Sotto il vestito, niente.

di Waynne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come in un film ***
Capitolo 2: *** Whisky, Soda and Rock And Roll ***
Capitolo 3: *** Black and cold. ***
Capitolo 4: *** L'altra parte del cosmo ***
Capitolo 5: *** Just the Way you are. ***
Capitolo 6: *** Lezioni di cioccolato ***
Capitolo 7: *** Helena ***
Capitolo 8: *** Let Me Go. ***
Capitolo 9: *** Rainbow ***
Capitolo 10: *** Funeral for a friend ***
Capitolo 11: *** Put some color in your life. ***
Capitolo 12: *** With fear and trembling ***



Capitolo 1
*** Come in un film ***


Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


Sotto il vestito niente

Sotto il vestito, niente.

1. Come in un film

Come al solito ero in macchina della mia migliore amica Sheridan.
-Propongo di andare in fumetteria!- Dissi sforzandomi di increspare le labbra a mo’ di sorriso
-Si, fa al caso tuo. Una delusione universitaria va curata con i fumetti. Ti porto da un mio amico! Ha davvero un sacco di fumetti. Canta in una band fra l’altro.
Sapeva del mio debole per i cantanti.

Prima di avviare il motore, accese lo stereo e vi inserì un CD bianco con un’unica scritta in blu “MIX” appena partì la voce un brivido percosse la mia schiena, non erano per niente male -Chiii sono? Mi piace questa canzone! -
-Forti vero?? Sono i My Chemical Romance, il gruppo di questo mio amico. Fra l’altro il chitarrista non è per niente male!- La vidi sorridere in modo malizioso, un modo che usava solo per chi le piaceva davvero. Ma non dissi niente per non recarle troppo imbarazzo.
-Bene, bene, appena arriviamo allora mi complimento con il diretto interessato.
Le feci l’occholino e la vidi sorridere.

Sheridan, la 20enne meno 20enne che potesse esistere sulla faccia della Terra,di una personalità decisamente forte, simpatica.. Ma con quel piccolo lato oscuro. Quel lato oscuro, che di tanto in tanto faceva capolino rendendola ancora più affascinante. Ero immersa fra i miei pensieri e la meravigliosa voce di questo cantante quando sentii la sua calda mano sul mio braccio, mi voltai guardandola in quegli immensi occhi color nocciola contornati da dei bellissimi capelli lisci e biondi.
-Luce, siamo arrivate! Dai scendi dalla macchina piedini dorati-  Mi piaceva da morire quando mi chiamava Luce,era il significato del mio nome in Irlandese. Wynne, significava luce. E lei mi diceva sempre che ero la sua luce.

-Forte qui! Comix Accademy, com’è che non c’ero mai stata? - Le chiesi mentre ci avvicinavamo al porta d’ingresso. Sicuramente mi stava dicendo qualcosa, ma ero troppo presa dal quantitativo spropositato di fumetti presenti.
-Grande Giove!- esclamai esterrefatta
-Ritorno al futuro!- una voce maschile proveniente dietro una pila di fumetti mi fece sobbalzare.  
-Dei fumetti con le gambe!- Esclamai ridendo.
- Si, hai ragione dammi solo un secondo, poso i fumetti e arrivo subito da te.
Mi alzai in punta di piedi per vedere che faccia avesse quel ragazzo, non so perché ma ero altamente curiosa. Lo vidi che adagiò goffamente l’immensa pila di fumetti sul bancone poco distante da lui, si assicurò che non fossero in equilibro precario e infine si voltò verso di me accogliendomi con un sorriso, uno dei più belli che avessi mai visto. Il mio cuore iniziò a tremare.

-Hai bisogno di qualcosa in particolare? – chiese il bel moro. Poco dopo vidi che inclinò leggermente la testa per poter vedere oltre la mia figura. Gli si illuminarono gli occhi quando capii che quella persona dietro di me era Sheridan
-Sher! Non ti avevo riconosciuta! Stai bene bionda, sai? – la vidi sorridere.
-Scusami Gerard, non mi sono fatta più viva. Questi mesi sono pieni di esami e mi sono messa sotto! – Vidi Gerard ridacchiare e la cosa mi fece sciogliere il cuore.

Mentre loro due parlavano dei convenevoli decisi di fare un giro per la fumetteria, caspita, era davvero enorme!
Le pareti, verdi, erano ricoperte di scaffali i quali erano riempiti da fumetti provenienti da ogni parte del mondo. Suddivisi per: provenienza, autore, serie, scuola di fumetto.
I pochi spazi liberi erano ricoperti da disegni fatti a mano.
Che meraviglia mormorai fra me e me
-Ti piacciono? – La sua voce mi fece sussultare ancora una volta.
-Molto.
-Li ho fatti io, sai? – Mi voltai e ancora una volta sorrise. La mia pelle diventò sempre più calda e, per vergogna mi allontanai da lui senza proferire parola. Stupida me

Camminavo lentamente fra i corridoi, cercando un fumetto in particolare. Fornito com’era questo posto doveva senz’altro esserci!
-Sher, per caso hai intravisto il 5 volumetto di Dead Pool?- alzai la voce per farmi sentire dalla mia migliore amica che sostava dall’altra parte della fumetteria. Non penso che mi avesse sentita.  Era persa anche lei fra i mille fumetti che la circondavano.
 Tutti quei fumetti, con le loro copertine colorare, parevano dei fiori che crescevano industurbati sulle pareti di quel verde che ricordavano il prato.. E quel Gerard, il fiore piú bello, giaceva in mezzo.

Mi avvicinai allo scaffale vicino l’uscita, guardai in alto e li vidi il mio amato fumetto. Incominciai a mordermi le labbra. Era decisamente in alto, le opzioni erano due o mi arrampicavo, o chiedevo a Gerard.
Ovviamente, mi arrampicai. Appena arrivai ad afferrare il fumetto, felice di me stessa non feci più caso al fatto che ero attaccata con una sola mano ad uno scaffale e, ovviamente caddi portandomi con me un centinaio di fumetti che prontamente caddero sulla mia testa facendomi un gran male.
-Ma che problemi ha la tua amica? – Disse ridendo Gerard rivolgendosi alla mia amica
-Nessuno. – Risposi acida – Non è colpa mia se metti i fumetti che voglio troppo in alto. Continuai senza modificare il tono di voce
-Dai, Luce, stava solo scherzando- mi rincuorò Sheridan sorridendo. Ma non riuscii a perdonarlo, non so perché presi quella semplice frase come un’offesa.
-Luce? – Chiese Gerard
- Sì, si chiama Waynne, che il Irlandese significa Luce… Quindi la chiamo così
Il bel ragazzo si voltò e mi guardò dritta negli occhi, i quali mi catturarono magneticamente. Dopo quello sguardo il mio risentimento nei suoi confronti calò a picco, ma non volevo che se ne accorgesse.
-Ah, Luce, lui è Gerard. Il cantante dei My Chemical Romance. – Rimasi sbigottita, la mia gola si asciugò all’istante. Non poteva essere. Mi inumidii le labbra con la lingua infine mi schiarii la gola cercando di riorganizzare la mia mente. Cercando di trovare parole che messe in fila l’uno con l’altra potessero dare un senso alla frase. Ma la mia bocca fu più veloce dei miei pensieri.
- E io dovrei complimentarmi con un maleducato del genere? Non ci penso nemmeno!-
No, no, no, no, no! Non dovevo dirgli quelle cose! Gerard rimase impietrito a fissarmi.

Non sapendo più come uscire da quella situazione guardai Sheridan e le dissi che dovevo tornare a casa. Pagai il fumetto e uscimmo dal negozio.

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-Perché diavolo ti sei comportata in questo modo?- Mi chiese evidentemente arrabbiata Sheridan mentre salivamo in macchina.
-Non lo so, okay? Mi sono arrabbiata da morire per la sua frase. No, nemmeno tanto arrabbiata.. Penso di essermi vergognata. Ecco, si, vergognata.
-Ma dai, era solo una frase detta così tanto per.. Non intendeva offenderti per davvero
-Bhe – inghiottii la saliva – il danno è fatto. Ho fatto un casino.- risposi triste
-In che senso.. Owh.. Waynne, non mi dire che… - sorrise senza concludere la frase..
-Che.. cosa hai capito?!- mentre le parlavo sentii che il suo cellulare squillò. Un sorriso malizioso increspò le sue labbra.
-E’ solo l’inizio della fine mia cara Luce.
-No, un momento, che significa questo?- Le chiesi spalancando gli occhi più che potessi
-Niente, niente. Significa solo che Gerard mi ha chiesto quali complimenti tu volessi fargli, che ti ha trovato una persona strana e, concludendo questo sms con un semplicissimo ‘domani sera alle 9.00 PM suoniamo al Closter’
-Oh, si figo, vacci! Almeno puoi incontrare il tuo bel chitarrista – le feci la linguaccia
-Guarda che l’invito è esteso anche a te, vedi?
Mi diede il telefono in mano e rapidamente lessi il messaggio, poi lo rilessi e lo rilessi ancora. Scoppiai in una risata sonora
-Mettiti la cintura di sicurezza, e per Dio, cos’hai da ridere? Non mi sembra un sms divertente il suo- Mi disse riprendendosi il telefono.
-Oh , no mia cara Sher, io dopo una figuraccia come oggi non voglio mai più vederlo!
-Sei la solita drastica. Su, ti accompagno a casa, domani pomeriggio vengo da te e scegliamo cosa metterci per far colpo- sorrise maliziosamente. Era davvero l’inizio della fine. E come al solito, non capendo come, ci ero finita in mezzo.  Povera me.

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Capitolo 2
*** Whisky, Soda and Rock And Roll ***


2 cap

2. Whisky, Soda and Rock And Roll

 

Sheridan aveva passato tutto il pomeriggio a scegliere cosa indossare per andare al concerto che al quale era stata invitata assieme alla sua migliore amica Waynne.
Le sembrava strano di come curasse i dettagli: eppure era solo un ragazzo. Pensava.
Camera sua non era mai stata così tanto disordinata. Vestiti e scarpe sparsi ovunque, trucchi, bijoux. Le pareva troppo strano.
Nella sua testa riaffioravano le immagini del loro primo incontro, del sorriso con il quale si era presentato, della mano calda che si stringeva alla sua. E a quell’”arrivederci”. Quell’arrivederci che Sheridan non voleva che avvenisse.

Correvano i suoi pensieri, correvano su Frank, si, il ragazzo che le piaceva si chiamava così. O meglio, il ragazzo che non doveva piacerle. Forse perché era un caro amico del suo amico Gerard, forse perché dopo l’ultima storia d’amore finita male non voleva innamorarsi ancora.

Tra un pensiero e l’altro finalmente scelse degli abiti che le potessero sembrare adatti per un concerto: indossava un bellissimo abito nero che le arrivava circa alle ginocchia il quale le faceva risaltare la sua bella pelle, una collana con una civetta. Amava le civette, sua madre, da piccola, la chiamava così. Infine indossava un paio di stivali neri con un poco di tacco che serviva a slanciare la sua esile figura.

Forse Frank l’avrebbe notata. Forse. Non voleva pensare a lui, ma Frank era quello giusto, o almeno, così credeva.

 


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-Non so cosa indossare- Pensai fra me e me. Non ero mai stata ad un evento simile. Si, certo, ero andata a dei concerti. Ma mai ad uno simile. E poi quel Gerard mi faceva venire i crampi allo stomaco. Ma non perché mi piacesse, anzi, lo odiavo!
Poco dopo sentii il campanello. Doveva essere Sher, e decisamente in anticipo di qualche ora! Probabilmente era in ansia. Andai alla porta per aprirle, appena lo feci la vidi. Bella da mozzare il fiato.

-Si, lo so, lo so. Non mi guardare, ho già capito tutto!- La bella bionda entrò in casa e si fiondò direttamente in camera mia. –Bhe, non hai intenzione di vestirti ?! – Disse quasi irritata.
-A te Frank fa male alla salute
-Non. Osare. Pronunciare. Quel. Nome. O faccio ‘dietro front’ e torno a casa di corsa
-Ma, non è che… Non saprei. Devo venire per forza? Odio Gerard! – Dissi alla mia migliore amica buttandomi sul letto. Rimasi li qualche istante a guardare il soffitto. Era bianco scintillante, come il suo sorriso. Mugugnai.
-Muoviti! – Disse Sheridan infastidita dal mio comportamento
Mi alzai stancamente dal letto, presi le prime cose a caso e andai in bagno strusciando i piedi.
-Che cosa indosserai?- Urlò Sher dalla mia stanza.
-Non lo so, appena giro la maglietta te lo dico- le risposi con tono altrettante alto. Appena girai la maglietta vidi che era la mia preferita. Quella di batman, mi stava un poco lunga, arrivava fino a metà coscia. Tornai in camera mia e vidi Sheridan con il telefono in mano. Stava sicuramente massaggiando con mister simpatia.
-Mi piace come ti sta questa maglietta! Mettiti quei pantaloni li e quelle scarpe laggiù
Precisamente indicò i miei leggings neri strappati e scarpe con il tacco, fine.
-Sei pazza? Io non ci vengo conciata così.- Risposi acida
-Zitta, indossa quelle cose. E muoviti che siamo in ritardo.
Per cosa poi? Il concerto sarebbe iniziato fra poco più di due ore

Mi vestii più velocemente possibile e mi truccai. Un po’ di eyeliner e ombretto mi trasformavano da bambina a persona matura. I miracoli del trucco. Decisamente.



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Finalmente arriviammo al locale, al Closter. Era carino li! C’erano un sacco di persone pronte ad ascoltare il concerto di questa nuova band, i My Chemical Romance. Forse ero io che non li conoscevo, ma mi pareva che molta gente fosse gasata e parlasse di loro come se fossero i loro dei. D'altronde, la loro musica non era male.

Mi guardavo intorno, per cercare facce conosciute. Il locale era davvero bello, le pareti erano piene di poster, locandine, annunci. Una cosa molto spartana che ti faceva sentire a casa. I camerieri erano simpaticissimi, parlavano con tutti, ridevano, scherzavano. Dovevano essere tutti clienti abituali.
In fondo al locale c’era un piccolo palco con una batteria smontata, degli amplificatori e un microfono pronto a subire il soundcheck. Infatti, poco dopo un omino basso e paffutello si avvicinò al microfono. Lo posizionò alla sua altezza -il cantante era troppo alto per lui- e infine iniziò il suo rito. Appena l’uomo iniziò con le prove, un ragazzo alto e moro iniziò a montare la batteria.
-Quante band suonano stasera?- mi sporsi sul bancone per chiederlo al barman
-Due, i DeSol e i My Chemical Romance.
-Perfetto, grazie!- risposi sorridendo. Nel frattempo si avvicinò la mia migliore amica la quale mentre scrutava fra la folla chiese un whisky e soda. Il barman era davvero bravo dato che in pochi secondi fece il cocktail e lo mise fra le mani della bella bionda.

-Tu e Gerard avete i capelli dello stesso colore- mi disse mentre sorseggiava il suo drink. Feci finta di non ascoltarla, al contrario mi voltai verso il barman e chiesi quello che fece pocanzi per Sher. Con altrettanta velocità mi porse il drink.

 

Poco dopo iniziarono i DeSol, ero talmente distratta che non sentii nemmeno una loro canzone. Ero presa dai miei drink. E non avevo nemmeno cenato, valeva a dire che da li a poco, probabilmente, mi sarei ubriacata.
-Eccoli!- Esclamò Sheridan. Posò il suo bicchiere e corse verso un gruppo di ragazzi. Non la seguii anche perché ero sicura che sarebbe tornata indietro a presentarmeli.
-Ciao ragazza di deadpool, ci si rivede- Mi voltai per salutare Gerard il quale mi accolse con uno dei suoi soliti sorrisi.
-Ciao – avevo la bocca asciutta, ancora. Le sue labbra erano così morbide. E io stavo morendo di caldo. Mi voltai vero il barman e, come facevano nei film mi limitai a chiederne un altro .
-Non bere troppo bella catwoman- disse ridendo un ragazzo con i capelli che sembravano un fungo. –Piacere, Ray Toro- aggiunse sorridendo.
-Voglio toccarti i capelli- Gli risposi allungando la mano per presentarmi
-Luce, quanto hai bevuto?
-Non lo so Sher. Penso quattro o forse cinque bicchieri in totale. Ma io voglio toccare i capelli di Ray! – urlai e voltandomi verso Ray finalmente mi presentai.
-Owh, scusami. Piacere sono Waynne- sorrisi. Gerard mi guardava, non so perché.
Poco dopo arrivano e si presentarono altri due ragazzi, precisamente Bob, il batterista e Mikey il bassista e fratello di Gerard.
-Non vi somigliate molto- Dico guardando Gerard e Mikey
-Ce lo dicono tutti- Risponde quest’ultimo con voce atona.

Sher era rimasta a parlare con un bel ragazzo moro dagli occhi color nocciola. Doveva essere quel Frank. Erano alti più o meno uguali, sembrava molto timido, infatti mentre parlava con Sher continuava a sorridere convulsivamente e si portava spesso la mano dietro la nuca. Lei sorrideva. Mi avvicino alla bella coppietta e vidi Frank irrigidirsi
-Scusate se disturbo, volevo presentarmi. Sono Waynne, tu devi essere Frank-
-Emh… si, sono io.. P..piacere sono Frank-
-Whoa! Hai degli occhi bellissimi- Gli dissi senza rendermi conto delle mie azioni, infatti arrossì. Da lontano Gerard faceva segno a Frank di andare. Dovevano suonare.



-Sher, io non ce la faccio, devo bere ancora.
-Luce, non esagerare. Che succede? Non ti ho mai vista bere così tanto – Mi chiese preoccupata.
-Non lo so Sher, sono nervosa. E non voglio sembrarlo, quindi bevo
-Si ma così finirai per non ricordarti nulla della serata!
-Un po’ ci spero, forse…- Non so cosa mi prendesse. Quel Gerard mi stava incasinando troppo.


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Eccoli che salirono sul palco. I cinque ragazzi si posizionarono dietro gli strumenti d’appartenenza. Non so come, Sheridan ed io, ci trovammo in prima fila. Con gli occhi di tutti puntati addosso, e non mi sentivo per niente a mio agio.

 

Iniziarono col suonare la canzone che avevo sentito in macchina di Sheridan. Credo si chiamasse Vampires will never hurt you. Dal vivo era tutta un’altra cosa. Se il giorno prima rabbrividivo, ora le lacrime scendevano copiose dall’emozione. E il bel fumettista era una forza della natura! Saltellava, muoveva le mani, si avvicinava a quel Frank e lo disturbava mentre suonava. A modo suo intratteneva il pubblico, e dovevo ammettere che ci sapeva proprio fare. Mi venne da sorridere al pensiero.

Mentre i ragazzi suonavano sul palco, come se fossero gli dei dell’intero mondo, si avvicinò un ragazzo molto carino, che iniziò a parlare sia con me che con Sheridan. Chiedendoci se fossimo lì con qualcuno, se volessimo da bere e cose simili. Non appena Frank si accorse che quel ragazzo si avvicinava troppo a Sheridan lo vidi scendere dal palco e avvicinarsi alla mia migliore amica facendole un sorriso, infine si voltò verso il ragazzo, lo guardò male e risalì sul palco come se nulla forse. Intanto, dietro di noi un’orda, di ragazzine si scatenò cercando di raggiungere Frank, cercando di strappargli la maglietta, i pantaloni. Afferrando tutto quello che si potesse afferrare. Fortunatamente non ci riuscirono.


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A fine concerto i ragazzi vennero acclamati dalla folla. Dio se erano bravi. Frank e Ray erano dei mostri alla chitarra, Bob si scatenava dietro quella batteria come nessuno mentre Mikey sembrava che fosse nato con il basso fra le sue braccia.
-Allora, come siamo dal vivo?- Mi chiede Ray avvicinandosi al bancone.
-Siete.. wow. Tu, sembra che in tutta la tua vita non abbia fatto altro che suonare la chitarra!
- Bhe, più o meno è andata così. E’ dai tempi del quarto anno che suono- mi disse sorridendo –posso farti una domanda?- aggiunse infine.
-Certo, spara!
-Da quanto tempo ti piace Gerard?- Mi chiese candidamente
-C..cos?! A me non piace Gerard. E’ antipatico e scorbutico!- Risposi acidamente. Mi sembrava di essere stata ferita nell’orgoglio con quella domanda
-Nah, non te la prendere con lui. E’ fatto così. Sa essere la persona più dolce del mondo, ma in un nano secondo è in grado di mandarti al manicomio e, a quanto pare, a te sta mandando al manicomio- Sorrise
-No. Davvero Ray, non mi è per niente simpatico. Se la tira troppo e a me le persone così non piacciono per niente- Non rispose, ma non so perché avevo come l’impressione che non credesse alle mie parole. Eppure gli avevo detto la verità…………. Forse.

 

Da quel punto fino al resto della serata era il vuoto cosmico. Ricordavo solo qualche piccolo ritaglio di serata.. Come ad esempio Frank e Sher che ridevano, Bob e Mikey che facevano a gara per chi attirasse più ragazze (credo che avesse vinto Mikey) e Gerard che mi portava in spalla verso la macchina. Nient’altro.

