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di peelz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter - one ***
Capitolo 2: *** chapter - two ***



Capitolo 1
*** chapter - one ***


Credo che la vita sia strana, un misto tra sogni e crude realtà, amore e odio, tutto questo. 
Io l'ho capito veramente solo adesso, credo di essere una ragazza abbastanza matura per la mia età, ma questa cosa forse l'avevo dentro di me, magari sapevo questo, ma non volevo capire realmente il senso di tutto ciò. In fondo la vita è bella, se si sa viverla.

Ho come tutti gli adolescenti, bambini, adulti, anziani un sogno, sì, perché per sognare non bisogna avere un'età precisa, sempre e comunque l'umano sognerà per sempre. 

Ho una vita, devo viverla, ma non ho ancora trovato la mia strada, o per lo meno, so il percorso che vorrei seguire ma, ho pura di non poterlo percorrere.

Sogno molte cose, sì, sono una sognatrice, ma questo non vuol dire che sono una persona superficiale che sogna molte cose e non riuscirà a realizzarne almeno una, io credo io ci devo credere sennò non potrei andare avanti.

Quando le persone mi chiedono quale sia il mio sogno, io rispondo riassumendoli tutti in una semplice frase 'io sogno la musica'.
Si, la musica, amo ballare, cantare, fare fotografie, scrivere canzoni.

Sono una ragazza di poche parole, amo molto scrivere, mi piace sorridere e voglio vivere. 

Sono una ragazza del nord Italia, della grande Pianura Padana, della prima grande capitale italiana, sono di Torino. Amo e odio quella città: il paesaggio è spettacolere e in ogni stagione si può distinguere ogni singolo carattere della città. Il suo unico difetto è la vita sociale, le persone, i ragazzi, ragazze.
 Qui a Torino se sei ragazzo e non ti sei fatto mezza città, non sei nessuno qui se non vai in discoteca, non hai amici, qui, se non ti fumi roba forte sei debole, qui se ascolti musica acustica, o magari di altro genere, sei un finocchio.
Le ragazze a Torino, se si fanno mezza Torino sono troie, se non escono sono delle povere verginelle, se non fumano sono delle bambine, se ascoltano genere di musica da finocchi, si è bimbaminchia.
Io, ho tutt'altro genere. Ho dei capelli diversi da tutte, che adesso va di moda lo shatush, ho uno spirito, ribelle, ma rispettoso, non seguo la massa, e mi so distinguere, mi vesto a modo mio, sono fredda e raramente appena conosciuta una persona ci vado a parlare.

E' per questo che certe volte mi danno dell'asociale.

Siamo nel periodo estivo, fine anno scolastico, mia madre fra pochi giorni parte a Novara, nuovo lavoro, nuova città, nuova vita. Almeno spero.
Io e mia sorella soggiorneremo dai nostri cugini per due mesi, tempo che mia madre e il suo fidanzato trovino una casa.

Io, sinceramente avevo programmato questo viaggio da due anni.

Praticamente volevo partire per gli Stati Uniti per poter realizzare il mio sogno.

Si, immagina, potrai, nel duemilaemai.

Ma io partirò lo stesso e poi in fondo, mio cugino ha perso la scommessa.
'Se tua sorella perderà prima di te la verginità, allora ti pagherò il biglietto per l'America'
Amico, io mi faccio suora, figurati se perdo la verginità così, hahaha, povero plebeo.


Ritornando a noi, era tutto pronto, ero agitatissima, l'America mi aspettava, ero emozionata, e sinceramente volevo lasciare questo paese al più presto.


Dovrò affrontare molte ore di viaggio, e altrettante ne dovrò dormire per riprendere la cognizione del tempo.
Sinceramente all'arrivo mi si versò una lacrima sulla guancia destra, si dice che quando si inizia a piangere dalla parte destra il pianto sia di felicità, finalmente ero in America. Presi un taxi, e indicai al tassista il biglietto con su scritto il nome dell'hotel, mi ritrovai davanti a un hotel enorme e piuttosto lussuoso, entrai e mi diressi verso la reception, che mi chiesero di attendere perché c'era molta gente che chiamava e attraversava quell'enorme stanza. Mi appoggiai su una poltrona e senza molti indugi mi addormentai. Al mio risveglio ero molto più lucida, e riposata. Mi diressi, questa volta molto più convinta e ordinai severamente di porgermi gentilmente le chiavi della mia camera.

Dopo aver disfatto le valigie, decisi di fare un giro per Brooklyn, meravigliosa, come sempre.
Stavo seduta su una panchina, di un giardino che si affacciava sul ponte di Brooklyn, sono convinta che qui un giorno incontrerò una persona di cui mi potrò fidare.
Stavo scrivendo, descrivevo i miei sentimenti, e raccontavo a quel foglio, la mia speranza di trovare una persona di cui io mi possa finalmente fidare.     Guardai l'orologio, e mi ricordai, che l'ultima navetta del pomeriggio era tra meno di cinque minuti. Tra la fretta riuscii a inciampare contro una persona, perdere dei miei fogli,  perdere il pullman e tornare a piedi, beccare la pioggia calda ed estiva e a beccarmi gli schizzi delle macchine a dosso. Un simpatico cuoco francese della cucina dell'hotel mi aveva avvistata mentre buttava la spazzatura e mi invitò nella cucina a prendere un thè caldo preparato da suo figlio Tersì, che strano nome. 

