che tutte ti vogliono! Il mondo non gira intorno a te, bello! - sbotto io. 

- pensi davvero questo di me? In parte è vero,si. Le persone mi conoscono per questo mio lato da figo, da superiore, però so anche io essere divertente e simpatico con chi stimo, con chi voglio bene. Forse ti domanderai " wow! Vuole bene a qualcuno al di fuori di se stesso?" Ebbene si, sono anch'io una persona, non credi? 
Sono diventato così perché la gente intorno a me è così! Sono diventato così stronzo con tutti, specie con le ragazze, perché tutto è più facile: hai rispetto, ammirazione e poi le ragazze si sa, sono attratte da quelli stronzi anche se le fanno soffrire. Non l'ho mai capita sta cosa, però in fondo a me fa comodo no? Perché sono stronzo. Però intanto anche se lo sono, loro mi cercano, tutti mi cercano. Allora perché cambiare? - domanda lui. 

Wow, sono rimasta veramente scossa. Non pensavo che lui avesse questi pensieri. No, proprio no. Forse dovevo capirlo fin dall'inizio che in lui forse c'era qualcosa di diverso. 

- hai anche ragione tu, fa comodo essere stronzi. Ma non pensi agli altri? A quelle persone che oggi giorno tratti come stracci, a quelle ragazze che spezzi i cuori, a quelle che si fanno illusioni su di te e a quelle che combattono contro loro stesse per non farsele perché hanno paura di soffrire e rimanerci fino al collo?!? - domando io sfogandomi su di lui, perché infondo è quello che penso, io sono una di quelle che lotta contro le illusioni. 

- si, ci penso, ma non è tutto facile come sembra, la vita non è tutta rose e fuori il mondo é una merda! 
Tu...tu invece quale ragazza sei? - domanda lui. 

La mia bocca parte istintivamente, senza pensarci su. 

- quelle che combattono contro loro stesse per non farsi illusioni su di te, per non rimanerci male! - rispondo io. 

O cazzo. Figura di merda paradossale! Voglio sprofondare. Si, è quello che farò. Datemi una pala e mi vado a sotterrare li, in mezzo a quelle aiuole li infondo. 

- e perché ? Perché non vuoi farti illusioni ? - domanda lui di riflesso. 

- perché ? Dai andiamo! Tu sei Francesco Esposito, il sogno di tutte! Ed io dovrei veramente illudermi che tu possa interessarti a me? Senza contare che cambi ragazza come si cambiano le mutande ! - sbotto io. 

- forse è vero, ma non ho ancora trovato quella giusta, quella che mi rubi il cuore, sono tutte troie ed è anche vero che me le vado a cercare io, quindi... Però tu, tu perché credi che non possa interessarmi a te? Sei una bellissima ragazza, perché no? - domanda lui.

Okay, il cuore batte a mille, il cervello è andato a farsi fottere e la mia bocca è qui, pronta a rivelare tutto e sputtanarmi. 

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Capitolo 9
*** 9 capitolo ***


- Perché? Ma mi hai vista? No, chi mi noterebbe! Non sono per niente carina,sono bassa, le mie forme, se vogliamo chiamarle così, non vogliono per niente collaborare con il mio corpo, non trovo niente di positivo in me, perché dovresti interessarti quando poi puoi avere tutte le ragazze più belle ai tuoi piedi? - domando io. 

Okay, oramai la conversazione è iniziata e sarebbe da codardi darci un taglio, deviando l'argomento. 

- ma ti senti? Cosa non hai che le altre hanno?
Ti reputi per niente carina? Beh, ti sbagli! Sei più che carina, con la tua semplicità e il tuo modo di sorridere per ogni cosa faresti andare in tilt il più stronzo di tutti! 
Ti reputi bassa? Beh anche se lo sei qual é il problema? Ha i suoi pregi, ad esempio a me piacciono le ragazze basse, sono così piccole e indifese, fatte a posta per essere protette. 
Le tue forme? Che hanno che non va? Sono accentuate si, forse no troppo però che cambia? Con il tuo fisico creano armonia. Di sicuro meglio di quelle ragazze rifatte che tutto hanno di loro tranne le tette e il culo! É vero,noi ragazzi in primis guardiamo quello, ma non quando vogliamo una ragazza seria al nostro fianco, non quando c'è in ballo il sorriso, perché è quello che ti fa innamorare. - risponde deciso guardandomi negli occhi. 