Magicamente mi ritrovai sul mio letto,  con Ray che mi fissava preoccupato seduto sulla poltrona di pelle color avorio e ne stringeva i braccioli.
Mi tirai su a sedere e notai che il mal di testa era venuto a trovarmi.
-Dio, mi sono sbronzata pesantemente. Ho un gran mal di testa
-Eh si, immagino che tu non ricordi niente della serata, vero Waynne?- Mi chiese Ray con una faccia stanca.
-Oddio, cos’ho combinato?- Sgranai gli occhi. Stavo iniziando a sudare freddo
-Ma, niente di che. Hai dato ad un ragazzo sconosciuto il tuo numero di telefono e Gerard incazzato ti ha sollevato di peso e portata in spalla fino alla macchina- arrossii
-Che cos.. io… COSA?!
-Si, hai capito bene- Sorrise

Non feci in tempo a rispondere che in camera entrarono Sher e Frank con una profumata tazza fumante di caffè. Appena Frank mi vide saltò sul mio letto e iniziò ad abbracciarmi infine mi strinse forte a lui. Era bello stare fra le sue braccia, in fondo.
-Sai, credo che tu piaccia a Gee- Mi disse sottovoce mentre mi stringeva a se. Feci finta di niente.
-Fai il bravo con la mia Sher- lo sentii deglutire. Mi diede un bacio sulla fronte e infine dopo un sospiro di sollievo mi rispose con un timido grazie.

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Ed eccici qui alla fine del secondo capitolo! Spero vi piaccia.
Ci tenevo a ringraziare -ancora- chi ha recensito il capitolo.
Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia fra le preferite, o fra le seguite e grazie a chi la legge.
Mi emozionate!


-Waynne

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Capitolo 3
*** Black and cold. ***


3 efp

3. Black and cold


Erano ormai due fottutissime settimane che Waynne non si faceva viva. Dopo la sera del concerto era sparita. E questa cosa logorava Gerard dall’interno.
Sentiva spesso la sua amica Sheridan, ma quando le chiedeva di Waynne cambiava misteriosamente argomento. Ma la cosa che più il bel moro non capiva era il perché. Perché era finito in quella situazione? E soprattutto: come aveva fatto?
E pensare che esattamente due settimane fa Sheridan portò la sua amica in quel negozio.

Nel suo negozio.

I Fumetti che aveva fatto cadere erano ancora accatastati sul bancone. Per un motivo o per un altro, Gerard, non aveva ancora trovato il tempo di metterli in ordine. O forse in realtà non voleva. Quando li guardava gli veniva da sorridere. Waynne si era fatta proprio male! Erano fumetti da circa ottanta pagine l’uno e, gliene erano caduti diversi in testa. Solo che non riusciva a non sorridere nel rivedere, nella sua mente, la faccia dolorante della ragazza.

Il campanello trillò, simbolo che qualcuno era entrato nel negozio.
-Gee, cazzo, ma allora sei vivo! – era appena entrato uno dei suoi migliori amici, Frank.
-Si, sono vivo come al solito. Perché?- rispose distratto, come se poco gli importasse di esistere in quel momento.
-Bhe, è dalla sera del concerto che non ti fai più vedere alle prove, ci eravamo preoccupati!
-Sto bene, sto bene. Ho solo avuto molto da fare con il negozio
-Mikey ci ha dato un’altra versione della storia – sorrise Frank. Gerard era una persona molto chiusa, distaccata. Era emotivamente costipato.
[cit]
-Mikey deve imparare a farsi gli affari suoi. – Rispose scontroso. Per quanto non volesse ammetterlo, Waynne gli aveva stravolto la vita.
Sentiva una sensazione di incompletezza, che prima non aveva mai avuto.


-Oggi esce alle 2.50 PM, l’università è a 10 minuti da qui. Che ti costa andare a trovarla?
-Come fai a sapere che esce a quell’ora? Non dirmi che… Dio. Solo da me è sparita?!- Sentiva freddo. Non che la giornata fosse particolarmente calda, ma non era il motivo della sua sensazione. -Forse è meglio che vada a trovarla. Che facoltà frequenta?- continuò Gerard mentre rovistava nella pila di fumetti che proprio Waynne aveva fatto cadere.
-Ingegneria informatica- Rispose con calma Frank
-Eccoti. Bene – Gerard si voltò verso il suo amico – vado a scusarmi con lei.
Sventolò il sesto volume di Deadpool sorridente e cacciò dal negozio il suo adorato amico.

Chiuso per motivi personali

La bella grafia, in nero, di Gerard spiccava su di un foglio bianco.
-Ma ‘motivi personali’ sono un valido argomento di chiusura del negozio?- si chiedeva perplesso mentre avviava il motore della sua Ford Thunderbird grigio metallizzata, regalatagli da sua nonna Elena per aver concluso l’accademia delle belle arti con il massimo dei voti.
Infondo se l’era meritata. Però ripensandoci gli dispiaceva che la sua adorata nonna avesse speso tutti quei soldi per lui.

Accese la radio, con il cuore a mille.

It’s Only Love – The Beatles.

Pensò che la radio, o forse il mondo, in quel momento ce l’avessero con lui.

Dopo pochi minuti intravide l’ateneo, si appostò all’uscita e scese dalla macchina. Erano le 2.40 PM quando arrivò. Avrebbe dovuto aspettare altri dieci minuti, i quali l’avrebbero logorato dall’interno. Non era particolarmente fan dell’aspettare le persone, anche se in questo caso era ‘colpa’ sua. Era arrivato troppo presto e, ripensandoci, non aveva nemmeno il numero di telefono di Waynne per poterla avvisare. Magari sarebbe uscita qualche minuto prima. Magari. Ma non era del tutto Certo.

Finalmente iniziarono ad uscire le persone. Il bel moro dagli occhi verdi si alzò in punta di piedi per poter scorgere la bella ragazza che stava aspettando.
Eccola. Il colore dei suoi capelli era inconfondibile. Nero corvino. Quel nero che faceva risaltare la sua bella pelle bianca, ma non cadaverica. Bianca lucente, come il significato del suo nome. Gerard fece un passo, poi tornare indietro.
Stringeva ancora fra le mani il fumetto. Era troppo timido per andare da lei, ma infine si decise, prese coraggio e si avvicinò verso l’enorme cancello fatto in ferro battuto.

Waynne sorrideva ai suoi compagni di corso, infine si strinse fra le braccia di un ragazzo alto, biondino con gli occhi color nocciola. Chi diavolo era questo? Mentre erano abbracciati la ragazza aprì gli occhi e notò Gerard, si sciolse dall’abbraccio e lo raggiunse a passo calmo.
-Ciao Gerard – Disse lei fredda. Questa cosa gli spezzò il cuore
-Tieni- rispose lui con un filo di voce mentre le porgeva il sesto volume di Deadpool.
Vide la ragazza afferrarlo.
-T..ti sei ricordato- gli sorrise lei
-Bhe, si, avevi preso il quinto volume due settimane fa. Perché non sei più tornata?- Gerard era sicuro di aver visto Waynne arrossire.
-Bhe, vedi.. Perché..
-Luce! – Il biondino di prima corse in contro ai due ragazzi e questa cosa a Gerard non piaceva.
-Scusa, arrivo subito- arrossì lei. Quel biondino la abbracciò nuovamente e le diede un bacio sulla fronte scostandole delicatamente i capelli infine la lasciò andare.
Gerard era rimasto li ad aspettarla, stupito, arrabbiato con se stesso. Furioso. Ma quella rabbia pareva scemare ad ogni passo che Waynne faceva verso di lui.
-Hai bisogno di un passaggio? – Chiese lui cercando di essere il più distaccato possibile
-Emh, s..se non ti dispiace ne approfitterei, il bus passa fra quaranta minuti e ecco io… - si guardò le scarpe. Questo gli fece molta tenerezza.
-Dai, salta su. Dove abiti? – la vide sorridere. Con la scusa Gerard avrebbe scoperto anche dove abitava, non sapeva perché ma questo gli faceva battere fortissimo il cuore.
-In Dover Road, all’angolo con Hurry Road!-
-Caspita ma ci vuole un sacco per arrivare, dai, cercherò di fare in fretta.
Quel che Gerard non sapeva era che Waynne non voleva che facesse in fretta, voleva passare del tempo con lui.

 

ὼ ὼ ὼ ὼ

-No, bhe, Gee, cioè se vuoi possiamo andare a mangiare un boccone prima!- mi guardavo e torturavo le mani nervosa. Come se, come se avessi detto una brutta cosa. Gerard guardava fisso la strada, senza cambiare espressione. Sentivo una strana tensione nell’aria.
-Si, perché no- Lo vidi sorridere, e sorrisi anche io.

Poco dopo sentii squillare il suo telefono.

Nonna.

-Gee, è tua nonna – Gli dissi. Mi sembrava la cosa più dolce del mondo
-Ti spiacerebbe rispondere? Non vorrei fare qualche strano incidente
-o..okay, ma io mi vergogno
-Non ti mangia mica mia nonna – sorrise, infine appoggiò una mano sulla mia gamba facendomi rabbrividire.

-Pronto..? S..sono Waynne, Gerard sta guidando
-oh, Waynne, io ti conosco! Gerard mi ha parlato tanto di te. – Arrossii
-D..Davvero? Non me l’aveva mai detto!
-Owh, bhe, lo richiamo più tardi. Puoi dirgli solo che stasera aspetto Mikey e lui a cena?
-Certo!
-Grazie mille Waynne. Mi ha fatto piacere parlare con te. Spero di averti presto a cena. Adesso devo andare, un bacione. E dai un bacio da parte mia anche a Gee- Chiuse la chiamata. Sua nonna aveva una bella voce, sveglia, arzilla.
-E così… tua nonna sa chi sono- Volevo stuzzicarlo
-Si, le parlo dei miei amici. – Mi si spezzò il cuore, amici.

-Senti Gerard, mi è venuto un gran mal di testa. Mi accompagneresti a casa?
-Non ti va di pranzare con me?
-Non ho fame, e poi viene Phil dopo. E devo studiare, il mese prossimo ho l’esame di Campi Elettromagnetici e non mi va di arrivare impreparata.
-Phil. –si voltò verso di me con aria buia. – il tuo ragazzo immagino.
-Cos.. ?! Sai chi è Phil? Il ragazzo dal quale mi hai ‘salvato’ la sera del concerto. Si, proprio lui. Non che io mi ricordi cosa sia realmente successo! Ma due giorni fa mi ha chiamata dicendomi che IO, si proprio IO gli avevo lasciato il mio numero e che poi un pazzo mi aveva trascinato via da lui.- Silenzio. Aumentò solo la velocità.
-E mi ha detto che gli fa piacere uscire con me. Erano mesi che cercava di chiedermi il numero e io arrivo completamente ubriaca e glielo lascio.
-Scendi- la sua voce glaciale mi fece rabbrividire.
-Co..come..?
-Sei arrivata, scendi.
-Ah, approposito, tua nonna ti aspetta a cena con Mikey, questa sera.- non rispose.
Scesi dalla macchina, il tempo di prendere la borsa e chiudere la portiera che Gerard fece inversione di marcia e sfrecciò via, veloce come la luce.


Salii in casa, con le lacrime agli occhi. Presi il telefono e chiamai la prima persona che mi venisse in mente. Ovviamente, lei.

-Pronto, Sheridan – iniziai a singhiozzare
-arrivo subito- si limitò a dire.
Mi misi sul divano, lanciai la borsa piena di libri che colpì un vaso rompendolo. Dopo circa quaranta minuti sentii il campanello.

ὼ ὼ ὼ ὼ


-E’ aperto- urlai. Entrò la mia migliore amica seguita da: Frank, Ray e due enormi e fumanti pizze. Mi alzai dal divano e mi lanciai fra le braccia di Sher. Poi seguirono le braccia di Frank e di Ray.

-Waynne, ho visto che hai sia la playstation 3 che il nintendo 64. E fra i giochi hai Mario Kart! Ti sfido. –Disse Ray mentre mangiava una fetta di pizza.
-Oh, non tu non sai contro chi ti stai mettendo. Sono la REGINA di Mario Kart- Enfatizzai la parola regina.
-Staremo a vedere.- replicò lui

Ci sistemammo a dovere. Ovviamente sul pavimento. Mentre Frank e Sher si misero sul divano per tifare.

-Yoshi è mio! – dissi
-Io scelgo Wario invece!
-Si perché sei un ciccione- scoppiò a ridere Frank
-ehi! Non è vero!- rispose Ray


ὼ ὼ ὼ ὼ


Sia Sher che Frank urlavano il mio nome per tifo.
-Ehi, Frank, da che parte stai! Pensavo fossimo amici!- Disse Ray
-Tu non sei carino come Waynne- Rispose lui
-Anche io so essere carino, vuoi vedere?- si voltò verso Frank
-Ray, non ti distrarre.- dissi acida
-Ma io…
-Ed un’altra vittoria per me! A quanto siamo? Tipo mille a zero?- scoppiai a ridere
-Non esagerare! Ne avrai vinte quattro!
-Eh, hai detto niente! Quattro sono tante, caro il mio scarsone
-Cioè- si voltò verso gli altri due- non solo io la faccio vincere, lei mi denigra pure? Sono offeso!
-Ray, tesoro, non ci crede nessuno che tu hai fatto vincere Luce. Quando è nata, è nata con il joystick in mano. – Disse Sheridan

 

Passarono diverse ore prima che, giustamente, i ragazzi se ne andassero a casa rimanendo così solo Sher ed io.
Rimasi per ore fra le sue braccia piangendo. Ero stata stupida, avevo ferito Gerard. E mi sentivo male. Al freddo e al buio.

Gerard.



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scusate, lo so. Sono una persona orribile ç_ç Ma giuro che non vi ho abbandonate! Vi pensavo sempre e pensavo al fatto che
prima o poi mi avreste odiata perché non ho pstato per tanto tempo. E bho, spero mi perdoniate ç_ç ho avuto un sacco da fare.
Poi è venuta a trovarmi la mia migliore amica (*^*) poi ho avuto da fare con il mio compleanno ho studiato e ho lasciato passare troppo tempo.
vi prego, PERDONO ç___ç

-Waynne

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Capitolo 4
*** L'altra parte del cosmo ***


caccola

4. L’altra parte del cosmo.

 

Frank, tu mi piaci. A questo pensava Sheridan. Ormai era quasi più di un anno che conosceva Frank e non aveva ancora trovato il coraggio di dirglielo.

- Dai, Sher, non è difficile. Ripeti. Frank, tu mi piaci. Visto? Non è difficile! Frank tu mi piaci. Frank.. tu..
-Mi hai chiamato? – In quel momento sbucò Frank.
- Co..cosa ci fai qui? – chiese la bionda sconvolta dal vedere il ragazzo per il quale aveva una cotta.
- In una biblioteca? Direi che sono qui per studiare! – sorrise – posso sedermi qui? Non mi va di stare da solo- continuò lui
- Hai per caso.. sentito.. quello che…-
- No, ho sentito solo che mi chiamavi. Dovevi dirmi qualcosa?- Sheridan tirò un sospiro di sollievo.  Frank non aveva sentito niente.
-Cosa studi? – Sperava che abboccasse e cambiasse argomento
-Filosofia- sorrise lui mentre prendeva il suo pesantissimo volume.

Sheridan continuava a leggere e a sottolineare passi importanti sule sue dispense. Di tanto in tanto sorrideva attirando l’attenzione di Frank che la guardava incuriosita.
-Come mai sorridi? – Il bel moro dagli occhi nocciola sorrise istintivamente, quando vedeva la ragazza sorridere gli si scaldava talmente tanto il cuore che sorrideva anche lui.
-Mh? Emh… no, niente, stavo leggendo le dispense della professoressa e ho sorriso per una frase.
-Posso sorridere anche io? – Frank, senza sapere cosa suscitava in Sheridan appoggio delicatamente la mano su quella della giovane, la quale sussultò al leggero tocco.
-Ma… no, davvero è una frase stupida-
-Cosa stai studiando?- chiese lui, senza avere intenzione di lasciare stare il discorso
-Storia della radio e della televisione
-Sembra interessante! Dai, dimmi cosa ti ha fatto sorridere.- Gli occhi di Frank si fecero, improvvisamente, dannatamente grandi, e Sheridan non riusciva a sostenere lo sguardo senza arrossire.

- S..Se musicalmente Pierino incontra il lupo, ciascuno di noi lo vede in modo diverso, un lupo sincretico, sintetico, non il lupo obbligato da un’immagine che mostra un determinato lupo. Sorridevo perché penso che sia una delle frasi più vere che io abbia mai letto. Anche se con l’ausilio di un nome buffo.

- So excuse me forgetting, but these things I do
You see I've forgotten, if they're green or they're blue
Anyway, the thing is, what I really mean
Yours are the sweetest eyes I've ever seen
-

Mentre Frank cantava, Sheridan non poté far altro che emozionarsi. La sua voce, così candida e così cristallina entrava nelle vene, bruciando. Le parole che pronunciava s’imprimevano indelebilmente sulla pelle.

Dopo svariati secondi, Frank aprì gli occhi guardando quelli della ragazza che li guardavano affascinati.

-Se musicalmente i nostri occhi s’incontrano, cosa vedi?- Il cuore iniziò a batterle talmente forte che copriva il rumore dei suoi pensieri. La bella ragazza si umettò le labbra cercando di riorganizzare la mente. Aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono.

Venne salvata da una vecchina, probabilmente la proprietaria della biblioteca, con i capelli argentati la quale si avvicinò cautamente ai due ragazzi. Zoppicava, probabilmente dalla fatica.
Aveva uno strano vestito color cachi, abbinato ad una sciarpa di cotone nera mentre dalla testa pendeva un simpatico fiocco con blu con dei ghirigori arancioni.
-Ragazzi miei, se dovete parlare vi conviene andare fuori. Qui c’è gente che deve studiare.- Disse lentamente. Aveva uno strano odore, un misto di sigarette e cognac.

ὼ ὼ ὼ ὼ


Usciti dalla biblioteca i due ragazzi scoppiarono a ridere sonoramente.
-Dio, che figuraccia! – Disse Frank quasi piangendo dal ridere
-Hai visto com’era vestita la signora? Un abbinamento.. bhe... direi…. Particolare! – Continuò Sheridan
-Oh si, talmente particolare che penso che ora comprerò anche io un paio di pantaloni color cachi da sfoggiare. Quel colore è l’ultima frontiera della moda!

Frank guardava Sheridan ridere. Certo che era proprio bella, le si illuminavano gli occhi e poi delle simpatiche fossette spuntavano sul suo viso.
Iniziarono ad incamminarsi, senza sapere dove stessero andando. Stavano così bene insieme che ormai il cuore decideva per loro.

-Sembra pesante quella borsa, sai Sher?
-No, non particolarmente – Sorrise lei
Senza dire altro il dolce Frank si fermò le prese la borsa, vi posò all'interno il suo tomo da circa mille pagine e si mise la borsa in spalla.
-Ma.. Frank, no.. Davvero, ce la facevo!- lui la zittì con uno sguardo, ma non cattivo.

Mentre passeggiavano l’uno vicino all’altro, spalla contro spalla Frank vide da lontano un fioraio. L’esterno era pieno di fiori colorati dalla distanza in cui erano formavano un bellissimo arcobaleno. Fecero altri due passi finché il ragazzo non si fermò.


-Che succede Frank?- Chiese Sheridan guardandolo dritto in quelle pozze color nocciola
-Niente – rispose vago – Entra in caffetteria, devo fare una commissione. Torno subito.

Sheridan annuì senza dire niente, entrò nella caffetteria di Evergreen Avenue si guardò un po’ intorno spaesata. Era la prima volta che entrava lì.
Le si avvicinò una ragazza non molto alta la quale le chiese dove volesse sedersi, e che sarebbe arrivata entro breve per chiedere cosa volesse.

Si sedette in un posto abbastanza appartato. Appoggiò i gomiti sul tavolo e aspettò pazientemente Frank.

ὼ ὼ ὼ ὼ


Nel frattempo Frank entrò dal fioraio e si avvicinò lentamente al bancone.
-Buongiorno
-Buongiorno! In cosa posso esserle utile, giovanotto? - rispose il proprietario. Era un uomo abbastanza alto con una faccia simpatica e degli enormi occhi azzurri
-Umh.. Cercavo.. Le rose le avete?
-Certo!
-E quanto costano?
-Sono sei dollari a gambo. Sa, sono rose Meilland, fra le più pregiate!- Rispose sempre gentilmente l’uomo
-Capisco, cavoli, io ho solo quattro dollari. Cosa posso comprare? Mi dia un consiglio.. Volevo fare un regalo ad una ragazza- mentre faceva questa domanda Frank arrossì.
-Bhe, ci sarebbero i tulipani rossi, sono molto apprezzati, e poi sono economici. Due dollari al gambo-
-Me ne da uno? – Sorrise allegro Frank.


Sheridan aspettava pazientemente che tornasse il ragazzo con il quale stava passando la mattinata. Era nervosa, aveva il telefono alla mano. Perché tardava a tornare?
Per cercare di non perdere la calma iniziò a mandare qualche messaggio alla sua migliore amica, la quale cercava di calmarla.

Di tanto in tanto, i clienti che entravano facevano suonare il campanellino del bar, e Sher si alzava dalla sedia per vedere se fosse lui… Finché.. eccolo.
Ancora una volta si alzò dalla sedia per farsi notare, appena Frank la vide si sedette e iniziò a sorridere. Pensò d’essere stupida. Mai nessuno le aveva fatto quell’effetto.