 
Angolo autrice 
Ciau, sono peelz.
Volevo darvi un piccolo avvertimento, in questa storia ci saranno non solo gli one direction, ma anche i the vamps.
Spero che l'inizio vi piaccia.

se vi va, mi farebbero piacere le recensioni.

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Capitolo 2
*** chapter - two ***


'Tersì, quando arriva il thè per la signorina?'
'Subito!'
Disse con tono spazientato, e allo stesso tempo dolce.
Il ragazzo dopo frequenti richiami del padre riuscì a portarmi il thè.
Ripensavo ai miei fogli, ne avevo persi molti, a ques'ora saranno già tutti zuppi, per la fretta non li ho neanche raccolti.
Finito il thè, mi precipitai nella mia stanza che stava a uno dei piani più alti dell'hotel, raggiunta la camera, mi affaccia alla finestra, per ammirare la vasta città, notai una macchina nera all'entrata, da essa uscirono quattro ragazzi, notai anche dei giornalisti e delle ragazze. Ignorai il tutto e decisi di aggiornare il mio blog tumblr. 
Guy's pov
Con: Brad, ma ieri dove sei stato? Ti abbiamo chiamato, ma non ci hai risposto al telefono.
Brad: Sono stato a Brooklyn, e ho trovato questi..
Tris: E cosa sono?
Brad: Sono canzoni, credo, memorie, sono recenti però, guardate, in tutti i fogli c'è una firma, possiamo trovare l'autore, sono davvero dei bei testi e mi piacerebbe molto cantarli.
James: Ma ti rendi conto di quante persone ci siano qui a Brooklyn?
Brad: Si ma, io ho intenzione di cercare.
James: Io di sicuro non ti fermerò, tanto fai sempre di testa tua, intanto, vuoi farmi il piacere di mostrarmi questi testi?
Brad: Sì, ehm, ecco.

Aisel's pov
Prima di andare alla ricerca della felicità, devo controllare se i testi che ho perso ieri sono ancora lì, lo spero.
Faccio un giro, sta volta vado a piedi, mi sembra ancora un sogno, sono nella città dei miei sogni, e la amo.
Brad's pov
Oggi mi recherò di nuovo a Brooklyn, magari l'autore sarà ritornato al parco.
Aisel's pov
Odio il fatto di aver perso i testi, erano un'ottima chance per fare un EP, ed ora tutto è perduto, devo anche cercare un lavoro, accidenti.
Ma aspetta, ma quel tipo, ha in mano i miei fogli, ma che fa? 
Brad's pov
Vedo una tizia avvicinarsi a me con passo deciso e periscoloso, mi spaventa alquanto.
Anzi no, mi sbagliavo, era solo una tipa strana forse una fan che non sa come rivolgermi la parola, si avvicina al bar, proviamo.
E' sparita, non la vedo più.
Aisel's pov
Porca miseria ma quello che ho visto era proprio Bradly, e adesso come faccio?
Almeno so che i miei testi sono al sicuro, sia lodato il cielo.
Ritorno velocemente in Hotel, e mi dirigo verso la cucina, avevo persino trovato un lavoro come lavapiatti, lavoro duro e faticoso che però rinconpensava con i soldi e poi mi facevo talmente tante risate con Tersì che non mi accorgevo neanche del lavoro pesante.
Finito il turno, decido di riposare, la sera sarei poi uscita in giro con Tersì, così mi avrebbe fatto conoscere qualche povero cristo.
Stavo scendendo le scale, e alle spalle sento una strana presenza, era un ragazzo, era il ragazzo di sta mattina.
Cenna un saluto.
'Ciao, sono Bradly, volevo chiederti solo se questi sono tuoi..'
'Ecco, si sono miei.'
'Ho visto che oggi ti stavi avvicinando ma poi forse hai cambiato idea.'
'In effetti si.'
'Non mi hai ancora detto il tuo nome..'
'Eh? Ah, Aisel, piacere, Aisel.'
'Piacere Aisel, felice di conoscerti.'
Crollò un silenzio tombale quasi eterno fino a quando lui non iniziò di nuovo la conversazione
'Senti Aisel ma se ad esempio sta sera ti va di venire in un locale dove la mia band suonerà?
'Mi piacerebbe molto,  ma avevo già promesso ad un amico un'uscita.'
'Beh in tal caso, questo è il locale, nel caso in cui tu decida di cambiare idea, ti aspetto.'
Disse porgendomi un foglietto.

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