Stranamente non abbasso lo sguardo,anzi,lo reggo e i miei occhi sono perfettamente impuntati nei suoi, sono ipnotizzanti. 

- perché mi dici tutte queste cose? - domando innocente io. 

- perché le penso davvero e perché mi fa rabbia che una persona come te possa almeno pensare ciò che mi hai detto! - esclama lui. 

Pov. Francesco. 

Davvero in un corpicino così grazioso c'è così tanta insicurezza? 
Davvero? 
Non riesco a non pensare alle sue parole, al tono in cui l'ha detto, un tono così....frustrato. 

- beh, è la verità e non immagini quanta rabbia abbia io per affrontare tutte le mie insicurezze. - risponde lei con un tono neutro e cupo, senza alcuna espressione in volto. 

- sarei troppo smielato se ti dicessi : che ne dici di affrontare tutto ciò e spazzarlo via a suon di sorrisi? - domando io. 

Non so come mi sia venuta questa frase, ma quando la vedo tutto ciò mi esce spontaneo. Mi fa uno strano effetto, è diversa, diversa da tutte le altre. 

Vedo un sorriso farsi strada sulle sue labbra, uno di quelli da farti mozzare il fiato, uno di quelli da farti.... Innamorare. 
D'impulso mi avvicino a lei molto lentamente, così da farle capire le mie intenzioni e dargli la libertà di scegliere se rifiutarmi o meno. 

Sempre più vicino, non accenna a spostarsi. 
Sempre più vicino, il cuore batte a mille, sembra voler uscire dalla gabbia toracica. Non mi era mai successo fino ad ora, perché? 
Sempre più vicino, sento il suo respiro sulle mie labbra socchiuse. 
Sempre più vicino, più vicino, più vicino, sento il tocco con le sue labbra. 
Un tocco piacevole, proprio come me lo immaginavo. 
Le sue labbra morbide e delicate, proprio come me lo immaginavo. 
Un sapore dolce, uno di quelli piacevoli, non so descriverlo, non so paragonarlo a qualcosa, un sapore unico, uno di quelli di cui non puoi farne a meno una volta statoci a contatto. 

Le nostre lingue si incontrano. All'inizio un contatto timido, sarà il suo primo bacio,o almeno non ne ha baciati tanti. Fortuna per me. 
Il bacio inizia ad intensificarsi, le nostre lingue hanno fatto " conoscenza " ed ora si incontrano e si rincorrono. 

Poi stop. Ci distacchiamo lentamente per prendere fiato e per la curiosità cerco il suo volto. 
Ha un'espressione sconvolta, piacevolmente sconvolta. Le labbra sono rosse e gonfie per via del nostro intenso bacio e a riguardarle, mi viene voglia di catturarle di nuovo. 

- e questo cos'era? - domanda riprendendo fiato. 

- un bacio? - domando io ovvio. 

Mi tira un leggero schiaffetto sulla spalla sinistra, poi riparla.

- lo so cretino! Dico, cos'era? Perché mi hai baciato? - domanda lei. 

- perché ? Non ti è piaciuto? - domando io. 

- non si risponde ad una domanda con un'altra! - esclama lei da maestrina. 

- perché mi andava, anzi meglio ancora, perché lo volevo. Volevo baciarti e sai perché? Per confermare le mie idee. - rispondo io. 

- le tue idee? - mi domanda confusa. - e quali sarebbero? - aggiunge poi. 


- beh, era da tempo che ti osservavo, era da un bel po' che tu mi eri sempre a mente. Poi ho pensato che non volevo più una relazione da un giorno, una settimana massimo, no. 
Ho fatto due più due, quattro e sono arrivato ad una conclusione.. - dico io soffermandomi. 

- e? - mi incita a continuare lei. 

- e... Che ne dici, vuoi essere il motivo del mio cambiamento? Vuoi farmi diventare pazzo d'amore? Vuoi essere la mia ragazza? - domando io  con un tono.. Dolce(?)

Ad ogni mia domanda la vedo con il fiato sospeso e gli occhi che mi incitano a continuare, ma quando arrivo all'ultima frase, spalanca gli occhi. 

- i-io  non so cosa d-dire - balbetta lei facendomi sorridere come un cretino. 

- dì di si, no? - domando io spavaldo. 

- si! - esclama per poi buttare le sue braccia al mio collo. 