-Frankie- sorrise lei
-M..mi piace Frankie- sorrise lui timidamente, aveva una mano dietro la schiena. Come per nascondere qualcosa e sperava che la ragazza se ne accorgesse.
-Cosa hai lì?
-Lì, dove?- ridacchiò lui
-Dai! Non fare lo scemo, ho visto che nascondi la mano dietro la schiena – gli fece la linguaccia
-Sei curiosa?
-Moltissimo!
-E allora fidati di me Sher, chiudi gli occhi. – La bionda eseguì. Chiuse gli occhi e Frank le mise fra me le mani il gambo di tulipano che aveva comprato poco prima, per lei.

Sheridan si inebriò del profumo che in pochi secondi pervase le sue narici. Era un profumo assai delicato, delicato come le mani di Frank. Aprì gli occhi lentamente e non appena vide il fiore arrossì talmente tanto che un pomodoro appariva sbiadito in confronto a lei.
-M..ma Frankie.. è.. – Non riusciva a parlare, la bocca le divenne secca. Le sembrava di essere nel deserto.
-Ti piace? – Chiese lui il quale come risposta ricevette un cenno.

ὼ ὼ ὼ ὼ

Iniziarono a parlare del più e del più e del meno,  per allentare l’imbarazzo che si venne a creare. Ordinarono del caffè, il quale giunse a destinazione dopo circa dieci minuti.
Mentre sorseggiavano il caffè parlavano, ma Frank pareva molto distratto.

-Ma ti ho detto che l’altra sera ,mentre stavo studiando, Gerard mi…-
-Sheridan, mi piacerebbe uscire con te- Sher si bloccò, rossa in volto. Con gli occhi spalancati.
-Frankie.. io..-
-No, no aspetta! Fammi parlare. Volevo dirti che tumipiacitantissimo.-
-Bhe, io.. aspetta, cos’hai detto?! Hai parlato troppo velocemente- sorrise lei
-Ecco, Sheridan, tu mi piaci tantissimo. Da tanto tempo. Da quella volta che ci siamo incontrati io non t’ho più dimenticata…- Sher non rispose.
-B..bhe… Allora... Ti va di uscire con me una sera di queste? – mentre faceva questa domanda si avvicinò piano a lei, sussurrando sempre più. Come se le parole fossero ancora più timide di lui.
Sheridan non rispondeva. Ma fece un respiro profondo e gli diede un velocissimo bacio sulle labbra. Sperando che capisse che quel bacio valesse come un si.


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Saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve belle personcine! Eccomi qui alla fine del capitolo.. BBBBBBBBHE? Cosa ne pensate? Troppo dolce? Ditemi qualcosa prima che vada in paranoia ç______________________________________________________________ç
Gn, io bho Frankie lo immagino così! Dolcissimo e timidissimo.. Bello lui ç.ç
Comunque, volevo ringraziaaare LondonRiver16 che ha commentato il capitolo e volevo anche ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia fra i preferiti o fra le preferite, ovviamente. *me piange disperatamente per la cosa ç_ç* G R A Z I E. E ovviamente un grazie anche a chi legge e basta *^*
Siete meravigliosi!

A presto,
-Waynne

ps. In caso non si capisse, il capitolo si chiama così perché parlo di Frankie e Sheridan. Non so se sono stata chiara D:

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Capitolo 5
*** Just the Way you are. ***


5. Just The Way you are

 

- E così ieri siete usciti? - Chiesi interessata a Sheridan.
- Sì, cioè, non era una vera e propria uscita, ero andata in biblioteca a studiare e l'ho beccato lì - sorrise
-Ma che cosa dolce... e poi, poi? Cos'avete fatto?
-Ma niente, siamo andati ad un bar e lui mi ha portato un fiore
-Sembra l'inizio di una love story - mi brillavano gli occhi dall'emozione. Ero felice per lei, ma al contempo invidiosa. Avrei tanto voluto che Gerard mi chiedesse di uscire, e Sheridan lo sapeva.

-Stasera, al Diggin the Grave, suonano i ragazzi, ci vieni? - Mi disse la bionda guardando il telefono. Evidentemente Frank le aveva scritto un sms per invitarla.
-Non so Sher, devo studiare, sai settimana prossima ho l'esame di campi elettromagnetici. Mi hanno detto che il professor Sullivan è un po' stronzo, ha bocciato Phil perché non aveva risposto ad una domanda.
-Dai Luce! Vieni, fammi compagnia. Puoi studiare domani - Mi fece gli occhi dolci
-Ma... Se volete potete passare qui dopo il concerto. Davvero, fra mezz'ora passa Phil per studiare.
-Dopo il concerto? Si può fare. Prepara Super Mario, sicuramente Ray ti vorrà sfidare!
-Uh sisisi fantastico, sono tre settimane che non gioco, e son tre settimane che non vedo i ragazzi- sorrisi

Dopo circa venti minuti la mia migliore amica si congedò, lasciandomi da sola con le mie quattro dispense. Pensare fa male. Mi ripetevo. Pensare fa male, ripetei a Sheridan.

Non è il pensare in se per se che TI fa male. Pensare a Gerard. Quello ti fa male.

Questa frase fu un pugno nello stomaco.

7.45 PM - Pagina 12.

<< Un induttore consiste di un filo (tipicamente avvolto in più spire) percorso da corrente ed è in grado di accumulare energia magnetica >>

-Che diavolo sono questi disegnini?- Mi chiesi. In quel momento stavo solo pensando alla voce di Gerard che mi stavo perdendo. E ovviamente a Frank, Ray, Mickey, Bob.. Gerard...

E ancora Gerard.

7.47 PM - Foglio degli appunti.

Gerard Way, Gerard Way, Gee, Gee, Gerard, Gee.
Gerard
Ger,
induttore: potenza ed energia.
Integro la potenza W con L :


Gerard...

I miei appunti erano tutti così.

8.17 PM - Sempre pagina 12

Grazie a Dio arrivò Phil con gli involtini primavera e una vagonata di ravioli.
-Sei la mia salvezza! - Sorrisi saltandogli in braccio.
-Addirittura?- Mi chiese sfoggiando un bellissimo sorriso
-Non ho capito niente degli induttori di potenza, tantomeno non ho capito un cazzo dei transistor.
-Nulla di più facile! dai, su, vieni qui che ti spiego tutto.- Mi prese per mano, chiuse la porta di casa e mi trascinò verso il divano.
-Dai, fammi vedere l'esercizio che stavi facendo.- non so perché volli nascondere quel foglio.
-Emh.. Dammi un secondo, vado a prendere de fogli di là, questo... questo qui è da buttare.- Accartocciai il foglio a malincuore.

Per quanto fosse solo uno stupido nome, scritto con una stupida penna nera, su uno stupido foglio di carta, quello stupido nome mi faceva pensare a quella stupida persona per la quale presi una stupida cotta. Stupida Waynne.

Andai in camera, dispiegai il foglio il quale conservai gelosamente nel cassetto vicino al mio letto. Infine cercai disperata un quaderno o qualsiasi cosa per poter fare gli esercizi.

Andai verso la scrivania color mogano, spostai la sedia blu in stoffa, aprii il cassetto e la prima cosa che vidi fu il sesto volume di Deadpool.
Dovevo ancora leggerlo.
Lo tolsi dal cassetto appoggiandolo delicatamente sulla scrivania. Quasi come se fosse di un pregiatissimo cristallo il quale si poteva scalfire al solo minimo spostamento d'aria.

Sotto il fumetto c'erano una serie di fogli pronti ad essere usati, ne presi qualcuno e tornai in sala, dove Phil mi aspettava pazientemente con una penna in mano seduto sul divano.

8.35 PM - Disperazione

-Dunque, ricordati sempre che: se hai due integrali legati fra loro da una somma o da una sottrazione, puoi trasformarli in due integrali diversi, così puoi iniziare a lavorare facilmente. Ricordati però che quando li separi fra loro vanno moltiplicati per due. Chiaro?
-Cristallino - Risposi. Quando Phil mi spiegava le cose, mi sembravano le cose più semplici del mondo.

Dopo tre estenuanti ore di studio ci prendemmo una meritata pausa.
Mi stesi sul divano. Poco dopo mi raggiunse Phil, il quale era andato a prendere un bicchiere d'acqua in cucina.

-Ti va di guardare un film?
-Un film? Non saprei! Fra poco dovrebbe arrivare Sheridan seguita dai ragazzi
-Rimango anch'io! - Come potevo dirgli di no dopo che per tre ore dovette sopportare i miei 'Non ho capito' ?
E Gerard? Come l'avrebbe presa?
Magari non gli sarebbe importato.

ὧὧὧὧ

-Secchiona, sono arrivati i rinforzi!- Sheridan urlò da fuori il mio appartamento preso in affitto l'anno precedente.
-Ehi, ehi, ci sento! E non urlare che è tardi- mi misi a ridere. Aprii la porta e vidi i ragazzi. Non so perché mi venne quasi da piangere. Mi abbracciarono tutti, Sheridan, Frank, Ray, Bob, Mickey.
Gerard mi aspettò. Era dietro suo fratello.
Gli sorrisi. Mi sorrise. Presa da un impeto affondai il mio volto nel suo petto e inspirai a fondo il suo dolce profumo. Sentii le sue mani affondare fra i miei capelli.
-Gerard, c'è Phil qui. -Si irrigidì
-Dov'è?-
-In bagno, per ora.- Non rispose. Appoggiai il mento sul suo petto e cercai il suo sguardo. In pochi istanti i miei occhi erano imprigionati dentro le sue pozze verdi.
-M..mi sei mancato
-Mi sei mancata, Luce- Sorrise.

-Cazzo, Luce, non puoi immaginare quanto ha rotto le palle. Mi diceva sempre "Ah, mi manca Luce, la mia Luce, la mia Luce." Ti sei scelta un fidanzato noioso!- Arrossii violentemente.
-Mickey, ma cosa stai blaterando?!- Gerard strillò così forte, che per un lunghissimo secondo credetti che i cani potessero abbaiare tutti all'unisono.

-La TUA Luce? Gerard, la TUA?! Semmai dovresti dire la Luce di SHERIDAN. Ingrato! Io te l'ho fatta conoscere. E ricordati: quando ti ci metterai insieme TU verrai SEMPRE dopo di ME.

-Chi si fidanza con chi?- Phil uscì dal bagno. E il magico momento che stavo passando con Gerard cadde.
-Oh mio Dio. Voi.... Voi siete i My Chemical Romance?!- Continuò
-Si si si, Bob Bryar in persona!- Mentre si avvicinava a Phil si batté la mano destra sul petto e poi lo indicò.
-P..posso avere una foto con voi? O un autografo? Oddio Luce, perché non mi hai mai detto che conoscevi i My Chemical? - Perse completamente la brocca.
Si avvicinò tremante a Frank gli porse la mano, la quale il bel moro afferrò saldamente
-Io, ti stimo! Cioè, io vi stimo. Siete i miei eroi- Aveva gli occhi lucidi dall'emozione.
Andò da Gerard e gli sorrise.
-Piacere, i..i..io sono Phil
-Io sono il pazzo furioso che ha portato via di peso Luce. O meglio noto come Gerard Way- Rimanemmo tutti a bocca aperta. Frank si avvicinò lentamente a Phil. Si schiarì la voce e si umettò le labbra.
Aprì la bocca come per dire qualcosa, ma l'enorme stupore lo bloccò. Come se Gerard mai nella vita avesse alzato così tanto la voce.

-Siamo tutti un po' stanchi. Sai Phil, dopo un concerto.. Sai...- Mickey cercò in tutti i modi di difendere suo fratello.
-Phil! Emh.. domani ti porto in fumetteria, andiamo a prendere il nuovo volume di Deadpool - mi girai verso Gerard - Vero, Gee? - sorrisi. Nel modo più dolce che potessi fare. Vidi Gerard ricambiare il sorriso e fece di sì con la testa.
-Per me va bene- Sorrise Phil. Cercò di comprendere la situazione, ma comunque iniziò a sentirsi in imbarazzo e di troppo.

-OOOH, Luce, ti ricordo che tu mi devi una rivincita. – Iniziò Ray cercando di cambiare il discorso.
-AH, mi stai dicendo che vuoi perdere?
-Stavolta sono agguerrito. Ti batterò, vedrai.

Presi tutto l’occorrente per giocare: patatine, birra e stuzzichini vari.
-E i joystick? – inarcò il sopracciglio Ray
-Oh, si, giusto. Che sbadata- Feci una linguaccia e tutti sorrisero.

-Cioè, Waynne. Tu, tu stai giocando con un componente dei My Chemical Romance e.. e non fai una piega?!- Phil rimase a bocca aperta data la mia calma.
-Perché questa cosa ti sconvolge? – Chiese Mickey mentre prendeva una patatina.
-Bhe, siete i My chem. Cioè il nerd che regna. I miei idoli!
-Ti sei risposto da solo- Concluse Frank
-Frank lo sai che non si parla a bocca piena? – Lo riprese Bob

 

01.23 AM – In posizione. Addio esame.

Gerard mi guardava.
-Oggi dev’essere la mia giornata no- Dissi arrossendo
-Sese, dicono tutti così- Sghignazzò Ray
-Dai, è solo un gioco. Vedrai che la prossima volta andrà meglio – Phil si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia...

...
...
...

-Io vado a fumare.
-Gerard, Gerard dove vai! Aspettami, vengo con te! – Mi alzai per cercare di correre dietro a Gerard e al suo migliore amico poco più basso di lui. Ma non riuscii a muovermi di un passo.

Ancora con il joystick in mano e un’intera partita da svolgere guardavo Gerard e Frank che lasciavano la stanza.
Come al solito, non ci capivo niente. Mi sentivo stupida.

Gerard, ti prego non andare via..

Automaticamente andai a prendere dell’acqua nella mia cucina dalle pareti rosse con sottofondo Ray cercava di dirmi di premere “pause” per il gioco. Ma ovviamente non lo ascoltai. Sher mi seguì.

- Non capisco. – Guardai Sheridan
- Gerard è fatto così – Mi disse lei. Vedevo la sua faccia, moriva dalla voglia di dirmi qualcosa, ma si tratteneva.
- Che senso aveva quella frase di Mickey? Prima vengo a sapere quelle cose, poi penso cose tipo ‘uuh interesso a Gerard che bello, che bello’ Poi?! – iniziai a muovere le mani come se mimassi un discorso fra me e la mia testa – poi prende e se ne va. Mi dici tu cosa devo pensare?
-Cosa c’è fra te e Phil? – iniziò a parlare sottovoce
- Cosa c’entra Phil ora? – Le chiesi inarcando un sopracciglio
-Shh! Cosa gridi. Abbassa la voce, non vorrai mica che ti sentano tutti di là.

Aveva ragione. Iniziai a spiegarle tutta la faccenda che c’era fra me e Phil. Le dissi del corso. Le dissi che vedevo sempre questo ragazzo che mi sorrideva al quale non facevo più di tanto caso. Mi salutava spesso, mi guardava. Si sedeva spesso vicino a me durante le lezioni ma nulla di che.
Poi la sera del concerto il caso volle che ci incontrassimo lì, al locale. Cosa che ovviamente non ricordo di aver fatto. So solo che il giorno dopo mi ritrovai con un sms.

Grazie per il numero.
Erano settimane che cercavo di chiedertelo.
Domani mi faccio vedere.

Phil

Appena tornai in università quel ragazzo mi salutò nuovamente e mi disse d’esser Phil. Andai avanti a spiegare il tutto e la mia migliore amica, pazientemente, ascoltò il discorso senza quasi mai interrompere. Solo un paio di volte mi chiese di ripetere o mi fece delle domande relative alla faccenda. Ma nient’altro.

Dopo quel lunghissimo discorso conclusi con:
-Ma siamo solo amici!
-Solo amici? – Mi chiese lei
Aprii la bocca ma non ne uscì alcun suono.
Sì, solo amici. Perché mi fece quella domanda? In un attimo ripercorsi tutta la faccenda…….

-Cazzo.
- Vedo che ci sei arrivata – Mi prese per mano. Dovevo far qualcosa.


Dopo circa cinque minuti ci raggiunse Ray, il quale aveva il mio telefono in mano.
-Il telefono ha vibrato. – Mi disse sorridendo

Vi aspetto domani in fumetteria.
scusami per la scenata.
Un abbraccio,

Gee

Arrossii violentemente e di colpo sbiancai. Com’era possibile? Io non avevo il numero di Gerard…
Frank però sì.

 

ὧὧὧὧ

 

Vi aspetto domani in fumetteria.
scusami per la scenata.
Un abbraccio,

Gee

 

-Frank, così va bene? – Gerard fece vedere l’sms che stava per inviare a Waynne
-Oh, amico, certo che va bene! Le devi dire che domani aspetti lei e Phil, mica la inviti a cena. – Lo provocò il più giovane dei due.
Il bel ragazzo dagli occhi nocciola cercò di spronare l’altro. Cercando di fargli capire di muoversi, di fare qualcosa. Qualsiasi cosa.
-Secondo te verrà?
-Si che verrà. Le sei mancato
Il ragazzo dagli occhi verdi guardò negli occhi il suo migliore amico. Sorrise.

-Frank, stanotte rimani con me? Non ho voglia di tornare a casa. Ho bisogno del mio migliore amico.
Non ci fu una risposta esplicita da parte di Frank. Si limitarono ad andare in un pub poco distante dalla casa di Waynne.

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Scusate la lunga assenza ragazze. E' stato un mese un po' difficile, vedi gli esami universitari, vedi un grave lutto familiare.
Chiedo perdono, spero che il capitolo vi piaccia.

Late.

-Waynne

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Capitolo 6
*** Lezioni di cioccolato ***


6. Lezioni di cioccolato.

La mattina successiva mi alzai quasi di buon umore. Da lì a poco avrei visto Gerard, e non vedevo l’ora. Volevo essere carina, vestirmi bene solo per lui. Ma a pensarci bene ci sarebbe stato anche Phil, e non volevo che capisse male. Gli volevo bene sì, ma come amico.

Avrei dovuto dirglielo, e in fretta anche.

Andai in bagno a prepararmi. Avevo un gran mal di pancia. L’agitazione, pensai. Tutto un tratto iniziai a sentire freddo. L’agitazione, continuai a pensare.

-No, non è possibile. Non ora, non ora! Ma che diavolo di giorno è?- 18 Agosto. Non era possibile, era QUEL dannatissimo periodo del mese. Non poteva essere.
-TUTTI I GIORNI MA NON ORA, NON OGGI!- Urlai verso il mio basso ventre, come se potesse risolversi qualcosa.

Mi trascinai dolorante e innervosita verso il mio guardaroba, presi una maglietta larga blu, con la scritta ‘#NERD’ in bianco. La adoravo. Mi faceva sentire a mio agio. Infine presi dei pantaloni neri di cotone. Infilai le zeppe e scesi per prendere il pullman.

Ricordati, per arrivare alla fumetteria devi prendere la linea EF3. Non puoi sbagliarti scendi al capolinea, fai duecento metri e sei arrivata al ‘Comix Accademy’. Queste furono le parole di Sheridan la notte scorsa, prima di tornare a casa mi diede le indicazioni per arrivare da Gerard.

Il pullman sarebbe passato alle 10.15 AM ma io, come al solito, per paura di perderlo, mi presentai alla fermata alle 9.45 AM. Come previsto era tutto vuoto, mi sedetti sulla panchina e misi le mani in grembo, per scaldarlo un po’. Era il 18 agosto e io stavo quasi morendo di freddo.

Mestruazioni. Maledico chi le ha inventate. Dissi fra me e me.

 

ὧὧὧὧ

 

Finalmente dopo quarantacinque minuti, fra attesa e viaggio in pullman, arrivai a destinazione. Mi fermai all’entrata, respirai a fondo. Il cuore batteva così forte che sovrastava il rumore dei miei pensieri.
Avanti Waynne, dovete vedervi in fumetteria, mica ti ha invitato a cena.

Dopo circa cinque minuti che attendevo come una scema fuori dal negozio una voce amica riecheggiò nelle mie orecchie.
-Waynne, ehi! Ci sei?- Era Phil che agitava le mani davanti ai miei occhi.
-Emh, si, scusa Phil mi ero imbambolata.
-Si, ho notato – sorrise – Tutto bene? Sei pallida
-Sono… sono in un determinato periodo del mese. Non sto molto bene – Dalla sua faccia capii che non afferrò molto del mio discorso. Poco male.

Entrammo. Il campanello trillò, che suono familiare. Mi venne quasi da sorridere.

-Gee?
Nessuna risposta.
-Gerard? Gerard Way?
-Si? Un.. un attimo arr.. cazzo che male! Un attimo che arrivo!
-Dove sei? – sorrisi
-Waynne! – la sua voce parve sorpresa – corro subito da te.

Phil si guardava in torno, si avvicinò ai fumetti, ne prese in mano uno con una bellissima copertina gialla, ne lesse qualche pagina e lo rimise a posto. Fece così altre tre o quattro volte finché, finalmente, non si decise di prenderne uno da acquistare

-Ciao ragazzi- Phil ancora una volta si pietrificò
-C..ciao Gerard
-Non ti mordo – disse Gerard – anzi, scusami per ieri. Mi sono comportato malissimo.. Ho reagito male, sai… ci tengo a Luce, non voglio che le si faccia del male.
-No, ma… t..tu hai ragione. Scusami tu
-No, dai davvero, scusami tu! – replicò Gerard

-Ehi, fidanzatini smielosi? La piantate? – dissi acidamente
-Se nell’aria c’era della dolcezza il tuo acidume ha distrutto tutto- disse scherzosamente Gerard. Il quale ricevette una linguaccia in risposta della sua frase
-Ha detto di essere in un certo periodo del mese… non penso di aver ben capito. – ne ero certa.

Senza fiatare Gerard mi prese in braccio e mi fece sedere sul bancone, sentivo le guance che iniziavano ad imporporarsi e le gambe diventare molli. Che stava facendo?
-Aspettami un secondo, vado a prendere una cosa- Gerard mi sorrise, con quei dentini piccoli e rettangolari. Perfetti per le sue labbra. Perfetti per il suo viso. Un sorriso a trentadue denti, sembrava che fosse solo per me.

-Carino Gerard. Si preoccupa sempre per te – Mi disse Phil mentre appoggiava una mano sulla testa – è il tuo migliore amico ? –Continuò ingenuo lui
-No, Phil.. ecco, io ti devo dire una cosa.. – in quel dannatissimo momento gli squillò il telefono. In tutti i momenti che poteva squillare proprio in quel momento doveva accadere.

Dopo pochissimi secondi si congedò dicendomi che doveva scappare per una questione urgente lasciando me e Gerard… da soli.

-Trovata- tornò con una decina di barrette di cioccolato fra le mani
-cioccolato?
-Si, quando mia madre era nella tua stessa situazione mangiava quintali di cioccolato per stare meglio. Mi sembrava carino portartene qualche barretta. Dov’è finito Phil?
-Qualche barretta?- dissi sgranando gli occhi. Rise
-Allora, dov’è finito? – mi richiese mentre mi scartocciava una barretta. Erano al mo gusto preferito. Cioccolato al latte e nocciole, voleva viziarmi.

-Mhh.. cioccolato, quant’è buono Che ci fai con tutto questo cioccolato in negozio?. Comunque non so dove sia andato. L’hanno chiamato al telefono ed è scappato. Questioni urgenti!- tentai di imitare la voce di Phil

-Fonte di sostentamento. Quando sono molto stanco mi rifocillo di caffé e cioccolato!
E poi, Non si prendono in giro le persone- disse in tono scherzoso mentre mi spingeva l’indice contro il naso.

 

ὧὧὧὧ

 

Finalmente soli. Pensò Gerard guardando Waynne. Com’era bella, lì, sul bancone che faceva ballonzolare i piedi come una bimba.

Mentre il bel ragazzo dagli occhi verdi lavorava, gli occhi della più piccola non si staccarono da lui un attimo. Come se avesse quasi paura che se si distraesse non potesse più vedere quella figura che in quel momento gli passeggiava sotto il naso.

-Luce?- In un attimo il colore delle gote della ragazza divennero color rosso sangue
-Gee- sorrise lei
-Mi piace quando mi chiami così. Senti, ma tu quanti anni hai?
-Venti, tu?
-ventiquattro- Sorrise, non seppe bene perché, ma gli venne spontaneo.

Il discorso cadde così. 

Gerard voleva sapere più cose possibili di lei. Lentamente, si stava accorgendo che la sua vicinanza lo faceva star meglio.

-Ti piace Phil?- Waynne si stava strozzando un poco con la cioccolata
-Ma che domande sono? Ovvio che no! Pensavo te ne fossi accorto. –arrossì tutto d’un tratto.
Perché? Si chiese Gerard

-Come ti senti?
-Meglio dopo il cioccolato.
-è normale! Il cioccolato contiene molta etilamina, la stessa sostanza che il cervello produce quando si raggiunge l’orgasmo. Più cioccolato mangi, più stai bene.
-O..orgasmo? Gerard, non ti sembra che qui dentro inizi a far caldo?

Molto, molto caldo. Soprattutto quando sto vicino a te. Pensò Gerard
-No, bhe, non più del normale. Siamo ad agosto!

Cristo, Gerard, ma cosa combini?

Waynne si mordeva le labbra.
-E cos’altro fa il cioccolato?- chiese candidamente la bella ragazza

-Mi fa eccitare- d’un colpo balzò su Waynne e iniziò a baciarla con fervore, foga. Tutto quello che potesse esserci in un bacio. Un bacio poco casto, le loro lingue iniziarono a giocherellare a cercarsi, rincorrersi.



-Gee? Hai sentito la mia domanda?
-Eh? Come? Puoi ripetere? Mi sono un attimo distratto..
-A cosa pensavi? –chiese lei
-Ehhhhhh… A.. come.. sistemare quei.. quei volumetti laggiù- indicò un ammasso non ben definito di fumetti accatastati da un tempo non specificato.

Quel pensiero poco casto, lo fece decisamente eccitare. Voleva Waynne, desiderava le sue labbra. Ma allora perché non la baciava?
-Paura.. – disse a mezza voce
-Come?
-No.. niente.. pensavo al fatto che ho paura che quei fumetti non ci stiano sugli scaffali.

-Non hai risposto alla mia domanda però. Cos’altro fa il cioccolato?
-Bhe, fa rilassare, ma mangiato in grosse quantità fa venire i brufoli.
-Ma questo lo sapevo già!

Pian piano il ragazzo si ravvicinò alla ragazza dagli occhi castani. Lentamente. Si avvicinò a lei, piano, quasi come per non disturbarla.
I cuori iniziarono a battere all’unisono.

Si avvicinò così tanto che i respiri si mischiarono indistintamente, le appoggiò una mano sul fianco e con l’altra la tirò delicatamente a se.

-E posso sapere chi ti piace, visto che non è Phil?- chiese sfiorandole le labbra con le sue. Erano morbide. Decisamente.
-Se prima mi dici se c’è qualche ragazza che ti interessa.
-Si, ce n’è una. – si avvicinò ancora di più. Waynne smise di dondolare i piedi e quasi inconsciamente divaricò le gambe. Per poter far avvicinare ancora di più il bel moro. Chiusero gli occhi quasi contemporaneamente…..

-Si può? Oh, Gesù Cristo! Ragazzi, prendetevi una camera!
-Ray, che cazzo ci fai qui? – Merda, merda, merda, merda.
-Mi avevi promesso il nuovo numero di superman! Cosa ne potevo sapere io che stavi per sco.. aaahia! E questo schiaffo?!
-Smettila! Ecco, tieni qui il tuo numero di superman e ora sparisci!- prese dal bancone l’unico fumetto con la copertina patinata e lo diede al suo, ormai odiato, amico.

-Si, sparisco!! Guarda che stasera alle 8.00 PM ci sono le prove.- Disse Ray senza la minima nota d’imbarazzo. Sapeva benissimo d’aver interrotto un 'magico momento' ma questo non gli permise di non sfruttare la situazione a suo vantaggio. Avrebbe preso in giro il suo carissimo amico Gerard, di fronte a tutti i suoi amici. A vita.

-Oh, Waynne, non essere imbarazzata! Non è la prima volta che vedo Gerard che tenta di baciare una ragazza. Non è poi così imbranato – si avvicinò a lei, la quale arrossì ancora di più – SEMBRA imbranato, ma ci sa fare con le smancerie.
-Ray, preferisci essere preso a calci adesso o subito?
-Vado. Vado.

 

Quando Ray andò via susseguirono numerosi silenzi imbarazzanti. Dopo laccaduto i due ragazzi non riuscivano a guardarsi negli occhi, e tantomeno riuscivano a riprendere da dove si erano lasciati.

Finalmente il telefono di Gerard squillò.

Nonna.

-Pronto nonna, dimmi tutto! Waynne ascoltava la conversazione incuriosita. Ad un certo punto era sicurissima che Gerard la stesse guardando con la coda dellocchio, ed era ancora più sicura che lo vide arrossire.

-Domani? Glielo dico subito.-

-W..Waynne, domani mia nonna ha invitato tutti i ragazzi a casa,ti.. andrebbe di venire? Lo chiedo anche a Sheridan.. Mia nonna ha fatto la torta al cioccolato. 
-Domani? Certo, mi piacerebbe!
Gerard sorrise sollevato.

-Allora domani alle 6.30 PM chiuse la chiamata.

-Visto che domani sera ci rivediamo, mi conviene andare a casa a studiare. Ciao Gerard- La mora and
ò verso luscita e di punto in bianco la giovane ragazza si fermò, poi tornò indietro e velocemente corse da Gerard. Gli diede un velocissimo bacio sulla guancia e scappò dal negozio, con il cuore che le batteva allimpazzata, prima che potesse accadere qualsiasi cosa.

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*Rotola via*
saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve!
Come state bei ragassuoli?
Volevo ringraziarvi tutti t.t siete biscottosi (??) 

vorrei, in primis, ringraziare le persone che recensiscono vi amo
Ma amo tutti alla fine! Chi ha messo la storia fra le seguite (9 **) e chi fra le ricordate (5 **) ma amo anche chi legge solo la storia :3

E poi ho notato che 4 persone hanno messo me come autrice preferita. ME? AUTRICE PREFERITA? *Piange*

Spero che questo capitolo vi piaccia, è un capitolo di transizione. Perchè da qui in poi voglio dare una svolta ai ragazzi :3
Per chi recensirà ci sentiamo via messaggio, un bacione!

-Waynne

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Capitolo 7
*** Helena ***


7. Helena.

 

Mi ritrovai sul divano, sommersa dalle dispense. Sommersa dai fogli, libri, penne. Ero una sorta di cancelleria ambulante.
Aprii piano gli occhi, vidi un foglietto che si era appiccicato sulla mia fronte:

“Derivate:
+ cos = - cos
-cos = + sen
-sen = - cos ..”


…. E così via.

Erano le 8.00 AM quando mi svegliai, dopo aver passato una nottata tra una derivata e un transistor.
“Perché proprio ingegneria informatica? Con tutte quelle belle facoltà che ci sono proprio questa dovevo scegliermi. Sono proprio masochist..” non riuscii a finire la frase presa da uno spaventoso sbadiglio.

Finalmente mi decisi di alzarmi dal divano:
Andai in cucina, presi tutto l’occorrente per fare una colazione decente e mi sedetti al tavolo. Misi il gomito sul tavolo e di conseguenza mi appoggiai con la faccia sulla mano.
La storia era sempre la stessa: dieci cucchiaiate di cereali e di latte quanto ne bastava. Ma quella mattina ero così assonnata che versai troppo latte finché non mi cadde sui jeans.

Luce, a ora di pranzo sei mia.
;)

La mia piccola Sheridan aveva deciso così, e io le inviai un sms di risposta.

 

Ci fermammo al solito posto. Andavamo così spesso a mangiare lì che ormai avevamo fatto amicizia con il proprietario. Antonio. Di origini italiane. Un uomo molto simpatico, sulla cinquantina, alto capelli scuri e occhi del colore del cielo. Un uomo fantastico, ormai per lui non eravamo più Waynne e Sheridan ma cucciola e dolcezza.
Più di una volta ci aveva offerto il pranzo, e per sdebitarci lo aiutavamo facendo dei piccoli lavoretti per lui. Dall’andare a prendere la merce al lavare i pavimenti. Non volevamo approfittare di un uomo così buono.

-Cucciola, dolcezza! Siete venute a trovarmi!- il buon’uomo si avvicinò a noi, con quel suo bellissimo sorriso il quale mostrava le rughe d’espressione dell’età che avanzava.
-Hai visto Tony? Siamo qui per te!
-Per voi sempre il tavolo migliore- ci accompagnò al tavolo più bello del locale. Da li si poteva vedere il retro del locale. Antonio aveva fatto le cose in grande da quando aveva aperto il ristorante. Il giardino lo circondava era meravigliosamente pieno di fiori, di colori. Al centro una fontana scolpita nel marmo.

-Wow, Tony, ma questo posto diventa sempre più bello!” Disse Sheridan stupendosi di quanta meraviglia ci circondasse.
L’uomo sorrise di cuore. – Cosa vi porto?
-Io vorrei un piatto di pasta con il salmone, l’ultima volta che l’ho mangiata mi sono leccata i baffi tant’era buona! Mentre da bere vorrei una bottiglia di acqua naturale
-Bhe, Sher, vuol dire che me li farai provare! Io invece prendo il riso con i funghi e da bere…. Anch’io dell’acqua naturale
-Arrivano in un batter d’occhio

Mentre aspettavamo che i nostri primi arrivassero Sheridan ed io parlammo del più e del meno. Delle nostre facoltà e degli imminenti ed odiatissimi esami.
-Cosa devi dare tu?- Le chiesi mentre giocavo ad arrotolare il tovagliolo di stoffa verde.
-Estetica musicale, ed informatica. Tu?
-Io ho ancora Campi elettromagnetici, Analisi II e sistemi operativi.
-Caspita – iniziò a dire la bella bionda – per me è arabo.

Di tanto in tanto la mia migliore amica rispondeva a qualche messaggino. Ormai le cose fra lei e Frank si stavano facendo serie. Sorrisi. E subito pensai a quello che stava per succedere a me e a Gerard se Ray non ci avesse interrotto.

-So tutto- mi disse di punto in bianco
-T..tutto cosa?
-Perché non mi hai detto che tu e Gerard vi stavate per baciare?! Io ti ho raccontato tutto quello che è successo fra me e Frank……
-Mi dispiace…
-No, va beh, è che ci sono rimasta un po’ male. Pensavo che me lo dicessi. Di solito mi racconti qualsiasi cosa ti capiti.. e questa, DAVVERO importante non me l’hai detta.
-Scusami Sher, mi dispiace da morire.- Ero realmente dispiaciuta
-Bhe, ti perdono se mi racconti tutto.

Arrossii. Ma iniziai a raccontarle tutto: Da quando mi ero svegliata a quando ero scappata dal negozio. Passando per il mio dolorosissimo mal di pancia, al fatto che Phil non aveva capito niente mentre Gerard mi prese in braccio per poi farmi sedere sul bancone e portarmi un quantitativo spropositato di cioccolata.

-Tenete bimbe, è pronto il vostro primo
-Grazie Tony – dicemmo entrambe sorridenti.

Presi la forchetta e mandai giù il primo boccone di riso. Dio, era assolutamente delizioso!

-E Phil?
-Phil ieri ad un certo punto è sparito. – Problemi urgente mimai ancora una volta.

A fine pranzo pagammo, questa volta non permettemmo a Tony di offrirci il pranzo, e andammo in un parco a chiacchierare. Aspettando che si facesse l’ora giusta per andare dalla nonna di Gerard.

 

6:00 PM

Salimmo in macchina, era arrivata l’ora di avviarsi.
-Lo sai che Frank mi ha chiesto di girare un video per loro? Sarebbe fico!
-Assolutamente fico! – Ripetei – Immaginati, quando diventeranno famosi potrai lavorare per loro! Saresti a loro sceneggiatrice.
-Sì, come no! – Scoppiò a ridere.

Arrivammo nel giro di dieci minuti a casa di nonna Way

-Ma non è troppo presto?!- Mi lamentai
-Sempre a lamentarti? Su scendi dalla macchina!

Citofonammo e aspettammo che qualcuno ci aprisse, di grazia, l’enorme portone in ferro battuto.

Mi guardai un po’ in torno. Era tutto meraviglioso, la casa era contornata da un roseto ben curato. D’altronde come il giardino..
Da lontano vidi una figura alta e molto magra che ci faceva segno di entrare
-Ehi! Ragazze entrate pure! – Era Mikey Way, il fratello di Gerard.
Seguimmo la sua figura longilinea fino all’interno dell’enorme casa. Ci ritrovammo nel salone:
Un’enorme stanza con un camino in marmo e un bellissimo divano nero, dietro di esso c’era una tavola in legno intagliata completamente a mano, insieme alle sedie. Sulle quali vi era rappresentata una rosa spinata e un serpente che si attorcigliava al gambo della rosa.
L’oggetto che più era strano trovare all’interno di quella stanza era il nintendo 64. Sicuramente opera di Gerard.

-Mikey, sono le ragazze?
-Sì nonna, sono loro!
-Arrivo subito a salutarle!

Dopo un istante si presentò a noi una donna molto bella, assomigliava molto a Gerard e Mikey. Si avvicinò e si presentò a noi
-Piacere, Elena Rush owh tu… devi essere Sheridan, la ragazza di Frank! Dio che schianto che sei!- Vidi Sheridan arrossire violentemente. Come poche volte nella sua vita aveva fatto
-I…io.. sì, sono Sheridan- Si limitò a sorridere.
Si voltò verso di me – Oh Waynne, io so chi sei.. Gerard ti ha descritta tante di quelle volte che sarei in grado di riconoscerti fra mille persone. Si era solo dimenticato di dirmi di quanto fossi bella!

-AHI CHE MALE! Nonna, mi sono bruciato!
-Santa pazienza, i nipoti. – La signora Rush mi appoggiò una mano sulla spalla, mi sorrise e andò via a passo lento e zoppicante. Doveva essere stanca… chissà da quanto cucinava. Essendo lei una donna Italian ed essendo noi in sette persone immaginavo che avesse cucinato per cinquecento.

 

Ci sedemmo finalmente a tavola.

La signora Way era seduta, come dovuto, a capotavola di fianco vi erano seduti i due nipoti: Gerard a Sinistra e Mikey a destra, vicino a Gerard vi erano seduti Frank e Sheridan e difronte c’eravamo Ray ed io.
-Come mai non ti sei messa vicino a Gerard? – sorrise malizioso Ray

-Bhe – fortunatamente interruppe nonna Way –dov’è Bob?
-Credo che sia andato in Iowa, a trovare una sua amica- Sorrise Mikey
-Ah, adesso si chiamano in questo modo. Amiche. Ai miei tempi le chiamavamo diversamente.- Scoppiammo a ridere tutti.

Di tanto in tanto la mia migliore ed io ci scambiavamo degli sguardi piuttosto eloquenti.

-nonna, complimenti per il pranzo era tutto buonissimo. Ma ora che ne dici se non ti rilassi un po’ mentre io preparo del caffè?
-Oh, Gerard mi faresti un enorme piacere- Guardò il suo bel nipote con uno sguardo languido e affaticato –Ray perché tu e i ragazzi non giocate un po’?-
-No, signora assolutamente no. Mi propongo per dare una mano a sparecchiare.
-Ray, segui i consigli della nonna, l’ultima volta hai fatto cadere tutte le stoviglie- scoppiò a ridere Frank
-Ma poi le ho ricomprate! Io volevo.. Oh, uffa, okay, mi metto a giocare in silenzio. – Mi trascinò per un braccio portandomi davanti all’enorme televisore.

 

Dopo circa venti minuti di silenzio Ray mi rivolse la parola:
-Io direi che un giorno ti invito a casa mia così giochiamo all’xbox. All night long.
- Ray, ti odi? Perché vuoi perdere?
-Stavolta non perderò. Ho il mio Joystick fortunato!

Intanto, mentre Ray perdeva, dalla cucina si poteva sentire un profumino delizioso di caffè. Poco dopo arrivò Gerard con un vassoio e due tazze fumanti
-uh, grazie Gerard, sei gentilissimo!- Ray prese una tazza di quel meraviglioso liquido nero e bollente. –Sai Luce..-
-NON AZZARDARTI A CHIAMARLA LUCE! – Strillò Sheridan
-Oh, mica è di tua proprietà il nome!
-Di chi è la migliore amica? Da quanto la conosci tu? Ed io? Sì, mi appartiene. Sheridan fece una linguaccia al povero Ray che dovette ricomporre la frase.
-Sai, WAYNNE, Gerard fa un caffè buonissimo.- mi fece l’occhiolino.

 

Dopo circa sei ore a casa Way ci dirigemmo in un pub per bere un drink. Non so come finii in macchina con Gerard, mentre Frank in macchina con Sheridan, ovviamente galanteria volle che Frank guidasse, ma la mia dolce amica lo guardò freddamente e gli disse: -Tu osa guardare, toccare o respirare sul volante della mia macchina e ti uccido.
-Facciamo che guidi tu? – Frank era piuttosto spaventato.

 

Gerard fissava piuttosto nervoso la strada, non mi guardava e respirava a fatica.

Poco dopo squillò il telefono: una voce piuttosto fredda all’altro capo del telefono disse poche semplici parole. Dirette al cuore, allo stomaco e al cervello.
-Lei è il signor Gerard Way?
-Sì, sono io che succede?
-Venga all’ospedale di Belleville, la signora Elena Lee Way è ricoverata in questo ospedale.

In un attimo ci fu il vuoto più totale. Gerard frenò bruscamente e fece marcia indietro con il rischio di fare un incidente. Con una mano teneva saldamente il manubrio mentre con l’altra componeva degli sms.

Arrivammo in ospedale.

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Salve. *scappa via piangendo*
Lo so, odiatemi ci metto tanto a postare e.e stavolta non ho scuse, è colpa mia e del fatto che quando un capitolo mi fa schifo lo cancello per poi riscriverlo. L'ho fatto 4 volte per questo..e.e
Spero vi piaccia T_T
Ringrazio tutti voi che mi seguite e commentate.
Vi amo!
-Waynne

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Capitolo 8
*** Let Me Go. ***


8. Let me go

Gerard era seduto ormai da ore su quella sedia bianca, di plastica, usurata dal tempo fissava il lettino. La signora Rush giaceva immobile, coperta da una camicia da notte color azzurro cielo e un lenzuolo bianco.