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Capitolo 10
*** 10 capitolo ***


Pov. Giada. 

Non ci posso credere.

Davvero sono diventata la ragazza di Francesco Esposito? Mi sembra quasi un sogno, invece è realtà e spero che non finisca mai. 

Da quel giorno il nostro rapporto è molto migliorato. Sembravamo due metà che dopo tempo si sono trovate, spero di vivere il mio amore con lui. 

- allora che ne dici? - domanda quel che si direbbe il mio ragazzo da due mesi.

- si, va bene - rispondo io non sapendo a quale domanda ho accettato. 

- sicura? - domanda sorpreso. 

- okay non ho sentito niente, puoi ripetere? - domando io a mo' di scuse facendo gli occhi dolci: funzionano sempre. 

- c'è una gara alla Serra, mi ci accompagni? - domanda lui pregando che accettassi. 

- no! Ma sei impazzito? Mi vuoi far morire da giovane? - domando io facendo la finta allarmata. 

- e dai, cosa sarà mai! - esclama lui. 

" e dai cosa sarà mai" 
Cosa sarà mai la Serra? Ah niente di che, solo corse clandestine con delle moto, corse in coppia tra l'altro, maschio e femmina, dove la ragazza non deve sedersi normalmente sulla sella,no, per carità, se no che divertimento ci sarebbe? 
Deve sedersi in modo tale che la sua schiena combaci con quella del proprio partner e per reggersi deve farlo con una misera cinta legata a quella del proprio compagno. In poche parole la groupie. 

- cosa sarà mai, uh gioco da ragazzi! - esclamo io ironica. 

- ecco! E poi prima mi avevi detto di si. - risponde con una faccia da cucciolo bastonato. 

- ma non stavo a sentire! - rispondo io in mia difesa. 

- ecco, allora lo vedi che quando parlo non mi ascolti? - domanda lui con un tono leggermente arrabbiato. 

- solo questa volta, ero soprappensiero! - esclamo io. 

Lo vedo voltarsi di spalle,senza rispondermi. Resta così per ben cinque minuti, poi non resisto. 
Lo abbraccio da dietro e lo stringo forte a me aggrappandomi al suo collo affettuosamente, poi inizio a riempirgli il viso di baci. 

- e dai, mi perdoni? - domando io. 

Di risposta sento solo un mugolio.

- eh va bene, ci vengo! - esclamo io rassegnata. 

Lo vedo girarsi verso di me e sorridermi, poi ricambia l'abbraccio e se è possibile, mi stringe ancora più forte; poi un bacio. 

Quanti fino ad ora ci siamo scambiati? Cento? Mille? Diecimila? Non saprei,ho perso il conto,anche perché non perdevo tempo a contarli. Il fatto è che man mano che passa il tempo,man mano che sto con lui, man mano che viviamo la nostra storia, tutto mi sempre migliore, il mondo sembra migliore, la vita sembra migliore, i nostri baci sono migliori. 

Rimarrei ore ed ore sulle sue labbra, a baciarle e a stuzzicarle fino allo svenimento.
Gli  direi che lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo ogni giorno. E dico «cosa» e non «persona» perché lo amo più di tutto il resto. Anche più dei libri, del caffè, dei fiori, del mare. E vorrei che capisse quanto queste cose siano importanti per me e quanto lui lo sia di più.  
Gli direi che lo amo tra un bacio e l’altro. E lo bacerei come se non ci fosse un domani, come se dovessi vivere il nostro amore secondo per secondo finché abbiamo ancora tempo. E lo bacerei come se se stessi soffocando e le sue labbra fossero aria. 
Gli direi che lo amo con la voce tremante, perché sono troppo felice di averlo lì con me. E forse glielo direi troppe poche volte rispetto a quante se ne meriterebbe, ma ogni volta che tento di dirglielo, mi viene  da piangere dall’emozione, perché so già che lo amo  troppo.  
 Non mi stancherei mai di stringergli la mano, di scompigliargli i capelli, di carezzargli la guancia, di fissarlo negli occhi finché non mi perdo. 
Non mi stancherei mai di lui, punto. Non lo lascerei mai andare. Non mi arrabbierei mai con lui, non farei mai la ragazzina infantile, non lo tratterei mai male. 
Non vorrei mai litigare con lui, mai. Cercherei di non fare troppo la gelosa e di lasciarlo stare con le sue amiche o compagne di classe perché, in fondo, anch’io ho un sacco di amici e passo molto tempo con loro.  