Poco dopo si avvicinò un anziano signore, probabilmente il primario del settore.
-Lei è..?
-Gerard Arthur Way, il nipote della… - Gerard si alzò di scatto spaventato.
-Stia comodo signor Way io sono il dottor O’White. – gli porse la mano che Gerard non strinse. Forse per paura, forse perché non capiva cosa stesse realmente succedendo in quell’istante.
-Sì, fra poco dovrebbe arrivare mio fratello. Michael James Way. E altri tre miei amici. E poi non lo so arriverà qualcun altro credo, spero, forse… -
-Si calmi, faremo tutto il possibile. – il dottor O’White gli appoggiò una mano sulla spalla come per calmarlo.

“Il dottor O’White in sala 8 in dottor O’White in sala 8”

-Io, credo che andrò a fumare una sigaretta.
-G..Gerard, ti prego resta qui.. – gli presi la mano saldamente. Senza voltarsi mi strattonò facendomi quasi cadere dalla sedia.
-Lasciami, ho bisogno di una sigaretta.- Andò verso la scala antincendio senza proferire parola.

Passeggiava ansiosamente avanti e indietro.
-Gerard, calmati! Non ti servirà a niente!- non rispose.
-Gerard… - gli appoggiai una mano sulla spalla
-NON. Toccarmi. Sono nervoso, ho bisogno di fumare, di camminare e di fare qualsiasi cosa mi passi per la testa, okay?

Mi squillò il telefono.
-E ora chi è?- mi chiese il moro, furioso.
-P..Phil.. G..Gerard, calmati ti prego..
-No, cazzo, io non mi calmo! Mia nonna è di là su un letto d’ospedale tu sei qui e Phil ti cerca. Cazzo, non sto calmo. E no, non voglio smettere di fumare.. e… ho bisogno di alcool.
-Gerard, ascoltami, cazzo!
-SMETTILA DI DIRMI COSA DEVO FARE! In questo momento voglio solo.. – fu strano. Mi ritrovai contro al muro, con gli occhi chiusi e … incollata alle labbra di Gerard. Le sue mani così lontane tutto d’un tratto si ritrovarono a stringere i miei fianchi, mentre le mie mani si appoggiarono al suo petto. Come se volessero spingerlo via; ma sapevo, in cuor mio, di volerlo trattenere.
Non era il primo bacio che desideravo da lui, ma era il primo bacio più bello che avessi mai ricevuto.
D’un tratto aprii gli occhi, allontanai Gerard piano da quel bacio e gli feci appoggiare la testa sulla spalla. Mi strinse con tutte le forze che aveva in corpo.
-Ehi, non piangere.. Sono qui, sarò sempre qui.

Per un periodo lungo, non ben definito, rimanemmo in quella posizione. C’era il silenzio più assoluto. Solo Gerard ed io.
Il suo petto si alzava e abbassava lentamente. Ad ogni suo respiro il mio cuore batteva sempre più velocemente.

ὼ ὼ ὼ ὼ

Rientrammo nel corridoio bianco dell’ospedale. Mano nella mano.
Appena ci avvicinammo alla camera della signora Elena gli presi istintivamente entrambe le mani. Senza dire niente, lo guardai negli occhi, sorrisi e lo esortai ad entrare.
-Non senza di te, Waynne- sorrisi.

-Ragazzi siamo arrivati il prima possibile- non appena sentii le voci dei nostri amici mi venne istintivo sciogliere l'intreccio fra le nostre dita. Ma Gerard non me lo permise.
-Grazie per essere venuti, io ora entro. Mikey, vieni con me?- suo fratello annuì a sguardo basso. Prima di lasciarmi andare Gerard mi diede un soffice bacio sulle labbra, facendomi diventare color porpora.

-Scusa un momento. Lo so che questo non è il luogo e il momento adatto.. ma… cosa ci siamo persi nei pochi minuti di assenza? – mi chiese Ray

-N..niente di importante
-Un bacio sulle labbra non lo definirei come ‘niente di importante’ – disegnò per aria delle virgolette muovendo gli indici e i medi, Sheridan e Frank sorrisero.
-Ci conviene entrare nella stanza a salutare- disse quest’ultimo

-Ehi..
-Frank, ciao, scusami se vi ho fatti venire.. io..
-Shh, hai fatto benissimo.- il più piccolo dei due appoggiò una mano sulla spalla dell’altro. Per dare conforto. Gerard colse la palla al balzo e lo abbracciò più forte che potesse.
-Sta morendo Frank, sta morendo.- Gerard sussurrò, forse più per se stesso che per gli altri. Probabilmente, se l'avesse detto ad alta voce, la cosa gli sarebbe sembrata più vera

Rimanemmo di veglia nella stanza sentivo di doverle fare compagnia. Ma di tanto in tanto andavo sulle scale antincendio. Sentivo di dover e voler stare vicino a lui il quale era rimasto tutto il tempo con Frank a fumare, o meglio, Gerard era seduto sulle scale sommerso da pianto e fumo. Sua nonna era tutto per lui e la cosa era di facile comprensione. Si amavano, c’era un rapporto speciale.. almeno così mi pareva.

ὼ ὼ ὼ ὼ

-Ragazzi, noi dobbiamo andare, le infermiere ci hanno detto che l’orario delle visite è terminato. Possono rimanere solo due persone – Fu Sheridan a parlare, dal suo viso si vedeva che non voleva lasciare Gerard da solo.
Gerard, il suo amico Gerard. Colui che le aveva fatto conoscere il ragazzo dei suoi sogni. Il ragazzo che le aveva regalato la sua merenda perché se l’era dimenticata a casa.
Gerard, il suo super eroe. Il ragazzo dagli occhi verdi e sinceri. Una delle persone a lei più care. Il suo amico Gerard con il quale passava intere notti al telefono a parlare di anime, manga, serie televisive, film. Finivano sempre a discutere di film. Non riuscivano mai a mettersi d’accordo su chi fosse il miglior regista al mondo. O su chi fosse il miglior supereroe. Batman, Spiderman o Harley Quinn?
Anzi, no, su una cosa erano certi. Spiderman, non era considerabile come supereroe.
Infatti Sher mi prendeva sempre in giro perché a me Spiderman non dispiaceva.

-Non vi preoccupate, tanto vi avrei mandati io a casa. Non mi sembrava opportuno farvi fare la notte, sarete stanchi.
-Io ci sarei rimasto più che volentieri a dire il vero. –Disse Ray
-Anch’ io- sostenemmo tutti in coro.
-Bhe – iniziò Mikey – Gerard, perché non rimanete tu e Waynne qui? Passo a casa della nonna e vado a prendere delle cose che possono servirle: sai cambio, fazzoletti.. qualsiasi cosa.
-Va bene Mikey, mi saresti di grande aiuto- rispose suo fratello
-Almeno vi fare compagnia a vicenda – concluse Frank

Non appena i ragazzi andarono via, Gerard ed io decidemmo di andare in sala infermieri per chiedere almeno un lenzuolo per la notte, ce ne diedero uno molto grande, probabilmente doveva essere di una delle infermiere, perché c’era ricamato con una bella grafia in rosso, un nome:


Theresa.

-Ehi, Waynne, mi passi quella sedia? La metto qui- Gliela passai. Pensavo che volesse farne una specie di lettino
-Ti va di dormire qui vicino a me? – aggiunse
-C..certo che mi va- mi venne da sorridere

-G..Gerard..- una voce molto bassa riecheggiò nella stanza nel cuore della notte. La luce si accese.
- Gerard, tua nonna ti sta chiamando- gli sussurrai con le labbra premute contro la tempia destra. In pochi secondi aprì gli occhi e si sciolse dal mio abbraccio. Si avvicinò il più vicino possibile a lei per non farla sforzare troppo.
-Siete carini insieme, sai? – disse lei, sempre sussurrando.
-Non ti sforzare a parlare, nonna. Devi riposare – vidi chiaramente Gerard arrossire.
-Oh, non dirmi cosa devo fare Gerard. Sono una povera vecchia. Non stupida.- ecco da chi aveva preso il ragazzo che nel pomeriggio mi pianse sulla spalla. Lo guardai con il sorriso sulle labbra. Mi venne istintivamente da toccarle, come se volessi rivivere l’accaduto.
-Waynne, capisco perché Gerard ti chiama Luce ed è molto affezionato a te. Vi conoscete da poco, ma lo rendi felice.- mi limitai a sorridere senza dare una vera e propria risposta.
Dopo di che la vecchia signora prese le mani del nipote fra le sue, come se stesse custodendo un pacchetto fragile. - Gerard, è arrivato il momento di lasciarmi andare.
-Cosa stai dicendo nonna? Lasciarti andare? Per dove?- La signora Rush sorrise e chiuse dolcemente gli occhi.
-Nonna? Si è addormentata.. – disse guardandomi negli occhi. Rimase lì ancora un istante a guardarla. Come se avesse paura di dimenticarsene il volto non appena si fosse voltato.

-Dai Gerard Arthur Way, vieni qui – appoggiai la mano sulla sedia dove si era dolcemente addormentato prima
-Andrà tutto bene, vero?
-Sì, ma ora dormi.. ne hai bisogno- tornò ad abbracciarmi e in pochi minuti si riaddormentò

ὼ ὼ ὼ ὼ

Il mattino seguente la luce filtrò dalle finestre svegliandoci, contro voglia.

-Mmmhh.. Buongiorno Luce – si stiracchiò
-Noo.. altri cinque minuti- mi rifugiai sotto il lenzuolo e affondai nel suo petto. Si stava bene lì.
-Dai, vado a prendere un caffè ne ho bisogno. Tu vuoi qualcosa da mangiare?
-No, sono a posto, grazie- ma il mio dannato stomaco mi tradì
-Non si direbbe- si mise a ridere sottovoce.
-Un cappuccino e una brioche alla crema allora- sussurrai sul suo petto, mi vergognavo un sacco.
-Arriva tutto- mi diede un bacio sulla testa e andò al bar al pian terreno

Mentre aspettavo il bel moro che tornasse con la mia colazione, ne approfittai per sciacquarmi la faccia e ad aprire la porta della stanza per far cambiare un po’ l’aria viziata della notte
-Waynne, ti ho portato la colazione
-Grazie Gerard, quanto ti devo dare?
-Scherzi?! Offro io. Sei rimasta tutta la notte con me, mi sembra il minimo.- arrossii. Mi avvicinai a lui, tenendo la testa bassa, presi le mie cose e tornai a sedermi sulla ‘mia’ sedia.

Quella brioche era davvero buonissima, e la crema era così tanta che ad ogni morso ne strabordava un sacco.
-Waynne!- Gerard scoppiò in una sonora risata
-S..si?- lo guardai ad occhi sbarrati. Si avvicinò a me, sempre con il sorriso stampato sul viso, si sedette sulla sedia e mi baciò il naso
-Devo ammettere che questo naso al sapore di cappuccino non era per niente male.- Volevo sprofondare. Ero sempre un danno.
In un attimo mi tolse la il bicchiere ormai vuoto, dalle mani, la appoggiò momentaneamente a terra e, come il giorno precedente, mi baciò. Istintivamente dischiusi leggermente le labbra, Gerard se ne accorse immediatamente poiché non perse l’occasione di giocherellare con la mia lingua. Questo, questo era un bacio.

-Oh, buongiorno a voi ragazzi! – Spaventati e con il cuore in gola ci staccammo immediatamente.
-Ray, Sheridan, mi stavo godendo lo spettacolo!
-Nonna?! Da quanto sei sveglia?
-Tanto da riuscire a capire quanto potesse essere buono il naso al sapore di cappuccino di Waynne. – Arrossii violentemente e mi girai dall’altra parte
-Un momento, che significa? – chiese Ray toccandosi la sua massa informe di capelli
-Ti sei pettinato questa mattina? Comunque significa che Luce si è sporcata, come al solito aggiungerei, e Gerard le ha pulito il naso baciandola. Devo ancora capire come da un bacio sul naso si passi a limonare selvaggiamente.
-Si che mi sono pettinato! Ma questi capelli hanno una loro personalità, una vita propria.
Un momento. Gerard, non sei per niente romantico! Limoni selvaggiamente una dolce fanciulla…. In una camera ospedaliera?! Non ci sono più gli uomini di una volta.- in tutto questo, ci raggiunsero Frank e Mikey.

Poteva sembrare “un’allegra giornata” ma in un attimo fu il caos più totale.

-Nonna?! Nonna??! Presto Mikey premi il pulsante! Nonna non respira più!
Dal corridoio si sentì una voce:
codice blu alla camera 410. Codice blu, il dottor O’White è pregato di recarsi urgentemente alla camera 410.”
In men che non si dica, il dottore raggiunse la camera insieme alla sua èquipe di medici.

-Bennett, aiutami.- La dottoressa aiutò il dottore, prese in braccio la nonna e la sistemò meglio sul lettino. Il più anziano dei dottori prese lo stetoscopio e iniziò a controllare.
Ci tenevamo tutti per mano. Nella speranza che tutto potesse andare per il meglio.
Il dottore guardò la sua èquipe e con una semplice domanda spezzò il cuore dei fratelli Way
-Ora del decesso?
-8.39 AM – rispose il medico dai capelli rossi.

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Salve, si, okay, sono pessima. Avete ragione. Scusate. Non ho scuse, aggiorno con poca frequenza.
Perdonatemi.. Devo imparare ad organizzarmi meglio.
Non so che ire, vi chiedo umilmente scusa

*si inginocchia*

Spero che vi piaccia il capitolo.. e che mi perdoniate.
Un bacione, vostra W.

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Capitolo 9
*** Rainbow ***


9. Rainbow

-Sher- Frank prese la mano della ragazza dai capelli dorati
-Dimmi- Si voltò vero di lui.
-Ho paura della reazione di Gerard. Non so come potrebbe reagire-
Sheridan continuava a fissare i meravigliosi occhi del ragazzo, che da qualche ora le stava accanto. Erano seduti in macchina sotto casa della ragazza da… ore.
-Frank, - gli strinse la mano- non voglio rimanere sola.
-vuoi che salga? Se vuoi vediamo un film insieme-
-Va bene – cercò di sorridere lei

Scesero dalla Ford nera d’epoca, ormai di terza mano. Il nonno di Frank gliela regalò per i suoi sedici anni, era così orgoglioso di suo nonno che se lo tatuò sul braccio. Quando gli chiedevano il perché lui rispondeva sempre “Non hai mai desiderato tatuarti la faccia del tuo idolo addosso?”

Si diressero verso il portone, Sher mise le mani nella sua borsa e ne tirò fuori un mazzetto di chiavi legate fra loro da un portachiavi nero. Ce n’erano tre. E luccicavano al buio.
-Anche a me piacciono gli AFI- Frank indicò il portachiavi nero con la scritta del nome della band bianca. A Sheridan tremavano le mani, quasi non riusciva ad infilare la chiave nella serratura del portone. Dopo vari tentativi, però, finalmente riuscì ad aprire il portone.

Finalmente in casa.
-Oh, wow hai cambiato molte cose in casa! Mi piace questa sistemazione- Frank, in passato, era già stato in quella lì. Lo aveva portato Gerard, sotto costrizione del più piccolo dei due.
Era un delizioso bilocale, situato a Belleville a poche miglia da casa del ragazzo. La casa era composta da una cucina, un soggiorno spazioso e luminoso, un piccolo bagno e una camera da letto. La sua camera da letto, pensò malizioso Frank.

Frank, che diavolo pensi? Il tuo amico, il tuo migliore amico Gerard sta male e tu pensi a QUEL tipo di cose?! Il ragazzo si sgridò. Però doveva ammettere che Sher era davvero bella, davvero sexy.

La bella Sheridan, che non immaginava niente di tutto questo, si avvicinò ad uno scaffale nero colmo di DVD e mentre sceglieva un film da vedere si mordeva le labbra, facendo aumentare la voglia di Frank.
-Come mai tu e Waynne non vivete insieme?- Le chiese Frank mentre osservava attentamente la stanza. C’era un televisione piatto con un lettore DVD e l’home theater. Fantastico. Di fronte alla TV c’era un divano in stoffa rosso e delle poltrone dello stesso colore. L’ambiente in se era molto semplice, sui muri vi erano appesi diversi quadri, precisamente di: Monet e Arnold Böcklin.
-Bhe – iniziò lei umettandosi le labbra – gliel’avevo proposto. Ma effettivamente è impossibile, lei non ha ancora la macchina e se venisse ad abitare qui ci metterebbe tre ore con i mezzi di trasporto ad arrivare in università.
-Tre ore?! – il bel ragazzo sgranò gli occhi dallo stupore
- Sì, già da dove abita lei ci mette cinquanta minuti ad arrivare a casa.
-Bhe, si capisco. Caspita!

-Frank, non so che film scegliere, fai tu! Intanto vado a prendere i pop corn, e qualcosa da bere. Anzi, io ho fame. Quasi quasi chiamo la rosticceria cinese qui sotto casa, fanno anche d’asporto
-Sher, ma devi scendere solo tre piani – Frank sorrise
-Sono stanca! E poi non vedo perché, se loro fanno le consegne gratuitamente, debba scendere. – rispose lei
-Non ti facevo così pigra
-Ohh, oh, stai parlando con la regina della pigrizia.
Scoppiarono a ridere.
-Daaai! Scegli il film io chiamo. – riprese Sheridan
-Va bene, prendo tutto quello che prendi tu allora! –
- io mangio tanto.
- ooh, non mi conosci – Rispose Frank in tono di sfida.

La bionda prese il cellulare dalla tasca e compose il numero della rosticceria
-Si, buona sera vorrei ordinare.
-si ci dica- rispose una ragazza dalla voce squillante, non aveva affatto l’accento cinese
-Dunque: quattro involtini primavera, due ravioli di carne al vapore, umh anche di carne alla piastra.. sempre due. E sicuramente due ravioli di gamberi al vapore
-Sì, desidera altro signorina?
-Si certo, prenderei spaghetti di soia con verdure
-Sempre due porzioni? – chiese la ragazza
- Sempre due porzioni, e poi un pollo alla piastra con porri e infine due biscotti della fortuna.-
-Ci vorrà del tempo, la cucina non è ancora aperta. Verremo per le 8.00 PM- finirono di parlare delle ordinazioni infine, Sheridan, chiuse la chiamata
-Ma io ho fame!- guardò l’ora sul display del cellulare erano solo le 5.30 PM, non se n’era accorta.

Frank era fermo dietro la ragazza con il DVD di Nightmare Before Christmas. Sher sapeva benissimo che avrebbe scelto un film di Tim Burton. Non appena lei gli sorrise, a Frank cadde, o forse fece cadere, il DVD sul pavimento e in tre passi azzerò la distanza. Le afferrò le spalle e iniziò a baciarla, la prese in braccio e la appoggiò delicatamente sul divano. Non riusciva ad andare oltre, la sua eccitazione non glielo permetteva.
-F..Fran..- non riuscì a terminare che le labbra del giovane ragazzo si incollarono alle sue. Non le resisteva, non ci riusciva più.

Sheridan fremeva sotto il corpo del bel ragazzo e li sentiva reagire i suoi capezzoli al contatto con le mani di Frank.
Il ragazzo si fermò un attimo per poter guardare meglio negli occhi la sua Sheridan. La tirò delicatamente a se e iniziò a sollevarle la maglia, gliela sfilò delicatamente. Fece così per tutti gli indumenti, rimanendo nudi l’uno sopra l’altro.

La bionda divaricò leggermente le gambe, permettendo al ragazzo di poter scivolare dentro la sua intimità.
-Sher…- i suoi occhi, offuscati dalla passione si aprivano e chiudevano lentamente. Le mani ruvide di Frank circondavano i seni della ragazza stringendoli delicatamente, facendola sussultare, gemere di piacere.

Ad ogni spinta era un sussulto
-Non smettere – la voce roca colma di passione giunse dritta nelle orecchie di Frank, il quale iniziò a muoversi più velocemente e, ad ogni spinta, sussurrava il suo nome.
-Sher, Sheridan
Tutto questo fino all’apice del piacere, fin quando Sheridan gridò il nome del suo partner affondando le unghie nella carne, la quale si arrossò all’immediato contatto, facendo così gemere Frank che urlò il nome della ragazza.
Rimasero in quella posizione per qualche secondo, finché Frank si staccò dalla ragazza, si mise dietro di lei e la abbracciò saldamente.

-Sher, tutto bene?
-Sì, ora sì, perché?- chiese lei sorridente
-Ti ho sentita sospirare- La bella ragazza si voltò delicatamente premendosi contro il corpo di Frank che l’abbracciò, e così si addormentarono.

-Frank, hai sentito?
-Mmh? – Aprì un occhio e guardò Sheridan senza capire cosa stesse succedendo.
-Il citofono, qualcuno ha suonato.. Ma che ore sono?- prese il telefono che era ancora nella tasca dei pantaloni e vide l’ora.
-Che ore sono?
-Cazzo Frank, è la rosticceria. Sono le 8.10 PM chissà da quanto sono qui!

Frank si rivestì in fretta e furia e andò alla porta, il tutto mentre Sheridan si rivestiva e metteva il DVD nel lettore.
-Eccomi, Dio mio, quanta roba!
-Te l’avevo detto Frank, io mangio.
Si sedettero sul divano, e abbracciandosi iniziarono a mangiare e a guardare il film.

-Frank, cos’è successo fra noi due?- Chiese Sheridan mentre addentava il suo involtino primavera
-Bhe, abbiamo fatto l’amore
-L..l’amore..
-E’ una cosa così strana? – chiese lui. Non ricevette nessuna risposta, se non un sorriso radioso.

-Sher, ti amo. – La ragazza, sbiancò e si bloccò.
-lo penso da un po’ ma non ho mai trovato il coraggio di dirtelo. E ora, anzi, dopo quello che è successo prima.. bhe.. questo è il momento giusto per dirtelo. Per dirti che Ti amo.
-Frank, anche io ti amo. Ma ho paura.
-Perché hai paura?!- chiese sbigottito
-Sai perché dico che Waynne è la mia luce? Vedi, lei è la persona che illumina la mia vita. Lei è il mio sole, io sono una notte senza luna, buia. Oscura. Lei è la luce che filtra all’interno della mia anima rendendo il mio animo invernale una meravigliosa primavera.
-Tu sei l’arcobaleno, Sher.
-Ma l’arcobaleno non si vede spesso… e sparisce subito.- concluse la ragazza
-Sbagli, l’arcobaleno c’è sempre… Perché l’arcobaleno è dato dalla luce. Mi spiego meglio. Vedi, Sher, tu sei la luce che colpisce la mia anima, il mio prisma, e noi insieme formiamo l’arcobaleno. Perché tu sei la luce, io sono la tempesta. E dopo di me, ci sei tu. E dopo di te ci siamo noi, e noi siamo quello. Un meraviglioso arcobaleno.- Sheridan non seppe cosa dire, arrossì, e intrecciò le sue mani con quelle del ragazzo che tanto amava.
-Ti amo Frankie.
-Sto cercando di.. di chiederti se ti va di essere la mia ragazza.- Gli occhi della ragazza iniziarono a riempirsi di lacrime, di gioia.
-Io… Io Frank, sì. Voglio essere la tua ragazza. Sì.

Senza dire altro, il dolce ragazzo prese fra le mani il viso della SUA ragazza e la baciò teneramente. E nient’altro importava.
Le ore, i minuti, i secondi, gli attimi si mescolarono tutti insieme formando l’infinito.

 

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Salve! Come state mie dolce donzelle?
(è tardi lo so, spero di non aver fatto errori, in caso perdono)
Dunque, vorrei dedicare questo capitolo alla mia migliore amica. Perché se lo merita. Sopportare una persona come me non è semplice.
Vorrei ringraziarla per tutto quello che fa per me tutti i giorni. Le dedico questo capitolo sperando che le faccia piacere.
Tiamo Sheridan


-Waynne.

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Capitolo 10
*** Funeral for a friend ***


10. Funeral for a friend

Sheridan venne a dormire a casa mia e, come promesso mi raccontò cosa successe fra lei e Frank. Mi riportò sommariamente della loro vicenda sul divano. Erano proprio carini insieme.

-Tu e Gerard, invece?- sorrise
-Bhe, ci siamo sentiti in questi giorni ed è veramente giù di morale, vorrei fare qualcosa di più concreto per lui.
-Capisco, comunque solo il fatto che vi sentiate è ottimo. Fidati di me, lo aiuti molto; almeno così non si chiude in se stesso e bhe.. Gerard è un tipo molto strano. Il minuto prima è molto solare, il minuto dopo… no. – Sheridan si guardò le mani ed io la guardai con gli occhi pieni di lacrime.
-P..pensi che potrebbe succedergli qualcosa? Scusa… mi sta chiamando Phil.-

Presi il telefono, un Samsung nero, e risposi alla chiamata.
-Pronto? – Mi veniva da piangere.
-Ciao tesoro! Come stai? E’ da un po’ che non ti vedo in facoltà
-Si, Gerard sta male e gli faccio compagnia – Mentre gli parlavo passeggiavo nervosamente in cucina
-Owh, mi dispiace. Sei una brava amica – mi disse con la sua voce allegra. Ora come ora iniziavo ad odiarla.
-Phil.. Devo parlarti. – risposi acidamente
-Sì, anche io. Devo dirti una… una cosa importante.
-Va bene, ci vediamo questo fine settimana da Lewis alle 9.00 AM
-S..sì, allora ti aspetto – chiusi la chiamata sbuffando e andai a sedermi vicino alla mia migliore amica che mi aspettava pazientemente sul divano.

-Mangiamo? – le chiesi mentre distruggevo un pezzo di carta che avevo lasciato lì, sul divano, qualche giorno prima. Chissà quale parte importante del mio studio avevo appena distrutto.
-Sì, ordiniamo una pizza? – Mi chiese la mia migliore amica guardandomi negli occhi
-Va bene, prendiamo una pizza extralarge. Gusto: quello che ti pare, io vado a prendere le birre!
Mentre andavo in cucina a prendere le birre, sentii la mia migliore amica che chiamava alla nostra pizzeria fidata.
Mi arrivò un sms:

Gee - 
Hey, sono con i ragazzi e siamo tutti ubriachi. Credo. Molto probabilmente questo messaggio sarà pieno di errori ortografici, ma non importa. Basta il pensiero, no? Io ti penso! 
Effettivamente quel messaggio era pieno di errori… Ma mi aveva fatto tornare il sorriso. Tornai in salotto da Sheridan e le feci leggere il messaggio
-Dici che dovrei rispondergli? O parlargli di Phil? o dirgli che..
-Calma! Punto primo il mio ragazzo è stronzo, è fuori e non mi ha mandato nemmeno un sms dicendomi che mi pensa, o cose simili. Punto secondo, no. Non rispondergli, lasciati desiderare! – incrociò le braccia
-Sher - 
-Dimmi Waynne- 
-Come ci si sente a dire che Frank è il tuo ragazzo? – Arrossì senza rispondermi.

Era bello stare con la mia migliore amica, parlavamo e parlavamo dalle cose più profonde alle cazzate più assurde

-E quindi.. Gerard.. Oh, suona il campanello. Sarà arrivata la pizza! – ci avvicinammo entrambe alla porta. Aprii e un ragazzo con un’enorme scatola ci sorrise:
-Salve ragazze! Sono 20 dollari – Gli porsi i soldi e lo ringraziai
-Avete una festa? – il fattorino della pizza si alzò in punta di piedi per sbirciare all’interno della casa.
-No, siamo da sole. Perché?
-Da.. da sole? Ma quanto mangiate?
-Non hai mai visto delle ragazze mangiare così tanto?- disse scherzosamente Sheridan
-No! Di solito mica le ragazze sono quelle che mangiano pochissimo per mantenersi in linea?- Mi alzai leggermente la maglia
-Ti sembro fuori linea?- lo guardai di sottecchi. Non penso stesse guardando la mia pancia
-No, no…. Anzi! Sei molto bella – sorrisi
-Grazie, ma ora dobbiamo andare- pagammo e chiudemmo la porta scoppiando a ridere.

-Non ti facevo così marpiona, Luce- disse Sheridan con una fetta di pizza in bocca
-Ma potevi aspettare a mangiare! 
-Ma io ho fame… - mi fece gli occhioni dolci

Parlammo (e mangiammo) tutta la notte, finché non ci addormentammo.

   

La sveglia suonò alle 8 AM. Ci svegliammo, ovviamente, controvoglia. Ma dovevamo farlo. Dovevamo esserci per Gerard. Il funerale iniziava alle 11.00.
 Presi il telefono per spegnere la sveglia e notai che avevo ben sei sms; tutti di Gerard.. presunsi ancora ubriaco.
-Che succede Luce?- mi chiese la mia migliore amica
-Ho sei sms da parte di Gerard. L’ultimo me l’ha inviato due ore fa- le dissi guardando il telefono. Aveva sicuramente passato l’intera nottata in bianco, e io non c’ero.

-Dai, alziamoci e andiamo da Starbucks a prendere dei caffè fumanti. Poi passiamo a vedere se Gerard è in casa, se c’è lo portiamo con noi. So che ha bisogno di stare un po’ solo ora come ora, ma non so cosa potrebbe fare. Vorrei tenerlo “sott’occhio” il più possibile. 
-Sei una brava amica- sorrisi alla bella bionda che mi stava davanti.
Ci lavammo e ci vestimmo e un’ora e mezza dopo eravamo già in macchina con dei profumatissimi caffè fumanti.

Per andare a casa di Gerard bisognava passare vicino al cimitero, non appena ci avvicinammo alla struttura lo vidi lì, voltato di schiena e con una mano appoggiata al cancello. L’avrei riconosciuto fra un milione di persone.
-Sher!! Fermati! C’è Gerard- Inchiodò immediatamente
-Dove?!
-Guarda!- indicai la figura vestita di nero. Solo allora notai che aveva una sigaretta in mano, chissà quante ne aveva fumate…
-Scendi, io cerco parcheggio.- Scesi dalla macchina e pian piano mi avvicinai a Gerard.

-Ehi… - azzardai. Gerard si voltò verso di me. Aveva gli occhiali da sole che coprivano quei meravigliosi occhi nei quali mi perdevo ogni volta. Prese una boccata di fumo, si grattò il naso e poco dopo sputò il fumo bianco dalla bocca. Il tutto senza rispondere.
-Fra poco arriva Sheridan – continuai – Ti…ti ho portato del caffè! – si tolse gli occhiali. Come immaginavo: aveva gli occhi gonfi e le occhiaie. Allungò la mano per prendermi il bicchiere di cartoncino firmato Starbucks e mi sorrise.

-Luce…- il mio cuore iniziò a battere forte, avevo paura che potesse sentirlo.
-Gee… - appoggiò una mano sulla mia spalla e, in una frazione di secondo, mi trovai contro il suo petto. A respirare il suo dolce profumo misto all’odore di sigaretta.
Poco dopo arrivò Sheridan. Non ricordo esattamente come, ma ci ritrovammo di fronte al fosso aperto dove da li a poco avrebbero calato la signora Elena.

- Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris- ("Ricordati uomo, che polvere sei, e polvere ritornerai".) iniziò a recitare il prete. Gerard mi stringeva forte la mano, Mikey aveva il volto distrutto mentre Ray, Bob e Frank tenevano in mano una rosa bianca. Bianco, sinonimo di purezza.
Mentre i becchini calavano lentamente la bara, i ragazzi iniziarono a lasciar cadere le rose sulla bara.
-Dovevi insegnarmi a ricucire le magliette. Ho un cumulo di maglie strappate a casa- Disse Bob, aveva le lacrime agli occhi. Tutti loro tenevano alla signora Elena. Lasciò cadere attentamente la rosa ed andò ad abbracciare Mikey.

Poco dopo si avvicinò una bellissima ragazza a Gerard –Becky! – esclamò quest’ultimo sorpreso.
-Ho letto il necrologio sul giornale – abbracciò forte Gerard, mi sentivo una cretina a stare lì, infatti mi allontanai per andare dagli altri.

-Waynne
-Dimmi Mikey – sorrisi
-Sbaglio, o quella è Becky?-
-Ohm.. sì mi sembra che si chiami così…-
-O..oh.. capisco- Non disse nient’altro e la cosa mi fece insospettire e preoccupare
-Luce – Frankie e Sheridan si avvicinarono  me.
-Ditemi
-Devi sapere che… - Bob li bloccò all’istante e mi chiese:
-A te piace Gerard? – Arrossii
-Bhe… l..lui, c..ioè
-No, no, no. Non accetto questa risposta. O e sì o e no. Allora?
-Sì
-Ok, bene. Allora non fartelo scappare. – il biondo si allontanò e accese una sigaretta. Cosa intendeva dire?
-Becky è il primo grande amore di Gerard – Ray mi fece congelare con quelle parole

Il prete si avvicinò al fosso e vi lanciò una manciata di terra, e tutti lo seguimmo.
Arrivò il mio turno, mi ritrovai lì, sul bordo del fosso con una manciata di terra racchiusa nel mio pugno e con le lacrime agli occhi mi voltai un istante, come per cercare conforto e vidi Becky che stringeva la mano, ancora sporca di terra, di Gerard.

Una volta finita l’omelia per la signora Rush ci avvicinammo alla tomba.
-Ragazzi – iniziò Gerard – voi andate. Io voglio rimanere ancora un po’. Mi avvicinai a lui
-Se vuoi, rimango con te- cercai di sorridere
-No, no tranquilla. Rimane Becky con me- Trattenni il respiro 
-Sei sicuro?- Gli chiese Mikey. prima guardò suo fratello, poi me.
-Sicurissimo – rispose Gerard mentre Becky gli stringeva la mano

Sheridan si avvicinò al bel moro, gli prese la mano libera e guardò negli occhi il suo migliore amico. Si capivano con un semplice sguardo. Purtroppo o forse per fortuna.
-Gerard, non fare cazzate.- Quella semplice frase, vista dal mio punto, poteva sembrare una semplice frase. Forse.
-Ti voglio bene bambina
-Non mi chiamavi così da un po’ – La più piccola dei due sorrise – ti voglio bene gioia- 
No! Io voglio rimanere qui. Pensai. Ma Frank mi trascinò via con sé, portandomi in un bar lì vicino.

   

-Ragazzi, io vado a casa. Non sto molto bene – disse Mikey
-Ti accompagno io - disse Bob mentre cercava le chiavi della macchina.

-E rimasero in quattro – Disse Ray abbracciandomi da dietro
-Caffè? – Propose Frank
-Nero, forte, con due bustine di zucchero. Ho un gran mal di testa- Disse Sher

-Non mi piacciono le bionde. –Disse tutto d’un tratto il riccioluto
-Ehi!- Sher lo guardò malissimo. Sentimmo Frank scoppiare a ridere mentre ci portava i caffè
-Non mi piacciono le bionde che si chiamano Becky. Va meglio ora? - 
-Ora sì. – Prendemmo i nostri caffè e li sorseggiammo in silenzio. Il caffè per noi era sacro.

Da un tempo indeterminato guardavo fisso il vuoto. Perché ero gelosa marcia di quella Becky? In fondo Gerard ed io non stavamo insieme, e anche se fosse, Becky era la ex fidanzata del mio Gerard, vero? Un momento?! Il mio Gerard? No, no, no, no e poi no. Waynne Kathleen Murray, che diavolo stai pensando? Gerard era e doveva essere semplicemente l’affascinante venditore di fumetti e cantante dei My Chemical Romance. Niente di più.

-Waynne, dovresti sapere alcune cose, secondo me. 
-Frank, non sono tanto sicura di voler sapere
-Becky è l’ex fidanzata di Gerard. Erano alle superiori, ed è stata il prima amore di Gerard.- guardai negli occhi Frank
-Capisco…
-Erano tanto giovani ed innamorati, ed erano alle loro prime esperienze di vita. Era l’unica ragazza che si era interessata a Gerard per quello che fosse realmente. – fece una pausa – Bhe, come avrai ben capito, Becky e Gerard hanno avuto una relazione molto lunga e profonda. Per Gerard era la prima esperienza, sia di relazione, sia sessuale. Insomma, a quindici anni tutto sembra bello. Purtroppo però, per quanto usassero le precauzioni, l’inesperienza si fece sentire. – Frank mi guardava


-Perché me lo stai dicendo? Dovrebbe dirmele lui queste cose!
-Non te le direbbe mai –fece un sospiro – Becky rimase incinta. A soli quindici anni. – Mi si gelò il sangue nelle vene. Volevo sapere, ma allo stesso tempo non volevo sapere.
-Loro volevano tenerlo, ma i genitori di lei non erano d’accordo. Poche settimane dopo si traferirono in South Dakota e fecero sì che Becky abortisse.
-Quindi tecnicamente loro non si sono mai lasciati? – Chiesi
-Tecnicamente no. I primi periodi infatti lui ci stava malissimo, poi si è rifatto una vita. E penso che anche lei abbia una vita.
-No, non penso visto che è tornata – risposi acidamente, mi alzai di scatto e uscii dal bar, avevo assolutamente bisogno d’aria.

-Ehi, Luce, non prendertela con Frank- La mia migliore amica si avvicinò a me. La presi per mano e ci sedemmo su dei gradini.
-No, non ce l’ho con Frank.. Dio, ho combinato un casino. Ce l’ho con me- mi guardai le mani ripensando ai giorni precedenti; a quando Gerard mi prese e mi fece sedere sul bancone del suo negozio, ai baci, ai momenti in cui mi abbracciava e mi teneva stretta a se. A quei momenti che si sono protratti fino a questa mattina, prima di vedere Becky. La bellissima Becky. Ragazze così non esistevano. Alta, con le curve, occhi color nocciola e dei meravigliosi capelli biondi. Dove si potevano trovare ragazze del genere?

NON POTEVA RESTARSENE NEL SOUTH DAKOTA?!

Sheridan stava guardano un punto imprecisato, o almeno, per me era imprecisato dato che non stavo guardando e non pensavo a niente di particolare. Se non al fatto che quella doveva tornarsene da dove era venuta.
-Ora, non per incrementare il tuo odio, ma… si stanno avvicinando Gerard e Becky-
-Interessante – le risposi senza il benché minimo d’interesse nella cosa.

In pochi istanti vidi Gerard e la biondina super curve avvicinarsi a noi.
-Sher, Waynne, volevo presentarvi Becky- Si voltò verso di lei e le regalò uno di quei sorrisi che tanto amavo. Scheridan si avvicinò ai due ragazzi che ci stavano davanti, tese la mano e la strinse a quella di Becky
-No, un momento. Mi ricordo di te! – Disse Sher
-Sì! Anche io mi ricordo di te. Stavi sempre con il mio Gerard! – Il suo Gerard
-Sì... e lei è la mia migliore amica! – mi indicò. Mi avvicinai anch’io. Per la prima volta Gerard non mi guardava, guardava lei. Con il sorriso sulle labbra.
-Piacere, sono Waynne- le strinsi la mano, aveva una pelle molto liscia
-Tu e Gerard siete…
-Amici- conclusi io. –Solo amici-

Ritornammo nel bar da Ray e Frank i quali appena ci videro sgranarono gli occhi. Sheridan si avvicinò velocemente ai due e sussurrando disse loro di non dire niente. Soprattutto perché Becky e Gerard si tenevano ancora per le mani.
-Becky, vuoi un caffè?- le chiese Gerard
-Certo, Gee. Lo prendo: macch..
-Macchiato, con molta schiuma e quattro bustine di zucchero rigorosamente di canna!- 
-Te lo ricordi? Quanto sei dolce!- Gli diede un bacio sulla guancia
- eh sì… di canna è più light, vero Becky?- Disse Sheridan ovviamente lei non capì. 
-Potrei vomitare- mi sussurrò Ray nelle orecchie. Mi voltai e gli sorrisi

Mentre Gerard andava a prendere i caffè, Becky rimase con noi.
-Gee! Prendimi tre bustine, non quattro! – si voltò verso di noi con un sorriso smagliante. –Sapete, non vorrei esagerare! Lo zucchero fa male
-Credo che Gerard questa mattina ne abbia ingerito a quintalate – rispose Frank
-parliamo sempre di zucchero di canna, non sia mai! Lo zucchero bianco potrebbe dargli alla testa – La mia migliore amica era sempre pungente. Anche per quello eravamo amiche

-Parliamo di cose serie. Quando mi dai una rivincita a Mario Kart?- Mi chiese Ray
-Ray, perché ami perdere?
-Non mi sembra di averti rivolto la parola Sheridan McNamara
-Lo so, la sconfitta è amara!- Disse Frank ridendo mentre guardava Ray
-Oh oh! So io come fare! Se senti l’amaro in bocca per la sconfitta, mettici dello zucchero! Mi raccomando, di canna eh!-
-Sher, dopo questa, io me ne vado- disse il mio amico riccioluto
-Dai, Ray! Scherzavo!- infatti tornò indietro l’abbracciò fortissimo e scoppiò a ridere forte, immagino per la frecciatina che Sher disse poc’anzi.
Dalla faccia di Becky era piuttosto evidente che questi discorsi le dessero fastidio.

Dopo qualche minuto Gerard ci raggiunse con i due caffè. Porse l’extra macchiato a Becky, mentre per se prese l’espresso.
-Allora, Becky, cosa fai stasera? – Le chiese Gerard
-Mah, non lo so, ti va di uscire con me? Possiamo andare al ristorante… tu ed io. – Precisò
-Sì, va bene!- rispose lui
-Oh non ti preoccupare, noi stasera andremo a casa di Sheridan a giocare all’xbox. Vero Sher?- 
-Frank, inutile, non ci stanno ascoltando. Sono entrati in un loro mondo fatto di zucchero e chissà quale altra cosa appiccicosa e colorata. Stiamocene nella nostra oscurità- Disse Ray tirandoci indietro
-Gee, Gee.. Gerard, Gerard Way! GERARD ARTHUR WAY!-
-Cosa? Dimmi Sher.
-Ah, ma allora non hai le orecchie coperte di zucchero. Tu ci senti!
-…. Cosa?
-Come non detto. Va beh, noi andiamo a casa mia a giocare, a mangiare e a guardare spiderman, così possiamo prendere in giro Luce. Tu dopo la cenetta ci raggiungi?
-Non lo so.. Ci sentiamo, ciao!

Rimanemmo interdetti per qualche istante, mentre vedevamo le due figure, sempre odiosamente mano nella la mano, che uscivano dal bar. Decidemmo di andare via anche noi. A casa di Sheridan.
Ci avvicinammo alle rispettive macchine, pronti a partire: Direzione? Mill Street!