Lo amo più della mia stessa vita e lui è la mia salvezza. Ho una ragione per svegliarmi felice la mattina e per asciugarmi le lacrime la sera. 


Si stacca dalle mie labbra dicendo
- Credo di aver scoperto il sapore della vita. - 
Io lo guardo spiazzata, ci conosciamo  da tanto ormai,  come detto prima da due mesi, ma lui riesce sempre a stupirmi. 

- E che sapore ha? - Chiedo io. 

- Sa di bacio sudato, aspettato, conquistato con fatica; sa di attese troppo lunghe, di pianti e strette allo stomaco e di notti insonni,
di messaggi chilometrici . 
Sa di piccoli sorrisi e di cuore a mille; sa di pioggia, sole, neve, mare e fiori. Sa di tutto ciò che di più buono c’è al mondo; sa di tristezza e malinconia , di amore e felicità, ma più semplicemente: sa di te. -  risponde lui facendomi emozionare, cogliendomi di sorpresa

- ma io ti amo troppo! - esclamo io saltandogli al collo. 


- devi vedere io! - esclama lui stringendomi a se e scompigliandomi i capelli dolcemente. 

- amo troppo questa mia piccola bambina! - aggiunge affettuosamente. 


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Capitolo 11
*** 11 capitolo ***


Siamo alla serra, un casino di gente, il rombo dei motori, musica ad alto volume fino a spaccare i timpani, tipe vestite con dei top e minigonne più mini che gonne! 

- guardale e ti ammazzo! - esclamo io riferendomi a quelle tipe.

- chi io? Ho davanti la ragazza più bella del mondo, potrei mai guardare altro? - mi domanda con una serietà stupefacente. 

- non mi prendere in giro! - dico io ridendo e dandogli un pugno scherzoso sulla spalla. 

- non lo faccio e mai lo farò ! - risponde lui attirandomi a se e schioccandomi un bacio a fior di labbra. 

- ehy piccioncini basta smancerie, inizia la gara. Mettetevi ai posti di partenza. - s'intromette quello che avrebbe dato inizio alla gara. 

E così fu. 

Non so nemmeno io con quale coraggio sono salita  su quella moto. Non so nemmeno con quale enorme sforzo non ho urlato di paura per la velocità a cui andavamo. Non lo so perché, però quella sensazione di velocità, brivido, trasgressione, mi piaceva. 

La gara fu vinta da noi, gli sforzi di  Kekko sono stati ricompensati. 


Quella sera decidemmo di festeggiare, provare nuove sensazioni, solo nel mio caso, visto che per  lui non era tutto nuovo, così andammo nel locale della serra e in suo onore brindammo. 

Uno, due, tre, quattro drink... Vedendo tutto sfocato, ma una cosa la vidi bene e chiara : Francesco che veniva trascinato da una di quelle troie che gli sorrideva maliziosamente. 

Mi avvicinai ad uno dei suoi amici che appena mi vide, mi sorrise.

- sai dov'è Kekko?  - domando io  facendo finta di niente. 

- no, però stava parecchio ubriaco, mi sa che ha esagerato un po stasera - mi risponde. 

- va bene, allora vado a cercarlo - rispondo io. 

Ubriaco o no, come ha fatto qualcosa con quella lo uccido. 

- ti accompagno - risponde lui alzandosi. Annuisco e mi avvio verso la direzione in cui lo avevo visto. 

Giampiero, il suo amico, é andato lui avanti guidandomi e scansandomi da quelli che mi si buttavano addosso, poi lo vidi fermarsi appena ha dato un'occhiata ad un corridoio. 

- qui non c'è - disse lui poco convinto. Mi vuole convincere di qualcosa? 

- non ti credo, scansati - rispondo io spostandolo e andando nel corridoio. 


Piccole lacrime solcavano il mio viso, silenziose e lente, ma intense. 
Non potevo credere a cosa mi mostravano i miei occhi: perché? Perché mi ha fatto questo? 
Sembra non accorgersi di me, sono invisibile per lui, proprio come immaginavo. Io sono invisibile a tutti e se vengo notata è perché ho scritto in faccia " illudimi ". 
Con le lacrime, seguono i singhiozzi che, a differenza delle prime, non sono silenziose, sono udibili e molto anche. 
Lo vedo voltarsi e sgranare gli occhi. Già, colto con le mani nel sacco vero? Speravi che non  lo venissi a sapere vero? Volevi rendermi più insicura di quanto sono, vero? Bene, complimenti, ci sei riuscito. 