    

Arrivati a casa della mia migliore amica mi posizionai sulla poltrona, non osavo toccare, sfiorare, guardare o pensare quel divano. 
-Sher, devo sistemarti l’home theater.
-L’hai.. l’hai fatto tu?!- mi chiese sbalordito il ragazzo della mia migliore amica
-Sì, un po’ di fisica, un po’ di elettronica ti portano a fare questo gioiellino- Frank rimase a bocca aperta e guardando ancora l’home theater si sedette sul divano dove, poco dopo, lo raggiunse Ray

-NO!- tutti mi guardarono -Ray, fossi in te non mi siederei su quel divano- continuai
-Perché no?- mi chiese scettico. 
-Ray.-
- Non… OH MIO DIO?! SUL DIVANO?! RAGAZZI, FATE SCHIFO!- li guardò con la bocca aperta, e man mano che li fissava i due innamorati arrossivano.

-AH! Ray, ti ho battuto ancora! Sono la regina di Mario kart!!
-Sono esausto, abbiamo fatto 4 partite e non ne ho vinta una!- mi disse con la voce triste
-E’ perché sei una schia..
-Luce- Sheridan mi chiamò
-Dimmi, Sher- senza dire niente mi porse il suo cellulare

GeeK
Io e Becky abbiamo appena finito di cenare. E’ stato bellissimo stare con lei, ci siamo baciati.. E…. Mi mancava. La porto a casa mia, non sa dove dormire!
Un bacione, ti voglio bene bambina! 
Salutami tutti.
Salutami Waynne.

Vaffanculo Gerard.

 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO.
OK, LA FINISCO. 
IO ODIO LA SESSIONE D’ESAME.
IO ODIO SCUOLA GUIDA
IO ODIO TUTTO.
MI SENTO TANTO  IL PUFFO BRONTOLONE :’D
Aynway, odiatemi a morte. Ma dovevo farlo finire così, ho un’idea precisa in testa sul come va a finire. Il problema ora sta nel trovare tempo -____- bho, devo farcela. Al costo di non dormire e.e Promesso!!

Intanto spero che questo capppitttoooolllo vi piaccia e bho *rotola via* 
un abbraccione abbraccioso orsettoso (?)
(A chi commenta regalo una bambolina di pezza e del cioccolato.) Tanto amore ♥

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Capitolo 11
*** Put some color in your life. ***


11. Put some color in your life.

Seduta sul divano di casa sua, la bella Sheridan, guardava per l’ennesima volta “Kill Bill Vol. 1” Adorava Quentin Tarantino, e quella volta era oggetto d’esame. Le mancavano circa sei esami per la laurea. Finalmente il suo sogno di regista si avvicinava, e si sa, avrebbe lavorato per la band del suo migliore amico e…. del suo ragazzo. Faticava a credere che Frank, quel Frank stesse con lei. E ora era proprio seduta su quel divano, dove avevano fatto l’amore. L’amore.

Sospirò, toccando la stoffa del divano.

Luce
IO NON POSSO FARCELA, LO SAI CHE ODIO ANALISI, VERO?!

La sua migliore amica in preda al panico, le aveva mandato un sms. Sapeva che ogni volta che diceva così avrebbe passato l’esame. Dalla sera del funerale della signora Rush, Waynne, era completamente sparita dal mondo. A studiare, a dimenticarsi di Gerard. Rise all’arrivo del messaggio. Le rispose che doveva stare tranquilla e che sicuramente ce l’avrebbe fatta.

Appena inviò l’sms, appoggiò il suo Nokia sul tavolino e tornò a guardare il film; ma subito dopo le arrivò una chiamata. Prese il telefono e sullo schermino apparve il nome

GeeK

Prese nuovamente il suo telefono nero e, schiacciando il pulsantino verde, rispose alla chiamata del suo migliore amico:
-Sher, vieni a casa mia oggi? Ci vediamo un film!
-Buongiorno anche a te Gee. Certo che vengo. A che ora?
-Se puoi, anche ora! Ho bisogno di te, ti devo raccontare una cosa.
-
Arrivo.
Fortunatamente la bionda era già vestita. Prese le chiavi della sua macchina e si avviò verso casa Way.

Arrivata a casa del suo migliore amico si avvicinò al citofono:
-Way… Way.. mmm.. oh eccolo!- suonò e qualche istante dopo rispose Gerard
-Sher?
-
No! Sono l’uomo nero. – scoppiò a ridere- mi fai salire? - Il bel moro aprì permettendo così alla sua migliore amica di salire.

Arrivata sul pianerottolo di casa non fece nemmeno in tempo a suonare il campanello che Gerard le si parò davanti.
-Ehi- si abbracciarono
-Ehi- rispose lei.
-Accomodati- Gerard aprì la porta di casa sua

La casa di Gerard era piccola. Una casa da vero artista: fumetti sparsi ovunque, disegni appiccicati alla bella e meglio sui muri i quali erano sporchi di colore, qualsiasi colore. E ovviamente, tazze di caffè sparse in ogni dove.
-Puzzi d’alcool. – Disse Sheridan guardando con disappunto il suo migliore amico
-ho bevuto solo un pochino, dai!

Sheridan si sedette sul divano di casa Way e iniziò a toccarsi i capelli.
-Dovrei cambiare colore, che ne dici?
-Stai bene bionda, Sher. Ma io opterei per un crazy colors: blu, arancione o viola. Mi piace il viola! Farebbe risaltare ancora di più i tuoi occhi
-Dici? Ma dovrei trovare chi me li tinge – rispose Sher scocciata. Ma, mentre parlava vide Gerard andare in bagno. Tornò qualche minuto dopo con una ciotola piena di crema asciugamani e pennelli.
-Cos..?! – La ragazza, ancora per poco bionda, sgranò gli occhi
-Volevo farmi i capelli viola, ma penso che li terrò neri. Dai, vieni qui che te li tingo! Ma non puoi guardarti allo specchio finché non te lo dico io!- La ragazza sgranò gli occhi ma infine acconsentì

Mentre Gerard tingeva meticolosamente i capelli della sua migliore amica iniziarono a parlare della situazione che si era venuta a creare tra lui e Wayanne e fra lui e Becky. Soprattutto si chiedeva il perché fosse successo, ancora non se ne capacitava. Non l’aveva mai sopportata, soprattutto perché al liceo non riusciva a passare cinque minuti con Gerard perché si accollava. Succedeva sempre così alla fine. Tutte le volte che andavano al cinema doveva per forza esserci anche lei quindi erano sempre Sheridan e GerardBecky che si sbaciucchiavano. Arrivarono a litigare, ma dopo due giorni Gerard si presentò a casa di Sheridan con una pizza gigante, Star Wars, D&D e qualche fumetto per lei in segno di pace.

Negli ultimi dieci minuti, però, avevano parlato di lei e Frank.
Una volta finito il colore, lavati i capelli e finalmente asciugati Gerard accompagnò Sheridan in camera sua e le permise di guardarsi allo specchio
-SANTO CIELO! – esclamò- sono, diversissima! Ma questo colore mi piace-
-Stai bene così – sorrise il moro mentre l’abbracciava.

Sheridan si guardava curiosa allo specchio, quando le cadde l’occhio su un oggetto non ben identificato sul pavimento. Si voltò e lo raccolse con il dito indice mostrandolo, al dir poco disgustata, a Gerard
-E questo cos’è?! – chiese infuriata.
-Sono mutandine! E sono di Becky- Gerard le strappò l’indumento dalle mani, imbarazzatissimo.
-Perché le sue mutandine sono sul tuo pavimento?- In realtà lo sapeva benissimo del perché. Ma aveva paura di scoprirlo.
-Lo sai… - Gerard abbassò lo sguardo per qualche secondo. Poi riprese – Ieri sera io e Becky siamo andati a cena fuori, in un ristorante bellissimo. Abbiamo parlato, tanto, tutta la sera. Ci siamo baciati e poi dopo un po’ abbiamo fatto l’amore. E’ stato strano farlo di nuovo con lei.

Sheridan rimase ad ascoltare tutto il tempo, senza fiatare. Gerard lo trovò molto strano, sapeva benissimo che se la sua migliore amica aveva qualcosa da dire non ci avrebbe pensato due volte. Ma questa volta no, era diverso. Stavolta Sheridan era talmente infuriata che non sapeva cosa dire. Finché non inspirò lentamente, poi chiuse gli occhi per riaprirli e guardare dritto negli occhi Gerard
-Ti ricordi Peter Pan, Gee?
-Certo che me lo ricordo, perché? – Non capiva il discorso.
- Sai qual è il problema? Il problema è che stai trattando Waynne come… come Trilly. Lei c’è sempre stata per Peter, ma alla fine lui ha scelto Wendy. E Trilly? Trilly non la considera mai nessuno.
-Ma Trilly è una fata, mentre Wendy è umana. Come Peter… – ribatté Gerard
-Ma Peter diceva sempre “io credo nelle fate, lo giuro! Lo giuro!” – lo sguardo di Sheridan era troppo difficile da sostenere per Gerard il quale aprì la bocca per cercare di dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente.

-Perché hai baciato Waynne? –
-P..perché.. Waynne… Waynne è una ragazza dolcissima e mi piace stare in sua compagnia- sussurrò il ragazzo
-Se ti piace stare in sua compagnia, perché hai scelto Becky?
-Lo sai..
-NO! – urlò – Non lo so! Tu non ami Becky, tu ami il ricordo che hai di lei! La ragazzina quindicenne che ti girava in torno e che ti infilava la lingua in bocca ogni qual volta che poteva. Bhe, pronto?! Apri gli occhi Gerard. A quinci anni non solo lei ti girava in torno! C’ero anche io! Ma tu non mi consideravi quasi mai! Solo perché preferivi baciare lei tutto il tempo piuttosto che passare dieci minuti con la tua migliore amica. Ora hai 24 anni e siamo punto e a capo. Ma stavolta non ci sono di mezzo io, che se c’è qualcosa che non va urla, s’incazza e agisce. No. C’è di mezzo Waynne. LEI tollera tutto, e se per vederti felice devi stare con Becky tutte tette ma niente cervello, si toglie da mezzo. Ma i baci, quei baci non si cancellano.
-Dai… Sher, non chiamarla così – Cercò di appoggiare una mano sulla spalla di Sheridan
- TU! Di tutto il discorso che ti ho fatto hai SOLO captato “Becky tutte tette”?! Cazzo, Gee, sei diventato superficiale. Me ne vado. Ah. Sai che giorno è?!
-No… non lo so. Che giorno è? – rispose mortificato Gerard
-Il giorno il cui Phil e Luce si vedono. Il giorno in cui Luce avrebbe detto a Phil di lasciarla in pace perché aveva un altro ragazzo per la testa. – Dopo aver lanciato questa pesante granata Sheridan se ne andò da casa Way, lasciandolo a bocca aperta.

La ragazza dai capelli viola, prese il suo nokia e scrisse un messaggio alla sua piccola Luce

To: Luce
Smettila di studiare e vai all’incontro con Phil.

Riguardò l’sms un milione di volte. Non sapeva perché indugiava a inviarglielo, ma alla fine si decise.

SEND.          Text sent.

L’aveva fatto.

 

 ὼ   

 

Shù ~
Smettila di studiare e vai all’incontro con Phil.

Sheridan, la mia migliore amica Sheridan, mi aveva ricordato di qualcosa che cercavo di dimenticarmi da giorni. Però aveva ragione. Dovevo andare da Lewis ed ero già dannatamente in ritardo. Mi fiondai immediatamente sotto la doccia, aprii l’acqua calda e la feci scorrere sul mio corpo, avevo la testa piena di informazioni. Avevo studiato tutta la notte, in più mi ero svegliata presto per ripassare.

Uscii dalla doccia e tentai di prepararmi: infilai un vestitino nero, in segno del mio lutto nei confronti di analisi, dei sandali rossi, gli occhiali da sole e presi la borsa che avevo lanciato sul letto. Nera, rappezzata con tante toppe di tante band. C’era anche una spilla dei My Chemical Romance. Non ricordavo di averla, sicuramente ce l’avevo messa lì la sera che mi ubriacai.
-Mhh. Spero che gli occhiali coprano le mie occhiaie.- Dissi stancamente guardandomi allo specchio

Chiusi la porta di casa e scesi velocemente le scale, avevo una gran paura di perdere l'autobus.
Dovevo assolutamente prendere la patente, non ne potevo più di correre a destra e a manca per evitare di perdere l'autobus. E poi, vogliamo parlare degli scioperi?
Che tasto dolente. Solo Sheridan sapeva quante volte avevo bestemmiato perché il pullman non passava, o ritardava.
Che odio.
Troppo.
Erano già le 9.30 AM e ovviamente il pullman non passava, infatti Phil mi chiamò.
Risposi.
-Pronto tesoro, dove sei?!- La mia vena nell'occhio aveva iniziato a gonfiarsi.
-Sotto casa mia, sto aspettando che il pullman passi.- Risposi senza alcun interesse
-Ti vengo a prendere, dai!
-
Guarda, non ti preoccupare. Il pullman sta arrivando giusto ora, 10 minuti e sono lì!

Salii sul pullman, tirai fuori il mio portafoglio nero, lo aprii e mostrai l'abbonamento all'autista, il quale non si degnò nemmeno di guardare la mia tessera. Sconcertata dalla cosa mi andai a sedere nell'unico posto libero. Mi misi le cuffie nelle orecchie e mi abbandonai a me stessa, con tutta la rabbia del mondo, a ritmo di St. Anger dei Metallica.

I feel my world shake
Like an earth quake
Hard to see clear
Is it me?
Is it fear?

L'autobus portava fino in 'Tuckahoe Road' mentre io dovevo arrivare in 'River street'. Questo valeva a dire che ci avrei messo altri cinque minuti per arrivare a destinazione. Dovevo proprio? D'altronde, dovevo parlare a Phil della mia cotta, non corrisposta, per Gerard. Magari potevamo essere solo amici.
O magari no.

Lewis’

Ero quasi arrivata. La scritta, in blu, del locale si vedeva lontano un miglio. Respira Waynne, respira. A passo veloce mi diressi verso il locale, all'entrata mi aspettava Phil. Riconoscevo la sua tracolla verde piena di toppe di band appiccicate.

-Ciao Waynne- Mi abbracciò
-Ehi! Scusami per il ritardo, stavo studiando per analisi. Mi sono completamente dimenticata del mondo esterno. Mi tolsi gli occhiali e li posai nella custodia infilandola in borsa.
-No, tranquilla, non ti preoccupare. Ti capisco perfettamente, anche io quando studio mi dimentico di tutto: il che se ci pensi non è proprio una bella cosa
-Già- Sbadigliai -Entriamo? Ho bisogno di un caffè nero mega gigante!

Il locale non cambiava mai. Erano anni che ci andavo, e vedevo sempre i soliti camerieri, la solita tappezzeria verde, i tavolini color mogano ormai rovinati, e dei divanetti neri. In realtà, esteticamente, il locale non era granché bello. Ma faceva un caffè spettacolare..... per non parlare dei donut al cioccolato. mmmh... cioccolato.

Ci sedemmo al primo tavolinetto libero che avevamo visto. Ci si poteva leggere una storia intera su quel tavolo. Era pieno di scritte fatte dai ragazzini innamorati, e soprattutto incivili. Non si rovinano i tavoli.
...
JAMES + MARY
JASON + VIOLET
...

E via dicendo... Miriadi di nomi erano stati incisi sul quel tavolo. Speranza di un amore lungo e duraturo.

Mentre ero distratta dal leggere i nomi delle coppiette innamorate si avvicinò Daisy, la cameriera. Avevo passato tanto di quel tempo in quel locale che ormai sia le cameriere che il proprietario mi conoscevano.
-Waynne! Cosa posso portarti oggi di buono? - Mi chiese lei sorridendo.
-Le avete le frittelle? Ho voglia di frittelle.
-Sei fortunata, Lewis ha appena fatto l'impasto! Da bere cosa ti porto?
-Umh, direi un caffè nero. In tazza grande, sono reduce da un nottata folle di studio. Ho bisogno di riprendermi.
-Tu, invece cosa prendi?- sorridendo si rivolse verso Phil
-Umh, io vorrei un tea verde con un donut al cioccolato
-Di che colore la vuoi la glassa?
-Rossa- risposte Phil. Dio che colazione orribile! Chi cazzo beveva il tea verde? Di sua spontanea volontà per aggiunta. A me non piaceva per niente. Bleah.
Daisy si congedò e andò in cucina a preparare le nostre ordinazioni

-Sai...- iniziò Phil - ti ho invitato perché devo dirti una cosa veramente importante. É da tanto che volevo dirtela..- Vidi Phil diventare rosso.

Bzz bzz bzz ... ... ...
Shù ~

-Mi sta chiamando Sheridan. Scusami, è importante- premetti il tastino verde per rispondere, portai l'apparecchio al telefono e uscii dal locale per non far sentire nulla a Phil
-Pronto?
...
...
...
 silenzio
-Sher?- 
-...-  Silenzio.

Iniziò a piangere. Sbiancai, mi stavo preoccupando.
-Che s..succede?- Chiesi allarmata
-Non dovrei farlo, ma so che ci tieni a lui
-Non capisco
-Gerard.
-Sher, continuo a non capire.- il mio cuore batteva all'impazzata.
-Gerard e Becky... Hanno fatto l'amore ieri notte. Non dovrei dirtelo, lo so, ma non forse è meglio che tu lo sappia da me. Forse. Forse.- Scoppiò a piangere. Il cuore mi si gelò, e fuori divenne buio.
-D..devo andare Sher, Phil mi aspetta-

Con molta calma, tornai dentro il locale e mi sedetti al tavolo. Poco dopo Daisy ci portò ciò che avevamo ordinato. Ringraziai distrattamente. Presi la forchetta e iniziai a mangiare silenziosamente
-Ti ho portato una cosa- Disse Phil rovistando nella sua borsa. Dopo poco ne estrasse un pacchetto blu con un nastrino color oro e lo posò sul tavolo. –Aprilo- mi sorrise
Presi il pacchettino, iniziai a tastarlo per cercare di capire cosa fosse.
-Che cos’è?- chiesi entusiasta
-Se non lo apri non puoi sapere cos’è
-Omh.. Sì, giusto. – agitai il pacchetto per cercare di capire cosa fosse.
-Dai, aprilo! È una cosa da niente, eh! Spero ti piaccia.

Scartai il pacchetto delicatamente, per paura che si rompesse e venni pervasa da un dolcissimo odore di camomilla. Una margherita bianca. Una candela profumata a forma di margherita bianca. Il regalo più dolce che potessero farmi… Questo stava a significare che era stato ad ascoltarmi tutte le volte che gli parlavo. Mi scese una lacrima.

-E..ehi.. non volevo farti piangere
-N..no, non ti devi preoccupare. Non è colpa tua, ma mia!
-Non capisco…
-Phil, io ero venuta qui per dirti che ho una cotta per un altro ragazzo. Per dirti che non provo niente per te.. E tu mi fai questi regali facendomi capire che mi ascolti e io.. –Scoppiai a piangere. Con le lacrime agli occhi vidi Phil avvicinarsi a me, si sedette e mi abbracciò forte.
-Non devi scusarti, lo so che ti piace Gerard. Si vede da come lo guardi, da come gli parli… Solo che non volevo ammetterlo a me stesso. Perché tu mi piaci tanto- si avvicinò ancora a me sollevandomi delicatamente il viso, con il pollice mi asciugò le lacrime –non piangere- continuò- non potrei sopportare che degli occhi così belli vengano rovinati dal pianto. A quelle parole piansi ancora più forte.
-Gerard sta con un’altra donna. Si chiama Becky, hanno la stessa età.- Non so cosa successe, come successe e quando successe ma mi ritrovai ad occhi chiusi…
Quel bacio era così morbido e così pieno di desiderio, dischiusi le labbra e lasciai che la sua lingua scivolasse dentro la mia bocca. La sua lingua accarezzò delicatamente il mio palato e la cosa mi fece rabbrividire.

Gerard…
D’un tratto spalancai gli occhi accorgendomi che, chi baciavo, non era Gerard… Mi staccai dal quel bacio rovistai nella borsa, presi il portafogli posai sul tavolo dieci dollari e scappai via dal locale piangendo.

Che cosa avevo combinato?

Fra le lacrime presi il cellulare e composi rapidamente il numero della mia migliore amica.

-Pronto?
-Sher… ho fatto un casino.

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Salve mie donnicciole! Scusatemi, come al solito sono in ritardissimo col postare i capitoli. Un giorno mi ucciderete, lo so. L O  S O. Non ho più tempo, davvero. Credetemi ç_ç
Anyway... Spero vi piaccia questo capitolo. Eeee bho! non so cos'altro dirvi...

Vorrei fare un ringraziamento speciale alla mia Sheridan (sì, lei esiste)
Un bacione, a presto! (Spero c.c)

-Waynne

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Capitolo 12
*** With fear and trembling ***


                        12. With fear and trembling

- Cos’hai fatto?!
-Ci siamo baciati - risposi.
-Luce, perché l’hai fatto?!
-Non lo so, mi avevi appena raccontato di Gerard e Becky e non ho capito più niente. Lui… Lui mi ha ascoltata e infine mi ha baciata. – Risposi fra le lacrime. Sentii Sheridan respirare
-Ok, e ora?- Tentò di calmarsi
-Non lo so, io.. non lo so..-

ώώώώώώ

Erano passate due settimane da quella chiamata, mi sentivo regolarmente con Phil per parlare degli esami.
-Domani dai l’esame?- mi chiese Phil che mi teneva la borsa mentre mi allacciavo le scarpe.
-Domani? Sì.
-Le hai parlato?
-Come?
-Con Sheridan, intendevo
-Sì, ma noi ci sentiamo tutti i giorni. È solo che per via dell’università non riusciamo a vederci. Lei ha i suoi esami e io ho i miei- sorrisi, mi mancava tanto Sher
-Capisco. Bè, sono le 2 PM direi di andare a fare un boccone, che ne dici?
-Nono, devo tornare a casa. Devo fare una cosa.- All’improvviso sentii un rumore del clacson, mi voltai per vedere chi fosse, e vidi la macchina della mia migliore amica.