Stacca le sue mani dal corpo lurido di quella cosa, nemmeno donna o ragazza, ma cosa, perché non ha diritto di essere chiamata donna, altrimenti mi offenderei da sola, non vi pare? 

Si avvicina a me tendendo le sue mani verso il mio viso che prontamente allontano e volto. 

- non toccarmi - dico io sprezzante. 

- io ti posso spiegare - mi risponde con voce tremante come un bimbo che ha commesso uno sbaglio ed è sul punto di essere sgridato dai genitori. 


- cosa? Questo ? - domando io beffardamente con un sorriso snervante. 

-  non  è come pensi! - risponde lui giustificandosi e avvicinandosi a me, che di riflesso mi allontano. 

- ah no? Tu non capisci! Tu non vuoi capire! Ti avrei dato tutto, TUTTO, ma hai preferito  lasciarti andare con questa qui, che ti ha aperto le gambe per quanto? Una serata? Dieci minuti? Poco m'interessa. 
Io ti avrei aperto il cuore per tutta la vita e sai perché? Perché ti amo! - grido io straziante mentre le lacrime scorrono più velocemente. 

- senti bella, " questa qui "  ci chiami qualcun altro. - risponde quella tipa. 

- senti troia, dicendo " questa qui " mi sono proprio sprecata, ti ho fatto un complimento, come si dice qui a Napoli " t'aggia trattat! ". Quindi stai zitta se non vuoi trovarti con il tuo bel visino schiacciato al muro. - rispondo io minacciosa. 

Non parla, abbassa solo la testa. 

- in quanto a te, sei libero. Libero di fare quel che vuoi, libero di scoparti chi vuoi, libero. Oramai sei fuori dalla mia vita. - dico io sprezzante. 

- mi dispiace.. - dice lui con un filo di voce. 

- eh? Ti dispiace? Ma di cosa ti devo dispiacere? Ti dispiace per cosa? Per avere aggiunto un altro punto alla mia lista di prese per il culo? Non ti dispiacere, non serve a nulla! Ce l'ho tatuata in testa la scritta " USAMI " quindi non farti problemi tu, non ti dispiacere. Non mi dispiace più nemmeno a me, figurati! - esclamo io allontanandomi da lui. Da lui e il suo squallore. 

***
Dopo mesi . . . 

Vi direte sicuramente cosa sarà successo fra noi dopo quella sera, giusto? 
Quella sera, tornata a casa, mi buttai sul letto piangendo. Piangendo per un amore andato a male, ma non un amore qualsiasi, quell'amore! 
Piangendo per la mia stupidità, per la mia innocenza, per il mio essere buona con tutti e farmi usare. 
Piangendo e basta, forse perché ne avevo bisogno; non piangevo da tanto. Come si dice: la felicità dura un attimo, no?  Beh, il mio attimo è passato. Forse era destino, gli amori non durano per sempre, anche quelli che se lo sono giurato a vicenda, la morte spazza via tutto, in primis l'amore; non è il mio caso, però è una conferma che l'amore non dura per sempre. 
Finisce il mare, figuriamoci l'amore!

Da quella sera le nostre vite hanno preso a scorrere secondo la propria quotidianità: io per fatti miei, continuando la vita di prima, ma con un'esperienza in più: quella che mi ha fatto cambiare, quella che mi ha fatto capire che io non sono una cosa, ma una persona e non devo essere usata, non VOGLIO essere usata. Mentre lui continuò per la sua strada, circondato dalla sua popolarità, da amici e ragazze. E quando ci incontravamo?  Quando i nostri sguardi per caso si incontravano? Beh, niente. Nei suoi occhi leggevo solo dispiacere, nostalgia, forse ci teneva ancora a me, ma perché allora aveva fatto quello che aveva fatto? É come se i suoi occhi mi gridassero " cazzo, ti voglio e non voglio vederti così! ". Così come? Come una ragazza troppo cresciuta? Con un comportamento da menefreghista? Con un sorriso  dipinto sulle labbra perfettamente incoerente con quello che dicono i miei occhi? Beh, caro mio, è la vita. 
Dopo tante illusioni tu cambi, però in realtà non é il tempo che ci cambia, lui rivela soltanto ciò che siamo! 





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