-Ehi, bambolona che fai, non sali?!
-Sher!- Corsi verso di lei –emh Phil io scappo, ciao!- Lo salutai in questo modo e saltai nella macchina della mia migliore amica che, non appena chiusi la portiera, mi strinse in uno dei suoi più belli abbracci.
-Che ci fai qui?- le chiesi. Avevo il fiatone per la corsa.
-Sei poco in forma! Avrai fatto massimo duecento metri e già hai il fiatone?! Delle due sono io che fuma, non tu!- mi sorrise
-Sì, lo so è che sono diventata un tutt’uno con il divano, ormai.
-Studi troppo per i miei gusti!
-Dai, dimmi, che ci fai qui?
-Sono venuta a prendere la mia migliore amica perché ero sicura al cento per cento che avesse bisogno di qualcuno che la distraesse o sicuramente si sarebbe infossata sul divano per studiare- arrossii leggermente, Sher mi conosceva proprio bene.

Ovviamente, viaggiando in macchina si arrivava a destinazione più velocemente.
-Sei pronta per domani, allora?
-No, per niente- risi nervosamente
-Mi fermo in pizzeria, avevo ordinato una pizza per le 2.20 PM direi che siamo in perfetto orario per ritirarla
-Penso che tu debba lasciare Frank e sposare me. Tu mi capisci, mi completi. Ordini la pizza, sì, lascialo per me.
-Oh, ma Frank lo sa benissimo che lui è la mia copertura. Tu sei la mia vera fidanzata! –Scoppiai a ridere Ci fermammo alla pizzerie difronte casa
-Sì, ma io l’ho ordinata tu vai a prenderla però! L’ho presa a nome tuo è una pizza 50x50 doppio strato di mozzarella, salsiccia, patate e scamorza.
-Giusto per tenerci leggere, no?
-Esatto, si ma ora muoviti a scendere che se la pizza è già pronta si fredda!

Entrai nella pizzeria e suonai il campanello posto sopra il bacone, si avvicinò un ragazzo
-Ehi, chi si rivede!- Era il fattorino
-Ehi!- Gli sorrisi
-Scommetto che la pizza 50x50 è la tua
-Hai scommesso bene!
-Bhe, visto che ho vinto allora mi devi un caffè!
-Quanto ti devo?- sorrisi facendo finta di non aver sentito la sua proposta
-Facciamo così, mi paghi un caffè e la pizza te la offro io
-Solo un caffè?- ci pensai su un attimo. La proposta era conveniente
-Un caffè, promesso!
-Un caffè sia, allora.
-Vengo a prenderti dopo domani allora. Tanto so dove abiti
-Perfetto. Un caffè.- Presi la mia pizza e uscii dalla pizzeria sorridendo.
-Ah! Io sono Chris!
-Piacere, io sono Waynne- gli urlai. Ero già vicino alla macchina. Entrai e vidi la mia migliore amica guardarmi in modo strano.

Arrivammo a casa, sempre scrutata da Sheridan posai la super pizza sul tavolo della cucina, presi i bicchieri e i tovaglioli e le bibite, lasciando a lei l’onore di aprire il cartone.
La pizza si mangia con le mani.
-Dimmi solo che non hai un appuntamento con il fattorino- Sputai l’acqua dalla bocca, stavo per strozzarmi
-I..io?! Ma no, da quando?!- la guardai e strappai un pezzo di pizza dalla fetta
-Che cosa ti ha promesso?- continuai a masticare  sperando che quel boccone di pizza non finisse mai -Waynne-
-Il tuo sguardo inquisitorio mi mette ansia!-
-Che.cosa.ti.ha.promesso.-
-Se gli avessi pagato un caffè, mi avrebbe offerto la pizza
-Waynne…
-Un caffè, per una pizza! Ho risparmiato come minimo 14 dollari!
-Ti vendi per una pizza?- Mi chiese scherzosamente
-No, non per una pizza. Per 14 dollari. Devo risparmiare o non arrivo a fine di questo mese e non mi posso permettere il lusso di chiedere altri soldi ai miei genitori per potermi pagare da mangiare.- Ci sedemmo al tavolo.

Masticavo lentamente, cercando di godermi ogni secondo di quel pomeriggio. Ero con la mia migliore amica e stavo mangiando una pizza. Era sempre piacevole stare con lei, parlare di tutto, tutto e niente, niente. Ogni volta che ci vedevamo ci dovevamo raccontare sempre un sacco di cose, come se non ci vedessimo da dei decenni, stavolta però era diverso: ognuna si godeva il silenzio dell’altra, in quel momento nessuna delle due aveva bisogno di comunicare, per lo meno non verbalmente. I minimi gesti, gli sguardi e i respiri erano sufficienti.
In quel momento lo Yin e lo Yang si erano congiunti formando quest’atmosfera di purezza.
Respirai profondamente prima di parlare di nuovo
-Domani pomeriggio che fai?-
-Sono in sala prove con i ragazzi, stanno scrivendo un nuovo album e volevano provare a mettere giù qualche cosa.
-Capisco… Ma…. Senti, io… io non dovrei chiedertelo, lo so… Ma… Gerard… Come… come sta?- Guardai da un’altra parte per evitare di essere guardata negli occhi.
-A che ora hai l’esame domani?
-Alle 10.00- Quel cambio di discorso mi aveva fatto capire tante cose

Ray
Ehi, bella catwoman domani alle 2 PM abbiamo le prove nello studio vicino la tua università, ti va di fare un salto? Dai, ti vogliamo vedere tutti!

Porsi il telefono nelle mani di Sher in attesa di una risposta.
-Vieni! Ci sono anche io! - storsi un poco il naso
-Questo implicherebbe vedere Gerard
-Fregatene! Non esiste solo lui, manchi a tutti!

To Ray:
Ok! Domani ho l’esame di analisi, posso fare un salto subito dopo!

SEND.  …  …  …  …  Text sent.

-Domani finisco all’1 PM il tempo di uscire dovrei essere lì per l’1.25 il tempo di mangiare e entro, va bene?
-Ma no, figurati i ragazzi portano sempre da mangiare. Ci sarà qualcosa. Poi se Ray te l’ha detto sicuramente l’ha fatto per sapere se ci fossi stata anche tu per portare in più da mangiare. Il che è grave.- Sembrava quasi terrorizzata dalla cosa
-I..in che senso?
-Sai quanto mangiano?! E comunque l’ultima volta che sono stata in sala prove con loro, circa un anno fa, Frank ha dato fuoco ad una padella. –Scoppiai a ridere.

-
Comunque – continuò lei –Ora devo andare- si alzò dal tavolo e si avviò verso la porta per poter uscire.

ώώώώώώ

Giorno dell’esame

Ero fuori dalla sede della mia facoltà, tremavo.
-Dai, andrà tutto bene. Ma ora dobbiamo entrare, fra poco il professore ci chiamerà- Alan, il mio compagno di corso
A passo abbastanza svelto ci avviammo verso l’aula.

-Alan Matthew Anderson-  il mio professore di Analisi iniziò a fare l’appello alle 11:00 precise. Mi tremavano le gambe e sentivo il mio stomaco in guerra. I pezzetti di cioccolata stavano lottando contro gli spicchi d’arancia i quali venivano sconfitti, e per potersi scampare al pericolo si lanciavano nel mare formato dal latte salvandosi grazie ai cereali, che usavano come salvagenti. Ero consapevole di guardare troppi film epici.
-Philippe James Adams – Philippe, faceva strano sentire il nome completo di Phil. Phil si avvicinò al professore, mostrò la patente ed entrò in aula, non prima però, di voltarsi verso di me e farmi un occhiolino.
-James River Butler- ma quando cavolo toccava a me? Eravamo appena alla lettera “B” e io ero la lettera “M”

 

Mentre aspettavo che mi chiamassero controllai nuovamente e, meticolosamente i documenti.
-
Waynne Kathleen Murray-  Quanto cavolo ci avevo messo per controllare tutto? Mi avvicinai tremante al professore, mostrai i miei documenti e mi fece entrare nella gigantesca aula stracolma di studenti.

Una volta tutti sistemati nell’aula il professore scrisse un paio di appunti sulla lavagna, che ripeté a voce.
-Ricordatevi di segnare il vostro nome, cognome e numero di matricola. Potete consegnare i fogli dell’esame quando volete. Bene, ora potete cominciare. Sono le 11.20 questo vuol dire che massimo all’1.25 dovete consegnare. A chi consegna con oltre 5 minuti di ritardo gli verrà annullato l’esame. Bene, ora cominciate-

La prima cosa che feci fu controllare i fogli, e controllare le richieste del compito.
A 10 minuti dall’inizio dell’esame sentivo le sedie chiudersi, alzai lo sguardo e vidi una serie di ragazzi consegnare il foglio e andarsene. Iniziai ad avere paura.
“il seno è sempre dispari … il coseno invece è sempre pari” sussurravo fra me e me.

Dopo circa un tempo illimitato controllai tutti i fogli, avevo finito. Ora l’importante era passare l’esame.
Mi avvicinai alla cattedra del professore, consegnai i fogli, strinsi la mano, firmai il foglio delle presenze e uscii. Erano le 12.50.
-Oddio.- Dissi
-Cosa?- mi voltai spalancando gli occhi spaventata
-Phillippe! Mi hai spaventata-
-Odio essere chiamato così
-È carino!
-Tu sei carina, non il mio nome- mi spinse l’indice contro il naso
-Domani esco con il fattorino delle pizze, mi ha detto che mi avrebbe offerto la pizza per un caffè
-Waynne, sei senza speranze. Esci con me, piuttosto!
-Ma ormai ho accettato! Mi viene a prendere a casa, visto che sa dove abito, e poi andiamo in caffetteria
-Ti perdono- camminavamo fianco a fianco verso l’uscita della facoltà parlando di quello dell’esame, di cosa avesse fatto lui, e di cosa avessi fatto io. Mi sembrava di aver fatto quasi tutti i passaggi giusti. Quasi. Bhe, tempo che sarei arrivata in sala prove e sicuramente il professore avrebbe corretto i compiti.

-Che fai oggi?- Mi chiese serio
-Vado in sala prove- inarcò un sopracciglio senza capire – con i ragazzi, i My Chem- continuai
-Tu… vai anche in sala prove con loro? Posso venire?! Ti prego!
-Oh… i…io veramente non lo so, cioè, ieri Ray mi ha mandato un sms invitandomi ma non..
-E messaggi anche loro. Oh Santo Dio…

-Ehiii!! Futuro ingegnere, hai finito?- mi voltai istintivamente
-Mikey, Ray! Cosa ci fate qui?!
-Che domande fai?- si avvicinarono- siamo venuti a prenderti, dopo essere passati a prendere pizze, patatine, Hamburger! – Disse Mikey
-Oh, tu devi essere Phil! Mi ricordo di te.- Phil sbiancò
-Sta bene?- Mi chiese Ray sottovoce
-Sì, sì che sta bene.. È solo che, voi siete i My chemical romance e lui è un vostro fan-
-Oh! Ti va di venire in sala prove con noi?- Gli disse Mikey
-o..i.. cioè.. i..-
-… Devo considerarlo come un sì? -
-Sì!


Ray mi trascinò qualche passo più in là, in modo tale che Phil non potesse sentire.
-Penso che Gerard non sarà molto contento- mi voltai a guardarlo negli occhi
-In che senso?- Ray non poteva aver detto quelle cose
-Non vanno bene le cose fra Becky e Gerard, lui sta male per la morte di Elena, e lei non sta mai in casa, esce con chissà chi lasciandolo solo e ubriaco. È stato in ospedale 5 volte nell’ultima settimana per il troppo alcool assunto.
Waynne, la situazione è seria. Giurami solo una cosa- Mi veniva da piangere ma feci cenno di assenso con il capo
-Non guardargli i polsi- In che senso?
-In che senso?- gli chiesi con la voce tremante. Phil e Mikey ridevano dietro di noi, ignari di questo discorso.
-Tu non farlo, e andrà tutto bene.- tentai di dire qualcosa ma mi interruppe prima che potessi iniziare –gli manchi.

Ci avvicinammo alla macchina di Ray.
-Waynne, mettiti avanti!- lo guardai sorridendo –Lo so che non stai bene in macchina- mi sorrise lui.
Rimasi in silenzio per tutto il viaggio, i miei pensieri erano accompagnati dagli Iron Maiden e dalle risate di Phil e Mikey.


Arrivati in sala prove, scendemmo dalla macchina –mi aiutate con il cibo?- Chiese Mikey mentre prendeva quattro sacchetti strapieni di cibo
-Quant’altra roba c’è?!- Chiese Phil sbalordito dall’aver visto il baule della macchina….. stracolmo di sacchetti strabordanti di cibo.
Mi avvicinai alla macchina per aiutare i ragazzi e vidi che in macchina erano rimaste solo due bottiglie di aranciata e una di tè al limone.  -Ma..??
-Mica vorrai che le belle ragazze si affatichino- Disse Mikey, lo guardai e gli sorrisi imbarazzata

Entrammo in sala e la prima cosa che feci era cercare Gerard. Non c’era.
-Ehilà bella morettina, cosa ci fai da queste parti?- Un omone alto mi abbracciò, facendomi sentire ancora più piccola di quello che ero.
-Bob!- Mi girai velocemente per poterlo abbracciare, dimenticandomi completamente delle bottiglie che avevo in mano, le quali cascarono sui miei piedi
-AHI!- piagnucolai
-Non pensavo d’essere così forte- ridacchiò Bob mentre si scioglieva dall’abbraccio per poter raccogliere le bibite.
-Waynne!- Frank mi corse in contro buttandomi letteralmente a terra –sei qui!- mi riempì di baci
-Emh.. non è proprio una posizione comoda questa
-Dici? Sono così comodo, io!- rise
-Bhe, sei a cavalcioni su di me, ti credo che sei comodo
-Dovresti reputarti fortunata, sai quante donne vorrebbero essere al posto tuo?- Da dietro spuntò Sher che gli diede una librata in testa
-AHI?! E cosa devo questo?
-Suvvia, un po’ di cultura non ha mai fatto male a nessuno. Ti muovi a scendere da Luce o devo tirarti un'altra dispensa da 1000 pagine su quella capoccia?
-E io che pensavo che fossi gelosa per la frase – vide Sher prepararsi per dargli un altro colpo –HO CAPITO! SCENDO!- Mi aiutò a rialzarmi.

-Prendi!- Ray mi lanciò un hamburger, lo scartai velocemente e lo addentai. Musica per il mio palato
-Non sapevo che nelle vicinanze della nostra università ci fosse una sala prove
-Se per questo, nemmeno io Phil- gli risposi distratta. Quell’hamburger era divino. Non so perché, d’un tratto, tutti si voltarono a fissarmi. Cos’avevo detto di male?
-Oh, buongiorno a tutti.- Non fissavano me, fissavano lui. Gerard.

-È di nuovo ubriaco- disse Sheridan rivolgendosi a Frank
-Iniziamo?- senza nemmeno degnare di uno sguardo entrò nella stanza registrazione, si avvicinò al microfono e iniziò a dare degli ordini incomprensibili.

-Aspetta Ray, dammi il tempo.- Frank e Ray, i due chitarristi, si guardavano per darsi il tempo.
-Wow, wow! Sono qui, nello studio di registrazione, con i My chem e con te- Phil si mise accanto a me e mi abbracciò.

-Fatemi provare Helena!- Disse rabbiosamente Gerard

Long ago
 
Just like the hearse you died to get in again
 
We are so far from you
 

Burning on just like a watch….


-Cazzo!- prese il microfono e lo sbatté in terra
-Ma cosa gli prende?
-Phil, amico mio, andiamo a fumare una sigaretta?
-Bob, ma io non fumo
-Ma una sigaretta ad un componente dei My Chem non si rifiuta mai!
Uscirono.

C’erano Frank e Gerard nella stanza di registrazione che discutevano animatamente, non so cosa stessero dicendo. Ma Gerard gesticolava molto, mi fissava e continuava ad urlare.
-Io e Gerard abbiamo litigato- Mi voltai verso Sheridan
-Perché?- Non mi rispose.

-Tu, pensavo fossi mio fratello! Perché l’hai fatto venire qui?!- Gerard uscì dalla sala registrazione rosso in volto. Urlava all’impazzata contro Mikey
-Cosa c’entra questo! Io SONO tuo fratello, ma la puttanata l’hai fatta tu!
-Io, oh fanculo, esco.- Sapevo che non avrei dovuto seguirlo, perché ce l’aveva con me, ma il mio istinto mi disse di farlo. Avevo baciato Phil, ma il mio cuore apparteneva a Gerard, dannatamente a lui. Mi attraeva come uno squalo viene attratto dall’odore del sangue. Lui era il predatore, io la sua preda. E per quanto ci facessimo male a vicenda non potevo fare a meno di stargli vicina.

Eravamo sul retro, lontano da tutto, lontano da tutti. Stava fumando.
-Ehi.. – mi avvicinai lentamente, lui mi guardava senza rispondermi. -G…Gerard
- È così difficile capirlo?- Mi chiese con calma, quella calma che metteva paura. Non risposi.
-Rispondi! È così difficile capire che tu… che tu mi piaci, che io ti penso! È così difficile? A quanto pare sì, lo è. Perché io insisto per farti venire qui, e tu ti porti quello lì. Vi siete baciati. Cos’è? Non puoi stare lontana dal tuo ragazzo per più di due ore? Due cazzo di ore?! No.. non ci riesci evidentemente.- I suoi polsi… Erano pieni di tagli.
-E se nemmeno mi rispondi devo supporre che tutto questo che ti ho detto è vero.- il suo sguardo mi penetrava, mi logorava, mi uccideva.
Con il cuore che mi batteva all’impazzata mi avvicinai rapidamente a lui, sotto il suo sguardo, finché con tutta la forza che avevo in corpo misto al dolore e alle lacrime gli tirai uno schiaffo, forte. -Tu, Gerard, stai cercando di farmi sentire in colpa?! Stai osando fare questo?! Tu, che ti sei completamente dimenticato di me quando la tua ex ragazza è tornata da te facendoti le moine! Mi accusi di aver baciato un altro ragazzo, quando TU sei andato a letto con la tua ex ragazza?! TU MI DICI QUESTO?- Il mio dito indice stava affondando nel suo petto.
-Ci siamo lasciati- fu l’unica cosa che mi seppe dire, e quella frase mi fece imbestialire ancora di più.
-Non m’importa che vi siate lasciati… Non m’importa.- Ancora una volta, ancora una dannata volta incontrai le sue labbra, mi strinse a se lasciando scivolare la sua lingua sulla mia. Ancora un bacio, un bacio che sapeva di lacrime e dolore. Senza accorgermi gli afferrai delicatamente i polsi portandoli al mio petto, come se il mio cuore potesse guarire i suoi tagli. Non appena sentì il contatto della pelle sulla mia maglia si staccò violentemente.

-Come… ?- abbassai lo sguardo, intimidita dai suoi enormi occhi verdi.
-Ragazzi, tutto bene qui fuori?
-Sì Sher, va tutto bene- le disse mentre ancora mi guardava
-N..non mi guardare così, Gee… Per me sei un libro aperto. – E poi c’era di mezzo lo zampino di Ray.

Sheridan si avvicinò a noi, con molta calma, con lo sguardo malizioso. Avevo paura di quello che potesse fare.
-Sai, Gerard, domani Luce esce con un ragazzo.- Non rispose, si limitò a guardarla malissimo -Un tipetto carino, è il fattorino di una pizzeria..- continuò lei. Gerard si voltò e mi guardò molto intensamente. Fece un respiro profondo, infine si decise a parlare
-Perché?
-P..perché…. insomma…. Ecco….. lui si è offerto di pagarmi la pizza se io gli avessi offerto un caffè, quindi gli ho detto di sì, perché in confronto ai 14 dollari che gli dovevo, 4 dollari non sono nulla. Quindi ho accettato, e io.. – Scoppiò a ridere talmente forte che mi fece rasserenare, e mi contagiò

-Waynne!! Waynne!! Promossi!- Sentii Phil urlare, venne fuori e si parò davanti ai miei occhi
-Promossi? Davvero?! Si sa il voto??- ero felice, felicissima!
-Sì, mi ha chiamato Alan, mi ha detto che il professore ha affisso i cartelloni da poco, ma che ore sono?!- Gerard sorrideva
-Non lo so, ma tanto c’erano anche gli assistenti a correggere il compito, e poi ce l’avevano detto che lui correggeva i compiti in tempo record! Ma su, dimmi, quanto abbiamo preso?
-Ah, sì, scusami! Io ho preso 29, tu invece hai preso 24- VENTIQUATTRO?!
-Cosa?!!! Così tanto?! Io mi sarei anche accontentata di un..- Mi baciò, davanti a tutti, davanti a Gerard che con le lacrime agli occhi tornò indietro trascinandosi via Sheridan..
No. Non ora.



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Scusate ancora per il ritardo...  L'università non mi lascia respirare.
Un bacione
Waynne

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